Spunti di riflessione per la didattica online

Dalla valutazione formativa alla valutazione educativa

Andrea Varani

PROVALO - WEBINAR 17 Aprile 2020

Scuola online: un’occasione per ripensare la valutazione

Alla domanda “Come si valuta online?”:

• non bastano risposte tecnistiche o puramente operative

• occorre ripensare al senso della valutazione

• sperimentarne forme, modalità e criteri diversi

• per trasformare l’emergenza in opportunità.

Una premessa

Il senso della valutazione

Perché valuto? Che obiettivi mi prefiggo?

Per chiarire il significato prevalente che intendiamo attribuirgli, useremo il termine “valutazione educativa”:

• che non si ferma al risultato, inteso come effetto e conclusione di una azione didattica

• che si interroga sulla possibile ricaduta, intesa come ripercussione di un’azione formativa in una più ampia prospettiva spazio-temporale.

valutazione formativa

valutazione proattiva

valutazione orientativa

valutazione educativa

La valutazione formativa

Si basa sul concetto di Zona di Sviluppo Prossimale (Vygotskij) che identifica due livelli di apprendimento: - l'attuale (già posseduto dal soggetto) - il potenziale (in via di sviluppo e emergente grazie all'interazione sociale).

Non si pone come obiettivo la certificazione o la semplice definizione del livello di apprendimento acquisito fino a quel momento.

E’ finalizzata a migliorare il processo di apprendimento dello studente.

Ciò significa far individuare e capire:

- cosa non è corretto,

- perché commette errori

- e soprattutto come può migliorare.

Gli elementi della valutazione formativa (Black e William 1998):

• esplicitare e condividere le finalità dell’apprendimento;

• chiarire da subito le caratteristiche di una buona performance;

• fornire un feedback immediato, chiaro, descrittivo, trasparente, fondato su criteri;

• coinvolgere gli studenti in un’autovalutazione attraverso la comprensione degli errori;

• far emergere il processo mentale attivato, attraverso domande opportune e significative, euristiche;

• stabilire con l’alunno il punto raggiunto e il progresso successivo;

• sostenere la motivazione e accrescere l’autostima dello studente.

Le pratiche della valutazione formativa

Non è un’istanza morale basata solo sulle buone intenzioni del docente, richiede invece concrete pratiche didattiche.

La valutazione formativa e il voto

L’attribuzione del voto è quasi sempre demandata alla valutazione sommativa.

Ma è davvero indispensabile ricorrere a momenti formali, un po’ rituali, dedicati alla verifica degli apprendimenti (tipicamente prove scritte e interrogazioni), con il conseguente portato di ansia e di finalizzazione dello studio al solo voto?

Oggi, almeno nella scuola dell’obbligo e delle competenze, la distinzione fra valutazione formativa e sommativa

potrebbe essere superata, in quanto concettualmente forzata, obsoleta

e utile a mantenere vecchie pratiche professionali.

Si possono utilizzare:

• osservazioni occasionali (durante l’interazione con gli studenti)

• osservazione sistematica (rivolta a singoli, a tutti, anche con strumenti specifici)

• interazioni verbali (colloqui/interrogazioni/domande metacognitive…)

• prodotti semplici (esercitazioni, lavori a casa, veloci sondaggi di quanto appreso)

• prodotti più impegnativi (prove scritte, lavori di gruppo, report, sintesi, mappe…)

• auto-osservazioni dell’alunno (portfolio, pratiche riflessive…)

• altro…

Raccogliere più dati valutativi

Tutte le attività svolte consentono di raccogliere dati pienamente adeguati a una sintesi valutativa, senza la necessità di valutazioni ”sommative”.

(Castoldi 2012)

La relazione educativa

Fondamentale è il contesto e il clima relazionale, determinato dalla qualità della relazione educativa.

Occorre creare in classe una “cultura della valutazione” tale per cui l’alunno non solo non tema la valutazione,

ma anzi la riconosca e la cerchi come risorsa.

Non è necessario abolire il voto.

Basta sradicarlo dal contesto punitivo, “dalla cornice contrattuale dei premi e delle punizioni”,

e inserirlo in un contesto pedagogico di valorizzazione dell’allievo.

(Polito 2000)

Le due funzioni non sono quindi necessariamente separate, se non in situazioni fortemente connotate dalla certificazione,

come l’esame di Stato alla fine di un ciclo.

Valutazione forma-sommativa ?

Le valutazioni “sommative” possono essere efficacemente sostituite da un congruo numero di dati valutativi

(se necessario anche in forma numerica) raccolti attraverso situazioni e percorsi di apprendimento in cui si è messa in atto anche una valutazione formativa.

L’atto del valutare viene così a recuperare e valorizzare la sua

collocazione intrinsecamente interna al processo formativo.

Valutazione e didattica

Va ribadita l’unitarietà irriducibile della valutazione e della didattica.

Le modalità di valutazione sono un elemento centrale della didattica: - ne connotano le pratiche - ne determinano le dinamiche - definiscono la relazione con l’allievo.

Ripensare la valutazione significa ripensare complessivamente la didattica: • quali finalità educative ci poniamo • cosa vogliamo valutare

• il tipo di compito o performance richiesta.

Compiti più personali, riflessivi, aperti, complessi, che non prevedano una risposta semplicemente giusta o sbagliata, ma consentano invece di: • scegliere • decidere • sperimentare e cambiare • far nascere interrogativi • e richiedano giudizi e interpretazioni inducono naturalmente ad una valutazione motivata, descrittiva e quindi orientativa, formativa, educativa.

Il compito

Più l’azione richiesta è puramente esecutiva, esercitativa, meccanica, ripetitiva, più è facile scivolare in una valutazione di tipo sommativo.

La valutazione online

Tutto questo ha un forte nesso con la situazione attuale.

Una situazione eccezionale, di emergenza, non si può affrontare normalizzandola, continuando con i comportamenti consueti.

Il rischio è di riprodurre online, ma in forma esasperata e peggiorativa, delle prassi professionali già precedentemente inadeguate.

Oggi non solo è possibile, ma è necessario uscire dalle routine,

dalla personale confort zone, inventare, sperimentare, osare…

“La valutazione oggi costituisce il centro dell’esperienza scolastica degli alunni e una delle maggiori fonti dei loro disagi,

diventando spesso l’unico motivo per cui studiare, rendendo lo studio mnemonico e poco duraturo

e l’origine di blocchi di apprendimento che conducono a demotivazione e/o insuccesso scolastico”.

(E. Nigris 2003)

Superare l’«ossessione valutativa»

“La lotta contro l’onnipotenza del voto è oggi un’assoluta necessità per far uscire il sistema scolastico dalla frenesia

della valutazione numerica permanente, non indurre gli allievi a cercare solo la correttezza del compito

e la conformità a un modello, lasciare loro il tempo di apprendere

e di cercare soluzioni originali e intellettualmente più utili”. (P. Meirieu 2016)

Spunti di approfondimento

Didattica per competenze (come sfondo di riferimento)

Authentic assessment

Pedagogia dell’errore

Valutare ciò che “sa fare con ciò che sa”, cioè la capacità di:

• pensiero critico

• soluzione dei problemi

• metacognizione

• efficienza nelle prove

• lavorare in gruppo

• ragionamento

• apprendimento continuo.

Authentic assessment

Rompere lo schema della “verifica carta e penna”.

Offrire invece la possibilità di: • ripetere • provare • consultare risorse • avere feedback

• perfezionare la prestazione

Caratteristiche della valutazione autentica

Prestazione

Feedback Revisione

Cicli di prestazione-feedback-revisione-prestazione

Per fare questo occorre, fra le altre cose:

aiutare l’alunno ad analizzare non solo i risultati ma soprattutto le sue modalità di costruire conoscenza, i comportamenti e i processi mentali attivati e anche la dimensione emozionale.

Pedagogia dell’errore

Dall'errore come azione da sanzionare

all’errore come risorsa, fonte di conoscenza e di controllo delle operazioni cognitive

per sviluppare capacità di autocorrezione e autonomia

critica

Tutto ciò richiede un atteggiamento, dell’insegnante e dell’allievo, che concepisca l’errore non come sbaglio, ma come ostacolo da superare insieme.

(G. de Vecchi e N. Carmona-Magnaldi 1999)

Pedagogia dell’errore

«… uno stesso errore compiuto da persone diverse, ma anche dalla stessa persona in situazioni diverse, può non essere lo stesso errore. Il vero problema non è più tanto l’errore, quanto il soggetto che sbaglia, con le sue modalità, i suoi processi cognitivi e le sue caratteristiche affettivo-emotive» (D. Maccario 1999)

Grazie dell’attenzione