Cosa è cambiato? Il rapporto banca-impresa alla luce dei nuovi … · Cambia il rapporto...
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Seregno
6 maggio 2014
Cosa è cambiato?
Il rapporto banca-impresa alla luce dei
nuovi scenari
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Agenda
• Come cambia il rapporto banca-impresa
• Fondo Centrale di Garanzia
• Il ruolo di Cdo
•La crisi innescata dai mutui USA si estende con il crack
Lehman alle banche e all’economia reale internazionale
Riflessi sull’economia Italiana
•La peggiore recessione degli ultimi decenni: i Governi
adottano importanti misure anti-crisi
•PIL -1,3%
•Investimenti fissi lordi -3,8%
•Esportazioni di beni e servizi -4,3%
•PIL -5,2%
•Investimenti fissi lordi -11,9%
•Spese per consumi delle famiglie-1,8%
•Esportazioni di beni e servizi -18,4%
La crisi internazionale
•Acuirsi della crisi del debito sovrano con
coinvolgimento di Spagna e Italia
•PIL +0,4%
•Investimenti fissi lordi -0,9%
•Spese per consumi delle famiglie+0,0%
•Esportazioni di beni e servizi +5,6%
La crisi in Italia e nel mondo
•Il calo del PIL cominciato a metà 2011 non si arresta e
prosegue per tutto l’anno, solo le esportazioni hanno
segno positivo
•PIL -2,4%
•Investimenti fissi lordi -8,0%
•Spese per consumi delle famiglie-3,9%
•Esportazioni di beni e servizi +2,3%
2008
2009
---
---
2011
2012
---
---
2014
•Le stime più ottimistiche prevedono una crescita del
PIL del 0,6%, con un ritorno ai livelli pre-crisi solo oltre il
2021 (centro studi Confindustria)
Le banche stanno cambiando
• Vengono modificati i criteri di valutazione delle banche, e le banche devono modificare i criteri di valutazione delle aziende. Il rischio, e la quantità di denaro da accantonare, non dipende più dal tipo di operazione, ma dall’azienda che riceve il finanziamento.
• Ridotte possibilità di finanziamento per le banche italiane: interbancario non più funzionale come prima del 2008, obbligazionario e raccolta diretta molto costosi
• Funding gap tra raccolta e impieghi di circa 200 mld €
• A fine 2014 le banche italiane dovranno restituire il denaro preso a prestito dalla BCE alla fine del 2011. A fine 2013, dopo due anni, sono stati restituiti 38 mld, restano altri 217 mld da ripagare nel 2014
• Nel corso del 2014 le banche verranno sottoposte alla Asset Quality Review della BCE e diverse ricorreranno ad aumenti di capitale (MPS, Carige, Popolare Sondrio, Banca Marche, Popolare Etruria…)
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Basilea 2
Basilea 3
Raccolta
Fondi BCE
Asset Quality
Review
Sofferenze bancarie
• Sofferenze bancarie in crescita costante, a dicembre 2013 ammontano a 150 mld (due terzi del margine operativo; ammontavano a 25 mld nel 2007)
• Il totale dei crediti deteriorati, includendo anche gli incagli e le posizioni ristrutturate, ammonta a 300 mld: anche in Italia si inizia a parlare di Bad Bank
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A fine 2007 le sofferenze bancarie lorde ammontavano a 25 mld €, si sono più che quadruplicate in 6 anni Il settore delle costruzioni è quello più critico, con quasi il 18% di crediti problematici. Anche il commercio e l’alberghiero hanno tassi di sofferenze oltre il 13%
Le banche italiane hanno criteri più stringenti rispetto a quelle europee a causa dell’inefficacia della legge italiana sulla tutela del credito e delle garanzie
• Requisiti patrimoniali blandi per le banche
• Bassa patrimonializzazione delle PMI e disponibilità del sistema bancario a sostenere le PMI
• Sistema finanziario stabile e liquidità degli istituti di credito
• Assenza di rating sul debitore
• Elevato potere decisionale del personale di contatto
• Per le banche i costi erano rappresentati essenzialmente da costo della raccolta
IERI OGGI
• Requisiti patrimoniali stringenti alle banche
• Richiesta maggior Patrimonio alle PMI
• Crisi finanziaria e minor liquidità a disposizione della banche
• Introduzione del rating e massima attenzione alla qualità del credito
• Potere di delibera sempre più accentrato
• Sempre più elevata incidenza dei costi per accantonamenti (determinati in base al rating) e alle perdite su crediti
6
Cambia il rapporto banca-impresa
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Cambia il rapporto banca-impresa
• La situazione attuale e le nuove regole di Basilea 3 richiedono che la funzione finanziaria
nelle PMI diventi strategica
• Troppo spesso vengono ricercate soluzioni di emergenza a situazioni di emergenza,
che risolvono il problema nel breve ma che rischiano di creare maggiori problematiche alla
struttura complessiva dell’azienda
• Oggi la banca non può più essere vista come un semplice fornitore di denaro, bisogna
cominciare a guardarla come un partner strategico, facendosi conoscere e avendo una
relazione continua
• Il potere decisionale di gestori e direttori è limitato rispetto al passato, ma la banca rimane
un’azienda fatta di persone. È imprescindibile mantenere un buon rapporto con le
persone che devono far valere le nostre ragioni presso gli uffici crediti
• Le banche per fare utili devono fare (buoni) prestiti: molte aziende non potrebbero
sopravvivere senza le banche, le banche per sopravvivere hanno bisogno di fare prestiti
• Le banche possono continuare a sostenere le aziende con un buon rating, devono invece
ridurre gli affidamenti ad aziende con rating negativi
I criteri di assegnazione del rating
I metodi di
assegnazione dei
rating interni alle
banche prevedono
un insieme di
valutazioni del
cliente:
1. ANALISI
QUANTITATIVA
3. ANALISI
ANDAMENTALE
2. ANALISI
QUALITATIVA
• Viene analizzata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria
dell’impresa.
• Serve a determinare la capacità dell’impresa di generare nel tempo flussi di
cassa positivi, mantenendo livelli di redditività soddisfacenti e una struttura
finanziaria e patrimoniale equilibrate
• Vengono raccolte e analizzate informazioni relative all’impresa e al
settore di appartenenza.
• Viene valutata la capacità dell’impresa di intraprendere decisioni strategiche
coerenti con la propria dimensione e struttura, nonché con l’ambiente di
riferimento e la sua evoluzione.
• Comportamento dell’impresa nei confronti del sistema bancario:
• DATI DISPONIBILI ALL’INTERNO DELLA BANCA assegni ed effetti
insoluti, insoluti Riba e fatture presentate, sconfinamenti
• DATI DISPONIBILI DAL SISTEMA (centrale rischi di Banca d’Italia):
fido medio totale verso le banche, eventuali sconfinamenti rispetto ai
fidi concessi, utilizzi liquidi medi, rate di mutui o finanziamenti scadute,
ritardi nei pagamenti.
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Come cambiano le imprese
Indicatori
importanti
per il rating
Trasparenza
PN
Struttura e sostenibilità del debito
Garanzie (Fondo
centrale)
Capitale circolante
Pianificazione e conoscenza del mercato
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Chi ha “le chiavi” dell’azienda? Copertura oneri finanziari Margine Operativo / PFN
Politiche di bilancio Logistica “Buon” fatturato
Partnership Tempestività
Requisiti Convenienza
Budget annuale Trend fatturato Ciclo monetario, insoluti
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Il cruscotto della valutazione
• Corretta riclassificazione del CE per
evidenziare la marginalità caratteristica
del business
Equilibrio Patrimoniale Equilibrio finanziario Equilibrio economico
• Riclassificazione dello SP che
evidenzi in modo chiaro il vero valore
dell’azienda.
• Analisi solvibilità
LIQUIDITÀ
SOLIDITÀ
• Analisi equilibrio patrimoniale
COEFF. COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI
Liq. corrente = AC / PC
Liq. immediata = (AC – magazzino)/PC
Margine Struttura = PN - Immobilizzaz
Grado capit. = PN/tot Debiti Finanziari
• Grado di indebitamento
• Capacità di onorare il debito tramite
l’autofinanziamento
• Turnover
• Incidenza costo indebitamento
ROI > i
• Misurazione della capacità di far
rendere il C.I. più del costo dei
finanziamenti
• Analisi redditività
ROE = risultato netto / PN
ROI = risultato Operativo / CI
Copertura OF = risultato Operativo / OF
Mezzi di terzi / PN
PFN / EBITDA
Fatturato / Capitale Investito
Oneri finanziari / Fatturato
(PN + debiti fin a MLT)/tot. Immobilizz.
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CR raggruppata: che informazioni fornisce
• Grado di elasticità nell’utilizzo dei fidi
per scoperto di conto
• Ricorrenza di sconfinamenti sulle linee
di credito
• Quota di insoluti del portafoglio
commerciale
• Quota e durata di crediti scaduti
• Coerenza con i dati di bilancio
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CR Banca d’Italia
• Le banche non la possono vedere, solo l’azienda la può richiedere
• Documento completo e più “leggibile”, richiedibile via PEC o fax a Banca d’Italia
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Il Rendiconto Finanziario
• Ad oggi, documento obbligatorio solo per le Banche e le aziende quotate in borsa
31 dic 2011 31 dic 2010 31 dic 2009
Ebitda 666.937 857.004 853.680
Variazione fondi 79.967 101.712 111.675
Gestione caratteristica 746.904 958.716 965.355
Variazione rimanenze 0 0 0
Variazione crediti vs clienti 42.732 -173.532 -812.910
Variazioni altre voci dell'attivo circolante -134.434 -226.402 -40.687
Variazione debiti verso fornitori 81.948 -20.498 754.585
Variazioni altre voci del passivo corrente -101.410 -132.794 331.942
Variazione del circolante -111.164 -553.226 232.930
Capex materiali -135.289 -120.927 -142.356
Capex immateriali -78.806 -148.790 -242.308
Invest. /disinvest. in partecipaz. e titoli -4.000 0 0
Totale Capex -218.094 -269.717 -384.663
Cash flow dopo gli investimenti 417.646 135.773 813.622
Gestione straordinaria e svalutazioni -64.038 -45.212 -123.154
Imposte -135.743 -160.603 -147.079
Variazione Patrimonio Netto -181.380 1 -4
Variazione finanziamento soci 0 2.000 0
Cash flow al servizio del debito 36.485 -68.041 543.385
Risultato finanziario -26.460 -23.889 -38.175
Variazione finanziamenti a MLT -32.050 -31.489 -28.348
Net Cash Flow -22.025 -123.419 476.862
Rendiconto finanziario
• L’azienda produce o assorbe liquidità?
• Quali aree della gestione hanno prodotto liquidità e quali l’hanno assorbita?
• Sono in grado di coprire autonomamente gli oneri finanziari e le rate dei mutui?
• A partire dal 2015 per effetto della nuova direttiva CE (34/2013) sui bilanci e dei rinnovati principi contabili nazionali (10 e 12), andrà inserito in nota integrativa il rendiconto finanziario. Tutta la nota integrativa, inoltre, richiederà maggiore chiarezza e trasparenza.
La gestione degli affidamenti > consigli
• Il rischio è che in caso di effetti scaduti e impagati i crediti
concessi si riverserebbero sul c/c ordinario, creando anche
solo momentaneamente un ulteriore sconfinamento.
• Soluzione 1: per ogni linea di autoliquidanti è consigliabile
avere un fido a revoca capace di tollerare eventuali insoluti.
Normalmente si quantifica nel seguente modo: revoca = circa
20 – 25% dell’autoliquidante. Meglio ancora se il fido a revoca
è calcolato di anno in anno tenendo conto degli insoluti medi
dell’anno precedente.
• Questa porzione di fido a revoca deve essere riservata agli
insoluti.
• Soluzione 2: se non è possibile avere un fido a revoca
valutare soluzioni alternative: cessione dei crediti commerciali
(factoring).
Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate
• AUTOLIQUIDANTI:
Un errore che spesso
si compie è farsi
affidare su linee
autoliquidanti (meno
rischiose per la
banca) senza che ad
esse corrisponda un
fido a revoca di
dimensioni
proporzionate.
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La gestione degli affidamenti > consigli
• Se il cliente è conosciuto, affidabile e la banca lo conosce
(perché cliente o pagatore di altri clienti della stessa banca) si
può trattare l’inserimento in delibera di tempi fino a 120 giorni
• Ricorso al factoring, soprattutto per clienti ricorrenti, di grosse
dimensioni, che rappresentano una quota rilevante del
fatturato aziendale
• Anticipo contratti
• Finanziamenti per acquisto scorte, se la voce principale di
costo è rappresentata da materie prime
• Finanziamento bullet, rinnovabile se il cliente è ricorrente, con
scadenza a 6 o 12 mesi, anche con rimborso integrale a
scadenza
Situazione Soluzioni consigliate
• Clienti che pagano
oltre i 90 giorni o che
generano una quota
significativa di
fatturato
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La gestione degli affidamenti > consigli
• Spesso capita di vedere aziende che utilizzano lo scoperto di
c/c per finanziare investimenti. Il rischio è che le banche
chiedano un rientro (anche parziale) e l’azienda non abbia le
risorse per soddisfare la richiesta.
• Questa situazione ha anche come conseguenza certa quello
dell’utilizzo dei fidi “a tappo” con rischio di continui
sconfinamenti. Situazione pericolosa per un peggioramento
del rating, limitazione delle linee di affidamento (quantità e
pricing).
• Soluzione: Per gli investimenti è necessario utilizzare solo
ed esclusivamente affidamenti a scadenza: finanziamenti
chirografari e/o mutui ipotecari.
Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate
• FIDI A REVOCA:
devono finanziare il
capitale circolante
e/o coprire eventuali
sconfini su
autoliquidanti
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La gestione degli affidamenti > consigli
• Non bisogna prescindere da queste linee, sono lo strumento
principale per poter agire con un minimo di orizzonte
temporale.
• Fra questi strumenti bisogna poi differenziare le scadenze,
dando il giusto peso ad orizzonti temporali di medio/lungo
periodo.
• Più si chiede alla banca di affidare l’azienda nel MLT e per
importi significative, più la banca chiederà garanzie
accessorie (reali o di firma).
• Se ci sono i presupposti è possibile utilizzare lo strumento
delle garanzie consortili. Da non dimenticare anche la legge
662 (fondo di Garanzia MCC).
Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate
• FIDI A SCADENZA:
sono linee molto
importanti che
servono a
riequilibrare la
struttura finanziaria
delle PMI
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Strategie operative per il miglioramento del rating
Accorgimenti
per una
miglior
gestione del
rating
18
19
Agenda
• Come cambia il rapporto banca-impresa
• Fondo Centrale di Garanzia
• Il ruolo di Cdo
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Fondo Centrale di Garanzia
Il Fondo Centrale di Garanzia rilascia garanzie pubbliche a fronte
di finanziamenti concessi dalle Banche. L’impresa che necessiti
di un finanziamento può chiedere alla Banca (garanzia diretta) o a
un Consorzio Fisi (controgaranzia) di garantire l’operazione tramite il
Fondo.
L’attivazione della garanzia riduce il rischio e le
necessità di accantonamento per la Banca: in caso
d’insolvenza dell’impresa si attiva il risarcimento da
parte del Fondo Centrale di Garanzia, e in ultima
istanza, dello Stato.
In alternativa, l’impresa può richiedere l’attivazione della
Controgaranzia o di una Cogaranzia rivolgendosi a un
Confidi, il quale provvederà a inoltrare la richiesta al Fondo
Centrale.
21
Fondo Centrale di Garanzia
• È garantibile qualsiasi tipo di operazione finanziaria: finanziamenti, mutui,
affidamenti commerciali, fidi di cassa, leasing, consolidamento di passività a breve.
• Sono ammesse le aziende operanti in tutti i settori compresi artigiani, professionisti ed
imprese sociali, esclusi solo i settori considerati “sensibili” dall’UE (pesca, estrazione…)
• Deve trattarsi di operazioni di nuova erogazione:
- in particolare per i fidi a revoca, dev’essere chiaramente identificabile nella delibera la
data di scadenza;
- per gli affidamenti rinnovati annualmente è necessario ottenere la delibera del Fondo
prima del rinnovo dei fidi.
• Alla garanzia del Fondo è possibile affiancare altre garanzie reali (ipoteca), ma
unicamente per la quota di finanziamento non coperta dal Fondo stesso.
• In fase di rinnovo dei fidi, la garanzia del Fondo Centrale può essere utilizzata per
sostituire garanzie personali o ridurre la quota di fido garantita personalmente
• Per le aziende con sede in Toscana la garanzia può essere erogata solo nella forma della
Controgaranzia: la richiesta deve quindi essere inoltrata tramite un Consorzio Fidi e non
direttamente tramite la banca. Lo stesso avviene in Abruzzo per importi superiori a 100k €
Operazioni
Altre garanzie
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Fondo Centrale di Garanzia Punti di forza
• L’operazione riduce il rischio per la Banca
in caso di default dell’impresa cui ha
erogato il prestito: l’importo è garantito dal
Fondo Centrale
• Riduce la quantità di capitale da
accantonare a fronte del medesimo
importo finanziato
• La garanzia ha costi molto più contenuti
rispetto a quelli di un Consorzio Fidi
• Contribuisce a migliorare la valutazione
dell’impresa da parte della Banca e
aumenta le possibilità di accesso al credito
Per la Banca Per l’Impresa
Fondo Centrale di Garanzia Modalità operative 2014 – Garanzia diretta
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• A partire dal 2014 è possibile ottenere la garanzia
solo su finanziamenti e affidamenti di nuova
erogazione, e prima che la liquidità venga
effettivamente messa a disposizione
dell’azienda
• L’erogazione dei finanziamenti o la messa a
disposizione di affidamenti da parte delle banche deve
quindi essere preceduta la riscontro positivo da parte
del Fondo, e solo successivamente l’azienda può
ricevere la liquidità
• La banca sottopone al Fondo una delibera
condizionata all’ottenimento della Garanzia. Una volta
avuto riscontro positivo (al momento t.3) l’azienda
può ottenere l’importo richiesto
• Storicamente, dal t.2 al t.3, erano necessari due
mesi di tempo. Il nuovo sistema informativo del FCG
dovrebbe ridurre i tempi di attesa, ma è bene
orientarsi si queste scadenze: se un’azienda
intende avvalersi della Garanzia deve andare in
banca 2-3 mesi prima dell’effettivo bisogno
Azienda
Banca
Fondo Centrale
Richiesta fido
1
2
3
Richiesta garanzia
Ottenimento garanzia e conseguente messa a disposizione dei fondi
Fondo Centrale di Garanzia Modalità operative 2014 – Controgaranzia
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• Fino al 2013 nelle pratiche di Controgaranzia l’azienda
poteva richiedere la garanzia al Consorzio (il quale
provvedeva poi autonomamente a controgarantirsi presso il
Fondo) e ottenere la liquidità richiesta alla banca al momento
della delibera positiva del Consorzio (mediamente un paio di
settimane)
• Dal 2014, invece, anche per la Controgaranzia la
messa a disposizione dei fondi può avvenire solo dopo
che il Fondo Centrale ha deliberato positivamente
(quindi al t.3)
• Al t.1 l’azienda richiede il fido alla banca e la
garanzia al consorzio. Entrambi effettuano delibera
condizionata all’ottenimento della controgaranzia del Fondo, e
contestualmente il consorzio richiede la controgaranzia. Solo
al momento t.3, quando il Fondo avrà deliberato la
controgaranzia, l’azienda potrà ricevere la liquidità
• Viene di fatto meno il principale punto di forza dei Confidi, i
quali, a fronte di un costo maggiore, non consentono più
all’azienda un accorciamento dei tempi
Azienda
Banca
Fondo Centrale
Richiesta fido
1
1
2
Richiesta garanzia al Consorzio
Richiesta controgaranzia
Consorzio Fidi
3
Ottenimento controgaranzia
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Confidi e Fondo Centrale
• Costi molto più elevati
• 106 hanno impatto solo qualitativo
• Quasi tutti i Condifi deliberano solo se si possono
controgarantire
• Alcune banche non hanno la struttura in grado di presentare la
domanda la richiesta (di controgaranzia) viene presentata
dai Confidi
• Aziende già iscritte ai Confidi
• Costi contenuti, solo variabili
• Impatto positivo sul costo del finanziamento e sulle
possibilità di accesso al credito
• Esteso l’accesso anche ad artigiani, professionisti ed
imprese sociali
• Non tutte le banche sono in grado di presentare la richiesta
• Procedura semplificata quasi solo per aziende con buon
rating (per le altre è obbligatorio passare da un Confidi)
• Almeno due mesi di tempo per ottenere la delibera, anche se
il nuovo sistema informativo dovrebbe ridurre i tempi d’attesa
CONSORZI FIDI FONDO CENTRALE
• Eventuale perdita ultimo esercizio < 5%
fatturato
• Calo fatturato ultimo esercizio max. 40%
• Mezzi propri > 5% del passivo *
La valutazione
Copertura Immobilizzazioni
Copertura Oneri fin.; MOL/Fatturato
Indici circolante
Condizioni necessarie
per poter accedere alla garanzia Principali indici di valutazione
Se sono rispettati i pre-requisiti, viene effettuata la valutazione
dell’azienda secondo alcuni indicatori
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* Nota: dalla seconda metà del 2014 il valore minimo del rapporto Mezzi propri / Mezzi di terzi rischia di passare di fatto dal 5% al 10-12%
Patrimonio netto / Passivo
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Agenda
• Come cambia il rapporto banca-impresa
• Fondo Centrale di Garanzia
• Il ruolo di Cdo
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Il ruolo di Cdo
Cdo verifica la possibilità dell’azienda di accedere alla garanzia e raccoglie i
documenti necessari.
Se sono rispettati i pre-requisiti e la valutazione è positiva, la pratica accede alla
valutazione con parere positivo
La banca controlla l’eligibilità dell’azienda e presenta al Fondo Centrale la
richiesta di garantire il finanziamento. La banca inoltra al Fondo la delibera (quasi
sempre una pre-delibera vincolata all’ottenimento della garanzia) che deve specificare
tutte le condizioni del finanziamento.
Il Fondo Centrale valuta la capacità dell’impresa di ripagare il finanziamento
richiesto. Entro due mesi (per le operazioni i procedura semplificata) esegue la
valutazione e, se positiva, rilascia la garanzia.
Servizi finanziari Cdo
• Possibilità di affidare a CDO la trattativa per le condizioni
• Esigenza di condizioni contrattuali stabili evitando ripetuti controlli e trattative
• Risparmio
• Possibilità di confrontare le condizioni dei propri conti correnti (strumento del risparmio)
• Prodotti: conti correnti, finanziamenti chirografari, mutui ipotecari, factoring
• Esigenza di trovare un supporto nel raccontare la propria impresa
• Esigenza di confrontarsi con un soggetto competente in merito alle strategie di investimento e finanziamento
• Esigenza di un rapporto “privilegiato” con la banca per l’accesso al credito
• Esigenza di tempi di risposta ragionevoli
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Accesso a
condizioni
riservate
Accesso
al credito
Bisogno a cui risponde Convenzione
Convenzione
Bancaria
PMI Tutoring
• Per garantire un livello di informazioni corretto e completo abbiamo predisposto una check list, cioè una traccia con alcune domande
da porre all’imprenditore nel momento del primo incontro.
• In questo modo è possibile preparare un documento in grado di parlare lo stesso linguaggio della banca, cioè far meglio
comprendere il progetto di crescita dell’impresa in tutte le sue potenzialità.
• Un lavoro di questo genere è in grado di modificare il giudizio della banca: maggiore disponibilità a concedere credito, miglior pricing,
miglioramento del rapporto.
L’impresa contatta CdO e
dopo l’incontro consegna i
documenti (bilanci,
Statuto, Camerale)
CdO riclassifica i
bilanci e redige
memorandum
informativo
Esito
della
pratica
CdO condivide con l’impresa il
percorso di accesso al credito e
mette in contatto l’impresa con
l’area di una delle banche partner
Apertura conto corrente ed
erogazione del finanziamento
richiesto
La pratica non viene
inviata alla Banca
Esito
della
delibera
Check list
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