CsOggi N.65 - 2012

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La domanda è: se un notaio passa lo studio al fi- glio,così l'avvocato,il dentista,l'architetto, l'im- prenditore l'azienda di famiglia,il politico non può passare al figlio la carriera politica ? Esiste oggi una professione,un'attività che rende eco- nomicamente quanto una carriera politica che approda in Regione o in parlamento ? Con po- chissimo lavoro,che nessuno controlla, e tanti privilegi si mette su una fortuna impossibile da realizzare per altra via.Poi arriva la pensione d'oro e si può passare il testimone in famiglia, fi- glio o figlia non fa differenza, con l'avallo dei partiti e la fedeltà dell'elettorato. Dove sta lo scandalo ,il reato, la trasgressione ? Nulla di nulla ma la politica e le cariche elettive non possono diventare patrimonio familiare, og- getto di lasciti ereditari o donazioni in vita. D'altro canto non sarebbe nemmeno giusto di- scriminare nelle cariche elettive chi è figlio di un politico in attività. Si tratta allora di ragioni di opportunità che i partiti, nella loro responsabi- lità,dovrebbero valutare tenendo conto di meri- ti e demeriti, senza mortificare il lavoro, l'ap- partenenza e la militanza di chi è "figlio di nes- suno". La crisi dei partiti è anche crisi di rap- presentanza e non è passando le cariche elettive da padre a figlio che si rigenera un partito e si acquista credibilità presso l'elettorato. Vedremo AREA URBANA NUOVA SERIE N. 65 - 8 SETTEMBRE 2012 È UN SETTIMANALE ON-LINE si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it www.cosenzaoggi.it È UN SETTIMANALE ON-LINE · È UN SETTIMANALE ON-LINE PADRI E FIGLI E' davvero sorprendente con quanta leggerezza e deficit di responsabilità la rappresentanza po- litica, regionale e parlamentare, sta affrontando l'insultante decisione di Trenitalia di annullare 12 corse di treni sulla tratta Paola-Salerno-Napoli. Soltanto il convincimento di avere a che fare con un ceto politico inetto e inadeguato a rappresen- tare il territorio e le sue esigenze può spiegare un provvedimento così punitivo e discriminatorio nei confronti della classe politica regionale. Si potrebbe dire che più che a Scopelliti che fa marketing politico, bisognerebbe chiedere conto a Luigi Fedele, assessore regionale ai Trasporti oltre che con delega all'internazionalizzazione della Calabria ma non si vede a quali competen- ze dovrebbe attingere Fedele per affrontare il pro- blema. Diciamo la verità, né Scopelliti, né Fedele né tut- ti gli altri consiglieri regionali, salvo qualche ra- rissima eccezione, utilizzano il treno per gli spo- stamenti fuori regione. Quando a qualcuno ca- pita, perché perde l'aereo, scopre in quali mise- rabili condizioni vengono tenuti i convogli diret- ti al sud. Da Roma in giù viaggiano, spostati dal- le tratte del nord a quelle del sud, gli intercity di prima generazione, per intenderci quelli con i ba- gni a tenuta stagno per cui, una volta saturi i con- tenitori, i liquami tracimano nel treno. Sono gli UNA REGIONE INDIFESA a pagina 2 CLICCA QUI EDITORIALE RAPPRESENTANZA POLITICA E TERRITORI Il problema lo ha posto, alla sua altezza, Giuseppe De Rita affrontando sul Corriere della Sera il tema della selezione della classe politica e l'assenza sempre più vistosa di lea- der che rappresentino, con spessore e credi- bilità, i territori di provenienza e di apparte- nenza elettorale. Tradotto alle nostre latitu- dini significa che se la Calabria conta poco a Roma, non è considerata nelle sue legittime aspettative e viene, anzi, discriminata e pe- nalizzata è perché chi la rappresenta non ha peso e meno che mai forza contrattuale. Si dirà che, con l'attuale legge elettorale, i par- lamentari li nominano i partiti per cui c'è po- co da scegliere ma questo spiega e non giu- stifica. Le qualità soggettive restano quelle, le attitu- dini, le competenze, il senso di responsabilità, il senso dello Stato e della legalità non vengo- no verificati prima di formalizzare le candi- dature. Contano i voti e, in Calabria più che altrove, i voti non puzzano quale che sia la provenienza e l'appartenenza. Ne consegue che i territori, nelle loro irrisolte emergenze riflettono il livello scadente della rappresen- tanza politica, in verità incapace e inadegua- ta più che distratta e assorbita dall'autoreferenzialità, dalla carriera e dalle clientele elettorali. Se a questo si aggiunge il sistema di privilegi che la casta politica si è costruito intorno, i co- sti della politica compensati con il doppio di quanto effettivamente si spende e si ruba, si comprende perché l'onda dell'antipolitica e dell'indignazione popolare è sempre più alta e più lunga. L'opinione prevalente è che que- sta situazione frutterà a Peppe Grillo e al suo movimento 80 deputati ma non può essere questa la preoccupazione anche perché qua- litativamente è difficile essere al di sotto de- gli uscenti. La risposta la devono dare i par- titi, con la nuova legge elettorale che si an- nuncia come un'altra porcata e la scelta dei candidati da proporre all'elettorato. Se rifiu- teranno il cambiamento, la messa in campo di nuovi soggetti, se insisteranno con le vec- chie e inutili facce sopravvivranno soltanto il tempo necessario per scomparire del tutto. Mario Tassone Orlandino Greco

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Cosenza Oggi N.65 - 8 Settembre 2012

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La domanda è: se un notaio passa lo studio al fi-glio,così l'avvocato,il dentista,l'architetto, l'im-prenditore l'azienda di famiglia,il politico nonpuò passare al figlio la carriera politica ? Esisteoggi una professione,un'attività che rende eco-nomicamente quanto una carriera politica cheapproda in Regione o in parlamento ? Con po-chissimo lavoro,che nessuno controlla, e tantiprivilegi si mette su una fortuna impossibile darealizzare per altra via.Poi arriva la pensioned'oro e si può passare il testimone in famiglia, fi-glio o figlia non fa differenza, con l'avallo deipartiti e la fedeltà dell'elettorato.Dove sta lo scandalo ,il reato, la trasgressione ?Nulla di nulla ma la politica e le cariche elettivenon possono diventare patrimonio familiare, og-getto di lasciti ereditari o donazioni in vita.D'altro canto non sarebbe nemmeno giusto di-scriminare nelle cariche elettive chi è figlio di unpolitico in attività. Si tratta allora di ragioni diopportunità che i partiti, nella loro responsabi-lità,dovrebbero valutare tenendo conto di meri-ti e demeriti, senza mortificare il lavoro, l'ap-partenenza e la militanza di chi è "figlio di nes-suno". La crisi dei partiti è anche crisi di rap-presentanza e non è passando le cariche elettiveda padre a figlio che si rigenera un partito e siacquista credibilità presso l'elettorato. Vedremo

AREA URBANA

NUOVA SERIE N. 65 - 8 SETTEMBRE 2012

È UNSETTIMANALE

ON-LINE

si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

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PADRIE FIGLI

E' davvero sorprendente con quanta leggerezzae deficit di responsabilità la rappresentanza po-litica, regionale e parlamentare, sta affrontandol'insultante decisione di Trenitalia di annullare12 corse di treni sulla tratta Paola-Salerno-Napoli.Soltanto il convincimento di avere a che fare conun ceto politico inetto e inadeguato a rappresen-tare il territorio e le sue esigenze può spiegare unprovvedimento così punitivo e discriminatorionei confronti della classe politica regionale. Si potrebbe dire che più che a Scopelliti che famarketing politico, bisognerebbe chiedere contoa Luigi Fedele, assessore regionale ai Trasportioltre che con delega all'internazionalizzazionedella Calabria ma non si vede a quali competen-ze dovrebbe attingere Fedele per affrontare il pro-blema. Diciamo la verità, né Scopelliti, né Fedele né tut-ti gli altri consiglieri regionali, salvo qualche ra-rissima eccezione, utilizzano il treno per gli spo-stamenti fuori regione. Quando a qualcuno ca-pita, perché perde l'aereo, scopre in quali mise-rabili condizioni vengono tenuti i convogli diret-ti al sud. Da Roma in giù viaggiano, spostati dal-le tratte del nord a quelle del sud, gli intercity diprima generazione, per intenderci quelli con i ba-gni a tenuta stagno per cui, una volta saturi i con-tenitori, i liquami tracimano nel treno. Sono gli

UNA

REGIONEINDIFESA

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EDITORIALE

RAPPRESENTANZAPOLITICA

E TERRITORIIl problema lo ha posto, alla sua altezza,Giuseppe De Rita affrontando sul Corrieredella Sera il tema della selezione della classepolitica e l'assenza sempre più vistosa di lea-der che rappresentino, con spessore e credi-bilità, i territori di provenienza e di apparte-nenza elettorale. Tradotto alle nostre latitu-dini significa che se la Calabria conta poco aRoma, non è considerata nelle sue legittimeaspettative e viene, anzi, discriminata e pe-nalizzata è perché chi la rappresenta non hapeso e meno che mai forza contrattuale.

Si dirà che, con l'attuale legge elettorale, i par-lamentari li nominano i partiti per cui c'è po-co da scegliere ma questo spiega e non giu-stifica.

Le qualità soggettive restano quelle, le attitu-dini, le competenze, il senso di responsabilità,il senso dello Stato e della legalità non vengo-no verificati prima di formalizzare le candi-dature. Contano i voti e, in Calabria più chealtrove, i voti non puzzano quale che sia laprovenienza e l'appartenenza. Ne consegueche i territori, nelle loro irrisolte emergenzeriflettono il livello scadente della rappresen-tanza politica, in verità incapace e inadegua-ta più che distratta e assorbita

dall'autoreferenzialità, dalla carriera e dalleclientele elettorali.

Se a questo si aggiunge il sistema di privilegiche la casta politica si è costruito intorno, i co-sti della politica compensati con il doppio diquanto effettivamente si spende e si ruba, sicomprende perché l'onda dell'antipolitica edell'indignazione popolare è sempre più altae più lunga. L'opinione prevalente è che que-sta situazione frutterà a Peppe Grillo e al suomovimento 80 deputati ma non può esserequesta la preoccupazione anche perché qua-litativamente è difficile essere al di sotto de-gli uscenti. La risposta la devono dare i par-titi, con la nuova legge elettorale che si an-nuncia come un'altra porcata e la scelta deicandidati da proporre all'elettorato. Se rifiu-teranno il cambiamento, la messa in campodi nuovi soggetti, se insisteranno con le vec-chie e inutili facce sopravvivranno soltanto iltempo necessario per scomparire del tutto.

Mario Tassone Orlandino Greco

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cosa accadrà con le candidature della primave-ra prossima alle politiche ma si hanno già i pri-mi annunci.Nell'UDC di Casini due rampolli siapprestano a scalare il parlamentonazionale.Sarebbero il figlio di Mario Tassoneche siede a Montecitorio dal pliocenico dellaPrima Repubblica e il figlio dell'euro-parla-mentare Gino Trematerra, Michele, oggi asses-sore regionale all'agricoltura.Ma non saranno i soli perché in democrazia tut-ti debbono avere le stesse opportunità. Le "stes-se",appunto, e non si vede perché si dovrebbemortificare l'amore paterno di Mario Tassonecosì democristianamente legato al seggio parla-mentare che dobbiamo ringraziare il figlio se sidovrà a lui la fine di un inutile vitalizio politi-co.Non lascia nulla di realizzato in Calabria ri-conducibile al suo impegno politico cioè un'o-pera pubblica, una istituzione che mancava,unservizio negato, un insediamento che dà lavoro,un contributo al miglioramento della qualità del-la vita, una battaglia di moralizzazione nelle isti-tuzioni.Niente.La sua ultima battaglia in ordinedi tempo è l'annullamento del protocollo d'inte-sa, firmato fra La Sapienza di Roma e l'ASP diCosenza, che prevede corsi di formazione pro-fessionale per infermieri e tutori dell'ambiente.Ne va,secondo lui, del prestigio della facoltà dimedicina di Catanzaro. Un affronto che soltan-to un adeguato gettito elettorale in favore del fi-glio potrà sanare.

PADRI E FIGLI

stessi intercity con le porte bloccate e inutilizza-bili che il viaggiatore scopre quando, arrivato al-la stazione di destinazione, si appresta a scende-re dal treno. Ora hanno soppresso 12 corse sulla Paola - Napoliperché la Regione distratta dalla calura estivanon ha rinnovato i contratti . Se al problema larappresentanza regionale tutta avesse dedicatola stessa attenzione e lo stesso impegno con cuista affrontando il rinnovo dell'ufficio di presi-denza e le presidenze di commissione o le nomi-ne nei vari Enti di controllo regionale, ci trove-remmo in una situazione ben diversa. Qui il pro-blema non riguarda una singola provincia, il chepotrebbe spiegare ma non giustificare l'indiffe-renza delle altre. E' l'intero territorio regionaleche viene punito e discriminato ulteriormente do-po una già avvenuta soppressione di treni di lun-ga percorrenza. Ma le responsabilità non si fermano alla Regioneperché ben altra reazione ci si sarebbe aspettatadalla deputazione parlamentare che non si com-prende di quali problemi si occupi nella sua ina-deguatezza ed evanescenza politica. Recentementei parlamentari del PD hanno presentato al go-verno in carica una mozione sulla Calabria e sul-le sue emergenze che, oltre a riflettere l'onanismodi 5 anni di permanenza sui banchi parlamenta-ri, postula astrattamente interventi che non ten-gono conto del momento di crisi e delle risorseche mancano. Una operazione pre-elettorale chenessuno ha preso sul serio, con buona pace diBersani e Franceschini che con la loro firma han-no inteso dare autorevolezza alla presentazionedella mozione. Il problema dei trasporti, unitamente a quelli diprimaria importanza della sanità, del lavoro, del-la scuola, rimanda alla questione di fondo che èla crisi della rappresentanza politica dei territo-ri. Vi è una inadeguatezza manifesta a ricoprireruoli e ad assumere responsabilità perché vi è undeficit strutturale di cultura di governo. Non siha conoscenza dei problemi, non si ha interessead approfondirli, ci si circonda di consulenti "tec-nici" di fatto senza alcuna competenza specifica.La Calabria è l'unica regione dove di domenica,giorno non lavorativo, i bus del trasporto regio-nale non circolano, sia d'estate che d'inverno, pernon dire della mancanza di collegamenti "stra-tegici" con l'aeroporto di Lamezia e le località tu-risticamente più frequentate. Anche per i sinda-cati il "diritto alla mobilità" dei cittadini, che conle tasse lo pagano, la domenica non esiste. Il pro-blema, da villaggio sub-tropicale, dovrebbe af-frontarlo e risolverlo lo stesso assessore che do-vrebbe internazionalizzare la Calabria. A questosiamo. Tutta colpa della rappresentanza politicaai vari livelli? Non v'è dubbio e per molta parte,poi ci sono i partiti che li hanno candidati e glielettori che li hanno eletti. Soltanto i sindaci han-no aperto un conflitto con Trenitalia arrivando,a occupare simbolicamente la stazione di Paola.Simbolicamente, perché il problema non si risol-ve a Paola ma a Roma, dove deputati e senatoricalabresi si spendono sul futuro della Calabria.Non c'è che dire. Grazie, compagni e amici, per il gesto e la soli-darietà.

Orlandino Greco

UNA REGIONEINDIFESA

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Gino Trematerra

ORGOGLIOITALIANO

Non c'entrano le medaglie delle Olimpiadi e delle para-Olimpiadi,che sono importanti e significative. L'orgoglio italiano,mortificato internazionalmente dalle vignette che hanno chiosatola politica delle alcove e dell'affarismo senza limiti, con contornodi cricche,puttanieri,ricattatori, irresponsabilmente attestata a so-stenere che la crisi non c'era, che i ristoranti erano pieni e le agen-zie di viaggio lavoravano al massimo, aveva bisogno d'altro. Hafatto il giro del mondo quel sorrisetto complice e umiliante,fra laMerkel e Sarkozy, sull'attendibilità e affidabilità del governo gui-dato da Berlusconi. Già la sobrietà.il loden e la stima goduta a li-vello internazionale da Mario Monti si configurava come un pri-mo risarcimento d'immagine ma è con Mario Draghi,presidentedella BCE, sempre cortese, sorridente e con grande autocontrol-lo pur nella tempesta degli spread europei e le ostilità dellaBundesbank, che l'orgoglio ferito trova soddisfazione.Con le decisioni prese nella seduta di giovedì, la risposta dei mer-cati,gli indici di borsa in netto rialzo (Milano + 4,3) e lo spread indiscesa Mario Draghi segna un successo personale di volontà, dicompetenza ,di prestigio, di combattività che ci ripaga delle umi-liazioni di appena qualche mese fa. Sarà pure amico delle poten-tissime lobby finanziarie d'oltreoceano, sarà pure espressione deipotentati bancari ma ,per ora, l'euro e l'Europa gli devono molto.Non diciamo l'Italia,perché sappiamo quanto sa essere ingrata eirriconoscente.

Mario Draghi

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n. 65 - 8 settembre 2012 3

I QUATTRODELLA FRITTATA

Approfittando della distrazione svagata delle ferie, quattro protagonisti della scon-fitta ingloriosa del centrosinistra alle regionali del 2010 hanno provato a dare unaversione addomesticata di quanto precedette e seguì il risultato elettorale. Ha cominciato Agazio Loiero con due lagnose puntate su Il Quotidiano dove la-mentava il mancato riconoscimento di alcuni suoi meriti al di là dello sfracello elet-torale frutto della sua ricandidatura. Con un provincialismo che fa torto alle sue lettu-re liceali e post-liceali si avventura ad accampareprofili internazionali di sue presenze, all'ONU ocol Dalai Lama, che avrebbero dovuto cambiarel'immagine della Calabria delle coppole e dei mor-ti ammazzati ma non dei mari inquinati dalle fo-gne e dalla "contabilità omerica" che Enzo Paolini,impietosamente, gli ha ricordato a commento del-la sua ricostruzione dei fatti e delle responsabilitàdella disfatta. E'quindi intervenuto Paolo Naccarato, di cui nes-

suno si ricor-dava più, perrendere di pub-blico dominioche fu nella sua casa romana, con un invito a ce-na, che furono prese le decisioni successivamenteratificate all'assemblea di Capo Suvero. C'eranoad attovagliarsi Agazio Loiero, Marco Minniti,Nicola Adamo e il padrone di casa. In effetti a volere l'incontro a cena era stato Loieroche doveva ribaltare con un accordo di reciprocaconvenienza l'orientamento di Roma a non ri-candidarlo, visti i sondaggi che lo davano irrime-diabilmente incaduta libera.In quella cena,

in cui venne sottoscritto il patto che potremmochiamare della frittata, si convenne che Loiero sa-rebbe stato ricandidato e Adamo e Bova avreb-bero goduto della deroga alla statuto del partitoper potersi nuovamente ricandidare. Peppe Bova smentisce di avere chiesto a chic-chessia deroghe per potersi ricandidare e adde-bita a Loiero la sconfitta del centrosinistra che hail suo tragico inizio con l'assassinio di Fortugno.Poi Bova rispolvera toni tribunizi affermando di

non avere avu-to lui altrepreoccupazionise non la soluzione dei problemi e la sorte dellademocrazia. Nicola Adamo ha affidato ad una intervista il suopensiero nello stesso numero in cui Il Quoitidianopubblicava la seconda puntata del Loiero-pen-siero. In pratica Adamo, dimenticando i ruoli diprimo piano ricoperti nelle giunte di centrosini-stra, ha scaricato su Loiero ogni responsabilitàaddebitandogli di avere sempre perseguito obiet-tivi personali con formazioni politiche di suppor-to e di sua emanazione, fino alla pretesa di avereun proprio gruppo in consiglio regionale e, nellostesso tempo, determinare gli equilibri interni al

gruppo PD. Adamo conclude annunciando il suo rientro nel PD per cambiare e sal-vare il partito e il centrosinistra. Non è poco. Comunque sia, ci si aspettava che qualche voce libera rispondesse ai quattro pro-tagonisti della cena della frittata ma così non è stato. Forse perché oggi hanno tut-ti interesse a fare di Loiero l'unico responsabile del mancato accordo con l'UDC.Non si escludono nuove alleanze e conviene a tutti dimenticare Capo Suvero. Anchea chi, in quella occasione, ebbe il coraggio di denunciare i vergognosi accordi di po-tere che hanno portato il centrosinistra ed il PD alla sconfitta.

VENDOLA, BERSANIRENZI, BOERI...

CHI HA PAURA DEI DIRITTI?

Sostegno scolastico ai bambini disabili, biotestamento, matrimoni estesi a tutti i cit-tadini, omogenitorialità, cittadinanza italiana per i bambini nati nel nostro paese,lotta all'omo/transfobia, difesa della 194, riforma della legge 40. Queste le battaglieche caratterizzano "Chi ha paura dei diritti? 2.0", manifesto che ha ottenuto la sot-toscrizione di associazioni, cittadini, personaggi del mondo della cultura e forma-zioni politiche. Il testo qui:http://www.laicitaediritti.org/chi-ha-paura-dei-diritti/ Ma cosa ne pensano i candidati alle primarie? Coloro che si pongono come obietti-vo la guida della coalizione di centrosinistra ed un domani del Paese?In autunno, a Firenze, la presentazione ufficiale. A tutti i candidati un invito aper-to, a far conoscere per allora, la propria posizione agli elettori ed ai cittadini di que-sto paese. Oppure direttamente il giorno dell'iniziativa.Ideato dall'associazione LaicitaeDiritti e patrocinato dall'associazione Libera Uscitae dalla Chiesa Valdese di Firenze, il Manifesto ha come obiettivo il portare all'at-tenzione della politica, delle associazioni e della società civile le tematiche in essocontenute, in assoluta trasversalità.Ne sono portavoce:per SEL Marco FURFARO, Segretaria Nazionale, per IDV Rudi RUSSO, coordi-natore nazionale Giovani e Consigliere Regione Toscana, per il PD Antonio MariaRICCI, Segretario PD Pavia, Giancarlo PAGLIAI, Responsabile Diritti Civili PDSiena, Fernanda GIGLIOTTI, Assemblea Nazionale e coordinatrice Gruppo PD25 aprile, Calabria.Tra i primi firmatari: Mina WELBY, associazione Coscioni, Ivan SCALFAROT-TO, vicepresidente dell'Assemblea Nazionale del PD, Michela MARZANO, Docentedi Filosofia Morale all'università di Parigi, le associazioni AGEDO, FAMIGLIEARCOBALENO, CERTI DIRITTI e numerosi dirigenti politici da ogni parted'Italia. Sottoscritto anche dai Giovani IDV e da SEL nazionali.

Italia, 3 settembre 2012

Agazio Loiero

Nicola Adamo

Paolo Naccarato

Marco Minniti