italiano neostandard

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“Nei bei tempi in cui ero studente a Venezia, ogni mattina recandomi a lezione dovevo passare per il Ponte del Cristo: non lontano un vecchio crocifisso nero spiegava a chiare note le ragioni del nome […] se un grammatico d’antico stampo avesse tentato d’includere quel nome nelle sue caselle, forse avrebbe un po’ riluttato. Ponte del Cristo: nome proprio o nome comune? Cristo: nome proprio o nome comune?” B.Migliorini, Dal nome proprio al nome comune, Olschki, 1968

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• “Nei bei tempi in cui ero studente a Venezia, ogni mattina recandomi a lezione dovevo passare per il Ponte del Cristo: non lontano un vecchio crocifisso nero spiegava a chiare note le ragioni del nome […] se un grammatico d’antico stampo avesse tentato d’includere quel nome nelle sue caselle, forse avrebbe un po’ riluttato. Ponte del Cristo: nome proprio o nome comune? Cristo: nome proprio o nome comune?”

B.Migliorini, Dal nome proprio al nome comune, Olschki, 1968

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“In altri termini in quell’unica categoria che è il linguaggio non è possibile fissare altre categorie, bensì distinzioni pratiche […]. Non si vuol più definire con la pretesa d’incasellare tutto, ma si tenta di illustrare i gruppi di fenomeni nei loro aspetti particolarmente salienti, in modo che sia possibile poi di raccostare a quei gruppi anche fenomeni che si presentino meno tipicamente caratterizzati”.

B.Migliorini, Dal nome proprio al nome comune, Olschki, 1968

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Il repertorio Il repertorio linguistico degli linguistico degli

italianiitaliani

(Berruto 1993)(Berruto 1993)

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Italiano standardItaliano standardItaliano dell’uso Italiano dell’uso mediomedioItaliano Italiano neostandardneostandardItaliano senza Italiano senza aggettivi (A. aggettivi (A. Castellani 1991)Castellani 1991)

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l’italiano standardl’italiano standard

è la varietà di lingua che viene assunta, è la varietà di lingua che viene assunta, anche implicitamente, come modello da tutti anche implicitamente, come modello da tutti i parlanti e gli scriventi e che viene i parlanti e gli scriventi e che viene prescritta come esemplare prescritta come esemplare nell’insegnamentonell’insegnamento

è privo di coloritura regionale a tutti i è privo di coloritura regionale a tutti i livelli, incluso quello foneticolivelli, incluso quello fonetico

ha un notevole prestigio ed è ha un notevole prestigio ed è tradizionalmente riservato agli usi scritti più tradizionalmente riservato agli usi scritti più “nobili” e formali come quello intellettuale, “nobili” e formali come quello intellettuale, scientifico, letterario e burocraticoscientifico, letterario e burocratico

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L’italiano standard L’italiano standard può essere considerato può essere considerato

come una varietà:come una varietà:

«neutra», vale a dire non marcata «neutra», vale a dire non marcata rispetto ai parametri di variazione rispetto ai parametri di variazione diamesica, diastratica, diafasica e diamesica, diastratica, diafasica e diatopica;diatopica;

«normativa», vale a dire l’italiano «normativa», vale a dire l’italiano insegnato a scuola;insegnato a scuola;

«normale», cioè la varietà di lingua «normale», cioè la varietà di lingua usata dai parlanti colti.usata dai parlanti colti.

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F. Sabatini, F. Sabatini, L'"Italiano L'"Italiano dell'uso medio"dell'uso medio":: una una realtà tra le varietà realtà tra le varietà linguistiche italianelinguistiche italiane, in G. , in G. Holtus-E. Radtke (a cura Holtus-E. Radtke (a cura di), di), Gesprochenes Gesprochenes Italienisch in Geschichte Italienisch in Geschichte und Gegenwartund Gegenwart, , Tübingen, Gunter Narr, Tübingen, Gunter Narr, 1985, pp. 154-84.1985, pp. 154-84.

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Modello teorico di Modello teorico di SabatiniSabatini

Usi parlati e scritti di media Usi parlati e scritti di media formalitàformalità

Tratti esistenti da sempre ma Tratti esistenti da sempre ma “sommersi” dalla norma“sommersi” dalla norma

Tratti riemersi attraverso scambi più Tratti riemersi attraverso scambi più fitti in una società più omogenea e fitti in una società più omogenea e attraverso i mezzi di comunicazione attraverso i mezzi di comunicazione di massadi massa

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35 tratti individuati da 35 tratti individuati da Sabatini tra i livelliSabatini tra i livelli

fonetico;fonetico; morfologico;morfologico; morfosintattico;morfosintattico; sintattico;sintattico; lessicalelessicale

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Sabatini F.,1985,<<“Italiano dell’uso medio”: una realtà tra le varietà linguistiche italiane>>

Fonologia• Annullamento distinzione tra vocali chiuse ed aperte• Annullamento tra “S” sorda (casa, asino, naso) e “S” sonora

(rosa, asilo, fusione)• Raddoppiamento fonosintattico poco avvertito (da ccasa,

dove vvai)• Uso raro della “i” prostetica davanti al nesso iniziale “S” +

consonante , dopo una parola con finale in consonante (per iscritto)

• Le forme “ad”, “ed” vengono limitate ai casi di incontro con la stessa vocale (scrivo ad Anna)

• L’elisione e il troncamento sono molto più rari (ch’io sappia, far ombra)

• La regola del dittongo mobile è andata persa (suono e sonare)

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Ad,ed,od eufonici

Oggigiorno mentre le formeOggigiorno mentre le forme ed ed e e adad sono sono ancora usate da un buon numero di parlanti, ancora usate da un buon numero di parlanti, odod viene considerato arcaico e per questo viene considerato arcaico e per questo ignorato dalla maggior parte dei parlanti. ignorato dalla maggior parte dei parlanti. Le forme in Le forme in ad ad e e eded, limitate ai casi di , limitate ai casi di incontro con la stessa vocale, rappresentano incontro con la stessa vocale, rappresentano uno dei tratti essenziali e caratterizzanti uno dei tratti essenziali e caratterizzanti dell’italiano dell’uso medio. dell’italiano dell’uso medio. Silvia:Silvia: Io Io ed ed Eleonora non andiamo Eleonora non andiamo d’accordo! d’accordo! Maria:Maria: Ho detto ad Anna di aspettarmi... Ho detto ad Anna di aspettarmi...

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Tratti morfologiciTratti morfologici

Aumento delle forme aferetiche (Aumento delle forme aferetiche (‘sto‘sto per questo, per questo, ‘Tonio‘Tonio per Antonio, per Antonio, ‘gnorsì‘gnorsì per per signorsìsignorsì))

Uso di “questo” e “quello” in modo Uso di “questo” e “quello” in modo generico (questo non è vero, quello generico (questo non è vero, quello che è giusto è giusto)che è giusto è giusto)

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I pronomi dimostrativi I pronomi dimostrativi questoquesto, , codestocodesto e e quelloquello

QuestoQuesto, , codestocodesto e e quelloquello sono gli aggettivi e i sono gli aggettivi e i pronomi dimostrativi per eccellenza dell’italiano e pronomi dimostrativi per eccellenza dell’italiano e designano un oggetto da tre diversi punti di vista: designano un oggetto da tre diversi punti di vista:

questoquesto = vicinanza a chi parla = vicinanza a chi parla codestocodesto = = lontano da chi parla ma vicino a chi lontano da chi parla ma vicino a chi

ascoltaascolta quelloquello = lontano da chi parla e da chi ascolta = lontano da chi parla e da chi ascolta

Tuttavia, l’uso del sistema dimostrativo tripartito Tuttavia, l’uso del sistema dimostrativo tripartito non ha una diffusione uniforme in italiano, e anzi non ha una diffusione uniforme in italiano, e anzi è generalmente limitato, tanto per lo scritto, è generalmente limitato, tanto per lo scritto, quanto per il parlato, alla sola Toscana, alla quanto per il parlato, alla sola Toscana, alla tradizione letteraria italiana e all’uso tradizione letteraria italiana e all’uso amministrativo e burocratico. amministrativo e burocratico.

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I pronomi dimostrativi in I pronomi dimostrativi in funzione di neutrofunzione di neutro

Un tratto importante dell’italiano dell’uso Un tratto importante dell’italiano dell’uso medio è il pronome dimostrativo in medio è il pronome dimostrativo in funzione di neutro. Il pronome usato come funzione di neutro. Il pronome usato come neutro ha la funzione di richiamare un neutro ha la funzione di richiamare un sintagma, un’espressione, un’intero sintagma, un’espressione, un’intero enunciatoenunciato

es.es.Alessandro: tu Alessandro: tu non mi ami piùnon mi ami più!!Anna: Anna: questoquesto non l’ho mai detto! non l’ho mai detto!

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I dimostrativi ‘rafforzati’I dimostrativi ‘rafforzati’

Nell’italiano dell’uso medio trovano Nell’italiano dell’uso medio trovano buona accoglienza le forme dei buona accoglienza le forme dei dimostrativi questo e quello dimostrativi questo e quello rafforzate da qui e lì.rafforzate da qui e lì.

QuestoQuesto quiqui proprio non mi piace proprio non mi piace QuestQuest’’uomo uomo quiqui non mi convince non mi convince QuelloQuello lìlì è davvero un mascalzoneè davvero un mascalzone QuellaQuella casa casa lìlì è veramente bellissimaè veramente bellissima

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2. Morfologia e 2. Morfologia e morfosintassimorfosintassi

PerPer morfologia morfologia si intende quella parte della si intende quella parte della linguistica che analizza la struttura e la forma delle linguistica che analizza la struttura e la forma delle parole ed i processi che intervengono nella loro parole ed i processi che intervengono nella loro formazione e trasformazione. formazione e trasformazione. La morfosintassi riguarda tutte leLa morfosintassi riguarda tutte le relazioni tra la relazioni tra la forma e la funzione, cioè tra la forma e il suo uso in forma e la funzione, cioè tra la forma e il suo uso in unione con altre parole.unione con altre parole.es.es. morfologia = morfologia = luilui è un pronome personale è un pronome personale singolare e maschile singolare e maschile es.es. morfosintassi morfosintassi = l’uso di = l’uso di luilui viene considerato viene considerato non solo in funzione di complemento diretto e non solo in funzione di complemento diretto e indiretto (indiretto (vedo vedo luilui, , vado da vado da luilui), ma anche come ), ma anche come soggetto accanto a soggetto accanto a egliegli ( (luilui non mi capisce non mi capisce vsvs egliegli non mi capiscenon mi capisce))

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EgliEgli ed ed ellaella vsvs luilui e e leilei

In italiano i pronomi di terza persona In italiano i pronomi di terza persona singolare sono singolare sono egliegli ed ed ellaella, , luilui e e leilei, , essoesso ed ed essaessa. . La norma prescrive l’uso di La norma prescrive l’uso di egliegli ed ed ella ella con con funzione di soggetto, mentre l’uso di funzione di soggetto, mentre l’uso di luilui e e leilei quando svolgano funzione di complemento. quando svolgano funzione di complemento. Tuttavia, la coppia Tuttavia, la coppia egliegli ed ed ellaella oggigiorno oggigiorno appare in netto regresso rispetto a appare in netto regresso rispetto a luilui e e leilei, , che tendono a essere i pronomi personali che tendono a essere i pronomi personali soggetto in ogni tipo di parlato, anche soggetto in ogni tipo di parlato, anche formale, e nelle scritture che rispecchiano atti formale, e nelle scritture che rispecchiano atti comunicativi reali.comunicativi reali.

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LuiLui e e leilei in funzione di in funzione di soggettosoggetto

Elena:Elena: allora gliel’ho chiesto e allora gliel’ho chiesto e leilei è è praticamente impazzita (11/07/2002).praticamente impazzita (11/07/2002).Franco:Franco: teme che abbiamo il telefono sotto teme che abbiamo il telefono sotto controllo! controllo! LeiLei (Un posto al sole, 12/07/2002). (Un posto al sole, 12/07/2002).Ornella: LeiOrnella: Lei non aveva le spalle tanto forti non aveva le spalle tanto forti da poter sopportare tutte queste batoste da poter sopportare tutte queste batoste (13/07/2002).(13/07/2002).Assunta: Assunta: LuiLui le prime volte piangeva le prime volte piangeva (17/07/2002),(17/07/2002),Beatrice:Beatrice: LeiLei ha detto che non viene ha detto che non viene nessuno per oggi (20/07/2002).nessuno per oggi (20/07/2002).

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GliGli per per le,le, loroloro

Il pronome personale atono Il pronome personale atono gligli, , forma pronominale dativale, ha forma pronominale dativale, ha oggigiorno un uso generalizzato ed oggigiorno un uso generalizzato ed è impiegato in modo assai ampio è impiegato in modo assai ampio in tutti i suoi valori: in tutti i suoi valori: a luia lui, , a leia lei, , a a loroloro, tanto per il maschile, quanto , tanto per il maschile, quanto per il femminile. per il femminile.

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GliGli per per lei/lorolei/loro

Uso di gli per a lei:Uso di gli per a lei:

Viola: si! l’ho vista, Viola: si! l’ho vista, gligli ho anche parlato ho anche parlato ((Un posto al soleUn posto al sole, 18/09/2002), 18/09/2002)

Uso di gli per a loro:Uso di gli per a loro:

Michele: ho visto Raffaele e Renato e Michele: ho visto Raffaele e Renato e gliel’gliel’ho detto che no- che non potevo ho detto che no- che non potevo giocare nella loro squadra...giocare nella loro squadra...((Un posto al soleUn posto al sole, 11/07/2002), 11/07/2002)

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Fenomeni di ridondanza Fenomeni di ridondanza pronominalepronominale

Tra i fenomeni di ridondanza pronominale Tra i fenomeni di ridondanza pronominale si ricorderà il caso di si ricorderà il caso di a me mia me mi, , a te tia te ti, , di di questo nequesto ne. Il primo elemento . Il primo elemento a mea me equivale a “per quanto riguarda me”, e equivale a “per quanto riguarda me”, e rappresenta pertanto il tema, sul quale si rappresenta pertanto il tema, sul quale si svolge poi il discorso o rema.svolge poi il discorso o rema.A meA me questa storia non questa storia non mimi convince convinceDi questa storiaDi questa storia nene parliamo domani parliamo domaniA teA te titi hanno detto di aspettare hanno detto di aspettareA voiA voi non non vivi piace proprio per niente piace proprio per niente

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Ci Ci attualizzanteattualizzante

L’uso della particella L’uso della particella cici con funzione con funzione attualizzante, ovvero con funzione di semplice attualizzante, ovvero con funzione di semplice rinforzo semantico e fonico alle forme verbali, è rinforzo semantico e fonico alle forme verbali, è particolarmente diffusa con i verbi che seguono:particolarmente diffusa con i verbi che seguono:

CiCi + + entrareentrareMa ora questo che Ma ora questo che cc’entra?’entra? CiCi + + capirecapireNon Non cici capisco più niente capisco più niente vsvs Non capisco più niente Non capisco più niente CiCi + + crederecredereNon Non ci ci credocredo

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Ci Ci attualizzanteattualizzante CiCi + + vederevedereÈ da un po’ che non È da un po’ che non cici vedo più come una volta… vedo più come una volta…Questa faccenda non mi piace / non Questa faccenda non mi piace / non cici vedo chiaro vedo chiaro CiCi + + avereavere CiCi ho tanti soldi vs Ho tanti soldi ho tanti soldi vs Ho tanti soldiNon Non c’c’ha il coraggio di dirmi la veritàha il coraggio di dirmi la verità vs Non ha il vs Non ha il

coraggio di dirmi la veritàcoraggio di dirmi la verità CiCi + + sentiresentire Non Non cici sente più bene come una volta vs Non sente sente più bene come una volta vs Non sente

più bene come una voltapiù bene come una volta CiCi + + vederevedereNon Non cici vede più bene come una volta vede più bene come una volta vs vs Non vede Non vede

più bene come una voltapiù bene come una volta

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Risalita del cliticoRisalita del clitico

La risalita del clitico (pronome atono) si La risalita del clitico (pronome atono) si verifica di solito con verifica di solito con

l’imperativo negativol’imperativo negativo

es. es. non non titi preoccupare preoccupare per per non non preoccuparpreoccupartiti

con i verbi modali (con i verbi modali (poterepotere, , doveredovere, , saperesapere, , volerevolere, ecc.), ecc.)

es. es. te lote lo dovevo diredovevo dire per per dovevo dirdovevo dirtelotelo

es. es. ti ti volevo parlarevolevo parlare per per volevo parlarvolevo parlartiti

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Le forme elativeLe forme elative

Le forme elative esprimono la massima Le forme elative esprimono la massima gradazione intensiva attraverso gli gradazione intensiva attraverso gli avverbi avverbi assolutamenteassolutamente, , notevolmentenotevolmente, , particolarmenteparticolarmente,, straordinariamentestraordinariamente,, meravigliosamentemeravigliosamente o attraverso le o attraverso le forme forme supersuper, , ultraultra, , extraextra..E’ un tipo E’ un tipo supersuper carino carinoQuesta maglietta è Questa maglietta è supersuperSei davvero Sei davvero ultraultra intelligente! intelligente!

Page 26: italiano neostandard

Il superlativo del Il superlativo del sostantivosostantivo

Il superlativo del sostantivo, ovvero Il superlativo del sostantivo, ovvero la ripetizione dello stesso sostantivo la ripetizione dello stesso sostantivo al fine di determinare ed esaltare il al fine di determinare ed esaltare il significato della parola, è significato della parola, è indubbiamente un procedimento che indubbiamente un procedimento che «risale indietro di qualche secolo» «risale indietro di qualche secolo» (Sabatini 1985). Inoltre, il fenomeno (Sabatini 1985). Inoltre, il fenomeno è «certamente molto vivo e è «certamente molto vivo e produttivo nella lingua di oggi».produttivo nella lingua di oggi».

es.es. vorrei un vorrei un caffècaffè caffècaffè es.es. questa è una questa è una macchina macchinamacchina macchina

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NienteNiente in funzione in funzione aggettivaleaggettivale

Un tratto tipico dell’italiano dell’uso medio è Un tratto tipico dell’italiano dell’uso medio è l’uso di l’uso di nienteniente in funzione aggettivale, in in funzione aggettivale, in unione cioè con un sostantivo «che permette unione cioè con un sostantivo «che permette di realizzare un tipo di espressione partitivo-di realizzare un tipo di espressione partitivo-negativa particolarmente efficace e di largo negativa particolarmente efficace e di largo impiego», come negli esempi che seguono: impiego», come negli esempi che seguono:

es.es. Ragazzini, Ragazzini, nienteniente imbrogli! imbrogli! es.es. NienteNiente biscottini! biscottini! es.es. Sara (-) se non fai la brava Sara (-) se non fai la brava nienteniente paghetta paghetta

settimanale! settimanale!

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AlloraAllora come nesso come nesso consecutivoconsecutivo

AlloraAllora è tradizionalmente un avverbio di è tradizionalmente un avverbio di tempo. Tuttavia, nell’italiano dell’uso tempo. Tuttavia, nell’italiano dell’uso medio, viene spesso adoperato «con valore medio, viene spesso adoperato «con valore non temporale ma consecutivo», oppure non temporale ma consecutivo», oppure come «elemento riassuntivo e conclusivo come «elemento riassuntivo e conclusivo che introduce o segue domande, ordini, che introduce o segue domande, ordini, affermazioni categoriche», col significato di affermazioni categoriche», col significato di insommainsomma, , standostando così le cosecosì le cose, e dunque , e dunque come «avverbio frasale che funge da come «avverbio frasale che funge da segnale demarcativi del discorso».segnale demarcativi del discorso».

es. es. AlloraAllora, chiudi tutto e partiamo., chiudi tutto e partiamo.es. es. AAllorallora non ci preoccupiamo! non ci preoccupiamo!

Page 29: italiano neostandard

Giustapposizione di due Giustapposizione di due sostantivisostantivi

Tra i procedimenti di formazione delle parole è Tra i procedimenti di formazione delle parole è particolarmente interessante il fenomeno di particolarmente interessante il fenomeno di giustapposizione del giustapposizione del nome + nome nome + nome (uno dei due (uno dei due nomi funge infatti da determinatore dell’altro, così nomi funge infatti da determinatore dell’altro, così come un aggettivo può determinare il nome). La come un aggettivo può determinare il nome). La funzione aggettivale è generalmente svolta dal funzione aggettivale è generalmente svolta dal secondo elemento. secondo elemento. Tale procedimento è tipico dell’italiano dell’uso Tale procedimento è tipico dell’italiano dell’uso medio, e oggi «presenta ormai una grande varietà medio, e oggi «presenta ormai una grande varietà di tipi». di tipi».

es.es. treno lampo treno lampoes.es. marito modello marito modelloes.es. treno merci treno merci es.es. fine mese fine mese

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I pronomi interrogativiI pronomi interrogativi che che cosacosa, , cheche, , cosacosa

Il pronome interrogativo Il pronome interrogativo che cosache cosa oggigiorno viene sempre più oggigiorno viene sempre più sostituito dal settentrionale sostituito dal settentrionale cosacosa, o , o dal meridionale dal meridionale cheche..

Che cosaChe cosa ha detto? ha detto? (forma standard)(forma standard)Che ha detto? ha detto?

CosaCosa ha detto? ha detto?

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Indicativo e congiuntivoIndicativo e congiuntivo

L’indicativo, oltre a essere il L’indicativo, oltre a essere il modo della realtà e modo della realtà e dell’obbiettività, è anche il modo dell’obbiettività, è anche il modo fondamentale delle frasi semplici. fondamentale delle frasi semplici. Inoltre, nell’italiano Inoltre, nell’italiano contemporaneo è il modo verbale contemporaneo è il modo verbale che resiste meglio. L’indicativo che resiste meglio. L’indicativo oggigiorno tende infatti a oggigiorno tende infatti a prevalere sul congiuntivo.prevalere sul congiuntivo.

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Indicativo Indicativo propro congiuntivocongiuntivo

Renato: Io penso che / che il papà Renato: Io penso che / che il papà di Azzurra di Azzurra èè un uomo sempre un uomo sempre pieno d’impegni...pieno d’impegni...

Se Se andaviandavi ad allenarti non ti ad allenarti non ti sarebbe successo nientesarebbe successo niente

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Presente Presente propro futuro futuro

Molto frequente è anche l’uso del Molto frequente è anche l’uso del presente al posto del futuro. presente al posto del futuro. L’idea della posteriorità dell’azione L’idea della posteriorità dell’azione rispetto al tempo dell’enuciazione è rispetto al tempo dell’enuciazione è espressa mediante un avverbio di espressa mediante un avverbio di tempo:tempo:

Domani Domani vadovado in Facoltà per cercare i in Facoltà per cercare i libri che mi servonolibri che mi servono

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Imperfetto con valore Imperfetto con valore modalemodale

L’imperfetto presenta, soprattutto nel parlato, L’imperfetto presenta, soprattutto nel parlato, molti usi che ne trascendono la valenza molti usi che ne trascendono la valenza temporale, assumendo funzioni “modali”. Le temporale, assumendo funzioni “modali”. Le principali funzioni modali dell’imperfetto sono:principali funzioni modali dell’imperfetto sono:• l’imperfetto ipotetico (al posto del l’imperfetto ipotetico (al posto del congiuntivo)congiuntivo)

Facevi meglio a stare zitto Facevi meglio a stare zitto

perper

Avresti fatto meglio a stare zittoAvresti fatto meglio a stare zitto

Page 35: italiano neostandard

Tratti morfosintattici: Tratti morfosintattici: sistema verbalesistema verbale

USI MODALI DELL’ IMPERFETTO USI MODALI DELL’ IMPERFETTO INDICATIVO:INDICATIVO:

Nelle ipotetiche dell’irrealtà Nelle ipotetiche dell’irrealtà es: es: se tu studiavi potevi superare l’esamese tu studiavi potevi superare l’esame;; Nelle espressioni controfattuali: Nelle espressioni controfattuali: Es: Es: glielo portavo io il caffèglielo portavo io il caffè [detto dal [detto dal

barista al cliente che si è servito da barista al cliente che si è servito da solo]solo]

Nel discorso riportato per segnalare il Nel discorso riportato per segnalare il futuro nel passato futuro nel passato

Es. Es. e Haydn pensava che era luie Haydn pensava che era lui […] […] a a moriremorire

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Uso modale Uso modale dell’imperfettodell’imperfetto

Imperfetto ipoteticoImperfetto ipotetico (al posto del (al posto del condizionale)condizionale)

Es: Es: Facevi Facevi meglio a stare zittomeglio a stare zitto Imperfetto irrealeImperfetto irreale ( (ho sognato ho sognato che che

mangiavomangiavo dei dolci) dei dolci) Imperfetto ludico (Imperfetto ludico (Facciamo che Facciamo che tu tu

erieri cappucetto rosso e io il lupo) cappucetto rosso e io il lupo) Imperfetto attenuativo (o di Imperfetto attenuativo (o di

cortesia) (cortesia) (VolevoVolevo un’informazione) un’informazione) Imperfetto di pianficazione (Imperfetto di pianficazione (cosa fai cosa fai

domani? Domani domani? Domani andavo inandavo in biblioteca biblioteca))

Page 37: italiano neostandard

Imperfetto con valore Imperfetto con valore modalemodale

l’imperfetto irreale l’imperfetto irreale (“onirico”), tipico dei (“onirico”), tipico dei sogni e delle situazioni immaginariesogni e delle situazioni immaginarie

Ho sognato che Ho sognato che mangiavamomangiavamo dei dolci dei dolci

Imperfetto fantasticoImperfetto fantastico, in cui l’evento , in cui l’evento immaginario crea un mondo possibile. immaginario crea un mondo possibile.

A: Peccato che non ci siamo portati via quella A: Peccato che non ci siamo portati via quella insegnainsegna

B: Già, e poi B: Già, e poi passavapassava un vigile e ci arrestava un vigile e ci arrestava

l’imperfetto ludico, l’imperfetto ludico, usato dai bambini usato dai bambini Tu Tu erieri il lupo e io Cappuccetto Rosso il lupo e io Cappuccetto Rosso

Page 38: italiano neostandard

Tratti morfosintattici: Tratti morfosintattici: sistema verbalesistema verbale

USO ATTENUATIVO USO ATTENUATIVO DELL’IMPERFETTO (perde il valore di DELL’IMPERFETTO (perde il valore di passato):passato):

Formule di cortesia Formule di cortesia (es: (es: volevo un caffèvolevo un caffè Attenuativi generici Attenuativi generici (es: (es: dopo l’esame dopo l’esame

della mia collega volevo concordare della mia collega volevo concordare l’esami di linguistical’esami di linguistica

Espressioni di intenzione e previsione Espressioni di intenzione e previsione (anche per eventi futuri). (anche per eventi futuri). Es: facevo Es: facevo storia della lingua a giugno (vorrei fare); storia della lingua a giugno (vorrei fare); partiva stasera (e/ era previsto che…)partiva stasera (e/ era previsto che…)

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Imperfetto con valore Imperfetto con valore modalemodale

• l’imperfetto attenuativo di l’imperfetto attenuativo di cortesia cortesia al posto del condizionale o al posto del condizionale o dell’indicativo presentedell’indicativo presente

A: Cosa desidera?A: Cosa desidera?B: B: VolevoVolevo un etto di prosciutto un etto di prosciutto• l’imperfetto di pianificazione, in riferimento l’imperfetto di pianificazione, in riferimento

a un’azione ancora non verificatasi ma a un’azione ancora non verificatasi ma precedentemente programmataprecedentemente programmata

A: Cosa fai domani?A: Cosa fai domani?B: Domani B: Domani andavoandavo in biblioteca in biblioteca

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Il futuro semplice con Il futuro semplice con valore epistemicovalore epistemico

Attraverso il futuro epistemico (o suppositivo) è Attraverso il futuro epistemico (o suppositivo) è possibile descrivere un avvenimento possibile descrivere un avvenimento contemporaneo in forma incerta, dubitativa o contemporaneo in forma incerta, dubitativa o ipotetica. Si tratterebbe cioè di un futuro che ha ipotetica. Si tratterebbe cioè di un futuro che ha più un uso modale che temporale.più un uso modale che temporale.

I es.I es. Angela: io non ho proprio idea di chi possa essereAngela: io non ho proprio idea di chi possa essereAssunta: Ci Assunta: Ci saràsarà scritto dentro! guardiamo/,/ scritto dentro! guardiamo/,/II es.II es.Giò: Si Giò: Si saràsarà preso una pausa preso una pausa III es.III es.Renato: Renato: SaràSarà un altro trenta un altro trenta

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Costruzione riflessiva Costruzione riflessiva apparente o di affettoapparente o di affetto

La costruzione riflessiva apparente o di La costruzione riflessiva apparente o di affetto è una costruzione con un verbo affetto è una costruzione con un verbo pronominale che indica una forte pronominale che indica una forte partecipazione affettiva o di interesse. Tale partecipazione affettiva o di interesse. Tale costruzione inoltre è frequentissima con i costruzione inoltre è frequentissima con i verbi verbi mangiaremangiare e e berebere (e loro sinonimi) e con (e loro sinonimi) e con gli altri verbi che indicano azioni o gli altri verbi che indicano azioni o atteggiamenti implicanti effetti sulla persona atteggiamenti implicanti effetti sulla persona del soggetto.del soggetto.Luca Luca sisi è mangiato mezza torta è mangiato mezza tortaVerso le undici Verso le undici mimi bevo un caffé bevo un cafféValerio Valerio sisi vede un film in televisione vede un film in televisioneAldo Aldo sisi legge un bel libro legge un bel libro

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La sintassi del periodoLa sintassi del periodo

Monoproposizionalità Monoproposizionalità Paratassi (o coordinazione): Paratassi (o coordinazione):

sindetica, asindetica (o sindetica, asindetica (o giustapposizione), polisintetica giustapposizione), polisintetica

Ipotassi: subordinazione di I, II e II Ipotassi: subordinazione di I, II e II gradogrado

Stile nominaleStile nominale

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MonoproposizionalitàMonoproposizionalità

La proposizione è definibile come l’unità di La proposizione è definibile come l’unità di base della sintassi, all’interno di un periodo. base della sintassi, all’interno di un periodo. La monoproposizionalità si riferisce appunto La monoproposizionalità si riferisce appunto all’uso, nello scambio dialogico tra due o all’uso, nello scambio dialogico tra due o più persone, di una sola proposizione.più persone, di una sola proposizione.

I es.I es.A: Come va?A: Come va?B: B: BeneBeneII es. II es. A: Che cosa fai?A: Che cosa fai?B: B: Sto lavorandoSto lavorando

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La frase nominale e lo La frase nominale e lo stile nominalestile nominale

La frase nominale è una frase priva di La frase nominale è una frase priva di un verbo in funzione di predicato.un verbo in funzione di predicato.

Le frasi nominali, molto comuni Le frasi nominali, molto comuni soprattutto nella scrittura soprattutto nella scrittura giornalistica, rientrano nel cosiddetto giornalistica, rientrano nel cosiddetto stile nominale, una modalità sintattica stile nominale, una modalità sintattica che privilegia i nomi rispetto ai verbi.che privilegia i nomi rispetto ai verbi.

Ieri follia al mercatoIeri follia al mercato

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La sintassi marcataLa sintassi marcata

I fenomeni di sintassi marcata I fenomeni di sintassi marcata scardinano l’ordine non marcato scardinano l’ordine non marcato delle parole o «dei costituenti di delle parole o «dei costituenti di frase», dando luogo a un ordine frase», dando luogo a un ordine dei costituenti diversi rispetto a dei costituenti diversi rispetto a quello tipico per l’italiano.quello tipico per l’italiano.

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I fenomeni di sintassi I fenomeni di sintassi marcatamarcata

Tra i fenomeni di Tra i fenomeni di sintassi marcatasintassi marcata di di grande interesse sono:grande interesse sono:

le dislocazioni a destra e a sinistra;le dislocazioni a destra e a sinistra; le frasi scisse;le frasi scisse; Il Il cheche polivalente; polivalente; c’èc’è presentativo; presentativo; enunciati a tema libero o sospeso; enunciati a tema libero o sospeso; posposizione del soggetto al predicato.posposizione del soggetto al predicato.

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La dislocazione a sinistraLa dislocazione a sinistra

La dislocazione a sinistra è un fenomeno di La dislocazione a sinistra è un fenomeno di segmentazione «con tematizzazione (a sinistra) segmentazione «con tematizzazione (a sinistra) del dato “noto” assunto come “tema”, e ripresa del dato “noto” assunto come “tema”, e ripresa di esso mediante un pronome nella frase che di esso mediante un pronome nella frase che predica “l’informazione nuova”, cioè il “rema”:predica “l’informazione nuova”, cioè il “rema”:Non ho mai detto queste paroleNon ho mai detto queste parole Queste paroleQueste parole non non lele ho mai dette ho mai dette La dislocazione a sinistra (La dislocazione a sinistra (22) porta a “tema” ) porta a “tema” l’elemento dislocato a sinistra (posto cioè l’elemento dislocato a sinistra (posto cioè all’inizio dell’enunciato), che viene ripreso da all’inizio dell’enunciato), che viene ripreso da un pronome atono. un pronome atono.

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La dislocazione a sinistraLa dislocazione a sinistra

Tu Tu l’l’etàetà non ce non ce ll’’hai mai avuta hai mai avuta Tutte le coseTutte le cose che ci siamo promesse che ci siamo promesse lele ho ho

mantenute mantenute Le insalateLe insalate però però lele so condire so condire Io dico che nonostante tutto Anna Io dico che nonostante tutto Anna la testala testa non non

ll’’ha persa ha persa E E il ginocchioil ginocchio te te lolo sei dimenticato? sei dimenticato? E E questo problemaquesto problema sono io che devo risolver sono io che devo risolverlolo I miei segnaliI miei segnali te te ll’’ho sempre mandatiho sempre mandati

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La dislocazione a destraLa dislocazione a destra

Nella dislocazione a destra (Nella dislocazione a destra (22) l’oggetto o il ) l’oggetto o il complemento è spostato dalla sua posizione complemento è spostato dalla sua posizione canonica all’interno della frase, sicché esso viene canonica all’interno della frase, sicché esso viene posto alla fine dell’enunciato ed anticipato da un posto alla fine dell’enunciato ed anticipato da un pronome clitico:pronome clitico:Vuoi sapere la verità?Vuoi sapere la verità?Vuoi saperVuoi saperlala la la verità?verità?Inoltre, con la dislocazione a destra si riprende con Inoltre, con la dislocazione a destra si riprende con un nome pieno il referente del pronome già utilizzato un nome pieno il referente del pronome già utilizzato nel contesto precedente, come per chiarire ed nel contesto precedente, come per chiarire ed esplicitare il riferimento che non è risultato chiaro. esplicitare il riferimento che non è risultato chiaro.

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La dislocazione a destraLa dislocazione a destra

ce ce ll’’hai solo per bellezza la hai solo per bellezza la chitarrachitarra?? e tu e tu lolo vuoi un vuoi un bisbis?? lolo vedi vedi questo signorequesto signore quaqua?? ma scusa! non te li puoi permettere ma scusa! non te li puoi permettere

i i ricambi originaliricambi originali?? questi quando ce questi quando ce lala rimandano rimandano

un’altra volta la un’altra volta la troupetroupe??

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Le frasi scisseLe frasi scisse

La frase scissa o spezzata (La frase scissa o spezzata (22) prevede la ) prevede la messa in rilievo di un elemento che viene a messa in rilievo di un elemento che viene a costituire una unità frasale, cioè la “testa”, costituire una unità frasale, cioè la “testa”, costruita col verbo costruita col verbo essereessere, che mette in forte , che mette in forte rilievo il “nuovo”, seguita da un’altra unità rilievo il “nuovo”, seguita da un’altra unità frasale, ovvero il complemento, introdotto da frasale, ovvero il complemento, introdotto da un falso un falso cheche relativo, nel quale è contenuto il relativo, nel quale è contenuto il “noto”:“noto”:1)1)Mario cantaMario canta;;2)2)ÈÈ Mario Mario cheche canta canta

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Le frasi scisseLe frasi scisse

Forse Forse èè l’unica possibilità l’unica possibilità cheche ci restaci resta

È È il pensiero il pensiero cheche conta conta SonoSono io io cheche dovrei ringraziarti dovrei ringraziarti Questi Questi èè te te cheche vogliono vogliono SonoSono io io cheche dovrei ringraziarti dovrei ringraziarti

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C’èC’è presentativo presentativo

Il c’èIl c’è presentativo ( presentativo (22) è una costruzione ) è una costruzione molto diffusa nell’italiano contemporaneo. molto diffusa nell’italiano contemporaneo. E’ costituita da un E’ costituita da un c’èc’è desemantizzato desemantizzato (molto diverso dal normale significato del (molto diverso dal normale significato del verbo verbo esserciesserci) che introduce un sintagma ) che introduce un sintagma nominale specificato da una (pseudo) nominale specificato da una (pseudo) relativa esplicativa, come nel seguente relativa esplicativa, come nel seguente esempio:esempio:

1.1. Un gatto gioca nel giardinoUn gatto gioca nel giardino2.2. C’èC’è un gatto un gatto cheche gioca nel giardino gioca nel giardino

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C’èC’è presentativo presentativo

Il Il c’èc’è presentativo funziona da segnale presentativo funziona da segnale rematico, serve cioè a spezzare una frase rematico, serve cioè a spezzare una frase politematica (“Un gatto gioca nel politematica (“Un gatto gioca nel giardino”) in due blocchi monotematici più giardino”) in due blocchi monotematici più semplici (semplici (C’è C’è un gatto un gatto cheche gioca nel gioca nel giardino). Attraverso la distribuzione giardino). Attraverso la distribuzione dell’informazione su due frasi si evita che dell’informazione su due frasi si evita che una frase contenga troppa informazione una frase contenga troppa informazione nuova, facilitando tanto la codificazione nuova, facilitando tanto la codificazione che la decodificazione. che la decodificazione.

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Posposizione del Posposizione del soggettosoggetto

Tra i procedimenti d’enfasi di natura Tra i procedimenti d’enfasi di natura sintattica occupa un posto rilevante la sintattica occupa un posto rilevante la posposizione del soggetto al predicato (posposizione del soggetto al predicato (22), ), cioè il procedimento attraverso il quale, nel cioè il procedimento attraverso il quale, nel parlato, l’ordine non marcato della frase, parlato, l’ordine non marcato della frase, Soggetto-Verbo-Complemento, viene Soggetto-Verbo-Complemento, viene totalmente scardinato. totalmente scardinato.

1)1)Mario cantaMario canta

2)2)Canta Canta MarioMario

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Posposizione del Posposizione del soggettosoggetto

La posposizione del soggetto tende a La posposizione del soggetto tende a enfatizzare su Mario, per cui enfatizzare su Mario, per cui l’informazione nuova si concentra l’informazione nuova si concentra principalmente sul soggetto. principalmente sul soggetto.

1) Ti sta benissimo la divisa 2) Non c’entri niente tu! 3) Che faccio io? 4) I migliori eravate voi / ai rigori avreste vinto voi!

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Il Il cheche polivalente polivalenteIl Il che che polivalente è un connettivo generico polivalente è un connettivo generico con molte funzioni. Ma il che polivalente NON con molte funzioni. Ma il che polivalente NON va confuso con:va confuso con:1) il che atto a congiungere una completiva 1) il che atto a congiungere una completiva soggettiva:soggettiva:È bene che Mario faccia le proprie esperienzeÈ bene che Mario faccia le proprie esperienze2) una completiva oggettiva:2) una completiva oggettiva:Mario dice che studierà di piùMario dice che studierà di più3)una relativa:3)una relativa:Le cose che ti ho detto sono vereLe cose che ti ho detto sono vere

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Le quattro funzioni del Le quattro funzioni del cheche polivalente polivalente

Al Al cheche polivalente sono attribuite quattro polivalente sono attribuite quattro funzioni, vale a dire:funzioni, vale a dire:

il il cheche con valore temporale; con valore temporale; il il cheche atto a congiungere le due parti di atto a congiungere le due parti di

una frase scissa;una frase scissa; il il cheche con apparente funzione di soggetto con apparente funzione di soggetto

o di complemento oggetto;o di complemento oggetto; il il cheche sostitutivo di una congiunzione sostitutivo di una congiunzione

finale, consecutiva o causale.finale, consecutiva o causale.

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Il Il cheche polivalente con polivalente con funzione temporalefunzione temporale

Il Il cheche con valore temporale ( con valore temporale (22) è ) è equivalente a “in cui”, “dal equivalente a “in cui”, “dal momento in cui”, “dal momento momento in cui”, “dal momento che”.che”.Esempio:Esempio:La sera La sera in cuiin cui ti ho incontrato... ti ho incontrato...La sera La sera cheche ti ho incontrato... ti ho incontrato...

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Il Il cheche polivalente atto a polivalente atto a congiungere le due parti congiungere le due parti

di una frase scissadi una frase scissa

ÈÈ una vita una vita cheche tu e Franco vi tu e Franco vi mettete insieme e vi lasciate mettete insieme e vi lasciate

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Il Il cheche polivalente con polivalente con apparente funzione di apparente funzione di

soggetto o di complemento soggetto o di complemento oggettooggetto

11) ) La valigia La valigia cheche ci ho messo i libri ci ho messo i libri

perper

22) ) La valigia La valigia nella qualenella quale ho messo i ho messo i libri.libri.

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Il Il cheche sostitutivo di una sostitutivo di una congiunzione finale, congiunzione finale,

consecutiva o causaleconsecutiva o causale1) 1) aspetta aspetta cheche te lo spiego te lo spiego

2) 2) oh:: non fa’ lo spiritoso / oh:: non fa’ lo spiritoso / cheche in tredici giorni in tredici giorni sono sedici squadre sono sedici squadre

3) 3) vabbe’ va! / andiamo! / vabbe’ va! / andiamo! / cheche sennò facciamo sennò facciamo tardi tardi

4) 4) non farci caso / non farci caso / cheche si è già montato la testa si è già montato la testa

5) 5) ma ma cheche abbiamo giocato / al San Paolo abbiamo giocato / al San Paolo

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Enunciati a tema libero o Enunciati a tema libero o sospesosospeso

Il costrutto a tema libero o sospeso è Il costrutto a tema libero o sospeso è formato da un costituente con apparente formato da un costituente con apparente funzione di soggetto, collocato a inizio di funzione di soggetto, collocato a inizio di frase, seguito da una costruzione non frase, seguito da una costruzione non congruente e senza collegamento congruente e senza collegamento pronominale:pronominale:Io (per me, quanto a me) la mia gamba mi Io (per me, quanto a me) la mia gamba mi fa male.fa male.Gli asparagi adesso non è stagione.Gli asparagi adesso non è stagione.

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Il lessicoIl lessico

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Voci dell’italiano dell’uso medio: Voci dell’italiano dell’uso medio: elementi lessicali che svolgono elementi lessicali che svolgono funzione sintatticafunzione sintattica

ci vuoleci vuole e e ci voglionoci vogliono per per occorronooccorrono si capiscesi capisce per per certamentecertamente, , ovvioovvio si vede chesi vede che per per è probabileè probabile, , si può supporresi può supporre mi sami sa per per pensopenso lo stessolo stesso per per allo stesso modoallo stesso modo, , ugualmenteugualmente ( (fa fa lo lo

stessostesso; ; è venuto è venuto lo stessolo stesso a trovarmi a trovarmi)) sennòsennò per per altrimentialtrimenti per forzaper forza per per obbligatoriamenteobbligatoriamente affattoaffatto e e assolutamenteassolutamente usati con significato usati con significato

negativo specie nelle rispostenegativo specie nelle risposte solo chesolo che per per tuttaviatuttavia, , peròperò

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Voci dell’italiano dell’uso Voci dell’italiano dell’uso mediomedio facciafaccia per per voltovolto pigliarepigliare per per prendereprendere purepure per per ancheanche arrabbiarsiarrabbiarsi per per adirarsiadirarsi adessoadesso per per oraora certocerto per per un dato tipo diun dato tipo di ( (certecerte persone persone, , certecerte

voltevolte)) combinarecombinare per per provocareprovocare o o realizzarerealizzare scocciarescocciare e e seccareseccare per per annoiareannoiare o o dare fastidiodare fastidio canagliatacanagliata mascalzonatamascalzonata ciaociao

Page 67: italiano neostandard

Voci dell’italiano dell’uso medio: Voci dell’italiano dell’uso medio: registri espressivi o sottocodiciregistri espressivi o sottocodici

fregarefregare per per ingannareingannare o o rubarerubare fregaturafregatura scassarescassare per per guastareguastare, , rompererompere rompiscatolerompiscatole e e rottura di scatolerottura di scatole ficcanasoficcanaso attaccabrigheattaccabrighe attaccabottoniattaccabottoni tirapieditirapiedi casino casino per per confusioneconfusione (e (e incasinareincasinare))

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Voci dell’italiano dell’uso medio: Voci dell’italiano dell’uso medio: registri espressivi o sottocodiciregistri espressivi o sottocodici

incavolarsiincavolarsi e e incazzarsiincazzarsi per per arrabbiarsiarrabbiarsi carognatacarognata fifafifa imbranatoimbranato per per incapaceincapace, , impacciatoimpacciato beccarebeccare per per coglierecogliere in falloin fallo, , catturarecatturare acchiappareacchiappare scarpinarescarpinare per per camminare a lungo e con faticacamminare a lungo e con fatica sacramentaresacramentare per per bestemmiarebestemmiare mollaremollare per per lasciarelasciare sbolognaresbolognare per per dare viadare via o o togliersi di tornotogliersi di torno sputtanaresputtanare per per rovinare il buon nomerovinare il buon nome spompatospompato per per fiaccofiacco

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Voci dell’italiano dell’uso medio: Voci dell’italiano dell’uso medio: espressioni gergali (specie espressioni gergali (specie

giovanile)giovanile)

granagrana per per denarodenaro soffiatasoffiata per per rivelazione segretarivelazione segreta seminareseminare qualcunoqualcuno per per superarlosuperarlo, ,

lasciarlo indietrolasciarlo indietro gasaregasare per per eccitareeccitare fusofuso per per svigoritosvigorito, , distruttodistrutto figofigo e e fichissimofichissimo per per di ottima qualitàdi ottima qualità

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Voci dell’italiano Voci dell’italiano popolarepopolare

L’italiano regionale popolare è L’italiano regionale popolare è «caratterizzato da peculiarità locali e «caratterizzato da peculiarità locali e interferenza dal dialetto (vale a dire interferenza dal dialetto (vale a dire marcato in diatopia)». Tale varietà è tipica marcato in diatopia)». Tale varietà è tipica «dei parlanti poco colti o incolti» e viene «dei parlanti poco colti o incolti» e viene adoperata tanto nello scritto quanto nel adoperata tanto nello scritto quanto nel parlato. parlato.

malapropismimalapropismi: : televisore al televisore al magmamagma per per televisore al televisore al plasmaplasmaautobilanciaautobilancia per per autombulanzaautombulanza popolarismi semanticipopolarismi semanticiinsegnareinsegnare per per imparareimparare

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5. La testualità5. La testualità

Un testo può essere Un testo può essere considerato come un “tessuto considerato come un “tessuto linguistico” dotato di una linguistico” dotato di una trama e di un ordito, trama e di un ordito, caratterizzato da alcune e caratterizzato da alcune e fondamentali caratteristiche. fondamentali caratteristiche.

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Il parlato: i segnali Il parlato: i segnali discorsividiscorsivi

I segnali discorsivi hanno la funzione di I segnali discorsivi hanno la funzione di riempire le pause d’esitazione e di riempire le pause d’esitazione e di pianificazione (pianificazione (alloraallora, , eccoecco, , dunquedunque, , per così per così diredire, , diciamodiciamo cosìcosì, , una specie diuna specie di, , in qualche in qualche modomodo).).Lorenzo: Posso ordinare?Lorenzo: Posso ordinare?

Elena: Piano piano / perché sei il mio primo cliente / Elena: Piano piano / perché sei il mio primo cliente / eheh??

Lorenzo: Lorenzo: AlloraAllora un caffè decaffeinato / caldo / in un caffè decaffeinato / caldo / in tazza fredda o / tiepido in tazza caldatazza fredda o / tiepido in tazza calda

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Il parlato: i demarcativiIl parlato: i demarcativi

I demarcativi segnalano:I demarcativi segnalano:1) l’inizio (presa di turno): 1) l’inizio (presa di turno): alloraallora, , benebene, , eccoecco, ,

dunquedunque2) la conclusione e la cessione di turno 2) la conclusione e la cessione di turno

nonché l’inizio e la fine di sottounità: nonché l’inizio e la fine di sottounità: nono, , capitocapito, , chiarochiaro, , verovero

3) conseguenze e conclusioni: 3) conseguenze e conclusioni: cosìcosì, , quindiquindi, , insommainsomma, , comunquecomunque

4) aggiunta di un nuovo argomento ad 4) aggiunta di un nuovo argomento ad apertura di enunciato: apertura di enunciato: ma ma eded e e

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Il parlato: i fatismiIl parlato: i fatismi

I fatismi servono a mantenere e a gestire I fatismi servono a mantenere e a gestire il contatto con l’interlocutore in tre modi:il contatto con l’interlocutore in tre modi:

1)1) se ne attira l’attenzione: se ne attira l’attenzione: sentisenti, , scusascusa, , ascoltaascolta, , guardaguarda

2)2) se ne tiene viva l’attenzione: se ne tiene viva l’attenzione: figuratifigurati, , immaginatiimmaginati

3)3) se ne sollecita il consenso: se ne sollecita il consenso: nono? ? verovero? ? capiscicapisci??

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La microprogettazione: La microprogettazione: pause d’esitazione e di pause d’esitazione e di programmazioneprogrammazione

Le Le pause d’esitazionepause d’esitazione (per reticenza) indicano «una (per reticenza) indicano «una difficoltà ben localizzabile nella costruzione micro-difficoltà ben localizzabile nella costruzione micro-strutturale del discorso». Sono particolarmente strutturale del discorso». Sono particolarmente frequenti quando il personaggio vive stati emozionali frequenti quando il personaggio vive stati emozionali particolarmente forti.particolarmente forti.

I es.I es.Franco: Allora Franco: Allora (--)(--) come stai¦ come stai¦Maria: Bene Maria: Bene (--)(--) niente! niente! (--)(--) una sciocchezza! (I puntata, una sciocchezza! (I puntata,

10/07/2002).10/07/2002). Le Le pause di programmazionepause di programmazione vengono adoperate vengono adoperate

principalmente per rendere le pause del parlato principalmente per rendere le pause del parlato spontaneo, (come se l’attore tentasse di strutturare un spontaneo, (come se l’attore tentasse di strutturare un pensiero, un’idea, un concetto, ecc.)pensiero, un’idea, un concetto, ecc.)

II es.II es.Renato: Eh! (-) il servizio rallenta anche stamattina¦Renato: Eh! (-) il servizio rallenta anche stamattina¦Raffaele: Rallenta¦ io propr- Raffaele: Rallenta¦ io propr- (-)(-) proprio perché lavoro proprio perché lavoro (-)(-) io io

ho bisogno di carburante! ho bisogno di carburante!

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La microprogettazione: La microprogettazione: discorso simultaneo e false discorso simultaneo e false

partenzepartenze Il discorso simultaneoIl discorso simultaneo si verifica nel caso in cui i si verifica nel caso in cui i

parlanti A e B parlino contemporaneamente, e la parlanti A e B parlino contemporaneamente, e la sua lunghezza può variare da una singola parola a sua lunghezza può variare da una singola parola a un intero enunciato.un intero enunciato.

I es.I es.Renato: Ah! / ho capito perché il Barcellona non va Renato: Ah! / ho capito perché il Barcellona non va a fare la coppa dei Campioni! / perché si è iscritto a fare la coppa dei Campioni! / perché si è iscritto al tuo torneo! / ah! ah! ah! al tuo torneo! / ah! ah! ah! <<abbi pazienza!>abbi pazienza!>

Raffaele: Raffaele: <<Oh:: non fa lo>Oh:: non fa lo> spiritoso / che in tredici spiritoso / che in tredici giorni sono sedici squadre! / dico / sedici giorni sono sedici squadre! / dico / sedici squadre! / più di quindici / meno di diciassette! /squadre! / più di quindici / meno di diciassette! / <capito a me!><capito a me!>

Renato: Renato: <<‘O pallone è>‘O pallone è> a cchiu’ bella cosa! (--) a cchiu’ bella cosa! (--) capito a me! (--) vedi che titolo! capito a me! (--) vedi che titolo!

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La microprogettazione: La microprogettazione: discorso simultaneo e false discorso simultaneo e false

partenzepartenze Le Le false partenzefalse partenze si verificano attraverso si verificano attraverso

l’interruzione di uno dei due partecipanti l’interruzione di uno dei due partecipanti (quando cioè B ottiene il turno e A non (quando cioè B ottiene il turno e A non riesce a completare l’enunciato). riesce a completare l’enunciato).

es.es.

A: Chi l’ha mai detto queste cose? / come?A: Chi l’ha mai detto queste cose? / come?

B: Tu l’hai detto! tu l’hai detto! hai detto pure B: Tu l’hai detto! tu l’hai detto! hai detto pure che non ho l’eta:: / che non ho l’eta:: / e e quindiquindi

A: A: Ah!Ah! (-) ho de::tto (-) ho de::tto (--) ah! (-) ma l’ho detto per (--) ah! (-) ma l’ho detto per scherzo! scherzo!

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La microprogettazione: i La microprogettazione: i mutamenti di progettomutamenti di progetto

È possibile distinguere due tipi fondamentali di È possibile distinguere due tipi fondamentali di mutamento di progetto, e cioè:mutamento di progetto, e cioè:

a)a) mutamenti di progetto sintatticomutamenti di progetto sintattico: si verifica «per : si verifica «per costituzione di costruzione sintattica, che può costituzione di costruzione sintattica, che può avvenire per selezione di un elemento lessicale avvenire per selezione di un elemento lessicale presumibilmente sinonimo (spesso con reggenza presumibilmente sinonimo (spesso con reggenza differente rispetto al primo, producendo una differente rispetto al primo, producendo una frattura sintattica → anacoluto )frattura sintattica → anacoluto )

es.es. Com’è Com’è combinatacombinata / / compostacomposta la tua famiglia? la tua famiglia?es.es. Io voglio soltanto riavere Davide (--) ho usato Io voglio soltanto riavere Davide (--) ho usato

certi termini certi termini perché spero (--) se qualcuno sta perché spero (--) se qualcuno sta nascondendo Anna (--) abbia il cuore di nascondendo Anna (--) abbia il cuore di ripensarciripensarci

b)b) mutamenti di progetto semanticomutamenti di progetto semantico::es. Laura es. Laura non mi piacenon mi piace / cioè / cioè non è il mio tiponon è il mio tipo……