dal Razionalismo al Rinascimento

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dal Razionalismo al Rinascimento Campisano per i quaranta anni di studi di Silvia Danesi Squarzina

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Campisano

per i quaranta annidi studi diSilvia Danesi Squarzina

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a cura di

M. Giulia Aurigemma

Campisano Editore

dal Razionalismoal Rinascimento

per i quaranta annidi studi diSilvia Danesi Squarzina

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In copertina:

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Suonatore di liuto, particolare,inv. no. GE-45, già collezione Giustiniani.© The State Hermitage Museum, St. Petersburg

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Pubblicato con fondi del Dipartimento di Storia dell’arte e dello spettacolo, Facoltà di Lettere, Filosofia, Scienze Umanistiche e Studi Orientali, Sapienza Università di Roma,e con fondi del Dipartimento di Studi medievali e moderni, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Chieti-Pescara G. D’Annunzio

Il testo ha superato la procedura di accettazione per la pubblicazione basata su meccanismi di revisione soggetti a referees terzi

La curatrice M. Giulia Aurigemma ringrazia:Sergej Androsov, e la Direzione dell’Ermitage per la gentile concessione dell’immagine in copertinaAdriano Amendola, per l’insostituibile e intelligentesupporto e apporto dalla prima all’ultima faseeditoriale del volume, e Loredana Lorizzo per i controlli redazionaliFrancesco Solinas per consigli sempre lungimiranti, e Cecilia Mazzetti di PietralataInoltre Laura Bartoni, Tiziana Checchi, DalmaFrascarelli, Francesca Parrilla, Cecilia Vicentini; ed infine, per la pazienza e la professionalità, Graziano Giovanni Campisano ed Enrico D’Andrassi

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Indice

pag. 9 PremessaMarina Righetti Tosti-Croce

13 IntroduzioneM. Giulia Aurigemma

19 Tabula gratulatoria

21 Una ipotesi per l’AlbertiMaurizio Calvesi

24 Note sulla committenza romana del cardinale Angelo Capranica, mecenate e collezionista del RinascimentoAnna Cavallaro

34 La Derelitta del Botticelli: appunti per il soggettoSergej Androsov

40 Giovanni Damasceno e l’iconografia del sepolcro vuoto nell’AssunzioneStefania Pasti

47 Phileros: il soprannome accademico e umanistico di Achille BocchiStefano Colonna

53 Raffaello nella Libreria PiccolominiChristoph Luitpold Frommel

64 Novità su Sebastiano e l’antico alla FarnesinaCostanza Barbieri

71 Un ritratto di Sebastiano Serlio?Sabine Frommel

80 Alessandro Vittoria: un bozzetto per palazzo ThieneLorenzo Finocchi Ghersi

87 Aggiunte al catalogo di Nero Alberti da SansepolcroCristina Galassi

94 Nuovi contributi su Marcello Venusti copista di MichelangeloFrancesca Parrilla

101 La famiglia De Torres e Marcello VenustiAnna D’Amelio

107 Tommaso Laureti e la sua formazione: un’ipotesi per iniziareMaria Giuseppina Mazzola

111 Commercio e ‘fortuna’ di marmi e «pietre mesche coloriti» nella Sicilia del secondo CinquecentoVincenzo Abbate

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119 Ottaviano Mascherino e il Casino Ceuli, Borghese, Salviati a Santo NicolaMaria Celeste Cola

126 Inediti di fine Cinquecento alla Chiesa Nuova: Giovanni Balducci e Paul BrilPatrizia Tosini

133 Una Vergine dolente del Cavalier d’ArpinoMina Gregori

136 Alcune considerazioni su due dipinti della collezione Sfondrato:il San Francesco in estasi del Cavalier d’Arpino e l’Estasi di Santa Cecilia di Guido ReniFrancesca Profili

144 Per Ludovico II de Torres restauratore di San PancrazioMaria Cristina Terzaghi

152 Quattro pietre: uno spunto di lettura per la Fuga Doria PamphiliLauro Magnani

162 Caravaggio: le incisioni dalla Galerie Giustiniani di Charles Paul LandonStefania Macioce, Michela Gianfranceschi

173 Il sarcofago di Flavia Cossutia dalla collezione Giustiniani al Vassar CollegeLuisa Capoduro

179 Adam Elsheimer, precursore della Stimmung tra scienza e arteSybille Ebert-Schifferer

184 Saraceni, il Tago e il MincioM. Giulia Aurigemma

193 Committenti spagnoli e pittori delle Fiandre nella Roma del Seicento. Istanze politiche attraverso le immaginiAlessandro Zuccari

205 Ancora su Paul Bril e una proposta per David Teniers il vecchioFrancesca Cappelletti

212 Nuovi documenti per la datazione del Sogno di Giacobbe di Lodovico Cardi detto il Cigoli dipinto per il cardinal MontaltoBelinda Granata

218 Riflessioni sul ruolo dei fratelli Girolamo e Giovan Battista Agucchi nella formazione della quadreria di Pietro AldobrandiniLaura Testa

223 Incamminato: The «Studioso Corso», the Academy, andthe Awkward Years in the Career of a PainterGail Feigenbaum

229 «Una Moderna Pittura... [di] Don Gasparo de Haro et Guzman»: «La Madonna che con La scudella piglia L’acqua per Lavar i piedi al Bambino di mano di Ludovico Carracci»Raffaella Morselli

235 La casa di Annibale Carracci e dei suoi allievi in via Condotti: una nota documentariaCecilia Mazzetti di Pietralata

240 Qualche notizia su Giovanni Battista Viola e Francesco Albani nei libri parrocchiali romaniRossella Vodret

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248 La Madonna col Bambino in gloria di Battistello del Museo Provinciale di Catanzaro: nuove riflessioniGiorgio Leone

254 Il San Giovanni Battista del Chazen Museum of Art at Madison.Storia e fortuna critica di un quadroErich Schleier

263 Un tableau de Finoglio (?)Arnauld Brejon de Lavergnée

267 La carriera di Gregorio PretiClaudio Strinati

274 Un dipinto di Giovanni Lanfranco dalla collezione di Pietro e Savio Mellini: Angelica e MedoroMaria Cristina Paoluzzi

281 Un tableau du Guerchin retrouvé: la Bethsabée de 1640Stéphane Loire

287 Le maniere del Leoni. Un Amore dipinto e due ritratti di Don Taddeo BarberiniFrancesco Solinas

297 Le opere medievali nelle collezioni romane del Seicento: esempi, ragioni di un fenomeno, collocazioneManuela Gianandrea

303 Copisti di Caravaggio attivi per i collezionisti romani: note inedite su Carlo Magnoni al servizio della famiglia BarberiniBarbara Savina

308 La materia, criterio guida per le attribuzioni e il restauro. Le Nozze di Peleo e Teti: il caso del doppio esemplare Barberini in un’intricata vicenda tra originali e copieValentina White

316 Michelangelo e l’Antico nel Seicento: il Cristo risortovisto da Annibale Carracci, Gian Lorenzo Bernini e Vincenzo GiustinianiStefano Pierguidi

323 Gian Lorenzo Bernini, Pedro Foix Montoya y el culto a las Ànimas del PurgatorioDavid García Cueto

330 Il Busto del Salvatore attribuito a Giovan Lorenzo Bernini: alcune considerazioniMaria Grazia Bernardini

338 Michelangelo Cerquozzi e la Commedia dell’ArteLoredana Lorizzo

346 Un’opera di Claude Vignon, firmata e datataVittoria Markova

352 Una voce dell’internazionale Van DyckRoberto Contini

356 Gli autoritratti di Rembrandt e la critica recente. Qualche appunto in margineGianni Carlo Sciolla

365 Mercanti di seta al servizio dell’arte: scambi artistici e commerciali tra Messina e le Fiandre a metà SeicentoNatalia Gozzano

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373 Gli arazzi della Regina di Svezia. La dispersione ultimaFlorence Patrizi

378 «His House was resplendent with wonderful paintings and fine ancient statues».Nuova luce sulla collezione Arundel da un inventario ineditoAntonello Cesareo

385 Un disegno inedito di Francesco Maria Brunetti per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Porta ParadisiFrancesca Curti

390 Nuovi documenti su Filippo Lauri e la perduta decorazione del Casino Farnese a Porta San PancrazioLaura Bartoni

396 «Cercando quadri». Paolo Falconieri (1634-1704) tra artisti, mercanti e collezionistiDalma Frascarelli

404 I Colonna e Salvator Rosa: gli acquisti di Filippo II Colonna (1663-1714) dalla collezione di Carlo De RossiTiziana Checchi

411 Il paesaggio con la Fuga in Egitto di Augusto Rosa (1673-1686) e nuove proposte attributiveCaterina Volpi

417 Il ritratto di Filippo di Alfonso Hercolani e la committenza del suo discendente Filippo di MarcantonioGiovanna Perini Folesani

424 La Mitria di Clemente XI per le Canonizzazioni del 1712Cinzia Maria Sicca

430 Pietro Sante Bartoli, Ferdinando Fuga e la lastra dei Paparoni a Santa Maria MaggioreAnna Maria D’Achille

440 Le due Sabine di Pelagio PalagiLudovica Mazzetti d’Albertis

446 Due dipinti di Francesco Podesti a Santiago del CileGiovanna Capitelli

452 Qualche nota aggiuntiva sulla visione teosofica in Giacomo Balla e nel primo FuturismoFabio Benzi

461 Michelangelo: un affare di StatoAdriano Amendola

469 Domenico Rambelli, energia plastica dalla Romagna all’EuropaLorenzo Canova

475 Gli autori

477 Indice dei nomi

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La Madonna col Bambino in gloria di Battistello del Museo Provinciale di Catanzaro: nuove riflessioniGiorgio Leone

La Madonna col Bambino in gloria di Battistello del Museo Provinciale diCatanzaro (fig. 1, tav. XVIII) è senz’altro uno degli episodi caravaggeschi meri-dionali più enigmatici. Nonostante, infatti, la sua storia critica risalga ai primidecenni del Novecento e vanti l’attribuzione chiarificatrice di Roberto Lon-ghi 1, rimangono ancora irrisolte ‘questioni’ legate alla provenienza, commit-tenza e datazione. Di conseguenza, nell’ultimo restauro cui l’opera è stata sot-toposta, sono state avviate nuove ricerche archivistiche e storiografiche ed èstata compiuta un’approfondita campagna diagnostica nella speranza di acqui-sire elementi utili per sciogliere tali nodi critici 2.

Per quanto riguarda la collocazione iniziale, purtroppo, non è stato possibi-le recuperare alcun dato sicuro. Rimane, quindi, tuttora verosimile l’ipotesiche, per essere la tela elencata nei primi inventari del sopradetto Museo, vigiunga da qualche chiesa della stessa città per effetto delle leggi soppressivedel Regno d’Italia 3. La congettura, però, contrasta col fatto che nell’istitutoconfluirono oggetti da altri luoghi, anche acquistati dalla Provincia, e con lanotizia, appena recuperata dagli archivi storici della Soprintendenza calabresee ancor tutta da verificare, che l’opera provenga da una chiesa di Taverna.

Il dipinto è decurtato in basso, ma ricostruendone idealmente i profili, sullabase del rapporto proporzionale tra il gruppo della Vergine col Figlio portatoin volo da angeli e le figure intere delle due sante poste in basso a destra, doverimangono le teste 4, le misure risultano abbastanza ampie, comunque consue-te a Battistello 5. Il taglio e la rifilatura dei profili, rivoltati sul telaio, evidenzia-no una storia conservativa complessa e sofferta, nella quale sono sicuramentedocumentati almeno due restauri precedenti: uno eseguito nel 1927 dal roma-no Antonio Zamponi, noto da una relazione di Edoardo Galli 6, l’altro realizza-to nel 1972 dal cosentino Raffaele Gallo, riferito da Maria Pia Di Dario Guida;a questi, poi, sarebbe da aggiungerne un altro, di entità non precisata, condot-to dal cosentino Silvio de Maddis dopo la Seconda Guerra Mondiale, fuoriu-scito dalle suindicate Carte soprintendenziali 7. Dal primo, però, si è recupera-ta la notizia di un intervento più antico, plausibilmente ottocentesco, cui an-drebbe addebitata una foderatura, e, probabilmente, la decurtazione della par-te inferiore, forse indotta dall’umidità ambientale e dallo ‘stress di trazione’ suun telaio non idoneo. Non si è in grado di stabilire quando ciò avvenne.

Diversamente, la situazione degli studi sull’opera è più chiara e oggi le posi-

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zioni critiche più rimarchevoli sono quelle di Vincenzo Pacelli e di StefanoCausa, i quali, d’accordo sulla dipendenza del gruppo della Vergine col Figlioe angeli dalle Opere di Misericordia realizzate da Caravaggio a Napoli, propon-gono diverse interpretazioni cronologiche. Pacelli 8 sostiene che Battistello ese-guì il dipinto tra il 1607 e il 1610 e suppone affinità compositive con la pala ri-chiesta al lombardo nello stesso frangente da Nicolò Radolovich, che, standoai documenti, raffigurava la «Madonna col bambino in braccio e cinta di uncoro d’Angeli e sotto San Domenico e San Francesco abbracciati insieme, dal-la man dritta San Nicolò e dalla man manca san Vito» 9. Pala che, ritenuta ese-guita e dispersa, forse è matericamente incagliata nella genesi esecutiva delleOpere di Misericordia 10, e, che, se convince la ricostruzione delle dimensionioriginarie del dipinto di Catanzaro, anche per l’analogia della disposizione del-le sante, chiuderebbe il cerchio all’ipotesi della conoscenza di Battistello dellefasi della tela di Caravaggio. Causa 11, invece, propone una datazione verso lametà del secondo decennio del secolo, per gli esiti dell’idea caravaggesca in unaddolcimento cromatico dovuto all’incontro con Orazio Gentileschi, avvenutoa Roma già nel 1612, e la include tra le premesse stilistiche della Liberazione diSan Pietro del Pio Monte della Misericordia di Napoli, pagata nel 1615 12.

Sul fronte stilistico entrambe le ipotesi reggono, ma il rovinato stato di con-servazione dell’opera, rilevato dall’ultimo restauro e dalle indagini diagnosti-che, rende cauti sull’effettiva rispondenza dei dati ricavabili da questo tipo diconsiderazioni formali. La superficie pittorica, come hanno reso evidente la ra-diografia (fig. 2) e le riprese in fluorescenza ultravioletta e in riflettografia infra-rossa, è gravemente abrasa, cosparsa da diffuse minute mancanze, solcata daampie e profonde crettature e talvolta ricoperta da ritocchi antichi soggiacenti astrati di vernice ossidata. Perciò e per non perdere talune situazioni storicizzate,nell’ultimo intervento è stato condotto soltanto il consolidamento della pellico-la pittorica, la leggera pulitura della superficie e la riequilibratura cromatica.

Una così pregiudicata conservazione ha motivazioni che senza dubbio trava-licano i danni provocati dai restauri e trova spiegazioni anche nella tecnica ese-cutiva. Battistello, per quanto rilevato dagli studi 13, non manca di problemati-cità in tal senso, cosicché la perdita dei mezzi toni e di strato pittorico nella te-la di Catanzaro – ... e non solo di essa! –, sarebbe dovuta a difetti di scelta e diimpasto dei materiali per le mestiche di preparazione. Tra questi l’uso di terrad’ombra e di ‘sabbia’ 14, i cui effetti dannosi per la conservazione dei dipinti so-no stati evidenziati dalla letteratura artistica 15 perché provocando rispettiva-mente alterazione e inscurimento dei colori nonché distacco degli strati pitto-rici hanno consegnato ai restauratori del passato dipinti scompensati nei valorichiaroscurali, inducendoli a intervenire rafforzando i toni scuri e a tralasciarela pulitura degli stessi per insistere sui chiari, fino a rovinarli. La radiografia ela ripresa all’infrarosso, però, hanno consentito il recupero delle volumetrie edei contrasti chiaroscurali del dipinto di Catanzaro, restituendo all’immagineplasticità e profondità quasi del tutto perdute nel visibile, ampliandone lagradazione chiaroscurale nelle parti superficiali oramai brune e appiattite.Da queste appare una tecnica veloce ed essenziale, la cui stesura procede dallo

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1. Battistello Caracciolo, Madonna col Bambino in gloria (dopo il restauro, 2009; foto Giulio Archinà).Catanzaro, Museo Provinciale - MARCA

2. Battistello Caracciolo, Madonna col Bambino in gloria (radiografia, 2006; Marco Cardinali,M. Beatrice De Ruggieri). Catanzaro, Museo Provinciale - MARCA

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scuro della preparazione, utilizzato anche per le ombre fonde, costruendol’immagine per aggiunta di chiari, secondo un procedimento simile a quello diCaravaggio del periodo romano maturo 16. Un’analoga esecuzione è stata osser-vata nella Madonna col Bambino e San Giovannino del Museo di San Martinoa Napoli e nel Davide della Galleria Borghese a Roma, documentato al 161217.E va un cenno al San Gennaro decollato del Museo diocesano di Palestrina,ascritto a Caravaggio, ma quasi sicuramente di Battistello 18, per le affini stesu-ra dell’abbozzo e costruzione dei panneggi 19.

L’attività di disegnatore e di frescante di Battistello, quindi, la conoscenzadei sistemi di trasposizione del disegno, lascia ipotizzare nelle sue tele un dise-gno sottogiacente. Nel caso, l’esistenza può desumersi sia dall’assenza di ripen-samenti – o da quel che così appare in un’opera intaccata da stirature di vecchirestauri – sia dalle poche sovrapposizioni di campiture cromatiche. La presen-za, infine, di profili a risparmio, cioè aree di bordo delle campiture in cui lapreparazione è lasciata a vista, appare plausibile dall’evidenziazione radiogra -fica di molte profilature scure, a esempio intorno alla spalla del Bambino oa parte del busto dell’angelo centrale, anche se è più certo che il pittore, conun procedimento ancora una volta tipico di Caravaggio dopo il 160220 e comeappare nel ricordato dipinto di San Martino e nel Cristo morto trasportato alsepolcro della Fondazione Longhi di Firenze 21, abbia rinforzato alcuni profilicon pennellate scure di contorno, con lo scopo di aumentare i gradienti dicontrasto ed esaltare i volumi. A un’economia esecutiva che conduce Battistel-lo a costruire i panneggi per giustapposizione di toni, corrisponde un’equili-brata tavolozza che trova analogie con quella del Davide della Borghese. È sin-golare l’azzurro del panno della Vergine, dove in giustapposizione il tono scu-ro è ottenuto con azzurrite, il chiaro con una miscela di azzurrite e di smaltino;solo la pennellata dei massimi gradi del chiaro è in sovrapposizione.

Il graduale abbandono del caravaggismo da parte di Battistello, avvenutoa partire dal terzo decennio del Seicento, non sembra aver comportato modifi-che nella tecnica esecutiva dei dipinti su tela. Ciononostante, la Madonna colBambino e Sant’Anna del Kunsthistorisches Museum di Vienna 22 mostra unatecnica esecutiva più complessa, in quanto, su una mestica sempre bruno-ros-sastra, è costruito mediante densi impasti di biacca per gli incarnati e di raffi-nate sovrapposizioni e velature con gradazione dei toni cromatici per i pan-neggi, utilizzando una base cromatica grigia nei toni intermedi degli incarnati.Particolarità che evidenziano un’esecuzione piuttosto lontana e avanzata daquella fin qui letta sulla Madonna col Bambino in gloria di Catanzaro che, inconclusione, sembra essere più compatibile con opere plausibilmente commi-surabili al menzionato Davide.

Tutto questo, se da un lato parrebbe offrire un conforto alla proposta di Ste-fano Causa di datare il dipinto calabrese appena prima della metà del secondodecennio, dall’altro, per aver basato l’analisi sullo studio diagnostico dei mate-riali e della tecnica esecutiva, apre nuovi spiragli di ricerca sul catalogo del pit-tore, del quale, come noto, rimangono ancora ‘quesiti’ da sciogliere in meritoall’effettiva cronologia, a volte molto dibattuta 23 su simili situazioni ambivalenti.

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NOTE

Ringrazio i restauratori e i tecnici della diagnostica interessati al dipinto di Catanzaro per i consigli ele delucidazioni, in particolare Maria Beatrice De Ruggieri per l’aiuto nella redazione e rilettura del testo.

1 R. LONGHI, Ultimi studi sul Caravaggio e la sua cerchia, in «Proporzioni», 1, 1943, pp. 44-45 no-ta 30. Per una bibliografia sul dipinto si rimanda a S. CAUSA, Battistello Caracciolo, Napoli 2000, pp.28, 182 A32 e alla scheda di G. Leone in Obras-Primas da Calábria, catalogo della mostra a cura diS. Abita, G. Leone, R. Vodret, San Paolo del Brasile, Museu de Arte Brasileira, 25 settembre - 13 no-vembre 2005, Saõ Paulo 2005, p. 172, cui vanno aggiunti W. PROHASKA, Beiträge zu Giovanni Batti-sta Caracciolo, in «Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen in Wien», 74, 1978, p. 240 nota 310;F. ABBATE, Il secolo d’oro, Roma 2002, pp. 15, 185; M. PANARELLO, La pittura del Seicento in Calabriatra manierismo, naturalismo e classicismo, in La Calabria del viceregno spagnolo, a cura di A. Anselmi,Roma 2009, pp. 429-450 e i titoli di chi scrive, di M. Cardinali e M.B. De Ruggieri segnati infra note3 e 19.

2 Con finanziamento della Provincia di Catanzaro, progetto della Soprintendenza per i Beni Stori-co, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e direzione lavori di chi scrive, restauro e campagnadiagnostica sono stati rispettivamente eseguiti dalla Giovanna Izzo Restauri di Massimiliano Sampao-lesi di Napoli e dalla Emmebici di Roma tra il 2006 e il 2008. Le indagini effettuate sono: macrofoto-grafie, fotografie della fluorescenza indotta da radiazioni ultraviolette, riflettografia infrarossa (1700nm), radiografia, stratigrafie su sezione lucida con microanalisi al microscopio elettronico a scansione(SEM-EDS) di M. Cardinali e M.B. De Ruggieri; analisi della fluorescenza dei raggi X (XRF) diC. Falcucci; indagini chimiche di M. Positano.

3 A. GIOLI, Monumenti e oggetti d’arte nel Regno d’Italia, Roma 1997, pp. 31-32, 130, 218 (cfr.C. IANNINO, Storia del Museo provinciale di Catanzaro, Catanzaro 2001, pp. 5-11, 21 segg.; G. LEONE,Restauro dell’antico, in «Rivista Storica Calabrese», 2009, 1-2, pp. 91-103). Per la ventilata ritenutaprovenienza della Madonna col bambino in gloria da Taverna, precisamente dal ‘comune’ e quindi dauna soppressa chiesa del luogo, e per altri interventi di restauro, cui si accennerà più avanti nel testo,si rimanda a una vecchia scheda di catalogo, non firmata e non datata, e a lettere di corrispondenza,datate 1947 e 1948, da poco rintracciate nell’Archivio Storico di Soprintendenza per i BSAE dellaCalabria, nelle quali tali notizie si possono recuperare nonostante l’inesatto titolo di Assunta e la retri-va attribuzione a Mattia Preti.

4 Per ipotesi su identificazione delle sante, composizione originaria e collocazione francescana deldipinto si veda G. LEONE, La cultura artistica nell’antica diocesi di Catanzaro tra Cinquecento e Seicen-to, in Gregorio Preti da Taverna a Roma 1603-1672, a cura di C. Carlino, Reggio Calabria 2003, pp.42-43; poi PANARELLO, La pittura... cit., p. 428 perché ha proposto altri riconoscimenti.

5 Le misure della tela in argomento, basate sul telaio ligneo attuale, sono di cm 150 × 220. Standoall’ipotesi di ricostruzione, le dimensioni originarie sarebbero di circa 320-340 cm di alt. e 230-250 dilargh., accomunandosi, tra le altre, a quelle delle pale della chiesa di Santa Maria della Stella (schedadi R. Lattuada in I colori del buio, catalogo della mostra a cura di R. Vodret, G. Leone, Roma, PalazzoRuspoli, 15 aprile - 18 luglio 2010, Ginevra 2010, pp. 70-71) e del Pio Monte di Misericordia (CAUSA,Battistello... cit., pp. 182-183) di Napoli, che, rispettivamente, misurano cm 334 × 209 e cm 310 × 207.

6 IANNINO, Storia... cit., pp. 32-35.7 M.P. DI DARIO GUIDA in Arte in Calabria, catalogo della mostra, Cosenza, Chiostro di San Fran-

cesco d’Assisi, aprile - luglio 1976, a cura di M.P. Di Dario Guida, Cava dei Tirreni 1975, pp. 175-183e figg. 247-252.

8 Da ultimo, V. PACELLI, La pittura napoletana da Caravaggio a Luca Giordano, Napoli 1996, p. 55.9 S. MACIOCE, Michelangelo Merisi da Caravaggio, [2003], Roma 2010, p. 216, doc. 751.10 M. CARDINALI, M.B. DE RUGGIERI, C. FALCUCCI, Le indagini scientifiche e la genesi di «Nostra Si-

gnora della Misericordia», in Caravaggio a Napoli, a cura di D.M. Pagano, Napoli 2005, pp. 47-59.11 Da ultimo, CAUSA, Battistello... cit., pp. 28, 182 A32.12 CAUSA, Battistello... cit., pp. 182-182 A33.13 M.I. CATALANO, Note di restauro, in Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, catalo-

go della mostra a cura di F. Bologna, Napoli, Castel Sant’Elmo, Chiesa della Certosa di San Martino,9 novembre 1991 - 19 gennaio 1992, Napoli 1991, pp. 345-360.

14 La mestica di preparazione della Madonna col bambino in gloria di Catanzaro è di colore bruno,stesa in due strati, ed è costituita da terre, sabbia, carbonato di calcio, poca biacca e probabilmentepoca terra d’ombra.

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15 Su tali questioni si vedano S. RINALDI, Note sulla tecnica della pittura a olio del Guercino, in «Ri-cerche di Storia dell’Arte», 1990, 37, pp. 55-62 e G. GHIA, Note di tecnica pittorica e di conservazionesu alcuni dipinti caravaggeschi del Seicento, in I colori del buio... cit., pp. 53-58, ma anche CATALANO,Note... cit., pp. 345-360 che, a proposito della tecnica di Battistello, commenta un passo di BernardoDe Dominici (Vite de’ pittori, scultori, ed architetti napoletani, I, Napoli 1742, p. 284), per il quale, siveda anche l’edizione a cura di F. Sricchia Santoro, A. Zezza, [Napoli 2003-2008] in cui la ‘Vita diGiovan Battistello Caracciuolo’ (III, 2003, pp. 962-1001) è commentata da V. Farina, che, nel medesi-mo rimando (p. 988 nota 68), riporta una notazione di R. LONGHI, Battistello, in «L’Arte», 18, 1915,p. 183.

16 M.B. DE RUGGIERI, M. CARDINALI, “Kurze aber wahre Geschichte” der caravaggesken Technik, inCara vaggio und der internationale Caravaggismus, a cura di W. Prohaska, G. Swoboda, Cinisello Bal-samo 2010, pp. 20-57.

17 CATALANO, Note... cit., p. 350; C. BERNARDINI, Il restauro del dipinto di Battistello Caracciolo, in«Kermes», 62, 2006, p. 14. Per il dipinto romano: CAUSA, Battistello... cit., p. 181 A29.

18 M. MARINI, Caravaggio “pictor praestantissimus”, Roma 20013, pp. 340-341, 565-566 n. 106;CAUSA, Battistello... cit., p. 186 A46.

19 M. CARDINALI, M.B. DE RUGGIERI, Esperienze del primo caravaggismo nelle opere del Fondo Edi-fici di Culto, in I colori del buio... cit., pp. 37-52 (cfr. scheda di G. Leone, in I colori del buio... cit.,p. 124).

20 DE RUGGIERI, CARDINALI, Kurze aber... cit., pp. 26-31.21 R. LAPUCCI, La tecnica dei primi caravaggeschi, in Michelangelo Merisi da Caravaggio e i suoi pri-

mi seguaci, catalogo della mostra a cura di M. Gregori, Salonicco, Kivernio, 16 aprile - 15 giugno1997, s.l. 1997, pp. 29-42 (cfr. CAUSA, Battistello... cit., p. 192 A69 che tende a datarlo dopo il 1617).

22 R. WALD, Giovanni Battista Caracciolo, Madonna mit Kind und Hl. Anna, in Restaurierte Gemäl-de, catalogo della mostra a cura di W. Seipel, Vienna, Kunsthistorisches Museum, 16 ottobre 1996 - 2febbraio 1997, Milano 1997, pp. 57-61. Si veda, inoltre, CAUSA, Battistello... cit., p. 202 A105 con da-tazione attorno al 1630.

23 Sulla difficoltà di «risolvere il problema della cronologia di Caracciolo» si vedano le schede diW. Prohaska in Caravaggio e l’Europa, catalogo della mostra a cura di L. Spezzaferro, Milano, PalazzoReale, 15 ottobre 2005 - 6 febbraio 2006, Milano 2005, pp. 416-424 in particolare p. 424.