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Corso di Introduzione alla Psicologia Clinica dello Sport Milano, 23-24 Maggio 2009 Elaborazione della comunicazione interpersonale e dinamiche di gruppo Dott. Luca Celotti - Psicologo

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Corso di Introduzione alla Psicologia Clinica dello SportMilano, 23-24 Maggio 2009

Elaborazione della comunicazione interpersonale

e dinamiche di gruppo

Dott. Luca Celotti - Psicologo

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In qualsiasi tipo di contesto, da quello ospedaliero a quello sportivo, i processi comunicativi assumono un ruolo di rilievo ai fini del buon funzionamento dell’organizzazione stessa

La comunicazione è un’abilità complessa che richiede la presenza di molte capacità, sia da parte dell’emittente che del ricevente

Comunicare: significa trasmettere un messaggio in modo regolato

Perché la comunicazione risulti efficace è necessario che:

Ottenga come obiettivo una buona comprensione reciproca Si instaurino delle buone relazioni tra gli interlocutori Sia in grado di gestire le difficoltà o i conflitti tra gli interlocutori

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Quello che segue è lo schema universale della comunicazione, in grado di descrivere sommariamente ogni tipo di scambio comunicativo

Codifica Decodifica Destinatario

Messaggio

Canale

Feed-back

Emittente

La comunicazione interpersonale è sempre bidirezionale e presuppone un processo comunicativo attivo e dinamico. Ovvero l’emittente può modificare il suo modo di comunicare in base alle risposte che ottiene dal ricevente (feed-back) e viceversa

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La comunicazione conduce quindi sempre a nuovi assestamenti ed è in grado di influenzare anche la relazione che si crea tra i soggetti che comunicano

Emittente

Ricevente

La comunicazione non si limita quindi alla conoscenza di un codice comunicativo (come il linguaggio) ma implica sempre una forma di intelligenza comunicativa (aspetto pragmatico della comunicazione)

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E’ opportuno distinguere tra due forme di comunicazione (che sono in costante interazione tra di loro):

ComunicazioneVerbale

Non verbale

La prima si riferisce a tutti quegli aspetti comunicativi che hanno a che fare con il linguaggio verbale (ovvero il significato delle parole che usiamo).E’ l’aspetto del linguaggio più razionale e che tendenzialmente riusciamo a controllare meglio

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La comunicazione non verbale, invece, riguarda tutti quegli aspetti che non implicano l’uso della parola in senso stretto. Più in particolare:

Espressioni dl volto Contatto visivo (sguardo) Posizione del corpo Contatto corporeo Gesti Prossemica: distanza ed orientamento che stabiliamo con l’interlocutore Indicatori paralinguistici (timbro, volume, accento, ritmo, velocità) SilenzioAspetto esteriore

Pare quindi importante ricordare una delle principali leggi della comunicazione: NON si può non comunicare

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Inoltre non bisognerebbe mai dimenticare che una comunicazione efficace è caratterizzata da:

concordanza tra gli aspetti verbali e non verbali

Sono troppo felice!!!!

La discrepanza tra gli aspetti verbali e non verbali è molto spesso alla base di un tipo di comunicazione ambigua e contraddittoria

Ma che bello il maglione che indossi oggi!!

Spesso disorienta l’interlocutore in quanto ciò che viene detto è smentito dal modo in cui viene detto

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E’ perciò importante per tutti coloro che hanno necessità di una buona padronanza comunicativa acquisire consapevolezza di questi meccanismi

Comunicazione

Relazione

La comunicazione influenza e modifica la relazione ed i rapporti tra gli interlocutori e a sua volta viene da questi modificata

Chi opera all’interno di istituzioni, società sportive, strutture di assistenza non può prescindere dalla conoscenza di tali dinamiche dal momento che ne influenzano l’efficienza e talvolta la struttura

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Un altro aspetto fondamentale è quello di saper adattare il tipo di comunicazione da usare a seconda del gruppo in cui ci si trova e dei ruoli che rivestono le persone con cui ci relazioniamo

Questi sono due esempi di come la comunicazione dovrà necessariamente adattarsi al contesto. Comunicare efficacemente richiederà, nei due casi in oggetto, competenze comunicative diverse, differenziate e specifiche

E’ quindi necessario, quando ci accostiamo ai gruppi, conoscerne la composizione, la struttura e la distribuzione dei ruoli al loro interno

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Risulterà chiaro che tali conoscenze sono, ad esempio, assolutamente necessarie in ambito sportivo; le squadre, prima ancora di essere squadre, sono dei gruppi di persone

Quando operiamo in un gruppo dovremmo quindi porci in modo preliminare alcune domande:

1.Che tipo di gruppo è?

2.Quale struttura ha al suo interno?

3.Che tipo di reti comunicative ci sono? Che tipo di strategie comunicative posso utilizzare in funzione dell’obiettivo da perseguire?

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Gruppo primario:• poco numeroso• legami stretti• relazioni affettive intense

Se si cerca di favorire gruppi con caratteristiche del tipo primario, cercando quindi di sostenere nei modi possibili la formazione di legami profondi e sentimenti di responsabilità verso gli obiettivi, si otterranno di sicuro dei vantaggi (anche a livello di efficienza)

1) Gruppi primari/secondari

Gruppo secondario:• più numeroso• legami più deboli• legato al raggiungimento

di obiettivi

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Lo scopo è quello di conoscere e tenere in considerazione i fattori che possono migliorare la coesione all’interno dei gruppi e di ridurre le tensione che possono generarsi

Uno degli strumenti per poter analizzare la struttura e la dinamica di un gruppo è costituito da un test, il Test Sociometrico

A partire dal Test Sociometrico si costruisce il Sociogramma (rappresentazione grafica dei legami di attrazione e rifiuto all’interno di un gruppo)

2) Struttura interna dei gruppi

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Il Test Sociometrico parte dalla richiesta fatta a tutti i componenti del gruppo di indicare le proprie preferenze e i propri rifiuti; si possono utilizzare domande di questo tipo:

1) “Con chi lavoreresti più volentieri tra i componenti di questo gruppo?” (si indicano i nomi)

“Con chi preferiresti organizzare una gita o una festa?”

2) “Con chi eviteresti di lavorare tra le persone che compongono questo gruppo?” (si indicano i nomi)

“Con chi ti trovi peggio?” “Con chi non organizzeresti mai un momento di svago?”

Sulla base delle risposte si costruisce il Sociogramma che fornisce una rappresentazione piuttosto immediata della struttura di un gruppo, mettendo in evidenza le relazioni interpersonali tra i membri

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Bri: leader (soggetto che viene scelto più volte dal gruppo)Bri: leader (soggetto che viene scelto più volte dal gruppo)

Bri e Pas: soggetti più popolari (più scelti)Bri e Pas: soggetti più popolari (più scelti)

Dem: soggetto rifiutato (che ottiene maggior rifiuti e nessuna scelta)Dem: soggetto rifiutato (che ottiene maggior rifiuti e nessuna scelta)

Pap: soggetto isolato (poco scelto e poco rifiutato)Pap: soggetto isolato (poco scelto e poco rifiutato)

Naturalmente c’è differenza tra l’essere rifiutati ed il non venir scelti

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Il centro del primo Sociogramma rappresenta il punto di massima coesione possibile Il centro del primo Sociogramma rappresenta il punto di massima coesione possibile tra i membri; maggiore è il numero delle scelte e maggiore sarà la vicinanza al centrotra i membri; maggiore è il numero delle scelte e maggiore sarà la vicinanza al centro

Il centro del secondo Sociogramma rappresenta invece la zona dove i soggetti Il centro del secondo Sociogramma rappresenta invece la zona dove i soggetti ottengono il maggior numero di rifiutiottengono il maggior numero di rifiuti

Come si può notare il Sociogramma ci fornisce una fotografia immediata della Come si può notare il Sociogramma ci fornisce una fotografia immediata della struttura di un gruppo e delle relazioni tra i diversi componenti, permettendo inoltre struttura di un gruppo e delle relazioni tra i diversi componenti, permettendo inoltre l’identificazione di alcuni ruoli fondamentali (leader, soggetti isolati e rifiutati)l’identificazione di alcuni ruoli fondamentali (leader, soggetti isolati e rifiutati)

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Chi organizza o deve riorganizzare un gruppo, come una squadra o un qualsiasi team di lavoro, può quindi trarre importanti informazioni dalla conoscenza della struttura di un gruppo

Questo essenzialmente per alcuni motivi:

riconoscere l’origine di eventuali conflitti identificare i nodi su cui intervenire favorire cambiamenti o riattribuzioni di ruoliutilizzare appropriate strategie comunicative al fine di ottenere i cambiamenti speratiaumentare la coesione tra le personeaumentare l’efficienza del gruppo stesso

Inoltre in molti casi è possibile monitorare nel tempo l’andamento di certi gruppi somministrando più volte il Test Sociometrico in seguito ad interventi/strategie messe in atto

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3) Reti comunicative e strategie comunicative

Rete di comunicazione: concetto che sta a significare proprio il modo in cui avvengono le comunicazioni all’interno di un gruppo. E’ importante riconoscerla perché può avere un’importante influenza sulla coesione del gruppo

Il tipo di organizzazione di un gruppo si rifletterà inequivocabilmente sul tipo di rete comunicativa utilizzata

Esistono diverse reti possibili all’interno del gruppo: ad esempio ci sono quelle a catena, quelle circolari, quelle a stella, quelle multi-circuito (“all-channel”)

Non esiste però un tipo di rete che è ottimale in ogni tipo di situazione. Uno stesso gruppo può assumere reti di comunicazione diverse a seconda della circostanza in cui si trova

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Rete a catena: le comunicazioni sono organizzate in maniera strettamente sequenziale (es. passaparola telefonico)

Rete a cerchio: la comunicazione è possibile solo ed esclusivamente con i propri vicini; insieme con quella a catena è la rete che richiede il maggior numero di passaggi ed implica un elevato numero di errori. E’ tuttavia quella in cui la soddisfazione delle persone risulta maggiore pur essendo meno efficiente

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Rete multi-circuito: in questo caso la comunicazione è possibile tra tutti i componenti del gruppo. E’ quella che garantisce il maggior grado di soddisfazione ai membri a discapito, talvolta, dell’efficienza e della rapidità della comunicazione

Rete a stella: la comunicazione risulta centralizzata. In genere il posto centrale è occupato dal leader. E’ quella maggiormente efficace ma crea spesso un disinteresse rapido e ad un grado di minor soddisfazione (eccezione fatta per il leader) per le esigue occasioni di partecipazione al funzionamento del gruppo (esempio: comunicazione dell’allenatore a tutta la squadra)

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La padronanza e la consapevolezza di questi concetti può permettere agli operatori di organizzare le comunicazioni selezionando il tipo di rete ritenuta più opportuna (bilancio tra efficienza e soddisfazione personale dei membri del gruppo a seconda dell’obiettivo preposto)

Es. Squadra sportiva Comunicazione dell’allenatore a tutti i componenti (rete a stella) Comunicazione dell’allenatore al capitano e successiva diffusione del messaggio agli altri (combinazione di più reti) Creazione di momenti di condivisione e comunanza (promozione delle comunicazioni con rete multi-circuito)

Ciò che rende necessario l’uso di un certo tipo di rete è costituito da:

Situazione Contesto Obiettivo che si vuole raggiungere

Anche all’interno della stesso gruppo può essere opportune favorire diverse strategie comunicative

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Come si può notare la complessità delle competenze che deve possedere l’operatore che, a qualsiasi titolo, si accosta alle dinamiche relazionali di un gruppo è notevole. Sono necessarie più nello specifico:

Competenze comunicative in senso stretto Competenze nell’ambito delle dinamiche di gruppo Competenze comunicative applicate alle dinamiche di gruppo

Scopo della presente relazione è stato proprio quello di mettere in evidenza tale complessità, non essendo evidentemente possibile in questa sede entrare nel merito di ciascun argomento e di affrontarlo nella sua completezza

Psicologi, operatori sportivi, allenatori, operatori sanitari sono solo alcune delle figure che possono trarre vantaggio dalla conoscenza e corretta applicazione di questi concetti nei diversi contesti di lavoro

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GRAZIE PER LA VOSTRA

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