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106 - Avventure nel mondo 2 | 2017 01 RACCONTI DI VIAGGIO | Transpacifica V iaggio che ha rappresentato per tutti noi un’esperienza irripetibile, consci di aver visitato dei luoghi da noi così lontani … un viaggio nel viaggio; prima la Polinesia e poi la mistica Isola di Pasqua. Entrambe accomunate da tradizioni tribali, balli, leggende, mari dalle svariate sfumature di colori che passano dal turchese all’indaco, dal verde allo zaffiro; colori che in certi tratti si fondono uno sull’altro. Ma anche cieli sereni, natura lussureggiante e rigogliosa; popoli cordiali e sorridenti. Gli esotici fiori di tiarè riposti dolcemente tra i capelli. Profumi di vaniglia, ibiscus e gelsomino. Un insieme di emozioni che cambiano, si rinnovano e si ripresentano ogni giorno…un viaggio che rimarrà senz’altro fortemente ancorata nei nostri cuori. giorno MIILANO-ROMA / MADRID. MADRID – SANTIAGO Ritrovo previsto c/o gli aeroporti di Milano e Roma con appuntamento a Madrid dove il gruppo si è compattato e conosciuto. Insistere per il rilascio della “boarding card” anche per la tratta Madrid- Santiago (il bagaglio viene spedito cmq alla destinazione finale); a differenza di chi partiva da Roma, a Milano non hanno voluto rilasciarci la carta d’imbarco e ciò – vista anche la ritardata partenza da Malpensa - ci ha quasi fatto rischiare di perdere il volo. Partenza regolare con destinazione Santiago giorno SANTIAGO (VISITA ISLA NEGRA + VALPARAISO + VIGNA DEL MAR) con BUS PRIVATO 370 km Sono le h. 8,30 del mattino quanto atterriamo all’aeroporto internazionale Comodoro Arturo Merino Benítez di Santiago che dista circa 15km dal centro città (- 6 h. rispetto all’Italia); le formalità doganali si sono svolte abbastanza velocemente; un po’ a rilento invece la denuncia per un bagaglio smarrito presso l’ufficio “lost and found”. All’esterno ci attende il nostro autista/guida Mr. Rodrigo Millar che rimarrà con noi i prox due giorni dedicati alla visita di Santiago e dintorni. La temperatura è frizzantina, d’altronde siamo nella stagione invernale; carichiamo i bagagli nel bus e partiamo in direzione dell’ Happy House Hostel, accogliente e particolare hotel in stile coloniale. Alle h. 10,00 siamo pronti per iniziare il nostro tour che ci porterà come prima tappa – dopo essere passati da una “casa de cambio “ in centro città vicino a Plaza de Armas aperto anche di domenica (come nel ns. caso) - a visitare l’Isla Negra. Il nostro driver Rodrigo si rivela da subito anche un’ottima e preparata guida oltre a essere sempre pronto a soddisfare qualsiasi richiesta/informazione da parte del gruppo. L’Isla Negra dista 115km da Santiago che raggiungiamo dopo circa 1,5h percorrendo una panoramica strada che a tratti costeggia il mare. L’isola si affaccia su una costa selvaggia dell’oceano Pacifico ed è famosa per aver ospitato nell’ultimo anno di vita Pablo Neruda insieme a Matilde Urrutia l’ultima delle sue mogli. La casa in cui abitò il poeta è oggi un museo che si può visitare (costo 6.000 CLP pax no TLF) con l’aiuto di un’audioguida. Vengo introdotto in un mondo a me sconosciuto e ripercorro - tra collezioni di stampe d’altri tempi, carte geografiche, maschere indiane, polene antiche, un mappamondo settecentesco ecc. – quelli che furono gli ultimi giorni di vita di Pablo. Nel giardino esterno si può Testo e foto di Fabrizio Zoldan Dalla relazione del viaggio TRANSPACIFICA del coordinatore Fabrizio Zoldan DA TAHITI ALL’ ISOLA DI PASQUA! www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/6150

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Viaggio che ha rappresentato per tutti noi un’esperienza irripetibile, consci di aver visitato dei luoghi da noi così lontani …

un viaggio nel viaggio; prima la Polinesia e poi la mistica Isola di Pasqua. Entrambe accomunate da tradizioni tribali, balli, leggende, mari dalle svariate sfumature di colori che passano dal turchese all’indaco, dal verde allo zaffiro; colori che in certi tratti si fondono uno sull’altro. Ma anche cieli sereni, natura lussureggiante e rigogliosa; popoli cordiali e sorridenti. Gli esotici fiori di tiarè riposti dolcemente tra i capelli. Profumi di vaniglia, ibiscus e gelsomino. Un insieme di emozioni che cambiano, si rinnovano e si ripresentano ogni giorno…un viaggio che rimarrà senz’altro fortemente ancorata nei nostri cuori.

1° giorno MIILANO-ROMA / MADRID. MADRID – SANTIAGORitrovo previsto c/o gli aeroporti di Milano e Roma con appuntamento a Madrid dove il gruppo si è compattato e conosciuto. Insistere per il rilascio della “boarding card” anche per la tratta Madrid-

Santiago (il bagaglio viene spedito cmq alla destinazione finale); a differenza di chi partiva da Roma, a Milano non hanno voluto rilasciarci la carta d’imbarco e ciò – vista anche la ritardata partenza da Malpensa - ci ha quasi fatto rischiare di perdere il volo. Partenza regolare con destinazione Santiago

2° giorno SANTIAGO (VISITA ISLA NEGRA + VALPARAISO + VIGNA DEL MAR) con BUS PRIVATO 370 kmSono le h. 8,30 del mattino quanto atterriamo all’aeroporto internazionale Comodoro Arturo Merino Benítez di Santiago che dista circa 15km dal centro città (- 6 h. rispetto all’Italia); le formalità doganali si sono svolte abbastanza velocemente; un po’ a rilento invece la denuncia per un bagaglio smarrito presso l’ufficio “lost and found”. All’esterno ci attende il nostro autista/guida Mr. Rodrigo Millar che rimarrà con noi i prox due giorni dedicati alla visita di Santiago e dintorni. La temperatura è frizzantina, d’altronde siamo nella stagione invernale; carichiamo i bagagli nel bus e partiamo in direzione dell’ Happy House Hostel, accogliente

e particolare hotel in stile coloniale. Alle h. 10,00 siamo pronti per iniziare il nostro tour che ci porterà come prima tappa – dopo essere passati da una “casa de cambio “ in centro città vicino a Plaza de Armas aperto anche di domenica (come nel ns. caso) - a visitare l’Isla Negra. Il nostro driver Rodrigo si rivela da subito anche un’ottima e preparata guida oltre a essere sempre pronto a soddisfare qualsiasi richiesta/informazione da parte del gruppo. L’Isla Negra dista 115km da Santiago che raggiungiamo dopo circa 1,5h percorrendo una panoramica strada che a tratti costeggia il mare. L’isola si affaccia su una costa selvaggia dell’oceano Pacifico ed è famosa per aver ospitato nell’ultimo anno di vita Pablo Neruda insieme a Matilde Urrutia l’ultima delle sue mogli. La casa in cui abitò il poeta è oggi un museo che si può visitare (costo 6.000 CLP pax no TLF) con l’aiuto di un’audioguida. Vengo introdotto in un mondo a me sconosciuto e ripercorro - tra collezioni di stampe d’altri tempi, carte geografiche, maschere indiane, polene antiche, un mappamondo settecentesco ecc. – quelli che furono gli ultimi giorni di vita di Pablo. Nel giardino esterno si può

Testo e foto di Fabrizio Zoldan

Dalla relazione del viaggio TRANSPACIFICA del coordinatore Fabrizio Zoldan

DA TAHITI ALL’ISOLA DI PASQUA!

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visitare la lapide nera di Neruda dove riposa anche l’ultima delle donne amate dal poeta. Durante tutta la visita sono accompagnato e avvolto dal rumore di impetuose e spumeggianti candide onde e dalla forza dell’oceano Pacifico che primeggia onnipresente davanti ai miei occhi. Alle h. 13,15 lasciamo questo intimo e suggestivo luogo; veloce pranzo con assaggio della prima empanada cilena e poi via verso Valparaiso, seconda città del Cile che raggiungiamo dopo circa un’ora percorrendo 85Km. Valparaiso è tra i principali porti cileni e si sviluppa in un’ampia e bellissima baia e sulle colline (cerros) circostanti dove sono concentrate e ammassate tante vecchie case colorate di diverse forme e stili limitate da strette e ripide vie su cui svettano vecchi ascensori a cremagliera (molti in disuso). Visitiamo la Plaza Sotomayor con al centro il “Monumento a los Heroes de Iquique”, camminiamo tra le strette vie per poi anche noi arrampicarci con il nostro bus verso una delle colline da dove si può godere di un’ottima visuale su tutta la baia. Anche qui nel “Cerro Bellavista” l’ennesima casa di Pablo Neruda: la “Sebastiana” a cui accediamo limitando la visita alla sola terrazza con vista panoramica. La giornata è stupenda e siamo coccolati da un caldo sole. Il nostro Rodrigo ci illustra luoghi, monumenti e piazze. Continuiamo il nostro giro verso la vicina Vigna del Mar una località balneare molto famosa…per poi riprendere la via del ritorno. E’ oramai buio quando raggiungiamo Santiago, siamo un po’ stanchi ma soddisfatti della lunga giornata; alcuni decidono di andare a dormire altri invece terminano la serata in uno dei tanti ristoranti siti vicino all’hotel…con Rodigo l’appuntamento è per l’indomani mattina.

3° giorno SANTIAGO (CITY TOUR) BUS PRIVATO. SANTIAGO – PAPEETE (TAHITI) AEREORodrigo ci aspetta come da accordi per iniziare il nostro “city tour” di Santiago (7 milioni di abitanti, il 40% dei cileni): 1° tappa (h. 10,00) al Palacio de La Moneda sede del Governo cileno. Questo palazzo fu teatro di un violento e sanguinario colpo di stato nel 1973 da parte del Generale Pinochet; l’allora Presidente in carica, Salvador Allende, si rifiutò di lasciare La Moneda che fu oggetto di violenti bombardamenti. Ci dirigiamo poi (h. 11,00) al Cerro Santa Lucia, questa collina (Cerro) è un’oasi di verde nel centro di Santiago. Con il bus ci inerpichiamo fino ad arrivare a una grande terrazza per poi raggiungere a piedi la cima da dove si può ammirare tutta la città a 360 gradi; è un’emozione intravedere alle nostre spalle le vette innevate della cordigliera delle Ande. Abbandoniamo il centro storico, attraversiamo in bus il quartiere bohemien di “bellavista” dove si trova “la chascona”, l’altra casa di Pablo Neruda, per poi oltrepassare la Plaza Baquedano - comunemente chiamata Piazza Italia – in direzione della città nuova di Santiago. Breve tappa per osservare le varie moderne archittetture e poi di nuovo verso down town a Plaza de Armas (h. 13,00) - la piazza principale della città – contornata da alcuni storici edifici tra cui la Cattedrale Metropolitana di Santiago. E’ arrivata l’ora di pranzo: il vicino Mercado Central (mercato del pesce) è un

luogo storico e molto frequentato anche dai locali; all’interno di questa grande struttura metallica oltre al mercato ci sono ristorantini dove è possibile degustare frutti di mare e piatti tipici cileni tra cui il “granchio reale del Cile o centolla” un crostaceo di dimensioni abnormi, ma anche le classiche empanadas; il tutto accompagnato – volendo – da un buon “pisco sour”. E’ ora di ritornare in albergo per ritirare i bagagli e dirigerci all’aeroporto; salutiamo Rodrigo dandoci appuntamento a fine mese al

nostro rientro in quel di Santiago. L’aereo della LanChile per Papeete parte regolare alle h. 18,10; ci aspettano 12 ore di volo interrotte dopo circa 4 ore da uno stop all’isola di Pasqua dove si scende per poi – dopo aver espletato le formalità doganali richieste in quanto in uscita dal Cile – decollare nuovamente verso la nostra destinazione finale (la tratta Santiago – Isola di Pasqua è considerata come volo domestico).

4° giorno PAPEETE (VISITA CITTA’) A PIEDI. PAPEETE – HUAINE in AEREOE’ l’una di notte quando atterriamo all’aeroporto di Papeete (- 12h. rispetto all’Italia), la temperatura è ottima e nonostante l’ora veniamo accolti da musiche e danze locali. Puntuali ci aspettano gli addetti della South Pacific Transfer per portarci al nostro Ahitea Lodge che dista circa 13km dall’aeroporto. Come riportato in premessa entrambi i transfer (incluso quello di stasera) sono stati prenotati, su mia richiesta, direttamente da Vaiana titolare del lodge. Vaiana ci sta aspettando insieme alla mamma per darci il benvenuto, veloce sistemazione nelle nostre camere e subito a letto, abbiamo alle spalle una lunghissima giornata. Appuntamento alle h.8,00: ottima colazione insieme alla famiglia e a Ben un dolce tatuato omone amico di Vaiana che si offre di accompagnarci in giro per Tahiti e rimanere con noi per tutta la giornata. Prima tappa in banca per cambiare dei soldi: Att. si possono cambiare max 2.000 Euro a persona, commissione fissa 1.000 CFP; per evitare code e commissioni si possono utilizzare delle macchinette, tipo bancomat, che si trovano vicino al mercato centrale che sarà anche la ns. prossima tappa. Questa struttura moderna a due piani a pochi passi dalla baia ci accoglie con

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un mare di colori e souvenir. Qui si può trovare tutto l’artigianato di Tahiti oltre a un insieme di fragranze che sono una parte importante della cultura locale tra cui spicca l’olio di Monoï, ricavato da un misto di petali di fiori e olio di cocco. Ci muoviamo tra fiori e coloratissime ghirlande, cappelli, collane, abiti e tessuti, verdure, frutti esotici ma anche pesce fresco e dolci. La gente è gentile, quando incrocio i loro sguardi vengo sempre ricambiato con cordiali sorrisi. Il mercato di Papeete si trova nel centro storico della città, vicino alla costa nord-occidentale dell’isola. Nelle vicinanze il Museo delle perle nere e la stazione marittima, dove attraccano i traghetti provenienti dalle varie isole e soprattutto dalla vicina Moorea la cui forma si staglia nitida davanti a noi. Sempre con Ben al nostro fianco continuano il nostro tour lungo i giardini che costeggiano il mare, ottimo pranzo a base di pesce dove assaggiamo la nostra prima “cruditè” piatto di pesce crudo e verdure condito/maritato con latte di cocco e limone. Tahiti fa parte delle Isole della Società insieme a Huaine, Raiatea, Tahaa e Bora Bora (queste ultime chiamate anche isole sottovento) che visiteremo nei prossimi giorni. Tutte queste isole sono circondate da lagune e le montagne che le caratterizzano sono di origine vulcanica. Ritorniamo, sempre a piedi, al nostro lodge; lasciamo parte dei bagagli in deposito e concordo con Vaiana i transfer del giorno del nostro rientro a Papeete (22 agosto) oltre a prenotare quella che sarà la nostra ultima cena polinesiana a base di pesce. Il volo per Huaine delle 17,25 parte in ritardo ed è oramai buio quanto atterriamo nell’isola sottovento di Huaine. Cocktail di benvenuto e collane di fiori alla Pension Fare Maewa che dista pochi chilometri dall’aeroporto e dalla città principale Farè. Il posto è molto bello, fronte oceano le cui calme acque erano animate la mattina e il tardo pomeriggio dal soffio delle balene che in lontananza annunciano la loro presenza; all’interno tra profumati alberi di tiare si trova la zona notte formata da comodi bungalow con – volendo – uso cucina. L’appuntamento è per l’indomani mattina per un’escursione in barca. Huaine è composta da due isole: Huaine Nui a nord (dove ci troviamo noi) e Huahine Iti a sud, entrambe collegate da un ponte e da un’unica strada che attraversa villaggi, piantagioni di banane, alberi del pane, di papaia e mango.

5° giorno HUAINE (TOUR ISOLA) BARCAAlle h. 8,45 lasciamo la pensione con dei pick-up in direzione Fare ie da dove inizieremo il nostro tour in barca che ci porterà ad attraversare tutta la laguna, rientrare all’interno verso il ponte che collega le due isole, sostare verso le h. 10,30 alla “ferme perliere”, fare dello snorkelling nelle vicinanze di un motu attraverso vibranti giardini di corallo con relativo pic-nic (in polinesiano motu significa isola e questa parola è usata anche per definire un rilievo sabbioso sul livello dell’oceano, solitamente coperto da palme da cocco e mangrovie, abitato da uccelli e granchi di sabbia), toccare la parte sud dell’isola di Huahine Iti verso Parea e rientrare di nuovo in direzione nord con sosta e ulteriore snorkelling a quello che viene definito “acquario” pieno di squali che ammassati

attendono di ricevere del cibo dall’equipaggio della barca. La giornata è bellissima e il piatto mare, dalle diverse e intense sfumature di verde e blu, accoglie dolcemente la nostra canoa con il caratteristico bilanciere. Accompagnati dalla musica della chitarra del nostro singolare e colorato capitano tutto fare raggiungiamo la fabbrica di perle giusto in tempo per ripararci da un forte e veloce acquazzone…ci viene spiegato il processo di produzione delle perle di allevamento che inizia dall’impianto del corpo estraneo all’interno dell’ostrica. Non poteva mancare l’annesso negozio dove “scatta” qualche acquisto. Dopo lo snorkelling sosta al vicino motu – con tavoli e colorati ombrelloni posti tra la spiaggia e l’acqua – dove inizia la preparazione del “poisson cru”, pesce fresco e verdure croccanti marinate in succo di lime e latte di cocco fresco, ma anche pollo, pesce, insalata oltre a un fornitissimo bar con acqua, succhi di frutta locali, birra Hinano, e punch al rum…insomma un paradiso !!!! Riprendiamo la via del ritorno con destinazione “l’acquario” dove oltre a colorati pesci incontriamo un branco di squali dalla pinna nera (dicono siano innocui per l’uomo…)…l’emozione è forte e indescrivibile !!!! E’ il tardo pomeriggio quando rientriamo da questa indimenticabile e appagante escursione. Per la cena ci spostiamo a piedi al centro di Farè al ristorante dello Yatch Club.

6° giorno HUAINE (VISITA FARE’ + SPIAGGIA) A PIEDIOggi giornata libera, decidiamo di passare la giornata oziando nella spiaggia della vicina Farè che raggiungiamo dopo una piacevole e breve passeggiata. Alcuni del gruppo approfittano per fare diving. Per la ns. ultima sera in quest’isola ottima cena di pesce presso la pensione Fare Maewa dove alloggiavamo. 7° giorno HUAINE (VISITA INTERNO ISOLA) in 4 X 4. HUAINE – RAIATEA in AEREO

Alle h. 8,45 partenza in 4x4 per visitare l’interno dell’isola, si dice che i miti e le leggende legate al Dio Hiro siano di casa a Huainè: si racconta infatti che il gigante Hirò tagliò in due l’isola con la sua piroga dando origine all’attuale Huaine Nui (isola grande) e Huaine Iti (isola piccola). Qui si trovano i siti archeologici più importanti della Polinesia tra cui il tempio di Orohaehae e i “marae”, luoghi dove si compivano i sacrifici in onore degli dei. Il nostro

driver/guida è un francese da tempo trasferito in Polinesia. Iniziamo con la visita a una coltivazione di vaniglia, siamo a nord di Farè dove si trova la maggiore delle due lagune, detta Fa’una Nui, famosa per le particolari trappole per i pesci , per i numerosi “marae” sparsi un po’ ovunque. Nel sito di Maeva – primo villaggio fortificato dell’isola che ospitò le navi dei capotribù – si può visitare un piccolo museo allestito in una Potee (una casa nella quale venivano tramandate conoscenza, tradizioni e rituali) dove sono esposti oggetti e altri reperti trovati durante gli scavi archeologici. Nel vicino villaggio di Faie sguazzano paciose nelle acque di un piccolo torrente le sacre anguille dagli occhi blu diventate un’attrazione turistica dell’isola. Riprendiamo l’unica strada esistente in direzione sud verso la spiaggia di Parea una delle più belle spiagge dell’isola per poi rientrare nel nostro hotel. Ci aspetta il trasferimento a Raiatea che raggiungiamo velocemente dopo solo 20’ di volo. Con due taxi ci trasferiamo alla Pensione Tepua; qui le sistemazioni sono un po’ spartane ma il posto è comunque suggestivo e sito in un’ottima posizione con accesso diretto alla laguna attraverso un proprio pontile privato. Ci dicono che la struttura a fine estate sarà oggetto di ristrutturazione e che probabilmente – oltre a cambiare gestione – cambierà nome e prezzi. Al nostro arrivo il vicino supermarket era già chiuso; con due taxi decidiamo

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quindi di andare a mangiare in una roulotte in centro: il posto è sottotono, inizia a piovere e la cena non è stata certamente delle migliori. La pioggia ci accompagnerà per tutta la notte.

8° giorno RAIATEA (ESCURSIONE ALL’ISOLA DI TAHAA) BARCALe isole sottovento di Raiatea e Taha’a (che visiteremo oggi) condividono la stessa laguna dai forti e intensi colori. Raiatea è un luogo sacro e culla della cultura polinesiana da dove iniziò la colonizzazione delle isole da parte dei guerrieri maori che sfidarono l’oceano a bordo di piroghe. Anche questa è un’isola vulcanica dove primeggia una folta e rigogliosa vegetazione e dove il mare pullula di coralli. Taha’è è invece rinomata per le sue baie riparate dai venti e per le piantagioni di vaniglia. Finalmente ha smesso di piovere, la giornata si presenta anche oggi calda e soleggiata. Alle h. 9,00 ci aspetta ormeggiata al pontile la nostra barca con Jean e Susanne, capitano e guida pronti per dare inizio all’escursione. Durante il viaggio in direzione di Tahaa, Susanne ci introduce con grazia e una mimica incantatrice attraverso le varie leggende collegate alle origini delle due isole. Prima tappa al “giardino dei coralli”, una pass con acqua poco profonda, limpida e calda dove vivono coralli e una moltitudine di pesci colorati. Il posto è incantevole e da la possibilità anche ai meno amanti dell’acqua a godere di questa meraviglia della natura. Ci spostiamo poi a un allevamento di ostriche; ci viene spiegato in modo esaustivo tutto il processo e anche qui scattano alcuni acquisti. E’ arrivata l’ora di pranzo: in un vicino motu è stato preparato un abbondante buffet principalmente a base di pesce; all’interno del pontile sono state costruite due piscine, alimentate con l’acqua di mare, che accolgono in cattività diversi tipi di pesci tra qui il pesce palla e il pesce pietra. Sbarchiamo, dopo aver attraversato quasi tutta la laguna, all’isola di Tahaa ns. ultima tappa della giornata. Una breve passeggiata ci porta a una coltivazione di vaniglia; seguiamo tutto l’iter produttivo dalla pianta – una particolare orchidea - dal lungo baccello fino al prodotto finale sempre accompagnati da un piacevole aroma di vaniglia. Verso il tramonto siamo di rientro da questa indimenticabile giornata che concludiamo con un’ottima e conviviale spaghettata accompagnata da fresca birra.

9° giorno RAIATEA – BORA BORA AEREO

Oggi dopo colazione trasferimento all’aeroporto con destinazione Bora Bora, In tahitiano Bora Bora significa “nata per prima” e anticamente l’isola era conosciuta con nome di “Mai Te Pora” ovvero creata dagli Dei in quanto, secondo la leggenda, sarebbe stata creata subito dopo Raiatea, l’isola sacra per eccellenza. Bora Bora, facente parte dell’arcipelago delle isole della Società e del gruppo delle Isole Sottovento, è considerata la “perla della Polinesia”. Con il caratteristico monte Otemanu, il più alto dell’isola, che fa da sfondo a una laguna coloratissima, l’isola è considerata tra le più belle al mondo ed è punteggiata da piccoli “motu” che la circondano e che rendono Bora Bora unica. Quello che nell’immaginario collettivo viene considerata come il simbolo della Polinesia si materializza dall’alto davanti ai nostri occhi in tutta la sua bellezza con il colore del mare che passa da un verde intenso ad un blu cobalto. L’aeroporto si trova sul motu Mute a nord della laguna e il collegamento con Bora Bora è garantito da un grande catamarano (il transfer è gratuito in quanto il costo è già incluso nel biglietto aereo). Al porto ci aspetta Tina, gestore della pensione Robert & Tina che dista circa 5km dal centro di Bora Bora e si trova in una delle più belle spiagge dell’isola. Parte del gruppo raggiunge direttamente la pensione mentre insieme agli altri facciamo un po’ di spesa nel vicino supermarket. La pensione è accogliente, immersa in una folta vegetazione con le camere che danno tutte sul bellissimo mare della laguna. Un bagno rigenerate è d’obbligo, qualcuno si lascia andare in un dolce far niente sotto i caldi raggi del sole, altri invece passeggiano lungo le vicine spiagge. Cena al ristorante “The Lucky House” e termine della serata ad ammirare il cielo ridondante di stelle che silenzioso si stende sopra di noi….domani tutto il giorno sarà dedicato alla visita della laguna.

10° giorno BORA BORA (ESCURSIONE ALLA LAGUNA) BARCAOggi il risveglio non è stato dei più piacevoli: mentre due pax del gruppo erano a fare una passeggiata lungo la spiaggia qualcuno è entrato nella loro camera portando via tutti i soldi. Il tutto è avvenuto in un attimo…sono cose spiacevoli che ci confermano di porre continuamente attenzione alle nostre cose anche quando la situazione ci sembra tranquilla. Dopo colazione ci vengono a prendere per portarci al porto dove ci attende la barca della Rohivai Tours. Anche oggi è una splendida giornata: iniziamo con il

circumnavigare l’isola riuscendo ad avere una diversa prospettiva del vulcano Otemanu, incontriamo i vari “four stars” hotel con le camere a palafitta in mezzo al mare, ci viene illustrata la posizione strategica dell’isola durante la seconda guerra mondiale con dei sistemi di fortificazioni americani – per difendersi dai giapponesi – le cui postazioni sono ancora visibili lungo i crinali del monte. Ci stiamo dirigendo verso l’isolotto di Teavanui, in prossimità del quale è presente l’unico punto in cui la barriera corallina si interrompe e permette di comunicare con l’oceano. E’ qui che ci immergiamo per il primo snorkelling della giornata a contatto con gli squali dalla pinna nera, anche oggi l’emozione è forte….seconda tappa all’interno della laguna per nuotare tra le razze che si fanno accarezzare senza problemi. Trasferimento per pranzo in un altro motu; con i piedi in mezzo all’acqua assaggiamo dell’ottimo pesce e non solo: particolare la preparazione del cibo e di tuberi vari fatti cucinare all’interno di una buca insieme a pietre roventi il tutto coperto con foglie di banano, che rappresenta il caratteristico forno “naturale” tahitiano (Ahima’a). Nella sommità della piccola isola, raggiungibile tramite un facile sentiero, si può godere della vista a 360° gradi su tutta la laguna dalle svariate sfumature di colori che passano dal turchese all’indaco, dal verde allo zaffiro, colori che in certi tratti si fondono uno sull’altro….guardiani silenziosi di questo paradiso due grandi statue Maori costruite in legno. Ultimo tuffo per immergerci in un mondo ricco di colorati coralli e pesci multicolori. Verso le h. 16,00 inizia il nostro rientro direttamente vicino alla pensione Rober & Tina. Anche oggi appagante e indimenticabile escursione. Con Tina mi accordo del transfer di domani che avverrà in mattinata in ore diverse in quanto un primo gruppo volerà direttamente su Rangiroa mentre il secondo, compreso il sottoscritto, via Papeete.

11° giorno BORA BORA / RANGIROA AEREO. BORA BORA - PAPEETE – RANGIROA AEREO

E’ purtroppo arrivata la nostra ora (l’altro gruppo è già partito); Tina ci accompagna al molo, prendiamo la la nave per l’aeroporto e in un attimo la laguna di Bora Bora lascia spazio, con un po’ di tristezza, all’immensità dell’oceano. Dopo circa un’ora di attesa a Papeete parte in orario il nostro volo che alle h. 15,30 ci porterò all’isola di Rangiroa (in polinesiano “cielo senza fine”). Rangiroa e Tikehau (prossima e ultima delle isole che visiteremo) fanno parte dell’Arcipelago delle Tuamotu chiamato anche arcipelago “basso” in quanto le sue isole emergono soltanto di pochi metri dalla superficie del mare, non hanno montagne e sono circondate da barriere coralline raramente interrotte da “passes”. Al nostro arrivo ci attende Olga dell’omonima pensione, con lei anche Manuela Marcori (vedi premesse) che si trovava nell’isola per una vacanza. Gruppo compattato nuovamente, la struttura dove alloggiamo è ben tenuta e soprattutto comoda e spaziosa per tutti noi; delle casette/bungalow a tre posti con uso cucina poste di fronte a una spiaggetta privata con annesso un piccolo molo. Con noi anche un altro gruppo di Avventure “tutta Polinesia”. Ci

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facciamo accompagnare al vicino supermarket per fare della spesa per la cena e integrare il necessario per la colazione (il resto del cibo tipo succhi di frutta, marmellata, ecc lo avevamo portato con noi direttamente da Bora Bora senza alcuna restrizione soprattutto in merito ai liquidi). Il supermarket è mezzo vuoto, ci dicono che stanno attendendo la nave che arriverà nei prossimi giorni. Nonostante ciò le nostre fantasiose e ottime cuoche riusciranno a sfornare un’eccellente e succulenta cena….

12° giorno RANGIROA (ESCURSIONE ALL’ILE-AUX-RECIFES) BARCALa pensione “Chez Olga” si trova vicino al villaggio principale di Avatoru un paesino tranquillo con ufficio postale, banche, supermercati; ci sono anche una chiesa cattolica e una mormone.Alle h. 8,30 si parte per l’escursione “all’ile aux recif”: delle particolari formazioni di coralli che erosi dal vento si sono trasformati in strane sagome pietrificate. Questi affioramenti formano canali e bacini che sembrano straordinarie piscine naturali, in lontananza le onde si infrangono rumorose e spumeggianti oltre la barriera. Il mare, appena lasciato il molo, è abbastanza mosso e nonostante il nostro capitano (marito di Olga) sia abile a tagliare le onde, molte volte il duro impatto con l’acqua ci fa violentemente sobbalzare. Il motu offre la possibilità di fare dello snorkelling o semplicemente di lasciarsi cullare tra le limpide e calde acque. Ci viene offerto del latte di cocco e del pesce pescato al momento e cucinato su una base di coralli frantumati, di cui la spiaggia ne è piena, che proteggono la carne dal diretto contatto con il sottostante fuoco. Giornata soleggiata e calda che invita a continui bagni…attorno a noi degli squaletti dalla pinna nera – richiamati dal cibo - girano indisturbati. Riprendiamo l’escursione verso la pass dove transitano diversi tipi di pesci…lo spettacolo è fantastico, siamo letteralmente circondati da una moltitudine di colorati pesci attirati anche dal cibo che viene lanciato dalla barca. Al termine oltrepassiamo in barca la pass e entriamo nell’oceano aperto; in questo luogo solitamente si possono osservare gioiosi delfini ma oggi non siamo fortunati. Sono le h. 17,00 ed è quasi il crepuscolo quando Olga ci da il bentornato nella sua pensione. Doccia e cena in una vicina roulotte (uscendo da Olga, subito a sinistra). Consiglio anche il vicino ristorante “Vai Mario”.

13° giorno RANGIROA (ESCURSIONE ALLA LAGUNA VERDE) BARCAH. 9,00, oggi nuova escursione alla laguna verde; il posto è meraviglioso: una spiaggetta incastrata tra due lembi di mare che sembrano delle piscine di un colore….verde (naturalmente !!). La spiaggia – a cui fa cornice un palmento - si trova giusto a ridosso della pass, dall’altro lato la parte finale del villaggio di Avatoru con la bianca chiesa cattolica fronte mare. E’ un piacere crogiolarsi al sole o dedicarsi alla lettura sotto l’ombra di una palma (facendo attenzione ai cocchi sopra la testa); qualche chiacchiera, dei bagnetti insomma una giornata dedicata al dolce far niente (ogni tanto ci vuole…). Ottimo e particolare il pranzo a base di pesce e

granchi preparato da delle vigorose donne di una vicina casa; tra loro anche una ragazza molto carina che solitamente esegue delle danze locali nei vicini alberghi. Riusciamo a convincerla ed eccola danzare per noi accompagnata dalla musica proveniente da una piccola radio….i movimenti sono dolci e sinuosi, ogni gesto emana espressività e - oltre ad avere un preciso significato - racconta sempre una storia descritta nel canto (cielo, terra, amore, famiglia, ecc.) I movimenti rappresentano infatti aspetti della natura e della vita. Per rendere nullo l’incanto di questo magico momento la ragazza, di cui non ricordo il nome, ha avuto la brillante idea di farsi accompagnare da due uomini del gruppo che – oltre a seguire i di lei movimenti – dovevano anche muovere energicamente (non ancheggiare) i fianchi. Diciamo per essere gentile, che il risultato non è stato dei migliori ma ha ravvivato il pomeriggio e soprattutto aiutato la digestione post succulento e abbondante pranzo di mezzogiorno. P.S.: uno dei due pseudo-danzatori era il sottoscritto.Rientriamo da Olga al tramonto; questa sera ceneremo “Chez Obelix”, un vicino e ottimo ristorante (usciti dalla pensione subito a destra) gestito da un particolare soggetto che indossa un elmo a mo’ di vichingo: da provare il mahi mahi grigliato (pesce tipico locale) servito con salsa alla vaniglia.

14° giorno RANGIROA (ESCURSIONE ALLA LAGUNA BLU) BARCAL’ultima escursione del nostro soggiorno a Rangiroa la dedicheremo alla visita della laguna blu. Dopo circa un’ora di barca raggiungiamo un altro paradiso…queste escursioni ci regalano ogni giorno posti da sogno e soprattutto sempre forti emozioni. La barca si ferma al lato della barriera corallina e a piedi con l’acqua quasi alla vita raggiungiamo la vicina spiaggia. Il posto è super affollato, molti sono i turisti presenti e insieme a noi anche altri due gruppi di Avventure. Nella bassa e limpida acqua nuotano indisturbati una miriade di squaletti; facciamo dello snorkelling tra pesci e coralli…il panorama che abbiamo di fronte sembra un classico da cartolina: spiaggia bianca, palme, cielo azzurro il tutto lambito da una fantastica “blue lagoon”. Verso mezzogiorno decidiamo di spostarci in un altro più tranquillo motu di proprietà della famiglia di Olga; insieme a noi oltre al marito c’è anche il futuro genero e sarà proprio lui con fiocina alla mano ad immergersi per catturare del pesce. Anche qui spiaggia, palme e….relax.

15° giorno RANGIROA – TIKEHAU AEREOMattinata libera, qualcuno decide di fare un giro in bicicletta fino al villaggio; altri si godono invece le

ultime ore nella spiaggetta fronte bungalow…un lieve piovasco oscura momentaneamente il cielo. E’ ora di trasferirci al vicino aeroporto, salutiamo Olga la “big mama” e anche Manuela con la quale ci diamo appuntamento la sera del nostro ritorno a Papeete. Alle h. 15,05 dopo solo 20’ di volo siamo a Tikeau un piccolo atollo di forma quasi circolare che racchiude una splendida laguna dal diametro di 28 chilometri. Tikehau è la più sperduta delle isole Tuamotu, il suo nome significa atterraggio nella pace. Al nostro arrivo veniamo accolti dal figlio di Colette con la tipica collana di tiarè; foto di gruppo e, caricati i bagagli, in meno di 5 minuti di macchina arriviamo alla “Pension Aito Motel Colette” con bungalow direttamente sulla spiaggia e alcune camere sul retro. La struttura è spartana ma il tutto è superato dalla bellezza delle palme e dai profumati rossi fiori di ibiscus che ci circondano oltre alla splendida spiaggia con barriera poco distante. Da aggiungere poi la gentilezza dei gestori che ci prepareranno delle ottime e particolari cene accompagnate dai loro canti e dalla musica proveniente da un ukulele magistralmente suonato da Ennery (marito di Colette). Gli stessi gestori si occupano anche di organizzare l’escursione alla laguna. In relax tra bagni (di mare e sole) attendiamo, sorseggiando l’immancabile birra hinano, il calar del giorno. Anche in quest’isola come in tutte le altre non c’è molto da fare dopo il tramonto e pochi sono i locali dove trascorrere la serata fino a tardi, i ritmi sono scadenziati dalla luce del giorno e anche noi la sera, come i polinesiani, ci siamo abbandonati a volte abbastanza presto tra le braccia di Morfeo…

16° giorno TIKEHAU (ESCURSIONE ALL’ILE DES OISEAUX + FERME AUX MANTAS) BARCAEnnesima giornata soleggiata, in barca iniziamo insieme a Colette e Ennery la nostra escursione. Prima tappa al motu Puarua dove nidificano molti uccellli che – abituati alla presenza dell’uomo – si lasciano avvicinare senza problemi . Particolari le sterne nere e bianche e la sula dai piedi rossi. Il motu è un agglomerato di rocce con al centro degli alberi straripanti di nidi, iniziamo una piacevole e breve passeggiata che ci porterà anche verso l’interno, il tutto sempre sotto il vigile controllo di questi rumorosi e curiosi pennuti, unici e indiscussi abitanti dell’isola. Riprendiamo la navigazione fino a un isolotto dalla spiaggia finissima e l’acqua trasparente (che poi sapremo essere di proprietà di Colette); dietro di noi la barriera corallina dove si infrangono rumorose le forti e spumeggianti onde oceaniche. Anche qui il posto è paradisiaco ….bagni con la compagnia dei soliti squaletti, sole, relax e soprattutto un ottimo e abbondante pranzo: pesce alla griglia a volontà,

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pane al cocco, riso, insalata e dolce ….insomma Colette e Ennery ci stanno veramente coccolando. Ci sorprende anche un acquazzone e ….via, tutti in acqua tra risa e scherzi. Alle h. 15,00 ci spostiamo verso la “ferme aux mantas” ovvero un luogo dove solitamente si possono incontrare le mante e anche nuotare insieme a loro. Purtroppo di mante neanche l’ombra, ci viene detto che è a causa del mare mosso e del possibile arrivo di un temporale; davanti a noi infatti il cielo è scuro e plumbeo. Non ci resta che far ritorno alla pensione; l’ulteriore ottima cena preparata da Colette e servita a suon di canti e musica concluderà piacevolmente questa ennesima indimenticabile giornata. Tutte le escursioni che abbiamo fatto visitando le varie isole mi hanno ognuna lasciato un differente e indelebile ricordo; è difficile poter fare una classifica…tutte imperdibili, tutte con proprie particolari peculiarità e tutte accomunate da una natura rigogliosa, da un mare avvolgente sempre pronto a sorprenderti e soprattutto da un popolo gentile e sorridente che ti accoglie sempre con un dolce “Ia orana” (buongiorno, ti auguro una buona giornata).

17° giorno TIKEHAU – PAPEETE AEREOIl volo per Papeete è alle h. 13,30. Rilassante colazione fronte oceano; approfitto per farmi accompagnare a un vicino centro diving per cambiare – senza commissioni – i franchi rimasti della cassa comune in Euro. La mattinata passa veloce e in un attimo i contorni dell’isola di Tikeau svaniscono tra le nuvole, breve atterraggio a Rangiroa e di nuovo in volo verso Tahiti che raggiungiamo dopo circa 2 h. All’aeroporto ci attendono puntuali gli addetti della South Pacific Transfer per portarci al nostro Ahitea Lodge; sembra di essere ritornati a casa e la sensazione è che sia passato molto tempo dal nostro iniziale arrivo. Ci facciamo lasciare in centro vicino al central market per fare gli ultimi acquisti, appuntamento per cena alle h. 20,30; ci raggiungerà anche – come promesso – Manuela. La nostra ultima cena in Polinesia è stata ottima; l’oramai onnipresente cruditè, carpaccio di pesce spada e tonno, carne, verdure e dolce, Vaiana si è dimostrata all’altezza della situazione. Alle h. 23,00 salutiamo Vaiana e Ben per la cordiale ospitalità… à la prochaine fois ....Tahiti. Ci aspetta una lunga notte, il nostro volo per l’Isola di Pasqua è previsto in partenza alle h. 2,55 di mattina.

18° giorno PAPEETE – ISOLA DI PASQUA AEREOUn viaggio nel viaggio…alle h. 13,00 (- 8 h. rispetto all’Italia) atterriamo all’Isola di Pasqua, l’ombelico del mondo….una meta che avevo nel

cuore da tanto tempo…. Rapa Nui, come si chiama nella lingua locale, si trova nel mezzo dell’Oceano Pacifico ed è considerata come il luogo abitato più isolato al mondo (poco più di 3.000 abitanti). E’ un posto non solo remoto ma anche pieno di mistero e leggende. All’uscita ci aspetta Patricio dell’Hostal Tojika; Patricio ci da il benvenuto con delle ghirlande di fiori di un particolare e accattivante color viola. L’ostello dista pochi chilometri dall’aeroporto ed è situato in una splendida posizione fronte oceano dove ci si può piacevolmente perdere osservando l’infinito…. (per un momento mi ricorda l’Isla Negra). All’entrata dell’ostello si trova un piccolo bar frequentato principalmente dai locali che serve la mattina delle buone colazioni a prezzi modici. Una volta sistemati iniziamo la scoperta dell’isola; a piedi ci incamminiamo lungo la strada che costeggia il mare; parallela, all’interno, c’è un’altra unica via, l’Avenida Policarpo Toro, che rappresenta il cuore del piccolo villaggio di Hanga Roa (Hanga = baia / Roa = grande) lungo la quale si trovano negozi, alberghi, ristoranti e l’unica farmacia dell’isola. Raggiungiamo il sito di Ahu Tahai che si trova tra il cimitero (da vedere) e il museo. Ahu = centri cerimoniali e luoghi di sepoltura; delle piattaforme di pietra lastricate sulle superficie superiore con piatte pietre, con un muro verticale sul lato verso il mare e a ciascuna delle estremità. Trovarsi per la prima volta di fronte ai Moai è emozionante. Moai = gigantesche statue che probabilmente rappresentano gli antenati dei clan dell’isola. Alte da 2 a 10 metri queste statue dal volto di pietra erano posizionate con le spalle all’oceano. Si possono osservare ai lati di un soffice verde prato tre Ahu: da sinistra a destra: Ahu Vai Uri, con cinque moai, Ahu Tahai; con un singolo e molto eroso moai; e, infine, Ahu Ko Te Riku, sul cui basamento si trova un solo moai con occhi bianchi e un pukao (copricapo/acconciatura di colore rosso). Cena al ristorante Hakahonu che si trova lungo la strada costiera insieme ad altri caratteristici locali, anche la zona del porto offre molte possibilità per passare una serata in compagnia. La zona è anche molto battuta dai surfisti, soprattutto durante il tramonto, grazie alle imponenti e continue onde oceaniche.

19° giorno ISOLA DI PASQUA (ESCURSIONE – VISITA 1^ PARTE DELL’ISOLA) MINI VANOggi iniziamo la visita della prima parte dell’isola. Dall’Italia avevo concordato le escursioni con Marc della Green Tours Rapanui; alle h.10,00 ci vengono invece a prendere puntuali al Tojika con due van, la moglie di Marc, Tuhiira e una guida, un signore molto preparato che ci introdurrà nei prossimi due giorni alla scoperta dei misteriosi siti dell’isola. Dopo essere passati da un supermarket nelle vicinanze dell’aeroporto, facciamo i biglietti valevoli per due

giorni, per entrare nel Parco Nazionale di Rapa Nui al costo di CLP 30.000 pax. Per ottimizzare i tempi i biglietti si possono acquistare in aeroporto all’arrivo prima di passare i controlli doganali. La strada che percorriamo segue la cruda e frastagliata costiera, il paesaggio è un insieme di verdi tondeggianti e dolci colline, indisturbati trottano alcuni cavalli. Prima tappa Ahu Akahanga: una piattaforma cerimoniale situata sulla costa meridionale della dell’isola. Questa piattaforma è lunga 18 metri; non è stata ripristinata così da permettere di vedere lo stato in cui l’isola poteva trovarsi all’arrivo dei primi esploratori europei. Qui, come in altre piattaforme cerimoniali dell’isola, i moai sono stati rovesciati a faccia in giù dai loro stessi creatori. La teoria più accreditata è che in questo modo il volto e specialmente gli occhi venissero volutamente sepolti nella terra. Si possono vedere le pietre che erano le basi delle case con la loro caratteristica forma e si può visitare anche una piccola grotta utilizzata come protezione dal freddo e dai rumori esterni. Ci aspetta il vulcano Rano a Raraku che è uno dei più importanti siti dell’Isola di Pasqua e forse il più sorprendente. La sensazione che si prova quando si visita questo enorme sito archeologico è indescrivibile, l’area accoglie 397 moai di diverse dimensioni, molti con la sola grande faccia che spunta dal terreno, altri abbandonati in fase di preparazione ancora saldamente ancorati alla roccia. La strada si biforca in due: a sinistra un sentiero conduce al cratere del vulcano, a destra invece si arriva alla cava. Verso la cava si iniziano a vedere diversi moai con la parte del corpo sepolta nella terra ed è stata proprio la terra a proteggere e a conservare al meglio la parte interrata di questi giganti di pietra. Seguendo il percorso, si sale verso un ottimo punto di osservazione da cui si può vedere tutta la costa, l’oceano e il magico sito di Ahu Tongariki il più grande Ahu di tutta l’isola della lunghezza di 220 metri. Sorprendente e emozionante è trovarsi di fronte a 15 moai tutti allineati che ti osservano fieri della loro maestosità, tutti con le spalle rivolte verso un mare blu cobalto, uno diverso dall’altro mentre solo il secondo da destra – alto 14 metri - porta un pukao sulla testa. I moai sono stati oggetto di ristrutturazione dopo essere stati spazzati via nel 1960 da un maremoto. Ci perdiamo curiosi e divertiti tra l’immensità del sito per cercare di vivere appieno questo magico momento. Riprendiamo la strada, sempre mantenendoci sulla costa settentrionale del’isola, per arrivare a Ahu Te Pito Kura, una piattaforma che è rimasta intatta con il suo moai che si trova nella stessa posizione di quando era stato abbattuto da Rapa Nui. Si dice che questo moai sia la più grande scultura mai trasportata dalla cava di Rano a Raraku ed eretta su un Ahu. Nelle vicinanze – circondata da un muro di pietra – una rotonda roccia di grandi dimensioni che toccandola dovrebbe sprigionare della positiva energia derivante dal “potere spirituale concesso dagli dei”. Tentiamo anche noi di allungare la mano verso la roccia ma la presenza di un ranger del parco alle nostre spalle ci fa desistere. Arriviamo a Anakena ultima tappa della giornata. Ci troviamo in un’ampia spiaggia a cui si accede attraversando un palmeto. Nella zona del parcheggio ci sono dei piccoli ristorantini

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dove si possono trovare le classiche empanadas. Da un’adiacente collina si può ammirare tutto il sito: Anakena ha due ahu; il primo è Ahu Nau-Nau con sette moai; i primi quattro hanno un pukao in testa mentre gli ultimi due sono rotti; bellissimi i disegni scolpiti nella parte posteriore delle statue (sempre rivolta verso l’oceano). L’altro si chiama Ahu Ature Huke e accoglie un solitario moai. Nella via del ritorno verso l’ostello percorriamo una più veloce strada interna, è un continuo susseguirsi di verdi rilassanti paesaggi collinari; la giornata è stata piena e appagante…domani si continua la visita. La serata la trascorreremo al Teràai, un ristorante etnico con dimostrazioni varie: dal cibo cucinato in una specie di forno ricavato in un buco scavato nel terreno (stessa tecnica che avevamo già visto in Polinesia) al body painting, a qualche danza di gruppo accompagnata da musica locale per terminare, dopo un’ottima cena, con una performance di danze tradizionali eseguite da un gruppo culturale chiamato “ Haha Varua”. Una serata diversa, allegra e divertente.

20° giorno ISOLA DI PASQUA (ESCURSIONE – VISITA 2^ PARTE DELL’ISOLA) MINI VANSi parte per una nuova escursione; prima tappa Ana Kai Tangata una delle grotte più interessanti e accessibile dell’isola situata a sud di Hanga Roa dopo la pista di atterraggio dell’aeroporto. Si dice che questa grotta fosse un luogo utilizzato per riunioni o per fornire qualche forma di istruzione, pare inoltre che fosse utilizzato anche come un cantiere navale dove inoltre si insegnava anche la tecnica e nel contempo costruite le canoe. L’accesso alla grotta avviene dall’alto della scogliera, al suo interno nella parte alta della volta sono ancora visibili delle pitture rupestri. Il Rano Kau, che si trova nella parte sud-occidentale dell’isola, è un grande cratere vulcanico di oltre un chilometro di diametro. Nel lato superiore del cratere, quello che si affaccia sul mare, si è formata una grande crepa ed è da qui che gli “uomini uccello” passavano dopo aver scalato le scogliere di ritorno – a nuoto - dall’isola Motu Nui, con addosso l’intatto uovo di manutara (una specie di sterna). Uno spettacolo della natura…nella parte più stretta del bordo occidentale del vulcano si trova invece il villaggio cerimoniale di Orongo; vi si accede attraversando una struttura con all’interno varie foto e scritti che spiegano l’importanza del luogo. Il villaggio è formato da una serie di case di basalto di forma ellittica; qui le tribù e i loro sacerdoti celebravano uno dei più importanti rituali della loro cultura, la competizione del “birdman” che designava per un anno il capo spirituale e politico dell’isola accanto al re. Questo personaggio sacro (Tangata manu) lo si trova qui scolpito su alcune pietre: un corpo di uomo rannicchiato con un grosso becco di uccello; in altre pietre viene invece raffigurato il “Make Make”, il dio supremo

degli abitanti dell’isola di Pasqua, sotto forma di un viso stilizzato dagli occhi rotondi, con le sopracciglia spesse e un tratto verticale al centro a mo’ di naso. Il sito di Vinapu è un’area cerimoniale con i resti di tre piattaforme; in questo luogo si può osservare un magnifico esempio delle tecniche di costruzione e di intaglio delle grosse pietre che danno vita a un’imponente base (Ahu) tanto da far pensare

che ci possa essere un collegamento con la cultura Inca in Sud America dove tale tecnica veniva normalmente utilizzata. Il sito è famoso per una grande pietra rossa; una colonna monolitica che dovrebbe rappresentare un moai “femmina” e tale ipotesi si basa su alcuni dettagli tra cui le braccia e le mani sottili, seni piccoli e ombelico

pronunciato. Ora ci aspetta Puna Pau un piccolo vulcano spento il cui cratere era la cava da dove si estraeva la pietra utilizzata per costruire i rossi “pukao”, i copricapi per i moai. Trattasi di roccia vulcanica morbida e facile da intagliare con un alto contenuto di ferro che gli conferisce il caratteristico colore rossastro. Tutta la collina è sparsa di pukao abbandonati di varie misure e forme; arrivati in cima si gode di un ottima vista su tutta Hanga Roa. Particolare e nello stesso tempo bellissimo il sito di Ahu Akivi; trattasi di un ahu situato nell’entroterra costituito da una piattaforma su cui si ergono sette possenti moai restaurati. La particolarità di questo sito è dovuta alla posizione delle statue: i moai, pur guardando un villaggio come tutti gli altri dell’isola, sono gli unici a Rapa Nui che guardano il mare. (si dice che il loro sguardo sia volto in direzione delle isole Marchesi e dell’isolotto scomparso di Hiva, da cui avrebbe avuto origine il popolo rapa nui). La nostra visita termina al vicino Ana Te Pahu: un insieme di grotte laviche un tempo abitate e collegate tra loro mediante aperture circolari; all’interno venivano utilizzate anche come orti. Ringrazio Tuhiira e la paziente guida per avermi fatto ancora più apprezzare la bellezza di questa misteriosa e accattivante isola. Rientrati all’ostello ci incamminiamo velocemente verso il sito di Ahu Tahai per goderci il tramonto. Il posto è pieno di turisti, ognuno di noi prende posto abbandonandosi nella soffice erba del prato antistante i cinque moai in attesa del magico momento….mi perdo piacevolmente nei miei pensieri, felice e fortunato di essere qui !! E’ oramai buio quando a malincuore abbandono questo straordinario luogo; è anche la nostra ultima notte nell’isola.

21° giorno ISOLA DI PASQUA (VISITA HANGA ROA + ESCURSIONE A CAVALLO) ISOLA DI PASQUA - SANTIAGO AEREOOggi mattinata libera; qualcuno è già partito in direzione di Ahu Tongariki per godersi il sorgere del sole, altri effettueranno un’escursione a cavallo, altri opteranno per la visita al museo e altri si dedicheranno agli acquisti lungo la centrale via di Hanga Roa (vicino alla chiesa c’è anche un

grande e fornito mercato di artigianato locale); appuntamento per tutti alle h. 12,00 all’Hostel Tojika per il trasferimento in aeroporto. NB: Per chi volesse cambiare dei soldi senza alcuna commissione consiglio di recarsi al distributore che si trova al termine dell’Avenida Policarpo Toro in direzione aeroporto, allo stop si gira subito a destra e il distributore si trova dopo poche centinaia di metri sulla sinistra. Anche oggi splende il sole, siamo stati fortunati abbiamo sempre avuto durante tutto il viaggio delle bellissime giornate. Salutiamo Patricio e velocemente siamo già in volo; sono le h. 21,30 (- 6 h. rispetto all’Italia) quando atterriamo a Santiago del Cile. Puntuale il driver dell’agenzai “Turismo Laura Rivas” ci sta attendendo per portarci al nostro Happy House Hostel, Rodrigo non è potuto venire ma ci chiama al telefono per sapere com’è andata e soprattutto per salutarci. Cena in uno dei ristoranti vicino all’albergo.

22° giorno SANTIAGO (CITY TOUR). SANTIAGO–MADRID AEREOCon alcuni ci dirigiamo a piedi lungo la Via Moneda fino alla P.za de Armas dove alle h. 10,00 inizia il “Santiago walking tour” gestito da giovani studenti universitari che gratuitamente in circa tre ora ci accompagneranno attraverso i luoghi e le principali piazze della città raccontandoci la storia, anedoti e leggende. Oggi la giornata è uggiosa, pioviggina e fa anche freddo. Con gli altri ci siamo dati appuntamento per pranzo al Mercado Central (mercato del pesce) oppure direttamente in albergo alle h. 16,00. Dalla Plaza de Armas con la Cattedrale, il Municipio e l’ufficio postale ci dirigiamo verso il Museo di Arte Pre-Colombiano, superiamo il palazzo della Corte Suprema e arriviamo al Palacio de La Moneda dove assistiamo all’inusuale e particolare cambio della guardia. Oltrepassiamo il Cerro Santa Lucia e - attraversata Piazza Italia - entriamo nel Barrio Bellavista. E’ ora di pranzo, ci stacchiamo dal gruppo per dirigerci direttamente verso la “chascona”, l’altra casa di Pablo Neruda. Visitiamo solamente il cortile della casa a cui si accede attraversando un coloratissimo murales. Visto che ci troviamo nel quartiere bohemien di Bellavista decidiamo di fermarci qui per mangiare l’ultima empanada. E’ arrivata proprio l’ora di partire, sono le h. 21,30 quando decolliamo verso il continente Europa con destinazione Madrid..ci attendono 13,00 h. di volo…ho tutto il tempo per ripercorre le tappe del nostro bellissimo viaggio.

23° giorno MADRID / MILANO – ROMA AEREOArrivati a Madrid ci dobbiamo salutare, il volo per Milano parte fra poco più di un’ora. Baci e abbracci con la promessa di ritrovarci presto (promessa mantenuta). Grazie, anzi maururu a tutto il gruppo per la splendida avventura vissuta insieme; nanà (arrivederci) al prossimo viaggio…. Fabrizio

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