da tutti.” Gunilda Gerland · e disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti specificati. ......
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Transcript of da tutti.” Gunilda Gerland · e disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti specificati. ......
AUTISMI
Dr.ssa Mireya Moyano Porto Viro 20 marzo 2015
“Ritengo importante dire alle persone che ci sono molti miti sull'autismo, e sull'idea di cosa l'autismo
"realmente sia ". La verità è che l'autismo è quello che è definito
nei criteri diagnostici e che le persone con l'autismo possono essere molto diverse l'una
dall'altra, noi siamo persone del tutto diverse, con personalità diverse, con storie ed esperienze
diverse e questo dovrebbe essere capito e rispettato da tutti.”
Gunilda Gerland
DSM 5
Un unico spettro E´ stato dato un nuovo nome alla categoria, Disturbi dello Spettro Autistico, che include il Disturbo Autistico (autismo), Sindrome di Asperger, Disturbo disintegrativo dell´infanzia, e disturbi pervasivi dello sviluppo non altrimenti specificati. Le aree prevalente-mente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione socia-le, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico.
Iper o Ipo reattività agli stimoli sensoriali dell’ambiente.
SINDROME DELLO SPETTRO AUTISTICO
Autismo
Sindrome Disintegrativo della fanciullezza
Sindrome generalizzato dello sviluppo
Sindrome di Asperger
SINDROME DI ASPERGER
Ritardo nella maturità sociale e nel pensiero sociale. Difficoltà nel fare amicizie e spesso vittime di bullismo
Difficoltà nel controllo e nella comunicazione delle emozioni Insolite capacità linguistiche che includono un ampio vocabolario e una sintassi elaborata ma in concomitanza con capacità di conversazione immature, prosodia insolita e tendenza ad essere pedanti.
Interessi insoliti per argomento o intensità Profilo insolito nelle difficoltà di apprendimento
Necessità di assistenza nell´organizzazione e nell´auto-aiuto.
Goffaggine nel modo di camminare e nella coordinazione Sensibilità a suoni, sapori e consistenze specifiche o
sensibilità tattili
Tony Attwod
DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita.
Disturbi dello Spettro Autistico In base alle caratteristiche del funzionamento
cognitivo e neuropsicologico viene suddiviso in tre diverse forme:
Livello 3: Richiede supporto molto sostanziale Comunicazione sociale: I severi deficit nella
comunicazione sociale, verbale e non verbale, causano un impedimento severo nel funzionamento; iniziativa molto limitata nell´interazione sociale e minima risposta all´iniziativa altrui.
Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi che interferiscono marcatamente con il funzionamento in tutte le sfere. Stress marcato quando i rituali o le routine sono interrotte; è molto difficile ridirigere dall´interesse fissativo o ritorna rapidamente ad esso.
Livello 2: Richiede supporto sostanziale Comunicazione sociale: Deficit marcati nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, l´impedimento sociale appare evidente anche quando è presente supporto; iniziativa limitata nell´interazione sociale e ridotta o anormale risposta all´iniziativa degli altri. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi appaiono abbastanza di frequente da essere ovvi all´osservatore casuale ed interferiscono con il funzionamento in diversi contesti. Stress o frustrazione appaiono quando sono interrotti ed è difficile ridirigere l´attenzione.
Livello 1: Richiede supporto Comunicazione sociale: senza supporto i deficit nella comunicazione sociale causano impedimenti che possono essere notati. Ha difficoltà ad iniziare le interazioni sociali e mostra chiari esempi di atipicità o insuccesso nella risposta alle iniziative altrui. Può sembrare che abbia un ridotto interesse nell´interazione sociale. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Rituali e comportamenti ripetitivi causano un´interferenza significativa in uno o più contesti. Resiste ai tentativi da parte degli altri di interromperli.
DSM IV TR- F 84
Il DSM-IV adotta come criteri diagnostici la triade di sintomi relativi a:
Compromissione qualitativa delle interazioni
sociali reciproche Compromissione qualitativa della
comunicazione Restrizione marcata del repertorio di
comportamenti, interessi e attività
AUTISMO NEGLI ANNI
Le caratteristiche del DEFICIT SOCIALE assumono espressività variabile nel tempo.
SEGNALI PRECOCI Deficit nel contatto oculare Anomalie posturali Anomalie nelle espressioni facciali Nel corso dello sviluppo
Comportamenti sempre più espliciti e caratteristici. Rapporti interpersonale limitate a richiedere e non a
condividere Incapacità e disinteresse a stabilire relazioni con adulti
e coetanei
Alterazioni nella comunicazione sociale e reciprocità sociale
Nella comunicazione della reciprocità sociale ed emotiva
Nella comunicazione non verbale usata a scopo sociale
Nella creazione e mantenimento di legami sociali adeguatamente al livello generale di sviluppo
Nell’immaginazione e comprensione sociale
Interessi ristretti e ripetitivi
Uso stereotipato dei movimenti, del linguaggio o degli oggetti: manierismi
Eccessiva aderenza a routine, rituali motori o verbali e/o resistenza al cambiamento
Fissazione per interessi particolari o ristretti in modo anormale nella durata o nell’intensità
Mire
ya M
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IN TERMINI DESCRITTIVI I BAMBINI CON AUTISMO:
Hanno compromissioni qualitative del linguaggio anche molto gravi fino a una totale assenza dello stesso
Manifestano incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva, sia con gli adulti sia con i coetanei, che si evidenzia attraverso comportamenti, atteggiamenti e modalità comunicative anche non verbali non adeguate all’età, al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto
Presentano interessi ristretti e comportamenti stereotipi e ripetitivi.
ALTERAZIONI COMPORTAMENTALI
Anomalie nell'alimentazione ( limitazioni o scelte alimentari secondo criteri particolari)
Disturbi del sonno (ricorrenti risvegli notturni ) Anomalie dell'umore o dell'affettività (per es.,
riso o pianto senza apparente motivo,apparente assenza di reazioni emotive)
Mancanza di paura per pericoli reali/eccessivo timore per oggetti innocui
Comportamenti autolesivi (per es., sbattere la testa, morsicare le dita)
ALTRE CARATTERISTICHE
Iperattività Condotte auto o eteroagressive Accesi di collera Risposte smisurate a stimoli uditivi, visivi
o tattili (per es., un'alta soglia per il dolore, ipersensibilità ai suoni o all'essere toccato, reazioni esagerate alla luce o agli odori, affascinata attrazione per certi stimoli)
Abilità particolari
Nei paesi europei
Disturbo autistico 0,8-1,6 / 1.000 Associato ad altre patologie 3-6,3 / 1.000 Negli Stati Uniti
Disturbo autistico 1 / 80
Dati Italiani Disturbo autistico 1 / 90
CAUSE ANCORA SCONOSCIUTE CAMPI D’INDAGINE
Genetica
Anatomo- strutturale
Neurotrasmettitoriale
Neurofisiologica
Ambientale – disreattività (Reazione alterata ed abnorme a vari agenti patogeni, compresi i farmaci)
ATTENZIONE !
Il cambiamento di paradigma non significa dimenticare che se
l’autismo non è causato dalle emozioni, esso causa emozioni.
L’ Autismo è un disturbo complesso che altera praticamente tutte le aree del funzionamento
dell’individuo; è per tanto necessaria una collaborazione interdisciplinare professionale
per affrontare le varie sfide che l’autismo presenta
COMPORTAMENTI “PROBLEMA” L’IMMAGINE DELL’ICEBERG (T PEETERS)
Comportamento osservabile
Cause invisibili e sensoriali
Comportamenti problema: auto/eteroaggressività, fa sempre la stessa cosa, rompe tutto, picchia gli altri bimbi, non sta a sedere, non collabora, tira i capelli a tutti…
Non capisce le regole, Non sa fare quel gioco, Non ha capito il linguaggio, Non sa per quanto tempo dovrà fare quella cosa, Non è interessato a quel gioco in quel momento (e non riesce a comunicarlo), Il comportamento problema è stato rinforzato, …
“Non ho ancora dati.”
E’ un errore capitale teorizzare prima
di avere dei dati
Insensatamente si cominciano a girare
i fatti affinché si adattino alle teorie, invece di adattare le teorie ai fatti”
Sherlok Holmes
COMPORTAMENTI DISADATTIVI:
Sono comportamenti che la persona manifesta di fronte ad un qualche evento ambientale e a causa delle proprie difficoltà comunicative e sociali Questi comportamenti possono provocare danni a se stessi, agli altri o agli oggetti Per la loro intensità e frequenza ostacolano l’emissione di altre prestazioni o di altre abilità Sono comportamenti che impediscono o limitano l’interazione sociale
IL COMPORTAMENTO È… Una funzione dell’interazione tra la persona e l’ambiente L’intervento deve affrontare le variabili sottostanti al comportamento I risultati devono essere valutati dal punto di vista funzionale
MODALITÀ D’INTERVENTO Diversi approcci di intervento per bambini
con autismo hanno dimostrato la loro efficacia usando varie metodologie istruttive; un approccio di trattamento globale e integrato deve essere in grado di estrapolare da tutte le esperienze disponibili sul campo;
Le strategie di insegnamento al momento più promettenti per i bambini molto piccoli, sono quelle tratte dall’analisi del comportamento unitamente a quelle utilizzate nel modello “Denver”.
LE LINEE GUIDA PER L’AUTISMO ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ 2011
Consentono un rapido trasferimento delle conoscenze, elaborate dalla ricerca biomedica, nella pratica clinica quotidiana.
Sono raccomandazioni di comportamento, messe a punto mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di esperti, che possono essere utilizzate come strumento per
medici e amministratori sanitari per migliorare la qualità dell’assistenza e razionalizzare l ’utilizzo delle risorse.
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Questa linea guida sui trattamenti dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti, si sviluppa all'interno del primo programma nazionale di ricerca sul-la salute mentale nell'infanzia e nell ’adolescenza, il Programma strategico Un approccio epidemiologico ai disturbi dello spettro autistico e rappresenta il primo documento di questo tipo prodotto dal Sistema nazionale per le linee guida nell'area della salute mentale dell'infanzia e dell'adolescenza.
L’intervento è centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione.
Le famiglie devono essere PARTE del trattamento dei loro bambini, dal momento che ogni bambino con autismo e la sua famiglia sono unici, gli obiettivi, gli interventi e gli approcci devono essere individualizzati
LA FAMIGLIA DELLA PERSONA CON AUTISMO “Si trova a dover affrontare una situazione
più stressante di qualunque altra famiglia delle persone con disabilità, a causa della scarsa conoscenza delle caratteristiche della sindrome non solo nella gente comune, ma spesso purtroppo anche d a parte di professionisti, terapeuti e insegnanti.”
Autismo Italia
LA FAMIGLIA E LA COMUNITÀ
I bambini con autismo sono considerati innanzi tutto membri della famiglia e della comunità, il programma di trattamento può essere svolto a casa, in gruppo o in contesti terapeutici, e richiede un'equipe multi-disciplinare di cui fanno parte le famiglie, che sono coinvolte attivamente e aiutano i terapisti a pianificare e realizzare l'intervento.
IL RUOLO DEI GENITORI
L'esperienza dei genitori e il loro coinvolgimento nell'equipe favoriscono la generalizzazione degli apprendimenti in altri contesti e l'inserimento del bambino nel tran-tran familiare quotidiano.
Il loro coinvolgimento nel trattamento richiede una forte motivazione a fare tutto il possibile per aiutare il proprio bambino e un notevole impegno, in termini di tempo dedicato, oltre che al lavoro in rapporto individuale con il bambino, al coordinamento e al continuo scambio di informazioni con i terapisti e la scuola.
LA SCUOLA Lo stesso vale per i programmi svolti a scuola,
dove si prevedono sessioni di apprendimento individuale di competenze che vengono così generalizzate in diversi ambienti.
La collaborazione con la scuola si instaura attraverso una programmazione coordinata e momenti di consulenza
L’APPLIED BEHAVIOR ANALYSIS (A.B.A)
L’ABA (Applied Behavior Analysis, analisi comportamentale applicata) è la scienza che fornisce gli strumenti di osservazione dei comportamenti umani, di ciò che li causa e di come si possano stimolare o inibire. Fornisce inoltre le basi per insegnare nuove abilità (comportamenti che vogliamo stimolare). Le nozioni di base necessarie all’insegnamento sono: modellamento (shaping), aiuto (prompt), sfumare (fading), concatenamento (chaining) e rinforzo differenziato
APPLICAZIONE NELL’AUTISMO
L’obiettivo è insegnare al bambino con Autismo abilità, attraverso una precisa definizione delle mete da raggiungere ed una strutturazione progressivamente più complessa dei vari compiti.) (Loovas, 1990)
IL PROGRAMMA TEACCH Viene considerato un approccio eclettico con
elementi tanto del behavioral approach che del developmental approach.
Intervento personalizzato Flessibile Principio di indipendenza Conoscenza della diagnosi e valutazione delle
capacità del bambino Programmazione concreta Insegnamento strutturato Organizzazione dell’ attività Interventi sui comportamenti problema
DENVER MODEL
Approccio educativo globale ed integrato per bambini piccoli con autismo e le loro famiglie
Il Denver è un modello di presa in carico per bambini con disturbi dello spettro autistico in età prescolare, promosso dagli inizi degli anni Ottanta da Sally Rogers e coll. all’interno dei programmi per le Disabilità dello sviluppo dell’Università del Colorado Health Sciences Center (UCHSC).
Le compromissioni nelle aree dell'interazione sociale e della comunicazione sono primarie e caratteristiche nell'autismo, il modello Denver si indirizza principalmente allo sviluppo di competenze di comunicazione e d'interazione sociale reciproca, proponendosi di sviluppare poi sulle competenze costruite in queste aree altre competenze in aree diverse dello sviluppo.
I MEZZI PRINCIPALI Per raggiungere questo obiettivo comprende
l’insegnamento dell’imitazione, lo sviluppo della consapevolezza delle interazioni sociali e della reciprocità,
l’insegnamento del potere della comunicazione,
l’insegnamento di un sistema di comunicazione simbolica;
L'INSEGNAMENTO DELLA COMUNICAZIONE
E’ un obiettivo fondamentale dell'intervento
La comunicazione infatti è un fattore prognostico essenziale in termini di impatto sulla vita sociale e familiare, sugli apprendimenti scolastici e sullo sviluppo di abilità funzionali alla vita adulta.
Si basa su diversi aspetti dei trattamenti comportamentali fra cui la raccolta sistematica di dati, ed integra elementi dei modelli
I BAMBINI CON AUTISMO POSSONO APPRENDERE CON SUCCESSO
Dal momento che l’autismo è in sostanza un disturbo sociale, il trattamento deve focalizzarsi sulla disabilità sociale;
I bambini sono membri della famiglia e della comunità ed è necessario che abbiano un ruolo nella famiglia e nelle attività della comunità;
LE PERSONE CON AUTISMO Hanno una mente, opinioni, preferenze, scelte, e
sentimenti; hanno diritto alla espressione di sé e ad un certo controllo del proprio mondo
Sono in grado di diventare comunicatori intenzionali e simbolici, e la maggior parte di loro è in grado di sviluppare un linguaggio comunicativo utile se vengono attuati interventi appropriati e di sufficiente intensità durante gli anni prescolari
IL GIOCO E’ uno dei mezzi più potenti di apprendimento
cognitivo e sociale a disposizione del bambino.
Interventi efficaci per bambini con autismo richiedono che molte delle ore di veglia vengano impiegate in attività orientate alla socializzazione.
E’ necessario fornire diverse ore a settimana di interventi strutturati per ottenere dei progressi ottimali.
INTERAZIONI SOCIALI Cercare di rendere il mondo delle interazioni
sociali comprensibile come quello degli oggetti per portare il bambino nel ricco ambiente degli scambi sociali.
L’intervento deve avvenire in ambienti strutturati che forniscano una sorta di regolazione esterna; vengono utilizzate strategie di educazione strutturata di tipo cognitivo- comportamentale.
VALUTAZIONE Visto che il percorso di ogni bambino è
individualizzato e basato sulle sue capacità e necessità di sviluppo attuali, è fondamentale un’attenta valutazione dello sviluppo;
Colloquio con i genitori per raccolta dati
Valutazione attuata in due modi: valutazione annuale o biennale standardizzata .
Valutazione trimestrale del programma per determinare il progresso in base agli obiettivi.
Identificazione dei rinforzi o motivazione
Definizione degli obiettivi sulla base di valutazioni specifiche
Predisposizione dei materiali e competenze relative al OBIETTIVO prescelto
Apprendimento delle tecniche per l’insegnamento delle ABILITA’ prescelte
Manipolazione dell’ambiente: la motivazione e monitoraggio dei progressi dello studente
Concedere tempo al bambino per rispondere alle domande. Controllare spesso la comprensione dei vocaboli Collegate il significato delle nuove parole all’esperienza personale del bambino usando foto Incoraggiatelo a fare richieste “dammi” Nel caso il bambino sia verbale, fornire un elenco di punti che devono essere pian piano esplicitati : chi, cosa, dove, quando, come.
Il bambino con autismo dovrà essere aiutato a cogliere il “potere” della comunicazione, ovvero il senso dello scambio comunicativo.
Sarà necessario fare leva su quello che è generalmente un punto di forza delle persone con autismo: la capacità “visiva”.
Le parole chiave dell’intervento per lo sviluppo della comunicazione saranno
scambio, visualizzazione, funzionalità.
LE STRATEGIE D’INTERVENTO
Modificazione del comportamento problema Acquisizione di nuove abilità Modificazione degli antecedenti (adeguare l’ambiente /semplificare il compito/diminuire le richieste) Accoppiamento della richiesta con un rinforzo Il rinforzo risponde in modo chiaro e concreto alla domanda : PERCHE’
OBIETTIVO
L’obiettivo è la conoscenza più estesa e approfondita possibile dell’alunno con autismo.
La conoscenza deve essere “funzionale”, cioè utile alla realizzazione concreta e quotidiana di attività didattiche ed educative appropriate, significative ed efficaci..
LA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA Cosa insegnare?
Definizione operativa degli obiettivi
sulla base della valutazione condivisa
Quando insegnare?
Sessioni dedicate specifiche
Insegnamento incidentale
Sessioni di gioco (1:1/indipendente)
Come insegnare?
Tecniche e strategie di educazione strutturata
Strumenti di Comunicazione personalizzati
E’ molto importante utilizzo della comunicazione sia verbale sia non verbale, sempre adeguata alle capacità della persona, e viene curata la gestione dei momenti di transizione.
Si procede cercando di attivare nel bambino una intenzionalità alla comunicazione ed alla relazione, nel modo più “naturale” possibile e seguendo lo sviluppo “normale”, ma lavorando in maniera specifica, con rigore e costanza, con il supporto di tutte le figure affettive ed educative
Identificazione dei rinforzi o motivazione
Definizione degli obiettivi sulla base di valutazioni specifiche
Predisposizione dei materiali e competenze relative al obiettivo prescelto
Apprendimento delle tecniche per l’insegnamento delle abilità’ prescelte
Manipolazione dell’ambiente: la motivazione e monitoraggio dei progressi dello studente
Ampie possibilità di esercizio delle abilità possedute
Scelta di mette rilevanti realistiche
Costante verifica e aggiornamento degli obiettivi raggiungibili
Proporre una difficoltà per volta
Quando si offre alla persona con Autismo la possibilità di scegliere, si sta praticamente
insegnando ad influenzare gli altri senza ricorrere a comportamenti problematici
• Abbinare alla richiesta un rinforzo
Non perdete mai l’opportunità di dare un rinforzo o una lode, ma non date elogi falsi
Siate coerenti con quello che dite, fate e richiedete
Mantenete un linguaggio semplice e coerente Rimanete sempre in argomento Rimanete sempre calmi Cercate di determinare quando lo studente
comincia a diventare ansioso in modo da prevenire le crisi
Create un ambiente strutturato e seguite un insieme di procedure