Cottolengo sotto la Torre n.8

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Cottolengo sotto la Torre ANNO 2 N° 6 - Dicembre 2013 P ERIODICO DELLA P ICCOLA C ASA DELLA D IVINA P ROVVIDENZA DI P ISA C ON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA C ASA C OTTOLENGO DI F IRENZE A pugnano, suo paese natale, lochiamavano tutti “pie- rino dee Noferi” quel ragazzino alto, asciutto e sempre elegante nonostante quella “diversità” che le apparenze tradivano. Quella “diversità”, infatti, si mostrò verso i 15 anni, poco dopo le Scuole elementari che Pierino frequentò come tutti i ra- gazzi della sua età fino alla quinta classe. Divenuto giovanotto e poi adulto, tuttavia, era abbastanza au- tonomo, al punto che ogni domeni- ca, in qualsiasi stagione, sempre ve- stito con abiti eleganti, prendeva il pullman per recarsi a Pisa o a Luc- ca, munito del suo fedele pacchetto di sigarette Nazionali, oppure, nel periodo estivo, raggiungeva con la bicicletta la stazioncina di Nozza- no, prendeva il treno per Viareggio e passava una bella giornata di va- canza al bagno in Piazza Mazzini, poi se ne tornava a casa felice e contento. Dotato di una me- moria ferrea ( chi lo conosce ancora oggi, ottuagenario, può confermarlo) e di una bella voce, eredità del padre musicista dilettante, conosce a memoria, e cantava, tutti i canti delle funzioni religiose, per non dire poi delle canzoni popolari e di quelle del festival di San Remo. I genitori, per non farlo oziare tutto il giorno, lo mandavano a Colognole a dare una mano a suo zio, mezzadro e poi proprietari odi un pode- re della Fattoria Roncioni. Questa prestazione quotidiana si può considerare il suo vero lavoro, specie al tempo dei raccolti, quan- do in quell’immenso podere c’era bisogno di braccia. Ora coglieva le pesche e le incassettava per spe- dirle sui mercati, così come l’altra frutta. Per non dire poi del tempo della vendemmia, della mietitu- ra del grano, e così via. Accudiva anche gli animali della fattoria. Tutto questo per oltre trent’anni- fino a quando sua madre, Cesara, in breve tempo morì. Poco dopo, nel 1986, suo padre Ugo Ciro, non avendo nessuno su cui contare, prese la decisione di ritirarsi con pierino nella Piccola Casa di Pisa, dove ancora oggi Piero si trova, felice nella sua nuova casa e con i suoi amici. Maria Luisa vita di piero noferi LC Capitolo VII “IL DENARO?” Af fittare ed arredare case, mantenere e curare i malati in numero cre- scete provvedere alle mille cose che un’opera richiede dilatandosi nel tempo, avere persone disponibili per i lavori, dalla cucina alla pulizia. Tutto questo richiede spese su spese, e perciò denaro su denaro.[…]Ma più le spese crescono e più cresce nel Cottolen- go la fiducia. ”Aspettiamo le disposizioni della Divina Provvidenza” è la regola, anzi la sua regola unica per pensare e fare tutto. Il Cottolengo sa perfettamente che senza denaro non si costruisce, in questo mondo, e si guarda bene dal disprezzarlo. Ma siccome considera spesso l’amore che Dio ha per l’uomo e sa commuoversene fino alle lacrime, gli sembrerebbe una enormità dubitarne; si rende conto di inoltrarsi in una avventura non umana, dove iniziative e progetti che rispondono alla volontà di Dio possono sembrare semplicemente “folli” ( così dirà egli stesso ) alla gente.[…]Si vede un uomo che fino all’ultimo giorno avrà grande bisogno di denaro, e spesso dovrà soffrire per questo, specialmente quando i creditori, ed è inevitabile, verranno all’assalto; […] ”Abbiate pazienza” dice a chi lo as- silla, “tutto è per il bene, tutto è per il signore, tutto è per il Paradiso”. E questi sono discorsi che potrebbero sembrare una esortazione irritante per chi vanta crediti e vuole essere a buon diritto pagato: non sono invece mai respinti.” Io a questo mondo non ho mai avuto niente, non dispongo di niente”. Che è purissimo vangelo.] Da "VITA DI S. GIUSEPPE COTTOLENGO" di Piera Paltro

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Periodico della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Pisa con contributi della Casa Cottolengo di Firenze

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Cottolengo sotto la TorreANNO 2 N° 6 - Dicembre 2013

P E R I O D I C O D E L L A P I C C O L A C A S A D E L L A D I V I N A P R O V V I D E N Z A D I P I S A

C O N A L C U N I C O N T R I B U T I D E L L A C A S A C O T T O L E N G O D I F I R E N Z E

“A pugnano, suo paese natale, lochiamavano tutti “pie-rino dee Noferi” quel ragazzino alto, asciutto e sempre elegante nonostante quella “diversità” che le apparenze

tradivano. Quella “diversità”, infatti, si mostrò verso i 15 anni, poco dopo le Scuole elementari che Pierino frequentò come tutti i ra-gazzi della sua età fino alla quinta classe. Divenuto giovanotto e poi adulto, tuttavia, era abbastanza au-tonomo, al punto che ogni domeni-ca, in qualsiasi stagione, sempre ve-stito con abiti eleganti, prendeva il pullman per recarsi a Pisa o a Luc-ca, munito del suo fedele pacchetto di sigarette Nazionali, oppure, nel periodo estivo, raggiungeva con la bicicletta la stazioncina di Nozza-no, prendeva il treno per Viareggio e passava una bella giornata di va-canza al bagno in Piazza Mazzini, poi se ne tornava a casa felice e contento. Dotato di una me-moria ferrea ( chi lo conosce ancora oggi, ottuagenario, può confermarlo) e di una bella voce, eredità del padre musicista dilettante, conosce a memoria, e cantava, tutti i canti delle funzioni religiose, per non dire poi delle canzoni popolari e

di quelle del festival di San Remo. I genitori, per non farlo oziare tutto il giorno, lo mandavano a Colognole a dare una mano a suo zio, mezzadro e poi proprietari odi un pode-re della Fattoria Roncioni. Questa prestazione quotidiana si

può considerare il suo vero lavoro, specie al tempo dei raccolti, quan-do in quell’immenso podere c’era bisogno di braccia. Ora coglieva le pesche e le incassettava per spe-dirle sui mercati, così come l’altra frutta. Per non dire poi del tempo della vendemmia, della mietitu-ra del grano, e così via. Accudiva anche gli animali della fattoria. Tutto questo per oltre trent’anni-fino a quando sua madre, Cesara, in breve tempo morì. Poco dopo, nel 1986, suo padre Ugo Ciro, non avendo nessuno su cui contare, prese la decisione di ritirarsi con

pierino nella Piccola Casa di Pisa, dove ancora oggi Piero si trova, felice nella sua nuova casa e con i suoi amici. Maria Luisa

“vita di piero noferi ”

A L C

Capitolo VII “IL DENARO?”

Affittare ed arredare case, mantenere e curare i malati in numero cre-scete provvedere alle mille cose che un’opera richiede dilatandosi nel

tempo, avere persone disponibili per i lavori, dalla cucina alla pulizia. Tutto questo richiede spese su spese, e perciò denaro su denaro.[…]Ma più le spese crescono e più cresce nel Cottolen-

go la fiducia. ”Aspettiamo le disposizioni della Divina Provvidenza” è la regola, anzi la sua regola unica per pensare e fare tutto. Il Cottolengo sa perfettamente che senza denaro non si costruisce, in questo mondo, e

si guarda bene dal disprezzarlo. Ma siccome considera spesso l’amore che Dio ha per l’uomo e sa commuoversene fino alle lacrime, gli sembrerebbe una enormità dubitarne; si rende conto di inoltrarsi in una avventura non umana, dove iniziative e progetti che rispondono alla volontà di Dio possono sembrare semplicemente “folli” ( così dirà egli stesso ) alla gente.[…]Si vede un uomo che fino all’ultimo giorno avrà grande bisogno di denaro, e spesso dovrà soffrire per questo, specialmente quando i creditori, ed è inevitabile, verranno all’assalto; […] ”Abbiate pazienza” dice a chi lo as-silla, “tutto è per il bene, tutto è per il signore, tutto è per il Paradiso”. E questi sono discorsi che potrebbero sembrare una esortazione irritante per chi vanta crediti e vuole essere a buon diritto pagato: non sono invece mai respinti.” Io a questo mondo non ho mai avuto niente, non dispongo di niente”. Che è purissimo vangelo.]

Da "VITA DI S. GIUSEPPE COTTOLENGO" di Piera Paltro

20 OTTOBRE : COLLEGALLI

Anche se sono passati due mesi ricordo volentieri la gita a Collegalli perché è una fattoria grande. partiti con l'Ordine di Malta per andare a Collegalli; dalle parti di Montaione; loro hanno una

cappella e lì abbiamo assistito alla Santa Messa e dopo siamo andati a pranzo: c'era l'antipasto, la pasta al pesto e le tagliatelle, e dopo c'erano i piselli con il

purè e la carne. C'erano anche le polpette. Abbiamo giocato a tombola, abbiamo fatto una passeggiata a vedere la riserva di caccia

con un cane bianco e nero come Aron. Siamo state molto bene.

8 DICEMBRE : IMMACOLATA

Il giorno dell’Immacolata siamo scese per andare alla Messa e appena finita siamo ritornate nel reparto perché

c’era il pranzo . C’era l’antipasto , le lasagne, l’arrosto con le polpette al forno; e c’era il dolce che si chiama profitte-

rol, con il cioccolato dentro. Bravo Gianbattista!

Benita

13 NOVEMBRE :

FESTA MADRE NASIPer festeggiare con le nostre amiche del reparto “Madre Nasi” l’anniversario della morte di Madre Nasi ci siamo riuniti tutti nell’ingresso. La nostra Arianna ci ha parlato della vita di questa collaboratrice del nostro Santo, che è stata una mamma e poi la prima Madre delle Suore Cottolenghine. Abbiamo mangiato dei buoni biscotti offerti dalla Superiora e abbiamo cantato varie canzoni con l’aiuto del nostro chitarrista Cristiano, che ci ha procurato anche un momento di gioiosa animazione con la "Pizzica”, il ballo delle tarantolate, di antica tradizione, coinvolgendo varie giovani fisioterapiste e operatrici in danza fantasiosa. Maria Luisa

gggggggggggiiiidadadadadadadadadanz

AUGURI DI NATALE CON LA LOTTERIA

Sabato ventun dicembre si è svolta l’estrazione della lotteria (una novità di quest’anno) preparata da tempo con l’impegno di Arianna, di Fabiana, di tante volontarie, di Sr. Candida, di Paola e di tante persone che ci hanno aiutati. È stato un successone! I premi erano circa duecento! Erano stati messi in palio lavori eseguiti dagli Ospiti, e molti oggetti che diverse volontarie generose ci avevano messi a disposizione. I biglietti erano stati distribuiti in gran numero, e diverse persone li hanno voluti offrire a noi, anche nel corso della festa. Perché è stata davvero una festa, con la partecipazione di molti parenti, che hanno goduto anche delle belle foto scattate durante lo svolgimento delle nostre varie attività e delle nostre uscite, foto che il bravo Claudio ha riunito in una presentazione e ha proiettato nella prima parte del nostro incontro. Il personaggio più applaudito è stato il cane, Aron, il nostro beniamino, che il suo padroncino e le nipoti di Gianna hanno fatto giocare in giardino durante la festa. Poi si è proceduto all’estrazione, alternandola con racconti di Natale. Il primo premio lo ha vinto Giulio! Il terzo lo ha avuto Sergia: era una copertina da bambini completa di lenzuolino ricamato, e Sergia, tutta contenta, lo ha spedito a Mondovì, a una sua parente. Sono venuti a trovarci anche dei Signori di un’associazione pisana: “Valori e Tradizione”, che hanno voluto offrirci un bellissimo televisore. A conclusione, il nostro Direttore ha rivolto a tutti gli Auguri di Natale, e si è concluso con il rinfresco. Deo gratias! Maria Luisa

“Volontariato al Cottolengo”

La mia esperienza al cottolengo iniziò nel 2010 con il servizio civile. Sicuramente ero un ragazzo parecchio immaturo, per

cui combinavo diversi guai… ma gli angeli (gli ospiti per me sarebbero angeli) e soprattutto le operatrici mi hanno aiutato a

crescere ( anche se ero una testa dura). Un grazie doveroso va sia a Don Giovanni che a Sr Angela, che mi hanno insegnato

con tutti gli altri cosa vuol dire aiutare il prossimo, l’amore verso il prossimo. Nel mio cuore c’è un pezzetto di ognuno di

voi, che mi avete trasformato da bimbo a uomo. Soprattutto grazie alle operatrici per tutta la pazienza che hanno avuto. E’

bellissimo che mi sorridano quando arrivo, è bellissimo scherzarci. Ancora grazie!

Lorenzo

FRITTELLE DI PATATE

della nonna

Lessare le patate con la buccia: poi sbucciarle e schiacciarle bene. Aggiun-

gere della scorza di limone grattato, poco zucchero, un uovo.

Impastare con la farina. Formare dei bastoncini e piegarli in

forme varie ( a cerchi, a ferro di cavallo, ecc.). friggere in

olio extravergine d’oliva. Poi passare le frittelle nella

carta assorbente e spolverare con lo zucchero.

Volendo nell’impasto un bicchierino di

liquore.

“Passeggiando per l’Italia”Quest’anno l’argomento scelto per i nostri incontri del pomeriggio è

LE REGIONI D’ITALIA. Cosi il martedi, con la nostra Lia parliamo, ad es. di Pisa, della

Toscana, del Piemonte (dove c’è la Piccola Casa), curiosando per l’ Italia, come dice lei, a

caccia di notizie che possano suscitare il nostro interesse, specie su luoghi di cui abbiamo una

certa esperienza. Il giovedì Maria Teresa e Adua ci fanno vedere molte foto a colori di città

o di zone della nostra regione e di altre, sfogliando con noi dei bei volumi e illustrandoceli.

Ci sono utili anche alcune guide, come quelle degli amici di Pisa su San Rossore, ad esempio.

Man mano che si parla di una città, si attacca un cartellino col suo nome sul plastico dell’Italia.

E’divertente anche il libro dei proverbi pisani che Adua ci ha portato, e fra noi c’è qualcuno

che ne conosce diversi. Siamo o non siamo SOTTO LA TORRE?

M.Luisa

Antonina

“I RIMEDI DELLA NONNA”

“Ai nostri tempi, siccome di quattrini ce n’eran pochi, si faceva con quello che si trovava in campagna: allora per

le bruciature e per le emorroidi si usava il grasso del maiale, il midollo dello stinco, da scaldare … “ (Nonno Castel-

lacci )”Per sgonfiare le gambe ci si metteva le foglie del cavolo nero, però la mattina si levava, sennò si sgonfiavano

troppo … “Per le slogature c’era il chiaro dell’uovo messo nella stoppa e si fasciava intorno alla parte dove ci fa-

ceva male …”(Lidania)”Quando s’aveva la febbre si prendeva l’erba paliana, si lavava bene, si dosava ammodo, si

bolliva con una fiammella come una candela e poi si beveva…” ( Nonno Castellacci)” “per purgarsi si usava l’olio di

ricino!”(MariaGiuseppina) ”Per rinforzarsi si beveva l’acqua dove s’er asciolto la sera un po’ do pane con un po’ di

farina bianca e ci si lavava, anche… Per dare forza alle ossa dei bimbi piccoli, quando l’uva bolliva si levavano i raspi e

ci si immergevano per qualche giorno i bimbi … come ricostituenti, specie noi che si stava in campagna, ci s’avevano

i polli, le uova, la roba genuina … allora si preparava un ricostituente mettendo due coppie d’uova col guscio e tutto

in un baratto lodi vetro e strizzandoci 3 o 4 limoni, poi, quando l’agro dei limoni aveva coperto le uova, si lasciavano a

mollo. Poi se ne beveva un cucchiaio al giorno …”(Nonno Castellacci) “Si usava anche l’olio di fegato di merluzzo, ma

era cattivo… Per far maturare la tosse si facevano gli impiastri, con una pappa di semi di lino bella calda, che si metteva

in una garza e poi in una stoffa più consistente e si applicava sul petto, ma bruciavano … (MariaLuisa).

Il Gruppo di conversazione

prossimi

appuntamen

ti

6 GENNAIO: Tombalata dell'Epifaniaorganizzata dai volontari

CELEBRAZIONI IN ONORE DEL BEATO F. PALEARI

Nel mese di Gennaio la reliquia del Beato Francesco Paleari, in occasione

del 150° anniversario della nascita, sosterà nelle Case Cottolengo della Toscana.

Segnaliamo le date già fissate:

� Dal 21 al 24 a FIRENZEo 23/1 ore 16,30: Celebrazione presieduta da

Mons. Claudio Maniago, Vescovo Ausiliare di Firenze.

� Dal 25 al 28 a FORNACETTE

� Dal 29/1 al 2/2 a PISAo 1/2 ore 16,30: Celebrazione presieduta

dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Paolo Benotto

chiacchierando come al bar ...

Pro manuscripto - circolare internaRedazione: Via Mazzini 61, 56125 Pisa

Tel. 050 23709 - Fax 050 20354Email: [email protected]

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SALUTIAMOCI COSI’

“In questa Notte Santa, aprendo il nostro cuore, abbiamo anche noi, come i pastori, la possibilità di contemplare il miracolo della forza di Dio nella fragilità, della somma grandezza nella piccolezza”.

Papa Francesco

La Famiglia

Cottolenghina

di PISA e

FIRENZE

augura a tutti

BUONE FESTE