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. 80 - Avventure nel mondo 2 | 2012 .................. ....................................................... Marocco TACCUINO DI VIAGGIO | Marocco S e nella formula VIAGGI INSIEME il coordinatore ricopre l’importante mansione di organizzare l’incontro di “magnifici sconosciuti” che si aggregano spontaneamente provvedendo al proprio biglietto aereo, è anche vero che questi (io, nello specifico…) abbia un ruolo decisivo nell’aggiungere al viaggio quel quid capace di trasformare una semplice gita aggregativa a basso costo, in un’esperienza più che apprezzabile. Il quid che ho voluto aggiungere a questo viaggio a Marrakech è stato di matrice fotografica, nello specifico di fotoreportage. La STREET PHOTOGRAPHY (fotografia di strada) è servita da chiave di lettura e punto di osservazione per visitare ed apprezzare l’ALTRA MARRAKECH, quella più vera e reale. Dunque, oltre al visitare i noti luoghi e gli edifici storici della città, io e il mio gruppetto ci siamo mescolati tra i marocchini nei mercati, addentrati nella medina alla mattina presto, fatto colazione all’aperto con i negozianti dei souk o condiviso intimità e pasti tipici lontano dalle rotte pubblicate sulle più comuni guide cartacee. Ci siamo concessi i tempi giusti per interagire e avvicinarci alla realtà di una città che – nonostante sia divenuta sempre più meta del turismo di massa – resta ancora legata alle tradizioni berbere e rurali e allo stesso tempo vivace e misteriosa. Marrakech è un ottimo affaccio sull’Islam, vicina e comprensibile, aperta al dialogo e fruibile anche al più scettico occidentale… Alla mia terza volta a Marrakech, in compagnia di tre meravigliosi avventurieri e con al collo la mia Reflex, ho finalmente trovato dei punti di riferimento, sviluppate piccole e sane abitudini, e scoperto luoghi dove riposare lo sguardo ed i pensieri. Lontano dal caos e dai percorsi consigliati dalla Lonely Planet, ecco i posticini che insieme abbiamo scovato e che vi auguro di provare. Qui tutti i luoghi che questo mio quid ci ha fatto scoprire. Insieme. RIAD EVA Tanto per cominciare ho scelto di dormire in un Riad DENTRO la medina: il Riad Eva, che per molti non esiste… Non esiste su Internet, dove ha un sito introvabile e molto scarno, inesistente per TripAdvisor e Lonely Planet... Non si trova con Google Map che lo colloca in un posto indefinito in mezzo al quartiere Derb Debachi e, se chiedete ai passanti arrivando dalla Place Djmaa el-Fna, non lo conosce nessuno… Così quando il corrispondente italiano di AnM, che da anni vive ad Essaouira me lo ha proposto, ero scettica. Poi alle parole “piccolo e raccolto” mi sono fidata, e comunque due volte a Marrakech in alloggi mediocri e anonimi, mi erano bastati. Armata di foto del biglietto da visita, inviata tramite Blackberry dal corrispondente, ho seguito le indicazioni e raggiunto il Riad in soli 5 minuti dalla piazza, dopo una meritata sosta a mangiare brochette (spiedini di carne) e una sigaretta. La signora marocchina che gestisce il Riad Eva ci accoglie sorridente e ci mostra le stanze. Ce ne sono solo 4 per un’accoglienza complessiva di 8 persone. Le camere sono piccole ma molto graziose: arredate con oggetti di artigianato locale e il bagno in muratura ha l’intonaco lucido dipinto con colori vivaci e maioliche colorate. Questo piccolo Riad dopotutto è grande: ha molti spazi comuni dove riposare, leggere o riprendere fiato dopo lunghe camminate per i souk. E’ sempre fresco e silenzioso... La terrazza ha più livelli ed è arredata con divani di ferro battuto e cuscini marocchini, piante grasse e vasellame di terracotta. Fontane a muro decorate a zellij abbelliscono sia il pian terreno, dove viene servita una colazione alla francese, che la terrazza. BANCARELLE di PLACE DJMAA el- FNA Arrivate per merenda e fate un aperitivo “analcolico” (la birra a Marrakech viene venduta solo nei locali alla moda della Ville Nouvelle o al penoso Grand Hotel Tazi, in fondo a Arset Moulay Moussa, birra: 30DH). Assaggiate una ciotola di lumache da 5-10DH, purtroppo non sono ben spurgate ma sono molto saporite. Oppure assaggiate un panino con cervello di agnello (20DH incl. pane fresco) al chiosco N. 47. Io non lo mangiavo da quando avevo 5 anni quando mia madre me lo preparava una volta a settimana perché si diceva essere un ricostituente…Un tuffo nel passato. Se chiedete con cortesia, vi rimediano anche uno spicchio di limone da spremerci sopra. Ottimo. Tornate poi alla sera per cena, quando le bancarelle sono in piena attività ma attenzione, la padrona del Riad ci consiglia sempre di andare in quelle affollate di avventori locali, lì - dice - sicuramente non viene mal au ventre (?!) e il rapporto qualità prezzo è migliore. A giudicare dalla folla che si assiepa intorno al chiosco CHEZ HASSAN dal pomeriggio, questo deve essere il migliore della piazza! Si può arrivare ad aspettare anche venti minuti… NUZ NUZ - CAPPUCCINO MAROCCHINO Nonostante il petit déjeuner mattutino sia incluso nei Riad, vi consiglio di uscire a fare colazione al Grand Terrace du Cafè Glacier alla mattina presto, quando ancora i turisti dormono o si abbuffano nei loro hotel. Fermatevi qui e bevete un nuz-nuz, il cappuccino franco-marocchino dolce e forte ai tavolini all’aperto sotto il grande porticato. I vostri vicini di tavolino non mancheranno di farvi un cenno di saluto e un sorriso. I cornetti e i pain-au-chocolat si possono invece acquistare lungo la strada in una delle tante patisserie di Derb Debachi e consumare tranquillamente seduti qui. SOUK DELLE SPEZIE, in Rahba Testo e foto di Francesca Braghetta con il mio QUID fotografico MARRAKECH INSIEME Azione, meraviglia e…

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TACCUINO DI VIAGGIO | Marocco

Se nella formula VIAGGI INSIEME il coordinatore

ricopre l’importante mansione di organizzare l’incontro di “magnifici sconosciuti” che si aggregano spontaneamente provvedendo al proprio biglietto aereo, è anche vero che questi (io, nello specifico…) abbia un ruolo decisivo nell’aggiungere al viaggio quel quid capace di trasformare una semplice gita aggregativa a basso costo, in un’esperienza più che apprezzabile.Il quid che ho voluto aggiungere a questo viaggio a Marrakech è stato di matrice fotografica, nello specifico di fotoreportage. La STREET PHOTOGRAPHY (fotografia di strada) è servita da chiave di lettura e punto di osservazione per visitare ed apprezzare l’ALTRA MARRAKECH, quella più vera e reale. Dunque, oltre al visitare i noti luoghi e gli edifici storici della città, io e il

mio gruppetto ci siamo mescolati tra i marocchini nei mercati, addentrati nella medina alla mattina presto, fatto colazione all’aperto con i negozianti dei souk o condiviso

intimità e pasti tipici lontano dalle rotte pubblicate sulle più comuni guide cartacee. Ci siamo concessi i tempi giusti per interagire e avvicinarci alla realtà di una città che – nonostante sia divenuta sempre più meta del turismo di massa – resta ancora legata alle tradizioni berbere e rurali e allo stesso tempo vivace e misteriosa. Marrakech è un ottimo affaccio sull’Islam, vicina e comprensibile, aperta al dialogo e fruibile anche al più scettico occidentale…

Alla mia terza volta a Marrakech, in compagnia di tre meravigliosi avventurieri e con al collo la mia Reflex, ho finalmente trovato dei punti di riferimento, sviluppate piccole e sane abitudini, e scoperto luoghi dove riposare lo sguardo ed i pensieri. Lontano dal caos e dai percorsi consigliati dalla Lonely Planet, ecco i posticini che insieme abbiamo scovato e che vi auguro di provare. Qui tutti i luoghi che questo mio quid ci ha fatto scoprire. Insieme.

RIAD EVATanto per cominciare ho scelto di dormire in un Riad DENTRO la medina: il Riad Eva, che per molti non esiste…Non esiste su Internet, dove ha un sito introvabile e molto scarno, inesistente per TripAdvisor e Lonely Planet... Non si trova con Google Map che lo colloca in un posto indefinito in mezzo al quartiere Derb Debachi e, se chiedete ai passanti arrivando dalla Place Djmaa el-Fna, non lo conosce nessuno… Così quando il corrispondente italiano di AnM, che da anni vive ad Essaouira me lo ha proposto, ero scettica. Poi alle parole “piccolo e raccolto” mi sono fidata, e comunque due volte a Marrakech in alloggi mediocri e anonimi, mi erano bastati.

Armata di foto del biglietto da visita, inviata tramite Blackberry dal corrispondente, ho seguito le indicazioni e raggiunto il Riad in soli 5 minuti dalla piazza, dopo una meritata sosta a mangiare brochette (spiedini di carne) e una sigaretta.

La signora marocchina che gestisce il Riad Eva ci accoglie sorridente e ci mostra le stanze. Ce ne sono solo 4 per un’accoglienza complessiva di 8 persone. Le camere sono piccole ma molto graziose: arredate con oggetti di artigianato locale e il bagno in muratura ha l’intonaco lucido dipinto con colori vivaci e maioliche colorate. Questo piccolo Riad dopotutto è grande: ha molti spazi comuni dove riposare, leggere o riprendere fiato dopo lunghe camminate per i souk. E’ sempre fresco e silenzioso...La terrazza ha più livelli ed è arredata con divani di ferro battuto e cuscini marocchini, piante grasse e vasellame di terracotta. Fontane a muro decorate a zellij abbelliscono sia il pian terreno, dove viene servita una colazione alla francese, che la terrazza.

BANCARELLE di PLACE DJMAA el-FNAArrivate per merenda e fate un aperitivo “analcolico” (la birra a Marrakech viene venduta solo nei locali alla moda della Ville Nouvelle o al penoso Grand Hotel Tazi, in fondo a Arset Moulay Moussa, birra: 30DH). Assaggiate una ciotola di lumache da 5-10DH, purtroppo non sono ben spurgate ma sono molto saporite. Oppure assaggiate un panino con cervello di agnello (20DH incl. pane fresco) al chiosco N. 47. Io non lo mangiavo da quando avevo 5 anni quando mia madre me lo preparava una volta a settimana perché si diceva essere un ricostituente…Un tuffo nel passato. Se chiedete con

cortesia, vi rimediano anche uno spicchio di limone da spremerci sopra. Ottimo.Tornate poi alla sera per cena, quando le bancarelle sono in piena attività ma attenzione, la padrona del Riad ci consiglia sempre di andare in quelle affollate di avventori locali, lì - dice - sicuramente non viene mal au ventre (?!) e il rapporto qualità prezzo è migliore. A giudicare dalla folla che si assiepa intorno al chiosco CHEZ HASSAN dal pomeriggio, questo deve essere il migliore della piazza! Si può arrivare ad aspettare anche venti minuti…

NUZ NUZ - CAPPUCCINO MAROCCHINONonostante il petit déjeuner mattutino sia incluso nei Riad, vi consiglio di uscire a fare colazione al Grand Terrace du Cafè Glacier alla mattina presto, quando ancora i turisti dormono o si abbuffano nei loro hotel. Fermatevi qui e bevete un nuz-nuz, il cappuccino franco-marocchino dolce e forte ai tavolini all’aperto sotto il grande porticato. I vostri vicini di tavolino non mancheranno di farvi un cenno di saluto e un sorriso. I cornetti e i pain-au-chocolat si possono invece acquistare lungo la strada in una delle tante patisserie di Derb Debachi e consumare tranquillamente seduti qui.

SOUK DELLE SPEZIE, in Rahba

Testo e foto di Francesca Braghetta

con il mio QUID fotografico

MARRAKECH INSIEME Azione, meraviglia e…

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MaroccoKedimaNella piazza triangolare che si apre come un miraggio tra le vie caotiche dei souk, a Nord della Piazza Djmaa el-Fna, troverete erbe, spezie, profumi, kajal, prodotti di bellezza vegetali e biologici. Qui tutti i magazzini che compongono il triangolo della piazza offrono gli stessi prodotti ai medesimi prezzi. Dunque girate un po’ finché ne trovate uno che vi ispira più simpatia. Domandate, curiosate e fatevi consigliare. Spesso vi regaleranno dei campioni da provare. Nei souk si raggruppano corporazioni di mercanti che trattano la stessa merce e dunque trattare con il cliente, è l’unico punto di forza per vendere più del vicino. Il paradosso è che la competizione invece di creare attriti tra stessi commercianti genera un flusso maggiore di clienti che sanno che qui troveranno ciò che cercano. In Marocco la trattativa è l’anima del commercio e non sottostà alle logiche di marketing come in occidente, ma ci si affida all’abilità dei venditori nell’ingraziarsi i clienti. Non troverete “offerte” o locandine accattivanti: i prodotti fuoriescono abbondanti da grandi sacchi telati o sono disposti a piramide su scaffali improvvisati. Il packaging è semplice e anonimo e il prodotto è sempre da provare prima. Noi turisti occidentali, abituati a coupons e buoni-sconto che a fronte di estenuanti acquisti ci regalano, se va bene, un misero set di pentole di cui non abbiamo bisogno, rimaniamo stupiti da questo modo di vendere, e godiamo della trattativa amichevole. Perché se è vero che la competizione crea prodotti migliori, l’associazione crea legami più solidi. E nei souk si respira un clima di “fratellanza”che manca nei nostri scintillanti centri commerciali...

Io stessa, avendo ricevuto in omaggio del “sapone nero” (estratto dall’olio d’oliva e glicerina), dopo averlo provato all’hamman pubblico, nei giorni successivi sono tornata dallo stesso magazzino ad acquistare prodotti di bellezza per prezzi irrisori. Il negoziante, riconosciutami, mi ha sempre accolto con soddisfazione e trattata come una cliente marocchina affezionata.Il savon noir ha un aspetto poco accattivante, venduto sciolto in

bacinelle di plastica, ricorda il grasso traslucido usato dai meccanici. Questo prodotto invece lascia la pelle liscia e morbida anche dopo il più robusto scrub! Un barattolo da 500 grammi, appositamente impacchettato e sigillato sul posto, costa appena 10DH.

HAMMAM DAR EL-BACHASe volete assaporare un po’ di vita vera dei marocchini e allontanarvi dai ritrovi dei turisti, vi consiglio di provare un hammam pubblico: di quelli senza le candeline romantiche nè incenso al patchuli o petali cosparsi sui candidi lettini imbottiti… insomma un VERO hammam! Nella città vecchia ce n’é almeno uno per quartiere.

Io e le altre ragazze abbiamo scelto l’hammam Dar el-Bacha, il più antico della città, aperto tutto il giorno e dalle 12-19 riservato alle sole donne; l’ingresso costa 15Dh (1,5€) e farsi fare un gommage con savon noir ne costa solo 50DH (5€). Portatevi ciabatte, asciugamano, costume se non volete spogliarvi del tutto, telo di plastica per sedervi (oppure chiedete un secondo secchio e sedete su quello), guanto per lo scrub (10-15DH in tutte le bancarelle della città) e soldi contati: qui non ci sono armadietti e i vestiti saranno custoditi dalle signore che lo gestiscono negli orari per donne. La zona “calda” è grande e i soffitti altissimi, all’apparenza spoglia e semplice. Prendete il vostro secchio di plastica con colino e trovate un posto a sedere per terra sul pavimento di marmo scosceso accanto alle altre donne che vengono qui ogni 2-3 giorni a lavarsi. Fate come fanno loro e godete della condivisa intimità tra donne, madri, figlie, zie... Finito di insaponarvi con il savon noir, potete utilizzare il vostro shampoo o balsamo, a vostro piacere. Prima di rivestirvi, sdraiatevi sulle panchine che circondano la grande sala del frigidarium a osservte i disegni geometrici che decorano la grande cupola e rilassatevi al fresco nelle ore più calde del giorno. Quando uscirete dall’hammam, vi sentirete lisci e leggiadri e pronti per tuffarvi in un nuovo round di shopping e contrattazioni estenuanti.

I FOUNDOUKProcedendo lungo Rue Moussine, che decidiate di recarvi al “mio” hamman oppure no, affacciatevi nei portoni che si aprono lungo i lati della via. Questi vecchi caravanserragli (FOUNDOUK in arabo significa albergo) ospitavano un tempo i mercanti in transito nella città. Sul cortile interno si affacciano

i magazzini un tempo utilizzati per custodire le merci, mentre al piano superiore dai ballatoi in legno, si possono ancora scorgere le abitazioni e camere dei viandanti.Adesso qui si raggruppano le corporazioni degli artigiani che fabbricano le merci vendute poi nei souk. Belli quelli del ferro battuto e del legno, dove più artigiani martellando, battendo, limando e piallando quasi all’unisono, producono i suoni che compongono la “musica” della medina che lavora.

DOMENICA IN CHIESANoi che eravamo a Marrakech per Pasqua, non potevamo resistere alla curiosità di incontrare la comunità cattolica di Marrakech, città che storicamente ha sempre visto la convivenza pacifica di diversi credo e comunità multietniche. E ad oggi è ancora così: alla chiesa cattolica di Sainte-Anne, nel quartiere di Guelìz a dieci minuti di taxi dalla Place Jmaa el-Fna, ogni domenica mattina la funzione delle 10 viene recitata in tre lingue per le diverse comunità presenti a Marrakech: francese, spagnolo ed italiano, alle volte anche in lingua kinyarwanda (Rwanda). La messa è accompagnata da

un bellissimo coro a prevalenza femminile composto da coristi centro-africani in vestiti tradizionali e acconciature a treccine tipiche. Gli inni in francese e ruandese seguono ritmiche africane e arabe e ogni tanto viene lanciato anche un acuto yu-yu (tradizionale grido delle donne berbere).

VICOLO DEL MECHOUISul lato est della Place Djma el-Fna, dando le spalle al Grand Terrace du Cafè Glaciere procedendo diritti per cento metri, si trova il minuscolo Vicolo del Mechoui (il vero nome della viuzza non sono riuscita a scoprirlo…). Il Mechoui altro non è che la pecora arrostita, cotta in enormi giare ipogee, da condire con un mix di sale e cumino e mangiare con pane fresco, olive e thé alla menta. Il rito del Mechoui inizia alla mattina verso le 7 con la preparazione delle bestie scaricate da mezzi di trasporto improvvisati e trasportate a spalla. Cuociono in caldaie di terracotta sigillate da enormi tappi nel pavimento e tirate fuori a partire dalle 11 e fino a esaurimento clienti. Nella stessa via si contano 3 diversi macellerie di Mechoui, ma anche qui non c’è competizione. Ogni marocchino comprerà dal proprio negoziante di fiducia. Accanto alle botteghe, un piccolo ristorante su 3 piani più terrazzino vi darà la possibilità di consumare il vostro Mechoui caldo, acquistando bibite o thé a piacere. Nessuno vi importunerà perché sedete troppo a lungo o consumate troppo poco. I clienti

TACCUINO DI VIAGGIO | Marocco

MARRAKECH INSIEME Azione, meraviglia e…

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Ilpiacere diesplorare.

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TACCUINO DI VIAGGIO | Marocco

Marocco......................................................

sono i negozianti dei souk in pausa, famiglie con bambini, coppie di fidanzatini e avventori del souk; io che ho mangiato qui tre giorni di seguito non ho mai incontrato un solo turista europeo. Nonostante sia un cibo modesto e sconosciuto ai più, è a mio dire, il posto che più ci ha fatto sentire parte del tessuto sociale. Anche solo per un panino…

SOUK DELLE OLIVEAlle spalle del vicolo del Mechoui, è d’obbligo una sosta a provare le olive più buone del Mediterraneo. Rosse, nere, insaporite con spezie o erbe, dolci o piccanti. Olive luccicanti che invitano all’assaggio e sono una goduria per gli occhi e l’olfatto, disposte a piramidi in ciotole di varie fattezze. Le verdure e gli aromi sott’olio e in salamoia sono tutti preparati in casa, e seppur non saranno “a norma” con le regole igieniche delle nostre parti, regalano un colpo d’occhio colorato e invitante.

LA MEDINA ALTAA Nord di Derb Debachi, per raggiungere la Medersa Ben Youssef, perdetevi senza timore nella zona centrale della Medina. Quella meno turistica, poco trafficata ma molto vivace e dove la presenza di cittadini europei è minima. Fermatevi qua

e là ad acquistare uno yogurt fatto in casa, dolce e fresco come un budino e riceverete sguardi stupiti e compiaciuti sia di avventori che dei proprietari. Pochi si fidano, infatti, a consumare yogurt non-confezionato in questi negozietti tipici, quando invece la tradizione dello yogurt è nata proprio nei paesi arabi, per meglio conservare l’eccedenza di latte in assenza di frigoriferi…

Nei vicoli più affollati, fermatevi anche in un angolo e guardate la gente che passa, come si saluta, come si comporta, cosa compra e assorbite il Marocco in maniera passiva…Vi rimarranno ricordi vividi e sinceri.

LE CONCERIE DI MARRAKECHLasciatevi “abbordare” da una guida improvvisata che, per una mancia che varia dai 5-10€ (a vostra discrezione), vi condurrà nelle concerie marocchine e poi quelle berbere ,nella zona Nord-Est della medina. Nella prima vengono conciate solo le pelli di mucca, nella seconda quelle di cammello, capra e montone. Le concerie di Marrakech forse non sono famose né altrettanto belle come quelle di Fèz, ma seguono ancora ritmi tradizionali dell’antica arte della conciatura sempre interessante da osservare.

Le pelli subiscono un ciclo di quattro bagni: 5 giorni nella calce per levare i peli, 10 giorni nella cacca di piccione (ammoniaca naturale, raccolta soprattutto nelle Moschee…) per eliminare i residui di carne dalla pelle, 15 giorni nella sabbia per renderle morbide e infine 20 giorni nel tannino per la concia vera e propria. Finito il ciclo di 40 giorni le pelli vengono stese ad asciugare, “tosate” a mano con lame speciali e in fine tinte di 5 colori: rosso (o magenta), marrone, verde, ocra e nero.

MAISON DE LA PHOTOGRAPHIE e DAR BELLARJQuesti due antichi Riad, restaurati finemente e poco distanti dalla Medersa di Ben Yussef, ospitano il primo una collezione di 5000 foto in B/N di fotografie del Marocco da fine ‘800 a metà del XX secolo: immagini di villaggi berberi e di Kasbah esposte a rotazione. Il secondo Riad ospita opere d’arte contemporanea di artisti marocchini che rivisitano la tradizione araba con metodi moderni. Da vedere entrambi.

Sicuramente fare le foto a Marrakech – per chi ha come me questa passione - non è semplice: le persone non amano farsi ritrarre e spesso capiterà di ricevere insulti

o facce arrabbiate. Alle volte saranno richiesti soldi per essere fotografati o negato il permesso di fair un photo. Ma se vi armate di santa pazienza e saprete sfruttare le ore della giornata quando il sole è ancora basso e i turisti chiassosi dormono ancora o sono a mangiare, scoprirete la magia di vicoli e luoghi poco noti e battuti, angoli dove il Marocco è ancora verace. Dunque, che amiate fare foto o meno, non rinunciate alla possibilità di vivere appieno odori e rumori di Marrakech passeggiando con calma per la città, perdendovi nelle vie o scambiando parole amichevoli con le persone che incontrate...

TACCUINO DI VIAGGIO | Laos-Cambogia

Sto scrivendo da un

tipico tavolino indocinese… un proverbio

orientale suona più o meno cosi “gli occhi del viaggiatore vedono solo ciò che si aspettano di vedere”. Sarebbe un peccato visitare il Laos con questo approccio……finalmente il Mekong, l’immenso fiume che segna gran parte del confine tra Thailandia

e Laos, una distesa color caffèlatte che taglia per 4000 km il Sud-Est Asiatico, dal Tibet al Vietnam. E’ sempre emozionante passare i confini via terra, ci si avvicina gradualmente all’altro paese, se ne assapora l’odore e più ci si avvicina più le differenze si mescolano, si parlano 2 lingue, si usano 2 monete e 2 cucine diverse. I bus e le strade mi fanno subito notare l’enorme

differenza tra Thailandia e Laos….insomma sono nel Laos e voglio gustarmelo con calma adeguandomi

ai ritmi locali….dentro ho un brivido di gioia. Raggiungo il Laos volando con la Thai Airways via Bangkok. Nel

Luang Prabang, la bella addormentata

Testo e foto di Salvatore Francesco Bellisario

dal viaggio Laos Cambogia

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