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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DELL'AQUILA
FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
PRIMARIA
Dalla FaD
all’e-Learning
Anno Accademico 2010 / 2011
Professoressa: V. Pellegrino
Studentessa: Cerini Giulia
Matricola: 206977
e-mail: [email protected]
Indice
INDICE......................................................................................................1
PREMESSA................................................................................................3
SVILUPPO ED EVOLUZIONE DELL’E-LEARNING............................................8
LE TEORIE DI BASE DELL’APPRENDIMENTO..............................................10
FAD DI PRIMA GENERAZIONE: IL DISTANCE
SCHOOLING.............................................................................................14
FAD DI SECONDA GENERAZIONE: IL DISTANCE
LEARNING...............................................................................................18
IL PASSAGGIO TRA LA SECONDA E LA TERZA
GENERAZIONE.........................................................................................22
LA FAD DI TERZA GENERAZIONE E L’E-LEARNING.....................................24
L’E-LEARNING..........................................................................................32
L’E-LEARNING NEL PANORAMA ATTUALE................................................43
IL RUOLO DEL NUOVO FORMATORE........................................................51
BIBLIOGRAFIA.........................................................................................55
Premessa
1
espressione di formazione a distanza è stata
utilizzata per identificare i processi di
formazione in cui docente e studente non si trovano
fisicamente nello stesso posto, ma svolgono le proprie
attività in luoghi e tempi diversi.
L’
Questa definizione include tutte le modalità che sono
state utilizzate: dalla posta come mezzo per veicolare
formazione, agli attuali esperimenti di blended learning
come modalità di integrazione di formazione
tradizionale e e-Learning. Per capire, quindi, il
significato e le innovazioni introdotte dall’e-Learning
non si può prescindere dal considerare la storia e
l’evoluzione dei suoi precursori.
L’insegnamento per corrispondenza attraverso la posta
classica si caratterizzava per le seguenti peculiarità:
• scelta dei corsi da frequentare tramite guida ed
elenco ricevuto direttamente a casa via posta,
• ricezione tramite posta ordinaria del materiale
didattico presso la propria abitazione,
• possibilità conseguente di studiare e fare esercizi
secondo le disponibilità di tempo e luogo dei vari
soggetti,
• presenza e supporto da parte di un equipe di
docenti, che, tramite numero telefonico, rispondeva a
problematiche e dubbi degli studenti in difficoltà.
Questo sistema di apprendimento per corrispondenza
metteva già in evidenza come l’insegnamento a
distanza si sviluppa secondo una modalità che prevede
il contatto, anche se non fisico, stretto e continuo tra
emittente e ricevente: caratteristica essenziale per
questo tipo di approccio alla conoscenza.
2
L’emittente andava a ricoprire una funzione
fondamentale nell’apprendimento a distanza in quanto
il soggetto ricevente poteva richiedere ad esso aiuto
ogni qual volta si trovasse di fronte una reale difficoltà.
Da questo primo rudimentale approccio di formazione a
distanza si sono evoluti modelli di comunicazione
elettronica in grado di metterci in contatto con tutto il
mondo e di superare incredibili distanze.
L’educazione a distanza presenta innumerevoli
definizioni quante più sono le modalità del fare
educazione. Principalmente viene considerata come un
processo che utilizza il PC, o la tecnologia video, per
eliminare la distanza tra istruttori e studenti, concetto
questo che, molto spesso, viene attribuito alla Distance
Learning, generando così confusione nel significato e
nell’interpretazione tra i due termini.
La Distance Education (DE) si occupa di proporre e
fornire programmi per corsi di laurea, per diplomi di
scuola superiore e di adempiere a scopi pratici
aziendali, offrendo materiale didattico per classi e per
singoli fruitori e supportandoli con programmi di
verifica delle capacità raggiunte.
L’obiettivo è quello di rendere mobili le conoscenze
nelle varie discipline per risolvere i problemi reali,
adottando in modo razionale i mezzi di controllo messi
a disposizione ed abituando i fruitori ad utilizzare un
linguaggio tecnico corretto. La comunicazione è
sostanzialmente bidirezionale e grazie a questo sistema
la valutazione delle capacità di apprendimento avviene
tramite esercizi ed esami in rete utili ad evidenziare
eventuali lacune nell’iter formativo dell’utente.
3
Le motivazioni che hanno portato all’introduzione della
FaD nei diversi periodi sono diverse a seconda del
contesto storico: nel’Ottocento, la principale finalità era
di permettere di completare la propria formazione
anche a coloro che per motivi geografici non potevano
usufruire di strutture scolastiche e formative. Oggi il
significato attribuito alla FaD e in particolare all’e-
Learning è diverso ed è legato al bisogno di continuos
learning.
Nell’era dell’informazione, il ruolo svolto dalle nuove
tecnologie è diventato cruciale per soddisfare i bisogni
di formazione continua.1
Nella società attuale, identificata come società della
conoscenza, viene enfatizzata l’importanza della
formazione non solo nella fase iniziale del processo di
crescita degli individuo, ma all’interno di tutto l’arco
della prima esistenza.
Indipendentemente dal tipo di tecnologia usata per
l’erogazione del prodotto di formazione a distanza, il
principale merito attribuito alla FaD fin dall’origine è
stata la possibilità di sciogliere la formazione dai
vincoli spazio temporali.
Oggi, le innovazioni introdotte dalle nuove tecnologie
hanno permesso di superare definitivamente i vincoli
legati a spazio e tempo e hanno, contemporaneamente,
favorito la creazione di materiali didattici più vicini alle
esigenze degli studenti e supportato la possibilità di
articolare il percorso formativo secondo le necessità dei
discenti.
1 Marinensi G. (2002). Corporate e-Learning: la sfida della qualità, Linf@.
4
Nonostante lo sviluppo delle nuove tecnologie abbia
contribuito alla diffusione della FaD, sarebbe erroneo
pensare che la sua evoluzione sia esclusivamente
collegata e dipendente dall’avanzamento degli
strumenti utilizzati: sicuramente, lo sviluppo di nuovi
tools e supporti ha favorito la diffusione di modelli di
formazione a distanza, ma anche l’interazione con
nuove teorie dell’apprendimento e nuovi modelli
pedagogici ha completato il passaggio dalla formazione
a distanza all’e-Learning.
I passaggi storici attraverso cui si è articolata la storia
della FaD evidenziano che così come per la diffusione
della cultura, anche le modalità attraverso cui si
diffonde la conoscenza sono dipendenti dalle tecnologie
utilizzate. La storia della FaD è quindi condizionata
dallo sviluppo tecnologico ma è soprattutto
l’espressione delle esigenze culturali, storiche,
economiche della società in cui si colloca.2
PeriodoMedia
utilizzati
Qualità
della
interazione
Prima
generazione
Dal 1830 alla metàdegli anni
Materiali cartacei spediti per
Bassa
2 Eletti V. (2002). Dalla formazione a distanza all’extended e-Learning, Next, 14, Roma.
5
’60 del secolo successivo.
posta.
Seconda
generazione
Dalla seconda metà degli anni ’60 alla prima metà degli anni ’80 del XX secolo.
Tecnologie della comunicazione mature (radio, telefono, video cassette).
Media
Terza
generazione
Dalla seconda metà degli anni ’80 fino ad oggi.
Nuove tecnologiedell’informazione e della comunicazione (TV satellitare, reti telematiche).
Alta
Tabella 1 Dalla formazione a distanza all’e-learning: passaggio storico.
Sviluppo ed evoluzione dell’e-Learning
6
ffinché si possa parlare di un efficace sistema di
formazione a distanza occorre che si realizzino
diverse condizioni.
ACalvani3 le individua in: “separazione fisica tra
insegnante e studente e lo svincolo dell’attività
formativa dalla contemporaneità rispetto
all’erogazione; un’organizzazione didattica strutturata
(che la contraddistingue dallo studio individuale);
presenza di una tecnologia per collegare l’insegnante e
il discente (carattere mediato della comunicazione);
impiego sistematico di formazione remota, virtuale e
vicaria; disponibilità di una comunicazione a due vie;
un forma industrializzata di istruzione; esplicitezza
formale circa criteri e regole di studio”.
I vari autori che hanno analizzato nel tempo l’evolversi
della Formazione a distanza concordano sul fatto che,
in sostanza, la FaD è condizionata dallo sviluppo
tecnologico, che avrebbe favorito l’evoluzione delle
metodologie di erogazione dei contenuti. Accanto
all’innovazione tecnologica viaggiano ovviamente
anche fattori di tipo culturale, storico ed economico.
Per comprendere quali sono gli elementi caratterizzanti
lo sviluppo e l’evoluzione dell’e-Learning, è
indispensabile considerare i passaggi storici che
costituiscono un ciclo esteso di esso4, e per ognuna
delle quattro fasi identificate si possono associare non
solo alcuni cambiamenti sociali ed economici ma anche
le teorie dell’apprendimento che ne stanno alla base:
3 Calvani A. (2005). Rete, comunità e conoscenza. Costruire e gestire dinamiche collaborative, Erickson, Trento, p. 284 Nacamulli, R.C.D. (2003). La formazione, il cemento e la rete, EtasLibri, Milano.
7
FaD di prima generazione: identificata da
Nacamulli5 come Distance Schooling, si sviluppa
durante la rivoluzione industriale di fine Ottocento
con l’istruzione per corrispondenza, ed era
costituita dall’invio di materiali didattici agli
studenti. Un modello didattico basato sulle teorie
comportamentiste, dove si presupponeva che ad uno
stimolo (un libro, una serie di letture, ecc.)
corrispondesse automaticamente l’apprendimento;
FaD di seconda generazione o Distance Learning:
rappresenta l’evoluzione della formazione per
corrispondenza e si riassume nell’uso delle
tecnologie come mezzo di formazione: televisione,
radio, telefono, cassette, videocassette;
FaD di terza generazione o e-Learning: formazione
online, emersa all’inizio degli anni Novanta, con il
ricorso ai PC e alle reti di computer, caratterizzata
da multimedialità, interattività e collaborative
learning;
Il tentativo di sfruttare le potenzialità dell’ICT
combinandole con le risorse della formazione
d’aula sta portando all’affermazione di un nuovo
modello di formazione integrata: il complex
learning, che può dunque essere considerato con la
più recente evoluzione dell’e-Learning verso un
modello dove sia possibile integrare “in modo
sinergico e flessibile diversi sistemi di formazione:
Integrazione tra modalità tradizionale di
formazione e e-Learning;
Integrazione digitale dei codici comunicativi
e la learnativity;
5 Nacamulli, R.C.D. (2003). Op. cit.
8
Integrazione della attività di formazione con
la catena della produzione di valore”6.
Figura 1 Gli stadi storici dello sviluppo dell'e-learning (Nacamulli, 2003)
Le teorie di base dell’apprendimento
alla storia della formazione a distanza passiamo
ad un breve excursus delle teorie che sono alla
base dell’apprendimento.
DL’apprendimento è il processo di acquisizione di una
conoscenza, di una competenza o di una particolare
capacità attraverso lo studio, l’esperienza o
l’insegnamento.
6 Nacamulli, R.C.D. (2003). op. cit.
9
Dal punto di vista psicologico, l’apprendimento è una
funzione dell’adattamento nel comportamento di un
soggetto, risultato da una esperienza.
Il concetto di apprendimento ha subito delle variazioni
nel tempo: si è passati, sostanzialmente, da una visione
passiva del discente fino alle teorie attuali che
prevedono un coinvolgimento attivo e consapevole da
parte di chi apprende.
Il comportamentismo, o behaviourismo, vede
l’apprendimento come un processo legato al
condizionamento: il docente trasmette le proprie
conoscenze al discente tramite meccanismi di stimolo e
di ricompensa. Famosi gli esperimenti condotti dagli
studiosi su animali, in particolare topolini, i quali
apprendevano che, se avessero agito in un determinato
modo, avrebbero avuto una ricompensa in cibo.
Si tratta evidentemente di un metodo efficace per
indurre all’apprendimento, ma resta una strada troppo
legata a processi meccanici, poco spontanei e lontani da
un vero e proprio metodo che consente di acquisire e
consolidare nuove nozioni in modo naturale e
ragionato. La coscienza del discente ha un ruolo troppo
marginale, ed è relegato ad un mero contenitore da
riempire.
I fondamenti teorici del comportamentismo devono
esser ricercati nelle teorie del funzionalismo, teorizzato
da William James, e nella riflessologia, fondata da Ivan
Sečenov, Vladimir Bechterv e dal più noto Ivan Pavlov.
Dal pensiero di questi studiosi nasce, agli inizi del
novecento in America, il comportamentismo, ad opera
dello psicologo John Watson7; con lui, sono Ernest
7 Con la pubblicazione dell’articolo intitolato Psycology as the behaviourists views it, nel 1913, nasce, secondo la convenzione, il
10
Thorndike e Burrhus Frederic Skinner i maggiori
teorici e studiosi delle dinamiche legate
all’apprendimento, i quali hanno condotto i loro studi
sino agli anni sessanta del 1900.
In quest’epoca si affermò una nuova teoria
dell’apprendimento, nota con il cognitivismo, nato
negli Stati Uniti verso la metà degli anni cinquanta.
Eletti8, dà questa definizione delle differenze che
intercorrono tra il comportamentismo e il cognitivismo:
“Le differenze sostanziali [...] investono, innanzitutto,
la concezione della struttura mentale dell’individuo.
Mentre il comportamentismo assimila gli atteggiamenti
intellettivi a stimoli fisiologici, derivati dall’interazione
con l’ambiente, il cognitivismo dà rilievo alla
componente mentalistica, alle capacità cognitive,
all’intelligenza: caratteristiche proprie dell’essere
umano”.
In sostanza, l’individuo crea delle interrelazioni fra le
informazioni attraverso l’esperienza, le reti di relazioni
fra concetti. Il discente inizia ad avere una sua identità,
un suo ruolo definito, e non apprende più solo
meccanicamente, ma acquisisce nozioni in modo
ragionato.
Anche il comportamentismo affonda le radici nella
psicologia di fine Ottocento, in particolare nella Gestalt
Psycologie e nelle opere di Lev Vygotskij e Jean
Piaget, ma siamo ancora lontani dalle teorie del
costruttivismo che hanno influenzato il modo di
intendere l’apprendimento negli ultimi decenni del
Novecento.
comportamentismo.8 Eletti V. (2002). Che cos’è l’e-learning, Carocci, Roma, p. 34.
11
Il costruttivismo fa un passo avanti rispetto al
cognitivismo, accettando in parte i dettami per i quali la
percezione della realtà da parte di un individuo non
sono solo un processo mentale soggettivo, ma esso
aggiunge la componente relazionale, per la quale un
individuo deve apprendere anche attraverso la relazione
e l’interazione con altri individui. La comunicazione
interpersonale e la collaborazione sociale sono
determinanti per l’ambiente di apprendimento;
quest’ultimo deve essere analizzato da chi progetta
sistemi di apprendimento in quanto è in base ad esso
che avrà successo o meno un’offerta formativa. Il
paradigma del learner centered trova in ambito
costruttivista terreno fertile per il suo sviluppo.
Le stesse nozioni vanno ovviamente applicate ai gruppi,
alle comunità di apprendimento, nelle quali è il discente
il fulcro intorno al quale si sviluppano i contesti di
costruzione cooperativa del sapere.
L’apprendimento costruttivista, in qualsiasi
formulazione, ha come punto in comune la costruzione
cooperativa del sapere. Tale caratteristica permette, in
particolare nella formazione a distanza, e pertanto
nell’e-learning, di rendere efficace l’apprendimento e
anche di supplire della mancanza di contatto diretto
interpersonale fra discenti e fra docenti e discenti. La
dimensione collaborativa/cooperativa è alla base di tutti
i sistemi e le applicazioni che permettono di creare
community virtuali, spazi virtuali di apprendimento e,
in generale, delle reti sociali.
Le teorie costruttiviste sono alla base dell’e-learning di
ultima generazione.
12
FaD di prima generazione: il Distance
Schooling9
e origini della formazione a distanza si possono
ritrovare alla fine dell’ottocento: la necessità di
raggiungere studenti sparsi in diverse zone geografiche,
che non potevano accedere all’istruzione tradizionale,
aveva spinto l’utilizzo del sevizio postale come veicolo
di formazione. Nasce l’istruzione per corrispondenza.
L
Questa aveva il fine di fornire, soprattutto agli adulti,
un’istruzione di base ed una preparazione professionale
altrimenti impossibili, specialmente per i residenti in
zone isolate.
La FaD di prima generazione si basava sull’invio per
posta di libri, dispense e testi. Ai corsisti era richiesto di
restituire dei moduli compilati che servivano per
verificare i loro progressi.
L’evoluzione delle tecniche di stampa, la creazione di
una rete capillare di uffici postali, l’estensione della
linea ferroviaria avevano permesso una diffusione
adeguata del servizio postale. Queste condizioni
avevano favorito la produzione e la distribuzione del
materiale didattico in quantità sufficienti a gruppi di
studenti dislocati territorialmente in località diverse e
9 Esposito G., Mantese G. (2003). E-Learning: guida operativa, Franco Angeli, Milano.
13
lontane. In tempi rapidi, potevano essere recapitati
materiali diversi anche su grandi distanze:
l’apprendimento, di conseguenza, non poteva che
basarsi su uno studio di tipo individuale di materiali
cartacei corredati spesso da indicazioni su come
studiare, e su una interazione fra studente e docente
caratterizzata dalla corrispondenza scritta, limitata
prevalentemente alle fasi di verifica.
La FaD di prima generazione era connotata da
un’offerta formativa strutturata in modo rigido, con
contenuti di tipo prevalentemente tecnico specifico o di
alfabetizzazione di base, progettata a priori senza
considerare le necessità specifiche dello studente. Il
processo di apprendimento non era oggetto di
particolari attenzioni: l’interazione tra studenti e
docenti era molto limitata e bidirezionale, orientata
fortemente alla verifica dell’apprendimento.
In questo modello gli studenti sono considerati come
soggetti prevalentemente passivi, che, in seguito allo
studio di materiali didattici appositamente costruiti,
rispondevano con un adeguato apprendimento e
ampliamento delle proprie conoscenze.
L’utilizzo dell’istruzione a distanza a supporto della
formazione scolastica trova un degno esempio nel 1873
negli Stati Uniti, dove l’Illinois Weslayan University
progettò ed erogò il primo corso universitario a
distanza, mentre nel 1905 a Baltimora viene fondato il
primo istituto privato sperimentale per la vendita di
formazione primaria a una popolazione di cinquemila
studenti.
Solo all’inizio del secolo scorso, la didattica per
corrispondenza viene utilizzata in modo più specifico
14
come strumento di formazione scolastica e
professionale, destinata a giovani e non più agli adulti
ed erogata da enti e istituzioni, e non semplici tentativi
di singoli individui.
In particolare, negli anni venti e trenta un nuovo mezzo
di comunicazione si diffonde: la radio, uno strumento
che non si avvale di supporti fisici per la trasmissione
delle informazioni, ma dell’aria, e che permette a tutti
coloro che possiedono uno strumento radiofonico di
raccogliere informazioni. Nonostante il nuovo
strumento favorisca il passaggio da una comunicazione
one to one (tipica dell’istruzione per corrispondenza) a
una one to many, le caratteristiche intrinseche del
modello non permettevano l’interazione degli studenti
tra loro e con l’istituzione promotrice del corso.
Anche il telefono inizierà verso gli anni quaranta a
essere utilizzato come strumento di supporto alla
formazione: nel 1939, l’università dello Iowa realizzò
un corso via telefono per gli studenti disabili,
impossibilitati a frequentare le lezioni.
In Italia, nel periodo immediatamente successivo alla
Seconda Guerra Mondiale, la necessità di favorire una
ripresa sociale veloce e di supportare l’istruzione
professionale parallela a quella scolastica, porterà ad
utilizzare la radio come strumento di formazione a
distanza.
La Scuola Radio Elettra rappresenta l’esperienza
italiana di uso della radio come mezzo di istruzione a
distanza associato alla didattica per corrispondenza.
Essa fu fondata nel 1951 con corsi per l’avviamento
professionale, si orienterà successivamente alla
formazione di professioni tecniche e poi a corsi
15
finalizzati all’ottenimento della qualifica di scuola
media inferiore e soprattutto dei diplomi, professionali
e dell’istruzione tecnica.
Le esperienze finora presentate e incluse nella prima
fase di sviluppo della formazione a distanza possono
essere ricondotte a un unico modello di apprendimento:
a comportamentismo, ovvero un insieme di teorie nate
all’inizio del novecento focalizzate sul comportamento
espresso e osservabile degli esseri umani. L’approccio
comportamentista vede l’uomo come prodotto delle
proprie esperienze e interazioni con l’ambiente e il suo
comportamento è la risultante di una relazione
automatica stimolo-risposta.
Il funzionalismo di James e la riflessologia di Pavlov
prima, e le seguenti teorie comportamentiste di
Thorndike con la legge dell’effetto, ovvero il modello
secondo cui l’apprendimento è un processo graduale
condotto per tentativi ed errori, costituiscono le basi
pedagogiche a questo modello.
La formazione in autoapprendimento, tipica della FaD
di prima generazione e in parte anche della seconda
generazione, si basa proprio su queste teorie
dell’apprendimento: l’utilizzo di materiali
preconfezionati utilizzabili in posti e in tempi diversi
infatti risponde a una concezione stimolo-risposta,
senza considerare l’importanza dell’interazione
dell’individuo nella costruzione attiva del proprio
bagaglio cognitivo.
L’apprendimento è fondamentalmente passivo perché
basato su una struttura e un percorso organizzato da
terzi, senza tenere in considerazione caratteristiche,
bisogni, esigenze del singolo. L’attenzione è quasi
16
esclusivamente concentrata sull’utilizzo di un mezzo ce
meglio di altri permetta di superare i vincoli spazio-
temporali e sulla progettazione e realizzazione di
materiali didattici adeguati e coerenti con i mezzi di
comunicazione utilizzati.
Questi materiali in realtà sono semplici e lineari e non
permettono in alcun modo integrazioni fra loro:la
multimedialità e l’interattività saranno invece le
caratteristiche della FaD di seconda generazione.
FaD di seconda generazione: il
Distance Learning10
egli anni sessanta, l’utilizzo di nuovi mezzi
tecnologici, quali la televisione prima, le audio e
videocassette poi, hanno favorito l’evoluzione di un
nuovo modello di formazione a distanza, dove
l’apprendimento veniva agevolato dalla presentazione
di immagini ed esemplificazioni visive, che
permettevano l’acquisizione di informazioni molto più
comprensibili a un pubblico analfabeta o con un baso
livello di istruzione.
N
Con la nascita del mezzo televisivo queste prime
metodologie vennero affiancate dai cosiddetti sistemi di
FaD di seconda generazione, basati sull’uso di lezioni
10 Esposito G., Mantese G. (2003).op. cit.
17
pre-registrate su cassette audio e video e,
successivamente, software didattici, Cd- Rom, e-mail
ed altri supporti.
Nei sistemi di prima e seconda generazione gli obiettivi
principali sono la copertura di ampie distanze
geografiche ed il raggiungimento di un gran numero di
utenti. L’apprendimento non è definito come un fatto
sociale in cui privilegiare le interazioni fra docenti e
studenti quanto, piuttosto, un fatto prevalentemente
individuale.
In un periodo in cui la ricostruzione economica e
sociale post-bellica impegnava tutti, le grandi
istituzioni sentivano la necessità di favorire l’istruzione
come mezzo per la crescita sociale. L’Italia identificò il
mezzo televisivo sin dalla sua introduzione nel 1954
come lo strumento che avrebbe favorito la promozione
e la diffusione della cultura: la penetrazione della
televisione a tutti gli strati sociali anche attraverso la
visione in luoghi pubblici favoriva l’educazione e
l’istruzione a larghe fasce della popolazione.
La trasmissione Non è mai troppo tardi (1960) condotta
dal maestro Alberto Manzi, rappresenta per il contesto
italiano l’esperienza più rappresentava del tentativo
nazionale di usare il messo televisivo come strumento
di alfabetizzazione di base e la sua programmazione
verrà promossa ininterrottamente fino al 1968, quando
verrà sospesa per l’incremento della frequenza alla
scuola dell’obbligo.
Così come era avvenuto per la radio, anche il mezzo
televisivo, ha favorito un apprendimento one to many
ma l’elemento innovativo è stato l’introduzione di
nuove modalità non basate esclusivamente
18
sull’interazione di natura testuale ma anche visiva: un
primo tentativo di approccio multimediale, ovvero
l’utilizzo di strumenti e modalità diverse per supportare
l’apprendimento. Il termine multimediale ha qui un
significato limitato, perché identifica in realtà un
prodotto didattico che consente “di passare facilmente
da un mezzo all’altro, di dire la stessa cosa in modi
diversi, di fare ricorso, secondo i casi, all’uno o all’altro
dei nostri sensi.11
Il modello in questione è caratterizzato ancora da una
bassa interattività dello studente: l’apprendimento è
ancora limitato all’esperienza individuale e non si
riescono a percepite i vantaggi provenienti
dall’interazione del gruppo.
L’altro elemento caratterizzate il Distance Learning è la
massificazione della produzione formativa, ovvero una
struttura didattica “che rimane una forma
industrializzata di istruzione finalizzata alla produzione
e alla distribuzione di massa di prodotti di
autoformazione, caratterizzata da bassa interattività tra i
partecipanti”12.
La FaD di seconda generazione è fortemente legata alla
realizzazione in grossi volumi di prodotti di formazione
a distanza, essendo correlata a una logica di
standardizzazione produttiva e distributiva.
Questa caratteristica è ritrovabile in un nuovo
strumento di formazione a distanza: la videocassetta. La
commercializzazione delle videocassette ha offerto a
11 Negroponte, N. (1995). Esseri digitali, Sperling & Kupfer, Milano.
12 Vescovi, T. (2002). (a cura di) e-Learning. La formazione manageriale nella rete. Il Sole 24 ore, Milano.
19
possibilità attraverso la registrazione di vedere
trasmissioni televisive in modalità asincrona e di
realizzare corsi a distanza che potevano essere
acquistati secondo le proprie necessità.
Come per il Distance Schooling anche il Distance
Learning, il modello di apprendimento di riferimento è,
almeno agli inizi, il modello comportamentista:
interazione tra studente e docente è prevalentemente
unidirezionale, senza un ruolo partecipativo e attivo
dello studente nella costruzione del proprio sapere.
La Distance Learning (DL) è, anzitutto, utilizzata per
focalizzare l’attenzione sulle esperienze dello studente
piuttosto che sull’insegnamento, dipende dall’istruttore,
dallo studente, dal materiale che essi studiano e da
come in ultimo questo viene assimilato. Essa può
esplicarsi in modo sincrono e asincrono: questo sta a
significare che lo studente può interagire con
l’istruttore e altri studenti nel medesimo tempo,
secondo gli orari stabiliti dai programmatori dei corsi,
oppure durante il giorno, secondo le proprie personali
necessità di chiarimento o do consulenza, contattando i
docenti.
Il passaggio tra la seconda e la terza
generazione13
13 Calvani A. (2005). Op. cit.
20
l passaggio della FaD di seconda generazione alla
FaD di terza generazione può essere identificato
dalla nascita del Consorzio Nettuno, ovvero la prima
esperienza italiana di teledidattica, basato su una
partnership tra università e aziende per la realizzazione
di corsi universitari a distanza mediante l’utilizzazione
di trasmissioni televisive. La caratteristica principale
del Consorzio Nettuno è stata fin dall’inizio il tentativo
di integrare diversi mezzi e supporti per favorire
l’apprendimento individuale, anche se l’offerta
formativa continuava ad essere standardizzata.
I
Il modello di riferimento sono ancora le teorie
comportamentiste tradizionali ma fanno la oro
apparizione le prime esperienze progettate utilizzando
come teoria di riferimento il modello di istruzione
programmata di Skinner. Secondo il modello proposto
da Skinner, l’istruzione programmata per esser efficace
deve prevedere una significatività dei contenuti , la
logicità della loro successione, l’interesse dello
studente, la revisione della formulazione del
programma a seconda dei risultati raggiunti, la
valutazione degli obiettivi attraverso l’uso dei test.
Il processo di apprendimento è quindi fortemente
strutturato con un approccio tutoriale, finalizzato
all’acquisizione di determinate competenze: per ogni
azione corretta lo studente riceve un feedback/rinforzo
che condiziona le azioni successive, quindi maggiore è
il condizionamento maggiore è l’apprendimento.
I CAI (Computer Aided Instruction) e i CBT
(Computer Based Training) rappresentano i primi
21
tentativi, basati su questa teoria, di utilizzo dei supporti
informatici: la modalità prevalentemente utilizzata era
il self-learning per cui possono idealmente
rappresentare il passaggio tra la FaD di seconda
generazione e quella di terza generazione.
Il CAI è un programma supportato dagli strumenti
informatici, dove lo studente attraverso il monitor deve
compiere una serie di operazioni strutturate in
sequenza: il programma è molto rigido perché la
prosecuzione del percorso è possibile solo quando
vengono date le risposte corrette alle domande e quesiti
posti dal percorso.
L’interazione è limitata in quanta l’unica operazione
possibile riguarda la risposta alle istruzioni date dal
programma.
Il CBT è un prodotto più avanzato perché utilizza
supporti quali il Cd-Rom anche se rispetto ai prodotti di
FaD successivi presenta meno multimedialità e
interattività. Il modello pedagogico di riferimento è in
ogni caso l’istruzione programmata, che verrà
affiancata da modalità meno rigide come gli HCBT
(Hyper Computer Based Training) e gli ICBT
(Intelligent Computer Based Training).
La FaD di terza generazione e l’e-
Learning
22
alla metà degli anni ottanta, l’introduzione del
PC in ambito formativo, e, successivamente
negli anni novanta, l’utilizzo delle reti ha comportato
una rivoluzione in toto del modo di imparare e del
metodo di insegnamento, insieme alla concezione
stessa del processo di apprendimento come modalità
interattiva e multimediale e personalizzata.
D
I sistemi di terza generazione considerano il processo
sociale l’idea chiave dello sviluppo della formazione a
distanza, in questo caso chiamata anche online
education. In tal caso, la maggior parte del processo
formativo avviene in rete attraverso l’interazione dei
partecipanti in una vera e propria comunità di
apprendimento che favorisce sia il superamento
dell’isolamento del singolo che la valorizzazione dei
suoi rapporti con il gruppo. Si supera la definizione di
Formazione a Distanza per sostituirla con quella di e-
Learning che denota la possibilità di apprendere
assieme, anche se distanti per luogo e per tempo, in un
rapporto paritetico e di scambio non solo tra discenti,
ma secondo un modello che prevede un rapporto
dinamico, policentrico, tra i diversi soggetti della rete.
L’e-learning modifica sensibilmente i modelli erogativi
dell’istruzione a distanza classica, integrando
caratteristiche fisiche della didattica a distanza e
caratteristiche psicologiche di quella in presenza o
tradizionale, accentuando nuove dimensioni con un
ruolo maggiormente attivo e partecipativo assegnato ai
soggetti, un forte senso di appartenenza e presenza
(comunità di apprendimento, classi virtuali) e la
possibilità di una maggiore personalizzazione del
23
percorso di apprendimento. Con l’e-learning emerge
una nuova filosofia della formazione basata più sul
riutilizzo/condivisione della conoscenza già posseduta
dai partecipanti e meno sulla trasmissione dal docente
al discente.
Il termine e-learning attualmente è contraddistinto
da una numerosa costellazione di definizioni spesso
incomplete e fortemente caratterizzate dallo scenario
storico di riferimento nel quale sono state generate.
La recente adozione del termine e-learning, per
identificare i sistemi di formazione a distanza di
terza generazione, nasce inizialmente per descrivere
l’ampio ventaglio di soluzioni tecnologiche
disponibili grazie al supporto degli strumenti propri
dell’ICT e delle reti.
La FAD di terza generazione si avvale, quindi, delle
reti telematiche, sfruttando tutte le risorse dell’ICT
(Information and Communication Technology)
attualmente disponibili ed in continua
evoluzione,grazie alle quali non è più l’utente a
dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a
plasmarsi in base alle esigenze e alle conoscenze
dell’utente.
La caratteristica principale dell’e-Learning è
rappresentata dalla capacità, non soltanto di utilizzare
tecnologie in grado di amplificare il concetto di
interattività, ma anche di favorire “una concezione
essenzialmente psicologico-sociale del processo di
apprendimento, orientata e guidata dalle esigenze dei
formandi”14.
14 Brown J.S., Duguid P. (2000). The social life information, Harvard University Press, Cambridge.
24
Oggi l’e-Learning è entrato nel vocabolario dei
formatori per indicare una nuova modalità di
apprendimento (in sostituzione del termine sistemi di
Formazione a Distanza di terza generazione e/o di rete)
che definisce soluzioni formative (processi, logiche di
progettazione di prodotti, servizi e relativi strumenti
tecnologici) erogate in rete, contraddistinte dai seguenti
aspetti:
completamente a distanza, ossia in modalità full-
distance learning;
in modalità blended learning, ovvero forme di
carattere misto basate sull’integrazione di momenti
di formazione in aula e a distanza;
a supporto delle attività formative tradizionali, o
didattica web enhanced, in tal senso predispone di
aree di accesso ai materiali condivisi e tools di
comunicazione.
Grazie all’e-Learning, attraverso le reti, possono essere
accolte tutte le precedenti modalità di FaD
(autoapprendimento, formazione assistita) erogate nei
precedenti sistemi di formazione a distanza e
valorizzate all’interno di un unico ambiente integrato.
Il modello psicologico di riferimento va in crisi: le
teorie comportamentiste in cui lo studente è
essenzialmente visto come attore passivo, vengono
sostituite da modelli cognitivisti prima e costruttivisti
poi.
Mentre nelle teorie di Thorndike e Skinner il soggetto
rispondeva in modo condizionato allo stimolo
(materiale di apprendimento), il cognitivismo introduce
il concetto secondo cui il comportamento e
l’apprendimento dell’individuo non sono
25
semplicemente una risposta automatica a uno stimolo,
ma sono una stratega attivata per soddisfare uno scopo.
L’apprendimento diventa un mezzo per interagire con
l’ambiente mediante una capacità sempre più efficace
di risolvere i problemi e ristrutturare i propri schemi
cognitivi.
Per la prima volta, si iniziano a considerare le
specificità dello studente e del suo ruolo attivo
nell’apprendimento e nella costruzione della propria
rappresentazione del mondo circostante.
Le teorie che hanno condizionato l’evoluzione della
FaD in e-Learning sono raggruppate nel filone
appartenente al costruttivismo: nate negli anni ottanta,
le prospettive costruttiviste evidenziano il ruolo attivo
dello studente, centro del processo educativo.
L’interazione tra studenti e docente, assente nel
comportamentismo, viene introdotta nel cognitivismo
ma enfatizzata nelle teorie costruttiviste: ogni soggetto
è caratterizzato da modelli di apprendimento diversi e
attiva stili di apprendimento coerenti con il contesto
specifico anche in riferimento alle propensioni che
derivano dalle proprie esperienze di vita.
Il riferimento al processo ciclico di Kolb15 è inevitabile:
il processo circolare dell’apprendimento che continua a
trasformare conoscenze acquisite in punto di partenza
per nuove interpretazioni attraverso quattro fasi
(esperienza concreta, riflessioni, formulazione di nuovi
concetti, verifica) si attiva partendo da una
situazione/esperienza concreta.
15 Kolb. D. A. and Fry, R. (1975) 'Toward an applied theory of experiential learning;, in C. Cooper (ed.) Theories of Group Process, London: John Wiley.
26
È proprio all’interno delle teorie del costruttivismo che
è possibile ritrovare il concetto di apprendimento
collaborativo, ovvero la costruzione della conoscenza a
partire dalla condivisione del sapere comune a più
individui.
A tal proposito, Kaye16 così definisce l’apprendimento
collaborativo: “collaborare vuol dire lavorare insieme,
il che implica una condivisione di compiti e un’esplicita
intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di
nuovo o differente attraverso un processo collaborativo
deliberato e sfruttato, in contrasto con un semplice
scambio di informazioni o esecuzione di istruzione.
Un’ampia definizione di apprendimento collaborativo
potrebbe essere l’acquisizione da parte degli individui
di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il
risultato di un’interazione di un gruppo o, detto più
chiaramente, un apprendimento individuale come
risultato di un processo di gruppo”.
Hooper 17 ritiene che “le teorie costruttiviste devono
essere poste alla base di questo modello di
apprendimento, in quanto la conoscenza non è tanto il
risultato dell’attività di studio individuale quanto il
frutto di un processo di interpretazione della realtà che
avviene attraverso l’interazione di gruppo di pari”.
Pur partendo dalla considerazione che ognuno ha un
proprio modello di apprendimento, è possibile
individuare strutture cognitive comuni a più soggetti
che permettono la costruzione di una conoscenza
16 Kaye A. (1994). L’apprendimento collaborativo basato sul computer, Tecnologie didattiche, 4.
17 Hooper S., Simon. (1992). Cooperative Learning and Computer-Based Instruction. Educational Technology Research and Development, 40(3), pp. 21-38.
27
condivisa. L’interazione con gli altri è fondamentale
per promuovere il processo di apprendimento: il
confronto con gli altri diventa un momento
fondamentale per costruire le proprie conoscenze.
Secondo Nacamulli18, partendo da queste
considerazioni inevitabilmente il concetto di e-Learning
va oltre quello di formazione a distanza , in quanto
attraverso le nuove tecnologie web, viene recuperata la
dimensione interattiva e collaborativa ricollegabile alle
teorie psicologiche costruttiviste, che prende spunto
dalla relazione formativa.
Le definizioni dell’e-Learning hanno spesso enfatizzato
solo alcuni aspetti che lo caratterizzano, quali la parte
tecnologica, la componente formativa, gli aspetti
economico-organizzativi: è possibile però declinare
alcuni elementi caratteristici 19:
L’utilizzo di mezzi tecnologici digitali;
la separazione tra studente e tutor per tutto il
processo formativo;
l’investimento iniziale dell’organizzazione per la
progettazione e preparazione di materiale
multimediali e della piattaforma informatica di
riferimento;
la strutturazione di strumenti di comunicazione a
due vie per favorire l’interattività degli studenti in
modalità sia sincrona che asincrona;
la costruzione di una comunità virtuale di
apprendimento costituita dal gruppo di studenti del
percorso.
18 Op. cit.19 Keegan D. (1990). Principi di istruzione a distanza, La Nuova Italia, Firenze.
28
L’e-Learning è una modalità di formazione continua
non limitata, nella quale non si considera l’utilizzo
della rete come veicolo di informazioni, ma come
strumento per pensare e riprogettare i contenuti
formativi, modificare le modalità di archiviazione e
organizzazione, le modalità di fruizione e scelta dello
studente e di erogazione dei contenuti.
I WBT (Web Based Training) sono stati il primo
esempio di strumenti elettronici in rete che si
proponevano alcuni di questi elementi: lo studente in
questi casi, imparava a costruire in modo autonomo la
propria conoscenza ma anche a individuare e
raggiungere le informazioni più necessarie al proprio
sviluppo e crescita. Le limitate possibilità iniziali di
Internet hanno permesso la diffusione di questi supporti
nonostante la loro interattività limitata e la possibilità di
trasferire dati numericamente inferiori rispetto alle
possibilità offerte dalla rete.
Lo sviluppo delle tecnologie legate a internet ha
permesso di utilizzare la rete come strumento di
comunicazione sincrona e asincrona, mettendo in
condivisione e comunicazione studenti diversi. La posta
elettronica, i forum e le bacheche elettroniche sono
alcuni strumenti che hanno facilitato il confronto
studenti-docenti.
La possibilità di rispondere da qualsiasi luogo e in
qualsiasi momento alle domande dei propri studenti (e-
mail), la creazione di spazi per scambiarsi opinioni e
conoscenze (in modalità asincrona e sincrona), gli
scambi in tempo reale di brevi messaggi testuali (chat)
hanno ampliato le possibilità di interazione.
29
Figura 2 Diverse modalità di FaD (adattato da Bioghini D., Cengarle M., 2000)
L’E-Learning
on il termine e-Learning si vuole indicare l’uso
della tecnologia per progettare, distribuire,
selezionare, amministrare, supportare e diffondere la
formazione, realizzando percorsi formativi
personalizzati; è il nuovo modo di studiare reso
possibile dalle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione.
C
30
In un processo di e-learning l’attenzione è incentrata
sull’utente. L’idea di fondo è che la formazione
dovrebbe essere intesa come un percorso al quale
l’utente partecipa attivamente; concezione del tutto
diversa rispetto a quella promossa dai precedenti
sistemi di educazione a distanza, dove la formazione
era vista come un processo unidirezionale che partiva
dal docente per arrivare al discente.
L’e-Learning utilizza per definizione in modo
intensivo le opportunità offerte dalla telematica. Si
distingue dalla FaD di prima generazione (giocata
sostanzialmente per vie postali) e dalla FaD di
seconda generazione (già in grado di utilizzare
strumenti multimediali e di telecomunicazione,
queste ultime non ancora informatizzate) non solo
per la qualificazione delle relazioni (in termini di
velocizzazione e intensificazione) e per la
quantità/qualità dei materiali informativi messi in
rete, bensì prevalentemente per la possibilità di
adottare modalità di apprendimento di tipo
costruttivista e di consentire la costruzione sociale
delle conoscenze attraverso forme telematiche di
lavoro collaborativo tra gli studenti/utenti.
L’e-Learning, utilizzando le reti, può accogliere tutte
le precedenti modalità di FaD (autoapprendimento,
formazione assistita) erogate nei sistemi passati e
valorizzarle all’interno di un ambiente integrato che,
nelle sue forme più evolute, è in grado di mobilitare
l’utente finale verso l’attivazione di una esperienza
formativa efficace.
All’utente vengono garantiti, in particolare:
31
un costante supporto tecnico informatico,
predisponendo qualificate figure di assistenza
(tutor, amministratori di sistema);
un adeguato supporto ai contenuti di
individualizzazione dell’apprendimento,
affiancando l’attività di studio indipendente a
esperienze di relazione con i tutor, i docenti o i
pari (peer tutoring) per favorire l’acquisizione
d’informazioni dal valore formativo;
un qualificato supporto ai contenuti (materiali) di
personalizzazione dell’apprendimento, e di
cooperative learning.
Se nelle attività rivolte all’individualizzazione
dell’apprendimento promosse dal docente, la
riproduzione culturale continua a ricoprire una
funzione primaria, nelle attività secondarie, rivolte
alla personalizzazione dell’apprendimento, iniziano
a profilarsi le nuove vere frontiere dell’e- learning.
L’approccio metodologico adottato da un corso in
modalità e-Learning dovrebbe essere capace di
sfruttare tutte le specificità della rete, in particolare
l’interattività e la multimedialità. Il corsista
dovrebbe essere stimolato a giocare un ruolo attivo
disponendo di materiali interattivi come strutture
ipertestuali navigabili, laboratori virtuali e materiali
strutturati in un percorso formativo che sia
contestualizzato rispetto all’esperienza personale dei
corsisti (life-centered), rispetto ai compiti operativi
(task-centered) e basato sulla risoluzione di problemi
(problem-centered).
L’ erogazione di un’attività di e-learning può avvenire,
secondo diverse modalità:
32
online in modalità sincrona, attraverso lo strumento
della classe virtuale in cui gli utenti interagiscono
con un docente o tutor della materia. Durante le
lezioni live gli utenti possono comunicare,
utilizzare materiali in vari formati, navigare sul web
sotto la guida del tutor, scrivere su una lavagna, fare
dei test, formare gruppi di lavoro guidati;
online in modalità asincrona, con una fruizione di
contenuti interattivi che favoriscono la
partecipazione attiva dell’utente singolo, o della
classe virtuale, al processo di apprendimento;
off line, con l’utilizzo di supporti quali testi
cartacei, cd-rom, video, dvd o altri materiali
scaricabili e con possibilità di stampa dei contenuti
in formato testo o immagine.
Le risorse umane, intese come capacità di generare
nuova conoscenza, sono essenziali per risolvere i
problemi complessi della società contemporanea ed
internet condivide e costruisce conoscenza fornendo un
ambiente standardizzato per l’e-Learning.
Per fare dell’e-Learning un sistema di formazione
che utilizza le tecnologie di rete per progettare,
distribuire, gestire e ampliare l’apprendimento
occorre, oltre che cambiare il modo di pensare e
progettare i contenuti formativi, realizzare un
ambiente di formazione integrato che utilizzi
particolari strumenti per rendere disponibili tali
contenuti20.
Con l’introduzione dei nuovi strumenti elettronici la
comunicazione si sta modificando e le discipline che 20 V. Eletti, Che cos’è l’e-learning, Carocci, Roma, 2002, pp 64-65.
33
se ne occupano non possono esimersi dal
confrontarsi con tali cambiamenti.
La didattica deve confrontarsi con i nuovi strumenti
che sostengono lo scambio comunicativo per:
analizzarne le potenzialità;
individuare gli ambiti nei quali possono essere
introdotti efficacemente;
definirne le caratteristiche principali;
educare ad un uso attivo;
personalizzare il processo d’apprendimento.
Una definizione iniziale di comunicazione potrebbe
indicarla come uno scambio di informazioni,
intenzionalmente orientate, da un emittente ad un
ricevente. Numerosi studi, appartenenti a diversi
ambiti disciplinari, mostrano una particolare chiave
di lettura del fenomeno.
Secondo la prospettiva psicologica più orientata al
sociale, si interpreta la comunicazione come
un’interazione tra soggetti che condividono un
significato, finalizzata a rispondere a specifiche
necessità fondamentali per la persona ed utile sia a
soddisfare necessità di tipo fisico sia a sviluppare il
senso di identità.
Secondo un approccio sociologico, invece, la
comunicazione viene vista come strumento di
elaborazione dell’identità di gruppo (per consentire
la reciproca riconoscibilità, per fondare la propria
intersoggettività, per dare voce al dissenso).
Secondo un approccio pedagogico,21 infine, la
comunicazione viene vista come strumento per la
fondazione dell’identità personale (come forma di
21 Guerra L., Educazione e tecnologie, i nuovi strumenti della mediazione didattica, Junior, Bergamo, 2002, pp.171-189.
34
valorizzazione del soggetto, come strumento di
costruzione della realtà).22
La Comunicazione Mediata dal Computer (CMC) si
riferisce alla comunicazione che si può instaurare tra
due o più persone attraverso l’utilizzo del computer.
La CMC nasce come applicazione dell’informatica
agli strumenti tradizionali della comunicazione ed è
definibile anche come comunicazione telematica.
Ogni forma di CMC ha delle specifiche
caratteristiche ed é quindi necessario rilevarne le
singole peculiarità e analizzarle in funzione dell’uso
che la didattica può farne per potenziare e migliorare
i classici sistemi di trasmissione del sapere, di
elaborazione delle conoscenze e di espressione della
propria fantasia. Diverse sono le forme di
comunicazione interpersonale che possono essere
attivate attraverso una rete di computer, sia nel caso
di comunicazione sincrona, quando, cioè, avviene in
simultanea ed é necessario che le persone siano
contemporaneamente collegate alle rete, sia
asincrona, quando, invece, la comunicazione
telematica avviene in differita e non é necessario che
le persone siano contemporaneamente collegate.
A seconda del mezzo o della modalità d’uso dello
stesso, la comunicazione può essere di tre tipi: uno a
uno, uno a molti, molti a molti. Nel primo caso
parliamo di messaggistica personale, negli altri due
di e-conferencing. A seconda del tipo di
22 Calvani A., Rotta M., Comunicazione e apprendimento in Internet, didattica costruttivistica in rete, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 1999, pp109-147
35
comunicazione instaurata, saranno differenti i tools
utilizzati.23
Tra i tools di comunicazione di tipo asincrono
solitamente impiegati nel processo di costruzione, di
scambio dell‘informazione e in quello di
soddisfazione dei bisogni quotidiani, possiamo
evidenziare:
la posta elettronica (e-mail), simile alla
spedizione e ricezione di messaggi attraverso il
servizio postale, si caratterizza in particolare per
il fatto che il messaggio spedito è in formato
elettronico (e quindi facilmente riutilizzabile e
rieditabile), il recapito è molto più veloce ed
economico, permette di allegare qualsiasi altro
tipo di file multimediale, la circolazione dei
messaggi può essere organizzata per aree di
interesse;
il forum, gruppo di discussione attraverso il
quale è possibile scambiare messaggi su un
particolare argomento di interesse e che
garantisce una visualizzazione accurata
dell’andamento della discussione in corso;
la newsletter, una sorta di bacheca elettronica a
tema cui è possibile accedere con un’apposita
iscrizione che permette ai partecipanti di leggere
i messaggi inviati via e-mail dagli altri utenti del
servizio e di inviarne i propri;
la mailing-list, utilizzata da un gruppo di utenti
che si scambia messaggi via e-mail e che
garantisce a ciascun utente di poter ricevere e
23Trentin G. (1998). Insegnare e apprendere in rete, Zanichelli, Bologna, pp. 27-33 e 65- 83.
36
inviare messaggi da e a tutti gli altri membri del
gruppo permettendo così una completa visibilità
reciproca in paritetica coabitazione;
il blog, pagina web contenenti annotazioni e
commenti personali simile ad un diario personale
o con focus su argomenti specifici e utilizzabile
per diversi scopi (es. propaganda o discussione
politica, mezzo di comunicazione aziendale
interna, supporto per la didattica, giornalismo)
Tra i tools di comunicazione di tipo sincrono
solitamente ricondotti alla dimensione socio-
pedagogica, in quanto facilitano la costruzione sia
del senso di identità di gruppo, sia di quello
personale, possiamo evidenziare:
la chat, lo scambio dei messaggi avviene in
tempo reale all’interno di stanze in cui ciascun
utente può comunicare liberamente, su qualsiasi
argomento, con gli altri membri della chat;
l’instant messaging, sistema di comunicazione
che consente di scambiare in tempo reale, fra
utenti di due computer connessi in rete, frasi e
brevi testi e spesso offre anche altri servizi oltre
al semplice invio di messaggi;
la videoconferenza, permette di trasmettere
contemporaneamente immagini e suono ma
necessita per questo di appositi dispositivi
hardware. Si può attuare sia per una
comunicazione molti a molti, riproducendo a
distanza le stesse situazioni che si avrebbero in
una riunione in presenza, sia per una
comunicazione uno a uno, riproponendo una
situazione analoga a quella di una telefonata con
37
in più il supporto dell’immagine degli
interlocutori, sia, infine, per una comunicazione
uno a molti, riproponendo ad esempio una
lezione frontale ma con il totale abbattimento
delle distanze spaziali.
Dal punto di vista delle singole esperienze, le soluzioni
adottabili dal punto di vista tecnico per realizzare
formazione in rete possono essere molto differenziate
per quanto riguarda i contenuti, le modalità di fruizione,
gli strumenti utilizzati, i tempi. Naturalmente, le scelte
dipendono tanto dalle finalità e dalle caratteristiche
degli utenti quanto dalle risorse a disposizione del
fornitore.
Tuttavia, i principi di fondo che ispirano la
progettazione della formazione in rete implicano la
presenza di caratteristiche comuni alle diverse
tipologie: l’interattività, la modularità, la flessibilità, il
ricorso a più figure professionali e in particolare a più
figure tutoriali.
L’interattività, ovvero la presenza di una forte
componente comunicativa, si realizza con la possibilità
di relazionarsi in ogni momento con i docenti/tutor e
all’interno del gruppo dei pari per scambiare
informazioni, esperienze e materiali: l’esperienza
formativa ê basata sulla condivisione delle conoscenze
e sul confronto.
Le soluzioni tecniche per consentire l’interscambio
sono plurime (ambienti di comunicazione asincrona
come forum, mailing list, e-mail o sincrona, come chat,
videoconfereze ecc.), ciascuna delle quali presenta
punti di forza e aspetti di criticità. L’interattività si
realizza anche attraverso una organizzazione e
38
articolazione dei contenuti che preveda la libera
esplorazione ipertestuale dei materiali offerti ed infine
attraverso la possibilità di verificare il proprio
personale percorso attraverso una gamma articolata di
operazioni di feed-back.
La modularità, ovvero la suddivisione dei contenuti
dell’apprendimento in moduli didattici.
Per modulo didattico si intende un segmento
significativo e unitario di un più esteso percorso
disciplinare o interdisciplinare in grado di far
perseguire, in un arco di tempo definito, obiettivi i
individuati verificabili ed eventualmente certificabili .
Il modulo è a sua volta articolato in ulteriori segmenti
unitari (unità didattiche) di numero variabile. Requisito
fondamentale del modulo è la sua componibilità,
ovvero la sua capacità di interagire con altri moduli e di
essere suscettibile di progressivi approfondimenti.
Nell’ambito della formazione online, generalmente il
termine modulo designa non soltanto la porzione di
curricolo con le caratteristiche sopra definite di
omogeneità, unitarietà e rispondenza a specifici
obiettivi da raggiungere in termini di conoscenza e
competenza, ma anche la forma nella quale sono
articolati i diversi segmenti. Le specifiche
caratteristiche del modulo online sono quindi da un lato
mutuate dalla didattica modulare, dall’altro designano
anche le modalità in cui i contenuti sono rappresentati
in una struttura informatizzata.
Rispetto al modulo didattico in presenza, il modulo
informatizzato presenta una maggiore rigidità nel senso
che deve essere compiutamente organizzato e
predisposto preventivamente.
39
Tuttavia, nelle soluzioni tecnologicamente più avanzate
è prevista la possibilità da parte dei docenti di
intervenire in modo agile anche in corso d’opera con
integrazioni e aggiustamenti dei materiali offerti sulla
base dei risultati ottenuti dai singoli allievi.
La struttura informatizzata e le potenzialità della rete
Internet facilitare:
le operazioni di controllo in itinere, attraverso la
possibilità di offrire una vasta gamma di test e
verifiche intermittenti (sia a risposta chiusa che
aperta) e la tracciabilità dei percorsi
d’apprendimento;
la verifica e valutazione delle funzionalità del
modulo attraverso l’analisi della memoria del
percorso didattico. L’informatizzazione consente
infatti una automatica (e perciò altamente accurata e
costante) documentazione dell’operatività di tutte le
componenti del sistema;
la realizzazione da parte degli allievi di percorsi
differenti, attraverso l’ampliamento dello
scaffolding di supporto (piste per
l’approfondimento, possibilità di esplorazione
ipertestuale di risorse e materiali variamente
collegati al modulo.
L’utente in questo modo può muoversi liberamente
all’interno di più sistemi ed anche selezionare risorse
educative da sistemi differenti. Per raggiungere questo
traguardo è stato necessario pensare a dei modelli
modulari e condivisi di rappresentazione della
conoscenza e di descrizione dei contenuti che hanno
portato all’affermazione del concetto di oggetto di
apprendimento o learning object.
40
Gli attributi essenziali di un learning object (LO) sono
la modularità e la riusabilità e si rifanno ad esigenze di
efficienza ed efficacia nel processo didattico online.
L’esigenza di dover avere a disposizione contenuti
formativi prodotti e riutilizzati facilmente ha fatto si
che il termine modularità diventasse una parola chiave
dell’apprendimento in rete, intendendo con questo
termine la possibilità, per l’appunto, di riorganizzare i
contenuti di un corso secondo gli obiettivi formativi e
le necessità del soggetto.
L’unità learning object più che un semplice prodotto
tecnologico esprime un modo diverso di pensare e di
fruire la conoscenza secondo cui i contenuti, svincolati
dai supporti tradizionali di comunicazione, diventano
fruibili attraverso modalità fluide e immateriali che
consentono una riusabilità in situazioni e contesti molto
diversi.
La flessibilità, tipici elementi di flessibilità che la FaD
introduce nel processo formativo sono:
la flessibilità di tempo: ciascuno può seguire i corsi
negli orari maggiormente compatibili con le proprie
disponibilità e secondo i ritmi individuali di
apprendimento;
la flessibilità di spazio: ciascuno segue il corso della
propria sede, evitando spostamenti dispersivi e
spesso costosi;
la flessibilità dei materiali proposti: i materiali
didattici vengono pubblicati e rilasciati in modalità
modulare, per una fruizione agevole e
personalizzata e possono essere integrati in itinere.
Il salto di qualità, pertanto, che distingue la terza
generazione dalle precedenti è lo spostamento
41
dell’attenzione dai contenuti erogati ai processi che
realizzano l’apprendimento basato su una dimensione
sociale e costruttiva che vede l’allievo protagonista
attivo del proprio percorso formativo.
Il concetto chiave intorno al quale ruotano tutti gli
aspetti del processo è quello dell’interazione, definibile
come possibilità che ha l’utente di influire su di un
percorso didattico ed essere a sua volta influenzato in
modo più o meno efficace e rispondente alle proprie
necessità.
L’e-learning nel panorama attuale
ttualmente le persone hanno bisogno di
apprendere più cose che in passato: si registra,
infatti, una forte crescita del bagaglio di conoscenze ed
informazioni necessarie agli individui per assumere un
ruolo attivo nelle attività sociali e professionali cui
partecipano.
A
Contemporaneamente, decresce il periodo di validità
temporale delle conoscenze e delle competenze da loro
42
possedute. Ciò comporta l’esigenza sempre più
pressante di soddisfare un bisogno d’apprendimento e
di formazione continua nel corso della vita di ciascuno.
Se le nuove tecnologie, con la loro presenza sempre più
sfacciata all’interno della vita privata e professionale
degli individui, non fanno che aumentare questo
bisogno, allo stesso tempo, forniscono dei mezzi che
aiutano ad affrontare questa sfida.
Uno di questi è certamente la multimedialità.
Il termine multimedialità o multimediale deriva dal
latino medium ovvero mezzo, qui inteso come mezzo di
comunicazione, e si può grossolanamente tradurre con
molti mezzi.
Si parla di contenuti multimediali quando per
comunicare un’informazione riguardo a qualcosa ci si
avvale di molti media diversi: immagini in movimento
(video), immagini statiche (fotografie), musica e testo.
Ancora, il Multimedia è definito da Di Bari24 come
“l’accesso contemporaneo e integrato a contributi
paritetici realizzati con tecniche mediali differenti e in
relazione interattiva con l’utente. Il multimedia è
pertanto codificabile in relazione alle seguenti
caratteristiche:
contemporaneità e molteplicità dei media: il
prodotto è costruito da più media presenti
simultaneamente;
complementarietà dei media: i media presenti
contemporaneamente collaborano alla creazione di
un unico messaggio;
24 Di Bari V.(2000). Management multimediale, Milano, Edizioni Il Sole 24 ore, pp. 4-5, 17
43
integrazione dei media: l’innovazione più rilevante
che l’informatica ha apportato alla comunicazione è
la possibilità di rendere compatibili tutti i media in
un unico formato, quello digitale, per poterli
comprimere, manipolare, ed effettivamente
compattare in un unico nuovo media;
interattività dei media: l’utente del prodotto
multimediale è in grado di determinare attivamente
il proprio percorso informativo, scegliendo nel
corso della navigazione i dati ai quali accedere ed
alternando il flusso della fruizione. Grazie a tale
opportunità l’utente può intervenire sul messaggio
che sta ricevendo per conformarne la struttura;
pariteticità dei media: nessun media ha la funzione
guida rispetto agli altri. Questo non implica che in
un prodotto tutti i media devono essere utilizzati in
parti uguali, ma che la presenza dell’uno sia
essenzialmente legata alla maggiore capacità di altri
di esprimere un contenuto”.
Le tecnologie multimediali hanno dunque superato il
limite bimediale testo-immagine. Inoltre i progressi
della grafica e delle sue applicazioni hanno
notevolmente modificato la trasmissione del sapere e
hanno arricchito i contenuti con rappresentazioni in
grafica tridimensionale, animazioni e simulazioni.
La multimedialità permette di velocizzare i tempi della
trasmissione delle informazioni, supporta le imprese e
le istituzioni scolastiche nella formazione, garantisce ad
un numero sempre maggiore di persone un acceso
veloce e semplificato all’informazione ed alla
formazione facilitando il processo di democratizzazione
della conoscenza.
44
La peculiarità della formazione e-Learning rispetto alla
più tradizionale formazione a distanza e a quella
classica consiste nella maggior attenzione che si pone
all’interazione tra gli attori del processo formativo.
L’elemento chiave dello sviluppo concettuale di questo
modello è l’idea di comunicazione e apprendimento
come processi sociali.
La recente adozione del termine e-learning, per
identificare i sistemi di formazione a distanza di terza
generazione, nasce inizialmente per descrivere l’ampio
ventaglio di soluzioni tecnologiche disponibili grazie al
supporto degli strumenti propri dell’ICT e delle reti.
In merito alla particolare definizione di e-learning tratta
dalla pubblicazione del rapporto ANEE 200425, dopo
una attenta analisi della formazione on-line nei suoi
diversi ambiti applicativi, emerge una complessa
interpretazione/definizione del concetto di e-learning,
inteso come “una metodologia di insegnamento e
apprendimento che coinvolge sia il prodotto sia il
processo formativo. Per prodotto formativo si intende
ogni tipologia di materiale o contenuto messo a
disposizione in formato digitale attraverso supporti
informatici o di rete. Per processo formativo si intende
invece la gestione dell’intero iter didattico che
coinvolge gli aspetti di erogazione, fruizione,
interazione, valutazione. In questa dimensione il vero
valore aggiunto dell’e-Learning emerge nei servizi di
assistenza e tutorship, nelle modalità di interazione
25L’Associazione nazionale produttori di tecnologie e servizi per l’informazione e la comunicazione (ASSINFORM) aderente a Confindustria avvalendosi della Commissione dei contenuti multimediali (ANEE) realizza periodicamente un osservatorio sull’e-learning (il riferimento è alla pubblicazione dell’edizione 2004).
45
sincrona e asincrona, di condivisione e collaborazione a
livello di community”.26
Questo tipo di formazione non ha alcuna pretesa di
sostituire né la modalità di formazione a distanza di
seconda generazione. Ciascun tipo di formazione,
infatti, è più funzionale a determinati contesti formativi
e non ad altri. Inoltre, anche la più rigorosa formazione
a distanza di terza generazione, comprende degli
incontri in presenza (di solito all’inizio e alla fine del
ciclo di formazione online) a testimonianza del fatto
che una modalità di formazione non necessariamente
esclude l’altra.
La tradizionale formazione in aula presenta,
certamente, alcuni vantaggi indiscutibili: prima di tutto
la familiarità con questo tipo di situazione sia per il
docente che per il discente; in secondo luogo la
possibilità per il docente di correggere il tiro nel corso
della lezione grazie alle reazioni immediate che gli
rivelano le domande, i gesti e le espressioni dei visi dei
discenti; infine la vicinanza fisica dei discenti che
riescono a creare gruppi d’interesse e a collaborare
insieme per il conseguimento degli obiettivi formativi.
Tuttavia, nel caso in cui la classe degli allievi sia troppo
numerosa si perdono tutti i vantaggi legati al rapporto
faccia a faccia e la gestione dei feedback da parte del
docente diventa difficile se non impossibile.
Inoltre, il mezzo aiuta la riflessione mentre il trambusto
della classe non permette altrettanto. Gli studenti con
l’e-Learning possono ottenere più tempo e attenzione
26Liscia R., (a cura di) E-learning, stato dell’arte e prospettive di sviluppo, Apogeo, Milano, 2002, p. 12
46
per le loro idee di quanto non avvenga solitamente
nell’ambito della formazione tradizionale.
Uno dei vantaggi indiscutibili dell’e-learning è la
possibilità che i contenuti siano disponibili e fruibili nei
momenti e nei luoghi scelti dagli utenti. Si potrebbe
affermare che questa possibilità era già fornita dai
modelli di formazione a distanza di seconda
generazione. Esiste, tuttavia, una differenza
fondamentale tra i due: i modelli di terza generazione
permettono a discenti e docenti di dialogare e
collaborare tra di loro. I messaggi sono di tipo
bidirezionale e la comunicazione, che può essere del
tipo uno ad uno, uno a molti, molti a molti,27 ha la
possibilità di divenire interattiva. La comunicazione
può essere sincrona o asincrona. Nel primo caso gli
studenti possono comunicare col docente o con i
colleghi via internet in tempo reale, sia in modo testuale
(via chat) che audio. La formazione è asincrona, invece,
nel caso in cui gli studenti comunicano con i docenti o
tra di loro in modalità differita attraverso le e-mail o i
forum di discussione.
Nello specifico Harasim sostiene che la computer-
conferenza è molto di più di un semplice strumento
tecnico per lo scambio di informazioni; infatti,
promuove la condivisione della conoscenza e la
comprensione dei messaggi dei vari utenti collegati in
rete. Ogni conferenza è un file o archivio costruito e
condiviso dai membri della conferenza; il sistema
archivia automaticamente i commenti, li classifica in
27 Harasim L. (1989). On-Line Education: A New Domain. In Mason R., Kaye. A (Eds.), Mindweave: Communication, Computers and Distance Education, pp.50-62, Pergamon Press, Oxford.
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funzione dell’argomento e consente ai membri di
tenersi aggiornati su eventuali nuovi commenti relativi
ad una determinata area di interesse. L’archivio
comune di una conferenza rappresenta un oggetto
condiviso che stimola ed organizza le discussioni di
gruppo e le dinamiche interattive.
Un fondamentale punto di forza della formazione a
distanza di terza generazione, oltre al superamento delle
barriere spazio temporali, è la gran flessibilità nei modi
e negli stili d’apprendimento, la possibilità di
personalizzare il proprio percorso formativo alla luce
delle proprie competenze e degli obiettivi specifici da
raggiungere, adattandolo anche a chi è in situazioni di
partenza svantaggiate.
L’e-Learning supporta il modello di sviluppo che Boot
e Hodgson28 hanno definito come “lo sviluppo
dell’intera persona e specialmente dalla capacità di
continuare a dare un senso a se stessi e al mondo in cui
viviamo”.
Nonostante i numerosi vantaggi, l’e-Learning non è
esente da limiti. Gli ostacoli più immediati sono quelli
legati a problemi tecnologici (possibilità di accedere
alla rete, velocità di trasmissione dei dati, costi delle
bollette, ecc) e alle conoscenze informatiche degli
utenti (abilità nell’uso di una interfaccia grafica,
capacità di elaborare testi attraverso programmi di
videoscrittura, di salvare dei file ed archiviarli, ecc.).
Tra i limiti più difficili da superare vi sono quelli legati
alle abilità proprie di ogni singolo studente. Fanno parte
28 Boot R., Hodgson V. (1987). Open Learning: Meaning and Experience. Beyond Distance Teaching-Towards Open Learning. Hodgson V., Mann S., Snell R., Milton Keynes, SRHE/OU Press, p. 25
48
di queste abilità quella di saper leggere i messaggi degli
altri studenti, anche se lunghi e complessi e di
formulare risposte appropriate attraverso un mezzo che
non consente un contatto diretto.
Anche la gestione del tempo fa parte di queste capacità:
non tutti sono capaci di gestirlo in maniera flessibile ma
programmata, di leggere il materiale dei corsi nei tempi
più opportuni e di svolgere entro i limiti i compiti
assegnati.
Un’altra importante capacità che dovrebbero possedere
gli utenti per sfruttare al meglio le potenzialità dell’e-
learning e quella di saper interagire interattivamente
con gli altri studenti. Questa consiste nel considerare
idee alternative e fornire contro esempi, saper
condividere il lavoro con gli altri in maniera
collaborativa, incoraggiare la partecipazione degli altri
studenti.
Non si può negare il fatto che una comunicazione
scritta, soprattutto se asincrona, può non interessare
tutti gli studenti che da alcuni viene percepita come
fredda . Inoltre, se non si ha la possibilità di accedere
spesso alla rete si rischia di rimanere indietro, portando
inevitabilmente all’alienazione di alcuni componenti
dell’aula virtuale soprattutto se non preparati sin
dall’inizio ad un tipo di apprendimento collaborativo e
costruttivista.
49
Il ruolo del nuovo formatore29
li strumenti tipici delle comunità funzionali ad
assicurare l’interattività e, quindi, ad alimentare
la motivazione ad apprendere e la partecipazione sono:
i forum online, che costituiscono dei momenti di
approfondimento nei quali i soggetti in formazione
scambiano informazioni su argomenti specifici; le chat
e le mailing-list che, collocati al di fuori dei tempi e
degli spazi del corso, rappresentano momenti di
socializzazione.
G
Tuttavia il rischio di isolamento e di demotivazione, in
particolare per gli studenti che partono svantaggiati
riguardo al possesso delle abilità necessarie perseguire
il percorso formativo, è sempre dietro l’angolo.
Favorire lo sviluppo armonico delle relazioni sociali
all’interno del di un gruppo di allievi è il miglior
sistema per creare partecipazione e motivazione nei
soggetti impegnati nel processo di formazione.
A questo riguardo ricopre un ruolo fondamentale il
tutor: guardare all’e-Learning dal punto di vista del
nuovo formatore significa considerare principalmente
la dimensione relazionale, senza trascurare,
naturalmente, le conoscenze in campo tecnico e
tecnologico che lo contraddistinguono rispetto ad un
formatore di stampo tradizionale.
Al tutor di rete è riservato l’arduo compito di
facilitatore degli apprendimenti curricolari. A tal fine,
egli può utilizzare i due canali comunicativi del forum
29 La Prova A. (2008). Apprendimento cooperativo e differenze individuali, Edizioni Erickson, Trento
50
comune e della posta elettronica privata per tessere
relazioni con i corsisti e supportare le attività
didattiche. Il tutor deve saper motivare, incoraggiare,
animare e, allo stesso tempo, dirigere sapientemente il
gruppo di studio, nella consapevolezza delle dinamiche
interne. Infatti, questa figura deve lavorare duramente
per evitare che il corso proceda unicamente grazie
all’attività collaborativa di un ristretto nucleo di
membri che scrivono quasi tutti i messaggi, mentre
studenti estranei al nucleo si limitano a leggerli, si
collegano sempre meno e, sentendosi esclusi, sono
sempre più inclini ad abbandonare completamente. In
questo senso il tutor si rivolge più ai processi che ai
contenuti.
Il tutor deve essere un buon conoscitore degli aspetti
emozionali, cognitivi e sociali della comunicazione
online e deve essere in grado di gestire l’apprendimento
collaborativo non solo del singolo discente ma di tutto
il gruppo e deve essere in grado di animare il clima
virtuale che potrebbe spersonalizzarsi ed astrarsi, a
causa della distanza fisica degli interlocutori.
Di seguito verranno descritti in breve i principali
vantaggi dell’apprendimento collaborativo in rete.
Vantaggi cognitivi e motivazionali: la
comunicazione di gruppo di tipo virtuale facilita
l’attivazione di livelli cognitivi superiori (ad
esempio lo sviluppo del pensiero critico, la
valutazione delle strategie di risoluzione dei
problemi, ecc.), elicita l’interesse verso le attività di
studio e promuove l’assunzione di responsabilità
del proprio ed altrui processo di apprendimento.
51
Rimozione dei limiti spazio-temporali: i
partecipanti apprezzano l’opportunità di potersi
collegare e di partecipare nel momento da loro
prescelto.
Possibilità di accedere al sistema per tutta la
giornata: questa modalità consente agli studenti di
concentrarsi efficacemente sulle discussioni ,
poiché possono scegliere i tempi di partecipazione.
La disponibilità dei resoconti memorizzati delle
discussioni, rende la rete un prezioso strumento di
ricerca e di apprendimento, funzionante sia come
base- dati che come archivio.
Le attività educative online (a cui gli utenti
accedono attraverso il loro computer a casa o al
lavoro) promuovono una connessione significativa
tra lavoro e apprendimento. I partecipanti trovano
questa caratteristica molto significativa in relazione
alle attività di sviluppo professionale, a quelle di
ricerca, dato che il medium elettronico porta il
materiale del corso e i partecipanti direttamente
nell’ambiente dello studio (casa-scuola-lavoro).
L’apprendimento di gruppo favorisce la
circolazione di un vasto insieme di informazioni e
la realizzazione di esperienze rilevanti: la rete
funziona come uno strumento efficace per la
gestione delle informazioni poiché facilita il
recupero e la selezione dei dati che verranno
sottoposti a processi di valutazione e di riflessione
critica.
52
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