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D DIPENDENZEPROF. UMBERTO BRASCHI

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Università Telematica Pegaso Dipendenze

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

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Indice

1 IL FUMO DI TABACCO ----------------------------------------------------------------------------------------------------- 3

2 IL FUMO IN ITALIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6

2.1. NICOTINA ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10 2.2. OSSIDO DI CARBONIO (CO) --------------------------------------------------------------------------------------------- 10 2.3. PARTICOLATO E SOSTANZE IRRITANTI --------------------------------------------------------------------------------- 11 2.4. VANTAGGI DELLO SMETTERE DI FUMARE ----------------------------------------------------------------------------- 11 2.5. I SINTOMI DEI DISTURBI RESPIRATORI ---------------------------------------------------------------------------------- 12 2.6. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE ------------------------------------------------------------------------------------------- 12 2.7. AL FINE DI RIDURRE I RISCHI DI MALATTIA AD ESSO ASSOCIATI ---------------------------------------------------- 12 2.8. SMETTERE DI FUMARE VUOL DIRE -------------------------------------------------------------------------------------- 13 2.9. SITUAZIONI IN CUI SI PUO MANIFESTARE MANIFESTARE IL CRAVING ---------------------------------------------- 13

3 LO SPORT ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 14

3.1. DANNI PROVOCATI DALLA SEDENTARIETÀ ---------------------------------------------------------------------------- 14 3.2. I TRE GRUPPI DI SPORT --------------------------------------------------------------------------------------------------- 14 3.3. SPORT DI RESISTENZA ---------------------------------------------------------------------------------------------------- 15 3.4. SPORT DI POTENZA ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 15 3.5. SPORT MISTI --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 15 3.6. ADATTAMENTI FUNZIONALI DELL’ESERCIZIO FISICO ----------------------------------------------------------------- 15 3.7. ADATTAMENTI METABOLICI ALL’ESERCIZIO FISICO ------------------------------------------------------------------ 15 3.8. NORME COMPORTAMENTALI -------------------------------------------------------------------------------------------- 18 3.9. DOPING -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19

4 NUTRIZIONE ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20

4.1. PESO CORPOREO ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- 22 4.2. STATO DI NUTRIZIONE --------------------------------------------------------------------------------------------------- 26 4.3. EUNUTRIZIONE = BUONA NUTRIZIONE --------------------------------------------------------------------------------- 26

BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 28

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1 Il fumo di tabacco

Vizio, abitudine, piacere, uso abituale, abuso, intossicazione, dipendenza da fumo:

tanti sono i termini che nel corso degli anni hanno definito l’atto del fumare e che, nella

constatazione degli effetti e nella corrispondente scelta della definizione, hanno caricato la pratica

del fumo di tabacco di valenze più o meno negative.

Ogni giorno un individuo inspira ed espira circa 15.000 litri d’aria

L'aria viene filtrata da una superficie alveolare di 70-100 m². Con l’inspirazione, nelle 24 ore

vengono convogliati negli alveoli 3.000 litri di O₂, mentre con l’espirazione si espellono dagli

alveoli fino a 6.000 litri di anidride carbonica.

E’ quindi inevitabile che l’integrità dell’apparato ventilo-respiratorio possa essere

danneggiata da eventuali fattori negativi presenti nell’aria che si respira.

In ogni boccata di fumo sono contenute almeno 1013 molecole di sostanze ossidanti, irritanti

e cancerogene che sono i principali responsabili di danni dell’apparato respiratorio.

Oggi la comunità scientifica è assolutamente unanime nel considerare il fumo di tabacco la

principale causa evitabile di mortalità; per l’OMS risulta di prioritaria importanza ridurre

drasticamente, per i prossimi anni, l’abitudine del fumare per poter ottenere una riduzione di tutte le

patologie ad essa correlate.

In Italia ci sono molte iniziative tra cui il Piano Sanitario Nazionale Italiano (PSN) 1998 –

2000 che è stato progettato con lo scopo di ottenere la diminuzione del numero dei fumatori

attraverso:

1) lo sviluppo di interventi di educazione sanitaria e di iniziative mirate alla limitazione del

consumo di tabacco specie tra i giovani;

2) la promozione di campagne per l’interruzione del fumo in gravidanza;

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3) l’attuazione di efficaci programmi, di disassuefazione dal fumo.

Il fumo di tabacco è uno dei più importanti agenti inquinanti dell’aria in ambienti confinati.

Il fumo è una miscela formata da una componente gassosa (monossido di carbonio, composti

organici volatili, SOx, NOx) e da una fase solida costituita da aerosol di particelle di polveri, in

prevalenza sottili, di diametro <2,5 micrometri, generata dalla combustione del tabacco.

Le sostanze nocive individuate nel fumo di sigaretta sono più di 4.000, di cui almeno 50

sono certamente cancerogene per l’uomo (idrocarburi policiclici, benzene e nitrosamine).

Si ritrovano inoltre sostanze irritanti e allergeniche, come la formaldeide; nocive, come il

monossido di carbonio e gli ossidi di zolfo e azoto, oltre alla nicotina, che con le sue proprietà

neurostimolanti agisce sul cervello come una droga ed è responsabile della dipendenza da tabacco.

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Del fumo di tabacco vengono considerate due componenti principali: il "mainstream

smooke" (fumo diretto) ed il "sidestream smooke" (fumo laterale).

Il primo è il fumo che si forma quando il fumatore aspira la boccata, il secondo, è quello che

la sigaretta genera quando si consuma da sola.

Si tratta sempre del prodotto della combustione delle foglie di tabacco.

L’unica differenza sta nel tempo di combustione e nella temperatura del fumo, che è di

180°C quando si “tira” e di 600°C quando la sigaretta si consuma da sola.

La pratica del fumo di tabacco ha una grandissima diffusione in tutti i paesi del mondo.

Attualmente ci sono nel mondo un miliardo e cento milioni di fumatori (1/3 circa della

popolazione mondiale di età superiore ai 15 anni). Esistono circa trecento milioni di fumatori in

Cina (per il 60% maschi), mentre la maggior parte dei rimanenti ottocento milioni si trova nei paesi

in via di sviluppo.

Un terzo delle donne fuma nei paesi industrializzati

Il più alto tasso di fumatori maschi si riscontra in Corea del Sud (68%), mentre il più alto

tasso di donne fumatrici si trova in Danimarca (37%).

La prevalenza del fumo in Italia (analizzata su un campione di circa 24.500 uomini e 26.000

donne di età pari o superiore ai 15 anni, e rappresentativi della popolazione nazionale) è risultata

essere nel complesso di circa il 27,9 %.

Maggiore prevalenza è stata riscontrata nei maschi e femmine meno istruiti e residenti nelle

Regioni del Sud (36%).

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2 Il fumo in Italia

Chi inizia a fumare a 15 anni ha una probabilità tre volte superiore di ammalarsi di tumore

rispetto ad un individuo che inizia fumare all’età di 20 anni.

M >15 anni F >15 anni

27,9% 19,3%

• Più del 50% dei bambini è correntemente esposto al fumo passivo nelle mura domestiche,

soprattutto nelle famiglie di condizione sociale più bassa

• L’esposizione al fumo passivo è causa di aumento del rischio per malattie respiratorie

(particolarmente tra i bambini), per infarto del miocardio e per tumore polmonare.

Nel 1990 si sono verificati 38.000 decessi attribuibili al fumo nel sesso maschile, nella

fascia d'età di 35-69 anni, su un totale di 102.000 decessi per tutte le cause (37%). Oltre i 70 anni le

morti attribuibili al fumo sono state 35.000 su 166.000 totali (21%).

Risulta pertanto una perdita media di 21 anni di vita per la fascia d'età media e di 8 anni per i

decessi oltre i 70 anni.

Nel 1995, il numero di morti maschili cala a 68.000, mentre il totale dei decessi femminili

dovuti al fumo sale da 2.700 a 11.000.

Su un totale di 26 milioni di decessi dal 1950 al 2000, circa 2,8 milioni sono dovuti al fumo.

Sono attribuibili al fumo di tabacco in Italia 80.000 morti/anno

Patologia Patologia Patologia

Oncologica Cardiovascolare Respiratoria

48% 25% 17%

Oltre il 34% dei decessi attribuibili al fumo è compreso tra i 35 ed i 69 anni.

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Il fumo è un potente fattore sinergico nella determinazione del rischio globale.

Anche i non fumatori adulti ed i bambini sono esposti al fumo passivo (tale termine sta ad

indicare l’atto respiratorio in presenza di fumo veicolato dall’aria) .

Tutti i luoghi chiusi quali abitazioni, ambienti di lavoro, automobili, scuole e ospedali sono

soggetti al problema del fumo passivo, in parte ovviato dalla nuova legge che vieta di fumare in

ambienti pubblici chiusi.

Purtroppo, circa il 50% dei bambini si trova costretto a convivere con almeno un genitore

fumatore ed a respirare sia in casa che in automobile il fumo da lui generato all'intorno.

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La concentrazione degli inquinanti derivati dal fumo di tabacco nell’aria indoor dipende da

diversi fattori: umidità, ventilazione e numero delle persone presenti.

Tramite ricerche, si è venuti a conoscenza delle concentrazioni di vari inquinanti emessi dal

fumo di tabacco tra cui CO, particolato, acroleina, SO, NO2, fenoli, aldeidi, nicotina e 3-etenil-

piridina.

Da questi dati è emerso, ad esempio, che negli uffici dove era permesso fumare, le

concentrazioni di nicotina raggiungevano i 6,7 microgrammi/metro³, mentre in uffici in cui fumare

era vietato, esse erano appena di 0,2 microgrammi al m³

Tra gli effetti da annoverare, per quanto riguarda il FUMO PASSIVO, riportiamo disturbi di

tipo irritativo delle prime vie respiratorie e aumentata frequenza di infezioni acute dell’apparato

respiratorio, accentuate in persone affette da asma, bronchiti croniche e nei bambini.

Quest’ultima categoria, esposta alla inalazione del fumo, presenta una riduzione media del

3-8% del normale incremento dei parametri della funzionalità respiratoria.

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Il fumo di sigaretta è di gran lunga la più diffusa e pericolosa causa chimica di malattie), in

quanto presenta almeno tre tipi di effetti, in ragione delle tre categorie principali di sostanze

dannose contenute, che sono:

flogogeni, che determinano morte cellulare ed infiammazione ;

molecole neurostimolanti, come la nicotina, che eccitano i neuroni cerebrali producendo il

piacere da fumo; carcinogeni, che inducono tumori.

Le sostanze dannose responsabili dei danni dell’apparato respiratorio e circolatorio sono

soprattutto:

l’ossido di carbonio;

la nicotina;

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il materiale particolato e le sostanze irritanti.

2.1. Nicotina

È uno degli ingredienti fondamentali del tabacco.

Quando si fuma una sigaretta, la maggior parte della nicotina sfugge nell’aria, e

circa 1/5 ne arriva nei polmoni.

Anche a basse concentrazioni, però, la nicotina ha degli effetti importanti sulla salute. Tra questi

ricordiamo:

Dipendenza neurofarmacologica

Aumento della frequenza cardiaca

Difficoltà circolatoria.

2.2. Ossido di carbonio (CO)

Riduce la quantità di ossigeno disponibile per l’organismo: cuore, cervello muscolo etc.

ricevono dunque meno ossigeno.

Insieme alla nicotina, l’ossido di carbonio accelera la formazione delle placche

aterosclerotiche nei vasi sanguigni.

Le principali conseguenze sono:

Minor nutrimento per i tessuti

Sangue meno ossigenato

Ingiallimento della pelle

Caduta dei capelli

Invecchiamento precoce della pelle e di altri tessuti

Ridotta capacità respiratoria

Aumento del rischio di infarto del miocardio e di ictus

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2.3. Particolato e sostanze irritanti

E’ l’insieme delle polveri fini, e va sotto il nome di PM10 (10 micron).

Le polveri PM10 sono risultate altamente cancerogene.

Gli effetti di queste sostanze sono rappresentati da accumulo di muco nei bronchi, con

Bronchite cronica Enfisema.

Il fumo, inoltre, riduce notevolmente le prestazioni atletiche. Gli

atleti professionisti sono tutti non fumatori.

Tra gli effetti dannosi del fumo ci sono quelli sulla pressione sanguigna che registra un

aumento di 30 mm Hg già 10 minuti dopo l'inalazione.

Il fumo influisce anche sulla produzione degli acidi gastrici e inibisce la guarigione delle

ulcere gastro-duodenali, ostacolando i benefici del trattamento terapeutico.

Le sostanze cancerogene vengono eliminate attraversi i reni e la vescica, così tra i fumatori

si nota una elevata incidenza di tumori a carico di questi organi, ma specialmente alla vescica,.

2.4. Vantaggi dello smettere di fumare

Dopo due ore dall’ultima sigaretta la nicotina inizia ad essere eliminata dal corpo, tramite

l’urina.

Dopo 12 ore, il monossido di carbonio scompare dall’organismo e, quindi, il sangue è in

grado di trasportare più efficacemente l’ossigeno ai tessuti.

Dopo una settimana, tutti i sensi, in particolare il gusto, si riacuiscono. L’alito migliora, sono

più puliti denti e capelli.

Anche la pelle ha un colorito più roseo.

Scompaiono i sintomi d’astinenza dopo un mese, gran parte dell’epitelio ciliato delle vie

respiratorie, distrutto e modificato dal fumo, si ricostruisce normalmente ed il muco è rimosso dai

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bronchi. La tosse elimina sostanze e detriti dannosi e poi scompare gradualmente. Cala il rischio

d’infezioni respiratorie.

Dopo un anno, il rischio di patologie cardiovascolari gravi, cioè di infarto cardiaco e di ictus

cerebrale, diminuisce in modo significativo. Questo perché la nicotina agiva come vasocostrittore

sulle arterie, riducendone il calibro e limitando l'apporto di sangue agli organi critici.

Dopo 6/7 anni, il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni cessa di crescere e dopo

qualche altro anno (8-10) può tornare, all’incirca, pari a quello di una persona che non abbia mai

fumato.

2.5. I sintomi dei disturbi respiratori

Sono largamente in aumento tra i fumatori:

esiste infatti una relazione dose/risposta per quanto riguarda:

1) tosse cronica e produzione di catarro

2) respiro affannoso

3) dispnea.

Lo sviluppo di questi sintomi respiratori è provocato dalle modificazioni indotte dal fumo

nell'epitelio delle vie aeree, come la perdita delle ciglia, l'ipertrofia della ghiandola mucosa, un

aumento nel numero delle cellule caliciformi e una maggiore permeabilità

2.6. Conclusioni e prospettive

Il fumo di tabacco è considerato la fonte più rilevante di inquinamento degli spazi confinati,

sia per l’entità e la tossicità dei suoi componenti, sia per il numero delle persone esposte.

2.7. Al fine di ridurre i rischi di malattia ad esso associati

oltre il divieto di fumare in tutti i locali pubblici, sarebbe necessaria un’intensa e ripetuta

campagna d’informazione e di educazione sanitaria, un ulteriore aumento del prezzo delle sigarette,

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sopratutto per scoraggiare i giovani ad acquistarle; infine sarebbe importante abolire la pubblicità

diretta e indiretta delle sigarette e sostenere la ricerca scientifica per combattere la

tossicodipendenza da fumo.

2.8. Smettere di fumare vuol dire

Rifiutare un veleno, stare meglio, liberarsi da una schiavitù con un notevole risparmio non

solo economico ma anche e soprattutto sanitario.

L’importante è incominciare a compiere anche piccoli passi e continuare imperterriti a

percorrere la strada giusta, senza scoraggiarsi.

Un valido ed efficiente aiuto a chi volesse smettere di fumare è fornito da specifici centri

antifumo pubblici delle varie aziende ospedaliere.

Sintomi d’astinenza:

Si definisce “craving” il desiderio, la necessità impellente di fumare.

A volte il paziente avverte la sensazione di non poter superare i momenti in cui il “craving”

si presenta.

2.9. Situazioni in cui si puo manifestare manifestare il Craving

• La mattina al risveglio o dopo il caffè;

• Alla fine dei pasti: Lavarsi i denti immediatamente dopo il pasto riduce molto il desiderio

di fumare;

• Al telefono;

• In automobile: Fondamentale è che in auto non ci siano “ricordi di fumo”: pacchetti di

sigarette, accendini, odore di fumo, etc ;

• Con gli amici : Se è possibile, frequentare amici che non fumano, almeno nei primi tempi.

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3 Lo sport

Secondo l’ OMS, per attività fisica si intende “qualunque sforzo esercitato dal sistema

muscolo scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di

riposo”

In questa definizione rientrano dunque anche semplici movimenti come: andare in bicicletta,

ballare, giocare, fare lavori domestici.

Uno degli aspetti maggiormente negativi per la nostra salute, causato dalla forte

tecnologizzazione in atto negli ultimi anni, è la sedentarietà.

Sedentarietà: malattia Ipocinetica (dal greco ipo = meno, chinesis = movimento)

3.1. Danni provocati dalla sedentarietà

Obesità: accumulo di grasso in eccesso,

Osteoporosi: fragilità ossea,

Scarsa efficienza muscolare: affaticamento.

Per praticare un’attività sportiva nel migliore dei modi e senza rischi, è necessario conoscere

per linee generali il normale comportamento (fisiologia) del corpo umano durante i diversi tipi di

esercizio sportivo o attività fisica.

3.2. I tre gruppi di sport

Ogni attività sportiva ha caratteristiche ben definite; in questo senso, gli sport possono

essere classificati in 3 grandi gruppi:

Sport di Resistenza

Sport di Potenza

Sport Misti

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3.3. Sport di resistenza

Così chiamati perché l’organismo è capace di resistere a lunghi sforzi per periodi che vanno

da alcuni minuti ad alcune ore. Ad esempio la maratona, ciclismo nuoto, sci di fondo.

3.4. Sport di potenza

Questi sport richiedono l’impiego di una notevole quantità di forza ma per periodi brevi o

brevissimi (secondi). Un esempio è il sollevamento pesi, i 100 metri, il salto in lungo.

3.5. Sport misti

In questi sport si alternano momenti nei quali l’intensità dello sforzo è massima, altri in cui

l’impegno è moderato o addirittura minimo. Ad esempio: calcio, pallacanestro, scherma

Quali benefici attendersi dalla pratica di attività sportiva regolare.

3.6. Adattamenti funzionali dell’esercizio fisico

Apparato cardiocircolatorio: < FC a riposo e sotto sforzo; < PAS/PAD a riposo e sotto

sforzo; > capacità totale di esercizio; > massa eritrociti; > flusso ematico nei tessuti (< volume

sistolico, > capillarizzazione, > calibro vasi periferici); > fibrinolisi

Apparato respiratorio: > CV,> FEV1, > capacità respiratoria

Apparato muscolo-scheletrico:> forza e massa muscolare, > elasticità tendini, > densità

ossea;

Sistema immunitario: > risposta immunitaria (< con esercizi strenui);

Sistema urinario: > velocità di filtrazione ;

Funzioni psicologiche: > benessere, miglioramento ritmo sonno-veglia.

3.7. Adattamenti metabolici all’esercizio fisico

Metabolismo lipidico: < COLESTEROLO Tot, < LDL, < TG > HDL

Metabolismo glucidico: < glicemia (> captazione muscolare)

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Sistema ormonale: < insulina, > glucagone,> cortisolo,> endorfine,

Diabete 1(< produzione di insulina)

L’allenamento aumenta la tolleranza al glucosio: < fabbisogno di insulina

Rischi: ipoglicemia durante l’esercizio; necessità di consumo regolare di carboidrati e scorta

di glucosio.

Diabete 2 (insulino-resistenza)

L’allenamento aumenta la sensibilità tissutale all’insulina: < fabbisogno farmaci

ipoglicemizzanti.

Quali rischi-danni possibili da attività sportiva

Morte improvvisa (a qualunque età): nei giovani per miocardiopatie o malformazioni

cardiocircolatorie; in adulti anziani per cardiopatie coronariche

Patologie cardiovascolari: ischemia miocardica, ipertrofia cardiaca

Patologie respiratorie: dispnea da sforzo (asma, disfunzione Vs, stenosi mitralica), dolore

toracico parietale (muscoli, cartilagini intercostali), dolore toracico da pneumotorace spontaneo

Patologie da calore: colpo di calore (convulsioni, sincope) nelle giornate calde umide.

Soggetti a rischio: obesi, molto giovani e anziani, disidratati,non acclimatati

Patologie da raffreddamento: broncospasmo in asmatici, angina e crisi ipertensive

Patologie muscolo-scheletriche: artrosi (> sollecitazione articolazioni), dolore muscolare

(miopatie infiammatorie, microtraumatiche con > CPK, SGOT,LDH, crampi muscolari meccanici e

da disidratazione), astenia da sforzo dopo riposo (da deplezione K), sindrome da superallenamento

(fatica, stanchezza, depressione)

Eventi da sport in quota: raffreddamenti, congelamenti, palpitazioni, vertigini

Eventi da sport subacquei: lesioni timpaniche, asfissia (da apnea o laringospasmo),

Patologia renali: ematuria, mioglobinuria, proteinuria post esercizio (prolungato, strenuo)

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Patologie gastro-intestinali (sforzi intensi): diarrea del corridore, fitta al fianco

(intrappolamento di gas intestinali nelle flessure splenica o epatica del colon, o ischemia transitoria

intestinale da iperafflusso muscolare), ernie inguinali

Patologie nervose: cefalea da sforzo, neuropatie da compressione (gomito del tennista,

piede del corridore)

Patologie cutanee: verruche, micosi, dermatiti da contatto

Patologie ematologiche: anemia ipocromica (rottura traumatica emazie),anemia sideropenica

(> fabbisogno)

La pratica dello sport, specie se impegnativo, richiede perfette condizioni di salute; nel

nostro paese, prima di iniziare uno sport è obbligatoria la visita medica.

Criteri da seguire per soggetto in buona salute che intende praticare attività agonistica

Inviare il soggetto ad un Centro accreditato di Medicina dello Sport per il rilascio del

Certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica

Visita medica completa (+ neurologica, otorino per sport specifici)

Spirometria a riposo

ECG a riposo e durante test ergometrico submassimale

Richiesta di eventuali accertamenti (cardiologici, pneumologici…..di 2° livello) per

approfondimenti diagnostici :

Norme per chi pratica attività motorio-sportiva agonistica e amatoriale

Norme di alimentazione-idratazione

Norme comportamentali

Norme di sicurezza

Riconoscimento di “eventi sentinella”

Norme di alimentazione-idratazione:

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L’alimentazione dello sportivo deve:

fornire le sostanze necessarie il normale funzionamento degli organi a riposo (fabbisogno

regolatore e protettivo);

soddisfare le esigenze dell’organismo in crescita;

rifornire i muscoli del carburante necessario a sostenere gli sforzi (fabbisogno energetico).

3.8. Norme comportamentali

Non fumo

non consumo di alcool

Non assunzione sostanze a scopo doping

Riposo adeguato

Norme di sicurezza

Valutazione delle proprie possibilità e dei propri limiti

Astensione da allenamenti e gare in condizioni di salute non buone

Equipaggiamento sportivo idoneo alle condizioni ambientali (indumenti traspiranti,

calzature idonee…)

fasi dell’allenamento: riscaldamento (10 minuti), allenamento (30-60 minuti),

defaticamento (10-15 minuti). Riscaldamento e defaticamento richiedono esercizi di

allungamento e flessione tronco e arti

Uso del cardiofrequenzimetro (o insegnare a contare le pulsazioni)

Precauzioni per assunzione farmaci: diuretici (ipokaliemia; supplementi K),

anticolinergici (riduzione sudorazione e ipertermia; idratazione), insulina

(ipoglicemia; riduzione dosi, zucchero prontamente disponibile)

Riconoscimento di eventi sentinella:

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Sforzo eccessivo: debolezza, nausea durante o subito dopo la attività, notevole

stanchezza nel corso di tutta la giornata

Colpo di calore: sudorazione abbondante, cute fredda, tachicardia, nausea, vomito,

capogiri

Ipotermia: brivido, rigidità muscolare, incoordinazione, tendenza a barcollare e

cadere; Disidratazione

3.9. Doping

Per alcuni individui, sport vuol dire unicamente vittorie e guadagno. Nella speranza di

ottenere ciò più rapidamente, essi non resistono alla tentazione di ricorrere a sistemi illeciti: il

doping.

L’uso di sostanze o pratiche estranee al nostro organismo in grado di migliorare le

prestazioni atletiche.

Sostanze come:

Amfetamine

Ormoni Anabolizzanti, GH

EPO (eritropoietina).

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4 Nutrizione

Valutazione epidemiologica delle abitudini alimentari

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità , l’obesità è uno dei principali problemi di

salute pubblica nel mondo.

L’obesità è una patologia ad eziologia multifattoriale caratterizzata da un eccessivo

accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita

sedentaria, responsabile di disabilità fisiche e psicologiche.

Obesità e sovrappeso, infatti, sono condizioni associate a morte prematura e ormai

universalmente riconosciute come fattori di rischio per le principali malattie croniche: patologie

cardiovascolari, ictus, diabete, alcuni tumori (endometriale, colorettale, renale, della colecisti e della

mammella in post-menopausa), malattie della colecisti, osteoartriti.

Altri problemi di salute associati ad un eccessivo peso corporeo sono:

l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’apnea notturna con problemi respiratori, l’aumento del

rischio chirurgico, le complicanze in gravidanza, irregolarità mestruali.

Tuttavia, l’aspetto epidemiologico più rilevante del problema è il continuo ed inesorabile

aumento del fenomeno tra i bambini e gli adolescenti esposti fin dall’età infantile a difficoltà

respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell’apparato digerente e

disturbi di carattere psicologico:

i bambini in sovrappeso tendono a sviluppare un rapporto difficile con il proprio corpo e con

i propri coetanei, con conseguente isolamento che spesso si traduce in ulteriori abitudini sedentarie.

Inoltre, chi è obeso in età infantile lo è spesso anche da adulto, aumentando pertanto il

rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare

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Le stime dell’ISTAT riferite all’anno 2005 hanno evidenziato (utilizzando la classificazione

dell’OMS), che la maggioranza della popolazione adulta (52,6% delle persone di 18 anni e più) è in

condizione di normopeso, più di un terzo (34,2%) è in sovrappeso, il 9,8% è obeso ed il restante

3,4% è sottopeso. L’obesità nel nostro Paese è un fenomeno in crescita: sono circa 4 milioni e 700

mila le persone adulte obese in Italia, con un incremento percentuale di circa il 9% rispetto a cinque

anni fa: l’incremento è dovuto soprattutto all’aumento registrato nella popolazione maschile, in

particolare tra i giovani adulti di 25-44 anni e tra gli anziani.

L’eccesso di peso è più diffuso tra gli uomini, ma le differenze di genere sono più marcate

per il sovrappeso: il 42,5% degli uomini e il 26,6% delle donne. La metà della popolazione

maschile italiana tra i 45-74 anni è in sovrappeso; è invece più alta la quota di donne sottopeso

(5,8% contro 0,9%) e questo è vero in tutte le fasce di età.

Anche in Italia, come negli altri paesi industrializzati l’aspetto più grave e preoccupante

correlato a tale fenomeno e di maggiore impatto sociale e sanitario, è il crescente aumento di

bambini ed adolescenti obesi.

8 regole per uno stile di vita salutare:

1. Controlla il PESO e mantieniti ATTIVO

2. Più cereali, legumi, ortaggi e frutta

3. Grassi: scegli la qualità e limita la quantità

4. Zuccheri dolci e bevande nei giusti Limiti

5. Bevi ogni giorno ACQUA in abbondanza

6. Il SALE ? Meglio poco

7. Bevande alcoliche: se sì solo in quantità controllate

8. Varia spesso la tua scelta a tavola

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4.1. Peso Corporeo

Il nostro peso corporeo rappresenta l'espressione tangibile del “bilancio energetico” tra

entrate ed uscite caloriche. L'energia viene introdotta con gli alimenti ed è utilizzata dal corpo sia

durante il riposo (per mantenere in funzione i suoi organi, quali cervello, polmoni, cuore, ecc.), sia

durante l'attività fisica (per far funzionare i muscoli). Se si introduce più energia di quanta se ne

consuma, l'eccesso si accumula nel corpo sotto forma di grasso, determinando un aumento di peso

oltre la norma, sia nell'adulto che nel bambino. Se invece si introduce meno energia di quanta se ne

consuma, il corpo utilizza le sue riserve di grasso per far fronte alle richieste energetiche.

Come mantenere il peso nella norma

L'attenzione al peso va posta sin dall'infanzia, perché il bambino obeso ha molte probabilità

di essere obeso anche da adulto. La correzione del peso deve però essere eseguita con cautela, senza

restrizioni alimentari brusche e troppo severe che potrebbero compromettere la crescita del

bambino.

La preoccupante diffusione del sovrappeso e dell'obesità nella nostra società è in parte

attribuibile al fatto che la vita moderna promuove stili di vita estremamente sedentari, con livelli

assai ridotti di attività fisica.

Passare molte ore stando seduti (durante il lavoro o nel tempo libero) predispone all'obesità.

Ad esempio, in Italia la maggioranza dei bambini è ormai molto sedentaria, trascorre mediamente,

già all'età di 6 anni, oltre due ore al giorno di fronte alla televisione, pratica giochi passivi e trascura

quei giochi all’aperto che sono fisicamente più impegnativi. Solo una piccola parte dei bambini e

dei ragazzi pratica regolarmente attività sportiva.

Non stupisce, quindi, che quote crescenti della popolazione infantile italiana siano in

sovrappeso o francamente obese.

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Più cereali, legumi, ortaggi e frutta ; Questi alimenti sono importanti perché apportano

carboidrati (soprattutto amido e fibra), ma anche vitamine, minerali ed altre sostanze di grande

interesse per la salute. Inoltre i cereali, e soprattutto i legumi, sono anche buone fonti di proteine.

Numerosi studi hanno dimostrato che un’alimentazione ricca in cereali, legumi, ortaggi e

frutta protegge dalla comparsa di numerose malattie molto diffuse nei paesi sviluppati, in

particolare diverse forme di tumore e malattie cardiovascolari (patologie delle arterie coronarie,

ipertensione, infarto), malattie dell’apparato digerente (diverticolosi, stipsi), ecc.

Il consumo di adeguate quantità di frutta e ortaggi assicura, inoltre, un rilevante apporto di

nutrienti (vitamine, minerali, acidi organici) e nello stesso tempo consente di ridurre la densità

energetica della dieta, sia perché il tenore in grassi e l’apporto calorico complessivo sono limitati,

sia perché il potere saziante di questi alimenti è particolarmente elevato.

Per stare bene è necessario introdurre con l'alimentazione una certa quantità di grassi, ma è

altrettanto opportuno non eccedere, cosa che invece spesso si verifica nell’alimentazione degli

italiani.

I grassi, oltre a fornire energia in maniera concentrata (9 calorie/g, cioè più del doppio

rispetto a proteine e carboidrati), apportano acidi grassi essenziali della famiglia omega-6 (acido

linoleico) e della famiglia omega-3 (acido linolenico) e favoriscono l’assorbimento delle vitamine

liposolubili A, D, E, K e dei carotenoidi. Un eccessivo consumo di grassi nell’alimentazione

abituale rappresenta invece un fattore di rischio per l’insorgenza di obesità, malattie cardiovascolari

e tumori.

una quantità indicativa per l'adulto è quella che apporta dal 20-25% delle calorie

complessive della dieta (per soggetti sedentari) fino ad un massimo del 35% (per soggetti con

intensa attività fisica).

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Così, ad esempio, in una dieta da 2100 calorie quelle da grassi possono variare da 420 a 700,

corrispondenti a 46-78 grammi.

Per i bambini di età inferiore ai 3 anni, invece, la quota di grassi alimentari può essere un

po’ più elevata.

Tutti i grassi sono uguali sul piano dell'apporto di energia, ma sul piano della qualità

possono essere molto diversi. Infatti varia la loro composizione chimica, ed in particolare quella in

acidi grassi (che possono essere saturi, insaturi, trans)

La diversa qualità dei grassi può avere effetti importanti sullo stato di nutrizione e di salute

dell’uomo.

E’ stato dimostrato che alcuni acidi grassi saturi che abbondano in certi grassi animali oltre

che nell’olio di cocco e di palma, aumentano colesterolo totale e LDL nel sangue favorendo il

processo aterosclerotico

Gli acidi grassi polinsaturi omega 3 hanno la capacità di ridurre il livello ematico di

trigliceridi e la capacità di aggregazione delle piastrine (riduzione del rischio di trombosi)

Come comportarsi:

• Modera la quantità di grassi ed oli che usi per condire e cucinare. Utilizza eventualmente

tegami antiaderenti, cotture al cartoccio, cottura al vapore,

• Limita il consumo di grassi da condimento di origine animale (burro, lardo, strutto, panna,

ecc.).

• Preferisci i grassi da condimento di origine vegetale: soprattutto olio extravergine d'oliva e

oli di semi.

• Usa i grassi da condimento preferibilmente a crudo ed evita di riutilizzare i grassi e gli oli

già cotti.

• Mangia più spesso il pesce, sia fresco che surgelato (2-3 volte a settimana).

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Tra le carni, preferisci quelle magre ed elimina il grasso visibile.

• Se ti piacciono le uova ne puoi mangiare fino a 4 per settimana, distribuite nei vari giorni.

• Se consumi tanto latte, scegli preferibilmente quello scremato o parzialmente scremato,

che comunque mantiene il suo contenuto in calcio.

• Tutti i formaggi contengono quantità elevate di grassi: scegli comunque quelli più magri,

oppure consumane porzioni più piccole.

Zuccheri, dolci bevande zuccherate: nei giusti limiti.

Gli zuccheri sono facilmente assorbiti ed utilizzati, sia pure con diversa rapidità. Il consumo

di zuccheri, specialmente se assunti da soli, provoca quindi in tempi brevi un rapido innalzamento

della glicemia (ossia della concentrazione di glucosio nel sangue) che tende poi a ritornare al valore

iniziale(curva glicemica) entro un periodo più o meno lungo.

Gli zuccheri semplici possono essere consumati come fonti di energia per l’organismo, nei

limiti del 10-15% dell’apporto calorico giornaliero (corrispondenti, per una dieta media di 2100

calorie, a 56-84 grammi). Particolare attenzione va fatta nei casi di diabete o in quelli di

intolleranza (piuttosto diffusa quella al lattosio).

Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento

della vita, ed è anche quello presente in maggior quantità. La sua presenza è indispensabile per lo

svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro

corpo.

Inoltre, l’acqua entra nella struttura di varie sostanze e agisce da solvente per la maggior

parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolgendo un ruolo

essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nella utilizzazione degli stessi

nutrienti. L’acqua è anche il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche .

E’ indispensabile per la regolazione della temperatura corporea

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Mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose, (la cui funzionalità dipende da un giusto

grado di idratazione) e garantisce la giusta consistenza del contenuto intestinale. Dato che in pratica

non vi è alcun sistema all’interno dell’organismo che non dipenda direttamente dall’acqua, è facile

intuire che mantenere un giusto equilibrio del nostro “bilancio idrico” (rapporto tra le “entrate” e le

“uscite” di acqua) è fondamentale

In condizioni normali le perdite giornaliere di acqua nell’individuo adulto si aggirano

intorno al 3-4% del peso corporeo (2-2.5 litri).

È comunque importante rilevare che queste perdite sono tanto più elevate quanto più

l’individuo è di giovane età, con un picco nei primi mesi di vita, durante i quali le perdite

giornaliere di acqua raggiungono il 15% del peso corporeo.

Di conseguenza i bambini sono un altro gruppo di popolazione particolarmente esposto al

rischio della disidratazione, qualora non si provveda a reintegrare adeguatamente l’acqua

perduta.

4.2. Stato di Nutrizione

Lo stato di nutrizione di un uomo è la condizione biologica presente all’atto

dell’osservazione,

considerata come risultante dell’equilibrio dinamico che, in ciascun momento, si instaura fra

bisogni di nutrienti e di energia ed il loro soddisfacimento,

in dipendenza della disponibilità dei nutrienti e della loro corretta utilizzazione.

4.3. Eunutrizione = buona nutrizione

condizione nutrizionale che assicura benessere fisico e psichico.

La valutazione dello stato nutrizionale è fondamentale per la verifica di un buono stato di

salute.

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“Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello

stato di malattia o infermità” (OMS 1948)

La composizione corporea di un uomo sano adulto del peso di 70 Kg.

ACQUA 42 kg = 60%

MINERALI 5 kg = 7%

PROTEINE 12 kg = 17%

GLUCIDI 0.5 kg = 1%

LIPIDI 10.5 kg = 15 %

Tutti questi componenti sono i principi nutritivi contenuti negli alimenti.

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