Corso di diritto e legislazione sociale - HOEPLI.it · Corso di diritto e legislazione sociale...

34
Corso di diritto e legislazione sociale EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO MANUELA TOSI LUCIA CAVAZZA

Transcript of Corso di diritto e legislazione sociale - HOEPLI.it · Corso di diritto e legislazione sociale...

Corso di diritto e legislazione sociale

EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO

MANUELA TOSI LUCIA CAVAZZA

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina I

Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2009via Hoepli 5, 20121 Milano (Italy)tel. +39 02 864871 – fax +39 02 8052886e-mail [email protected]

www.hoepli.it

Tutti i diritti sono riservati a norma di leggee a norma delle convenzioni internazionali

ISBN 978-88-203-4254-8

Ristampa:

4 3 2 1 0 2009 2010 2011 2012 2013

Copertina realizzata da MN&CG S.r.l., Milano

Realizzazione editoriale di Thèsis Contents S.r.l., Firenze-Milano

Stampato da Arti Grafiche Franco Battaia S.r.l., Zibido S. Giacomo (Milano)

Printed in Italy

UN TESTO PIÙ RICCO E SEMPRE AGGIORNATOAlla pagina web www.hoeplieditore.it/4254-8 sono disponibili:

● materiali didattici integrativi;● eventuali aggiornamenti del testo;● un estratto esemplificativo del volume in formato PDF che può essere consultato, scaricato

e stampato.

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina II

PRESENTAZIONE

Il testo affronta i temi fondamentali del diritto, con particolare riguardo ai temi dello Stato sociale,

compresi il diritto allo studio e la legislazione scolastica, con l’obiettivo di fornire un’adeguata pre-

parazione all’esame di Stato.

Il metodo di trattazione degli argomenti mira infatti a stimolare le capacità logiche e rielaborative

degli studenti effettuando frequenti collegamenti interdisciplinari e affrontando tematiche di attua-

lità, facendo uso di un linguaggio lineare ma correttamente tecnico.

Il testo è articolato in sette moduli ognuno dei quali suddiviso in unità didattiche. Al termine di ogni

unità didattica gli argomenti trattati sono efficacemente riepilogati in una sintesi seguita da esercizi

di tipo semistrutturato e quesiti a risposta univoca, secondo le modalità previste per il superamen-

to della terza prova dell’esame di Stato.

Al termine di ogni modulo sono poi proposti un esercizio di completamento di testo e tematiche giu-

ridiche, economiche o sociali per l’avvio alla composizione.

Esaminando più in dettaglio i contenuti, nei primi moduli, dopo aver ripreso gli elementi essenzia-

li del diritto, sono affrontate tematiche civilistiche, relative al diritto di famiglia e al diritto del lavo-

ro: nell’ambito del diritto di famiglia vengono discussi gli istituti della separazione, del divorzio e

dell’adozione, la filiazione e la ricerca della paternità, mentre nell’ambito del diritto del lavoro sono

affrontate, oltre alle normative generali, le più recenti forme di contratto. Sono inoltre ampiamente

trattati elementi di diritto pubblico, costituzionale e amministrativo, relativi all’organizzazione dello

Stato, alle libertà fondamentali dei cittadini e all’Amministrazione centrale e territoriale. Uno speci-

fico modulo, poi, tratta espressamente, e in modo approfondito, la legislazione sociale anche illu-

strando la rete dei servizi offerti dallo Stato sociale e dagli Enti del terzo settore. Un ultimo modulo

tratta infine le varie riforme effettuate nell’ambito della legislazione scolastica con un excursus, anche

storico, che spazia dalle origini della scuola pubblica italiana fino alle problematiche attuali.

Il testo è corredato da un glossario che esplicita il contenuto dei termini più tecnici fornendo un vali-

do supporto al lettore. I termini di glossario sono posizionati nel colonnino laterale della pagina stes-

sa a cui si riferiscono o nella pagina adiacente. Si è inoltre ritenuto utile ripetere tutte le voci del glos-

sario a conclusione del volume per favorirne la consultazione.

Nell’ambito della trattazione sono riportati ed evidenziati gli articoli delle norme citate e della

Costituzione, che è interamente allegata in fondo al volume.

Per il docente è infine disponibile una guida contenente, oltre alle soluzioni degli esercizi proposti

nel testo, prove di verifica di vario tipo, suddivise per moduli, e letture utili come spunto per l’ela-

borazione di brevi saggi.

Desideriamo ringraziare, per la valida collaborazione prestata alla stesura del testo, Maurizio Silvi

e Alice Concari.

MANUELA TOSI LUCIA CAVAZZA

H_Diritto_Romane.qxd 23-02-2009 11:56 Pagina III

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina IV

I N D I C E

11.. IILL DDIIRRIITTTTOO OOGGGGEETTTTIIVVOO EE LLEE FFOONNTTII NNOORRMMAATTIIVVEE ............................................................................................................................. 2

1.1 Le fonti primarie del diritto ............................................................................................................................................................................... 4

La Costituzione e le leggi costituzionali .......................................................................................................................................... 5

Le leggi formali .......................................................................................................................................................................................................................... 5

I decreti del Governo ......................................................................................................................................................................................................... 7

Le leggi regionali ..................................................................................................................................................................................................................... 7

I regolamenti e le direttive ..................................................................................................................................................................................... 7

11..22 Le fonti secondarie del diritto ....................................................................................................................................................................... 8

22.. LLEE PPOOSSIIZZIIOONNII GGIIUURRIIDDIICCHHEE SSOOGGGGEETTTTIIVVEE ......................................................................................................................................................... 9

2.1 Posizioni giuridiche soggettive attive ................................................................................................................................................ 9

Il diritto soggettivo .................................................................................................................................................................................................................. 9

L’interesse legittimo ............................................................................................................................................................................................................ 10

La potestà .............................................................................................................................................................................................................................................. 11

2.2 Posizioni giuridiche soggettive passive .......................................................................................................................................... 11

L’obbligo .................................................................................................................................................................................................................................................... 11

L’obbligazione .................................................................................................................................................................................................................................. 11

L’onere ......................................................................................................................................................................................................................................................... 12

La soggezione ................................................................................................................................................................................................................................. 12

Il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea 6 l Giustiniano e il Corpus iuris civilis 10

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 13

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 15

11.. LLAA CCAAPPAACCIITTÀÀ GGIIUURRIIDDIICCAA .............................................................................................................................................................................................................. 18

22.. LLAA CCAAPPAACCIITTÀÀ DDII AAGGIIRREE .................................................................................................................................................................................................................... 22

33.. LL’’AAMMMMIINNIISSTTRRAATTOORREE DDII SSOOSSTTEEGGNNOO .......................................................................................................................................................................... 24

AIDO: in silenzio insieme per la vita 20 l La cittadinanza e i diritti dello straniero 22 l FrancoBasaglia e la legge 180/78 24 l Gratuito patrocinio 25

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 26

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 27

UD1 Diritto oggettivo e diritti soggettivi

MODULO 1 Le norme giuridiche e i soggetti del diritto

UD2 La persona fisica

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina V

11.. LLEE AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNII PPRRIIVVAATTEE EE GGLLII EENNTTII PPUUBBBBLLIICCII ........................................................................................................................... 30

22.. AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNII NNOO PPRROOFFIITT EE SSOOCCIIEETTÀÀ FFOORR PPRROOFFIITT ..................................................................................................................... 34

2.1 Società di persone ................................................................................................................................................................................................................. 36

2.2 Società di capitale .................................................................................................................................................................................................................. 36

La storia della persona giuridica 30 l Lavoro da matti 32 l Le multinazionali nell’economia glo-bale 34

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 38

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 39

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 11 .................................................................................................................................................................................................................. 42

11.. LLEE OORRIIGGIINNII SSTTOORRIICCHHEE EE LL’’EEVVOOLLUUZZIIOONNEE DDEEII DDIIRRIITTTTII DDEELLLLAA DDOONNNNAA ........................................................... 46

22.. IILL MMAATTRRIIMMOONNIIOO ............................................................................................................................................................................................................................................ 50

33.. LLAA SSEEPPAARRAAZZIIOONNEE EE IILL DDIIVVOORRZZIIOO ................................................................................................................................................................................... 53

3.1 La separazione ............................................................................................................................................................................................................................. 53

Separazione consensuale .......................................................................................................................................................................................... 54

Separazione giudiziale ..................................................................................................................................................................................................... 54

3.2 Il divorzio ............................................................................................................................................................................................................................................... 55

La famiglia nella Roma repubblicana 46 l La famiglia nel periodo della prima rivoluzione indu-striale in Inghilterra 48 l La famiglia e le leggi razziali 50 l Patti Lateranensi 52 l Padri in affitto 54

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 57

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 58

11.. FFIILLIIAAZZIIOONNEE LLEEGGIITTTTIIMMAA EE NNAATTUURRAALLEE .................................................................................................................................................................... 61

22.. LL’’AADDOOZZIIOONNEE EE LL’’AAFFFFIIDDAAMMEENNTTOO ..................................................................................................................................................................................... 64

2.1 Adozione ordinaria .............................................................................................................................................................................................................. 64

Valutazione di idoneità dei genitori adottivi ................................................................................................................................ 64

Dichiarazione di adottabilità .................................................................................................................................................................................. 65

Affidamento preadottivo ................................................................................................................................................................................................ 65

Dichiarazione di adozione .......................................................................................................................................................................................... 65

2.2 Adozione internazionale ............................................................................................................................................................................................. 66

INDICEVI

UD3 La persona giuridica

UD1 I rapporti tra coniugi

MODULO 2 La famiglia

UD2 La filiazione

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina VI

2.3 Adozione di persone maggiorenni ............................................................................................................................................................ 66

2.4 Adozione in casi particolari .................................................................................................................................................................................. 67

2.5 L’affidamento .................................................................................................................................................................................................................................. 67

Lo Spedale degl˙Innocenti 61 l I cuccioli cresciuti 62 l I rischi dell’adozione internazionale 66

l Il caso di Serena: le ragioni del cuore 68

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 69

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 70

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 22 .................................................................................................................................................................................................................. 73

11.. BBRREEVVEE IINNDDAAGGIINNEE SSTTOORRIICCOO--EECCOONNOOMMIICCAA DDEELL DDIIRRIITTTTOO DDEELL LLAAVVOORROO DDAALLLLEE OORRIIGGIINNII AA OOGGGGII ...................................................................................................................................................................................................................... 76

22.. II PPRRIINNCCIIPPII CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNAALLII IINN MMAATTEERRIIAA DDII LLAAVVOORROO EE LLEE PPRRIINNCCIIPPAALLIILLEEGGGGII OORRDDIINNAARRIIEE .................................................................................................................................................................................................................................... 81

33.. IILL CCOONNTTRRAATTTTOO DDII LLAAVVOORROO SSUUBBOORRDDIINNAATTOO EE LLAA CCOONNTTRRAATTTTAAZZIIOONNEE CCOOLLLLEETTTTIIVVAA ............... 84

3.1 Il contratto di lavoro subordinato .............................................................................................................................................................. 84

I principali diritti del lavoratore ....................................................................................................................................................................... 85

I principali obblighi che riguardano il lavoratore .............................................................................................................. 87

Diritti e obblighi che riguardano il datore di lavoro ...................................................................................................... 87

3.2 Il contratto collettivo di lavoro ........................................................................................................................................................................ 88

44.. LLEE VVIICCEENNDDEE DDEELL CCOONNTTRRAATTTTOO:: IINNIIZZIIOO EE CCEESSSSAAZZIIOONNEE

DDEELL RRAAPPPPOORRTTOO DDII LLAAVVOORROO .................................................................................................................................................................................................... 89

4.1 L’assunzione ..................................................................................................................................................................................................................................... 89

4.2 La cessazione del rapporto di lavoro .................................................................................................................................................. 91

55.. IILL RRAAPPPPOORRTTOO DDII LLAAVVOORROO DDEEII DDIIPPEENNDDEENNTTII

DDEELLLLEE AAMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNII PPUUBBBBLLIICCHHEE ............................................................................................................................................................ 93

Il boom economico 78 l Il lavoro nella Costituzione 80 l Il sindacalismo europeo 82 l La sicu-

rezza del lavoro 86 l La mobilità 92 l Le privatizzazioni: fenomeno complesso 94

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 95

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 97

11.. NNUUOOVVEE FFIIGGUURREE CCOONNTTRRAATTTTUUAALLII EE MMEERRCCAATTOO DDEELL LLAAVVOORROO .......................................................................................... 100

22.. IILL LLAAVVOORROO DDEELLLLEE DDOONNNNEE ...................................................................................................................................................................................................... 103

INDICE VII

UD1 Il rapporto di lavoro subordinato e il lavoro autonomo

MODULO 3 Il diritto del lavoro

UD2 Le nuove figure contrattuali, il lavoro femminile e minorile

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina VII

33.. IILL LLAAVVOORROO DDEEII MMIINNOORRII .................................................................................................................................................................................................................... 106

3.1 Il diritto internazionale e la tutela del lavoro dei minori ............................................................................... 108

Strategia Europea per l’Occupazione (SEO) 100 l Le donne in Europa come soggetti politici atti-vi 104 l Giovanni Verga, Rosso Malpelo 106 l Lavori mortali per piccole mani 108

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 111

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 112

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 33 .................................................................................................................................................................................................................. 115

11.. IILL CCOONNCCEETTTTOO DDII SSTTAATTOO EE LLAA SSUUAA OORRIIGGIINNEE NNEELLLLAA SSTTOORRIIAA .......................................................................................... 118

22.. FFOORRMMEE DDII SSTTAATTOO ........................................................................................................................................................................................................................................ 121

2.1 Lo Stato assoluto ................................................................................................................................................................................................................... 121

2.2 Lo Stato liberale ........................................................................................................................................................................................................................ 122

2.3 Lo Stato socialista .................................................................................................................................................................................................................. 126

2.4 Lo Stato sociale ........................................................................................................................................................................................................................... 127

2.5 Lo Stato totalitario ................................................................................................................................................................................................................ 129

33.. SSTTAATTOO UUNNIITTAARRIIOO,, SSTTAATTOO FFEEDDEERRAALLEE EE SSTTAATTOO RREEGGIIOONNAALLEE .......................................................................................... 130

44.. FFOORRMMEE DDII GGOOVVEERRNNOO ......................................................................................................................................................................................................................... 131

4.1 La forma di governo parlamentare ........................................................................................................................................................ 132

4.2 La forma di governo presidenziale o semipresidenziale ................................................................................ 132

4.3 La forma di governo direttoriale ................................................................................................................................................................. 132

Magna carta libertatum 121 l La teoria dello Stato 122 l L’esprit de lois 123 l Dichiarazione deidiritti dell’uomo e del cittadino (1789) 124 l Kolchoz e Sovchoz 126 l La crisi del ’29 127 l Radioe regimi politici 128

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 133

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 135

11.. PPRRIINNCCIIPPII GGEENNEERRAALLII SSUU CCUUII SSII BBAASSAA LLAA CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNEE ................................................................................................... 138

22.. LLEE LLIIBBEERRTTÀÀ .......................................................................................................................................................................................................................................................... 140

2.1 Le libertà relative ai rapporti civili ......................................................................................................................................................... 140

INDICEVIII

UD1 Forme di Stato e forme di Governo

MODULO 4 Lo Stato e gli organi costituzionali

UD2 Le libertà nella Costituzione

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina VIII

2.2 Le libertà relative ai rapporti etico-sociali .............................................................................................................................. 144

2.3 Le libertà relative ai rapporti economici ...................................................................................................................................... 146

2.4 Le libertà relative ai rapporti politici ................................................................................................................................................. 148

Il processo di Norimberga 138 l Il diritto di cronaca 142 l Repubblica o Monarchia 148

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 151

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 152

11.. LLEE OORRIIGGIINNII SSTTOORRIICCHHEE DDEELLLLOO SSTTAATTOO IITTAALLIIAANNOO DDAALLLLOO SSTTAATTUUTTOO AALLBBEERRTTIINNOO

AALLLLAA CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNEE RREEPPUUBBBBLLIICCAANNAA ................................................................................................................................................................ 155

1.1 La Costituzione repubblicana ............................................................................................................................................................................ 158

22.. IILL CCOORRPPOO EELLEETTTTOORRAALLEE ................................................................................................................................................................................................................ 160

2.1 Democrazia diretta e rappresentativa .............................................................................................................................................. 161

2.2 Il diritto di voto ............................................................................................................................................................................................................................ 163

2.3 I sistemi elettorali ................................................................................................................................................................................................................. 165

33.. IILL PPAARRLLAAMMEENNTTOO ......................................................................................................................................................................................................................................... 167

3.1 Le funzioni del Parlamento .................................................................................................................................................................................. 169

Funzione di indirizzo e di controllo sul Governo e sulla Pubblica Amministrazione ........... 171

Funzione elettiva ........................................................................................................................................................................................................................ 172

3.2 Lo status di parlamentare ...................................................................................................................................................................................... 172

44.. IILL PPRREESSIIDDEENNTTEE DDEELLLLAA RREEPPUUBBBBLLIICCAA ................................................................................................................................................................... 174

4.1 Le funzioni del Presidente della Repubblica ........................................................................................................................ 176

55.. IILL GGOOVVEERRNNOO ........................................................................................................................................................................................................................................................ 178

5.1 Struttura del Governo ..................................................................................................................................................................................................... 179

5.2 La crisi di Governo .............................................................................................................................................................................................................. 181

5.3 Le funzioni del Governo ............................................................................................................................................................................................... 182

Funzioni di indirizzo politico .................................................................................................................................................................................. 183

Funzioni amministrative ............................................................................................................................................................................................... 183

Funzioni normative .................................................................................................................................................................................................................. 184

5.4 La responsabilità dei Ministri ........................................................................................................................................................................... 184

66.. LLAA MMAAGGIISSTTRRAATTUURRAA ................................................................................................................................................................................................................................ 185

6.1 La struttura dell’ordinamento giudiziario .................................................................................................................................. 187

6.2 I diritti dei cittadini connessi all’attività giurisdizionale .................................................................................. 189

6.3 Il Consiglio Superiore della Magistratura .................................................................................................................................. 191

77.. LLAA CCOORRTTEE CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNAALLEE ................................................................................................................................................................................................. 193

7.1 Le funzioni della Corte Costituzionale ............................................................................................................................................. 195

Legittimità costituzionale ........................................................................................................................................................................................... 195

Conflitti di attribuzione ................................................................................................................................................................................................... 196

INDICE IX

UD3 Gli organi dello Stato

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina IX

Accuse al Presidente della Repubblica .............................................................................................................................................. 197

Ammissibilità di referendum ................................................................................................................................................................................ 197

Le leggi razziali del 1938 156 l Le suffragette 157 l Il referendum abrogativo sul divorzio 160 lQualche considerazione sui referendum 162 l Il Ministero dell’Interno e le elezioni 164 l Il bica-meralismo inglese 166 l I palazzi del potere: Palazzo di Montecitorio 168 l I palazzi del potere:Palazzo Madama 170 l I pianisti e i franchi tiratori 172 l I Presidenti della Repubblica dal 1946ai giorni nostri 174 l Rita Levi Montalcini 176 l I palazzi del potere: Palazzo del Quirinale 178 lI palazzi del potere: Palazzo Chigi 181 l Il Governo federale degli Stati Uniti 182 l La storia diSacco e Vanzetti 190 l La funzione della pena 192 l Il Palazzo dei Marescialli, sede del ConsiglioSuperiore della Magistratura 194 l I palazzi del potere: Palazzo della Consulta 195 l Una sen-tenza sulla questione di legittimità costituzionale 196

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 198

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 200

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 44 .................................................................................................................................................................................................................. 203

11.. LLAA FFUUNNZZIIOONNEE EESSEECCUUTTIIVVAA ........................................................................................................................................................................................................... 206

22.. II PPRRIINNCCIIPPII CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNAALLII DDEELLLLAA PPUUBBBBLLIICCAA AAMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNEE .......................................................... 207

2.1 Autonomia e decentramento .............................................................................................................................................................................. 207

2.2 Il pluralismo delle istituzioni .............................................................................................................................................................................. 208

33.. II RRAAPPPPOORRTTII CCOONN LLEE IISSTTIITTUUZZIIOONNII IINNTTEERRNNAAZZIIOONNAALLII .................................................................................................................... 210

44.. LLEE TTIIPPOOLLOOGGIIEE DDEEII SSOOGGGGEETTTTII DDEELLLLAA PPUUBBBBLLIICCAA AAMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNEE EE LLEE DDIIVVEERRSSEE AATTTTIIVVIITTÀÀ AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVEE ................................................................................................................................................... 212

Lo Stato unitario, regionale, federale 208 l La Commissione europea 210 l Una decisionedell’Autorità garante della privacy 212 l Corte dei Conti 216

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 217

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 219

11.. LL’’AAMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNEE DDEELLLLOO SSTTAATTOO:: FFUUNNZZIIOONNEE AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVAA CCEENNTTRRAALLEE ..................... 222

22.. LL’’AAMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNEE DDEELLLLOO SSTTAATTOO:: FFUUNNZZIIOONNEE AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVAA PPEERRIIFFEERRIICCAA ................. 223

33.. LL’’AAMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNEE DDEEGGLLII EENNTTII LLOOCCAALLII:: RRAAPPPPOORRTTII FFRRAA PPOOTTEERREE CCEENNTTRRAALLEE EE TTEERRRRIITTOORRIIAALLEE ......................................................................................................................................................................................................................................... 225

INDICEX

UD1 Caratteri generali della Pubblica Amministrazione

MODULO 5 La funzione esecutiva e la Pubblica Amministrazione

UD2 L’amministrazione dello Stato e degli enti territoriali

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina X

44.. IILL PPOOTTEERREE LLEEGGIISSLLAATTIIVVOO DDEELLLLEE RREEGGIIOONNII EE DDEELLLLEE PPRROOVVIINNCCEE AAUUTTOONNOOMMEE ................................... 228

55.. IILL PPOOTTEERREE EESSEECCUUTTIIVVOO DDEEGGLLII EENNTTII LLOOCCAALLII .............................................................................................................................................. 231

66.. GGLLII EENNTTII TTEERRRRIITTOORRIIAALLII:: LLEE RREEGGIIOONNII,, LLEE PPRROOVVIINNCCEE EE II CCOOMMUUNNII ....................................................................... 232

6.1 Le Regioni ............................................................................................................................................................................................................................................. 232

6.2 Le Province ......................................................................................................................................................................................................................................... 234

6.3 I Comuni ................................................................................................................................................................................................................................................... 236

Il Governo elettronico 223 l I prefetti nella nostra storia 224 l La sessione comunitaria 228 l

Preambolo dello Statuto regionale piemontese 232 l L’istituzione del Comune 234

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 237

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 241

11.. GGLLII AATTTTII AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVII EE II PPRRIINNCCIIPPII CCHHEE LLII RREEGGOOLLAANNOO.. IILL PPRROOCCEEDDIIMMEENNTTOO AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVOO ................................................................................................................................................................. 244

22.. CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE EE TTIIPPOOLLOOGGIIEE DDEEGGLLII AATTTTII AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVII .............................................................................. 246

2.1 I provvedimenti ........................................................................................................................................................................................................................... 247

33.. LL’’IINNVVAALLIIDDIITTÀÀ DDEEGGLLII AATTTTII AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVII ................................................................................................................................................ 250

3.1 L’eliminazione delle cause di invalidità .......................................................................................................................................... 251

44.. II RRIICCOORRSSII IINN VVIIAA AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVAA EE GGIIUURRIISSDDIIZZIIOONNAALLEE ..................................................................................................... 252

Concessioni balneari: arriva la stangata 246 l Sequestro dei beni dell’associazioni di stampomafioso 248 l Il Difensore Civico 252 l Il Mediatore europeo 254

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 256

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 258

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 55 .................................................................................................................................................................................................................. 261

11.. OORRIIGGIINNII SSTTOORRIICCHHEE .................................................................................................................................................................................................................................. 264

22.. II SSEETTTTOORRII DDII IINNTTEERRVVEENNTTOO DDEELLLLOO SSTTAATTOO SSOOCCIIAALLEE ..................................................................................................................... 267

2.1 Settore socio-educativo ............................................................................................................................................................................................... 268

2.2 Settore sanitario ..................................................................................................................................................................................................................... 268

L’organizzazione del servizio ................................................................................................................................................................................... 271

2.3 Settore previdenziale ....................................................................................................................................................................................................... 274

Le pensioni di anzianità e vecchiaia ......................................................................................................................................................... 276

INDICE XI

UD3 L’attività della Pubblica Amministrazione

UD1 Lo Stato sociale

MODULO 6 La legislazione sociale

H_Diritto_Romane.qxd 23-02-2009 11:57 Pagina XI

La tutela della disoccupazione ......................................................................................................................................................................... 277

La tutela per l’invalidità e l’inabilità da rischio professionale .................................................................... 277

L’invalidità civile .......................................................................................................................................................................................................................... 278

2.4 Settore socio-assistenziale ................................................................................................................................................................................. 278

54 giorni lunghi un secolo: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro 266 l Breve storia del dirittoalla salute 268 l Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea 270 l 118 - Emergenza sani-taria 272 l La fabbrica dei veleni di Felice Casson 274

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 280

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 281

11.. GGLLII EENNTTII DDEELL PPRRIIVVAATTOO SSOOCCIIAALLEE .................................................................................................................................................................................... 284

Le associazioni .............................................................................................................................................................................................................................. 285

Le fondazioni .................................................................................................................................................................................................................................... 285

I comitati .................................................................................................................................................................................................................................................. 286

Il volontariato ................................................................................................................................................................................................................................... 287

Le cooperative sociali ....................................................................................................................................................................................................... 288

22.. LLAA RREETTEE DDEEII SSEERRVVIIZZII OOFFFFEERRTTII AALLLL’’IINNFFAANNZZIIAA,, AAII DDIIVVEERRSSAAMMEENNTTEE AABBIILLII,, AAGGLLII AANNZZIIAANNII EE AALLLLEE MMAARRGGIINNAALLIITTÀÀ SSOOCCIIAALLII ....................................................................................................................................... 290

2.1 Servizi offerti all’infanzia ......................................................................................................................................................................................... 290

2.2 Servizi rivolti ai diversamente abili ....................................................................................................................................................... 292

2.3 Servizi rivolti agli anziani ......................................................................................................................................................................................... 295

2.4 Servizi rivolti alle marginalità sociali ................................................................................................................................................ 298

Amnesty International 287 l Emergency 288 l A Beautiful Mind 292 l Marginalità sociale e poli-tiche residenziali 296 l Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione 298

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 301

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 303

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 66 .................................................................................................................................................................................................................. 306

11.. OORRIIGGIINNII EE SSVVIILLUUPPPPOO DDEELLLLAA SSCCUUOOLLAA PPUUBBBBLLIICCAA ............................................................................................................................. 310

22.. II PPRRIINNCCIIPPII CCOOSSTTIITTUUZZIIOONNAALLII:: IILL DDIIRRIITTTTOO AALLLLOO SSTTUUDDIIOO EE LLAA LLIIBBEERRTTÀÀ DD’’IINNSSEEGGNNAAMMEENNTTOO ............................................................................................................................................................................... 314

UD1 Il diritto allo studio in Italia

MODULO 7 La legislazione scolastica

UD2 Il privato sociale e la rete dei servizi

INDICEXII

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina XII

2.1 L’attuazione dei principi costituzionali e le leggi del periodo repubblicano ................ 316

Metodi educativi nell’antichità 310 l La Scuola fascista 311 l Una scuola di massa e di qualitàè possibile 316 l L’integrazione degli alunni stranieri 318 l La dispersione scolastica 320

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 323

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 326

11.. IILL SSIISSTTEEMMAA SSCCOOLLAASSTTIICCOO EE II CCIICCLLII SSCCOOLLAASSTTIICCII .................................................................................................................................. 329

22.. SSCCUUOOLLAA PPRRIIMMAARRIIAA,, SSEECCOONNDDAARRIIAA EE UUNNIIVVEERRSSIITTÀÀ ........................................................................................................................... 332

33.. GGLLII OORRGGAANNII CCOOLLLLEEGGIIAALLII EE LLEE LLOORROO FFUUNNZZIIOONNII:: IILL PPOOFF ...................................................................................................... 335

3.1 Composizione degli organi collegiali della scuola ..................................................................................................... 336

Il Consiglio di intersezione ....................................................................................................................................................................................... 336

Il Consiglio di interclasse ........................................................................................................................................................................................... 336

Il Consiglio di classe ........................................................................................................................................................................................................... 336

Il Consiglio di circolo .......................................................................................................................................................................................................... 336

Il Consiglio di istituto ......................................................................................................................................................................................................... 337

La Giunta esecutiva ............................................................................................................................................................................................................... 338

Il Collegio dei docenti ........................................................................................................................................................................................................ 338

3.2 Funzioni degli organi collegiali ...................................................................................................................................................................... 338

3.3 Il POF ............................................................................................................................................................................................................................................................. 339

Organizzazione del Ministero dell’Istruzione 329 l Associazione “Maestri di strada” ONLUS 330l Il progetto Erasmus 334 l L’Università di Bologna 336

RRIIAASSSSUUMMEENNDDOO ............................................................................................................................................................................................................................................................... 341

EESSEERRCCIIZZII .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 343

EESSEERRCCIIZZII DDII FFIINNEE MMOODDUULLOO 77 .................................................................................................................................................................................................................. 346

Glossario.................................................................................................................................................................................................................................................................................. 348

La Costituzione della Repubblica Italiana......................................................................................................................................................... 353

INDICE XIII

UD2 Il sistema scolastico

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina XIII

H_Diritto_Romane.qxd 13-02-2009 16:01 Pagina XIV

7

MODULO 7La legislazione scolastica

La legislazione sociale

UD1 Il diritto allo studio in Italia

UD2 Il sistema scolastico

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 309

UD1 Il diritto allo studio in Italia

PREREQUISITI

Conoscere la Costituzione italiana, i diritti e i

doveri contenuti nella Parte prima.

Conoscere i concetti di diritto, obbligo,

obbligazione.

Conoscere la storia costituzionale italiana.

OBIETTIVI

Comprendere le nozioni di diritto all’istruzione e

di libertà di insegnamento.

Saper distinguere i vari settori della normativa

scolastica in funzione della realizzazione

del contenuto costituzionale.

Conoscere le più recenti evoluzioni

dell’organizzazione scolastica.

1. ORIGINI E SVILUPPO DELLA SCUOLA PUBBLICA Il concetto di istruzione come diritto del popolo, e non privilegio della parte piùricca della società, si afferma nel Settecento con il pensiero illuminista: sisostiene che le ingiustizie sociali e i privilegi potranno essere eliminati solo conla ragione e perciò con l’istruzione alla portata di tutta la popolazione.

Contemporaneamente, il fenomeno della rivoluzione industriale fa emergerel’esigenza della formazione di figure professionali in grado di partecipare alla pro-duzione nelle industrie, esigenza conseguente alla nascita di attività lavorative che

Il mondo primitivo educava i giovani proponendoloro di imitare le attività necessarie alla sopravvi-venza, le abilità della caccia, della pesca, di comeconservare gli alimenti e come difendersi dai peri-coli del mondo esterno; il patrimonio culturale delgruppo era tramandato oralmente attraverso sto-rie, canti e balli che si stratificarono e costituirono,di generazione in generazione, un insieme di ele-menti comuni di identità culturale del gruppo.

Prima con la parola, poi con la scrittura, si è pro-ceduto alla raccolta dei caratteri culturali specificidi ogni collettività, permettendo la nascita del con-cetto di istruzione e di scuola.

Nell’antica Grecia l’educazione privilegiava laformazione fisica del giovane rispetto a quella spiri-tuale, pur attribuendo importanza fondamentaleallo studio dell’arte, della letteratura e della musi-

ca. I modelli di riferimento erano diversi: a Sparta, ibambini a partire dai sette anni erano affidati a pre-cettori e perciò allontanati dalle famiglie, indirizzatiall’arte della guerra, alla lettura e alla scrittura, conmetodi assai severi, mentre ad Atene la vita dei fan-ciulli era più gradevole e allo studio delle lettere edelle arti erano affiancati periodi di gioco.

Nel mondo romano l’insegnamento era moltoimportante e riguardava soprattutto la consapevo-lezza della cittadinanza romana, le virtù del buoncittadino, l’educazione fisica e l’arte di parlare inpubblico, l’oratoria. Gli insegnanti erano in genereassai severi come ci testimonia il poeta Orazio, nelricordo del suo precettore Orbilio, che colpiva spes-so, anche con punizioni corporali, il poeta che vole-va giocare e non imparare a memoria i versidell’Odissea.

Metodi educativi nell’antichità

Illuminismo:movimentoculturale sorto nelSettecento volto avalorizzare la “lucedella ragione”umana sulle“tenebre”dell’ignoranza e ariformare la scienzae le istituzioni.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 310

necessitano di competenze teoriche sempre più evolute; tali competenze possonoessere fornite solo da un sistema di istruzione generale rivolto alle grandi masse.

È quindi nel corso dell’Ottocento, nel modello dello Stato liberale (vediModulo 4, UD1) che si afferma il principio per cui lo Stato stesso deve garantirel’istruzione, anche se, di fatto, l’istruzione rimaneva un privilegio della borghesiapiù abbiente.

Il sistema scolastico italiano nacque con l’Unità dello Stato e l’estensione alterritorio nazionale della legge Casati (emanata nel 1859 nel Regno di Sardegna),dal nome del Ministro Gabrio Casati, che, per la prima volta, propose di disci-plinare l’organizzazione scolastica e rendere obbligatoria e gratuita l’istruzioneelementare.

Esigenza fondamentale presente al momento della nascita dello Stato unitarioera la ricerca della soluzione al problema dell’analfabetismo che riguardava il78% della popolazione e che era una causa di estrema arretratezza anche per l’e-conomia. Il modello scolastico era quindi finalizzato a preparare lavoratori chesapessero leggere e scrivere, fare di conto, educati all’obbedienza; pur con cosìridotto obiettivi tale legge non ebbe risultati soddisfacenti e, dopo dieci anni dallasua introduzione, l’analfabetismo non era debellato; l’effettiva realizzazione delprincipio di obbligatorietà era limitato, per cui l’accesso alla scuola era di fattoridotto ai primi due anni di scuola elementare, poiché non erano state previstesanzioni adeguate in caso di mancato rispetto della legge; la miseria delle fami-glie identificava nei figli il loro valore solo come forza-lavoro.

Bisogna sottolineare come anche i fondi destinati all’organizzazione del sistemascolastico fossero scarsi e come la gestione delle scuole, essendo affidata aiComuni, non fosse quindi omogenea sul territorio. La cultura restava quindi patri-monio della classe dominante, che era economicamente in grado di affrontare icosti dell’istruzione, spesso affidata a precettori privati o a scuole religiose e desti-nata comunque solo agli uomini.

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 311

La Scuola fascista è il luogo nel quale i giovani natinel nuovo clima del Littorio sono chiamati a unirealla intensa esperienza giornalmente vissuta l’inse-gnamento delle nostre grandi tradizioni; a com-prendere, cioè, sempre più profondamente, leragioni della loro stessa vita di uomini e cittadini.Perciò appunto la Scuola non deve, né può, soltantocontare sull’insegnamento che i giovani possonotrarre dai libri e dalla voce dei docenti, ma anche,come altrove ebbi occasione di dire, su quello, nonmeno importante ed efficace, che scaturisce dallaorganizzazione disciplinata e coerente di tutte lefunzioni scolastiche, dall’osservanza consapevoledei piccoli doveri, dallo stile, insomma, severo e viri-le cui gli atti e le persone della nuova Scuola italia-na devono informarsi. Al personale insegnante, inispecie, io sento il bisogno di raccomandare ancora,

e con la più viva insistenza […] la cura più assiduanell’adeguarsi compiutamente, sia nel modo di trat-tare gli alunni, sia nel modo di parlare, di gestire, dimuoversi in mezzo a loro, allo stile che ho accenna-to […] maestri siano dunque in tutto, col vivo esem-pio di se stessi, che il nuovo senso di forza e didignità che ci anima non può non compenetrarsinell’azione; né può, senza smentirsi, frapporre frasé e la vita quel senso di riserva e di pigro distacco,che caratterizza l’uomo borghese […].

Rientra nel nuovo spirito e nel nuovo stile – cheha significato tutt’altro che formale – la cura nelmodo di presentarsi e di salutare degli alunni, siaindividualmente che collettivamente.

Tratto da G. Bottai, “Stile nella scuola” in La carta della scuola, Milano 1939

La Scuola fascista

rivoluzioneindustriale:trasformazionetecnica edeconomica dellaproduzione nelperiodo in cui sisviluppa il sistemacapitalistico, anchecon riferimento aicambiamentisocialiconseguenti; sisviluppò in Europanel periodo fra ilXVIII e il XIX secolo.

analfabetismo:incapacità dileggere e scriverecon riferimento alfenomeno socialeconseguente.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 311

La legislazione scolastica successiva, la legge Coppino, del 1877, e la leggeOrlando, del 1904, non portarono grandi miglioramenti al livello dell’istruzio-ne, poiché il loro contenuto era poco organico e sostanzialmente privo dellenecessarie risorse economiche, che furono indicate solo nella legge Daneo-Credaro del 1911; con tale normativa si attribuiva definitivamente allo Stato,all’epoca dei governi della sinistra storica, il settore dell’istruzione e l’organiz-zazione delle scuole pubbliche; fino a quel momento i Comuni, specie quellipiccoli e quelli delle numerose zone più povere, non avevano affrontato il pro-blema né con la necessaria competenza né con risorse adeguate.

L’avvento del fascismo determinò un radicale cambiamento nella volontà digoverno, poiché era necessario, alla nascente dittatura, prevedere un sistemascolastico centralizzato, autoritario, e che garantisse il perpetuarsi di una clas-se dirigente consenziente con il regime.

La legge Gentile, del 1923, e il successivo Testo Unico, del 1928, ancora invigore nelle parti non abrogate, furono la realizzazione del pensiero fascista, chesi fondava sulla concezione aristocratica della cultura e dell’educazione in cuisolo i figli di famiglie ricche potevano proseguire gli studi nel liceo classico,unico percorso per l’accesso a tutti i corsi dell’università, mentre il nuovo liceoscientifico permetteva la frequenza delle sole facoltà scientifiche.

Per i figli delle famiglie operaie e contadine si prevedeva l’obbligo scolasticodell’istruzione elementare, cinque anni, a cui poteva seguire la frequenza allascuola professionale (in pratica un avviamento al lavoro) per altri tre anni e quin-

MODULO 7 La legislazione scolastica312

sinistra storica:

insieme diparlamentari epartiti contendenze liberal-progressisteformatosi nelParlamentounitario italiano.Ottenne il Governonel 1876 avviandoriforme diintervento sociale.

GIOVANNI GENTILEnasce nel 1875da Giovanni, farmacista, e TeresaCurti, figlia di un notaio. Vive lasua infanzia a Campobello di Ma-zara e frequenta il liceo Ximenesa Trapani. Nel 1895 vince il con-corso per la Scuola NormaleSuperiore di Pisa, dove si iscrivealla facoltà di Lettere e Filosofia.Ha come maestri AlessandroD’Ancona (professore di letteratu-ra, legato al metodo storico e alpositivismo, di idee liberali), Ame-deo Crivellucci (professore di sto-ria) e Donato Jaia (professore difilosofia, hegeliano, seguace diSpaventa), che influirono moltosul suo pensiero filosofico daadulto.

Subito dopo la laurea, nel1897, Gentile ottiene una cattedradi Filosofia presso il liceo MarioPagano a Campobasso. Nel 1901sposa Erminia Nudi, conosciuta aCampobasso e dal matrimonio

nascono sei figli. Durante gli studia Pisa incontra Benedetto Crocecon cui intratterrà dal 1896 al1923 un carteggio continuo dovedapprima furono trattati argo-menti di storia e di letteratura, poidi filosofia. Uniti dall’idealismo(su cui avevano comunque ideediverse) combattono insieme laloro battaglia intellettuale controil positivismo e le degenerazionidell’università italiana.

Fondano nel 1903 la rivista Lacritica, per contribuire al rinnova-mento della cultura italiana: Crocesi occupa di letteratura e di storia,Gentile, invece, si dedica alla storiadella filosofia. In quegli anniGentile non ha ancora sviluppato ilproprio sistema filosofico. L’attua-lismo avrà configurazione siste-matica solo alle soglie della primaguerra mondiale. All’inizio dellaprima guerra mondiale, tra i dubbidella non belligeranza, Gentile si

schiera a favore della guerra, vistacome conclusione del Risorgi-mento italiano. Nel 1920 fonda ilGiornale critico della filosofia ita-liana. Fino al 1922, Gentile nonmostra alcun interesse nei con-fronti del fascismo ma, all’insedia-mento del regime fascista, vienenominato Ministro della PubblicaIstruzione (dal 1922 fino al 1924,per dimissioni volontarie). Comeministro attua nel 1923 una impor-tantissima riforma scolastica.

Dopo l’assassinio di Matteotti,date le dimissioni da ministro,Gentile viene chiamato a presie-dere la Commissione dei Quindici(poi divenuta dei Diciotto), per lariforma dello Statuto Albertino,ma la Commissione non produrràrisultati significativi.

Nel 1923 Gentile si iscrive alpartito fascista con l’intento difornire un programma ideologicoe culturale. Nel 1925 pubblica il

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 312

di l’accesso al lavoro, realizzando in realtà non un obiettivo culturale ma soloun’educazione al lavoro.

La scuola fascista svolgeva attività di propaganda del regime, l’insegnamen-to era diretto alla educazione del giovane fascista, centrato sull’amor di patria,la forza e il mito della guerra, e pertanto non era ammessa alcuna libertà di giu-dizio né la presenza di insegnanti contrari al regime, che furono subito allonta-nati dal lavoro e perseguiti.

I punti più importanti della riforma Gentile erano i seguenti:

l obbligo scolastico fino a quattordici anni con la previsione di un corso ele-mentare di 5 anni e quindi 3 anni di scuola di avviamento al lavoro per glistudenti che non intendevano procedere negli studi;

l massima importanza assegnata all’area disciplinare umanistica, nell’ottica diun rafforzamento della “italianità” della cultura;

l previsione degli esami di Stato a completamento del percorso scolastico inogni ordine e grado;

l previsione delle classi differenziali per gli alunni disabili;

l insegnamento obbligatorio della religione cattolica, in previsione della sotto-scrizione dei Patti Lateranensi che avvenne nel 1929;

l previsione degli istituti magistrali per la preparazione dei maestri elementari;

l istituzione del liceo femminile.

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 313

propaganda diregime: azioneintesa aconquistare ilfavore e l’adesionedella popolazionecon ogni mezzoidoneo a influiresulla psicologiacollettiva e sulcomportamentodelle masse.

classi differenziali:particolari corsi diistruzioneelementare emedia per alunnidisabili ecaratteriali che nonsi adattavano aimetodi e alladisciplinadell’insegnamentocomune.

Manifesto degli intellettuali fasci-sti, in cui vede il fascismo comeun possibile motore della rigene-razione morale e religiosa degliitaliani e tenta di collegarlo diret-tamente al Risorgimento. Questomanifesto sancisce l’allontana-mento definitivo da BenedettoCroce, che gli risponde con uncontromanifesto.

Per le numerose cariche cul-turali e politiche assunte, esercitadurante tutto il ventennio fascistaun forte influsso sulla cultura ita-liana. Non mancano comunque idissensi col regime. In particolareil suo pensiero subisce un durocolpo nel 1929, alla firma dei PattiLateranensi tra Chiesa cattolica eStato Italiano: sebbene Gentilericonosca il cattolicesimo comeforma storica della spiritualitàitaliana, non può accettare unoStato non laico. Questo eventosegna una svolta nel suo impegno

politico militante. Inoltre Gentilenon appoggerà mai le leggi raz-ziali del 1938, come si evince daun carteggio con BenvenutoDonati, durato per tutto il periodotra il 1920 e il 1943. Nel 1934 ilSant’Uffizio mette all’indice leopere di Gentile e di Croce. Nel1936 comincia una lunga polemi-ca contro il ministro dell’Educa-zione Nazionale Cesare Maria DeVecchi.

Gli ultimi interventi politicisono rappresentati da due confe-renze nel 1943. Nella prima,tenuta il 9 febbraio a Firenze, daltitolo La mia religione, dichiara diessere cristiano e cattolico, seb-bene creda nello Stato laico.Nella seconda, tenuta il 24 giugnoal Campidoglio a Roma, dal titoloDiscorso agli italiani, esorta all’u-nità nazionale, in un momentodifficile della guerra che porteràalla fondazione della RSI (Re-

pubblica Sociale Italiana). Dopoquesti interventi si ritira a Troghi(FI), dove scrive la sua ultimaopera, uscita postuma, Genesi estruttura della società.

Nell’autunno del 1943, su invi-to di Benito Mussolini, Gentileaderisce alla Repubblica di Salò,auspicando tuttavia il ripristinodell’unità nazionale, e diventapresidente dell’Accademia d’Italia,con l’obbiettivo di riformare l’Ac-cademia dei Lincei, e direttoredella Nuova Antologia, con il pro-posito di accogliere “collaboratorinon fascisti”.

Considerato, da alcune com-ponenti politiche della resistenza,come uno dei principali respon-sabili del regime fascista, vieneassassinato il 15 aprile 1944 sullasoglia della sua casa di Firenze, alSalviatino, da un gruppo partigia-no fiorentino aderente ai GAP(Gruppi di Azione Patriottica).

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 313

È interessante sottolineare che la riforma ebbe il suo completamento e la suaorganicità per il regime con il Testo Unico del 1928, quando Gentile aveva ras-segnato le dimissioni da Ministro dell’Istruzione.

Il quadro complessivo che risulta dai punti suddetti, rende l’idea dell’affer-marsi di una scuola per pochi, di regime, selettiva e destinata a creare una clas-se dirigente di soli uomini, inquadrata negli ideali del fascismo, cui si aggiungel’aspetto della religione cattolica, religione di Stato.

2. I PRINCIPI COSTITUZIONALI: IL DIRITTO ALLO

STUDIO E LA LIBERTA’ D’INSEGNAMENTOLa nascita della Repubblica e l’approvazione della Costituzione italianaaprono un nuovo capitolo sul ruolo dell’istruzione, ora intesa come premessanecessaria al raggiungimento della libertà e dell’uguaglianza nelle opportunitàdi concreta realizzazione della persona, affermati all’articolo 3 dellaCostituzione, mentre alla scuola viene attribuita una funzione essenziale dipassaggio fra il primo nucleo della formazione della personalità, la famiglia, ela società ove si determinano le interazioni con gli altri individui della comu-nità sociale, secondo la concezione “personalista” della pedagogia di ispirazio-ne cattolica.

L’istruzione e la scuola sono regolati nella Parte prima della Costituzione, neiRapporti etico-sociali, agli articoli 33 e 34, e si collegano agli altri principi costi-tuzionali relativi all’uguaglianza e alla libertà di manifestazione del pensiero;pertanto il ruolo attribuito all’istruzione non è più, come nel periodo liberale,strumento di successo e potere sociale, ma funzione di educazione e crescita spi-rituale.

Il diritto all’istruzione è inserito nei diritti sociali, poiché lo Stato deve inter-venire per garantire le pari opportunità e superare le disuguaglianze; la scuola èquindi una istituzione sociale fondamentale.

L’articolo 34 garantisce il diritto all’istruzione a tutti, stabilisce l’obbligato-rietà e la gratuità del servizio scolastico, mentre l’attuazione di tale principio èstabilita dal secondo comma che prevede che i capaci e meritevoli, anche seprivi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Lo Statodeve garantire, con borse di studio o assegni alle famiglie, la realizzazione con-creta di tale principio.

La scuola di tutti, come risulta anche dal serrato dibattito in senoall’Assemblea Costituente, è il denominatore comune dell’istruzione repubblica-na, che intende la scuola come luogo di affrancamento personale e culturale incui esprimere i propri bisogni e le proprie potenzialità e in cui lo Stato garanti-sce la libera formazione dei cittadini.

All’epoca l’obbligo scolastico era fino a 14 anni, coerente con i bisogni cultu-rali del tempo, oggi senz’altro superati, mentre il concetto di universalità dell’i-struzione, per cui la scuola è aperta a tutti, la rende espressione attuale dellavolontà della Repubblica a difesa della libertà dei cittadini e della loro coscien-za politico-sociale.

MODULO 7 La legislazione scolastica314

religione di Stato:religione ufficialeche comportal’attribuzione dellaqualifica di “Statoconfessionale”.

istituzione sociale:organizzazione dipersone e risorsevolta a tutelareinteressi rilevantidella società.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 314

L’articolo 33 afferma i principi cardine della scuola democratica e in par-ticolare la garanzia della libertà d’insegnamento e di istruzione; la libertà diinsegnamento si ricollega a quella di manifestare liberamente il proprio pen-siero, riconosciuta a tutti, per cui si garantisce il diritto dei docenti a profes-sare liberamente qualunque teoria filosofica e scientifica e a svolgere i propricompiti didattici senza vincoli politici, religiosi o ideologici, nel rispetto delleopinioni di tutti, e in particolare degli allievi.

L’articolo 33 della Costituzione enuncia: l’arte e la scienza sono libere elibero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta norme generali sull’istruzio-ne e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Il docente è libero di svolgere le funzioni didattiche senza condizionamenti,fatti salvi i contenuti di indirizzo delle varie discipline disposti a livello naziona-le dai programmi ministeriali.

Per quanto riguarda l’insegnamento della religione cattolica, occorre ricorda-re che gli insegnanti di religione, in base al Concordato fra l’Italia e la Chiesa cat-tolica, devono ottenere l’idoneità allo svolgimento delle loro funzioni dall’auto-rità ecclesiastica, mentre la scelta dei programmi e i libri di testo devono essereconcordate con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

La libertà di istruzione riguarda la possibilità di scelta, nella libera gestio-ne dell’istruzione, fra scuole pubbliche e private, con l’unico vincolo che glienti privati hanno il diritto di istituire scuole senza oneri per lo Stato, poiché laRepubblica affida alla scuola pubblica il ruolo di garante del diritto all’istru-zione, che rappresenta il polo centrale della scelta politica costituzionale. Lalibertà di insegnamento comporta la facoltà di istituire scuole private, nellagestione delle quali vale l’uguale libertà di attribuire un indirizzo ideologico oconfessionale che si ritiene obiettivo preliminare dell’opera educativa e dell’i-struzione impartita.

L’articolo 34 pone dei vincoli alla scuola privata che chieda di essere equi-parata a quella pubblica, al fine del riconoscimento dei titoli di studio attri-buiti al termine del percorso scolastico, e prevede un esame di Stato alla finedi ogni ciclo scolastico e alla conclusioni degli studi, nonché per l’accesso alleprofessioni.

L’istruzione è quindi un servizio pubblico in senso oggettivo, che può esse-re gestito sia dal potere pubblico che da soggetti privati; il sistema è caratteriz-zato dal principio pluralistico, in armonia con il disposto costituzionale in cuilo Stato mantiene comunque compiti di sovrintendenza dell’istruzione, nonchéil rilascio dei titoli di studio e il controllo delle scuole private.

Il sistema scolastico è quindi misto poiché prevede la contemporanea presenzadi scuole pubbliche e di scuole private, tenute da enti religiosi e morali che, sehanno programmi e corsi di studio uguali a quelli delle scuole pubbliche sono defi-nite paritarie (legge 62/2000 di seguito illustrata). Le scuole private possono esse-re: legalmente riconosciute, quando rilasciano titoli di studio uguali a quelli emessidalle scuole pubbliche – in cui lo Stato svolge un ruolo di controllo – e scuole pri-vate non riconosciute, che non godono della parità e quindi non possono rilasciarediplomi o titoli di studio riconosciuti ufficialmente nell’ordinamento dello Stato.

Le scuole private, per dettato costituzionale, non possono in alcun modoessere finanziate dallo Stato.

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 315

programmiministeriali:argomenti propostidalle autoritàscolastiche agliinsegnanti, definitiin base allediscipline oggettodei vari corsi distudio.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 315

2.1 L’attuazione dei principi costituzionali e le leggidel periodo repubblicano

L’attuazione dei principi finora illustrati è stata assai complessa, spesso causa diaccesi dibattiti fra le forze politiche, con il risultato di avere, ad oggi, una seriedi normative poco coordinate fra loro, in assenza di una riforma organica dell’i-struzione e dei programmi che sia in armonia con le esigenze culturali più attua-li e con i principi dettati dall’Unione europea.

Possiamo distinguere i vari interventi legislativi in funzione della attuazio-ne del dettato costituzionale, partendo dal diritto allo studio.

Tale diritto, così come previsto dall’articolo 34, non poté essere facilmenteattuato nella scuola del primo dopoguerra, ancora arretrata economicamente, incui per le famiglie, specie quelle contadine che comprendevano quasi la metàdella popolazione italiana, la scuola rappresentava un’istituzione da rispettare,ma destinata ai più abbienti, non ai figli di chi lavorava la terra.

Il tasso di abbandono e la dispersione scolastica erano dei veri probleminella società italiana, sulla via di una rapida industrializzazione. Si ritennenecessario avviare una riforma sostanziale della scuola primaria e della seconda-ria inferiore: la legge di riforma della scuola media unica, varata dal primogoverno di centrosinistra nel 1962, con Aldo Moro Presidente del Consiglio,impose l’obbligo scolastico fino a quattordici anni, prevedendo un percorsounico di otto anni per tutti gli studenti, diviso in cinque anni di scuola elemen-tare e tre di scuola media unificata.

MODULO 7 La legislazione scolastica316

«La mattina del giorno 12 corrente, mentre il pro-fessor Giani saliva in cattedra per fare la primalezione al secondo corso liceale, il piano della catte-dra sotto i suoi piedi cominciò a schioppettare e adardere, sì che n’ebbe i calzoni giù in basso abbron-zati, e indignato di tanto insulto, si ritrasse dallascuola».

Non c’era ancora YouTube a diffondere la scena:era il 1875, ma l’indignazione e l’ironia su marginaliepisodi della vita nelle aule era anche allora facile.Del resto, negli atti dello stesso liceo, tuttora esi-stente e prestigioso, si legge anche che «ora la gio-ventù è, ognuno lo sa, inchinevole a seguire più leseduzioni della natura e del sentimento che i detta-mi di una retta ragione e di una legge che imponesacrifici». E qui sembra di essere proiettati nell’og-gi, nelle lamentele di quegli opinionisti che rim-piangono la scuola dei bei tempi andati: oggi, comeieri, i giovani vengono descritti con connotazioni diignoranza e indifferenza verso la cultura loro tra-smessa. [...]

È possibile «conciliare equità socio-culturale equalità»? Questa è, appunto, la domanda centrale, a

cui si aggiunge quella conseguente: come costruir-la? Vedere quantità e qualità come grandezze inver-samente proporzionali non aiuta alla soluzione delquesito, non solo perché riproietta verso un habitusselettivo, e di fatto classista, ma anche perché nonraggiunge l’obiettivo di formare cittadini – non soloélite – in grado di districarsi all’interno dei flussi diinformazioni in cui sono oggi immersi, di elaborarecriteri autonomi di giudizio, di essere soggetti nellasfera pubblica.

Costruire una scuola di massa di qualità è obiet-tivo alto, ma non impossibile se si affrontano con-temporaneamente e con pari forza più aspetti spes-so tenuti divaricati: i contenuti dell’insegnamen-to/apprendimento, le forme che tale processo assu-me oggi, cioè il fare scuola concreto, i soggetti coin-volti e i loro bisogni, le strutture in cui essi sono col-locati.

La scuola italiana è ancora fondamentalmenteuna scuola fatta di lezioni ex cathedra, in cui – inun’epoca in cui gli studenti hanno a disposizioneinformazione e mezzi produttivi e espressivi di variogenere – la ricerca individuale o collettiva, il pro-

Una scuola di massa e di qualità è possibile

tasso di abbandono:percentuale distudenti dellascuola dell’obbligoche non termina icorsi di studio.

dispersionescolastica:fenomeno per cuiuna parte distudenti che sierano iscrittiinizialmente a uncorso di studi, nonlo completa. Nellascuola dell’obbligosi definisceabbandono.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 316

Questa riforma, in pochi anni, permise, di fatto, l’accesso all’istruzione amolti studenti che, in precedenza, dopo la scuola elementare, seguivano corsi diavviamento al lavoro.

Infatti la nuova legge eliminò i preesistenti corsi di studio, che erano in vigo-re dalla riforma Gentile attuata dal regime fascista e già analizzata in preceden-za, suddivisi nei seguenti corsi: due anni di ginnasio (unico corso che permet-teva di accedere al liceo classico e all’università con una decisione assunta dallefamiglie quando i figli avevano dieci anni), cinque anni di liceo scientifico peraccedere alle facoltà scientifiche oppure quattro anni di istituti tecnici odell’Istituto magistrale, per accedere al lavoro qualificato o all’insegnamento ele-mentare, oppure, infine, le scuole di avviamento al lavoro professionale.

L’avvento di quella che fu definita scuola di massa spinse gli studenti a ricer-care una loro identità e ad avviare le proteste studentesche che culminarononegli anni dal 1968 ai primi anni Settanta. In questo periodo si ricercò l’attua-zione del diritto allo studio e si attuò la riforma dell’esame di Stato, definitasperimentale, ma rimasta in vigore fino al 1998, in attesa del riordino della scuo-la secondaria superiore e si consentì l’accesso all’università da tutti i tipi di scuo-la media superiore della durata di cinque anni.

Nello stesso periodo furono istituite la scuola materna statale e la scuolaelementare a tempo pieno, entrambe con la funzione di garantire maggioriopportunità didattiche ed educative ai bambini, specie a quelli che provenivanoda situazioni di partenza deprivate di sostegno educativo e culturale nel proprioambito familiare.

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 317

blem solving, i laboratori e il senso di ciò che vienestudiato sono largamente assenti.

La cultura, però, non è erudizione, ma possessodi strumenti che mettano in grado di comprendere iprocessi reali: a questo criterio non sfugge l’analisiimpietosa, per esempio, di molta parte dell’attualeformazione matematica per la quale, nonostante ilcospicuo numero di ore di insegnamento lungo glianni, si registra un allarmante analfabetismo inmolti adulti, “colti” ma non in grado di districarsi nelsemplice uso di percentuali. Un sapere utile, nondeclinato come mero funzionalismo per il mercatodel lavoro, può essere costruito solo all’interno di unambiente ricco di opportunità espressive, di elabo-razioni personali, di esperienze attive di soluzione diproblemi reali. In sintesi, in una sorta di modernabottega artigiana in cui le personali inclinazioni ven-gono potenziate e non appiattite nella dimensionedell’ascolto.

Il tema del cosa insegnare non è quindi scindibi-le da quello del come insegnare, se ci si vuole riferi-re non a un astratto concetto di cultura, ma alle suedeterminazioni essenziali di soddisfazione e autono-

mia del singolo nel suo rapporto con la collettività.Proprio per tale rapporto, del resto, l’istruzione èinclusa nel paniere dei diritti dell’individuo.

La costruzione di assi di pensiero e indicazionisulle politiche dell’istruzione non può, quindi, salta-re la riflessione sul nesso tra le finalità della scuola,i suoi contenuti e i suoi metodi. Ma neppure può elu-dere le relazioni tra questo progetto, la capacità diarticolarlo localmente nell’ambito dell’autonomiadelle scuole e la questione della valutazione delsistema nel suo complesso e di chi in essa opera.[...]

La scuola ha bisogno di far cogliere la comples-sità dei processi e dei problemi e non di educareall’artificiosa complicazione: deve perciò aprirsialle diversità dei soggetti e delle loro espressioni,fornendo strumenti per ricomporle in una solidastruttura conoscitiva. Questa è la direzione cheauspichiamo che assuma oggi il dibattito sullascuola.

Walter Maraschini, Mauro PalmaTratto dal sito www.cidi.it

scuola di massa:fenomenodell’ampliamentodel numero distudenti e dellaliberalizzazionedell’accessoall’istruzione,anche con valenzanegativa nel sensodella mancatariforma organicadell’istruzione e delprogressivoimpoverimentoculturale dellascuola.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 317

La scuola materna statale, istituita con la legge n. 444 del 1968 sostituìgli asili comunali preesistenti, attribuendo funzioni educative e non assisten-ziali alla scuola dell’infanzia; inoltre tale scuola era gratuita e perciò utilizza-bile da tutti, a differenza di quanto accadeva nei molti asili privati, spesso reli-giosi, assai diffusi specie nelle zone d’Italia dove i servizi comunali erano par-ticolarmente scarsi.

Il “tempo pieno” venne istituito con la legge n. 820 del 1971 e permetteva lafruizione di un servizio scolastico organizzato su 40 ore settimanali, con tre inse-gnanti su due classi, al fine di sviluppare nei bambini livelli culturali di apprendi-mento adatti al loro sviluppo psico-fisico e aggiornati nei contenuti didattici attra-verso attività interdisciplinari e di sperimentazione pratica, nonché di recupero.Nell’ambito dell’attuazione del dettato costituzionale, di garanzia di un servizioscolastico rivolto a tutti, va ricordata la legge n. 148 del 1990 di riforma dellascuola elementare, definita scuola primaria, che aveva l’obiettivo di attuare per-corsi didattici che concorressero alla formazione del cittadino, finalizzati allo svi-luppo della personalità e all’avvio di una consapevolezza culturale, anche in rela-zione con il confronto aperto dalla presenza di bambini di altre culture che carat-terizzavano l’inizio dell’immigrazione in Italia di lavoratori stranieri.

Infine, nell’ambito dell’apertura verso un percorso educativo e culturaleeuropeo, va intesa la legge n. 114 del 1993 che ha introdotto l’insegnamento diuna lingua straniera nella stessa scuola primaria.

Altro aspetto fondamentale della realizzazione del diritto all’istruzioneriguarda l’inserimento degli alunni diversamente abili nelle classi curricola-ri e l’abolizione delle classi cosiddette “differenziali”: tale diritto fu sancito dalleleggi n. 517 del 1977 e n. 104 del 1990, che hanno previsto la figura di uno opiù insegnanti di sostegno, specializzati, che concorrono, nell’attività didatticacomplessiva, al raggiungimento degli obiettivi prefissati dagli stessi docenti dellaclasse in modo collegiale e con l’intervento di esperti, nel piano educativo indivi-duale, che tiene conto della situazione di disabilità e delle potenzialità che pos-sono essere sviluppate a vantaggio dell’alunno stesso.

MODULO 7 La legislazione scolastica318

L’aumento progressivo, negli ultimi anni, delnumero di alunni stranieri rappresenta un dato digrande rilevanza che chiama in causa le scuoleitaliane e, in particolare, la loro capacità di acco-glienza e integrazione. Si tratta di un fenomenoche, pur di notevole complessità, può costituireuno stimolo e una risorsa nella progettazione deipercorsi formativi delle nuove generazioni.L’azione della scuola deve tendere a valorizzaretutta la ricchezza di esperienze e riflessioni com-piute in questi anni.

La consapevolezza del patrimonio di civiltàeuropea, l’incontro aperto con altre culture emodelli di vita, la garanzia per tutti i cittadini, ita-

liani e non, di acquisire nelle nostre scuole unareale esperienza di apprendimento e di inclusionesociale, sono obiettivi a cui le istituzioni scolastichedevono mirare con il concorso e la collaborazionedei soggetti educativi presenti sul territorio: fami-glie, enti locali, università, associazioni, istituzionia vario titolo interessate. Abbiamo a disposizioneun patrimonio ricco e variegato di esperienze, pro-getti didattici e strumenti di lavoro che l’Ufficiointegrazione alunni stranieri si propone di farconoscere a tutte le scuole. A questo proposito èimportante segnalare che è stato stipulato, il 22giugno 2005, un Protocollo d’Intesa tra il MIUR(MInistero dell’Istruzione, Università e Ricerca) e

L’integrazione degli alunni stranieri

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 318

Occorre infine ricordare che una serie di provvedimenti normativi hannodeterminato l’innalzamento dell’obbligo scolastico che, ad oggi, prevede ildiritto-dovere all’istruzione per dodici anni di durata, o fino al conseguimentodi una qualifica professionale, almeno triennale, entro diciotto anni di età.

Si parla oggi di diritto-dovere allo studio poiché ogni formazione sociale,dalla più elementare come la famiglia a quella di ampie dimensioni come loStato, prevedono relazioni che danno luogo a situazioni di vantaggio o di rispet-to delle regole; a tal fine nel 1998 è stato approvato lo Statuto delle studentes-

se e degli studenti che determina le regole e le garanzie di funzionamento delrapporto scuola-studenti.

Tale Statuto, approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del1998, si ispira alla Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescen-

za e definisce la scuola come “luogo di formazione e di educazione mediante lostudio”, con l’obiettivo della crescita culturale e personale, anche dal punto di vistadell’autonomia.

I diritti più importanti affermati nello Statuto sono i seguenti:

l diritto alla formazione culturale e professionale qualificata;

l diritto al rispetto della pluralità delle idee;

l sviluppo della solidarietà tra le componenti scolastiche;

l diritto all’informazione sulle regole della vita scolastica;

l diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola;

l diritto alla valutazione trasparente e tempestiva;

l diritto alla scelta libera per ogni allievo delle attività integrative, aggiuntive efacoltative proposte dalla scuola;

l diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità di apparte-nenza;

l diritto all’elezione di propri rappresentanti e di riunione per discutere i pro-blemi della scuola.

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 319

l’Opera Nomadi per la tutela dei minori zingari,nomadi e viaggianti.

I risultati delle indagini nazionali del MIUR sullapresenza di alunni stranieri e sul successo scolasticoe la qualità dei percorsi di integrazione, e del confron-to avviato nei seminari nazionali di Bari (febbraio2005) e di Brescia (novembre 2005), hanno portatoall’individuazione di realtà territoriali rappresentativedi temi e modelli generali. In particolare sono stateindicate due grandi tematiche da studiare in profon-dità: le scuole ad altissima presenza di alunni stranie-ri, in città e quartieri con problemi di disagio sociale;gli studenti stranieri delle scuole superiori, presentiin gran numero negli Istituti tecnici e professionali.

L’obiettivo di tali approfondimenti è di esaminaree approfondire le situazioni problematiche e partico-larmente complesse, individuando i percorsi di inte-grazione più idonei e opportunamente supportati emonitorati da esperti, con il metodo della ricerca-azione. Nel contempo si intende monitorare, attra-verso la rete dei referenti, gli interventi previsti inattuazione del Contratto collettivo nazionale di lavo-ro del comparto scuola – 2002/2005, art. 9 – per lescuole collocate in aree a rischio e a forte processoimmigratorio e produrre strumenti e materiali didat-tici facilitati da mettere a disposizione delle scuole.

Tratto dal sito www.pubblica.istruzione.it

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 319

I doveri più importanti sono i seguenti:

l dovere di frequenza regolare e assolvimento degli impegni di studio;

l dovere di rispetto degli altri e di comportamento corretto;

l dovere di rispetto delle norme interne della scuola di carattere organizzativoe di sicurezza;

l dovere di uso corretto delle strutture e di rispetto delle cose pubbliche.

Lo Statuto prevede il diritto al reclamo nel caso di violazione dello Statutostesso, che impone le sanzioni disciplinari e le regole generali in materia diresponsabilità personale. L’articolo 4 dello Statuto afferma il principio per cui lepunizioni devono avere finalità educativa e tendere a sviluppare il senso diresponsabilità.

Le sanzioni previste dallo Statuto sono l’allontanamento dalla scuola e le altresanzioni previste dal regolamento di istituto, e poiché l’allontanamento rappre-senta la sanzione più grave, tale provvedimento può essere adottato solo da unorgano collegiale. In ogni caso è prevista la possibilità di impugnazione controtali provvedimenti che può essere rivolta all’organo di garanzia, presente in ogniscuola, di cui deve fare parte almeno uno studente, nelle scuole secondariesuperiori e un genitore nella scuola media.

Per quanto attiene alla realizzazione di una scuola democratica, occorrericordare i cosiddetti “decreti delegati”. Emanati nel 1974 in base alla leggen. 477/73 permisero di realizzare organi collegiali elettivi in cui sono rappre-sentate tutte le componenti della scuola: i docenti, le famiglie, il personale nondocente e, nella scuola superiore, gli alunni. In tali norme si regolano i diritti diespressione del pensiero degli alunni, quello di riunirsi periodicamente inassemblea e quello, più generale, di partecipazione alla vita scolastica.

Con l’introduzione dei decreti delegati le scuole, pur mantenendo il lororuolo amministrativo di dipendenza dal Ministero, cominciarono ad assumeremaggior autonomia come comunità sociali; con la legge n. 59 del 1997 siafferma il principio dell’autonomia scolastica. Scopo generale dell’autono-mia scolastica è quello di realizzare un raccordo fra istituzione scolastica e ter-ritorio in modo che la scuola operi nel contesto sociale in cui svolge le suefunzioni.

MODULO 7 La legislazione scolastica320

La ddiissppeerrssiioonnee ssccoollaassttiiccaa è un fenomeno che inte-ressa sia i Paesi ricchi sia i Paesi poveri e riassumeun insieme di manifestazioni negative all’interno delsistema scolastico: frequenze irregolari, bocciature,frequenti malattie, cambiamenti di sede e, strano adirsi, casi di analfabetismo o di scarso apprendimen-to anche quando la scuola viene frequentata rego-larmente. Se si collegano tali dati, emerge che ladispersione scolastica raggiunge percentuali del30% al Sud e del 20% al Nord. La dispersione scola-

stica è spesso causa di piaghe sociali: bullismo, vio-lenza negli stadi, babygang, microcriminalità, droga,disordini alimentari e altre devianze. Il problema puòessere potenzialmente risolto, o almeno attutito,solo conoscendo le situazioni – tutte diverse tra loro– che determinano questo fenomeno, così da aiuta-re i ragazzi della scuola dell’obbligo ad accrescere lastima in se stessi, a sviluppare le proprie potenzia-lità, a migliorare il proprio rendimento scolastico, aprevenire in generale l’abbandono della scuola.

La dispersione scolastica

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 320

Tale legge attribuisce inoltre personalità giuridica agli istituti scolastici cherispondono di determinate caratteristiche, mentre il decreto legislativo n. 112del 1998 ha attribuito allo Stato il potere di fissare i parametri per l’organiz-zazione della rete scolastica, definendo poteri delle Regioni e degli altri entilocali in materia di programmazione e integrazione fra istruzione e forma-zione professionale.

La scuola dell’autonomia si è andata quindi disegnando, anche con il D.P.R.n. 275 del 1999 “Regolamento dell’autonomia scolastica”, secondo poteri diver-si che comprendono l’autonomia normativa; ciò significa poter adottare un pro-prio regolamento scolastico, che ponga le regole della convivenza e dello svolgi-mento dell’attività nella scuola, poter introdurre l’autonomia di indirizzo, chepermette alle scuole di avviare percorsi e interventi originali in base al Pianodell’Offerta Formativa (POF), documento che indica per ciascuna scuola, gliobiettivi, gli strumenti, i criteri di organizzazione del percorso scolastico, lerisorse dell’attività scolastica.

Oltre all’autonomia didattica, di ricerca e sviluppo, tale provvedimento nor-mativo ha introdotto l’autonomia organizzativa e di gestione economica checonsente alle scuole di operare in modo più libero rispetto ai vincoli gerarchiciderivanti dalla normativa uniforme del Ministero.

Con questa riforma il preside diventa dirigente scolastico, e vede aumenta-re i propri compiti poiché acquista un ruolo caratterizzato da nuovi poteri didirezione e coordinamento, nonché da una funzione di responsabilità dellagestione scolastica secondo criteri di efficienza.

Infine, per quanto riguarda la previsione costituzionale del pluralismo scola-stico, si è posto al dibattito politico nazionale il problema del rapporto fra scuo-le pubbliche e private, delle relazioni che devono intercorrere tra loro, i control-li pubblici, l’eventuale finanziamento o gli sgravi fiscali per le famiglie che scelgo-no la scuola privata e la garanzia del rispetto del principio di uguaglianza.

La legge n. 62 del 2000 ha disciplinato la parità scolastica e delineato ilsistema nazionale dell’istruzione a cui partecipano, in condizione di parità,scuole pubbliche e private. La parità è ottenuta dalle scuole che hanno i requi-siti di legge, abbiano una organizzazione dell’istruzione coerente con i princi-pi di legge, garantiscano libertà di orientamento culturale e siano effettiva-mente aperte a tutti, compresi gli alunni disabili.

Tale legge impone l’adozione di un sistema interno delle scuole in cui siagarantita l’attuazione degli organi collegiali, sia documentato lo status giuridi-co e il Piano dell’Offerta Formativa.

Il POF è la carta di presentazione delle singole scuole che consente ad allie-vi e genitori di scegliere l’istituto che offre indirizzi e servizi scolastici piùconformi alle esigenze individuali.

Sono state poi effettuate, negli ultimi anni, una serie di riforme organiche del-l’istruzione dai Governi che si sono succeduti e che hanno introdotto conside-revoli novità nel sistema dell’istruzione ma che sono state poi successivamenteabrogate, in tutto o in parte, dal Governo successivo.

Ricordiamo fra queste la legge n. 30 del 2000, detta riforma De Mauro-Berlinguer, che aveva ridotto i cicli scolastici a due: il ciclo primario di setteanni e il ciclo secondario di cinque. Se di fatto il percorso scolastico si conclu-deva così in anticipo con il diciottesimo anno di età, un’importante novità era

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 321

personalitàgiuridica: titolaritàdi diritti e doveri,derivantedall’esserericonosciutosoggetto di diritto,attribuita aorganizzazionipubbliche e private,secondo le regoledell’ordinamento.

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 321

che l’obbligo scolastico veniva innalzato a 15 anni (nove anni di scuola obbliga-toria invece degli otto previsti dalla Costituzione).

La riforma fu di fatto bloccata prima della sua attuazione dalla successivariforma Moratti, costituita dalla legge delega n. 53/03 e dai successivi decretidi attuazione. La riforma aveva come obiettivo quello di adeguare il sistema sco-lastico italiano ai parametri dettati dall’Unione europea e aprire la scuola almondo del lavoro. Il Ministro indicava obiettivi primari nelle tre “I”: informati-ca, impresa, inglese. La riforma prevedeva un percorso di istruzione primaria dicinque anni, di istruzione secondaria di primo grado di tre anni e un percorsodi istruzione secondaria di secondo grado suddiviso in un doppio binario: da unlato il percorso dei licei, che dava accesso all’Università, e dall’altro un percor-so di istruzione e formazione professionale che apriva al mondo del lavoro.L’obbligo scolastico veniva così portato a dodici anni o sino al conseguimento diuna qualifica almeno triennale entro il diciottesimo anno di età.

Il decreto legge n. 07/07, detto riforma Fioroni, ha annullato la riformaMoratti e mantenuto la struttura precedente relativa all’istruzione secondaria.Nel contempo è stato riformato, nello stesso anno, l’esame di Stato istituendo unaCommissione di esame mista (tre membri interni e tre esterni) e l’obbligo, perl’accesso all’esame, del superamento dei debiti formativi cumulati dagli studen-ti negli ultimi due anni di corso.

Recentemente sono state avviate nuove riforme della legislazione scolastica,al fine di procedere a una organica riorganizzazione dell’istruzione, sia per quan-to riguarda la scuola primaria e secondaria, sia per quanto riguarda l’università:sforzi in tal senso sono stati avviati dal Ministro dell’Istruzione Maria StellaGelmini.

È sentita infatti l’esigenza primaria di riordinare i corsi di studio, in partico-lare quelli della scuola secondaria superiore che sono attualmente troppo nume-rosi; inoltre si sta cercando di uniformare i percorsi di studio alle direttive comu-nitarie, anche in merito all’orario settimanale di lezione, mentre si sta proceden-do all’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a 16 anni.

Per quanto riguarda la scuola elementare inoltre l’attenzione maggiore si èconcentrata sulla figura dell’insegnante prevalente, che dovrebbe sostituire l’or-ganizzazione per moduli della didattica della scuola primaria.

Anche per l’università si stanno cercando di riordinare i programmi di studioe di razionalizzare numero e varietà dei corsi che, specie negli ultimi anni, sonoaumentati e hanno previsto nuovi indirizzi di studio eccessivamente specialisti-ci e frammentari nel loro contenuto.

Lo sforzo di riforma, comunque, è frenato dalla necessità di riduzione dellaspesa pubblica e pertanto si concentra in prevalenza sulla politica di razionaliz-zazione ed efficienza dei servizi esistenti.

MODULO 7 La legislazione scolastica322

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 322

n Il concetto di istruzione come diritto del popolo, e non privilegio della partepiù ricca della società, si afferma nel Settecento con il pensiero illuminista.

È quindi nel corso dell’Ottocento, nel modello dello Stato liberale, che siafferma il principio per cui lo Stato stesso deve garantire l’istruzione.Il sistema scolastico italiano nacque con l’Unità dello Stato e l’estenzione alterritorio nazionale della legge Casati (emanata nel 1859, propose di disci-plinare l’organizzazione scolastica e rendere obbligatoria e gratuita l’istruzio-ne elementare). Esigenza fondamentale presente al momento della nascitadello Stato unitario era la ricerca della soluzione al problema dell’analfabe-

tismo che riguardava il 78% della popolazione e che era una causa di estre-ma arretratezza anche per l’economia. La legge Daneo-Credaro, del 1911, attribuì definitivamente allo Stato, all’e-poca dei governi della sinistra storica, il settore dell’istruzione e l’organizza-zione delle scuole pubbliche che fino a quel momento erano, di fatto, stategestite dai Comuni, i più piccoli dei quali, specie nelle numerose zone piùpovere, non avevano affrontato il problema né con la necessaria competenzané con le risorse adeguate.

n L’avvento del fascismo determinò un radicale cambiamento nella volontà digoverno, poiché era necessario, alla nascente dittatura, prevedere un sistemascolastico centralizzato, autoritario, e che garantisse il perpetuarsi di unaclasse dirigente consenziente con il regime.La legge Gentile, del 1923, e il successivo Testo Unico del 1928 furono larealizzazione del pensiero fascista, che si fondava sulla concezione aristocra-tica della cultura e dell’educazione.I punti più importanti della riforma Gentile erano i seguenti: 1. obbligo sco-lastico; 2. massima importanza dell’area disciplinare umanistica; 3. previsio-ne degli esami di Stato; 4. previsione delle classi differenziali per gli alunnidisabili; 5. insegnamento obbligatorio della religione cattolica; 6. previsionedegli istituti magistrali per la preparazione dei maestri elementari; 7. l’istitu-zione del liceo femminile.

n La nascita della Repubblica e l’approvazione della Costituzione italianaaprono un nuovo capitolo sul ruolo dell’istruzione, ora intesa come premes-sa necessaria al raggiungimento della libertà e dell’uguaglianza nelle oppor-tunità di concreta realizzazione della persona.L’articolo 34 garantisce il diritto all’istruzione a tutti, stabilisce l’obbligato-

rietà e la gratuità del servizio scolastico, mentre l’attuazione di tale princi-pio è contenuta nel secondo comma che prevede la fruizione per i capaci emeritevoli, pur se sforniti di adeguati mezzi economici, di borse di studio pergarantire loro i più alti gradi dell’istruzione.L’articolo 33 afferma i principi cardine della scuola democratica e in parti-colare la garanzia della libertà d’insegnamento e di istruzione; la libertà di

insegnamento si ricollega con quella, riconosciuta a tutti, della manifestazio-ne del pensiero, per cui si garantisce il diritto dei docenti a professare libera-

UN

ITÀ

DID

ATT

ICA

1

RIASSUMENDO

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 323

mente qualunque teoria filosofica e scientifica e a svolgere i propri compiti

didattici senza vincoli politici, religiosi o ideologici, nel rispetto delle opinio-

ni di tutti, e in particolare degli allievi.

n L’istruzione è quindi un servizio pubblico in senso oggettivo, che può

essere gestito sia dal potere pubblico che da soggetti privati; il sistema è

caratterizzato dal principio pluralistico, in armonia con il disposto costi-

tuzionale in cui lo Stato mantiene comunque compiti di sovrintendenza

dell’istruzione, nonché il rilascio dei titoli di studio e il controllo delle

scuole private.

L’attuazione dei principi sopra illustrati è stata assai complessa, spesso causa

di accesi dibattiti fra le forze politiche, con il risultato di avere, ad oggi, una

serie di normative poco coordinate fra loro, in assenza di una riforma orga-

nica dell’istruzione e dei programmi che sia coordinata e in armonia con le

esigenze culturali più evolute.

n Possiamo distinguere i vari interventi legislativi in funzione della attuazio-

ne del dettato costituzionale, partendo dal diritto allo studio.

La prima riforma sostanziale della scuola primaria e della secondaria inferio-

re fu la legge di riforma della scuola media unica del 1962 che impose l’ob-

bligo scolastico fino a quattordici anni prevedendo un percorso unico di otto

anni per tutti gli studenti, diviso in cinque anni di scuola elementare e tre di

scuola media unica.

L’avvento di quella che fu definita scuola di massa spinse gli studenti a ricercare

una loro identità e ad avviare le proteste studentesche che culminarono negli anni

che vanno dal 1968 ai primi anni Settanta. In questo periodo si ricercò l’attuazio-

ne del diritto allo studio e si attuò la modifica dell’esame di Stato.

Nello stesso periodo furono istituite la scuola materna statale e la scuola

elementare a tempo pieno, entrambe con la funzione di garantire maggiori

opportunità didattiche ed educative ai bambini, specie a quelli che proveni-

vano da situazioni di partenza deprivate di sostegno educativo e culturale nel

proprio ambito familiare.

n Nell’ambito dell’apertura verso un percorso educativo e culturale europeo, va

intesa la legge n. 114 del 1993 che ha introdotto l’insegnamento di una lin-

gua straniera nella stessa scuola primaria.

Altro aspetto fondamentale della realizzazione del diritto all’istruzione

riguarda l’inserimento degli alunni diversamente abili nelle classi currico-

lari e l’abolizione delle classi cosiddette “differenziali”: tale diritto fu sancito

dalle leggi n. 517 del 1977 e n. 104 del 1990.

Occorre infine ricordare che una serie di provvedimenti normativi hanno

determinato l’innalzamento dell’obbligo scolastico, che, ad oggi, prevede il

diritto-dovere all’istruzione per dodici anni di durata, oppure fino al conse-

guimento di una qualifica professionale entro diciotto anni di età.

Nel 1998 è stato approvato lo Statuto delle studentesse e degli studenti

UN

ITÀ

DID

ATT

ICA

1

RIASSUMENDO

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 324

che determina le regole e le garanzie di funzionamento del rapporto scuola-

studenti. Per quanto attiene alla realizzazione di una scuola democratica,

occorre ricordare i cosiddetti “decreti delegati”, del 1973, che permisero di

realizzare organi collegiali elettivi in cui sono rappresentate tutte le compo-

nenti della scuola.

n Con la legge n. 59 del 1997 si afferma il principio dell’autonomia scolastica,con lo scopo di realizzare una massima coerenza dell’istituzione scolastica alquadro sociale del proprio territorio e di libertà nella realizzazione della effi-cienza del servizio scolastico. Inoltre tale legge attribuisce personalità giuridica.

La scuola dell’autonomia si è andata quindi disegnando, anche con il D.P.R.

n. 275 del 1999 “Regolamento dell’autonomia scolastica”, secondo poteri

diversi che comprendono l’autonomia normativa, l’autonomia di indirizzo,

quella didattica, di ricerca e sviluppo oltre a quella organizzativa e di gestio-

ne economica; esse consentono alle scuole di operare in modo più libero,

rispetto ai vincoli gerarchici derivanti dalla normativa uniforme del

Ministero. Con questa riforma il preside diventa dirigente scolastico.

Infine, per quanto riguarda la previsione costituzionale del pluralismo scolasti-

co, si è posto al dibattito politico nazionale il problema del rapporto fra scuo-

le pubbliche e private, delle relazioni che devono tra loro intercorrere, i con-

trolli pubblici, l’eventuale finanziamento o gli sgravi fiscali per le famiglie che

scelgono la scuola privata e la garanzia del rispetto del principio di uguaglianza.

La legge n. 62 del 2000 ha disciplinato la parità scolastica.

UN

ITÀ

DID

ATT

ICA

1

RIASSUMENDO

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 325

E S E R C I Z IUNITÀ DIDATTICA 1

VERO O FALSO?

Metti una crocetta sulla V se l’affermazione ti sembra vera, sulla F se ti sembra falsa.

1. La scuola come istituzione di interesse generale nasce con l’Illuminismo.

2. La legge Orlando di fine Ottocento è la prima normativa italiana del settore scolastico.

3. La riforma Gentile fu varata negli anni Trenta.

4. Il diritto allo studio è regolato nella Parte prima della Costituzione.

5. Libertà di insegnamento vuol dire che i docenti possono cambiare i programmi a loro piacimento.

6. Lo Statuto delle studentesse e degli studenti indica i poteri delle Regioni sull’istruzione.

7. La democrazia nella scuola si realizzò con i decreti delegati del 1974.

8. Autonomia delle scuole vuol dire riconoscimento della loro personalità giuridica.

9. Il pluralismo delle scuole vuol dire che esistono vari tipi di corsi di studio.

10. La legge n. 62/2000 riguarda la parità fra scuole pubbliche e private.

RISPOSTE A SCELTA MULTIPLA

Segna con una croce una sola risposta.

1. La scuola italiana è disciplinata dalla legge:n a. dall’unità d’Italia.n b. dalla fine dell’Ottocento.n c. dalla fine della Prima guerra mondiale.n d. dalla nascita della Repubblica.

2. La riforma Gentile riguardò:n a. l’obbligo scolastico fino a 16 anni.n b. la previsione degli esami di Stato a conclusione dei cicli scolastici.n c. la parità fra scuola pubblica e privata.n d. l’istituzione delle scuole elementari.

FV

FV

FV

FV

FV

FV

FV

FV

FV

FV

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 326

3. La Costituzione italiana tratta il diritto all’istruzione:n a. nei Principi fondamentali.n b. nella Parte prima nei Rapporti civili.n c. nella Parte prima nei Rapporti economici.n d. nella Parte prima nei Rapporti etico-sociali.

4. Universalità della scuola vuol dire:n a. che la scuola può essere frequentata da tutti.n b. che la scuola può essere frequentata solo dai cittadini italiani.n c. che le istituzioni scolastiche sono uguali in tutto il mondo.n d. che la scuola è diretta in modo uguale in tutti gli ordini e gradi.

5. Il principio pluralistico significa che:n a. le scuole possono essere pubbliche o cattoliche.n b. le scuole possono essere pubbliche o private.n c. le scuole possono rivolgersi a tutti i cittadini.n d. le scuole possono essere istituite senza limiti normativi.

6. I “decreti delegati” della scuola hanno istituito:n a. gli organi collegiali.n b. la figura del dirigente scolastico.n c. la libertà di insegnamento.n d. la parità scolastica.

7. La scuola di massa è un fenomeno:n a. dell’immediato dopoguerra.n b. degli inizi degli anni Cinquanta.n c. degli anni Sessanta.n d. ha luogo a partire dalla fine degli anni Sessanta.

8. La legge sull’autonomia scolastica dispone:n a. la libertà di istituire nuove scuole.n b. l’indipendenza economica della scuola dal Ministero.n c. il potere autonomo di spesa.n d. il potere di istituire corsi di studio indipendenti da quelli riconosciuti dal Ministero.

9. Il dirigente scolastico ha il potere di:n a. emanare provvedimenti disciplinari di allontanamento degli studenti.n b. coordinare l’attività scolastica.n c. riferire al Ministro le attività svolte nella scuola.n d. disporre le assunzioni dei docenti.

10. Lo Statuto delle studentesse e degli studenti contiene:n a. i diritti degli studenti.n b. i diritti e i doveri degli studenti.n c. le regole basilari della convivenza scolastica.n d. le libertà degli studenti nell’ambiente scolastico.

UNITÀ DIDATTICA 1 Il diritto allo studio in Italia 327ESERCIZI

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 327

RISPOSTE APERTE

1. Qual è stato il percorso storico della legislazione scolastica italiana nel periodo anteceden-te alla nascita della Repubblica?

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2. Quali sono i principi costituzionali in materia di istruzione?

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. Quali sono i punti più importanti dell’organizzazione della scuola dell’autonomia?

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

MODULO 7 La legislazione scolastica328 ESERCIZI

H_Diritto_M07.qxd 13-02-2009 10:04 Pagina 328