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Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN / èAFRICA NUMERO 1 | MARZO 2010 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM E AFRICA In questo numero, diamo voce alle nuove sfide che Medici con l’Africa Cuamm si pone per il 2010. Un gioco di parole che diventeranno fatti e azioni concrete per la salute dell’Africa e della sua gente. SEMI PER UN BUON FUTURO

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In questo numero, diamo voce alle nuove sfide che Medici con l’Africa Cuamm si pone per il 2010. Un gioco di parole che diventeranno fatti e azioni concrete per la salute dell’Africa e della sua gente. NUMERO 1 | MARZO 2010 MEDICI CON L’AFRICA BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI CUAMM Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN / èAFRICA

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Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

ENRICOBOSSAN/èAFRICA

NUMERO 1 | MARZO 2010

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMMEAFRICA

In questo numero, diamo voce alle nuove sfideche Medici con l’Africa Cuamm si pone per il 2010.Un gioco di parole che diventeranno fatti e azioniconcrete per la salute dell’Africa e della sua gente.

SEMIPER UN BUON FUTURO

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ÈAFRICAPROPRIETARIOMedici con l’Africa Cuamm

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIA DI REDAZIONEElisa Bissacco

REDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Marcello Enio, Serena Foresi,Fabio Manenti, Linda Previato,Bettina Simoncini

FOTOGRAFIEEnrico BossanCristina NadottiMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

IMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuammè onlus ong. Le offerte inviatesono quindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.

Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353 intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

MEDICICON L’AFRICACUAMM

Unione generaledelle cooperative.Maputo, Mozambico.foto di Enrico Bossan.

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO PAROLE E FATTI A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS L’ULTIMO MILIARDO. UNA VOCE SOLAPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

IN CANTIERE A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

3 DICEMBRE 1958IL NUOVO COLLEGIOLa foto ricordo dell’avvio dei lavori del nuovo collegio mette in fila i protagonistidi questa avventura: il vescovo mons. Girolamo Bortignon, espressione della Chiesapadovana, il prof. Francesco Canova, l’animo medico, accademico e missionarioe don Luigi Mazzucato, l’umile, fedele e creativo condottiero della svolta.In quell’occasione si tiene la benedizione della prima pietra della nuova strutturae la consegna del crocifisso ad alcuni medici in partenza per l’Africa.

60 ANNI DALL’ALBUM DEL CUAMM

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UEMILADIECI, IL NOSTRO ORGANISMO CELEBRA I SUOI 60 ANNI DI VITA E DI STORIA. Siamonati il 3 dicembre 1950, dopo che il prof. Canova aveva convinto e coinvolto nel-l’avventura l’allora vescovo di Padova mons. Girolamo Bortignon. Ci stiamo pre-parando in maniera adeguata per darne il giusto risalto. A breve vi daremonotizia degli appuntamenti che andremo a vivere insieme in Italia e in Africa.Inviteremo personalità, ci saranno pubblicazioni speciali ed eventi dedicati. È tut-to importante, certamente. Ma quello che voi e noi insieme riteniamo essenzialeè celebrare la nostra storia per continuare a “indignarci e lavorare”.

“Indignarci”. In una società come la nostra ripiegata sui propri egoismi e ormai orfana di ognivirtù mantenere vivo il sentimento morale e civico dell’ “indignazione” sa di profezia.

Mamme e bambini, specie neonati, continuano a essere il vero punto critico in molti paesi afri-cani; i dati drammatici del distretto di Yirol (Stato dei Laghi) e di Mundri (Stato del Western Equa-torian) nel Sud Sudan parlano da soli: una mortalità materna che si attesta a 2.372 su 100.000 na-

ti vivi e una mortalità infantile a 206 su 1.000 nati vivi, fra lepeggiori al mondo. «Considerando la disuguaglianza nel mondo,i servizi sanitari per la salute riproduttiva (mamme e bambini) sidistinguono come i peggiori dei peggiori», ad affermarlo è l’ulti-mo rapporto della Banca mondiale “Attacking inequality in Healthsector” pubblicato all’inizio del 2009. Non siamo mai stati abitua-ti alla rassegnazione. Siamo indignati di fronte al silenzio con cuiquesta situazione viene tollerata o peggio ancora, nascosta. Nonci va bene così, e dobbiamo dirlo a voce alta, nelle strade, in par-rocchia, al bar, nelle università, ovunque! Siamo di quelli che non

hanno timore di provare vergogna nella propria coscienza per quello che si dovrebbe fare e non vie-ne fatto. È stato recentemente Bill Gates a mettere il nostro paese nella “lista della vergogna”.

E poi “lavorare”. Vogliamo continuare a farlo per e con l’Africa, con i nostri fratelli africani. Sia-mo fieri di questo. Si lavora, si impara e si costruisce insieme. Quello che abbiamo imparato in que-sti 60 anni di vita a fianco dell’Africa è che non esistono illusioni o facili soluzioni; non rovesci ilmondo e non rivoluzioni la storia, anche se qualcuno vorrebbe fosse così! Quello che riesci a fare èlavorare, tenacemente e quotidianamente, insieme, anno dopo anno. L’abbiamo sempre fatto e con-tinueremo a farlo a fianco dei più poveri; particolarmente nelle zone più rurali, lontane e isolate deipaesi: a Yirol e a Lui in Sud Sudan come a Moma e a Mogovolas in Mozambico, solo per citare qual-che esempio.

Questo “esserci” cambia e incide nella storia e nella vita delle persone e delle istituzioni.Vogliamo continuare a farlo, con passione e dedizione, competenza e professionalità; chie-

diamo anche a te di aiutarci; per condividere e celebrare la nostra storia e insieme, anche, il no-stro impegno per continuare a “indignarci e a lavorare”. Cominciamo attivandoci per il 5 permille a favore di quelle mamme e bambini che abbiamo a cuore. Tutti, amici e parenti possiamofare qualcosa.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

60 ANNIPER CONTINUARE A INDIGNARCI E LAVORARE

EDITORIALE

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In una società come la nostra ripiegata suipropri egoismi e ormai orfana di ogni virtùmantenere vivo il sentimento moralee civico dell’“indignazione” sa di profezia.E poi “lavorare”. Vogliamo continuarea farlo per e con l’Africa, con i nostrifratelli africani. Siamo fieri di questo.

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REUTERS/MOHAMEDNURELD

INABDALLAH

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FOTONOTIZIA

Si terranno nel prossimomese di aprile le elezioniin Sudan, uno degli statipiù grandi e complessidell’Africa sub-Sahariana.Uscito nel 2005 da unaguerra, durata venti anni,tra il Nord e il Sud,il paese si apprestaa eleggere il nuovopresidente. Tra i candidatiche proveranno a sfidarel’attuale presidente Omarel Bashir c’è FatimaAhmed Abdelmahmoud,la prima donna-candidatopresidente nella storia delSudan. Leader del partitosudanese Socialist andDemocratic Union,correrà per lepresidenziali di aprile,le prime in 24 anni,e da quando l’attualepresidente Omar el Bashirè salito al potere conun colpo di stato.«È una grande vittoria perle donne sudanesi, cheper la prima volta vedonouna donna candidata allapresidenza dellaRepubblica»: questoil commento dellacandidata.(www.vita.it - EmanuelaCitterio)

I volontari di Medici conl’Africa Cuamm, impegnatia Yirol e Lui, nel Suddel paese, continuanoa rimanere sul campo,nonostante molte altreorganizzazioni abbianoritirato il propriopersonale. È statocomunque predispostoun piano di evacuazionein caso di pericolo.

SUDANELEZIONIIN VISTA

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REUTERS/JONATHANERNST

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FOTONOTIZIA

«Abbiamo messo un altromattone nella costruzionedel sogno americano».Barack Obama parla dallaEast Room poco dopol’approvazione dellariforma della Sanità.«Siamo ancora capacidi fare grandi cose,è una vittoria di tuttoil popolo americano,ecco cosa si intendeper cambiamento».Si è conclusa così,quando in Italia eranole prime ore del mattinodello scorso 22 marzo,la maratona legislativache ha visto la Cameradei Rappresentantiapprovare il testo dellariforma – già varato dalSenato – con 219 voticontro 212.La riforma potrebbedare copertura medica,entro il 2019, a circa31 milioni di americaniche oggi vivono senzaassicurazione.Secondo le stime deidemocratici, la riformaridurrà il deficit federaledi quasi 138 miliardidi dollari nell’arco delprossimo decennio, coneffetti positivi anche sulletasse e i fondi destinatial programma Medicare.

USAUN VOTOSTORICO

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IECI PAROLE CHIAVE che Medici conl’Africa Cuamm, attraverso la vocedei responsabili di settore, sceglie co-me filo conduttore del lavoro di un

anno. Tracciano il ritratto di una Organizza-zione non governativa che ha l’esperienza ela storia dei suoi 60 anni, ma lo spirito,l’energia e la voglia di impegnarsi dei giova-ni. Dall’Africa all’Italia, queste parole rap-presentano una sorta di binario per alimen-tare le basi di una connessione quotidianaveloce, costante, dinamica e sempre più sfi-dante. Richiamano tutti, i volontari in Africa,ma ciascuno di noi che in Italia leggiamoqueste parole, a fare ciascuno la propria par-te, piccolo pezzo di una storia che continuae che ha ancora grandi sogni da realizzare.

È una strada lunga 60 anni, quella di Medici conl’AfricaCuamm.Fattadi volti, di emozioni, di gioie, disofferenza, di sfide, di progetti e programmi… Uncamminochecontinuasolo seci sarannoancoramol-te persone che sapranno credere nel nostro impegnoe vorranno fare, ciascuno come può, la propria parte.

IdentitàNon è uguaglianza, non è fissità, non è man-canza di crescita, è svilupparsi nella propriaindividualità distinta, senza mutare i geni,staccarsi dalle radici, senza perdere le carat-teristiche originali, pur variando nel tempo,adattando e aggiornando, alcuni attributi emodalità di espressione, per non diventareinsignificanti e sterili.È una grande sfida per ogni istituzione. È lasfida che Medici con l’Africa Cuamm ha ac-cettato e vive da 60 anni e non intende tra-dire per il futuro.Don Luigi Mazzucato, delegato per le relazioniesterne

DirittiDistretto di Yirol e di Mundri, Sud Sudan:una mortalità materna e infantile fra le peg-giori al mondo. Troppe mamme ancora con-tinuano a morire di parto in Africa e troppibambini, se riescono a nascere, non soprav-vivono. Vogliamo batterci e spendere tutte lenostre energie per il diritto che una mamma

IN PRIMO PIANO

DI ELISA BISSACCO

Ospedale San Luca, Wolisso, Etiopia.Medici con l’Africa Cuamm è presentein Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, SudSudan, Tanzania, Uganda con 37 progetti,collaborando con 15 ospedali (governativie diocesani), 25 distretti, 4 scuole di scienzeinfermieristiche e 3 facoltà di Medicina(in Mozambico, Uganda ed Etiopia). Solo nel2009 sono stati realizzati: 437.492 visiteambulatoriali, 50.497 visite pre e postnatali,108.442 ricoveri, 123.016 vaccinazioni,19.491 parti.

ENRICOBOSSAN

Per cominciare questo 2010 con una marcia in più,abbiamo chiesto a tutti i responsabili di settoredi Medici con l’Africa Cuamm di individuare unaparola chiave per il decennio. Un obiettivo,una priorità, un atteggiamento, un punto fissoattorno a cui muovere le azioni e gli impegnidell’organismo e di tutti i volontari. Un modoper inaugurare il nostro 60° anno di attività.

PAROLEEFATT

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10 SFIDE PER IL 2010

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ha di far nascere il proprio figlio e per quel-lo di un bambino a nascere e a vivere sano.Don Dante Carraro, direttore

Vivi!“Vivi! Mamma e bambino stanno bene”.Quante volte risuona questa espressione nel-le famiglie alla conclusione di un parto. Non ècosì in Africa dove le famiglie più povere han-no meno accesso al parto assistito, al cesareo.C’è bisogno di personale preparato, farmaci estrumenti di intervento, mezzi di comunica-zione e trasporto, reti sanitarie collegate. In-somma un sistema sanitario che funzioni per-ché si dica: Vivi! Sì vivi, anche in Africa.Giovanni Putoto, responsabile pianificazione

RafforzamentoIl 2010 può rappresentare un anno di straor-dinario rafforzamento. Nella consapevolezzadi un passato ricco di esperienza e professio-nalità, e forti delle capacità programmatiche,gestionali e finanziarie cresciute negli ultimianni, la ricorrenza del 60° anniversario potràessere un grande stimolo per perseguirel’obiettivo di un reale e definitivo riconosci-mento nazionale e internazionale.Andrea Borgato, responsabile gestione, finanzae controllo

CuraTutti, e parlo prima di tutto di noi, dovreb-bero cominciare a prendersi cura di quello

che stanno facendo nel senso pieno del ter-mine, cioè attraverso le azioni necessarie perarrivare alla soluzione/guarigione dei pro-blemi che ognuno è chiamato ad affrontarenel proprio lavoro quotidiano. Dobbiamosmetterla di pensare che la cura sia sempree solo responsabilità di qualcun altro (il me-dico/il superiore/il capo progetto). Prender-si cura di quello che facciamo o non faccia-mo dipende prima di tutto da noi.Fabio Manenti, responsabile settore progetti

AvvocatiSi rafforzi l’impegno di Medici con l’AfricaCuamm nel campo dell’insegnamento e del-la promozione della salute globale, affinché

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cora capaci di coniugare tale spirito con l’ac-curata preparazione e l’alta professionalitàche sono necessarie e indispensabili per farfunzionare gli ospedali di cui nessuno siprende cura e per assicurare l’assistenza cli-nica ai malati dimenticati e ai margini delmondo. Potremo così veramente affermaredi essere con l’Africa.Bettina Simoncini, responsabile settore risorseumane

EfficienzaAbbiamo il dovere di garantire i risultati del-l’organizzazione con il migliore impiego pos-sibile dei mezzi che abbiamo a disposizione:persone, tecnologia e risorse finanziarie.

Essere efficienti è una sfida quotidiana cherichiede continua tensione al miglioramento.Essere efficienti significa migliorare i risultatidel nostro intervento in Africa. Essere effi-cienti è il presupposto per essere trasparenti.Andrea Iannetti, responsabile settore ammini-strazione

LacrimeCome semi. Sì, mi sfida la fatica del semina-re, la pazienza del contadino che rompe lezolle e mette in essere ogni azione necessa-ria a produrre buoni frutti. Necessaria, manon sufficiente. La sapienza del contadino sache insieme alla sua fatica e al suo lavoro,tanto dipende dal sole, dalla terra, dal-l’aria… Il tempo della fatica e il tempo del-l’esultanza siano offerta e dono.Anna Talami, responsabile settore comunica-zione

ARCHIVIO

CUAMM

IN PRIMO PIANO

Chalaua, Mozambico.

gli operatori sanitari presenti e futuri possa-no assumere un approccio globale alla salu-te, sviluppare le competenze e abilità neces-sarie ad affrontare le sfide imposte dalmondo globalizzato, e svolgere l’importantefunzione di moltiplicatori di informazione edi “avvocati per il diritto alla salute globale”,in considerazione del loro ruolo professio-nale e sociale.Serena Foresi, responsabile settore educazionee public awareness

VicinanzaÈ la possibilità data a chiunque sia stato in

Africa un giorno, un mese o alcuni anni, diavvicinare chi lo circonda all’Africa e ai suoipopoli, attraverso una testimonianza che èquasi un dovere.Jacopo Soranzo, responsabile settore relazionicon il territorio e fund raising

Euntes (Andate!)Dopo 60 anni di presenza in Africa, il miodesiderio è che i nostri medici partano an-cora con forza, coraggio e abnegazione fa-cendo proprio lo spirito di “Euntes curate in-firmos” che animò la nascita di Medici conl’Africa Cuamm. È il desiderio di essere an-

N QUESTI 60 AFFASCINANTI E A TRATTI, DRAMMATICI, ANNI DI STORIA:> 1.292 operatori, tra medici, paramedici e tecnici, hanno prestatoservizio con Medici con l’Africa Cuamm, specialmente nei paesi del-l’Africa sub-Sahariana> 950 studenti sono stati ospitati nel collegio, 680 italiani e 270 stu-denti ospitati da 35 paesi del Sud del mondo> 160 i programmi realizzati in collaborazione con il Ministero degliAffari Esteri, Unione Europea e varie agenzie internazionali> 214 le strutture sanitarie seguite, di cui 35 ristrutturate o costruiteex novo e attrezzate> 40 i paesi di intervento in Asia, America Latina, Medio Oriente esoprattutto Africa.

È una strada lunga fatta di volti, di emozioni, di gioie, di soffe-renza, di sfide, di progetti e programmi. Un cammino che continuaquest’anno, in Africa e in Italia in particolare, con proposte speciali:dall’attivazione nelle piazze in occasione dell’African Day (30 mag-gio), dove si potrà aderire concretamente alla campagna “Mio fratel-lo è Africano”, alla festa dei volontari a Padova (20 giugno), fino allecelebrazioni per l’anniversario della fondazione.

Donare tempo, energie, professionalità oppure offerte concretepuò aiutarci a realizzare piccoli grandi sogni.

È l’impegno che ci sentiamo di chiedere ai nostri compagni diviaggio e a quanti credono in noi.

UNCAMMINOCHE CONTINUAANCHE CON IL TUO AIUTO

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FLASH DALL’AFRICA

ANGOLAEMERGENZASFOLLATI

Tensione al confine fra Angola e Repubblica Democratica delCongo. Dal mese di ottobre, in risposta alla politica angolanacontro gli immigrati irregolari, che colpisce soprattuttoi congolesi, il governo del Congo ha deciso di rimpatriare tutti

gli angolani che risiedono nel territorio, indipen-dentemente dal possesso di documenti regolari.Gli sfollati sono stati deportati alla frontiera senzanessun preavviso e il punto di raccolta in Angolaè stato creato a Maquela, vicino al confine.È difficile per gli sfollati ritrovare i propri familiaridopo anni, quindi sono stati ricavati spazi di acco-

glienza provvisori dove vengono divisi per provenienza in mododa facilitare il ricongiungimento. Un punto di raccolta è l’ospedaledi Damba nella provincia di Uige. Il problema maggiore è quellodi garantire condizioni igieniche minime, attraverso lo scavodi nuove latrine e l’approvvigionamento di acqua potabile.Medici con l’Africa Cuamm, presente ormai da anni nella zonadi Uige e Damba, ha messo a disposizione il proprio personaleper la distribuzione di generi alimentari e vestiti.

ETIOPIAINOSPEDALE,GIORNODOPOGIORNO

«A Wolisso si lavora duro. Sei nel reparto di Pediatria, in mezzoa tutti quei bambini e ti dici che tutti insieme sono davvero troppie che due mani non potranno bastare. Però l’unica risposta è:lavorare, rimboccarsi le maniche e fare il meglio che si può,

anche se con pochi strumenti. Lavori tanto. Ti interro-ghi molto. Ti dai molte meno risposte di quelle che tiponi. E ti stupisci per la gratitudine inattesa che riceviquando proprio ti stai dicendo che non fai abbastan-za… e così capisci che il tuo abbastanza è per lorol’assolutamente necessario». Continua, nell’ospedaleSan Luca di Wolisso, l’impegno dei nostri volontari

come Anna. Solo nel 2009, nell’ospedale sono stati fatti: 68.150visite ambulatoriali, 15.012 vaccinazioni, 9.613 ricoveri, 7.191visite prenatali, 2.475 ricoveri pediatrici, 2.385 parti. Si tratta dialcuni dati che descrivono un intervento a 360° in ospedale, nellascuola per infermieri e nel territorio, reso possibile grazie al contri-buto della Provincia autonoma di Trento e di molti altri sostenitori.

UGANDADELEGAZIONE IN VISITA A NAGGALAMA

Si è svolta di recente una visita della Cei (Conferenza episcopaleitaliana) in Uganda che ha visto coinvolti mons. Giovanni BattistaGandolfo, presidente del Comitato per gli interventi caritativi

a favore del Terzo mondo e una delegazionedi Medici con l’Africa Cuamm. La missione ha inte-ressato in particolare l’ospedale di Naggalama,che oggi offre servizi di tipo curativo, preventivoe di promozione della salute a una popolazionedi circa 190.000 persone. Oltre all’incontro conil personale locale, è stata resa nota la capacitàdella struttura di garantire la qualità e l’aumento

dei propri servizi, quali l’ambulatorio generale, i ricoveri pediatrici,medici e chirurgici, la clinica pre e postnatale, la maternitàe la clinica infantile con i servizi di vaccinazione. Inoltre, si èpotuto verificare che il processo di presa in carico delle strutture,da parte della diocesi locale (exit strategy), è attualmente in attograzie a un progetto ad hoc.

SUD SUDANNUOVA SEDE NELLA CAPITALE JUBA

Nuova sede a Juba per Medici con l’Africa Cuamm. Dopo tre annidi intervento in Sud Sudan, nel corso dei quali sono stati imple-mentati progetti di riabilitazione funzionale e strutturale degliospedali di Yirol e di Lui, Medici con l’Africa Cuamm ha una sede

nella capitale. La presenza di un coordinamentoa Juba faciliterà il confronto con i diversi attori chesvolgono attività sanitarie nel paese e permetteràdi cogliere importanti occasioni di finanziamentoda parte dei più importanti donatori internazionalipresenti in loco.Questa scelta è data dalla necessità di coordinare

gli interventi nel paese e mantenere contatti diretti con il Ministerodella Sanità e con le Agenzie internazionali impegnate in ambitosanitario, quali Unicef, Echo e Global Fund, in vista di un poten-ziamento dell’intervento. La strategia di Medici con l’AfricaCuamm, infatti, evolverà secondo un approccio integrato, per sup-portare i vari livelli del sistema sanitario, migliorare il legame tragli ospedali e il territorio e garantire la qualità dei servizi sanitaridi base offerti alle popolazioni residenti in aree remote.

TANZANIAALCENTROMAMMEEBAMBINI

Affrontare le emergenze ostetriche e neonatali a Tosamaganga:è questo uno degli obiettivi del nuovo progetto avviato in Tanzaniadove su 100.000 donne ben 163 muoiono di parto e 560bambini perdono la vita alla nascita. Il progetto prevede la costru-

zione di una sala parto e l’adeguamentodell’attuale sala operatoria dell’ospedale diTosamaganga; l’acquisto delle attrezzatureper garantire i servizi di emergenza ostetricae neonatale; la presenza di un chirurgo-ostetrico per tutta la durata del progettoe la fornitura regolare di farmaci e materiali

di consumo a favore dell’ospedale, i centri di salute e i dispensariperiferici. A beneficiare direttamente dell’intervento saranno circa9.500 madri e i figli che partoriranno. Beneficiaria indiretta, tuttala popolazione dell’area di riferimento delle strutture sanitarieovvero circa 52.000 donne in età fertile e 10.500 bambini conmeno di un anno.

MOZAMBICOUNSOSTEGNOINPIÙPERIBAMBINISIEROPOSITIVI

In Mozambico il 15% degli adulti è sieropositivo. Significa cheuna donna incinta su tre, in alcune zone della città di Beira,

risulta positiva al test dell’Hiv. Di fronte a questaemergenza, Medici con l’Africa Cuamm ha avviatoun progetto che interviene sia a livello di DayHospital pediatrico dell’Ospedale centrale di Beira,sia dei tre Centri di salute periferici. Gli obiettivisono chiari: monitorare, in modo regolare, alcuniindicatori della qualità del servizio clinico offerto;

rinforzare il settore psico-sociale di accompagnamento dellefamiglie e dei bambini, per una buona aderenza al trattamento,soprattutto nella fase delicata di rivelazione della malattiaal bambino più grande; sostenere la componente comunitaria.Attraverso un gruppo di mamme sieropositive volontariesi garantisce un sostegno psicologico e socio-economico allefamiglie più disagiate e si assicura l’accompagnamento a domiciliodella terapia nei bambini che più rischiano di abbandonarla.

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L’ULTIMOMILIARDOUNA VOCE SOLA

FOCUS

Nel frattempo il mondo non è stato aguardare; esso è radicalmente diverso dallontano 1960. La leadership mondiale è inrapida evoluzione. Coloro che soltanto diecianni fa prevedevano alla leggera che ancheil XXI secolo sarebbe stato «un secolo ame-ricano», come il precedente, rischiano di es-sere smentiti molto presto. La Cina rivendi-ca il secolo per sé; e sul proscenio dellastoria soltanto i giganti, o i grandi insiemidi Stati, i nuovi “blocchi” del dopo-Guerrafredda, riescono ad affermare il proprio ruo-lo. Come per gli europei, anche per gli afri-

cani l’unità è un impera-tivo vitale: se non perimporre il proprio puntodi vista, almeno peresercitare una sorta didiritto di veto, come èaccaduto a Copenaghen.Il nuovo primato cinese,diplomatico ancora pri-ma che economico, è ilfrutto di un lavoro di de-cenni, iniziato proprioin Africa. Qui, da alme-no vent’anni, la Cina hainvestito, costruito infra-strutture e soprattuttorapporti, assicurandosi

risorse naturali e consensi. Prima ancora delresto del mondo e del secolo, è stata l’Africaa diventare “cinese”. E tuttavia, come si è vi-sto a Copenaghen, gli interessi della Cina edell’Africa non sono gli stessi. La Cina fablocco con gli altri “emergenti”: l’India, ilBrasile, e in Africa soltanto il Sudafrica. Il re-sto del continente fa blocco con i più pove-ri, con quell’ “ultimo miliardo” di umani dicui parla lo studioso Paul Collier. È questa lavoce che l’Africa può far sentire al mondo;se saprà parlare con una voce sola. E

NRICOBOSSAN

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

C.NADOTTI

loro insieme, non sono andate molto bene.Gran parte delle speranze di allora sono sta-te deluse; le promesse di sviluppo non sonostate mantenute. Dal punto di vista politico,l’intero continente si è liberato, da ultimo ilSudafrica, ma troppo spesso soltanto percader nelle mani di élite corrotte, inette eautocratiche. Il cammino della liberazioneè ancora lungo. Numerose guerre civili an-cora tormentano l’Africa, al punto da far di-re a qualcuno che il processo dell’indipen-denza non si è pienamente compiuto.

A MATTINA DI LUNEDÌ 14 DICEMBRE 2009un fatto altamente insolito è accadu-to a Copenaghen, dove era in corso ilvertice mondiale sul cambiamento cli-

matico. Esasperati dalla convinzione di es-sere esclusi dalle trattative che avevano perprotagoniste le potenze industriali, con unamossa evidentemente discussa e decisa du-rante la notte, i delegati africani alla confe-renza hanno abbandonato la sala dei lavo-ri, attirandosi una standing ovation deimilitanti ambientalisti. La secessione sa-rebbe durata poche ore. Già nel pomerig-gio, in cambio dell’impegno dei Paesi piùricchi ad aiutare quelli più poveri (che èquasi un sinonimo di “africani”), la plena-ria tornò a riunirsi.

Il vertice di Copenaghen ha avuto, comeè noto, risultati deludenti; ma per quellepoche ore ha segnalato al mondo una novi-tà di assoluto rilievo: la capacità dell’Africadi parlare con una voce sola, di presentarsie di agire come un soggetto politico. Nellecronache del summit si è trattato di pocopiù di un episodio; l’attenzione si è poi con-centrata sullo (scarso) impegno delle mag-giori potenze industriali, e dunque produt-trici di CO2, a ridurre le loro emissioninocive. Ma per quella mezza giornata i de-legati africani devono aver assaporato il pia-cere di condizionare, grazie alla loro prov-visoria unità, l’andamento di una grandeassise internazionale.

Uno dopo l’altro, in questo 2010, dicias-sette nazioni africane stanno celebrando icinquant’anni della loro indipendenza. DalCamerun, il primo gennaio, alla Mauritaniail 28 novembre, passando per Senegal, Con-go, Nigeria e un’altra dozzina. Mezzo seco-lo; due generazioni. Date lontane ormai, untempo ampiamente sufficiente per tentareun bilancio. Tutti sappiamo che le cose, nel

L La leadership mondiale è inrapida evoluzione. La Cinarivendica il secolo per sé;e sul proscenio della storiasoltanto i giganti, o i grandiinsiemi di Stati, i nuovi“blocchi” del dopo-Guerrafredda, riescono ad affermareil proprio ruolo.

Etiopia, festa per l’inaugurazione delloHealth Center.

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FOCUS

Cinquant’anni fa, nel 1960,ben 17 colonie africaneottennero l’indipendenza:dodici dalla Francia ecinque dalla Gran Bretagna.Erano state precedute treanni prima dal Ghana e duedalla Guinea; nel 1963seguirà il Kenya. I leader piùcarismatici della nuovaAfrica indipendentesimpatizzavano con l’ideadel panafricanismo, l’idealedi una unità politica delcontinente. Alcuni, comeil ghanese Kwame Nkrumah,ne furono attivi sostenitori.Costui organizzò già nel1958 la prima Conferenzadegli Stati africaniindipendenti, all’epoca nove.Dopo il 1960 ebbe brevevita l’idea di unafederazione politicasull’esempio degli StatiUniti d’America. Si ripiegòsulla creazione dellaOrganizzazione dell’Unitàafricana, fondata nel 1963quando i Paesi membrierano già trentuno.Si trattava di una organizza-zione intergovernativa, consede ad Addis Abeba, checon l’andar degli anni sisarebbe dimostrataun’entità costosa e inutile.Nel 2000, per iniziativadell’allora presidentesudafricano Thabo Mbeki,è stata sostituita dall’Unioneafricana, ispirata questavolta al modello dell’Unioneeuropea. L’unità politicadel continente africanoè ancora lontana, un po’irraggiungibile chimera,un po’ araba feniceperennemente risorta dalleproprie ceneri.

Formazione di base, Kenya.

SCHEDAPER CAPIRE

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L CONTINENTE AFRICANO si appresta aospitare per la prima volta i campionatimondiali di calcio, dall’11 giugnoall’11 luglio in Sudafrica. Un eventoche ha attirato l’attenzione anchedi registi e case di produzionedocumentaristica che, negli ultimimesi, hanno puntato la cinepresa sulcalcio in Africa e sul suo impatto

sociale. A presentareun’ampia rassegnadi queste produzioni saràuna sezione speciale del“Festival del cinemaafricano, d’Asia e

d’America Latina” (dal 15 al 21 marzoa Milano), dal titolo “L’Africa nelpallone”. «Si tratta di documentari chehanno come filo conduttore il calcio,realizzati nel continente che ospiterài Mondiali, da registi africani e non»spiega Alessandra Speciale, direttricedel Festival. L’evento, giunto allaventesima edizione, è unappuntamento ormai storico per gliappassionati del cinema del Sud delmondo, nonché l’unico festival in Italiainteramente dedicato alla conoscenzadella cinematografia, delle realtàe delle culture dei paesi dell’Africa,dell’Asia e dell’America Latina.Saranno 50 le nazioni rappresentate,per 80 tra film e video proiettati.Il programma del 20° Festival delCinema Africano, d’Asia e AmericaLatina prevede due sezioni“competitive” (Concorsi Finestre sulmondo) aperte ai lungometraggidi fiction e ai documentari di Africa,Asia e America Latina e tre concorsiriservati esclusivamente all’Africa:Concorso per il Miglior Film Africanoe i Concorsi per i Migliori Cortometraggidi Fiction e Documentari.

DOVE E QUANDOMilano, dal 15 al 20 marzoSU INTERNETwww.festivalcinemaafricano.org

ENTOQUARANTA OPERE D’ARTE, frutto ditrent’anni di viaggi in Africa. Si intitola“Il tempo ritrovato” la collezioneallestita da Fabrizio Corsi pressoil Museo africano di Verona. I pezziesposti (maschere, statuette, oggettirituali) aprono uno spiraglio sulleforme e sulla storia dell’arte africana.«L’arte in Africa è una combinazionedi elementi antichi e nuovi» spiega lostesso Corsi, curatore dell’esposizione.«Il continente è stato la culladi importanti regni e imperi, che sisono influenzati a vicenda, certamentein termini politici ma anche culturali».Miti, simboli, tradizioni comunie oggetti di culto si sono diffusi, lungoi secoli, dal Mali all’Angola, dallaNigeria al Benin. «Partendo da una basecomune ogni gruppo ha elaborato

uno stile specifico, rendendole proprie manifestazioniartistiche riconoscibilie creando così un mirabileuniverso di arti variee originali».L’Italia non è un paese“povero” per quanto riguarda

il collezionismo di arte africana.Lo sostengono due dei maggiori espertiin materia, Ezio Bassani e AldoTagliaferri, secondo i quali le collezioniprivate sparse per tutto lo Stivaleospitano opere di grande qualità.Non solo: «in Italia più che altrovesi è verificata l’integrazione delleproduzioni plastiche africane in unavera Storia dell’arte» scrivono i duestudiosi in Passione d’Africa. Il volumeriunisce in oltre 120 tavole a colorialcune delle opere più significativedelle arti dell’Africa sub-Sahariana,selezionate per il loro valore esteticoma soprattutto perché illustranola formazione del gusto collezionisticoitaliano, dall’inizio degli anniCinquanta ai nostri giorni.

DOVE E QUANDOMuseo africano di Verona, pressoi Missionari Comboniani,fino al 20 giugnoPER APPROFONDIREA cura di Chantal Dandrieu e FabrizioGiovagnoni, Passione d’Africa, Officinalibraria, pp. 224, 60,00 euro

UEST’ANNO RICORRE il cinquantesimoanniversario dall’“anno dell’Africa”.Era il 1960 quando “un vento dicambiamento”, come lo chiamò l’alloraprimo ministro inglese HaroldMacmillan, passò sopra il continentea sud del Mediterraneo. Proclamaronol’indipendenza possedimenti francesi,inglesi (fra cui la Nigeria, il “gigantenero”), belgi e italiani: 17 Statiin tutto. L’Africa veniva da un decenniodi crescita economica, con regioni

estesissime dalle risorseinestimabili e popolazioniin rapida crescita chesi avvicinavano a nuovepossibilità di sviluppo.«La decolonizzazione, checulminò nel cosiddetto“anno dell’Africa”, fu untrapasso relativamenteindolore se si esclude il caso

del Congo belga che, a pochi giornidall’indipendenza, sprofondò nellaguerra civile» spiega Giampaolo CalchiNovati, direttore dell’Osservatorio Africadell’Ispi (Istituto studi di politicainternazionale). Fra gli Stati africaniche quest’anno celebreranno in grandel’indipendenza c’è il Senegal: ad aprileil presidente Abdoulaye Wadeinaugurerà una gigantesca statuadi bronzo fatta costruire su una collinaa ovest di Dakar, che raffigura un uomoche emerge trionfalmente da unvulcano sollevando con un braccio unadonna e con l’altro un bambino chepunta il dito verso l’orizzonte.La scultura però ha già sollevato unvespaio di polemiche, per i costi(secondo alcune fonti si trattadi 70 milioni di dollari) e per lo stiledell’opera. C’è chi ha ricordato chel’ondata di indipendenze che attraversòil continente africano negli anniSessanta e Settanta non fu un insiemedi lotte portate avanti dai singoli Stati.Per Kwame Nkruman, precursore delpanafricanismo e futuro presidente delGhana (il primo paese a raggiungerela piena sovranità nel ’57), la libertàin un solo paese non era concepibile,l’Africa doveva liberarsi insieme.

PER APPROFONDIREFrancesca Giusti, Vincenzo Sommella,Storia dell’Africa, Donzelli editore,pp. 244, 16,50 euroGiampaolo Calchi Novati, Africa:la storia ritrovata, Franco Angeli,pp. 192, 23,00 euro

CQI

SEGNA IN AGENDA

EVENTIL’AFRICA NEL PALLONE

MOSTREARTE AFRICANANELLE COLLEZIONI ITALIANE

STORIA2010: L’AFRICA COMPIE 50 ANNI

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NEL 2010 LA SFIDA PIÙ IMPORTANTE

dell’Africa si gioca in Sudan. Il paesepiù grande e complesso del continenteandrà alle urne dopo essere uscito nel2005 da una guerra durata vent’anni,tra il Nord arabo e il Sud che siinserisce come un cuneo nell’Africanera, e con la regione del Darfurin precario equilibrio dopo la crisiscoppiata nel 2003.Dall’11 al 19 aprile si svolgeranno

le elezioni parlamentarie presidenziali, per laprima volta dopo il colpodi stato dell’89 cheha portato al potereil presidente Omar

Al Bashir e il Fronte islamico nazionale,oggi Partito nazionale del Congresso.Ma la vera partita si gioca a pochi mesidi distanza: nel gennaio del 2011è previsto il referendum perl’indipendenza del Sud Sudan.Entrambe le scadenze elettorali sonouna conseguenza del ComprehensivePeace Agreement, l’accordo di pacefirmato in Kenya nel 2005 dal governodi Karthoum e dal sudanese People’sLiberation Movement (Splm) inrappresentanza del Sud, che ora godedi uno statuto di autonomia.L’Onu ha stanziato 91 milioni di dollariattraverso l’Undp per sostenereil corretto svolgimento delle elezionidi aprile. Un programma che verràfinanziato dalla Commissione Europeainsieme ai governi di Gran Bretagna,Italia, Norvegia, Danimarca, Svezia,Giappone, Spagna, Paesi Bassie Francia. Anche la diplomazia Usaè al lavoro, attraverso l’inviato specialedi Obama Scott Gration. Segno di uninteresse rilevante per quanto accadràquest’anno in questo paese nel cuoredell’Africa.

DOVE & QUANDOSudan, dall’11 al 19 aprilePER APPROFONDIRECampagna italiana per il Sudan:www.campagnasudan.it

LOMPOUL SUR MER, piccolo villaggiodi pescatori sulla splendida costaatlantica senegalese, è nato il primo“campement” per turisti responsabilirealizzato con il coinvolgimento direttodi emigrati senegalesi a Torino, chehanno reinvestito nel proprio paeseper far partire l’attività turistica.Il villaggio, un gruppo di bungalowin stile africano con i confort europei,si trova a 183 km a nord di Dakar, neipressi di una zona di dune desertichein stile Sahara. Ha cinque stanzedoppie, ma è possibile anche alloggiarepresso case private.La proposta per i viaggiatori èun’immersione nella cultura locale,secondo i principi del turismoresponsabile: incontro con lapopolazione, possibilità di escursioniin mare con i pescatori, degustazionedi piatti tradizionali, partecipazionea feste e attività culturali del villaggio.Oltre, naturalmente, al turismobalneare e alle escursioni nella zonadesertica a dorso di dromedario.L’attività è gestita in modo congiuntoda emigrati in Italia e lavoratori in locotramite l’associazione mista Traitd’Union e i proventi dell’attivitàturistica vanno a sostenere progetti disviluppo locale del villaggio. Dall’Italia,le partenze e i dettagli logistici sonoseguiti dall’agenzia Viaggi Solidali,mentre l’avvio del progetto e lacostruzione del campement sono statirealizzati in collaborazione con il Cisvdi Torino e il sostegno della RegionePiemonte, Provincia di Torino, Cittàdi Torino e di Fondazioni 4 Africa.

DOVESenegal, Lompoul sur merPER SAPERNE DI PIÙwww.cisvto.orgwww.viaggisolidali.it

IN AFRICASUDAN: UN PAESE AL BIVIO

VIAGGIIN SENEGAL IL PRIMOVILLAGGIO TURISTICOCREATODAGLI IMMIGRATI

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

SI MUOVONO VELOCI da un sito all’altro,postano notizie che sempre di piùstanno diventando fonte diinformazione per i media “ufficiali”,monitorano la democrazia nei propripaesi con nuove piattaformetecnologiche o, più semplicemente,dicono la loro. Sono i blogger africani,una nuova generazione di giovani chesta cambiando il modo di fareinformazione sull’Africa e dall’Africa.I più attivi sono quelli che scrivono dalKenya, dall’Egitto, dal Sudafrica e dallaNigeria, ma il blog è uno strumentoimportante anche per gli africani delladiaspora, che hanno a disposizioneconnessioni veloci e si sentono liberidi criticare i propri paesi d’origine.Rosebelle Kagumire, che nel 2009ha vinto il premio Panos come miglioreblogger africana di lingua inglese,fa notare che: «per quanto riguardal’Etiopia, i blogs della diaspora sono

più attivi, apportano piùargomenti critici e sonopiù numerosi di quelliaperti da etiopi chevivono in patria». Alcuniblogger sono diventatiattivisti per la democrazia

nei propri paesi. È il caso della kenyanaOry Okolloh (nella foto), bloggere avvocato che, durante le violenzeelettorali, ha creato una piattaformapartecipata su internet, Ushahidi (inlingua kiswhaili significa “testimone”),che ha mappato i casi di violenza intutto il paese attraverso i messaggidegli utenti e utilizzando la mappadi Google. I ghepardi africani sonosempre più veloci.

SUL WEBwww.kenyanpundit.com è il blogdi Ory Okolloh, avvocato e attivistadel Kenyaugandajournalist.wordpress.com è ilmiglior blog africano di lingua inglesesecondo il premio Panos 2009.È di Rosebelle Kagumire, giornalistaugandesewww.blacklooks.org è il blog di SokariEkine, nigeriana e attivista per i dirittisociali che vive in Spagnaafricasacountry.com è il blog delsudafricano Sean Jacobs, docenteuniversitario negli Stati Uniti

INTERNETGHEPARDI NELLA RETE

A

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CANTIERE CUAMME

SCHEDATITOLO: Parole che fanno beneOGGETTO: dvdDURATA: 12 minutiDESCRIZIONE: cinque parole che raccontano l’Africa di Medici con l’Africa Cuamm attraverso losguardo e la sensibilità di Niccolò Fabi. Un viaggio in Uganda, fino ai confini della Karamoja,diventa il racconto per parole, musica e immagini di uno stile di intervento.Un lavoro costante e silenzioso di supporto ai sistemi sanitari africani che lo sguardo di NiccolòFabi illumina e porta all’attenzione del grande pubblico.Per richiamare a una responsabilità comune nei confronti della quotidianità di un’Africa e di unimpegno che abitualmente non fanno notizia e che proprio per questo richiedono con urgenzal’attenzione e il coinvolgimento di tutti.COME RICEVERLO: richiedi il dvd compilando l’apposita scheda sul sito www.mediciconlafrica.org

l’attenzione del grande pubblico. Dodici mi-nuti di colori, suoni, incontri, riflessioni conuna realtà così lontana e così diversa, mapiù vicina di quello che pensiamo, perché infondo l’origine è la stessa, il sangue è il me-desimo, le emozioni che si sentono sonouguali per ciascun uomo sulla terra.

Dallo scorso autunno e per i prossimimesi, Niccolò Fabi si è impegnato a richia-mare l’attenzione del grande pubblico, tra-smettendo questo dvd e portando la pro-pria testimonianza, in numerosi incontrinelle Università delle città in cui si tengonoi suoi concerti.

Un tour parallelo, rispetto a quello musi-cale, rivolto principalmente agli studenti del-le Facoltà di Medicina per richiamare a unaresponsabilità comune nei confronti del-l’Africa. Il ciclo di appuntamenti universitariè realizzato in collaborazione con Medici conl’Africa Cuamm, il Sism (Segretariato Italia-no Studenti di Medicina) e Raduni, il circui-to delle Radio universitarie italiane.

Elisa Bissacco

PAROLE CHE FANNO BENEIN VIAGGIOCONNICCOLÒ FABI

ILENZIO, CONTINUITÀ, cordone ombeli-cale, lontananza...: parole, immagi-ni, volti, musica. Sono questi gli in-gredienti di “Parole che fanno bene”,

l’ultimo prodotto audio-video di Medici conl’Africa Cuamm. È un viaggio speciale, conun protagonista d’eccezione: Niccolò Fabiche visita i progetti in Uganda.

Passando per luoghi remoti come Aber,per posti poveri e difficili come l’Oyam, in-contrando i nostri volontari sul campo, ilcantautore italiano si ferma ad ascoltarel’Africa e prova a raccontare le emozioniche questo continente gli provoca.

Portare la salute tra i più poveri a livelloperiferico là dove mancano presidi sanitari

nell’arco di chilometri, assicurare il suppor-to alle strutture ospedaliere con l’invio dispecialisti, investire nella formazione dellerisorse umane locali. Un modo di operareche si traduce in Uganda nel supporto al di-stretto di Kotido, nel lavoro dei mediciCuamm all’ospedale di Aber, nel sostegnoall’Università di Nkozi, solo per fare alcuniesempi. Un lavoro costante e silenzioso disupporto ai sistemi sanitari africani che losguardo di Niccolò Fabi illumina e porta al-

S

Una quotidianità fatta divolti, suoni, silenzi, parole,così lontani, ma molto piùvicini di quello che pensiamo.Un mondo visto con gli occhidi un grande cantautoreitaliano che ha incontratoMedici con l’Africa Cuammed è diventato un amico.Parole che fanno bene. È ilnuovo dvd per chi vuoleconoscere un pezzo d’Africa,in modo del tutto originale.

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ARCHIVIO

CUAMM

ANCIAMO UNA SFIDA PER I 60 ANNI di Me-dici con l’Africa Cuamm: mobilitarcitutti per la Giornata mondiale perl’Africa con uno slogan comune: “ Mio

fratello è Africano”. La Giornata mondialeper l’Africa ricorre il 25 maggio, data in cui,nel 1963, è stata fondata l’Organizzazionedell’Unità Africana, poi diventata UnioneAfricana. Quest’anno si celebra la domenicaseguente, il 30 maggio. La proposta è di scen-dere nelle nostre piazze e invitare passanti,amici, istituzioni, parroci, giornalisti ad ade-rire alla campagna “Mio fratello è Africano”.Come? Indossando la maglietta della cam-pagna e scattandosi una foto, che verrà cari-cata sul sito www.miofratelloafricano.it. Inquesto modo chiediamo a ognuno di farsiportavoce della campagna e di portarla intutte le piazze d’Italia. Se poi qualcuno deci-derà di regalarsi o regalare la maglietta...tanto meglio. I fondi raccolti saranno desti-nati ai progetti in Africa.

La sfida è grande e per diversi motivi. Èla prima volta che la nostra Ong promuoveuna giornata di questo tipo, in cui tutti pos-sono mettersi in gioco in modo coordinato.Secondo, il clima sociale che si respira oggiin Italia non incoraggia a scendere in piaz-za a favore dell’Africa, ma proprio per que-sto abbiamo pensato di farlo tutti insieme,per trarre forza dalla nostra coesione. Il ter-zo motivo è che non vogliamo chiedere allepersone solo di comperare un gadget, ma diaderire a un’idea. «…A meno di due milli-metri dalla nostra pelle siamo tutti ugua-li…», diceva Lido Rossi, medico Cuamm. Èun concetto semplice, ma molti preferisconodimenticarlo o nasconderlo. Non sappiamose copriremo 10 o 100 piazze, se coinvolge-remo 1.000 o 10.000 persone, ma la stradaintrapresa per creare e supportare una “Re-te Cuamm”, fatta di persone, gruppi e asso-ciazioni che amplificano il nostro messag-gio, passa per questo tipo di iniziative.

Jacopo [email protected] - 049.8751279

GRUPPI CUAMMTEMPO DI ASSEMBLEECome ogni anno, tra marzo e aprile, molti Gruppi di Medici con l’Africa Cuamm realizzanola loro assemblea annuale: un importante momento di riflessione e convivialità, indispensabileper condividere i risultati ottenuti e per “rimotivarsi”. Il Gruppo Cuamm con Sara per l’Africasi è riunito il 13 marzo presso l’oratorio P. G. Frassati della parrocchia di S. Croce di Bassano delGrappa; al termine dell’assemblea si è tenuta la tradizionale cena di solidarietà e la sottoscrizionea premi. Info: [email protected] e [email protected] Gruppo Medici con l’Africa Modena - Reggio Emilia si riunirà domenica 18 aprile pressoil centro parrocchiale di Cortile di Carpi per fare il punto della situazione sull’avanzamento delleattività progettuali presso l’ospedale di Mikumi in Tanzania. Chi fosse interessato a parteciparepuò contattare il Gruppo all’indirizzo [email protected]

RHO50 ANNI CON L’UGANDAOltre 150 persone alla tavola rotonda per ricordare i 50 anni di presenza di Medici con l’AfricaCuamm in Uganda e più di 1.200 persone la sera al concerto “Children for Africa” nellosplendido Santuario di Rho. Questi i numeri di una giornata densa di significato e ricca di spunti.È stato un ritrovo per molti che da anni non si vedevano. Per alcuni è stato riaprire un librodei ricordi e l’opportunità di capire come si sono sviluppate le attività negli anni. Qualcuno haavvicinato per la prima volta la nostra organizzazione apprezzandone subito la spontaneità e laserietà di approccio. Una location “decentrata”, rispetto a Padova, ha favorito la partecipazionedelle persone dei gruppi dell’area nord ovest contribuendo a cementare il legame con il territorio.Un grazie a tutti i partecipanti, in particolare agli amici del gruppo di Milano che hanno presoa cuore l’iniziativa e hanno organizzato al meglio questo incontro.

PIEMONTEFORMAZIONE E NON SOLOFine settimana ricco di appuntamenti quello di venerdì 11 e sabato 12 dicembre 2009a Biella. Alla cena con il gruppo biellese dei medici cattolici è seguita, il giorno successivo,la partecipazione al mercatino natalizio “AltroNatale”. Il pranzo, con una folta rappresentanzadella società civile e religiosa biellese che a vario titolo collaborano con Medici con l’AfricaCuamm, è stato un’ulteriore conferma della dedizione del Gruppo e della capacità di fare rete.Continua nel frattempo l’impegno sul fronte formativo. Tra le proposte più significative: il corsoinsegnanti organizzato dalla Caritas a Biella lo scorso dicembre; un corso, sempre perinsegnanti, che si è svolto tra gennaio e febbraio, a Rivoli, sul tema dell’immigrazione e su altredisuguaglianze, collocato nell’ambito degli eventi di Public awarness.

30MAGGIO2010INPIAZZAPERL’AFRICA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

Padova, Medici con l’Africa Cuamm.

E RETE CUAMM

LIl prossimo 30 maggio, abbiamo bisognodi tanti volontari, contiamo sull’aiuto ditutti, anche solo per poche ore, anchesolo per una foto.Per informazioni e adesioni contattatecitelefonicamente o per e-mail o contattateuno dei Gruppi locali a voi vicini.

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VISTO DA QUI

GIORNALI ITALIANI SI SONO OCCUPATI BEN POCO DELL’AVVERTIMENTO di Olivier de Schutter,relatore dell’Onu per il diritto all’alimentazione, che ha recentemente presentatoa Ginevra il suo rapporto annuale al Consiglio dei diritti umani: “Lo squilibriodi potere tra piccoli produttori agricoli e la grande industria agroalimentaredeve essere corretto”. L’integrazione dell’industria agroalimentare in un nume-ro abbastanza ristretto di attori ha reso impossibile, per i piccoli contadini, con-trattare efficacemente per ottenere prezzi equi.

Al contrario, mentre i prezzi di molte derrate sul mercato mondiale salivano precipitosamentenel 2008, il reddito dei piccoli coltivatori stagnava o scendeva.

Oggi, il principale problema in Africa sta diventando il dominio dalle grandi società transna-zionali, che a volte cercano di acquistare intere regioni (vedi il caso del Madagascar) per garantir-si la sicurezza alimentare in futuro. Corea, Cina e Arabia Saudita sono particolarmente attive in

questi tentativi. Gli investimenti stranieri diretti nel settore agri-colo, circa 600 milioni di dollari l’anno negli anni Novanta, ave-vano raggiunto i 3 miliardi di dollari annui nel 2007.

Le coltivazioni per l’esportazione impiegano manodopera lo-cale, che viene sottratta all’economia di sussistenza aggravandoil bilancio alimentare del continente. Non solo: nel mondo ci so-no 450 milioni di lavoratori agricoli dipendenti, ovvero il 40%della popolazione attiva agricola. «In questo settore i diritti fon-damentali dei lavoratori sono spesso violati» scrive de Schutternel rapporto, precisando che «soltanto il 20% dei lavoratori agri-coli ha una protezione sociale base e il 70% dei minorenni che

lavorano lo fanno in questo settore, ovvero 132 milioni di ragazzi e ragazze che hanno tra 5 e 14anni».

Molto spesso, in Africa, per i poveri la servitù dovuta all’indebitamento si perpetua da una ge-nerazione all’altra: gran parte del lavoro dipendente non si trova nel settore industriale ma in quel-lo agricolo e «le legislazioni nazionali non permettono di garantire il diritto a uno stipendio mini-mo né di proteggere le donne dalla discriminazione».

Questa situazione è dovuta alla quasi totale assenza dei sindacati nel settore agricolo, dove lacontrattazione collettiva è pressoché sconosciuta: malgrado molti governi aderiscano alla Interna-tional Labor Organization, le ispezioni sulle condizioni di lavoro e le sanzioni contro gli imprendi-tori che violano i contratti o le norme di sicurezza sono inesistenti.

La principale raccomandazione del relatore Onu invita i governi a sostenere di più i piccoli pro-duttori e a incoraggiare le società a modificare le loro politiche in materia di prezzi e di normative.Potrebbero ad esempio «appoggiare la creazione di cooperative agricole» con agevolazioni per con-sentire la vendita dei prodotti a prezzi concorrenziali.

Secondo de Schutter, è altrettanto necessario rivedere le regole sulla concorrenza nei mercati che,allo stato attuale, conducono all’indebolimento dei piccoli produttori.

Gli Stati, inoltre, dovrebbero fare in modo che i piccoli produttori non restino esclusi dal mer-cato se richiedono prezzi più alti, così come i lavoratori agricoli dovrebbero essere protetti se riven-dicano migliori condizioni di lavoro.

ALIMENTAZIONEANCORADIRITTI VIOLATI

I

Mentre i prezzi di molte derrate sul mercatomondiale salivano precipitosamentenel 2008, il reddito dei piccoli coltivatoristagnava o scendeva.Le coltivazioni per l’esportazione impieganomanodopera locale, che viene sottrattaall’economia di sussistenza aggravandoil bilancio alimentare del continente.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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