CRONews Gennaio-Marzo 2010

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CRONews Gennaio-Marzo 2010

Transcript of CRONews Gennaio-Marzo 2010

trimestrale2010 - V. 4 (1)gennaio 2010

in questo numeroCROnews

Direttore responsabileDr. Paolo De Paoli L’ANGOLO DELLA

BIBLIOTECA

“Educazione alla salute” e Scuola

Stand by me in ospedale: libri e non solo. Esperienze a confronto

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Dieci anni di opere d’arte al CRO

RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

I libri: gli amici più pazienti

VIDEOTECA

Un film per stare insieme

associazione sportiva PLAIS

Speciale omaggio a Elio Ciol

sostegno al malato

Concerto a San Martino al Tagliamento

Una finestra aperta sul mondo...

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Le Associazioni/Organizzazioni no-profit si raccontano...ISTITUTO NAZIONALE DI ASSISTENZA SOCIALE - INAS

ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

Sono attivi al CRO

sostegno alla ricerca

Il tuo 5x1000 al CRO SOSTIENI la “ricerca che cura”

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Pierpaolo Mitticafotografo

Odontoiatra e fotoreporter freelance, è nato a Pordenone il 6 agosto del 1971. Risiede a Spilimbergo. Nel 1990 consegue il diploma in conservazione, tecnica e storia della fotografia indetto dal CRAF. Segue i corsi di storia della fotografia di Italo Zannier, tecniche di ripresa con Gabriele Basilico, Paolo Gioli, Olivo Barbieri, il corso di stampa in bianco e nero con Roberto Salbitani. Dal 1995 Studia storia della fotografia, tecniche di stampa, di ripresa e com-posizione fotografica, studio del sog-getto e preparazione di un reportage con Alfredo Fasan, Giuliano Borghe-san, Charles-Henri Favrod, Naomi Ro-senblum e Walter Rosenblum, allievo di Lewis Hine e Paul Strand, suo pa-dre spirituale della fotografia e grande amico. Ha realizzato reportage sociali in Cina, Vietnam, Cuba, Bosnia-Her-zegovina, Kosovo, Serbia, Bielorussia, Ucraina, India, Indonesia. Dal 1997 al 1999 realizza un reportage sui Balca-ni con la pubblicazione di un libro dal titolo “Balcani, dalla Bosnia al Koso-vo” (Interattiva), con presentazione di Charles-Henri Favrod e introduzione di Predrag Matvejevic. Dal 2002 al 2007 si reca più volte in Bielorussia e Ucrai-na per realizzare un progetto sull’ere-dità lasciata da Chernobyl. Dal 2002 al 2008 ha viaggiato regolarmente in India per realizzare progetti fotografici su diverse problematiche sociali. Nel 2009 realizza un lavoro fotografico sui minatori dello zolfo in Indonesia. Nel 2006 riceve il premio Friuli Venezia Giu-lia Fotografia. Nel 2009 vince l’EIUC Photography Competition. Dal 2007 le sue foto sono distribuite a livello inter-nazionale dalla Trolley di Londra.Approfondimenti al sito:www.pierpaolomittica.com

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notizie dell’ultima ora

Terza edizione del Brainstorming su “Leucemia Linfatica Cronica e dintorni”: un nuovo format per i convegni del futuro?

Seminario del Prof. Gianluca Gaidano

Inaugurazione del 1° piano della nuova ala di ampliamento del CRO

Corso di Chirurgia Radicale Addomino-Pelvica in Oncologia Ginecologica

Il CRO ha ottenuto il prestigioso accreditamento all’eccellenza dall’Organizzazione canadese “Accreditation Canada”

attualità

Proseguono i lavori di ampliamento dell’ospedale

ACCREDITATION CANADA

Accreditamento all’eccellenza: la visita dei valutatori canadesi

FLASH ON...

Un semaforo rosso che induce a una utilissima attenzione

HIGHLIGHTS

Dipartimento di Oncologia Molecolare e Ricerca Traslazionale (DOMERT)

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

Formazione e formatori nell’IRCCS CRO: anno 2009

AREA GIOVANI

La stanza dell’IO

C’era una volta...

Serata a Valdobbiadene...

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notizie dell’ultima ora

Anche quest’anno, nei giorni 4 e 5 febbraio, ha avuto luogo al CRO, il cosiddetto brainstorming su “leucemia linfatica cronica e dintorni” e siamo già alla terza edizione. Con un “format” un po’ particola-re, a metà tra un convegno con-venzionale e un incontro di lavoro, la formula del “brainstorming” ha riscosso, fin dalla prima edizione di due anni fa, un successo ed un gradimento da parte dei par-tecipanti che, per certi aspetti, ha stupito gli stessi organizzatori: la Direzione Scientifica dell’Istituto e il Dott. Valter Gattei, respon-sabile del Servizio di Onco-Ema-tologia Clinico-Sperimentale. La ragione forse è da ricercare nella constatazione che, nell’era del-l’informatizzazione spinta nella quale viviamo, anche le informa-zioni scientifiche, persino le più recenti, sono immediatamente disponibili in rete. Le stesse rivi-ste scientifiche sono cambiate e si sono dotate di siti internet nel-l’ambito dei quali gli articoli scien-tifici in via di pubblicazione sulla rivista cartacea possono essere letti in anteprima e quasi simul-taneamente alle ultime correzioni apposte dagli autori stessi. È chiaro come, con questi pre-supposti, anche il format dei convegni scientifici debba essere rivisitato e venga privilegiato un contesto “informale” nell’ambito del quale i vari ricercatori e stu-diosi abbiano realmente la pos-sibilità di confrontarsi e discutere liberamente presentando dati, anche preliminari o inediti, favo-rendo, in tal modo, collaborazio-

ni e interattività “vera” tra diversi gruppi e istituzioni.È quello che è accaduto il 4 e 5 Febbraio scorsi, quando numero-si esperti della leucemia linfatica cronica, riconosciuti a livello na-zionale e internazionale, si sono ridati appuntamento al CRO, per fare il punto sulla ricerca clinica e di base di questa malattia neo-plastica tipica, ma non solo, dei pazienti in età avanzata e che viene riconosciuta come la forma leucemica più frequente del no-stro mondo occidentale. Sono state affrontate a “tutto tondo” tematiche cliniche (proto-colli clinici, utilizzo di terapie bio-logiche, impatto clinico dei più noti fattori prognostici e di fattori prognostici nuovi), di ricerca ap-plicata (studi molecolari avanza-ti sul “B-cell receptor”, profili di espressione genica e genomica) o di base (“signalling” e attiva-zione della cellula neoplastica di

leucemia linfatica cronica e suoi rapporti con il microambiente tu-morale del linfonodo o del midollo emopoietico), con il fine ultimo di pianificare un’attività clinico-spe-rimentale sinergica e ottimale per la comprensione dei fenomeni che sono alla base dello sviluppo della malattia. Hanno partecipato all’evento i Professori Francesco Tedesco (Università di Trieste), Giovanni Del Poeta (Università di Tor Ver-gata di Roma), Gianluca Gaidano (Università del Piemonte Orien-tale, Novara), Anna Rita Guarini (Università La Sapienza di Roma), Giorgio Zauli (Università di Ferra-ra), Roberto Marasca (Universi-tà di Modena), Marco Montillo (Ospedale Niguarda di Milano) e Dimitar Efremov (ICGEB Mon-terotondo, Roma). Sono stati, inoltre di grande interesse gli in-terventi dei Dottori Silvia Deaglio (Università di Torino), Francesco

Aviano, 4 e 5 Febbraio 2010 Terza edizione del Brainstorming su “Leucemia Linfatica Cronica e dintorni”: un nuovo format per i convegni del futuro?

I partecipanti al Brainstorming 2010 su “Leucemia Linfatica Cronica e dintorni”

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Seminario del Prof. Gianluca Gaidano

A conclusione dell’incontro, nel pomeriggio di venerdì 5 feb-braio nella Sala Convegni, il Prof. Gianluca Gaidano, personalità scientifica internazionale nel cam-po delle sindromi linfoproliferative e uno dei più accaniti sostenitori della “formula brainstorming”, ha passato in rassegna i vari temi trattati durante i due giorni di la-voro in un apprezzatissimo e ap-plauditissimo seminario dal titolo “Implicazioni cliniche dei marca-tori molecolari: il modello LLC”. Ciò ha permesso anche ai più giovani ricercatori dell’Istituto e a un pubblico più ampio di venire a

Bertoni (Istituto Oncologico del-la Svizzera Italiana, Bellinzona), Francesco Forconi (Università di Siena), Luca Laurenti (Università Cattolica di Roma), Davide Rossi (Università del Piemonte Orienta-le, Novara), Carla Guarnotta (Uni-versità di Palermo) e Paolo Macor (Università di Trieste), così come dei ricercatori del nostro Istituto Mario Mazzucato, Pietro Bulian, Francesca Rossi, Riccardo Bom-ben, Michele Dal Bo e Antonella Zucchetto. L’interesse per l’incontro è sta-to anche sottolineato dalla par-tecipazione di numerosi clinici e laboratoristi sia dell’Istituto che provenienti da altre realtà cliniche regionali.

conoscenza delle ultime novità e degli studi in atto sulla leucemia linfatica cronica e suoi “dintorni” direttamente da uno dei prota-gonisti che ha contribuito e con-tinua a contribuire al progresso scientifico e alle conoscenze su questa malattia.

Aviano, 31 marzo 2010Inaugurazione del 1° piano della nuova ala di ampliamento del CRO

Il 31 marzo 2010, alla presenza del sindaco di Aviano Stefano Del Cont Bernard, è stato inau-gurato il primo piano della nuo-va ala di ampliamento del CRO. Quest’area di circa 1000 metri quadrati, ospiterà tra breve il po-liambulatorio multidisciplinare per i pazienti esterni o i pazienti che si rivolgono al CRO per la prima volta o solo per una consulenza. Sono stati predisposti 15 ambu-

latori per visite mediche, chirurgi-che, di radioterapia, per la tera-pia del dolore e per la senologia. Inoltre, in questo piano verranno effettuati, nelle sale predisposte, interventi di piccola chirurgia non invasivi in anestesia locale per i quali non è necessaria la sala operatoria. L’area che ospiterà i poliambulatori è molto spaziosa, luminosa e accogliente grazie sia agli ampi spazi a disposizione e

alle ampie vetrate sul verde del parco che all’armonia dei colori scelti per pareti e pavimenti. Spa-zi, dunque, a misura d’uomo ma anche funzionali e modernamen-te concepiti e attrezzati, inseriti nel nuovo corpo di ampliamento dell’Istituto che è composto di 4 livelli: il piano terra dove sono collocati l’entrata principale, il centralino e la portineria, l’ac-cettazione, l’Ufficio relazioni con il pubblico, il nuovo bar, ecc.; il primo piano, che abbiamo già descritto, con i poliambulatori, il secondo piano che ospiterà una zona “relax”. Questa zona intera-mente delimitata da vetrate che danno sullo splendido parco che circonda tutti i lati l’Istituto, potrà essere utilizzata da pazienti, fa-miliari, accompagnatori che qui troveranno un luogo accogliente per leggere, riposarsi o chiac-chierare. Nel seminterrato trove-ranno collocazione i magazzini e altri locali non aperti al pubblico.

Il Dr. Del Ben e il sindaco Del Cont Bernard al taglio del nastro

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cologica del CRO di essere pun-to di riferimento a livello nazionale per le neoplasie che colpiscono l’apparato genitale femminile.

Il Corso, diretto dal Dott. Elio Campagnutta e dal Dott. Giorgio Giorda, ha visto anche la presti-giosa partecipazione del Dott. Vito Chiantera della Clinica Gine-cologica di Berlino, una delle più importanti sedi europee per tec-niche laparoscopiche avanzate, che ha portato la sua esperienza e ha reso ancora più interessan-te il corso che è stato molto ap-prezzato dai medici partecipanti.Va sottolineato che l’ottima riu-scita della teletrasmissione in di-retta dalla sala operatoria è sta-ta possibile grazie al costante e appassionato impegno da parte dell’èquipe di tecnici specialisti, coordinati dal Signor Daniele Gargale della Struttura Tecnolo-gie e Investimenti del CRO diretta dall’Ing. Ermes Greatti, ai quali va rivolto un sentito ringraziamento.

Dal 15 al 18 marzo 2010 al Cen-tro di Riferimento Oncologico di Aviano si è tenuto il Corso di Chirurgia radicale nel campo dei tumori femminili, organizzato dal Dr. Giorgio Giorda della Struttura di Ginecologia, diretta dal Dott. Elio Campagnutta in collaborazio-ne con l’Associazione Italiana di Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri.Il Corso è stato realizzato da chi-rurghi specialisti del Dipartimento di Chirurgia Oncologica. Sono stati eseguiti importanti interventi di chirurgia radicale su tumori a partenza dall’utero e dalle ovaie. Da una delle sale operatorie del CRO, mediante teletrasmissione in diretta, le immagini sono state trasferite in tempo reale in sala convegni dove i professionisti ginecologi, provenienti prevalen-temente dalle regioni del centro-sud Italia ma anche dall’Emilia,

15-18 marzo 2010 - Sala Convegni CRO AvianoCorso di Chirurgia Radicale Addomino-Pelvica in Oncologia Ginecologica.

dalla Lombardia, dalle Marche e dall’Umbria hanno potuto seguire passo passo le fasi degli interventi. In tal modo è stata data la possi-bilità di un insegnamento interat-tivo, con approfondimenti e spie-gazioni delle tecniche chirurgiche, in diretta, tra i partecipanti al Cor-so e i chirurghi in sala operatoria.Questo primo corso del 2010, che sarà riproposto in autunno dal 25 al 28 ottobre, ha dato l’opportu-nità ai partecipanti di apprendere le tecniche chirurgiche avanzate, che vengono eseguite al CRO nel campo dei tumori femminili e conoscere l’utilizzo di tecnologie innovative e complesse (quali la chemioterapia intraperitoneale, o la radioterapia intraoperatoria) che, grazie alla collaborazione con i reparti di Oncologia Medi-ca C e Oncologia Radioterapica, permettono alla Ginecologia On-

Il Dott. Giorgio Giorda commenta le immagini dalla sala operatoria durante il corso.

Immagine dell’intervento in diretta da una Sala Operatoria del CRO durante il Corso per medici-chirurghi

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Il CRO ha ottenuto il prestigioso accreditamento all’eccellenza dall’Organizzazione canadese “Accreditation Canada”

Con lettera del 26 marzo 2010, di cui pubblichiamo un estratto, l’Organizzazione In-ternazionale “Accreditation Canada” (AC), dopo la visi-ta ispettiva dei suoi valutatori (vedere pagg. 7-9 di questo numero) ha comunicato che il CRO ha superato gli “esami” e ha ottenuto il riconoscimento internazionale di Ospedale di eccellenza nel campo dell’as-sistenza e cura del malato on-cologico, avendo pienamente dimostrato di possedere i li-velli qualitativi necessari (rico-nosciuti a livello internaziona-le) per poter appartenere agli Istituti di eccellenza nell’ottica del continuo miglioramento.Un risultato importante di cui andare fieri, ottenuto con la collaborazione di tutti, a partire dai componenti dei vari team, da tutti i dipendenti, dai part-ners, in particolare le Associa-zioni di Volontariato che han-no contribuito notevolmente al successo da considerare non come un traguardo bensì come la conquista di una delle tante tappe del continuo mi-glioramento verso l’eccellen-za. Il prossimo impegno sarà la visita ispettiva dei valutatori di AC programmata per il 2012. Secondo lo spirito dell’accre-ditamento verso l’eccellenza, in quella visita ispettiva, l’Istitu-to dovrà non solo confermare il livello raggiunto attualmente, ma dimostrare di aver ulterior-mente migliorato la qualità del-la propria attività e gli standard assistenziali.

26 marzo, 2010

Dott. Giovanni Del BenCentro di Riferimento Oncologico - AvianoVia Franco Gallini n. 233081 Aviano, Italy

Gentile Dott. Del Ben:

Il report sulla verifica ispettiva per l’accreditamento, eseguita in data 22-26 feb-braio, 2010, è stata completata. La direzione e il personale della sua organizza-zione sono stati giudicati in possesso dei requisiti per accedere alla procedura di accreditamento.Il consiglio di amministrazione dell’Accreditation Canada è lieto di comunicarLe che la Sua organizzazione ha ricevuto l’Accreditamento con report. (…omissis ...) Ci congratuliamo ancora una volta. Partecipando alla procedura di accredita-mento, la Sua organizzazione ha dimostrato il proprio impegno nel fornire servizi e assistenza di qualità alla comunità. Le raccomandazioni contenute nella relazione sulla verifica ispettiva sono volte a promuovere un impegno costante al miglioramento.La prossima verifica completa della Vostra organizzazione sarà programmata per l’anno 2012.(…omissis ...)

Cordiali saluti,

Wendy NicklinPresidente e Direttore generale

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Stato di avanzamento dei lavori

Proseguono i lavori di ampliamento dell’Istituto

già realizzati:• piano interrato dove verranno collocati i magazzi-ni, e il 1° piano del corpo di ampliamento dell’Istituto dove troveranno collocazione i poliambulatori multidi-sciplinari dei pazienti esterni;• gli Ambulatori di Prevenzione sono stati tempo-raneamente spostati nel corpo di collegamento tra il blocco centrale e i pettini (dove verrà successiva-mente collocato il day hospital);• il ponte coperto di collegamento tra il pettine e il blocco centrale (zona ex ambulatori del 1° piano). Per l’utilizzo è necessario attendere il collaudo.

in corso di realizzazione:• i lavori di consolidamento sui corpi scala attigui alla Sala Convegni (lato ovest dell’Istituto);• la ristrutturazione degli ambulatori del 1° piano (blocco centrale);• il completamento del piano terra del corpo di am-pliamento dell’Istituto (zona est);• ristrutturazione del piano terra (attuale entrata) del corpo centrale

attualità

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ACCREDITATION CANADA

ACCREDITATION CANADA

Conclusione della autovaluta-zioneCome previsto dal programma di Accreditamento all’Eccellen-za il 29 dicembre 2009 i team del CRO hanno concluso l’au-tovalutazione degli standard e il coordinatore del programma, dr. Raffaele Collazzo, l’ha valida-ta e trasmessa ai responsabili di Accreditation Canada (AC). Da

Accreditamento all’eccellenza: la visita dei valutatori canadesi

questo momento il testo della va-lutazione è divenuto immodifica-bile e disponibile per l’analisi dei valutatori. I documenti richiesti a evidenza dell’autovalutazione sono stati inseriti, da operatori del CRO, su un sito web appo-sitamente creato a disposizione dei valutatori.Si è così conclusa la prima fase del programma di accreditamen-to, iniziato (come indicato nei pre-cedenti numeri di CROnews) alla fine dell’anno 2008 e proseguito per tutto il 2009.

Preparazione alla visita dei valutatori Passo successivo: le attività di preparazione alla visita dei valu-tatori. I contatti tra il coordinatore CRO del programma e i respon-

sabili canadesi sono divenuti, in questo periodo, intensi e frequen-ti e hanno consentito di stabilire tempi e modalità degli incontri. In una riunione tra il coordinatore, la Direzione Strategica dell’Istituto e i Team Leader dei gruppi sono stati definiti gli ultimi dettagli e ag-giustamenti del programma del-la visita e gli opportuni interventi logistici. Sono stati anche avviati i contatti per la composizione di tre focus group, costituiti rispetti-vamente da personale dell’Istitu-to, partner del territorio e assistiti e/o parenti di pazienti del CRO. Questi gruppi dovevano parte-cipare, analogamente ai team di autovalutazione, ai colloqui con i valutatori.Contemporaneamente sono state intensificate le attività di diffusione delle informazioni sia sullo stato di avanzamento del programma di accreditamento che sulla imminente visita. Un opuscolo informativo aggiornato, con la sintesi del programma e le date della visita è stato inviato a tutti i dipendenti. Un poster con analoghe informazioni è stato affisso nei luoghi più frequentati e strategici dell’Istituto. Il coordi-natore del programma e la Diret-trice Sanitaria, hanno incontrato i rappresentanti delle associa-zioni di volontariato che operano al CRO e, in ripetute occasioni, i dipendenti del CRO compresi i

in questo numero:conclusa la prima fase del percorso

I valutatori canadesi con alle spalle i Team Leader

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borsisti, contrattisti e tutti coloro che operano nelle strutture di ri-cerca.Le informazioni relative al pro-gramma e alla visita sono state presentate anche al personale dipendente delle ditte appaltatrici che forniscono servizi al CRO. Il coordinatore ha anche parte-cipato alla riunione del Comitato di Dipartimento di Medicina di la-boratorio e ha incontrato i Diret-tori delle strutture operative del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e di quello della Ricerca e il Direttore della Farmacia, per illustrare le modalità con cui que-ste strutture erano coinvolte nella visita.Ciascun team di autovalutazione si è riunito con il coordinatore per approfondire il proprio specifico coinvolgimento nel programma della visita. Durante questo periodo di inten-so lavoro è stata svolta una ulte-riore attività di particolare rilievo: i team del CRO, sulla base dei risultati dell’autovalutazione de-gli standard, hanno individuato le priorità delle azioni di migliora-

mento e le hanno condivise con la Direzione strategica dell’Istitu-to.

La visita dei valutatori I due valutatori di AC, Felicia Guarna e Rocco Famiglietti, che già avevano preso visione della documentazione inviata, hanno sottoposto il CRO, nei giorni dal 22 al 26 febbraio, a una valutazio-ne accurata e dettagliata. Hanno iniziato, accompagnati dal Team Leader (dott. Michele Spina), con una visita dell’area dell’Oncolo-gia Medica, nel corso della qua-le hanno anche intervistato tre pazienti ricoverati. Con modalità analoga, sempre accompagnati dai rispettivi Team Leader (dott. Marcello De Cicco e dott. Andrea Veronesi), hanno sottoposto a vi-sita l’area della Chirurgia Oncolo-gica e quella della Senologia. Le attività sono proseguite con gli incontri dei valutatori con i focus group del personale, degli assi-stiti e dei partner e con i colloqui con i team di supporto: Gestione dell’Ambiente (TL Sergio Moro), Gestione dell’Informazione (TL

Da dx: Giovanni Del Ben, Direttore Generale CRO, Giorgio Simon, Giuseppe Napoli, Renata De Candido, Direttore Sanitario CRO, Paolo De Paoli, Direttore Scientifico CRO, Felicia Guarna e Rocco Famiglietti, valutatori di Accreditation Canada, Raffaele Collazzo, Responsabile AC-CRO.

dott. Agostino Steffan) e Gestio-ne delle Risorse Umane (dott. Claudio Colussi).Nel corso della visita sono state esaminate nove cartelle cliniche, tre per ciascuna area di assisten-za, e quindici fascicoli del perso-nale. La valutazione si è conclusa con la visita alla Farmacia del CRO, ai Laboratori di Ricerca e alle Strut-ture di Diagnostica per Immagini (Medicina Nucleare e Radiotera-pia) e con il colloquio finale con il Team della Leadership e Part-nership. Nell’ultimo giorno della visita, i valutatori hanno incontrato dap-prima la Direzione Strategica del CRO e, successivamente, il per-sonale dell’Istituto in una riunione aperta anche alla comunità inte-ressata. Hanno illustrato i risultati della visita, evidenziando i punti di forza e le aree di miglioramen-to, esprimendo il plauso per l’im-pegno mostrato da tutta l’orga-nizzazione verso il miglioramento continuo della qualità.

Il prossimo futuroA fine marzo 2010, Accredita-tion Canada invierà il report finale con il giudizio (accreditamento, accreditamento “condizionato”, non accreditamento) formulato sulla base della documentazione prodotta e della relazione com-plessiva dei valutatori. La disponibilità e l’impegno con cui tutti hanno partecipato al pro-getto di accreditamento e alle attività correlate alla visita, come sottolineato dagli stessi valutatori, sono il valore aggiunto di questo programma e rappresentano le basi sulle quali costruire le azioni future, ovvero trasformare i risul-tati complessivi della valutazione in concreti obiettivi prioritari di miglioramento dei servizi forniti dall’Istituto.

�CROnewsACCREDITATION CANADA

Il CRO ha nella propria missione, declinata nell’Atto Aziendale, la promozione di “modelli di miglio-ramento continuo della qualità che tendono all’eccellenza per implementare le conoscenze, l’utilizzo della tecnologia e l’in-tegrazione dei sistemi sanitari in coerenza con l’evoluzione dei bi-sogni e delle aspettative dei por-tatori di interesse”. In particolare le attività di sperimentazione sono parte integrante di tale missione, sono orientate a rendere possi-bili i progressi nelle conoscenze trasferibili all’assistenza, non solo nel campo della clinica ma anche della gestione e degli aspetti or-ganizzativo-manageriali. Secondo il Piano Annuale 2009 il CRO “persegue, secondo stan-dard d’eccellenza, finalità di ri-cerca nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione dei servizi sanitari, di innovazione di modelli d’assistenza e di trasfe-rimento delle conoscenze, uni-tamente a prestazioni sanitarie di alto livello”. Alla luce di queste premesse, assume particolare rilievo il Focus Group di confron-to tra esponenti di alto livello di Accreditation Canada (AC) e pro-fessionisti del CRO impegnati nel programma di accreditamento all’eccellenza, che si è riunito ad Aviano il 20 gennaio scorso.Per l’Ente canadese erano pre-senti la dott.ssa Paula Greco, responsabile dell’Area ricerca ed innovazione e il dott. Gilles Lan-teigne, vicepresidente esecutivo di AC, nonché alcuni referenti italiani del programma canade-se. Per il CRO hanno partecipato all’incontro il Direttore Generale, il Direttore Scientifico, il Direttore Sanitario, tutti i Team Leader, il Coordinatore del programma, dr. Collazzo e i suoi due collabora-tori. L’incontro era motivato dalla richiesta degli ospiti canadesi di ricevere osservazioni, commen-

ti, integrazioni in riferimento agli standard di assistenza oncolo-gica. Al CRO è stato richiesto, infatti, di sperimentare questi standard - utilizzati per la prima volta in Italia - e verificare la loro applicabilità nel contesto dell’or-ganizzazione sanitaria italiana e specificamente nell’ambito di un Istituto di ricerca e cura di tipo on-cologico. Il parere dei professio-nisti del CRO è ritenuto partico-larmente importante, considerate le caratteristiche di alta specializ-zazione del nostro Istituto, specie dalla dott.ssa Paula Greco che, come responsabile della ricerca di AC, si occupa dell’aggiorna-mento costante degli standard di autovalutazione sulla base delle nuove acquisizione scientifiche e delle informazioni che riceve dalle organizzazioni che partecipano al programma di accreditamento. La discussione è stata vivace e partecipata, con numerosi inter-venti da parte di tutti i presenti. I rappresentanti di AC hanno ap-prezzato i suggerimenti e le os-servazioni ricevute, riguardanti sia aspetti generali del programma sia aspetti specificamente rivolti agli standard oncologici, hanno ringraziato il CRO per l’impegno, la disponibilità e la partecipazione

al progetto e hanno assicurato che faranno tesoro delle os-servazioni e proposte ricevute. Il dr. Collazzo ha informato gli ospiti sullo stato di avan-zamento del progetto OECI (Organisation of European Cancer Institutes) che vede coinvolti gli IRCCS Oncolo-gici italiani, con lo scopo di definire standard condivisi da utilizzare in programmi di va-lutazione esterna della qua-lità per gli Istituti stessi. Alle attività del gruppo di lavoro ha partecipato fattivamente il coordinatore stesso, che ha potuto fornire un importante contributo, grazie anche al-l’esperienza del percorso di accreditamento canadese. Gli esperti canadesi hanno espresso un significativo ap-prezzamento per il contributo dato dal CRO a tale progetto.I primi risultati di questo im-pegno, raccolti in una “posi-tion paper” condivisa, sono stati recentemente presentati nell’ambito di un workshop tenutosi presso il Ministero della salute (“Accreditamento e profili qualitativi del S.S.N.”, Roma, 14 gennaio 2010).

I componenti del Focus Group e gli ospiti canadesi: dr.ssa Paula Greco (3° da dx) e il dr. Gilles Lanteigne 4° da dx)

SPERIMENTATI AL CRO GLI STANDARD PER L’ASSISTENZA ONCOLOGICA DI ECCELLENZA

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FLASH ON...

FLASH ON...

Accade spesso di parlare con per-sone preoccupate poiché si sen-tono “predestinate” ad ammalarsi, prima o poi, di cancro, in quanto tra i loro parenti vi è stato qualche caso di tumore. È una preoccupa-zione ingiustificata poiché, vista la frequenza della patologia tumora-le, è quasi inevitabile che qualche caso si sia verificato in famiglia nel corso degli anni. Ciò vale in parti-colare per il tumore al seno, che è il più frequente nella popolazione femminile (1 caso ogni 10 donne).È facile, quindi, riscontrare famiglie in cui la frequenza di tale malat-tia è spiegabile con la casualità o con altri fattori come lo stile di vita, piuttosto che con la presenza di una chiara ereditarietà tumorale.

Un semaforo rosso che induce a una utilissima attenzione

Sorveglianza per le famiglie a rischio di tumore

Dr.ssa Clelia De Giacomi, Responsabile Sorveglianza clinica dei tumori eredo-familiari della mammella e ovaio

Ma allora, quando sospettare di avere una vera predisposi-zione familiare per tumori della mammella e ovaio?• Il dubbio deve nascere se vi sono 2-3 parenti di primo e se-condo grado (ovvero genitori, sorelle, figlie, nonne e zie) affette da cancro mammario od ovarico, insorto nella stessa linea ereditaria (materna o paterna). Capita spes-so, infatti, che il paziente riferisca parecchi casi di tumore, ma diver-si fra loro o comunque sparsi qui e lì su entrambe le linee genitoriali.• Altro elemento molto rilevante è l’insorgenza del tumore in età precoce, prima della menopausa, ad esempio due famigliari “stretti” che abbiano sviluppato il tumore prima dei 50 anni, ma anche i casi singoli con esordio in età minore ai 30-35 anni, dovrebbero insospet-tire.• Attenzione particolare va po-sta, inoltre, alla bilateralità del can-cro mammario o all’incidenza, nel-la stessa famiglia, di tumore della mammella e ovaio se non addirit-tura insorti nella stessa donna.• Da segnalare i casi di tumore mammario nell’uomo, non fre-quenti ma possibili laddove c’è un rischio genetico, che sono appun-to da considerare come indicativi di predisposizione genetica.

Ma appartenere a queste fa-miglie significa aver ereditato il cancro?ASSOLUTAMENTE NO! Quello che è possibile ereditare è inve-

ce un “gene mutato” (ovvero un pezzetto di DNA alterato nella sua struttura chimica) che, in pratica, significa avere ereditato uno dei meccanismi di difesa verso i tu-mori inefficiente, poiché questi geni normalmente servono proprio a un “controllo cellulare”.Si eredita, quindi, solo una pro-babilità maggiore allo sviluppo di questi tumori, non il tumore in sé. Si deve, infatti, sottolineare che il cancro è proprio come un puzzle, dove occorrono tanti tasselli, tante concause per formarlo; la familia-rità costituisce solo una parte di questi tasselli, ma, per quanto im-portante, da sola non basta.Parimenti, sono parecchi anche i fattori protettivi contro il cancro al seno (es. avere figli, l’allattamento, una vita sana, ecc), ma essi non sono sempre sufficienti per evitar-lo.

E perché conoscere la reale pre-disposizione o angosciare i figli ancor prima dell’eventuale ma-lattia? Non si vive meglio senza sapere cosa ci aspetta?Personalmente, credo che, si ese-gua o no il test genetico, il dubbio di ammalarsi accompagni comun-que i componenti di una famiglia colpita da tanti tumori. Sottoponendosi al test genetico sarà possibile, invece, far luce su chi fra i parenti ha effettivamente ereditato quella stessa alterazione, probabilità che è, comunque, solo del 50%.Questo significa tirare un bel so-

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spiro di sollievo o, nel caso con-trario, conoscere tutto ciò che si può fare per evitare il tumore o per evidenziarlo in fasi molto precoci, il che cambia completamente il ri-sultato delle cure.

Ma, qualora ci siano fondati sospetti, quali passi fare?Una persona interessata ad ap-profondire questa indagine, può ri-volgersi al CRO che è attualmente il centro con maggiore esperienza nel settore e i suoi laboratori fanno da riferimento per il Friuli Venezia Giulia, oppure a un numero limita-to di altre Istituzioni italiane. Si tratta, infatti, di analisi molto complesse e sofisticate che do-vrebbero essere eseguite soltanto in Centri di comprovata esperien-za nella ricerca e nella genetica molecolare del cancro.Si inizierà, dapprima, con la valu-tazione del rischio e il calcolo della probabilità che vi siano alterazioni genetiche nel paziente, quindi la persona potrà fare la consulen-za e il test genetico con il prelie-vo di sangue, previa espressione del consenso informato. Il sangue verrà quindi inviato in Oncologia Sperimentale dove dalle cellule verrà prelevato e studiato il DNA. È importante sottolineare che, in una famiglia ad alto rischio, il pri-mo soggetto ad essere testato deve essere sempre uno dei fa-migliari che ha avuto un tumore; infatti, solo se si evidenzia una delle mutazioni conosciute si po-trà estendere la ricerca anche ai parenti sani di primo grado.L’esito dei test sul primo famiglia-re è disponibile dopo 6-12 mesi, molto più veloce, invece, l’esito per i parenti, in quanto si conosce già la sede dove cercare l’altera-zione del DNA in quella specifica famiglia.

Accade spesso, tuttavia, che la risposta del test sia negati-va ma non informativa ... che significa?In effetti, allo stato attuale, c’è que-sto grosso limite; ciò è dovuto al fatto che conosciamo e possiamo evidenziare solo due alterazioni genetiche (BRCA1 e BRCA2), ma ci sono probabilmente anche altre

mutazioni che la ricerca non riesce ancora a “vedere” chiaramente.Quindi, il risultato è da conside-rare negativo solo per quelle due alterazioni a oggi conosciute, ma non si possono escluderne altre misconosciute (BRCAX): il test è, quindi, non informativo o non con-clusivo.In definitiva, in questi casi si è al punto di partenza e tutta la fami-glia deve considerarsi a rischio ge-nerico ... un po’ come accade per altre malattie con familiarità (infar-to, diabete ecc).

E se, invece, un familiare testa-to risulta positivo, cioè presen-ta una delle mutazioni cono-sciute?In questo caso si può individuare chi altro della famiglia è realmente predisposto in quanto presenta la mutazione e chi, invece, può sen-tirsi “libero” da rischi particolari.Se il primo familiare testato risul-tasse positivo, infatti, i suoi parenti, sottoponendosi successivamente al test, potrebbero scoprire di aver ereditato quella stessa mutazione (50%), oppure risultare negativi; ma in questo caso la negatività è certa, cioè il loro corredo genetico è indenne da quella specifica alte-razione familiare. Il loro rischio di ammalarsi è quindi uguale a quello della popolazione generale.

Ma quando si sa di essere cer-tamente ad alto rischio, che cosa bisogna fare?Non si può generalizzare troppo, in quanto l’atteggiamento nel singolo caso va modulato in base al tipo di mutazione, all’età, allo stile di vita e, cosa fondamentale, alla struttu-ra della ghiandola mammaria.In linea di massima la sorveglianza per l’alto rischio verte su:A) Prevenzione primaria, cioè tut-to ciò che può evitare l’insorgenza del tumore, come:• stile di vita corretto (controllo del peso, attività fisica costante, contraccettivi orali solo dopo i 20 anni); possibile inserimento in studi controllati sull’alimentazione; • farmacoprevenzione: assunzio-ne di farmaci con dimostrata pro-tezione contro il cancro di mam-mella e ovaio;

• chirurgia profilattica: in casi ben selezionati e comunque solo con una forte motivazione della paziente, si possono asportare le ghiandole mammarie (mastecto-mia bilaterale di riduzione del ri-schio) con contemporanea chirur-gia plastica ricostruttiva. Una volta terminato il desiderio di prole, è altrettanto indicata l’asportazione delle tube e delle ovaie (annes-siectomia bilaterale).B) Prevenzione secondaria, cioè tutto ciò che evidenzia precoce-mente il tumore:• inserimento in protocolli di sorveglianza che oltre alla Mam-mografia ed Ecografia mamma-ria prevedono un completamento importante con la Risonanza Ma-gnetica (RMN) mammaria; • anticipazione diagnostica, ini-ziando la sorveglianza nelle donne mutate già a 25 anni (con Ecogra-fia e RMN) e comunque 10 anni prima del caso di tumore più pre-cocemente insorto in quella fami-glia. La Mammografia deve invece iniziare solo dai 35 anni;• visite ginecologiche annuali/se-mestrali (a seconda della mutazio-ne e dell’età) con Ecografia trans-vaginale e controllo di marker (Ca-125) nel sangue; • poiché vi è un lieve aumento di rischio anche per altri tumori, nei soggetti mutati per BRCA1-2 è consigliabile anticipare il controllo colonscopico (o almeno la ricerca del sangue occulto fecale), oltre a quello prostatico per i maschi mu-tati.

Per concludere, penso che esse-re ad alto rischio è proprio come avere un semaforo rosso sempre acceso che ti avverte di un possi-bile, probabile pericolo.Bisogna comunque attraversare la strada, ma, rallentando e guar-dando bene …. si rischia molto meno di chi sfreccia con il verde non pensando mai al rischio im-prevedibile presente comunque per tutti!

Per informazioni più dettagliate:0434 659033@ [email protected]

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HIGHLIGHTS

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Dipartimento di Oncologia Molecolare e Ricerca

Traslazionale (DOMERT)

... i Dipartimenti del CRO...

Dr. Diego Serraino, Direttore del Dipartimento di Oncologia Molecolare e Ricerca Traslazio-nale

Il Centro di Riferimento Oncologi-co di Aviano (oramai conosciuto come CRO) è un IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) dedicato esclusiva-mente alle malattie neoplastiche, che fa parte della rete degli Isti-tuti Nazionali Tumori di cui l’Italia si è dotata negli ultimi decenni. Il carattere scientifico a cui si fa riferimento nella definizione di IRCCS è l’aspetto qualitativo che caratterizza l’attività del CRO, sia rispetto alle Aziende Ospedalie-re di rilevanza regionale che alle Facoltà Universitarie di Medicina e Chirurgia. In particolare, dalle ricerche biomediche condotte al CRO, traggono un diretto vantag-gio non solo le persone affette da malattie neoplastiche, che ven-

gono seguite dal CRO, ma anche tutta la popolazione generale del Nord Est Italia che può usufruire dei programmi di prevenzione e screening. Il DOMERT rappre-senta la struttura organizzativa chiamata a svolgere il delicato compito di collegamento tra la ri-cerca oncologica internazionale e i bisogni della popolazione locale - in inglese “think global, act lo-cal”, cioè applicare localmente le conoscenze prodotte nel mondo intero. Un obiettivo non facile, di grande responsabilità etica oltre che professionale, affrontato da un centinaio di persone tra ricer-catori e personale tecnico. Cer-chiamo, in questa rassegna, di spiegare come, nei primi decenni del ventunesimo secolo, il DO-MERT affronti le sfide della ricerca oncologica indirizzata al paziente (cioè, la ricerca di “trasferimento” diretto del progresso scientifico dal laboratorio al letto del mala-to) e con quali risorse lo faccia. Le sfide. Innanzitutto, è obbli-gatorio stare al passo con il pro-gredire delle conoscenze: non si può contribuire all’innovazione scientifica se non si conoscono i risultati degli altri ricercatori che affrontano, in vari Paesi del mon-do, le medesime problematiche. Questo vuol dire innanzitutto cu-riosità, voglia di imparare a qua-lunque età, ma, anche, accesso a tutti i moderni strumenti di co-municazione e diffusione delle conoscenze. Fonte essenziale di scambio e di sapere sono le

riviste scientifiche internazionali nelle quali i ricercatori riportano i risultati dei loro studi perché siano oggetto di condivisione e discussione nella comunità me-dico scientifica mondiale (“think global”, appunto). È quello il luo-go del progredire, il luogo in cui ci si misura e ci si supera e dove il progresso stesso si alimenta. Da questo punto di vista, la biblio-teca scientifica del CRO offre un servizio efficiente ed esemplare, mettendo i ricercatori del nostro Dipartimento nelle migliori condi-zioni possibili. I congressi inter-nazionali e nazionali, le collabo-razioni con i più importanti centri di ricerca oncologica nazionali ed esteri, la partecipazione a gruppi collaborativi, i seminari e workshop sono, poi, ulteriori e preziosi strumenti di conoscen-za. Strumenti preziosi e molto costosi. Molti tra i ricercatori del DOMERT sono attivamente coin-volti in queste attività, ma un’au-spicabile maggior partecipazione è limitata da budget modesti. La seconda sfida, la più difficile, è rappresentata dal contribu-to che il DOMERT è in grado di offrire alla produzione di nuove evidenze scientifiche. Man mano che si progredisce nelle cono-scenze, restano da affrontare i problemi di più difficile soluzio-ne, quelli che richiedono, oltre al talento, grandi risorse econo-miche. Da una parte, l’orgoglio di far parte della ristretta cerchia di Istituti che hanno contribuito,

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a livello internazionale, a far luce su importanti aspetti della can-cerogenesi (si pensi, ad esem-pio, agli studi multidisciplinari sui tumori legati a infezioni virali che hanno visto il nostro Dipartimen-to all’avanguardia) e l’ambizione di continuare su quella strada. Dall’altra, le risorse oggi disponi-bili sono scarse in relazione alla complessità dei problemi e la competizione per accedere a tali fondi è molto forte. I ricercatori del nostro Dipartimento sono in grado di vincere alcune di queste competizioni, ma la diminuzione dei finanziamenti pubblici rappre-senta un serio ostacolo allo svi-luppo e alla programmazione di ricerche di lunga durata (3 o più anni). Come vedremo in dettaglio più avanti, le ricerche condotte presso il DOMERT del CRO spa-ziano dalle popolazioni (studi epi-demiologici), alle famiglie (coun-selling genetico), alle molecole – l’oncologia molecolare a cui si fa riferimento nel nome stesso del nostro dipartimento. Tuttavia, nell’era dell’oncologia molecola-re, un periodo caratterizzato da sofisticate e costose ricerche sui marcatori bio-molecolari di ma-lattia che rispondono alle esigen-ze della terapia personalizzata, il reperimento di adeguate risorse ed il loro uso efficiente rappre-sentano una sfida nella sfida.La terza sfida è quella che guar-da al futuro, ai giovani ricercatori. L’età media dei ricercatori assun-ti a tempo indeterminato presso il nostro Dipartimento è ormai superiore ai 45 anni. Sebbene diffuso, questo fenomeno del-l’invecchiamento dei ricercatori è più preoccupante in una struttura geograficamente periferica come il CRO di Aviano. Da noi, la po-tenziale capacità di attrazione di giovani di talento da formare nel campo della ricerca oncologi-ca è ostacolata dai blocchi delle assunzioni, dal ritardo nel versa-mento dei fondi ministeriali e da difficoltà burocratiche nell’uso dei fondi di ricerca erogati da pri-vati. Più del 40% del personale laureato del DOMERT è costitui-to da personale precario, giovani che, a vario titolo e condizione,

contribuiscono alla crescita del dipartimento avendone in cambio una formazione specialistica che nella maggioranza dei casi po-tranno mettere a frutto solo in altri Istituti italiani o all’estero. Consa-pevoli di questa seria criticità, la Direzione Scientifica e il DOMERT continuano a promuovere iniziati-ve tendenti a favorire l’attrazione di giovani e a diffonderne i conte-nuti tramite le riviste scientifiche internazionali e Internet.Dal punto di vista organizzati-vo, il DOMERT è costituito da 4 Strutture Operative Complesse (SOC), l’Oncologia Sperimentale 1, l’Oncologia Sperimentale 2, la Farmacologia Sperimentale e Clinica e la struttura di Epidemio-logia e Biostatistica (aggregata funzionalmente al Dipartimento nel settembre 2009).

La Struttura si occupa, in particolare, di chiarire i mecca-nismi molecolari alla base dello sviluppo e progressione delle neoplasie (cioè, cosa succede in una cellula che va incontro a trasformazione neoplastica) al fine di promuovere nuove metodologie diagnostiche e terapie personalizzate, basate sulle caratteristiche proprie del tumore e del paziente. Una cellula tumorale si differenzia dalla cellula normale per il suo comportamento anarchico all’in-terno dell’organismo, non svol-gendo più le funzioni alle quali sarebbe deputata e interferendo con le funzioni delle altre cellule. Questo meccanismo, che rende pericolosa la malattia neoplastica, consiste in una serie di alterazioni a carico del DNA cellulare, in particolare a carico di quei tratti di DNA, detti geni, che sono responsabili del controllo delle diverse fasi vitali di una cellula (proliferazione, specializzazione, invecchiamento e morte cellu-lare). Tali alterazioni possono essere acquisite per esposizione a vari agenti cancerogeni esterni (ad esempio fumo di sigaretta, asbesto, radiazioni), sebbene esse possano essere già presenti nel nostro organismo fin dalla nascita (avendole ereditate dai genitori) o venir acquisite dalle cellule come conseguenza di errori spontanei insorti casual-mente – evento tanto più proba-bile quanto più a lungo si vive.Qualunque sia la causa di queste alterazioni, è importante identificare quelle pericolose per la vita e quei tratti di DNA (cioè, i geni) che, se alterati, possono favorire la trasformazione di una cellula sana in una cellula tumorale.Come diceva il famoso generale cinese Sun Tzu (V-VI secolo a.c.) “Conosci il tuo nemico come conosci te stesso. Se farai così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo.” Lo scopo degli studi della Struttura di OS1 è proprio quello di conoscere la cellula tumorale e possibilmente individuarne i punti di debolezza, i talloni d’Achille, per

SOC DI ONCOLOGIA SPERIMENTALE 1 (OS1)

La SOC di Oncologia Sperimen-tale 1 (OS1) è diretta, dal 2005, dalla Dr.ssa Roberta Maestro. Questa SOC fu fondata nel 1982 dal Dr. Mauro Boiocchi e da questa Unità si sono poi gemmate, nel tempo, la SOC di Farmacologia Sperimentale e Clinica e la SOS di Bioimmunoterapia dei tumori. Il principale ambito di ricerca della SOC OS1, riguarda lo studio della genetica molecolare dei tumori.

Dr.ssa Roberta Maestro, Direttore SOC OS1

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L’équipe di ricercatori della Struttuta Operativa Complessa di Oncologia Sperimentale 1

sviluppare strategie terapeutiche di attacco, sempre più precise ed efficaci.

Come perseguiamo questi obiettivi?

Attraverso vari approcci. Innanzitutto conduciamo studi di biologia molecolare che ci permettono di individuare i geni responsabili del cancro, in altre parole i tratti “alterati” del DNA della cellula responsabili del loro comportamento anarchico.Tramite l’utilizzo di cellule isolate dai tumori, la manipolazione e il clonaggio del DNA, la Struttura OS 1 ha identificato diversi nuovi geni le cui alterazioni favoriscono l’acquisizione di caratteristiche tumorali da parte delle cellule.A questi studi (detti “in vitro”) si affiancano studi “traslazionali”, che hanno lo scopo di chiarire se, nei tumori chirurgicamente rimossi dai pazienti, questi geni sono effettivamente alterati e se queste eventuali alterazioni siano importanti per le caratteristiche di aggressività del tumore stesso.Tra i vari geni identificati negli ultimi anni vi sono i geni chiamati Twist, presenti in eccesso in alcuni tumori, che conferiscono alla neoplasia caratteristiche di

particolare aggressività.Tramite lo studio dei geni Twist, l’oncologo viene aiutato a decidere se un trattamento standard può essere curativo oppure se, date le indicazioni di maggior aggressività del tumore, siano necessari trattamenti più impegnativi. Un chiaro esempio, questo, di ricerca traslazionale.Altri studi sono volti a chiarire se alcune particolari alterazioni presenti nei tumori possono indirizzare il paziente verso un tipo di terapia tradizionale o, piuttosto, verso terapie di tipo molecolare mirato. Esistono, infatti, delle particolari terapie dette “Terapie molecolari mirate” o “Target therapy” specificamente indirizzate a colpire il prodotto del gene alterato. È ovvio che il farmaco potrà esercitare la sua azione terapeutica solo nei tumori in cui vi sia la specifica alterazione.Il trasferimento dei risultati dei nostri studi in campo clinico, può quindi aiutare l’oncologo a chiarire se, per determinati tipi di tumore, esistano i presupposti per l’impiego di questi farmaci.Infine, come accennato in pre-cedenza, esistono situazioni in cui le alterazioni che contribuiscono allo sviluppo del cancro sono

già presenti nel paziente perchè ereditate dai genitori. Questi soggetti, con particolari geni (ad esempio APC, BRCA1, BRCA2) costitutivamente alte- rati, hanno un rischio maggiore di sviluppare alcuni tipi di tumore rispetto ai soggetti privi di tali alterazioni. Inoltre, essi appartengono spesso a famiglie in cui un tumore è particolarmente frequente nei consanguinei e solitamente insorge in età precoce. Le ricerche condotte dalla SOC di OS 1 vogliono quindi contribuire ad accrescere le conoscenze sul DNA di questi soggetti e individuare, eventualmente, l’alte-razione che determina l’aumento di rischio di cancro. In tal modo, è possibile trasferire all’oncologo clinico e al malato (come si diceva in precedenza, dal laboratorio al letto) informazioni immediatamente utilizzabili per la gestione del trattamento.

Per informazioni più dettagliate sul-le attività cliniche della Struttura:0434 659435@ [email protected]

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La SOC di Oncologia Sperimen-tale 2 (OS2) è diretta dal prof. Al-fonso Colombatti dal 1982, cioè da quando è iniziata la progetta-zione delle attività scientifiche che si sarebbero successivamente svolte al CRO (ancor prima, quin-di, dell’inaugurazione dell’Istituto avvenuta nel 1984). In tutti que-sti anni di attività la SOC OS2 ha sviluppato, oltre alla ricerca di base, anche filoni importanti per la diagnostica e la terapia. Nel 1987 è stata attivata l’Unità Leu-cemie, divenuta, poi, la struttura

autonoma “Oncoematologia Cli-nico Sperimentale”, e, nel 1990, il gruppo di Immunologia del me-lanoma divenuto anch’esso au-tonomo come “Nucleo di Ricerca Sperimentale Clinica in Immunlo-gia”.Per rendere più agevole la lettura e facilitare la comprensione delle varie attività attualmente in corso sarà necessario operare alcune semplificazioni. In fondo, quanto verrà illustrato deve servire prin-cipalmente ad avvicinare un pub-blico di non esperti ma interessa-to a quanto la ricerca oncologica può fare.La missione della SOC OS2 è chiarire i fenomeni di invasione dei tessuti delle cellule tumorali che portano alle metastasi. Noi utilizziamo svariati modelli di cel-lule tumorali umane cresciute in vitro e ci serviamo di topi gene-ticamente modificati, cioè alterati con tecniche di ingegneria gene-tica, per renderli suscettibili allo sviluppo di tumori. In questi studi si applicano tecnologie diversi-ficate, a seconda che gli esperi-menti riguardino modelli di cellule in vitro o modelli di tumorigenesi in vivo. I nostri studi sono finaliz-zati, da un lato alla comprensione dei meccanismi che portano alla formazione e disseminazione tu-

morale, dall’altro allo sviluppo di prodotti diagnostico-prognostici e terapeutici innovativi. In que-st’ottica, le nostre ricerche sono a forte connotazione multidisci-plinare e traslazionale (come si diceva in precedenza, partono dal laboratorio per arrivare al letto del malato).Il microambiente - il principale og-getto dei nostri studi - è costitui-to da una complessa miscela di sostanze proteiche e glucidiche fondamentali per l’organizzazio-ne dei tessuti, la sopravvivenza e la motilità cellulare. Il microam-biente, oltre a fungere da con-tenitore, invia e riceve molteplici segnali alle cellule e ne condizio-na il comportamento sia nei tes-suti normali che in quelli tumorali. Le proteine che regolano il ciclo cellulare, cioè la moltiplicazione delle cellule tumorali, giocano un ruolo importante nello sviluppo dei tumori poiché sono coinvolte anche nel controllo della motilità cellulare. Infatti, molti studi ese-guiti anche con l’uso di pseu-do-tessuti tridimensionali in vitro sono rivolti a comprendere come alcune molecole note regolatri-ci del ciclo (p27, stathmin) inte-ragendo tra loro condizionano il ciclo e la capacità invasiva delle cellule tumorali.

SOC DI ONCOLOGIA SPERIMENTALE 2 (OS2)

Prof. Alfonso Colombatti, Direttore della SOC di Oncologia Sperimentale 2

L’équipe di ricercatori della Struttura Operativa Complessa di Oncologia Sperimentale 2 con il Direttore prof. Alfonso Colombatti sulla destra

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Per informazioni più dettagliate sul-le attività cliniche della Struttura:0434 659301@ [email protected]

Le interazioni tra microambiente e cellule tumorali costituiscono un argomento di studio anche per comprendere quali fattori so-lubili, in esso presenti, siano più importanti per la proliferazione nel linfoma di Hodgkin e come, interferendo con il loro meccani-smo, si possa rallentare la cresci-ta di queste cellule tumorali. Una serie di studi riguardano, in particolare, alcune molecole del microambiente (le EMILINE) coin-volte in molteplici funzioni cellula-ri. Utilizzando topi geneticamente modificati, i nostri studi hanno dimostrato che EMILIN1, oltre a regolare la pressione sanguigna, costituisce una molecola deter-minante per il funzionamento dei vasi linfatici, cioè quei vasi attra-verso cui “viaggiano” molti tipi di cellule tumorali per arrivare fino ai linfonodi dove danno luogo alle prime stazioni delle metastasi. EMILIN2, invece, è coinvolta sia nella formazione di vasi sanguigni che nell’eliminazione di cellule tu-morali che esprimono, sulla loro superficie, recettori specifici.Infine, MMRN2, un membro della famiglia presente solo sulle cellu-le endoteliali che rivestono i vasi sanguigni, inibisce la formazione di nuovi vasi e pertanto riduce

SOC DI FARMACOLOGIA SPERIMENTALE E CLINICA

La ricerca in Farmacologia rappresenta uno dei principali interessi dell’Istituto.Inizialmente inclusa nelle atti- vità della SOC di Oncologia Sperimentale 1 come ricer-ca pre-clinica, è poi diventata area di ricerca applicata al paziente (appunto la “ricerca traslazionale”) per giungere, nel 2006, al riconoscimento di area

con autonomia di ricerca.Le aree principali di ricerca sono: a) studi sulla farmacoresistenza e farmacosensibilità delle cellule neoplastiche; b) studi sulla farmacocinetica e sulle interazioni farmacocinetiche tra i farmaci antiblastici e i farmaci antiretrovirali impiegati nei pa-zienti con AIDS; c) studi clinici di fase I e II per lo sviluppo di nuovi farmaci, o nuove modalità di somministrazione di farmaci tradizionali; d) studi di farmacogenetica e farmacogenomica dei farmaci antiblastici. Quest’ultimo aspetto, estrema-mente caratterizzante l’attività odierna della SOC, intende ottimizzare l’uso della terapia farmacologica in base alle carat-teristiche del patrimonio gene-tico dei pazienti.L’attività di ricerca multidisci-plinare viene sviluppata in ambito preclinico e clinico, con il coinvolgimento di altre Strutture del CRO, di Istituti Oncologici del Triveneto, di Organismi Na-zionali e Internazionali e di im-portanti industrie multinazionali del farmaco. La SOC si avvale di piattaforme di analisi genetica (sequenziatore e GeneScan,

di molto la crescita tumorale nei topi.Concludendo e riassumendo, lo scopo delle nostre ricerche è da un lato, comprendere con quali meccanismi le cellule tumorali si muovono nei tessuti, nella linfa e nei vasi sanguigni e, dall’altro identificare molecole (anticorpi, farmaci, modalità innovative) utili alla loro identificazione e a elimi-narle più efficacemente.

L’équipe di ricercatori della Struttura Operativa Complessa di Farmacologia Sperimentale e Clinica. Ultimo a destra, il Direttore dott. Giuseppe Toffoli.

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Per informazioni più dettagliate sul-le attività cliniche della Struttura:0434 659590@ [email protected]

SOC DI EPIDEMIOLOGIA E BIOSTATISTICA

La SOC Epidemiologia e Bio-statistica è operativa sino dalla inaugurazione del CRO di Aviano nel 1984 e è stata diretta fino al 2000 dalla dott.ssa Silvia Fran-ceschi (oggi a capo di un impor-tante gruppo di ricercatori pres-so l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro di Lione). Le attività odierne della struttura di Epidemiologia e Biostatistica spaziano dalla registrazione dei tumori alle ricerche sul ruolo dei

DHPLC, Pyrosequencing, Real Time PCR) e di piattaforme tecnologiche di analisi biochimi-che, farmacocinetiche e per l’espressione proteica. È parte integrante della Core Facility di bionalitica del CBM (Centro di eccellenza in Biomedicina Molecolare regionale con sede a Trieste). La “core facility” dispone di moderne strumentazioni ana-litiche, quali la spettrometria di massa ESI e MALDI-TOF. La SOC partecipa attivamente al Gruppo Studi Clinici del CRO dove promuove, in particolare, la sperimentazione clinica per gli studi di fase I e svolge attività di progettazione e supporto bio-molecolare, farmacocinetico e farmacogenetico. Quest’ultimo aspetto, la farmacogenetica, riguarda lo studio dei geni del paziente implicati nella risposta ai farmaci: esso rappresenta un’importante strategia per per-sonalizzare la terapia antitu-morale, così da somministrare a ciascun paziente il farmaco giusto al giusto dosaggio. È noto che i farmaci antitumorali possano avere livelli di attività e di tossicità molto differenti, ma le strategie attuali su cui viene basata la scelta del farmaco e il relativo dosaggio non sempre offrono risultati soddisfacenti perchè la variabilità nella risposta ai farmaci antitumorali può dipen-dere da specifici geni individuali. Lo studio degli effetti e la carat-terizzazione di queste varianti genetiche (polimorfismi) può risultare, quindi, di fondamentale importanza per individuare i soggetti che potranno giovarsi dell’effetto antitumorale del trattamento, per la scelta del farmaco e per l’ottimizzazione del dosaggio.Come esempio di ricerca traslazionale, vale la pena citare i risultati di uno studio condotto presso la SOC FSC in collaborazione con l’Università di Chicago (USA) e con importanti istituzioni oncologiche italiane. Attraverso questa ricerca sono state identificate le varianti genetiche responsabili della tossicità e della risposta

all’Irinotecano, un farmaco anti- tumorale comunemente impie-gato nella cura di alcune patologie neoplastiche quali il tumore del colon. Potranno così essere individuati i pazienti in grado di trarre il massimo vantaggio dalla terapia e quelli, invece, a cui il trattamento non è potenzialmente utile. Basterà fare un semplice prelievo di sangue, o usare la sola saliva per aver i risultati del test. Questa attività di ricerca ha attirato l’attenzione di una industria di biotecnologie che, in collaborazione con alcuni ricercatori della SOC di Far-macologia, produrrà kit dia-gnostici per i test di farma-cogenetica. Riconoscimenti per questa attività di ricerca sono arrivati dalla comunità scientifica internazionale e il direttore della SOC FSC è stato nominato membro del “Irinotecan Consortium”, un gruppo di 7 ricercatori internazionali a cui sarà richiesto da parte di organismi regolatori come la Food and Drug Administration degli Stati Uniti, di definire le strategie per l’applicazione degli studi sulla farmacogenetica dell’Irinotecano nella pratica clinica.

principali fattori di rischio per l’in-sorgenza del cancro, alla valuta-zione degli esiti degli screening oncologici.Ai fini della sanità pubblica, usa sofisticate tecnologie statistiche e informatiche per descrivere la distribuzione dei tumori in Friuli Venezia Giulia (la registrazione dei tumori, attività condotta in stretta collaborazione con la Direzione Centrale della Sanità regionale) e per identificare gruppi di popola-zione a rischio elevato di cancro - gli studi di epidemiologia ana-litica, condotti in collaborazione con vari centri di ricerca italiani e stranieri. Queste attività vengono condotte da un gruppo di ricer-catori di varia estrazione (un me-dico, due biologi, e quattro lau-reati in statistica) e da personale tecnico altamente specializzato. Vediamo in sintesi alcune di que-ste attività.Il Friuli Venezia Giulia è una del-le regioni italiane con il più alto numero di tumori e, per questo motivo, tutta la popolazione è monitorata per verificare l’im-patto dei tumori sulla salute. La registrazione dei tumori in Friuli Venezia Giulia è iniziata, su base regionale, nel 1995 a integrazio-ne del registro tumori di Trieste attivo sin dagli anni ’80. Nel 2009 è stato prodotto un volume rias-suntivo per illustrare i principali risultati della registrazione siste-matica delle diagnosi di tumori maligni in Friuli Venezia Giulia, dall’inizio dell’attività su base re-gionale nel 1995 fino al 2005 (“I Tumori in Friuli Venezia Giulia: dati di incidenza, sopravvivenza e prevalenza, 1995-2005” che può essere richiesto alla SOC Epide-miologia e Biostatistica tramite telefono (0434/659354) o e-mail ([email protected]).In Friuli Venezia Giulia ci sono, in media, 10.000 nuove diagno-si di tumore all’anno, pari a 794 nuovi casi annui/100.000 uomini e 603 nuovi casi/100.000 don-ne. Negli uomini, le sedi più fre-quenti di tumore sono risultate la prostata (23.3% di tutti i tumori), il colon-retto (13.7%) e il polmo-ne (13.3%) seguite da vescica, stomaco, fegato e rene e tumori

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ematologici (575 diagnosi, di cui 279 linfomi non-Hodgkin e 159 leucemie).Il carcinoma della mammella è il tumore più frequente nelle donne (31.0% di tutte le nuove diagnosi), seguito dai tumori del colon-retto (12.9%), polmone (6.4%), utero (5.5% complessivamente), sto-maco, pancreas, melanomi cuta-nei, tumori delle vie aerodigesti-ve superiori ed ematologici (545 nuove diagnosi, 266 linfomi non-Hodgkin e 145 leucemie). Nel pe-riodo 1995 e il 2005, tra i risultati più interessanti vanno segnalati, nei maschi, il netto aumento del carcinoma della prostata (+5.9% per anno), dovuto essenzialmen-te alla diffusione delle pratiche di screening spontaneo e la co-stante diminuzione dei tassi di incidenza di tumore del polmo-ne (-1.5% per anno) attribuibile in larga misura alla diminuzione del fumo di sigarette. Nelle don-ne, invece, abbiamo registrato un graduale aumento dei tassi di incidenza per cancro della mam-mella (+1.4% per anno) e un lieve aumento del cancro del polmo-ne, soprattutto nelle donne al di sotto dei 65 anni di età. Risultati incoraggianti sono emersi anche

L’équipe di ricercatori della SOC di Epidemiologia e Biostatistica

Per informazioni più dettagliate sul-le attività cliniche della Struttura:0434 [email protected]

dalla analisi dei dati di sopravvi-venza, con aumenti nella quota di persone sopravvissute alme-no 5 anni, passata dal 37,3% al 44,0% negli uomini e dal 48,4% al 51,6% nelle donne. Dal 1984 ad oggi, la SOC Epide-miologia e Biostatistica ha stu-diato gli stili di vita di circa 20.000 persone con o senza malattia neoplastica per identificare, an-che nella popolazione del Nord Est Italia, quei comportamenti modificabili che possono aiutare a prevenire le malattie neoplasti-che. Tra questi fattori, le nostre ri-cerche hanno confermato il ruolo importante del fumo di sigarette, responsabile di circa un terzo di tutti i tumori (il rischio di amma-larsi di cancro è decine di volte più alto nei fumatori che nei non fumatori), di una dieta sbilancia-ta verso l’eccesso di calorie e di consumo di cibi ad alto contenu-to di zuccheri, di grassi animali e povere di frutta e verdura. Tutte queste informazioni sono state sintetizzate in un opuscolo de-stinato alla popolazione generale “I Tumori in Friuli Venezia Giulia: Conoscere per Prevenire”, scrit-to in modo semplice e diretto per fornire informazioni chiare che

possano permettere ai lettori di incrementare la consapevolezza sui temi della salute e sull’impor-tanza, per la salute individuale, di scelte salutari. Questo opu-scolo può essere richiesto diret-tamente alla SOC Epidemiologia e Biostatistica tramite telefono (0434/659354) o e-mail ([email protected]).Se molto può essere fatto da ciascuno di noi per prevenire i tu-mori, altrettanto è possibile fare per la diagnosi precoce. In Friuli Venezia Giulia sono atti-vi i programmi di screening per i tumori femminili (mammella e cervice) e i tumori del colon ret-to. L’opuscolo “I Tumori in Friuli Venezia Giulia: Conoscere per Prevenire” offre informazioni uti-li anche su questo importante aspetto, poiché i migliori risultati dalla terapia antitumorale si ot-tengono soprattutto grazie alla diagnosi tempestiva.

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“A volte quando considero quali straordinarie conseguenze derivano da

piccole cose… sono tentato di pensare… che non esistano piccole cose”

ATTIVITÀ FORMATIVA

AL CRO

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

Come abbiamo più volte ricordato nei numeri precedenti, il ruolo degli IRCCS si esplica attraverso tre con-cetti chiave: ricerca, assistenza, for-mazione. Risulta pertanto estrema-mente importante investire in quelle professionalità che concorrono al raggiungimento degli obiettivi prefis-sati. In particolare per quanto riguar-da la formazione, la trasmissione del sapere e l’acquisizione delle com-petenze di lavoro avvengono attra-verso una formazione che integra la didattica d’aula, la didattica tutoriale e la formazione a distanza.Nel 2009 tutte e tre le tipologie for-mative sono state utilizzate per lo sviluppo delle competenze degli operatori, soprattutto quelle “distin-tive” per un IRCCS oncologico.

DIDATTICA D’AULAIl 2009 è stato un anno ricchissimo per la formazione residenziale. Sono stati, infatti, realizzati più di 80 eventi tra convegni, seminari, corsi di ag-giornamento, la maggior parte ac-creditati secondo il programma di Educazione Continua in Medicina previsto dal Ministero della Salute dal 2002 ad oggi. Molti di questi eventi consistevano in convegni inseriti nel programma dei festeggiamenti per il 25° anniversario del CRO.Per realizzare il piano formativo sono stati incaricati numerosi docenti, in parte provenienti da altre aziende ed enti; tuttavia la parte più consistente riguarda professionisti del CRO che svolgono anche un ruolo di formatore. Gli operatori del CRO che nel 2009 hanno svolto attività di docenza a

corsi residenziali sono stati 106 cioè il 14,3% di tutto il personale che opera in Istituto.La maggior parte di essi ha fre-quentato, negli ultimi anni, corsi per formatori, per lo più organizzati dal-l’Ente, dimostrando dunque di voler aggiornare costantemente le proprie competenze didattiche.

DIDATTICA TUTORIALENel 2009 al CRO la figura del tutor ha svolto un ruolo molto importante in 3 ambiti:A) a livello clinico: il tutor clinico per l’addestramento degli studenti uni-versitari in tirocinio o dei neoassunti. Al CRO sono attivi attualmente 119 operatori nel ruolo di tutor clinico;B) a livello di formazione permanen-te: il tutor della Formazione sul Cam-po (FSC);C) a livello di formazione/orienta-mento di studenti di scuole medie superiori: con le parole di Scandella (2004) diciamo che la tutorship “ac-compagna chi sta vivendo l’espe-rienza di apprendimento per fornirgli opportunità di attivare e acquisire capacità di auto monitoraggio del percorso, favorendo la riflessione su ciò che funziona o non funziona e perché, sul significato delle scelte, nell’intento di contribuire allo svilup-po della consapevolezza circa i punti di forza e di fiducia delle proprie ca-pacità, nonché allo sviluppo del sen-so di responsabilità rispetto ai com-piti evolutivi”.

A. Il tutor clinicoIl tutor è elemento-cerniera, essen-

ziale per avvicinare il mondo della conoscenza e quello della pratica, l’apprendimento teorico e quello clinico. L’università è per definizio-ne il mondo della conoscenza, della cultura, del sapere, ma nello stesso tempo abbiamo bisogno di formare professionisti che sappiano applica-re tale sapere nei contesti lavorativi, che abbiano cioè una competenza clinica in grado di dare risposte con-crete e personalizzate alle domande di salute dei cittadini.

B. Il tutor della Formazione sul campo (FSC).La didattica tutoriale si rivolge anche a professionisti, siano essi neo as-sunti o operatori con competenza che necessita di ulteriori sviluppi. Il sistema ECM (Educazione Con-tinua in Medicina) prevede la pos-sibilità di realizzare iniziative di For-mazione sul campo, per le quali è necessario avere dei tutor a guida dei processi educativi e formativi che possono avvenire attraverso:• eventi di FSC “addestramento di personale neo assunto, neo acquisi-to o neo trasferito”: il tutor attraverso l’affiancamento, l’esecuzione di atti-vità con supervisione, le esercitazio-ni o le simulazioni, guida l’operatore nell’acquisizione delle competenze attese;• eventi FSC “gruppi di migliora-mento e ricerca”: in questo caso il tutor guida i colleghi, professionisti meno esperti di lui in quel partico-lare ambito di attività, nello sviluppo di competenze che portano a realiz-zare per esempio percorsi di miglio-

Formazione e formatori nell’IRCCS CRO: anno 2009

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ramento della qualità, revisione di processi e comportamenti di lavoro, revisione di linee guida basate su evidenze scientifiche, conduzione di disegni di ricerca.Nel 2009 sono stati realizzati 32 pro-getti “FSC addestramento”, 18 pro-getti “FSC miglioramento” e 4 pro-getti “FSC ricerca” per i quali è stato richiesto il contributo di 113 opera-tori nel ruolo di tutor di Formazione sul Campo (FSC). Parte di questi operatori sono anche tutor clinici.

C. Il tutor per la formazione/orien-tamento di studenti di scuole me-die superiori.In questo caso, il tutor individuato dal direttore di struttura o dal refe-rente/ coordinatore del gruppo pro-fessionale si impegna a:• seguire gli studenti delle scuole medie superiori per l’approfondi-mento di discipline che sono state affrontate in classe a livello teorico. Materie come la chimica, la biologia, l’anatomia, la fisiologia ecc, posso-no essere studiate e approfondite con il tutor nelle sedi di tirocinio (la-boratori diagnostici e di ricerca ...) e allo studente possono essere offerte occasioni per osservare l’applicazio-ne pratica dei concetti studiati;• orientare gli studenti rispetto alle scelte professionali future, in modo che gli stessi possano compiere del-le scelte consapevoli se desiderano proseguire gli studi a livello universi-tario. Al CRO gli studenti incontrano

in prima persona i nostri operatori, medici, biologi, chimici, fisici, psi-cologi, farmacisti, infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, biotecnologi e possono con loro scambiare informazioni ed esperien-ze e avere un panorama sui possibili inserimenti lavorativi.

Nel 2009 al CRO 40 tutor hanno svolto la loro attività a favore degli studenti delle scuole medie superiori. In tutte e tre le tipologie di insegna-mento, il tutor deve utilizzare di pre-ferenza il metodo di apprendimento attraverso i problemi e le situazioni concrete. Egli, dunque, deve facili-tare l’apprendimento educando alla auto-riflessività sul proprio processo di apprendimento e su tutto ciò che accade nell’esperienza concreta, attivando il pensiero, la riflessione, il collegamento passato–presente –futuro, il collegamento causa–ef-fetto, ecc. Infatti, come dice Richard Saul Wurman “Le persone ricordano il 10% di quello che sentono, il 75% di quello che vedono, il 90% di quel-lo che fanno”.Per poter svolgere questo importan-tissimo ruolo di docente e di tutor il professionista deve acquisire e allenare nel tempo le competenze tipiche che riguardano queste aree: competenze di tipo cognitivo, com-petenze di tipo relazionale/comuni-cativo, competenze di tipo organiz-zativo, competenze di gestione degli apprendimenti di altri, competenze di

gestione del proprio apprendimento, competenze etico-deontologiche.

FORMAZIONE A DISTANZALe Aziende Sanitarie del FVG non sono ancora autorizzate a proget-tare e realizzare in proprio progetti di Formazione A Distanza (FAD) con accreditamento ECM. Pertanto per ora possiamo:• segnalare agli operatori eventi formativi organizzati da altre agenzie formative affinché gli stessi svolgano i corsi in proprio;• segnalare agli operatori eventi formativi organizzati da altre agenzie con le quali stabiliamo degli accordi e seguire gli operatori che svolgono i corsi presso le strutture formative del CRO.Nel 2009 è stata fatta una sperimen-tazione di cui al punto B. È stato in-fatti realizzato un evento FAD presso il Servizio Formazione dal 20 gen-naio al 27 febbraio 2009 per dipen-denti del ruolo amministrativo sulle tematiche relative al Codice sulla Pri-vacy (Dlgs 196/03). Al corso si sono iscritti 61 operatori, 40 di essi (pari al 69%) lo hanno concluso superan-do le prove previste.

Riprendendo la frase del sottotitolo di questo articolo “A volte quando considero quali straordinarie con-seguenze derivano da piccole cose … sono tentato di pensare … che non esistano piccole cose”, si può affermare che il lavoro dei nostri do-centi e tutor a volte sembra piccola cosa, ma in realtà è in grado di met-tere in moto processi di motivazione e di cambiamento molto potenti sia per le persone che sono in appren-dimento, sia per coloro che si impe-gnano per l’apprendimento di altri.Si viene a creare, così, un circolo vir-tuoso di cui tanti possono beneficia-re, per primo il cittadino che accede ai servizi di assistenza e cura che il CRO offre. Le persone, infatti, hanno diritto di ricevere prestazioni che risponda-no ai principi di efficienza, efficacia, equità, empatia, e tali prestazioni possono essere garantite solo con l’elevata competenza e umanità dei professionisti che operano nei siste-mi sanitari.

Discenti durante uno dei Corsi teorico-pratici interattivi di apprendimento organizzati al CRO

�1CROnewsAREA GIOVANI

AREA GIOVANI

Inaugurata il 22 dicembre 2009 ...

La stanza dell’IO

Il 22 dicembre 2009 è stata inaugu-rata presso l’Area Giovani del CRO la Stanza dell’IO, stanza che è stata realizzata grazie al generoso contri-buto dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie - linfomi e mie-loma) di Pordenone il cui impegno è stato importante sia in termini di rea-lizzazione vera e propria della stanza che in termini finanziari. Erano presenti all’inaugurazione il Direttore Generale Dr. Giovanni Del Ben, il Presidente dell’AIL Aristide Colombera insieme ad altri soci, il Sindaco di Pordenone Sergio Bol-zonello, l’Architetto Lara Zuccon che ha progettato gli spazi e gli arredi, Ugo Furlan che ha realizzato il dise-gno della porta, la mamma di Tania, la ragazza a cui si ispira il cigno raffi-gurato sulla porta, e il personale del-l’Area Giovani.Questa stanza va a completare il re-parto di degenza, offrendo ai ragazzi

La porta della stanza dell’IO

un ulteriore spazio in cui poter dare libero sfogo alla propria personalità. L’idea è nata dall’esigenza di avere un luogo polifunzionale allo stesso tempo intimo, tranquillo, familia-re, riservato, colorato, dove poter svolgere varie attività quali i colloqui con i ragazzi, gli esami audiometrici per i bambini (solitamente esegui-ti presso l’ospedale di Pordenone); le lezioni con le insegnanti del Pro-getto Spazio-scuola ma anche uno spazio a misura di bambino per tutte le attività ludiche, uno spazio di socializzazione e svago che fos-se propriamente riservato ai pic-coli/grandi utenti dell’Area Giovani. Allo scopo, il Comune di Pordeno-ne ha donato un televisore 50 pol-lici, grazie alla somma raccolta con la messa all’asta di una scultura di

Scorcio della stanza dell’IO

Harry Bertoia; l’Associazione Rose Blu di Anita ha donato un computer che permetterà ai ragazzi di naviga-re in internet e di collegarsi con le rispettive scuole, utilizzando il ma-xischermo; gli alunni della scuola elementare di San Michele di Sacile hanno donato una WII completa di joystick e 4 giochi, acquistata con il ricavato della vendita di un libro di storie da loro stessi realizzato. Le associazioni benefiche, princi-pali finanziatrici di progetti di uma-nizzazione negli ospedali, traggono molta spinta e credibilità se i loro “investimenti” vengono resi pubblici. Per questo è giusto far sapere che è grazie a loro se siamo riusciti a raggiungere questo nuovo obiettivo. Il Presidente dell’AIL di Pordenone attendeva da diversi anni di poter

�� CROnews AREA GIOVANI

finanziare, con i fondi raccolti nel no-stro territorio, un progetto per l’Area Giovani. Aver contribuito alla realiz-zazione di questa stanza è quindi, per lui, motivo di grande orgoglio.“Il progetto - dice l’Architetto Lara Zuccon - è una proposta di arre-do per l’area ricreativa nel reparto dell’Area Giovani. L’allestimento è stato concepito come una naturale appendice delle quattro stanze, indi-viduate ciascuna da un colore diver-so: giallo, arancio, azzurro e verde. Il tema del colore, quindi, gui-da la composizione realizzata con una serie di elementi modu-lari caratterizzati da tutte le cro-mie precedentemente utilizzate. Successivamente, si concretizza l’idea che rende riconoscibile il pen-siero all’origine della denominata “stanza dell’IO”, prevedendo l’utiliz-zo di un linguaggio codificato, quale la scrittura, per tradurre ciò che do-vrebbe rappresentare tale ambien-te: un luogo dove poter ritrovare se stessi e rispondere così al bisogno primordiale di manifestazione della propria identità. L’analisi delle su-perfici della stanza e di un’ottimale distribuzione spaziale dell’arredo portano all’adozione di una griglia modulare in parete, su cui impo-stare la scritta IO. Tale base, rende

Il gruppo dell’AIL di Pordenone con il Presidente Aristide Colombera, l’Architetto Lara Zuccon, Ugo Furlan, il Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, alcuni genitori dei ragazzi ed il personale del CRO di Aviano che opera all’interno dell’Area Giovani del CRO

Da sx: Aristide Colombera, il Sindaco Bolzonello, Giovanni Del Ben e Mauro G. Trovò

semplice la suddivisione in aree fun-zionali, a seconda della tipologia di utenza (principalmente giovani ma anche bambini; operatori e non) e dell’utilizzo che ne conseguirà. Il passo successivo è stato la scelta dei materiali da impiegare, legno e plastica, che ben rappresentano il contraddittorio linguistico tradizione e innovazione, sempre presente nel linguaggio architettonico, ma anche una caratteristica del contrasto ge-nerazionale.

Il legno si configura come la parte no-bile del progetto, il punto di parten-za; le scocche delle scatole, quindi, sono tutte del medesimo materiale; variano solo gli spessori, a secon-da dell’alternanza pieno-vuoto. Una cornice traslucida in plastica, aperta sul lato contiguo alla parete finestra-ta, racchiude l’IO, pieno ed opaco, in legno dalla superficie liscia; come sfondo, un piano a specchio per dilatare lo spazio oltre il muro. Non trascurabile la cura dei particolari che contribuiscono alla perfetta leg-gibilità degli elementi grafici. Sono presenti tagli a 45° nei pannelli, per la completa chiusura delle scatole; borchie inserite sui frontali in plasti-ca, per accentuarne la luminosità e spostare l’attenzione lungo i bordi; ancora borchie sulla boiserie, per evidenziarne il disegno.Grande attenzione è stata posta alla progettazione illuminotecnica, indi-spensabile nell’ambito dello studio cromatico e nella valorizzazione di piccoli ambienti come questo.Lo studio della luce, in relazio-ne ai materiali utilizzati, ha influito notevolmente sulla disposizione dei colori: i toni più caldi e lumi-nosi, posti in gradazione, dal-

��CROnewsAREA GIOVANI

l’arancio al giallo, vengono usati per la cornice con i frontali in plasti-ca; i toni più freddi e scuri, dal verde al blu, per le lettere dell’IO.La parte più alta dell’intera compo-sizione si conclude con una pannel-latura composita, semitrasparente ed incolore, retroilluminata con luci a led a colori RGB, lungo tutto il pan-nello, e, in alternativa, a neon, con deflettore orientato verso il soffitto.

C’era una volta...

Daniela Capone (al centro) con gli alunni della Scuola elementare di San Michele-Sacile.

Vi raccontiamo qui l’undicesima sto-ria (questa volta autobiografica) de-gli alunni della scuola elementare di San Michele di Sacile …Questi piccoli, con l’aiuto degli in-segnanti, sono stati, infatti, autori di dieci storie scritte, illustrate e raccol-te in un libro intitolato “Ti regalo una storia”, ora in ristampa.

Il lavoro è stato avviato nell’anno scolastico 2008-2009 nell’ambito del progetto “Crescere leggendo”, che caratterizza l’attività didattica della scuola elementare “G. Marco-ni” di San Michele. Si compone di dieci racconti, uno per classe, circa, che hanno come protagonisti anima-li buffi, draghi, streghe e mostri che

minacciano la città, fiabe raccontate come solo i più piccoli sanno fare.Con il ricavato della vendita di que-sti libri - andati praticamente a ruba - è stato istituito da alcuni genito-ri un “Fondo C.R.O.” con il quale i bambini della scuola elementare di San Michele acquistano, ogni volta che viene espressa loro un’esigen-

Un altro punto luce fondamentale si trova sulla parete opposta, conti-gua alla parete finestrata: luci a neon su tutta la lunghezza e incassate in una cornice bianca, immediatamen-te sotto al soffitto, creano un fascio luminoso che dalla superficie oriz-zontale fluisce morbidamente lungo quella verticale, dando così la sen-sazione di essere inglobati nella luce. Per concludere, si può affermare che

il progetto della stanza dell’IO risulta essere anche dinamico e mutevole: pensiamo ad esempio alla lavagna che, ribaltata, diventa tavolo studio-gioco; alla scatola che, ruotata, si rivela una base computer; allo sga-bello che si estrae da un modulo a parete; alle ante che scivolano nella sagoma delle scatole; all’assenza di maniglie su tutte le ante e i cas-setti, che consentono l’apertura up-

�� CROnews AREA GIOVANI

Il corpo insegnante della Scuola elementare di San Michele-Sacile che ha realizzato il progetto. Al centro Daniela Capone - educatrice dell’Area Giovani del CRO

za, materiale per i bambini e i ragazzi del Reparto di Radioterapia Pediatri-ca e dell’Area Giovani del C.R.O. di Aviano. Il primo incontro tra bambini, geni-tori e Personale del nostro Istituto è avvenuto direttamente in ospedale, in occasione delle feste natalizie, quando un gruppo di genitori ha consegnato al Dr. Mascarin e ai suoi collaboratori una serie di regali per i bambini e i ragazzi ricoverati, tra cui una splendida WII completa di joysti-ck e quattro giochi.

Un’altra “consegna” è avvenuta inve-ce sabato 20 febbraio 2010 presso l’auditorium della scuola elementare di San Michele. In quell’occasione i bambini hanno presentato uno spet-tacolo sul tema centrale il “Tempo che scappa ...” al termine del qua-le sono stati consegnati, alla dr.ssa Capone, educatrice presso il C.R.O.,

alcuni strumenti musicali. È stato un incontro molto sentito nel quale l’educatrice si è intratte-nuta con i bambini spiegando loro il suo ruolo nel Reparto pediatrico del C.R.O. e descrivendo le attività che vengono svolte per e con i bambi-ni/ragazzi. Daniela Capone ha, poi, ringraziato gli alunni della scuola di San Michele sia per lo spettacolo or-ganizzato che per il materiale musi-cale consegnato … anche da parte dei bambini/ragazzi e degli operatori del C.R.O., nonché della musico-terapeuta che li userà con i piccoli pazienti.

Quest’iniziativa, come hanno spie-gato i genitori coinvolti nel progetto, è stata ideata per insegnare ai bam-bini che insieme si può fare qualco-sa per chi sta peggio.Per far meglio comprendere ai bam-bini il senso del “dare” e il significa-

to reale della parola “solidarietà” è stato scelto di utilizzare modi diretti e diversi di consegna dei “doni”: un modo più articolato quale l’evento quì descritto che ha coinvolto tutta la scuola o la semplice consegna della somma di denaro raccolta tra-mite una piccola rappresentanza di genitori/insegnanti.

Il prossimo appuntamento in pro-gramma è previsto nella primavera inoltrata. Si tratterà di un terzo incontro presso il C.R.O., per la consegna da parte degli alunni della scuola elementare di materiale didattico per i “laboratori del fare e del creare”. Per l’occasione sarebbe bello poter ripetere per i bambini/ragazzi del-l’Area Giovani lo spettacolo tenutosi il giorno 20 a Sacile.

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Cari lettori, mi chiamo Annalisa, ho 16 anni, e vi racconto com’è andato il viaggio a Valdobbiadene il 16 ottobre 2009 con il dr Maurizio Mascarin, la psi-cologa Katia Bianchet, Veronica, Francesca e io. Questo incontro era stato organizzato da Bruno e da suo padre, che ci tenevano molto a far conoscere alle persone del loro pae-se l’Area Giovani del CRO di Aviano e l’importanza di stare accanto a chi soffre in modo tale che la malattia non diventi un ostacolo tra le per-sone. Inoltre, volevamo presentare il libro “Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori” allo scopo di portare la nostra esperienza ai gio-vani.Partenza prevista alle 18.00 dal par-cheggio della fiera di Pordenone e arrivo stimato, salvo intoppi, a Val-dobbiadene 19:30 circa, in pratica 1 ora e mezza di viaggio.Durante il tragitto mi sono divertita moltissimo. Infatti il “caro dottore” che io e voi conosciamo come un medico serio e preciso, al volante si trasforma in un autista scatenato e, temendo di arrivare tardi (e non co-noscendo bene la strada) non vi dico

Serata a Valdobbiadene...

cos’ha combinato !!!L’evento si è tenuto in una villa an-tica e per cominciare ha parlato un assessore, poi Maurizio ha spiegato in modo magistrale perché è nata l’Area Giovani (infatti proprio i giovani colpiti da malattie oncologiche non avevano un reparto tutto loro ma erano costretti a stare o con i bambi-ni o con gli adulti), inoltre ha spiegato come stanno i ragazzi durante il pe-riodo delle terapie, come reagiscono ai divieti, come vivono i cambiamenti nel loro corpo (ad es. la caduta dei capelli, le smagliature...), il rappor-to con gli amici (perché pochi sono i Veri amici che ti restano accanto), fino ad arrivare al nostro bisogno più grande: quello di essere normali. E quindi anche la normalità non vie-ne vista negativamente ma come un grande dono. Poi ho parlato io perché le mie parole compongono il titolo di questo libro. Infatti quan-do le mie amiche mi chiamavano nel periodo in cui ero costretta a rima-nere in isolamento, e mi chiedevano quasi ogni giorno come stavo … non volevo dire loro che stavo male perché questo ci avrebbe solo rattri-stato di più. Perciò io dicevo questa

frase “Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori” che un giorno Maurizio sentì e scrisse in un foglio, per poi usarla come titolo di questo magnifico libro. E io sono molto fiera di aver dato il mio contribuito, anche se in piccola parte. Dopo di me, ha parlato Katia che ha riferito le espe-rienze di alcuni ragazzi (nelle quali mi sono identificata molto). Da queste “lettere” si capisce come i ragazzi si comportano di fronte ai cambiamen-ti del loro corpo (non si guardano allo specchio, tengono la luce chiusa), la difficoltà a volte nel credere ai me-dici e a quel percorso così difficile e pieno di rischi (come quella ragazza che, a causa delle terapie, rischiava la sterilità ed aveva una grande pau-ra), fino ad arrivare all’importanza degli amici, che è fondamentale poi-ché la malattia non deve essere un muro tra chi sta male e gli altri. Infine Bruno, Francesca e Veronica hanno portato le loro testimonianze. Bruno ha detto che quando si era amma-lato molti gli dicevano che non do-veva preoccuparsi ma viverla come un gioco, ma lui stesso si è accorto che nella vita niente è un gioco e che ci vuole molto più coraggio a vivere che a morire. Poi ha parlato France-sca, che si è ammalata da poco, e ha detto che la sua preoccupazione più grande è non far soffrire troppo i suoi genitori; e infine, concludendo la serata, ha parlato Veronica che ha detto che la vita è il sommo bene, bisogna accettarla com’è e lottare per tenersela ben stretta; che alla fine bisogna amare tutti i suoi aspet-ti, dalla giornata di sole alla giornata di pioggia.Devo dire che, nonostante sia sem-pre terrorizzata di parlare in pubbli-co, sono molto felice di partecipare a queste serate perché mi offrono l’opportunità di lanciare un messag-gio di speranza ai ragazzi e alle per-sone in generale e per questo sono grata a Maurizio sia perchè le orga-nizza, sia perché mi chiama.Mi dispiace solo la scarsa partecipa-zione di giovani anche perché il mes-saggio che noi portiamo è, come ho già detto, soprattutto per loro.

Maurizio Mascarin, Katia Bianchet, il vicesindaco del Comune di Valdobbiadene ed i ragazzi dell’Area Giovani del CRO

�� CROnews L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

Biblioteca Scientifica

è situata al piano terra ed è aperta

dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00

0434 6592480434 659468@ [email protected]

È attivo ormai da otto anni il soda-lizio tra la Scuola Media Statale del Centro Storico di Pordenone, la Ga-stroenterologia e la Biblioteca per i Pazienti del nostro Istituto. I ragazzi di alcune classi, infatti, seguiti dal-la impareggiabile prof.ssa Franca Majolino (docente e coordinatrice del progetto) hanno nel tempo pro-dotto alcuni elaborati di “Educazione alla Salute”.L’ultimo prodotto che gli alunni della 2a G hanno curato, nell’anno scola-stico 2008-09, è un prezioso ricet-tario, contenente 11 ricette originali ideate dai ragazzi con l’aiuto dei genitori. Le pietanze descritte sono realizzate utilizzando i prodotti tipici del Friuli Venezia Giulia.Per ogni proposta gastronomica i ragazzi, oltre alle utili indicazioni rela-tive agli ingredienti e alla preparazio-ne, hanno calcolato anche il valore calorico e persino suggerito le mo-dalità per bruciare la calorie assunte. Non mancano i piatti per le persone intolleranti al glutine.Il lavoro, assieme a una presenta-zione in PowerPoint sul processo produttivo del Montasio e alcuni ar-ticoli pubblicati sul Messaggero, ha partecipato e vinto il concorso “Le Agrolimpiadi della Salute” bandito dalla Coldiretti nazionale.Ma già in precedenza altre classi del-la Scuola Media avevano prodotto li-bretti utili come ad esempio: “Noi e il cibo: atteggiamenti, comportamenti e scelte consapevoli per una sana alimentazione” nel 2002; nel 2006

sono stati realizzati: “Yogurt Fantasy, consigli speciali per le merende dei ragazzi” e “Spot: idee in fumo”, pre-miato al concorso “Mangia bene, cresci meglio” nell’anno scolastico 2007 “L’acchiappasalute” e il DVD corrispondente prodotti dalla classe 2a G, per citarne alcuni. Tutto il materiale donatoci dalla scuola è disponibile presso il servizio di informazione della Biblioteca per i Pazienti e verrà inserito nel portale Cignoweb in via di realizzazione. Nata nel 1998 per soddisfare il de-siderio degli utenti del CRO di avere ulteriori informazioni sulla malattia oncologica in un contesto ospeda-liero la Biblioteca per i Pazienti rac-coglie materiale di informazione on-cologica valutato e recensito.

Tale materiale è disponibile anche in formato digitale in una apposita banca dati. Inizialmente si chiamava “Azalea: biblioteca digitale in oncolo-gia per malati, familiari e cittadini” (at-tiva dal 2003 al 2006). Ora è in fase di realizzazione Cignoweb.it wwww.cignoweb.it, una banca dati-portale di risorse informative per i pazienti (sul modello di Azalea). Tra gli obiet-tivi primari di questa nuova banca dati vi è la recensione del materiale inserito, sottoposto a valutazione di qualità e adeguatezza per gli aspetti formali, di stile comunicativo e relati-vi al contenuto, un iter che si compie per ogni documento.

Gli autori del libro “Antichi sapori friulani per giovani cuochi”

Alcuni piatti realizzati e commentati dai ragazzi della Scuola descritti nel libretto

Collaborazione “storica” tra la Prof. Majolino, gli alunni della Scuola Media del Centro Storico di Pordenone e il CRO

Educazione alla salute e Scuola

��CROnewsL’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

Stand by me in ospedale: libri e non solo. Esperienze a confronto

Il 28 novembre 2009 si è tenuto al CRO il Convegno “Stand by me in ospedale: libri e non solo. Esperien-ze a confronto”. L’evento, nell’ambi-to degli eventi per il 25° anniversario dell’Istituto e della manifestazione nazionale “Pianeta libro”, è stato or-ganizzato in collaborazione con la biblioteca civica del Comune di Avia-no e la sezione regionale dell’Asso-ciazione Italiana Biblioteche e ha suscitato molto interesse non solo tra il pubblico presente ma anche a distanza. Ricordiamo gli interventi:• se siete pazienti, leggiamo qual-cosa. Il progetto “Cure leggère... Lèggere cura!” (Simone Cocchi, Operatore Biblioteca Medica Arci-spedale Santa Maria Nuova di Reg-gio Emilia);• carta, MP3, dvd: con più cultura siamo più sani… (Elisa Boffa, Biblio-tecaria “Biblioteca Città di Arezzo”);• libri, film, arte e musica: iniziati-ve a più voci, consolidate e in nuce, attive al CRO in collaborazione con il Volontariato, il Coro, il PLAIS e la Biblioteca Civica di Aviano. Presen-tazione a più voci con musica;• guardare, vedere, leggere, capi-re, sentire: il ruolo della lettura nello sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino e dell’adolescente - Gior-gio Tamburlini, pediatra, consulente OMS, membro NPL;• voce ai giovani pazienti, doman-de e sfide (Maurizio Mascarin, pedia-tra oncologo, Radioterapia pediatri-ca, Area Giovani CRO).Le presentazioni sono accessibili attra-verso l’archivio della “letteratura Grigia”

(www.cro.sanita.fvg.it/asp/isis/lg.htm).Il convegno è stato un momento di confronto fra iniziative in atto in Italia nell’area delle attività diversionali a favore dei pazienti e l’occasione per il lancio di iniziative nel settore qui al CRO. In particolare, oltre alle tradi-zionali attività di promozione della lettura, sono state presentate le se-guenti iniziative:“Leggimi al CRO”: attività di Let-tura ad alta voce organizzata dalla Biblioteca Pazienti in collaborazione con Biblioteca Civica e associazioni Insieme e Giulia. L’iniziativa è ormai avviata da tempo e prevede una lettu-ra ad alta voce al mese nel salone del secondo piano e una mattinata dedi-cata ai bambini che fanno radioterapia e che aspettano nella sala Willy.Progetto “Audiolibri”: la Biblioteca per i Pazienti, in collaborazione con le associazioni di volontariato attive al CRO - Insieme, Giulia e Angolo- prendendo spunto dalle precedenti esperienze di lettura ad alta voce, vuole offrire la possibilità ai pazien-ti che lo desiderano di far seguire alla lettura di un libro, l’ascolto di libri parlati fruibili attraverso Mp3. A questo proposito la Biblioteca per i Pazienti, grazie alla collaborazione dell’Associazione Insieme, si è ab-bonata al Servizio Audiolibri fornito dal Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre (CILP), acquisendo così l’opportunità di usufruire di un numero considerevole di libri parlati.Progetto “Il gioco piuttosto che i sedativi” che ha evidenziato l’esigen-za di accompagnare l’inserimento e l’adattamento all’ospedale dei bam-bini in cura presso la radioterapia.Alcune situazioni di gioco, infat-ti, possono essere appositamente

strutturate per semplificare il proces-so di conoscenza delle procedure radioterapiche, permettendo così di affrontare anticipatamente diffidenze e paure connesse a realtà scono-sciute e di accostarsi con maggiore facilità al personale sanitario.Gli obiettivi posti sono stati: ridur-re la necessità della sedazione nei bambini con meno di dieci anni sot-toposti a radioterapia; rendere gioco e racconto strumenti attraverso cui l’ospedalizzazione si fa meno spia-cevole e de-personalizzante. Le procedure applicate al CRO sono le seguenti: accompagnare ogni bam-bino al trattamento radioterapico spiegando il percorso terapeutico con giochi e fiabe scritte apposita-mente e osservando in tempo reale un altro bambino in cura; creare il calendario dei giorni di terapia, che definisce come un conto alla rove-scia il raggiungimento del traguardo, cioè l’ultimo giorno di trattamento reso significativo dal conferimento di un premio e di un attestato di merito; attuare attività diversionali durante le pratiche medico-infermieristiche vol-te a rendere le stesse più divertenti e i bambini più collaborativi.In conclusione: per noi al CRO ridurre, per quanto possibile, i disagi dello sta-re in ospedale è un impegno costante che va di pari passo con lo sforzo dei clinici di garantire i migliori trattamenti sanitari e dei ricercatori di mettere la ricerca a disposizione della cura.Progetto di “Musica per i Pazien-ti”, in collaborazione con il coro del CRO “CROmatiche armonie”, a favo-re dei pazienti in Day hospital, Area Giovani, Alte Dosi (a questa iniziativa sarà dedicato uno spazio adeguato nel prossimo CROnews).

Leggimi al CRO: Francesca e Laura leggono “Novecento” di Baricco nel Salone del Secondo piano

L’educatrice Daniela in un momento di svago con Claudia

�� CROnews

URP E ARTE COME

SUPPORTO TERAPEUTICO

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Dieci anni di opere d’arte al CRO

“Cammini” Mostra fotografica dei poeti del Concorso Internazionale di Poesia Castello di Duinoa cura di Gabriella Valera Gruber e Ottavio Gruber dell’Associazione Poesia e Solidarietà(27 gennaio - 27 febbraio )

Deserte o pullulanti di vita, parte inte-grante del contesto urbano o quasi disegnate in ampi paesaggi fra colli e pianure a ricordare percorsi seco-lari di civiltà, le strade sono un luogo della nostra esistenza, la metafora di ogni nostro cammino. Vivono del nostro sguardo o della sua assen-za, del nostro andare e venire, del nostro incontrarci. È così che ogni

cammino interiore a sua volta si fa strada o viaggio o incontro mentre la solitudine che ci accompagna riesce anche a farsi sogno…La mostra “Cammini” esibisce le foto inviate dai giovani poeti che hanno partecipato, da ben 90 pae-si del mondo, al Concorso Interna-zionale di Poesia Castello di Duino V Edizione, il cui tema era “Strade”. È stata organizzata prima a Trieste, con la collaborazione del Comune di Trieste-Assessorato alla Cultura e a Montereale Valcellina, con la colla-borazione del Comune di Monterea-le - Assessorato alla Cultura e ora, in forma ridotta, al CRO di Aviano.Le foto non state inviate dagli auto-ri insieme alle poesie con cui hanno partecipato al concorso e non vi è quindi un rapporto diretto foto/poe-sia stabilito dagli autori stessi; i cu-ratori della mostra, tuttavia, hanno scelto (arbitrariamente) alcuni versi per commentare le immagini.Questa mostra, dunque, è il risul-tato di un molteplice “incontro” fra diverse prospettive, idee, pensieri: quelli dei giovani poeti, sconosciuti l’uno all’altro eppure accomuna-ti dalla suggestione di un tema di riferimento; quelli dei curatori che hanno interpretato le immagini e i versi in modo creativo. Ne risulta un percorso complesso che si snoda attraverso diverse sezioni e che invi-ta l’osservatore/lettore a un ulteriore coinvolgimento interpretativo.

Luigi Finotto(27 febbraio - 27 marzo)

Luigi Finotto, nasce a Pordenone il 30 agosto 1942, vive e opera a Corva di Azzano Decimo.Da sempre appassionato di disegno, pittura e arte, partecipa nel tempo a

ogni mese l’atrio dell’Istituto ospita nuove esposizioni di artisti locali e nazionali

Sabrina Alessandrino(28 dicembre 2009 – 27 gennaio 2010)

Sabrina Alessandrino, monfalconese di nascita, inizia dopo il Liceo Artistico, grazie all’amore e alla passione per l’arte, un percorso personale alla ricer-ca di un proprio linguaggio espressi-vo. È del 1998 l’incontro con l’artista Silvano Spessot che le offre la prima occasione di una personale. Da quel momento è un susseguirsi di eventi: rassegne collettive, tra cui nel 2000 Etruriarte, mostra mercato internazio-nale e mostre personali nella Galleria Arte Tiepolo a Udine nel 2003 e alla Galleria Scoletta di San Zaccaria a Ve-nezia. Nel 2000 conosce il noto critico udinese Vito Sutto che le offre la pos-sibilità di essere visibile in più occasioni nella trasmissione “Il segno del colore” in onda su Telefriuli. Tra le esperienze più recenti le personali alla Galleria La Bottega di Gorizia, alla Galleria Retto-ri Tribbio a Trieste e una collettiva alla Galleria Artesegno di Udine. Attual-mente è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

numerose mostre collettive, varie ex-tempore e alcune personali.Inizia a lavorare molto giovane come fa-legname, poi per una grossa industria metal-meccanica per oltre trent’anni, come tecnico specializzato.Nel 1990, fonda con altre persone, il Circolo Culturale di Corva, dove an-cora oggi promuove diverse attività artistiche e ricreative con grande im-pegno e passione.Sempre pronto a provare e a speri-mentare nuove e antiche tecniche ar-tistiche, sempre con grande entusia-smo e instancabile tenacia.

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RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

FEBBRAIO MARZO

Terzo Piano Area Giovani

GENNAIO

Per cercare i libri di svago presen-ti in Istituto basta accedere al ca-talogo SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) dal link http://sol.units.it/SebinaOpac/Opac.

La notte dei desideriMichael Ende(BP-BR 833 END)

Il volo del nibbio. Leonardo Da Vinci e il suo mondoEnzo Petrini(BP-BR 703 PET)

Ragazzi dell’OklahomaGianni Padoan(BP-BR 853 PAD)

Harry Potter e i doni della morte J.K. Rowling (BP-BR 823 ROW)

Filtri, pozioni, veleni e incantesimi nel teatro di ShakespeareLucia Crovella(BP-BR 822 CRO)

L’oro dei faraoniNadia Vittori(BP-BR 853 VIT)

È possibile leggere le recensioni dei libri nel sito d’Istituto alla voce Bibliobus della Biblioteca per i Pazientihttp://www.cro.sanita.fvg.it/biblioteca/bibpaz/txt_set_bibliobus.htm

Il volo del nibbio è l’affa-scinante romanzo di una vita, nel senso che la vita di Leonardo da Vinci fu essa stessa un romanzo. Da più di quattro secoli la sua figura un po’ miste-riosa appassiona e fa discutere, la sua complessa personalità si presta a più di una interpretazione, ma non lascia mai indifferenti. Questo libro riper-corre, in perfetta aderenza con la tradizione e il documento storico, sullo sfondo delle vicende e tra i personaggi di un’epoca lontana e travagliata, la storia di quell’uomo incomparabile, con la sua arte senza tramonto, le sue molteplici intuizioni, i suoi geniali studi di scienza e di tecnica.

Lui è innamorato e passa buona parte del suo tempo a farsi bello, mentre Il libro propone un approccio trasversale al teatro di Shakespeare attraverso il filone magico: filtri, pozioni, veleni e incantesimi sono i temi conduttori grazie ai quali vengono presentati alcuni passi di quattro celebri opere del grande drammaturgo inglese; in particolare i filtri sono i leitmotiv del Sogno di una notte di mezz’estate, la pozione è l’elemen-to fondamentale di Romeo e Giulietta, il veleno quello di Amleto e l’incantesimo, infine, l’argo-mento-guida del Macbeth.

Nel Salone del 4° Piano, è allestita la recente sezione, dedicata all’arte, alla storia e alle pubblicazioni relative al territorio regionale.I libri qui collocati sono adatti a diverse fasce di età.

Anima mini tour.In giro per i nostri anni ‘70Fabio Fazio(BP-BR 390 FAZ)

Racconti indiani Jaime de Angulo(BP-BR 813 DEA)

In giro per situazioni, personaggi, trasmissioni, canzoni, libri e film degli anni ’70, questo pic-colo “dizionario” raccoglie alcune parole chiave per comprendere quel decennio. Giocando con le parole, senza la pretesa di essere esaustivo, rievoca suoni, colori, immagini, simboli e passioni di un’epoca. Un libro divertente e suggestivo che, grazie anche alle tabelle e agli esercizi abbinati ad alcuni lemmi, si presta a essere letto in com-pagnia.

Memorie di un asinoComtesse de Segur(BP-BR 843 DES)

Salone Secondo PianoArea Giovani Terzo Piano

Salone Quarto Piano

I libri: gli amici più pazienti

�0 CROnews RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

GENNAIO FEBBRAIO MARZOSalone Secondo Piano

CatwomanLynn Abbey, Robert Asprin(BP-BB 813 ASP)

L’altra parte del mondoColleen McCullough(BP-BB 823 MCC)

Missione EagleClive Cussler(BP-BB 813 CUS)

Nè con te, nè senza di tePaola Calvetti(BP-BB 853 CAL)

Tao Te Ching. Il libro della via e della vita(BP-BB 299 TAO)

Una storia sempliceLeonardo Sciascia(BP-BB 853 SCI)

Codice a zeroKen Follett(BP-BB 823 FOL)

Il mio paese inventatoIsabel Allende(BP-BB 863 ALL)

La ragazza del secolo scorsoRossana Rossanda(BP-BB 324 ROS)

FrankensteinMary Shelley(BP-BB 823 SHE)

BuioDacia Maraini(BP-BB 853 MAR)

SocrateLuciano De Crescenzo(BP-BB 183 DEC)

I segreti del sacro papiro del sommo UrzLello Arena(BP-BB 857 ARE)

I sommersi e i salvatiPrimo Levi(BP-BB 853 LEV)

Il vichingoTim Severin(BP-BB 823 SEV)

Quello che ha saputo, quello che ha visto nella casa di Eddie Lobb spinge Catwoman sulla via della vendetta. Ma Catwoman non sa che Eddie è legato a doppio filo con la Mafia e che Bat-man sta servendosi di lui per arrivare al capo dell’organizzazione. Così accade che nel buio delle notti di Gotham City i due più misteriosi e spericolati personaggi della città si trovino faccia a faccia. Forse nemici. Forse complici. Doppia avventura, doppia emozione.

“Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è at-torno: perché sei stata comunista? perché dici di esserlo? che intendi? senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? è una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così mala-mente che è impossibile non porsela. Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comu-nista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: “In questo o in quello non c’entro”. Comincio dall’interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi.”

C’è chi si innamora di Sophia Loren, chi di Marx, e chi per tutta la vita porta fiori sulla tomba di Ro-dolfo Valentino. Io ho capito che il grande amore della mia vita è Socrate. In questo libro ho raccolto quanto su di lui ho scritto in “Storia della filosofia greca”, “Oi dialogoi” e “I miti dell’amore”. Con queste parole Luciano De Crescenzo rende omaggio al padre nobile del pensiero occidentale, ritraendolo dal vivo ai tempi suoi e riproponendone la saggezza ai tempi nostri. Regalandoci un altro piccolo capolavoro di saggezza e leggibilità.

�1CROnewsRECENSIONI LIBRI DI SVAGO

Come cercare i libri di svago presenti in Istitutohttp://sol.units.it/SebinaOpac/Opac

FEBBRAIO MARZOSalone Quarto Piano

GENNAIO

Eventi e manifestazioni in Friuli Venezia Giulia (2009-2010)Pro Loco FVG(BP-FVG 790 EVE)

Come vento selvaggioSveva Casati Modignani(BP-4 853 CAS)

La fine è il mio inizioTiziano Terzani(BP-4 853 TER)

Società e cultura del ‘500 nel Friuli Occidentalea cura di Paolo Goi(BP-FVG 945 SOC)

Vaniglia e cioccolatoSveva Casati Modignani(BP-4853 CAS)

L’uomo che sussurrava ai cavalliNicholas Evans(BP-4 823 EVA)

Memorie di una GeishaArthur Golden(BP-4 813 GOL)

Angeli e demoniDan Brown(BP-4 813 BRO)

Proverbi Friulani raccolti dalla viva voce del popoloValentino Ostermann(BP-FVG 398 OST)

Vittima di un tremendo incidente d’auto, Mistral Vernati, il grande campione di Formula Uno, giace in coma in un letto d’ospedale. Fuori dalla stanza in cui Mistral sta lottando sospeso tra la vita e la morte si accalca una piccola folla di individui spinti ciascuno da motivazioni diverse, non tut-te confessabili: Maria, il primo e unico amore; la madre, che non è mai riuscita a capirlo fino in fondo; Chantal, l’avida moglie che, anche nel momento più drammatico, pensa solo a rovinarlo; i figli Manuel e Fiamma.

Il libro è il catalogo dell’omonima mostra voluta dall’Amministrazione Provinciale di Pordenone nell’ ’84. La mostra Società e Cultura del Cin-quecento nel Friuli Occidentale proponeva al grande pubblico, in maniera originale e nuova, gli aspetti fondamentali della vita sociale e culturale dell’epoca attraverso le testimonianze più signifi-cative in possesso. Con la mostra si cercò di dare una visione complessiva del territorio, la società, l’economia, la vita religiosa e la cultura del Friuli nel Cinquecento.

Circondate da un’aura di mistero, le geishe hanno sempre esercitato sugli occidentali un’attrazione quasi irresistibile. Ma chi sono in realtà queste donne? A tutte le domande che queste figure leggendarie suscitano, Arthur Golden ha risposto con un romanzo, profonda-mente documentato, che conserva tutta l’im-mediatezza e l’emozione di una storia vera. Che cosa significa essere una geisha lo apprendiamo così dalla voce di Sayuri che ci racconta la sua storia: l’infanzia, il rapimento, l’addestramento, la disciplina e tutte le vicende che, sullo sfondo del Giappone del ‘900, l’hanno condotta a diventare la geisha più famosa e ricercata.

Inserire nella stringa “tutti i campi” la sigla:

“BP-BB”cioè: Biblioteca per i Pazienti - Bibliobus

Salone Secondo Piano Terzo Piano Area Giovani Salone Quarto Piano

Inserire nella stringa “tutti i campi” la sigla:

“BP-BR”cioè: Biblioteca per i Pazienti - Biblioteca Ragazzi

Inserire nella stringa “tutti i campi” la sigla:

“BP-4” e “BP-FVG”cioè: Biblioteca per i Pazienti - Quarto Piano e Sezione Friuli Venezia Giulia

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VIDEOTECA

VIDEOTECA

Sono trascorsi diversi anni da quan-do al CRO è stata proposta l’idea della “Videoteca per i Pazienti”: anni in cui pazienti e familiari hanno dimo-strato di gradire questa particolare iniziativa che prevede la proiezione settimanale di un film che ha già conquistato il grande pubblico, anni in cui l’obiettivo dello Star Bene in Ospedale sembra essere stato rag-giunto agendo sul tempo, modifican-do cioè la qualità di quello trascorso all’interno della struttura.

È con queste consapevolezze che, a tutt’oggi, le attenzioni vengono spe-se nell’individuazione di proiezioni accattivanti, che possano ottenere un buon numero di consensi. L’iniziativa, da sempre promossa dalla Direzione Sanitaria, ha oramai conquistato molti sostenitori, tra i quali oggi si annovera anche il Con-sorzio Farmacisti Riuniti di Pordeno-ne, organizzazione che ha di recente provveduto ad attrezzare la sala con moderne apparecchiature, volte a

migliorare la qualità delle proiezioni e l’insonorizzazione del locale. I DVD sono da sempre forniti dalla Videoteca Maxvideo Megastore di Vittorio Veneto (TV). Per agevolare la scelta dei film da proiettare, ogni suggerimento è ben accetto e può venir condiviso di-rettamente con il personale che si occupa della Videoteca oppure in-viando una e-mail all’indirizzo [email protected]

MAMMA MIAGenere: Commedia musicaleRegia: Phyllida LloydAnno: 2008Durata: 1 h e 50’Cast: Amanda Seyfried, Christine Baranski, Colin Firth, Dominic Cooper, Julie Walters, Meryl Streep, Pierce Brosnan, Stellan Skarsgård

IL DUBBIOGenere: DrammaticoRegia: John Patrick ShanleyAnno: 2008Durata: 1 h e 45’Cast: Amy Adams, Me-ryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Viola Davis

QUESTO PICCOLO GRANDE AMOREGenere: SentimentaleRegia: Riccardo DonnaAnno: 2009Durata: 2 hCast: Daniela Giordano, Emanuele Bosi, Mariella Va-lentini, Mary Petruolo

I LOVE SHOPPINGGenere: Commedia senti-mentaleRegia: P.J. HoganAnno: 2008Durata: 1 h 45’Cast: Hugh Dancy, Isla Fisher, Joan Cusack, John Goodman, Krysten Ritter, Leslie Bibb, Nick Cornish

EXGenere: CommediaRegia: Fausto BrizziAnno: 2009Durata: 2 hCast: Claudio Bisio, Nancy Brilli, Cristiana Capotondi, Cécile Cassel, Fabio De Luigi

ITALIANSGenere: CommediaRegia: Giovanni VeronesiAnno: 2009Durata: 2 hCast: Carlo Verdone, Da-rio Bandiera, Ksenia Rappo-port, Remo Girone, Riccardo Scamarcio, Sergio Castellitto

10 17 24 31MARZO

DIVERSO DA CHI?Genere: CommediaRegia: Umberto CarteniAnno: 2009Durata: 1 h e 40’Cast: Antonio Catania, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Pannofino, Luca Argentero

GIÙ AL NORDGenere: CommediaRegia: Dany BoonAnno: 2008Durata: 1 h e 45’Cast: Anne Marivin, Dany Boon, Kad Merad, Zoé Félix

SPIDERWICK Le CronacheGenere: FantasticoRegia: Mark WatersAnno: 2008Durata: 2 h e 35’Cast: David Strathairn, Fred-die Highmore, Joan Plowri-ght, Mary-Louise Parker, Nick Nolte, Sarah Bolger

CROSSING OVERGenere: DrammaticoRegia: Wayne KramerAnno: 2009Durata: 1 h e 50’Cast: Alice Braga, Ash-ley Judd, Cliff Curtis, Harri-son Ford, Jim Sturgess, Ray Liotta, Summer Bishil

LA MIA MIGLIORE NEMICAGenere: CommediaRegia: Gary WinickAnno: 2009Durata: 1 h e 40’Cast: Anne Hathaway, Bryan Greenberg, Candice Bergen, Chris Pratt, Kate Hudson

TRE DONNE AL VERDEGenere: CommediaRegia: Callie Khouri Anno: 2008Durata: 1 h e 45’Cast: Diane Keaton, Katie Holmes, Queen Latifah

GENNAIO13 20 27 3

FEBBRAIO

FEBBRAIO17 24 310

MARZO

ogni mercoledì alle ore 15.00, in sala riunioni al 4° piano, aspettiamo pazienti e familiari

Un film per stare insieme

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Il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, con il patrocinio del Comune di Aviano e del circolo ricreativo in-terno “Plais”, ha ospitato giovedì 18 marzo 2010 le foto del maestro della fotografia di fama internazionale, Elio Ciol. Elio Ciol, 80 anni e da sempre resi-dente a Casarsa, ha descritto, attra-verso la sua opera fotografica di una vita intera e con inimitabile bellezza, il territorio del Friuli Venezia Giulia. Le sue fotografie dei gelsi, delle vigne del Collio, delle montagne, delle spiagge e delle città del Friuli Venezia Giulia hanno fatto il giro del mondo e sono custodite in importanti musei, colle-zioni pubbliche e private di vari Pae-si. Il CRO ha voluto rendere omaggio al grande fotografo casarsese e dare la possibilità ai dipendenti, ai ricove-rati e al più vasto pubblico di ammi-rare le sue immagini e di scoprire gli aspetti non sempre conosciuti del territorio del Friuli Venezia Giulia.Le bellezze nascoste, i dettagli pre-ziosi che faticano a catturare l’atten-zione dei passanti frettolosi, il pas-sato scolpito nelle chiese e nei muri di cinta da secoli e secoli, gli angoli di natura che testimoniano della bel-lezza che ci circonda ma che spesso non si riescono a isolare e a com-prendere perché mescolati al disor-

dine creato dall’uomo ... tutto que-sto, in due ore che sono volate in un silenzio interrotto solo dalle esclama-zioni di meraviglia e stupore, è stato offerto attraverso il supporto di Ste-fano Ciol, figlio di Elio, e la preziosa lettura del paesaggio fatta da Aldo Colonnello, del Circolo Culturale Me-nocchio di Montereale Valcellina. In-sieme alla bellezza delle foto di Ciol, è stata anche la lettura, intervallata da aneddoti e ricordi, del maestro Colonnello a incantare le numerose persone che hanno riempito la sala convegni del CRO.Per il CRO non è stata una novità aprirsi al mondo dell’arte, un piccolo spazio espositivo ricavato nell’atrio dell’Istituto ospita regolarmente le opere di artisti locali per offrire ai pa-zienti, ai visitatori e agli stessi dipen-denti una piccola dimensione spiri-tuale che può dare sollievo alle molte persone che frequentano l’Istituto in momenti di vita particolarmente difficili. Tuttavia, l’opportunità di co-noscere da vicino le fotografie di Elio

Ciol è stata unica per la qualità e la dimensione internazionale dell’arti-sta di Casarsa, ed è stata fortemen-te voluta in particolare dai molti ap-passionati di fotografia che lavorano al CRO. La vicinanza, infatti, tra la scoperta delle bellezze del territorio del Friuli, le molte letture della sua storia, fatte tramite le fotografie del maestro, e il lavoro svolto al CRO è maggiore di quanto possa sembra-re. Il CRO è una realtà sanitaria del Friuli Venezia Giulia fortemente ra-dicata nel territorio, la cui missione è contribuire ad accrescere lo stato di salute degli abitanti della regione. Ecco allora che l’amore per il proprio territorio può prendere strade diver-se, e due di queste si sono incontra-te il 18 marzo al CRO: da una parte chi si prende cura della salute dei cittadini, dall’altra chi, scoprendone e divulgandone le bellezze, aiuta a conoscere il territorio, ad apprezzar-lo e a considerarlo un bene comune da difendere e da valorizzare come la propria salute.

Il maestro della fotografia Elio Ciol (foto di re-pertorio)

Speciale omaggio a Elio Ciol

associazione sportiva PLAIS

18 marzo 2010serata indimenticabile al CRO ...

Da sinistra: Stefano Ciol, Aldo Colonnello e Diego Serraino promotore della serata

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sostegno al malato

13 dicembre 2009Concerto a San Martino al Tagliamento

Il 13 Dicembre 2009 si è svolto, pres-so la Cantina Pitars, un concerto dal titolo “L’attesa e la luce” a cui hanno partecipato il Coro Cromatiche Ar-monie (composto da personale del CRO), i Cantori della Stella di Claut e il Trio Ars Pura di San Martino. Il concerto è stato curato per la parte artistica da Eugenio Borsatti, medico del CRO di Aviano, figura ideale per fare da trait d’union fra organizzatori e concertisti.All’evento è intervenuto il dr. Mauri-zio Mascarin, oncologo pediatra del CRO, responsabile dell’Area Giova-ni, che ha spiegato le ragioni che hanno portato alla realizzazione di un reparto creato a misura di bam-bino/adolescente.Durante la serata, quale segno di apprezzamento del folto pubblico in-tervenuto, è stata raccolta una som-ma da destinare alle attività dell’Area Giovani.La scorsa settimana Marinella Rosa-

rin, Presidente “PRO San Martin al Tiliment”, Mauro Pittaro e Valentino Florean della Cantina PITARS sem-pre di San Martino al Tagliamento, si sono recati al CRO di Aviano per visitare l’Area Giovani e consegna-re l’importo raccolto durante il con-certo. Per loro la visita è stata una sorpresa. «Questo non è un ospe-dale», hanno affermato i tre visitatori dopo aver visto il reparto interamen-te dedicato agli adolescenti malati di tumore, che hanno contribuito a realizzare. Il dr. Mascarin ha descritto i motivi ispiratori e gli indirizzi operativi che hanno portato alla realizzazione del progetto, partito nel gennaio 2007 con non poche difficoltà in quanto presupponeva una stretta collabo-razione fra reparti diversi, unendo le competenze dell’oncologia pediatri-ca e quelle della oncologia dell’adul-to. «L’intento» - dice Mascarin - «era raccogliere in un unico luogo i pa-

zienti, dai 13 ai 24 anni, che fino ad allora venivano, a seconda delle pa-tologie, distribuiti nei vari reparti del Centro (oncologia, radioterapia, chi-rurgia) e far sì che non fossero loro, ma i medici, a doversi spostare.I diversi specialisti avrebbero lavora-to insieme per garantire ai ragazzi un percorso comune, dalla diagnosi alla cura fino al ritorno alla vita normale. Un’esperienza che si spera possa fare da apripista ad altre analoghe. Perché questi pazienti sono diversi dagli altri. L’adolescenza è un’età difficile che si complica con la ma-lattia. Si pensi all’attenzione riserva-ta all’estetica del corpo, al senso di privacy, all’esigenza di venir informati su ciò che stanno vivendo, alle pau-re legate alla sessualità. Volevamo garantire una qualità di vita ottimale, sia dentro che fuori dall’ospedale. E i ragazzi lo hanno capito, mettendo-si in gioco come abbiamo fatto noi dottori».

ll concerto del Coro CROmatiche armonie” nel Salone della cantina Pitars di S. Martino al Tagliamento

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Nel mese di febbraio l’Associazione Giulia, ha realizzato un grande mura-les nel corridoio del reparto di Onco-logia Medica, su invito del CRO.Il murales è stato realizzato non tan-to con la semplice finalità di deco-rare una parete provvisoria quanto piuttosto con la volontà di “aprire una finestra su un mondo di colori e gioia”, dove ognuno potesse entrare liberamente.La fase progettuale è stata piuttosto breve e incentrata soprattutto sulla finalità del lavoro, tenendo presente il luogo che l’avrebbe ospitato. Si è voluto dare al murales un aspetto solare e gioioso ma, allo stesso tem-po, la carica necessaria a renderlo un “serbatoio di vita e positività”, al quale poter attingere. Tra i volontari dell’Associazione Giu-lia c’è stato un intenso scambio di idee per la scelta del progetto defini-tivo a cui ha fatto seguito l’esecuzio-ne del dipinto, caratterizzata da una frenetica attività che ha visto all’ope-ra a seconda dei giorni un team di sei-otto “pittori” guidato dalla mano esperta di Marcella.Qual è stato per noi l’aspetto più in-teressante e coinvolgente di tre set-

timane di lavoro? Beh, sicuramente il veder mutare l’idea iniziale che si nutriva magicamente del passaggio di tutti, diventando un’esplosione di energia e di colori, una versione “più ricca” del disegno originale.Molte persone, infatti, hanno colla-borato con noi condividendo una situazione giocosa e di fervida crea-tività, di cui abbiamo beneficiato un po’ tutti e che ha tessuto la delicata trama di un’atmosfera ricca di sug-gestioni. La partecipazione si è sen-tita attraverso suggerimenti, apprez-zamenti, emozioni esternate da chi incuriosito si soffermava a osservare il dipinto che man mano prendeva forma. Sicuramente il momento più bello è stato quando una giovane donna, ricoverata al terzo piano, si è unita a noi e ha cominciato a dipin-gere. Erano sei mesi che non pren-deva in mano un pennello, lei che lo faceva per lavoro. Vedere il trasporto con il quale è sta-ta seguita l’esecuzione del murales e l’effetto “terapeutico” che questa immersione nei colori ha suscitato un po’ in tutti ci ha veramente emo-zionati e ha sottolineato il valore della condivisione.

Nel murales si possono riconosce-re quattro momenti che, da sinistra verso destra, mostrano: la notte, il giorno, un cielo limpido sopra un prato fiorito e, al di fuori della cor-nice, tre uccellini gioiosi che volano via oltre la dimensione reale. Le tre composizioni all’interno della cor-nice, benchè diverse, trovano nel verde della vegetazione il loro filo conduttore; é un verde di tonalità di-verse ma che ha un forte potere ras-serenante: allontanare pensieri tristi e paure. Ma non solo. La vegetazio-ne, rappresentata volutamente più vicina al mondo della fantasia che a quello della realtà, ci conduce in una dimensione di sogno ed estraniazio-ne, carica delle emozioni vissute da noi in quei giorni, in quella straordi-naria esperienza di condivisione che ci ha accomunati, sintonizzandoci sul sentire dell’“altro”.Questo murales è una vera esplosio-ne di colori: rosso, giallo, arancione, azzurro, rosa, lilla….., è un veicolo di sentimenti e sensazioni, è un pozzo colmo di linfa vitale, è il volano per ri-scoprire il bambino che c’è in ognu-no di noi.

Una finestra aperta sul mondo...

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ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

le Associazioni e le organizzazioni no-profit si raccontano ...

ISTITUTO NAZIONALE DI ASSISTENZA SOCIALE - INAS

Chi siamoL’Istituto Nazionale di Assistenza Sociale (INAS) è il patronato della Cisl da 60 anni. Agli inizi della nostra storia, ci chia-mavano gli “avvocati dei poveri”, per il nostro impegno nel garantire la tutela gratuita a chi non poteva per-mettersi di difendere i propri diritti a pagamento. Assistere, tutelare, offrire consulen-za a tutti i cittadini, dentro e fuori dal luogo di lavoro è da sempre il nostro modo per declinare i valori di solida-rietà sociale su cui si fonda il sinda-cato di cui facciamo parte.Abbiamo cominciato aiutando le vit-time di infortuni sul lavoro e malat-tie professionali, prendendo le loro difese per garantire un risarcimento equo al lavoratore e ai suoi familiari, anche grazie al prezioso apporto dei medici e dei legali convenzionati con noi. La dottrina identifica nella legge 17 marzo 1898 n. 80 la pietra milia-re dell’intervento dello Stato. Con la legge 350/1898 fu istituita la Cassa nazionale per la vecchiaia e l’invali-

Sede di Pordenone. Via San Valentino, 30 33170 Pordenone Resp. Silvio Fregonese 0434-549939 Fax 0434-45085@ [email protected]. www.inas.it

dità degli operai, il progenitore del-l’Inps. Con il passare del tempo la tutela si allargò ai nuovi soggetti fino al 1919 (legge 603/1919) quando anche i datori di lavoro furono asso-ciati al finanziamento.Tenere i rapporti con gli enti previ-denziali curando le pratiche per otte-nere prestazioni per l’invalidità civile, agevolazioni per le donne lavoratrici, accesso ai benefici previsti in caso di disoccupazione, sono solo alcune delle nostre attività tradizionali.A questo si aggiungeva il nostro impegno per sostenere gli italiani all’estero, supportando anche i con-solati, per garantire agli emigranti la conoscenza ed il rispetto dei propri diritti anche fuori dall’Italia.Oggi la platea dei nostri utenti si è ampliata, ma lo spirito che anima la nostra attività non è cambiato: la difesa e la promozione gratuite dei diritti sociali, in particolare dei diritti

alla salute, all’assistenza, alla previ-denza dai quali dipende in larga mi-sura la qualità del lavoro e della vita, rappresentano gli obiettivi primari del nostro operato.In questa ottica, i nostri compiti non sono limitati alla tutela individuale dei cittadini, ma si estendono ad un’in-tensa attività di studio, proposta e discussione con le istituzioni, in me-rito alla normativa previdenziale.

Con la sentenza n. 42/2000 della Corte Costituzionale si dichiara l’ina-missibilità del referendum popolare per l’abolizione del riconoscimento giuridico degli Istituti di Patronato. Nella sentenza la Corte colloca gli Istituti di Patronato al di là dell’am-bito di attività riconducibili esclusiva-mente all’autonomia dei lavoratori, e li inserisce in quello della cura degli interessi generali, giustificandone così il sistema pubblico del loro fi-

Gli operatori del patronato INAS di Pordenone

��CROnewsASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

nanziamento (richiamo all’art. 38 della Costituzione).Come interlocutori tra il cittadino e la pubblica amministrazione, ci im-pegnamo a fondo per consentire a tutti di essere informati, di sapersi orientare tra norme e iter burocratici spesso complicati e per far ottene-re le prestazioni a cui si ha diritto. Grazie al nostro rapporto diretto con le istituzioni e gli enti previdenziali, i nostri operatori sanno assistere con professionalità, sanno ascoltare e consigliare chi si rivolge a loro.Lavoratori, pensionati, giovani e mi-granti possono quindi rivolgersi al patronato per ottenere chiarimenti sia sulle novità legislative che li ri-guardano sul fronte della tutela de-gli interessi sociali, sia per ottenere assistenza, tutela e consulenza nel richiedere prestazioni socio-previ-denziali.Siamo costantemente impegnati ad aggiornare le nostre competenze, per rispondere con perizia alle do-mande che ci vengono rivolte e assi-stere con maggior efficacia gli utenti nelle pratiche relative ai campi previ-denziali più disparati.Il cambiamento del mercato del la-voro ci impone una sfida per le nuo-ve tutele. Orientare i giovani sulla previdenza complementare, aiutare gli immigrati nel rinnovo dei permessi di soggiorno, favorire la diffusione di una vera cultura della sicurezza per prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, informare i cit-tadini – come prevede il nostro ruolo per il segretariato sociale – in merito ai servizi socio-assistenziali presenti sul territorio: questi sono solo alcuni dei nuovi compiti che stiamo soste-nendo, con l’impegno e la professio-nalità di sempre, per poter garantire a tutti i nostri utenti una tutela globa-le che pone al centro la persona e i suoi bisogni, assistendola nell’intero percorso di vita, dalla ricerca di un impiego, passando per il lavoro, per arrivare alla pensione.Per questo motivo, ogni anno, milio-ni di persone frequentano la nostra rete di uffici ben radicata sul territorio in Italia e all’estero.I nostri operatori in Italia sono circa 1.200. A questi si aggiungono più di 500 consulenti medico-legali.Le nostre sedi sono sparse su tutto il territorio nazionale: 20 quelle regio-

nali, 108 quelle territoriali, 650 quelle zonali.Forte anche la nostra presenza al-l’estero, con 80 uffici in cui lavora-no più di 130 operatori, in favore dei connazionali per quanto riguarda, ad esempio, le pratiche di cittadinanza, il rinnovo dei passaporti, le informa-zioni su fisco, assistenza e sanità.Siamo presenti in Europa in tutti i mag-giori paesi di emigrazione italiana.

L’INAS al CRO e nel territorio.Il Patronato, oltre a essere presen-te in tutto il territorio Provinciale con uffici aperti tutta la settimana nei principali Comuni, con una capillarità che lo porta ad essere il primo Patro-nato in Provincia, è anche attivo, dal 1998, presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano con il quale è stata siglata una regolare convenzio-ne. Da ormai 12 anni l’INAS è impe-gnata a garantire la presenza al CRO di un operatore qualificato tutti i mar-tedì dalle ore 9.30 alle 13.00, al 3° piano, per fornire assistenza e dare consulenza agli ammalati ed ai loro parenti. Ad oggi, sono state oltre 2.500 le

e assiste l’utente nella compilazione dei moduli e provvede all’inoltro del-le domande agli Istituti Previdenziali in maniera gratuita e professionale ponendo al centro la tutela della persona nella sua dimensione esi-stenziale e biologica. Questo tipo di assistenza è molto apprezzato da coloro che ne possono usufruire sia per la sua utilità sia per la comodità di averlo all’interno dell’Istituto dove le giornate sembrano interminabi-li e dove i familiari possono, senza doversi allontanare dal parente rico-verato, informarsi e risolvere alcuni problemi.

L’INAS e il futuroL’INAS è un Ente che guarda al fu-turo, si riorganizza e si rinnova per essere in grado di rispondere alle nuove esigenze degli utenti, ai biso-gni emergenti valorizzando le grandi risorse di professionalità e capa-cità relazionali dei propri operatori. L’INAS intende proporre una attività di tutela che riconosce il bisogno di fornire non solo servizi o certificare stati di bisogno, ma anche di co-struire legami sociali, là dove questi vengano minacciati o negati da chi vede la società come un insieme indistinto di individualità e interessi particolari.

Silvio Fregonese, responsabile INAS- Porde-none, gestisce il servizio presso il CRO.

Sedi INAS nel territorio

SEDE DI SACILE: e-mail [email protected] GIOLO Fausto - e-mail [email protected] Vicolo Mario Dal Fabbro. 6 - tel. e fax 0434 72234

SEDE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO: e-mail [email protected] resp.le PICCOLO Marina - e-mail [email protected] Via Altan, 48/50 - tel. 0434 80097 fax 0434 875077

SEDE DI MANIAGO: e-mail [email protected] resp.le DEL BIANCO Patrizia e-mail [email protected] Umberto I, 83 - tel. 0427 71580 fax 0427 731251

SEDE DI SPILIMBERGO: e-mail [email protected] resp.le DE MARCO Luisa - e-mail [email protected] Via Duca D’Aosta, 5 - tel. e fax. 0427 2968

SEDE DI PRATA DI PORDENONE: e-mail [email protected] resp.le BAZZO Fernanda e-mail [email protected] Via Roma,126 - tel. 0434 621131

persone che hanno usufruito di que-sto servizio al CRO. In momenti così critici della propria vita, il malato on-cologico, ma anche la sua famiglia, si trovano in difficoltà e spesso non si sanno orientare nell’intricato labi-rinto di leggi, diritti, obblighi ecc. È, dunque, molto rassicurante per loro poter parlare con una persona com-petente che li possa sollevare alme-no dal peso delle pratiche burocra-tiche. L’operatore informa, consiglia

�� CROnews

ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

ADMO - ASS. DONATORI MIDOLLO OSSEO Udine (sede regionale) Via Carducci, 48 - 3100 Udine 0432-299728Fax 0481-92276@ [email protected] www.admo.it

La sua attività è finalizzata a creare una banca dati di donatori volontari;soste-nere il Registro Internazionale Donatori Midollo Osseo.

ASS. FEDERICA PER LA VITA

Vicolo delle Primule, 1 Trieste338-7457763@ [email protected]

L’Associazione supporta coloro che quo-tidianamente sono impegnati nella lotta ai tumori. È nata proprio per raccogliere fondi necessari alla ricerca scientifica e per l’aiuto ai malati neoplastici. Sostiene inoltre il progetto condotto dal CRO di Aviano per la produzione di vac-cini antitumorali per la terapia dei linfomi.

AFDS - ASS. FRIULANA DONATORI DI SANGUE Pordenone (sede provinciale) Viale Marconi, 16 - 33097 Spilim-

bergo (PN) 0427-51472Fax 0427-51472@ [email protected] www.afdspn.it

La sede provinciale si trova a Spilimber-go ed è aperta il Martedì dalle 16:30 alle 19.30 e il Sabato dalle 9.00 alle 12.00.

ASSOCIAZIONE GIULIA Pordenone (c/o Casa Serena) Via Revedole, 88 -

33170 Pordenone 0434-20282 340-2936554Fax 0434-363508@ [email protected] http://digilander.libero.it/solegiulia

Presso il CRO:offre sostegno e ascol-to, nel reparto OMA, ai malati e ai loro

familiari;ha attivato un punto di ascolto, in collaborazione con la Divisione Onco-logica Medica A-AIDS, rivolto alle perso-ne sieropositive all’interno del CRO;promuove gruppi di auto-mutuo-aiuto;il giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.00, nel salone del Secondo piano, svolge due attività: il laboratorio “I colori dell’ani-ma” e “Il salotto di Giulia”; il lunedì pome-riggio collabora con la Biblioteca per i Pazienti (Bibliobus) per svolgere attività “diversionistiche” e dare così “ali ai libri”.

ASSOCIAZIONE INSIEMEAviano (sede principale) Via Stretta, 1 - 33081

Aviano (PN)334-2519013@ [email protected]

L’Associazione garantisce giornalmente, dal lunedì al venerdì, presso il CRO, un servizio di accoglienza e orientamen-to dei pazienti all’ingresso e ai piani (al mattino), sostegno-relazione di aiuto ai pazienti e ai loro familiari in tutti i repar-ti di degenza (nel pomeriggio 4° piano: lunedì, giovedì - 2° e 3° piano: marte-dì, mercoledì, venerdì). Fornisce inoltre informazioni logistiche sul territorio e di servizi esterni all’Istituto.

AIL ONLUS - ASS. ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE LINFOMI E MIELOMA

Pramaggiore (sede locale) Piazza Libertà, 48 30020 Pramaggiore (VE) 0421-799996@ [email protected]

L’impegno dell’AIL è volto a:sensibiliz-zare l’opinione pubblica alla lotta contro le malattie ematologiche;promuovere e sostenere la ricerca. Dal 2006 la sede di Pramaggiore (VE) collabora a progetti di ricerca scientifici in atto al CRO.

AIRC - ASS. ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO

Raccoglie ed eroga fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e dif-fonde al pubblico una corretta informa-

zione in materia. Trieste (sede regionale) Via del Coroneo, 5 -

34133 Trieste 040-365663Fax 040-633730@ [email protected] www.airc.it

ASSOCIAZIONE LUCA-INSIEME PER UN SORRISO

Udine (sede principale). Via Roma n 3 33010 Magnano in

Riviera (UD) 0432-792255 - 0432-793267Fax 0432-793267 - 0432-792255@ [email protected] le seguenti attività: sostegno economico, psicologico e logistico alle famiglie con bambini ammalati di tumore;promuove l’assistenza domiciliare socio-sanitaria rivolta ai piccoli pazienti pedia-trici; collabora con vari ospedali della regione al fine di potenziarne le strutture

ASSOCIAZIONE ROSARIO SCARPOLINI - ONLUS

Roveredo in Piano (sede legale) Via Garibaldi, 23 33080 Roveredo in Piano (PN) 331-5709988@ [email protected]@associazionerosarioscarpolini.org

L’Associazione offre ospitalità, “a titolo gratuito”, in appartamenti arredati, alle famiglie che devono assistere i propri cari durante le cure presso il CRO, con prio-rità per i malati in età pediatrica. Questo per permettere ai familiari di concentrarsi esclusivamente sul conforto e l’aiuto al-l’assistito. L’Associazione si avvale della collaborazione di coloro che vogliano de-dicare il proprio tempo ad attenuare i mo-menti tristi della vita dei malati oncologici e dei loro familiari.

ANDOS ONLUSASS. NAZIONALE DONNE OPERATE AL SENOOffre consigli di tipo socio sanitario trami-

... le altre Associazioni di Volontariato e organizzazioni a sostegno della ricerca o a supporto del malato

Sono attivi al CRO

��CROnewsORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

te specifico materiale informativo, protesi provvisorie, trattamenti di linfodrenaggio (presso la propria Sede), organizza corsi di ginnastica riabilitativa postoperatoria, di yoga e corsi di ginnastica in acqua. Organizza corsi di formazione per volon-tarie ed operatrici. Il venerdì (e al bisogno il lunedì) pomeriggio le volontarie sono presenti al CRO a disposizione delle donne operate al seno ricoverate. Ven-gono organizzati gruppi pomeridiani di ascolto e mutuo aiuto e vengono offer-te informazioni utili per poter riprendere una vita normale dopo l’intervento (trat-tamenti di linfodrenaggio, ginnastiche di riabilitazione, ecc)

Sezione di Pordenone (c/o Centro Sociale Anziani)

Via Piave, 54 33170 Pordenone 0434-40729Fax 0434-40729@ [email protected] www.andosonlusnazionale.it

ANGOLO ONLUS - ASS. NAZIONALE GUARITI O LUN-GOVIVENTI ONCOLOGICISEGRETERIA: orario di apertura: Lunedì e Martedì dalle 8.00 alle 12.00NAVETTA DA E PER VENEZIA: 0434-659277 - 339-8789040REPERIBILITÀ VOLONTARI:Marilena 339-8789040Manuela 333-3001947Lucio 328-7392799Alvise 348-4166203 Pordenone (sede nazionale) c/o Centro di Riferimento Oncolo-

gico, Via Franco Gallini, 2 - Aviano www.associazioneangolo.it @ [email protected] 0434-659277Fax 0434-659531

Offre supporto psicologico, promuove attività di formazione, informazione, pre-venzione. Pubblica anche un periodico trimestrale dal titolo Angolo News.• RISPONDE LA PSICOLOGA:Lunedì e Venerdì dalle 14.30 alle 16.30Supporto-ascolto psicologico; informa-zioni su: centri di cura oncologici a livello nazionale, associazioni di aiuto ai pa-zienti terminali.• INCONTRA ANGOLO i soci rispondono:Lunedì-Venerdì dalle 8.00 alle 12.00Servizio telefonico di ascolto partecipe e condivisione di esperienze relative all’es-sere malato oncologico, la storia della propria malattia, la guarigione e lo star bene dopo; servizio di incontro/cono-scenza dei pazienti ricoverati al CRO e dei loro familiari. Questo servizio è svol-to presso la Segreteria di ANGOLO, 2° piano saletta biblioteca di reparto (prima dell’ingresso alla Divisione di Oncologia

Medica A).ANLAIDS ONLUSASS. NAZIONALE PER LA LOTTA ALL’AIDS Aviano (sede regionale) c/o Prof. Umberto Tirelli, U.O. di

Oncologia Medica A, CRO di Avia-no (PN)

Via F. Gallini, 2 - 33081 Aviano 0434-659284Fax 0434-659531@ [email protected] www.anlaids.it

Promuove iniziative volte allo sviluppo del-la ricerca scientifica nei campi della pre-venzione, diagnosi e cura dell’infezione e delle forme morbose ad essa correlate. Sono attivi servizi informativi, di counse-ling telefonico, di assistenza e consulenza psicologica, legale, sociale e medica.

ASSOCIAZIONE VIA DI NATALE ONLUS Via Franco Gallini, 1 33081 Aviano (PN) 0434-660805 Fax 0434-651800@ [email protected] www.viadinatale.org

L’Associazione Via di Natale ha realizzato una struttura di accoglienza per i malati di cancro e i loro familiari nei pressi del CRO di Aviano. PIANI DI OSPITALITÀ: Pazienti in te-rapia ambulatoriale al CRO di Aviano: l’ospitalità è consentita al paziente solo per la durata della terapia; il periodo massimo di permanenza sono 4 setti-mane. Familiari di pazienti ricoverati: l’ospitalità è concessa a un solo familiare per paziente. Il periodo di permanenza concesso è di 2-3 settimane.HOSPICE: l’ospitalità è riservata ai malati di cancro nella fase di malattia in cui non vi è più indicazione di un trattamento che-mio o radioterapico volto alla guarigione o al trattamento della malattia tumorale ma sono indicate solo cure palliative finalizza-te ad alleviare la sofferenza e a migliorare la qualità della vita.Hanno priorità di accoglienza a titolo gratuito le persone con minori possibilità economiche. Il ricovero in Hospice ga-rantisce la disponibilità di un’assistenza specializzata.

AVIS - ASS. VOLONTARI ITALIANI SANGUE Pordenone (sede regionale) Via Montereale, 24 - 33170 0434-555145Fax 0434-253707@ [email protected] www.avis.it/regioni/friuli_venezia_

giulia

È un’organizzazione costituita tra coloro che donano volontariamente, gratuita-

mente e anonimamente il proprio san-gue. Gli scopi sono:venire incontro alla crescente domanda di sangue; avere donatori pronti e controllati nella tipologia del sangue e nello stato di salute; lot-tare per eliminare la compravendita del sangue;donare gratuitamente sangue a tutti, senza alcuna discriminazione.

FONDAZIONE BIASOTTO Ghirano di Prata di Pordenone Via Leonardo Da Vinci,

44 – 33080 Ghirano di Prata di Pordenone (PN)

335-7000760 0434-622141 335-8133671Fax 0434-622141@ [email protected] www.fondazionebiasotto.it

La Fondazione Biasotto collabora attiva-mente con il CRO di Aviano assicurando il trasporto gratuito dei malati oncologici residenti nella provincia di Pordenone, che si trovano in situazioni economiche e/o familiari di particolare necessità.Organizza conferenze e dibattiti sulla prevenzione dei tumori e l’educazione alla salute e supporta medici e infermieri del CRO con contributi economici desti-nati a corsi di aggiornamento. Mette a disposizione due propri automezzi e au-tisti volontari per il trasporto gratuito di ammalati oncologici dal proprio domicilio alle strutture sanitarie provinciali per visi-te oncologiche e/o terapie.

LILT - LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Pordenone (sede provinciale)

Via Martelli, 1233170 Pordenone

0434-28586Fax 0434-26805@ [email protected] www.legatumori.it

Si occupa della prevenzione della malat-tia oncologica, il suo impegno si dispie-ga su tre fronti: la prevenzione primaria (attraverso stili e abitudini di vita), quella secondaria (con la promozione di una cultura della diagnosi precoce) e l’atten-zione verso il malato, la sua famiglia, la riabilitazione e il reinserimento sociale.Offre i seguenti servizi: assistenza do-miciliare al malato tumorale, trasporto dei malati agli ambulatori; telefono amico per malati, sussidi, conferenze nelle scuole o gruppi e associazioni sull’edu-cazione sanitaria (lotta contro il fumo di tabacco, alcoolismo, cancerogenesi am-bientale, educazione alimentare, AIDS, prevenzione ginecologica);corsi per la dissuasione dal fumo di tabacco;corsi di aggiornamento per volontari, manife-stazioni e convegni scientifici.

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sostegno alla ricerca

Il tuo 5x1000 al CROSOSTIENI

la “ricerca che cura”

Anche quest’anno puoi contribuire a sostenere la ricerca contro i tumori destinando il 5x1000 al CRO di Aviano.

La Legge Finanziaria ha infatti riproposto anche per il 2010 la possibilità per i contribuenti di destinare una quota a finalità di interesse sociale.

Con un semplice gesto, che non ti costa nulla, puoi esercitare il tuo diritto di decidere.

Come fare?Firma nella casella “Finanziamento per la ricerca sanitaria”

Scrivi il codice fiscale del CRO negli appositi spazi

Codice Fiscale CRO 006233400932

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