CRONOLOGIA DELLE VARIANTI APPROVATE · • dimostra la sostenibilità delle scelte, “intesa come...

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CRONOLOGIA DELLE VARIANTI APPROVATE

SETTORE GESTIONE E SVILUPPO TERRITORIO I PROGETTISTI (prima elaborazione): il dirigente: dott. ing. G. Zuccherini dott. arch. A. Secchi dott. arch. A. Ponticello dott. p.t. R. Rinaldi IL GRUPPO DI LAVORO: coordinamento: dott. p.t. R. Rinaldi

Città di Corsico - P.G.T. – Documento di Piano

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SOMMARIO

0) CARATTERI E CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO.....5

1) CONTESTO URBANO - CRITICITÁ E POTENZIALITÁ .............7

2) IL SISTEMA PAESISTICO E AMBIENTALE – I VINCOLI DI NATURA SOVRALOCALE .........................................................................10

3) PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO E PIANO REGOLATORE GENERALE A CONFRONTO .......................................12

4) L’ANALISI DELLE ISTANZE AL PGT ..........................................14

5) IL PERCORSO PARTECIPATIVO ..................................................15

5.1) Gli incontri di quartiere .................................................................15 5.2) Il “Laboratorio di genere”.............................................................17

6) I CONTENUTI SPECIFICI DEL DOCUMENTO DI PIANO........21

6.1) Le scelte del documento di piano ...................................................21 6.2) Gli obbiettivi strategici e la coerenza alle “LINEE GUIDA” .......23 6.3) Il meccanismo compensativo-perequativo .....................................24 6.4) Gli obbiettivi quantitativi di sviluppo e la capacità insediativa.....25 6.5) Il bilancio della perequazione e il bilancio economico..................29 6.6) I criteri di incentivazione................................................................30 6.7) Opere realizzabili con le risorse ricavate dagli interventi di trasformazione.............................................................................................31

7) LE PRIORITÁ DEL DOCUMENTO DI PIANO .............................32

7.1) Ambito di rigenerazione urbana (AT1) ..........................................32 7.2) Ambito di riqualificazione Lavagna (ATr1) ...................................35 7.3) Ambito di riqualificazione Burgo (ATr2) .......................................36 7.4) Ambiti di rinnovo funzionale (ATf).................................................38 7.5) Ambiti di trasformazione produttiva (ATp) ....................................40 7.6) Ambiti di compensazione volumetrica (ATs)..................................42 7.7) Il quadro complessivo degli ambiti di trasformazione ...................44 7.8) Il sistema della mobilità .................................................................45 7.9) Gli interventi infrastrutturali..........................................................46

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0) CARATTERI E CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO Secondo i principi della sussidiarietà la legge regionale n. 12/2005 (di seguito anche LUR “Legge Urbanistica Regionale”) non si limita ad assegnare ai comuni il compito della pura gestione dell’attività edilizia, ma quello più importante e qualificante di definire i traguardi dell’organizzazione fisica, sociale, ambientale del proprio territorio, in base principi ed indirizzi generali di coerenza e di equilibrio definiti dalla Regione Lombardia (in particolare nel Piano Territoriale Regionale con validità di Piano Paesistico) e dalla Provincia di Milano (nel Piano territoriale di Coordinamento Provinciale). Il Documento di Piano (DdP) ha appunto il compito, per quanto riguarda l’uso del territorio (costruito e non), di rappresentare concretamente gli obiettivi dello sviluppo locale e di rendere operative e coerenti le strategie d’azione dell’Amministrazione in carica per il periodo di cinque anni. In concreto e sinteticamente il Documento di Piano:

• individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione, del territorio e dell’ambiente (urbano e naturale);

• determina le politiche d’intervento per la residenza e per le attività di produzione (industriali, terziarie, commerciali);

• dimostra la compatibilità di dette politiche con le risorse economiche attivabili e quindi dimostra che la dimensione stessa della crescita (il tetto insediativo del Piano) risulta compatibile col mantenimento di un equilibrato rapporto con l’ “offerta di servizi”;

• dimostra la sostenibilità delle scelte, “intesa come garanzia di uguale possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di salvaguardia dei diritti delle future generazioni”, utilizzando al meglio le risorse di spazio, di mobilità, di “natura” (suolo, acqua, aria, energia, ecc.).

Questa complessa operazione, che comporta responsabilità rilevanti anche in ragione dell’ampio margine di discrezionalità lasciato dalla legge a disposizione dei Comuni, richiede da una parte che le scelte strategiche del Documento di Piano siano il più ampiamente condivise all’atto della loro formazione (vedi in proposito l’ampia diffusione e discussione del documento delle “LINEE GUIDA” esaminato in commissione urbanistica in data 13 luglio 2010, nelle commissioni consiliari congiunte in data 10 luglio 2010 e definitivamente approvato con delibera di consiglio comunale n. 30 in data 20 settembre 2010), ma anche che l’attuazione stessa del Piano si realizzi nella massima trasparenza, cioè attraverso meccanismi procedurali che rendano evidenti le ragioni per le quali si perviene, in sede di negoziazione con gli interessi privati, ad un risultato equilibrato, ove cioè l’interesse generale non sia soccombente, ma al contrario siano evidenti e misurabili gli interessi pubblici realizzati. Per ottenere questo le “proposte di trasformazione” contenute nel Documento di Piano sono supportate, nella stessa normativa di attuazione, da chiari riferimenti agli obiettivi da raggiungere, che non possono essere soltanto quelli di ordine quantitativo che erano tipici dello strumento P.R.G., ma piuttosto valori di qualità insediativa e ambientale.

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La LUR, a questo proposito, affida molto alla fase di predisposizione del progetto il compito di ricercare “la migliore soluzione”, in conformità agli obiettivi e sottolinea che questo deve avvenire mettendo a confronto soluzioni alternative e che il risultato deve essere il frutto di un lavoro di affinamento volto a raggiungere la sostenibilità ambientale economica e territoriale in genere. La possibilità di realizzare pienamente questo processo è data dal fatto che il DdP non conforma i suoli, cioè non attribuisce diritti di edificazione. Un efficace procedimento di partecipazione e comunicazione è tanto più importante in quanto la grave situazione economica in cui versano i comuni (e quindi anche Corsico) comporta una difficile, quotidiana, operazione di ricerca delle risorse necessarie per “dare compimento al disegno della città”. È importante in tal senso che l’amministrazione comunale assuma un ruolo di negoziazione “positiva” con gli operatori privati interessati alla trasformazione del territorio e che hanno risorse economiche adeguate. Il Documento di Piano a cui fa riferimento la presente relazione, come di seguito risulterà chiaro, in coerenza con quanto sopra, si è posto con chiarezza il problema di definire la linea di un comportamento pubblico virtuoso:

• individua gli obiettivi generali e particolari e soprattutto le priorità, ovvero ciò che si ritiene necessario e possibile fare nel corso del quinquennio, senza consumare territorio, per migliorare la qualità insediativa razionalizzando il sistema delle relazioni e dei servizi;

• ricerca le risorse economiche che occorrono tramite un accorto procedimento di richiamo dei privati a partecipare al raggiungimento degli obiettivi di Piano, riconoscendo una giusta remunerazione al rischio d’impresa, ma non alla rendita fondiaria;

• chiede che tale partecipazione si faccia carico non solo di provvedere, come di norma, alla realizzazione delle infrastrutture e dei servizi di diretta competenza, ma anche di contribuire alle opere di completamento del disegno urbano in una logica di sostenibilità.

Questa linea di condotta appare motivata sia dal fatto, già sottolineato, che mancano le risorse economiche pubbliche, che in passato intervenivano, spesso in ritardo, a colmare i bisogni differiti indotti dai nuovi interventi, ma soprattutto dal fatto che le “trasformazioni”, in un contesto densamente costruito come quello di Corsico, non hanno obiettivi di sviluppo quantitativo, ma devono affrontare delle questioni rimaste aperte di completamento e riqualificazione della città.

1) CONTESTO URBANO - CRITICITÁ E POTENZIALITÁ Una descrizione sintetica degli elementi che caratterizzano il sistema territoriale a cui Corsico appartiene è assolutamente utile per convalidare le linee strategiche dello sviluppo a cui punta il Documento di Piano. Le riassumiamo. Il territorio di Corsico si sviluppa a cavallo di tre radiali milanesi: il Naviglio, la ferrovia Milano - Mortara, l’asse della nuova Vigevanese. L’asta del Naviglio e della vecchia Vigevanese rappresenta la linea di sviluppo storica, ove ancora un’edilizia di impianto prevalentemente novecentesco, nella quale si nota la presenza di emergenze storico – monumentali, prevale sulla “città moderna” con i suoi edifici alti e i contenitori terziari di uffici e commerciali. Si tratta della via degli insediamenti prevalentemente residenziali, caratterizzata da un ricco sistema di rapporti locali e meno da rapporti a lunga distanza, ove ancora si ravvisano persistenze di luoghi identitari. Su questa via si appoggia il nucleo storico di Corsico, ove resiste un modello di vita che ancora non si confonde con il modello di vita delle periferie metropolitane, un modello ove permane una stabilità di rapporti sociali e di abitudini, che il pendolarismo casa – lavoro non ha ancora completamente disgregato. L’elevato grado di urbanizzazione, la densità edilizia e di popolazione di questa fascia di territorio, in cui pure si ravvisano problemi di congestione e alcuni disagi, non può considerarsi del tutto un difetto, ma piuttosto un carattere, che aiuta anche a conservare una evidente e importante forza di aggregazione sociale. Il Piano di Governo del Territorio assume e valorizza i connotati positivi di quest’area e si propone di mitigare i disagi abitativi mediante operazioni di puntuale riqualificazione urbana, migliorando gli spazi pubblici, potenziando i parcheggi di corona, sviluppando la pedonalità interna e quella che dal centro si sviluppa verso l’area del Parco Sud e verso le zone periferiche a sud, ma anche quella che collega e collegherà al centro gli insediamenti lontani e distaccati posti oltre la linea ferroviaria, confermando e rafforzando in questo modo il ruolo “centrale” del nucleo storico e la sua capacità di essere un punto di riferimento sociale. A questo proposito il DdP si propone un obiettivo importante, rimasto finora inattuato, quello di espandere il “centro” oltre il Naviglio, e di coinvolgere la fascia di territori a nord del Naviglio in un progetto di integrazione alla città storica, che sia anche occasione per ridisegnare il livello dei suoi servizi. La fascia di territorio a cavallo della Nuova Vigevanese, per la sua posizione al di la della linea ferroviaria, che rimane ancora il principale ostacolo per le relazioni trasversali, si connota come il territorio delle trasformazioni recenti, ove alcuni quartieri residenziali “moderni” nati con il carattere dell’autosufficienza (con i propri servizi e le proprie attrezzature di vicinato) secondo un modello di sviluppo degli anni sessanta - settanta, che l’Amministrazione Comunale di Corsico ha interpretato al meglio, ma che ora mostrano elementi di relativa debolezza ambientale e sociale, si mescolano agli insediamenti prevalenti industriali e commerciali.

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Si tratta di un territorio “dinamico” ove le tendenze alla trasformazioni degli spazi produttivi sono continue e pressanti, su “ispirazione” delle dinamiche milanesi; l’identità dell’asse della Nuova Vigevanese è fortemente “metropolitana”, il sistema produttivo che vi risulta insediato sta assumendo sempre più il carattere di un comparto produttivo specializzato che è parte di un sistema produttivo molto più ampio. Alle sue porte, cioè appena oltre il confine verso Milano, le trasformazioni funzionali ed edilizie sono state imponenti soprattutto negli ultimi anni e premono come “modelli innovativi” sul territorio corsichese. La presenza industriale e artigianale è ancora rilevante e risponde ad una domanda della popolazione insediata in Corsico, ancora caratterizzata da una notevole presenza di addetti nel settore dell’industria, benché anche qui si noti una evoluzione verso competenze terziarie; la presenza di questo settore produttivo va quindi mantenuta assecondando solo quelle integrazioni (uffici, commercio dei prodotti dell’azienda) che siano effettivamente un sussidio dell’attività principale; questo si propone di fare, con la dovuta accortezza, il Piano di Governo del Territorio, evitando di indurre trasformazioni che possano produrre alterazioni nei rapporti fra domanda e offerta di lavoro, fra esigenze abitative e esigenze operative. Ma le priorità per quanto riguarda il territorio a cavallo della Nuova Vigevanese sono altre, sono quelle che potremmo definire “storiche” e che riguardano la capacità di mantenere sufficientemente unitario il territorio comunale, facendo in modo che le diverse presenze funzionali (residenza, industria, commercio) non pesino l’una sull’altra e risultino insieme connesse ad un sistema di collegamenti che approda al nucleo centrale. Questo vale soprattutto per i quartieri residenziali che devono sentirsi sempre meno isolati, ma partecipi di un progetto di riqualificazione urbana e del sistema dei servizi di cui l’Amministrazione intende elevare la qualità realizzando accorpamenti e risparmi di gestione. I provvedimenti specifici del Documento di Piano in questa direzione vengono più avanti descritti in dettaglio. Infine al quadro di riferimento territoriale esistente si stanno tuttavia aggiungendo elementi che presentano problematicità di difficile interpretazione; elementi che potrebbero agire in modo rilevante nei prossimi anni, presumibilmente oltre il quinquennio di validità del Documento di Piano, ma anche in tempi più brevi. In particolare due fatti consigliano un atteggiamento di prudenza e di attenzione per le modificazioni che potrebbero indurre nell’uso del patrimonio costruito, nella dinamica del quadro sociale, nell’evoluzione del sistema delle funzioni; ci limitiamo a segnalare questi nuovi possibili fattori di trasformazione:

• l’approvazione del P.G.T. di Milano e la sua attuazione; questo progetto

ha connotati fortemente centralistici per la previsione di un rilevante incremento del tetto insediativo all’interno della città capoluogo, per l’ingente previsione di sviluppo terziario entro la cerchia urbana di Milano (già peraltro in atto), in sostanza per l’effetto possibile che la strategia del piano milanese potrà avere sulla dinamica demografica e sul ricambio di popolazione nei comuni attorno a Milano; da questo potrebbero derivare una ricaduta di problemi nuovi sul territorio di Corsico, che consigliano di tenere aggiornato il quadro conoscitivo (monitoraggio del PGT) e di confermare la necessità di un dosaggio prudente delle ipotesi di trasformazione del Piano comunale;

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• la definitiva entrata in funzione del servizio di trasporto celere e frequente sulla linea ferroviaria Milano - Mortara che agevolando i collegamenti col centro dell’area metropolitana può accentuare il rapporto di dipendenza da Milano delle aree e degli insediamenti della prima cintura;

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2) IL SISTEMA PAESISTICO E AMBIENTALE – I VINCOLI DI NATURA SOVRALOCALE

Nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale la carta di sintesi dei caratteri agricoli, paesaggistici e naturalistici mette in evidenza in generale la ridotta presenza di suolo agricolo nelle aree dei comuni di prima fascia attorno a Milano, che, per quanto riguarda in particolare Corsico, ha un valore assolutamente residuale. II suolo agricolo tuttavia presenta un livello agronomico medio-alto e un elevato livello di interesse paesistico ambientale, proprio a causa della sua esigua dimensione e del carattere di stretta connessione con gli insediamenti circostanti. Per la nostra area agricola a sud del Naviglio e compresa fra i comuni di Buccinasco, Corsico e Trezzano, che il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano (cioè lo strumento di pianificazione che definisce l’assetto e le destinazioni delle aree interne al parco) individua come “di collegamento fra città e campagna” e in cui colloca un “ambito di fruizione”, vale a dire una porzione del territorio agricolo specificatamente adeguata all’uso pubblico dello spazio aperto, si sottolinea l’importanza di un progetto di fruizione che il Comune di Corsico auspica di sviluppare insieme agli altri comuni interessati. Il valore paesaggistico di quest’area è dato dal fatto che essa si affaccia sul Naviglio Grande, che è interessata da fontanili e attraversata da corsi d’acqua superficiali accompagnati da formazioni lineari boscate, che vede la presenza di una cascina storica, ma anche dal fatto che, dal punto di vista urbanistico e ambientale, è l’unico lembo di spazio libero che ancora separa gli insediamenti dei comuni di Corsico, Trezzano,e Buccinasco e l’urbanizzato di Corsico dalla tangenziale ovest. Fondamentale è quindi la conservazione dell’identità agricola (che è un contenuto strategico del P.G.T.), oltre che il problema della conservazione – valorizzazione del reticolo idrico superficiale, dei fontanili e dei sistemi di verde arboreo che accompagnano il percorso dell’acqua, nella prospettiva di un uso che sia non solo volto alla coltivazione, ma anche alla fruizione collettiva per lo svago e per lo sviluppo, sempre più necessario, di una diffusa cultura ambientale. Per la conservazione di tale identità sarebbe importante che questo spazio venisse anche identificato dalla Provincia come “area agricola strategica” in conformità al D.G.R. n. VIII/8059 del 19/09/2008 “ Criteri per la definizione degli ambiti destinati all’attività agricola di interessa strategico nei P.T.C.P. (comma 4 dell’art. 15 l.r.12/05)” in modo da vincolarne, anche a livello sovra comunale, la destinazione agricola e di fruizione collettiva. Il P.T.C.P. individua inoltre la Cascina Guardia di Sotto insieme alla Cascina Guardia di Sopra, affacciate sul Naviglio Grande, come complessi rurali di notevole valore, “esempi tipici delle grandi aziende agricole del milanese”. Va rilevato che mentre la Guardia di Sopra, che è oggetto di un progetto di recupero a fini religioso-culturali, risulta ormai inserita in un territorio urbanizzato staccato dal territorio agricolo, rimanendo comunque importante dal punto di vista architettonico, storico e paesaggistico, la Guardia di Sotto, anch’essa dotata di notevoli valori paesaggistici potenziali, è in condizioni di degrado a cui bisogna provvedere; a suo vantaggio ha un entroterra agricolo circoscritto, ma di grande interesse.

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Il Piano Territoriale Regionale d’Area “Navigli Lombardi”, cioè uno dei piani d’approfondimento del Piano Territoriale Regionale volto a disciplinare più dettagliatamente alcune aree regionali caratteristiche disponendo indicazioni puntuali circa le previsioni insediative e gli interventi sul territorio che non produce vincoli diretti sull’uso del suolo, ma ha efficacia diretta e prevalente nei confronti dei comuni, approvato con D.C.R. n. IX/72 del 16/11/2010, individua una fascia di tutela di 100 metri nella quale “si dovrà porre particolare attenzione alla valorizzazione delle aree verdi, alla salvaguardia delle aree libere da trasformazioni incompatibili con gli obiettivi di qualità del paesaggio”. Questa fascia copre sia le aree edificate, nelle quali l’attenzione si riferisce soprattutto all’esigenza di conservazione e riqualificazione degli spazi urbani che si aprono sul fonte del Naviglio, sia le aree che lungo l’alzaia Trieste e l’alzaia Trento sono una risorsa da valorizzare (vedi in particolare la parte compresa nell’area ex Pozzi – Ginori), o per la quale è già in atto un progetto di valorizzazione ambientale e paesaggistico (vedi la parte che riguarda l’area ex Burgo e il parco attrezzato lineare in corso di completa realizzazione). Importanti sono anche gli elementi di interesse naturalistico, paesaggistico e storico messi in evidenza dalla “Carta del Paesaggio” (allegato conoscitivo del Documento di Piano), che rappresenta il contributo di un’analisi di dettaglio a cui fare riferimento per gli opportuni provvedimenti di tutela a carico soprattutto del Piano di Governo del Territorio e degli esami di impatto paesistico. Si tratta di definizioni, vincolistiche o meno, circa gli aspetti naturalistici e paesaggistici quali specchi d’acqua e corsi d’acqua a cielo aperto; aree boscate del Piano di Indirizzo Forestale e altre “percepite” o segnalate; filari alberati; percorsi di interesse paesistico indicati dal P.T.C.P. e orti urbani, o relativi ai valori storici e culturali quali edifici vincolati con decreto, o tutelati dal d.lgs 42/2004; edifici di valore storico percepito, coni visivi da tutelare ed elementi puntuali simbolici della storia e cultura locale. I provvedimenti di tutela e valorizzazione che conseguono da tali individuazioni e che riguardano sia le aree agricole, come i valori di paesaggio, gli aspetti ambientali anche del costruito e gli elementi storici e architettonici puntuali, sono di competenza specifica del Piano delle Regole: è tuttavia importante il riferimento ad essi, come quadro di riferimento di cui tener conto anche nelle vere e proprie “trasformazioni”, per una loro caratterizzazione in sintonia ai caratteri connotativi dell’ambiente urbano storico, quando si agisce in un rapporto funzionale e sinergico con esso.

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3) PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO E PIANO REGOLATORE GENERALE A CONFRONTO

La nuova pianificazione urbanistica affidata al P.G.T. non può non tenere in considerazione il previgente Piano Regolatore Generale e i piani attuativi, coerenti o in variante al piano generale, in corso d’attuazione o già approvati e convenzionati. Alla luce di tale premessa è opportuno delineare un confronto tra le previsioni, quantitative di massima o puntuali, tra i due diversi strumenti urbanistici. Da primo si analizzano le previsioni quantitative relative alle volumetrie previste e al numero di abitanti insediabili. Il Piano Regolatore Generale, nella sua relazione generale, fornisce il seguente quadro delle potenzialità di piano, quindi in senso lato delle risorse, riguardo alla residenza. L’edificabilità complessiva è stimata pari a 247.500 mc ed è costituita da 65.000 mc realizzabili nelle zone di completamento e da 182.500 mc nelle zone di espansione e riqualificazione urbana. In conseguenza di questa previsione l’incremento di abitanti viene stimato in 2.475 unità (sulla base del parametro di 100 mc/abitante), che sommati ai 35.184 abitanti del dicembre 1998, determinano una capacità insediativa teorica del P.R.G. di 37.659 abitanti. Su questa base viene anche calcolato lo standard di aree per servizi pubblici, che risulta pari a 29,10 mq/abitante. L’uso di un parametro di 115 mc/abitante (quello attualmente utilizzato per il P.G.T.), meglio rappresentativo dello standard abitativo reale, avrebbe portato a stimare l’incremento di abitanti in circa 2.150 unità. L’attuazione del P.R.G., a nove anni di distanza dalla sua approvazione, è risultata parziale: sebbene sia stato realizzato l’unico intervento previsto in aree d’espansione (zona C, attuata dall’A.L.E.R. tramite Piano Operativo Regionale) rimangono inattuati, nelle zone di riqualificazione urbana, interventi residenziali per oltre 75.000 mc ed in fase di realizzazione circa 17.000 mc. Per quanto riguarda le volumetrie non a destinazione residenziale complessivamente in tutte le zone assoggettate a piani attuativi (ancorché già edificate anche densamente) non sono stati attuati interventi per oltre 500.000 mc, di cui massimo a carattere commerciale circa 94.000 mc. Le succitate quantificazioni si discostano da quelle delineate nelle Linee Guida del P.G.T. a causa del non conteggio delle volumetrie relative all’intervento di Sportello Unico Hitman. Gli abitanti nel frattempo, in apparente contraddizione con lo sviluppo insediativo avvenuto, sia pure in misura minore del previsto, sono diminuiti da 35.184 a 34.275 (dato al 5 ottobre 2010) cioè di 909 unità e non aumentati, come sarebbe stato logico attendersi. Nel contesto di questa relazione non interessa approfondire le cause socio economiche per le quali la popolazione insediata in Corsico è diminuita nel periodo di validità del P.R.G., ma è evidente che lo sviluppo demografico di un comune in un’area complessa e problematica come quella metropolitana, è legato a anche cause generali. Ad esempio a fattori economici non locali, a fenomeni complessi di mobilità della popolazione e, nel caso di Corsico, all’esistenza di poche, residue, risorse di trasformazione che richiedono operazioni complesse di riqualificazione e rilevanti investimenti, non facilmente attivabili in un quadro

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dello sviluppo metropolitano ove sono reperibili situazioni di più facile e rapida redditività. In secondo luogo, riguardo alle previsioni puntuali, devono tenersi in considerazione quelle d’ampio respiro e spesso ai limiti della fattibilità per le quali la "storia" ha insegnato che alcune problematiche sono di fatto quasi insormontabili a livello locale. Un esempio è dato dai numerosi tracciati stradali di collegamento nord-sud, individuati dai vari strumenti urbanistici di Corsico che, di volta in volta, trovavano il dissenso di uno o dell'altro comune confinante. Rispetto quindi a previsioni di questo tipo, come il tracciato ancora previsto in P.R.G., il P.G.T. non reitera l’individuazione del tracciato evitando di avventurarsi in ipotesi non condivise a livello sovracomunale od almeno intercomunale e lasciando ampia flessibilità di manovra alle sedi istituzionali competenti per le previsioni di questo tipo. Altro esempio è l’individuazione del tracciato di prolungamento della linea metropolitana M4 (ora in programmazione sino al capolinea di S. Cristoforo in Milano) per il quale il comune si attiverà a tempo debito, in concerto con l’amministrazione del comune di Buccinasco, evitando in questa sede di abbozzare soluzioni non condivise e magari portatrici di aspettative non concretizzabili. Quanto sopra mette in evidenza quindi la necessità di un cambio di rotta strategico nella gestione del territorio. Risulta utile a questo proposito mettere in evidenza:

• che le previsioni del P.G.T. non sono semplicemente aggiuntive rispetto a quelle complessive del P.R.G.; il P.G.T. non assume il P.R.G. come un dato immodificabile; ne accetta le indicazioni utili e comunque le verifica;

• che il P.G.T., solo in misura limitata completa l’attuazione del P.R.G. preferendo la definizione di obiettivi di miglioramento della qualità insediativa con diverse articolazioni della combinazione quantità/funzioni e l’individuazione di azioni concrete e attuabili in relazione agli interventi previsti;

• che l’insieme delle previsioni del P.G.T. sono il risultato di un diverso approccio riguardo all’uso del territorio; rispondono ad uno scopo qualitativo, più che a produrre un incremento dell’offerta insediativa (il cui dimensionamento è risultato come si è visto molto problematico); non si riferiscono a ipotesi di fabbisogno quantitativo del tutto teoriche, ma vogliono utilizzare lo strumento delle trasformazioni soprattutto per raggiungere finalità di miglioramento delle condizioni insediative (completamento del disegno urbano e valorizzazione delle risorse ambientali –ad esempio per l’area ex Pozzi-, valorizzazione delle aree pubbliche, recupero all’uso pubblico di spazi strategici -area ex ATM-, miglioramento del sistema delle relazioni fra le diverse parti del territorio);

• che le aree destinate ai servizi e all’uso pubblico sono notevolmente superiori al minimo stabilito dalla LUR, che tale dotazione è da considerarsi un punto di forza della città e come tale da mantenersi/incrementarsi nel tempo e che soprattutto tali aree (al contrario di come è stato spesso interpretato lo “standard” dei vecchi P.R.G.) non sono considerate come una risorsa potenziale, puro e semplice spazio vincolato per future necessità, ma come opportunità da concretizzare nel periodo di validità del Documento di Piano.

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4) L’ANALISI DELLE ISTANZE AL PGT Le istanze pervenute nel corso del periodo di elaborazione del P.G.T. sono state un totale di 85 di tipo specifico e spesso relative a singole aree e 3 di carattere generale, ossia contenenti richieste di partecipazione o argomenti di interesse trasversale. L’elenco per esteso contenuto nella relazione conoscitiva e ricognitiva permette di valutare le tipologie delle richieste e l’estensione delle aree coinvolte. Per quanto non numerosissime, per un comune con elevata popolazione come Corsico, nel complessivo le istanze hanno riguardato un totale di 2.373.695 mq di territorio, ossia oltre il 43% del territorio comunale. I volumi proposti su tali aree raggiungono l’ordine di 1.375.000 mc, di cui circa 825.000 a terziario, commerciale o produttivo e 550.000 a residenziale. Mentre i volumi esistenti, per i quali viene quindi proposta la demolizione o completa ristrutturazione sono circa 640.000 mc, permettendo di valutare in 735.000 mc l’aumento di volumetria desiderato sul territorio comunale. Tralasciando qui alcuni contenuti specifici, anche di dettaglio, in ordine a indicazioni e proposte di miglioramento dell’assetto urbano della città, per quanto possibile tenute in ampia considerazione, è sintomatico rilevare che la stragrande maggioranza siano richieste di cambi di destinazione d’uso. Infatti, oltre alle richieste di individuazione di piani attuativi e valutazioni di ristrutturazioni, spesso con aumento degli indici di edificabilità, sono proprio i cambi di destinazione che maggiormente interessano i proprietari di immobili nel territorio comunale. Molte delle aree individuate ricadono in zona D1 o D2 di P.R.G. vale a dire zone a destinazione industriale produttiva. Le richieste di cambi di destinazione sono spesso quindi volte a favorire la rendita fondiaria di terreni, avvantaggiata dal cambio di destinazione, per due motivi principali che si possono ipotizzare: il finanziamento di una delocalizzazione di un’attività esistente o la speculazione sulla dismissione, attuale o futura, di un’attività produttiva in favore di un’attività commerciale. Al di là di queste considerazioni le trasformazioni proposte dal DdP non sono basate su singole richieste, siano esse legittime o meno, bensì sull’adeguatezza e l’opportunità di identificare alcune trasformazioni in coerenza con i chiari e precisi obbiettivi delineati dalle Linee Guida per il P.G.T. approvate dal Consiglio comunale. In tale ottica le considerazioni fatte si sono basate principalmente su situazioni di dismissione di lungo periodo, per le quali è ormai evidente quanto sia difficile auspicare la riapertura di un’attività produttiva in linea con i dettami delle Linee Guida. Inoltre, per quanto non possa certo essere tralasciato, si è data meno importanza alle precedenti previsioni del P.R.G., soprattutto in ordine quantitativo, ed allo stato di fatto delle strutture esistenti, di quanto non si sia data ad una visione di assetto generale il cui compimento e sviluppo possa partire dall’attuazione degli ambiti di trasformazione previsti. D’altro canto si è invece cercato di proporre ambiti il cui mix funzionale, in coerenza con le localizzazioni e le valenze paesaggistiche limitrofe, possa essere vero punto di forza delle nuove parti della città nella speranza di rigenerare un tessuto urbano che sia destinato a sopravvivere alle crisi dei diversi settori e di volta in volta capace di reinventarsi nel rispetto dei valori ambientali e storici della città.

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5) IL PERCORSO PARTECIPATIVO Capitolo a cura di Gisella Bassanini, arch.a consulente per la partecipazione. Il presente capitolo intende sinteticamente restituire il processo attivato e i risultati ottenuti dalle due azioni partecipative sviluppate a Corsico all’interno del percorso di redazione del PGT. Si tratta di due interventi che hanno utilizzato metodologie e strumenti partecipativi differenti. Anche i portatori di interesse coinvolti sono stati diversi. Mentre la prima azione, infatti, ha visto il coinvolgimento dell’intera cittadinanza (donne e uomini) attraverso un ciclo di incontri pubblici di quartiere; la seconda, si è rivolta specificatamente alla comunità femminile locale attraverso l’attivazione di un “Laboratorio di genere” organizzato secondo una formula che ha visto l’integrazione tra momenti di confronto e discussione in plenaria e attività di lavoro per gruppi. Nel primo caso, i risultati emersi e consegnati all’Amministrazione Comunale sono stati raccolti in un report e in una presentazione in formato digitale che ricapitolano “la mappa dei temi emersi” costruita secondo un indice che comprende argomentazioni (criticità ed eccellenze) e proposte. Nel secondo caso, il risultato dell’intero processo partecipativo è stato un “Documento finale condiviso” che offre oltre ad una condivisa visione di città, temi e proposte per azioni future. Tutte e due le esperienze sviluppate, caratterizzate da un’attiva e propositiva partecipazione da parte della comunità locale, hanno fornito un insieme di riflessioni, argomentazioni e proposte che rappresentano un ulteriore contributo al lavoro dei tecnici e degli Amministratori impegnati nella redazione del Piano di Governo del Territorio. Il percorso partecipativo sviluppato, sia quello realizzato nei quartieri che all’interno del “Laboratorio di genere”, si è concluso con un incontro aperto alla città, tenutosi sabato mattina, 20 novembre 2010 (presso la Sala La Pianta), nel quale si sono presentati i risultati emersi (temi e proposte), unitamente alla presentazione della cartografia, degli studi e delle analisi effettuati dai tecnici incaricati dall’Amministrazione comunale di redigere il PGT.

5.1) Gli incontri di quartiere a) Calendario

Sono stati realizzati quattro incontri (dal 15 ottobre al 5 novembre 2010), in quattro luogo diversi della città (Centro civico Giorgella, Centro sociale Curiel, Centro di aggregazione giovanile Piazza Europa, Sala La Pianta).

b) Strumenti utilizzati: La formula utilizzata per il confronto con i cittadini e le cittadine è stata quella dell’incontro pubblico serale organizzato secondo una scaletta che ha previsto una breve presentazione delle linee strategiche del Piano da parte dell’Amministrazione pubblica e dei tecnici incaricati, per proseguire nell’attività di ascolto dei/delle partecipanti che hanno chiesto chiarimenti, posto domande, fornito riflessioni e argomentazioni, avanzato critiche e proposte. Al termine del ciclo di incontri, la discussione che si è sviluppata nelle singole serate è stata ripresa e reinterpretata tenendo conto dei contributi di carattere generale e di quelli più specifici, successivamente organizzati questi ultimi in ambiti tematici, linee strategiche di azione.

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RELAZIONE PROGETTUALE

In questo capitolo si riprendono gli elementi che più significativamente caratterizzano il lavoro svolto e i risultati conseguiti, rimandando ai documenti intergrali per una lettura più puntuale di quanto emerso.

c) Priorità e proposte Le linee strategiche del PGT presentate nel corso dei singoli incontri con il supporto di materiale scritto, cartografico e video hanno ricevuto nel complesso un alto livello di condivisione da parte dei/delle partecipanti;

• emerge dai/dalle cittadini/e una visione multiscalare delle problematiche che coinvolgono la città, il suo funzionamento e sviluppo, capace di tenere insieme le grandi questioni che riguardano più in generale il sistema urbano di Corsico (la grande scala), le sue connessioni con la dimensione sovra-comunale, e un insieme di indicazioni ed interventi dal carattere più circoscritto e contenuto (la piccola scala o scala di prossimità);

• si teme che la nuova edificazione, oltre a ridurre ulteriormente il poco suolo rimasto libero e aumentare la percentuale di popolazione insediata, possa produrre effetti negativi sulla qualità della vita urbana e il sistema dei servizi considerato di buon livello a Corsico, e ciò in particolare a causa della progressiva scarsità di risorse economiche e finanziarie disponibili, determinata dalla situazione di crisi che investe il nostro Paese;

• il mantenimento di un rapporto equilibrato tra residenza (attuale e prevista) e i servizi (esistenti o implementabili in futuro) è uno dei temi prioritari;

• si suggerisce di procedere per piccoli interventi con l’intento di ridurre il disagio in alcune aree urbane e migliorare l’esistente, in particolare in quelle aree coinvolte da processi di trasformazione. Partire dalle piccole cose come risposta alle domande dei singoli quartieri ed anche come risposta alla crisi che stiamo vivendo che ha ridotto notevolmente le risorse disponibili;

• completare le aree ex industriali della città (area ex Burgo, area ex Pozzi) e definire l’utilizzo futuro delle aree e strutture ex industriali rimaste ancora inutilizzate

• garantire un’adeguata manutenzione della città. È questa una questione che preoccupa i cittadini e le cittadine che sono ben consapevoli delle reali limitazioni prodotte dalla contrazione delle risorse pubbliche attualmente disponibili e conseguentemente della difficoltà che l’ente locale oggettivamente ha nel far fronte a tale richiesta.

d) Le aree tematiche (linee strategiche d’azione) individuate:

Tre sono le grandi aree tematiche considerate prioritarie : − il patrimonio storico ambientale

− la riconversione delle aree e strutture ex-industriali

− la mobilità sostenibile a l’accessibilità

Tali macro aree tematiche contengono al loro interno micro-aree così articolate: − i luoghi per la socialità, lo sport e le forme di convivenza

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− la partecipazione ai progetti strategici per la città

− il trasporto pubblico locale tra periferia e centro

− il raddoppio della ferrovia Milano-Mortara e la nuova stazione

− le connessioni con i Comuni contermini

− l’isolamento di alcune aree urbane

− la sicurezza reale e/o percepita

− Il progetto e la riqualificazione dello spazio pubblico

− il potenziamento del sistema produttivo, commerciale e dei servizi della città

5.2) Il “Laboratorio di genere” Per promuovere la partecipazione delle donne al Piano di Governo del Territorio (PGT) è stato realizzato un “Laboratorio di genere” dedicato al futuro assetto urbanistico della città. L’iniziativa, promossa dal Comune di Corsico e rivolta alle donne residenti o domiciliate in questa città, si è data come obiettivi principali l’incentivazione e stimolazione della partecipazione femminile ai processi decisionali in merito all’assetto del territorio e il perseguimento di una maggiore diffusione, anche nel campo urbanistico, dell’approccio di genere. Alla base di questo particolare percorso di partecipazione, tra le poche esperienze in Italia di questo tipo, vi è la consapevolezza che la società, come la città, è costituita da donne e uomini e che pertanto anche la pianificazione territoriale “non è neutra rispetto al genere” e può rappresentare una concreta occasione per far dialogare le diversità e per considerare ancora più precisamente i diversi bisogni e desideri che esistono e che sono legati al vivere, lavorare, muoversi e fruire il territorio da parte delle donne e degli uomini. Così come indicato da numerosi documenti internazionali, europei e nazionali che l’Amministrazione comunale ha fatto propri. Questa iniziativa si inscrive inoltre all’interno del percorso già tracciato dal “il Bilancio di Genere. Uno strumento di governo per il Comune di Corsico”, Comune di Corsico/IRS Istituto per la Ricerca Sociale, realizzato nel 2009.

a) Calendario:

Sono stati realizzati quattro incontri (dal 7 ottobre al 12 novembre 2010) ospitati nella Sala del Consiglio presso il municipio di via Roma 18. Hanno fatto parte del team di lavoro: Gisella Bassanini, architetta ed esperta di processi partecipativi e di pianificazione di genere (consulente esterna); la dott.sa Angela Rosti e l’ing. Vittorio Zocca.

b) Strumenti utilizzati: Al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati si è scelto di utilizzare all’interno del “Laboratorio di genere” metodologie e strumenti diversi, così come oramai suggerito dall’esperienza e dalla letteratura prodotta nell’ambito della promozione e utilizzo di modalità partecipative e

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inclusive all’interno dei processi e progetti di urbanistica e progettazione architettonica. Nello specifico: − Raccolta di materiali (documenti, fotografie, progetti, impressioni,

esperienze dirette);

− Brainstorming (in plenaria);

− Workshop di co-progettazione (in plenaria e per gruppi) finalizzato alla redazione di un “Documento finale” condiviso e della cartografia di riferimento.

c) Obiettivi degli incontri/workshop • offrire indicazioni, idee e proposte secondo un’ottica di genere a partire

dalle scelte di indirizzo e dai contenuti già formulati dalla Amministrazione Comunale e indicate nelle linee guida del PGT (obiettivi del Piano);

• sostenere e diffondere la partecipazione attiva delle donne nella costruzione del PGT, ovvero incentivare e stimolare la partecipazione femminile ai processi decisionali;

• assumere il “doppio sguardo” nella definizione e implementazione di politiche, azioni e progetti;

• promuovere l’approccio di genere nei processi di pianificazione e progettazione urbana;

• costruire socialmente i problemi e le loro possibili soluzioni (non solo “dar voce” ma co-progettare) coinvolgendo la comunità locale ed in particolare quella femminile della città di Corsico;

• rafforzare la rete delle donne che già operano a diversi livelli per il miglioramento della qualità della vita delle donne e degli uomini della città di Corsico.

Il “Documento finale condiviso” e la cartografia prodotti al termine del Laboratorio descrivono con precisione i temi e gli ambiti territoriali considerati prioritari dalle donne che hanno partecipato.

d) il processo attivato Di seguito verranno ripresi per punti (e non per ordine di importanza) alcuni elementi che caratterizzano significativamente il lavoro svolto, mentre si rimanda ai materiali nella loro versione integrale per una lettura più precisa.

• Una prima questione riguarda la composizione del gruppo delle partecipanti. Donne diverse per età, competenza, motivazione. Questa articolata presenza è un fattore che rende particolare questa esperienza poiché raramente è possibile sviluppare percorsi partecipativi che vedono il coinvolgimento attivo di portatori di interesse (in questo caso, portatrici di interesse) espressione di una così articolata diversità;

• Il lavoro di discussione e successivamente di sintesi rappresenta abitualmente uno dei passaggi più critici nei processi partecipativi e ancor più se l’obiettivo finale è quello di redigere in un tempo circoscritto un

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e) Priorità e proposte

Il titolo del “Documento finale condiviso”: “Che cosa pensa la città che pensa?”, è già di per sé evocativo dei principi che animano l’intero documento. Ma quale idea di città emerge dal documento? La prima cosa che colpisce è l’attenzione amorevole che le partecipanti hanno riservato alla città di Corsico. Attraverso le loro parole e racconti, così come nei dodici punti che costituiscono il “Documento finale condiviso” traspare questo sentimento. “Che cosa pensa la città che pensa?” (testo integrale) Si pensa bella avendo cura di sé Si pensa una totalità, non dimenticandosi di nessuna parte, mettendo in relazione e creando connessioni (i quartieri) Si pensa città policentrica che fa della riviera la sua spina dorsale Si pensa accogliente e inclusiva (residenti e abitanti temporanei, italiani e stranieri) Si pensa una città che non si rinchiude in se stessa, nelle proprie case e auto Pensa di valorizzare le proprie radici (anche quelle agricole) e la propria cultura Pensa di fare della lentezza un valore, per favorire la socialità e per proteggere i suoi abitanti più delicati (bambini e bambine, anziani e anziane, disabili) Pensa di prendersi cura dei luoghi e di farli vivere (le piazze come salotti) e che ognuna e ognuno debba fare la sua parte Pensa di non crescere a dismisura Pensa di tutelare le aree verdi (quelle esistenti e quelle future) e di considerarle nuove polarità Pensa che le nuove abitazioni debbano sempre avere spazi comuni per la socialità e l’incontro Pensa di recuperare gli spazi inutilizzati per destinarli ad attività e servizi di interesse sociale. Cura, relazione, bellezza, accoglienza, apertura, tutela,recupero, lentezza, socialità, etc. Sono queste alcune delle parole che hanno generato la visione condivisa di città scaturita dal Laboratorio. Ma anche policentrismo, misura, storia passata (le proprie radici) e presente, per richiamare più da vicino il linguaggio urbanistico. Ci sono poi gli abitanti di questa città vissuta e desiderata che non sono genericamente e astrattamente intesi. Sono infatti: residenti e abitanti

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temporanei, nativi e migranti, piccoli e non più giovani. Sono abitanti in carne ed ossa, ognuna/o di loro portatrici e portatori di una diversità che fruisce della città, dal punto di vista fisico e orario, in modo diverso. Tra i suggerimenti per continuare (azioni specifiche) vi è, infatti, anche quello che invita a considerare sempre più l’accessibilità fisica e oraria ai servizi di interesse generale a partire dalle diverse fasce di età (il riferimento è in particolare al Piano dei Servizi all’interno del PGT). Ogni principio emerso rappresenta, come è già stato scritto, una possibile linea di intervento che ben si integra con le linee strategiche del PGT già identificate. La visione di città che è stata immaginata (va ricordato che ogni riflessione e azione di carattere urbanistico ha sempre una visione che le sostanzia e orienta, e così è successo anche in questo caso) è quella di una città policentrica. Che come tale vorrebbe avere tanti piccoli centri diffusamente distribuiti nel tessuto urbano. Il Naviglio Grande, dice il Documento prodotto, rappresenta la “spina dorsale” di questo sistema urbano policentrico; Un altro significativo elemento è rappresentato dall’attenzione che è stata posta nei confronti della vita sociale e culturale della città, dei luoghi chiusi o aperti che siano destinati all’incontro. Forse meno evidente a una prima lettura del Documento ma alquanto presente nelle discussioni sviluppate all’interno del Laboratorio. Basta scorrere l’elenco delle presenze da valorizzare per rendersene conto. Anche dalle sezioni “azioni specifiche” e “azioni di carattere generale che coinvolgono la cittadinanza” che sono al termine del “Documento finale condiviso” emergono puntuali indicazioni/inviti che vengono rivolti alla Amministrazione comunale, ai tecnici, alla comunità locale. Tra queste se ne segnalano quattro, le prime tre di carattere generale, l’ultima più specifica: − 1) sviluppare una “cultura della cura della città” attraverso

l’individuazione di percorsi e iniziative;

− 2) assumere lo sguardo dei bambini e degli anziani per osservare il funzionamento della città;

− 3) continuare a ragionare in modo partecipato su alcuni grandi temi di interesse cittadino;

− 4) costruire un calendario condiviso di eventi e attività annuale che coinvolga tutta la città dal centro alle aree più periferiche (il riferimento alla dimensione temporale e oraria della città, oltre che spaziale risulta evidente).

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6) I CONTENUTI SPECIFICI DEL DOCUMENTO DI PIANO

6.1) Le scelte del documento di piano Come già specificato il Documento di Piano si occupa anche di individuare gli ambiti di trasformazione vale a dire l’insieme di quelle aree che contribuiscono, tramite la realizzazione di interventi anche di “ristrutturazione urbanistica” (cioè l’insieme di opere edilizie, stradali e di riqualificazione che restituiscono un tessuto urbano sostanzialmente differente dal precedente) al compimento del “disegno della città” prefissato dal piano e allo sviluppo socio-economico-ambientale del territorio. Sulla base di tale obbiettivo primario e in coerenza con quelli individuati dalle “Linee Guida” il DdP individua uno schema di assetto del territorio, rappresentato nella tavola “DdP_08.01_Schema strategie di piano”, sul quale si imperniano i principali ambiti di trasformazione e gran parte dei restanti. Il DdP definisce diversi tipi di ambiti di trasformazione in base alla loro localizzazione, alle vocazioni funzionali, allo stato di fatto dei luoghi (aree con caratteristiche di dismissione, sottoutilizzo o caratterizzate da importanti presenze naturali), alle modalità di intervento preferibili per l’attuazione di tali ambiti e all’effettiva opportunità di trasformarli, o anche tutelarli tramite l’acquisizione pubblica al fine di migliorare o salvaguardare l’assetto urbanistico-ambientale del territorio comunale. Le diverse tipologie di ambiti di trasformazione individuate sono: − ambito di rigenerazione urbana – AT - (è un ambito di

fondamentale importanza per vari aspetti, legati all’ampia proprietà pubblica, alla localizzazione lungo il Naviglio Grande e in prossimità del centro, alla presenza della nuova fermata del servizio ferroviario regionale e al ruolo di estensione del centro e di “cerniera” fra centro storico e insediamenti a nord della ferrovia; è costituito da aree che possono essere ricomprese nelle classificazioni successive, ma che devono necessariamente essere parte di un sistema unitario da pianificare integralmente e attuare, eventualmente, anche in modo separato);

− ambiti di riqualificazione - ATr - (sono due vasti ambiti, al primo dei quali è collegata un’area distaccata, che per posizione e legami con il sistema di collegamenti della città risultano di importanza rilevante; le problematiche riscontrate sono la scarsità o disorganizzazione dei servizi pubblici e la necessità di completamento e messa a sistema degli insediamenti esistenti e previsti; le opportunità di intervento derivano in un caso dalla grande e frammentata presenza di attrezzature pubbliche da razionalizzare e nell’altro dalla necessità di completare un quartiere come già previsto; le finalità degli interventi saranno la messa a sistema degli ambiti con il resto della città, la razionalizzazione delle attrezzature a servizi, esistenti o di nuova concezione, anche per reperire nuove aree libere o per servizi);

− ambiti di rinnovo funzionale – ATf – (sono più aree dalle diverse caratteristiche accomunate dalla necessità di un rinnovo edilizio e

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funzionale per le quali si prevedono interventi con finalità di creazione di nuovi servizi, razionalizzazione delle attrezzature a servizi esistenti -di cui più nello specifico si tratterà nel Piano dei Servizi-, recupero di strutture edilizie con caratteristiche di sottoutilizzo o in via di dismissione; l’opportunità d’intervento su tali aree è legata a obbiettivi puntuali, che si conciliano con quelli generali del piano, la cui attuazione è comunque orchestrata dall’amministrazione, proprietaria di tre dei sei ambiti, e volta a restituire nuovi elementi edilizi, differenti soprattutto per le funzioni svolte, coerenti con gli impianti insediativi esistenti e circostanti);

− ambiti di trasformazione produttiva – ATp – (sono aree a nord della linea ferroviaria influenzate da fenomeni di dismissione e sottoutilizzo delle strutture produttive esistenti o, per un caso specifico, di espansione già prevista del PRG vigente; l’occasione di trasformazione è dettata dall’opportunità di riformare parte dell’impianto produttivo della città inserendo elementi di innovazione e distinzione rispetto all’esistente con il chiaro obbiettivo di radicare un nuovo modello di insediamento produttivo, inteso in senso ampio ivi compresi quindi i settori terziario, commerciale o ricettivo, che possa partecipare anche al disegno della città pubblica e, almeno in parte, accogliere i volumi compensativi derivanti dalle aree di interesse pubblico di cui al seguente punto);

− ambiti di compensazione volumetrica – ATs – (sono ambiti caratterizzati, in tre dei quattro casi, da elementi naturali e/o paesaggistici ritenuti primari per la struttura del piano e comunque legati all’interesse pubblico finalizzato all’acquisizione e all’attrezzatura di tali aree ad uso della cittadinanza; la loro localizzazione –tre sono compresi quasi interamente nella fascia di tutela di 100 metri dal Naviglio- è considerata di notevole importanza per costituzione della rete verde, per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici e/o per il notevole interesse pubblico teso a reperire aree per servizi in zone carenti; gli obbiettivi dell’acquisizione –concretizzata tramite il meccanismo perequativo di cui si darà conto successivamente- sono la tutela degli specifici elementi naturali, la conservazione degli spazi aperti anche al fine di mantenere il distacco tra zone funzionalmente incompatibili e l’attrezzatura con servizi “leggeri” di interesse pubblico).

Per tutti gli ambiti di trasformazione il DdP, nelle disposizioni attuative e nelle schede relative ai vari ambiti, individua le funzioni ammissibili, coerenti con le zone limitrofe, indicando i limiti proporzionali tra le stesse che verranno inderogabilmente definiti all’approvazione dei vari piani attuativi. I parametri di edificabilità sono definiti in ragione di diversi aspetti: la localizzazione, l’accessibilità, le funzioni ammesse, l’effettiva edificabilità dei suoli (eventualmente non idonei all’edificazione o sottoposti a vincoli idrogeologici o di natura sovracomunale), l’onere di dover partecipare alla perequazione, lo stato di fatto dei luoghi (aree già pesantemente edificate o meno, dismesse, sottoutilizzate ecc.) e in alcuni casi puntualmente tesi a realizzare gli interventi previsti dal piano (o già

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previsti dal PRG o da piani particolareggiati) o in altri comunque volti a non aumentare il carico volumetrico esistente (evidentemente con funzioni diverse dalle previste).

6.2) Gli obbiettivi strategici e la coerenza alle “LINEE GUIDA” Si richiamano alcuni punti obiettivo delle “LINEE GUIDA” per il P.G.T che riguardano le decisioni di scelta e di contenuto del Documento di Piano e quindi hanno una relazione diretta con le trasformazioni. − 1. Contenere il consumo di suolo;

− 2. Svincolare la spesa corrente comunale dagli oneri di urbanizzazione;

Riguardo a questi punti si precisa: − nessuno degli interventi di trasformazione previsti occupa suolo che

possa ritenersi nudo, agricolo o non urbanizzato, o comunque considerato tale dal PRG vigente; le aree industriali dimesse non possono considerarsi tali, la loro trasformazione al contrario porta alla riconquista per un uso collettivo di spazi degradati e deve pertanto ritenersi fattore di un beneficio ambientale;

− il meccanismo attuativo previsto pone interamente a carico delle trasformazioni l’obbligo di provvedere alla loro sostenibilità, sia determinando un miglioramento dell’assetto ambientale dell’area interessata (incremento di verde e di aree a servizi, miglioramento della viabilità d’accesso, dei parcheggi), ma soprattutto può porre a carico di essi anche la realizzazione di un miglioramento qualitativo in termini di opere di interesse generale non strettamente attinenti all’area d’intervento, cioè tutte quelle opere che l’Amministrazione Comunale ritiene necessarie per l’attuazione di un progetto conclusivo di riassetto e riqualificazione del contesto interessato o, più in generale, del sistema urbano.

Oltre a questi obbiettivi principali il DdP aderisce agli altri obbiettivi individuati dalle “Linee Guida” in particolare per quanto riguarda il punto 3, circa la valorizzazione del sistema produttivo e il recupero delle aree dismesse, gli ambiti di trasformazione produttiva sono volti realizzare tali fini e ad “accompagnare”, tramite i piani attutivi e le loro prescrizioni, i puntuali casi di insediamento di attrezzature commerciali in modo da assicurare le corrette dotazioni di spazi a servizi e la stesura dei necessari studi sugli effetti indotti. Quanto al punto 4 il DdP affida il compito di compartecipare alla sostenibilità ambientale del territorio in prima istanza tramite il reperimento di aree, anche di valore ambientale, da attuarsi tramite la perequazione, in secondo luogo (tramite il PdS) individuando le dotazioni minime di servizi da reperire all’interno degli ambiti di trasformazione e da ultimo legando le facoltà di incentivazione a rilevanti benefici pubblici soprattutto di carattere ambientale (si veda a tal proposito il paragrafo 6.6) ). Circa il punto 5 relativo all’assetto dell’ambito “ex Pozzi”, l’individuazione dell’area come “ambito di rigenerazione urbana” non lascia alcun dubbio sull’importanza incentrata su tale area dal DdP. Riguardo ai restanti obiettivi si può sostanzialmente rilevare che sono in gran parte legati al PdS e al PdR. Si può comunque sottolineare

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l’impostazione data dal DdP che permette l’attuazione di tali obbiettivi. Ad esempio, rispetto all’obbiettivo 7, è da evidenziare che l’assunto del DdP di contenere il consumo di suolo permette di individuare, azione formalmente di competenza del PdR, l’intera zona agricola comprese le aree ai margini del Parco Agricolo in modo tale che il PdR stesso possa delineare i criteri di un piano di salvaguardia delle aree del parco coerentemente affiancate dalle aree agricole a margine con funzioni di passaggio e distacco tra l’ambiente agricolo e quello urbanizzato a est o infrastrutturato dalla tangenziale a ovest. Allo stesso modo il DdP già individua una rete di mobilità sostenibile, indicata dall’obbiettivo 8, che il PdS definirà in modo più puntuale anche grazie all’attuazione dei ambiti di trasformazione e alle risorse da questi scaturite.

6.3) Il meccanismo compensativo-perequativo Il primo Documento di Piano è necessariamente un documento di transizione. Non può infatti prescindere, se non in linea puramente teorica, dalle previsioni del Piano Regolatore Generale vigente, cioè dalle iniziative rimaste incompiute, dalle definizioni di piano che hanno determinato attese, dalle trattative private e pubbliche intervenute durante la sua attuazione, dalle iniziative imprenditoriali non ancora arrivate alla fase attuativa. Il meccanismo perequativo e di trasferimento dei volumi più avanti definito parte da un logico rapporto con le previsioni del Piano Regolatore. Ai fini dell’attuazione degli interventi di trasformazione previsti dal DdP e di un parallelo e corretto procedimento di programmazione e attuazione degli interventi di completamento e rigenerazione della struttura urbana il DdP si avvale delle facoltà individuate dall’art. 11 della LUR, ad esclusione della cosiddetta “perequazione diffusa” di cui al comma 2, definendo il seguente metodo generale.

a) sono dotate di capacità volumetrica “virtuale” (non utilizzabile in loco) trasferibile e definite “ambiti di compensazione volumetrica”: • le aree private vincolate a standard urbanistico nel PRG vigente, che non

sono gravate da vincoli ambientali di non trasformabilità;

• alcune aree di proprietà del Comune prive di destinazione specifica a servizi.

Il trasferimento dei volumi virtuali comporta, se si tratta di aree di proprietà privata, l’acquisizione pubblica dell’area e in tutti i casi una destinazione finale per servizi pubblici. A queste aree è attribuito, salvo in casi specifici dettati dalla sussistenza di un volume attribuito da un piano particolareggiato esistente o dallo stato di fatto e dalla localizzazione, un indice di edificabilità Ut pari a 0,2 mq/mq (Slp/St). Questo “volume base” determina una potenziale edificabilità utilizzabile solo mediante trasferimento; non ha una destinazione d’uso specifica all’origine, ma acquista la destinazione dell’area su cui “atterra”.

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b) a tutti gli ambiti di trasformazione, esclusi quelli attualmente destinati a servizi comunali, viene attribuito un “indice base” (Ut pertinenziale)

non utilizzabile se non si raggiunge l’indice di fattibilità (di cui al punto c) tramite trasferimento volumetrico e quindi tramite l’acquisto da parte degli operatori del volume necessario a coprire il differenziale (Ut base – Ut fattibile).

c) alle aree di trasformazione individuate dal DdP viene attribuito un “indice di fattibilità” (Ut fattibile):

rappresenta l’indice minimo che occorre realizzare per rendere “fattibile” l’intervento, al di sotto del quale l’intervento non è consentito, poiché l’area risulterebbe sotto utilizzata determinando un consumo inappropriato di suolo. Il raggiungimento della fattibilità viene ottenuto acquistando, salvo nei casi in cui sia già pari all’indice base, capacità volumetrica dalle aree di cui al punto a) precedente. La normativa di attuazione degli interventi di trasformazione stabilisce che all’interno di ambito unitario in cui si prevedono diversi interventi fra loro coordinati, e diverse proprietà, il trasferimento avvenga, in prima istanza, all’interno dell’ambito stesso che quindi funziona come un “comparto” urbanistico.

d) attuazione degli ambiti: sulla base delle previsioni di possibile trasformazione del DdP i privati presentano proposte d’attuazione, specificandone i contenuti, in particolare quelli che si riferiscono alla qualità bioclimatica degli edifici, ai provvedimenti di compensazione ambientale da attuare contestualmente, alle opere di interesse generale da realizzare (indipendentemente da quelle eventualmente fattibili a scomputo degli oneri). Sulla base dei contenuti delle proposte, ma anche di propri criteri di programmazione, il Comune avvia la procedura di negoziazione, nel corso della quale ha anche la facoltà, dopo aver realizzato gli obiettivi primari dell’intervento, di attribuire un “incentivo” volumetrico a fronte di un corrispondente incremento dei benefici pubblici secondo i criteri specificati al paragrafo 6.6).

6.4) Gli obbiettivi quantitativi di sviluppo e la capacità insediativa Sulla base della tabella di cui al successivo paragrafo 7.7) è possibile definire gli obbiettivi generali di sviluppo delineati dal DdP e stimare la relativa capacità insediativa che ne deriva. Di seguito si rappresenta l’insieme delle previsioni di trasformazione, fra le quali occorre distinguere, oltre quelle che sono esclusivamente finalizzate all’incremento delle aree pubbliche (cioè dotate di un volume di “compensazione” utilizzabile solo tramite trasferimento), quelle che invece danno luogo a effettivi incrementi di nuova edificazione o di modifica sostanziale delle destinazioni in atto sia di tipo prevalentemente residenziale, al fine di stimare la capacità insediativa di piano, che quelle con destinazioni principali differenti. Dal quadro generale si deduce il totale delle nuove previsioni di trasformazione (residenziali e non) previste dal DdP a cui va aggiunto, al

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fine di quantificare tetto insediativo del piano ossia il numero di abitanti previsto al 2016, il volume stimato attribuibile agli interventi ammessi dal Piano delle Regole per gli interventi di ampliamento o di ristrutturazione con aumento della Slp, nonché i volumi in fase di realizzazione approvati in attuazione del P.R.G. quali quelli del Piano di Recupero “Garibaldi – XXIV Maggio” e i residui del P.P.R. “Zona RTU/2 ed aree adiacenti” (Burgo) che verrano assegnati presumibilmente a cavallo della data di approvazione del P.G.T. o successivamente. Bisogna inoltre precisare che i dati volumetrici riportati di seguito si riferiscono al “volume fattibile” di cui al paragrafo 6.3)c), ai quali in sede di pianificazione attuativa possono essere aggiunti “volumi incentivo” di cui al paragrafo 6.6).

a) Le previsioni residenziali

Sigla Nome intervento

Superficie territoriale

Slp residenziale (mq)

Volume residenziale (mc)

Abitanti teorici (vol/115)

AT1_a Dicalite Perlite

59.507 19.221 63.429 552

AT1_c Vivaio 4.533 1.349 4.450 39 AT1_e Molinetto 921 705 2326 20 ATr1_c CPS via

Travaglia 7.758 3.879 12.800 111

ATr2_b Burgo alzaia (Comp.4 PPR)

10.170 1.818 * 6.000 * 52 *

ATf1 Posta v. Matteotti

5.265 1.843 ** 6.081 ** 53 **

ATf2 Uffici com. via Dante

4.500 3.825 12.622 110

ATf3 Ufficio Tecnico

8.593 4.297 14.182 123

ATf4 CS Foscolo 26.477 912 3.010 26

ATf5 Centro anziani 4.176 1.462 *** 4.823 *** 42 ***

TOTALE DdP

131.900 39.311 129.723 1.128

Residuo PPR RTU/2

**** Interventi in corso

PR Garibaldi, XXIV Maggio

1.000 3.300 29

TOTALE al 2016

40.311 133.023 1.157

Tabella 6.1: Edificabilità residenziale negli ambiti di trasformazione e calcolo abitanti teorici. Note: * volume residenziale in parte già attribuito dal comparto 4 del PPR “Zona RTU/2 ed aree adiacenti” cosiddetto “Ex Burgo”. ** intervento a carattere di housing sociale destinato a categorie deboli, formalmente non conteggiabile come residenziale.

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*** intervento destinato a servizi privati e solo in alternativa a residenza. **** Risulta difficile stimare gli abitanti non ancora insediati in zona RTU/2, presumibilmente una cifra attorno alle 400 unità. La precedente tabella riporta tutti gli interventi in cui è prevista superficie lorda di pavimento a destinazione residenziale per la quota massima per la quale questa incide sul totale delle slp fattibili di ogni intervento. Si precisa che in taluni casi sono previste delle flessibilità nelle destinazioni per le quali l’assetto definitivo potrebbe individuare delle minori superfici residenziali in favore di altre destinazioni. Da questi conteggi scaturiscono i seguenti dati generali: − Volume residenziale previsto nel DdP: mc 129.723.

− Incremento teorico abitanti (mc. 115/abitante): 1.128 abitanti.

− Abitanti previsti da DdP: 34.275 (ab. al 2010) + 1.128 = 35.403 ab..

b) Le previsioni diverse dalla residenza e dai servizi

Per le superfici a destinazioni diverse dalla residenza o dai servizi, comprese in interventi monofunzionali o misti, il quadro generale è invece il seguente. Anche in questo caso va precisato che in taluni casi sono previste delle flessibilità nelle destinazioni per le quali l’assetto definitivo potrebbe individuare delle minori superfici in favore di altre destinazioni. In tabella vengono riportate le massime superfici insediabili per destinazione e i totali delle superfici non a destinazione residenziale nel caso vengano realizzati i massimi consentiti per la residenza.

Sigla Nome intervento Superfici lorde di pavimento -Slp- (mq) Ind/artig Terz Ricet Comm TOTALE AT1_a Dicalite Perlite 0 4.523 0 2.261 3.392AT1_b Stazione 0 908 0 908 1.816AT1_c Vivaio 0 317 0 159 238AT1_e Molinetto 0 166 0 83 124ATr1_a Lavagna ALER 0 0 0 1.080 1.080ATf2 Uffici com. via

Dante 0 0 0 675 675

ATf6 Hitman - - - - esistente*ATp1_a v. Per Cesano S. 9.810 7.259 3.924** 589 19.619ATp1_b v. Per Cesano N. 4.113 3.043 1.645** 247 8.225ATp2 Travaglia 0 7.879 7.879 7.879 7.879***ATp3 Conti 0 0 0 3.075 3.075ATp4 Volta - Sella 2.493 4.986 3.989 499 9.972TOT DdP (esclusa Hitman) 16.416 29.081 17.437 17.455 56.095ATr2_c Burgo restante**** 30.885 13.039 13.039 6.552 50.476****TOTALE DdP ( Hitman) + PPR Burgo

47.301 42.120 30.476 24.007 106.571

Tabella 6.2: Edificabilità non residenziali e non a servizi negli ambiti di trasformazione.

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RELAZIONE PROGETTUALE

Note: * Per l’area Hitman si veda il catalogo degli ambiti di trasformazione. ** Slp a destinazione ricettiva solo nel caso in cui sia presentato piano

attuativo unitario per l’intero ambito ATp1, in caso contrario tali superfici sono da considerarsi terziarie.

*** Slp già previste dal PRG per le zone D3/1 e D3/2. **** Slp previste dal PPR “Zona RTU/2 ed aree adiacenti”. Bisogna inoltre precisare che in alcuni casi, come indicato nelle schede del catalogo degli ambiti di trasformazione, sono previsti anche dei minimi per funzioni. Vale a dire che si è valutato necessario l’insediamento di alcuni tipi di funzioni in quei determinati ambiti.

c) Le previsioni di nuovi servizi Alcuni ambiti di trasformazione sono previsti esplicitamente per la realizzazione di nuovi servizi privati o pubblici di livello comunale finalizzati a sussidiare i servizi esistenti di proprietà e/o gestione comunale. Le trasformazioni di tali ambiti sono comunque rivolte al miglioramento ambientale degli stessi, nel tentativo di non incidere sulle quantità edilizie preesistenti o già previste da strumenti urbanistici previgenti. Come già anticipato l’individuazione degli ambiti di compensazione volumetrica -ATs- ha come obbiettivo l’acquisizione alla proprietà pubblica delle aree per la realizzazione di servizi pubblici, mentre le altre trasformazioni coinvolgono aree destinate ad accogliere o nuovi servizi comunali o nuovi servizi privati convenzionati, in linea con le indicazioni della LUR. La tabella che segue riporta le aree di trasformazione destinate ad accogliere servizi principali di interesse pubblico o generale. Vengono riportate le superfici lorde di pavimento dei soli servizi facoltativamente previsti di proprietà privata convenzionata con l’A.C., mentre non costituiscono nuova slp le superfici destinate a servizi di proprietà e gestione comunale che entreranno a far parte del patrimonio indisponibile dell’A.C.. Per tutti gli ambiti di trasformazione il Piano dei Servizi stabilisce comunque le quantità e tipologie delle aree a servizi da reperirsi all’interno degli ambiti stessi in relazione alle quantità edificatorie e alle destinazioni previste. Tali prescrizioni saranno meglio specificate nei relativi piani attuativi che individueranno puntualmente le aree da cedere e le opere da realizzarsi a carico dell’intervento di trasformazione. Si deve inoltre precisare che è prevista una flessibilità, valutata in un massimo del 25% delle slp, per l’insediamento in molti degli ambiti di trasformazione di eventuali servizi privati convenzionati. Tali superfici saranno conteggiate ai fini del raggiungimento della massima edificabilità dei diversi ambiti e le attività proposte dovranno essere convenzionate ai sensi del PdS.

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Sigla Nome SLP a servizi (mq)

Previsioni e note

AT1_b Stazione 0 Strutture a servizio dell’area AT1_d Pozzi 0 Recupero delle strutture esistenti per servizi

pubblici o privati convenzionati ed eventuale nuovo servizio pubblico

AT1_f Alzaia e parcheggi 0 Area con sola possibilità di permuta ATr1_a Lavagna ALER 0ATr1_b Lavagna Curiel 0

Alternativamente slp previste per l’area ATr1_a e servizi pubblici o piazza e area verde

ATr1_d Lavagna Cabassina 0 Area con sola possibilità di permuta ATr2_a Burgo Ex centrale 0 Progetto Municipio ATf1 Posta 1.843 Nuovo servizio privato convenzionato (struttura

di housing sociale per categorie deboli) ATf4 CS Foscolo 2.000 Nuovo servizio privato convenzionato (oratorio e

struttura sportiva) ATf5 Centro anziani 1.462 Nuovo servizio privato convenzionato (in

alternativa possibile destinazione residenziale) ATs1 ATM 0 Area per servizi alla mobilità ATs2 Vittorini 0 Area a verde ed eventuale nuovo approdo ATs3 Boriola 0 Area a verde e/o orti (corridoio ecologico) ATs4 Vle Italia - Conti 0 Area a verde (corridoio ecologico)

Tabella 6.3: Aree di trasformazione per servizi di interesse pubblico.

6.5) Il bilancio della perequazione e il bilancio economico Il bilancio dei volumi perequativi, ossia la verifica che i volumi attribuiti a titolo di compensazione (“volumi di decollo”) possano trovare accoglimento (“atterraggio”) negli ambiti di trasformazione, risulta sostanzialmente in pari poiché residua un disavanzo di soli 2 mq di slp. Tale differenza ovviamente non implica problemi di attuazione anche perché il disavanzo deriva da volumi di proprietà comunale. La gestione dei trasferimenti e il monitoraggio del bilancio saranno attuati tramite il registro delle cessioni dei diritti edificatori da istituirsi e disciplinarsi con apposita delibera di consiglio comunale ai sensi dell’art. 11 comma 4 della LUR.

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RELAZIONE PROGETTUALE

Figura 6.1: Grafico esplicativo del bilancio di perequazione.

Il bilancio economico relativo alla copertura degli interventi previsti dal PdS con le risorse ricavabili dall’attuazione degli ambiti di trasformazione individuati dal DdP è delegato al PdS stesso.

6.6) I criteri di incentivazione Il DdP prevede, come indicato nell’art. 11 della LUR, l’incentivazione urbanistica dettandone i criteri di applicabilità. In fase di elaborazione dei piani attuativi degli ambiti di trasformazione sarà possibile accedere a tre diverse facoltà di incentivazione dimostrandone l’effettiva possibilità in coerenza agli obbiettivi indicati dalla LUR e dal DdP.

• Al fine di migliorare le condizioni ambientali e ottimizzare l’efficienza energetica dei nuovi edifici è prevista la possibilità di incentivazione nella misura del 3% del volume fattibile nel caso in cui vengano realizzati edifici di classe energetica A, come definiti da norme statali e regionali, e solo per gli edifici che soddisfino tale requisito. Questa modalità di incentivazione è ammissibile su richiesta dell’operatore in sede di piano attuativo, è soggetta a garanzia in sede di convenzione e a verifica in sede di rilascio dei titoli abilitativi relativi e in sede di certificazione energetica;

• Allo scopo di realizzare maggiori opere pubbliche anche extra ambito (soprattutto sulle aree cedute al comune da cui derivano i volumi compensativi) è ammissibile un’incentivazione volumetrica massima del 5% del volume fattibile in base al valore delle maggiori opere realizzate in rapporto al valore stabilito della volumetria. Tale facoltà può essere intrapresa solo su richiesta del comune in sede di piano attuativo ed è

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ammissibile, sino ad un massimo del 15%, nelle aree che partecipano al “Progetto Municipio” definito dal PdS. L’incentivo è soggetto a garanzia in sede di convenzione e a verifica in sede di collaudo;

• E’ inoltre possibile un’incentivazione massima del 7% del volume fattibile derivante dalla sottoscrizione del cosiddetto “Protocollo di Trasparenza” in allegato alle convenzioni attuative. Le caratteristiche e prescrizioni di tale protocollo saranno definite con delibera di consiglio comunale.

Le facoltà di incentivazione di cui sopra sono cumulabili sino a un massimo complessivo del 15%, inoltre sono applicabili solo in base alle prescrizioni dettate nel catalogo degli ambiti di trasformazione. Per le aree di trasformazione non oggetto di incentivazione sarà possibile solo valutare permute al fine di migliori disposizioni planivolumetriche.

6.7) Opere realizzabili con le risorse ricavate dagli interventi di trasformazione Le risorse economiche ricavate dai trasferimenti volumetrici compensativi, da aree pubbliche ad aree private, sono da riservare alla realizzazione di opere di interesse generale da realizzare prioritariamente sulle aree acquisite a seguito di avvenuta concretizzazione della compensazione volumetrica, sulle aree pubbliche legate all’area d’intervento al fine di migliorarne l’inserimento nel tessuto urbano della città e comunque secondo i dettami e i progetti prioritari del Piano dei Servizi, dei relativi aggiornamenti e del Programma triennale delle opere pubbliche.

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RELAZIONE PROGETTUALE

7) LE PRIORITÁ DEL DOCUMENTO DI PIANO In questo capitolo vengono descritte le priorità individuate dal DdP, dando principale risalto al quadro degli ambiti di trasformazione. Le indicazioni qui riportate, come del resto per tutta la relazione, sono da intendersi con valore orientativo e descrittivo lasciando le prescrizioni puntuali o generali alle disposizioni attuative del DdP.

7.1) Ambito di rigenerazione urbana (AT1) Il Documento di Piano assegna un ruolo prioritario, nel disegno di riorganizzazione del sistema urbano, al recupero definitivo dell’area compresa tra la linea ferroviaria a nord, il confine di Milano a est, il naviglio a sud e il ponte di viale Liberazione ad ovest, per le finalità che sono state definite, in linea generale, nel precedente capitolo 6). In tale ambito si identificano diverse aree di trasformazione individuate per la realizzazione di molteplici funzioni opportunamente legate e coordinate da un unico disegno generale. La regia di questo progetto unitario, a causa delle ampie aree di proprietà comunale e delle importanti infrastrutturazioni, spetta ovviamente all’Amministrazione Comunale che dovrà quindi coordinare le diverse proposte private nell’interesse della costituzione di una nuova parte vitale della città.

a) Dicalite e Perlite (AT1_a) Questa area trasformazione è il vero motore dell’intervento di riqualificazione dell’intero ambito; la sua attivazione è subordinata al fatto che si realizzino le condizioni per la completa e definitiva sistemazione urbanistica e ambientale dell’intero ambito, in particolare che si concretizzi un accordo con il comune di Milano per l’accessibilità veicolare all’ambito. In fase di elaborazione dello strumento urbanistico attuativo poi dovrà invece essere definito l’intero sistema veicolare dell’ambito, l’eventuale sottopasso ferroviario in corrispondenza della via Molinetto di Lorenteggio, il sottopasso ciclopedonale verso via Copernico e la sistemazione ambientale e paesaggistica dell’alzaia del Naviglio come elemento strutturale di un sistema di mobilità ciclabile. L’intervento ha come obbiettivo la delocalizzazione delle industrie esistenti, troppo impattanti per il delicato contesto paesaggistico, per il tipo di lavorazioni e per il traffico pesante indotto, al fine di realizzare un quartiere prevalentemente residenziale di qualità. Si prevede che almeno il 40% della superficie territoriale sia ceduta gratuitamente al Comune per la realizzazione di verde e servizi pubblici, in particolare della “cicloalzaia” percorso di ciclopedonale di interesse sovracomunale. Questo incremento di superficie a disposizione per l’uso pubblico potrà consentire all’Amministrazione Comunale di attivare eventuali iniziative, già ipotizzate nelle Linee Guida, per l’insediamento di una attrezzatura di interesse sovracomunale, anche in accordo con un’istituzione milanese, di tipo culturale, museale (magari connessa al tema Naviglio) o nel campo dell’istruzione che possa integrarsi con il parco Pozzi e il recupero dei manufatti esistenti.

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La qualità complessiva della sistemazione urbanistica, che dovrà togliere dalla marginalità questo spazio industriale, dipende dalla possibilità di realizzare con un solo atto progettuale unitario la sistemazione complessiva evitando quindi il consumo episodico degli spazi. Per questo motivo lo strumento attuativo dovrà prevedere la presentazione di un progetto congiunto che coinvolga anche l’area AT1_e e i relativi diritti volumetrici. Sarà invece facoltativa l’annessione dell’adiacente area AT1_c. La soluzione progettuale non potrà comunque prescindere dalla sistemazione delle aree in comune di Milano e dovrà prevedere la pedonalizzazione dell’alzaia e la realizzazione di un parco lineare lungo il Naviglio.

b) Stazione/fermata linea S9 (AT1_b) L’area attualmente sottoutilizzata è collocata in una posizione cruciale per vari aspetti trovandosi di fronte alla nuova fermata delle linee ferroviarie suburbane, a ridosso del Naviglio e a pochi passi dal centro storico. La trasformazione è tesa innanzitutto a creare una nuova centralità in stretta connessione con il centro storico e capace di far convergere su di sé i flussi pendolari di scambio con il capoluogo al fine di incentivare l’uso del nuovo servizio ferroviario, anche in previsione del suo futuro potenziamento. Si prevede la realizzazione di un intervento privato, su area pubblica da cedere in proprietà, o da assegnare in diritto di superficie, per la realizzazione di uno spazio prevalentemente pubblico finalizzato alla creazione di un centro di interscambio locale attrezzato con un mix di funzioni (piccolo commercio, ristorazione, artigianato di servizio, terziario, svago), che la normativa individua nei suoi limiti massimi, ma che in sede di elaborazione del piano attuativo potrà arricchirsi di altri elementi, quali i servizi privati, anche sulla base del disegno urbano risultate. Lo scopo è quindi quello di portare oltre il Naviglio funzioni attrattive, che siano un presidio del luogo e insieme, in sinergia con la stazione, diano una carica di centralità a questo spazio, sottraendolo da un ruolo marginale di puro interscambio. L’area è inoltre dotata di una minoritaria quota di volume compensativo da trasferirsi prioritariamente all’interno dell’ambito.

c) Vivaio (AT1_c) L’area, all’estremo est del territorio comunale, affaccia sul fronte nord del Naviglio Grande ed era sede del vivaio comunale. Gli obbiettivi principali del recupero sono legati alla necessità di realizzare un parco lineare continuo lungo l’alzaia con la relativa pista ciclabile, alla sistemazione dell’area in modo tale da valorizzare la presenza storica della attigua cascina Robarello e a incorporare la trasformazione di questa area alla riqualificazione dell’intero ambito. Per questo motivo si incoraggia l’attuazione dell’intervento unitariamente all’area AT1_a. La parte edificata, sempre di proprietà comunale, è stata stralciata dall’ambito per lo stretto legame al complesso storico della cascina che ne impedisce un recupero, o anche la sola demolizione, senza compromissione delle strutture edilizie. Questa scelta permetterà di attuare un piano di recupero individuato dal PdR per tutto il complesso della cascina.

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RELAZIONE PROGETTUALE

La realizzazione legata ad altre aree di trasformazione (AT1_a e AT1_e) permetterà di assumere i meno vincolanti parametri di altezza prescritti per l’area AT1_a in considerazione della disposizione planivolumetrica che verrà prescritta dal P.I.I. nel quale le volumetrie attribuite alle singole aree potranno essere ridistribuiti in ragione di un disegno unitario.

d) Pozzi (AT1_d) L’area, collocata in posizione centrale rispetto all’ambito, risulta in gran parte inedificata e in stato di abbandono e al suo interno si trova una struttura industriale con interessanti caratteristiche architettoniche che si auspica di poter recuperare ad un uso d’interesse generale. Pur essendo ricompresa in un ambito di rigenerazione questa area è assimilabile agli ambiti di compensazione volumetrica poiché esprime una potenzialità edificatoria, calcolata con un indice territoriale identico alle aree di compensazione lungo il naviglio al di fuori del centro storico, da trasferirsi con l’applicazione del metodo perequativo-compensativo. Il suo coinvolgimento nell’ambito è dovuto all’interesse verso il recupero delle strutture esistenti e alla necessita di collocazione di opere pubbliche necessarie sia all’area stessa che all’intero ambito. Il recupero delle strutture esistenti sarà indirizzato all’attivazione di un servizio privato convenzionato, la cui proprietà possa restare pubblica. Quanto all’area inedificata si prevede l’estensione del parco Pozzi in continuità con il parco lineare lungo il naviglio, la realizzazione della necessaria viabilità legata all’intero ambito e l’eventuale collocazione di attrezzature pubbliche di servizio.

e) Molinetto (AT1_e) Ricadono in questo comparto degli edifici a prevalente destinazione residenziale di vecchio impianto che a causa del loro isolamento, della loro inadeguatezza di funzione, rispetto all’area per come allo stato di fatto, e degrado dal punto di vista edilizio e impiantistico sono da considerarsi irrecuperabili anche dal punto di vista del vantaggio economico. Per tale ragione è prevista l’aggregazione all’area AT1_a per la realizzazione del nuovo impianto unitario prevalentemente residenziale che possa accogliere e ridistribuire le quote volumetriche previste per questa area sostanzialmente paragonabili ai volumi esistenti. Tale operazione permetterà di avere più ampia manovra in sede progettuale soprattutto in relazione alle connessioni viabilistiche necessarie con il comune di Milano.

f) Alzaia e parcheggi Questa area, di proprietà pubblica, rappresenta l’insieme delle aree marginali utili a permettere la realizzazione di un disegno unitario dell’intero ambito ed è finalizzata ad accogliere parte rilevante delle opere primarie (cicloalzaia, parcheggi, verde) legate indissolubilmente all’intero ambito ed in particolare, per quanto riguarda i parcheggi e la riorganizzazione della viabilità, all’area AT1_b. Essendo l’area di fatto già di proprietà pubblica e destinata all’uso pubblico non vengono riconosciuti diritti volumetrici nemmeno di natura compensativa.

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7.2) Ambito di riqualificazione Lavagna (ATr1) Come già anticipato agli ambiti di riqualificazione sono spazi urbani di rilevante importanza nel quadro della linea programmatica di miglioramento delle condizioni abitative e di avvicinamento dei quartieri periferici al centro cittadino e costituiscono un impegno molto significativo.

a) Lavagna ALER (ATr1_a)

L’area di proprietà dell’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale si trova in uno stato di degrado e in parte dimessa motivo per cui va colta l’occasione di una trasformazione volta a migliorare l’ambiente urbano del quartiere. In considerazione delle risorse disponibili e spedibili da parte dell’amministrazione comunale e di ALER al fine di portare a termine tale scopo la trasformazione di questa area sarà legata alle aree ATr1_b e ATr1_c. Questo permetterà di dotare il quartiere di nuovi spazi verdi fruibili e nuove attrezzature commerciali di vicinato ed eventualmente di servizio indispensabili per la creazione di un punto di attrazione, di un presidio delle aree pubbliche e per la vivibilità della zona. All’area viene quindi riconosciuta un’edificabilità a destinazione commerciale che potrà essere realizzata secondo le indicazioni del piano attuativo il quale, a seguito di puntuali verifiche di opportunità e necessità, potrà individuare alternativamente sull’area in oggetto o sull’area ATr1_b, la definitiva collocazione delle attrezzature commerciali eventualmente integrate con spazi dedicati all’aggregazione di quartiere, in sostituzione degli esistenti sull’area ATr1_b, destinando obbligatoriamente l’altra, e gli spazi residui, a verde e spazi e percorsi pavimentati.

b) Lavagna Curiel (ATr1_b) Come già anticipato l’area, sede oggi di una struttura comunale con problematiche di manutenzione e sicurezza, verrà trasformata in attuazione di un unico piano congiunto con le aree ATr1_a e ATr1_c, per essere restituita come verde pubblico o, in alternativa con l’area ATr1_a, come spazio dedicato a esercizi commerciali di vicinato e attrezzature pubbliche per l’aggregazione, destinando gli spazi residui a verde e spazi e percorsi pavimentati.

c) CPS via Travaglia (ATr1_c) L’area di proprietà pubblica, attualmente occupata da una struttura ora utilizzata come Centro Psico Sociale in gestione all’Azienda Ospedaliera S. Carlo Borromeo, è destinata a diventare vera risorsa per l’attuazione della trasformazione dell’ambito. Si prevede la realizzazione di edilizia residenziale, possibilmente di tipo pubblico a gestione o vendita ALER, in coerenza con le edificazioni contigue che permetta il finanziamento delle operazioni di riqualifica delle tre aree ATr1_a, b e c. A carico di questa operazione, in coerenza con gli interventi previsti per le aree adiacenti, dovrà essere necessariamente realizzata anche la sistemazione dell’area stessa con particolare attenzione alla viabilità e alla rete verde e ciclopedonale. Deve essere precisato che le volumetrie previste su queste aree, già comunali e destinate a servizi, non derivano da attribuzioni arbitrarie, ma

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da trasferimento di volume compensativo relativo ad altre proprietà comunali non destinate a servizi allo stato di fatto, ma restituite alla città come tali al termine delle operazioni attuative di correlazione del DdP e del PdS. Si prevede inoltre di valutare, in accordo con l’attuale gestore, l’eventuale rilocalizzazione dell’attività esistente all’interno di altre strutture pubbliche privilegiando quelle localizzate all’interno dello stesso ambito.

d) Lavagna Cabassina (ATr1_d) Questa area rappresenta tutte le altre zone dell’ambito di riqualificazione non comprese nelle precedenti aree. Si tratta di un quartiere di edilizia economica (in parte di proprietà ALER) con una elevata densità di edifici di grande dimensione e altezza, alcuni spazi interclusi privati recintati e di spazi pubblici, quasi tutti occupati da attrezzature di interesse collettivo alcune delle quali sottoutilizzate e che non costituiscono ancora un insieme di aree fruibili a “sistema”. Anche la qualità ambientale risulta, a causa di questa organizzazione frazionata, in parte compromessa: le aree pertinenti ai servizi pubblici di più consistente dimensione, fra loro separate e recintate, poste prevalentemente ai limiti di un parco di quartiere che necessita di una piena valorizzazione, costituiscono, con quelle intercluse fra gli edifici residenziali, un insieme quantitativamente rilevante, ma dalle potenzialità non pienamente espresse. Alle criticità sopra evidenziate si aggiunge quella dovuta a una offerta di servizi frammentata che, oltre a determinare un limite funzionale all’utilizzo delle strutture, comporta rilevanti costi di gestione. Il Comune intende impegnarsi in un progetto di fattibilità (da attivare in seguito e in coerenza al percorso di PGT) per un riassetto generale riguardante l’insieme delle aree libere e delle aree occupate da strutture (del Comune, ma anche di ALER), allo scopo di elevare la qualità ambientale del quartiere, anche per favorire un utile ricambio della popolazione insediata che porti ad un migliore utilizzo delle attrezzature esistenti. Questo può realizzarsi tramite alcuni accorpamenti, a fronte della liberazione di spazi da utilizzare per parchi e aree di sosta, migliorando anche il collegamento fra essi e quindi il loro uso collettivo. Il riassetto funzionale e urbanistico che si vuole ottenere riguarderà anche i collegamenti ciclo-pedonali interni, che dovranno essere adeguatamente collegati al sistema della mobilità lenta previsto dal P.G.T. al fine di migliorare i rapporti con le altre parti del territorio comunale e in particolare con il centro urbano. Il progetto complessivo, di iniziativa comunale, dovrà necessariamente attivare una interlocuzione con ALER, proprietaria di diversi immobili all’interno del quartiere. Le risorse economiche necessarie, visto il carattere pubblico delle opere previste, potranno essere reperite anche con adeguati finanziamenti dello Stato o della Regione.

7.3) Ambito di riqualificazione Burgo (ATr2) Nell’area è in corso di ultimazione la realizzazione dei volumi residenziali previsti dal Piano Particolareggiato di Recupero “RTU/2 ed aree

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adiacenti”, che sono in parte di edilizia convenzionata e che verranno assegnati nel corso del prossimo anno. Il completamento del quartiere in tutte le sue parti essenziali, in particolare per quanto riguarda i servizi di vicinato (piccolo commercio di base, spazi di aggregazione, esercizi pubblici e per la ristorazione, attrezzature artigianali di servizio alla popolazione, ecc.) ritenuti necessari dovrà avvenire nel rispetto del P.P.R.. Oltre a quanto sopra occorre siano adeguatamente definiti e realizzati i raccordi viari a nord con la Nuova Vigevanese e a sud con l’Alzaia Trieste, non solo per quanto riguarda la circolazione degli automezzi, ma anche per quanto attiene ai percorsi ciclopedonali; riguardo a questi ultimi sarebbe opportuno prevedere anche la realizzazione dei collegamenti alle due stazioni ferroviarie, equidistanti, di Corsico e di Cesano Boscone. Queste operazioni dovranno essere realizzate nei margini di attuazione delle previgenti prescrizioni del P.P.R. ancora vigente, mentre le aree ATr2_a e ATr2_c dovranno essere oggetto di specifici piani attuativi.

a) Burgo Ex centrale (ATr2_a) È l’area che si candida a diventare nuovo centro pubblico del quartiere, luogo di connessione tra gli spazi verdi pubblici (parco delle colline e parco del naviglio) e l’edificato esistente e futuro. Si prevede l’insediamento della nuova sede municipale in attuazione del “Progetto municipio” di cui al PdS in attuazione del relativo P.I.I.. In alternativa, essendo già l’area di proprietà comunale e destinata a servizi anche in base al P.P.R. vigente, sarà possibile realizzare opere pubbliche, anche il nuovo municipio se mai fosse finanziabile senza il relativo progetto, senza la stesura di un P.I.I. specifico, ma con una delibera di consiglio comunale ai sensi dell’articolo 9 comma 15 della LUR.

b) Burgo alzaia (ATr2_b) La trasformazione di questa area, già prevista dal P.P.R., è finalizzata principalmente al reperimento degli spazi utili alla creazione della nuova viabilità di collegamento tra la Nuova Vigevanese e le attività produttive esistenti lungo il fronte nord del Naviglio Grande. L’intervento, concretizzabile a seguito di approvazione di piano attuativo indipendente, dovrà consistere nella demolizione del fabbricato esistente, nella concentrazione della nuova edificazione residenziale sul fronte del naviglio in coerenza e allineamento con gli edifici adiacenti esistenti, nella realizzazione del tratto di viabilità previsto (in connessione con l’area privata ad ovest da cedere quale viabilità o nell’impossibilità di questo all’alzaia) e nella sistemazione a verde e parcheggi della restante area in cessione. La realizzazione di tale intervento permetterà finalmente di concretizzare la previsione di Z.T.L. lungo l’alzaia sino almeno alla via Oberdan. Data l’importanza e l’urgenza di tale intervento, già previsto dal P.P.R., il piano attuativo relativo all’area in oggetto dovrà essere presentato entro sei mesi dalla data di approvazione del P.G.T..

c) Burgo area restante (ATr2_c) Questa area costituisce l’insieme di tutte le altre zone dell’ambito di riqualificazione non comprese nelle precedenti aree ed è destinata

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all’accoglimento delle superfici lorde di pavimento residue previste dal P.P.R. “RTU/2 ed aree adiacenti” per i comparti 1 e 3. Gli interventi, ammessi nei margini di attuazione delle previgenti prescrizioni del P.P.R., dovranno seguire una logica di razionalizzazione e messa a sistema delle aree reperite come servizi in senso ampio (verde, viabilità, aree per attrezzature pubbliche ecc.). Restano vigenti tutte le prescrizioni e indicazioni stabilite dal P.P.R. anche per gli edifici esistenti.

7.4) Ambiti di rinnovo funzionale (ATf) Gli ambiti di rinnovo funzionale, contrassegnati con la sigla ATf, sono tutti legati a funzioni dismesse o in previsione di dismissione, o almeno, come nel caso del Centro Sportivo Foscolo, a sottoutilizzo degli spazi esistenti. Tra questi si sottolinea la priorità di una serie di interventi puntuali che prevedono la modifica di destinazione di aree di proprietà del Comune, situate all’interno del nucleo storico o in posizione decentrata (Ufficio Tecnico e Centro anziani), occupate prevalentemente da uffici e/o servizi comunali. L’ipotesi di alienazione di queste aree, legata al “Progetto Municipio” di cui al PdS, è finalizzata alla realizzazione di una o più strutture edilizie nuove, di razionale impostazione, allo scopo di ottenere un rilevante risparmio di gestione (per consumi energetici, per dispersione delle risorse umane ecc.), oltre che un più agevole rapporto tra cittadini e uffici pubblici. L’attuazione degli obiettivi sopra indicati è subordinata alla predisposizione di Programma Integrato di Intervento (P.I.I.) che coinvolga tutte le aree messe in gioco come risorse o come localizzazione della nuova struttura individuando fra le diverse alternative quella più idonea tenendo conto delle dotazioni di mobilità ciclo-pedonale, che ricerchi il necessario equilibrio fra costi e ricavi e che infine indirizzi gli interventi privati nelle aree alienate a realizzare strutture sostenibili e in coerente rapporto col contesto.

a) Posta (ATf1) L’intervento propone il recupero di un’area occupata da un deposito dismesso delle Poste, situato a nord di via Matteotti, asse portante di un quartiere tra viale Liberazione e via Oberdan e principale via d’accesso al nuovo quartiere sorto sull’area ex Burgo. L’area, benché periferica rispetto agli insediamenti esistenti, deve considerarsi “centrale” nel sistema della mobilità e dei servizi di quartiere (campo sportivo, scuola elementare e materna), e il suo recupero consente di dare una definitiva e qualitativa sistemazione al bordo urbano fra quartiere e ferrovia, con un incremento degli spazi di verde pubblico attrezzato. Si prevede pertanto: − una parziale edificazione, da realizzare nella parte est che già

confina con insediamenti esistenti, destinando il volume fattibile alla realizzazione di un intervento di housing sociale;

− la cessione al Comune di un’area da destinare a servizi pubblici e verde almeno pari al 40% della superficie territoriale;

− la realizzazione di un percorso ciclo pedonale di attraversamento quale parte del sistema di collegamento tra la Stazione ferroviaria di Corsico e il nuovo quartiere dell’ambito ATr2 (Burgo) e per

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estensione, tramite il ponte ciclopedonale di piazza f.lli Cervi, con il quartieri “Giardino” e di piazza Europa.

La trasformazione a servizi privati, destinati a categorie deboli, potrebbe in futuro attrarre interesse anche nel recupero delle adiacenti aree dismesse della vecchia stazione ferroviaria costituendo con l’area in oggetto e le vicine aree già pubbliche un vero nuovo nucleo di servizi ad oggi mancante e necessario per la fascia compresa tra naviglio e ferrovia a ovest di viale Liberazione.

b) Uffici comunale via Dante (ATf2) La trasformazione dell’area, attualmente occupata da un’ex scuola riadattata ad uso di nuove attività pubbliche (uffici comunali, scuola civica di musica e biblioteca) e in parte sottoutilizzata, è finalizzata a reperire le risorse necessarie all’attuazione del “Progetto Municipio”. In attuazione di tale ipotesi le destinazioni previste sono prevalentemente residenziali e in minima parte per il commercio di vicinato. L’intervento dovrà prevedere la compattazione dell’edificato nella parte nord dell’area restituendo alla collettività aree verdi e a parcheggio i misura adeguata al fabbisogno e in modo tale da concentrare e valorizzare le aree pubbliche di progetto e quelle esistenti. L’ipotesi di realizzazione di un percorso ciclo-pedonale di attraversamento permetterebbe, se adeguatamente correlato alla rete prevista, la connessione del vasto nucleo di servizi a sud di via Galilei con la zona di piazza Petrarca e in estensione al quartiere Sant’Adele.

c) Ufficio Tecnico (ATf3) L’area, localizzata sul fronte sud del naviglio al limite dell’edificato, è composta da un cascinale attualmente riutilizzato come ufficio tecnico comunale e dal relativo spazio a parcheggio esterno. La sua trasformazione è finalizzata a reperire le risorse necessarie all’attuazione del “Progetto Municipio” attraverso la riconversione a residenza delle strutture esistenti, eventualmente anche demolite e ricostruite sullo stesso sedime con tipologia equivalente, e realizzazione di un nuovo edificio nella parte sud, sul fronte di piazza Europa. L’eventuale trasformazione, oltre a finanziare il progetto di razionalizzazione delle strutture comunali, potrà restituire parte del percorso di collegamento tra piazza Europa e piazza fratelli Cervi oltre alle necessarie sistemazioni dei parcheggi interni o adiacenti all’ambito. Ovviamente la rilocalizzazione dell’attuale attività di ufficio tecnico sarà prevalentemente all’interno della nuova struttura unica del municipio, mentre per gli spazi destinati a deposito mezzi e materiale si dovrà valutare l’ulteriore possibilità di collocarli in prossimità dell’attuale sede della Polizia Locale o in altra struttura da recuperare o costruirsi negli ambiti di trasformazione AT1 o ATr2.

d) Centro Sportivo parrocchiale Foscolo (ATf4) L’ambito è costituito dalle aree comprese fra le vie Foscolo, Carducci, Visconti di Modrone ed il confine comunale a sud, attualmente è occupato da impianti ed attrezzature della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo compreso il campo da calcio principale. Si prevede la realizzazione di un edificio residenziale di natura privata per un totale di 912 mq di slp che consenta,

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con le risorse economiche ricavate, la costruzione di un nuovo centro oratoriano (di circa 1300 mq di slp) con annessa una nuova palestra (per circa 700 mq) e la riqualificazione degli spazi esterni a verde e parcheggi, ai fini di un uso pubblico convenzionato delle attrezzature nuove ed esistenti, quali il campo da calcio. Asse portante dell’intervento dovrà essere il fronte di via Visconti di Modrone da riqualificarsi allo scopo di creare un percorso di connessione tra i parchi Resistenza, Verdi e in direzione del centro storico nonché per la visibilità dall’esterno e la fruibilità delle attrezzature ad uso pubblico.

e) Centro anziani (ATf5) L’area localizzata a nord della Nuova Vigevanese a lato di viale Liberazione racchiude la struttura, nata come asilo nido, che attualmente è sede del Centro Diurno Integrato Perversi. La sua dismissione, in discussione per motivi di diseconomia, permetterebbe la trasformazione finalizzata a reperire le risorse necessarie all’attuazione del “Progetto Municipio” attraverso la riconversione della struttura a servizi privati (magari sempre destinati a categorie deboli) o, in caso di verificata insostenibilità economica, a residenza con probabile demolizione e nuova costruzione. Lo strumento urbanistico dovrà individuare adeguate soluzioni per assicurare il corretto clima acustico degli edifici previsti, nonché la cessione di una fascia verde destinata al percorso ciclo-pedonale di connessione dei parchi Fermi e Travaglia e la salvaguardia del pozzo di idrocaptazione esistente nell’area. L’attività attualmente localizzata verrebbe trasferita in altra struttura pubblica all’interno dell’ambito di riqualificazione ATr1 senza quindi sottrarre all’offerta un servizio comunale esistente.

f) Hitman (ATf6) L’area sarà oggetto di uno specifico progetto speciale legato ad un accordo che dovrà essere approvato dal consiglio comunale. Tale accordo stabilirà quantità, proporzioni e destinazioni delle superfici edificate o edificabili nell’area e diverrà fondamento del Programma Integrato d’Intervento che dovrà essere approvato per realizzare l’intervento.

7.5) Ambiti di trasformazione produttiva (ATp)

a) via per Cesano Boscone Sud e Nord (ATp1_a e ATp1_b) È l’unico spazio libero di ampia dimensione lungo il lato sud della Nuova Vigevanese; l’eccezionalità di tale vuoto, integrato dalle aree che si sviluppano a nord della via per Cesano Boscone, lungo la Nuova Vigevanese, comporta una valutazione attenta circa il suo uso, allo scopo di valorizzare tutte le sue potenzialità di riqualificazione urbanistica e ambientale. L’intervento deve introdurre nel sistema continuo e monotono degli insediamenti produttivi e commerciali, una “pausa” di valore paesaggistico e ambientale, con l’aggiunta di aree a servizio, anche a supporto della popolazione attiva che gravita nell’ambito della Nuova Vigevanese. Il progetto, se di carattere unitario, deve necessariamente prevedere l’adeguamento di calibro e tracciato della via per Cesano Boscone

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conservando i punti estremi di collegamento con il sistema della viabilità principale e provvedendo ad un adeguamento del raccordo con la Vigevanese. In tal caso sarà possibile anche individuare delle slp destinate a funzione ricettiva, che in caso di interventi separati dovranno invece essere considerate destinate a terziario. E’ da considerare anche l’opportunità di un percorso ciclopedonale lungo il lato ovest dell’ambito che, con la realizzazione di un sovrappasso alla ferrovia, consentirebbe un collegamento con l’area ex Burgo e con il percorso ciclopedonale che da essa si svilupperà verso est fino alla stazione ferroviaria di Corsico. L’amministrazione comunale si riserva il coordinamento delle realizzazioni destinate ad uso pubblico, in primo luogo per quanto riguarda la viabilità, anche in caso di strumenti attuativi separati. Va sottolineato che l’insieme delle due previsioni riduce la capacità edificatoria prevista dal P.R.G., a fronte della possibilità di realizzare una più articolata e qualificata gamma di funzioni. Area Sud (ATp1_a) L’ipotesi d’intervento con destinazione produttiva, terziaria e in minima parte commerciale è finalizzato a creare un nuovo insediamento produttivo innovativo dotato di tutti i servizi e gli spazi necessari all’attivazione e al funzionamento delle attività economiche. Ovviamente è indispensabile che le attività produttive siano localizzate sul fronte della ferrovia, dove il clima acustico non facilita l’insediamento di altre funzioni, lasciando nella parte nord la possibilità di individuare una centralità del nuovo ambito in cui collocare i principali spazi a servizi e l’eventuale attrezzatura ricettiva. Area Nord (ATp1_b) L’area a nord, lungo la Nuova Vigevanese comprende un edificio di cui si auspica il recupero e la ristrutturazione al fine di mantenerlo come testimonianza “storica”. In ogni caso resta come obbiettivo primario la riqualificazione a spazi verdi e comunque pubblici del fronte di viale Italia, lasciando la concentrazione fondiaria delle nuove edificazioni a carattere terziario e industriale, per quanto visibili dalla strada statale, rivolte verso il futuro centro dell’ambito, ossia verso l’attuale via per Cesano Boscone.

b) Travaglia (ATp2) In questa area, come nella successiva, vengono confermate le previsioni quantitativamente già contenute nel P.R.G.. In particolare l’intervento previsto nell’area in oggetto fa capo ad un accordo tra il Comune ed la società proprietaria volto a compensare oneri e permute legate all’attuazione del ponte di viale della Liberazione. In questo ambito si prevede, a seguito di approvazione di uno strumento attuativo unitario per gli ambiti ATp2 e ATp3, la possibile realizzazione di uffici e superfici commerciali (in qualità di medie struttura di vendita) con superfici lorde di pavimento massime per un totale di 7.879 mq.. La contiguità delle due aree (questa di proprietà privata, l’altra di proprietà comunale) e la loro stretta aderenza al Parco Travaglia pone in evidenza la necessità di un intervento di qualità e di peso non eccessivo, che possibilmente restituisca parte della superficie fondiaria allo spazio verde

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pubblico adiacente e che comunque renda più importante e visibile il suo attestamento sulla Nuova Vigevanese.

c) Conti (ATp3) A seguito di specifica variante nell’ambito in oggetto sono stati trasferiti parte dei volumi inizialmente individuati in altra zona (via Caboto in adiacenza all’ATp2) in ambito con stessa denominazione. Ciò anche al fine di attuare la previsione di “riconsegnare” al parco aree libere da previsioni edificatorie. Per l’ambito in oggetto vi sono ampi margini all’insediamento di diverse funzioni (industriale/artigianale, direzionale e commerciale), senza esclusione di una media struttura di vendita. Gli obbiettivi principali sono la riqualificazione dell’area sottoutilizzata e la salvaguardia dell’asta del fontanile e delle modifiche programmate alla SS494.

d) Volta-Sella (ATp4) L’intervento è volto al recupero e alla riqualificazione di un’area produttiva dimessa, posta lungo il confine del Comune di Milano, con i seguenti principali obiettivi: − che dia luogo a un coerente e qualificato assetto urbanistico ed

edilizio, in continuità con le trasformazione funzionali e del paesaggio urbano già intervenute verso est, lungo l’asse di via Volta;

− che tenga conto degli elementi di verde che, sempre in comune di Milano, si sviluppano verso nord sul lato est dell’area e verso sud lungo la via Travaglia;

− che realizzi sul fronte di via Volta attrezzature (servizi, commercio, ristorazione) utili per la zona ora caratterizzata dalla assoluta prevalenza di strutture industriali.

A questo scopo si ammette come principale una destinazione ad uffici e/o ricettiva che metta a disposizione anche spazi per congressi e meeting, per commercio di vicinato e per esercizi pubblici oltre che alla destinazione industriale/artigianale da identificarsi principalmente all’interno di un incubatore d’impresa da attivarsi e mantenersi in base ad accordi convenzionali con l’amministrazione comunale. Lo strumento attuativo dovrà anche prevedere un’adeguata area destinata a verde, parcheggi, altri servizi pubblici privilegiando la collocazione verso la via Volta e comunque in modo funzionale alla realizzazione di una connessione verso i parchi previsti dai P.I.I. relativi alle adiacenti aree in Milano.

7.6) Ambiti di compensazione volumetrica (ATs) Si tratta di aree che per la posizione, il rapporto con gli spazi o gli insediamenti esistenti al contorno e i contenuti ambientali specifici, sono di valore strategico e quindi da acquisire o mantenere all’uso pubblico per una piena valorizzandone delle potenzialità urbanistiche e/o ambientali tramite il meccanismo compensativo-perequativo. Vengono definite in ordine di priorità di acquisizione.

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a) ATM (ATs1) L’acquisizione pubblica dell’area comporta l’attribuzione ad essa di una adeguata capacità volumetrica trasferibile in altro ambiti di trasformazione che partecipi al sistema perequativo. La destinazione finale a seguito del trasferimento volumetrico è per servizi pubblici, in particolare per la realizzazione di attrezzature identificabili come attrezzature per la mobilità, nonché per la razionalizzazione dell’incrocio tra le via XX Settembre e Vittorio Emanuele II. L’edificio esistente sul fronte della via Vittorio Emanuele II non è parte del ambito di compensazione; il suo recupero, in coerenza con il progetto dell’area in oggetto dovrà seguire le indicazione dettate dal Piano delle Regole.

b) Vittorini (ATs2) La destinazione finale a seguito del trasferimento volumetrico è per servizi pubblici, in particolare per la realizzazione di verde pubblico di quartiere e di mitigazione verso l’impianto esistente verso est. In attuazione del P.T.R.A. “Naviglio Lombardi” sarà possibile collocare sull’area in oggetto le strutture correlate al nuovo approvo previsto dallo stesso piano regionale.

c) Boriola (ATs3) Si tratta di un’area di rilevante valore ambientale, sede di una testa di fontanile e con una parte che si prolunga verso est fino a confinare con l’area degli orti comunali. La sua piena valorizzazione è evidentemente collegata alla definizione di un progetto ambientale di più ampia portata, che qualifichi tutto il bordo est dell’area del Parco Sud e sia un “prologo” del progetto di fruibilità del parco stesso. È prevista l’acquisizione pubblica al fine di una miglior tutela del contesto ambientale in correlazione all’attuazione di una fruibilità pubblica e all’eventuale ampliamento degli orti comunali nella parte est.

d) Viale Italia - Conti (ATs4) Si tratta di un’area di proprietà comunale già individuata come parte del comparto 2 del P.P.R. “Zona RTU/2 ed aree adiacenti”. L’area è dotata di una capacità volumetrica trasferibile, minore di quella già prevista a destinazione produttiva dal P.P.R., ricollocabile, con altre destinazioni, tramite il modello compensativo-perequativo, sulle aree già destinate dal P.R.G. e utilizzate a servizi (ATr1_c, ATf2, ATf3 e ATf5) e tramite trasferimento diretto in altri ambiti di trasformazione. L’utilizzo del primo metodo è finalizzato ad acquisire risorse economiche da impiegare per il “Progetto Municipio”, ovvero la razionalizzazione e compattazione delle attrezzature pubbliche e al contempo destinare l’area in oggetto a spazio verde di carattere connettivo ed ecologico. L’area dovrà vedere valorizzata l’asta del fontanile e l’inserimento di eventuali percorsi ciclopedonali di connessione nord-sud e verso la fermata ferroviaria di Cesano Boscone. In attuazione di specifica variante l’ambito in oggetto è stato riperimetrato al fine di stralciarne un ambito da utilizzarsi “in permuta” di altro ambito da destinarsi a verde pubblico. Nell’ambito saranno possibili, nei limiti del rapporto drenante, variazioni dello spazio a

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verde per la realizzazione di infrastrutture viabilistiche e in particolare della nuova rotatoria prevista sulla Nuova Vigevanese, fatto salvo sempre il mantenimento del corridoio ecologico in aderenza al fontanile.

7.7) Il quadro complessivo degli ambiti di trasformazione Di seguito si riporta una tabella riassuntiva di tutte le quantità edificabili previste negli ambiti di trasformazione del DdP con la relativa indicazione delle superfici territoriali, degli indici applicati in linea generale, del numero di alloggi prevedibili (in base alle quote di superfici a destinazione residenziale) e degli abitanti teorici previsti.

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Tabella 7.1: Quadro quantitativo degli ambiti di trasformazione.

7.8) Il sistema della mobilità Si è già ricordato come anche, ma non solo, per l’assenza di varchi utili a realizzare nuove infrastrutture di viabilità di collegamento trasversale, lo sviluppo della mobilità lenta ciclopedonale sia la risorsa principale da

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utilizzare per connettere i diversi nuclei insediativi fra loro e con i servizi e per rafforzare il valore di riferimento civile e sociale del nucleo storico. In quest’ottica il Documento di Piano rappresenta un sistema complesso e relativamente continuo di percorsi, cioè un piano generale, strutturale, che individua una linea strategica di riferimento a cui riferire gli interventi prioritari. In questo quadro risultano prioritari e fattibili: − il superamento della linea ferroviaria per connettere l’area ex Pozzi

e le attrezzature in essa previste con il quartiere di via Copernico;

− il collegamento parallelo alla linea ferroviaria che a partire dal nuovo quartiere del P.P.R. RTU/2 (Burgo) porta alle stazioni ferroviarie di Corsico e Cesano B.;

− il completo recupero come percorso ciclopedonale, di valore paesaggistico, delle alzaie Trento e Trieste in conformità al Piano della Ciclabilità della Provincia di Milano “MiBici” approvato con D.C.P. n. 65 del 15 dicembre 2008;

− la completa realizzazione del collegamento ciclopedonale fra la p.zza Cervi e l’area ATM verso il nucleo storico; e da p.zza Cervi verso il Parco Sud e i suoi itinerari ciclabili.

Altre indicazioni progettuali sono contenute nei capitoli precedenti.

7.9) Gli interventi infrastrutturali Il piano prevede la realizzazione di interventi infrastrutturali importati legati prioritariamente all’attuazione degli ambiti di trasformazione, in particolare:

• accessibilità Perlite e Dicalite (AT1_a)

per le condizioni specifiche del contesto in cui è inserito, le possibilità di trasformazione delle aree su cui insistono le attività produttive potrà avvenire solo dopo aver definito, la nuova viabilità di collegamento di quest’area con la rete viaria di scorrimento (anche in territorio di Milano) con le seguenti soluzioni complementari o alternative: − a) Connessione carrabile dell’esistente bretella di raccordo al

cavalcavia Giordani;

− b) la connessione carrabile della nuova viabilità prevista in Corsico con la via Molinetto di Lorenteggio, con realizzazione di nuovo sottopasso carrabile in adiacenza al sottopasso ciclopedonale recentemente attuato in seguito al raddoppio della linea ferroviaria.

L’intervento di trasformazione avverrà nel contesto di un progetto e di un programma attuativo che porterà alla conclusione l’iter “storico” di recupero dell’intera area, fino al confine con Milano, con la realizzazione degli interventi infrastrutturali fondamentali come il collegamento della Stazione alla via Molinetto di Lorenteggio, la realizzazione delle necessarie opere di mitigazione dell’impatto della linea ferroviaria sull’edificato residenziale, il recupero dei fabbricati di archeologia industriale presenti e alla riqualificazione del percorso d’alzaia. Va comunque sottolineato che il tema della riqualificazione e dell’integrazione nel contesto urbano dell’area indica, anche con

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riferimento alle attese dei cittadini, l’opportunità e l’utilità dell’insediamento in essa di una attrezzatura di eccellenza, da promuovere presso le Istituzioni culturali milanesi (Università, Museo della Scienza, Conservatorio, ecc.) potendo offrire un’area posta lungo il Naviglio, servita da una linea ferroviaria a valenza metropolitana, utile al decentramento di una attrezzatura di valore.

• Area deposito ATM (ATs1)

La sua posizione strategica, in relazione al centro storico, e la sua dismissione da ormai molti anni induce a considerare di primaria importanza l’acquisizione, come già previsto dal PRG, al fine di realizzare un parcheggio a servizio del centro e/o attrezzature per la mobilità. Tale operazione permetterebbe di conseguenza la fluidificazione del traffico lungo la vecchia vigevanese, grazie all’eventuale ridefinizione dell’incrocio con via XX settembre, e una seria valutazione circa l’estensione della zona a traffico limitato del centro storico, resa possibile dalla presenza di un nuovo parcheggio di prossimità raggiungibile a piedi.

• Completamento viabilità area ex-Burgo (ATr2)

Con il completamento edilizio sia nei suoi aspetti pubblici che in quelli privati dovrà essere completata la struttura viabilistica portante, individuata dal Piano Particolareggiato di Recupero, con il perfezionamento della connessione alla Nuova Vigevanese, prioritariamente tramite la realizzazione di nuova rotonda se autorizzata da Anas o in alternativa tramite un ridisegno dell’esistente rotonda con la via per Cesano Boscone e della connessione all’alzaia Trieste con il tratto che dall’attuale viabilità collegherà l’attività produttiva ad ovest dell’area ex Burgo in modo da permettere il raggiungimento dell’obbiettivo primario di concretizzazione della zona a traffico limitato lungo l’alzaia. La succitata connessione viabilistica alla Nuova Vigevanese è subordinata alla definizione di un progetto, da concordare con ANAS, condiviso a livello intercomunale, con il coinvolgimento dei comuni interessati ed eventualmente della provincia, che preveda la risoluzione di criticità dell'asse infrastrutturale.