Cs Oggi N.57 - 2012

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 57 - 5 MAGGIO 2012 È UN SETTIMANALE ON-LINE si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it PENSIONI E POVERTÀ DIFFUSE SACRIFICI E RECESIONE LA LEZIONE DI STIGLITZ E KEYNES a pagina 2 a pagina 3 www.cosenzaoggi.it È UN SETTIMANALE ON-LINE · È UN SETTIMANALE ON-LINE CELEBRAZIONI DEL 1° MAGGIO MA QUALE FESTA? a pagina 2 IN QUESTO NUMERO CELEBRAZIONI 1° MAGGIO MA QUALE FESTA? AUSTEROTÀ E RECESSIONE LA LEZIONE DI STIGLITZ E KEYNES FONDI POR L’EUROPA IN UN BLOCCO DI SALE SANITÀ SCOPELLITI BOCCIA SCARPELLI CASINI A CATANZARO DAI DUE FORNI AL NUOVO APPRODO BANKITALIA E PROVINCE A OLIVERIO L’OSACR DEI DEBITI CRISI PENSIONI E POVERTÀ DIFFUSE COSENZA “IL MONDO DI LUCIA” RENDE NEL PRINCIPATO QUALCUNO DICE NO CAM TELE3 TORNA SUL DIGITALE TERRESTRE

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Cosenza Oggi N.57 del 05/05/2012

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AREA URBANA

NUOVA SERIE N. 57 - 5 MAGGIO 2012

È UNSETTIMANALE

ON-LINE

si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

PENSIONI EPOVERTÀ DIFFUSE

SACRIFICI E RECESIONE

LA LEZIONEDI STIGLITZE KEYNES

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CELEBRAZIONI DEL 1° MAGGIO

MA QUALEFESTA?

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IN QUESTO NUMERO

CELEBRAZIONI 1° MAGGIO

MA QUALE FESTA?

AUSTEROTÀ E RECESSIONE

LA LEZIONE DISTIGLITZ E KEYNES

FONDI POR

L’EUROPA INUN BLOCCO DI SALE

SANITÀ

SCOPELLITIBOCCIA SCARPELLI

CASINI A CATANZARO

DAI DUE FORNIAL NUOVO APPRODO

BANKITALIA E PROVINCE

A OLIVERIOL’OSACR DEI DEBITI

CRISI

PENSIONI EPOVERTÀ DIFFUSE

COSENZA

“IL MONDO DI LUCIA”

RENDE

NEL PRINCIPATOQUALCUNO DICE NO

CAM TELE3 TORNASUL DIGITALE TERRESTRE

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Ci si aspettava che il 1° Maggio di quest'anno fosseun momento di verità, un'analisi responsabile ma se-vera di come il Paese sia finito nella spirale del defaultminacciato e della recessione in atto.Buttarla in concerti e concertone non aiuta a capirecome si può uscire dal tunnel e chi deve pagare peraver cacciato il Paese nel tunnel della crisi. Accade co-sì che a pagare,almeno in termini di contestazione dipiazza, sono stati Fassino e Bersani , il primo a Torinoe il secondo a Portella delle Ginestre. Tremonti ,Berlusconi e gli ex-ministri hanno fatto vacanza inqualche albergo di lusso di chissaddove. Il dato piùcontroverso di questa crisi che ci avvicina alla Greciaè che a pagarla sono chiamati pensionati, famiglie, la-voratori e piccoli imprenditori mentre nessuno, da si-nistra, fa opera di verità rivelando come ,in 20 anni,siamo arrivati al punto in cui siamo con 1.950 miliar-di di debito pubblico.Gli interventi comiziali di Camusso, Bonanni eAngeletti si sono dimostrati al di sotto della gravitàdella situazione. Deve preoccupare non poco il fattoche siano proprio loro a non percepire la miscela so-cialmente esplosiva che crisi,recessione e disoccupa-zione stanno confezionando.Prima o poi non si suici-derà più nessuno e la rabbia sociale prenderà altrestrade. Stimolare la crescita è un concetto astratto senon seguono misure concrete, se non si colpiscono gliilleciti arricchimenti, se le banche non immettono nel-l'economia i miliardi erogati dalla BCE all'1 per cen-to di interessi per sostenere imprese e famiglie.Se Monti vuole essere l'esecutore delle decisioni con-cordate fra i tre segretari dei partiti che lo sostengo-no , finirà logorato dai giochi e dal cinismo della peg-giore politica e anche il suo seggio di senatore a vitasarà un regalo non meritato.Diversamente faccia quel-

lo che ritiene necessario e colpisca proprio là dove itre partiti che lo sostengono,per logiche e interessi di-versi da tutelare,gli impediscono di intervenire.Se i risultati delle sue decisioni saranno positivi, avrà

dalla sua la maggioranza degli italiani.E soltanto al-lora potrà plausibilmente proporsi per continuare aservire il Paese.Saranno i suoi meriti a legittimare ilruolo e la posizione cui potrà aspirare.

n. 57 - 5 maggio 20122

CELEBRAZIONI DEL 1° MAGGIO

MA QUALE FESTA?

Il premio Nobel Stiglitz, intervenendo ad un con-vegno organizzato dalla Fondazione Italiani edEuropei, ha ribadito, alla presenza di Monti, lesue preoccupazioni sulle politiche di austerità inperiodo di crisi, che rischiano di alimentare pro-cessi recessivi di estrema pericolosità.Al riguardo colpisce leggere la trascrizione di unaintervista rilasciata da Keynes alla BBC nel 1933,anno in cui il debito pubblico britannico sfiora-va il 180% del PIL (in Italia è di qualche puntosuperiore al 120%).Keynes, contrario alle politiche liberiste che im-pongono l'austerità e la riduzione delle spese edegli investimenti pubblici, arriva ad affermareche la riduzione della spesa statale è una follia. Invita a riflettere sul fatto che la spesa di un uo-mo è il reddito di un altro uomo. Ogni volta chequalcuno taglia la sua spesa - sostiene Keynes - ilmattino successivo sicuramente qualcuno troveràil suo reddito decurtato; e questa non è la fine del-la storia. Chi ha avuto ridotto il suo reddito o è

stato licenziato è costretto a sua volta a tagliare la suaspesa, che lo voglia o meno. Una volta che la caduta èiniziata, è difficilissimo fermarla.Ci può essere solo un obiettivo nel risparmiare, ed èesattamente quello di sostituire una spesa con un al-tro e più saggio tipo di spesa.Secondo Keynes non è ragionevole attendersi che il ri-medio alla crisi venga dall'azione individuale. Solo l'in-

tervento delle pubbliche autorità può avviare ilprocesso. Non ci si deve aspettare che gli indivi-dui spendano di più, quando alcuni di loro si stan-no già indebitando, né che gli imprenditori pro-cedano a degli investimenti aggiuntivi, quandostanno già subendo perdite. È la comunità orga-nizzata che deve trovare modi saggi per spende-re e avviare il processo. La deliberata riduzionedi investimenti utili sembra a Keynes una folliae addirittura una politica oltraggiosa. Quello del-la diminuzione dell'attività, e quindi del redditonazionale, è un modo incredibilmente miope percercare di pareggiare il bilancio. Spero che queste posizioni di buon senso, che han-no già salvato l'economia internazionale negli an-ni 30, riprese ora da Stiglitz e da altri autorevolieconomisti keynesiani, siano fatte proprie dai go-verni in Europa ed in Italia, ma anche dalle for-ze sociali, per evitare che si allunghi ulteriormentela catena dei suicidi e la tensione sociale esploda.

Vincenzo Gallo

SACRIFICI E RECESSIONE

LA LEZIONE DI STIGLITZE DI KEYNES

SUI RISCHI DELL’AUSTERITÀ

Mario Monti

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n. 57 - 5 maggio 2012 3

È senza dubbio spiritosa la trovata dell’assessoreregionale ai Fondi Europei, Giacomo Mancini, diinvocare i sortilegi di un blocco di sale contro chiva sparlando sull’utilizzo effettivo dei fondi euro-pei da parte della giunta Scopelliti. Mancini tirafuori numeri e percentuali a dimostrazione che siè lavorato con crescita esponenziale di risultatipositivi rispetto al precedente governo di centro-sinistra targato Loiero. I menagramo per Mancini sono il commissariodel PD Dattorre e i consiglieri regionali Maiolo ePrincipe, quest’ultimo più risoluto da qualchetempo a svolgere il ruolo di capogruppo PDall’opposizione. Mancini non vuole commi-stioni di ruoli e di responsa-bilità e rivendica alla giuntaScopelliti i risultati raggiun-ti. Riferendosi al POR 2007-2013 Mancini ricorda cheerano stati spesi soltanto 180milioni su una dotazionefinanziaria programmata di3 miliardi. Alla data del 10aprile sono 1, 3 miliardi lesomme impegnate con paga-menti per complessivi 536milioni ed una spesa effettivacertificata di 462 milioni. Manon solo. Rispetto alla situa-zione ereditata di circa tren-ta bandi per 247 milioni dieuro, oggi la giunta Scopellitipuò esibire il risultato dioltre cento bandi per unvalore che supera 1, 4 miliar-di. Se le cose stanno così, ilsale non serve. Anche per le due metropoli-tane, di Catanzaro e diCosenza, Mancini rispondealle preoccupazioni, manife-state da Maiolo e Principe,dando assicurazione che ver-ranno realizzate nei tempiprogrammati. Per il resto GiacomoMancini si affida al blocco disale esposto in bella vistadurante la conferenza stam-pa in cui ha illustrato i datidei risultati raggiunti. Ma non ci sono soltantoMaiolo e Principe a preoccu-parsi dell’utilizzo e del man-cato utilizzo dei fondi euro-pei. Franco Bruno, senatorediventato rutelliano dopo aver abbandonato ilPD, lancia l’allarme che il sud potrebbe perdere,da qui al prossimo anno, una consistente quotadelle risorse assegnate dall’UE e non utilizzate. Franco Bruno, cui bisogna riconoscere sensibilitàlegislative e di governo in linea con le responsabi-lità di un senatore della Repubblica, rende notoche, con il prossimo anno, la CommissioneEuropea si dovrà occupare di quei miliardi difondi strutturali, assegnati alle regioni economi-

camente più deboli e non utilizzati. Vecchio pro-blema che da solo mette in evidenza l’inadegua-tezza della rappresentanza politica eletta al sudnel trarre frutto dalle opportunità offerte dallasolidarietà europea. Sommando inadeguatezzeculturali, incapacità operative e totale assenza dicultura di governo, unitamente ad una burocra-zia famelica e corrotta di stampo sudamericano,il risultato non può che essere questo.Responsabilità dei partiti che, al momento dellaformazione delle liste dei candidati al consiglioregionale, dovrebbero porsi il problema dellacapacità dei singoli a gestire risorse e governance

delle opportunità offerte.Ecco perché i partiti sono idiretti destinatari dell’anti-politica che travolge la castelocali non meno di quellanazionale. Per tornare all’allarme lan-ciato dal senatore FrancoBruno, la CommissioneEuropea, a fronte dellanecessità della BEI (BancaEuropea degli Investimenti)di ricapitalizzarsi per mante-nere un rating alto, potrebbeattingere ai fondi strutturaliresidui, non utilizzati, chesono soprattutto al sud. Lemotivazioni-fa notareBruno-sarebbero facili e noncontestabili, essendo fondatesull’incapacità manifesta edimostrata delle regioni delsud a utilizzare le risorseassegnate che, stornate allaBEI, verrebbero destinate anuovi investimenti produttiviconseguendo così un doppiorisultato. È del resto comprensibileche, se obiettivo dell’Unionedeve essere il rilancio dellacrescita economica dell’euro-zona, è inevitabile che venga-no recuperate e reinvestite lerisorse inutilizzate. Ascoltati Mancini e Bruno,bisogna prendere atto chenon si possono scaricaresull’Europa o sul governonazionale le responsabilità, leinadeguatezze e le inefficien-ze del ceto politico meridio-nale. In Calabria abbiamo dovutoprendere atto che Scopelliti,procedendo ad un rimpasto

di giunta, ha affidato i rapporti con l’Europa e ilMediterraneo a Luigi Fedele, promosso da capo-gruppo del PDL ad assessore. La persona vaumanamente rispettata perché qualcuno lo haeletto ma non si vede quale relazione culturale epolitica possa esserci fra l’esperienza politicamaturata da Fedele e la complessa realtà siadell’Europa che dei Paesi che affacciano sulMediterraneo. Non c’è che dire:ci facciamo maleda soli.

FONDI POR

L’EUROPA IN UN BLOCCO DI SALE

Dal comunicato dell'Istat sulle pensioni nel2010 emerge ancora una volta un'Italia dovevivono cittadini in stato di grande povertà, coninaccettabili squilibri nella distribuzione dellaricchezza.I pensionati sono stati pari a 16,7 milioni e per-cepiscono complessivamente di 258,4 miliardidi euro. Nel 2010 le pensioni sono state paricomplessivamente al 16,6% del PIL, percen-tuale inferiore rispetto a quella del 2009. Il 45,4% percepisce meno di 1000 euro al mese.Il disagio del 14,4% che vive con meno di 500euro non può che essere estremo, mentre sareb-be interessante avere dati disaggregati sul31,1% che percepisce oltre 1500 euro.Emergerebbero pensioni d'oro scandalose. Anziché tagliare queste pensioni l'obiettivo delprecedente governo, su iniziativa soprattuttodella Lega, è stato quello di eliminare priorita-riamente le pensioni di invalidità, che costitui-scono solo il 5,4% del totale e sono di pocosuperiori alle 270 euro mensili. Mi auguro che anche il Governo Monti, supe-rata la fase di emergenza, trovi altre alternati-ve rispetto alle misure adottate sulle pensioni,vendendo magari anche una quota del patri-monio immobiliare pubblico, dal quale si rica-verebbero secondo alcune stime 300 miliardi. Sono risorse ingenti, che insieme ad una ridu-zione degli sprechi, dei privilegi e dell'evasione,permetterebbero di ridurre il debito pubblico edi puntare decisamente sulla crescita, garan-tendo anche un reddito minimo dignitoso aipensionati più poveri e a tutti i cittadini in dif-ficoltà, come avviene già in altri paesi europei.

V.G.

PENSIONIE POVERTÀ

DIFFUSE

Franco Bruno

Giacomo Mancini

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4 n. 57 - 5 maggio 2012

Se qualcuno afferma che la bocciatura del bilan-cio preventivo 2012 dell'ASP di Cosenza era nel-l'ordine delle cose, è in malafede. Scopelliti ècommissario per il piano sanitario ma è anche,oltre che presidente della giunta regionale,anchecoordinatore del PDL.Difficile pensare che nonabbia riflettuto sull'impatto politico che avrebbeavuto la bocciatura del bilancio preventivo dellapiù importante ASP regionale.Il contraccolpo si avverte anche all'interno delPDL dove Scarpelli gode della protezione premu-rosa e interessata dei Gentile.La domanda è seera possibile una decisione diversa,con una ridu-zione del danno d'immagine. Sul piano stretta-mente politico la decisione di Scopelliti è unapresa di distanze dalla gestione dell'ASP cosenti-na. A correre dietro le voci che provengono dalpalazzo di Via Alimena,sede dell'ASP,c'è unapreoccupazione diffusa per le troppe visite dellaGuardia di Finanza e degli atti sequestrati.Loafferma lo stesso Scarpelli, riferendosi allagestione precedente, a giustificazione della navi-

gazione difficile che deve affrontare per rimette-re in sesto l'ASP che gli è stata affidata.Lavoriamo sulle macerie ereditate dalla prece-dente gestione,ha affermato con malcelato disa-gio per la bocciatura subita.Gongola naturalmente l'opposizione politica cheaffida a Carlo Guccione il compito di capitalizza-re sul piano politico la bocciatura del bilanciopreventivo 2012. Guccione parla di incapacità aprogrammare e a gestire le risorse in presenza diuna sanità sempre più carente nell'erogazione deiservizi. Guccione rileva anche l'anomalia di unbilancio preventivo presentato con 4 mesi diritardo sui tempi da rispettare,configurandosicosì il paradosso di un bilancio di previsione cheviene presentato a fronte di spese già sostenute.Bisogna ora vedere come Scarpelli cercherà dicorrere ai ripari ma resta comunque il dannopolitico della bocciatura che nel PDL cosentino,sponsor di Scarpelli, viene catalogata come uncolpo sotto la cintura. Segno che sott'acqua sicombatte per il controllo del partito.

SANITÀ

SCOPELLITI BOCCIA SCARPELLI

Gianfranco Scarpelli

Ha dedicato una intera giornata ai catanzaresi chia-mati ad eleggere il nuovo sindaco ma la venuta inCalabria Pierferdiando Casini l'ha utilizzata soprat-tutto per definire i limiti del sostegno, a livello regio-nale,alla giunta presieduta da Peppe Scopelliti. IntantoCasini ha parlato di accordo con Scopelliti e non colPDL, che non è sfumatura di poco conto, accompa-gnando il riconoscimento dell'accordo conla precisazione che l'UDC non ha vincoli cuidover sottostare.Assolto il compito di spiegare perché l'UDCa Catanzaro ha deciso di correre con un pro-prio candidato,Pino Celi, Casini si è mo-strato più interessato a spiegare il percorsopolitico a livello nazionale.Per Catanzaro-ha fatto capire Casini- ci erastato proposto un candidato gradito ai po-teri forti di Catanzaro senza avere dato spie-gazioni convincenti sull'abbandono diMichele Traversa, al quale proprio i poteriforti hanno impedito di governare in auto-nomia di decisioni. Un passaggio,questo diCasini in favore di Traversa, che ha non po-co sorpreso l'affollatissima platea che loascoltava. Prendere le distanze dai poteriforti di Catanzaro è una scelta che avrà con-seguenze anche dopo l'elezione del nuovosindaco,rispetto al quale l'UDC, per boccadi Casini, non ha interesse a fare l'ago della bilanciase si andrà al ballottaggio.Affermazione questa di pu-ra tattica politica,riconoscendosi a Casini una parti-colare predilezione per la politica dei due forni. Si ve-drà la sera del 7 maggio con quale risultato di consensiuscirà dalle urne l'UDC e il suo candidato a sindaco.Ma Casini a Catanzaro è venuto anche per fare chia-rezza sulla contraddizione, che agita il partito, fra l'al-leanza di governo alla Regione e la scelta terzopolistaportata avanti da Casini e confermata anche inCalabria. Casini non ha fatto mistero di volere le ma-

ni libere, dicendosi convinto che dopo il governo deiprofessori nulla sarà come prima,sia a destra che a si-nistra. Il riferimento è sia all'alleanza del PD conVendola e Di Pietro sia all'alleanza del PDLcon la LegaNord.E in queste mutate condizioni del quadro politi-co nazionale Casini lancia il "nuovo approdo" cui sidovrà pervenire e per il quale l'UDC,sciogliendo i pro-

pri organismi di partito, ha già aperto il can-tiere del nuovo grande centro o partito deimoderati, con forti richiami a chi non hamai cessato di sentirsi democristiano.Resta da verificare l'impatto che la venutadi Casini a Catanzaro ha avuto sull'UDCcalabrese, saldamente tenuto sotto il con-trollo del fedelissimo Trematerra. A segui-re la fisiognomica delle presenze nelle pri-me file del teatro dove parlava Casini, nonsi poteva non rilevare l'espressione soddi-sfatta di Pasquale Tripodi, sospeso dal par-tito perché terzopolista anche quandoCasini autorizzò l'accordo conScopelliti.Non è sfuggita certamente la pre-senza di Agazio Loiero,oggi coordinatoredell'MPA di Raffaele Lombardo ma inte-ressatissimo al grande centro cui sta lavo-rando Casini. Né poteva sfuggire la facciada poker di Francesco Talarico,presidentedel consiglio regionale, spiazzato da Casini

in quanto notoriamente impegnato in un patto di fer-ro con Scopelliti e che vede nella scelta terzopolista unrischio per la tenuta dell' alleanza di governo alla re-gione. Alleanza che a Talarico e all'UDC ha fruttatomolto di più del suo peso elettorale ma che oggi con-fligge col progetto di Casini . Insomma le mani liberedichiarate da Casini non escludono l'abbandono del-l'astronave di Palazzo Campanella e Talarico ha giàfatto sapere che,per rango e responsabilità, certamentenon per convenienza e opportunismo,sarà l'ultimo adabbandonare la nave.

CASINI A CATANZARO

DAI DUE FORNI AL NUOVO APPRODO

Pierferdinando Casini

Francesco Talarico

L'appuntamento è per il 12 maggio quando conuna fiaccolata verrà ricordata la figura e la tra-gica morte di Lucia, la ragazza che si è tolta lavita lanciandosi nel vuoto per stanchezza di vive-re e la cui vicenda ha saputo ben spiegare lamadre,con una lettera a "Il Quotidiano",comedramma di una generazione e di un contestosocio-economico come quello calabrese.Della fiaccolata si è data notizia nel corso del con-certo che PSE e SEL hanno organizzato il 1°maggio all'Arenella,con l'intervento di RosaMaria Aquino e Bianca Rende che,insieme adAnna Falcone e tante altre donne, hanno datovita su Facebook al "mondo di Lucia" che ha giàregistrato oltre 5 mila adesioni.Lucia col suodisperato ma consapevole gesto esce ,dunque,dalle pagine della cronaca e diventa politicamen-te figura simbolo di quel mondo del lavoro senzagaranzie e senza futuro.

La fiaccolata del 12 non avrà colore politico esarà l'occasione, per la società civile sganciata daipartiti, per esprimere concreta solidarietà almondo giovanile del precariato e del lavoro nega-to.Manifestazione certamente a prevalenza fem-minile come è giusto che sia ma che coinvolge lecoscienze di quanti, in questa crisi dagli esiti sem-pre più incerti, non vogliono che a pagare sianoancora una volta i giovani e le fasce più debolidella società. Si tratta di una iniziativa di parti-colare valore politico che non merita di certo lepregiudiziali poste da un membro della direzionenazionale del PD,Enza Bruno Bossio, ad unmembro della direzione nazionale del PSI,AnnaFalcone, con argomentazioni comunque estraneeallo spirito dell'iniziativa che,nella logica più ele-mentare dei valori in gioco, non può concedersiné divisioni, né discriminazioni, nè conflitti.

FIACCOLATE

“IL MONDO DI LUCIA”

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Sarà una semplice coincidenza ma la relazione dellaBanca d’Italia sulle province più indebitate d’Italia ètornata sulla scena politica negli stessi giorni in cuihanno cominciato a circolare i nomi dei possibili can-didati alla segreteria regionale del PD. Alla fine si è deciso che si comincia col congresso re-gionale da tenere entro giugno e a ottobre si ripren-derà con quelli provinciali e cittadini. Pare che solo suquesta ipotesi si è trovato l’accordo e al commissarioDattorre non è rimasto che accettare. Anche lui avreb-be un interesse diretto a rimettere il partito in car-reggiata, capace di produrre risultati elettorali. Se ri-mette ordine nel PD calabrese, il premio sarà una can-didatura in parlamento, camera o senato si vedrà. Analoga ricompensa si mormorava che fosse previstaper Musi, predecessore di Dattorre, per cui il pette-golezzo bisogna prenderlo con le pinze. Chi gioca spor-co ha interesse a screditarlo. Al momento tutto ruota sul possibile segretario re-gionale e i due nomi che circolano rispondono alle lo-giche di appartenenza che convivono e si contrap-pongono nel PD. Se Mario Oliverio incarna la nomination di area ber-saniana, Mario Maiolo è tutto dentro l’appartenenzadella vecchia Dc che si ritrova nel PD. Se Oliverio haBersani che lo sponsorizza, Mario Maiolo ha EnricoLetta che lo sostiene. Oliverio sembrava il favorito an-che perché la segreteria regionale del PD gli serve percostruire la sua candidatura alla presidenza della re-gione, quando Scopelliti avrà concluso il suo manda-to. Se non prima. La grana della relazione della Banca d’Italia che boc-cia, senza possibilità di appello, la provincia ammini-strata da Oliverio per l’esposizione debitoria che pre-senta, arriva nel momento meno opportuno per unacarriera sapientemente costruita e che dovrebbe tro-vare nella guida della Regione il suo definitivo coro-namento. Si comprende, quindi, perché questa storia della Bancad’Italia che individua nella provincia di Cosenza laprovincia più indebitata d’Italia non ci voleva. Ancheperché su alcuni muri, a Cosenza e in provincia, so-pravvive il manifesto col quale Oliverio celebra trion-falmente l’oscar assegnato alla provincia da lui am-ministrata, per completezza, trasparenza e parteci-pazione democratica. E, in effetti, i debiti non eranonascosti anche perchè non erano considerati ai finidell’oscar da assegnare. Non c’è, quindi, contraddi-zione. Un bilancio è corretto se è trasparente, è posi-tivo se entrate e uscite sono bilanciate e l’ente non èindebitato oltre le compatibilità consentite. E, invece,qui sta il punto. La Provincia amministrata da Oliverioha una esposizione debitoria di oltre 400 milioni cheipoteca fortemente l’agibilità futura dell’ente. Oliverio la pensa diversamente al punto che, dei 400milioni di debiti contratti, ne fa un punto di orgoglioin quanto espressione degli investimenti fatti sul ter-ritorio, dalle scuole, alle strade, ai trasporti, all’ac-quisto di immobili per economizzare sui fitti passivi. Qualcuno gli dovrebbe spiegare che la Banca d’Italianon gli contesta gli investimenti effettuati e le spese ol-tre le compatibilità di bilancio, in quanto non entranel merito. Si limita a mettere in evidenza che è la pro-vincia più indebitata d’Italia e, da che mondo e mon-do, fare debiti non è mai stato considerato un succes-so, diversamente Oliverio avrebbe incassato un altrooscar, quello appunto dei debiti.

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Non esistono spiegazioni ufficiali sulle dimissioni da assessore da-te da Alessandro De Rango e consegnate ad una lettera indiriz-zata al sindaco Cavalcanti prima della seduta sul bilancio con-suntivo 2011.Sulle dimissioni di De Rango esistono molti pettegolezzi e nessu-na versione ufficiale ma non trova smentita la voce che a montedi tutto ci sarebbe stato un diverbio con Sandro Principe che, no-toriamente, nel principato detta legge. Alla base del diverbio l'af-fermazione dignitosa del giovane assessore di difendere il propriooperato e di aspettarsi la solidarietà politica del capogruppo inconsiglio,cioè di Sandro Principe. Pare che, invece, Sandro Principesia stato severo e ingeneroso nei confronti di De Rango nel giudi-care il lavoro svolto, con quei risvolti di intolleranza e di prevari-cazione che conosce bene chi ha avuto modo di lavorare conPrincipe.Esiste anche una interpretazione diversa e cioè che De Rango ab-bia manifestato insofferenza ad essere utilizzato come sempliceesecutore di decisioni prese altrove e senza la sua partecipazione.E' verosimile.Quanto al bilancio consuntivo 2011 è passato su una guida di velluto, persino con l'astensione di SpartacoPupo che un giorno minaccia fulmini e saette sul principato e il giorno successivo è allineato e coperto rispettoalle aspettative della maggioranza che governa. E' rimasto Rausa a votare contro,protestando anche per lamancata esecuzione di un bando europeo per trenta borse di studio.Per il sindaco Cavalcanti è stata una seduta gratificante per la comprensione venuta anche dalle file dell'op-posizione.Restano le dimissioni date da Alessandro De Rango che,per il cognome che porta,pesano non pocosulle sorti del principato.

RENDE

NEL PRINCIPATO QUALCUNO DICE NO

BANKITALIA E PROVINCE

A OLIVERIO L’OSCAR DEI DEBITI

Sandro Principe

direttore responsabileAntonlivio Perfetti

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