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gennaio 2017gennaio 2017

Anno nuovo: auguri di Pane, Pace e salute

Per gentile concessione di Gennaro Greco

22 gennaio 2017

Sulle pensioni va in onda lo scontro generazionaleASCEA

Stile Libero“MARIA DELL’IMMACOLATA”

Via Nitti,1 Agropoli

Direttore Responsabile

Florigi Raimondo

Autorizzazione n. 134 dell 11maggio 2007 del Tribunale di

Vallo della Lucania

anno n.10 dicembre 2016

Redazione di ASCEA - Via Oberdan, 10tel. 338 4722640

[email protected] in 1.000 copie

La recente sentenza dellaCorte Costituzionale sulla man-cata indicizzazione delle pen-sioni ed il successivo DecretoLegge del Governo Renzi - cheha stabilito l’erogazione di un“bonus” mediamente di 500euro a favore di 3,7 milioni dipensionati, lasciando fuori unaplatea di 650mila soggetti -hanno fatto riaccendere il dibat-tito sul futuro del sistema pen-sionistico italiano, conparticolare attenzione alle gio-vani generazioni.

Indubbiamente è un pro-blema da affrontare, per evitareuna guerra tra generazioni, ov-

vero tra padri benestanti e figlinon solo con una vita lavorativada precari, senza possibilità diprogrammare il proprio futuro,ma anche con una vecchiaiada pensionati sotto la soglia dipovertà. Ne deriva la necessitàdi apportare alcuni correttivi.Naturalmente questa è un’ope-razione che richiede una classepolitica credibile, capace di for-mulare un programma socialedi lungo respiro, senza guar-dare ai riflessi elettorali di breveperiodo. Abbiamo, a mio av-viso, anche una grande oppor-tunità per affrontare con serietàtale annoso problema, avendocome presidente dell’Inpsun’economista competentecome il prof. Tito Boeri.

È noto che bisogna distin-guere tra previdenza e assi-stenza, in quanto con la primasi erogano pensioni maturateattraverso contribuzioni, mentrecon la seconda si erogano as-segni assistenziali che sono acarico della fiscalità generale,

ovvero dei contribuenti e,quindi, le due gestioni debbonoessere separate. La prima ope-razione da effettuare è quella dicontinuare il controllo sulle pen-sioni di invalidità, per scoprireed eliminare quelle false. Poi cisono i vitalizi dei parlamentari edei consiglieri regionali, cheoltre ad essere immeritati sullabase di contributi versati, vannoanche a cumularsi con altrepensioni: un esempio eclatanteè quello dei membri della CorteCostituzionale, i quali oltre lo sti-pendio da giudici, percepisconopensioni da ex docenti universi-tari e/o vitalizi da ex parlamen-tari.

Inoltre, alcune recenti inchie-ste giornalistiche hanno evi-denziato che l’Inps è in grado divalutare le singole gestioni di al-cune categorie di lavoratori,nelle quali si annidano veri pri-vilegi: esse riguardano in parti-colare “gli agricoltori, con i fintibraccianti, gli elettrici, i ferrovieri,i telefonici, gli addetti ai trasporti,

i dirigenti ex Inpdap e bancari”,nonché, “i piloti e le hostessdell’Alitalia”, con i piloti in cassaintegrazione che lavorano al-l’estero. Si può passare poi aduna revisione delle cosiddette“pensioni baby”, ovvero diquelle pensioni istituite nel 1973e maturate con un minimo di 14anni e 6 mesi di contribuzione,privilegio abolito nel 1995.

Dopo aver effettuato una pu-lizia generale di tutti i privilegiesistenti, si può certamente va-lutare se, per andare incontroalle nuove generazioni, si rendanecessario effettuare un rical-colo delle pensioni retributiveper adeguarle al sistema con-tributivo. Personalmentepenso, che genitori di buon

senso sarebbero disponibili aduna tale operazione, per il benedei propri figli e per evitare,come dice papa Francesco, ildiffondersi della cultura delloscarto nei confronti dei giovani.Si tratta, in definitiva, di distin-guere tra privilegi e diritti acqui-siti: solo questi ultimi vannosalvaguardati.

Naturalmente il tutto, per es-sere credibile, deve essere ac-compagnato da una lottaefficace all’evasione fiscale, allacorruzione, all’economia crimi-nale e a quella sommersa,nonché da una vera spendingreview.

Luciano Camaggio

Governo eletto o non eletto?

L’Opinione di Florigi Raimondo

Per questo numero di gen-naio e soltanto per questo, lamia opinione si svilupperà su diun tema a carattere nazionale.Non perché non ci sono spuntiper parlare delle nostre cose dipaese, ma, e scusatemi, nonne posso più di ascoltare sututte le reti televisive e leggeresui giornali qualcosa che mi daprofondamente fastidio. Non èuna notizia ma una sequenzadi opinioni non confortate dalleleggi tantomeno dalla fonda-mentale, la Costituzione.

“Stiamo assistendo all’inse-diamento del quarto governonon eletto”. E si parte a contaredando il numero uno al governodi Mario Monti, il numero due aEnrico Letta, il terzo è quello diMatteo Renzi, infine il quarto èPaolo Gentiloni. Il governoMonti, nominato senatore a vitadal Presidente Giorgio Napoli-tano qualche settimana prima diricevere l’incarico di formare ilgoverno, parte nel 2011 e nel2013, dopo le elezioni politichesi dimette e gli subentra EnricoLetta. Lo “Stai tranquillo Enrico”detto da Matteo Renzi segreta-rio del Partito Democratico, locondussero a essere sostituitoproprio da Renzi. Il risultato ne-

gativo per Matteo Renzi del re-ferendum sulla modifica dellacostituzione, lo porta alle dimis-sioni e quindi arriva, come frec-cia scagliata, Paolo Gentiloni.

Quattro governi non eletticome in molti affermano, mache hanno operato e conti-nuano con piena legittimità.Propongono leggi, emettonodecreti, dialogano con il parla-mento, rappresentano l’Italia intutti i consessi internazionali, in-somma, decidono e operanocome tutti i governi del mondodemocratico. Ma non sono statieletti, e non sappiamo da chidovevano ricevere questa dan-

nata elezione.Secondo la nostra Costitu-

zione, come previsto nell’arti-colo 92, il Presidente delConsiglio è nominato dal Presi-dente della Repubblica e susua proposta i ministri. E a que-sto punto da nessuna parte èprevisto che debba essere undeputato o un senatore. Puòessere anche un cittadino qual-siasi con particolari capacità.Ma qualsiasi Presidente delConsiglio nominato dal Presi-dente della Repubblica, per es-sere legittimato ad operare equindi governare in nome delpopolo, deve ricevere la fiduciada parte del Parlamento.

E allora cosa significa “Go-verno non eletto”? Non conta ilParlamento? Anche i deputatie senatori non sono stati eletti?Il problema è che buttano giùl’affermazione e nessunospiega perché, mentre il dubbios’insinua nel popolo lasciandoimmaginare chissà quali ruberiesiano in atto. E loro? Sono i durie puri che siedono sugli stessiscranni degli abusivi, dei noneletti, e senza ritegno, senzapudore, in malafede e tenden-ziosamente, continuano a se-minare non solo dubbi.

Con determina nr. 206 del 25 novembre 2016, il Set-tore Lavori Pubblici stanzia circa 20.000 € per effettuarela manutenzione dell’impianto di videosorveglianzacon telecamere messe in funzione negli anni scorsi einstallarne altre. Il fatto ci richiama alla mente Santa Croce Camerina,

dove le telecamere hanno avuto un ruolo importanteper la soluzione del caso della morte del piccolo LorisStival e ci chiediamo se, malauguratamente, nel nostropaese fosse accaduto un fatto simile, le telecamere in-stallate negli anni scorsi, avrebbero avuto lo stessoruolo. In questi anni non si è saputo nulla, né se hannofunzionato, né se è stata messa in funzione una salaoperativa, né se sono state elevate contravvenzioni. Furono spesi circa trentamila euro e ci si accinge a

installarne altre per una somma di ventimila euro. Nelladetermina non è specificato dove e quante telecameresaranno installate e con quale finalità, se per la sicu-rezza generale di cittadini e cose o per scoprire chi ab-bandona, fuori dai luoghi deputati, la spazzatura.

Inoltre, non esiste alcun richiamo a delibere diGiunta o di Consiglio Comunale che avrebbero dovutodare indicazioni e assicurare coperture finanziarie, inconsiderazione che è interessata anche la programma-zione del territorio.

Il corsivo corrosivo

Questo

giornale è

consultabile

on line, in for-

mato PDF, su

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cilentoterramia.it

gennaio 2017 33

Catona è una frazione del Comune di Ascea, in provincia di Salerno, dista 13 Km dal capoluogo, sitrova a 600 m s.l.m. ed ha circa 200 abitanti. Catona deve il suo nome a Marco Porzio Catone, che perstudio e per riposo, dalla vicina Velia venne su queste colline e vi fece costruire una villa per trascorrervile ferie godendo il fresco dei boschi.

Nel massimo splendore di Velia, i Romani fecero costruire sei torri di avvistamento, a guardia della città.Una di queste torri fu costruita sul punto più alto del monte che sovrasta Catona, dove, in quel periodo,risiedevano pochi boscaioli, che con l'arrivo dei focei, bisognosi di legno per la costruzione delle navicrearono un piccolo villaggio. Con la caduta di Velia fu abbandonato anche il villaggio di Catona.

Nel 1252 la Torre fu distrutta da Gualtiero di Cicala, Barone di S. Barbara, che aveva invaso il territorioper impadronirsi del feudo. Nel 1382 Catona fu luogo di esilio per un'antica e nobile famiglia, alla qualeapparteneva Giovannantonio Romano, viceré della Regina Giovanna I d'Angiò.

Quest’avvenimento cambiò l'economia e la vita degli abitanti del posto: fecero costruire case in mura-tura, portando anche delle innovazioni sul modo di coltivare la terra; e grazie anche alla famiglia Romanoarrivarono dei monaci Carmelitani, provenienti dalla Calabria, che dovevano occuparsi dell'istruzione deifigli e costruirono un piccolo monastero, in località Mavilia.

Nel 1620 un'epidemia di peste decimò la popolazione, allora di circa 700 abitanti. Nel 1630, circa, perringraziamento dello scampato pericolo, i Carmelitani con la collaborazione dei pochi abitanti sopravvissutialla mortale epidemia, costruirono, sulle rovine della torre, una chiesa, poi diventata Santuario, dedicataalla Madonna del Carmelo.

Nella seconda metà del 19° secolo con la disfatta dei Borboni si sviluppò anche a Catona un fenomenodi rivoluzione: il brigantaggio, che trovò situazioni favorevoli come i boschi impraticabili e la lontananzadai centri più popolosi. Gli abitanti del posto per difendersi dal suddetto fenomeno e dal loro capo più fa-moso, Piroto, costruirono le case un’addossata alle altre, rendendo il paese, com’è ancora oggi, pienodi vicoli e vicoletti risalenti all’epoca medioevale. Piroto fu arrestato in località Fratta perché, sia il popoloe sia i gendarmi dell’epoca, seguirono una donna (si disse fosse l’amante) che gli portava da mangiarepresso un albero di castagno cavo e dove un cagnolino avrebbe dovuto fare la guardia.

In seguito al brigantaggio, fu, anche, iniziata la strada da S. Barbara verso Catona. Sempre nell’800Catona fu sede Comunale, ebbe una Caserma dei carabinieri ed una farmacia. La piccola chiesa co-struita sul Monte Carmelo ha sfidato i secoli ed il culto alla Madonna del Carmine è rimasto intatto. Ca-ratteristica è la processione che, a tarda sera al buio, parte da Santuario e arriva in paese.

Tutti i fedeli accompagnano la statua della Madonna con candele accese e il percorso è illuminato dafiaccole che rendono molto suggestivo il paesaggio. La celebrazione della festa ricorre il giorno 16 luglio.

Fra i personaggi più illustri che hanno onorato Catona si annoverano il Colonnello medico Romano,un Abate e un Arcivescovo, Giacinto Romano inquisitore e nominato dal Papa Clemente XI; i fratelliAgresta entrambi Generali dell’Esercito di cui Raffaele è stato Comandante dell’Ospedale Militare delCelio a Roma, Achille Ferolla, Aniello Fierro già sindaco di Ascea, innumerevoli emigranti in tutte le partidel mondo che hanno portato la nostra storia in quelle terre ed hanno contribuito sia alla ricchezza delpaese e sia all’abbellimento del Santuario del Carmelo.

Alberto Romano

Ca tona :un cammeo di storia

fra orgoglio e lavoro

di Alberto Romano

gennaio 201744 ASCEA

La mascolinità secondo Platone nelsuo simposio, è forgiata nel sole, lafemminilità nasce nella terra ma c è unterzo sesso, e quello viene dalla luna:uomini e donne insieme, la doppiasessualità è parte di noi. Uomini edonne insieme hanno iniziato a occu-pare l’immaginario della comunica-zione.

Oggi la polarizzazione uomo edonna ingabbia tutti. Non è facile ac-cettare il doppio ruolo che la societàchiede, essere maschio per carriera efemmina nella vita privata. L’istinto ma-terno che si prende cura degli altri, la di-sponibilità ad occuparsi dei problemialtrui, a sacrificare il proprio tempo li-bero ecc., può essere controprodu-cente e sentirsi affaticati e svuotati, ediventa forte la tentazione delle donnedi addolcire, piegare la durezza delmaschio.

Cambiare l’uomo invece di sestesse? Ma questo atteggiamento neirapporti di coppia porta sofferenze econflitti. Gli uomini oggi sono ancora al

potere, questo, è senza dubbio, ma,ma mi sorge un dubbio: è una sceltadella donna lasciarli al potere? E se èuna finzione da parte di alcune donnebelle di far credere di essere stupide,ingenue? E oggi sono tante che popo-lano la scena sociale e politica.

L’impressione di essere senza cer-vello è troppo semplice! Una finta fur-bizia, una finta stupidità, veicolanoverso il potere? Il vero ostacolo cheuna volta era nella figura maschile,sono veramente gli uomini a vedere laseduzione nella figura femminile? O ladonna è vittima di un gioco sottile cherinchiude la possibilità ed esaspera ildesiderio di esistere, di avere ruolo epotere?

Dimostrare molto di più per equili-brare la bellezza fisica, che, ora più chenegli anni passati è ricercata, inseguita,ottenuta, stuprata, ed è così che ledonne giovani di oggi che combattonoogni giorno con altre donne, per mani-festare capacità comunicative, poten-zialità umane e professionali: donne

contro donne, e, l uomo sta a guar-dare!

Il vero ostacolo che una volta erarappresentato dalla figura maschileoggi è l’evidenza effimera ma astutasuperficialità di femmina, una co-scienza sessuale e senza vincoli mo-rali. Lo scegliere in che modo e daquale parte si vuole condurre la propria

vita, non può supplire l’essere natedonne, e non fingere di essere nateuomini. Simone de Beauvoir, scrittricedel pensiero femminista del 1900, ori-gine del pensiero è della coscienzadella donna moderna affermava: unadonna libera è il contrario di una donnaleggera".

Angelina Silvestre

Cambiare l’uomo invece di se stesse

Lettori e lettrici siamo a gennaio, l’in-verno è iniziato, il mese scorso è statobuono con le medie stagionali, questomese dovrebbe

mantenersi asciutto anche se è statotroppo asciutto dicembre, per permet-tere tutti i lavori della campagna di svol-gersi, dice il proverbio “gennaio asciuttocontadino ricco”.

Con luna crescente dall’1 al 11 , e dal29al 31, si possono mettere a dimora lepiante da frutta, seminare fave e piselli,e in serra si possono seminare melan-zane e pomodori.

Le semine, con luna calante dal 13al 28 in serra radicchio, lattughe, e se il

tempo si mantiene mite piantare aglio ecipolla,

preparare il terreno per la pianta-gione delle patate per il mese di feb-braio . Potare le piante da frutta econservare le marze per gli innesti in unsacchetto al fresco, travasare il vino ingiornate soleggiate e non ventose eli-minando eventuali sedimenti.

Nelle serre effettuare una disinfesta-zione per la farfallina del pomodoro(tuta obsoluta) con prodotto biologico abase di bauveria bassiana, al terreno .

Dopo la pota delle piante da fruttatrattare il legno con prodotti rameici inmiscela con aglio tritato.

Effettuare il trattamento al nespolocontro la ticchiolatura (macchie nera-stre sui frutti) con prodotti a base di do-dina o zolfo bagnabile

ripetere i trattamenti almeno ogniventi giorni.

Curiosità:Stella di NataleQuesta pianta ormai da molti anni

accompagna le nostre feste natalizie,portando allegria e colore nelle nostre

case. Il suo nome botanico è euphorbiapulcherrima ed è originaria del Messicoma è stata adattata ai nostri ambienti.

La fioritura avviene quando le gior-nate si accorciano e le sue foglie apicalisi colorano di rosso e il fiore piccolo dicolore giallo fiorisce più tardi.

Per mantenere la pianta più a lungoposizionarla il un luogo luminoso e nonmolto caldo con temperature che nonsuperino i 25 gradi tassativamente lon-tane da fonti di calore tipo caminetti etermosifoni, e non tenerla in zone altetipo tavolo e evitare posti vicino a fine-stre o porte che vengono aperte perevitare sbalzitermici .

Una voltatrovato unposto lumi-noso e fresconon spostarlapiù se non gi-rarla ognitanto su sestessa perdargli la

stessa luminosità da tutti i lati, l’innaffia-tura va eseguita solo quando il terrenoè asciutto evitare i ristagni.

Se si vuole mantenere la pianta perl’anno successivo in febbraio posizio-narla all’aria in un posto ombreggiato econcimarla con concime universalesettimanalmente e trattarla come unacomune pianta, all’inizio dell’autunnorientrare la pianta in luogo scuro senzaluce artificiale così la pianta incominciala fioritura.

Daniele Castiello

Gennaio asciutto contadino ricco

Simone de Beauvoir,

4.000,00 euro a favore della Pro Loco di Ascea. quale contributo per lo svolgi-mento della manifestazione “Capodanno Insieme”, da svolgersi la notte del 31 di-cembre 2016;

600 euro…. di affidare l’incarico al dr. Angelo D’Angiolillo con sede in Ascea direalizzare uno scavo archeologico nell’area dei cd Tempietti attraverso l’affianca-mento di un operaio comunale e sotto la direzione scientifica da parte del funzio-nario responsabile dell'ufficio della Soprintendenza di Velia; Di impegnare Iasomma di € 600,00 in favore del dr. Angelo D'Angiolillo imputando la somma sulcapitolo 4220 per € 450,00 esercizio finanziario 2016 imp. Prc\rv.4212016 e per €150,00 sull'esercizio finanziario 2017.

… liquidare in favore dell'Associazione G.A.V. - Gruppo Archeologico Velino -PIVA 93022470657 - la somma di euro325,00 a titolo di contributo economico pervisite guidate all'interno degli scavi archeologici di Velia per i possessori della guestcard attivala da questo Comune, con emissione di mandato di pagamento da ri-scuotere presso gli sportelli della tesoreria comunale dal legale rappresentantedell'associazione Clotilde Vecchio, nata xxxxxx, residente a xxxxxxxxxxxx.

L’attività amministrativaAnche quest’anno si è discusso se fare o no il presepe da parte di co-

loro che dovrebbero difenderlo a ogni costo. Passi la contestazione di unateo o gli appunti poco generosi di esponenti di altre religioni, ma che siaun prete è il massimo del negazionismo. Il presepe è una testimonianzadella propria cristianità che ha diritto ad essere come i riti o testimonianzedi altre religioni. Ecco la notizia.

ANSA) - CREMONA, 9 DIC - Il cappellano del cimitero di Cremona, donSante Braggiè, si è rifiutato di allestire il presepe a differenza di quanto faceva ilsuo predecessore, don Oreste Mori. La decisione del nuovo parroco è motivata"dal rispetto verso altre religioni e dalla volontà di non entrare in dinamiche politi-che". Lo scrupolo di don Sante è di evitare soprattutto la suscettibilità dei fedeliislamici e induisti.

A preparare il presepe saranno allora alcuni volontari che hanno risposto al-l'invito dell'ex assessore ai Servizi cimiteriali, il leghista Claudio Demicheli: "Sa-ranno messe a disposizione le statue che ora sono nei magazzini".

Sulla questione è intervenuto anche l'assessore regionale Cristina Cappel-lini: "Mi auguro che don Braggiè ci ripensi e che si scusi con la comunità perchéil motivo non può essere la mancanza di rispetto che il presepe comporterebbeverso i fedeli di altre religioni e gli atei. Ritengo gravissimo che a pensare e a pro-nunciare simili parole sia un parroco".

Presepe: ancora polemiche

gennaio 2017ASCEA

2.074,00 euro a S,E.T, SCELZA EDIZIONI TELEVISE

somma di € 2.074,00 preventivata in favore di: ASSOCIAZIONE S,E.T,SCELZA EDIZIONI TELEVISE per i servizi di cui alla richiamata convenzione,

dell’anno 2016.

3.000 euro all’Università di Salerno.3.000euro all’Università di Salerno. … impegnare al capitolo n. 4055 del bilancio

2016 , in favore del Dipartimento di scienze del Patrimonio culturale ( DISPAC) del-l'Università degli studi di Salerno - la somma di euro 3.000,00 quale contributo al-l'iniziativa dell’Accademia Platonica Septima per la realizzazione dell'incontroseminariale dell'Accademia tra i massimi specialisti europei della tradizione pla-tonica antica, tardo antica, Medievale e moderna, tenutosi ad Ascea nel mese disettembre 2015.

Non è questo il titolo del poderosolibro di mio cugino, il dott. Luigi Lan-gone, medico prestato alla storia perpura passione.

Copio la sua nota n° 1.«La bassa valle del Tanagro è com-

presa tra la dorsale dei monti Alburni edil gruppo del Monte Marzano, incisaprofondamente per circa 20 km in lun-ghezza e 5 in larghezza dal corso delfiume Tanagro (o fiume nigro).

Ma (quella) bassa valle del fiume cuifrequentemente si fa riferimento in que-sto libro è quello spazio di cielo, di montie di piano che il mio sguardo esploravanelle giornate terse di primavera dalbalcone di casa mia. Quello spaziocomprendeva i monti Alburni, con lecime dei Pigliulilli e del Palormo e difronte Castelluccio e Scorzo, a nord estBuccino e, poi, in lontananza Palo-monte, ad est Caggiano, a sud Pertosae Campostrino che escludeva... etc.»

Ma se è così... questo non è solo unlibro storico, ma prima di tutto un atto diamore verso Auletta, il (nostro) borgoche da il titolo al libro: "Auletta nellabassa valle del Tanagro", edizioni delcentro culturale studi storici, scritto e su-dato in circa cinquecento pagine,dense e fitte di ricerca, di scoperte e dipassione per la verità della Storia, di

quella con la Esse maiuscola.Questo libro non è una raccolta do-

cumentale, pura e semplice, non rap-presenta l'ennesimo elaborato di storialocale, non una rimodulazione di altriscritti o di altri saggi di ricerca e docu-mentazione, ma il seguo di un impegnointellettuale profondo che segue unritmo secco, scientifico, con metodolo-gia quasi sperimentale...

Luigi ha imparato sulla sua pelle adusare i ferri del mestiere dello storico.

E, quindi, dopo un'analisi, puntigliosae dettagliata, sulla romanizzazionedella bassa valle del Tanagro, passa adillustrare le tracce lasciate dalla guerragreco-gotica e quelle dei Longobardi,dei Bizantini e perfino dei Saraceni.

Di grande valore ricostruttivo è il ca-pitolo riservato ai Monaci Basiliani, cheebbero un ruolo primario in tutta quel-l'area lucana, fino al mare ed al MonteBulgheria dove si riunirono in eremitag-gio.

Ma è nel capitolo riguardante il pe-riodo Normanno-Svevo, difficilissimoper le sue implicazioni medievali e reli-giose, che il nostro storico "scopre lecarte".

Si, perché l'amatissimo borgo, Au-letta, si arricchisce, in quel periodo, disangue normanno-svevo, di culturenordiche e di stili di vita inediti e non au-toctoni.

I costumi si evolvono e nasce una fa-miglia più evoluta ed aperta alle sfidedel futuro.

È questo il tempo dei grandi feudataridi Auletta, delle vicende patrimoniali e

giuridiche che la riguardano come co-munità organizzata e del ruolo che ri-veste il potere ecclesiastico, attraversole mense vescovili ed i tribunali eccle-siastici.

Ma è anche il tempo della nascitadelle Universitas, che conferisconoun'identità ai primi nuclei abitati ed èanche l'epoca degli scontri tra feudatari,fedeli all'Imperatore, e di Vescovi e Car-dinali, forti delle consuetudini religiose.

Così il "Castrum" di Auletta entranelle grandi vicende della storia meri-dionale.

Scrive il Langone che nel periodo An-gioino, dal tredicesimo al quindicesimosecolo, si va affermando una nuova no-biltà feudale, maggiormente indipen-dente dall'influenza ecclesiastica e,quindi, più libera ed evoluta.

I borghi a quel tempo si formavanointorno al Castello del feudatario o in-torno al Monastero.

Il nostro "storico" ricostruisce la fa-mosa "guerra del vespro" nella valle delTanagro e fa, poi, qualche cenno, peral-tro assai importante, alla legislazionefeudale.

Saltiamo il tempo degli Aragonesi eveniamo alla congiura dei baroni ed allevicende del Conte Gesualdo.

Saltiamo un bel po' di storie, tutte do-cumentate e corredate da una vastis-sima bibliografia e gettiamo lo sguardoal contributo offerto da aulettesi insignialla rivoluzione napoletana del '99. Aquella rivoluzione, soffocata nel sanguedal Cardinale Ruffo di Calabria, guar-davano il notaro Vittorio Muccioli, il sa-cerdote Vincenzo Ventre, ilrivoluzionario Matteo Forte e GiuseppeGalluccio, alias basciallo.

Dopo l'eversione della feudalità Au-letta si segnalò come borgo evoluto,

pieno di botteghe artigiane e di com-merci. Si fece strada anche una piccolaborghesia intellettuale sensibile ai tempinuovi.

E arriviamo al 1820 cioè all'era dellaCarboneria ed al contributo che diederoi liberali aulettesi.

A pag. 345, nelle note bibliografichecompare l'avvocato Teodosio de Domi-nicis, principale cospiratore insieme conil canonico Antonio Maria De Luca. Idue furono fucilati a Salerno in piazzaPorta Nuova e le loro spoglie mortali ri-posano nella Chiesa di San Pietro invinculis nella stessa piazza. Nel '48 Au-letta partecipò all'insurrezione contro ilRe Borbone, quindi fu tra i borghi pro-tagonisti della nascita della nuova Italia.I guai cominciarono con il brigantaggioe con la durissima repressione. Se-condo il Langone molti aulettesi furono"martiri inconsapevoli" dell'Unità d'Italia.E mentre altrove, nelle città, si festeg-giava la nascita del Nuovo Stato sem-pre avversato dalla Chiesa e dagliaristocratici, nel sud profondo e dispe-rato esplodevano le reazioni legittimistee si orientava alla politica della vendettail fior fiore dei delinquenti e degli sban-dati. I comitati filoborbonici guidarono lacontrorivoluzione.

Ad Auletta nel luglio del 1861 si con-sumò l'eccidio dei patrioti. Gli aulettesitrucidati furono più di 26. Alcuni furonofucilati nella Chiesa del Jesus, poi scon-sacrata.

La cronaca di quegli avvenimentiviene prodotta dal nostro storico conuna narrazione asciutta ed intensa,degna di un vero romanziere di thriller.

Per acquistare il libro di Luigi Lan-gone rivolgersi alla direzione di questogiornale.

La bassa valle del Tanagro ... di Raffaele de Dominicis

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4.886,68 euro all’Istituto Comprensivo Scolastico

Statale “Parmenide”.

La Giunta DELIBERA di dare indirizzo al Responsabile del Settorepersonale/Cultura di provvedere, al pagamento all’Istituto Comprensivo ScolasticoStatale “Parmenide” della somma residua di €4.886,68 con le seguenti modalità:a) € 3.000,00 saranno pagati subito con le somme previste sul cap. 2952 del bi-lancio corrente: b) la residua somma di €1.886,68 sarà versata successivamente.

Il randagismo sta per diventare un problema. Qualche giorno fa un gruppo di canisi è insediato nel parco di un condominio e l’amministratore, intervenuto per man-darli via, è stato vittima di un’aggressione che non è sfociata in qualcosa di serioper la repentina fuga dello stesso. Telefonate, rimostranze, sms, qualche tele-gramma alle autorità, ma finito il pericolo è finita anche l’allerta.

In passato si sono verificati episodi incresciosi come un cagna, che avendo i cuc-cioli poco distanti dalla strada, diede un morso alla gamba da mandala in ospedaleper suturare la ferita molto profonda e lacerata.

In qualche altra occasione una muta di cani aggredì una mandria di pecore fa-cendone strage. In altra oc-casione aggredirono euccisero persino un vitellofra la disperazione dell’alle-vatore.

Il problema del randagi-smo è stato affrontato, inqualche occasione, dal no-stro comune riuscendo afar poco perché è compitodell’ASL mettere in atto mi-sure idonee a risolverlo.

Fiume Tanagro

Auletta - Panorama

Randagismo: un problema eun pericolo

66gennaio 2017

A chiusura dell’Anno Internazionaledei Legumi la Fondazione Alario perElea-Velia propone una riflessione dicarattere scientifico culturale su unodegli alimenti cardine della Dieta Medi-terranea, dalle origini antiche e già pre-sente nella dieta dei filosofi “cinici”Zenone, Diogene e i loro proseliti dellaScuola Eleatica.

La localizzazione del convegno in Ci-lento, nel comune di Ascea che è l’an-tica Elea-Velia, patria di Parmenide eZenone, conferisce valore aggiunto al-l’iniziativa nella considerazione che citroviamo nel territorio di una delle Co-munità Emblematiche individuate dal-l’Unesco come custodi del patrimoniomondiale della Dieta Mediterranea,quella Μεγάλη ‘Eλλάς dove approda-rono le usanze e i saperi tradizionali,che hanno in qualche modo anticipatole conoscenze di dietetica e di scienzadell’alimentazione attuali.

Partendo da una tradizione storico-culturale sui legumi così radicata sul ter-ritorio di riferimento, che dalle Cene diEcate e dalla propiziatoria panspermia

giunge fino alle attuali riproposizionidella cuccìa e dei ciccimaretati, il conve-gno – che vanta il coordinamentoscientifico della SINU – Società ItalianaNutrizione Umana – affronta scientifica-mente quegli effetti di Ben_Essere chederivano dal consumo dei legumi edegli alimenti della Dieta Mediterranea,come analizzato e sperimentato findagli anni ’50 negli studi degli scienziatiamericani Margaret ed Ancel Keys, che– fra gli altri scritti – ne hanno dedicatouno al benevolo fagiolo di cui la Fonda-zione Alario – in occasione della ricor-renza internazionale e per gentileconcessione degli eredi – ha curato latraduzione in lingua italiana, presentatadurante i lavori in anteprima mondiale.

L’umile lupino – presente sulle tavolecontadine in onore di Ecate, per ingra-ziarsi la divinità e allontanare dalle casei fantasmi… la fava – cibo ritenuto im-puro dai pitagorici, bensì benauguraleper i Romani durante le festività dedi-cate alla dea Flora… i ceci – antesi-gnani del pop-corn, consumatiabbrustoliti nei teatri e nelle agorà… i

fagioli e le lenticchie – afrodisiaci e offertialla Grande Madre, insieme ad altri‘chicchi’, nelle ‘zuppe solstiziali’ di prima-vera e d’inverno, all’inizio e a chiusuradel raccolto… in una parola, i benevolilegumi se già nella dieta degli antichiGreci e Romani erano assoluti prota-gonisti per la loro sapidità e il loro altovalore nutritivo, oggi – custoditi dai pro-duttori locali nelle biodiversità del Cecedi Cicerale, dei Fagioli di Controne,Gorga, Mandia e Casalbuono, del Ma-racuoccio di Lentiscosa, della cicerchiae del cece nero – si affermano per l’im-portanza dei benefici nutrizionali di indi-scussa evidenza scientifica e come

ingrediente indispensabile della ristora-zione mediterranea di qualità.

Attraverso una serie di attività tra lorointegrate, di cui il convegno in pro-gramma è occasione privilegiata dicondivisione e proposta, la FondazioneAlario intende riammagliare la rete diconoscenze ed esperienze rinvenibilisul territorio, per preservarne la loro di-gnità di “bene culturale” da porre al cen-tro di momenti di strutturazioneintegrata dell’offerta di natura, cultura,tradizioni da cui i più attenti attori territo-riali sapranno far dipartire interessantistrategie di valorizzazione e rilancio.

Modificato il regolamento IMU. Nella seduta del31 gennaio 2015 e pubblicata all’albo pretorio onlineil 15 dicembre 2016, su proposta a firma del consi-gliere Geom. Antonio Criscuolo e del dottor MarioRizzo del gruppo consiliare “Fare Ascea”, è statomodificato l’articolo tre del Regolamento per la disci-plina Municipale sugli Immobili. La proposta ha rice-vuto il voto unanime del Consiglio. Tredici consiglierisu tredici hanno detto si alla modifica.

L’articolo tre del Regolamento IMU prevedevache il contratto di comodato d’uso gratuito tra co-modante e comodatario, per essere preso in con-siderazione dagli uffici comunali, doveva essereregistrato all’Agenzia dell’Entrate, e prevedeva tral’altro:

1. il comodato gratuito risultante da contrattoin forma scritta registrato con indicazione degliestremi di registrazione;2. generalità codice fiscale, percentuale di

possesso ed identificativi catastali del fabbri-cato e relative pertinenze concesse in uso gra-tuito a parente in linea retta di 1° grado che lo

utilizza come abitazione principale;3. generalità, codice fiscale e grado di paren-

tela del parante utilizzatore a cui il soggetto pas-sivo d'imposta concede in uso gratuitoI'immobile e relative pertinenze;

Il Geom. Antonio Criscuolo, ottenuta la parola, il-lustrava e proponeva la proposta di modifica del-l’articolo tre del Regolamento IMU. “Questamodifica del Regolamento IMU, - dichiarava Cri-scuolo - ovvero la registrazione del comodato gra-tuito, grava su ogni nucleo beneficiario del bene dìcirca € 200,00 di registrazione più 2 marche da bollodi € 76,00 che peraltro non porteranno nulla nellecasse comunali ma contribuiranno non poco a im-poverire gli asceoti?

Al posto della dicitura: "debitamente registrato" o" registrato con indicazione degli estremi di registra-zione” inserire la seguente locuzione " aventedata certa.

Il sindaco, avv. Pietro D’Angiolillo, accoglieva laproposta mettendola ai voti, e come si è già detto,otteneva l’unanimità.

I l benevo lo f ag io lo

Giuseppe Nese (detto Pino) e la si-gnora Grazia Di Genio il 6 gennaio del2017 festeggeranno i loro cinquant’annidi matrimonio. Sono stati anni di lavoro,di gioie, di rispetto, di amore e con lostesso sentimento sono stati accolti i figliKatia e Sabatino. Poi sono arrivate legioie, la dolce sensazione di sentirsinonni con i nipotini Maria, Luisa, Marco,Roberto, Martina e Alessio.

Il fatidico giorno della ricorrenza glisposi, Pino e Grazia, contornati da figli enipoti, saliranno i gradini dell’altare perrinnovare, nelle mani del sacerdote e alcospetto del Signore, il loro giuramentodi fedeltà, di stima e solidarietà finché cisarà vita.

Dopo la cerimonia sacra tutti a tavolaa condividere, oltre che le leccornie dellochef Peppino anche la gioia di sedereallo stesso tavolo e saziarsi in nomedella vita.

Auguri e che tutto scorra come fino adoggi: con stima e amore.

Modificato il Regolamento IMU

L'ultimo commovente saluto al padrone. RyanJessen, 33 anni, è stato stroncato da un'emor-ragia cerebrale. Al suo capezzale, i genitorihanno portato anche Mollie, il boxer del gio-vane, come documenta il video pubblicato suFacebook dalla sorella del ragazzo.

L’ultimo saluto

dalla Fondazione Alario

Nozze d’oro Nese - Di Genio 5.500,00europer le luminarie

natalizie

La Giunta Comunale da INCARICOal Responsabile del Settore LavoriPubblici e Impianti affinché individuiuna ditta idonea al montaggio e allasuccessiva manutenzione delle lumi-narie natalizie, da installarsi nelle vieprincipali del capoluogo e delle frazioni,durante le prossime festività natalizie,nonché all'acquisto di ulteriori addobbi;

ASSEGNARE al Settore LavoriPubblici e Impianti la complessivasomma di € 5.500,00, iva compresa,così distribuita: € 3.000,00 per mon-taggio e manutenzione e la restantesomma per l'acquisto di ulteriori lumi-narie per addobbi …

Qualche mugugno e poca ironia,comunque tutte le vie principali del co-mune hanno visto presenti luminarie.Queste in alcune zone sono stte son-tuose ... in altre un pò carenti.

Francesca Tardio e i l f lauto traverso

gennaio 2017

La ventiquattrenne FrancescaTardio il 12 dicembre 2016 haconseguito con il massimo dei votipresso il prestigioso IstitutoSuperiore di Studi MusicaliVecchi-Tonelli di Modena lalaurea in Flauto Traverso, un titolomolto ambito che tecnicamenteva a identificarsi con il Diploma diII livello in Discipline Musicali. Laflautista cilentana, alla cuiformazione musicale hannocontribuito alcuni fra i più rinomatiflautisti di fama internazionalequali il M° Andrea Oliva e il M°Michele Marasco, ha gentilmenteconcesso la seguente intervista alnostro giornale.

INTERVISTA A …… FRANCESCATARDIO

1. Partiamo dall’inizio. Quandoe come è nata la passione per ilflauto?

Ebbi la fortuna di iniziare a suonare ilflauto traverso in prima media, quandola Sperimentazione Musicale nellaScuola di Ascea era appena al secondoanno. In breve, grazie anche agli ottimiinsegnamenti dei professori MirellaBianco e Vincenzo Nicolella, miappassionai a tal punto allo studio diquesto strumento da esibirmi comesolista nei concorsi a cui la scuolapartecipava classificandomi al primoposto. In quei primi anni eseguivo già ‘IlPastore svizzero’ e la Sonata di Donizettiper flauto e pianoforte, brani orecchiabilidel repertorio flautistico maparticolarmente difficili dal punto di vistatecnico per chi ha da poco iniziato astudiare questo strumento, e proprio inquel periodo decisi che il flauto sarebbestata da allora in poi la mia ragione di vita.

2. Come sono poi proseguitigli studi dopo la scuola media?

Mi iscrissi subito al Conservatorio diSalerno dove ho studiato e mi sonodiplomata con il M° Antonio Senatore.Quelli dell’ adolescenza furono per meanni particolarmente difficili, perché ognigiorno dovevo recarmi a Sapri perfrequentare l’Istituto TecnicoCommerciale, alternando con notevolesacrificio lo studio delle varie materiescolastiche a quello della musica. Dopola mattinata scolastica, senza nemmeno

fermarmi ad Ascea, infatti mi recavo conil treno quasi tutti i pomeriggi alConservatorio per tornare a casa la seratardi. Allora, purtroppo, e parlo solo di unadecina d’anni fa, non esistevano ancorai licei musicali nella nostra provincia e chicome me seguiva un percorso musicaleera costretto ad affrontare tutto ciò. In più,nel settembre 2006, a soli quattordicianni, ebbi la soddisfazione di essereammessa a far parte della Juniorchestradi Santa Cecilia a Roma. Da quelmomento ebbe davvero inizio il miopercorso flautistico, una strada lunga,difficile e piena di sacrifici anche esoprattutto dal punto di vista economicoma ricca anche di tante soddisfazioni. Si,perché andare a Roma ogni sabato perle prove d’orchestra, confrontarmicontinuamente con altri ragazziprovenienti da tutta Italia, riuscire arappresentare degnamente la musicalitàdel nostro Cilento in quanto unicaesponente campana, fu per me unaprova non indifferente, che però contribuìin maniera decisiva alla formazione dellamia personalità, infatti grazie a questaesperienza sono cresciuta tantissimo siacome persona che dal punto di vistamusicale.

3. Che cos’era precisamente la‘Juniorchestra’?

La Juniorchestra è l’orchestragiovanile dell’Accademia Nazionale diSanta Cecilia di Roma. Essa è stata laprima orchestra italiana formata dabambini e ragazzi, nata da un’ideageniale tesa a privilegiare il ruolo della

musica nella formazione dell’individuo,sull’esempio di quanto si fa da semprenei Paesi stranieri. Eravamo circaduecento ragazzi dai cinque ai diciottoanni, diretti da maestri d’eccezioneappartenenti alla vera Orchestra di SantaCecilia di Roma. Ogni sabatopomeriggio ci ritrovavamo tutti presso lesale dell’Auditorium Parco della Musicaper preparare quelli che sarebbero stati iconcerti da eseguire con brani d’autoredinanzi al pubblico vero. Eravamodavvero in tanti, perché adaccompagnarci c’erano anche i varigenitori, sempre entusiasti e presenti allenostre esibizioni. Una volta avemmocome ospite Raffaella Carrà e BrunoVespa, per non parlare dei grandissimimusicisti di ogni genere che ebbi lastraordinaria opportunità di conoscere,fra i quali il Maestro Oliva, uno dei piùgrandi flautisti al mondo con il quale inseguito ho deciso appunto di continuaregli studi. Nei tre anni in cui fui parte dellaJuniorchestra, ebbi inoltre il piacere dieseguire concerti in posti meravigliosicome Levico in Trentino, Lucca, Ravelloe Ischia, ove la Juniorchestra si recavaper i tour estivi. Non parliamo inoltre deinumerosi concerti a Roma nellabellissima Sala Santa Cecilia situatanell’Auditorium Parco della Musica cheera la nostra sede. Un’esperienzadavvero indimenticabile!

4. E poi?

Una volta compiuti i diciotto anniquesta esperienza finì purtroppo e, dopoaver conseguito il diploma al

Conservatorio di Salerno nell’estate2013 e la maturità commerciale decisi dicontinuare lo studio del flautoiscrivendomi, previa ammissione, alBiennio di II Livello a Modena pressol’Istituto Superiore di Studi MusicaliVecchi-Tonelli. Non fu affatto facile: mitrasferii in questa umida città del nordItalia abitandovi due anni e rimpiangendoin continuazione il sole e il mare del mioCilento. Ho sempre comunqueaffiancato in questi anni allo studioprofessionale l’attività bandistica nelperiodo estivo che avevo portato avantisin da ragazzina, e la partecipazione aivari concorsi nazionali e internazionali intutta Italia, nonché i corsi diperfezionamento sia in flauto che inottavino. Poi… un’altra grandesoddisfazione. A seguito delle domandeper l’insegnamento che mi collocano ingraduatoria nella provincia di Salerno,nella primavera del 2014 è arrivata la miaprima supplenza a Licusati e di seguitoaltre tra cui Bellizzi e Vallo della Lucania.Al momento sto insegnando proprio adAscea, nella scuola che mi ha vistonascere musicalmente più di dieci annifa. Penso modestamente di essere ilrisultato più brillante di quella che fu la‘Sperimentazione Musicale’ della Scuoladi Ascea istituita nei primi anni 2000 dalPreside Luciano Focilli e dal professoreVincenzo Pellegrino. Penso che laclasse di strumento musicale debbaessere considerata un fiore all’occhiello euna grande opportunità che il nostroPaese offre ai ragazzi.

5. Quali i progetti per il futuro?

Il mio sogno sarebbe chiaramentequello di poter far parte in futuro diun’orchestra, ma per ora continuerò agirare l’Italia e fare corsi di altoperfezionamento, concorsi e audizioniper avere l’opportunità di conosceresempre nuovi musicisti, migliorarmi econfrontarmi con altri giovani checondividono la mia passione. Nelfrattempo sono felice di insegnare flautonella scuola facendo capire ai ragazziche con la volontà e lo spirito di sacrificiosi può arrivare ovunque si voglia. Questoè ciò che ripeto costantemente ai mieialunni: credete in quel che fate perchévolere è potere e soprattutto createvi unobiettivo concreto nella vita.

Florigi Raimondo

77ASCEA

I FIGLI VALOROSI

I giovani che si fanno onore sono tanti. Sono i figli della nostra societàche li vede e segue nelle loro passioni e gioisce per i successi.

Sono tanti, nati e cresciuti in grembo alle famiglie italiane, sono portatoridelle ansie, dei timori, dell’amore, delle conoscenze, della culturadell’intelligenza e che nonostante le crisi ostinate a disintegrare l’essenzastessa della famiglia, dell’economia e della società, usciranno vittoriosi aportare alto l’onore e l’ingegno italiano.

Sono anche cultori del bello nelle sue più alte espressioni, dalla pitturaalla scrittura, dalla scultura alla musica, al cinema, all’architettura. Sonotenaci fino alla testardaggine e il loro bagaglio di volontà esonda comel’acqua di un fiume in piena.

E dire che la maggioranza di questi giovani è di sesso femminile chehanno un bagaglio più ampio d’ingegno, praticità e spirito di sacrificio.

Francesca con i maestri Michele Marasco e Andrea Oliva

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88 gennaio 2017ASCEA

... e per finire... e per finire

U atto ra dispenzaU atto ra dispenzacomu facecomu face

accussì penzaaccussì penza

Le sere d’aprile della Sardegna me-ridionale sono splendide. Il tepore ti av-volge rinfrancando le membra inumiditedalla nebbia assunta quotidianamentenell’Italia del nord come una medicinaordinata dal medico. Era un sabatosera e con l’amico e collega Beppe, al-meno trenta centimetri più alto di me,passeggiavamo per il viale dell’aero-porto che dall’ingresso conduce primaai circoli e poi alla linea di volo. Raccon-tavamo delle famiglie, delle mogli la-sciate in Romagna, dei figli che alprossimo settembre sarebbero andatiper la prima volta a scuola, dei genitori– mio padre era già deceduto da qual-che anno e la mamma era rimasta solain una casa troppo grande; mentre ilsuo era stato riconfermato ambascia-tore a Karachi e la madre e le sorelleche vivevano a Roma, telefonavano incontinuazione perchè le andasse a farvisita. Ricordammo anche la cantinadel suocero a Frascati e come quel vi-nello bianco ci irretì fino a farci uscireubriachi. E le sbandate di Giannino cheavrebbe dovuto guidare una vecchiamillecento fino a Borgo Piave di Latina,e come saggiamente preferimmosmaltire la sbornia e poi, a notte inol-trata, avventurarci per l’agro romanoalla ricerca di Borgo Piave che, quandoc’eri dentro tutti lo conoscevano mentreal di fuori nessuno sapeva indicarti lastrada.

Eravamo arrivati a Decimomannuqualche giorno prima con i nostri F84Fe quasi ci vergognammo quando cischierarono tra gli Harrier inglesi a de-collo verticale, gli F104 tedeschi, gliStarfighter bisonici e i Phantom ameri-cani e i Tornado canadesi. E dire che

entrambi era-vamo specialistidegli F104 edavevamo lavoratosu quel velivoloper due anni, poi,dopo 3.000 ore divolo con soli seivelivoli, senza

nessun incidente o una chiamata diemergenza, il nostro gruppo dovettecederli e adattarsi agli F84: vecchia glo-ria, purtroppo però, sempre vecchia.Ma questa è un’altra storia.

Stavamo appunto commentando ilnostro disagio che un flebile belato ci

zittì. Sulle prime ci sembrò che venisseda molto lontano. Dopo qualche minutodi silenzio, lo risentimmo. Ci dirigemmoverso il luogo da dove sembrò prove-nire il richiamo e lo sentimmo semprepiù forte. Dentro un canale di scolo delleacque, al chiarore della luna, scor-gemmo un agnellino che cercava di ri-salire. Beppe lo prese fra le braccia, necarezzò la lanugine bianca e:

- Cosa ne facciamo? –Fra le varie soluzioni che ci appar-

vero possibili, ci fu quella di portarlo allochef della cucina e magari contornato dipatate e rosmarino, vederlo servire a ta-vola per la gioia del nostro palato.Beppe mi lesse nel pensiero e:

- Non avrei il coraggio di mangiarlodopo che l’ho accarezzato.-

Aveva ragione e la restituzione al le-gittimo proprietario e alla madre anchese pecora, era la cosa più giusta dafare. Ricordai che qualche mese prima,in una delle solite scorribande aeree perl’Italia, atterrammo, io e Giannino, a De-cimomannu. Per esigenze di servizio

fummo costretti a passarvi anche la do-menica che, nonostante fosse dicem-bre, fu luminosa, calda e lunga.

Poco fuori dall’aeroporto c’era unamandria di pecore. Ci avvicinammo alpastore per soddisfare la nostra curio-sità di pseudo cittadini. Scoprimmo chelui, un giovane poco più che ventenne,era il garzone del pastore che a suavolta dipendeva dal padrone delgregge. Accudiva alle pecore per unposto a tavola, un giaciglio e qualchevestito usato e rivoltato. Alla domandadove ricoverava le pecore per la notte,che vista la lunga serie di abigeati con-sumati in quella regione, era obbligato-

rio chiuderle e vigilare, ci indicò unamasseria a qualche centinaio di metridal confine destro dell’aeroporto.

Quella sera con Beppe e l’agnellinome ne ricordai e lo invitai a seguirmi.

Camminammo sulla strada per Villa-cidro, superammo l’incrocio per Deci-moputzu, e sulla nostra sinistra apparvela masseria. Da lontano si sentiva qual-che grillo svogliato e un latrato rima-neva solitario disperdendosi per lacampagna. Silenzio. C’era un silenzioprofondo. Per-corremmo ilvialetto ghia-ioso che intro-duceva in ungrande spaziocontornato daf a b b r i c a t ibassi. Giunti alcentro:

- C’è nes-suno? –Chiese Beppe.Restammo in

attesa di una risposta. In quel silenzioudimmo, e ne fummo arcisicuri, l’alzatadei percussori di due fucili che certa-mente erano puntati su di noi. Dopoqualche attimo, una voce bassa giunsenella notte a interrompere l’attesa:

- Chi siete?- L’accento sardo era in-confondibile con quel rafforzare laprima sillaba della parola.

- Abbiamo trovato un agnellino in ae-roporto e pensato che fosse vostro. –

Si affrettò a chiarire Beppe.- Mettetelo giù. – Ordinò la voce

quasi sillabando. Beppe ubbidì subito equello:

- Potete andare. – E andammo.Come uscimmo dall’aia avemmo

paura. Quelli, e non era un uomo sol-tanto perchè le alzate dei percussori fu-rono quattro, se fossero stati piùimpulsivi e meno riflessivi, avrebberopotuto sparare e farci secchi.

Sulla strada per Villacidro accen-demmo una sigaretta e la prima boc-cata fu liberatoria. Beppe, che oltre adavere quei trenta centimetri di altezzapiù di me possedeva tonnellate d’ironia,sorridendo chiese:

- Se troveremo un altro agnellino? –- Correremo dritti dritti dallo chef con

qualche chilo di patate e rosmarino.- Ri-sposi.

- Ben detto. Alla prossima -.

Florigi Raimondo

Ricordi di aerei, agnelli e fucili

F - 104 Starfighter

Harrier

Artiglieria antiterrorismo

Sussurri, pensieri e veleniLa rubrica di Angelina

Angelina Silvestre tramite il giornale propone un filo di rettocon i lettori. Lo scopo è stabilire un contatto diretto, lettori-giornale. Tutti hanno il diritto di esprimere il proprio pensiero.

1) Angelina, si sa che le donne parlano più degli uomini, e, la criticada costruttiva può diventare distruttiva. Non è meglio che tengonola bocca chiusa?

Risposta:Si, anche se spesso si mente, ed è più facile mentire che ammet-

tere la realtà delle cose.

2) è meglio sposare qualcuno che ti ami più di quanto lo ami tu?E perché la gente si sposa anche se non è innamorata?

Risposta :Perché è meglio accontentarsi di quello che si trova, per quanto la nostra società è progressista , si

pensa che ci sono dei traguardi che tutti dovremmo raggiungere: il matrimonio, i bambini, e una casatutta nostra. È poi...le anime gemelle le vedi solo sulle cartoline.

3) Angelina il mio rapporto attraversa un momento di stasi, cosa fare?

RispostaC è una legge che regola i rapporti: quando la tua donna/uomo è giù tu devi essere su. Inoltre c è un

momento in ogni rapporto in cui il romanticismo lascia il posto alla realtà, Non lasciarti condizionaredalle regole, insegui le tue emozioni. Il sesso è un barometro in ogni rapporto! Infine credimi, i rapportivanno bene fino a quando non ci si conosce.

Mister X4) il rapporto a tre è la nuova frontiera del sesso?

RispostaSi è di moda, perché sono facili, è l’intimità che è difficile

Angelina Silvestre

F 84 F