Culturarte a1 n0

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Oh brave new world! culturarteroma3.blogspot.it Rubrica dello streaming: i consigli del mese a pag. 6 Anno I - # 0 Aprile 2014 Il periodico di Roma Tre CulturArte Il museo d’Orsay arriva al vittoriano a pag. 2

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Primo numero della nuova rivista specializzata di Ricomincio degli Studenti. CulturArte, il nuovo periodico universitario di Roma Tre.

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Oh brave new world!

culturarteroma3.blogspot.it

Rubrica dello streaming: i consigli del mese a pag. 6

Anno I - # 0Aprile 2014 Il periodico di Roma Tre

CulturArte

Il museo d’Orsay arriva al vittoriano a pag. 2

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2 CulturArte

Il Museo d’Orsayarriva al Vittoriano

Il 22 febbraio è stata inaugurata al

Complesso del Vittoriano la grande

mostra “Musée d’Orsay. Capolavori”.

Roma apre così le porte all’impressio-

nismo, attraverso un’esposizione di

circa 70 opere del museo d’Orsay fir-

mate dai grandi maestri d’Oltralpe, tra

i quali Monet, Manet, Seurat, Cézanne,

Renoir.

Ad aprire la mostra curata da Guy

Cogeval e Xavier Rey sarà un ine-

dito racconto realizzato attraverso

m a t e r i a l e a u d i o v i s i v o e s e z i o n i

architettoniche, su come l’ex stazione

ferroviar ia Gare d’Orsay s ia stata

riqualificata a spazio culturale fino a

diventare uno dei musei più presti-

giosi di Parigi e del mondo.

L’esposizione delle opere, realizzate

fra il 1848 e il 1914, è articolata in

cinque sezioni.

La prima, “Accademia e nuova pit-

tura” si concentra sull’arte dei Salon;

segue “Il paesaggio e la vita rurale:

dal classicismo all’impressionismo”

che racconta i cambiamenti apportati

Arte e Cultura

Page 3: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 3dalla Scuola di Barbizon alla pittura

di paesaggio , at t raverso tele che

mostrano l’inizio dello studio impres-

sionista della luce.

Nella terza sezione, “Rappresentare

la propria epoca- la vita contempora-

nea” sarà Parigi a fare da protagonista,

simbolo di progresso e di modernità;

la tecnica si spinge verso la rappre-

sentazione di una nuova contingenza,

con l’abbandono dei vecchi modelli

pittorici.

Nella sezione simbolista è chiaro il

tentativo di superare la pura dimen-

s i o n e v i s i v a d e l l ’ i m p re ss i o n i s m o

attraverso la ricerca di correspondan-

ces fra intime sensazioni ed il reale.

In ultimo, “Dopo l’impressionismo e

verso le avanguardie del XX Secolo”

concluderà il percorso espositivo tra-

mite opere che testimoniano l’eredità

lasciata dagli impressionisti, aprendo

le porte alle avanguardie novecen-

tesche; attraverso l’arte puntinista

assisteremo ad un definitivo abban-

d o n o d e l l a p ro s p e t t i v a e a d u n a

separazione dei colori spinta ormai al

limite.

Fra le diverse tele, degna di nota è

“L’italiana”, firmata dal maestro Van

Gogh ed inserita nell’ultima sezione.

Sarà possibile visitare l’esposizione

fino l’8 giugno, al prezzo di 12€ per un

biglietto intero e di 9€ per un ridotto,

a cui hanno diritto giovani fino ai 26

anni.

Roberta Di Cio

Responsabile dell’iniziativaLudovico Tuoni

Contatti

3485335839

[email protected]

culturarteroma3.blogspot.it

CulturArte

Page 4: Culturarte a1 n0

4 CulturArteLa rubrica dello streaming: I consigli del mese

In quest’epoca in cui la televisione presenta solo

spazzatura e i pochi film trasmessi sono interrotti

da pubblicità più lunghe dei film stessi, in quest’e-

poca in cui i biglietti del cinema costano molto e

sono pure tassati, ebbene, in un’epoca del genere,

internet ci viene in aiuto con l’innovazione di gran

lunga più utile degli ultimi tempi: lo streaming.

Questa nuova rubrica si propone quindi di consi-

gliarvi film da guardare in streaming comodamente

seduti sul divano di casa davanti al pc, sperando

che li troviate di vostro gradimento. Ovviamente,

CulturArte condanna la visione in modo illegale e,

ovviamente, consiglia di registrarsi in uno dei tanti

siti di streaming a pagamento. Ovviamente.

Un compleanno da Leoni

Come la traduzione italiana del titolo lascia

volutamente intendere, ha a che fare

con un film ben più noto: gli sceneggia-

tori infatti sono quelli di Una Notte da Leoni (The

Hangover), qui alla loro prima esperienza da registi.

Tre amici si ritrovano dopo molto tempo per festeg-

giare il 21° compleanno di uno di loro (Jeff Cheng,

interpretato da un attore che in realtà ha più di

30 anni), il quale però, secondo la tradizione tutta

americana, si ubriaca a tal punto da perdere i sensi.

Quindi, sarà ai suoi amici che spetterà il compito

di riportarlo a casa in tempo per un importante

colloquio di lavoro che il giovane deve sostenere

l’indomani: compito che, ovviamente, si dimostrerà

tutt’altro che facile. Tra gli attori, quel Miles Teller

che molti di voi ricorderanno per Project X – Una

festa che spacca (era il ragazzo che frantumava il

nano da giardino con una mazza da baseball). Un

film semplice, di certo non una novità, ma che tut-

tavia presenta anche situazioni comiche piuttosto

originali e riesce perfino a ricavare un piccolo spa-

zio per una riflessione sull’amicizia e sull’essere

giovani. Consigliato per quelle serate in cui, dopo

aver speso la giornata tra lezioni e studio, si ha solo

voglia di spegnere il cervello e rilassarsi.

Genere: Commedia Durata: 93 min

Paese: USA Anno: 2013

Cinema e Telefilm

 

Page 5: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 5Una pure formalità

Se invece siete in cerca di qualcosa di più

impegnativo, Una pura formalità potrebbe

essere ciò che fa al caso vostro. Il regista,

italianissimo, è Giuseppe Tornatore, che molti

di voi hanno potuto di recente apprezzare per

La migliore offerta (The best offer). Il protagoni-

sta (Gérard Depardieu) viene trovato a vagare in

un bosco ed è condotto alla stazione di polizia

per essere interrogato dal commissario (Roman

Polanski).

È proprio intorno al colloquio tra i due che si

svolge l’intera trama, in un susseguirsi di rivela-

zioni estorte non senza difficoltà, anche a causa

del brutto carattere del protagonista (d’altronde,

Depardieu è famoso anche nella realtà per il suo

caratteraccio). Il colpo di scena finale, in ultimo,

dà significato all’intero film, lasciando tuttavia

allo spettatore molteplici ed interessanti spunti

di riflessione con cui arrovellarsi il gulliver. Senza

dubbio, sono proprio i dialoghi profondi e le

diverse chiavi di lettura possibili le caratteristiche

che rendono quest’opera degna di essere vista da

ogni appassionato di cinema.

Un film, questo, mai appropriatamente lodato

da pubblico e critica, e che, in quello che è stato

indubbiamente l’anno de La grande bellezza,

serve a ricordarci che Sorrentino non è l’unico

regista italiano di talento. Anzi.

Genere: Drammatico Durata: 108 min

Paese: Italia, Francia Anno: 1998

The orphanage (el orfanato)

Per concludere, una pellicola della

categoria horror, adatta ai più teme-

rari. Prodotto da Guillermo Del Toro,

questo film ha fatto incetta di premi in

Spagna e guadagnato una cifra non indiffe-

rente, tanto che la New Line Cinema ne ha

già acquisito i diritti per crearne un remake

statunitense. Una donna rileva l’orfana-

trofio in cui è cresciuta, decisa a riaprirlo

come casa famiglia per bambini down, e vi

si trasferisce insieme al marito e al figlio

Simòn. Quando il bambino, malato di HIV,

scompare misteriosamente, la donna ini-

zia una ricerca disperata accompagnata

da inquietanti presenze che riempiono

il film di attimi di pura tensione. Il finale

poi, è di quelli che lascia a bocca aperta.

The Orphanage è senza dubbio un horror

atipico, in cui i litri di sangue e i brutali

assassinii lasciano il posto ad un senti-

mento di angoscia che vi accompagnerà

per tutto il film, intervallato soltanto da

scene che vi faranno saltare dalla sedia. Da

guardare rigorosamente da soli, anche per

non perdersi neanche un passaggio della

trama. E, ovviamente, a luci spente.

Genere: Horror Durata: 105 min

Paese: Spagna Anno: 2005

Edoardo Passerini

Page 6: Culturarte a1 n0

6 CulturArte

Quest’anno forse più degli altri anni

intorno alla fantomatica statuetta

dorata c’è stata molta polemica,

almeno sui social.

Tanti italiani infatti hanno seguito in diretta

la sfilata sul red carpet e la seguente pre-

miazione facendo le ore davvero davvero

piccole.

Molti altri (fra cui la sotto scritta che il giorno

dopo aveva lezione) hanno visto la replica o,

più rapidamente, si sono informati su inter-

net. Dunque oltre all’orgoglio nazionale per

l’Oscar dato a Sorrentino per la sua “Grande

bellezza” con inni di gioia secondi solo ai

mondiali di calcio del 2006, probabilmente

tutta Roma Tre ha pensato che il famoso

regista dovrebbe fare un veloce corso di

inglese presso la sede del CLA, considerando

che il suo discorso è stato da brividi, e non in

senso positivo.

“Thank you Napoli, thank you Maradona....”

Quindi si, l’inglese di Sorrentino è bocciato

su tutta la linea, e il suo film? E’ stato accolto

con gridi di giubilo ma anche con molti fischi

dopo la messa in onda su Canale 5.

So che alcuni si stanno ancora chiedendo

dove trovare dei fenicotteri rosa a Roma e

che altri hanno iniziato a coprire le macchine

con il telo, perché un piccione va bene ma

un fenicottero è un’altra cosa. Cos’è che ha

davvero mandato in crisi il pubblico? Solo

un nome: Leonardo Di Caprio. Tutto il web

La maledizione degli Oscar

 

Cinema e Telefilm

Page 7: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 7lo aveva eletto suo “beniamino”, immagini

di lui con sotto la scritta “questa volta ce la

DEVE fare” e chi più ne ha più ne metta.

Arriva la notte degli Oscar. Ci siamo, stanno

annunciando i vincitori e l’Oscar come

miglior attore protagonista va a… Matthew

McConaughey! Ma chi? Quello delle comme-

die rosa? Quello di “Prima o poi mi sposo”?

Si proprio lui che negli ultimi due o tre anni

si è dedicato a film più seri e infatti vince con

il drammatico “Dallas Buyers Club”. Come

era già successo nel 2005 con “The Aviator”

e nel 2007 con “Blood Diamond” Di Caprio

viene nominato ma non vince. Sembra una

vera maledizione per Di Caprio ma anche

per il regista Scorsese. Insieme questi due

grandissimi hanno lavorato anche a “Gangs

of New York” che nel 2002 ha ben 10 nomi-

nation ma non vince in nessuna categoria. Il

circolo vizioso si spezza finalmente nel 2008

con la vittoria per il miglior film e miglior

regia di “The Departed” ma nonostante

l’interpretazione magistrale, Di Caprio, non

riceve neanche la nomination agli Academy.

Così c’è da chiedersi: questi fantasmagorici

“Academy Awards” a quanti grandi attori

hanno lasciato l’amaro in bocca? Sul palco

quella sera è Jim Carrey ad ironizzare sul

fatto che lui non ne ha mai vinto uno ma è

in buona compagnia. John Travolta nomi-

nato due volte per “La febbre del sabato

sera” e “Pulp fiction”, titoli che a loro modo

hanno segnato la storia del cinema. Jhonny

Deep, Samuel L. Jackson, Gary Oldman e si

potrebbe continuare a lungo. Di certo tutti

loro sperano di farcela in qualche modo e

non fare come Richard Burton, scomparso nel

1984 e che con ben sette nomination non è

mai riuscito a portarsela a casa quella bene-

detta/maledetta statuetta. Abbiamo capito

allora che gli attori e i vip più amati non

sempre sono quelli che hanno ottenuto più

premi, così come i film che hanno più suc-

cesso al botteghino non sono sempre esenti

da critiche. Sappiamo che i soldi non fanno la

felicità (?) ma siamo sicuri che quelli, insieme

all’affetto del pubblico, non equivalgano ad

una statuetta?

Chiara Davitti

“Un giorno però vorrei stringerla, quella dannata statuetta.” Gary Oldman

Page 8: Culturarte a1 n0

8 CulturArte

Ci tengo a specificarlo prima di

ricevere minacce di morte e/o mal-

dicenze di sorta, scrivere delle

anticipazioni a chi deve ancora avere il pia-

cere di vedere Breaking Bad, o ha appena

iniziato a farlo, sarebbe davvero un delitto.

Sì, perché Breaking Bad ha un po’ rivoluzio-

nato le serie sui generis. Riuscire a coniugare

una analisi approfondita dei personaggi,

curarne l’evoluzione psicologica e morale,

toccare una molteplicità di temi sociali di

estrema attualità e rilevanza, pur mante-

nendo un alto ritmo adrenalinico è qualcosa

cui pochi telefilm, di questo genere, sono mai

riusciti a raggiungere.

Walter White è un Professore di Chimica

ad un liceo, italianizzando il sistema scola-

stico americano, sottopagato e travolto dal

sistema. Nonostante le sue capacità straor-

dinarie nella ricerca scientifica come chimico

perde il suo treno, ossia una fruttifera società

costituita con compagni di college, e sop-

prime i suoi rimpianti nell’ordinarietà.

Walter White è un inetto, essenzialmente,

agli occhi di chi lo conosce.

A condire questo quadro ci sono una moglie

incinta di una seconda figlia, non voluta per

l’impossibilità economica a provvederne con

un solo stipendio, e un figlio affetto da una

paresi celebrale, così come l’attore R.J. Mitte.

Breaking Bad: La serie che ha rivoluzionato il piccolo schermo

 

Cinema e Telefilm

Page 9: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 9L’elemento chiave dal quale ha inizio, a tutti

gli effetti, il telefilm e quindi il percorso

di autodistruzione e contestualmente di

liberazione di Walter, è la scoperta di aver

contratto di un cancro ai polmoni.

Quella goccia che fa traboccare il vaso,

quel secondo prima che la corda cui ti stai

tenendo disperatamente fa l’ultimo scric-

chiolo e poi si spezza.

Da quel momento Walter White diventa

Heisenberg e la rincorsa a trasformarsi nel

più grande produttore di Meth d’America, ha

inizio. Una lotta contro la morte, la malattia,

le menzogne, un matrimonio in pezzi e alla

conquista della storia.

Breaking bad si evolve nel corso di 5 stagioni,

per un totale di 62 episodi da 45 minuti circa.

Sembra una montagna insormontabile agli

occhi di qualcuno che sta pensando di ini-

ziare a scoprirlo, in realtà ben poco superata

la prima stagione la montagna diventerà una

discesa ripidissima che vi porterà via intere

giornate, incapaci di tornare sul manuale

da 600 pagine che avete, polverosamente,

lasciato sulla scrivania.

La serie, ormai conclusa, è diventata un cult

lasciando dietro di se una scia di premi da far

invidia. Due Golden Globe, dieci emmy, una

infinità di premi minori e buona parte del

cast, Bryan Cranston (si quello di Malcolm)

incluso.

A rigor di logica la conclusione di queste

poche righe dovrebbe essere malinconica,

così come è stata la giornata in cui ho visto

l’ultima puntata, ma invece vuole essere una

lieta novella per tutti quelli che già non ne

fossero a conoscenza.

Saul Goodman, Avvocato dalla battuta pronta

e in grado di diventare puntata dopo pun-

tata uno dei personaggi meglio riusciti della

serie, sarà il protagonista dello spin-off di

Breaking bad “Better call Saul”, in onda sul

piccolo schermo americano a novembre di

questo anno.

Quando quindi, dopo la sessione autunnale

d’esami a settembre, starete cercando su

google un telefilm da cominciare....Meglio

chiamare Saul..

Ludovico Tuoni

La redazione è aperta

a tutti gli studenti di Roma Tre, se

vuoi scrivere con noi contattaci!

CulturArte

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Page 10: Culturarte a1 n0

10 CulturArte

Crimea: uno sguardo obiettivo alla crisi

Il 19 febbraio 1954 Nikita Chruščev

donò l’Oblast (provincia) di Crimea, alla

Repubblica Socialista Sovietica Ucraina

per commemorare il trecentesimo anniver-

sario del Trattato di Perejaslav tra Cosacchi e

Russia. Sessanta anni (e qualche giorno) anni

dopo, il 6 marzo 2014, il Parlamento della

Repubblica Autonoma di Crimea decide all’u-

nanimità per l’annessione alla Federazione

Russa; il 16 marzo, un referendum indetto

nei territori della Repubblica si esprime net-

tamente a favore di tale decisione. Mosca si

affretta quindi ad accettare tale decisione e a

proclamare l’annessione della Crimea ai ter-

ritori appartenenti alla Federazione Russa.

La reazione degli Stati Occidentali, in parti-

colare Stati Uniti ed Unione Europea, non si è

fatta attendere: dalle prime condanne, pub-

blicamente espresse, si è giunti alle sanzioni

economiche. Alcune domande, dato lo stato

delle cose, sorgono spontanee: la decisione

del popolo, nonché del Governo di Crimea è

stata davvero spontanea, popolare e maggio-

ritaria, come la Russia dichiara, oppure, come

affermano Kiev, Bruxelles e Washington è

stata, in qualche modo, pilotata? È lecito,

alla luce del diritto internazionale, il modo

in cui Mosca si è mossa, appoggiandosi a

gruppi paramilitari prima, e inviando le sue

truppe dopo?

Se si guarda con obiettivamente l’intera

vicenda, esulandosi dalle personali opinioni

politiche, i dubbi sorgono spontanei. La

Crimea ha vissuto una situazione di relativa

tranquillità per quasi tutto il periodo della

rivolta di popolo ucraina, fino a quando l’ex

premier Yanukovich non è stato esautorato;

sarebbe quindi naturale vedere i successivi

moti popolari di protesta in Crimea e l’a-

zione di alcuni gruppi para-militari, nonché

la decisione unanime del Parlamento e il

risultato del referendum (al quale, peraltro,

la popolazione di etnia tatara non ha parte-

cipato) come pilotati direttamente da Mosca,

ansiosa di approfittare di questo stato di crisi.

D’altro canto, non si può prescindere da

quella che è la storia della penisola di

Crimea nel giudicare tale situazione: dalla

prima metà del XVIII secolo infatti, la Crimea

è abitata da popolazioni prevalentemente

di origine russa e il russo è la principale

lingua parlata dalla sua popolazione. Esiste

quindi una forte componente di assimila-

zione e identificazione, per quanto riguarda

il popolo di questo territorio con ciò che rap-

presenta la cultura e le istituzioni di Mosca;

si potrebbe quindi vedere la decisione del

Parlamento della Repubblica e i risultati

del referendum come scontati, la naturale

risultante del bisogno, da parte di tale popo-

lazione di sentirsi maggiormente protette e

indipendenti.

Società e Cultura

Page 11: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 11Per quanto riguarda invece la seconda que-

stione, ossia la liceità delle mosse messe in

atto da Mosca, esistono due diverse risposte,

l’una agli antipodi dell’altra, ma entrambe

corrette.

Alla luce di una formale interpretazione del

diritto internazionale, non vi sono dubbi: si è

di fronte ad una illecito internazionale. Pur

essendo garantita ampia autonomia alla città

di Sebastopoli (che prevede, per trattato

bilaterale recentemente rinnovato fino al

2042, la presenza di una base militare, non-

ché della flotta russa) essa fa formalmente

parte dei territori sotto giurisdizione di Kiev,

così come l’intera penisola di Crimea, come

previsto da trattati internazionali bilaterali

tra Russia e Ucraina; e appunto, la rottura

unilaterale di un trattato internazionale,

costituisce un illecito.

D’altro canto, un’interpretazione formale del

diritto internazionale sarebbe irrealistica e

ipocrita. Non si è, infatti, di fronte al primo

caso di rottura unilaterale di un trattato inter-

nazionale compiuto da una superpotenza ai

danni di uno Stato autonomo e indipendente.

La dichiarazione di guerra e la successiva

invasione, da parte degli Stati Uniti ai danni

di Afghanistan prima, ed Iraq poi, pur giustifi-

cata come giusta reazione agli eventi dell’11

settembre 2001, lotta al terrorismo, aboli-

zione di regimi non democratici e protezione

dei diritti umani, rappresentano anche esse

degli illeciti internazionali e diversamente

non possono essere considerate. Può essere

quindi considerata come lecita, nonché veri-

tiera, la risposta che recentemente ha dato

Vladimir Putin, dopo aver firmato il trattato

che prevede l’annessione della Crimea ai

territori della Federazione russa ai Paesi

Occidentali: “Finalmente si sono ricordati

che esiste il diritto internazionale. Bene;

meglio tardi che mai”.

Riccardo Grazioli

L’aforisma del giorno

“Ama l’arte; fra tutte le

menzogne è ancora quella che mente di

meno.”Gustave Flaubert

Page 12: Culturarte a1 n0

12 CulturArte

Il governo Renzi è il 63° governo della

Repubblica italiana, in carica a partire dal 22

febbraio 2014,giorno in cui ha prestato giura-

mento, succedendo al governo Letta,dimissionario

dal 14 febbraio.

Nel suo discorso inaugurale il problema dell’istru-

zione viene presentato come assoluta priorità del

paese.

“Noi pensiamo che non ci sia politica alcuna che

non parta dalla centralità della scuola”, ha detto il

Presidente del Consiglio: secondo Renzi bisogna

“tornare a credere che l’educazione sia davvero il

motore dello sviluppo”.

Renzi ha poi annunciato che ogni settimana,di

mercoledì mattina, si dirigerà in visita in una

scuola diversa: “La prima sarà un istituto di Treviso,

perché ho scelto di partire dal Nord-Est, mentre la

settimana prossima andrò in una scuola del Sud”.

Uno dei primi obiettivi del premier è l’edilizia\

ristrutturazione scolastica.

Qualche giorno fa il Consiglio dei ministri ha

approvato l’Unità di missione per l’edilizia

scolastica:il budget per ristrutturare e mettere in

sicurezza le scuole italiane aumenta a 3,7 miliardi

di euro, inoltre viene rifinanziato il ‘’Mof’’ (fondo

per il Miglioramento dell’offerta formativa) can-

cellato negli ultimi anni dal governo Berlusconi e

dal governo Monti.

Ministro dell’Istruzione è Stefania Giannini(una

linguista e glottologa oltre che professoressa

ordinaria di linguistica all’università per stranieri

di Perugia) : ha annunciato che i soldi serviranno

per più di 10 mila interventi, dai più semplici di tin-

teggiatura ai più importanti di edilizia strutturale.

Da dove arrivano i soldi? Verrano impiegati due

miliardi e mezzo di euro già stanziati da provve-

dimenti di legge precedenti, più un miliardo e 200

milioni stanziati dal nuovo governo.

Inoltre, il ministro dell’Istruzione Giannini ha

anche annunciato la volontà del governo di ripri-

stinare gli stanziamenti tagliati al fondo per il

Miglioramento dell’offerta formativa per pagare

gli scatti stipendiali degli insegnanti.

Questa operazione è costata alle scuole quasi 400

milioni di euro che le istituzioni scolastiche spesso

chiedono alle famiglie sotto forma di “contributi

volontari”.

Sarà tutto vero? Bisogna aspettare.

Negli ultimi anni il rapporto istruzione-governo

non è stata dei migliori: molti tagli e troppo spesso

abbandonato al suo destino.

Conseguentemente la situazione scolastica ita-

liana non è rosea, eppure in Italia dovremmo

essere fieri della nostra scuola, della nostra cultura

e dovremmo fare leva su essa.

La nostra patria ha ospitato le migliori menti

umane in ogni ambito: scientifico, letterario,

artistico. L’istruzione deve funzionare in modo

perfetto,anche per onorare chi ci ha reso tanto gra

ndi. Beatrice Fianco

Società e Cultura

Renzi l’Istruzione

Page 13: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 13La cultura della vita

Un errore che purtroppo si commette ai tempi

d’oggi è quello di considerare le conoscenze

medico-sanitarie come qualcosa di non

indispensabile, poiché legate a circostanze fortuite e

imprevedibili. Eppure, la prevenzione e la tutela della per-

sona umana è una forma di cultura che dovrebbe essere

promossa e diffusa tra la popolazione, considerando gli

avvenimenti non proprio rosei con cui ogni giorno siamo

costretti a confrontarci.

Ultimo anello di una catena di spiacevoli incidenti, il caso

del piccolo Francesco: il bambino morto lo scorso 17

marzo al Policlinico Gemelli per un boccone andato di

traverso mente era a pranzo con la mamma nel ristorante

del colosso commerciale Ikea. Una morte tenera e prema-

tura, che fa indignare non solo i familiari ma tutti coloro

che hanno seguito con il fiato sospeso la triste vicenda.

Una morte che forse poteva essere evitata, se solo i soc-

corsi fossero stati tempestivi. Non stiamo parlando di un

ritardo da parte dell’ambulanza, che considerando il traf-

fico della capitale è stata piuttosto rapida a raggiungere

il posto; quanto piuttosto di una carenza nel primo soc-

corso. Quell’insieme di manovre che anche una persona

comune, sprovvista di una specializzazione di alto livello,

può praticare in caso di emergenza. Nessuno, in quel

ristorante dell’Ikea, è stato in grado di salvare il piccolo,

rimasto senza aria per parecchi minuti tra l’impotenza e

il panico generali. Solo dopo alcuni minuti è intervenuta

la squadra medica del centro, che ha praticato sul bam-

bino le manovre di primo soccorso. Sono stati chiamati

con l’altoparlante i medici presenti in negozio. Poi l’arrivo

dell’ambulanza e la corsa in ospedale. Ma dopo cinque

giorni di agonia, il piccolo Francesco se n’è andato.

Non si tratta soltanto della morte di un bambino di tre

anni, di una tragedia familiare tremenda ed improvvisa,

ma del fallimento di un’intera generazione. Una gene-

razione di genitori e di lavoratori non adeguatamente

preparati ad emergenze di questo tipo, incapaci di agire

in modo tempestivo ed efficace.

Un corso di primo soccorso dovrebbe essere obbliga-

torio per tutti, da coloro che si apprestano a lavorare in

luoghi pubblici a coloro che invece si preparano a svol-

gere il mestiere più difficile di sempre, il genitore. Tutti i

neo-genitori dovrebbero essere in grado di praticare il

massaggio cardiaco e la manovra di Heimlich: si tratta di

una serie di mosse semplici ma di vitale importanza. Se

fossero state praticate sul piccolo Francesco, chissà, forse

a quest’ora starebbe ancora sorridendo e giocando come

nei video mostrati da mamma e papà. Ciò che stupisce

ancora di più è il fatto che in enorme centro commerciale

come Porte di Roma, non fosse presente un presidio

sanitario. Eppure, nessuna legge impone la presenza di

un medico e di un’ambulanza all’interno di un esercizio

pubblico. Il problema di fondo è proprio questo.

Vengono spesi tanti soldi per cose futili e del tutto super-

flue, che potrebbero essere destinati ad iniziative molto

più serie e importanti. Magari con il denaro necessario

alla ricostruzione della casa del Grande Fratello, avremmo

potuto pensare a dotare di un’ambulanza e di un presidio

medico almeno quei grandi centri ed esercizi pubblici

dove si registra un maggiore afflusso di persone.

Non si può risparmiare sulla salute!

Sofia Barbanti

Page 14: Culturarte a1 n0

14 CulturArte

La rubrica dello Sportivo

Mancano poche giornate al termine

del campionato e per la gioia di

noi appassionati di calcio e della

serie A abbiamo ancora tutto in ballo. E’

vero che la lotta al primo posto sembra già

scritta ma cosa costa alla Roma crederci

fino in fondo? Il calendario, oltre agli 8

punti di vantaggio, sembrano essere dalla

parte della Juve, la quale però è ancora

impegnata in europa(seppur nella sorella

minore della Champions League) che sicu-

ramente porterà via energie mentali e

fisiche. La Juve se andrà avanti in Europa

League giocherà 9 partite in 40 giorni e

dopo una stagione intensa come è stata

quella dei bianconeri è facile ipotizzare un

calo. La stessa Roma però ha dato in alcuni

frangenti dei segni

di calo anche se un Mattia Destro sugli scudi

sta permettendo ai giallorossi di cullare

ancora sogni di gloria, il calendario però

li porterà ad affrontare Milan e Fiorentina

due squadre ancora in piena lotta Europa

League ed in un buon periodo di forma. Per

Napoli invece possiamo considerare chiusa

la sua stagione in campionato(hanno ancora

la finale di Coppa Italia da giocare), enne-

simi punti buttati contro una media-piccola,

troppo distante la Roma per pensare di

recuperare e probabilmente troppo lontana

SPORT

Page 15: Culturarte a1 n0

Aprile 2014 15anche la Fiorentina senza i suoi due gole-

ador per poter raggiungerli. Ci eravamo

lasciati diversi mesi fa a parlare della crisi

del Milan, ebbene sono passati 4 mesi e di

certezze neanche l’ombra. Chi sarà “a capo”

della società? Lady B o ancora Galliani?

Nonostante l’apparente tregua siamo con-

vinti che in estate i nodi verranno al pettine

ed uno solo dei due avrà pieni poteri. Lo

stesso Seedorf sembra essere al capolinea

della sua avventura da allenatore del Milan,

troppe voci di contrasti di spogliatoio che

escono dalle mura di milanello (uno tra

i centri più “sicuri” di sempre nella sto-

ria del calcio, quante risse/crisi avete mai

sentito fuoriuscire da quello spogliatoio?)

gli stessi tifosi entusiasti di riabbracciare

un campione del passato sono stati rapi-

damente delusi. E’ vero, il Milan sembra

dare dei segni di miglioramento ma rimane

comunque in 11° posizione, veramente

troppo poco. Come è troppo poco quanto

fatto vedere dall’Inter, già rinato e caduto

diverse volte in pochissimi mesi. Ora è

in piena lotta Europa League ed ha un

calendario tutt’altro che agevole. Troppe

volte abbiamo sentito Mazzarri parlare di

sfortuna e di torti arbitrali ma pareggiare

consecutivamente 2 a 2 con Bologna e

Livorno(rispettivamente quart’ultima e

terz’ultima) fallendo per giunta il tanto

richiesto ci fa ridimensionare ancora di più

quest’Inter. Per Mazzarri era appunto l’anno

zero della sua Inter, ma siamo sicuri che si

siano fatti dei passi avanti per le prossime

stagioni? Discorso leggermente diverso può

essere fatto alla Lazio, che è in un periodo

di forma migliore rispetto ai nerazurri ma

che comunque è nel pieno di una stagione

partita con tutt’altri propositi e che può al

più regalare la partecipazione alla futura

Europa League. La zona più viva del nostro

campionato è senza dubbio quella bassa,

dove sopra un Catania che sembra spac-

ciato ci sono 4 squadre in 3 punti. Sassuolo,

Livorno, Bologna e Chievo sono chiamate a

dare il tutto per tutto per rimanere in Serie

A. Anche il Cagliari con 5 punti di margine

dalla 16° posizione non può chiamarsi fuori

dai giochi anche se dorme sonni decisa-

mente più tranquilli rispetto alla squadre

dette sopra.

P.s. Vorrei tanto sapere però come mai da

aprile a maggio l’Europa League conti così

tanto mentre da settembre a dicembre la

suddetta coppa sia una delle peggiori male-

dizioni che una squadra possa avere. Eppure

è un qualcosa che colpisce solo le squadre

italiane. Come può il Portagallo(non me

ne vogliano i portoghesi e tutti gli amanti

della Liga Portuguese) superarci nel ranking

UEFA.

Luca Iacovelli

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