Corso propedeutico Ditals 1 Istituto Frisi, Via Otranto 1 · Per le caratteristiche del verbo...
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Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza
Convenzione di Sovvenzione n. 2011/FEI/PROG-101909
CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E82I12000230007
Progetto Vivere in Italia.
L'italiano per il lavoro e la cittadinanza. Terza edizione. Convenzione di Sovvenzione n. 2012/FEI/PROG-104481
CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E83D13000880007
Corso propedeutico Ditals 1
Istituto Frisi, Via Otranto 1, Milano
Dicembre 2013 - Aprile 2014
«Italiano standard e neostandard, norma e uso
dell’italiano contemporaneo: livelli di
competenza e sillabi. Prova C»
Barbara D’Annunzio, Università Ca’ Foscari di Venezia
Milano, 21/01/2014 14.30-17.30
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Le discipline correlate alla
sociolinguistica • Linguistica
• Linguistica storica
• Etnolinguistica
• Dialettologia
• Pragmatica
• Creolistica
• Geolinguistica
• Etnografia
• Psicologia sociale
• Sociologia
• Statistica
• Educazione linguistica
• Politica linguistica
Ipotesi Ambientale
La struttura della lingua è
influenzata dal contesto e
dall’ambiente in cui è parlata
Ipotesi Sapir-Whorf
Il modo in cui si osserva il mondo è
determinato totalmente o in parte
dalla struttura della propria lingua
materna.
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Relativismo sociolinguistico
Berruto, 1995
La sociolinguistica per sua natura è molto legata
ad un singolo paese / società / comunità e alle
differenze fra essi, e quindi anche il contenuto dei
concetti e delle unità d’analisi fondamentali è
sensibile alla specificazione che esso conosce in
una determinata situazione socio-culturale, e può
variare anche molto da società a società, da
cultura a cultura, da tradizione a tradizione.
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Dalla linguistica teorica alla sociolinguistica
LINGUISTICA TEORICA
LINGUISTICA FUNZIONALE
1. Struttura della lingua (codice)
in quanto grammatica
2. L’analisi del codice è
prioritaria rispetto all’uso che
realmente se ne fa
3. Equivalenza funzionale: tutte
le lingue essenzialmente
(potenzialmente) uguali
4. Codice e comunità singoli ed
omogenei
Cfr. M. Santipolo “Dalla sociolinguistica alla
glottodidattica” Utet, Torino
1. Struttura dell’attività
linguistica, in quanto modi di
parlare
2. L’analisi dell’uso è prioritaria
rispetto all’analisi del codice
3. Differenziazione funzionale
delle lingue, varietà, stili, ecc.
4. La comunità linguistica come
matrice dei repertori di codici,
ovvero degli stili di produzione
linguistica
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Il concetto di Repertorio linguistico
Il repertorio linguistico di una comunità è l’insieme delle
varietà di lingua e dialetto simultaneamente disponibili
alla maggior parte dei parlanti di quella comunità, in un
certo periodo di tempo. Il concetto di repertorio
linguistico non va semplicisticamente inteso come una
mera somma lineare di varietà di lingua, ma
comprende anche, e in maniera sostanziale, i rapporti
fra di esse e i modi in cui questi si atteggiano, la loro
gerarchia e le norme di impiego (Berruto 1995, pp. 70-
72).
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Il repertorio linguistico degli italiani
Italiano standard
Italiani semi-
standard
Italiani regionali
Italiani popolari
Italiano di stranieri
• Dialetti
Dialetto di
stranieri
Lingue
minoritarie
- storiche
- recenti
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Varietà di lingua (1)
“Ogni membro riconoscibile di un repertorio linguistico
costituisce una varietà di lingua. […] Ciò che individua una
varietà di lingua è il co-occorrere, il presentarsi assieme, di certi
elementi, forme e tratti di un sistema linguistico e di certe
proprietà del contesto d’uso: dal punto di vista del parlante
comune una varietà di lingua è infatti designabile come il modo
in cui parla un gruppo di persone o il modo in cui si parla in
date situazioni.
Varietà di lingua (2)
Le varietà di lingua sono la realizzazione del sistema linguistico presso classi di utenti e di usi: più tecnicamente ‘forme convenzionalizzate di realizzazione del sistema’, che rappresentano un modello ricorrente di concretizzazione, attivato dal contesto socio-situazionale, di alcune delle possibilità insite nel sistema. [...] una varietà di lingua è un insieme di tratti congruenti di un sistema linguistico che co-occorrono con un certo insieme di tratti sociali, caratterizzanti i parlanti o le situazioni d’uso. […] Una lingua è vista dal sociolinguista come una somma di varietà; e più precisamente come una somma logica di varietà, data dalla parte comune a tutte le varietà (il nucleo invariabile del sistema linguistico) più le parti specifiche di ogni singola varietà o gruppi di varietà.” (Berruto 1995, pp. 75-7)
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Concetto e tipi di variazione linguistica:
• Diatopica
• Diastratica
• Diafasica
• Diamesica
Cfr. P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 31-37
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L’italiano standard: una definizione
complessa
[…] L’uso linguistico che l’intera comunità
dei parlanti riconosce come coretto: dunque
il modello di lingua proposto nelle
grammatiche, quello usato dalle persone
istruite, sia nello scritto sia nel parlato.
P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 30
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L’italiano standard
• assenza di uno standard parlato
soprattutto sul piano fonetico
P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 30
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Rapporto tra codici linguistici:
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• Bilinguismo
• Diglossia
a. individuale
b. sociale
• Dilalia
• Cfr. P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 208-209
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Italiani neostandard
Frasi topicalizzate e segmentate:
dislocazioni a sinistra (Quel film non l’ho
visto)
dislocazioni a destra (Non l’ho visto quel
film)
“Nominativus pendens” (Marta, non le ho
dato nulla) (anacoluto o temi sospesi)
c’è presentativo (C’è un uomo che urla per
strada)
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Italiano neostandard
Tempo, modo, aspetto del verbo: • imperfetto di cortesia (Volevo un chilo di pane, per
favore)
• imperfetto che tende a sostituire il congiuntivo o il
condizionale (se venivi , ti divertivi)
• imperfetto per indicare il futuro nel passato con valore
di citazione (Mi ha detto che andava a casa)
• indicativo come congiuntivo in proposizioni dipendenti
da verbi di opinione, sapere e dire al negativo (Penso
che oggi non nevica)
• Rapporto passato prossimo/passato remoto
Per le caratteristiche del verbo nell’italiano standard e neostandard cfr. P. D’Achille
L’italiano contemporaneo pp. 137-143
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Italiani neostandard
Pronomi:
• uso di lui, lei, loro come soggetti
• uso di gli dativo per tutti i generi e numeri
• uso di cosa nelle interrogative invece di che cosa e di
che
Congiunzioni:
• che temporale (Dal giorno che le ho parlato non mi ha
più telefonato)
• che consecutivo, finale o causale (Vieni che te lo
preparo; non saltare che cadi; parla tu, che conosci la
lingua)
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“[…] Imperfetto attenuativo. Molto frequente nel parlato, si
usa prevalentemente con i verbi volere, desiderare, preferire e
simili, e serve a rendere più cortese una richiesta. Se mi rivolgo
a un negoziante con questa frase: «Buongiorno, volevo due
bottiglie d’acqua minerale», evidentemente il valore temporale
dell’imperfetto è annullato (le bottiglie d’acqua le voglio
adesso), ma ricorro all’imperfetto per attenuare una richiesta
che formulata con l’indicativo presente (voglio due bottiglie
d’acqua minerale) potrebbe sembrare troppo brusca. Se voglio
adoperare un registro più formale, e al contempo mantenere la
medesima sfumatura attenuativa, posso usare il considizonale
presente: vorrei due bottiglie d’acqua minerale. […]”
Pietro Trifone – Massimo Palermo, Grammatica italiana di base,
Bologna, Zanichelli, 2007, p. 133.
L’imperfetto attenuativo o di cortesia
L’italiano: il lessico
• Lessico fondamentale
• Lessico di alto uso
• Lessico di alta disponibilità
P. D’Achille L’italiano contemporaneo pp. 68-70
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PORTOGHESE
LATINO
SPAGNOLO
FRANCESE
CATALANO PROVENZALE
ITALIANO
DIALETTI ITALO-
ROMANZI
RETO- ROMANZO
RUMENO
SARDO
MOLDAVO
VARIETÀ REGIONALI
FRIULANO
LADINO
ROMANSCH
Italiano e dialetto: la genesi
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I dialettali in Italia P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 16-19
E M. Santipolo Dalla sociolinguistica alla glottodidattica, Utet Torino
Code switching e code mixing
• Commutazione di codice
• Enunciato mistilingue
P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 208-211
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Minoranze linguistiche o alloglotte
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« un codice linguistico impiegato da una
comunità linguistica che possiede tale
codice come lingua materna all’interno di
uno stato o di una regione ove la
maggioranza della popolazione ha un’altra
lingua materna»
Cfr. M. Santipolo
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Comunità linguistica
La comunità linguistica è costituita da un insieme di persone,
di estensione indeterminata, che condividano l'accesso a un
insieme di varietà di lingua e che siano unite da una qualche
forma di aggregazione socio-politica. L'insieme di varietà di
lingua e l'estensione dell'aggregazione possono essere
stabiliti di volta in volta (Berruto 1995, 72). I parlanti di una
data comunità linguistica condividono non solo la conoscenza
di diverse varietà del repertorio linguistico, ma anche la
competenza delle regole di tipo sociale che governano l'uso e
la scelta dell'una o dell'altra varietà del repertorio.
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Costituzione, Art. 6: “La Repubblica tutela con
apposite norme le minoranze linguistiche”
Le minoranze linguistiche storiche
in Italia e la costituzione
Legge n. 482 del 15.12.99 “Norme in materia di
tutela delle minoranze linguistiche storiche”:
promuove la “valorizzazione delle lingue e delle
culture tutelate dalla presente legge” (Art. 1, punto
2) e cioè: “delle popolazioni albanesi, catalane,
germaniche, greche, slovene, e croate e di quelle
parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il
ladino, l’occitano e il sardo.” (Art. 2)
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Albanese: Calabria (CZ, CS, KR), Campania (AV), Molise
(CB), Basilicata (PZ), Puglia (FG, TA), Sicilia (PA), Abruzzo
(PE). Circa 80.000 parlanti
Catalano: Alghero (SS, Sardegna). Circa 20.000 parlanti
Tedesco: no comunità compatta. Alto Adige (280.000
parlanti ); AO, VC, NO (walser); TN (mòcheno); pustero-
carinziano (BL); cimbrico (VR, VI); carinziano (UD) [tot.
Circa 10.000 parlanti]
Greco: Salento (LE) nella varietà detta grico; Aspromonte
(RC, Calabria), nella varietà detta romaico. Circa 35.000
parlanti
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Sloveno: Friuli Venezia Giulia (GO, TS, UD). I parlanti
sarebbero compresi tra 80.000 e 120.000
Croato: Molise (CB). Circa 2.500 parlanti
Francese: Valle D’Aosta, Piemonte (TO, CN, come lingua-
tetto per i parlanti dialetti franco-provenzali e occitani: per
questo motivo non vi sono dati sul numero dei parlanti
come L1)
Franco-provenzale: Valle D’Aosta (circa 70.000 parlanti);
Piemonte (TO, circa 20.000 parlanti); Puglia (comuni di
Faeto e Celle S. Vito (FG), poche centinaia di parlanti)
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Friulano: Friuli Venezia Giulia (UD, GO, PN). Circa
700.000 parlanti
Ladino: Trentino Alto Adige, Veneto (valli montane di BL,
TV, PN). Circa 35.000 parlanti
Occitano: Piemonte (valli montane TO, CN); Calabria
(Guardia Piemontese (CS)). Circa 40.000 parlanti
Sardo: Sardegna. Circa 1.000.000 di parlanti
Dati tratti da M. Santipolo “Dalla sociolinguistica alla glottodidattica” Utet, Torino
Cfr. P. D’Achille L’italiano contemporaneo pag. 20-21