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Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza Convenzione di Sovvenzione n. 2011/FEI/PROG-101909 CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E82I12000230007 Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza. Terza edizione. Convenzione di Sovvenzione n. 2012/FEI/PROG-104481 CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E83D13000880007 Corso propedeutico Ditals 2 Fondazione Ismu, Via Copernico 1, Milano Dicembre 2013 - aprile 2014

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Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza

Convenzione di Sovvenzione n. 2011/FEI/PROG-101909

CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E82I12000230007

Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza. Terza edizione.

Convenzione di Sovvenzione n. 2012/FEI/PROG-104481 CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E83D13000880007

Corso propedeutico Ditals 2 Fondazione Ismu, Via Copernico 1, Milano

Dicembre 2013 - aprile 2014

QCER e didattica delle lingue moderne in una prospettiva europea. I livelli del QCER:

familiarizzazione e attività di laboratorio”

Barbara D’ Annunzio

Università Ca’ Foscari Venezia

IL QUADRO COMUNE EUROPEO DI RIFERIMENTO PER LE

LINGUE

LA STORIA

Nasce per iniziativa del Consiglio d’Europa 1971 - Incaricò gli autori Trim, Van Ek e

Wilkins di redigere un documento che contenesse le linee guida per una risposta didattica ai bisogni linguistici dei cittadini europei

Progetto Lingue Moderne (per gli adulti)

Progetto Lingue Moderne

• APPROCCIO NOZIONALE-FUNZIONALE: specifica gli obiettivi del percorso di apprendimento/insegnamento stabilendo

- le categorie delle funzioni da realizzare attraverso gli atti comunicativi

- le nozioni - lessico usato in ambiti e situazioni • Pone l’allievo al centro del percorso didattico (bisogni

comunicativi, caratteristiche e risorse) • Obiettivi principali: orientare l’insegnamento ad

un’azione d’uso; spendibilità delle conoscenze linguistiche; favorire la mobilità dei cittadini dei Paesi membri dell’ Unione Europea e la cooperazione internazionale

Progetto Lingue Moderne

• Prevedeva 5 livelli: Thresold Level = asse portante del

progetto e indica ciò che l’allievo deve conoscere per poter sopravvivere linguisticamente nel nuovo ambiente

• L’ottica di costante sviluppo e miglioramento portano al Thresold Level 1990 = tra gli obiettivi una maggiore autonomia dell’apprendente (imparare ad imparare)

Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue

È CONSULTABILE

• http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Framework_EN.pdf

(versione integrale in inglese)

• http://www.italianoperlostudio.it/upload/documenti/quadro%20captilo%203%20italiano.pdf

(versione italiana solo il capitolo 3)

Finalità generali

• favorire la diffusione del plurilinguismo in Europa

• fornire riferimenti teorici e strumenti comuni a chi opera nel campo dell’educazione linguistica

• favorire il riconoscimento e l’equiparazione di titoli linguistici

Finalità e destinatari

• Obiettivo del documento è rendere disponibile “una base comune” per coloro che si occupano di:

• politiche linguistiche (autorità) • elaborazione dei programmi, dei libri di testo • per gli insegnanti di lingue • per gli apprendenti di lingue • per gli esaminatori Il Quadro quindi si configura come un sistema che

permette di descrivere e quindi rendere trasparenti e comprensibili i metodi, gli obiettivi, i contenuti dei percorsi di apprendimento-insegnamento delle lingue nei vari paesi

Interrogativi di base del QCER

• Che cosa facciamo quando parliamo con qualcuno e quando scriviamo?

• Che cosa ci mette in condizione di agire in quel modo?

• Quante cose dobbiamo imparare quando cerchiamo di usare una nuova lingua?

• Come definiamo i nostri obiettivi e registriamo i progressi nel percorso che ci porta dalla completa ignoranza all’effettiva padronanza?

• Come si realizza l’apprendimento di una lingua?

• In che modo possiamo agevolare l’apprendimento di una lingua, il nostro e quello di altri?

LA STRUTTURA

• I CAP.: contestualizzazione del Quadro nella cornice politica ed educativa dell’Europa di oggi

• II CAP. presenta l’approccio adottato dal Quadro

• III CAP. illustra i livelli comuni di riferimento

• IV CAP. tratta dell’uso della lingua e di chi la utilizza

• V CAP. analizza le competenze generali e comunicative del parlante o dell’apprendente

• VI CAP. presenta un quadro generale delle opzioni metodologiche e i processi legati all’apprendimento-insegnamento delle lingue

• VII CAP. riguarda i compiti e la loro funzione dell’insegnamento delle lingue

• VIII CAP. getta uno sguardo d’insieme sulle implicazioni della diversificazione linguistica nella progettazione del curricolo

• IX CAP. è dedicato alla valutazione

LA STRUTTURA

una tripartizione dei livelli che risultano suddivisi in A (livello elementare), B (livello intermedio), C (livello avanzato). Ognuno dei tre livelli è diviso in due:

A1 – A2

B1 – B2

C1 – C2

I LIVELLI COMUNI DI RIFERIMENTO

• definiscono la competenza dell’apprendente e descrivono obiettivi e risultati del processo di apprendimento

• incoraggiano la valutazione e l’autovalutazione anche in chiave comparativa

• grazie alla trasparenza conferita dai livelli comuni di riferimento si riescono a raccordare i programmi con i testi adottati e i materiali impiegati, gli obiettivi di una programmazione ad hoc con quelli di certificazioni ed esami finali di vario tipo

• consentono di raccordare esperienze educative formali e informali anche extra-scolastiche

• permettono di prendere in considerazione il cosiddetto apprendimento “incidentale”

• permettono di definire le competenze stesse in termini di ciò che si sa fare e quindi offre un’immediata e concreta spendibilità nei diversi livelli, sia in ambito scolastico che extrascolastico

4 macro-aree (DOMINI) per gli scopi di apprendimento/insegnamento

• Personale

• Pubblico

• Professionale

• Educativo

Le SITUAZIONI che si possono trovare nei DOMINI sono

• Luoghi • Istituzioni • Persone • Oggetti • Avvenimenti • Azioni • Testi

I TEMI

• Identificazione personale

• Abitazione e ambiente

• Vita quotidiana

• Tempo libero, divertimenti

• Viaggi

• Rapporti con gli altri

• Salute e benessere

• Educazione

• Acquisti

• Cibi e bevande

• Servizi

• Luoghi

• Lingua

• Tempo meteorologico

LE METE GLOTTODIDATTICHE

• lo sviluppo della competenza linguistico-comunicativa nella lingua e cultura seconda o straniera

• lo sviluppo della competenza metalinguistica e metacomunicativa

• lo sviluppo della competenza glottomatetica

GLI OBIETTIVI LINGUISTICI SPECIFICI

• i processi necessari per realizzare le varie abilità

linguistiche • i contenuti funzionali, lessicali, morfosintattici ecc.

che compongono la competenza linguistica e comunicativa

• i processi delle competenze metalinguistica e

glottomatetica

PRIMA META GLOTTODIDATTICA

LA COMPETENZA LINGUISTICO- COMUNICATIVA

Un modello di COMPETENZA LINGUISTICA -

COMUNICATIVA

• Sapere la lingua: capacità di usare le grammatiche fonologica, grafemica, lessicale, morfosintattica, testuale

• Sapere fare lingua: saper padroneggiare le abilità linguistiche primarie e integrate

• Saper fare con la lingua: saper utilizzare la lingua come strumento di azione

• Saper integrare la lingua con i linguaggi non verbali: gestuali, oggettuali, prossemici, vestemici ecc…

• Saper studiare in L2/LS (cfr. Balboni 2008 in bibliografia)

La competenza linguistico-comunicativa comprende:

• Competenza linguistica

• Competenza sociolinguistica

• Competenza pragmatica

• Competenza metalinguistica

LA COMPETENZA LINGUISTICA

• competenza fonologica: riconoscere e produrre i fonemi di una lingua nonché le sue curve intonative (uso di suoni e intonazioni)

• competenza morfosintattica: le abilità legate all’uso della grammatica che permettono di legare le parole tra di loro in una frase o in un periodo

• competenza lessicale: comprendere le parole, di memorizzarle, di organizzarle in campi lessicali, di reperirle e di utilizzarle (le abilità di scegliere e generare parole)

• competenza testuale: riconoscere e di produrre testi coerenti sul piano logico-semantico, coesi sul piano della relazione tra frasi, congruenti con le caratteristiche dei vari generi comunicativi

• competenza grafemica legata all’uso della scrittura e riflessione sulle modalità di scrittura

LE COMPETENZE EXTRALINGUISTICHE

• competenza paralinguistica: uso dell’intonazione, del tono di voce, della

velocità con cui si parla, al fine di modificare il significato o sottolinearlo

• competenza cinesica: capacità di comprendere e di utilizzare i gesti, le espressioni facciali, i movimenti delle mani, integrandoli con la lingua

• competenza prossemica: uso dello spazio interpersonale - distanza, vicinanza o contatto con l’interlocutore

• competenza oggettuale o vestemica: uso di oggetti come strumenti per comunicare uno status o una funzione sociale, capacità di padroneggiare il sistema della moda: divise, uniformi, abiti più o meno formali ecc…

• competenza tattile: uso di strette di mano, di baci nei saluti…

LA COMPETENZA PRAGMATICA

• f. personale: presentarsi, rivelare la propria personalità, soggettività, manifestare sentimenti, emozioni, pensieri, sensazioni ecc.

• f. interpersonale: stabilire, mantenere o chiudere una interazione

• f. regolativa-strumentale: agire sugli altri, per regolare il loro comportamento o ottenere qualcosa al fine di soddisfare le proprie necessità

• f. referenziale: descrivere o spiegare la realtà

• f. poetico-immaginativa: produrre effetti ritmici, suggestioni musicali, associazioni metaforiche o creare situazioni e mondi immaginari

• f. metalinguistica: riflettere sulla lingua stessa (spiegarne i meccanismi, descriverne le caratteristiche, ecc.), risolvere problemi comunicativi tipici dell’interazione in lingua straniera

SECONDA META GLOTTODIDATTICA

LA COMPETENZA GLOTTOMATETICA

LA COMPETENZA GLOTTOMATETICA

• INDUZIONE

• RIFLESSIONE LINGUISTICA

L’INDUZIONE: saper indurre significa

osservare la lingua con cui si entra in contatto

↓ formulare delle ipotesi: costruire generalizzazioni sulla

struttura linguistico-comunicativa dell’italiano ↓

verificare tali ipotesi nella realtà quotidiana (italiano L2) o attraverso altri testi e conferme dell’insegnante (italiano

come LS) ↓

valutare se la nuova ‘regola’ intuita, ipotizzata e verificata sia di portata generatrice tale da

↓ essere fissata trasformandola in un processo automatico

LA RIFLESSIONE LINGUISTICA

Si caratterizza per:

• il soggetto: l’insegnamento tradizionale ha come soggetto l’insegnante mentre la riflessione sulla lingua è condotta dall’allievo sotto la guida dell’insegnante

• l’oggetto: la riflessione sulla lingua riguarda le regole intese come meccanismi di funzionamento, non come norme da applicare

• il momento: la riflessione sulla lingua , per quanto indotta lungo il percorso dell’UD, costituisce sempre e comunque un punto d’arrivo. Si riflette infatti su quanto intuito, verificato, fissato e reimpiegato in precedenza

• il modo: se lo scopo formativo della riflessione è “imparare a imparare” le lingue, allora la riflessione si attua su uno schema aperto, predisposto per guidare la riflessione e per contenere i suoi risultati, ben diverso dallo schema pieno e concluso fornito dall’insegnante