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incontriamoci mai... ci siamo sempre Riecco il Natale, la festi- vità più attesa e sentita nel mondo cristiano. È un gioco particolare, le famiglie si riuniscono attorno al desco: nipoti, figli, nonni e parenti tutti, si scambiano gli augu- ri ed i tradizionali regali. Si dialoga, si ricordano i tempi passati - mettendo a dura prova la sopportazione dei giovani - si programma- no i giorni futuri. Passata la giornata ci si avvia verso il normale anda- mento della vita di tutti i gi- orni: il lavoro, lo studio, la cura della famiglia, gli im- pegni più svariati, rivolgen- do sommessamente un pen- sierino al Natale successivo, quello che verrà, con tanta speranza di riviverlo simil- mente a quello che ora volge al tramonto, magari in com- pagnia, anche, di un nuovo nipotino o di un pronipote. E così va anno dopo anno, fino a quando...Si perchè su questa terra nulla è eterno. Ebbene, chi ora legge queste righe deve fare riferimento a una nuova memoria e non più a un soggetto concreto. Questa, infatti, è l’estre- ma espressione della mia lunga mania dello scrivere. Non so se riuscirò a comuni- care alcunchè di interessan- te; forse non ci sono mai riuscito. Tuttavia ancora ci ripro- vo, ma ahimè non mi sarà possibile ricevere le even- tuali critiche, dato che mi sarò allontanato dai vivi. Già una volta, anni fa, mi affiancai al confine che se- para questa vita limitata da quella che ci attende nell’e- ternità del cosmo. Come allora (eravamo nel 1990) ebbi a racconta- re, nel varcare la demarca- zione tra la materia e lo spirito, mi ritrovai avvinto in un clima pieno di fasci- no ineffabile. Fortunatamente (ma fu proprio fortuna?) venni ri- portato in questo nostro mondo, dove ripresi a com- piere quegli atti quotidiani comuni a tutti noi; ma nel riprendere a ragionare da es- sere umano ed a esternare i miei pensieri, mi accorsi di essere fortemente condizio- nato da quella singolare esperienza. Ogni reazione alle nor- mali vicende del vivere quotidiano perdeva di con- cretezza, si sfumava acqui- stando una sorta di evane- scenza. In tal modo ho vissuto fino a ieri, nell’attesa di riprendere quell’estatico cammino. Se mi fosse consentito volentieri ne illustrerei l’iti- nerario e le tappe e, a mag- gior ragione, vi descriverei, fin nei minimi dettagli, le caratteristiche della rag- giunta meta. Purtroppo, che io sappia, a nessun essere umano è sta- to mai consentito un siffatto “reportage”. Tuttavia, penso che basti affidarsi alla fede, magari con un pizzico di fantasia, per scoprire quale sia la nostra dimora e il nostro destino definitivi. Così ho fatto io allorchè l’unico strumento a mia di- sposizione per tentare di spiegarmi il futuro era il mio cervello. Tale prezioso strumento, dono della natu- ra, mi ha consentito di riflet- tere sul Verbo trasmessoci dagli antichi sacri testi, e quindi immaginarmi la vita oltre la vita, dove attual- mente, e per sempre, mi ritrovo. Ed è proprio da tale luogo che desidero ora por- gervi i miei migliori auguri per il nuovo Natale che vi accingete a celebrare, con- sumare, e da terrestre, come mentre scrivo, io sono, auspico a voi tutti ed ai vostri cari di vivere e solen- nizzare ancora parecchie ricorrenze della Natività. L’angolo postumo di Bonucci 6 dicembre 2008: Vassili ci ha lasciati con questo scritto Trimestrale d’informazione della Croce Verde Torino e Sezioni Taxe perçue - Tassa riscossa Torino - Ferrovia Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Torino Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3604 del 30/12/85 Direzione Redazione: Via Dorè, 4 - 10121 Torino Tel. 011.5621606 - Fax 011.5621806 http://www.croceverde.org/cv/pg_volon.htm E-mail: [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO XXII - NUMERO 4 - IV TRIM. 2008 AVVISO PER I SIGNORI PORTALETTERE: In caso di mancato recapito inviare al CMP Torino Nord per la restituzione al mittente presso pagamento resi. menabò 30-03-2009 17:06 Pagina 1

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n°4 - 2008

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incontriamoci mai... ci siamo sempre

Riecco il Natale, la festi-vità più attesa e sentita nelmondo cristiano. È un giocoparticolare, le famiglie siriuniscono attorno al desco:nipoti, figli, nonni e parentitutti, si scambiano gli augu-ri ed i tradizionali regali.

Si dialoga, si ricordanoi tempi passati - mettendo adura prova la sopportazionedei giovani - si programma-no i giorni futuri.

Passata la giornata ci siavvia verso il normale anda-mento della vita di tutti i gi-orni: il lavoro, lo studio, lacura della famiglia, gli im-pegni più svariati, rivolgen-do sommessamente un pen-sierino al Natale successivo,quello che verrà, con tantasperanza di riviverlo simil-mente a quello che ora volgeal tramonto, magari in com-pagnia, anche, di un nuovonipotino o di un pronipote.

E così va anno dopo anno,fino a quando...Si perchè suquesta terra nulla è eterno.Ebbene, chi ora legge questerighe deve fare riferimento auna nuova memoria e nonpiù a un soggetto concreto.

Questa, infatti, è l’estre-ma espressione della mialunga mania dello scrivere.Non so se riuscirò a comuni-care alcunchè di interessan-te; forse non ci sono mairiuscito.

Tuttavia ancora ci ripro-vo, ma ahimè non mi saràpossibile ricevere le even-

tuali critiche, dato che misarò allontanato dai vivi.

Già una volta, anni fa, miaffiancai al confine che se-para questa vita limitata daquella che ci attende nell’e-ternità del cosmo.

Come allora (eravamonel 1990) ebbi a racconta-re, nel varcare la demarca-zione tra la materia e lospirito, mi ritrovai avvintoin un clima pieno di fasci-no ineffabile.

Fortunatamente (ma fu

proprio fortuna?) venni ri-portato in questo nostromondo, dove ripresi a com-piere quegli atti quotidianicomuni a tutti noi; ma nelriprendere a ragionare da es-sere umano ed a esternare imiei pensieri, mi accorsi diessere fortemente condizio-nato da quella singolareesperienza.

Ogni reazione alle nor-mali vicende del viverequotidiano perdeva di con-cretezza, si sfumava acqui-

stando una sorta di evane-scenza.In tal modo ho vissuto fino aieri, nell’attesa di riprenderequell’estatico cammino.

Se mi fosse consentitovolentieri ne illustrerei l’iti-nerario e le tappe e, a mag-gior ragione, vi descriverei,fin nei minimi dettagli, lecaratteristiche della rag-giunta meta.

Purtroppo, che io sappia,a nessun essere umano è sta-to mai consentito un siffatto“reportage”. Tuttavia, pensoche basti affidarsi alla fede,magari con un pizzico difantasia, per scoprire qualesia la nostra dimora e ilnostro destino definitivi.

Così ho fatto io allorchèl’unico strumento a mia di-sposizione per tentare dispiegarmi il futuro era ilmio cervello. Tale preziosostrumento, dono della natu-ra, mi ha consentito di riflet-tere sul Verbo trasmessocidagli antichi sacri testi, equindi immaginarmi la vitaoltre la vita, dove attual-mente, e per sempre, miritrovo. Ed è proprio da taleluogo che desidero ora por-gervi i miei migliori auguriper il nuovo Natale che viaccingete a celebrare, con-sumare, e da terrestre, comementre scrivo, io sono,auspico a voi tutti ed aivostri cari di vivere e solen-nizzare ancora parecchiericorrenze della Natività.

L’angolo postumo di Bonucci6 dicembre 2008: Vassili ci ha lasciati con questo scritto

Trimestraled’informazione

della Croce VerdeTorino e Sezioni

Taxe perçue - Tassa riscossaTorino - Ferrovia

Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/clegge 662/96 filiale di Torino

Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3604del 30/12/85

Direzione Redazione: Via Dorè, 4 - 10121 TorinoTel. 011.5621606 - Fax 011.5621806

http://www.croceverde.org/cv/pg_volon.htmE-mail: [email protected]

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ANNO XXII - NUMERO 4 - IV TRIM. 2008

AVVISO PER I SIGNORI PORTALETTERE: In caso di mancato recapito inviareal CMP Torino Nord per la restituzione al mittente presso pagamento resi.

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22 incontriamoci mai ...

Siamo qui, tutti, riuniti congrande dolore, ma con altret-tanto orgoglio, ad attestarenon solo il comune nostrosmarrimento per la morte diVassili Bonucci, ma anche -ripeto - il nostro comune or-goglio per averlo avuto connoi per oltre quarant'anni allaguida della nostra CROCEVERDE.

Vassili è figura esemplarenel volontariato, cui ha de-dicato tutta la Sua esistenza,presente in sede ogni giornoa reggere le infinite incom-benze che un'Associazionedi mille persone esige.

È persona insostituibile.Interroghiamoci per sape-

re quanti di noi non sono ri-corsi al Suo consiglio, o nonhanno richiesto il Suo bene-volo intervento, saggio eimmediato. A titolo persona-le devo ricordare come, fra ipresenti nel 1975 in CroceVerde, è stato Bonucci, conSuo cognato, Dematteis, adaccogliermi novizio in que-sta sede e non ritengo disbagliare nell'affermare chetutti, volontari e dipendenti,oggi qui riuniti, sono statiaccolti da Bonucci alla loroentrata nell'Ente con lo stes-so esame bonario, già con-senziente, perché Bonuccinon poteva negarsi a nessu-no, tanta era la solidarietàche da Lui si attingeva el'offerta di affetto e amiciziache tutti percepivano dalprimo incontro. Chi ha avu-to la fortuna di averlo alfianco in consiglio conoscela concretezza del Suo senti-re: non si perdeva in chiac-chiere, oggetto dei Suoiinterventi erano proposte,proposte concrete. E quando

il dibattito diventava sterileil Suo “Anduma avanti!” erarichiamo e stimolo per ilritorno alla concretezza.

Del resto il Suo modod'essere lo abbiamo cono-sciuto tutti anche dalle pun-tuali osservazioni sul nostro,anzi sul Suo, giornale.

Aveva un modo facile nelcomporre articoli, commen-

ti, poesie come il Suo animogentile suggeriva.

Non sfuggivano al ContPiolét gli errori, le lacune, lemagagne cui tutti eravamo esiamo soggetti.

L'entusiasmo, con cui hapreparato, anni prima, la ce-lebrazione del Centenariodella nostra CROCE VER-DE è ben noto a tutti quanti

hanno, direttamente o indi-rettamente, collaborato allamanifestazione. Dobbiamoricordare soprattutto il Suo li-bro, che ci ritrae tutti, raccoltiintorno alla nostra, alla Sua,bandiera. E, ancor più, dob-biamo sfogliare, ancora conLui, il fascicolo, risalente adappena un anno ad oggi, concui Bonucci ha voluto esaputo concludere la storia ela celebrazione del Centena-rio. Quale migliore conclu-sione della Sua vita si pote-va augurare a Chi - comeLui - è vissuto in CROCEVERDE e per la CROCEVERDE?

Ecco perché al dolore peraverlo perduto, dobbiamoappellarci all'orgoglio di a-verlo avuto con noi per lamemoria che vogliamo edobbiamo conservare se èimportante, come importan-te è, seguitare in quel cam-mino che anche Lui ha trac-ciato e che la CROCE VER-DE vuole proseguire neltempo.

Sembra ora bello chiude-re questo brevissimo inter-vento, non tanto con squillidi tromba o con battimani,quanto con una invocazioneche, per chi ha fede e credeè preghiera e per chi non haquel dono e non crede, èaugurio che viene dai nostricuori afflitti.

Per questo viene qui ri-volto l'invito a tutti ad espri-mere a Vassili Bonucci que-sto ultimo, estremo, saluto:“L'eterno riposo dona a Lui,o Signore, e splenda per Luiuna Eterna Luce”.

E per Bonucci la luceeterna sarà la nostra perma-nente memoria.

CROCE VERDE notizie

In ricordo di Vassili BonucciPAOLO EMILIO FERRERI

Caro amico e gentile Direttore,

per non disturbare, in punta di piedi ed in silenzioci hai lasciati.

Hai compiuto il Tuo lavoro con fedeltà, generosità,rappresentando un segno luminoso per tutti.Il nostro mondo ha bisogno di persone così, personeche oltre a non risultare sprovviste di generosità,sono abbondantemente provviste di silenzio, dimodestia, lontane da ogni ostentazione.

Grazie Vassili. Un abbraccio.Ël cont Piolèt

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33 ... ci siamo sempre

Caro Vassili,scusami se faccio qualcosache so non fare parte del tuocarattere, tu non amavi met-terti in mostra, hai semprevissuto in punta di piedi, te-stimoniando in silenzio, ognigiorno i valori e gli ideali checi hai trasmesso in questianni.

Scusami, se cercherò dirappresentare, sicuramentesenza riuscirci in modo ade-guato, non le persone ma isentimenti e le emozioni ditutti quelli che sono presentiqui oggi, di quelli che nonhanno potuto esserci e diquelli che magari non ti han-no mai visto, ma che sannochi eri e cosa hai comunquesignificato nelle loro vite.

Per tutti noi che abbiamoavuto il privilegio di cono-scerti, di fare un pezzo lungoo corto di strada con te, latua perdita è un dolore im-menso.

Sarà tremendamente diffi-cile non vederti più ogni gio-rno, tutti i sabati, tutte ledomeniche, con il tuo sorri-so, con la tua presenza co-stante e affettuosa.

Noi sapevamo che tu c'eriSEMPRE, incrollabile, infa-ticabile.

La prima sera dell'ultimocorso militi, era metà ottobre,eri già sofferente, ma hai vo-luto comunque esserci per pa-rlare ai giovani, per spiegargliche cos'è la Croce Verde, cosavuol dire entrare a far partedella Croce Verde e trasmet-tergli il tuo entusiasmo.

Il tuo entusiasmo......comequando avevi visto l'elicotte-

ro con la livrea dei 100 annidella TUA Croce Verde cheavrebbe volato davvero altoquella volta.

E la tua capacità di essereSEMPRE al fianco di noivolontari, testimoniando conil tuo esempio qual'era lastrada da percorrere.

Io non so, Vassili, se esisteun Paradiso, ma sono sicura

che esiste un posto dove gliuomini Giusti come te pos-sono riposare dopo averevissuto una vita piena diumanità come la tua. E soper certo, Vassili, che non tiriposerai troppo, neppure là,perchè non ne eri capace,non stavi mai fermo, nean-che qua. Sono sicura, cheovunque tu sarai, continue-

rai ad essere al nostro fiancoe a indicarci la strada.

E anche quando fuori saràbuio, le nostre ambulanzesapranno trovare la via perarrivare a chi ha bisogno delnostro aiuto, perchè è quellala strada che tu ci hai inse-gnato a percorrere.

Buon viaggio Vassili, noinon ti dimenticheremo.

CROCE VERDE notizie

Una lettera dei militi al loro VassiliMANUELA DA PARTE DI TUTTI I TUOI MILITI

Le Dame Patronesse hanno perso un amico sincero. Il nostro Vicepresidente se n'èandato troppo in fretta, in punta di piedi, lieve e discreto, come è sempre stato.

Lascia un grande vuoto, e non sono parole retoriche, perché in lui tutte noi vedeva-mo l'amico, il fratello, la persona saggia e disponibile, buona e attenta al prossimo,alla quale poter fare riferimento e chiedere consiglio in qualsiasi caso.

Rimangono le sue espressioni di commiato che aveva già dedicato per lasciare unsaluto a tutti e restare in mezzo a noi in modo ancora più presente.

Siamo sicure che il suo esempio e il suo operato rimarranno il nostro modello percontinuare ad agire così come lui avrebbe auspicato.

Se da un lato ci rammarichiamo per non vederlo più, dall'altro siamo grate ed orgo-gliose per averlo avuto al nostro fianco per tanti anni e per aver fatto tesoro del lega-me profondo e indissolubile che ha saputo creare fra tutti. Ciao Vassili

LE DAME PATRONESSE

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44 incontriamoci mai ...

Poco dopo le 19,45 entra insede, Ciade, si ricorda di me e mistringe la mano calorosamente,facendomi accomodare. Ma qua-si contestualmente il suono delcampanello telefonico interrom-pe il nostro colloquio.“Croce Verde buonasera”. “Siveniamo subito”. “Mi confermache ci sono due feriti?”. “Unoall’Oftalmico e uno alle Molinet-te”. “Va bene partiamo”. Questele risposte di Ciade al suo interlo-cutore, che era un medico dell’o-spedale di Orbassano che chiede-va l’invio di una ambulanza per iltrasferimento dal Pronto Soccor-so dell’Ospedale di Orbassano aidue nosocomi torinesi, di dueferiti in un incidente stradale.In sede oltre al sottoscritto, Ciadee Benetton, non c’era nessunaltro. Ciade, deciso mi guarda edin dialetto mi dice: “te la senti?”.Senza il minimo tentennamentorispondo deciso “sì”, ma cosafaccio? “Benetton ti fa vedere” fula risposta. E poi Ciade pregaBenetton di abbassare le rotaieper alloggiare la seconda barellasull’ambulanza e predisporla peri due feriti. Pochi attimi e l’am-bulanza è pronta, e con la suasirena continua si apriva il traffi-co da C.so Bolzano, per C.soCastelfidardo in C.so Orbassano,indi Beinasco-Orbassano. Nonguardai l'orologio, ma ricordoche Benetton filava a più nonposso, la sua guida era sicura,precisa, e, nonostante la sirena,senza scossoni. Mi sentii subito amio agio, anche perchè nonnascondo che subito...un po’ dipaura m’era venuta: chi sarà que-sto autista?L’ambulanza era una FIAT 1100T furgone, in buono stato e con icolori caratteristici della CroceVerde e dei mezzi pubblici diTorino, quali tram, autobus e taxi.Verde scuro sul tettuccio e verdepastello sulle portiere e fiancate.La scritta Croce Verde primeg-giava sulle portiere. L’interno infinta pelle anteriore era a dueposti, una o due barelle sul furgo-nato, tre sellini per accompagna-tori, la bombola di ossigeno siste-

mata a vista a fondo barella. Incabina guida la radio collegatacon la sede. Durante il viaggio, ioero tesissimo per l’emozione,mentre Benetton mi parlava condolcezza, mi spiegava che solonoi avevamo la radio, la CroceRossa Italiana non era ancoradotata, e lui ne faceva un motivol’orgoglio. Io cercavo di ripro-porgli, ad ogni possibilità, ledomande sul come mi sareidovuto comportare con gliammalati dopo averli caricati.Benetton, lo capii solo dopo, nonvoleva spaventarmi, anche per-chè non poteva certo in poco più

di 10 minuti farmi un corso dipronto soccorso. Evitava sempli-cemente di rispondere alle miedomande, parlandomi serenamen-te. Benetton conosceva benissimola strada e sapeva a memoriadov’era ubicato l’Ospedale diOrbassano, così, senza mancoaccorgermi, mi trovai davanti allaporta principale. L’ospedale diOrbassano, già allora, non era unvero e proprio nosocomio, bensìun ricovero per anziani soli. Non-ostante ciò operavano medici edinfermieri, e la struttura offrivaun minimo di assistenza medica.Infatti, entrati nelle salette delPronto Soccorso, vidi un uomo,apparentemente morto, ed unadonna che si lamentava per unforte dolore all’occhio. Si avvici-nò il medico a Benetton, conse-gnò due buste contenenti le dia-gnosi dei pazienti ed il motivodel loro trasferimento. Si racco-mandò di andare prima alle Moli-nette, reparto Prof. Fasano - Neu-rochirurgia -, indi all’Oftalmico

per la donna. Mi resi conto chel’uomo era in coma e la donnaaveva l’occhio destro fuoriuscitodalla propria sede. L’uomo erafasciato su tutta la testa ed avevaun ago collegato ad un flacone diflebo. Perdeva sangue da un orec-chio. Anche Benetton capì l’ur-genza, e da quel momento diven-tò ancora più preciso e deciso neipropri movimenti, sempre mante-nendo i nervi saldi. Mi diede ledue buste e mi disse di tirare giùle barelle con lui. La prima e poila seconda. Le barelle, allora nonerano come ora a scomparsa,bensì erano dei semplici lettini

montati su quattro ruote di 10cm. di diametro e quindi andava-no sistemate su appositi carrellidi altezza uguale alle barelle del-l’ospedale. Prendemmo così laprima barella e posatala sul car-rello la avvicinammo all’uomo;Benetton tolse la biancheria e viallungò il cosiddetto “coltrino”.Venne così caricato, con l’aiutodi un infermiere, i primo ferito esistemato nell’ambulanza. Subitodopo, analoga operazione venneeseguita con la donna, che peròera vigile e si lamentava assai.Un veloce saluto al medico edall’infermiere, gli scongiuri dirito per non vedersi più in questecircostanze, e l’ambulanza eragià nuovamente diretta a Torino efilava liscia tra il traffico deifestosi “domenicali” che rientra-vano dalle valli del Pellice versoTorino. Non ricordo più la stradache percorse Benetton, ancheperchè, seduto dietro, con i dueferiti a fianco a me, non avevocerto modo di guardare dove

andava l’ambulanza. In cuor miosperavo solo di arrivare presto eche nel frattempo i due malcapi-tato non avessero la peggio. Ognitanto l’uomo rantolava, ma resta-va immobile, la qual cosa mi per-metteva di poter accudire megliola donna che invece, con pocavoce, mi diceva che aveva tantomale alla testa. Io parlavo a que-sta donna, la quale invece nonsempre rispondeva. Rapidamentegiungemmo al Pronto Soccorsodelle Molinette. Benetton mi dis-se di rimanere in ambulanza, luisi sarebbe interessato per far sca-ricare il ferito e sarebbe tornatodopo pochi minuti. In effetti pas-sarono una manciata di secondiquando mi rivedo Benetton che,seccato, mi dice che avremmodovuto portare noi l’uomo inreparto, trattandosi di un caso dineurochirurgia per cui non eracompetente il P. S. (Pronto Soc-corso) bensì direttamente i medi-ci di reparto. Val la pena di ricor-dare che, nelle ore diurne, ilreparto di neurochirurgia delleMolinette è accessibile diretta-mente dalla Via Cherasco, per cuimolto più comodo per il carico escarico dei pazienti. Di sera e neigiorni festivi però tutti gli acces-si sono chiusi rimanendo sola-mente funzionante il P. S. Cosi-chè, scaricato il paziente e posatala barella sul carrellino semprepresente ai posti di P. S., ci av-viammo nei sotterranei da C.soBramante a Via Cherasco. Ladonna rimase sola in ambulanza.Io ero allo stesso tempo esterre-fatto e senza parole. Prima diabbandonarla le dissi che sareitornato al più presto, dovendotrasportare il suo compagno feri-to in un reparto per le cure. Nonseppi mai se i due fossero cono-scenti o parenti fra loro, oppurese il solo caso li aveva accomu-nati su quell’ambulanza. Poi incuor mio elevai un pensiero alBuon Dio invocando il suo aiutoper loro, per me, e per questosplendido compagno di militan-za, da pochissimo conosciuto:Benetton. A veloci passi, ciincamminammo nei sotterraneidelle Molinette, bui, sporchi con

CROCE VERDE: RICORDANZE DI NOSTRI OPERATORIIl mio primo servizio di Mauro Giordano

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55 ... ci siamo sempre

fili della luce penzolanti e tubidei servizi e riscaldamento semiabbandonati. Nessuna indicazio-ne agli incroci, che erano vuoti,dai quali si poteva accedere aivari reparti. Ricordo che, di buonpasso, impiegammo 10 minutiper arrivare vicino al reparto dineurochirurgia e questo solo gra-zie all’esperienza di Benetton.Da solo, mi sarei perso. L’ascen-sore, molto lento, era per caso alpiano interrato, quasi come sequalcuno lo avesse già chiamatoper essere pronto all’uso. La sali-ta e l’arrivo in reparto. L’infer-miere non era stato avvisato delnostro arrivo e, come in tutte lecose che avvengono repentina-mente, l’uomo tende a rifiutarle,così il caso di quell’infermiereche, quasi con gesto irritato, cichiese cosa volevamo. Sono que-ste domande, banali quanto inuti-li; era bene evidente che noi nonvolevamo nulla, se non alleviarele sofferenze e, se possibile, sal-vare la vita di un malcapitato. Ildialogo diventò subito cordiale eBenetton spiegò che ci mandavail P. S. con questo traumatizzato eche avevamo anche fretta inquanto in ambulanza avevamo unaltro ferito da portare in un altroospedale.L’infermiere capì, ci accompa-gnò in un repartino dove scari-cammo l’uomo; le sue condizionirimanevano stazionarie. Mentreprocedevamo a queste operazio-ni, era già giunto un medicopronto a visitarlo dopo aver ordi-nato una terapia al suo assistenteinfermiere.Ripresa la nostra barella, piùveloci di prima, rientrammo alP.S., sistemando la barella vuotanel suo alloggiamento e Benettonpartì veloce, in sirena, verso l’Of-talmico. C.so Bramante, C.soLepanto, C.so Duca degli Abruz-zi, C.so Vinzaglio, Via Juvarra: lasensazione per me fu che impie-gammo meno tempo della Moli-nette all’Oftalmico che non dalP.S. al reparto di Neurochirurgia.Nel frattempo io continuavo adire alla signora che finalmenteeravamo in dirittura d’arrivo eche questa volta l’avremmo siste-mata in un letto comodo di ospe-dale e, soprattutto, che i medicisarebbero intervenuti subito sulsuo caso.

In Via Juvarra, all’Oftalmico,ancora oggi, non esiste un ingres-so riservato alle ambulanze,occorre scaricare i pazienti instrada, salire, alzando a forza dibraccia le barelle, perchè non èprevisto uno scivolo, ed accedereai reparti. Così facemmo; ci fece-ro salire al 2° piano e la signoravenne subito sistemato nella suacamera.Un’infermiera, molto gentile,dopo aver terminato le operazio-ni, mi chiese se stavo bene ed iostupito, risposi di sì, questa allorami disse che mi vedeva stanco epallido. Risposi che questo era limio primo servizio in assoluto inCroce Verde e che ero molto teso.In una breve pausa del dialogoringraziai il Signore per l’assi-stenza che mi aveva dato e peravermi fatto incontrare Benettone quella infermiera, che potevaavere l’età di mia madre. E comeuna mamma ci offrì un caffè cal-do della loro cucina che bevvicon tanto, infinito piacere.Erano le 22,30. Il servizio era ter-minato e l’infermiera ci congeda-va, dicendomi la classica frase dirito. “c’è sempre una prima volta,vedrai fra vent’anni quante coseavrai imparato”. Un sorriso dolcecontornava il suo viso ed il cami-ce bianco delineava le formefemminili piuttosto appariscenti,la sua presenza era rassicurante;non la vidi mai più, come purenon seppi più nulla dei due infor-tunati che avevo trasportato.Finito il servizio rientrammo insede Croce Verde vicinissima allaVia Juvarra e Benetton mi inse-gnò a ripulire bene l’ambulanza,a disinfettarla se del caso, farleprendere aria, insomma ad adot-tare tutte quelle norme igienicheatte a rendere efficiente l’auto-mezzo e pronto per il prossimoservizio.Terminate queste operazioni,Benetton salutò i colleghi dellaIII Squadra ed andò a casa. Sco-prii poi dopo, che era dal mattinoalle sette che era in servizio ed alsuo saluto era quasi mezzanotte.Incontro sempre volentieri l’ami-co Benetton, che ancora oggi è inCroce Verde ma non mi capitòmai più di effettuare dei servizicon lui.Quella sera mi vennero conse-gnate le lenzuola e le federe in

una busta di tela che portava il n.45: io era la matricola 45 dellaCroce Verde: così mi avevanodetto di dire a chi avebbe chiestole mie generalità.Pochi giorni dopo venni chiama-to dal capo magazziniere che mifornì di giacca, pantaloni e ber-retto.La giacca e i pantaloni erano bor-dati di verde, i pantaloni al centrodella gamba come i carabinieri,la giacca sulle spalline ed intornoalle maniche.Il cappello, del tipo usato dagliufficiali dell’esercito, portava alcentro lo stemma argentato del-l’Ente con disegnata un croce dicolore verde.Solo verso la fine degli anni ‘70venne dismessa quella divisa peradottarne un’altra, uguale nellafoggia, ma di colore grigio-ver-de: era esattamente come unadiagonale degli ufficiali dell’e-sercito. Purtroppo non ho più laprima divisa e non ricordo sedovetti restituirla in Croce Verde,ricordo invece che il cappello,dopo avergli tolto lo stemma, loregalai ad un posteggiatore abusi-vo in Piazza Carignano, di nomePera.Pera per me era insostituibile,avevo tanta fiducia di lui dalasciargli l’auto con le chiavi, luiprovvedeva a sistemarla negli ap-positi spazi e di più, la spostavaquando scadeva l’ora del disco.

Dopo il regalo del cappello Perasi confidava molto con me, erastato abbandonato dalla moglieper un altro e si era dato un po’all’alcol: ero riuscito a convin-cerlo che anche se quello non eraun lavoro sicuro, gli permettevadi vivere, ma soprattutto avevatanti amici che gli volevano bene:io ero uno di quelli.Diverse volte ci mangiavamo in-sieme un ottimo gelato di Pepinoche era proprio dove io lasciavola macchina.Un giorno non lo vidi più: seppi,dopo ricerche, che era morto diinfarto in una notte d’inverno.Pera, dormiva al dormitorio pub-blico di Via Ormea, e mi era capi-tato di trovarlo qualche voltaquando con la Croce Verde porta-vamo qualche barbone rifiutatoda tutti: era l’unico posto cheaveva un guardiano umano conquale si poteva parlare.Ho voluto dedicare queste righe aPera perchè serbo di lui un ricor-do di una persona dignitosa, col-ta, estroversa, e che amava averetanti amici.Quando una bella donna par-cheggiava nella sua zona, luifaceva il galante, e se qualchevolta l’interessava, simpatica-mente, prestava orecchio al suoparlare lui era raggiante in volto ealla sera quando andavo a ritirarel’auto era il primo argomento chemi riferiva.

CROCE VERDE notizie

Come eravamo

I feriti della Grande Guerra 1915-18 assistiti dalle nostreCroceverdine, ricoverati nell’Ospedale Militare allestitodalla Croce Verde a Torino nei locali della Scuola Pariniin Corso Ponte Mosca, 26

M. A.

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CROCE VERDE notizie

Sabato 1° novembre 2008alle ore 9,00 presso la nostraSede, il Presidente AvvocatoPaolo Emilio Ferreri, una rap-presentanza di Militi e una diDame Patronesse si sono riunitiper ricordare tutte le personescomparse appartenute alla gran-de famiglia della Croce Verde.Insieme ci si è recati al CimiteroMonumentale, dove sono statecollocate le corone dedicate ai

nostri morti. Il corteo, dopoaver deposto l’ultima, ha so-stenuto ancora in preghiera eraccoglimento davanti al nostrocippo. Una visita particolare èstata riservata alla cappelladei Frati Minori nella qualeriposa Padre Ruggero, indi-menticato e indimenticabileCappellano scomparso dueanni fa.

Il giorno del ricordo

Raccolta Fondi

Calendario Teatro Colosseo

L’angolo delle Dame

Le Dame Patronesse hanno partecipato alla 69ª edizione di“Mercanti per un giorno” che ha avuto luogo nei locali delLingotto Fiere, durante tutta la giornata di lunedì 8 dicembre2008. Sono stati messi in vendita oggetti nuovi ed usati offer-ti da amici e simpatizzanti.

Pubblichiamo il calendario degli spettacoli in pro-grammazione nella primavera del 2009 al Teatro Colos-seo (Via Madama Cristina 71 angolo Via Bidone) il cuiricavato sarà devoluto alle associazioni onlus indicate.

28 marzo 2009 - ore 21,00 - Euro 25,00“Andiamo ragazzi” (musical sulla vita di Don Bosco)

organizzato dall’Associazione per la Spina Bifida.

6 maggio 2009 - ore 21,00 - Euro 25,00“Luci su Broadway” organizzato dall’Associazione

Dimore di San Giovanni (onlus finalizzata al sostenta-mento delle famiglie, provenienti da fuori Piemonte, deibimbi ricoverati nei reparti pediatrici degli ospedali diTorino)

13 maggio 2009 - ore 15,00: Euro 15,00 - ore 21,00:Euro 25,00

“Un turco napoletano” organizzato dall’AssociazionePiemontese contro le Leucemie

16 maggio 2009 - ore 21,00 - Euro 25,00“Musica e cabaret” organizzato dal Consolato del

Togo per il reperimento di fondi destinati alla costruzio-ne di una struttura ospedaliera specialistica in ostetriciae pediatria in Togo per combattere l’altissima mortalitàinfantile.

L. M.

Questa bella istituzione torinese, amica della Croce Verdeha lasciato, dopo cinquant’anni, la tradizionale sede in ViaRoma, 264 e si è trasferita in Piazza Solferino, 7 in un anticoe storico palazzo d’epoca.

Resta la sua presenza nel centro della città in una piazza trale più suggestive di Torino con una sede nuova ampia e acco-gliente dove continuerà le sue apprezzate mostre di pittura escultura, personali o di più artisti piemontesi e non solo ecome luogo e punto di incontro per tutti gli appassionati ecultori d’arte.

Ricordiamo a tutti i nostri associati e lettori che il Piemon-te Artistico Culturale ha donato alla Croce Verde quadri diartisti noti che hanno fatto mostre con loro opere nella pre-cedente sede di Via Roma, 264.

Alla nostra simpatia per questo gesto generoso aggiungia-mo la gratitudine riconoscente al Piemonte Artistico Cultura-le per la disponibilità dimostrata e per la stima verso la Cro-ce Verde e il suo impegno sul territorio: “incontriamocimai...ci siamo sempre”.

G. A.

IL PIEMONTE ARTISTICOCULTURALE

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77 ... ci siamo sempre

IL NOSTRO ALBO D’ONOREMiliti caduti nella guerra 1915-18

Vernetti Blina VittorioMerlo Pich Alessandro

Aicardi AlessandroBellussi AlbertoBertello AntonioBresso Giovanni

Cioni GuidoDovano CesareGilli Teodoro

Moirano GiuseppeMoriondo Giuseppe

Murisengo LuigiPeretti CesareSio GiovanniVanesio Paolo

Debenedetti NorinaCaffario GiuseppeMarchino Mario

La Grande Guerraa novant’anni dalla fine

CROCE VERDE notizie

Domenica 26 ottobre 2008 si è svolta a Torino nell’accoglientecornice della Cascina Giaione, la seconda edizione della “8 Kmalla 2”, organizzata dalla Circoscrizione 2 e la Polisportiva Gior-dana Lombardi, corsa podistica competitiva per il CampionatoRegionale Uisp. Alla stessa è stato abbinato il “I Trofeo FlavioPerucca”, camminata di 4 km “ a ricordo dell’amico di tutti FlavioPerrucca.” Circa 780 i partecipanti che si sono cimentati nelle variecategorie, con la vittoria in campo maschile di Vesco Federico(pod. Alpea Sarmos Bairo) mentre quello femminile di BonettiSonia (Cral Trasporti Torinesi). Nella camminata il Trofeo FlavioPerucca è stato assegnato alla Sezione della Croce Verde di Ciriècon il laggior numero di partecipanti, sezione alla quale Flavioapparteneva, a seguire le rappresentanze delle sezioni di Torino,Borgaro-Caselle e Venaria.Un ringraziamento particolare alla Polisportiva G. Lombardi per ilgrande contributo organizzativo senza il quale non sarebbe statopossibile una così grande manifestazione nel ricordare il nostroFlavio.

Le Gare podistiche organizzatedalla Sezione di Ciriè

8 Km di marcia e I Trofeo PeruccaFRANCESCO SANTORSOLA

I N F A M I G L I AIl 5 luglio è nata Gaia, figlia di Erika Scavazza milite

della Sezione di Borgaro-Caselle.

Il 25 settembre è nata Sara Mittone, nipote di TeresioMerlo, milite della II Squadra.

Il 20 ottobre è nata Elisa, figlia di Walter Peirassomilite della Squadra di Montagna e nipote di GiuseppePeirasso, socio onorario.

Il 4 novembre è nata Rebecca Rossetti, figlia di Mar-cella e di Eugenio, entrambi militi della V Squadra.

Auguri e felicitazioni

L U T T IA luglio è mancato il nostro socio Giorgio Besozzi.

Il 6 agosto è mancata la nostra socia Andreina Ruffi-no, mamma di Massimiliano Manzini e moglie di MarioManzini, militi della Squadra del Sabato.

L’8 novembre è mancato Mario Cera; papà dellanostra dipendente Germana.

Il 6 dicembre è mancato Vassili Bonucci, milite dellaI Squadra, vicepresidente della Croce Verde, direttoredel giornale “Croce Verde notizie”.

Alle Famiglie il nostro più sincero cordoglio

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Associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

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CROCE VERDE notizie

Il 10 ottobre a Firenze, presso l’Auditorium del ConsiglioRegionale della Toscana si è svolta una Tavola Rotonda sul ruo-lo del Volontariato nell’affidamento dei servizi in sanità.La Tavola Rotonda, è stata promossa da ANPAS con il patroci-nio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero delLavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e del Comune diFirenze. Sono intervenuti il presidente nazionale Fausto Casini,il presidente di ANPAS Toscana, Romano Manetti, Maria LuisaBianco della Regione Piemonte e Mario Moiso, della Croce Ver-de Torino, rappresentante di ANPAS Piemonte.

Cari bambini, volete regalareun sorriso a Natale?

Portate tanti giocattoli alla cassettadella Centrale del Latte, Babbo Natale

li consegnera’ a tanti bambini meno fortunati

TORINO - Piazza C.L.N.dal 19 al 23 e dal 27 al 28 dicembre 2008

dalle ore 10,00 alle ore 19,00

24 dicembre 2008 dalle ore 11,00 alle ore 17,00dal 2 al 5 gennaio 2009 dalle ore 10,00 alle ore 19,00

6 gennaio 2009 dalle ore 11,00 alle ore 17,00

ASTI - Piazza San Secondodal 19 al 21 dicembre 2008 dalle ore 11,00 alle ore 19,00

Merry Christmas and a Happy New Year Joyeux Noël et Bonne Année

Frohe Weihnachten und ein gutes neues Jahr Feliz Navidad y Próspero Año Nuevo

Le Dame Patronesseporgono i più cordiali auguri

per un sereno Nataleed un felice anno 2009

a tutti i Militi e a tutti coloroche operano nella

Croce Verde.

Nel numero scorso di “Croce Verde notizie” la DamaPatronessa fotografata a destra della Presidente non è lasignora Brigida Ciacci, ma la signora Giulia Peyrano.Ce ne scusiamo con le interessate e con i Lettori tutti.

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