“Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari che ... · Grazie a tutte le famiglie che con...

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“Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari che devono commuovere il cuore degli uomini ed elevarlo alla gioia spirituale?” S. Francesco (Fonti francescane n. 1 592)

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“Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari che devono commuovere il cuore degli uomini ed elevarlo alla gioia spirituale?”

S. Francesco (Fonti francescane n. 1 592)

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“Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi” Salmo 90,11

RINGRAZIAMENTI Un sentito grazie a tutti i Vecchi Lupi dal pelo color del tasso e a tutte le persone che da quando iniziai a fare servizio in Branca Lupetti (V.d.B.1999) mi hanno accompagnato, offrendo tanti spunti di crescita a me e ai ragazzi che Dio ci affida. Grazie a chi si è fatto strumento nelle mani di Dio, grazie a chi si è messo in ascolto della Sua voce con semplicità, grazie a tutti i veri ricercatori di Dio. E grazie a tutti i lupetti che hanno seguito facendo del loro meglio la pista dei vecchi lupi e, soprattutto, la pista del primo vecchio lupo, Gesù. Grazie a tutte le famiglie che con noi hanno collaborato, che ci hanno affidato i loro figli. Grazie alla mia famiglia, per avermi indirizzato sulla strada dello Scautismo. Grazie ad Agnese Paola (falco impetuoso), per avermi spronato con il suo temperamento da vera donna di carattere che non molla mai a non abbandonare la traccia una volta avvistata la preda. E soprattutto grazie al Signore, per avermi dato la possibilità di vivere la bella avventura dello scautismo e del lupettismo in particolare, e per avere seminato molto in me e attraverso me (spero!) nei cuori e nelle vite di tante persone. Grazie allo Spirito Santo per tante ispirazioni buone, per avere rivelato tante cose ai piccoli, ai semplici, ai puri di cuore, per aver fatto di Francesco d’Assisi e di tanti santi come lui dei veri giullari di Dio. Grazie all’angelo custode che veglia accanto ad ognuno di noi e protegge i passi a volte un po’ spericolati dello scout giovane e inesperto. Grazie a Maria, nostra mamma del cielo, per la sua intercessione. Rendici davvero cortesi e buoni come Gesù e non lasciarci mai, ma stringici sempre come stringevi a Te Gesù.

Foto in copertina di Andrea Macco: Caccia francescana (2006) – crocifisso realizzato sul momento con legno e corda.

Disegno in copertina: S. Francesco giullare di Dio (acquerello su cartoncino), realizzato dal lupetto Simone Travali con l’aiuto della mamma pittrice.

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INDICE

Introduzione ................................................................................................................................................. 4

La «pista bianca» ....................................................................................................................................... 4

Genesi delle «Cacce di pista bianca» ......................................................................................................... 6

Le Cacce di questa tesina ........................................................................................................................... 9

Suggerimenti - per il Consiglio di Branco .............................................................................................. 10

Cinque (semplici) consigli. Perché una Caccia francescana possa riuscire bene. ................................... 10

Altri cinque consigli. Per proporre Gesù ai bambini. .............................................................................. 11

Illuminatori di uomini. ............................................................................................................................. 12

Percorso francescano per la presentazione della Preghiera del Branco ............................................... 13

Caccia francescana «Come Francesco, a servizio di Gesù» ................................................................... 17

Caccia francescana «Il Cantico delle creature: la gioia di un Giullare di Dio» ................................... 19

Il Cantico delle creature - una pagina per il Q.d.C. ................................................................................. 24

Festa di S. Francesco, festa della Buona Azione ..................................................................................... 26

I Misteri della Luce: come pregare il rosario in Branco ........................................................................ 28

Realizzazione di candeline di cera colorata ............................................................................................. 33

Riconoscimenti ........................................................................................................................................... 36

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«Tutto ciò che noi facciamo per libera scelta personale ha la felicità come ultimo scopo.

Le idee dei bambini sulla felicità sono molto sane, e molto solidali con l’umanità nella forma migliore di questa; essi lavorano per conquistarla con semplice immediatezza.

Ed hanno assai maggiore e completo successo che non i più grandi. Non hanno ancora dimenticato il segreto,

che ciascuno nascendo conosceva, di come essere felici»

-Vera Barclay-

INTRODUZIONE

LA «PISTA BIANCA» Il tema di questa Tesina di Brevetto riguarda le Cacce di Pista Bianca.

Prima di analizzare cosa sia una “caccia” di questo tipo, ritengo necessaria una brevissima premessa sulla “Pista Bianca”: nella visione cattolica dello scautismo, l’agire del Capo Scout mira alla formazione del buon cristiano, oltre che del buon cittadino. Ognuno dei Quattro Punti su cui Baden Powell ha fondato il Metodo Scout1 (Formazione del carattere e della personalità; Abilità manuale e senso del concreto; Salute e crescita fisica; Servizio del prossimo) è strumento utilizzato per facilitare l'incontro col Padre.2

Ciò premesso, il termine “Pista Bianca” altro non è che è una codificazione fatta dal Lupettismo, con il suo Metodo e il suo linguaggio, di questo agire del Capo volto alla formazione del buon cristiano

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La Pista Bianca è costituita da una specifica batteria di prove all’interno del cammino del Lupetto, dalla sua Ammissione in Branco fino al conseguimento delle Stelle e delle Specialità e infine del Passaggio in Riparto. Sarebbe interessante approfondire il cammino di formazione della personalità compiuto dal Lupetto che giunge al Brevetto di Lupo Anziano; ci basti appuntare che per il suo conseguimento le Norme Direttive FSE di Branca Lupetti prevedono che il Lupetto abbia conseguito almeno tre specialità, di cui una di Pista Rossa, ovvero dell’ambito legato al Servizio del prossimo: questo fatto conferma l’intrinseca presenza della formazione spirituale in ognuno dei Quattro Punti di B.-P.; in particolare, con

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1 Baden Powell, "Il Libro dei Capi". 2 Per un approfondimento sui Quattro punti di B.-P. in relazione alla formazione spirituale si rimanda, ad esempio, a questi testi: 1) Giovanni Morello, "Le quattro ruote del carro", tratto dal numero 182 di "Esperienze e Progetti", Centro Studi Baden Powell, 2009; 2) Aldo Grieco, "Sono 4 o 5 i “Principi” dello Scoutismo? ", tratto dal numero 180 di "Esperienze e Progetti", Centro Studi Baden Powell, 2009; 3) Ass. It. Guide e Scouts d'Europa Cattolici della Fed. dello Scoutismo Europeo – Distretto di Treviso: "Metodo Scout e vita cristiana (Le intuizioni pedagogiche di B.P. a servizio dell’educazione alla fede)", Ciclostilato in proprio ad uso interno dei propri capi, pro manuscripto; 38 pagine; 4) Ass. It. Guide e Scouts d'Europa Cattolici della Fed. dello Scoutismo Europeo: "I quattro punti di B.P. – Una proposta alle ragazze e ai ragazzi di oggi donne e uomini di domani (Strumento di lavoro per l’Incontro Capi del Decennale)", Ciclostilato in proprio ad uso interno dei propri capi, pro manuscripto, Treviso, 1986, 80 pagine. 3 Nota storica: una osservazione di fondo è che lo Scautismo di B.-P. è naturaliter religioso, ma non è confessionale. Né sarebbe potuto esserlo in un paese, come la Gran Bretagna, allora come oggi diviso fra una quantità di denominazioni religiose. B.-P, quindi, pur insistendo sull’importanza del dovere verso Dio, non ha poi previsto nulla di specifico a questo proposito, né mezzi concreti per l’educazione alla fede. Quando lo Scautismo è stato recepito in ambiente cattolico, è stato “interpretato cattolicamente”. Quindi non è stato alterato né modificato nulla, ma lo Scautismo di B.-P. è stato immerso in un’atmosfera e in uno spirito cattolici. Un solo esempio: nella Promessa di B.-P. lo Scout dice: “Prometto sul mio onore…”. Uno Scout cattolico invece dice: “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore…”. Una aggiunta apparentemente piccola, ma fondamentale per un cattolico il quale è ben cosciente che senza l’aiuto di Dio lui non può nulla. Gli esempi potrebbero continuare a lungo ma non è possibile farlo qui. Il principale (non l’unico) autore di questa “cattolicizzazione” dello Scautismo di B.-P. fu Padre Sevin, fondatore degli Scouts cattolici in Francia nel 1920. I termini “Pista Bianca”, così come “Sentiero Bianco” (e ciò vale anche per tutti gli altri colori), vengono proprio dall’esperienza francese di padre Sevin. Nell’ASCI questi termini non erano utilizzati. La FSE, nel riprendere tutto il patrimonio dell’ASCI, lo ha integrandolo con una serie di altri elementi provenienti dagli Scouts d’Europa francesi (eredi spirituali del padre Sevin). Anche su questo tema ci sarebbe molto da scrivere ma non è possibile farlo qui.

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la Specialità di Lupo Anziano, al Lupetto che abbia dimostrato di vivere appieno i principi e i cardini del Lupettismo, e quindi anche di essere un amico fedele di Gesù, viene chiesto uno impegno speciale nel servizio del Prossimo. Come a dire: non si può servire se non accompagnati da Gesù in quanto – l’altra faccia della stessa medaglia – chi ha stretto vera amicizia con il Nazzareno non può che sentire come sbocco naturale il farsi come Lui (nella misura che può farlo un bambino di 10-11 anni): un gioioso servitore di chi è più piccolo (i cuccioli e le Zampe Tenere), di chi ha fiducia di noi (i Vecchi Lupi, i genitori, le maestre, ecc.) e di chiunque capita e che aspetta sempre di ricevere una Buona Azione. Si potrebbe riassumere il tutto, con linguaggio Scout, parlando del Lupetto come un gioioso esecutore di “tiri birboni”, oppure ancora come un instancabile “giullare di Dio”.

Parlare di tiri birboni e parlare soprattutto di giullari di Dio ci porta già nel clima francescano cui sono dedicate diverse delle Cacce di questa tesina. Se, infatti, si è fin qui capito che cosa si intende con “Pista Bianca” (obiettivo), è facile intuire il legame con quello che si configura come uno strumento di questo obiettivo. Le “Cacce di Pista Bianca” possono diventare uno strumento efficacissimo se usate nel giusto modo e se di esse non si abusa; perdono immediatamente di efficacia se vengono vissute con superficialità o come mero momento ludico (queste cacce sono impregnate di gioiosità, ma mai di puerilità, infantilismo e vuota coreografia).

Prima di passare ad un excursus storico sull’origine delle Cacce di Pista Bianca, riporto un passo di Vera Barclay4

«Quando si comincia a pensare a questo argomento [la formazione spirituale del Lupetto, N.d.R.], la parola che viene alla mente naturalmente è “religione”. Ora, la parola “religione”, nel pensiero di molta gente, è qualcosa di inestricabilmente intrecciato con il catechismo e le prediche. Come ho detto, io qui non mi occupo di questo.

che può ben riassumere il senso profondo della “Pista Bianca” nel Lupettismo.

Prima di tutto, cerchiamo di afferrare il significato essenziale della parola ed usiamola nel senso che gli dà Sant’Agostino quando dice che deriva da religare, “legare”, e scrive: “La religione ci lega a Dio Onnipotente”. Perciò, nel cercare di cogliere le potenzialità religiose che sono alla base del Lupettismo, dobbiamo aver chiari quattro punti: 1) che la religione non consiste nel praticare certe funzioni ad orari stabiliti, ad esempio, le preghiere alla mattina e alla sera e la messa alla domenica; e nemmeno nel sentimentalismo emotivo; o nella conoscenza della storia biblica e dei canti religiosi; ma che consiste nella retta volontà, nella relazione dell’anima con Dio. Ciò in ogni momento del giorno, qualsiasi cosa si stia facendo. 2) Che si educa spiritualmente pompando periodicamente nel ragazzo le verità della religione, ma che è necessaria un’educazione globale del corpo e dello spirito per essere in grado di collaborare con la grazia di Dio che è nell’anima. 3) Che l’anima del ragazzo non è una cosa separata dal ragazzo stesso, come il vestito della domenica che le persone pie ed ammodo indossano al momento opportuno, ma che è proprio quel ragazzo con il quale tutti hanno a che fare ogni momento. 4) Che nella vita c’è soltanto uno scopo buono: qualsiasi cosa facciamo o va verso di esso o lo contrasta; si tratta, cioè, dell’adempimento alla Volontà divina. In breve, nel condurre il Branco noi lavoriamo con Dio sul Suo materiale più bello, le anime dei bambini; dico, non soltanto durante le preghiera del Lupetto, ma al campo, nei giochi, in ogni momento. […] Pertanto, tutta la formazione che facciamo, è formazione di un essere spirituale e, quindi, si potrebbe collocare sotto il titolo di “formazione spirituale”.»

4 Vera Barclay, "I Lupetti e La Formazione del Carattere", tratto da "Scautismo e Lupettismo con Vera Barclay" numero speciale 166 di "Esperienze e Progetti", Centro Studi Baden Powell, 2006 .

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GENESI E CARATTERISTICHE DELLE «CACCE DI PISTA BIANCA» Baden Powell nel Manuale dei Lupetti e Vera Barclay nei suoi commenti al Manuale stesso e nei suoi sussidi ai Capibranco non parlano mai esplicitamente di questa tipologia di attività, per quanto qua e là si possano rinvenire interessanti elementi che divengono essenziali per lo svolgimento di una buona Caccia di Pista Bianca. Parlo ad esempio dell’invito che Vera Barclay fa ripetutamente di utilizzare lo strumento del racconto. E non soltanto per quel che concerne le Storie di Mowgli tratte dal Libro della Giungla, ma anche di altro genere, con personaggi e situazioni in cui i Lupetti possano immedesimarsi.

«Secondo il modo in cui i personaggi agiscono nella storia, il Lupetto forma il suo giudizio sul mondo, sui movimenti degli uomini, sulle cause e sugli effetti. Una storia ben raccontata può essere piena di insegnamenti e di idee sulla realtà della vita, e non deve avere per forza la stessa quantità di avventure straordinarie di un racconto scritto, purché vi siano molti avvenimenti che siano logicamente coordinati, che i personaggi agiscano come uomini veri e, soprattutto, che quello che racconta sia egli stesso molto interessato ed assorto.»5

Mi sembra naturale osservare che i racconti che hanno come protagonisti personaggi storici quali i Santi o Gesù Cristo stesso (o personaggi a Lui vicino) possono essere davvero quelli che contengono un alto insegnamento di vita, purché, ovviamente, si tratti di fatti e accadimenti alla portata dei bambini. Verrebbe da pensare che, ad esempio, la narrazione della Passione di Gesù potrebbe presentare toni troppo forti per un bambino di 8-10 anni. Una attività svolta in Branco con il Consiglio di Akela sulla Via Crucis ha mostrato come invece sia possibile presentare anche ai Lupetti l’evento più importante della nostra Fede (l’evento Gesù Cristo, la sua morte e la sua risurrezione), avendo l’accortezza di creare la giusta atmosfera (un percorso a stazioni con delle illustrazioni), di scegliere i giusti brani e di accostarli a riflessioni adatte ai bambini (ma non per questo meno efficaci per i più grandi. Anzi, ad essere semplici spesso si finisce con il toccare molti cuori). Vera Barclay si esprimeva così

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«Conosco un altro narratore di parabole che per ogni occasione ha raccontato una storia che risuona vera, ed è il narratore di storie divine, Gesù Cristo. Le sue storie sono chiamate anche “parabole” ma non sono mai simboliche o allegoriche; sono storie genuine con la morale, o analogie in termini umani di verità spirituali. Agli adulti possono piacere le allegorie; ai bambini no.»

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Storie dirette, parabole semplici ed efficaci, proprio come quelle del falegname di Nazareth. Lui stesso invitava ad essere semplici come bambini nell’accogliere il suo annuncio per entrare nel Regno dei Cieli. Quando inventiamo delle attività di Pista Bianca (ancor più delle Grandi Cacce, delle Veglie o delle Cacce d’atmosfera) dovremmo sempre tenere a mente questo punto e più che scervellarci in grandi elucubrazioni ed “effetti speciali” forse basterebbe tenere davanti agli occhi i testi di chi vogliamo trasmettere. Parlo dei Vangeli, nel caso di Gesù e delle fonti francescane nel caso di San Francesco, per citare le due figure che più so propongono in Branco.

Ciò premesso sulla valenza dei racconti, vediamo quali possono essere le altre prerogative di una “Caccia di Pista Bianca”. Come ho accennato poco sopra, le tipologie di queste Cacce possono essere molteplici: Grandi Cacce, Veglie e Cacce d’atmosfera sono solo alcuni dei nomi coi quali le si suole indicare. Il primo termine fa riferimento al fatto che l’arco di tempo che investe una Caccia di Pista Bianca non è mai quello di una semplice attività da riunione ordinaria. Una Caccia di Pista Bianca non si consuma in 15-20 minuti, ma spesso occorre dedicarle o una grossa fetta di una riunione o, meglio ancora, una caccia domenicale o una serata delle Vacanze di Branco. Talvolta si protrae pure per più giorni, con alcune fasi “preliminari” di preparazione della Caccia vera e propria. Per i Vecchi Lupi stessi la preparazione di una Caccia di Pista Bianca è un grande lavoro. Affinché la sua riuscita non si tramuti assai rapidamente in un fiasco occorre pianificarla con grande attenzione, contare bene le risorse a disposizione, concordare (o, meglio ancora, concertare con tutto il Co.Bra.) le varie fasi della Caccia, i compiti, i ruoli, e via dicendo. 5 Vera Barclay, "Come condurre un Branco", Fiordaliso, 1945; 100 pagine. 6 Vera Barclay, "I Lupetti e La Formazione del Carattere", tratto da "Scautismo e Lupettismo con Vera Barclay" numero speciale 166 di "Esperienze e Progetti", Centro Studi Baden Powell, 2006 .

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Ho per questo stilato “cinque consigli” per lo svolgimento di queste cacce che riporterò come successivo capitolo a se stante di questa tesina (insieme ad altri cinque consigli su come proporre Gesù ai bambini).

Le altre due terminologie usate, “Veglie” e “Cacce d’atmosfera” alludono a specifici aspetti di una Caccia di Pista Bianca. Se le Veglie sono più statiche e, solitamente, sono sempre collocate nella fascia oraria dopo cena, le Cacce d’atmosfera sono invece più dinamiche e, come suggerisce il termine, cercano di sfruttare al meglio la leva emotiva che luci soffuse, personaggi in costume e canti appropriati possono facilmente indurre nel Lupetto. Tutti questi elementi è bene che ci siano e che siano curati, tuttavia mi preme sottolineare che non devono mai ridursi ad un contenitore senza contenuto.

Se di questa particolare tipologia di attività, B.-P. e Vera Barclay non parlano mai esplicitamente (le attività codificate da B.-P. sono, a ben vedere, tutto sommato poche, solo in Scoutismo per Ragazzi egli offre una strutturazione più dettagliata sulle varie tipologie di attività per un Esploratore; per il resto egli fa molto affidamento sullo spirito di inventiva che ogni Capo dovrebbe avere all’interno dei binari del Metodo!) si può forse rinvenire il primo esempio di Caccia di Pista Bianca nella Veglia chiamata “Vigilia della Promessa per i Lupetti” presente nei sussidi dell’ASCI7

È interessante notare come all’interno della Veglia vengano riportati alcuni racconti, tra cui, ad esempio, quello del Lupo di Gubbio, tratto dalla vita di San Francesco. Lo stesso Gesù si rivolge in maniera diretta al Lupetto parlando in prima persona della sua vita trascorsa, da bambino, a Nazareth. Inoltre – altra caratteristica importante per una Caccia di Pista Bianca – il Lupetto non subisce mai passivamente l’attività, ma è chiamato ora a dialogare con i personaggi che incontra, ora a compiere qualche gesto. Nella “Vigilia della Promessa per i Lupetti” sono affidati ai Lupetti stessi una serie di interventi (che nemmeno si possono definire preghiere; piuttosto delle acclamazioni) da leggere al momento opportuno. Si noti ad esempio il seguente passaggio:

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«Il capo e poi i lupetti leggono la seguente preghiera: Signore Gesù - mio Maestro – e modello, - aiutami sempre, - a lavorare con piacere, - a rendere ogni giorno, - un servizio a qualcuno, - a fare ogni cosa, - del mio meglio, - così sia. Se i Lupetti hanno fatto dei piccoli lavoretti il capo li depone su un tavolino accanto all’altare vicino alla fiamma» Anche l’attività manuale può rientrare in una caccia di Pista Bianca, in questo caso sembrerebbe nella parte di preparazione della Veglia stessa. Quelle che poco sopra chiamavo le “fasi preliminari” e che, come si è visto ora, possono coinvolgere anche la altre piste del Lupetto perché, come abbiamo discusso ampiamente in precedenza, la Pista Bianca compenetra le altre piste ed è giusto pertanto che le altre piste possano essere orientate verso una attività (spesso centrale nella vita di un Branco) quale una caccia di Pista Bianca.

Per tornare alla storia di queste Cacce, il vero ideatore, per come le intendiamo oggi, sembra sia stato Gigi Tedeschi, supportato da Augusto Ruberto (Akela d’Italia dell’epoca). Gigi Tedeschi, come ricorda don Alberto Bisson8, aveva dato vita ad un paio di ciclostilati negli anni ‘80 (editi nel 1985 in un numero limitato di copie9). Il suo lavoro si basava sul recupero e sulla rielaborazione di materiale di vecchie cacce francescane dei tempi dell’ASCI10

7 Sac. D. Nobels, "Vigilia della Promessa per Lupetti ed Esploratori", Fiordaliso, Roma, 1945.

. Dunque, in sostanza, si può affermare senza far torto a nessuno, che l’origine dell’idea sia ASCI, ma che il suo perfezionamento sia FSE.

8 Ass. It. Guide e Scouts d'Europa Cattolici della Fed. dello Scoutismo Europeo , "Cacce francescane lupetto (a cura di don Alberto Bisson)", Commisariato Nazionale Branca Lupetti, 1990. 9 Ass. It. Guide e Scouts d'Europa Cattolici della Fed. dello Scoutismo Europeo - Branca Lupetti: "Cacce Francescane Lupetto (Raccolta di esperienze curata da Luigi Tedeschi)", Ciclostilato in proprio ad uso interno dei propri capi, pro manuscripto, 1985. Senza numero di pagine. 10 Ho in particolare rinvenuto i seguenti testi: 1) ASCI - Branca Lupetti: "Piste - Selezione di articoli sul Lupettismo", arti grafiche F.lli Palombi, Roma, 1953; 264 pagine. In esso: - "Caccia di religione", tratta da "Attorno alla Rupe" (circolare di

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Lo stile di Gigi Tedeschi ha costituito una sorta di modello che lo stesso don Alberto Bisson ha fatto suo con tutta la Branca Lupetti. Le Cacce di Pista Bianca, in particolare quelle francescane, si trovano oggi proposte ai Campi Scuola di Branca Lupetti e alle Rupi Francescane con immancabile puntualità. Meno frequentemente le si vede proposte nei nostri Branchi, ancor meno frequentemente nelle altre unità.

Su Internet e su altri mezzi di comunicazione telematica, si iniziano a reperire alcuni testi e alcune tracce di presunte cacce francescane o cacce di spiritualità. Purtroppo – lo dico con sommo rammarico – si tratta, non sempre ma spesso, di lavori approssimativi e che talvolta fuorviano proprio da ciò che dovrebbe essere una Caccia di Pista Bianca. Un paio di esempi su tutti: cacce che hanno come personaggi - cito testualmente - «di cui non è importante conoscere il nome» e che raccontano il «volersi tutti bene che Francesco chiamava perfetta letizia»… (Se qualcuno sta pensando: “Ma non è questa la perfetta letizia…?!?” corra urgentemente a leggersi le fonti francescane!). Ma si possono anche trovare cose proprio fasulle. Come una caccia francescana in cui Pietro di Bernardone è un padre gentile, aggraziato nei modi, che vuole tanto bene a suo figlio e che non vede l’ora di unirsi a lui! Che si tratti di una visione speranzosa per testimoniare che nulla è impossibile a Dio? È di certo l’unica spiegazione possibile, se non si vuol pensar male e credere che chi abbia scritto ciò non abbia MAI letto una biografia di San Francesco…

collegamento per Capi Branco dell'ASCI) n° 2, 1950; - "Caccia sul fioretto della perfetta letizia", tratta da "Attorno alla Rupe" n° 6-7, 1950; - "Caccia di 'atomosfera': I re magi", tratta da "Attorno alla Rupe" n° 10, 1949; 2) ASCI - Assistentato Centrale: "L'Assistente nel Branco", Scuola Tip. Ist. S. Gaetano, Vicenza, 1965; 88 pagine. In esso: - "Attività di atmosfera religiosa sul Cantico delle Creature di S. Francesco", a cura di P. G. Moro.

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LE CACCE DI QUESTA TESINA Cercando di seguire le linee guida che ho cercato di tratteggiare in questa Introduzione (partendo da Vera Barclay fino a Gigi Tedeschi e don Alberto Bisson), il progetto da me portato avanti legato alle “Cacce di Pista Bianca” è un progetto che vuole andare al di là della sola branca Lupetti: vorrebbe far sconfinare anche nelle altre branche, fin in quella degli adulti, un po’ di quella gioiosità da giullari di Dio che è tipica di queste Cacce.

Di seguito riporto un elenco delle attività in mio possesso (repertorio di Cacce realizzate in Branco dal sottoscritto e ideate personalmente o con l’aiuto di qualche altro Vecchio Lupo) e che, a Dio piacendo, potrebbero in futuro dare vita ad un libro-manuale per i Capi. Per ragioni di brevità, è stata qui effettuata una selezione. Trattandosi questa di una Tesina di Branca Lupetti, si sono scartate le Cacce rivolte anche ai più grandi (come le Veglie di Pentecoste, le Cacce Paoline) e di quelle prettamente Lupetto si sono scelte cinque tra le più significative (nell’elenco qua sotto quelle sottolineate).

CACCE FRANCESCANE 1. Percorso francescano per la presentazione della Preghiera del Branco 2. Caccia francescana «I fioretti francescani» 3. Caccia francescana «Come Francesco, a servizio di Gesù» 4. Caccia francescana «Gioia, amicizia e perfetta letizia in Francesco e compagni 5. Caccia francescana «il Cantico delle creature: la gioia di un Giullare di Dio» 6. Grande Caccia «Perugia contro Assisi» 7. Festa di S. Francesco, festa della Buona Azione

CACCE con GESU’ e CACCE MARIANE 8. La Passione di Gesù attraverso la Via Crucis per i ragazzi 9. I misteri della luce: come pregare il Rosario in Branco 10. Attività con Maria e Gesù: alla scuola di Cana di Galilea 11. Veglia Pasquale accompagnati da San Giovanni

ALTRE ATTIVITÀ 12. Caccia Paolina 13. Senza la Messa non possiamo vivere: i martiri di Abitene – Rappresentazione drammatizzata 14. Speciale caccia: “Il mio impegno in famiglia” 15. Veglia di Pentecoste: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito” 16. Veglia della luce: i nove frutti dello Spirito Santo 17. Veglia della luce: il Cieco Bartimeo 18. Veglia della luce: «Cristo luce e speranza del mondo»

Prima di prendere in esame, nei capitoli successivi, ciascuna delle cinque Cacce selezionate, seguono come annunciato cinque “consigli” rivolti ai Vecchi Lupi per una proficua attuazione di queste tracce e, più in generale, per una buona realizzazione di questa tipologia di attività. Seguono altri cinque “consigli” su come proporre Gesù ai bambini. Chiuderà il capitolo dei “suggerimenti” un brevissimo passo proprio dell’ideatore del termine di “Pista Bianca” che ho qui abbondantemente usato (si veda la nota a piè pagina n. 3): parlo di padre Sevin, con un passo tanto corto quanto succoso sul senso dell’essere Capo, ovvero dell’essere un illuminatore di uomini.

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SUGGERIMENTI - Per il Consiglio di Branco CINQUE (SEMPLICI) CONSIGLI. PERCHÉ UNA CACCIA FRANCESCANA POSSA RIUSCIRE BENE. 1. È bene che TUTTI i Vecchi Lupi (e non solo Akela e Baloo!) abbiano letto BENE la traccia della caccia francescana e, magari, abbiano anche discusso insieme i dettagli tecnici (le stazioni devono essere qui, qui e qui. Tu guiderai questo gruppetto e farai… Tu ti occuperai del canto finale, tu…). 2. I canti NON vanno IMPROVVISATI, specie in una caccia francescana. Tutti i canti che verranno fatti è bene che siano stati provati da TUTTO il Branco nei giorni prima o nelle riunioni prima della Caccia. 3. Non trascurare I COSTUMI e l’ILLUMINAZIONE! I lumini e le torce sono una parte integrante di una buona caccia francescana. Ogni personaggio deve avere un costume che sia adatto alla sua parte. Evitare costumi ridicoli o buffi (a meno che il personaggio non lo richieda volutamente). 4. La LETTURA DELLE FONTI FRANCESCANE o dei passi di riferimento è sempre consigliata, anche per chi conosce già il racconto. Non fidarti della tua memoria, rileggilo e fallo scorrere dentro di te più volte, in modo che tu possa farlo tuo. Ricorda infine: un racconto ha sempre qualcosa di nuovo nascosto e tu, Vecchio Lupo, sei il primo che ha qualcosa da imparare da esso! 5. Una caccia francescana ha un alto valore pedagogico educativo e – ricorda – va vissuta con spirito religioso. I Vecchi Lupi devono essere i primi a calarsi in questa atmosfera, sì gioiosa, ma anche raccolta e sobria. Evitare, nel contorno della caccia francescana, il chiasso e la chiacchiera non controllata. Se sarete così bravi da mantenere voi per primi il silenzio al termine di una caccia francescana, state certi che raccoglierete frutti inaspettati!

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ALTRI CINQUE CONSIGLI. PER PROPORRE GESÙ AI BAMBINI. 1. Abbiate coraggio! Abbiate coraggio di proporre ai lupetti delle belle attività di Pista Bianca, che non si limitino alle attività su San Francesco! 2. Le attività qui proposte sono innanzitutto per i Vecchi Lupi! Fate una bella preparazione di Consiglio di Branco (che coinvolga non soltanto Akela o Baloo) discutete insieme della traccia, meditatela insieme, come fosse un piccolo momento di preghiera o di condivisione. È questa la chiave per rendere l’attività un possibile successo. 3. Siate voi stessi a usare la Parola di Dio e i Vangeli in particolare. Una delle prove di Pista riguarda proprio l’uso e la conoscenza dei Vangeli. Siate voi per primi ad espandere e dilatare questa prova nella vostra vita. Vedrete, allora, che verranno in mente anche a voi, con la vostra esperienza di capi e di educatori, gli spunti giusti per possibili attività volte a raccontare Gesù ai bambini. 4. A Baloo fate fare i giochi, non le chiacchierate di pista bianca! Se avete la fortuna di avere un Assistente, usatelo per la vostra preparazione (ad esempio in sede di programmazione), ma poi siate voi a proporre Gesù ai bambini! Vedrete come cambierà, da parte dei bambini e dei ragazzi, la percezione della religione e della fede. 5. Chi l’ha detto che le attività di pista bianca sono noiose? Divertitevi!

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ILLUMINATORI DI UOMINI.

- Figlio mio, tu sei scout. Sai che cosa è uno scout?

- Un esploratore, Signore.

- E un esploratore è una guida. Conosci la storia di quel cieco che voleva guidare un altro cieco e caddero entrambi nella fossa e perirono?

- Signore, se vi degnerete di guidarmi, questa disgrazia non mi accadrà mai.

- Hai ragione d’invocarmi: io sono la Prima Guida, il Primo Esploratore.

Sono non solamente la guida, ma il cammino;

Non solamente l’esploratore, ma la Luce;

E colui che mi segue non camminerà nelle tenebre.

Seguimi e vedrai chiaro;

Seguimi e la tua lanterna illuminerà i tuoi fratelli scout;

Seguimi ed io farò di te uno scout, cioè un illuminatore di uomini.

Come lo furono i giovani di Galilea, che si chiamavano Giacomo e Giovanni, Pietro, Andrea e Filippo, e gli altri, che furono la mia prima pattuglia.

(Dal Prologo di: Sevin, "Il Vangelo dello Scout", Ed. Ave, Roma, 1946; pagine 110.)

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Percorso francescano per la presentazione della Preghiera del Branco OBIETTIVI DELLA CACCIA: - Presentare gli episodi più salienti della vita di San Francesco; - Far comprendere ai lupetti perché Francesco è stato preso d’esempio da

tante persone; - Presentare ai lupetti la Preghiera del Branco, in riferimento agli episodi mostrati. PERSONAGGI: MATERIALE e/o COSTUME: - Croce di San Damiano Semplice croce scout di legno - Gruppo di lebbrosi Cenci, stracci, campanelli - Abitante di Gubbio Abito distinto e bastone - Pescatore veneziano Abito da pescatore - Frate Saio francescano NOTA: tutti gli episodi a cui si fa riferimento sono tratti dalle Fonti Francescane. Tra parentesi è indicato il capitolo di riferimento: ciascun personaggio è bene che lo consulti per aggiungere particolari al suo racconto. SVOLGIMENTO:

Akela con il Branco in marcia verso il posto della caccia (sarebbe bello un santuario o convento francescano, ma va bene anche un’edicola votiva o una cappella – A Genova è molto indicato il percorso di Salita Nuova N.S. del Monte che sale al Santuario dei francescani della Madonna del Monte).

Lungo la strada incontreranno, abbastanza distanziati, diversi personaggi che gli parleranno di Francesco… Ogni racconto deve durare indicativamente 5 minuti.

Akela invita i lupetti a riflettere su ciò che hanno di volta in volta ascoltato; al termine del percorso può introdurre una condivisione spontanea su ciò che lì ha più colpiti oppure una preghiera spontanea o, ancora, far loro fare un disegno su uno degli episodi ascoltati.

Si termini l’attività con la recita della Preghiera del Branco.

LE STAZIONI:

CROCE DI SAN DAMIANO [F.F. 593 – 595 ; 1411] :

Il Vecchi Lupo che darà voce alla croce sarà nascosto (ad esempio dietro un muretto a cui è appoggiata la croce) o, se ciò non è possibile, sarà accucciato a fianco della croce con la testa bassa e farà capire con un cenno che è la croce a parlare.

Il racconto è di questo tipo:

«Eccomi qui, all’ombra di un muro, dimenticato da molti, ignorato da tanti che passano qui davanti e nemmeno si fermano a salutarmi… Ehh (sospiro) come vorrei accendere un grande fuoco nel cuore di ognuno e farlo ardere d’Amore! In fondo ho dato la vita per ognuno di loro! Gli uomini, invece, sono così presi dai loro affari, dai loro intrighi, a volte anche da tante cose buone, come la famiglia, i figli, le persone malate, le difficoltà della vita! Ed io, che sarei qui per ascoltarli ed aiutarli… resto solo! Per fortuna qualcuno ogni tanto entra nella piccola chiesetta di San Damiano! Però… spesso chi viene qua parla sempre lui e non mi fa dire nulla! Ed io, che volete che faccia? Io lo rispetto e l’ascolto ma… (sospiro) se posso l’aiuto, ma molte volte gli uomini andrebbero instradati, loro non vedono ad un palmo dal naso: io invece li posso guidare sulla via giusta, che li rende felici e liberi…

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Un po’ come ho fatto con quel giovane d’Assisi, Francesco! È stato uno dei pochi che è entrato qui ed è restato per un po’ in silenzio. Si vedeva che era un ragazzo alla ricerca, insoddisfatto di stare sempre nella bottega del padre a vendere stoffe preziose… L’ho sempre detto agli uomini che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli, ma loro… ehh (sospiro) si fanno ingannare! Francesco no, era un ragazzo puro, un ragazzo assetato di verità e generoso! E così, nel silenzio della Chiesa di San Damiano l’ho chiamato… FRANCESCO, FRANCESCO! Lui, lo vedo, inizialmente è stordito, frastornato! Non capisce chi è che gli parla! Ma sono io, no? Sono qua, davanti a te, non mi vedi sulla croce? Allora riprovo a chiamarlo, più forte : FRANCESO, FRANCESCO! Ecco lo vedo, Francesco ha capito! Gli si sono illuminati gli occhi! Mi spingo oltre e dico: “Francesco, non vedi la mia casa sta crollando? Va’ dunque e riparala!” Ha il volto pieno di luce quel ragazzo e mi risponde: “Lo farò volentieri, Signore!” Egli però, ha frainteso! Pensava mi riferissi alla chiesetta di San Damiano, la chiesetta fatta di pietra e mattoni che era un po’ malconcia e rischiava di crollare da un giorno all’altro! Ehh (altro sospiro). Ma ci mise così tanto impegno ed entusiasmo nel ripararla, anche contro la volontà di suo padre, che fui orgoglioso di Francesco e non potei fare a meno di aiutarlo in tutto quel che faceva, di seguirlo sempre e di fargli poi capire, col tempo, che la Chiesa da riparare era un’altra… la Chiesa fatta dagli uomini e di cui io sono a fondamenta, e che aveva tanto bisogno di una persona semplice e gioiosa come Francesco per scuotersi dal torpore e dell’immoralità in cui era caduta! (breve pausa di silenzio) Andate, pellegrini, giovani lupetti e vecchi lupi qui in sosta, e portate a tutti la buona novella di Dio, come ha fatto Francesco! La mia benedizione è su di voi.»

La voce cessa e alle eventuali domande dei Lupetti risponderà Akela, che invita intanto il Branco a proseguire…

GRUPPO DI LEBBROSI [F.F. 348 ; 1045 ; 1569] :

Questa “Tappa” richiede da parte dei Vecchi Lupi un buono spirito di improvvisazione. Nascosti dietro un cespuglio o un muretto basso, i lebbrosi, non appena sentono arrivare i lupetti, inizieranno a muovere i loro campanelli e a gridare: «State lontani, via! Via, di qui! Che ci fate voi qui tra noi lebbrosi?? Siete venuti anche voi ad insultarci?»

Sempre restando dietro i cespugli e facendosi solo in parte vedere, intavoleranno quindi un dialogo con i lupetti, stuzzicandoli un po’… «Ma voi siete di quelli che quando vedono qualche poveraccio per strada tirano dritto e lo deridono?» «Voi andate a Messa… ma perché poi vi tenete tutto per voi?» «Non avete compassione della gente malata? Voi sapete cosa significa essere malati, essere soli? O siete solo capaci di spendere il vostro tempo davanti alla TV e al computer?» «Chi si ricorda più di noi malati, di noi poveri… Nessuno prega più per noi! Chi di voi prega per noi, eh? Nessuno, lo sapevo io, nessuno!!!»

A seconda di come i lupetti rispondono il dialogo prenderà una o l’altra piega, alla fine i lebbrosi arrivano a parlare di Francesco:

«Noi abbiamo incontrato un uomo che non era come tutti gli altri! Era una persona speciale, la mano di Dio era con lui! Ci guardava non con odio, né con ribrezzo come tutti fanno, ma con Amore…Mentre tutti fuggono da quelli come noi, lui ci cercava e con infinita pazienza si metteva a curare con dolcezza tutte le malattie della pelle, come la nostra, o altra malattie ancora del corpo. Si chiama Francesco ed è un uomo di una bontà d’animo eccezionale!» «Ed anche con tanta gioia! Ci parla di Gesù, e di speranza e di fede! E a volte bacia anche le nostre ferite come nessuno ha mai osato fare! E sapete come ci chiama? Ci chiama “fratelli cristiani” e non “lebbrosi!”» «Ed una volta ha voluto condividere il nostro stesso cibo e mangiare nella nostra stessa scodella! Sapete che non abbiamo né forchetta, posate e cucchiai e siamo costretti a mangiar tante volte con le mani, che sono sporche o sanguinanti! Ebbene Francesco ha mangiato anche lui con noi nella stessa scodella! Chiunque altro avrebbe saltato il pasto piuttosto! Ma Francesco ha una forza d’animo che è eccezionale!»

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«Sì, e alcuni di noi sono guariti, grazie alle sue cure, alle sue preghiere!» «Francesco è un uomo nuovo! Se lo incontrate salutatelo per noi e ditegli che lo aspettiamo presto!»

I lebbrosi scappano quindi via dicendo che sta arrivando della gente che li vuole bastonare… corrono via facendo chiasso e sparendo dalla vista dei lupetti i quali, richiamati da Akela, proseguono il cammino.

ABITANTE DI GUBBIO [F.F. 1852] :

«E voi chi siete, stranieri? Portate la pace o la guerra nella città di Gubbio?» Ecco che un distinto signore si presenta armato di bastone ai Lupetti in cammino (magari nei pressi di una casetta o di un porticato).

Detto ciò e dopo essersi accertato della bontà d’animo dei lupetti con qualche domanda di circostanza, inizia il famoso racconto del lupo di Gubbio che terrorizzava gli abitanti tutti della città, finché non venne frate Francesco a convertirlo…

[Per i particolari del racconto si veda il testo delle fonti francescane.]

Terminato il racconto fa proseguire i lupetti: «Ormai non dovete avere più paure, pellegrini forestieri! Ringraziate Dio! Queste terre sono sicure, potete attraversarle senza pericolo!»

PESCATORE DI VENEZIA [F.F. 1152 ; 1154]:

«Ah, ah, me l’ha fatta ancora una volta quell’anatra!» borbotta il personaggio mentre i Lupetti sopraggiungono, facendo il gesto di inseguire un animale che gli è scappato…

«Ma che volete, da quella volta che da qui passò quel tale di Assisi, frate Francesco, ecco io… io non riesco più ad uccidere nessun uccello. Mi limito a pescare qualche pesce… ! Voi sapete che ha fatto con me Francesco?!? È incredibile, non so come faccia, ma la sua bontà mi ha trasformato un po’ il cuore… Quel giorno che passò di qui, Francesco era molto affamato, sapete… dopo un lungo cammino, fin a Babilonia era stato per portare il messaggio di Gesù! E io così, sapendo che era un uomo buono e giusto, gli offrii un uccello acquatico che avevo appena catturato: ce ne sarebbe venuto fuori un pranzetto…!!!! Francesco accettò volentieri il mio dono, ma appena lo prese, spalancò le mani e invitò l’uccello a partire. Ma quello, che con me sarebbe scappato subito, se ne restò buono buono tra le sue mani e allora Francesco, alzando gli occhi al cielo, incominciò a dire una bellissima preghiera, dopo la quale l’uccello si alzò in cielo, libero e felice… ed anch’io ero felice perché non credevo ai miei occhi! Ma poi ci fu dell’altro… Accadde non distante da qui, ed è, ed è… è qualcosa di straordinario! Se chiedete in giro agli altri abitanti ve ne parleranno anche loro! Tutti si ricordano di quella volta che Francesco nelle paludi di Venezia si fermò a pregare e tutto tacque. Tutto andò così. Francesco stava camminando con un suo compagno frate nelle paludi di Venezia, quando venne sera e… noi penseremmo subito al cibo. Francesco pensò che invece era, come sua consuetudine ogni giorno, il tempo di fermarsi a pregare… Ma ecco che proprio dove si fermò vi era una grandissima moltitudine di uccelli, grandi stormi neri di uccelli, che se ne stavano sui rami a fare un gran fracasso. “I fratelli uccelli stanno lodando il loro Creatore!” disse Francesco e così volle unirsi a loro e s’incamminò in mezzo a quella immensa folla di uccelli. Ma la voce della sua preghiera svaniva in mezzo a quelle grida e a tutto quel rumore, tanto che Francesco non riusciva nemmeno a farsi sentire dal suo compagno che gli stava vicino. Allora Francesco disse: “Fratelli uccelli, vi prego di volere tacere, fin tanto che avremo recitato le nostre preghiere” Ed il silenzio subito sulle paludi calò. E nessun uccello più cantò fin tanto che Francesco smise di pregare e se ne andò.»

A questo punto il racconto del pescatore termina ed egli volgendosi da un'altra parte, rimane in silenzio, quasi a prolungare il silenzio di preghiera di Francesco. Akela invita i lupetti a fare anche loro un po’ di silenzio di preghiera e a proseguire il percorso.

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FRATE FRANCESCANO [F.F. 1838]:

È il personaggio che conclude il percorso: mostra ai lupetti come tutto quello che fece Francesco è giunto fino a noi oggi grazie alla Regola che il santo scrisse per i suoi compagni, permettendo così a tanti altri di seguire il suo esempio….

«Mi presento, sono un frate francescano… cioè un seguace di Francesco. Oggi in Italia e nel mondo siamo tantissimi e un po’ ovunque ci sono conventi e gruppi di frati e sacerdoti che vivono secondo lo stile di Francesco! E quel è lo stile di Francesco? Qual è la sua regola?»

Il frate vede se qualche lupetto ha qualche idea in mente… Sicuramente qualche lupetto risponderà, incoraggiato da Akela…

Al che il frate dirà: «Vedo che ne sapete di cose di Francesco, ma… Non vi sembra strano che tante persone l’abbiano seguito? È una domanda ragionevole. Non ce la poniamo solo noi oggi, ma se la pose anche Frate Masseo, uno dei primi compagni di Francesco. Un giorno, infatti chiese a frate Francesco: “Perché a te, perché a te tutto il mondo corre dietro?” “Lo vuoi proprio sapere, frate Masseo? – rispose Francesco – È perché il buon Dio, che vede ogni cosa, sa che io sono il più piccolo, il più semplice, il più povero degli uomini… A Lui piace fare cose grandi con gli uomini più piccoli! Per questo ha scelto me! Per confondere la ricchezza, il lusso, gli sprechi, la bellezza del mondo e si sappia che ogni dono e ogni comportamento buono e santo, ogni gesto d’amore è da Lui!” E così Fratesco si mise a lodare Dio e a ricordare a Masseo come fosse stato Dio a ispirargli quello stile di vita e come dalle Parole del Vangelo, lo stesso Vangelo che leggiamo e conosciamo anche noi, avesse tratto ispirazione per la Sua Regola.»

Il frate Francescano mostra a questo punto il Vangelo ai Lupetti (chiedendo loro se lo conoscano o se non lo leggano mai…). Quindi lo bacia, lo apre e legge loro, con solennità, questi versetti («ascoltate bene fratellini!»): «Come agnelli in mezzo ai lupi io vi mando… con candore di colomba, con l’astuzia del serpente. Non portate borsa, né mantello, né calzari, non portate pane, né bastone, né denaro. Lascerete il padre, la madre ed i fratelli, le vostre case e i vostri campi. Non cercate il lusso delle vesti in questo mondo. Amatevi l’un l’altro come foste fratelli. Accogliete con gioia ognuno che si presenti a voi, sia l’amico che il nemico, il ladro ed il brigante. Nulla vi trattenga, né invidia vi separi.»

Il frate, chiudendo il Vangelo e baciandolo, conclude quindi così: «Ed è con la sua stessa vita che Francesco mise in pratica queste parole di Gesù ed è per questo che tante persone, ancora oggi, corrono dietro con semplicità e gioia a Francesco, seguendo quello che lui ha fatto…

E voi? Anche voi correte mica dietro a Francesco per seguire il suo esempio?!?»

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Caccia francescana «Come Francesco, a servizio di Gesù»

[con la collaborazione di don Marco Galli (Falco solitario)] OBIETTIVI DELLA CACCIA:

- Far comprendere e vivere ai Lupetti, attraverso la figura di San Francesco, il servizio verso gli altri (in particolare con gli atteggiamenti della disponibilità e della generosità) ma soprattutto le motivazioni del servizio… Tante? No, hanno un nome solo: Gesù.

ESSERE A SERVIZIO DI GESÙ.

PREPARATIVI PRE-CACCIA:

Nei giorni precedenti la Caccia verrà lanciata ai lupetti la realizzazione dei pezzi dell’armatura da cavaliere necessaria per compiere una importante impresa…Tra qualche giorno un nobile verrà, infatti, a reclutare… NOTA BENE: non specificare di più ai lupetti, ma lasciare la cosa avvolta da un alone di mistero che creerà attesa e curiosità negli animi.

Questa attività può essere semplicemente lanciata dai Vecchi Lupi senza alcuna ambientazione, oppure da un Capo travestito da cavaliere (e di nome Giovanni Battista di Bernardone, se qualcuno lo chiedesse…), che si presenterà ai lupetti in diversi giorni, invitandoli a preparare ogni volta un pezzo differente dell’armatura necessaria per andare, con lui, in battaglia… I Lupetti (di sestiglia) dovranno preparare i seguenti pezzi che avranno con sé la sera della Caccia Francescana:

• MANTELLO (Stoffa da tagliare + decorazioni di carta o stoffa colorata da colorare e attaccare con lo scotch, o perché no, con ago e filo…prova di seconda stella!);

• CALZARI (Sagoma di cartone per la suola + spago da tagliare e inserire opportunamente nella suola + colori);

• SPADA (Sagoma di cartone + decorazioni su carta da attaccare con colla + colori a volontà);

• BISACCIA PER DENARI (Stoffa da tagliare + spago + denari di cartone da ritagliare e colorare).

SVOLGIMENTO:

FASE 1. Raduno: I lupetti si radunano dopo cena e, di sestiglia, portano con loro i pezzi dell’armatura che si sono preparati (Se l’attività è stata condotta dal cavaliere, sarà questi a convocare i lupetti…). È sempre bene fare un bel ban per scaricare la tensione.

Indipendentemente da come si siano preparati gli oggetti per la caccia, si presenta un Capo vestito da cavaliere (possibilmente anche lui con gli stessi oggetti preparati dai lupetti).

FASE 2. Lancio della Caccia francescana: Il cavaliere si presenta: si chiama Giovanni Battista di Bernardone, detto anche Francesco per le sue origini francesi, da parte materna. Proviene da Assisi e vuole partire per la guerra come cavaliere. Egli racconta del sogno che ha fatto e di come abbia capito da esso che dovesse partire come valoroso cavaliere… (Si veda il RACCONTO FONTI FRANCESCANE N. 1399)

Ha bisogno di uomini valorosi che siano pronti a dargli una mano… Lungo il percorso diverse insidie si possono nascondere: bisogna prestare attenzione! La prima cosa che un cavaliere deve fare è però prestare attenzione a chi ha bisogno di lui.

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FASE 3. Partenza: Le sestiglie partono, una alla volta, a distanza di 5 minuti: seguono il percorso tracciato coi lumini. Le sestiglie che attendono di partire sono intrattenute da un Vecchio Lupo (… canto opportuno…) o da Francesco stesso (che può raccontare qualche aneddoto in più, di come sia scoppiata la guerra, di come si prepari un cavaliere, ecc. ecc.).

FASE 4. LE STAZIONI: Le sestiglie incontreranno sul loro percorso le seguenti stazioni, tenute da Vecchi Lupi in costume:

1. UN POVERO: non ha dove dormire e chiede ai lupetti un mantello per coricarsi…

2. UN PELLEGRINO: dopo tanti giorni di viaggio le sue scarpe si sono rotte ed è rimasto a piedi nudi ed ora è tutto pieno di ciocche… Chiede ai lupetti se possono aiutarlo (essi dovranno donargli i calzari che hanno realizzato).

3. UN CONTADINO: è disperato perché ha rotto il suo aratro e non può procedere col lavoro dei campi e rimarrà senza cibo il prossimo inverno… Chiede aiuto ai lupetti (essi dovranno donargli la spada che verrà usata dal contadino come aratro).

4. UNA MAMMA: è povera e non ha nulla da dar mangiare ai propri bambini. Chiede ai lupetti di dare lei un po’ di soldi (se i lupetti son generosi lasceranno tutta la bisaccia…).

FASE 5. Raduno finale: Le sestiglie giungono all’arrivo del percorso. Ad attenderli è un Vecchio Lupo che, mentre si aspetta che tutte le sestiglie completino il percorso, intonerà un canto francescano (San Damiano). Il clima sia raccolto!

Quando tutte sono arrivate comparirà nuovamente Francesco, questa volta vestito da straccione. Racconterà di aver incontrato molta gente bisognosa e di aver donato tutto… Infatti dopo essere partito come cavaliere con l’intenzione di compiere gesta eroiche, ha fatto un altro sogno in cui ha udito una voce che gli chiedeva: «È più importante il Servo o il Padrone?» (Si veda il RACCONTO FONTI FRANCESCANE N. 1401, da adattare).

Alla fine spiega di avere capito che Dio lo chiamava a servire i più poveri…

FASE 6. Conclusione: Francesco domanda ai Lupetti se anche loro hanno donato la loro armatura… Quindi chiede loro perché lo abbiano fatto. In ultimo, spiega che egli lo ha fatto perché è servendo i fratelli e chi ha bisogno che si serve Gesù.

Francesco saluta e riparte, altra gente lo chiama e ha bisogno di lui…

Baloo (o Akela) conclude tirando le somme della serata e sprona i Lupetti ad impegnarsi a servire Gesù con generosità come San Francesco ha fatto nella sua vita.

Canto finale: Preghiera a San Francesco (o l’Antica Traccia).

È IMPORTANTE che lo spirito della Caccia Francescana continui anche mentre si ritorna in tana! L’atmosfera va a scemare, ma lo spirito e la calma interiore no! I vecchi Lupi siano i primi a dare l’esempio! In cucina e in tutto il campo regni presto il silenzio…

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Caccia francescana «il Cantico delle creature: la gioia di un Giullare di Dio»

[ con la collaborazione di Giovanni Dufour (Scoiattolo Sagace)] OBIETTIVI: - Presentare ai lupetti alcuni episodi (spesso meno noti) relativi agli ultimi anni di vita di Francesco;

- Far comprendere e vivere ai Lupetti, attraverso la figura di San Francesco, l’amore per il creato, ma anche per i fratelli che ci sono accanto;

- Insegnare ai Lupetti un nuovo canto francescano “La Ballata dei Giullari” a cui poter anche associare una attività di mani-abili (realizzazione di semplici strumenti musicali);

- Riscoprire l’essenzialità e la semplicità nelle piccole cose. PREPARATIVI PRE-CACCIA : Nei giorni precedenti la Caccia verranno fatti alcuni racconti/chiacchierate (di 10 minuti) relativi all’ultima parte della vita di san Francesco. Infatti, verrà poi sottolineato ai lupetti il fatto che san Francesco scrisse il cantico delle creature in punto di morte.

In particolare:

• 1° giorno: richiami sulla preghiera del branco: ricordare ai lupetti come san Francesco ha lasciato tutto per una vita di povertà e semplicità, ma come ciò non gli pesasse, anzi, fosse in lui motivo di gioia. Francesco era per questo un giullare di Dio!

INSEGNARE AI LUPETTI IL CANTO: la ballata dei giullari [testo e spartito in fondo]

(facoltativo): far realizzare ai lupetti dei semplici strumenti musicali da usare durante le strofe e il ritornello della Ballata (esempio: maracas fatte con bottigliette di plastica e sassolini; bastoncini e legnetti magari legati e disposti in modo da formare semplici xilofoni; tamburelli con corteccia; per i Lupi più in gamba dei flauti scavati nel Bambù o nelle Canne; e poi… c’è sempre il Lupetto che saprà stupire con la sua inventiva!)

• 2° giorno: racconto fatto da Santa Chiara (Vecchio Lupo o Cambusiere, meglio se una ragazza, in costume): parla di come ha conosciuto Francesco, di come ha scorto in lui la luce e la gioia di Gesù e di come ha scelto anche lei di lasciare tutto. Racconta così di come Francesco vive ora in povertà alla Porziuncola, ma a volte si ritira anche in solitudine nei boschi sopra Assisi per pregare, leggere il Vangelo, stare da solo con il Signore e quando torna tra la gente ha sempre qualcosa di speciale da raccontare sull’amore di Dio per ogni uomo. • 3° giorno: racconto sulle stimmate (fatto da Baloo o da un altro vecchio lupo in un momento adatto, per esempio un momento di preghiera. Può anche essere fatto da un Capo in costume, ma è bene non legare sempre ogni racconto su San Francesco ad un personaggio in costume. Potrebbe crearsi una errata associazione nella mente dei bambini!): Francesco sul monte della Verna in digiuno per quaranta giorni riceve questo straordinario dono di Dio (vedi racconto sulle fonti francescane: F.F. 484-485; 1223-1227; approfondimenti sui miracoli che le stimmate producono nei passi che seguono: 1228-1233).

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PERSONAGGI: MATERIALE e/o COSTUME: - Pastore Abiti semplici, un bastone in mano e del cotone (meglio ancora se

grezzo) da far raccogliere ai lupetti. - Melchiorre Abiti orientaleggianti, se possibile barba lunga, occhiali, e varie

carte delle costellazioni insieme a qualche strumento (matita, riga, compasso) e quant’altro possa avere un astronomo.

- Mendicante Vestito fatto di stracci e indumenti poveri. Magari pure sporco in

volto e sulle mani.

- Sentinella Vestito da guardia (basta per esempio la camicia scout kaki messa al contrario, pantaloni lunghi, uno spadino di cartone ai fianchi,ecc.). Dovrà avere con sé tutto il materiale per accendere e alimentare un piccolo fuoco.

- Eremita Un vestito semplice, tipo quello del pastore. SVOLGIMENTO della CACCIA:

La caccia è strutturata in 3 fasi: il lancio (10’), la visita alle 5 stazioni (50’) e le conclusioni (15’). Durata totale della caccia: 1h 15’ – 1h 30’. FASE 1: I lupetti si radunano dopo cena e, a gruppi (o di sestiglia), portano una borraccia e il

canzoniere. Cerchio Famiglia elice. con ban per scaricare la tensione; quindi Baloo introduce i lupetti in un’atmosfera improntata alla riflessione e al silenzio. Chiede ai lupetti se si ricordano cosa hanno ascoltato nei giorni precedenti sulla vita di san Francesco. Dopo aver raccolto le risposte dei lupetti, domanda se secondo loro anche con la sofferenza della malattia e dei segni della crocifissione Francesco era sempre contento come un giullare oppure se da allora, magari, era più triste…

«Anche voi allora, come dei giullari di Dio, andate a scoprire quel che Francesco ha detto e fatto proprio negli ultimi giorni della sua vita e scoprire così quale è stato il suo ultimo insegnamento.»

CANTO (gioioso, anche con strumenti musicali) : La ballata dei giullari. FASE 2: I lupetti partono in silenzio, divisi a gruppetti accompagnati da un Capo, per visitare le

diverse stazioni: seguono il percorso tracciato coi lumini, mantenendo sempre un opportuno stile lupetto.

NOTA BENE: Le stazioni devo durare massimo 10 minuti (ogni sestiglia partirà da una differente stazione). LE STAZIONI:

I lupetti incontreranno sul loro percorso le seguenti stazioni, tenute da Capi in costume. UN PASTORE: È mezzo cieco e chiede ai lupetti di cercare e raccogliere al suo posto la lana (del

cotone nascosto) che ha tosato dalle sue pecore. Segue il racconto le creature: «Avete mai pensato a quanti tipi di esseri viventi ci sono sulla terra? Immaginate un po’ che differenza tra la grandezza dell’elefante e della balena e quella invece di una farfalla o di un insetto; esistono creature così diverse tra loro eppure così perfette: ci sono bestie mansuete e bestie feroci, animali che cacciano di giorni e altri che cacciano di notte, alcuni vivono in paesi dal caldo torrido, altri tra i ghiacci. Altri che strisciano a terra e vivono sottoterra, altri che fanno i loro nidi sugli alberi e volano nel cielo altissimi.

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Tutti però hanno un elemento in comune: l’amore per cui il Padre che è nei cieli le ha create e le ha affidate all’uomo. Sta a noi, quindi, proteggerle e amarle così come ha fatto frate Francesco»

Al termine del racconto, il pastore declama: «Laudato sii, mio Signore, per tutte le tue creature.»

MELCHIORRE, UN ASTRONOMO: è intento a disegnare le costellazioni dominanti a corte del cielo.

Quando arrivano i lupetti, lascia le sue carte ed esordisce: «Io sono un saggio dell’Oriente e ho passato la mia vita a studiare il Signore nel suo più grande modo di parlarci: la natura, ed in particolare il cielo. Io ho scoperto i suoi segreti e li ho scritti su queste carte (mostra loro delle carte con delle costellazioni): e ve li mostro perché anche voi possiate capire meglio e amare di più il Signore.» Quindi porge ai lupetti un foglio con il piccolo e il grande carro e chiede loro se sono in grado di riconoscere e trovare quelle costellazioni in cielo. Segue il racconto Il sole, la luna e le stelle:

«Guardate un attimo attraverso il cielo: avete mai provato a contare le stelle? Ce ne sono diecimila miliardi di miliardi… cioè davvero tante! E sono anche molto utili. La vita nell’Universo e la Terra sono nate proprio dall’esplosione di una grande stella. Ma anche agli uomini del passato e del presente le stelle sono utili. Pensate ad esempio agli antichi navigatori che si orientavano con Siro oppure ai vostri fratelli più grandi, gli Esploratori, che camminano guidati dalla Stella Polare. Alcuni popoli antichi facevano iniziare l’anno al comparire, in una determinata parte del cielo, di Sirio oppure calcolavano, più di 2000 anni fa, il periodo del raccolto o quello pericoloso per mettersi in navigazione lungo i fiumi. E pensate poi alla Luna: lo sapevate, fratellini, che le maree dipendono proprio dalla luna? E cosa sarebbe il nostro pianeta, la Terra, senza la luce che ogni giorno il Sole ci fornisce da milioni di anni? Pensate che gran parte dell’ossigeno che respiriamo ci viene dalle piante le quali lo producono in quanto c’è la luce. Ed oltre l’ossigeno, pensate a come sarebbe la Terra senza il calore che ci viene dal Sole oppure se di calore ce ne fosse troppo: tutto sarebbe simile ad un immenso blocco di ghiaccio oppure ad un deserto infinito ed in entrambi i casi la vita sarebbe impossibile, proprio come su Mercurio o su Venere o su Marte che sono pianeti disabitati da pressoché ogni forma di vita. Ringraziamo quindi il buon Dio per il suo firmamento e per tutti i suoi corpi celesti. Fate come me, che ringrazio ogni volta che alzo lo sguardo al cielo per restare sempre incantato.»

Seguono i versi: «Laudato sii mio Signore per messer lo frate sole lo quale è iorno e allumini noi per lui. Ed ello è bello e radiante con grande splendore di te altissimo porta significazione. Laudato sii mio signore per sora luna e le stelle: in cielo l’hai formate clarite e preziose e belle.»

UN MENDICANTE ASSETATO: chiede ai lupetti se hanno dell’acqua da dargli (i lupetti gli porgono la

loro borraccia). Dopo aver bevuto ringrazia di cuore e inizia il racconto l’acqua: «Quante volte vi capita di avere sete e di non riuscire a dissetarvi se non bevendo acqua? Pensate ai benefici che ci porta questo elemento: ci disseta, ci fa mantenere pulito il corpo, serve ad irrigare le piante che servono alla nostra vita: pensate che per tutte queste cose un filosofo greco di nome Talete disse 500 anni prima che nascesse Gesù che l’acqua è l’origine di tutto, volendo così dire che dove non c’è acqua non c’è vita. Pensate anche che spesso l’energia elettrica che scorre nei fili e illumina le nostre case ci viene proprio dall’acqua attraverso enormi centrali che sono appunto chiamate idroelettriche (in greco, fratellini, idros vuol dire acqua). Fate dunque attenzione a non sprecare questo bene così prezioso. Frate Francesco ne aveva grande cura e diceva che l’acqua oltre ad essere utile è anche umile e pura. Umile, perché scorre in basso, spesso sottoterra, senza far notare la sua presenza. Pensate alla rugiada che alla mattina bagna i campi e dà vita alle tantissime piante che crescono un po’ dovunque. Penso che la rugiada esprima bene l’umiltà dell’acqua. E infine l’acqua è pura, sia perché porta via la sporcizia, sia perché è trasparente. Una persona pura è una persona trasparente, limpida, senza pensieri brutti nascosti ma, come l’acqua, scintilla alla luce del sole. Quanto è bella l’acqua, vero fratellini? Ringraziate Dio per questo grande dono!»

Al termine il mendicante declama: «Laudato sii mio Signore per sora acqua la quale è molto utile et umile e preziosa e casta.»

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UNA GUARDIA SENTINELLA: ha acceso davanti a sé un bel fuoco (che però è protetto nei confronti dei lupetti). Chiede ai lupetti legna per alimentare il fuoco. Dopo che i lupetti hanno portato qualche legno, inizia il racconto il fuoco: «Guardate come guizzano veloci le fiamme di questo fuoco: guardate come fluttuano libere. Certo, se il fuoco è libero del tutto diventa pericoloso e si possono creare degli incendi, ma se esso è sotto controllo, ci aiuta nella vita di tutti i giorni: quando la mamma accende il fornello è il fuoco che scalda le nostre vivande ed è sempre il fuoco che riscalda le nostre serate d’inverno. Anche se oggi ci sono in tante case i caloriferi, le caldaie che li alimentano vanno sempre grazie a del combustibile che brucia. Immaginatevi la meraviglia di quell’uomo primitivo che vide sprigionarsi dall’urto di due pietre la prima scintilla oppure quando un fulmine incendiò un albero terrorizzando gli animali e le persone presenti. Vi ricordate le storie degli antichi navigatori? Ebbene i primi fari erano costruiti in torri molto alte alla cui sommità ardevano degli enormi fuochi che segnalavano l’arrivo in qualche porto sicuro o l’avvicinarsi di scogliere pericolose. La vita senza il calore sarebbe molto difficile!»

Al termine dice: «Laudato sii mio signore per frate focu per lo quale illumini la notte ed ello è bello e iocundo e robustoso e forte.»

UN EREMITA: vive in montagna, quasi tutto il giorno da solo. Spiega ai lupetti che si procura da

mangiare con quello che la terra gli offre e ogni tanto per la generosità di qualche pastore che incontra… Chiede così ai lupetti se possono cantargli un bel canto per ravvivare l’atmosfera. Dopo aver ascoltato il loro canto li ringrazia molto e dice loro che lui ascolta spesso delle canzoni nel mormorio del vento… Attacca con il racconto il vento: «Se ora vi mettete tutti in assoluto silenzio vedrete che intorno a noi ci sono tanti rumori: la natura ci parla. E a me, come a frate Francesco, piace molto ascoltare, in particolare, la voce del vento. Ci sono giornate in cui lo senti forte e lui soffia, soffia, sembra che non smetta mai e in cielo vedi correre veloci le nuvole. A volte è così forte che se apri l’ombrello ti scappa via. Altre volte, invece, tutto è calmo e non si muove un filo d’erba. L’aria sembra immobile e in quelle giornate spesso si avverte un gran caldo. Senza vento non avremmo l’alternarsi delle giornate di bel tempo a quelle in cui viene la pioggia. In città l’aria ristagnerebbe e si formerebbe una nebbia pesante o peggio una cappa di smog e fumo che non ci fa respirare. Ma oltre a questo, il vento può essere anche sfruttato dall’uomo per produrre energia, con i grandi mulini a vento. Li avete mai visti? E che dire degli uccelli che sfruttano le correnti d’aria per planare e per emigrare in terre lontane? Senza queste correnti dovrebbero sbattere continuamente le ali e non ce la farebbero a compiere tragitti così lunghi, invece planando riescono ad attraversare gli oceani. Per non parlare delle piante: il vento trasporta via i semi e permette così la nascita di altre piante, magari in posti lontani o dove prima non c’era nulla. Insomma, sia gli animali, sia le piante, sia noi uomini dobbiamo proprio essere grati al vento per tutto il lavoro che fa, così come dobbiamo ringraziare il Padre che è nei cieli perché nelle diverse stagioni permette a tutte le creature sulla terra di procurarsi il cibo e di vivere. Come faccia è un mistero, per questo a me piace restare qui, da solo, in silenzio: di fronte al mistero della natura non si può che rimanere senza parole, soltanto in ascolto.»

Mentre i lupetti si allontanano in silenzio declama: «Laudato sii, mi Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dai sostentamento.»

FASE 3: I lupetti giungono all’arrivo del percorso. Ad attenderli è un Vecchio Lupo che, mentre si aspetta che tutti i gruppi completino il percorso, può distribuire della camomilla calda. Il clima sia, però, sempre raccolto!

Quando tutti sono arrivati e hanno bevuto il loro bicchiere di camomilla, un vecchio Lupo intona il canto Dolce sentire.

Baloo, quindi, tira le fila del discorso e, dialogando coi lupetti, arriva a dire che l’insegnamento che Francesco ha voluto lasciare prima di morire è stato proprio il Cantico delle Creature in cui egli ringrazia anche per chi porta una sofferenza nel nome di Gesù e pure per la morte perché chi muore dopo aver vissuto una vita secondo la volontà di Dio certamente incontra l’Amore e la misericordia di Dio!

Un vecchio lupo legge infine l’intero testo del cantico e quindi si conclude con un altro canto francescano (consigliati, ovviamente: Cantico delle Creature o Laudato sii).

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Il Cantico Delle Creature (versione originale) di San Francesco d'Assisi Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infrmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate.

Per il Quaderno di Caccia Nella pagina che segue viene proposta una scrittura del Cantico più adatta per i lupetti. Quella riportata potrebbe essere un esempio di pagina da fotocopiare e distribuire ai lupetti per il loro Q.d.C

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CANTICO DELLE CRATURE [O CANTICO DI FRATE SOLE]

Altissimo, onnipotente, buon Signore, tue son le lodi, la gloria e l'onore e ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si addicono, e nessun uomo è degno te nominare. Laudato si’, mi' Signore, con tutte le tue creature, specialmente messer frate sole, lo qual'è giorno, e illumini noi grazie a lui. Egli è bello e radiante con grande splendore: di te, Altissimo, porta significato.

Laudato si', mi' Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo l'hai formate chiare e preziose e belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento e per l’aria, le nubi, il sereno e ogni tempo, per il quale alle tue creature dai sostentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate fuoco, per il quale illumini la notte:

ed egli è bello, giocondo, robusto e forte.

Laudato si', mi' Signore, per sorella nostra madre terra, la quale ci sostiene e governa, e produce diversi frutti con coloriti fiori e erba.

Laudato si', mi' Signore, per quelli che perdonano per il tuo amore e sostengono infermità e tribolazione..

Beati quelli che la sosterranno in pace, che da te, Altissimo, siano incoronati..

Laudato si', mi' Signore, per sorella nostra morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare: guai a quelli che morranno nel peccato mortale; beati quelli che troverà nella tua santissima volontà,

la morte non gli farà male.

Lodate e benedite mi' Signore e ringraziate e servitelo con grande umiltà.

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CANTO: LA BALLATA DEI GIULLARI

Vestiti di soli stracci giriam per la città portando la nostra gioia ad ognun che la vorrà. Giullari del Signor: cantiamo tutti insiem! Tamburi e campanelli insieme con noi portiam, veniamo da ogni dove ma uniti nel canto siam. Giullari del Signor! Araldi del Gran Re! Davanti a chi incontriamo l’inchino noi facciam e dandogli la mano di cuore lo salutiam! Giullari del Signor: danziamo tutti insiem! e se un sorriso nasce sul volto davanti a me è l’unica grande gioia per cui Giullar si è. Giullari del Signor! Araldi del Gran Re!

Se or ci guardiam negli occhi amici diventerem su dimmi qual è il tuo nome lo porterò al mio Re. Giullari del Signor: giochiamo tutti insiem! Unisciti al nostro canto difficile poi non è: ci basta restare insieme cammina accanto a me.

Giullari del Signor! Araldi del Gran Re! E camminando insieme ci accorgeremo che noi tutti Giullari siamo e ognuno diverso è.

Giullari del Signor: ognuno è quel che è! Andiamo verso la corte dell’unico grande Re quando ci aprirà le porte al banchetto festeggerem!

Giullari del Signor! Araldi del Gran Re!

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Festa di S. Francesco, festa della Buona Azione

PRESENTAZIONE E OBIETTIVI:

La seguente attività è stata pensata per una delle prime riunioni dell’anno Scout, in concomitanza con la festa di S. Francesco. Si sono voluti unire differenti tipi di obiettivi in un’unica attività incentrata sulla figura di Francesco come un “giullare di Dio” che trasmette gioia (e si fa gioia) compiendo “tiri birboni” agli altri. Si racconta nelle Fonti Francescane che i primi frati compagni di Francesco facessero a gara ogni volta a chi prendesse a tavola il posto peggiore e la portata meno buona per lasciare agli altri le cose migliori. Per i nostri ragazzi abituati a volte a volere (e pretendere) solo quello che piace per sé, è senz’altro un insegnamento importante, che richiama l’impegno di ogni Lupetto preso con la Promessa di compiere almeno una Buona Azione al giorno. A questi aspetti di carattere morale-spirituale-comportamentale sono stati uniti in questa attività alcuni obiettivi di Pista, in particolare si sono scelte alcune prove di pista che, prima dell’ingresso dei Cuccioli, tendono a essere tralasciate (o ad essere poco sviluppate) durante l’anno. Ogni Branco può tuttavia modificare tali obiettivi e prove di pista a seconda delle esigenze del proprio branco: la base che prevede il superamento del salto del fosso potrà ad esempio essere facilmente tramutata in una prova per il salto della corda o sul sapersi arrampicare su di un albero, e così per le altre.

La durata dell’attività è complessivamente di 1 ora.

Nota: Nella riunione precedente è stato chiesto ai lupetti di preparare un cordone con quattro nodi del cappuccino: è sempre bene avere l’accortezza di tenerne un paio di emergenza per qualche lupetto distratto o per gli assenti che non fossero stati avvertiti. È tuttavia possibile inserire tale attività preparatoria direttamente all’interno della riunione in cui si svolge questa attività.

Nello specifico, gli obiettivi posti per questa attività sono stati i seguenti:

- Vivere la festa di S. Francesco;

- Rilanciare il “tiro birbone”;

- Verifica del nodo Cappuccino (cordone francescano preparato dai lupetti a casa);

- Canto francescano: “La Ballata dei Giullari”;

- Prova di pista di Prima stella: sapersi pulire le scarpe;

- Prova di pista di Prima stella: salto della staccionata;

- Prova di pista di Seconda stella: saltare un fosso.

ATTIVITÀ PREPARATORIE:

Nelle riunioni precedenti è bene aver insegnato, almeno al C.d.Ak. ma ancor meglio a tutto il Branco, la ballata dei Giullari (si veda pag. 25 di questa Tesina). La Ballata si presta molto bene ad essere accompagnata con strumenti musicali di ogni tipo, anche di quelli semplici realizzati dagli stessi ragazzi (maracas, legnetti, ecc.).

Nella riunione immediatamente precedente si inserisca un momento in cui richiamare (o insegnare ex novo) il nodo del cappuccino ai lupetti (si veda la scheda a pag. 33). Spiegare al Branco che tale nodo veniva usato dai frati per annodarsi la corda in vita, o per fare dei rosari, e chiedere loro di procurarsi per la riunione successiva un cordone da legare in vita con quattro (ed esattamente quattro) nodi del cappuccino ben fatti. A che servirà tale corda? Perché portarla? Lasciare la cosa

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nel vago, ma stuzzicare l’appetito dei lupetti: con un nodosi possono fare molte cose e con quattro nodi le prede non mancheranno di certo… SVOLGIMENTO:

Lancio: Branco in cerchio dopo che c’è stato un momento in cui scaricare la tensione (un gioco o un ban).

Arriva S. Francesco (Vecchio Lupo in costume, è bene che sia ben visibile il cordone francescano con i quattro nodi del cappuccino) e senza presentarsi chiede ai lupetti se si sono accorti che lui ha cacciato per tutto l’anno con loro… Aggiunge che li ha osservati bene e crede proprio che siano pronti a diventare dei veri seguaci… Ha osservato che si sono preparati un cordone con quattro nodi (che i lupetti indosseranno): ora dovranno dimostrare di vivere davvero lo spirito francescano in alcune situazione in cui ci sarà bisogno di loro per la città di Assisi…

Basi: le sestiglie – spiega Francesco – dovranno girare entro certi confini (la città di Assisi) e cercare chi può avere bisogno di loro. NOTA BENE: Ad ogni base, a prova superata, ogni lupetto slaccia un nodo cappuccino dal suo cordone (sarà cura del Capo che tiene la base dirlo ai Lupetti). Ogni base deve durare 10’.

BASE 1: PORTARE L’ACQUA AI POVERI DELLA CITTÀ (percorso Herbert con prove di salto muretto e salto del fosso): i lupetti devono trasportare una brocca d’acqua senza farla rovesciare nel più breve tempo possibile.

BASE 2: ALLACCIARE LE SCARPE AD UN MENDICANTE E PULIRSI LE PROPRIE PER ENTRARE NELLA SUA UMILE DIMORA: i Lupetti devono aiutare un povero che, nonostante sia vestito con abiti semplici, vuole mantenere uno stile dignitoso. Dunque vuole avere le scarpe allacciate ma non si ricorda come si fa. Quindi, una volta che i Lupi lo hanno aiutato, li invita nella sua dimora, ma non prima di aver chiesto loro di pulirsi le scarpe con spazzola e apposito panno.

BASE 3: GARA DI VELOCITÀ A CHI RECUPERA PRIMA GLI OGGETTI PIÙ IMPORTANTI (TIRO BIRBONE CELATO): un frate (o Francesco stesso) racconta di come coi suoi compagni fosse nata l’abitudine di fare a botte per chi arrivasse prima a tavola per prendere i posti migliori e i pezzi di pollo migliori… Sarete anche voi essere lesti come i compari? Il personaggio lancia una gara di rapidità per recuperare una serie di oggetti, belli e meno belli (ad esempio: pastelli nuovi e pastelli usati, pennarelli nuovi e pennarelli senza tappo o tutti mangiucchiati, sparsi entro un certo territorio). A gara conclusa Francesco chiede cosa abbiano preso i primi e cosa gli ultimi e spiegherà che i vincitori della gara tra i frati erano…. quelli che riuscivano a prendere i posti più brutti, i pezzi di carne più bruciacchiata per lasciare agli altri la più buona… Non è un inganno, perché davvero per loro erano quelli i pezzi migliori, quelli buoni lasciati agli altri! È questo lo spirito del tiro birbone (B.A.) che ogni lupetto fa!

Ritrovo finale: si canta la Ballata dei Giullari. Quindi Francesco chiede quanti nodi siano rimasti da sciogliere nel cordone di ciascuno Lupetto… Evidentemente uno solo. Quest’ultimo nodo da sciogliere è quello del cuore, quello che sta dentro di noi. Quel nodo che ci impedisce di essere davvero buoni e che tante volte sono i fratellini, i Vecchi Lupi, i genitori ad aiutarci a snodarlo.

Ognuno allora snoda il nodo al vicino, dopodiché tutti i cordoni vengono uniti in una grande catena (nodi piani!) a cui tutti attaccheranno le proprie mani e insieme si farà una preghiera finale per chiedere a Gesù ad imparare a tirare tanti tiri birboni come Francesco e i suoi amici.

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I misteri della luce: come pregare il Rosario in Branco

[ Traccia preparata con la collaborazione di Andrea Novella] PRESENTAZIONE E OBIETTIVI:

Quest’attività è stata pensata per presentare ai lupetti la preghiera del Rosario (in particolare per il mese mariano di Maggio). Si è scelto di farlo attraverso gli occhi dell’Apostolo Giovanni (che rappresenta la Chiesa e ognuno di noi), che ha seguito Gesù in tutta la sua vita pubblica ed è stato molto vicino a Sua Madre.

Il messaggio da far pervenire ai lupetti è questo: noi, come Giovanni, stando a fianco di Maria, riusciamo a capire di più la vita di Gesù e ad avvicinarci di più a Lui. Il Rosario è infatti proprio questo: contemplare la vita di Gesù con gli occhi di Maria. Si sono scelti in particolare, i Misteri della Luce per la loro concretezza di vita e perché possono facilmente parlare alla vita dei lupetti.

Infine quest’attività è una di quelle che può forse avere l’ambizione di arrivare a gettare un seme anche nelle stesse famiglie dei ragazzi: attraverso i figli che ricevono al termine il libretto del Rosario Biblico (oltre ad una carica di entusiasmo) si invita indirettamente ogni famiglia alla recita del rosario (o almeno di una decina). Tale pratica è oggi assai poco diffusa ma può davvero cambiare la qualità dell’educazione e dei rapporti familiari.

NOTA: Come attività integrativa è segnalata in fondo una scheda su come realizzare delle semplici candeline di cera (attività per il C.d.Ak.). Le candele realizzate dai lupetti nelle riunioni precedenti questa attività possono infatti essere utilizzare per illuminare le cinque stazioni di questa Caccia. Sarà senz’altro grande gioia per i ragazzi vedere utilizzate così il frutto del loro impegno manuale! (È questo un modo per rimarcare come tutto nello Scoutismo possa portare alla formazione cristiana o come la spiritualità possa inserirsi e impregnare ognuno dei Quattro punti di B.-P.11

).

PREPARAZIONE & PERSONAGGI : Vi è un unico personaggio-guida: Giovanni, Apostolo di Gesù. È bene che utilizzi un costume (ad esempio una tunica di stoffa, sandali ai piedi ed una bisaccia a tracolla, in cui tiene una serie di libricini del Rosario biblico12

Per l’occasione si preparino 5 stanze o 5 luoghi, con luce soffusa (non buie, se no tutti si addormentano!), in ognuno dei quali si ponga un’immagine o un’icona del mistero corrispondente, illuminata da qualche lumino. Si scelga poi una musica da mettere di sottofondo costantemente, che crei la giusta atmosfera (si consigliano brani solo strumentali, stile classico, ma non soporiferi!).

da donare alla fine ai lupetti). Chi interpreta Giovanni dovrà studiarsi bene la traccia, di modo da sapere quasi a memoria cosa dire ad ogni stazione.

11 Sui Quattro Punti di B.-P. si rimanda a quanto scritto e precisato nell’introduzione di questa Tesina. 12 P. Andrea Gasparino, Nuovo Rosario Biblico, Ed. Elledici.

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SVOLGIMENTO: Lupetti in cerchio. Akela, Baloo o un altro VL invitano opportunamente il Branco all’attenzione e alla serietà. È importante fare capire che ci sarà ora un’attività in cui più che parlare è importante aprire bene occhi e soprattutto orecchie, come un buon lupetto sa fare! CANTO INIZIALE : Come Maria Re Si- La Mi La- Do La- Vogliamo vivere, Signore, offrendo a Te Mi- Fa Re la nostra vita con questo pane e questo vino La- Mi accetta quello che noi siamo. La- Do La- Vogliamo vivere, Signore, abbandonati alla Tua Mi- Fa Re voce, staccati dalle cose vane, La- Mi4 Mi fissati nella vita vera. La Re Mi Fa#- Vogliamo vivere come Maria, Re Mi Re Mi l'irraggiungibile, la Madre amata Re Mi Do#- Re che vince il mondo con l'amore Si- Do# Re e offrire sempre la Tua vita che viene La dal cielo. Accetta dalle nostre mani come un'offerta a Te gradita i desideri di ogni cuore, le ansie della nostra vita. Vogliamo vivere, Signore, accesi dalle Tue parole per riportare in ogni uomo la fiamma viva del Tuo amore. RIT. Re Si- Do# Re Finale: e offrire sempre la tua vita che viene La dal cielo Terminato il canto arriva Giovanni, che si presenta nel seguente modo: «Shalom, pace a voi, ciao a tutti! Sedetevi, sedetevi qui intorno. Mettiamoci in cerchio. Vi chiederete chi sono: sono Giovanni, discepolo di Gesù. Sono venuto qui, quest’oggi per raccontarvi una cosa. Voi sapete che quando Gesù era sulla croce e io e la sua mamma eravamo lì sotto, a parlargli e ad aiutarlo, per quanto potessimo, Lui tra le sue ultime parole ha raccomandato sua mamma a me e me a sua mamma. Mi ricordo ancora le parole esatte: “Donna ecco tuo Figlio.” E poi a me: “Ecco la tua madre”.

Ma non era solo perché voleva che ci aiutassimo a vicenda. Voleva farci capire che la sua mamma può aiutare tutti noi a crescere, così come ha fatto crescere Gesù fin da quando era piccolo, anzi, fin da quando era nella pancia.

La mamma di Gesù ha vissuto ogni istante della vita di Gesù. L’ha visto crescere, l’ha visto progredire nella sua missione e lentamente anche lei è cresciuta nella fiducia in Dio e nell’amore verso tutti. E questo nei momenti di gioia tanto quanto nella sofferenza.

Dovete sapere che dopo la morte di Gesù io sono stato molto con Maria e lei mi ha raccontato molte cose della sua vita con Gesù. Oggi voglio raccontarvi anche io qualche cosa. Proprio per farvi capire che la mamma del cielo può aiutarci a capire la vita di Gesù e così a rendere la nostra sempre più simile alla sua.

Se qualcuno di voi ha mai avuto occasione di pregare il rosario, sappiate che il rosario è proprio questa cosa qui: imparare a camminare con Maria che ci mostra la vita e l’Amore di Gesù.

Venite, seguitemi, ora vi racconterò quando e come ho incontrato Gesù.»

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Inizia quindi lo SPOSTAMENTO. Attaccare la MUSICA DI SOTTOFONDO. 1a stanza: IL BATTESIMO DI GESU’ [Immagine/icona del Battesimo, un paio di lumini.] «Adesso siamo qui pronti ed ecco dovete sapere che io ero un discepolo di Giovanni il Battista. Lui battezzava sulla riva del fiume Giordano. Un giorno arrivò a farsi battezzare un uomo che aveva qualcosa di particolare e infatti Giovanni non voleva battezzarlo e gli disse: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” Ma quell’uomo, che era Gesù, gli disse di battezzarlo ugualmente e poi accade quello che vedete qui nell’immagine: i cieli è come se si fossero aperti. È una cosa strana, che non riesco a spiegarvi… e una colomba scese su di Lui e tutti i presenti sentirono anche una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!” Da quel giorno iniziai a seguirlo e sono sicuro che anche per Maria fu un momento importante. Vedere che il cielo stesso, di fronte a tutti, proclamava la grandezza di suo figlio deve essere stata una gioia grandissima. E di certo c’era nel suo cuore la speranza che molti lo amassero e lo seguissero. Ora, proprio per immaginare e comprendere meglio questo fatto, vorrei pregare con voi 3 Ave Marie. E così faremo dopo ogni fatto che vi racconterò. Perché la nostra mamma del cielo ci aiuti proprio a capire un granellino della vita di Gesù. » AVE MARIA (3) 2a stanza: LE NOZZE DI CANA [Immagine/icona del miracolo alle Nozze di Cana, un paio di lumini] «Qualche tempo dopo, seguivo Gesù da alcune settimane, siamo andati ad una festa di nozze. E in quell’occasione ho visto il primo fatto straordinario di Gesù. Fu proprio Maria a convincere Gesù a farlo; Lui pensava fosse troppo presto, ma per amore verso sua mamma lo fece ugualmente. Credo che Maria, vedendo che quella bella festa stava per essere rovinata dalla mancanza del vino, ancor prima di avere convinto Gesù, disse ai servi di fare ciò che Lui avrebbe detto. E così Gesù, che non poteva più tirarsi indietro, trasformò della semplice acqua in un vino buonissimo! Vedete, il fatto che mancasse il vino è all’apparenza poco importante, ma la mamma non si è preoccupata di questo e per aiutare quegli sposi ha persino convinto suo figlio a fare un miracolo, il primo miracolo! Nello stesso modo farà Maria per tutto ciò di cui anche noi abbiamo realmente bisogno.» AVE MARIA (3) 3a stanza: L’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO [Immagine/icona di Gesù che parla alla folla, una candela più grossa, foglietti e penne per tutti.] «Era molto bello ascoltare Gesù. Ed era bello perché innanzitutto si capiva che voleva un immenso bene a ciascuno e allora ognuno si sentiva amato e capiva che le cose che Gesù diceva erano vere, buone e belle. Non basta infatti stare a sentire, ma bisogna decidere di fare qualche cosa: se quelle cose sono vere, buone e belle è giusto che anche noi proviamo a farle! Più facciamo queste cose più aiutiamo Gesù a realizzare il Regno di Dio da qui. Voi che fate sempre del vostro meglio in ogni cosa, pensate a quale è la cosa più importante che oggi o in questi giorni potete migliorare. Se c’è qualcosa a cui rimediare, se avete fatto qualche sbaglio. Oppure se potete fare meglio in qualcosa che non vi riesce benissimo. Vi propongo di scriverlo su questi foglietti e poi ne pescheremo uno a caso di un’altra persona. Non dovete scrivere anche il nome! Così ognuno potrà ricordarsi e pregare con Maria per aiutare questo fratellino.» AVE MARIA (3)

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4a stanza: LA TRASFIGURAZIONE [Immagine/icona di Gesù sul Tabor, un paio di lumini.] «Un altro evento straordinario l’ho visto quando siamo saliti sul monte Tabor. Eravamo in quattro: Gesù, io, Giacomo e Pietro. Ma voi sapete come è andata! Sapete che mentre eravamo lassù, Gesù era come tutto avvolto nella luce, una luce bianchissima che su questa terra non esiste. E vicino a Lui abbiamo visto Mosè ed Elia. Quel giorno è come se avessimo toccato un pezzetto del paradiso. E abbiamo capito che è tutto diverso dalla vita di qua. E che non riusciamo neanche ad immaginarcelo. Credo che Maria avesse capito che tutta la bellezza di questo mondo non è nulla in confronto al Paradiso. E che tutte le cose che spesso ci sembrano importanti in realtà non lo sono più di tanto. Maria ci può insegnare a capire cosa è davvero importante nella nostra vita. Così non rischiamo di perdere tempo in cose che non ci danno felicità.» AVE MARIA (3) 5a stanza: L’ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA [Immagine/icona dell’ultima cena, un paio di lumini] «Siamo arrivati al termine del nostro cammino, ma al momento più importante. Maria certamente lo sapeva che Gesù non ci avrebbe mai lasciato soli. Così, in quella sera in cui celebravamo la Pasqua, mentre cenavamo, Gesù ha preso il pane e il vino, li ha benedetti e ci ha detto di mangiarli, ci ha detto che quel pane e quel vino erano il suo corpo e il suo sangue. Gesù prima di morire ci faceva capire che non ci lascia soli. Anche se dopo la sua morte non ha più camminato con noi su questa terra, ogni volta che si ripetono quelle sue parole, in quella che voi oggi chiamate Messa, Gesù torna vivo veramente. Ed è proprio allora che possiamo parlargli e ascoltarlo nel modo più speciale. Maria più di tutti capiva che cosa fosse quel pane e cosa fosse quel sangue. E pensate che gioia per lei che aveva tenuto Gesù dentro di sé per nove mesi, sentirsi ancora una volta unita in modo così forte e profondo a Lui. Credo sia importante adesso che Maria ci insegni a vivere sempre di più con Gesù, andando con fedeltà a Messa la domenica. Preghiamo queste ultime tre Ave Maria proprio perché possiamo capire che andare a Messa la domenica è una occasione da non perdere, è l’occasione di stare vicinissimi a chi più di tutti ci ama e ci sostiene: Gesù.» AVE MARIA (3) CONCLUSIONE: Giovanni saluta i lupetti, ad esempio nel seguente modo: «Ora vi saluto, vi auguro tanta gioia e tanta pace. Oggi e in tutta la vostra vita. Vi lascio un piccolo regalo [dona ai lupetti i libretti “Rosario Biblico” che tira fuori dalla sua bisaccia]

Questo libretto vi potrà aiutare a pregare il rosario. E se volete potete leggere tra un’Ave Maria e l’altra una delle frasi della Parola di Dio che sono scritte qui dentro. Sarebbe molto bello che proponeste anche nelle vostre famiglie di pregare, magari anche solo una decina alla sera. Sono sicuro che i vostri capi potranno spiegarvi meglio come fare.

Vi saluto di nuovo. La pace sia con voi.»

CANTO FINALE (intonato dagli altri vecchi Lupi appena Giovanni se ne è andato): Fratello sole, sorella luna oppure Mamma del cielo. ESEMPI DI ICONE-IMMAGINI (da stampare ciascuna su un foglio di formato grande, minimo un

A3 oppure da presentare su vari cartelloni).

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Materiale:

Un fornello o fornelletto a gas; una pentola con un po’ d’acqua e un pentolino più piccolo da mettere dentro la pentola con l’acqua ove far sciogliere a bagnomaria la cera; cera bianca (o incolore) in particolari sono ottimi avanzi di vecchie candele, rivestimenti di cera dei formaggini e quant’altro possa essere recuperato a costo zero (lo Scout è laborioso ed economo!); qualche pezzetto di pastello a cera colorato (i mozziconi che normalmente si buttano via sono ottimi) o di candelina colorata (tipo quelle da compleanno) per dare il colore; bottigliette di plastica (o altri contenitori di plastica che facciano da stampini per le candele); spago (per lo stoppino, lo spago deve essere tanto più grande quanto più larga è la candela); mollette di legno; matite di legno o legnetti (per mescolare la cera), forbici, cutter, carta da giornale.

Realizzazione:

Mettere a scaldare sul fornello un po’ di acqua e quando inizia a diventare calda metterci dentro il pentolino con vari pezzi di cera bianca. Lasciare che la cera si sciolga a bagnomaria. ATTENZIONE: mentre occorre fare attenzione a non rovesciare l’acqua bollente con cui è possibile scottarsi, la cera calda non scotta e anche se cade sulla pelle dà solo una sensazione di caldo ma non fa male.

Mentre la cera si scioglie, preparare gli stampini: tagliare le bottigliette di plastica a metà (con le forbici o il cutter, è bene che l’operazione sia fatta da un adulto), quindi con il cutter fare un piccolo taglietto sul fondo della forma (che può essere il fondo della bottiglia o il tappo a seconda della metà che si utilizza) di modo da farci passare lo spago. Lo spago deve spuntare dal fondo della forma di circa 1 cm (sarà lo stoppino che poi si accede). Dal lato dove si versa la cera lo spago deve essere sufficientemente lungo da essere pinzato con una molletta la quale serve per tenerlo fermo al centro della candela. A candela ultimata lo spago in eccesso sarà tagliato. NOTA: per non sporcare tavoli e tovaglie nel caso dovesse rovesciarsi un po’ di cera (cosa probabile) è bene eseguire queste operazioni su fogli di giornale.

Quando tutta la cera è fusa si può decidere se sciogliere direttamente dentro il pentolino il colore (in tal caso tutte le candele avranno quel colore) oppure se versare la cera incolore nei vari stampi e quindi mettere in ciascuno di essi un pezzetto di pastello, del colore che si vuole. Mescolare il pastello e la cera liquida con il legnetto di modo che acquisti un colore uniforme, nel frattempo tenere lo spago bene al centro della forma e infine tenderlo con la molletta di modo che rimanga dritto al centro. NOTA: se della cera dovesse versarsi non piangere! Infatti appena si sarà solidificata è possibile recuperarla, farla sciogliere e riutilizzarla! (La cera che finisse malauguratamente sugli abiti va invece rimossa col ferro da stiro avendo l’accortezza di risvoltare l’abito e di usare della carta assorbente per la cera che viene sciolta dal ferro).

Occorre quindi lasciare alcune ore le candeline a solidificare, dopodiché è possibile aggiungervi, se si vuole, altri strati di cera, magari di un differente colore. OSERVAZIONE: la cera nel solidificarsi si restringe (al contrario dell’acqua che quando ghiaccia si dilata) dunque tenderà ad assumere normalmente una forma di cono intorno allo stoppino. Si può cercare di diminuire questo effetto aspettando un paio di minuti prima di versare la cera liquida negli stampini.

Una volta che la candela (monocolore o multicolore) è ultimata, con un cutter si leva via d’intorno lo stampino. Se si ha la parte con il tappo, esso si svita e semplicemente si

REALIZZAZIONE DI CANDELINE DI CERA COLORATA

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spinge la candela fuori. Si taglia lo stoppino in eccesso ed eventualmente con il cutter si liscia leggermente la base (che, per l’effetto sopra descritto, tende a rimanere a cono). La candelina è pronta! IDEA: con la candelina si può realizzare un centrotavola (cartone rigido, qualche pigna o dei sassolini di mare e/o qualche fiocco) oppure un bel pacchetto (sacchettino di plastica trasparente e fiocco con lo spago).

PER I PIÙ ESPERTI: prendo dimestichezza con l’arte della cera, si possono realizzare candele molto artistiche. Se si utilizza della sabbia o dei sassi o altri oggetti per tenere inclinato lo stampo in cui si versa la cera, si possono ottenere delle candeline a più strati in diagonale, molto simpatiche da vedersi. L’effetto del colore si può inoltre regolare: mettere tanto pastello per un colore più intenso, poco pastello per mantenere una gradazione più sfumata (in giro si trova anche del colorante per cera che tende a dare un colore molto carico alla cera).

Lavoro eseguito con il C.d.Ak. 2009 del Branco Arcobaleno – Si ringrazia Alessandro Targani (“Bud” - Mysa) per la preziosa presenza.

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Riconoscimenti «… Buona caccia a voi tutti, maestri miei!»

Un “ululato” speciale ad Attilio Grieco per la revisione e il confronto Metodologico;

un'altra zampata va ad Andrea Padoin (Grillo Parlante) per avermi fornito il materiale

relativo alle Cacce francescane ASCI e il ciclostilato originale delle Cacce francescane di

Gigi Tedeschi;

alla prossima caccia non mi dimenticherò neppure di Gianna Garzini (Napoleone) e Palmira

Boschi (Irbis Fantasiosa) per gli spunti su come redigere una Tesina “ben fatta”;

il gozzo sia pieno e il sonno profondo anche per Valerio Gasparini (Rana Assorta e Sincera): i

motivi per cui citarlo in tanti anni di cacce e avventure sarebbero così tanti che nemmeno

la memoria di Hati li può contenere tutti.

Singoli contributi alle Cacce qui proposte sono stati di volta in volta specificati sotto il titolo dell’attività stessa.