Linea Evolutiva
da esclusione a inserimento
da inserimento a integrazione
da integrazione a inclusione
2
Dalla Costituzione….
Art. 3 «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di
condizioni personali e sociali».
«E’ compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione».
Art. 34 « La scuola è aperta a tutti ».
Art. 38 «Gli inabili e i minorati hanno diritto
all’educazione e all’avviamento professionale».
3
…alla 517/77
" La preliminare considerazione che la
Commissione ha ritenuto di fare è che...il
problema dei ragazzi handicappati ( oggi BES)
presuppone il convincimento che anche i
soggetti con difficoltà di sviluppo, di
apprendimento, di adattamento devono
essere considerati protagonisti della propria
crescita.
In essi esistono potenzialità conoscitive,
operative, relazionali spesso bloccate dagli
schemi della cultura corrente. Favorire lo
sviluppo di queste potenzialità è un impegno
peculiare della scuola...".
4
Dall’integrazione…
Se un bambino viene ammesso in una scuola che non procede a nessun cambiamento egli viene “assimilato”.
Se invece l'accoglimento di un bambino in una scuola comporta piccoli adattamenti, tanto da parte del bambino che da parte della scuola, allora si può parlare di “integrazione”…
L'integrazione è dunque un cambiamento e un adattamento reciproco, un processo aperto e correlato con il riconoscimento e l'assunzione delle identità e delle conoscenze “incorporate”».
Canevaro (1985)
… all’inclusione
Oltre al cambiamento culturale è necessario
anche un cambiamento fattuale
Riconoscere la diversità presente in
ciascuno dei soggetti
Valorizzare la diversità
Costruire legami che riconoscano la
specificità e la differenza di identità
6
Integrazione vs Inclusione
INTEGRAZIONE
Guarda al
singolo alunno
Interviene prima
sul soggetto, poi
sul contesto
Incrementa una
risposta
speciale
7
INCLUSIONE
Considera tutti gli alunni
Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto
Trasforma la risposta speciale in normalità
Perché l’inclusione?
…la scuola è luogo di formazione e crescita per
ciascuno…
…è una comunità educante
…è garanzia del successo scolastico, garanzia di
pari opportunità di accesso al sapere, finalizzato
allo sviluppo dell’identità personale e culturale…
…è massimo sviluppo possibile di apprendimento
per ciascuno
L’inclusione scolastica Presuppone una concezione
alta tanto dell’istruzione quanto della persona umana,
che trova nell’educazione il momento prioritario del
proprio sviluppo e della propria maturazione
8
7 punti dell’inclusione
«Erickson»
I compagni di classe come risorsa
L’adattamento come strategia inclusiva
Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi…
Processi cognitivi e stili di apprendimento
Metacognizione e metodo di studio
Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento
Valutazione, verifica e feedback
Le proposte operative per applicare in classe i 7 punti
chiave per una didattica inclusiva sono presentate nella
Guida Erickson BES a scuola
9
1. I compagni di classe
come risorsa
I compagni di classe sono la risorsa più preziosa
per attivare processi inclusivi. Fin dal primo
giorno è necessario incentivare e lavorare su
collaborazione, cooperazione e clima di classe.
In particolare sono da valorizzare le strategie di
lavoro collaborativo in coppia o in piccoli
gruppi.
L’apprendimento non è mai un processo
solitario, ma è profondamente influenzato dalle
relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari.
10
2. L’adattamento come
strategia inclusiva
Per valorizzare le differenze individuali è necessario
essere consapevoli e adattare i propri stili di
comunicazione, le forme di lezione e gli spazi di
apprendimento.
Inoltre, adattare significa variare i materiali rispetto
ai diversi livelli di abilità e ai diversi stili cognitivi
presenti in classe. L’adattamento più funzionale è
basato su materiali in grado di attivare molteplici
canali di elaborazione delle informazioni, dando
aiuti aggiuntivi e attività a difficoltà graduale.
L’adattamento di obiettivi e materiali è parte
integrante del PEI e del PDP.
11
3. Strategie logico-visive,
mappe, schemi e aiuti visivi
Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale
potenziare le strategie logico-visive, in
particolare grazie all’uso di mappe mentali e
mappe concettuali.
Per gli alunni con maggiori difficoltà sono di
grande aiuto tutte le forme di schematizzazione
e organizzazione anticipata della conoscenza e,
in particolare, i diagrammi, le linee del tempo, le
illustrazioni significative e le flash card delle
regole, così come la valorizzazione delle risorse
iconografiche, degli indici testuali e dell’analisi
delle fonti visive.
12
4. Processi cognitivi e stili di
apprendimento
Processi cognitivi e funzioni esecutive come
attenzione, memorizzazione, pianificazione e
problem solving consentono lo sviluppo di abilità
psicologiche, comportamentali e operative necessarie all’elaborazione delle informazioni e
alla costruzione dell’apprendimento.
Allo stesso tempo, una didattica realmente
inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi
presenti in classe e le diverse forme di
intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni,
sia per quanto riguarda le forme di
insegnamento
13
5. Metacognizione e
metodo di studio
Sviluppare consapevolezza in ogni alunno
rispetto ai propri processi cognitivi è
obiettivo trasversale a ogni attività didattica.
L’insegnante agisce su quattro livelli di
azione metacognitiva, per sviluppare
strategie di autoregolazione e mediazione
cognitiva e emotiva, per strutturare un
metodo di studio personalizzato e efficace,
spesso carente negli alunni con difficoltà.
14
6. Emozioni e variabili
psicologiche nell’apprendimento
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale
nell’apprendimento e nella partecipazione. È
centrale sviluppare una positiva immagine di sé e
quindi buoni livelli di autostima e autoefficacia e un
positivo stile di attribuzione interno. La motivazione
ad apprendere è fortemente influenzata da questi
fattori, così come dalle emozioni relative
all’appartenenza al gruppo di pari e al gruppo
classe.
L’educazione al riconoscimento e alle gestione
delle proprie emozioni e della propria sfera affettiva
è indispensabile per sviluppare consapevolezza del
proprio sé.
15
7. Valutazione, verifica e
feedback.
In una prospettiva inclusiva la valutazione
deve essere sempre formativa, finalizzata al
miglioramento dei processi di apprendimento
e insegnamento. È poi necessario
personalizzare le forme di verifica nella
formulazione delle richieste e nelle forme di
elaborazione da parte dell’alunno.
La valutazione deve sviluppare processi
metacognitivi nell’alunno e, pertanto, il
feedback deve essere continuo, formativo e
motivante e non punitivo o censorio.
16
INCLUSIONE E
DIFFERENZIAZIONE…….nel RAVStrategie adottate dalla scuola per la promozione
dei processi di inclusione e il rispetto delle diversità,
adeguamento dei processi di insegnamento e di
apprendimento ai bisogni formativi di ciascun
allievo nel lavoro d’aula e nelle altre situazioni educative
A) inclusione – modalità di inclusione di tutti gli
alunni. Azioni di valorizzazione e gestione delle
differenze
B) recupero e potenziamento – modalità di
adeguamento dei processi di insegnamento ai
bisogni formativi di ciascun allievo
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Domande guida …nel RAV
Gli insegnanti curricolari e di sostegno utilizzano
metodologie che favoriscono una didattica inclusiva?
Questi interventi sono efficaci?
Quali insegnanti partecipano alla formulazione dei PEI –PDP?
Il raggiungimento degli obiettivi definiti nei PEI –PDP
viene monitorato con regolarità? I Piani sono aggiornati
con regolarità?
In che modo la scuola realizza attività di accoglienza
per gli studenti stranieri da poco in Italia? Quali interventi
riescono a favorirne l’inclusione?
La scuola realizza percorsi di alfabetizzazione/Italiano L2
per gli studenti stranieri? In che misura questi interventi
riescono a favorire il successo scolastico degli studenti
stranieri?
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Sono previste forme di monitoraggio e valutazione dei
risultati raggiunti dagli studenti con maggiori difficoltà?
Gli interventi che la scuola realizza per supportare gli
studenti con maggiori difficoltà sono efficaci?
In che modo la scuola favorisce il potenziamento
degli studenti con particolari attitudini disciplinari? Gli
interventi di potenziamento realizzati sono efficaci?
Nel lavoro d’aula quali interventi individualizzati in
funzione dei bisogni educativi degli studenti vengono
utilizzati? Quanto è diffuso l'utilizzo di questi interventi
nelle varie classi della scuola?
Si progettano moduli per il recupero delle
competenze?
Si progettano moduli per il potenziamento delle
competenze?
La scuola realizza attività su temi interculturali e/o sulla
valorizzazione delle diverse culture? Qual è la ricaduta
di questi interventi sulla qualità dei rapporti tra gli studenti?
19
Le differenze alla base della didattica inclusiva
L’obiettivo delle didattica inclusiva è far raggiungere a tutti
gli alunni il massimo grado possibile di apprendimento e
partecipazione sociale, valorizzando le differenze presenti
nel gruppo classe.
Le differenze sono alla base dell’azione didattica inclusiva:
le differenze degli alunni,
quelle negli stili di insegnamento dei docenti
Come gli alunni non imparano tutti nello stesso modo, così
gli insegnanti non insegnano con lo stesso stile.
Nella prospettiva della didattica inclusiva, le differenze non
vengono solo accolte, ma anche stimolate, valorizzate,
utilizzate nelle attività quotidiane per lavorare insieme e
crescere come singoli e come gruppo.
20
Individualizzazione vs
Personalizzazione
L'individualizzazione si riferisce all'insieme delle strategie didattiche che intendono garantire agli studenti il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento, con ritmi differenti, in tempi diversi, e modalità diverse rispetto agli stili cognitivi.
L'insegnante (o il computer) gestisce e sceglie la migliore soluzione per chi apprende.
La personalizzazione intende
valorizzare il potenziale
cognitivo di chi apprende,
l'intelligenza, la sensibilità e le
competenze (incluse quelle
emotive) che caratterizzano
ciascun individuo in quanto
persona, al fine di
raggiungere una forma di
eccellenza cognitiva,
sviluppando attitudini,
capacità e talenti.
I risultati e gli obiettivi di
apprendimento saranno
quindi diversi per ciascuno
studente, e non sarà possibile
stabilirli dall'inizio
21
Attraverso l’individualizzazione
dell’apprendimento questo diventa
personalizzato, cioè proprio di ciascun
alunno
E’ importante trovare le modalità per
individualizzare l’apprendimento di
ciascuno… una volta trovate queste
diventano connotazioni sue proprie, non
universalmente traslabili
Anche se le strategie usate sono comuni a
più alunni le modalità di utilizzo sono proprie
di ciascuno
22
chi sono gli alunni di origine
straniera Alunni con cittadinanza non italiana (entrambi i
genitori di nazionalità non italiana)
Minori non accompagnati(segnalazione all’autorità
pubblica per affido o adozione o rimpatrio art.32
D.lgvo n. 286/1998)
Alunni figli di coppie miste (bilinguismo positivo per
l’apprendimento)
Alunni con ambiente familiare non italofono
Alunni arrivati per adozione internazionale ( italiana
per norma ma con bisogni di alfabetizzazione)
Alunni rom, sinti e caminanti( nomadi)
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione stranieri
Febbraio 2014
24
Dispositivi normativi
Legge n.40 del 6.03.’98 → tutela il diritto all’accesso a
scuola(legge immigrazione)
•D. lgvo n.286 del 25.7.’98 →T.U immigrazione -coordina gli
interventi a favore dell’accoglienza
e dell’integrazione scolastica
•DPR 394 del 1999 art.45 → Regolamento di attuazione del TU
•Legge n.189 del 30 luglio 2002 →procedura di accoglienza
degli alunni stranieri
•Legge n. 53 del 2003 → Personalizzazione del processo di
insegnamento-apprendimento
25
Dispositivi normativi
Documento ottobre 2007 →« Via Italiana per la scuola
intercuturale e l’integrazione
degli alunni stranieri»-
IL MODELLO ITALIANO
C.M. n 2 del 2010 → fissa il limite massimo del 30%
di studenti stranieri nelle classi
(possibilità di deroga dell’USR)
Documento febbraio 2014 → Linee guida per
l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri
C.M. n.8 del 2013 → Piano Annuale dell’Inclusione
26
Le buone pratiche
ACCOGLIENZA
Stesura del
protocollo interno
per docenti e ATA
Supporto alle
famiglie per
l’iscrizione
Criteri inserimento
nelle classi
Tempi
d’inserimento
Utilizzo facilitatori
linguistici
Documentazione
ITALIANO L2
Individualizzazione percorsi
Peer to peer
Laboratori alfabetizzazione
Testi semplificati
Italiano L2 per la comunicazione
Italiano L2 per lo studio
Cooperative learning
Nuove tecnologie
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SCUOLA-FAMIGLIA
Mediazione linguisticoc-culturale
Modulistica in lingua (comunicazione
efficace) Progetti con le mamme
Rappresentanza negli organi collegiali
La valutazione
DPR122 del 2009
«Gli alunni stranieri minori, presenti sul territorio
nazionale, in quanto soggetti all’obbligo
d’istruzione sono valutati nelle forme e nei
modi previsti per i cittadini italiani»
28
Alunni adottati
Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio
degli alunni adottati – dicembre 2014
Indicazioni da seguire durante i colloqui di ingresso
con le famiglie
Protocollo stranieri per favorire l’inserimento di
adozioni internazionali
Piano di zona in cui sono incluse figure nodali:
assistenti sociali, psicologi, rappresentanti del
Comune, Tribunale dei minori
Formazione di adulti competenti per l’accoglienza
dell’alunno adottato
29
Aree critiche
Lingua del paese d’origine
Scolarizzazione nei paesi d’origine
Età presunta
Identità etnica
Difficoltà psico-emotive
Contesto del vissuto pre-adozione
Riservatezza
30
Figli di genitori separati
Disposizioni in materia di separazione dei genitori
e affidamento condiviso dei figli – Indicazioni
Operative settembre 2015
Riconoscimento del diritto di bigenitorialità,
anche nelle famiglie di fatto
Acquisizione consenso di entrambi (IRC, Nulla-
Osta..)
Comunicazioni scolastiche ad entrambi
(valutazioni, password, autorizzazioni,….)
In caso di doppia residenza dell’alunno ….
In caso di genitore lontano….
In caso di affido esclusivo ….
In caso di misure restrittive ….
31
Scuola a domicilio e scuola
in ospedale
Vademecum ad uso delle scuole di ogni
2003
Procedure amministrative - bando
documentazione)
Supporto informativo e gestionale
Supporto didattico
Utilizzo nuove tecnologie
Didattica in videoconferenza
Portfolio delle competenze individuali
32
Rom, Sinti e camminanti
Aree critiche
Costanza nella frequenza
Problemi igienico-sanitari
Problemi di attenzione e concentrazione
Rispetto delle regole
Mancata gestione del materiale scolastico
Mancanza di attività extrascolastiche
Assenza di coinvolgimento delle famiglie
33
La GOVERNANCE
per l'inclusione scolastica
GLH-GLI
GLO
GLIP
CTI
CTS
GLIR
d’Istituto
Provinciale
UST
Territoriale+ Distretto
Sanitario
Supporto
Regionale
USR
Interistituzionale
Regionale USR
Dalle LINEE-GUIDA sull’integrazione scolastica
al PAI
LA DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA
35
Il ruolo del dirigente scolastico
Leadership educativa e cultura dell’integrazione
Programmazione
Flessibilità
Il progetto di vita
La costituzione di reti di scuole
La corresponsabilità educativa e formativa dei docenti
Il clima della classe
Le strategia didattiche e gli strumenti
L’apprendimento-insegnamento
La valutazioneIl docente assegnato alle attività di sostegnoIl personale ATA e l’assistenza di base
La collaborazione con le famiglie
Il Piano Annuale di Inclusione Il P.A.I. è un documento della scuola
autonoma
…non è un “documento” per chi ha bisogni
educativi speciali, ma è lo strumento per una
progettazione della propria offerta formativa
in senso inclusivo, per sviluppare una didattica
attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli
obiettivi comuni.
Il PAI rappresenta un concreto impegno
programmatico per l’inclusione, basato su una
attenta lettura del contesto scolastico in
relazione al possibile grado di inclusività, dalla
gestione delle classi, all’organizzazione dei
tempi e degli spazi dei ruoli alle relazioni tra
docenti, alunni e famiglie."
36
3 livelli di comunicazione
La scuola ha l’onere di proporre il Piano
Annuale per l’Inclusività, relazionando su:
il processo di inclusività agito,
lo stato dell’arte in merito agli interventi
inclusivi attivati in itinere
una proiezione globale di miglioramento
che si intende realizzare attraverso tutte le
specifiche risorse che possiede
37
il PAI è deliberato dal Collegio dei docenti
Il dirigente scolastico ha il compito di individuare le
figure strategiche che opereranno all’interno del GLI
(Gruppo di lavoro per inclusione), sia per la rilevazione
degli alunni con Bisogni Educativi Speciali sia per tutto
quanto possa rilevarsi utile ed inclusivo per la scuola
Il PAI non è un documento dissociato dal POF, anzi è
parte integrate di esso
il PAI non sostituisce le richieste di organico di
sostegno delle scuole, che dovranno avvenire
secondo le modalità definite da ciascun Ambito
Territoriale
La regia e il montaggio del PAI richiedono dunque
una attenta analisi poiché il documento attesta il
grado di inclusività esperito dalla scuola e la
progettualità pensata per l’anno scolastico a venire
Deve essere redatto entro il mese di giugno di ogni
anno
38
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