cultura Grazia, bellezza, leggerezza, poesia. Signori ... MAREMMA... · riflessioni sulla Maremma...

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primo piano • Maremma Magazine • Dicembre 2014 48 Grazia, bellezza, leggerezza, poesia. Signori, questa è la Maremma oggi! cultura di Domenico Aleotti

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primo piano

• Maremma Magazine • Dicembre 2014 48

Grazia, bellezza,

leggerezza,

poesia. Signori,

questa è la

Maremma oggi!

cultura

di Domenico Aleotti

Un cavaliere, ultima ombra di antico buttero, in sella ad un morello, reso docile, dalla tenerez-za e dalla salda mano, irto, con postura forte e delicata, davanti ad una ballerina scalza, lieve,come fremito di ali di farfalla... Non più immagini esagerate, segnate da dolore e violenza degliantichi tempi. Oggi la Maremma non è più questo: è grazia, leggerezza, poesia, carezza di ven-to che alita su una terra speciale, evocativa, unica. Sentimenti ed emozioni che magistralmen-te traspaiono in uno scatto (questo scatto) di Andrea Terrosi: musa ispiratrice di alte e arguteriflessioni sulla Maremma di ieri, di oggi e di domani…

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Scriveva il grande storico dell’arteLonghi, narratore del bello italia-no, che quando la leggerezza

sfiorava la bellezza, scoccava la scintil-la della poesia.

Ho pensato spesso in questi anni aqueste parole, mentre andando per lemaremme, subivo l’incantamento diquesta terra. Dai borghi sparsi neglianfiteatri collinari, fin su alla “Heimat”dei longobardi, l’Amiata degli Aldo-brandeschi, che la segnarono con torri ecastelli. Ho pensato, dicevo, a questo,mentre da un’improvvisa curva sbuca-va un castello o l’umile splendore dicasolari, sparsi sulle colline dell’entro-terra.

Pensavo e mi domandavo, come èpotuto accadere che tanta bellezza,venisse raccontata come simbolo diarretratezza culturale?

È difficile rispondere oggi, poiché iltempo ha tolto “il lugubre manto” postoda interessati detrattori e sono apparsele antiche forme nascoste della “bellaMaremma”.

Forse anche Dante, ha qualcheresponsabilità, confondendo i miasmidella palude costiera con tutta laMaremma, rendendo sublime, un gene-rico sentito dire: “Siena mi fè, disfecemi

Maremma...”.A seguire poi tutti i cantori della

nascente “borghesia compradora” del-l’interno toscano, continuarono su que-sta strada, nella descrizione di una terra

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minore, quasi un “vulnus”, nel gran bel-lo toscano.

Oggi i maremmani possono fare“marameo” ai continuatori della“maremma maiala”, inno dei moderniguitti del circo mediatico.

Oggi è possibile capire il fascinosubito dal più colto imperatore, Federi-co II di Svevia, chiamato “Stupor Mun-di”. Ospite spesso nei castelli aldobran-deschi, si portava la sua corte, i suoipoeti, Iacopo da Lentini, Cielo d’Alca-mo, che resero più dolce e leggero il for-te gergo toscano, cosa notata anche daAlighieri. Ugo da Massa Marittima sep-pe trasmettere ai toscani la leggerezzaelegante dei poeti di Federico II.

Scoprire che nel passato, quello cheveniva definito un limite (l’arretratezzadi Maremma) oggi è una risorsa.

L’Expò universale del 2015, che mol-to dirà delle carte che l’Italia potrebbegiocare per sollevarsi, è coronata daquesto slogan: “Nutrire il pianeta”, sen-za distruggerlo come sottolinea spessoPapa Francesco.

A questa chiamata sarebbe pronta laMaremma, con l’armonia dei suoi terri-tori, del saper fare senza distruggere, delprodurre senza inquinare, tutto al piùalto livello di qualità.

D’altronde, in questo costante raccon-to del bello di Maremma, insiste da anniquesta rivista, con passione, conoscen-za, affetto e non potrebbe essere altri-menti.

Sono decine i castelli, che come Roc-ca Silvana, raccontano dei secoli lonta-ni, apparendo su colline isolate, edincontrano lo stupito viaggiatore.

Queste parole scaturiscono da una rei-terata emozione, con il tempo divenutaragione, obbligo di comunicare il bellocustodito, nelle valli, che come immen-se onde, dalla costa salgono verso lamontagna. Si accorgerà il viaggiatore,che non c’è un “limes” della bellezza,non c’è confine e la Maremma apparecome figlia nobile del gran bello tosca-no.

Quando un grande quotidiano ameri-cano inserì la Maremma nelle terre delpianeta da visitare, si delineò una inspe-rata occasione per il lancio mondialedell’immagine di questa terra, purtrop-po la notizia apparve nel pieno della cri-si economica, che ha colpito l’Occiden-te, e non creò sostanziali opportunità. Laconcorrenza, resa ancora più dura dallacaduta della domanda, spinse le altreterre di Toscana più forti ed agguerrite asostenere solo le loro offerte.

Volevamo parlare della leggerezza,

••••Una terra amara (una volta)che ha saputo fare dei suoilimiti (o presunti tali) del pas-sato i suoi punti di forza delpresente ed auspicabilmentedel futuro. È la Maremma,signori, un luogo dell’anima,del sano bien vivre diventatonel tempo un autentico mitoche si nutre e si alimentacon la sua stessa essenza.

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ma come non rimanere colpiti dalla luceche accompagna albe e tramonti,lasciando lunghe ombre sulla terra.

Leggerezza dell’agricoltura, figliaamata e dolente di questa terra, della tra-ma ordinata dei filari, dei vigneti, chedisegnano nuove geometrie, sulle colli-ne affacciate al cielo.

Leggerezza dei suoi materiali urbani,con i paesi affondati nel grigio del gra-nito. Leggerezza dei suoi animali, checommossero Carducci: “T’amo piobove” o ancora “corre il puledro, irto, lacriniera al vento...” o al placido ciuco,saggio e paziente: “che mangiucchiauno spinoso cardo guardando correre ilmondo”.

Recentemente ho avuto occasione diosservare in un raduno, lo splendore deicavalli di Maremma, ricordavano nelletonificate forme i disegni di gioventù diLeonardo, quando nella bottega del Ver-rocchio, si divertiva a disegnare, in garacon il bel Filipepi (Botticelli), i cavallitoscani. Belli e frementi.

D’altronde i cavalli che Filippo Maz-zei portò in Virginia nel 1772 e regalò aThomas Jefferson erano maremmani,parteciparono poi alla Guerra d’Indipen-denza, arruolati nella cavalleria virginia-na. E assieme ai cavalli di Maremma èmutato il “buttero” che oggi ricostruisce

la memoria e pare ripescato nelle teledel Fattori o dei Coleman dell’800, fan-tasiosi, briosi. Nel ‘900 la figura del but-tero divenne più grigia, “militarizzata”,finì l’aspetto libertario e assunse pose diguardiania.

È nella memoria di questo mestiere,che va rintracciata l’antica saga.

Lo splendore della terra di Maremma,oltre che di ragione, di programmi, habisogno di nutrirsi nel mito.

Virgilio, sublime e malizioso cantore,capì che Roma, oltre che di progetti, svi-luppo, strade, soldati, aveva bisogno delmito e così si inventò lo sbarco diEnea...

Potremmo dire che la Maremma nonha bisogno di miti, poiché nell’immagi-nario collettivo globale è già mito.

I viaggiatori, i turisti che arrivano,inseguono un mito.

Certo il mare, la bella ospitalità, ilcibo, l’arte, sono il reale, ma non cancel-lano un sogno: “folate di vento cheaccompagnano il disperso nitrire di lon-tane mandrie, galoppanti nelle nebbiedel tempo…”.

Per anni ho cercato un’immagine chesimboleggiasse questa armonia, albe etramonti dorati, borghi immobili neisecoli, ma vivi, chiese millenarie piene

di tesori, boschi e casolari posti nellenascoste valli, case di campagna di umi-le e sapiente intelligenza, che sepperostupire il grande architetto Renzo Piano,che pose con umiltà il segno della suaintelligenza, moderna torre, vigile sullastoria di Maremma.

Mi sono illuso tra tanta bellezza, rac-colta tra le centinaia di “sentieri” piùvolte percorsi, di aver trovato ciò cheevoca la Maremma d’oggi: “una forte

presenza permeata di leggerezza e poe-

sia”.Un cavaliere, ultima ombra di antico

buttero, in sella ad un morello, resodocile, dalla tenerezza e dalla saldamano, irto, con postura forte e delicata,davanti ad una ballerina scalza, lieve,come fremito di ali di farfalla.

Non più immagini esagerate, segnateda dolore e violenza degli antichi tempi,ma la grazia, la leggerezza, che comecarezza di vento, alita l’amata Marem-ma.

Dalle maremme con cavalli, giorno/ e

notte, li accompagnavano nuvole,/ da

quando partirono lasciandosi/ dietro

una pianura/ e dietro la pianura il mare

e l’orizzonte/ in un fermo pallore d’alba

estiva. Attilio Bertolucci (poeta di origi-ne maremmana)