D A˛˚˙ DIACALE F 1847 - A III . 176 - E 0,50 Martedì...

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C on il rapido approssimarsi della Manovra di Bilancio, in cui nel Governo si registra il crescente nervosismo soprattutto della compo- nente grillina, aleggia lo spettro di quella che potremmo definire come la legge di Abramo Lincoln e che rivolta a Luigi Di Maio e soci suona più o meno così: potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo. Ed è proprio in base a questo aforisma espresso dal celebre presi- dente americano che stanno per schiantarsi al suolo i sogni di gloria e le illusioni taumaturgiche di chi aveva promesso coperture a gogo per redditi di cittadinanza universali e altre fantasti- cherie irrealizzabili del quarto tipo. “I soldi ci sono”, hanno ripetuto come un mantra per anni gli epigoni di Beppe Grillo dai comodi banchi dell’opposizione. Ma oggi che essi sono en- trati trionfalmente... Direttore ARTURO DIACONALE Martedì 25 Settembre 2018 Fondato nel 1847 - Anno XXIII N. 176 - Euro 0,50 DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE pER LE gARANzIE, LE RIfORME ED I DIRITTI CIvILI delle Libertà È da tempo che Silvio Berlusconi sostiene la necessità di un rinnovamento radicale di Forza Italia fondato sull’apertura a quella “Altra Italia” che è estranea alla vita del partito ma che è ricca di individualità, competenze ed energie disposte ad impegnarsi per una nuova “rivoluzione liberale”. Il disegno, come tutte le intuizioni del Ca- valiere, non è solo fascinoso ma indispensabile. Se si vuole contribuire a risollevare il Paese compiendo quella “rivolu- zione liberale” che è stata solo abbozzata ma mai rea- lizzata in pieno negli ultimi vent’anni, è indispensabile avere un partito che non solo porti avanti con coe- renza questa istanza ma che sappia rinnovarsi aprendosi al contributo di forze nuove, fresche, innovatrici. Nessun dubbio che questo partito sia Forza Italia. Per- ché per fare la rivoluzione liberale ci vogliono i libe- rali, siano essi liberali sto- rici, liberali riformatori... Per un’“Area Bassa” dentro Forza Italia Continua a pagina 2 Continua a pagina 2 di ARTURO DIACONALE di CLAUDIO ROMITI Il vicepremier Luigi Di Maio minaccia con enfasi il carcere per gli evasori fiscali, allo scopo di occultare la sanatoria fiscale a cui sta lavorando il Governo gialloverde Le manette che nascondono il condono Attenzione alla legge Lincoln

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Con il rapido approssimarsi della Manovradi Bilancio, in cui nel Governo si registra il

crescente nervosismo soprattutto della compo-nente grillina, aleggia lo spettro di quella che

potremmo definire come la legge di AbramoLincoln e che rivolta a Luigi Di Maio e socisuona più o meno così: potete ingannare tuttiper qualche tempo e alcuni per tutto il tempo,ma non potete ingannare tutti per tutto iltempo. Ed è proprio in base a questo aforisma

espresso dal celebre presi-dente americano che stannoper schiantarsi al suolo isogni di gloria e le illusionitaumaturgiche di chi avevapromesso coperture a gogoper redditi di cittadinanzauniversali e altre fantasti-cherie irrealizzabili delquarto tipo.

“I soldi ci sono”, hannoripetuto come un mantraper anni gli epigoni diBeppe Grillo dai comodibanchi dell’opposizione.Ma oggi che essi sono en-trati trionfalmente...

Direttore ARTURO DIACONALE Martedì 25 Settembre 2018Fondato nel 1847 - Anno XXIII N. 176 - Euro 0,50

DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1

DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE pER LE gARANzIE, LE RIfORME ED I DIRITTI CIvILI

delle Libertà

Èda tempo che Silvio Berlusconi sostiene lanecessità di un rinnovamento radicale di

Forza Italia fondato sull’apertura a quella“Altra Italia” che è estranea alla vita del partito

ma che è ricca di individualità, competenze edenergie disposte ad impegnarsi per una nuova“rivoluzione liberale”.

Il disegno, come tutte le intuizioni del Ca-valiere, non è solo fascinoso ma indispensabile.Se si vuole contribuire a risollevare il Paese

compiendo quella “rivolu-zione liberale” che è statasolo abbozzata ma mai rea-lizzata in pieno negli ultimivent’anni, è indispensabileavere un partito che nonsolo porti avanti con coe-renza questa istanza ma chesappia rinnovarsi aprendosial contributo di forzenuove, fresche, innovatrici.Nessun dubbio che questopartito sia Forza Italia. Per-ché per fare la rivoluzioneliberale ci vogliono i libe-rali, siano essi liberali sto-rici, liberali riformatori...

Per un’“Area Bassa” dentro Forza Italia

Continua a pagina 2 Continua a pagina 2

di ARTURO DIACONALE di CLAUDIO ROMITI

Il vicepremier Luigi Di Maio minaccia con enfasi il carcere per gli evasori fiscali, alloscopo di occultare la sanatoria fiscale a cui sta lavorando il Governo gialloverde

Le manette che nascondono il condono

Attenzione alla legge Lincoln

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2 L’OPINIONE delle Libertà martedì 25 settembre 2018Politica

simpatizzanti e dai mondi della produzione e dellacultura. Che in maniera autonoma prenda forma e sicaratterizzi come interlocutore critico e stimolantedell’“Area alta” innervando Forza Italia di quei fer-menti e di quelle energie in grado di fermarne il de-clino e di assicurarne il futuro di sola portatrice deivalori della rivoluzione liberale. Certo, la nascita diun’“Area bassa” comporta inevitabilmente l’aperturadi un confronto critico con l’“Area alta”. Ma questaè la democrazia. Senza la quale il declino è certo!

ARTURO DIACONALE

...nella stanza dei bottoni, promettendo per boccadel loro giovane capo politico che avrebbero riem-pito d’oro zecchino le tasche dei loro creduli elet-tori, si scopre che si tratta solo dei quattrini deglialtri, sotto forma di deficit di bilancio. In praticanuovi prestiti con cui far lievitare a dismisura il no-stro già mostruoso indebitamento pubblico e, persoprammercato, avvitarci in una spirale recessivasenza speranza, come ha correttamente ammonitoil governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco,dominata da un aumento incontrollato dei tassi,

segue dalla prima

...o liberali popolari. E tutti questi liberali non figu-rano né nel blocco statal-sovranista della destra, né,tantomeno, in quella sinistra che ha utilizzato le ideedi libertà per nascondere il fallimento della propriastoria e per continuare a perpetuare i propri privilegi.

Per sostenere ed affermare i valori della democra-zia liberale, quindi, serve una Forza Italia rinnovatasecondo l’intuizione berlusconiana. Ma questo rin-novamento può avvenire ad una sola condizione. Cheil processo non promani dall’alto ma si sviluppi au-tonomamente dal basso mandando in soffitta il me-todo della cooptazione ed applicando quello delladiscussione e della competizione democratica.

Forza Italia è al momento formata solo dalla co-siddetta “Area Alta”, cioè dalla comunità dei cooptatinelle cariche elettive naturalmente portata ad auto-proteggersi ed a blindarsi a causa della crisi di unaforza politica passata dall’essere egemone nel centro-destra al ruolo di componente provvista solo di utilitàmarginale. C’è bisogno di una “Area Bassa” formatada non garantiti proveniente dai quadri minori, dai

da una fuga in massa dei capitali e da un catastro-fico disincentivo verso ogni forma di investimento.

Questo in estrema sintesi il quadro macroeco-nomico che si prospetta nel caso, in verità assolu-tamente malaugurato, si dovessero appenaabbozzare le misure portate avanti con incredibilesicumera dall’Esecutivo dei miracoli. Ciò, semprerichiamandoci alla dura requisitoria di Visco, por-terebbe la sostenibilità del debito pubblico fuoritraiettoria, lanciando un pessimo segnale ai mer-cati i quali, come accade sempre in questi casi, rea-girebbero in maniera molto decisa nei confrontidell’Italia, rendendo assai proibitivo fare ricorsoalla bacchetta magica del deficit, come invecesogna di realizzare a mani basse l’irriducibile Gig-gino.

Giunto al fin della licenza al prode Di Maio pia-cerebbe certamente portare la fatidica stoccata acolpi di reddito di cittadinanza, ricevendo la benmeritata corona d’alloro con tanto di marcia trion-fale. Tuttavia non solo i quattrini del bilancio sonogià praticamente tutti impegnati, ma pure quellidegli altri, come ci ricordava spesso la compiantaLady di ferro, sono destinati molto presto a finire,al pari del consenso di illusionisti e cantastorie.

CLAUDIO ROMITI

Per un’“Area Bassa” dentro Forza Italia

Attenzione alla legge Lincoln

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Il fine settimana appena concluso resti-tuisce la fotografia di un centrodestra in

grande subbuglio. Due, infatti, gli eventiche hanno consentito alle componenti nonleghiste della coalizione di dare conto al-l’opinione pubblica di una vitalità altri-menti messa in discussione dagliandamenti dei recenti sondaggi. A Fiuggisi è ritrovata Forza Italia in una conven-tion animata principalmente dall’attivi-smo del vicepresidente del partito epresidente dell’europarlamento, AntonioTajani.

All’isola Tiberina, cuore di Roma, si èsvolta “Atreju”, la tre-giorni che ha riunitoi sodali di Giorgia Meloni. Risultato: laconfusione regna nella Babilonia del cen-trodestra. Dovrebbero tutti remare dallastessa parte, ma la sensazione è che cia-scuno suoni la propria musica badandopiù a fregare lo spartito al vicino di sediache ad andare a tempo con l’orchestra. SeAntonio Tajani si spende con tutte le forzeper marcare la distanza dall’alleato leghi-sta pronosticando la fine prossima del-l’esperienza di governo giallo-blu econseguente subitaneo ritorno di Salvinialla casa-madre del centrodestra, GiorgiaMeloni prepara la sua personale “Opa” suForza Italia. Il progetto di aprire un nuovocontenitore della destra che, in piena au-tonomia dal leghismo salviniano, mettainsieme i pezzi sparsi della tradizione po-litico-culturale della destra, dal conserva-torismo al liberalismo, dal riformismolaico al tradizionalismo di matrice catto-lica, dall’europeismo al nazionalismo, ècertamente audace. Non che non sia pos-sibile, al contrario. Tuttavia, perché siapraticabile esso deve prendere le mosse da

una seria elaborazione di un pensiero cri-tico condiviso sulla realtà e sulle prospet-tive della società italiana. Il timore, invece,è che si parta dalla coda, cioè dalla preoc-cupazione di fare massa elettorale per su-perare, alle prossime elezioni europee, lasoglia di sbarramento del 4 per cento,posto che l’asticella non venga alzata di unaltro punto percentuale. In tal caso, l’ope-razione di riposizionamento strategico, av-viata nel fine settimana da Fratelli d’Italia,si trasformerebbe in un patetico camou-flage, destinato a non sortire alcun effettopositivo presso l’elettorato. Qualora, però,la manovra innescata dalla Meloni fosseconvintamente di alto profilo, cioè se pun-tasse alla ricomposizione di una destra po-litica non soltanto sovranista ma anche

conservatrice alla maniera prezzolinianapiù che a quella reaganiana, nello spirito diun pensiero radicato nella cultura mitte-leuropea del primo Novecento piuttostoche in quella anglosassone, la vittima de-signata, dal punto di vista dello sposta-mento dei flussi elettorali, non sarebbe laLega ma Forza Italia per maggiore affinitàdei rispettivi blocchi sociali di riferimento.Benché la cosa possa apparire bizzarra,visti i rapporti di forza tra il partito berlu-sconiano e quello della Meloni certificatinelle urne del 4 marzo, la tanto temutacannibalizzazione leghista di Forza Italiadovrebbe lasciare il posto alla famelicitàrampante di Fratelli d’Italia.

E i forzisti? Spiace dirlo ma sembra chei suoi odierni dirigenti vivano in un

mondo incantato, in una dimensione altradalla realtà. Cosa è emerso di forte dalmeeting di Fiuggi? Un malessere e due an-nunci. Il malessere: la dirigenza del partitomugugnerebbe perché non ha digerito ladecisione del leader Berlusconi di conce-dere la candidatura alla presidenza dellaregione Abruzzo a un esponente di Fratellid’Italia e non ad un forzista. Se questa è lamaggiore preoccupazione delle primelinee azzurre, vuol dire che davvero sonosulla luna e non accennano a scendere.Primo annuncio: la rifondazione di ForzaItalia. Si tratta dell’ennesimo proclama?Finora i precedenti non confortano: die-tro le parole nessun fatto concludente lefacce dei “soliti noti” della classe dirigentesono rimaste le stesse, inossidabili in tutte

le stagioni. Secondo annuncio: il vecchioleone di Arcore si candiderà alle prossimeelezioni europee. Si speri che non sia veroo che l’interessato ci ripensi, perché sa-rebbe un errore catastrofico costringere illeader carismatico, al quale spetta il ruolodi regista dell’intera area politica da luifondata e diretta pe un quarto di secolo, apartecipare da capo-partito a una compe-tizione a base proporzionale. Forza Italiaparte dal dato delle ultime Europee, nel2014. In quell’occasione il partito berlu-sconiano si attestò al 16,83 per cento, con4.605.331 voti assoluti. Domani, qualsiasirisultato inferiore al precedente decrete-rebbe la sconfitta di chi, in nome e perconto di tutto il partito, avrà sostenuto ilconfronto elettorale. Scoprire il fianco aBerlusconi, pur nella consapevolezza cheda consumato statista egli possa avere an-cora un ruolo significativo per il centro-destra e per il Paese, è semplicemente dairresponsabili. La partita delle europee sela giochino coloro che in questi anni sonostati a Bruxelles e ne hanno tratto fama egloria personale. Sembra un teatro deglispecchi: se l’iniziativa meloniana, parto-rita sull’isola Tiberina, appare una via dimezzo tra il temerario e il disperato,quella di Fiuggi è da museo delle cere.Questa volta la logica del buon senso, cheinsegna del come la somma di due scon-fitte non faccia una vittoria, è superatadall’altra massima per la quale tra i due li-tiganti il terzo gode. E un terzo, che sor-nione e beato sta alla finestra ad osservarel’agitarsi altrui, c’è. Si chiama Matteo Sal-vini.

di CRISTOFARO SOLA Centrodestra: un week-end di ordinario disordine