Critical Mass

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La storia di Alfio, un alieno come tanti, nelle città asfissiate dalle automobili. Alfio ci racconta Critical Mass, appuntamento casuale di ciclisti urbani che si tiene in tutto il mondo, Italia compresa. Una storia per chi non si sente bloccato, in fila, ma ciclista che svicola verso un altro modo di vivere il mondo. Critical Mass IDEE A TRAZIONE UMANA Testi e illustrazioni di Amazzone Spa (senza più auto) La BICICLETTA nel pianeta delle automobili M I L L E L I R E STAMPA ALTERNATIVA

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La bicicletta nel pianeta delle automobili

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La storia di Alfio, un alieno come tanti, nelle città asfissiate dalle automobili.

Alfio ci racconta Critical Mass, appuntamento casuale di ciclisti urbani

che si tiene in tutto il mondo,Italia compresa.

Una storia per chi non si sente bloccato, in fila, ma ciclista che svicola

verso un altro modo di vivere il mondo.

Critical MassIDEE A TRAZIONE UMANA

Testi e illustrazioni di Amazzone Spa (senza più auto)

La BICICLETTAnel pianeta delle automobili

M I L L E L I R ESTAMPA ALTERNATIVA

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Salve, sono Alfio e mi hanno mandato sulla Terra, dal Pianeta K,

per scoprire se anche qui si stesse sviluppando, come da noi, la potenza dell’energia muscolare!

Da un po’ di tempo le notizie che ci pervenivanoin tal senso erano a dir poco contrastanti. Le Do-meniche Ecologiche sembravano convivere, in unCaos primordiale, con dei mezzi, esistenti solosulla Terra, di grandi dimensioni, grande sprecoenergetico e molto inquinanti che i terrestri chia-mano SUV.Per quanto riguarda l’energia muscolare avevamoscoperto l’esistenza della Critical Mass, appuntamento mondiale per i veicoli a trazionemuscolare. La faccenda si faceva veramentecomplicata... bisognava che iniziassimo a indagare.

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Anni nei quali i falò dei giacimenti petroliferi sfuma-vano il concetto di libertà in quello di economia.Anni nei quali si potevabombardare un Paese per liberarlo, in nome di una GiustiziaGlobale. Pratica tutt’orautilizzata sullaTerra, con grandirisultati nel conteggiodelle vittimecivili.

La parola Globalizzazione sembrava fagocitare ipiù deboli,

il Terzo Mondo,per ingrassare solo alcuni (il Primo Mondo?)

Mentre i Grandi(G7, G8, Nato, WTO,...)

si diceva si riunissero per garantire

un benessere collettivo, le Multinazionali si ingrandivano... alcuni iniziarono

a pensare....

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...iniziarono a pensare che forse il benessere nonpoteva (doveva?!?) essere calcolato come l’indiceeconomico: in Moneta $.Si doveva invertire l’unità di misura.Iniziò a esserci per le strade questa strana consa-pevolezza, al principio solo come negazione:

No Global.

L’importanza che ebbero i movimenti No Global fuquella di muovere dal basso un’istanza per il be-nessere collettivo che fosse davvero Globale (ironiadella sorte!); ciò voleva dire: rispetto di tutte leparti e del livello di vita, sia nelle metropoli delPrimo Mondo che nei villaggi del Terzo. Il benes-sere globale: differente in ogni parte del pianetaTerra. Inutile dire che sul mio pianeta il benesse-re non ha bisogno di aggettivi. Global

eUgual

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In questo contesto scesero in piazza, in tutti i Pae-si del mondo, milioni di persone unite sostanzial-mente dall’idea che era necessario un cambia-mento nell’Ordine Mondiale e nelle persone citta-dine del pianeta Terra. Le nuove tecnologie (inter-net) consentirono al piccolo paese di collegarsi conil resto del mondo in un Ordine-Disordine condivi-so. Questa situazione aveva iniziato ad allarmar-ci... dalla consapevolezza della forza comune deri-va la scoperta dell’energia muscolare, dovrebbeessere ovvio, mente e corpo qui sul Pianeta K so-no uniti, è un fatto puramente biologico!

Nel 1991, a Londra, un intero quartiere sarebbestato raso al suolo per costruire una strada.

Migliaia di persone manifestarono per difendereClameront road, i suoi abitanti e il diritto di tutti anon essere schiacciati da una logica del progressoche faceva tabula rasa del suo teorico obiettivo: ilwellbeing :-) il benessere per tutti.

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La nostra civiltàè come unagigantescaautomobileche viaggia a velocitàsempre

maggiore...

dimenticandosila destinazione

del viaggio.

Trent’anni dopo, i londinesi avevano capito che fer-mare la costruzione di quella strada avrebbe signi-ficato interrompere per un istante quella corsa.

Sul Pianeta degli uomini e delle donne (i/le ter-restri/e amano particolarmente specificare la dif-ferenza) nacque così Reclaim The Streets (Recla-ma Le Strade), movimento mondiale che dichia-rava la strada luogo sociale. Vennero bloccate au-tostrade per celebrare il rito pagano del voler vi-vere meglio. Si ballava, si faceva informazione, siscambiavano idee.

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La strada divenne il nuovo portale interattivo cheinternet artificiosamente aveva riprodotto.La connessione era stata attivata

Si reclamavano la strada, l’informazione libera, lapossibilità di scegliere ciò che la tecnologia offrivaper un progresso collettivo. Si calcolarono i danniche la frenetica corsa della tecnologia/mercatoaveva prodotto e si usarono le nuove cono-scienzeper comunicare e ragionare.

È proprio in questo periodo che si colloca la Critical Mass-Massa Critica-.

Sul pianeta K la comparsa di questo nuovo ele-mento fece scattare subito l’allarme energia mu-scolare e quindi le mie indagini.

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Era il 1992 a S. Francisco quando un gruppo di venti per-sone decise di darsi un appuntamento per creare una Mas-sa che gli permettesse di affrontare il traffico in sicurezzae di manifestare se stessi: persone che avevano critica-mente scelto di spostarsi in bicicletta in una metropoli.

Chris Carlsson fu definito il papà di questo atto libero di identità critica, anche seegli stesso disse che èclamorosamente assurdoattribuire la nascitadi qualsiasi movimentosociale alla trovata di unsingolo individuo.

Grazie a internet,e a tanti individuiche lo utilizzavano,la notizia di questo appuntamento fece il giro del globo.

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Copia incolla e modifica, oggi sono oltre 300 le cit-tà sparse in tutto il pianeta Terra (Sidney, Parigi,Londra, Berlino, Zu-rigo, Tokyo, Kyoto,Roma, Milano,etc...) nelle qualialmeno una vol-ta al mese glisperduti cicli-sti metropolitani siincontrano e, comeusano dire, nonbloccano il traffi-co, diventano loroil traffico.

Il motivo per il quale ogni singolo terrestre/a si recaalla Critical Mass e si muove in bicicletta è risultato,dalle nostre ricerche, strettamente personale e comu-nicato liberamente durante la pedalata. Abbiamo in-dividuato alcune motivazioni “base” dell’utilizzo del-la bici grazie alle mailing list della C.M. che abbiamoconsultato: c’è chi lo fa per mantenersi in forma; chiper contrastare la logica del consumo; chi, dati allamano, spiega che in città spostarsi in automobile nonè né pratico né economicamente conveniente.

C’è anche chi definisce la C.M., e l’andare in bici,un atto pratico per contrastare le guerre nel propriomondo / quasi tutte in Paesi nei quali si estraggo-no petrolio, diamanti o gas, come abbiamo verifi-cato anche noi!-) /.

C’è chi capita il venerdì per caso e si unisce, per-ché non succede spesso di farsi due chiacchierenel bel mezzo dell’unico spazio sociale che sullaterra chiamano la strada!La bellezza della Critical Mass, o perlomeno unsuo lato positivo, appare sulle mailing list sia pro-prio quello di potersi rapportare agli altri (terre-stri/e) senza ruoli e barriere sociali, cosa che evi-dentemente nella normalità non fanno.

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Uomini, donne, bambini, anziani appartenenti aclassi sociali differenti (bici da corsa e bici da cas-

sonetto) eideologie poli-tiche (questotermine sfug-ge agli alienicome me) dif-ferenti si ritro-vano in stradacon un unicocomun deno-minatore: usa-re un mezzo atrazione mu-scolare! Qui

viene il bello: non è raro infatti incontrare a questiappuntamenti anche umani sui pattini, sui mono-cicli o addirittura a piedi; certo in bicicletta sem-bra che la cosa risulti un po’ più facile!

Ora capirete di certo pe-ché i miei superiori mihanno spedito diretta-mente sul vostro pianetaa controllare se voi ter-restri aveste finalmentescoperto la potenza del-l’energia muscolare!

Vi lascio immaginare quale disastro sarebbe per l’U-niverso se qualcuno non esperto utilizzasse male ta-le potenza!!! I buchi neri sono nulla a confronto.

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Travestito da terrestre occidentale (mi avevano dettoche l’occidente è la parte più evoluta del mondo !?!)sono andato a cercare il capo della Critical Mass, percapire se fosse stato in grado di gestire il suo potere.

Allora cercai su internet per giorni, mentre lapreoccupazione aumentava e con lei anche la miaasma bronchiale!

Incredibile quante polveri sottili ci sono sulla Ter-ra, che mondo inospitale! Avevo visto paesaggi stu-pendi dal Pianeta K: il mare, le montagne e il de-serto, ma solo dopo mi sono ricordato che eranoquasi disabitati. Preso atto che in quell’atmosferaera meglio non rimanere a lungo, decisi di agire epartecipare a una Critical Mass....

La ricerca sul campo, la strada, mi portò a un note-vole spreco di energie a causa del traffico (imbotti-gliamento di mezzi a motore, prima non avevo capi-to il significato di tale parola). Ci possono volere del-le ore per attraversare città come Roma, tra terrestristressati che ti insultano. Di parolacce ne ho impa-rate tante ma ve le dirò un’altra volta. Per non par-lare del fatto che tutti utilizzano mezzi che potreb-bero portare 4/5 persone per andare in giro da soli.Migliaia, milioni di solitari e stressati terrestri/e po-polano le città, occupandone ogni centimetro.

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...Fu un’esperienza unica... non trovai il capoma... presi tante informazioni utili...

Ho scoperto che esiste la Xerocrazia:

la democrazia delle fotocopie.Ogni volantino

è pensato e scrittoda chi vuole.

Viene distribuitoin modo naturale

e spontaneoautonomamente

...emmm...bicinomamente.

A quanto pare la Critical Mass non ha nessun lea-der, solo persone libere, alcune decisamente ec-centriche, ma nulla di più di qualche fanatico diprotagonismo. Anzi, vi dirò di più: la Critical Massè criticalmassimi, finita la CM si torna tutti ciclisticome prima, solitari o accompagnati. La CriticalMass per alcuni è una manifestazione non autoriz-zata nella quale si blocca il traffico, tra questi c’èanche chi decide di ripristinare il normale bloccoda automobili (Traffico?!?) elimando con una sga-sata il problema: i ciclisti.

Quindi ne ho preparato uno anch’io, così tanto per provare!

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Ho imparato l’antica arte di riparare le biciclette nelleCiclofficine Popolari (si dice ce ne siano più di cento inEuropa), spazi autonomi spesso occupati dove si rici-clano i cicli. In questi luoghi si costruiscono bici a duepiani, bici a sdraio, carrelli di ogni stramba fattezza e siinsegna la meccanica per l’utilizzo consapevole e la dif-fusione del mezzo a due ruote.

Ho letto la storia delle biciclette bianche dei Provos,un gruppo di olandesi, decisamente dadaisti, che nel1962 si dichiararono “ciclisti su un’autostrada”, for-se avevano intuito qualcosa... I Provos misero a se-gno il Piano delle Biciclette Bianche nel quale si so-cializzavano (regalavano) 50 biciclette alla città diAmsterdam. La polizia li arrestò per istigazione al fur-to! Amsterdam oggi è una città tutta ciclabile, forseproprio grazie a loro. Ho quindi capito che queste in-formazioni non erano pervenute né a noi del PianetaK, né tantomeno circolavano sulla Terra.

L’allarme per la scoperta della potenza dell’energia mu-scolare poteva tranquillamente fermarsi al 1909, quan-do Ford industrializzò la costruzione dell’automobile.

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Così ho deciso di provare empiricamente alcune co-se per sete di sapere. Ho gareggiato alle Velocity,corse alle sei del mattino che attraversano metropo-li come Roma e New York. Ho vinto le Grazielliadi,corse con la Graziella (storica bicicletta da passeg-gio terrestre) alla Critical Mass Inerplanetaria che sitiene ogni anno a Roma. Sono diventato più verdedalla fatica di seguire tutti gli appuntamenti e tuttigli eventi. Alla fine di un anno di ricerche e studi so-no finalmente tornato a casa>>>>>>>

Questo è stato il rapporto ai miei superiori:

Non ci crederete: mi hanno licenziato, dopo tuttoquel che ho fatto, incredibi-le! Per fortuna mi è arrivatauna proposta di lavoro dalla Terra: avevano visto il miovolantino e volevano che illustrassi un racconto sulla Critical Mass!

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È un lavoro alienante, ma a volte la verità è megliodisegnarla per chi la vuole vedere....

BIBLIOGRAFIA

C. Carlsson Critical Mass, L’uso sovversivo della bicicletta,Feltrinelli 2003;M. Guarnaccia, Provos AAA, Edizione 1997;L. Mumford, La città nella storia, Tascabili Bompiani 1961;http://en.wikipedia. org/wiki/reclaimthestreets;http:// www.tmcrew.org/eco/bike/criticalmassroma;http://www.indymedia.org

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Un ringraziamento speciale allaCiclofficina Popolare Don Chisciotte di Roma

e a tutti coloro che poggiano le loro soavi chiappesul sellino di una bicicletta.

EDIZIONE SPECIALE

MILLELIRE STAMPA ALTERNATIVAwww.stampalternativa.it

Direzione editoriale Marcello Baraghini

Stampato su carta riciclata da Graffiti srl – Via Catania, 8 – 00040 Pavona (Roma)Febbraio 2008