CORSO PON Esperto nella progettazione, caratterizzazione e ... · dello stato solido nei polimeri ....
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CORSO PON Esperto nella progettazione, caratterizzazione e lavorazione di termoplastici
modulo: CHIMICA DEI POLIMERI Vincenzo Venditto
influenza delle caratteristiche microstrutturali, strutturali e morfologiche sulle proprietà fisiche dei materiali polimerici
relazioni proprietà-struttura
stato disordinato (amorfo) stato ordinato (cristallino) stato intermedio (mesomorfo)
polimeri reticolati (resine termoidurenti & gomme)
Influenza della massa molecolare
Influenza dello stato fisico influenza dell’organizzazione (morfologia) dello stato solido nei polimeri
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stato mesomorfo
stato in cui esiste un ordine intermedio fra quello cristallino e quello amorfo
fase mesomorfa mesofase
esempi di composti che presentano mesofasi cristalli liquidi (LC)
prima descrizione di LC nel 1888 (Reintzer)
molecole disposte in modo ordinato (ordine a lunga distanza)
solo in una o due direzioni
stato liquido-cristallino
stato accessibile sia a molecole di piccola dimensione sia a macromolecole
mesofasi liquido-cristalline
dal greco mesos “intermedio”
presentano proprietà sia dei liquidi sia dei solidi p.e. sono fluidi birifrangenti
LC in fase nematica molecole piccole
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molecole che presentano mesofasi LC contengono gruppi mesogeni
molecole di piccola dimensione macromolecole
polifenilentereftalmmide (Kevlar)
poli(p-fenilene-2,6-benzobistiazolo)
4-ciano,4’-ottil-bifenile
gruppi mesogeni
gruppi rigidi
polimeri a catena rigida (main chain)
possono trovarsi nelle - catene principali “main chain” - appendici laterali “side chian”
gruppi mesogeni, main&side chain possono essere collegati da “spaziatori flessibili”
facilmente orientabili in flussi o in campi magnetici/elettrici
anche PPD-TA
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mesofasi LC
fenomeni di orientazione in soluzioni di polimeri a struttura rigida (rod-like)
all’aumentare della concentrazione
aumenta l’ordine fra le “bacchette”
cristalli liquidi liotropici
mesofasi ottenute da soluzioni concentrate (≈30%)
cristalli liquidi termotropici
mesofasi ottenute da fusi
LC side-chain appartengono alla categoria dei “termotropici”
PBO = poli(1,4-fenilen-2,6-bezobisossazolo)
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mesofase nematica più frequente
ordine orientazionale
gruppi mesogeni orientati parallelamente ad una direzione preferenziale
morfologie di mesofasi LC
mesofase smettica (A,B)
strutture stratificate
impacchettamento a strati dei gruppi mesogeni
possibili ordine posizionale tra gruppi
mesofasi smettiche sono più viscose delle nematiche
maggiori interazioni fra catene polimeriche
gruppo mesogeno
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mesofase colesterica
superstruttura spiralizzata (singolari proprietà ottiche)
per molecole a forma di disco struttura simile a impilamenti di monete
mesofase discotica
molecole chirali, con mesofasi nematiche, provocano torsioni nell’impilamento delle mesofasi
arrangiamento tridimensionale elicoidale
esempio di molecola discotica di basso peso molecolare
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transizioni nei polimeri LC
la calorimetria differenziale a scansione (DSC) é indispensabile per individuare l’esistenza di mesofasi LC
ad una transizione LC é associato 1- effetto entalpico 2- variazione di birifrangenza 3- variazione spettro diffrazione raggi X
le cinetiche di trasformazione delle mesofasi possono essere molto lente
processi rapidi ne impediscono l’osservazione
dopo la fusione cristallina il fuso é anisotropo (birifrangente) a T maggiori si osservano transizioni LC
le transizioni LC sono del primo ordine
fluido birifrangente
liquido
transizioni LC
liquido anisotropo
si formano mesofasi LC anche in polimeri amorfi
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spettri diffrazione dei raggi X di mesofasi LC
evidenti spot “equatoriali” (tipici di ordine long-range) ed aloni diffusi “meridionali” (tipici di fasi disordinate)
mesofasi smettiche A
polimeri liquido cristallini tipo side-chain
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hanno viscosità minori dei corrispondenti fluidi isotropici (sia per polimeri in soluzione sia per polimeri fusi)
proprietà di mesofasi LC
nelle mesofasi gli entanglement sono assenti
fluido isotropico
fluido anisotropico
soluzione di un polimero liotropico
mesofase nematica
fibre estruse da soluzioni anisotrope mostrano eccezionali proprietà meccaniche
modulo di 100 GPa resistenza a trazione di 2 ÷ 5 GPa
tecniche di filatura dry/wet-spinning da orifizi di diametro dei micron
le fibre ottenute hanno morfologia fibrillare con folding ridotti e diffuse tie-molecules
interfibrillari (diffuse connessioni assiali fra fibrille)
i gruppi mesogeni in soluzione si orientano nella direzione del flusso
lo stato LC viene utilizzato nei processi di trasformazione nelle applicazioni i polimeri LC si trovano solitamente
nello stato solido cristallino
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il Kevlar
ha compito 40 anni nel 2005
inventato nel 1965 da Stephanie Kwolek scienziata che lavorava per la DuPont nel campo delle soluzioni polimeriche liquido-cristalline
l'esercito USA utilizza fibre di Kevlar per gli elmetti fin dalla guerra del Golfo nel 1991
utilizzata anche per giubbotti antiproiettile, barriere anti-incendio e anti-esplosione
le fibre di Kevlar sono cinque volte più forti dell'acciaio (a parità di peso) estremamente resistenti ed affidabili resistenti agli sbalzi termici e a temperature superiori ai 400°C.
Royal Marine Eric Walderman in the kevlar helmet that saved his life dalle Olimpiadi 2006
nello “short track “ sono obbligatorie tute antitaglio in kevlar
polifenilentereftalmmide
fibre in Kevlar® (DuPont Engineering Fibres) sono utilizzate nell'abbigliamento sportivo
ad alte prestazioni (vela, mountaineering e motorbiking)
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proprietà delle fibre in Kevlar
proprietà del Kevlar alto modulo elevata tenacità (lavoro a fatica) basso allungamento a rottura creep e stress relaxation bassi eccellente stabilità dimensionale bassa conducibilità elettrica elevata resistenza chimica resistente alla fiamma (autoestinguente) sensazione gradevole al tatto
comportamento meccanico
andamento lineare (tipico dei solidi cristallini elastici)
fonde a T=570°C
non ha perdite di peso fino a T≈500°C
inoltre:
difetti: degradabile per esposizione all’UV legami H sensibili all’acqua (perdita di rigidità)
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nella struttura cristallina i legami ammidici assumono configurazione trans per
minimizzare l’ingombro dei fenili
l’orientazione delle catene polimeriche si ottiene in filatura da soluzione
(in acido solforico)
formazione di legami a idrogeno disposizione parallela delle catene impilamento degli anelli benzenici
(π-stacking) eccezionali proprietà meccaniche
relazioni proprietà-struttura nel Kevlar
flak jacket
nei giubbotti antiproiettile le fibre di Kevlar agiscono distribuendo l’energia cinetica delle pallottole sull’intero tessuto (strati sovrapposti di Kevlar) fino a bloccarle
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polimeri reticolati con comportamento elastomerico elastomeri (gomme)
materiali che sottoposti a sforzi relativamente piccoli subiscono deformazioni rilevanti & rimosso lo sforzo
recuperano le dimensioni originali
elasticità entropica driving force entropica
polimero non reticolato polimero reticolato
deformazione macroscopica permanente
la forza applicata (trazione)
completo recupero della deformazione
induce una deformazione
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materiale non reticolato
materiale reticolato
le catene assumono conformazioni allungate
l’entropia diminuisce
l’entropia
aumenta
le catene libere di muoversi rilassano nello stato di “random
coil”
il materiale rimane deformato
il materiale non è deformato
rimosso lo sforzo le catene rilassano nello stato di “random coil”
l’entropia non varia
le catene vincolate dalle reticolazioni non possono rilassare
l’entropia diminuisce
rimosso lo sforzo le catene sono già in uno stato rilassato
comportamento elastomerico
elasticità entropica driving force entropica
sotto trazione
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elasticità dei solidi ordinari
resistenza alla deformazione resistenza alla distorsione del reticolo cristallino
le distanze interatomiche reticolari cambiano mentre aumenta l’energia potenziale (energia interna) del sistema
la “driving force” elastica è la variazione dell’energia reticolare
non c’è variazione di entropia
in un solido ordinario sottoposto a deformazione
f = ΔF = ΔU
ΔU ≠ 0 ΔS = 0
a b distanze reticolari
a rimane costante b si accorcia
deformazione elastica
quando a=b la deformazione è massima
ΔU > 0
reticolo cristallino f = forza elastica
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elasticità delle gomme
le macromolecole assumono conformazioni allungate
diminuiscono le conformazioni accessibili (aumentano le distanze end-to-end lunghe)
diminuisce l’entropia del sistema
energia interna del sistema non varia (non cambiano le interazioni fra catene)
in una gomma sottoposta a deformazione
ΔU = 0 ΔS < 0 f = ΔF = -TΔS
materiale indeformato catene in random coil
i vettori end-to-end (r) hanno distribuzione
“sferica”
materiale sotto trazione
catene orientate
i vettori end-to-end (r) hanno distribuzione
“ellittica”
ΔS < 0
la “driving force” elastica è la variazione di entropia del sistema
la forza elastica f è funzione di Δr
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caratteristiche molecolari di una gomma
alta massa molecolare elevata flessibilità delle macromolecole Tg molto più bassa della temperatura di esercizio presenza di punti di giunzione (cross-link) fra le macromolecole
solitamente Tg < -40°C
una giunzione ogni 100 monomeri garantisce un recupero rapido e totale
segmenti di catena compresi fra due giunzioni di 103 ÷ 104 uma
irregolarità in un reticolo reale: A terminali di catena C entanglement non bloccati D molecole non reticolate B entanglement bloccati (equivalenti a nodi reticolari) aumentano
il ritorno elastico
riducono il ritorno elastico
reticolo ideale reticolo reale
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reticolazione della gomma naturale
vulcanizzazione
tipo di processo tradizionale (senza acceleranti) -Goodyear, 1841-
8% zolfo, per 5 ore a T= 140°C con acceleranti -Oenslanger, 1906-
0.5% zolfo, accelerante (ZnO, acidi grassi), per 1-3minuti a Tamb con perossidi
poliisoprene 1,4-cis
atomi di zolfo a ponte coinvolti idrogeni allilici
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attualmente la vulcanizzazione accelerata con zolfo è il metodo più utilizzato (*)
gomma naturale (NR) gomma sintetica (poliisoprene, IR) gomma stirene-butadiene (SBR) gomma butile (IIR) gomma etilene-propene (EPDM)
Goodyear
più recente
(*)
Hevea Rubber cis-polyisoprenene
reticolazione
produzione di pneumatici
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effetto della reticolazione sul comportamento meccanico
sforzo (σ = F/A)
deformazione
all’aumentare del grado di reticolazione (n) migliorano: ritorno elastico rigidità resistenza a trazione
per n molto grandi la gomma diventa rigida e perde le caratteristiche elastiche (ebanite)
f = forza di ritorno elastica
)1-( 2ααnRTf =
0ll
=α rapporto di estensione
f non ha una dipendenza lineare da α
tra σ e ε non c’è una relazione tipo legge di Hooke
0
0l-ll
=εε
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elastomeri con cross-link fisici
copolimeri stirene-butadiene-stirene stirene e butadiene sono immiscibili
il copolimero é un sistema bifasico
i blocchi stirenici sono rigidi (Tg >Tamb) i blocchi butadienici sono flessibili (Tg <Tamb)
entrambi i blocchi stirenici sono flessibili
il materiale é un fluido
elastomero termoplastico
a Tamb
B
S
a T > Tamb
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fine