Criteri Di Riusabilita’ Di Un Learning Object
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CRITERI DI RIUSABILITA’ DI UN LEARNING OBJECT CANDIDATO: MARIANNA AMIDEI RELATORE: MARCELLO GIACOMANTONIO
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CRITERI DI RIUSABILITA’ DI UN LEARNING OBJECTCANDIDATO: MARIANNA AMIDEI RELATORE: MARCELLO GIACOMANTONIO
Introduzione ai learning object
Introduzione
Presupposto iniziale di questa tesi sperimentale :
dimostrare a livello teorico e a livello pratico come un learning object possa essere riusabile data la scarsità di dimostrazioni pratiche e di informazioni su come costruire un LO efficacemente riusabile.
Ma cominciamo dall’inizio, cos’è un learning object?
E’ una risorsa didattica "modulare“;
è erogabile a distanza;
è utilizzabile su più piattaforme e in diversi formati;
da la possibilità una volta archiviato l’oggetto di apprendimento, di riusarlo all’infinito, con enorme risparmio di tempo e di denaro;
deve essere costruito per aiutare chi apprende a raggiungere specifici obiettivi didattici.
La struttura di un LOUn LO è composto da tre livelli gerarchici:
Learning Object (LO) Content Object (CO) Content Fragment (CF)
Ad ogni livello l’oggetto è composto da uno o più asset, che non ha nessuna relazione gerarchica con gli altri.
Un content object (CO) è formato da uno o più content fragment (CF) e il legame fra loro sarà la coerenza testuale del discorso multimediale;
la scelta dei CO da aggregare avviene in funzione di un obiettivo didattico e li porta così a costituire un learning object (LO).
Perché usare i LO
I motivi per cui le diverse istituzioni, sono passate o stanno passando da una modalità di erogazione del materiale didattico on-line basata sull’approccio “monolitico” a una basata sull’approccio “learning object” sono:
la possibilità di utilizzare dei blocchi di contenuto segmentati in cui unità di contenuto più piccole e indipendenti le une dalle altre possono essere riutilizzate e riassemblate a seconda degli obiettivi didattici da perseguire;
la possibilità di agire non su tutto il corso ma solo sul “blocco” che contiene quella parte di contenuto;
la possibilità di incanalare tempo e costi per produrre ed erogare soltanto il materiale mancante per raggiungere il nuovo obiettivo didattico e per produrre contenuti qualitativamente migliori.
Caratteristiche di un LO
Caratteristiche di un LO
Soluzione proposta per la riusabilità di un LO
Una Unità Didattica con parti riusabili
Ho immaginato di dover progettare una unità didattica sul tema “Le mappe concettuali nell’apprendimento” che avesse almeno alcune parti riusabili, generando così due UD differenti.
Prima UD (UD1): unità didattica automatizzata; progettata attraverso un sistema che gestisce i processi didattici completi
(interi corsi) con modalità interamente automatizzata, senza ulteriore intervento umano;
intelligenza integrata nelle procedure che sa gestire il percorso, dall'iscrizione dell'allievo alla certificazione delle competenze conseguite;
UD che rispetta il “Principio di automazione dei processi didattici”. Seconda UD (UD2)
unità didattica “gestita”; prevede la presenza di un tutor o di un docente che garantisca una
certa interazioni con gli allievi nelle attività didattiche.
I 12 CO costruiti
Per la realizzazione di queste due UD ho sviluppato personalmente 12 CO che sono stati poi aggregati nella costituzione di diversi LO per raggiungere obiettivi didattici differenti:
Una UD efficacemente riusabile
Come deve essere un UD che sia efficacemente riusabile in diversi contesti e con utenti differenti?
le diverse "funzioni didattiche" che può svolgere (orientamento, spiegazione, esercitazione, valutazione, ecc.) devono essere segmentate ed affidate a LO differenti;
i contenuti devono essere segmentabili in nuclei brevi e di facile comprensione (i content object o CO). Saranno poi questi nuclei a potersi riaggregare in learning object diversi e quindi con diversi obiettivi didattici.
Partiamo dalla progettazione: il CDM
Che cos’è? Courseware Design Management,
un "work-flow" o flusso di lavoro basato sul "user centered design”, progettazione che mette l'utente al centro del processo;
processo organizzato su dieci macro-azioni;
le macro-azioni sono incentrate sugli obiettivi, le task di lavoro e i deliverable previsti in uscita per ogni azione;
permette di controllare lo stato di avanzamento del processo e fornire al cliente risultati tangibili ad ogni passo.
pianificare le mie due UD; immaginare in quale tipo di
courseware le mie UD potessero essere collocate
pianificare come organizzare i “macro-temi” in cui suddividere il courseware (CW > modulo > UD > Lo > Asset).
Il CDM: un “work flow” di successo
CDM-01: Planning delle attività didattiche e project management
Il CDM04 e il CDM05
dettaglio delle UD e dei singoli LO per progettarne tutti gli aspetti legati al processo di comunicazione e apprendimento;
scegliere tra la strategie più appropriate per realizzarli (tutoriale, studio di casi, problem solving, verifica e valutazione, ecc).
curare particolarmente la leggibilità dei testi, la segmentazione nelle pagine, le modalità del discorso visto che è prevista la fruizione online
linguaggio in stile diretto, caratterizzato da semplicità, vigore, accuratezza.
"lettering": gli aspetti tipografici del testo (quante parole in tutto, come distribuirle nella videata, come evidenziare parole-chiave, concetti di rilievo).
CDM-04: Progettazione multimediale della UD, dei LO e del
courseware framework CDM-05: Lo scripting didattico
Il CDM06
processo che ne da già un'idea di interfaccia articolandone e prefigurandone l'interazione;
la conseguenza logica dei passi precedenti; immaginare già il "corso" in tutti i suoi momenti; pensare l'interazione con l'allievo assumendo il suo
punto di vista, definirne i comportamenti, fornire gli strumenti per lavorare a distanza e imparare;
implementato attraverso Microsoft Powerpoint 2007; pensare preventivamente a dove voler focalizzare
l’attenzione l’utente (se sul testo o su un’immagine particolarmente significativa che possa catturare l’attenzione e fornire immediatamente il “senso” che vogliamo dare alla pagina).
CDM-06: Lo story boarding
Screenshot di una videata di story boarding
Immagini
testo
video
animazioni
musica
parlato
Le fasi fino al CDM06:
• riguardano solitamente il progettista e l’esperto dei contenuti;• creano in uscita il deliverable, il passaggio di mano del progetto per passare all’implementazione vera e propria dei LO.
La piattaforma Pegasus LMS®: il Course Builder
Ho implementato quindi i LO progettati, attraverso il Course Builder di Pegasus LMS che prevede:
la produzione di template di LO in base a diverse strategie didattiche implementate;
la realizzazione di LO in formato SCORM;
la pubblicazione diretta dei LO nelle repository della piattaforma con la possibilità poi di assegnare i LO ai diversi gruppi-corsi;
conformità a molte specifiche rilasciate dai maggiori enti che a livello internazionale oggi sono coinvolti nei processi di standardizzazione dell'e-learning.
Il modulo CDM di Course Builder
Con il modulo CDM
(Courseware Design
Management) ho costruito:
9 tutorial;
1 test formativo
finale;
1 test di ingresso;
1 sondaggio.
Il Course Builder: costruzione di un tutoriale
Per la creazione dei CO con course builder bisogna compilare una scheda riassuntiva:
modulo; unità didattica; titolo content object; autore; template: è possibile scegliere nel
menù a tendina tra diversi template disponibili o creare template personalizzati.
Per inserire le varie pagine dei CO si avrà un editor in cui si possono inserire: testo, immagini, audio, video, pagine
html.
La pagina così creata potrà essere una pagina: pagina di solo testo, pagina testo + immagine, una pagina solo immagine.
Il Course Builder: costruzione di un tutoriale
Esempio di una
videata di un CO
costruito con Course
builder.
Il Course Builder: costruzione di un test
Nella scheda riassuntiva bisognerà scrivere:• il titolo;
• la descrizione;• le parole chiave;
• scegliere tra diversi possibilità di test: (test formativo, sondaggio, test sommativo).
Il Course Builder: costruzione di un test
Aggiungi domanda:
• tipo di risposta (riposta aperta, scelta multipla, riposta multipla,
ecc)
• Aggiungi risposta:
• inserire una più corretta
•inserire un testo compensativo
nel caso di risposta errata o non completa.
Il Course Builder: costruzione di un test
Le schede di catalogo
Dopo la creazione dei CO in ordine bisogna:
generare lo SCORM ; importare i CO nella repository
del LMS; creare nel catalogo una
scheda distintiva per ogni CO costruito che, oltre a agganciare il CO pertinente dalla repository, contenga le generalità principali: titolo; il tipo di fruizione; una breve descrizione; le parole-chiave.
Scheda di catalogo > Aggiungi scheda
3 scenari diversi per il riuso dei LO
Ho immaginato 3 allievi “modello” (scenario1, 2, 3) che dovessero:
conseguire 3 tipologie molto differenti di competenza;
dimostrare l’effettivo riuso dei CO costruiti (assegnando a ciascuno un LAP diverso).
Ho realizzato 3 tipi di corso diversi riassemblando i CO che avevo costruito per la Unità didattica1.
Il LAP (learning activity planner): è un modulo di project
management attraverso il quale il docente è in grado di pianificare un progetto formativo sulla base delle LA (learning activity).
utilizza gli oggetti creati nel modulo CATALOGO per creare un percorso completo sviluppato attorno ad obiettivi formativi definiti.
3 scenari differenti in cui riusare i LO Cos’è il LAP?
3 scenari diversi per il riuso dei LO
Ho cercato di costituire 3 LAP che: differissero molto tra loro per dare il maggior senso di riusabilità
possibile; facessero comprendere quanto efficacemente i CO siano
riassemblabili tra loro per costruire percorsi anche molto diversi.
Ho assemblato quindi 3 LAP così costituiti: Un percorso “tecnico” (specifico per la costruzione di mappe) che
prevede un sondaggio finale; Un percorso completo che riusa tutti i CO e prevede un test di ingresso
per verificare le conoscenze pregresse, uno formativo di uscita e un sondaggio sull’andamento del corso;
Un percorso più prettamente teorico che prevede solo un test di uscita.
Il primo scenario: “il percorso tecnico”
Caratteristiche: Mattia è uno studente iscritto all’ultimo
anno di università, sta preparando la tesi; la tesi è complicata e vuole usare uno
strumento come le mappe concettuali per orientarsi;
Il corso pensato per Mattia avrà quindi queste caratteristiche:
spiegherà brevemente ed efficacemente come costruire una mappa concettuale con il software Cmap tools,
salterà ogni menzione di tipo teorico riusando quindi esclusivamente quei CO che gli daranno una competenza prettamente pratica: Come si costruisce concettualmente
una mappa concettuale Come costruire mappe concettuali Ti ha soddisfatto il tuo percorso? -
Partecipa al Sondaggio
Primo scenario: il percorso “tecnico” Il LAP del primo scenario
Il secondo scenario: “il percorso completo”
Caratteristiche: Paola è iscritta al secondo anno di Informatica
Umanistica a Pisa; sceglie di seguire nel secondo semestre il corso
“Tecnologie dell’apprendimento” tenuto dal Prof. Giacomantonio;
non ha alcuna competenza pregressa sull’e-learning e non ha mai fatto un tipo di esperienza simile che si discosti dalle classiche lezioni in aula;
accede alla piattaforma “Pegasus LMS” e vede una discussione aperta sul forum sul tema dell’apprendimento e sulle mappe concettuali;
nella sezione corsi Paola trova un LO di approfondimento al tema;
il suo corso è pensato per essere il più esaustivo possibile sull’argomento ed è costruito riusando i CO:
Test di ingresso; Introduzione alle mappe concettuali Perché usarle? Apprendimento significativo e teoria di
Ausubel Le mappe concettuali per l'introduzione
progressiva Come si costruisce concettualmente
una mappa concettuale Pausa caffè Come costruire mappe concettuali Studio di casi di mappe con Cmap Tools
dal sito IHMC Test finale sulle mappe concettuali Ti ha soddisfatto il tuo percorso?-
Partecipa al Sondaggio
Secondo scenario: il percorso “completo”
Il riuso dei LO per il secondo scenario
Il terzo scenario: “il percorso teorico”
Caratteristiche: Umberto è uno studente universitario che sta
preparando la tesi; la sua tesi si intitola “Apprendimento e
motivazione allo studio negli studenti universitari” ;
ha bisogno di tantissimo materiale riguardante le varie metodologie di apprendimento;
il corso pensato per lui è costruito quindi riusando quei CO più prettamente teorici, ovvero: Introduzione alle mappe concettuali Perchè usarle? Apprendimento significativo e teoria di
Ausubel Le mappe concettuali per l'introduzione
progressiva Test finale sulle mappe concettuali
Terzo scenario: il percorso “teorico” Il LAP del terzo scenario
Il LAP: aggiungi il piano didattico
Per progettare i
LAP dei 3 scenari, ho
prima di tutto aggiunto un
piano didattico.
Il LAP: piano delle AD per aula
Il LAP: aggiungi Modulo
Un Piano Didattico si articola in:• Moduli • Attività
Didattiche.
Entrati nel piano delle
attività didattiche che
vogliamo pianificare, dobbiamo
prima inserire il/i moduli che compongono
tale unità.
Il LAP: aggiungi Attività Didattica
Lap - Dettaglio delle caretteristiche da inserire
nella AD
Il LAP: elenco completo delle AD
LAP: elenco completo delle AD
che abbiamo aggiunto, riusando i
CO che avevamo
inizialmente costruito per la UD1.
Testare l’effettivo riuso dei LO
All’interno del dossier personale, sotto la sezione personal portfolio ogni studente troverà il proprio corso, pianificato per conseguire i proprio obiettivi didattici.
Per accedere al dettaglio delle singole attività dovrà cliccare sull’icona .
Si aprirà la scheda con tutte le informazioni relative alla singola attività.
Testare l’effettivo riuso dei LO
Cliccando su inizia studio l’utente potrà consultare il LO. Una volta che l’attività sarà stata completata nell’elenco l’icona assumerà questo aspetto .
Testare l’effettivo riuso dei LO
Screenshot di un LO riusato per i 3 scenari.
Verifica sulla riusabilità dei LO progettati: riepilogo finale e conclusioni
Verifica sulla riusabilità dei LO progettati: riepilogo finale e conclusioniRiepilogando:
il mio primo compito è stato quello di definire una UD: costruire alcuni LO che la concretizzassero; finalizzare i LO ad alcune competenze
(obiettivi); studiare per quali altre competenze potessero
essere ri-utilizzati i LO; una volta definite tutte le AD di una UD,
stabilire quali AD si riferivano all’uso di LO e su questi cominciare a lavorare;
dal punto di vista del contenuto la nostra attenzione si è spostata dal LO ai CO che lo costituiscono.
Verifica sulla riusabilità dei LO progettati: riepilogo finale e conclusioni Una volta progettato nel dettaglio i CO (tramite il CDM) e
costruiti con il Course Builder di Pegasus abbiamo visto come questi si possono aggregare diversamente per costruire LO diversi, portatori di obiettivi didattici diversi.
Si sono riutilizzati alcuni LO della UD1 (UD automatizzata) per una seconda UD, portatrice degli stessi obiettivi didattici ma che prevedeva anche la presenza di un tutor, con tutte le differenze che ne conseguono.
Poi, ho costruito 3 tipi di percorso, basati su 3 alunni “modello” che dovessero acquisire delle competenze differenti.
Ho creato un LAP per ciascuno degli studenti e ho riusato i CO utilizzati per la UD1, riassemblandoli per comporre nuovi LO, portatori di obiettivi didattici differenti e dimostrando la tesi iniziale della riusabilità.
