Cottolengo sotto la Torre n.2

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“La Vita di San Giuseppe Cottolengo” Da questo numero riporteremo in forma condensata piccole parti del libro intitolato "Giuseppe Cottolengo" di Piera Paltro (Ed. Messaggero Padova), che stiamo leggendo nell’ora di "ascolto e conversazione" sulla vita di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, affinché tutti possano conoscere o ricordare il grandioso spirito caritatevole del nostro Santo. Capitolo I “PRIMI PASSI” G iuseppino! Corri! Mamma Benedetta chiama, stando vicina alla porta: la apre appena e vede davanti a sé il povero, uno dei tanti che in quei tempi difficili giungevano a bussare per un po' di elemosina. Il bambino arriva correndo. Sei anni, capelli fulvi, occhi pieni di vita e un bellissimo sorriso. Sa perché la mamma lo chiama con quel tono, ed è molto con- tento: tende la mano, lei gli mette sul palmo una moneta, ed egli si slancia verso il povero, gliela porge e grida: «Ecco, è tua!». L'altro sorride, ringrazia e se ne va soddisfatto. Lo sapeva che dai Cottolengo accadeva così. Siamo a Bra, piccola città del Piemonte, nell’anno 1792. La famiglia Cot- tolengo vi abita da quando il bisnonno di Giuseppino, Antonio, è venuto a sta- bilirvisi arrivando dalla Francia. Brava gente, che si dedica al commercio e vive con fede radicata […]La mamma Benedetta, […]educa Giuseppino a divenire generoso con i poveri […]Naturalmente impara a pregare in casa, […] il suo cuore è puro e sta con Dio, e Dio sta bene con lui.[…].Gli interessa digiunare a ogni vigilia di festa della Madonna, per esempio. Nel fanciullo si radica già il misterioso gusto di cose diverse da quelle solite della vita di tutti, senza che egli perda mai il buonumore: anzi, è affabile e simpatico, un Giuseppino con cui si sta bene, nella semplicità […]. Periodico della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Pisa ANNO 1 N° 2 - Dicembre 2012 Cottolengo sotto la Torre “Ricordando San Jacopo” Ecco riportata la vita di un nostro ospite che ha il piacere di “raccontarsi” San Jacopo era la Casa del Cottolengo vicino a Pisa che ci ospitava anni fa e che ora è chiusa. Io in particolare sono legata da tanti ricordi a quella Casa perché ci sono arrivata quando ero una ragazza di 14 anni, rimasta priva della famiglia e della casa per le vicende della guerra. E in questo ambiente ho trovato una nuova vita e una grande, operosa e af- fettuosa famiglia. Era una fattoria, ampia e ridente, dove c’era lavoro per tutti: contadini, Suore, ospiti in grado di lavorare. E si facevano tanti lavori: la vendemmia, l’allevamento dei polli, la raccolta dei frutti, il bucato con la cenere, ecc. C’era tanto da fare, ma si lavorava cantando, scherzando, in un fervore di attività sempre varie. Alcune delle persone che hanno condiviso con me questi che sono stati gli anni più belli della mia giovinezza, anni che sempre rimpiango, sono ancora con noi, nella Piccola Casa, come il “nonno” Castellacci, Natale, Rosetta. Ora io ho 84 anni, e ne ho vissuti 70 al Cottolengo, tra Firenze, San Jacopo e Pisa. Devo ringraziare il nostro Santo, le Suore che mi hanno confortata nel momento del dolore e mi hanno dato quell’amore che mi era mancato. Devo ringraziare anche tutti coloro (e sono tanti) che ho conosciuto e che hanno lavorato per noi, sostenuti dalla fede nel Signore e dallo spirito di carità cottolenghino. Licia

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Periodico della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Pisa

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“La Vita di San Giuseppe Cottolengo”Da questo numero riporteremo in forma condensata piccole parti del libro intitolato "Giuseppe Cottolengo" di

Piera Paltro (Ed. Messaggero Padova), che stiamo leggendo nell’ora di "ascolto e conversazione" sulla vita di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, affinché tutti possano conoscere o ricordare il grandioso spirito caritatevole del nostro Santo.

Capitolo I “PRIMI PASSI”

Giuseppino! Corri! Mamma Benedetta chiama, stando vicina alla porta: la apre appena e vede davanti a sé il povero, uno dei tanti che in quei tempi

difficili giungevano a bussare per un po' di elemosina.Il bambino arriva correndo. Sei anni, capelli fulvi, occhi pieni di vita e un

bellissimo sorriso. Sa perché la mamma lo chiama con quel tono, ed è molto con-tento: tende la mano, lei gli mette sul palmo una moneta, ed egli si slancia verso il povero, gliela porge e grida: «Ecco, è tua!». L'altro sorride, ringrazia e se ne va soddisfatto. Lo sapeva che dai Cottolengo accadeva così.

Siamo a Bra, piccola città del Piemonte, nell’anno 1792. La famiglia Cot-tolengo vi abita da quando il bisnonno di Giuseppino, Antonio, è venuto a sta-bilirvisi arrivando dalla Francia. Brava gente, che si dedica al commercio e vive con fede radicata […]La mamma Benedetta, […]educa Giuseppino a divenire generoso con i poveri […]Naturalmente impara a pregare in casa, […] il suo cuore è puro e sta con Dio, e Dio sta bene con lui.[…].Gli interessa digiunare a ogni vigilia di festa della Madonna, per esempio. Nel fanciullo si radica già il misterioso gusto di cose diverse da quelle solite della vita di tutti, senza che egli perda mai il buonumore: anzi, è affabile e simpatico, un Giuseppino con cui si sta bene, nella semplicità […].

Periodico della Piccola Casa della Divina Provvidenza di PisaANNO 1 N° 2 - Dicembre 2012

Cottolengo sotto la Torre

“Ricordando San Jacopo”Ecco riportata la vita di un nostro ospite che ha il piacere di “raccontarsi”

San Jacopo era la Casa del Cottolengo vicino a Pisa che ci ospitava anni fa e che ora è chiusa. Io in particolare sono legata da tanti ricordi a quella Casa perché ci sono arrivata quando ero una ragazza di 14 anni, rimasta priva della famiglia e della casa per le vicende della guerra. E in questo ambiente ho trovato una nuova vita e una grande, operosa e af-

fettuosa famiglia. Era una fattoria, ampia e ridente, dove c’era lavoro per tutti: contadini, Suore, ospiti in grado di lavorare. E si facevano tanti lavori: la vendemmia, l’allevamento dei polli, la raccolta dei frutti, il bucato con la cenere, ecc. C’era tanto da fare, ma si lavorava cantando, scherzando, in un fervore di attività sempre varie. Alcune delle persone che hanno condiviso con me questi che sono stati gli anni più belli della mia giovinezza, anni che sempre rimpiango, sono ancora con noi, nella Piccola Casa, come il “nonno” Castellacci, Natale, Rosetta. Ora io ho 84 anni, e ne ho vissuti 70 al Cottolengo, tra Firenze, San Jacopo e Pisa. Devo ringraziare il nostro Santo, le Suore che mi hanno confortata nel momento del dolore e mi hanno dato quell’amore che mi era mancato. Devo ringraziare anche tutti coloro (e sono tanti) che ho conosciuto e che hanno lavorato per noi, sostenuti dalla fede nel Signore e dallo spirito di carità cottolenghino.

Licia

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16 Novembre – FESTA DI MADRE NASIIl giorno 16 novembre abbiamo festeggiato tutti insieme Madre Nasi, collaboratrice del Santo Cottolengo alla

quale è intitolato uno dei quattro nuclei della nostra Casa. Marianna Nasi condivise col nostro fondatore le difficoltà degli inizi di questa grande opera, ospitando nella sua casa le Figlie della Carità e curando la loro preparazione. Era il primo germoglio delle suore del Cottolengo, che oggi lavorano in tutto il mondo al servizio dei poveri, degli infermi, degli anziani. Il 15 novembre 1832 questa suora, che è stata la prima Madre delle suore cottolenghine, si spense prematuramente. Per simboleggiare il suo fervore di carità ab-biamo preparato cuori colorati, che abbiamo disposto intorno al suo ritratto insieme a fiori di carta. Dopo aver brevemente rievocato la sua opera, abbiamo trascorso momenti di gioia cantando in allegria e gustando un piccolo rinfresco. Ci siamo così uniti tutti alle ospiti e al personale di reparto.

Maria Luisa

8 Dicembre – APERTURA DELLA MOSTRA

Come ogni anno, il giorno 8 dicembre dopo la S.Messa delle ore 10.00, abbiamo inaugurato la mostra dei lavori fatti dagli ospiti durante l’anno: ricamo, maglia, oggetti-stica (anche in pelle). Ci hanno fatto visita molte persone amiche che hanno ammirato la bravura di chi ha lavorato con passione per tanti mesi.

Paola

14 dicembre - DON PETER... DIECI ANNI DI MESSA

Tutta la piccola Casa di Pisa si stringe affettuosamente intorno a Don Peter. La fede appassionata con cui ha ri-sposto alla Voce che lo ha chiamato da un paese lontano e la dedizione nel servizio alla nostra comunità e agli infermi dell’ospedale fanno di lui un sacerdote che incarna gli ide-ali cottolenghini con piena fedeltà.

Gli auguriamo che la Provvidenza lo sostenga sempre nello svolgimento del suo ministero.

Gli ospiti, i volontari ed i dipendenti

15 Dicembre – RECITA “IL PRESEPE DI GRECCIO”

Sabato pomeriggio qui da noi abbiamo fatto la recita di Natale. Il tema era: “Il Presepio di Greccio” e la nostra chiesa era piena di gente. Io ho fatto la

parte dell’angelo e ho recitato la poesia “la luce del mondo” e tutti sono rimasti contenti e dopo la recita abbiamo fatto il rinfresco nell’ingresso e poi c’è sta-ta la mostra dei lavori fatti da noi.

Benita

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BEFANOTTI DI TERESA Ingredienti : 750 gr farina, 250 gr zucchero, 100 gr

burro, 3 uova (di cui 2 intere ed un tuorlo), 1 o 2 vanillina, una buccia di arancia e limone grattugiate, 1 bustina di lievito, un pizzico di sale, confettini di zucchero colorati.

Unire zucchero, vanillina, scorza di limone e arancia, sale, lievito e farina. Mescolare gli ingredienti; fare un “cratere” e aggiungere burro (sciolto con un po’ di latte) e le uova. Impastare velocemente e stendere la pasta alta circa mezzo centimetro. Tagliare la pasta con dei tagliapa-sta o con un bicchiere. Mettere poi i biscotti sulla placca del forno rivestita con la carta da forno; prima di infornare spennellarli con l’albume leggermente montato e disporre i confettini. Cuocere in forno a 200° per 10/15 minuti.

Ogni martedì la nostra amica volontaria Maria Teresa ci propone giochi e letture sul tema degli animali. Ad esempio, abbiamo incollato su un album delle figurine di animali che vivono in ambienti diversi e questo ci ha dato l’occasione di imparare varie cose, di vedere delle belle illu-strazioni dell’enciclopedia degli animali, di raccontare storie vere o fantastiche, di ricordare nostre esperienze di vita. Così Lido ci ha descritto la tecnica usata da un riccio per raccogliere gli acini dell’uva e portarli ai suoi piccoli, Maria Luisa ha parlato della volpe che veniva spesso a mangiare

qualcosa di buono sul terrazzo di una casa di riposo al Calambrone, nelle sere estive, Maria Giu-seppina ha ricordato con tenerezza la sua gatta Gegia, che era scomparsa al momento di partorire, ma poi era ritornata con un gattino. Ci siamo posti anche il problema della caccia, in particolare della caccia alla volpe, e Paolo ha espresso tutto il suo sdegno per questa attività che non ha più una sua giustificazione e infierisce contro creature innocenti. Maria Teresa ci ha letto anche qualche favola, dalle favole di Esopo ai raccontini di G. Rodari. Insomma abbiamo trascorso ore divertenti, dedicandoci anche a semplici giochi che ci coinvolgessero tutti.

Il Gruppo di conversazione

BEN...(E)...DETTO

Che differenza c’è tra una gallina Padovana ed una gallina Livornese?La Padovana dice "cocco dè", quella livornese "dé cocco"!!!

Maria Rita

Chi guasta la vigilia di Natale, corpo di lupo e anima di cane.Lido

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QUANDO ERAVAMO PICCINI NOI…Per la vigilia di Natale, si mangiavano ceci e baccalà... il baccalà si faceva lesso o con

la pastella… erano cibi da poveri… la sera del 23 si mettevano i ceci a mollo; prima di an-dare a letto si cambiava l’acqua. La mattina ci si levava presto, si mettevano sul fuoco e in un’oretta cuocevano… il baccalà era buono anche con l’uvetta… l’uva si faceva seccare su un “seccaiolo”… sui graticci fatti con la vitalba… poi l’uva si metteva in un sacchetto e la si tirava fuori quando si faceva il baccalà… Si mangiavano nocciole, pane, mandorle…

Per Natale, si mangiava cappone, pollo arrosto… noi mangiavamo il porchetto… si faceva la pasta fatta in casa, i tagliolini o taglierini con la salsa,… col brodo del cappone… le patate… i dolci si facevano in casa, come il ciam-bellone… ma c’erano già i cavallucci!... si beveva il vinsanto e la grappa fatta in casa, anche se non si poteva farla in casa per la legge contro gli alcolici … e si mangiavano le ultime castagne cotte…

L’albero di Natale si faceva col ginepro, che s’andava a tagliarlo in bosco, o con la mortella, un arbusto con le foglie molto piccole… ci s’attaccavano qualche mandarino, due noci, i fichi secchi si mettevano in fondo all’alberino e quelli erano tutti gli addobbi!!...le prime palline si sono viste verso gli anni ‘60… però le statuine c’erano già: S. Giuseppe, Maria e Gesù… si faceva l’altarino con la capannuccia, due pecorelle… i miei fratelli facevano il presepe in un frigorifero in muratura… Per Natale se eravamo cattivi si trovava il carbone... I regali erano vestiti, magliette, calze, e anche gli zoccoli… s’aspettava natale per rinnovare qualcosa!

Il Gruppo di conversazione

prossimi appuntamenti- LUNEDI 31 DICEMBRE: Ore 17: TE DEUM di ringraziamentoOre 21: Aspettiamo insieme il 2013! - DOMENICA 6 GENNAIO ORE 15.30:Tombolata organizzata dai volontari- DOMENICA 20 GENNAIO ORE 10.00:S.Messa per festeggiare S.Agnese - VENERDI 25 GENNAIO ORE 9.30: Festa dei compleanni e Festa di S. Agnese- SABATO 26 GENNAIO ORE 15.30:COTTOFESTIVAL- LUNEDI 11 FEBBRAIO:Giornata del Malato- MARTEDI 12 FEBBRAIO ORE 9.30:Carnevale in Casa Cottolengo- DOMENICA 17 FEBBRAIO:Ore 9:30: S.Messa per festeggiare S. GiuseppePoi: Al Carnevale di VIAREGGIO (salvo conferma)

- VENERDI 22 FEBBRAIO ORE 9.30:Festa dei compleanni e festa S.Giuseppe

ìA GESù BAMBINO

Tutte le creature sono uguali,e le distingue solo la bontà,tesoro immenso,dato al povero e al ricco.Fà che il tuo donoS’accresca in me ogni giornoE intorno lo diffonda,nel tuo nome.

U. Saba

Pro manuscripto - circolare internaRedazione: Via Mazzini 61, 56125 Pisa

Tel. 050 23709 - Fax 050 20354Email: [email protected] Anno!

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