Corso di Teoria e Storia del Restauro...Neoidealismo e filosofia estetica Benedetto Croce...
Transcript of Corso di Teoria e Storia del Restauro...Neoidealismo e filosofia estetica Benedetto Croce...
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA
Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura_L17
prof. arch. Caterina Giannattasio
Corso di Teoria e Storia del Restauro Il restauro nel XX secolo
Il restauro critico e la Teoria di C. Brandi
La nascita del restauro critico
Presupposti
Fallimento dei principi del restauro scientifico.
Sconfinamento, per necessità, dei principi del ‘minimo
intervento’.
Influenza del neoidealismo e della filosofia estetica.
Neoidealismo e filosofia estetica
Studio applicato a tutti i fenomeni del bello e dell’arte, che, rispetto
alle scienze, presuppongono, nel fenomeno di partecipazione e di
conoscenza, la percezione sensibile (l’opera d’arte è immagine),
in contrapposizione al positivismo e alla vena classificatoria.
Kant
Nascita dell’Estetica Teoria della conoscenza sensibile
Idealismo La conoscenza è filtrata dalla soggettività.
I giudizi estetici sono soggettivi (dimensione critica).
Il soggetto ‘seleziona’ in base alle proprie conoscenze “L’opera
si configura come risposta a un interrogativo”.
Neoidealismo e filosofia estetica
Benedetto Croce
Soggettività: “ogni storia è storia contemporanea”.
L’arte dev’essere considerata come attività autonoma rispetto
all’etica e alla logica, se si vuole evitare il didascalismo e
l’allegorismo.
Filosofia / Restauro Idealismo Importanza della conoscenza e della storia
Alla Storia si affianca l’Estetica Restauro = si basa
su particolari significati, in relazione al riconoscimento
del valore artistico e storico del documento. Atto del
proprio tempo, ed in quanto tale strettamente legato alla
storia del suo tempo.
Fenomenologia
Studio e classificazione dei fenomeni, così come si presentano
allo spettatore.
Analisi delle apparenze.
Per Hegel la fenomenologia dello spirito è la descrizione dei
diversi stadi attraverso i quali lo spirito giunge alla conoscenza
universale partendo dalla coscienza immediata e sensibile.
Filosofia / Restauro Fenomenologia Conoscenza dell’opera
Scuola di Francoforte (1930)
Horkeimer – Marcuse critica alla società contemporanea
nell’ottica dell’emancipazione dal dominio (economico, del
totalitarismo). Società alienata (sfruttamento della classe operaia).
L’arte è una forma di liberazione da tale processo di
alienazione.
Filosofia / Restauro
Restauro Intervento creativo
Strutturalismo (Francia 1950-60)
Gestalt-psychologie Gestalt = struttura, configurazione.
Studi sulla percezione: quando si guarda un’opera se ne coglie
innanzitutto l’effetto di totalità. Il tutto non è somma di parti.
Filosofia / Restauro Strutturalismo Riconoscimento dei valori / Concetto di
unità brandiano
Filosofia / Restauro
Il pensiero filosofico influenza fortemente la dottrina del restauro,
con mutamenti anche nella terminologia:
Pane (Croce) Poesia / Prosa Emergenze / Edilizia minore
Brandi Fenomenologia / Strutturalismo / Idealismo
Concetto di storia
E’ lo storico a fare i ‘fatti storici’, è lui, in base alla sua
interpretazione, a stabilire quali siano o meno fatti storici.
Si tratta di un atteggiamento opposto a quello ottocentesco, di
matrice positivista, secondo cui fare storia significava elencare il
maggior numero di fatti oggettivi e inconfutabili.
Ora, invece, il compito dello storico sta proprio nel selezionare,
nel capire quali fatti storici siano veramente importanti
B. Croce: lo storico guarda il passato con gli occhi del presente.
Compito dello storico non è quello di classificare i fatti, bensì di
darne un giudizio selettivo.
Il restauro critico
XIX sec. (positivismo)
Storia = Scienza
Restauro = operatività della storia (dipende dalle regole della
storia)
Inizi XX sec. (influenza crociana)
Storia ≠ Scienza
Restauro = processo selettivo basato sulla conoscenza storica,
ma che diventa interpretazione dell’opera, sulla base del
riconoscimento di valori e di un giudizio critico
Restauratore = storico, filologo, critico.
Il restauro critico
STORIA = Riconoscimento + valutazione Critica
RESTAURO = Atto critico (‘braccio secolare della storia’ / Bonelli)
Tale atto critico si basa sulla dialettica di 2 istanze, storica ed
estetica, poiché l’opera viene vista nella sua bivalenza di:
- materia / immagine;
- documento / prodotto artistico.
L’intento del restauro critico è quello di liberare l’immagine
dell’opera (non quella originale) seguendo un processo critico.
Il momento preliminare di tal processo consiste nel
RICONOSCIMENTO dell’opera (soggettivo, ma non arbitrario,
perché basato sui dati storici), per proseguire con l’emissione del
GIUDIZIO e finire con l’INTERVENTO.
Il restauro critico
Il restauro non si basa più su regole fisse, ma su valutazioni ‘caso
per caso’.
Inoltre, al fine di liberare l’immagine dell’opera, esso diventa ATTO
CREATIVO, facendo subentrare la fantasia, che da evocatrice
diventa produttrice.
A tal scopo, l’architetto/restauratore deve possedere:
1) Preparazione storica, artistica e architettonica
2) Competenza tecnica
3) Umiltà
Si nega l’abbellimento dell’opera. Scopo del restauro è quello di
tramandarla nel futuro, nel rispetto delle sue stratificazioni.
Biografia (da Enciclopedia Treccani_a cura di R. Zuccaro)
1928: Laurea in Lettere all’Università di Firenze
1938-1961: Fondatore dell’Istituto Centrale del Restauro
(oggi Istituto superiore per la conservazione ed il restauro)
- Scrittore, teorico e critico d'arte
- Accademico, oltre che dei Lincei, dell'Accademia di San Luca di
Roma, di quella Clementina di Bologna e di quelle Cherubini e
delle Arti del disegno di Firenze
Bibliografia principale (da Enciclopedia Treccani_a cura di R. Zuccaro)
Storia dell’architettura
- Struttura e architettura (1967)
- La prima architettura barocca. Pietro da Cortona, Borromini,
Bernini (1970)
Storia dell’arte
- Scritti sull'arte contemporanea, 2 voll. (1976, 1979)
- Disegno della pittura italiana (1980)
- Disegno dell'architettura italiana (1985)
- Giotto (1983)
Bibliografia principale (da Enciclopedia Treccani_a cura di R. Zuccaro)
Restauro
- Teoria del restauro (1963 e 1977)
- Carta del restauro del 1972
Riviste
Ha fondato e diretto:
- L'immagine (1947-51)
- Bollettino dell'Istituto Centrale del Restauro (1950-59)
- Annuario dell'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di
Roma (1973-76)
Cesare Brandi
1) Influenza del pensiero di Croce L’opera d’arte è intuizione
ed espressione. Quest’ultima si concretizza in materiale fisico.
2) L’opera è realtà pura, incorruttibile, a differenza della materia,
che può degradarsi essa è l’epifania dell’immagine per
tale ragione “si restaura solo la materia dell’opera d’arte”.
3) L’opera d’arte è indivisibile, è unità nella varietà “l’opera
d’arte è un intero, non un totale” (strutturalismo). Di
conseguenza, di fronte al danno, si può effettuare un
ripercorrimento critico, risalendo dall’opera all’intuizione,
proprio attraverso il dato fisico, che rappresenta il punto di
incontro tra il processo creativo e quello critico.
4) Così come il romanzo storico può avere maggior valore
storico di una storia, così il restauro critico può condurre a
risultati più significativi rispetto a quelli raggiungibili tramite il
restauro filologico-conservativo.
Cesare Brandi
RESTAURO
1. Il restauro è atto critico. Va inteso come “momento
metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua
consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e
storica, in vista della sua trasmissione al futuro”.
2. Nell’opera d’arte va privilegiata l’istanza estetica (perché è la
sua artisticità a renderla ‘opera d’arte’).
3. Occorre salvaguardare le condizioni ambientali dell’opera, in
quanto essa è inserita in un contesto.
Statua di Domiziano/Nerva_P. Martellotti
Statua equestre di Domiziano/Nerva (I
sec. d.C., Napoli, Castello di Baia.
L’intervento conservativo sui frammenti
bronzei rinvenuti nel 1968 a Miseno
assume un nuovo e più ampio
significato grazie all’invenzione,
propriamente di restauro, del supporto
espositivo, opera dell’arch. P. Martellotti,
fondato su una concezione realmente
critica e creativa del restauro.
Cesare Brandi
LACUNA
Interruzione del testo figurativo (Gestalt)
1. Metodo della tinta neutra è insufficiente, perché comunque
influenza la distribuzione cromatica del dipinto.
2. Occorre fare in modo che la lacuna diventi fondo su cui il
dipinto è figura. A tal scopo occorre renderla distinguibile
(rigatino o tratteggio) ricostruzione dell’unità figurativa
giocando sul colore, sul tono, sulla luminosità e
sull’arretramento del piano della lacuna stessa.
1977_Vergine col Bambino, Tuscania (VT)_P. e L. Mora, P.
Philippot
Reintegrazione delle lacune, in fase di
esecuzione, con la tecnica del ‘tratteggio’ o
‘rigatino’.
S. Maria della Pietà, Viterbo
Restauro degli affreschi di Lorenzo da Viterbo, consistente nella ricomposizione
dei frammenti d’intonaco, a cura dell’ICR, e nella reintegrazione pittorica delle
lacune con la tecnica del ‘rigatino’.
Madonna, S. Maria a Ricorboli, Firenze
Situazione prima e dopo il restauro. La tavola d’età gotica è stata tagliata in alto e
in basso per ricondurla alle proporzioni consuete di un quadro rinascimentale.
Senza nulla toccare dell’antico, si sono effettuate le reintegrazioni necessarie per
ridare alla tavola le sue giuste proporzioni e l’originaria terminazione a ghimberga.
Si tratta di un raffinato caso di ‘reintegrazione delle lacune’.
Madonna in trono tra
angioli, S. Maria a
Ricorboli (FI), dipinto
della bottega di Giotto.
1978_Crocifisso del Cimabue_U. Baldini
Cimabue (fine XIII sec.), Crocifisso (Firenze, Museo dell’Opera di Santa Croce). Particolare con la Vergine, dopo il restauro di reintegrazione eseguito col criterio della ‘selezione cromatica’. Nessuna imitazione o ‘competizione’ nei confronti del tessuto originale, ma subordinazione a quest’ultimo e al suo ductus pittorico, ricurvo e avvolgente nell’aureola, disteso e piano sul panneggio, che induce un corretto ed efficace equilibrio tra il carattere filologicamente ‘diacritico, cioè distintivo, dell’intervento e il rispetto della complessa figuratività dell’opera. Ciascuna pennellata è portatrice di un colore che andrà a comporsi divisionisticamente con gli altri colori selezionati per ottenere l’effetto cromatico voluto. Tecnica, questa, molto diversa dal ‘rigatino’ brandiano.
1972_Vergine con Bambino_U. Baldini
Maestro della Maddalena (XIII sec.),
Vergine col Bambino (Firenze, Depositi
della Galleria).
Il dipinto ha subito due completi
rifacimenti tra il XVIII e il XIX sec.
Si tratta di un esempio emblematico del
problema della ‘rimozione delle
aggiunte’. Illustra una fase del lavoro che
esibisce la compresenza ‘sincronica’
delle tre fasi pittoriche, mentre con l’uso
del bisturi, a secco e con l’ausilio della
microspia si sta riscoprendo la primitiva
stesura cromatica.
1959-63_Chiesa dei francescani, Sarrebourg_M. Chagall
Marc Chagall è intervenuto nel
deambulatorio, nella parte nord del
transetto e nel triforio con piena
autonomia di linguaggio ma, al tempo
stesso, rispettando alcuni criteri di
avvicinamento all’antico, come la scala
delle aperture, la gamma cromatica, la
composizione generale e la sua
articolazione.
Castello di Nedde (Francia)
Integrazione dell’avancorpo verso sud del castello, esempio di
attualità espressiva. Rifiutando ogni integrazione imitativa, la parte
mancante del volume è suggerita da una struttura in ferro e vetro.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
I. Il concetto di restauro
1. Concetto di Restauro
“intervento volto a rimettere in efficienza un prodotto dell’attività
umana”.
2. Tipologie di restauro
- Relativo a manufatti industriali restituzione, ripristino della
funzionalità;
- Relativo alle opere d’arte riconoscimento della stessa nella
coscienza Il restauro deriva dal riconoscimento dell’opera
d’arte ed è da essa condizionato.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
I. Il concetto di restauro
3. Opera d’arte
Si offre alla conoscenza con una bipolarità:
- Istanza estetica: artisticità per cui l’opera è opera d’arte (aspetto
preminente all’atto del riconoscimento);
- Istanza storica: prodotto umano attuato in un certo luogo e in un
certo spazio.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
I. Il concetto di restauro
4. Conservazione
Può essere effettuata in svariati modi, purché basati su sussidi
scientifici.
Fondamentale è conservare al futuro il manufatto, per cui la
consistenza fisica acquista un’importanza primaria.
- “Si restaura solo la materia dell’opera d’arte”.
- “Il restauro deve mirare al ristabilimento dell’unità potenziale
dell’opera d’arte, purché ciò sia possibile senza commettere un
falso artistico o un falso storico e senza cancellare ogni traccia del
passaggio dell’opera d’arte nel tempo”.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
II. La materia dell’opera d’arte
1. Concetto di materia. Bisogna definire che cosa costituisca la
materia rispetto all’immagine:
- che cos’è la materia (che rappresenta il tempo e il luogo
dell’intervento di restauro);
- qual è la sua costituzione fisica (conoscenza fisica della
materia).
2. Materia = quanto serve per l’epifania dell’immagine:
Essa non è solo consistenza materiale, nell’opera d’arte, ma è
accompagnata dall’atmosfera, dalla luce in cui è inserita:
“La rimozione di un’opera d’arte dal suo luogo di origine dovrà
essere motivata per il solo e superiore motivo della sua
conservazione”.
Struttura (tavola lignea) Predominanza dell’aspetto sulla struttura.
La mancata distinzione tra struttura e aspetto
comporta la confusione tra restauro e ripristino. Aspetto (colore, pigmento)
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
III. L’unità potenziale dell’opera d’arte
1. Concetto di unità. Come intero e non come totale, che implica
che l’unità sia data da più parti che compongono l’opera d’arte
(Strutturalismo).
2. Unità dell’intero. Non dev’essere recepita come unità organica
o funzionale, ma limitando la sostanza conoscitiva dell’immagine,
il suo valore semantico, a quello che ne dà l’immagine e non oltre:
“L’immagine è veramente e solamente quello che appare”
(Idealismo).
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
III. L’unità potenziale dell’opera d’arte
3. Unità dell’opera d’arte.
- L’opera non può considerarsi composta da più parti e quindi, se
è fisicamente frantumata, dovrà continuare a esistere
potenzialmente’ come tutto.
- Poiché ogni opera d’arte è indivisibile, quando essa risulta
realmente divisa, si dovrà cercare di sviluppare la ‘potenziale’
unità originaria.
Con questi due corollari si viene a negare che si possa intervenire
nell’opera d’arte mutilata e ridotta in frammenti “per analogia”,
poiché ciò presupporrebbe come principio l’equiparazione
dell’unità intuitiva dell’opera d’arte all’unità logica con cui si pensa
la realtà esistenziale.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
III. L’unità potenziale dell’opera d’arte
4. Unità potenziale dell’opera d’arte.
- Deve essere ristabilita in base all’istanza storica ed estetica,
con integrazioni sempre riconoscibili ad una visione ravvicinata, e
invisibili ad una distanza che consenta di cogliere l’insieme.
- La materia d’arte è insostituibile, solo le strutture portanti ed i
supporti possono essere sostituiti.
- Ogni intervento di restauro deve facilitare eventuali operazioni
future.
1960-72_Castello di Diosgyör_Miskolc (Ungheria)
Il castello (XIII-XV e XVI sec.) con in primo piano il bastione cinquecentesco di nord-est. La moderna e leggera struttura in calcestruzzo è posta a suggerire la consistenza dell’antica massa ricurva perduta, in maniera soltanto allusiva e mai imitativa.
Particolare del bastione e della finestra rinascimentale, dove si è utilizzato il metodo della ‘anastilosi indiretta’ a fini museali e didascalici, con pochi frammenti residui.
Torre Salomon_Visegrád (Ungheria)_J. Sedlmayr
Mastio del XIII sec. L’integrazione volumetrica, necessaria per ridare alla torre il
perduto valore di fulcro spaziale e paesistico, al centro di una suggestiva ansa del
Danubio, rispetta le parti antiche. Si dimostra quale aggiunta autenticamente
moderna, riecheggiando in architettura una sorta di ‘rigatino’ a tratti paralleli,
tecnica elaborata dall’ICR nel dopoguerra.
Particolare dell’interno, dove l’intervento ha mirato alla ‘reintegrazione
dell’immagine’ delle volte tramite ‘anastilosi indiretta’ dei pochi pezzi superstiti.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
IV. Il tempo riguardo all’opera d’arte e al restauro
1. Tempo rispetto all’opera d’arte
Si divide in 3 momenti:
- Durata mentre l’opera viene formulata dall’artista creatore;
- Intervallo tra la fine del processo creativo e il momento in cui
la nostra coscienza attualizza in sé l’opera d’arte;
- Attimo di questa folgorazione nella coscienza, ovvero
momento della ‘ricezione’ personale.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
IV. Il tempo riguardo all’opera d’arte e al restauro
2. Tempo rispetto al restauro
In nessun modo l’intervento di restauro può avvenire nel momento
della durata sarebbe il reinserimento nel momento creativo, la
“rifusione dell’immagine in un’altra immagine” sarebbe “la più
grave eresia del restauro (…) il restauro di fantasia”
Né tanto meno può avvenire nell’intervallo, in quanto
significherebbe effettuare il “restauro di ripristino, che vuole
abolire quel lasso di tempo”.
L’unico momento legittimo per l’azione di restauro è quello del
presente della coscienza, in cui l’opera è presente storico e
passato. Il restauro di ‘fantasia’ o di ‘ripristino’ considerano il
tempo reversibile, quale non è. Il restauro dovrà rappresentare un
evento storico ed inserirsi nel processo di trasmissione al futuro,
senza eliminare la storia.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
V. Il restauro secondo l’istanza di storicità
Bisogna attenersi a principi e regole, ma si sa bene che ogni opera
d’arte è un unicum e ogni intervento di restauro è caso a sé.
Può essere utile, comunque, effettuare dei raggruppamenti:
1. Rudere
Inteso come cosa che è testimonianza dell’opera umana o che
conserva un potenziale storico. Come tale può interessato solo da
interventi di consolidamento e conservazione dello statu quo, oltre
che da interventi indiretti volti alla conservazione dello spazio-
ambiente in cui è inserito.
2. Aggiunte
Rappresentando una testimonianza del fare umano, hanno,
secondo l’istanza storica, un valore storico, e quindi vanno
conservate, mentre le rimozioni, per quanto rappresentino un
gesto voluto, cancellano un segno e non documentano sé stesse,
per cui, se effettuate, vanno giustificate e devono lasciare traccia
di sé stesse.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
V. Il restauro secondo l’istanza di storicità
3. Patina
Non rappresentando il prodotto di un fare, potrebbe essere
eliminata, ma cancellare l’antichità di un monumento significa
renderlo falso. Quindi è d’obbligo la sua conservazione.
4. Rifacimenti
Tendono a riplasmare l’opera, a ricrearla, rappresentano il segno
del fare umano, ma hanno comunque la pretesa di abolire un
lasso di tempo. In tal senso, secondo l’istanza storica, ovvero
essendo frutto della coscienza umana, sono legittimi e dunque, in
qualità di ‘errori umani’, non vanno rimossi, ma tutto al più isolati.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
VI. Il restauro secondo l’istanza estetica
1. Rudere
Può essere considerato come opera d’arte priva di unità
potenziale. Anche secondo l’istanza estetica il rudere deve
rimanere tale, ovvero essere sottoposto ad interventi di
conservazione e non integrazione.
2. Aggiunte
L’eliminazione potrebbe far riemergere segni più significativi di
quelli aggiunti, potrebbe consentire di ritornare all’unità originaria,
oltre che a quella potenziale. Tali considerazioni sono in contrasto
con quelle legate all’istanza di storicità, per cui la soluzione
deriverà in relazione all’istanza che avrà maggior peso tra le due,
attraverso un giudizio di valore.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
VI. Il restauro secondo l’istanza estetica
3. Patina
Andrebbe rimossa in quanto aggiunta, ma non è così dal punto di
vista storico. Essa non va però semplicemente vista come segno
di invecchiamento, in quanto spesso può costituire un
arricchimento estetico, quale “impercettibile sordina” posta dal
tempo all’invadente ‘novità’ della materia. In conclusione, anche
secondo l’istanza estetica va conservata (contro le puliture
integrali).
4. Rifacimenti
Sia nel caso in cui raggiungano una nuova unità artistica, sia che
compromettano, con la loro eventuale demolizione, l’unità
potenziale del manufatto, devono essere conservati (si pensi al
rifacimento-copia del campanile di S. Marco a Venezia o al ponte
di S. Trinita a Firenze).
Nike di Samotracia
Nike di Samotracia (fine III sec. a.C.),
Parigi, Museo del Louvre. Di questa
statua M. Yourcenar scrive: “A volte,
l’erosione prodotta dagli elementi” e
quella dovuta alla “brutalità degli
uomini si uniscono per creare una
parvenza unica fuori ormai da ogni
scuola o tempo: acefala, senza
braccia, separata dalla sua mano che
è recupero recente, consunta da tutte
le raffiche delle Sporadi, la Vittoria di
Samotracia è divenuta meno donna e
più vento di mare”, (…) bellezza
involontaria (…) dovuta agli effetti
delle cause naturali e del tempo”.
1985-86_Basilica di S. Pietro in Vaticano, Roma_G. Zander
La facciata della basilica, opera di
Carlo Maderno (1607-12) dopo il
restauro eseguito dall’arch. Zander.
Questi ha eseguito un’opera di
pulitura con ottimi risultati, frutto
della sua preparazione teoretica e
storico-critica, oltre che della sua
sensibilità, grazie a ci non ha
inteso sacrificare l’immagine
tradizionale del monumento, che
deve molto alla patina assunta nel
tempo dal travertino.
Le due testate intermedie prima e dopo la
recente pulitura.
Giuseppe Zander, secondo Bonelli, con
quest’opera è riuscito a creare un “rarissimo
esempio di una raggiunta perfezione tecnica
e storico-figurale che ha fedelmente
ritrovato e mantenuto colore e patina,
esaltando la vera immagine chiaroscurale e
cromatica della gigantesca fronte”.
Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977
VII. Lo spazio dell’opera d’arte
1) Esame dello spazio: per definire quale spazio debba essere
tutelato dal restauro.
2) Opera d’arte: ha una sua spazialità (in quanto figuratività) che
va ad inserirsi in un contesto spaziale (spazio fisico).
3) Intervento: deve tendere ad assicurare che le condizioni
spaziali dell’opera non siano ostacolate entro lo spazio fisico
(p.e. appendere un quadro A. definizione della spazialità
dell’opera; B. fase dell’arredamento).