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OSSERVARE IL OSSERVARE IL COMPORTAMENTO COMPORTAMENTO Il metodo comportamentale ritiene che i nostri comportamenti li apprendiamo dalla relazione con le persone e l’ambiente attraverso: l’apprendimento basato sulle conseguenze: la valenza delle conseguenze determinerà la frequenza con cui lo stesso comportamento verrà emesso in futuro. Le gratificazioni sociali, per esempio, hanno una valenza enorme sul comportamento. L’apprendimento osservativo: il comportamento osservato nelle altre persone viene messo in atto e acquisito dal soggetto. Non tutti i modelli però hanno la stessa valenza. L’apprendimento basato sull’associazione tra stimoli neutri e stimoli incondizionati (condizionamento classico).

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OSSERVARE IL OSSERVARE IL COMPORTAMENTOCOMPORTAMENTO

Il metodo comportamentale ritiene che i nostri comportamenti li apprendiamo dalla relazione con le persone e l’ambienteattraverso:

• l’apprendimento basato sulle conseguenze: la valenza delle conseguenze determinerà la frequenza con cui lo stesso comportamento verrà emesso in futuro. Le gratificazioni sociali, per esempio, hanno una valenza enorme sul comportamento.

• L’apprendimento osservativo: il comportamento osservato nelle altre persone viene messo in atto e acquisito dal soggetto. Non tutti i modelli però hanno la stessa valenza.

• L’apprendimento basato sull’associazione tra stimoli neutri e stimoli incondizionati (condizionamento classico).

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Il bambino con DDAI ha difficoltà nell’autoregolazione delcomportamento e dell’emotività e ciò può causare difficoltàsociali del bambino con i coetanei tanto da renderlo isolato.

La risposta dell’ambiente può divenire una risorsa fondamentale nelladefinizione dell’intervento e quindi nella modulazione delle difficoltàsia primarie (regolare l’impulso, organizzare il propriocomportamento…) che secondarie (inadeguatezza sociale,comportamenti aggressivi).

L’osservazione diretta del comportamento del bambino in classerisulta essere uno strumento positivo per tre motivi:• si può osservare il comportamento in condizioni “naturali”;• si possono raccogliere indici oggettivi sull’emissione del

comportamento (intensità, frequenza, durata);• si possono cogliere tutti gli elementi in gioco di una situazione, per

una successiva analisi e riflessione.

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IL PROCESSO DI IL PROCESSO DI OSSERVAZIONE: 6 FASIOSSERVAZIONE: 6 FASI

Fase 1: osservazione non strutturata per lacreazione di un inventario dei comportamenti negativi

L’insegnante deve registrare tutti i comportamenti problematici che il soggetto in questione manifesta in un determinato arco di tempo (una settimana). Si riportano le descrizioni specifiche e contingenti dicomportamenti e non interpretazioni psicologiche del comportamento

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Fase 2: selezione e identificazione deicomportamenti problema oggetto dell’intervento.

Si sottolineano con uno stesso colore tutti i comportamenti che appartengono a classi dirisposta abituali del bambino per meglio identificare delle categorie di comportamenti.

Successivamente si utilizzeranno delle crocette per indicare il numero di episodi relativi ad ogni categoria.I comportamenti selezionati devono essere quelli facilmente identificabili da chiunque effettui l’osservazione.

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Fase 3: osservazione strutturata per l’analisi dei comportamenti problema.

Si identificano:• gli antecedenti e conseguenze per ogni comportamento;• frequenza e distribuzione di emissione dei comportamento

nell’arco della giornata.

È utile suddividere il comportamento negativo in:• tipo di comportamento problema;• antecedenti (ciò che accade immediatamente prima della messa

in atto del comportamento problematico);• risposta dell’ambiente (come reagisce l’ambiente circostante di

fronte al comportamento);• conseguenze (reazioni del bambino).

È utile capire anche in quale momento della giornata si presentanopiù frequentemente i comportamenti problematici.Tutte queste informazioni permettono all’insegnante di strutturare unintervento il più possibile mirato.

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Fase 4: riflessione sui dati raccolti.Serve per ottenere informazioni su:• i possibili fattori scatenanti;• i possibili fattori di rischio.

Per ogni comportamento problema si analizzano gli “antecedenti”, cioè gli eventi o le situazioni accaduti immediatamente prima dell’emissione del comportamento disturbante per verificare se ci possono essere delle condizioni ricorrenti.

È utile evidenziare con lo stesso colore questi eventi o condizioni. (es: prima che il bambino mettesse in atto i suoi comportamenti disturbanti l’insegnantestava tenendo una lezione frontale di continue spiegazioni).

Successivamente l’analisi degli antecedenti si passa a considerare le rispostedell’ambiente all’emissione del comportamento problema e quindi alleconseguenze che ne derivano.Per ogni comportamento si verifica se esistono risposte che si ripetono neltempo e verificare se le conseguenze che determinano sono di tipo positivo o negativo. In questo modo si evidenzia la funzionalità o meno di un tipo di risposta.Altro fattore da tenere in considerazione è il momento in cui il comportamentoproblema si verifica maggiormente.

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Fase 5: intervento.

Può essere elaborato per:• agire sulle condizioni che portano alla comparsa del

comportamento problema;• ridurre e/o eliminare le risposte dell’ambiente che

rinforzano l’emissione dei comportamenti problema.

Le modalità presentate fino ad ora possono essereriassunte nel modello ABC dove: A ---------------------- B ---------------------------- C Antecedente comportamento conseguenze

Per modificare B ossia il comportamento possiamo agire su Al’antecedente o su C le conseguenze.

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AGIRE SUGLI ANTECEDENTIAGIRE SUGLI ANTECEDENTIGli sforzi sono diretti verso ilcambiamento prima che il problema sipresenti.

Gli interventi sugli antecedenti riguardano tre ambiti:• la strutturazione della classe;• il bambino;• l’insegnante.

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La giusta strutturazione La giusta strutturazione della classe riguarda:della classe riguarda:

• la posizione dei banchi.• la posizione corretta sarebbe quella a file, il

bambino iperattivo dovrebbe occupare quella centrale e l’insegnante dovrebbe valutare attentamente chi siede accanto al bambino DDAI.

• utilizzo delle aree di lavoro;• modifiche nell’illuminazione;• sperimentazioni con la musica: sottofondo

musicale• uso di auricolari• stabilire le regole di classe;• fare rispettare le regole.

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APPROCCI SUL BAMBINOAPPROCCI SUL BAMBINOSi evidenziano delle strategie per modificare il comportamento del bambino di fronte a specifici problemi.

Esse si dividono in:• dialogo interno: il soggetto deve imparare a darsi delle

autoistruzioni, ovvero dire a se stesso cosa fare nelle diverse occasioni, sembra particolarmente utile nei bambini DDAI perché sviluppa la capacità di riflettere e di auto controllarsi. Serve al bambino per organizzarsi meglio, per ricordare le strategie di problem solving e per organizzare le loro difficoltà.

Le fasi di insegnamento del dialogo interno sono 4: 1 – l’alunno deve formulare ad alta voce la frase chiave; 2 – deve pronunciarla sottovoce; 3 – deve muovere le labbra; 4 – deve pensare la frase e “pronunciarla in selenzio”.

• Modellare le istruzioni: il bambino deve avere istruzioni semplici e chiare e il docente deve insegnarli a ripeterle e rivederle prima di iniziare il compito.

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• Modellare il problem solving: questa modalità è una simile alla precedente ma con un’attenzione rivolta al problem solving cioè la capacità di risolvere problemi. Ciò è particolarmente utile nei compiti di matematica e scrittura.

• Insegnare abilità organizzative: il sapersi organizzare porta il bambino o ragazzo con DDAI a vivere le situazioni con meno ansia.

• Insegnare l’automonitoraggio: il bambino deve verificare la presenza o l’assenza di un dato comportamento nel momento in cui viene trasmesso il segnale; a tal proposito può essere elaborata una tabella nella quale il bambino può applicare un contrassegno.

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APPROCCI APPROCCI SULL’INSEGNANTESULL’INSEGNANTE

Si tratta dei cambiamenti che l’insegnante può apportare per permettere al bambino con DDAI di adattarsi all’ambiente e alle situazioni.

Essi sono:• fornire un programma e degli orari regolari;• evitare un sovraccarico di informazioni;• stabilire le priorità;• gestire i materiali.

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IN CONCLUSIONEIN CONCLUSIONEGli interventi sugli antecedenti sono ditipo preventivo: l’insegnante potrà averemaggiori capacità di rendere meno

probabileil verificarsi di alcuni comportamenti problematici dell’alunno far sì che determinate reazioni indesiderabili si consolidino sempre più fino a divenire un grosso problema.

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INTERVENTI BASATI SULLE INTERVENTI BASATI SULLE CONSEGUENZE POSITIVECONSEGUENZE POSITIVE

Esse aumentano la frequenza, l’intensità e/ola durata di un dato comportamento equando sono immediate, frequenti, salienti emodificate in modo da evitare l’abitudine, glialunni con DDAI possono avere risultatiscolastici non molto diversi da quelli di altricompagni che non hanno questo tipo diproblema.

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I RINFORZII RINFORZILe conseguenze che vengono generate da un comportamentopossono essere di due tipi: premi o punizioni.

Premi:• assegnare una conseguenza positiva (un oggetto,

un’attività, una ricompensa sociale); = RINFORZO POSITIVO• rimuovere una conseguenza negativa (togliere il bambino

da una situazione per lui sgradita); = RINFORNZO NEGATIVO

Punizioni:• assegnare una conseguenza negativa, (rimproverarlo);• rimuovere una conseguenza positiva, (togliere un giocattolo

o un’opportunità di svolgere una bella attività)

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I rinforzi positivi e negativi hanno l’effetto di produrre un aumento di frequenza del comportamento che li precede.

Rinforzo negativo ≠ Punizione “premia” il comportamento indebolisce il comportamentoe lo rende più frequente introducendo qualcosa di attraverso l’eliminazione sgradevole.di qualcosa di sgradevole.

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IDENTIFICARE I RINFORZIIDENTIFICARE I RINFORZI

Per definire i rinforzi è possibile somministrare un apposito questionario nel quale vengono formulate domande sulle preferenze personali, esso può essere somministrato dalla 3° elementare alla 3° media per i bambini delle elementari è bene suddividere la somministrazione in due momenti diversi a distanza di qualche giorno.

Definire i rinforzi è importante per sviluppare un efficace piano di intervento.

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COME UTILIZZARE I RINFORZICOME UTILIZZARE I RINFORZI• Chiarendo esattamente al bambino quale sia l’azione che si

intende premiare, si rende ancor più agevole e diretto il processo di gratificazione;

• evitare le false gratificazioni (gratificare quando ha fatto disperare);

• è possibile rinforzare azioni corrette già presenti nel patrimonio comportamentale del bambino ma messe in atto poco frequentemente;

• il rinforzo viene utilizzato per insegnare comportamenti nuovi gratificando i traguardi parziali;

• il rinforzo ha maggiore valenza se l’azione da gratificare è una meta raggiungibile dal bambino;

• il rinforzo deve essere presentato subito dopo aver mostrato il comportamento corretto. È importante selezionare pochi comportamenti da 2 a 7/8.

• I rinforzi devono essere modificati nel tempo perché nel bambino si sviluppa un’assefuazione;

• È bene se il comportamento gratificato nel bambino DDAI venga gratificato anche negli altri alunni;

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INTERVENTI SULLE INTERVENTI SULLE CONSEGUENZE NEGATIVECONSEGUENZE NEGATIVE

Queste conseguenze fanno diminuire lafrequenza, l’intensità e/o la durata di un comportamento.

Esse dovrebbero essere applicate quando:• il comportamento inappropriato produce

un’immediata conseguenza positiva;• il comportamento inappropriato è

potenzialmente pericoloso per il bambino o per gli altri.

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Le più comuni conseguenze negative impiegate nelle classicon bambini DDAI sono:• l’ignorare pianificato: ignorare sistematicamente il

comportamento indesiderabile. Una volta rimossa l’attenzione, l’alunno intensificherà i comportamenti indesiderabili nel tentativo di riottenere ciò che ha perso. Essa non può essere applicata quando il comportamento dell’alunno è pericoloso e può compromettere la sua incolumità o quella degli altri; e quando il comportamento è talmente disturbante da rendere impossibile il proseguimento della lezione.

• il rimproverare: i rimproveri devono essere usati con cautela perché potrebbero rinforzare il comportamento problema (ottiene l’attenzione) invece di eliminarlo. Il rimprovero più adeguato sembra essere quello centrato sul comportamento: descrivere il comportamento indesiderabile, spiegare il perché questo comportamento è indesiderabile, suggerire un comportamento alternativo, indicare il vantaggio che deriva dall’uso del comportamento adeguato. Con questa modalità viene evitato qualsiasi commento svalutativo nei confronti del bambino.

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• le conseguenze logiche: è necessario inizialmente far osservare al bambino che ogni azione ha una sua conseguenza quindi portare il bambino a essere maggiormente responsabile delle sue azioni.

• il costo della risposta: per attuare questo intervento ogni mattina all’inizio della lezione devono essere dati al bambino dei punti premio, dei bollini o gettoni, elementi che il bambino dovrà cercare di mantenere nel corso della giornata pena la loro perdita se mette in atto quei comportamenti negativi concordati con l’insegnante. Al termine della giornata si fa il computo dei punti e a ciò conseguirà una ricompensa concordata anch’essa precedentemente con l’insegnante.

• la punizione: da applicare quando il comportamento è gravemente negativo, la punizione deve essere qualcosa di negativo o può consistere nel sottrarre qualcosa di piacevole e a lui gradito. Per essere il più efficace possibile dovrebbe essere in stretto legame con l’azione negativa. L’adulto che infligge la punizione non deve farlo in modo aggressivo. I caratteri della punizione devono essere:

– priva di aggressività;– psicologicamente neutra e non un attacco alla persona;– immediata;– proporzionale alla gravità dell’azione compiuta dal bambino e non al grado di

fastidio inflitto all’adulto;– facilmente applicabile quindi inevitabile per il bambino;– legata al comportamento inadeguato e con esso incompatibile

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QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE L’INSEGNANTE QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE L’INSEGNANTE DEVE APPLICARE CON BAMBINI CON DDAIDEVE APPLICARE CON BAMBINI CON DDAI

GLI ACCORGIMENTI DIDATTICI

• essere positivi: l’insegnante deve rivolgersi al bambino comunicando ciò che questi deve fare non quello che non deve fare;

• fornire indicazioni chiare: meglio fornire indicazioni singole e specifiche e se possibile farle ripetere al bambino DDAI;

• insegnare ad avere il proprio ritmo: permettergli di suddividere il compito in più parti e fare qualche pausa durante l’esecuzione;

• fornire segnali: utilizzare indicatori visivi o uditivi che riconducano l’attenzione del bambino all’attività che sta svolgendo;

• fornire una routine costante pur continuando a cambiare le cose;

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• strutturare le transizioni e preparare ai cambiamenti;

• consentire una possibilità di movimento; (riservare se possibile uno spazio in fondo all’aula dove l’alunno potrà muoversi)

• dare feedback positivi;

• favorire il successo valorizzando i comportamenti positivi e i compiti che il bambino svolge correttamente;

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• prevenire le difficoltà; un insegnante informato della situazione può agire adottando le strategie preventive quali:

a) riesaminare insieme agli alunni le regole;b) fornire informazioni sul programma della lezione;c) l’alunno non può uscire dalla classe o iniziare a muoversi

liberamente quando comincia ad adottare un comportamento non adeguato;

d) sistemare l’alunno nel posto meno distraente;e) affiancarlo a elementi positivi;f) mantenere il contatto visivo con lui;g)aiutarlo nell’organizzazione dei compiti e del proprio materiale;h)adattare le schede di lavoro in modo che contengano meno materiale su ogni pagina;i) suddividere il compito in più parti;l) assicurarsi che abbia preso nota dei compiti;m) usare sussidi tecnologici;n) permettere all’alunno di dimostrare le sue capacità anche ai

compagni.

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ADATTARE IL CURRICOLOADATTARE IL CURRICOLO

Quando si lavora con bambini DDAI tre sono gli elementi indispensabili:

• brevità;• varietà;• struttura.

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Lettura

• la parte da assegnare al bambino DDAI deve essere la minore;

• se ai bambini è richiesto di leggere in silenzio al proprio banco le parole difficili devono essere scritte alla lavagna;

• formare piccoli gruppi di lettura nei quali uno legge ad alta voce e gli altri tengono il segno;

• per la lettura indipendente sarebbe buona norma acconsentire al bambino con DDAI di leggere ciò che più lo interessa.

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Matematica

• Usare codici a colori per i simboli matematici;

• Fornigli degli schemi per risolvere i problemi quando lavora da solo;

• Insegnare strategie mnemoniche per imparare tabelline, regole e formule;

• Usare la calcolatrice per controllare il calcolo.

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Linguaggio scritto

• usare materiali che si possono manipolare quando si studiano le regole ortografiche e sintattiche (lettere magnetiche per le parole, cartoncini per le frasi);

• suddividere il compito in brevi parti e senza scansione temporale;

• per la lingua straniera si possono far scrivere i sostantivi, i verbi e aggettivi su cartoncini di colori diversi;

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Gli appunti• I bambini con DDAI hanno notevole

difficoltà a svolgere tale attività quindi è opportuno: fornire materiale aggiuntivo, permettere di copiare gli appunti di un compagno o utilizzare il registratore.

Utilizzo del computer

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LA GESTIONE DEI COMPITI A LA GESTIONE DEI COMPITI A CASACASA

Molto spesso accade che i bambini con DDAIabbiano difficoltà a scrivere correttamente icompiti a tal proposito è utile adottare delle strategie:

• utilizzare un quaderno specifico dove annotare i compiti, no diari;

• eventualmente nel caso in cui il bambino scriva male usare il registratore.

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RAPPORTO SCUOLA – RAPPORTO SCUOLA – FAMIGLIA FAMIGLIA

Spesso esiste una situazione di estrema tensione tra i genitori del bambino con DDAI e la scuola.

Successivamente i genitori vengono convocati per parlare del rendimento scolastico tale convocazione viene vissuta con esasperazione.

Il colloquio si svolge con scarsa disponibilità da parte di entrambe le parti.

Spesso nella mente dei genitori compare la convinzione che siano gli insegnanti inadeguati.

Gli insegnanti invece elaborano l’ipotesi di difficoltà familiari, una trascuratezza nell’accudire il bambino o l’assenza della funzione educativa daparte dei genitori.

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Da parte degli insegnanti dovrebbe esserci la volontà di capire qualisono gli scopi del comportamento scorretto del bambino.

Per migliorare la comunicazione gli insegnanti dovrebberocomunicare in modo neutro il comportamento tenuto dal bambino ascuola.

I vantaggi di chiedere alla famiglia di elargire le gratificazioni di casa sono molteplici:• ci sono maggiori occasioni, rispetto a quelle che si presentano nel

solo ambito scolastico, per informazioni di ritorno al bambino sull’adeguatezza del suo comportamento;

• il tipo e la quantità di gratificazioni sono molto più variabili;• le informazioni date ai genitori sul comportamento del bambino

sono più assidue e strutturate;• il ruolo dei genitori diventa più gratificante e meno punitivo, con

ricadute positive sulla variabile relazionale;• lasciare al genitore il compito di gratificare il bambino permette

all’insegnante di snellire la procedura applicata a scuola.

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COME PUO’ SOPRAVVIVERE COME PUO’ SOPRAVVIVERE L’INSEGNANTEL’INSEGNANTE

Una delle principali fonti di stress perun’insegnante è costituita dai problemi didisciplina che insorgono con alunni conproblemi comportamentali.

Statisticamente in una classe di 20 alunni 1 ha problemi di comportamento.

Alcune caratteristiche del docente (impulsività, poca organizzazione, si arrabbia facilmente, poco attento ai bisogni dei bambini) possono peggiorare la situazione.

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Applicare in maniera adeguata le strategie comportamentali.

Nell’affrontare le problematiche comportamentali è bene:

• gli sforzi devono essere diretti su uno al massimo due problemi alla volta;

• i compiti più grandi devono essere suddivisi in unità più piccole;

• organizzare i comportamenti problemi secondo le priorità.

È importante usare le interruzioni nel lavoro scolastico inmodo da inserire attività piacevoli e interrompere la routinequotidiana, bisogno che sente sia il bambino sia l’insegnante.

La pressione dell’insegnante nel raggiungere un dato obiettivonon deve essere eccessiva perché potrebbe far insorgereaspetti depressivi nell’alunno.

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Rilassamento e gestione dello stress

Non è necessario adottare tecniche complicate ma eseguire esercizisemplici quali:• respirazione rilassante (serve per calmarsi): inviare il respiro verso

l’addome senza sollevare il torace; respirare solo col naso; tenere la schiena dritta, ma non rigida; accertarsi che nessuna parte del corpo sia tesa. Inspirazione: 3-4 sec. Espirazione: 4-5 sec. Pausa 3-4 sec. Arrivare gradualmente a 5-6 respiri al minuti. Fare l’esercizio per 5 min, portandolo a 10 min.

• rilassamento mentale: sedersi in una posizione confortevole, chiudere gli occhi e immaginare un posto ideale, conosciuto o no, in cui potervi rilassare; immaginarsi di essere realmente in quel luogo; passare in rassegna le varie parti del corpo; portare l’attenzione all’addome cercando di percepire il proprio respiro; se compaiono altri pensieri riportare l’attenzione sul respiro; dopo 5-10 min. riaprire gli occhi e stirarsi.

Questi esercizi dovrebbero essere eseguiti quotidianamente primainiziare con la respirazione rilassante e dopo un paio di settimaneintegrare anche il rilassamento mentale, da un minimo di 5 minuti adarrivare a 15-20 min.Se si ritiene troppo tale tempo forse è meglio procedere subito poiché la vitacondotta sembra essere molto stressata.

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Quando il comportamento del bambinodiventa più intenso perché ad esempiol’insegnante sta adottando la tecnicadell’ignorare è bene focalizzare lapropria attenzione su qualcosa che nonsia il bambino (l’argomento della lezione, lacorrezione di compiti……). Si ricorda ancheche durante l’applicazione di questa tecnicadifficilmente il bambino porterà a termine il compito assegnatogli.

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Trattare con i genitori

L’insegnante può avere a che fare congenitori con lo stesso problema comportamentale, con genitori che negano, sminuiscono e ignorano il problema quindi poco collaborativi a tale proposito

Potrebbe essere utile delegare a qualcun altro ilcompito di seguire il bambino nei compiti per casa.

Sensibilizzare i genitori sulla possibilità di attivare un percorso psicologico da parte del bambino. Non sollecitare la prescrizione del farmaco al bambino.

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Come comunicare con l’alunno.La continua ricerca dell’attenzione da partedel bambino iperattivo lo porta ad essererinforzato anche da rimproveri.

Il modo di comunicare in generale siesprime in tre stili:• passivo (remissivo, accondiscendente);• aggressivo (ostile, collerico, manipolatorio);• assertivo (affermativo, deciso, empatico).

I primi due possono creare dei problemi nei rapporti interpersonali, il terzo stile è quello più efficace.

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Comunicazione passiva: è utilizzata dagenitori o insegnanti che hannodifficoltà a stabilire regole e arinforzarle, di solito il bambino con cuihanno a che fare è manipolatorio econtrollante. La tipica modalità dirivolgersi al lui è quella sotto forma didomanda : non credi sia giunto il momento di andare al tuo posto?

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Comunicazione aggressiva: gli insegnanti che utilizzano questamodalità sono eccessivamente severi,spesso privilegiano minacce, punizioni,commenti umilianti. L’attenuazione delcomportamento è solo per brevetempo, a lungo termine la rabbiainespressa potrebbe esplodere in modoviolento. Esempi: sei pigro ecapriccioso sembri un bambino di due anni.Spesso riduce l’autostima.

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Comunicazione assertiva: gli insegnanti in questo caso sonocoloro che esprimono le loro idee, le loro necessità e i loro desideri rispettando gli altri, fanno rispettare le regole erinforzano in modo adeguato i comportamenti. Esempi: quando finirai potrai giocare;gli insulti sono contro le regole, smettila o subirai le conseguenze.

Alcune regole per gestire in modo proficuo questa comunicazione sono:

• dire solo quello che si intende dire;• fare richieste in modo gentile, ma fermo;• guardare il bambino negli occhi prima di fargli una

richiesta;• far seguire alla richiesta un’immediata supervisione;• non rivolgere un ordine in modo interrogativo, ricordare al

bambino che l’ordine va eseguito.

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Per rivolgere una critica in modo assertivo è bene:

• rivolgersi direttamente all’interessato piuttosto che a un intermediario;

• trattare in privato anziché in pubblico;• evitare i confronti;• protestare verbalmente e non con la mimica;• evitare il sarcasmo e l’ironia;• affrontare un argomento alla volta;• evitare di usare espressioni quali sempre, mai …• essere concreti e precisi;• esprimersi in prima persona (io penso che…);• presentare l’aspetto positivo della critica;• suggerire una soluzione realistica e accettabile.

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Una tecnica assertiva quale “il disco incantato” può essere utilizzata quando il bambino adotta richieste ripetitive e fastidiose, l’insegnante deve semplicemente ripetere “so che è difficile, ma dovresti provare da solo a …”

Come un disco rotto. Ciò può provocare un aumento della richiesta del bambino. Se l’insegnante tiene duro il bambinosmetterà poiché si rende conto che il suo comportamento non porta a nulla.

Questa tecnica ottiene buoni risultati anche nei frangenti di offesa o minaccia nei confronti dell’insegnante.

Una comunicazione chiara, concisa e convincente quale quella assertiva spesso porta ad un dissolversi dei problemi che risultavano essere i più problematici.

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Riassumiamo• accettare il fatto che l’alunno iperattivo presenta

caratteristiche di natura costituzionale;• conoscere le caratteristiche dell’iperattività e dei

metodi di intervento renderà le cose più facili;• rimanere calmi nelle situazioni di crisi;• si mantenga una routine;• rendere chiara la comunicazione;• essere consapevoli degli elementi che scatenano

la crisi;• essere positivi• utilizzare tecniche psicoeducative

comportamentali;• formare gruppi di supporto

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FAMIGLIA-SCUOLA-SERVIZIFAMIGLIA-SCUOLA-SERVIZIÈ fondamentale una collaborazione.

Sarebbe opportuno adottare un prassi operativa:• stabilire delle modalità attraverso le quali la scuola invita i

genitori a richiedere una consulenza psicologico-clinica;• un percorso da effettuare nella definizione diagnostica delle

problematiche evidenziate dal bambino, può essere utile avvalersi della collaborazione della scuola e famiglia;

• comunicare ai genitori l’esito della valutazione con indicazione della prognosi e dello sviluppo;

• definire le modalità di intervento;• fornire una consulenza agli insegnanti per definire le

modalità migliori di intervento e azione con ogni bambino.