Cosa farai da grande? Immaginarsi il futuro nell’epoca della crisi – Edublog G. Armin, Work. I...

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21/09/2015di francesca

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Cosa farai da grande?Immaginarsi il futuronell’epoca della crisi

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G. Armin, Work. I lavori dalla A alla Z, Else, 2014

“E’ difficile diventare adulti quando non c’è abbastanza lavoro dauomini”

(Paul Goodman, dalla quarta di copertina di Work)

Se chiediamo ai bambini “Cosa farai da grande?” le risposte sono assai varie,spaziano tra ambiti molto diversi tra loro e riflettono l’ambiente in cui vivono,ambiente di cui fanno parte integrante i media, fattore che contribuisce molto adallargare il ventaglio delle possibilità.

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Vale la pena cercare delle risposte viaggiando tra l’editoria per bambini e giovaniadulti.

J. Willis, M. Rees, Che cosa farai da grande?, Piemme, 1997 riedito in brossura nel 2008



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J. Willis, M. Rees, Che cosa farai da grande?, Piemme, 1997 riedito in brossura nel 2008

Nei libri “per bambini” si respira l’intento di nutrirne l’autostima e una sanaambizione a realizzarsi come persona; frequentemente ironizzando sulleaspirazioni di genitori, amici, parenti che si sovrappongono attraverso proiezionie fantasie di riscatto. Con questo taglio è molto divertente il libro edito daPiemme, nella serie Arcobaleno, Cosa farai da grande?

Negli ultimi tempi sono stati pubblicati numerosi cataloghi di professioni e lavori,per bambine e bambini, spesso per interesse verso politiche a sostegnodelle pari opportunità tra i generi, penso ad esempio a Settenove, EDTGiralangolo-Sottosopra e a tante proposte che si trovano in cataloghi di altrecase editrici con interessi meno caratterizzati.Non mi avventuro in analisi di questa “tendenza” editoriale di nicchia, dato cheme ne occupo abitualmente in maniera trasversale (evidenziando come inquesto filone si trovano talvolta libri molto ben fatti, talaltra prodotti che sonofrutto di strategie di marketing, correlate a scelte demagogiche ed erroneamentepresentate come pedagogiche).



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L. Biemmi, L. Terranera, Cosa faremo da grandi? Prontuario di mestieriper bambine e bambini, Settenove, 2015



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Mano a mano che l’età del target si alza, il lavoro viene più frequentementepresentato, nei libri, come frustrante, ripetitivo, come una chimera, oancora: omologante e annichilente, quando non strettamente intrecciato adambienti malavitosi.



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Il grande apprezzamento di ragazzi e ragazze verso il genere distopico sono untermomentro interessante -a cui presta puntualmente attenzione ilgruppo Hamelin

un’associazione culturale che mette in relazione promozioneculturale e vocazione pedagogica, lavorando in particolare conbambini e adolescenti attraverso la letteratura, il fumetto,l’illustrazione e il cinema che da anni porta avanti il progetto Xanadu.



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Di fatto gran parte del mondo degli adulti, non tutta, sta illecitamenteinsinuando nei giovani il tarlo di un futuro al “ribasso” senza possibilità diautorealizzazione. Purtroppo non mancano opinionisti e saggisti che “vendono” tesi di adolescenti e giovani smidollati, senza guardare alle origini dell’attualecrisi economica, morale e lavorativa.



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Gemma Malley, La Dichiarazione,Salani

In tale scenario, fortunatamente, non mancano voci che si oppongonoall’etichettamento e alla denigrazione di giovani e giovanissimi, in primis GliAsini e il movimento di educazione coperativa.



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Considero una pubblicazione preziosa il saggio di Stefano Laffi: La congiuracontro i giovani. Crisi degli adulti e riscatto delle nuove generazioni,Feltrinelli, 2014.



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Francesco Ciafaloni fotografa per Gli Asini (n. 26) la situazione italianaincrociando i dati di varie fonti (vale la pena leggere l’articolo I giovani e illavoro) da cui estrapolo quanto segue:

La disoccupazione (…) è il problema fondamentale. I giovani sonoovviamente i più colpiti, per le mancate assunzioni, per lamaggiore presenza tra i precari, i contratti a termine, i lavorimarginali, che spariscono per primi quando ci sono problemi.(…)Si capisce benissimo perché i giovani italiani cerchino lavoro inGermania dove la percentuale di giovani disoccupati è 1/5 di quellaitaliana; o nel Regno Unito (…).

L’editoria per bambini e giovani adulti rispecchia la nostra società:

– ai bambini si prospetta, nei primi sei anni di vita, un mondo di libertà,giustizia, uguaglianza, vivacizzato da beni di lusso acquistabili, ma ancheda tante relazioni “sincere”, importanti, costruttive. Si prospettano vitepiene di soddisfazioni, di relazioni significative -e anche di “oggetti”;

– già intorno ai sei anni si abbassa l’asticella, molto anche per i demeriti diun’editoria scolastica spesso insulsa e stereotipizzante, quanto incapacedi “leggere” il presente;

– dalle medie in poi i ragazzi iniziano a esercitare più attivamente la liberascelta delle proprie letture (seppur fortemente influenzate da un mercatoaggressivo e da politiche nazionali di educazione alla lettura pressocchéinestistenti!) ed è allora che molti scelgono di leggere di società future in cuigli adulti spariscono.

Vale la piena chiedersi il perché!



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Le illustrazioni di Armin Greder accendono sguardi che richiedono di soffermarsiun po’ più a lungo di quanto in prima istanza sembrerebbe; vale la pena dedicaredel tempo a Work: guardare una illustrazione, una soltanto, e dialogarci duranteuna bella camminata filosofica e silenziosa.

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