CsOGGI n°61-2012

12
AREA URBANA NUOVA SERIE N. 61 - 2 GIUGNO 2012 È UN SETTIMANALE ON-LINE si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it www.cosenzaoggi.it È UN SETTIMANALE ON-LINE · È UN SETTIMANALE ON-LINE TERREMOTO L’EMILIA COLPITA AL CUORE a pagina 2 IN QUESTO NUMERO TERREMOTO L’EMILIA COLPITA AL CUORE ROMANO PRODI L’EUROPA POTENZA MONDIALE CONGRESSO PD LO STOP A OLIVERIO DOPO LE AMMINISTRATIVE I VENDOLIANI AVANZANO ASSEMBLEA SEL LA RELAZIONE DI MELFI PALAZZO DEI BRUZI SE SOTTO P.ZZA BILOTTI C’ERA UN FIUME RENDE SOCIALISTI O RIFORMISTI? RINASCITA E POLEMICHE STORIA DEL “PREMIO SILA” CAM TELE3 TORNA SUL DIGITALE TERRESTRE CLICCA QUI RENDE RIFORMISTI O SOCIALISTI? a pagina 3 a pagina 4 CONGRESSO PD LO STOP A OLIVERIO

description

Cosenza Oggi n°61 del 2 giugno 2012

Transcript of CsOGGI n°61-2012

AREA URBANA

NUOVA SERIE N. 61 - 2 GIUGNO 2012

È UNSETTIMANALE

ON-LINE

si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

www.cosenzaoggi.it

È U

N S

ET

TIM

AN

ALE

ON

-LIN

E ·

È U

N S

ET

TIM

AN

ALE

ON

-LIN

E

TERREMOTO

L’EMILIACOLPITA

AL CUOREa

pagina22

IN QUESTO NUMERO

TERREMOTO

L’EMILIA COLPITAAL CUORE

ROMANO PRODI

L’EUROPA POTENZAMONDIALE

CONGRESSO PD

LO STOP A OLIVERIO

DOPO LE AMMINISTRATIVE

I VENDOLIANIAVANZANO

ASSEMBLEA SEL

LA RELAZIONEDI MELFI

PALAZZO DEI BRUZI

SE SOTTO P.ZZA BILOTTIC’ERA UN FIUME

RENDE

SOCIALISTIO RIFORMISTI?

RINASCITA E POLEMICHE

STORIA DEL“PREMIO SILA”

CAM TELE3TORNA

SUL DIGITALE TERRESTRE

CLICCA QUI

RENDE

RIFORMISTIO SOCIALISTI?

apagina33

apagina44

CONGRESSO PD

LO STOP AOLIVERIO

www.cosenzaoggi.it

Per gli antichi greci - quelli di oggi se la prendono conla Merkel e la BCE - le disgrazie vengono dal cielo,dall'Olimpo precisamente, e succede quando gli dei siincazzano perché qualcuno ha modificato l'ordine del-le cose da loro disposto e controllato. Quando l'ordi-ne costituito viene sovvertito per una guerra sbaglia-ta o una missione non riuscita, la punizione olimpicapuò variare da un terremoto a una tempesta, a un som-movimento delle acque o ad una pioggia di fuoco, contutte la variazioni possibili nella disponibilità di ma-dre natura.

A voler applicare una interpretazione del genere alterremoto che ha colpito l'Emilia, i conti non tornanoperché del Bel Paese l'Emilia è la regione più civile,più moderna, più tollerante e democratica, senza dub-bio fra le più colte e certamente la più produttiva e lameno corrotta. Un esempio, dalla sanità ai trasporti,dalle università agli asili nido. In Emilia mafia, ca-morra e 'ndrangheta non sono riuscite a impiantarereti criminali e ad imporre egemonie perché il tessu-to culturale della gente emiliana non è permeabile aquelle logiche anche se non si possono escludere in-

cursioni e infiltrazioni del crimine organizzato.Questo non vuol dire che la commozione non ci sa-rebbe stata se fosse toccato ad un'altra regione ma-èdifficile spiegarlo- l'Emilia è la regione dove, se ci vaia stare, non ti senti forestiero e, se sei meridionale, nonsoffri lo sradicamento dalle tue radici. E' un'altra pa-tria che impari ad amare in poco tempo.

Con questi pensieri e queste considerazioni abbiamovisto scorrere sui televisori le immagini delle torri ab-battute, delle chiese scoperchiate e lesionate, di con-domini dignitosi spaccati e pensolanti sulle macerie.Qualcuno ha fatto osservare che, rispetto ad altri ter-remoti che hanno colpito il Paese, questo dell'Emilia,in termini di danni prodotti e di costi da sopportareper la ricostruzione, ha minore rilevanza rispetto aquello che colpì il Friuli o la Campania. Evidentementele immagini di oggi colpiscono più di quelle del pas-sato anche per la ricchezza mediatica di informazio-ni e dettagli sulle scene del sisma. Colpisce anche lacompostezza che accompagna le scene di dolore e didisperazione di chi ha perso casa e averi e da moltigiorni dorme in tenda, in auto, in roulotte o in giardi-

no.Diciamo allora che,probabilmente, ci hanno colpito leimmagini dei capannoni industriali crollati e gli ope-rai che vi sono rimasti sotto. Diciamo che anche le for-me di parmigiano in pezzi, cadute dagli scaffali, inqualche modo ci richiamavano consumi quotidiani.Si parla di 500 mila forme di formaggio parmigianofinite fra le macerie ed appare subito chiaro che era-no destinate, da Bolzano a Palermo, prevalentemen-te alle tavole delle famiglie italiane. Sotto le lamieredei capannoni crollati c'è il fior fiore del settore ma-nifatturiero e tecno-medicale del nostro Paese. Le an-tiche torri semidirute ci richiamano una storia chesentiamo nostra e di cui andiamo orgogliosi. Il terre-moto che ha colpito l'Emilia è tutto questo ed altro e,senza voler fare distinzioni fra figli e figliastri, ci sen-tiamo di dire che questa volta la solidarietà da tuttaItalia deve essere immediata e concreta. Siamo sicuriche non ci saranno gli imbrogli, le truffe e le ruberieche la storia di altri terremoti ci ha consegnato. InEmilia la vigilanza democratica su chi detiene il pote-re è tutt'altro che uno slogan. Andiamo avanti e in-crociamo le dita. Forza emiliani.

n. 61 - 2 giugno 20122

TERREMOTO

L’EMILIA COLPITA AL CUORE

CLICCA QUI

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 2012 3

Se il congresso regionale del PD, programmato per iprossimi giorni, sarà espressione delle manovre che sistanno consumando alla vigilia, il risultato si annun-cia improduttivo e infelice. L'esigenza riconosciuta èquella di superare logiche feudatarie e personalismiper aprire il partito a nuove energie e più fresche in-telligenze politiche. Il PD soffre di una crisi di credi-bilità per responsabilità dei suoi gruppi dirigenti, siaa livello nazionale che nelle realtà locali. In verità nelPD di oggi sopravvive quanto rimane del vecchio PCIe della vecchia DC e rappresenta ben poca cosa esse-re oggi col 25 per cento dei consensi il primo partito.La crisi che attraversa il Paese con i sussulti dell'eu-rozona è pur vero che sollecita ben altre responsabi-lità di governo della situazione ma non si può tenereil partito bloccato in equilibri interni di potere che nebloccano l'azione mentre nell'altra parte del campoc'è molta fibrillazione per riunire in federazione poli-tica tutti i moderati. Al di là del bluff di Berlusconi conla proposta impraticabile del semipresidenzialismo, ilberlusconismo non può essere dato per sconfitto e az-zerato. Seppur fortemente ridimensionato, continueràad esistere e ad esercitare una sua influenza. AncheMontezemolo, alla fine, dovrà rendere chiara la suascelta ma, per certo, si collocherà nel campo dei mo-derati se non del centrodestra tout court.Pierferdinando Casini si diverte a fare il democristia-no e gioca su più tavoli, tenendosi le mani libere maconsapevole che l'onda lunga dei consensi è finita pu-re per lui. Berlusconi gli fa una corte stretta e deve pursignificare qualcosa se Dalema e Bersani non sono dameno quando prospettano l'allargamento del centro-sinistra ai moderati come superamento della "foto diVasto" mentre "grillini", SEL e IDV puntano a capi-talizzare quote di consensi in uscita dal PD, fermo alpalo delle sue indecisioni. Se questo è il quadro politico nazionale è del tutto inu-tile cercarne i riflessi nel dibattito che precede inCalabria il congresso regionale PD.

E' del tutto assente la prospettiva politica di un parti-to che ha sacrificato alle logiche di potere il contattocon la gente, finendo così per non rappresentarne piùla domanda politica del suo elettorato tradizionale. Ridotto all'osso il congresso regionale si prefigura co-me lo scontro fra segmenti del vecchio gruppo diri-gente di ascendenza PCI che deve fare i conti anchecon la componente di ascendenza democristiana.Entrambe le componenti, sorde alla domanda di cam-biamento e di rinnovamento della rappresentanza po-litica, si confrontano guardando alle candidature del-le prossime politiche. Si era fatto trapelare che la scel-ta del segretario regionale era polarizzata fra MarioOliverio e Mario Maiolo, entrambi inadeguati a rap-presentare cambiamento e rinnovamento, ma ci hapensato il commissario Dattorre a raffreddare gli ani-mi e con filosofico garbo fare fuori, statuto alla mano,la candidatura di Mario Oliverio. Per essere più chia-ro, anzi, Dattorre ha fatto capire che la segreteria re-gionale per Oliverio non era disponibile nemmeno seavesse optato per la rinuncia alla presidenza dellaProvincia. Come dire che è il partito a decidere dovesi è più utili e non il partito ad essere utilizzato per leproprie ambizioni di carriera. Un colpo duro per Mario Oliverio che, senza dichia-rarlo, si era dato molto da fare per raggiungere la po-stazione di segretario regionale, tecnicamente funzio-nale per una candidatura a governatore della Calabrianel 2015. Vuol dire che potrà dedicarsi con più tempoalla raccolta firme per cambiare la legge elettorale.Napolitano gliene sarà riconoscente. L'accantonamento di Mario Oliverio è il fatto politi-co rilevante, il resto è un rinvio dei problemi a data dastabilire. La stessa candidatura dell'altro Oliverio,Nicodemo, del PD pitagorico di Crotone, data per cer-ta, non può certamente essere l'uscita dal tunnel. Sarà pure una brava persona ma potrà soltanto me-diare fra le correnti in lotta. Per cogliere lo stato diconfusione in cui versa il partito si consideri che nei

giochi congressuali un ruolo di primo piano lo giocaNicola Adamo, che formalmente è fuori dal partito.Ha una sua corrente, però, "Azione Democratica",che ci tiene a far sapere che in congresso voterà se-condo convincimento e non per ostilità preconcetta al-le posizioni che prenderà Mario Oliverio. A questo èridotto il partito, con i king-maker, Adamo e Ciconte,a brigare dall'esterno. Alla fine, siccome è il più abile,sarà Adamo a mettere il cappello sul risultato. Il cheè quanto dire. Poteva essere, invece, l'occasione per mandare un ve-ro segnale di cambiamento ma si vede che Dattorre siè dovuto arrendere. Ci si aspetta ora che la genera-zione degli Scalzo e dei Canale, i bravi sindaci che fan-no onore al PD nelle realtà locali, diano battaglia incongresso, magari con colpi di scena tali da farne ar-rivare l'eco a Roma. Tirare a campare non serve a nes-suno.

CONGRESSO PD

LO STOP A OLIVERIO

Mario Oliverio

direttore responsabileAntonlivio Perfetti

infoline 335.5320437

Direzione-AmministrazioneVia Pisa, 8 - Diamante (Cs)

e-mail: [email protected]

Registro Stampa Tribunaledi Cosenza n.547

è disponibile gratuitamentesu internet digitando

(http://) www.cosenzaoggi.it

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

4 n. 61 - 2 giugno 2012

E' un brutto momento per Rende, "la ridente cittadina al di là delCampagnano", come scriverebbe il giornalismo impiegatizio. Non èla politica ad agitare la vita della comunità rendese ma l'intrecciar-si di vicende giudiziarie con la politica che finisce per creare unclima torbido e di rancore diffuso. Lasciamo da parte le vicende giudiziarie che richiedono tempo peressere chiarite a fondo ed evitiamo di fare i processi fuori dalle auledi giustizia, atteso che, sempre più spesso, le accuse e le ipotesi direato del primo momento non vengono confermate in sentenza. Ciònon toglie che la lotta politica non si fa scrupoli e arde la legna chetrova sul campo. E certamente appartiene alla lotta politica la pole-mica sollevata dai socialisti di Rende sulle implicazioni del termine"riformista" quando viene usato sotto il profilo storico-politico. La polemica viene fuori perché il circolo cittadino del PD di Rende,intervenendo a margine delle vicende giudiziarie riportare dallastampa, avverte la necessità di ricordare come le vittorie politiche aRende sono state sempre nette e trasparenti, riconoscimento dellabuona amministrazione e di quanto si è realizzato negli anni in con-tinuità amministrativa. Tutto vero, interpretazione corretta ma conuna forzatura che non poteva passare inosservata. Non ricorre maiil termine "socialista", come se a Rende i riformisti fossero statiprivi dell'appartenenza a un partito,non avessero una storia con i suoipiccoli e grandi interpreti, a comin-ciare da Francesco Principe, patriar-ca riconosciuto del socialismo rende-se. Non si spiega o si spiega negativa-mente questa forzatura, per altronon necessaria poiché si potevarispettare la storia dei socialisti aRende riconoscendosi oggi nei risul-tati prodotti da quelle amministra-zioni. Ma così non è. E' dalla scissione diLivorno, quando i socialisti si stacca-rono dai comunisti, che nipoti e nipo-tini di Togliatti hanno difficoltà ariconoscere i meriti dei socialisti, iericome oggi. Bettino Craxi si prodigò molto perfarli entrare nell'internazionale socialista, ricevendone ingratitudi-ne, ma non è questo il punto. Dalla caduta del Muro di Berlino c'è stato un gran lavorìo nel PDS,DS oggi PD per rimuovere quell'ascendenza ideologica che per lungotempo li ha visti collocati politicamente dalla parte est di Berlinocosì come con tutti i paesi del Patto di Varsavia. Oggi si chiamano esi fanno chiamare democratici, pensando di aver risolto così il pro-blema di non doversi definire socialisti o socialdemocratici. Puòaccadere a Bruxelles perché torna comodo ma in Italia difficilmen-te può capitare di sentire un post-comunista definirsi oggi socialistao socialdemocratico. Tutt'al più ci si può chiamare riformisti, termi-ne che i comunisti, dopo la scissione di Livorno, usavano in terminidispregiativi nei confronti dei socialisti. E' storia di ieri ma a Rendedi questa storia c'è un cultore di profonde letture ed è SandroPrincipe. Nessuno meglio di lui conosce la storia del riformismo ed il suo stret-tissimo legame col socialismo. Lui stesso, fino a tempi recentissimi,è andato orgoglioso del suo riformismo socialista applicato all'am-ministrazione di Rende ed ai traguardi conseguiti. Il PD oggi e,meno che mai, i comunisti di ieri non c'entrano nulla. Tutt'altro.Fosse stato per loro avrebbero annesso Rende a Cosenza in nome diuna improbabile città unica, col solo obiettivo di liberarsi dei condi-zionamenti esercitati dai socialisti rendesi sul quadro politico e sullesorti di delicate candidature. Oggi la situazione è ambiata. SandroPrincipe ricopre la carica di capogruppo PD in consiglio regionale,è ospite fisso delle riunioni di vertice, concorre all'elezione del nuovosegretario regionale, è ascoltato a Roma. Si accontenti e lasci le bandiere là dove hanno combattuto.

RENDE

RIFORMISTI O SOCIALISTI?

Il sindaco Mario Occhiuto è uno che si controlla, difficilmente si arrabbia e glipiace ostentare una francescana pazienza. Almeno questo è il profilo caratteria-le che ne tracciano i suoi collaboratori. Una sola cosa lo fa andare in bestia esono le critiche del capo dell'opposizione in consiglio comunale, l'avv. EnzoPaolini che, solo per una manciata di voti e una imboscata di fuoco amico all'in-terno del PD, non si trova oggi al suo posto, alla guida di Palazzo dei Bruzi. Nonc'è stata tregua nemmeno per un giorno fra Paolini e Occhiuto e tutto lascia pre-vedere che tregue non ce ne saranno. Occhiuto viene marcato stretto su ogni delibera adottata e deve vedersela conGiuseppe Mazzuca, capogruppo del PSE in consiglio comunale, che si è confer-mato un mastino col quale ogni giorno bisogna fare iconti. Ma torniamo a Paolini e Occhiuto. C'è la storia di una perizia geologica, che riguarda PiazzaBilotti, che è finita all'attenzione della magistratura per-ché corrisponderebbe, anche nelle virgole, a una periziadi 12 anni fa, sempre per Piazza Bilotti, che ha fatto esplo-dere il caso. Il consiglio comunale lo ha affrontato ma, alla fine, lamaggioranza ha votato a favore della procedura seguitadal sindaco e, quindi, anche per la legittimazione dellaperizia "copiata". Paolini e il suo gruppo non si sono ras-segnati ed hanno segnalato il tutto alla procura dellaRepubblica. A distanza di qualche settimana dalla denun-cia, la procura ha disposto l'acquisizione della periziacontestata per valutare eventuali estremi di reato. All'intervento della magi-stratura sono seguite, sul Quotidiano, due interviste a cura di Massimo Clausi,

la prima a Paolini, la seconda a Occhiuto. Paolini ha confermato le sue perplessità e le sue preoccu-pazioni per la perizia, facendo rilevare che grandi lavori discavo interesseranno Piazza Bilotti per realizzare dei pianiinterrati e bisogna avere la certezza che per i palazzi checontornano la piazza non si corrono rischi. Di conseguen-za non si può fare affidamento su una perizia che risale a12 anni fa e fatta passare per recentissima, tanto più se siconsidera che Piazza Fera -oggi Piazza Bilotti- a suo tempofu realizzata coprendo un corso d'acqua o, comunque, uncanale di raccolta acque di cui non dovrebbe essere diffici-le trovarne memoria. Bisogna, quindi, sapere con certezza dove andranno a sca-vare le ruspe e quali equilibri geostatici verranno interes-

sati, a salvaguardia dei palazzi e di chi vi abita. Paolini insiste e Occhiuto, nonsi sa perché, non ha chiuso subito la questione ordinando una nuova perizia cheavesse tutti i crismi dell'attendibilità e dell'attualità. Invece ha preferito insiste-re sulla regolarità della procedura seguita e dell'utilizzo della perizia risalente a12 anni fa, sostenendo che è nella facoltà dell'amministrazione fare l'uso cheritiene di una perizia costata, a suo tempo, parecchi milioni e nell'intervista,seguita a quella di Paolini, afferma che la questione è stata sollevata a puri finidi lotta politica, per mettere in cattiva luce l'operato dell'amministrazione e nonriconoscere quanto è stato realizzato in un anno. Può anche darsi ma ciò non toglie che il problema rimane acquisire la certezza,attraverso apposita perizia, che i lavori si possono eseguire senza correre rischi.Al momento questa certezza non c'è e anche la magistratura vuol vederci chia-ro. Occhiuto accusa il colpo, nell'intervista parla d'altro, sostiene che il suo tra-sporto amministrativo per i lavori pubblici nasce dal convincimento che lacomunità e i suoi standard di vita si migliorano intervenendo sull'habitat, boni-ficando le aree degradate ed elevando l'immagine della città. Ci può stare tuttonel pensiero di in un architetto apprezzato a Shangai meno che l'utilizzo di peri-zie risalenti a 12 anni fa. Anche perché, alla fin fine, la perizia contestata nonl'ha firmata lui. Soltanto non la vuole dare vinta a Paolini.

PALAZZO DEI BRUZI

SE SOTTO PIAZZA BILOTTIC’ERA UN FIUME

Mario Occhiuto

Enzo Paolini

Sandro Principe

Articolo di Romano Prodisu Il Messaggero del 13 maggio 2012

Per effetto di errori passati ma, soprattutto pereffetto della crisi economica, molti governi euro-pei sono costretti ad un severo sforzo di aggiusta-mento delle finanze pubbliche, restringendo levoci di spesa e gravando sui cittadini con aumen-ti di imposte. Una buona parte di questi paesi, trai quali l'Italia, ha provveduto con solerzia a fare icompiti a casa, sia prendendo decisioni ad effettoimmediato, sia imponendo una disciplina di lungoperiodo, al fine di abbassare il tasso di interessedel debito pubblico, condizione per risanare inmodo stabile il bilancio dello Stato. L'adozione dipolitiche restrittive non è certo un fenomenonuovo perché si è ripetuto tante volte nella storiadell'ultimo secolo. Oggi, tuttavia, quest'eserciziosi svolge in un contesto del tutto diverso dal pas-sato e diverse ne sono perciò le conseguenze. Ilcontesto è cambiato perché, di fronte alla dimen-sione e alla velocità d'azione della finanza inter-nazionale gli stati nazionali hanno semplicementeperso grande parte della propria sovranità. Leregole e i comportamenti vengono imposti da ope-ratori onnipotenti ed anonimi che agiscono conuna forza tale che nessuno stato nazionale, eccet-to Stati Uniti e Cina, può ad essi resistere.Quando parlo di "nessuno stato nazionale" nonmi riferisco solo ai membri della zona Euro per-ché anche la Gran Bretagna, ugualmente minac-ciata dal comportamento dei mercati internazio-nali, è costretta ad adottare una politica di aggiu-stamento così profonda e violenta da gettare lapropria economia in una situazione di prolungatadepressione. Non si tratta quindi solo di una per-dita di sovranità ma di un vero e proprio sovver-timento delle regole democratiche perché le gran-di ondate speculative, che si trasmettono e siamplificano tramite le altrettanto irresponsabilisocietà di rating, costituiscono un governo di fattodell'economia mondiale senza alcuna legittimitàdemocratica. I sacrifici vengono imposti ai popolinon dai loro governanti ma da pochi e irrespon-sabili attori esterni ai quali i governi nazionalinon hanno alcuna possibilità di resistere. Non èche gli hedge funds o le grandi banche d'affariche dominano il mercato suggeriscano a MarioMonti o a Mariano Rajoy di prendere l'una o l'al-tra decisione specifica ma sono i comportamentistessi dei mercati finanziari che impongono scelteobbligate. Essendo la finanza mondiale del tuttomobile e senza regole è infatti praticamenteimpossibile tassare i valori finanziari. I governinazionali hanno perciò la possibilità di sottoporread imposta solo quello che non si può muovere dalPaese. L'imposizione non può quindi che concen-trarsi sull'IVA, sugli immobili, sul lavoro, mentresi tagliano altrettanto agevolmente le voci che nonportano ad una fuga dei capitali, come le spesesociali e le pensioni o, al limite, gli stessi salari. In

poche parole l'asimmetria fra il funzionamentosenza regole dei mercati finanziari e i confiniristretti nei quali operano gli altri mercati riduceal minimo la libertà di decisione dei governi.Questa specie di cammino obbligato, che si tradu-ce nella pratica impossibilità di colpire la maggiorparte dei grandi patrimoni, non solo ha diminui-to la sovranità nazionale, ma ha dato un notevolecontributo all'aumento della differenza fra ricchie poveri, accentuando la distanza fra il famoso1% ed il restante 99% della popolazione. Non vi èdubbio che anche questo produce un ulterioreindebolimento del funzionamento della democra-zia. Non è facile dettare regole universali per usci-re da questo stato di sovranità limitata. Per i paesieuropei una possibilità tuttavia esiste ed è quelladi quella di mettere in comune una quota cre-scente di questa sovranità in modo da costruireuna forza e una dimensione paragonabile a quel-la della Cina o degli Stati Uniti. Solo cedendosovranità potremo acquistare sovranità e trarrevantaggio di essere ancora, se uniti, la maggiorepotenza economica del mondo. Più degli StatiUniti e più della Cina. In questo caso nessuno

oserà più attaccare la nostra sovranità condivisa.Ho l'impressione che in Germania, si sia inveceprogressivamente affermata l'idea di essere abba-stanza forti per potere fare da soli. Un'idea sba-gliata perché l'economia germanica è forte nonsolo per i propri meriti ma per essere al centro diun sistema produttivo che include la maggiorparte dell'Unione Europea. Una rete di impreseche va ben oltre i confini tedeschi per estendersinei paesi vicini, Italia compresa. Anche laGermania, se vuole conservare la propria sovra-nità nel mondo globalizzato, la deve sempre piùcondividere con i propri partner. Naturalmentesarà nostro dovere offrire alla Germania unapiattaforma di regole e di comportamenti compa-tibili con l'interesse comune. Il compito piùimportante del nuovo presidente francese saràproprio quello di lavorare insieme a Italia,Spagna e agli altri paesi dell'Unione per costruirequesta piattaforma compatibile con gli interessigermanici e con le nostre inderogabili esigenze dicrescita. Se abbandonerà la politica solitaria delsuo predecessore, François Hollande renderà ungrande servizio alla Francia e all'Europa.

OBIETTIVO CRESCITAL’ERRORE TEDESCO FRENA L’EUROPAHOLLANDE ABBANDONI LA POLITICA SOLITARIA DI SARKOZYL’EUROPA PUÒ COSTITUIRE LA MAGGIORE POTENZA ECONOMICA DEL MONDO

Peppe Scopelliti

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 2012 5

I commenti e le analisi del voto amministrativodi maggio sono stati avari con SEL (SinistraEcologia Libertà), il movimento, ormai partito,che ha in Niki Vendola, governatore della Puglia,il leader riconosciuto. A fare il punto dei risultati ottenuti hanno prov-veduto gli stessi vendoliani con una conferenzastampa al mattino ed un'assemblea di tutti glieletti in provincia di Cosenza al pomeriggio.Interventi asciutti, senza trionfalismi e con l'at-tenzione concentrata sulle prossime politiche,senza farsi condizionare più di tanto dalle stuc-chevoli interpretazioni e possibili prospettivedella foto di Vasto. La relazione introduttiva l'ha svolta il segretarioprovinciale di SEL, Mario Melfi, il quale hamesso in evidenza i risultati conseguiti e datoatto a militanti e candidati del lavoro svolto. PerMelfi i candidati eletti segnano un risultatosignificativo per un partito nato da poco e che siè misurato sul campo. L'obiettivo proposto daMelfi è di portare i consensi a SEL, in provinciadi Cosenza, da 9 mila a 30 mila. Enzo Paolini, che con il PSE ha un patto federa-tivo con SEL, maturato dopo l'alleanza elettora-le dell'anno scorso per il comune di Cosenza, hasvolto un'ampia relazione sul lavoro svolto inconsiglio comunaledove SEL può van-tare, insieme alPSE, un gruppo di5 consiglieri checostituiscono lavera opposizione alsindaco Occhiuto ealla sua maggioran-za di centrodestra. Ferdinando Aiello,consigliere regiona-le, molto critico neiconfronti diScopelliti e dello"scopellitismo", haannunciato un'opposizione più dura in regionementre, per i risultati elettorali di SEL, ha riven-dicato per sé il merito di aver tenuto duro, di nonessersi lasciato influenzare dalle polemicheinterne e di avere portato, insieme al gruppodirigente, il partito nelle posizioni avanzate incui si trova oggi. Ha concluso i lavori dell'assem-blea Paolo Cento, già parlamentare dei Verdi edoggi ai vertici nazionali di SEL, il quale ha spa-ziato sulle tematiche politiche a livello nazionale,sulle possibili alleanze, sul movimento di Grillo esulle elezioni politiche dell'anno prossimo. Su unaspetto ha molto insistito Cento e cioè che SELdeve essere un partito aperto a tutte le istanzeche vengono dal corpo della società, senza pre-clusioni e pregiudiziali. Bisogna essere in grado di raccogliere il legitti-mo malessere che attraversa la società, le ragio-ni dell'antipolitica e darvi uno sbocco politico dicui SEL deve essere protagonista. Per il resto,negli interventi degli amministratori eletti, uni-vocità di intenti e di impegno per i beni comuni,la raccolta differenziata dei rifiuti e la parteci-pazione dei cittadini alle scelte di governo dellerealtà locali come caratteri distintivi dell'azionepolitica di SEL.

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 20126

FEDERAZIONE PROVINCIALE - Piazza XI Settembre- tel.0984 1902692 -87100 COSENZA

Assemblea Provinciale degli Eletti SEL-PSE - 29/05/2012Relazione non corretta di Mario Melfi

OBIETTIVO 30.000 VOTICare compagne e cari compagni,vi ringrazio per la partecipazione a questa prima Assemblea Provinciale degli Eletti e naturalmente il grazie più sen-tito va a Paolo Cento, responsabile nazionale degli Enti Locali, che subito ha accettato l'invito.Avevamo bisogno di questa riunione, fortemente sentita, per analizzare e verificare lo stato di salute del Partito, fate-mi passare questi termini, in prossimità dell'assemblea organizzativa provinciale che terremo probabilmente il 23Giugno. Un Partito nato in Calabria a Febbraio del 2011 e che in un solo anno e tre mesi ha affrontato, nella Provincia,due competizioni amministrative con comuni che rinnovavano i loro organismi. Rinnovi importanti che vedevanocoinvolte le principali città della Provincia ad eccezione di Corigliano ed Acri.Qual'è il Consuntivo? Nel 2011 e 2012 nei comuni superiori ai 15 mila abitanti dove si è votato, l'elettore ha trovatola lista ed il Simbolo di Sinistra Ecologia Libertà, anche se non eravamo attrezzati e ben radicati; i risultati sono sta-ti i seguenti in termini percentuali:Cosenza 3.64%; Rende 1.93%; Rossano 3.63; Paola 1.55%, Cassano all'Jonio il 4.28%;Castrovillari 6.43; per unamedia complessiva del 3.57.Nei Comuni superiori ai 5000 abitanti e fino a 15mila abitanti, i nostri candidati hanno riportato questi risultati:Rogliano il 26%; Luzzi il 11%; Roggiano Gravina il 5%, Praia a Mare il 5%; Trebisacce il 3.80%; per una mediacomplessiva del 10.16%.Nei comuni inferiori ai 5000 abitanti i nostri candidati hanno riportato risultati che vanno per esempio da CasoleBruzio del 61%, a Cellara del 51,37 dove vi erano liste quasi monocolore, al 12% di Lungro, all'10% di Amendolara, Francavilla e Trenta; a Marzi, Rovito e Pietrafitta si sta perfezionando l'intesa politica.Volendo quantificare i voti riportati da Liste SEL e da candidati SEL nelle liste civiche, nelle amministrative 2011,2012 abbiamo questa realtà:Cosenza 1516; Rende 415; Rossano 790; Cassano all'Jonio 460; Paola 165; Castrovillari 831; Rogliano 681; Luzzi864; Trebisacce 211; Roggiano 202; Amendolara 156; Casole 1061; Cellara 206; Lungro 205; Francavilla 138; Praiaa Mare 204; Trenta 140. Per un totale di 8245 voti che con l'aggiunta di Marzi e Rovito si superano i 9000 voti. Naturalmente le presenze Istituzionali prodotte dalla votazioni 2011 e 2012 sono le seguenti:1 Consigliere Comunale a: Cosenza e Rossano;1 Assessore e 1 Consigliere Comunale a Castrovillari e Cassano all'Jonio; 1 Assessori ed 2 Consiglieri a Rogliano; 2 assessori ed 1 Consigliere a Luzzi; 1 Assessore a Roggiano Gravina;2 Sindaci- Casole Bruzio e Cellara con rispettive Giunte e Consiglieri;1 Assessore ed 1 Consigliere a Francavilla Marittima;1 Assessore a Trenta;1 Consigliere a Praia a Mare e ad Amendolara.A questi nuovi Sindaci, Assessori e Consiglieri si aggiungono le compagne ed i compagni che avevano aderito a SELe non interessati ad elezioni ma che ricoprono cariche istituzionali:Ferdinando Aiello- Consigliere Regionale; Giuseppe Giudiceandrea- Assessore Provinciale; Francesco Di Leone -Consigliere Provinciale e Sindaco di Morano; Mario Melfi- consigliere provinciale; Francesco Acri- Sindaco di SanPietro in Guarano; ed i consiglieri comunali: Giulia Clausi di Aprigliano, Nuccio Guaglianone di Cetraro, il vice-sindaco di Villapiana: Vincenzo Mastrota, l'assessore comunale di Buonvicino: Ernesto Astorino, i consiglieri diSanto Stefano di Rogliano: Rota Antonio ed Ungaro Antonio, il consigliere di Aiello Calabro: Carmine Marinaro, ilConsigliere di Santa Sofia d'Epiro: Pierluigi Zicaro Romanelli, l'assessore ed il consigliere di Morano: Anele Rosannae Mariateresa Di Marco, l'assessore comunale Daniele Pescatore ed il Consigliere Antonio Palermo di Mendicino.Ed oggi, care compagne e cari compagni, aumentano anche i nostri Consiglieri Comunali della Città di Cosenza: alnostro Giovanni Cipparrone si affiancano Enzo Paolini e Giuseppe Mazzuca, pur mantenendo il logo del PSE e loslogan della Migliore Cosenza di Sempre, per rispetto del mandato elettorale ricevuto, ma che fanno parte integran-te della nostra realtà.

segue aa ppagina 77

DOPO LE AMMINISTRATIVE

I VENDOLIANI AVANZANO

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 2012 7

da ppagina 66

Possiamo essere soddisfatti per i risultati fin qui ottenuti? Care compagne e cari com-pagni, naturalmente mi sto soffermando su dati elettorali amministrativi che scaturi-scono grazie al lavoro fatto dai circoli, da tanti dirigenti, da tanti semplici iscritti che conpassione ed abnegazione hanno seguito e segnato un nuovo percorso politico nella no-stra provincia e regione. Certo si poteva fare di più e forse meglio, ma è indiscutibile chead un anno e tre mesi di vita politica del nostro partito non possiamo non sottolineareche si sono registrate delle positività che ci fanno ben sperare anche per il prossimo fu-turo. In Calabria alle ultime elezioni del Parlamento (2008) si sono recati alle Urna unmilione e centomila cittadini, ilnostro obiettivo delle elezioni del2013 è prendere nella Provinciadi Cosenza TRENTAMILA VO-TI che equivalgono su 400milavotanti a circa l' 8%. E' un obiettivo difficile ma nonimpossibile, che presuppone im-pegno, condivisione, unità di in-tenti, presenza,partecipazione.Abbiamo bisogno di aprire nuo-vi circoli nel territorio, di raffor-zare la nostra presenza nelTirreno, nello Jonio . Dobbiamodare sostegno e forza ai nostrigiovani,da alcuni mesi si stannoimpegnando al massimo su te-matiche care alla cittadinanza,penso ai giovani di Lungro-Corigliano-Calopezzati- Pedace-Sibari che con competenza af-frontano i temi della legalità, dellavoro, dell'Ambiente. Abbiamonecessità di interagire con movi-menti,associazioni,sindacato.Abbiamo,però, bisogno, soprat-tutto, di capire il nuovo per gui-dare il cambiamento. E il nuovo è rappresentato daquelle parole ed azioni dell'essenza stessa di un partito di sinistra: giustizia sociale, equità,diritti, a partire dalla difesa della Carta Costituzionale, e precipuamente dei sui articoli1e 3. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro; (3) tutti i cittadini han-no pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di raz-za,di lingua, di religione, di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali. E' com-pito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che limitan-do di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della per-sona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica esociale del Paese. Così come non c'è sinistra se non esiste lo Statuto dei Lavoratori e l'art.18. Il nuovo è restituire la parola ai cittadini, la Corte Costituzionale può anche mettere sot-to i piedi un Milione e duecentomila firme, ma i partiti no e nel caso che non dovesserodecidere SEL come si comporterà, cosa sceglierà, cosa dirà ai suoi elettori?Il nuovo è dire no al finanziamento dei partiti, auspicare la riduzione della rappresen-tanza parlamentare, battersi per l'approvazione della legge sul legittimo impedimento.Il nuovo è la difesa dei beni comuni ad iniziare dall'Acqua Bene comune per eccellen-za.

In un anno e mezzo Sinistra Ecologia Libertà a livello nazionale ha raccontato la sto-ria politica, economica e sociale di questo nostro Paese, nel racconto ha individuato nel-la Bellezza, nella Cultura, nella Giustizia Sociale, i grimaldelli fondanti di una nuova epiù rispondente società. Ma lo sforzo prodotto,pur con risultati soddisfacenti,non pos-sono ritenersi esaltanti, se è vero come è vero che da un lato un menestrello ha occu-pato spazi e visibilità, soprattutto nel Centro-Nord, insperati e dall'altro cresce sempredi più il rigetto alla politica, il rifiuto ai partiti, cresce pericolosamente per la società l'a-stensionismo.Cercarne le cause è assai difficile: Sel, forse, poteva ottenere di più se si liberava dallamorsa del Partito Democratico, indispensabile, però, a disegnare un nuovo progetto po-

litico dell'Italia; forse dovevamoessere più decisi con il passaggiodel governo politico al governotecnico, ma il rischio era che sa-remmo stati ricondotti nel recin-to della vetustà.Forse, se , ma… parole che nonci riconducono alla verità. Oggiapprezziamo l'appello di NichiVendola al Partito Democraticodi una Conferenza degli StatiUniti d'Europa, necessaria per ri-disegnare la nuova politica eu-ropea incentrata sull'equità so-ciale e sulla solidarietà, temi chehanno portato alla vittoria diHollande in Francia ed alla con-quista del più importante lenderdella Germania. Ma compagne e compagni e miavvio alla conclusione, accantoalla politica nazionale, occorrel'azione nei territori e noi siamoqui come eletti, portatori di inte-ressi della propria collettività; or-bene abbiamo bisogno di con-certare la nostra quotidiana azio-ne politica, voglio dire che aRossano come a Castrovillari, a

Morano come a Rogliano, abbiamo necessità di parlare alla gente allo stesso modo: pro-vo ad elencare qualche obiettivo comune:

1) Applicazione dell'IMU al minimo;2) Sistema di raccolta differenziata porta a porta;3) L'acqua nello statuto comunale bene pubblico;4) Favorire e battersi per la creazione delle Unioni dei Comuni per offrire servizi

ai cittadini;5) Rispetto del Paesaggio, con lotta alla Cementificazione, rilanciando i Centri Storici;6) Politiche per incentivare i giovani e le donne alla Partecipazione;7) Difesa dei Diritti, l'uomo al centro del nostro agire, con l'eliminazione del

favoritismo, clientela, riconoscendo pari dignità e meritocrazia.Potrei continuare, ma il dibattito che seguirà mi aiuterà a capire meglio, a correg-gere, modificare, implementare queste mie brevi riflessioni.

Grazie per l'attenzione.

FEDERAZIONE PROVINCIALE - Piazza XI Settembre- tel.0984 1902692 -87100 COSENZA

Assemblea Provinciale degli Eletti SEL-PSE - 29/05/2012Relazione non corretta di Mario Melfi

OBIETTIVO 30.000 VOTI

Presentazione nella sala stampa della Camera di Commercio diCosenza della nuova edizione del Premio Sila che torna ad essereprotagonista della vita culturale calabrese dopo un intervallo duratovent'anni. A presentare ufficialmente il premio il presidente dellaBanca Carime Andrea Pisani Massamormile, l'arcivescovo SalvatoreNunnari, il presidedella facoltà di letteredell'Unical professorRaffaele Perrelli el'avvocato EnzoPaolini, promotoredell'iniziativa, il qualeintroducendo la confe-renza stampa ha ricor-dato il contesto storicopolitico in cui nacquenel '49 il Premio Silaper volontà diGiacomo Mancini,Mauro Leporace eRaffaele Cundari. Monsignor Nunnari,nel prendere la parola,ha dichiarato di avermolto gradito il suocoinvolgimento nelrilancio del PremioSila nella consapevo-lezza che il premio perla sua storia e la suaconnotazione rientranel filone laico dellacultura e la sua pre-senza oggi nelComitato fondatorerappresenta, a distan-za di tanti anni, unriavvicinamento peraltro maturato con glieventi della storia.

Il professore Perrelli,dopo una suggestivapremessa sul profilogeomorfologico del-l'altopiano silano chedà il nome al premo,si è soffermato suitempi difficili che viveoggi la letteratura atutte le latitudini, masi è detto convinto cheil Premio Sila, nellasua nuova edizione,così come diede paro-la alla volontà di cam-biamento che laCalabria manifestavadopo le tragedie dellaguerra e del fascismo,ancor più oggi puòdare voce e stimolo aicambiamenti che la società contemporanea sollecita e che in unmomento molto particolare si incrocia con la crisi della politica.Meno sicuro, si è detto il professor Perrelli, che un premio letterario,per quanto possa essere elemento di stimolo e di conoscenze finaliz-zate allo sviluppo, difficilmente può determinare significativi cam-

biamenti nella struttura economica della nostra regione, che dipendeda ben altri fattori.

Ha concluso con un suggestivo intervento il presidente della CarimeAndrea Pisani Massamormile introdotto dall'avvocato Paolini come

"banchiere anomalo"per il suo intenso rap-porto con la cultura ingenerale e con la lette-ratura e la musica inparticolare. Il presi-dente della Carime haspiegato perché labanca ha aderito all'i-niziativa insistendo suuna diversità identita-ria del Sud di cui perstoria e tradizionibisogna andare orgo-gliosi ed alla qualebisogna dare voce epossibilità di espri-mersi in tutte le formepossibili. Il prof.Massamormile hatenuto a precisare chela sua adesione alcomitato fondatoredel nuovo Premio Silal'ha data a titolo per-sonale e individuale enon nella qualità dipresidente dellaCarime, con ciò signi-ficando che il suoimpegno nel PremioSila continuerà indi-pendentemente dallescelte che in futuro labanca vorrà fare,anche se oggi offre ilsuo pieno sostegnofinanziario alla primaedizione.

Alla domanda se ilnuovo Premio Silamantiene un qualchecollegamento, siapure indiretto, all'a-rea politica di cui inpassato è statoespressione, il presi-dente Massamormilelo ha escluso inmaniera categoricaaffermando che inpresenza di una taleanomalia, per un pre-mio letterario, sareb-be il primo a nonessere più interessato.

Sulla stessa domanda è intervenuto l'avvocato Paolini il quale, inpiena sintonia con il presidente della Carime, ha dichiarato che dellatotale indipendenza del Premio Sila '49 da ogni collegamento politi-co, si considerano garanti lui stesso e l'arcivescovo monsignorNunnari.

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 20128

PREMIO SILA ‘49

Una spiacevole polemica ha accompagnato la pre-sentazione della nuova edizione del Premio Sila,che assume la denominazione di "Premio Sila49" per ovviare ad una sovrapposizione con altramanifestazione di diversa tipologia. Per il resto ilpunto da chiarire,pur rispettando le sensibilità diquanti si ritengono eredi in linea diretta del pre-stigioso Premio Sila, è se un premio letterario puòessere considerato "cosa", oggetto ereditario, opatrimonio di una comunità, quella calabrese, chelo ha sempre sentito e vissuto come testimonianzadella propria partecipazione alla vita culturale delPaese, all'interno di una questione meridionaledove il gap culturale rispetto al nord era il diffe-renziale più rilevante, con tutto quello che nediscendeva.Non c'è stata alcuna cancellazione o rimozionedei meriti di chi negli anni, a partire dal '49, lo haanimato e tenuto in vita mentre tornerebbe certa-mente utile, anche per spegnere le polemiche erasserenare gli animi, chiedersi perché si è lascia-to trascorrere più di 20 anni dall'ultima edizionesenza prendere iniziative per una sua riproposi-zione. Tanto più se si rivendicano improponibili

diritti ereditari e, una volta acquisite le possibiliragioni, chiedersi perché mai, in assenza di ini-ziative da parte di chi ne rivendica oggi l'eredità,ad altri doveva considerarsi preclusa la possibilitàdi fare rivivere e mettere a disposizione dellaCalabria una manifestazione culturale che tantoprestigio in passato ha dato all'intellettualità cala-brese. I nomi chiamati a far parte della giuria delPremio Sila 49 sono di assoluto prestigio, acominciare dal presidente, Raffaele Perrelli, pre-side della facoltà di Lettere dell'Unical, apprezza-to e stimato agli alti livelli del mondo accademiconazionale.Si poteva, semmai, evidenziare la responsabilitàche grava sui promotori della rinascita del PremioSila e cioè di tenerne alto il profilo e il prestigioanche per onorare la memoria dei tanti che,neglianni, vi hanno lavorato e partecipato. Non biso-gna attendere molto per pronunciarsi in proposi-to. Per il resto conforta l'assicurazione data inconferenza stampa dai ri-fondatori del PremioSila e cioè che il Premio non ha connotazioni erichiami ad un'area politica ma vive della suaassoluta autonomia e indipendenza.

GLI OBBLIGHI DI UNA EREDITÀ

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 2012 9

"E' stato costituito per iniziativa di uomini di culturacalabresi e col contributo degli Enti Provinciali delTurismo per la Provincia di Cosenza e di Catanzaro,della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania edi altri Enti locali un premio letterario annuale inti-tolato alla Sila.Il premio letterario della Sila, di un milione di lire, saràassegnato in settembre alla migliore opera letterariauscita nell'anno. Sarà preferita dalla Giuria, presie-duta da Leonida Répaci e composta da insigni uomi-ni di lettere, l'opera (romanzo, racconto, poesia, tea-tro, storia, saggio) che illustri l'Italia Meridionale e laCalabria in particolare nel suo genio, nel suo senti-mento, nella sua psicologia, nella sua struttura socia-le."Così un trafiletto apparso sulla "ParolaSocialista" nel febbraio del 1949 annunciava lafondazione di un fatto culturale nuovo nella cittàdi Cosenza. Nella città di Telesio, definita daPiovene "l'Atene calabrese", sede dell'ancora at-tiva Accademia Cosentina, luogo dove "la cultu-ra è endemica, capace di rifiorire", nasceva ilPremio Sila, dall'intuizione e dalla volontà deisuoi fondatori: Raffaele Cundari, MauroLeporace e Giacomo Mancini.Cosenza nel secondo dopoguerra era una città fe-rita ma viva, ricca di fermenti politici e di spinteideali che il ventennio fascista aveva solo sopito,pronte a manifestarsi attraverso l'attivismo e lavivacità di intellettuali e politici decisi a interve-nire nel processo di rinascita della nazione e a ri-portare, da protagonista, la Calabria nel dibatti-to culturale nazionale.L'istituzione di un premio letterario era il fruttodi una attenta riflessione sulla situazione com-plessiva della cultura italiana e aveva l'obiettivodi dare delle risposte e di offrire delle vie d'usci-ta alla generale decadenza prodotta dal fascismo.Il premio si proponeva di "aiutare, stimolare, in-coraggiare, promuovere un'arte nuova ed unacultura nuova che trovi la sua ispirazione nel con-flitto spirituale ed ideologico moderno e lo supe-ri agganciandosi e protendendosi verso l'avveni-re e verso le concezioni di un mondo migliore".Lo scopo e le ambizioni del Sila furono, da subi-to, quelle di andare oltre la sola diffusione dellacultura letteraria, e di fare del Premio "il gene-ratore di nuovi bisogni culturali, e di nuove ri-sposte ai bisogni di sempre, proiettato, dunque,non verso il passato o un presente sterile, ma ver-so un futuro che registri la creazione cosciente di unmondo migliore da parte dell'uomo".Fortemente connotato dall'orientamento socialista eprogressista dei suoi fondatori, il Sila nacque con lavolontà forte di lanciare un segnale di trasformazio-ne culturale e di promozione della vivacità intellettualecalabrese, da giocarsi su un piano di confronto nazio-nale ed europeo.Per la prima edizione venne chiamato a presiedere laGiuria il letterato calabrese Leonida Répaci, anima-tore culturale del Premio Viareggio, che, ben lieto dioperare nella sua terra e di affrontare una nuova av-ventura intellettuale, lavorò alla costruzione di unagiuria del premio di altissimo valore intellettuale, ric-ca di significative personalità protagoniste del dibat-tito culturale dell'epoca, basti ricordare tra loro CarloLevi, Concetto Marchesi, Corrado Alvaro, Luigi Russo.Il Premio nell'ottobre del 49 fu assegnato, dopo il gar-bato rifiuto di Luigi Sturzo, ex aequo a Guido Dorsoe a Adolfo Omodeo.Sin dal suo esordio il Sila si segnalò come manifesta-

zione intellettuale di alto profilo, che ebbe vasta econella stampa nazionale e durante la quale si produs-sero eventi significativi, come la conferenza di GiacomoDe Benedetti su Alfieri e quella di Carlo Muscetta suPadula.La storia del Premio Sila è complessa e discontinua,dopo la prima edizione ci vollero molti anni perché losi riprendesse, il Premio seppe però rinascere e tro-vare vitalità, guadagnare spessore e significato, esse-re rivoluzionario e anticonvenzionale. Fu contestato efu luogo di accese discussioni tra giurati, ma seppeguardare al tempo che viveva, facendo autocritica, ri-generandosi, ridefinendo nel corso delle edizioni le suemodalità senza mai abbandonare i suoi obiettivi pri-mari.

Per avere un quadro storico completo, rimandiamoall'ottimo saggio di Tobia Cornacchioli e Maria Tolone,Il Premio Sila, Cosenza, 1997, Pellegrini Editore.Di seguito una cronistoria delle edizioni del premio edei vincitori.Edizione 1960Il Sila è organizzato dalla Deputazione di Storia Patriaper la Calabria, sotto la guida di Antonio Guarasci.Vince lo storico calabrese Umberto Caldora con il vo-lume Calabria Napoleonica (1806-1815), Napoli,Fiorentino, 1960.Edizione 1966Il Premio, ripreso dai promotori, ritrova le sue ragio-ni originarie. Tre le sezioni: Narrativa, saggistica, conparticolare riguardo nei confronti di opere sullaCalabria, giornalismo.Della Giuria fanno parte: Giuseppe Ungaretti: presi-dente; Luigi Baldacci; Carlo Bo; Michele Cozza;Enrico Falqui; Antonio Guarasci; Mauro Leporace;Walter Pedullà; Aurelio Roncaglia; Giuseppe Selvaggi;

Raffaele Cundari, segretario.Vince per la narrativa Saverio Strati con Il nodo eGente in viaggio; per la saggistica Vincenzo Salettacon Storia di Cassano Ionio; per il giornalismoCaterina Lelj per un articolo su Taverna e Mattia Preti.Edizione 1967Della Giuria fanno parte Giuseppe Ungaretti: presi-dente; Luigi Baldacci; Carlo Bo; Michele Cozza;Enrico Falqui; Antonio Guarasci; Mauro Leporace;Walter Pedullà; Ernesto Pontieri; Aurelio Roncaglia;Giuseppe Selvaggi; Raffaele Cundari, segretario.Vince per la narrativa Renzo Rosso, con il volume diracconti Sopra il museo della Scienza; per la saggisti-ca Francesco Compagna con il volume La politica del-la città; per il giornalismo Domenico Zappone, con un

articolo apparso sulla terza pagina del "Tempo".Edizione 1968La Giuria presieduta da Giuseppe Ungaretti pre-mia per la narrativa Luigi Malerba con SaltoMortale; per la saggistica Francesco Spezzanocon il volume La lotta politica in Calabria; unpremio speciale va a Ferdinando Virdia per unamonografia su Ignazio Silone.Edizione 1969-1970Cambiano alcuni membri della Giuria, Ungarettilascia per gravi motivi di salute, mancano ancheFrancesco Compagna e Ernesto Pontieri, men-tre entrano a farne parte Nicolò Gallo, AngeloGuglielmi, Geno Pampaloni e Rosario Villari.Vince per la narrativa Leonida Répaci, con il ro-manzo Tra guerra e rivoluzione; per la saggisti-ca Giorgio Candeloro con il quinto volume dellaStoria dell'Italia Moderna; per il giornalismoGaio Fratini per l'articolo Il veliero della Sila, ap-parso sulla "Voce Repubblicana".Viene istituito un premio speciale per il centena-rio di Nicola Misasi, assegnato a Pietro De Setaper il volume Nicola Misasi e il movimento ro-mantico-verista di Calabria.

Edizione 1970-1971Della Giuria fanno parte; Carlo Bo, presidente;Michele Cozza; Enrico Falqui; Niccolò Gallo;Antonio Guarasci; Mauro Leporace; GenoPampaloni; Walter Pedullà; Angelo MariaRipellino; Giuseppe Selvaggi; Rosario Villari;Raffaele Cundari, segretario.Per la narrativa vincono -ex aequo- Loris JacopoBonomi con Miserere Dei e Rossana Ombres conPrincipessa Giacinta, per la saggistica Roberto

Guiducci con Marx dopo Marx, per la saggistica me-ridionale Gaetano Cingari con Mezzogiorno eRisorgimento, per il giornalismo Egidio Sterpa per gliarticoli apparsi sul Corriere della Sera aventi comeoggetto la Calabria e, in particolare, per un articolosulla Sila.Edizione 1973Della Giuria fanno parte; Carlo Bo; Michele Cozza;Raffaele Cundari; Enrico Falqui; Fausto Fonzi; PietroGarofalo; Antonio Guarasci; Mauro Leporace; GenoPampaloni; Walter Pedullà; Angelo Maria Ripellino;Giuseppe Selvaggi e Rosario Villari.Per la sezione narrativa vince Giuliano Gramigna conL'empio Enea, per la sezione saggistica Romeo DeMaio con il volume Società e vita religiosa a Napolinell'Età Moderna (1656-1799), per la sezione saggi-stica meridionale Atanasio Mozzillo con Cronache del-la Calabria in guerra (1806-1811). Premio speciale as-segnato a Michele Pantaleone per le opere Il sasso inbocca.

segue aa ppagina 110

LA STORIA DEL PREMIO SILA

da ppagina 99

Mafia e cosa nostra e L'industria del potere nel re-gno della mafia. Viene inoltre conferita una medagliad'oro (offerta dall'Amministrazione Provinciale diCatanzaro) all'editore catanzarese Guido Mauro eottiene una segnalazione di merito il periodico co-sentino "Chiarezza" diretto da Luigi Gullo.Edizione 1974Il Premio, dopo lunghe riflessioni e dibattiti, si rin-nova nelle modalità di selezione delle opere. In par-ticolare, per la sezione "opera prima narrativa", laGiuria composta da Carlo Bo, Umberto Caldora,Michele Cozza, Raffaele Cundari, Fausto Fenzi,Enrico Maria Forni, Pietro Garofalo, AntonioGuarasci, Geno Pampaloni, Walter Pedullà, AngeloMaria Ripellino, Giuseppe Selvaggi, Rosario Villari,chiede, attraverso una lettera inviata ai responsabilidi scuole, circoli di cultura, facoltà universitarie, unparere sulle tre opere selezionate e invita questa giu-ria popolare e giovanile a partecipare ad un pubbli-co dibattito per esprimersi in una pubblica riunione.Per la sezione narrativa il Premio va a FrancescoBurdin per Marzo è il mese più crudele, per la sag-gistica a Luigi De Rosa per Rivoluzione industrialein Italia e nel Mezzogiorno, per le tradizioni calabresia Ottavio Cavalcanti per Conocchie di Calabria, perla saggistica calabrese il premio va a Corrado Bozzoniper Calabria Normanna.Il premio per l'opera prima di narrativa, deciso dal-la giuria popolare, va a Franco Cordelli per Procida.Edizione 1975La Giuria, in questa edizione, è composta da: PieroArdenti, Walter Binni, Umberto Caldora, MicheleCozza, Raffaele Cundari, Enrico Maria Forni, PietroGarofalo, Mauro Leporace, Geno Pampaloni, WalterPedullà, Giuseppe Selvaggi, Rosario Villari. IlPresidente del Comitato Promotore è GiacomoMancini.Vince per la narrativa Mario La Cava con I fatti diCasignana, per la saggistica Giancarlo Cataldi conuno studio sulla piana di Giioia Tauro.Sono due i premi "opera prima" assegnati con la giu-ria popolare, vince Piero Flecchia con La battagliadella pigna dorata e Mariano D'antonio con Sviluppoe crisi del capitalismo italiano dal 1951 al 1972. Il pre-mio per la saggistica calabrese è assegnato a DomenicoLuciano per il Saggio d'economia campestre. Un pre-mio speciale viene inoltre attribuito a Franco Basagliae a Franca Basaglia Onagro "per la passione civile epolitica che anima la loro attività di operatori cultu-rali e sociali."Edizione 1976La Giuria è composta da: Carlo Bo, Piero Ardenti,Walter Binni, Michele Cozza, Raffaele Cundari,Enrico Maria Forni, Pietro Garofalo, Pasquino Crupi,Mauro Leporace, Geno Pampaloni, Walter Pedullà,Giuseppe Selvaggi, Rosario Villari. La vasta giuriapopolare che affianca i giurati "togati" sceglie per lanarrativa l'opera di Domenico Cupparo Il retrosce-na, per la saggistica premia Renato Rozzi per Psicologie operai. Il premio per la saggistica meridionalista vaa Sharo Gambino per La mafia in Calabria.Per la narrativa viene premiato Cesare Lanza conNenè e viene premiato alla memoria il filosofo anti-fascista Eugenio Colomi, per i suoi Scritti.Edizioni 1977-1992Durante questo periodo alla presidenza del ComitatoPromotore del Premio c'è sempre Giacomo Mancini,mentre alcuni membri della giuria lasciano ed altrientrano a farne parte, tra questi: Nino Borsellino,Piero Burzomati, Diego Carpitella, Franco Gaeta,Rossana Ombres, Enzo Siciliano, Claudio Rotella,

Franco Crispini, Renato Minore, Domenico Petrocelli,Donato Valli, Pierrette Gullo Posteraro, GiuseppeAlvaro, Luigi M. Lombardi Satriani, Dante DellaTerza, Antonio Landolfi, Antonio Piromalli.1977: vince i premio per la narrativa AntonioDebenedetti, con In assenza del signor Plot, il premioper l'opera prima va a Vincenzo Cerami per Un bor-ghese piccolo piccolo.

Premio per la saggistica a Giuseppe Alvaro per Laspirale del sottosviluppo, vincono per la saggistica ca-labrese e per l'opera prima Eugenio Musolino conQuarant'anni di lotte in Calabria e Santi Fedele conla Storia della concentrazione antifascista. Un rico-noscimento speciale va a Fortunato Seminara.1978: vince il premio per la narrativa Aldo Rossellicon La trasformazione, il premio per l'opera primava a Gianfranco Di Poi con Un anno in Romania.Premio per la saggistica a Gabriele De Rosa per labiografia di Luigi Sturzo, per la saggistica meridio-nalistica a Francesco Renda per I Fasci siciliani 1892-1894, per la saggistica calabrese e per l'opera primavincono Italo Falcomatà con Giuseppe de Nava. Unconservatore riformista meridionale e AlbertoClemente con Abitazione ed attrezzature collettive.Ipotesi per una progettazione integrata.1979: vince il premio per la narrativa GiuseppePontiggia con Il giocatore invisibile, il premio per l'o-pera prima va a Silvana Castelli con La pitonessa.Premio per la saggistica a Giuseppe Galasso perPassato e presente del meridionalismo.1980: vince il premio per la narrativa Franco Cordellicon Le forze in campo. Premio per la saggistica aErcole Sori per L'emigrazione italiana dall'Unità al-la seconda guerra mondiale e a Gualtiero Harrisonper Nelle mappe della Calabria. Scorribande antro-pologiche.Premio speciale ad Antonello Trombadori per la suaopera poetica.1981: vince il premio per la narrativa VittorioSermonti con Il tempo fra cane e lupo. Premio per lasaggistica a Piero Bevilacqua con Le campagne delMezzogiorno fra fascismo e guerra.1982: vince il premio per la narrativa Piero Sanaviocon Caterina Cornaro in abito da cortigiana. Premioper la saggistica a Renato Cavallaro per Storie sen-za storia e Fortunata Piselli per Parentela e emigra-zione.1983: vince il premio per la narrativa Italo Alighiero

Chiusano con La derrota. Premio per la saggistica aGaetano Cingari per Storia della Calabria dall'Unitòad oggi.Viene inaugurato il Premio Gullo.1984: vince il premio per la narrativa Ottiero Ottiericon I due amori. Premio per la saggistica a Luigi M.Lombardi Satriani e Mariano Meligrana per Un vil-laggio nella memoria.1985: vince il premio per la narrativa CarmeloSamonà con Il custode. Premio per la saggistica aArnaldo Somigliano per il volume Settimo contribu-to alla storia e agli studi classici e del mondo antico.Premio speciale agli storici Piero Bevilacqua edAugusto Placanica per il volume La Calabria editoda Einaudi nella Storia d'Italia. Le Regioni dall'Unitàad oggi.1986: vince il premio per la narrativa Giorgio Prodicon Lazzaro. Premio per la saggistica a GiorgioRuffolo per La qualità sociale.1987: vince il premio per la narrativa GiuseppeCassieri con Diario di un convertito. Premio per lasaggistica a Luciana Martinelli per I segni e il vuoto,premio speciale della Giuria a Giovanni Franzoni perIl diavolo mio fratello, il premio intestato al prof.Pietro Garofalo per l'editoria calabrese viene asse-gnato alla Casa Editrice Rubbettino.1988: vince il premio per la narrativa Laura Grimaldicon Il sospetto. Premio per la saggistica a FrancoMosino per Storia linguistica della Calabria. Il PremioGarofalo per l'editoria viene assegnato all'editoreGangemi, il premio speciale della Giuria va allaComunità Saman in omaggio alla memoria di MauroRostagno.1989: il premio per la narrativa va a LeonardoSciascia per il volume postumo Una storia semplice.Premio per la saggistica a Marta Petrusewicz perLatifondo. Economia morale e vita materiale in unaperiferia dell'Ottocento. Riconoscimento speciale al-lo storico Coriolano Martirano per la biografia diTelesio.1990: vince il premio per la narrativa Mario Tobinocon Il manicomio di Pechino. Premio per la saggisti-ca a Giorgio Bocca per La disUnità d'Italia. Vengonopoi assegnati i premi speciali: per l'ambiente e l'ur-banistica a Fernando Maglietta per Progettare l'im-magine; per la ricerca in Calabria a Giovanni Soleper I Santi di Bocchigliero. Storia di un movimentoeretico. Il premio speciale della Presidenza va a MartaMarzotto per Una finestra su Piazza di Spagna.1991: vince il premio per l'opera letteraria lo scom-parso scrittore Ignazio Silone, per l'opera postuma Ilfascismo, origini e sviluppo. Premio per la saggisticaa Giorgio Galli per I partiti politici italiani, e a RenateSiebert per E' femmina però è bella. Il premio per ilgiornalismo viene assegnato a Pantaleone Sergi diRepubblica, per La "Santa" violenta, per l'antropo-logia a Ottavio Cavalcanti per Ori antichi di Calabria.1992-93: vince il premio per la narrativa MichelePrisco con Terre Basse e per l'opera prima LucianoLusi con Le mani nel sacco. Per la saggistica vinceAdriano Ossicini con Il colloquio con don Giuseppede Luca. Dalla Resistenza al Concilio Vaticano II.Vengono assegnati i premi speciali: per la saggisticastorica contemporanea a Vittorio Cappelli per Il fa-scismo in periferia; per la ricerca storica in Calabriaa Francesco Volpe per Calabria. Storia e cultura(1815-1922).Il Comitato Promotore attribuisce un premio per lasaggistica calabrese a Francesco Kostner perTerremoti in Calabria, e un premio per l'editoria ca-labrese a Fausta Caputo, in ricordo della "Cronacadi Calabria". Un Premio Sila è assegnato a MicheleCozza per il pamphlet Riformiamo il riformismo.

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 201210

LA STORIA DEL PREMIO SILA

La Fondazione Premio Sila, costituita allo scopo dipromuovere e diffondere l'immagine e la cultura del-la Calabria, in particolare attraverso l' organizza-zione e la gestione del Premio Letterario "Premio Sila49", bandisce il concorso per l'edizione 2012.Il Premio prevede due sezioni principali:LetteraturaEconomia ee SSocietàUn premio speciale è dedicato a saggi e opere realiz-zati da autori stranieri che abbiano ad oggetto ilMezzogiorno.

La giuria si riserva, inoltre, di anno in anno la facoltàdi assegnare premi speciali ad autori o opere che nelperiodo di riferimento abbiano avuto una particola-re valenza nella vita culturale regionale, nazionale edinternazionale.

REGOLAMENTO1. Il "Premio Sila 49" ha frequenza annuale ed è di-viso in due sezioni

a) Letteratura;b) Economia e Società;

2. Un Premio Speciale è volto a valorizzare l'opera diun autore non italiano dedicata al mezzogiorno;3. La giuria si riserva di istituire di anno in anno par-ticolari riconoscimenti ad autori fuori concorso;4. Per l'edizione 2012, possono concorrere al Premiole opere di autori e saggisti (italiani per le due sezio-

ni Letteratura e Economia e Società, stranieri per ilPremio Speciale) edite nel periodo che va dal 1 gen-naio 2011 al 31 marzo 2012. 5. Le opere e le candidature devono pervenire, in die-ci copie, presso la sede legale della Fondazione PremioSila, viale della Repubblica 110- 87100 Cosenza - en-tro e non oltre le ore 12.00 del 15 giugno 2012, ac-compagnate da una lettera con l'indicazione della se-zione cui si intende partecipare;6. La Fondazione Premio Sila, al fine di garantire ca-rattere partecipativo al concorso letterario, indivi-duerà di anno in anno particolari categorie di letto-ri che forniranno alla giuria orientamenti, non vin-colanti, in relazione alla rosa finale di cinque titoli checoncorreranno, per le sezioni Letteratura edEconomia e Società, al premio finale;6. Per ciascuna delle sezioni del Premio la Giuria as-segnerà dei riconoscimenti:

a) Sezione Letteratura: un premio da 5000 euro;b) Sezione Economia e Società: un premio da 5000

euro;7. Per il Premio Speciale: un premio da 2500 euro; 8. La premiazione dei vincitori avrà luogo nell'au-tunno 2012. Condizione imprescindibile per l'attri-buzione dei premi ai vincitori è la loro presenza allacerimonia di premiazione.9. Modifiche al presente regolamento possono essereapportate dal Consiglio d'Amministrazione dellaFondazione Premio Sila.

www.cosenzaoggi.itCLICCA QUI

n. 61 - 2 giugno 2012 11

LA NUOVA EDIZIONE DEL PREMIO SILA

"Risulta oltremodo sgradevole il tentativo di appro-priarsi della memoria del glorioso Premio Sila, sen-za preventivamente coinvolgere nè gli eredi né le isti-tuzioni culturali, che conservano il patrimonio idea-le delle personalità che, più di mezzo secolo, fa idea-rono una tra le più importanti manifestazioni cultu-rali del nostro paese": così la "Fondazione GiacomoMancini" in una nota."Se, infatti, è più che legittimo che qualcuno possadare vita ad una iniziativa letteraria e culturale, aCosenza, appare oltremodo increscioso e sgradevo-le il tentativo di appropriarsi, indebitamente, di unamemoria, che va rispettata. E di millantare collega-menti, inesistenti, con una storia e una tradizionenon solo senza possederne i titoli, ma anche estro-mettendo quanti tali titoli e tale tradizione possonovantare.Ci auguriamo, pertanto, che ogni progetto, che ri-guardi il futuro, proceda, in maniera distinta e se-parata, da quanto fatto, riscuotendo unanimi e qua-lificati consensi, nel passato".

La "Fondazione Giacomo Mancini".

"È stato colmato un vuoto durato venti anni duran-te i quali chi lancia oggi anatemi, come laFondazione "Mancini", non ha mai pensato di fa-re alcunché per riprendere il premio ideato, tra glialtri, anche da Giacomo Mancini. Né la cultura néil Premio Sila sono una proprietà privata. Essi ap-partengono a tutti. Anche a coloro i quali, a vario ti-tolo, ed in vario modo, hanno contribuito, in tempigloriosi come in quelli molto difficili a valorizzarne,difenderne e custodirne il patrimonio".

Enzo Paolini

FONDAZIONE MANCINI:

«SGRADEVOLE IL TRENTATIVODI APPROPIARSI DELLA MEMORIA

STORICA E CULTURALEDELL’IMPORTANTE E QUALIFICATO

“PREMIO SILA”»

LA RISPOSTA DI ENZO PAOLINI