Creatività in azienda: Una sfida possibile ? Martedì 10 maggio, ore 17:00 Francesca Gianandrea...

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“Creatività in azienda: Una sfida possibile ?” Martedì 10 maggio, ore 17:00 Francesca Gianandrea Roberto Pozza

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“Creatività in azienda: Una sfida possibile ?”

Martedì 10 maggio, ore 17:00Francesca Gianandrea Roberto Pozza

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Problema: rendere vera questa equazione senza toccare i fiammiferi

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Chiude in India l'ultima fabbricadi macchine per scrivereLa prima fu ideata dal novarese Giuseppe Ravizzanel 1846. Da status symbol a oggetto superato

MILANO - In Occidente, da almeno un decennio, sono considerate pezzi d'antiquariato e a usarle sono rimasti solo i nostalgici e gli eccentrici. Nei giorni scorsi ha chiuso i battenti in India la Godrej & Boyce, l'ultima azienda al mondo che produceva macchine per scrivere. Va definitivamente in pensione un'invenzione che ha dato grande lustro all'Italia (la prima macchina per scrivere fu ideata dal novarese Giuseppe Ravizza nel 1846 e una delle più celebri della storia, la mitica Lettera 22 fu realizzata dalla Olivetti a metà anni Cinquanta) e che ha radicalmente cambiato il modo di lavorare delle aziende nel XX secolo.

Corriere della seraFrancesco Tortora26 aprile 2011

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1714, Henry Mill ottiene un brevetto in Gran Bretagna per una macchina che, dal brevetto, sembra essere stata simile a una macchina da scrivere.

Pellegrino Turri ha inventato una macchina da scrivere nel 1808. Inventò anche la carta carbone per fornire l'inchiostro per la sua macchina. All’inizio molte macchine sono state sviluppati per consentire ai ciechi di scrivere.

Nel 1829, William Austin Burt ha brevettato una macchina chiamata"Typowriter"che, da molti  è indicata come la "prima macchina da scrivere ma questa non fu mai commercializzata

E’ il 1855 quando  l'italiano Giuseppe Ravizza crea una macchina da scrivere prototipo chiamato Cembalo Scrivano o Macchina da Scrivere.  E 'stata una macchina avanzata che consente all'utente di vedere la scrittura come è stata scritta.1861, Father Francisco João de

Azevedo, a Brazilian priest,

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Nel 1865, John Pratt, dell'Alabama, costruì una macchina chiamata Pterotype che apparve nel 1867 in un articolo su Scientific American che  ha ispirato altri inventori. 

Tra il 1864 e il 1867 Peter Mitterhofer, un falegname di Alto Adige hanno sviluppato vari modelli e  (in foto)  una macchina da scrivere prototipo pienamente funzionante nel 1867

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Nel 1865, Rev. Rasmus Malling-Hansen in Danimarca ha inventat l’ ”Hansen Writing Ball”, che è andato in produzione commerciale nel1870 e che fu la prima macchina da scrivere commercialmente venduta. E 'stato un successo in Europa ed è stato segnalato come in uso negli uffici a Londra fino al 1909. Malling-Hansen usa un solenoide invece del carrello  in alcuni dei suoi modelli, Questo lo rende un candidato per il titolo di inventore della prima macchina da scrivere "elettrica“.Comunque la sua macchina è la prima a scrivere più veloce che a mano

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Creatività Innovazione

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PersonsLe caratterisitiche personali le motvazioni le caratteristiche soggettive

ProcessLe modalità con cui si raggiungono i risultati creativi

PressL’ambiente di riferimento in cui si opera

ProductL’oggetto , il risultato della creatività

Rhodes, 1961; Mooney, 1963

Dove si trova la creatività

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Pensiero antagonista

Pensiero parallelo

a b

abab

La mente : un software sconosciuto

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Arthur Schopenhauer “L’arte di aver sempre ragione”

Stratagemma n°.28Far ridere gli spettatori dell'avversarioAffermare "un'obiezione non valida, di cui pero' solo l'esperto

vede l'inconsistenza: ma, mentre l'avversario e' un esperto, tali non sono gli ascoltatori. Ai loro occhi egli viene dunque battuto, tanto piu' se la nostra obiezione riesce a porre in luce ridicola la sua affermazione. A ridere la gente e' subito pronta, e quelli che ridono li si ha dalla nostra parte. Per dimostrare che l'obiezione e' nulla, l'avversario dovrebbe inoltrarsi in una lunga discussione e a risalire ai principi della scienza, o cose del genere: ma se lo fa, non trova facilmente ascolto".

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• CAPPELLO BIANCO (NEUTRALITA’ E INFORMAZIONI)

• CAPPELLO ROSSO (EMOTIVITA’ E SENTIMENTI)

• CAPPELLO NERO (RAZIONALITA’ NEGATIVA)

• CAPPELLO GIALLO (RAZIONALITA’ POSITIVA)

• CAPPELLO VERDE (CREATIVITA’)

• CAPPELLO BLU (CONTROLLO DEL PROCESSO)

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6 cappelli per pensare

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Edward De Bono

6 cappelli per pensare

Analisi dei dati, raccolta di informazioni, di analogie ed elementi senza giudicarli

Emotività, esprimere di getto le proprie intuizioni, come suggerimenti o sfoghi liberatori, come se si ridiventasse bambini

L'avvocato del diavolo che rileva gli aspetti negativi, le ragioni per cui la cosa non può andare

L'avvocato dell'angelo, rileva gli aspetti positivi, i vantaggi, le opportunità

Indica sbocchi creativi, nuove idee, analisi e proposte migliorative, visioni insolite

Stabilisce priorità, metodi, sequenze funzionali. Pianifica, organizza, stabilisce le regole del gioco. Conduce il gioco.

cappello Rosso

cappello Nero

cappello Giallo

cappello Verde

cappello Blu

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 RAZIONALITA’  EMOTIVITA’

 NUOVE IDEE

LIVELLO PERSONALE

I PROCESSI DEL PENSIERORoberto Pozza

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Henri Poincaré (1854/1912), francese, matematico, fisico, astronomo e filosofo della scienza, grande divulgatore, è l'ultimo grande sapiente dell'Ottocento e il primo scienziato del Novecento.

«Un risultato nuovo ha valore, se ne ha, nel caso in cui stabilendo un legame tra elementi noti da tempo, ma fino ad allora sparsi e in apparenza estranei gli uni agli altri, mette ordine, immediatamente, là dove sembrava regnare il disordine [...] Inventare consiste proprio nel non costruire le combinazioni inutili e nel costruire unicamente quelle utili, che sono un'esigua minoranza. Inventare è discernere, è scegliere [...] fra tutte le combinazioni che si potranno scegliere, le più feconde saranno quelle formate da elementi tratti da settori molto distanti. Non intendo dire che per inventare sia sufficiente mettere insieme oggetti quanto più possibile disparati: la maggior parte delle combinazioni che si formerebbero in tal modo sarebbero del tutto sterili. Ma alcune di queste, assai rare, sono le più feconde di tutte.

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[...] Quel che più lascia colpiti è il fenomeno di queste improvvise illuminazioni, segno manifesto di un lungo lavoro inconscio precedente [...] a proposito delle condizioni in cui avviene il lavoro inconscio, vi è un'altra osservazione da fare: esso è impossibile, e in ogni caso rimane sterile, se non è preceduto e seguito da un periodo di lavoro cosciente.Le ispirazioni improvvise [...] non avvengono mai se non dopo alcuni giorni di sforzi volontari, che sono sembrati completamente infruttuosi [...] come vanno le cose, allora? Tra le numerosissime combinazioni che l'io subliminale ha formato alla cieca, quasi tutte sono prive di interesse e senza utilità; ma proprio per questo motivo non esercitano alcuna influenza sulla sensibilità estetica: la coscienza non arriverà mai a conoscerle. Soltanto alcune di esse sono armoniose - utili e belle insieme». (Jules Henri Poincaré - Scienza e metodo - Einaudi, 1997 - a cura di Claudio Bartocci)

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