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corso di formazione in servizio Cristina Trotta 1 L’INCLUSIONE SCOLASTICA

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corso di formazione in servizio

Cristina Trotta

1L’INCLUSIONE SCOLASTICA

Linea Evolutiva

da esclusione a inserimento

da inserimento a integrazione

da integrazione a inclusione

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Dalla Costituzione….

Art. 3 «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e

sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di

condizioni personali e sociali».

«E’ compito della Repubblica rimuovere gli

ostacoli di ordine economico e sociale, che,

limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei

cittadini, impediscono il pieno sviluppo della

persona umana e l’effettiva partecipazione».

Art. 34 « La scuola è aperta a tutti ».

Art. 38 «Gli inabili e i minorati hanno diritto

all’educazione e all’avviamento professionale».

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…alla 517/77

" La preliminare considerazione che la

Commissione ha ritenuto di fare è che...il

problema dei ragazzi handicappati ( oggi BES)

presuppone il convincimento che anche i

soggetti con difficoltà di sviluppo, di

apprendimento, di adattamento devono

essere considerati protagonisti della propria

crescita.

In essi esistono potenzialità conoscitive,

operative, relazionali spesso bloccate dagli

schemi della cultura corrente. Favorire lo

sviluppo di queste potenzialità è un impegno

peculiare della scuola...".

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Dall’integrazione…

Se un bambino viene ammesso in una scuola che non procede a nessun cambiamento egli viene “assimilato”.

Se invece l'accoglimento di un bambino in una scuola comporta piccoli adattamenti, tanto da parte del bambino che da parte della scuola, allora si può parlare di “integrazione”…

L'integrazione è dunque un cambiamento e un adattamento reciproco, un processo aperto e correlato con il riconoscimento e l'assunzione delle identità e delle conoscenze “incorporate”».

Canevaro (1985)

… all’inclusione

Oltre al cambiamento culturale è necessario

anche un cambiamento fattuale

Riconoscere la diversità presente in

ciascuno dei soggetti

Valorizzare la diversità

Costruire legami che riconoscano la

specificità e la differenza di identità

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Integrazione vs Inclusione

INTEGRAZIONE

Guarda al

singolo alunno

Interviene prima

sul soggetto, poi

sul contesto

Incrementa una

risposta

speciale

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INCLUSIONE

Considera tutti gli alunni

Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto

Trasforma la risposta speciale in normalità

Perché l’inclusione?

…la scuola è luogo di formazione e crescita per

ciascuno…

…è una comunità educante

…è garanzia del successo scolastico, garanzia di

pari opportunità di accesso al sapere, finalizzato

allo sviluppo dell’identità personale e culturale…

…è massimo sviluppo possibile di apprendimento

per ciascuno

L’inclusione scolastica Presuppone una concezione

alta tanto dell’istruzione quanto della persona umana,

che trova nell’educazione il momento prioritario del

proprio sviluppo e della propria maturazione

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7 punti dell’inclusione

«Erickson»

I compagni di classe come risorsa

L’adattamento come strategia inclusiva

Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi…

Processi cognitivi e stili di apprendimento

Metacognizione e metodo di studio

Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento

Valutazione, verifica e feedback

Le proposte operative per applicare in classe i 7 punti

chiave per una didattica inclusiva sono presentate nella

Guida Erickson BES a scuola

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1. I compagni di classe

come risorsa

I compagni di classe sono la risorsa più preziosa

per attivare processi inclusivi. Fin dal primo

giorno è necessario incentivare e lavorare su

collaborazione, cooperazione e clima di classe.

In particolare sono da valorizzare le strategie di

lavoro collaborativo in coppia o in piccoli

gruppi.

L’apprendimento non è mai un processo

solitario, ma è profondamente influenzato dalle

relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari.

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2. L’adattamento come

strategia inclusiva

Per valorizzare le differenze individuali è necessario

essere consapevoli e adattare i propri stili di

comunicazione, le forme di lezione e gli spazi di

apprendimento.

Inoltre, adattare significa variare i materiali rispetto

ai diversi livelli di abilità e ai diversi stili cognitivi

presenti in classe. L’adattamento più funzionale è

basato su materiali in grado di attivare molteplici

canali di elaborazione delle informazioni, dando

aiuti aggiuntivi e attività a difficoltà graduale.

L’adattamento di obiettivi e materiali è parte

integrante del PEI e del PDP.

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3. Strategie logico-visive,

mappe, schemi e aiuti visivi

Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale

potenziare le strategie logico-visive, in

particolare grazie all’uso di mappe mentali e

mappe concettuali.

Per gli alunni con maggiori difficoltà sono di

grande aiuto tutte le forme di schematizzazione

e organizzazione anticipata della conoscenza e,

in particolare, i diagrammi, le linee del tempo, le

illustrazioni significative e le flash card delle

regole, così come la valorizzazione delle risorse

iconografiche, degli indici testuali e dell’analisi

delle fonti visive.

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4. Processi cognitivi e stili di

apprendimento

Processi cognitivi e funzioni esecutive come

attenzione, memorizzazione, pianificazione e

problem solving consentono lo sviluppo di abilità

psicologiche, comportamentali e operative necessarie all’elaborazione delle informazioni e

alla costruzione dell’apprendimento.

Allo stesso tempo, una didattica realmente

inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi

presenti in classe e le diverse forme di

intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni,

sia per quanto riguarda le forme di

insegnamento

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5. Metacognizione e

metodo di studio

Sviluppare consapevolezza in ogni alunno

rispetto ai propri processi cognitivi è

obiettivo trasversale a ogni attività didattica.

L’insegnante agisce su quattro livelli di

azione metacognitiva, per sviluppare

strategie di autoregolazione e mediazione

cognitiva e emotiva, per strutturare un

metodo di studio personalizzato e efficace,

spesso carente negli alunni con difficoltà.

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6. Emozioni e variabili

psicologiche nell’apprendimento

Le emozioni giocano un ruolo fondamentale

nell’apprendimento e nella partecipazione. È

centrale sviluppare una positiva immagine di sé e

quindi buoni livelli di autostima e autoefficacia e un

positivo stile di attribuzione interno. La motivazione

ad apprendere è fortemente influenzata da questi

fattori, così come dalle emozioni relative

all’appartenenza al gruppo di pari e al gruppo

classe.

L’educazione al riconoscimento e alle gestione

delle proprie emozioni e della propria sfera affettiva

è indispensabile per sviluppare consapevolezza del

proprio sé.

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7. Valutazione, verifica e

feedback.

In una prospettiva inclusiva la valutazione

deve essere sempre formativa, finalizzata al

miglioramento dei processi di apprendimento

e insegnamento. È poi necessario

personalizzare le forme di verifica nella

formulazione delle richieste e nelle forme di

elaborazione da parte dell’alunno.

La valutazione deve sviluppare processi

metacognitivi nell’alunno e, pertanto, il

feedback deve essere continuo, formativo e

motivante e non punitivo o censorio.

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INCLUSIONE E

DIFFERENZIAZIONE…….nel RAVStrategie adottate dalla scuola per la promozione

dei processi di inclusione e il rispetto delle diversità,

adeguamento dei processi di insegnamento e di

apprendimento ai bisogni formativi di ciascun

allievo nel lavoro d’aula e nelle altre situazioni educative

A) inclusione – modalità di inclusione di tutti gli

alunni. Azioni di valorizzazione e gestione delle

differenze

B) recupero e potenziamento – modalità di

adeguamento dei processi di insegnamento ai

bisogni formativi di ciascun allievo

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Domande guida …nel RAV

Gli insegnanti curricolari e di sostegno utilizzano

metodologie che favoriscono una didattica inclusiva?

Questi interventi sono efficaci?

Quali insegnanti partecipano alla formulazione dei PEI –PDP?

Il raggiungimento degli obiettivi definiti nei PEI –PDP

viene monitorato con regolarità? I Piani sono aggiornati

con regolarità?

In che modo la scuola realizza attività di accoglienza

per gli studenti stranieri da poco in Italia? Quali interventi

riescono a favorirne l’inclusione?

La scuola realizza percorsi di alfabetizzazione/Italiano L2

per gli studenti stranieri? In che misura questi interventi

riescono a favorire il successo scolastico degli studenti

stranieri?

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Sono previste forme di monitoraggio e valutazione dei

risultati raggiunti dagli studenti con maggiori difficoltà?

Gli interventi che la scuola realizza per supportare gli

studenti con maggiori difficoltà sono efficaci?

In che modo la scuola favorisce il potenziamento

degli studenti con particolari attitudini disciplinari? Gli

interventi di potenziamento realizzati sono efficaci?

Nel lavoro d’aula quali interventi individualizzati in

funzione dei bisogni educativi degli studenti vengono

utilizzati? Quanto è diffuso l'utilizzo di questi interventi

nelle varie classi della scuola?

Si progettano moduli per il recupero delle

competenze?

Si progettano moduli per il potenziamento delle

competenze?

La scuola realizza attività su temi interculturali e/o sulla

valorizzazione delle diverse culture? Qual è la ricaduta

di questi interventi sulla qualità dei rapporti tra gli studenti?

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Le differenze alla base della didattica inclusiva

L’obiettivo delle didattica inclusiva è far raggiungere a tutti

gli alunni il massimo grado possibile di apprendimento e

partecipazione sociale, valorizzando le differenze presenti

nel gruppo classe.

Le differenze sono alla base dell’azione didattica inclusiva:

le differenze degli alunni,

quelle negli stili di insegnamento dei docenti

Come gli alunni non imparano tutti nello stesso modo, così

gli insegnanti non insegnano con lo stesso stile.

Nella prospettiva della didattica inclusiva, le differenze non

vengono solo accolte, ma anche stimolate, valorizzate,

utilizzate nelle attività quotidiane per lavorare insieme e

crescere come singoli e come gruppo.

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Individualizzazione vs

Personalizzazione

L'individualizzazione si riferisce all'insieme delle strategie didattiche che intendono garantire agli studenti il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento, con ritmi differenti, in tempi diversi, e modalità diverse rispetto agli stili cognitivi.

L'insegnante (o il computer) gestisce e sceglie la migliore soluzione per chi apprende.

La personalizzazione intende

valorizzare il potenziale

cognitivo di chi apprende,

l'intelligenza, la sensibilità e le

competenze (incluse quelle

emotive) che caratterizzano

ciascun individuo in quanto

persona, al fine di

raggiungere una forma di

eccellenza cognitiva,

sviluppando attitudini,

capacità e talenti.

I risultati e gli obiettivi di

apprendimento saranno

quindi diversi per ciascuno

studente, e non sarà possibile

stabilirli dall'inizio

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Attraverso l’individualizzazione

dell’apprendimento questo diventa

personalizzato, cioè proprio di ciascun

alunno

E’ importante trovare le modalità per

individualizzare l’apprendimento di

ciascuno… una volta trovate queste

diventano connotazioni sue proprie, non

universalmente traslabili

Anche se le strategie usate sono comuni a

più alunni le modalità di utilizzo sono proprie

di ciascuno

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Un’attenzione particolare

a…….

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chi sono gli alunni di origine

straniera Alunni con cittadinanza non italiana (entrambi i

genitori di nazionalità non italiana)

Minori non accompagnati(segnalazione all’autorità

pubblica per affido o adozione o rimpatrio art.32

D.lgvo n. 286/1998)

Alunni figli di coppie miste (bilinguismo positivo per

l’apprendimento)

Alunni con ambiente familiare non italofono

Alunni arrivati per adozione internazionale ( italiana

per norma ma con bisogni di alfabetizzazione)

Alunni rom, sinti e caminanti( nomadi)

Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione stranieri

Febbraio 2014

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Dispositivi normativi

Legge n.40 del 6.03.’98 → tutela il diritto all’accesso a

scuola(legge immigrazione)

•D. lgvo n.286 del 25.7.’98 →T.U immigrazione -coordina gli

interventi a favore dell’accoglienza

e dell’integrazione scolastica

•DPR 394 del 1999 art.45 → Regolamento di attuazione del TU

•Legge n.189 del 30 luglio 2002 →procedura di accoglienza

degli alunni stranieri

•Legge n. 53 del 2003 → Personalizzazione del processo di

insegnamento-apprendimento

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Dispositivi normativi

Documento ottobre 2007 →« Via Italiana per la scuola

intercuturale e l’integrazione

degli alunni stranieri»-

IL MODELLO ITALIANO

C.M. n 2 del 2010 → fissa il limite massimo del 30%

di studenti stranieri nelle classi

(possibilità di deroga dell’USR)

Documento febbraio 2014 → Linee guida per

l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri

C.M. n.8 del 2013 → Piano Annuale dell’Inclusione

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Le buone pratiche

ACCOGLIENZA

Stesura del

protocollo interno

per docenti e ATA

Supporto alle

famiglie per

l’iscrizione

Criteri inserimento

nelle classi

Tempi

d’inserimento

Utilizzo facilitatori

linguistici

Documentazione

ITALIANO L2

Individualizzazione percorsi

Peer to peer

Laboratori alfabetizzazione

Testi semplificati

Italiano L2 per la comunicazione

Italiano L2 per lo studio

Cooperative learning

Nuove tecnologie

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SCUOLA-FAMIGLIA

Mediazione linguisticoc-culturale

Modulistica in lingua (comunicazione

efficace) Progetti con le mamme

Rappresentanza negli organi collegiali

La valutazione

DPR122 del 2009

«Gli alunni stranieri minori, presenti sul territorio

nazionale, in quanto soggetti all’obbligo

d’istruzione sono valutati nelle forme e nei

modi previsti per i cittadini italiani»

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Alunni adottati

Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio

degli alunni adottati – dicembre 2014

Indicazioni da seguire durante i colloqui di ingresso

con le famiglie

Protocollo stranieri per favorire l’inserimento di

adozioni internazionali

Piano di zona in cui sono incluse figure nodali:

assistenti sociali, psicologi, rappresentanti del

Comune, Tribunale dei minori

Formazione di adulti competenti per l’accoglienza

dell’alunno adottato

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Aree critiche

Lingua del paese d’origine

Scolarizzazione nei paesi d’origine

Età presunta

Identità etnica

Difficoltà psico-emotive

Contesto del vissuto pre-adozione

Riservatezza

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Figli di genitori separati

Disposizioni in materia di separazione dei genitori

e affidamento condiviso dei figli – Indicazioni

Operative settembre 2015

Riconoscimento del diritto di bigenitorialità,

anche nelle famiglie di fatto

Acquisizione consenso di entrambi (IRC, Nulla-

Osta..)

Comunicazioni scolastiche ad entrambi

(valutazioni, password, autorizzazioni,….)

In caso di doppia residenza dell’alunno ….

In caso di genitore lontano….

In caso di affido esclusivo ….

In caso di misure restrittive ….

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Scuola a domicilio e scuola

in ospedale

Vademecum ad uso delle scuole di ogni

2003

Procedure amministrative - bando

documentazione)

Supporto informativo e gestionale

Supporto didattico

Utilizzo nuove tecnologie

Didattica in videoconferenza

Portfolio delle competenze individuali

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Rom, Sinti e camminanti

Aree critiche

Costanza nella frequenza

Problemi igienico-sanitari

Problemi di attenzione e concentrazione

Rispetto delle regole

Mancata gestione del materiale scolastico

Mancanza di attività extrascolastiche

Assenza di coinvolgimento delle famiglie

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La GOVERNANCE

per l'inclusione scolastica

GLH-GLI

GLO

GLIP

CTI

CTS

GLIR

d’Istituto

Provinciale

UST

Territoriale+ Distretto

Sanitario

Supporto

Regionale

USR

Interistituzionale

Regionale USR

Dalle LINEE-GUIDA sull’integrazione scolastica

al PAI

LA DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA

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Il ruolo del dirigente scolastico

Leadership educativa e cultura dell’integrazione

Programmazione

Flessibilità

Il progetto di vita

La costituzione di reti di scuole

La corresponsabilità educativa e formativa dei docenti

Il clima della classe

Le strategia didattiche e gli strumenti

L’apprendimento-insegnamento

La valutazioneIl docente assegnato alle attività di sostegnoIl personale ATA e l’assistenza di base

La collaborazione con le famiglie

Il Piano Annuale di Inclusione Il P.A.I. è un documento della scuola

autonoma

…non è un “documento” per chi ha bisogni

educativi speciali, ma è lo strumento per una

progettazione della propria offerta formativa

in senso inclusivo, per sviluppare una didattica

attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli

obiettivi comuni.

Il PAI rappresenta un concreto impegno

programmatico per l’inclusione, basato su una

attenta lettura del contesto scolastico in

relazione al possibile grado di inclusività, dalla

gestione delle classi, all’organizzazione dei

tempi e degli spazi dei ruoli alle relazioni tra

docenti, alunni e famiglie."

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3 livelli di comunicazione

La scuola ha l’onere di proporre il Piano

Annuale per l’Inclusività, relazionando su:

il processo di inclusività agito,

lo stato dell’arte in merito agli interventi

inclusivi attivati in itinere

una proiezione globale di miglioramento

che si intende realizzare attraverso tutte le

specifiche risorse che possiede

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il PAI è deliberato dal Collegio dei docenti

Il dirigente scolastico ha il compito di individuare le

figure strategiche che opereranno all’interno del GLI

(Gruppo di lavoro per inclusione), sia per la rilevazione

degli alunni con Bisogni Educativi Speciali sia per tutto

quanto possa rilevarsi utile ed inclusivo per la scuola

Il PAI non è un documento dissociato dal POF, anzi è

parte integrate di esso

il PAI non sostituisce le richieste di organico di

sostegno delle scuole, che dovranno avvenire

secondo le modalità definite da ciascun Ambito

Territoriale

La regia e il montaggio del PAI richiedono dunque

una attenta analisi poiché il documento attesta il

grado di inclusività esperito dalla scuola e la

progettualità pensata per l’anno scolastico a venire

Deve essere redatto entro il mese di giugno di ogni

anno

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Esempio di PAI39