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Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 DOMENICA 13 OTTOBRE 2013 ANNO 138 - N. 243 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 In Italia EURO 1,30 Fondato nel 1876 www.corriere.it EINAUDI STILE LIBERO BIG “Eva esce dal libro come un’eroina letteraria in piena regola”. MICHELE SERRA MELANIA G. MAZZUCCO SEI COME SEI Giannelli STATO E IMPRESE, NON SOLO ALITALIA Gli sbarchi Tecnologia e parità Il giorno della candidatura: basta, l’Italia ha perso 20 anni Nel movimento Renzi boccia amnistia e indulto Letta: sbagli, il Colle è stato chiaro Mennea campione senza pace Tutti contro di lui, anche i suoi di FRANCESCO GIAVAZZI Duello sulle carceri N emmeno da morto Pietro Mennea, la leggenda dell’atletica italiana, riesce a trovare pace. Il suo record mon- diale dei 200 metri, conquistato alle Universiadi di Città del Messico nel 1979, è durato ben 17 anni; il suo testa- mento rischia di durare una manciata di mesi. Non quello morale (si spera sia più durevole del bronzo), ma quello ma- teriale, olografico. I tre fratelli di Pietro — Vincenzo, Giuseppe e Luigi — hanno impugnato il testamento dell’olimpioni- co presso il Tribunale civile di Roma. Per loro il documento, sottoscritto nove giorni prima della morte, avvenuta a Roma il 21 marzo scorso, è apocrifo. Nel testamento, la «Freccia del Sud» designava come erede di tutti i suoi be- ni la moglie Manuela (secondo la suc- cessione legittima, un terzo dell’eredi- tà, in assenza dei figli, spetta ai fratel- li), sposata nel 1996 e con cui aveva con- diviso tutte le più importanti attività dell’ultima parte della sua vita, dallo studio legale alla Fondazione per i pro- getti di solidarietà. Per indorare la pillo- la, il fratello Vincenzo ha chiosato: «Sia chiaro che noi non accusiamo nessuno, i rapporti con nostro fratello erano buo- ni e vogliamo solo capire se è stato com- messo un reato e siamo fiduciosi nel la- voro della magistratura». Non si può di- re di conoscere a fondo una persona, fin- ché non c’è di mezzo un’eredità. Questa lite familiare sembra essere il suggello triste di una vita difficile: sempre a lot- tare contro qualcosa o qualcuno, sapen- do nell’intimo di aver ragione. Mennea ha passato più di un terzo della sua vita sui campi d’allenamento, anche a Capodanno. Faceva vita mona- cale, sopportava carichi di lavoro che al- tri atleti avrebbero rifiutato prima an- cora di cominciare. Si dice avesse un ca- rattere difficile e un modo di esprimersi aggrovigliato che gli hanno pregiudica- to tanti rapporti. Si dice vedesse nemici dappertutto; forse, come molti introver- si corredati di forte eticità, non gli pia- ceva piacere a tutti. Ha lottato come nessuno per ottenere grandi risultati, nello sport come nella vita. Amava ripe- tere: «La fatica non è mai sprecata. Sof- fri, ma sogni». Adesso i suoi sogni sono esca di una lite testamentaria. Peccato dover mori- re per scoprire l’altra faccia delle cose. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Aldo Grasso P ORTE CHIUSE DEL VATICANO AI F UNERALI DI PRIEBKE Tristi i dissidi sul testamen- to tra i fratelli e la moglie Padiglione Italia Il libro di Malala sui diritti delle bambine 9 771120 498008 31 0 1 3> Il premier Enrico Letta lo dice «da cittadino ma anche da politico»: la leg- ge Bossi-Fini sull’immigra- zione è da abolire. Poi, pe- rò, consapevole, precisa: «Ma siamo in una coalizio- ne». Tanto basta al vicepre- mier Angelino Alfano per insorgere: «Declamazione demagogica. Abolendola non si salvano i morti». ALLE PAGINE 20 E 21 Buccini, Fasano LE RELAZIONI DISPENDIOSE Il ciclone visto dal satellite: 600 mila in fuga Il ceto medio Usa che sta sparendo NON LASCIAMO NAUFRAGARE L’ EMOZIONE PER LE VITTIME A PAGINA 36 I l Codice di diritto canonico, al canone 1184, stabilisce che i funerali, «se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento», possano essere negati ai «peccatori manifesti ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli». Decide l’«ordinario», l’ultima parola spetta al vescovo. A Roma il vescovo è il Papa che, nella diocesi, ha un «Vicario», il cardinale Agostino Vallini. Proprio dal Vicariato è arrivata ieri, secca, la smentita di ciò che aveva detto l’avvocato di Priebke: «Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma». CONTINUA A PAGINA 6 ALLE PAGINE 5 E 6 Caccia, Conti, Montefiori di Marta Serafini a pagina 25 Il nuovo fronte dei 5 Stelle: stiamo attenti ai falsi amici In edicola a 12,90 euro più il prezzo del quotidiano Più tagli, bonus ai dipendenti Manovra fino a 15 miliardi, meno tasse sul lavoro S e Alitalia fosse un’azienda normale dovrebbe chiedere l’amministrazione straordinaria. Per arrivare a Natale ha bisogno di 500 mi- lioni, senza contare i nuovi investimenti, in assenza dei quali fra sei mesi saremmo da capo. Poiché gli attuali azionisti non intendono metterceli, almeno non tut- ti, il rischio di non poter ap- provare il bilancio 2013 ri- mane concreto. Così accadde per Swissa- ir, la compagnia di bandiera svizzera, nel 2002, e la belga Sabena nel 2001. Nel giro di qualche settimana però le rotte abbandonate furono sostituite da altre compa- gnie: a Zurigo Lufthansa creò Swiss, a Bruxelles Vir- gin creò Brussels Air. E i vec- chi azionisti andarono a ca- sa. Non si racconti la storiel- la dei collegamenti con le isole: ieri mattina fra le 6 e le 14 dall’aeroporto di Cata- nia sono decollati, per desti- nazioni italiane ed europee, 20 voli (esclusi quelli di Ali- talia e AirOne). L’errore più grave com- piuto dal governo non è aver fatto entrare le Poste in Alitalia: è aver salvato i vec- chi azionisti. Cinque anni fa venti imprenditori (Pirelli, Benetton, Marcegaglia, Cola- ninno, Caltagirone Bellavi- sta, Riva e tanti altri) insie- me ad Air France e Banca In- tesa aderirono al progetto Passera-Berlusconi investen- do in un’azienda lontana dalle loro attività principali. Forse lo fecero perché si aspettavano qualche favore da parte del governo (allora guidato da Silvio Berlusco- ni) e qualche linea di credi- to da Banca Intesa (allora guidata da Corrado Passe- ra). Ci fu anche chi non ade- rì, come Luxottica, Prada, Brevini, aziende che vivono di esportazioni e non han- no nulla da chiedere né al governo né a Banca Intesa. Non sappiamo se favori o linee di credito siano arriva- ti. Ma l’investimento fatto da quei venti imprenditori è andato male (forse non per colpa loro), e il capitale inve- stito va azzerato. Se poi lo Stato decidesse di intervenire, ciò deve avve- nire in modo trasparente. Durante l’ultima crisi, l’am- ministrazione Obama è en- trata in banche, assicurazio- ni, persino case automobili- stiche. Ma attraverso stru- menti chiari, che ne caratte- rizzavano l’assoluta tempo- raneità. Invece, nell’ingres- so delle Poste in Alitalia si mescolano intervento finan- ziario e piano industriale. Si dà luogo a una confusione che domani, se l’operazione fallisse, renderebbe meno chiare le responsabilità. (Ap- paiono poi singolari e risibi- li le precisazioni sul fatto che le Poste non useranno i denari dei correntisti: l’atti- vità della società è fondata sui depositi postali degli ita- liani). Come può nascere una classe di veri imprenditori se ogni volta che si dimo- strano incapaci lo Stato li salva? O meglio, li salva se sono grandi, li lascia fallire, magari non pagando i pro- pri debiti, se sono piccoli. «Anche il capitalismo pri- vato nella Prima Repubblica non ha funzionato?». A que- sta domanda l’avvocato Agnelli rispondeva (Corrie- re, 20 febbraio 1996): «Certa- mente. Diciamo che gli anti- corpi non hanno funziona- to. Ma dovevamo scendere a patti con i politici e con l’impresa pubblica. Se in Ita- lia, dopo cinquant’anni, la Fiat non è finita all’Iri o in mani estere è un miracolo». CONTINUA A PAGINA 36 I l ciclone Phailin che sta per investire l’India è potente come Katrina, che nel 2005 devastò New Orleans uccidendo 1.200 persone. Phailin flagellerà il Golfo del Bengala con raffiche di vento fino a 315 chilometri all’ora. (Nella foto, il ciclone dal satellite). CONTINUA A PAGINA 17 di MARIA LUISA AGNESE di Massimo Gaggi nel supplemento Pietro Mennea Il sindaco e il Quirinale: qualche «no» si può dire Matteo Renzi inaugura a Bari la campagna elettorale in vista delle primarie per segretario del Pd. E subito entra nel dibattito politico: no all’amnistia e all’in- dulto. Ovvero alle scelte di Napo- litano. Spiega: «Affrontare oggi un tema come questo sarebbe un clamoroso autogol». Il pre- mier Letta lo rintuzza: «Non so- no d’accordo, nel messaggio del Colle non ci sono ambiguità». DA PAGINA 8 A PAGINA 11 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Oggi di MARIA TERESA MELI «Abolire la Bossi-Fini» Ma il governo è diviso Migranti Il premier attacca, Alfano frena di ENRICO MARRO Lattine, borse, abiti, dolci. La pubblicità tenta la personalizzazione di TULLIO AVOLEDO di GIAN GUIDO VECCHI Niente donne tra i dirigenti Allora Twitter è sessista? A PAGINA 12 laLettura Con il Corriere AFP / US NAVAL RESEARCH LABORATORY (NRL) Entro la primavera 150 euro in busta paga. Saccomanni: siamo un Paese normale Se il barattolo ha il tuo nome Scenari di MAURO MAGATTI di EMANUELE BUZZI Q uando il ministro Dario Franceschini chiama Matteo Renzi per capire, da parte di Enrico Letta, che cosa abbia detto su amnistia e indulto, lui non fa marcia indietro: «Napolitano ha il di- ritto di fare queste proposte, noi di bocciarle». A PAGINA 9 P iù tagli, bonus ai dipendenti. Uno sgravio fiscale in busta paga entro la primavera 2014. Meno tasse sul lavoro dalla manovra del governo. Ma calano le risorse per gli enti locali. ALLE PAGINE 2 E 3 Ferraino, Gaggi, Tamburello L attine, borse, abiti, dol- ci. Prodotti trasversali e mass market che si ar- rendono alla ricerca di personalizzazione, al biso- gno di distinguersi e usci- re dalla massa, di differen- ziarsi autoaffermando la propria personalità. Un’ur- genza che si aggira da tem- po tra i consumatori, ma che è esplosa quasi come un paradosso nel mondo apparentemente appiatti- to dei social network. Co- sì oggi anche la moda va a caccia di t-shirt persona- lizzate, di collanine con le iniziali e le cifre del pro- prio nome piovono su tut- ti gli status symbol. A PAGINA 27 L’ OCCHIO DELLA P AURA SULL’ I NDIA Senza pentimento

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Roma, Piazza Venezia 5Tel. 06 688281

DOMENICA 13 OTTOBRE 2013 ANNO 138 - N. 243

Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821Servizio Clienti - Tel. 02 63797510

In Italia EURO 1,30

Fondato nel 1876 www.corriere.it

EINAUDI

STILE LIBERO BIG

“Eva escedal libro come

un’eroina letterariain piena regola”.

MICHELE SERRA

MELANIAG.MAZZUCCOSEI COME SEI

GiannelliSTATO E IMPRESE, NON SOLO ALITALIA

Gli sbarchi

Tecnologia e parità

Il giorno della candidatura: basta, l’Italia ha perso 20 anni

Nel movimento

Renzi boccia amnistia e indultoLetta: sbagli, il Colle è stato chiaro

Mennea campione senza paceTutti contro di lui, anche i suoi

di FRANCESCO GIAVAZZI

Duello sulle carceri

N emmeno da morto Pietro Mennea,la leggenda dell’atletica italiana,

riesce a trovare pace. Il suo record mon-diale dei 200 metri, conquistato alleUniversiadi di Città del Messico nel1979, è durato ben 17 anni; il suo testa-mento rischia di durare una manciatadi mesi. Non quello morale (si spera siapiù durevole del bronzo), ma quello ma-teriale, olografico. I tre fratelli di Pietro— Vincenzo, Giuseppe e Luigi — hannoimpugnato il testamento dell’olimpioni-co presso il Tribunale civile di Roma.Per loro il documento, sottoscritto novegiorni prima della morte, avvenuta aRoma il 21 marzo scorso, è apocrifo.

Nel testamento, la «Freccia del Sud»designava come erede di tutti i suoi be-ni la moglie Manuela (secondo la suc-

cessione legittima, un terzo dell’eredi-tà, in assenza dei figli, spetta ai fratel-li), sposata nel 1996 e con cui aveva con-diviso tutte le più importanti attivitàdell’ultima parte della sua vita, dallostudio legale alla Fondazione per i pro-getti di solidarietà. Per indorare la pillo-la, il fratello Vincenzo ha chiosato: «Siachiaro che noi non accusiamo nessuno,i rapporti con nostro fratello erano buo-ni e vogliamo solo capire se è stato com-messo un reato e siamo fiduciosi nel la-

voro della magistratura». Non si può di-re di conoscere a fondo una persona, fin-ché non c’è di mezzo un’eredità. Questalite familiare sembra essere il suggellotriste di una vita difficile: sempre a lot-tare contro qualcosa o qualcuno, sapen-do nell’intimo di aver ragione.

Mennea ha passato più di un terzodella sua vita sui campi d’allenamento,anche a Capodanno. Faceva vita mona-cale, sopportava carichi di lavoro che al-tri atleti avrebbero rifiutato prima an-cora di cominciare. Si dice avesse un ca-rattere difficile e un modo di esprimersiaggrovigliato che gli hanno pregiudica-to tanti rapporti. Si dice vedesse nemicidappertutto; forse, come molti introver-si corredati di forte eticità, non gli pia-ceva piacere a tutti. Ha lottato comenessuno per ottenere grandi risultati,nello sport come nella vita. Amava ripe-tere: «La fatica non è mai sprecata. Sof-fri, ma sogni».

Adesso i suoi sogni sono esca di unalite testamentaria. Peccato dover mori-re per scoprire l’altra faccia delle cose.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Aldo Grasso

PORTE CHIUSEDEL VATICANOAI FUNERALIDI PRIEBKE

Tristi idissidi sultestamen-to tra ifratelli ela moglie

Padiglione Italia

Il libro di Malalasui diritti delle bambine

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Il premier Enrico Lettalo dice «da cittadino maanche da politico»: la leg-ge Bossi-Fini sull’immigra-zione è da abolire. Poi, pe-rò, consapevole, precisa:«Ma siamo in una coalizio-ne». Tanto basta al vicepre-mier Angelino Alfano perinsorgere: «Declamazionedemagogica. Abolendolanon si salvano i morti».

ALLE PAGINE 20 E 21Buccini, Fasano

LE RELAZIONIDISPENDIOSE

Il ciclone visto dal satellite: 600 mila in fuga

Il ceto medio Usache sta sparendo

NON LASCIAMONAUFRAGAREL’EMOZIONEPER LE VITTIME

A PAGINA 36

I l Codice di dirittocanonico, al canone

1184, stabilisce che ifunerali, «se prima dellamorte non diedero alcunsegno di pentimento»,possano essere negati ai«peccatori manifesti aiquali non è possibileconcedere le esequiesenza pubblico scandalodei fedeli». Decidel’«ordinario», l’ultimaparola spetta al vescovo.A Roma il vescovo è ilPapa che, nella diocesi,ha un «Vicario», ilcardinale AgostinoVallini. Proprio dalVicariato è arrivataieri, secca, la smentitadi ciò che aveva dettol’avvocato di Priebke:«Non è prevista nessunacelebrazione esequiale inuna chiesa di Roma».

CONTINUA A PAGINA 6

ALLE PAGINE 5 E 6Caccia, Conti, Montefiori

di Marta Serafinia pagina 25

Il nuovo frontedei 5 Stelle:stiamo attentiai falsi amici

❜❜

In edicola a 12,90 europiù il prezzo del quotidiano

Più tagli, bonus ai dipendentiManovra fino a 15 miliardi, meno tasse sul lavoro

S e A l i t a l i a f o s s eun’azienda normaledovrebbe chiederel’amministrazione

straordinaria. Per arrivare aNatale ha bisogno di 500 mi-lioni, senza contare i nuoviinvestimenti, in assenza deiquali fra sei mesi saremmoda capo. Poiché gli attualiazionisti non intendonometterceli, almeno non tut-ti, il rischio di non poter ap-provare il bilancio 2013 ri-mane concreto.

Così accadde per Swissa-ir, la compagnia di bandierasvizzera, nel 2002, e la belgaSabena nel 2001. Nel giro diqualche settimana però lerotte abbandonate furonosostituite da altre compa-gnie: a Zurigo Lufthansacreò Swiss, a Bruxelles Vir-gin creò Brussels Air. E i vec-chi azionisti andarono a ca-sa. Non si racconti la storiel-la dei collegamenti con leisole: ieri mattina fra le 6 ele 14 dall’aeroporto di Cata-nia sono decollati, per desti-nazioni italiane ed europee,20 voli (esclusi quelli di Ali-talia e AirOne).

L’errore più grave com-piuto dal governo non èaver fatto entrare le Poste inAlitalia: è aver salvato i vec-chi azionisti. Cinque anni faventi imprenditori (Pirelli,Benetton, Marcegaglia, Cola-ninno, Caltagirone Bellavi-sta, Riva e tanti altri) insie-me ad Air France e Banca In-tesa aderirono al progettoPassera-Berlusconi investen-do in un’azienda lontanadalle loro attività principali.Forse lo fecero perché siaspettavano qualche favoreda parte del governo (alloraguidato da Silvio Berlusco-ni) e qualche linea di credi-to da Banca Intesa (alloraguidata da Corrado Passe-ra). Ci fu anche chi non ade-rì, come Luxottica, Prada,Brevini, aziende che vivono

di esportazioni e non han-no nulla da chiedere né algoverno né a Banca Intesa.

Non sappiamo se favori olinee di credito siano arriva-ti. Ma l’investimento fattoda quei venti imprenditori èandato male (forse non percolpa loro), e il capitale inve-stito va azzerato.

Se poi lo Stato decidessedi intervenire, ciò deve avve-nire in modo trasparente.Durante l’ultima crisi, l’am-ministrazione Obama è en-trata in banche, assicurazio-ni, persino case automobili-stiche. Ma attraverso stru-menti chiari, che ne caratte-rizzavano l’assoluta tempo-raneità. Invece, nell’ingres-so delle Poste in Alitalia simescolano intervento finan-ziario e piano industriale. Sidà luogo a una confusioneche domani, se l’operazionefallisse, renderebbe menochiare le responsabilità. (Ap-paiono poi singolari e risibi-li le precisazioni sul fattoche le Poste non useranno idenari dei correntisti: l’atti-vità della società è fondatasui depositi postali degli ita-liani).

Come può nascere unaclasse di veri imprenditorise ogni volta che si dimo-strano incapaci lo Stato lisalva? O meglio, li salva sesono grandi, li lascia fallire,magari non pagando i pro-pri debiti, se sono piccoli.

«Anche il capitalismo pri-vato nella Prima Repubblicanon ha funzionato?». A que-sta domanda l’avvocatoAgnelli rispondeva (Corrie-re, 20 febbraio 1996): «Certa-mente. Diciamo che gli anti-corpi non hanno funziona-to. Ma dovevamo scenderea patti con i politici e conl’impresa pubblica. Se in Ita-lia, dopo cinquant’anni, laFiat non è finita all’Iri o inmani estere è un miracolo».

CONTINUA A PAGINA 36

I l ciclone Phailin che sta per investire l’India è potente come Katrina, che nel 2005 devastòNew Orleans uccidendo 1.200 persone. Phailin flagellerà il Golfo del Bengala con raffiche

di vento fino a 315 chilometri all’ora. (Nella foto, il ciclone dal satellite). CONTINUA A PAGINA 17

di MARIA LUISA AGNESE

di Massimo Gagginel supplemento

Pietro Mennea

Il sindaco e il Quirinale:qualche «no» si può dire

Matteo Renzi inaugura a Barila campagna elettorale in vistadelle primarie per segretario delPd. E subito entra nel dibattitopolitico: no all’amnistia e all’in-dulto. Ovvero alle scelte di Napo-litano. Spiega: «Affrontare oggiun tema come questo sarebbeun clamoroso autogol». Il pre-mier Letta lo rintuzza: «Non so-no d’accordo, nel messaggio delColle non ci sono ambiguità».

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Oggi

di MARIA TERESA MELI

«Abolire la Bossi-Fini»Ma il governo è diviso

Migranti Il premier attacca, Alfano frena

di ENRICO MARRO

Lattine, borse, abiti, dolci. La pubblicità tenta la personalizzazione

di TULLIO AVOLEDO

di GIAN GUIDO VECCHI

Niente donne tra i dirigentiAllora Twitter è sessista?

A PAGINA 12

laLettura

Con il Corriere

AFP

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(NRL

)

Entro la primavera 150 euro in busta paga. Saccomanni: siamo un Paese normale

Se il barattolo ha il tuo nome

Scenari

di MAURO MAGATTI

di EMANUELE BUZZI

Q uando il ministro Dario Franceschini chiamaMatteo Renzi per capire, da parte di Enrico

Letta, che cosa abbia detto su amnistia e indulto,lui non fa marcia indietro: «Napolitano ha il di-ritto di fare queste proposte, noi di bocciarle».

A PAGINA 9

P iù tagli, bonus ai dipendenti. Uno sgravio fiscale inbusta paga entro la primavera 2014. Meno tasse sul

lavoro dalla manovra del governo. Ma calano le risorseper gli enti locali. ALLE PAGINE 2 E 3 Ferraino, Gaggi, Tamburello

L attine, borse, abiti, dol-ci. Prodotti trasversali

e mass market che si ar-rendono alla ricerca dipersonalizzazione, al biso-gno di distinguersi e usci-re dalla massa, di differen-ziarsi autoaffermando lapropria personalità. Un’ur-genza che si aggira da tem-po tra i consumatori, mache è esplosa quasi comeun paradosso nel mondoapparentemente appiatti-to dei social network. Co-sì oggi anche la moda va acaccia di t-shirt persona-lizzate, di collanine con leiniziali e le cifre del pro-prio nome piovono su tut-ti gli status symbol.

A PAGINA 27

L’OCCHIO DELLA PAURA SULL’INDIA

Senza pentimento

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2 Primo Piano Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Il vertice Il governo

Saccomanni: ogni sforzoper ridurre le tasse sul lavoro«Siamo qui per dimostrare che siamo un Paese normale»Visco sul nostro sistema bancario: non è vulnerabile

DALLA NOSTRA INVIATA

WASHINGTON — «Faremoogni sforzo per ridurre il pesodel fisco sul lavoro e sulle im-prese». Il ministro dell’Econo-mia, Fabrizio Saccomanni, ri-badisce che la riduzione del cu-neo fiscale sarà il cuore dellefuture strategie economichenel governo, quelle che do-vranno sostenere la fragile ri-presa che sta per affermarsi inItalia. «Le prospettive stannomigliorando: dobbiamo rimet-tere in moto la crescita», affer-ma il ministro che ha accanto ilgovernatore della Banca d’ItaliaIgnazio Visco nella conferenzastampa finale del vertice delG20 finanziario e dell’assem-blea del Fmi. Due occasioni didibattito internazionale in cuidopo anni, «la crisi europea èstata lasciata un po’ da parte»,mentre hanno tenuto banco loshut-down e l’impatto del cam-biamento della linea di politicamonetaria degli Usa. In Europacomunque, afferma Saccoman-ni, «l’enfasi comune è sulle ri-forme strutturali per favorire lacrescita, la produttività e la

competitività».Il ministro dell’Economia si

sofferma ancora sulle prossimemisure del governo. «Manter-remo il quadro di riferimentoeuropeo e compenseremo l’in-tervento sul lavoro col mecca-nismo della spending review»,intesa non come tagli di spesatout court ma come elimina-zione degli sprechi, spiega an-cora Saccomanni, che pensa al-la legge di Stabilità che saràpresentata a giorni. «Abbiamoperso un po’ di tempo per lacrisi e l’incertezza politica, mail governo sta cominciando a

raccogliere i primi frutti», spie-ga quindi il ministro ammet-tendo di stare «sulle spine» perla lontananza da Roma, dove«proprio in queste ore si svol-gono molti colloqui e scambi diopinione che dovrebbero por-tare a una convergenza sulladefinizione delle strategie dibilancio».

« C i t e n e v o a v e n i r e aWashington per dare l’idea chel’Italia è un Paese normale, chepuò fare le sue strategie di bi-lancio senza essere assente daigrandi consessi internaziona-li», aggiunge però Saccomanni.

Il quale si sofferma brevementeanche sul capitolo dismissioni.Entro la fine dell’anno, ricorda,sarà definito il programma divalorizzazione degli asset pub-blici. Nella manovrina dei gior-ni scorsi il governo ha compre-so dismissioni per 500 milioni,«una piccola cosa certo, ma ab-biamo rotto il ghiaccio». L’ese-cutivo sta pensando anche allavendita di partecipazioni azio-narie, ma «non daremo antici-pazioni per evitare di provocareturbative di mercato». L’obiet-tivo è «dare un segnale sul fattoche il Paese è disponibile a ria-

prire certi dossier allo scopo difavorire gli investimenti».

Il governatore Visco illustrainvece la situazione della fi-nanza italiana, che è stata og-getto di un suo intervento alG20 e sulla cui solidità qui aWashington esperti e investito-ri hanno espresso qualche dub-bio. «Circolano cifre non verifi-cate», osserva Saccomanni.

Il fatto è — riassume Visco— che «molti non capisconocome un Paese come l’Italia cheha perso in cinque anni 9 puntidi Pil e il 25% di produzione in-dustriale, abbia ancora un si-stema bancario non collassatoe ancora in grado di andare suimercati a raccogliere denaro».

È quasi «un paradosso» che

si spiega con quattro elementi:una vigilanza molto attenta; ilfatto che le banche hanno as-sunto sì molti rischi ma soprat-tutto nei confronti delle impre-se e non nei prodotti strutturatie derivati come molti istitutiesteri; la circostanza che aveva-no extraprofitti e l’impegnomesso nell’aumentare il capita-le, passato dal 6% al 10-11%.

«Non c’è problema di vulne-

rabilità del sistema bancarioitaliano», aggiunge Visco, se-condo il quale sono due ora legrandi sfide da affrontare. Bi-sogna innanzitutto evitare laconnessione tra rischio sovra-no e rischio del credito attra-verso la vigilanza Ue e quindiridurre il credito deterioratocon un miglioramento del-l’economia.

Un miglioramento che ci sa-rà ma senza dimenticare chenel complesso, come ribadisceil presidente della Bce, MarioDraghi, al termine degli incon-tri di Washington, la ripresaeuropea «è ancora debole e fra-gile».

Stefania Tamburello© RIPRODUZ ONE RISERVATA

«Tutti soddisfatti della recu-perata stabilità dell’eurozona edella fine della recessione nel-l’area Ue, d’accordo. Ma se capi-sco bene la prospettiva per l’Eu-ropa è quella di un lungo periododi sostanziale stagnazione. Per-ché fare previsioni di una crescitatra zero e uno per cento l’annoprossimo per arrivare poi, nel2018, a non più dell’1-2 per cen-to, questo significa. Ma è sosteni-bile? E per quanto?». Fred Berg-sten interviene verso la fine diuna discussione sulla stabilizza-zione dell’eurozona animata so-prattutto dagli analisti dell’agen-zia di «rating» Moody’s — Vinhasde Souza e Dietmar Hornung —che si svolge al Peterson Institute,il principale centro di studi inter-nazionali di Washington, fondatoproprio da Bergsten. Gli espertiche fin lì hanno illustrato tavoleabbastanza rassicuranti sulla finedell’emergenza-deficit nell’Euro-pa mediterranea riconosconoche, sì, il rischio che la stagnazio-ne divenga una malattia cronicac’è tutto; i miglioramenti dal latodei conti pubblici nel Sud del-l’Europa (Italia, Spagna, Porto-gallo, Grecia) sono significativi eormai strutturali. Ma l’aver evita-to il peggio rischia di dare un fal-so senso di sicurezza: vengonomeno il coraggio e la creativitànecessari per trovare nuove stra-de verso la crescita. Come semprei meeting annuali del Fondo mo-netario e della Banca Mondialesono l’occasione per riunire go-vernanti, banchieri centrali, fi-nanzieri ed economisti di tutto ilmondo, chiamati a discutere del-le prospettive economiche nellasede di questi organismi multila-terali, ma soprattutto in una mi-

riade di seminari che si svolgononei tanti «think tank» della capi-tale. Quest’anno l’attenzione èovviamente concentrata sulloscontro tutto politico sul tetto deldebito pubblico Usa in corso apochi isolati da qui nelle aule delCongresso. Gli appelli al senso diresponsabilità di repubblicani edemocratici per non far precipi-tare l’America in un «default» cheavrebbe conseguenze devastantiper tutto il mondo e la preoccu-pazione per un rallentamentodelle economie dei Paesi emer-genti, dalla Cina al Brasile, assaipiù pronunciato di quello che erastato diagnosticato a luglio, han-no ovviamente tolto dal cono deiriflettori l’Europa. Mohamed El-Erian, l’amministratore delegato

di Pimco, il più grande fondo ob-bligazionario del mondo, che an-cora un anno fa parlava soprat-tutto delle difficoltà dell’eurozo-na, ora lancia allarmi diretti versoCapitol Hill: «Un Parlamento chegioca alla roulette russa», «ri-schio catastrofico» se non vienealzato subito il tetto del debito. Eal meeting del Bretton WoodsCommittee avverte che, anche sesi eviterà il peggio, questo «peri-odo di grande irrazionalità dellapolitica americana» avrà conse-guenze economiche pesanti.«Anche per i Paesi emergenti che,già in difficoltà di loro, ora assor-bono — secondo El-Erian — an-che l’instabilità prodotta dal Pae-se che emette la valuta di scambiodel mondo», cioè il dollaro. Euro-

pa riabilitata anche perché il Fon-do monetario, non più chiamatoa effettuare massicci interventid’emergenza per la Grecia, tira unsospiro di sollievo e può tornare afunzionare in modo normale. Mail sollievo per la fine dell’allarmerosso non può essere scambiatoper un ritorno alla normalità. Laprospettiva di una lunga stagna-zione spaventa: con un’economiache rimane ferma può essere ga-rantita la tenuta delle banche? Eche ne sarà della coesione socialetra inevitabili tagli del «welfare»e disoccupazione che in molti Pa-esi è ormai al 25%? Sono le do-mande che si pongono economi-sti come Jeromin Zettelmeyer delPeterson o Hornung di Moody’s.Il quale condisce tutto con una

raffica di tabelle che il-lustrano i progressi fattie i pericoli che rimango-no. Con una nota di pre-occupazione in più perl’Italia. Anche laddove iPaesi più sofferenti del-l’Europa hanno realiz-

zato progressi, il nostro Paesesembra avere problemi aggiunti-vi. Il deficit pubblico è più bassoche altrove, è vero, ma il risultatoè frutto anche di un vistoso tagliodegli investimenti pubblici.Mentre il costo del lavoro perunità di prodotto da noi sale piùdegli altri Pigs. Rispetto ai qualisiamo in ritardo anche per quan-to riguarda la ripresa delle espor-tazioni. Soluzioni? Al convegnodi Banca Intesa, Martin Feldstein,decano degli economisti ameri-cani, propone cambiamenti radi-cali, a cominciare dalla svaluta-zione dell’euro che dovrebbepassare da 1,35 a 1,10 nel rappor-to col dollaro. Ma non spiega co-me.

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WashingtonIl ministrodell’Econo-mia FabrizioSaccomanniieri al mee-ting del Fon-do moneta-rio interna-zionale

L’indagine della Cgil

Fisco: 9,3 milioni di italiani sono incapientiTroppo poveri da non avere «sconti» fiscali:le persone in Italia cosiddette incapientisono 9,3 milioni e per la gran parte, l’80%circa, sono lavoratori dipendenti epensionati (7,2 milioni) che popolano laclasse dei redditi «fino a 15 mila euro»l’anno. A dirlo è un’indaginedell’Associazione Bruno Trentin-Isf-Ires

della Cgil e del Cer (Centro Europa ricerche),che denuncia come il sistema fiscale italianosia «sempre più iniquo» e «sempre piùgrave» il fenomeno dell’incapienza: vale adire l’impossibilità di usufruire, in tutto o inparte, di deduzioni e detrazioni, perché illivello di reddito (e di imposta) è così bassoda non lasciare spazio a tali benefici.

L’analisi Il nuovo ruolo del Fondo monetario internazionale

QUEI SINTOMI DI RIPRESAE IL LACCIO DELLA STAGNAZIONE

2,9 per cento Lacrescita mondialenel 2013 (Fmi)

Le priorità al verticeDopo anni la crisieuropea ha ceduto ilpasso allo «shut-down» americano

diMASSIMO GAGGI

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Primo Piano 3#

L’intervista

Tabellini: sanità e sprechiEcco dove intervenireLa Bce? È stata decisiva

La legge di Stabilità Verso la riduzione del cuneo fiscale di 150-200 euro per i redditi fino a 55 mila euro

Tagli alle Regioni e busta paga più pesanteUna manovra complessivada 12-15 miliardi nel 2014

ROMA — Uno sgravio fiscale inbusta paga, tutto in un’unica soluzio-ne, entro la primavera del 2014. Attor-no a questa ipotesi i tecnici del gover-no stanno facendo i conti in vista dellalegge di Stabilità che il Consiglio deiministri approverà martedì. Ma i ri-sultati non sono esaltanti. Il perché èpresto detto. Le risorse a disposizionesono poche e anche ipotizzando chedei 5 miliardi di taglio del cuneo fisca-le di cui si parla più della metà, dicia-mo pure 3 miliardi, vada ai lavoratoriattraverso un aumento delle attualidetrazioni sul lavoro dipendente(1.840 euro fino a 8 mila euro lordi direddito e poi a scalare fino ad azzerarsia 55 mila euro lordi), in media entre-rebbero in busta paga appena 150-200euro netti in più all’anno.

I contribuenti con redditi da lavorodipendente fra zero e 55 mila euro lor-di annui (circa 2.800 euro netti al me-se) sono infatti quasi 20 milioni (il 95%del totale), compresi circa 3 milioni disoggetti che non pagano l’Irpef o per-ché hanno redditi molto bassi («inca-pienti») o perché azzerano l’imposta

grazie a detrazioni e deduzioni. Se sisuddividono 3 miliardi per 20 milionisi ottiene appunto un bonus di 150 eu-ro medi da articolare in base al reddito(maggiore per quelli bassi) come unaumento della detrazione per chi puòfarla valere e come un’imposta negati-va per gli incapienti. Entrambe verreb-bero liquidate dal sostituto d’imposta,

cioè dall’azienda, in un’unica soluzio-ne. Per far lievitare il bonus, ferma re-stando la torta di 3 miliardi, bisogne-rebbe restringere la platea dei benefi-ciari, fermandosi a livelli di reddito in-feriori. Ma senza grandi risultati.Fermarsi a 40 mila euro lordi (2.180euro netti al mese), per esempio, re-stringerebbe la platea di appena unmilione di contribuenti e il bonus me-dio salirebbe di poco, a 158 euro. Ov-viamente, il bonus sarebbe più consi-stente se si escludessero gli incapienti,ma contro questa eventualità è schie-rato il segretario del Pd, GuglielmoEpifani. Bisogna inoltre ricordare chele ipotesi descritte finora non toccano ipensionati (come invece vorrebbero isindacati), per i quali ci sarebbe incompenso lo sblocco dell’adeguamen-to all’inflazione, almeno per quelle fi-no a 6 volte il minimo (3 mila euro lor-di), anche se tra le ipotesi c’è il tagliodelle percentuali di adeguamento pre-viste prima del blocco 2012-2013 sta-bilito dalla legge Fornero (al 90% fra tree cinque volte il minimo e il 75% fracinque e sei volte il minimo). Come sivede, non c’è molto da aspettarsi. Perquesto il governo punta a un program-ma triennale di sgravi, che a regimepotrebbe arrivare a 10-15 miliardi. Ilbonus cioè aumenterebbe di anno inanno nel periodo 2014-2016, in linea

no ci sono appunto le Regioni, oltre aiministeri, compresa la sanità.

Tornando al cuneo fiscale, ma per laparte riguardante le imprese e i lavo-ratori autonomi, si ipotizza il rafforza-mento degli sgravi Irap legati al costodel lavoro e alle assunzioni a tempoindeterminato (la legge di Stabilità2013, riscritta dagli allora relatori PierPaolo Baretta e Renato Brunetta giàprevede incentivi che scattano dal2014), il taglio dei premi Inail e nuovibonus per chi assume giovani svan-taggiati da finanziare ancora con ifondi strutturali europei. Anche qui ilproblema è che le risorse sono poche.A fronte dei 10 miliardi chiesti dallaConfindustria ce ne sarebbero 2-2,5nel 2014. Ma non pare ci siano alter-native. Lo stesso Pdl che con Brunettaha consegnato a Letta un documentodettagliato sulle cose da fare e su dovetrovare i soldi, sul cuneo ipotizza untaglio di 5 miliardi nel 2014 e altret-tanti nel 2015 e 2016. Il deficit, l’annoprossimo, magari non sfonderà il 3%del Pil, ma gli italiani difficilmente siaccorgeranno di pagare meno tasse.Ma l’ultima parola sull’entità del ta-glio del cuneo, ripetono tutti, anche aPalazzo Chigi, spetta a Letta: «Stiamoaspettando le sue indicazioni».

Enrico Marro© RIPRODUZIONE RISERVATA

I calcoli della Cgia

«Le tasse? Restanosempre 100»Sono sempre cento le tasse chegravano annualmente sugliitaliani tra addizionali, imposte,ritenute, tasse e tributi. Lo harilevato la Cgia di Mestre, percui gli incassi assicurati dalleprime 10 imposte valgono quasi413,3 miliardi di euro. A frontedi un ammontare complessivodi oltre 472 miliardi.

95per centoI contribuenticon redditi da lavorodipendente fra zeroe 55 mila euro lordil’anno (circa 2.800euro netti al mese):sono quasi 20 milioni

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Cinque miliardi per tagliaretasse e contributi sul lavoro

1Per il taglio al cuneo fiscale —tasse e contributi sul lavoro — ilgoverno potrebbe mettere sulpiatto in tutto 5 miliardi. Il taglioal cuneo potrebbe concretizzarsiper i lavoratori dipendenti sotto i55.000 euro di reddito (dove siazzerano le detrazioni) in 150-200 euro in più in busta paga.

Spesa, tagli agli sprechiper riequilibrare i conti

2Una misura sul tavolo è ilcontenimento della spesapubblica, agendo sugli sprechi.Tra gli obiettivi della norma c’è ilrispetto, sul lungo periodo, deiparametri di spesa chiestidall’Europa, come il rapportotra deficit e Prodotto internolordo.

Service tax, oneri e quotedi proprietari e inquilini

3Per quanto riguarda il capitolodella «Service tax», l’imposta chedovrebbe rimpiazzare l’Imu, siragiona ancora sulle duecomponenti: quella patrimonialee quella di servizio. Vale a dire:come distribuire la tassa tra iproprietari degli immobili e chi neusufruisce (gli affittuari).

Imposte sulla casa,che cosa cambia per i Comuni

4Un’ipotesi di accordo tra Stato eComuni potrebbe prevedere unminor alleggerimento del contoai primi cittadini per il passaggiodall’Imu alla Service tax,cercando però di azzerare i tagliai trasferimenti che stannoadesso pesando (anche con lamanovrina sul deficit).

Cassa integrazione, le risorseper rifinanziarla

5Quattro miliardi dovrebberoessere destinati alle speseindifferibili (missioni, contratti vari,5 per mille, trasporto pubblicolocale) e al rifinanziamento dellacassa integrazione in deroga. Neiprimi nove mesi dell’anno sonocirca 790 milioni le ore autorizzatedi cassa integrazione.

Le scadenze

15 ottobreLa leggedi Stabilitàentro martedìIl governo deve presentare inParlamento la legge diStabilità (la manovra difinanza pubblica) entro il 15ottobre, come stabilito dallalegge. Il Parlamento hatempo di esaminarla edemendarla fino al 31dicembre. Il governo devepresentare la legge diStabilità anche a Bruxelles,prima all’Eurogruppo e poialla Commissione

16 dicembreSeconde case,la nuova ratadell’ImuI proprietari delle seconde casedevono saldare la seconda ratadell’Imu entro il 16 dicembre.Sulle abitazioni principali (casedi lusso escluse), invece, ilgoverno ha abolito la tassa,almeno per la prima rata. A fineanno i contribuenti dovrannoanche pagare l’ultima rata dellaTares: i Comuni hanno fattosapere che arriverà a dicembreil conguaglio sull’imposta suirifiuti.

31 dicembreRapportodeficit/Pilsotto il 3%Entro il 31 dicembre, con lachiusura dell’esercizio,lo Stato deve rispettare unrapporto deficit/Pil sottoil 3%. Il premier ha ribaditoche il cuore della legge diStabilità sarà la riduzionedel cuneo fiscale e dunquedel costo del lavoro, che saràaccompagnato da misure asostegno degli investimentie dell’occupazione nel pienorispetto però dei vincoli dibilancio

Il convegnoGuido Tabellini,57 anni,è professoredi economiaall’UniversitàBocconidal 1994. Ne èstato il rettoredal 2008 al2012. Martedìsarà uno deirelatori dellaconferenza allaBocconi«Banchiericentrali: salvatorio peccatori?»

Chi è

MILANO — Banchieri centrali: salvatorio peccatori? Alla domanda provocatoria, madi grande attualità, che dà il titolo a una con-ferenza internazionale organizzata martedìdall’Università Bocconi, con la collaborazio-ne di Arca, Guido Tabellini non esita: «Salva-tori. La crisi è scoppiata per gli errori di rego-lamentazione e supervisione. Non ci sono al-ternative a ciò che hanno fatto la Federal Re-serve, la Banca d’Inghilterra, e in misuraminore la Bce. I banchieri centrali sono riu-sciti a rallentare gli effetti peggiori di una cri-si che poteva essere ancora più grave. È veroche c’è stato un accumulo eccessivo di debi-to, ma la responsabilità è soprattutto delleautorità di regolamentazione», sostienel’economista ed ex rettore della Bocconi.

Una politica monetaria troppo espansi-va per troppo a lungoperò èunadrogaper imercati e provoca bolle.

«Quello che conta è il debito in proporzio-ne al reddito. La politica monetaria opera sulreddito più che sul debito direttamente: senon fosse stata così accomodante avremmoavuto una caduta ancora più profonda del-

l’economia, e quindi il debito rispetto al red-dito sarebbe salito ancora di più».

Cominciamo dall’America. La Fed ha an-nunciato che comincerà gradualmente a ri-durre ilmassiccio piano di stimoli, il cosid-detto «tapering». Che cosa si aspetta?

«Sappiamo che la ripresa, dopo una crisicome questa, è sempre molto lenta, ma credoche un po’ di tapering comincerà quanto pri-ma. L’incognita è data da questo game of chi-cken con budget e tetto del debito a cui stan-no giocando gli americani: se il gioco finiscebene, come prevedo, torniamo a uno scena-rio in cui la riduzione degli stimoli cominciaverso fine anno o i primi mesi dell’annoprossimo. Ma la Fed reagirà ai dati sull’eco-nomia».

Parliamo di Europa.«La Bce non sta facendo quello che ha fat-

to la banca centrale americana, per ragionipolitiche e istituzionali. Anche senza attivarel’Omt, cioè il programma di acquisti direttidi titoli di Stato a breve termine dei Paesi del-l’eurozona in emergenza, la Bce però potreb-be fare di più, tagliando i tassi, che possono

scendere fino a zero, e poi potrebbe fare pa-gare un tasso di interesse alle banche sulleloro riserve, per indurle a prestare di più. Maesistono anche altri strumenti, come ha di-mostrato la Federal Reserve. Ad esempio,l’acquisto di obbligazioni garantite dai mutuio altri asset. La Bce potrebbe utilizzare unostrumento del genere per facilitare la cartola-rizzazione dei prestiti alle piccole e medieimprese. Il problema è che questo tipo di in-terventi avrebbero effetti redistributivi nel-l’area euro. E la Germania e altri Paesi, comela Finlandia, si opporrebbero».

Mario Draghi ha preferito il cosiddetto«Ltro», il programma di rifinanziamento alungo termine.

«Ltro è servito perché le banche del SudEuropa avevano difficoltà a finanziarsi, an-che se questi prestiti nel 2014 verranno a sca-denza. Essendo stata l’unica mossa impor-tante di politica monetaria, senza essere ac-compagnata da altre misure espansive, haperò avuto il difetto di approfondire il lega-me tra banche e Stati sovrani».

Alla Bce resta però la facoltà di attivarel’Omt che, senza mai essere usato, finora èbastato a frenare la speculazione sui mer-cati.

«Dal punto di vista dell’economia europeasarebbe desiderabile che la Bce acquistasse ititoli del debito pubblico del Sud Europa sen-za il bisogno di negoziazioni politiche pre-ventive. Ma dobbiamo stare attenti a non es-sere troppo ottimisti: se nei prossimi mesi inItalia non prenderemo misure dolorose, sa-remo costretti a chiedere l’intervento del-l’Omt».

Il problema dell’Italia è la crescita.«Serve un segnale importante di cambia-

mento, che si può dare anche con provvedi-menti distribuiti su più anni ma annunciatisubito. La cosa più efficace in questo mo-mento, per spingere l’economia e creare oc-cupazione, è la riduzione degli oneri sociali.Ma servono almeno 20-30 miliardi su un ar-co di 2-3 anni, e senza che questo faccia salirela pressione fiscale».

Il governo non è riuscito a trovare pochimiliardi per impedire l’aumento dell’Iva,dove troverà 20-30 miliardi per il cuneo fi-scale?

«Il problema è politico, non tecnico. È dif-ficile se si cercano risorse solo con i guadagnidi efficienza dell’amministrazione, dove si ègià spremuto molto. Un settore da conside-rare? I finanziamenti alle imprese, ad esem-pio ai trasporti locali o alle società che nonoperano sui mercati internazionali. France-sco Giavazzi aveva stimato risparmi per 30miliardi: immaginiamo che siano anche me-no della metà, non è poco. Sulle pensioni sipuò fare di più per evitare di pagare assegnitroppo alti. Con una prospettiva pluriennaledi riforma, si può intervenire nel pubblicoimpiego. Un tema sono i salari: perché pa-ghiamo gli stessi stipendi al Nord e al Suddove il costo della vita è molto diverso?Un’altra area dove è inevitabile cambiare è lasanità, per far si che le persone più abbientipaghino una frazione più alta al Servizio sa-nitario».

Giuliana Ferraino@16febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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con l’avanzamento del piano di spen-ding review (taglio della spesa pubbli-ca corrente) che sarà portato avanti dalsupercommissario, Carlo Cottarelli,che si insedierà il 23 ottobre.

Letta ha promesso alle forze dellamaggioranza che manderà in Parla-mento una legge di Stabilità «nonblindata», ma «aperta» alle modifiche.Questo significa che potrebbe essere lostesso governo, sulla base di un primopiano d’azione di Cottarelli, a poten-ziare l’intervento sul cuneo fiscale o al-tre misure per lo sviluppo, con emen-damenti che verrebbero presentati du-rante la discussione parlamentare. Magià si annuncia scontro, in particolarecon le Regioni perché la manovra fi-nanziaria che per il solo 2014 dovreb-be valere 12-15 miliardi sarà fatta per idue terzi di tagli alla spesa. E nel miri-

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4 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

utilizzodel gas naturaleper lo sviluppo locale

fornitura del 60%dell’energia elettrica

della Repubblica del Congo

elettricità accessibilea oltre 300.000 abitanti di Pointe-Noire

per te, è un grado in meno sul termostato di casa. per noi di eni, è la realizzazione della Centrale Electrique duCongo, che ha portato a Pointe-Noire l’elettricità a oltre 300.000 persone che fino a oggi non ne avevano.per farlo, valorizziamo localmente il gas naturale estratto dai nostri campi.

Centrale Electrique du Congo: l’impegno eni per l’accessibilità

prenderci cura dell’energia vuol dire creare nuova energia, insieme

guarda gli spot su rethinkenergy.eni.com

eni.com

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Primo Piano 5

L’exnazistaLe polemiche

Marino contro i funerali di PriebkeIl Vaticano: «Non sono previsti»Il legale dell’ex SS: un suo diritto. La questura: niente cerimonie solenni

ROMA — L’appuntamentocon l’avvocato di Erich Priebke,Paolo Giachini, è alle 17 (ieri po-meriggio) in piazza Risorgimen-to, San Pietro sta proprio a duepassi e con la Chiesa in queste orebisognerà ragionare, per deciderese, come, quando e dove celebra-re le esequie e assicurare una cri-stiana sepoltura al boia delle Fos-se Ardeatine. É scoppiato un granputiferio, sono insorti ieri l’asso-ciazione partigiani, l’ex sindacoVeltroni, la Comunità ebraica: «Ilfunerale di Priebke a Roma sareb-be uno sfregio». E ancora: «Romaantinazista e antifascista» farà ditutto «per negare la sepoltura aun criminale», ha tuonato il sin-daco Ignazio Marino, pronto achiedere l’intervento del Prefetto.Per tutto questo l’avvocato Gia-chini ha deciso di fare chiarezza:

«Per una forma di rispetto — an-ticipa al Corriere — aspetteremoquasi sicuramente che passi mer-coledì (16 ottobre, giorno del 70°anniversario del rastrellamentonazista del Ghetto di Roma, ndr).Perché noi non vogliamo provo-care nessuno. Semplicemente, ilsignor Priebke era un fedele dellaChiesa, si confessava e ha anchericevuto l’assoluzione. Perciò cre-do sia suo diritto avere un funera-le. La Curia stessa mi ha detto cheil signor Priebke ha diritto alleesequie».

Strano, però, perché il Vicaria-to di Roma ha dichiarato che perPriebke «non è prevista nessunacelebrazione esequiale in unachiesa di Roma». E queste parolesono state accolte con enorme fa-vore dalla Comunità ebraica:«Una decisione unica nella storia

— secondo Riccardo Pacifici, pre-sidente della Comunità romana—. Perché non si può essere anti-semiti se cattolici...». Eppure Gia-chini resta convinto che il funera-le a Roma si farà. «Lunedì (doma-ni, ndr) — racconta — dovreiavere il certificato della causa del-la morte dal medico militare, per-ché il signor Priebke non aveva lamutua e dunque nemmeno un

medico di base. Con quel certifi-cato potremo andare in una chie-sa per chiedere di celebrare il ri-to».

Intanto la Questura ha fatto sa-pere che vieterà qualsiasi celebra-zione in forma solenne. «Nessu-no però — puntualizza Giachini— ha mai parlato di funerale so-lenne o di una Chiesa che sia perforza del Centro storico. Ci tengoa rassicurare il sindaco, il prefet-to, il Vicariato, la stessa comunitàebraica: non abbiamo ancora de-ciso dove, ma il funerale si svol-gerà alla presenza solo dei parentistretti e degli amici più intimi».Come avvenne per la festa dicompleanno, due mesi fa? «Sì, mapurtroppo tanta gente vuole solofare rumore e buttarla in politi-ca». E per la sepoltura? «Ci sonotre strade — dice Giachini —. Levaluterò insieme ai parenti chefarò venire solo quando sarannopronti tutti i documenti e questaburiana sarà passata. Una strada è

la Germania perchè Priebke era diBerlino (e in Germania vive unodei suoi due figli, Ingo, ndr).Un’altra è l’Argentina, cioè Bari-loche (dov’è sepolta la moglieAlice e dove vive l’altro figlio, Jor-ge, ndr) dove ho saputo però cheil governo ha posto il veto, ma noinon abbiamo ancora fatto alcunarichiesta. L’ultima strada, infine,si chiama Italia: in poche ore hogià ricevuto almeno 20 offerte dacittadini pronti a mettere a dispo-sizione le loro cappelle di fami-glia. Anche un sindaco, di cui nonsvelo il nome e la città perchè nonvuole farsi pubblicità, è pronto adaprire il suo cimitero. Eppoi, ulti-ma soluzione, c’è sempre il mioposto libero nella tomba di fami-glia del paese d’origine (Giachiniè marchigiano, ndr). L’importan-te è che si chiuda per sempre lacampagna dell’odio».

Sarà difficile: in giro per Romasono già comparse svastiche suimuri e croci uncinate disegnateperfino sui biglietti lasciati inmezzo ai fiori sotto la casa diPriebke a Boccea. Qualcuno, perfortuna, ieri le ha fatte sparire.

Fabrizio Caccia© RIPRODUZIONE RISERVATA

I gerarchi catturati

L’intervista Il cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld

«Lui, Eichmann e gli altriBoia felici di esserlosenza mai un rimorso»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PARIGI — Nel 1943 Serge Klarsfeldsfuggì alla Gestapo, a Nizza. Suo pa-dre venne catturato e deportato a Au-schwitz. Serge aveva 8 anni. Il restodella sua vita lo ha dedicato a ritrova-re — con l’aiuto della moglie Beate —i capi nazisti per trascinarli in tribu-nale.Signor Klarsfeld, è sorpreso dal

testamento di Erich Priebke? Quelsuo ripetere che l’Olocausto èun’invenzione, che ad Auschwitzc’erano cucine più che camere agas, che lui comunque non ha maifatto altro che ubbidire agli ordini?

«No, sarei sorpreso del contrario.

Io ho ritrovato e fatto processare tragli altri anche Klaus Barbie (sopran-nominato “il macellaio di Lione”,ndr), che deportò centinaia di ebreidi Francia e in particolare 44 bambi-ni. Abbiamo mai sentito da lui unaparola di pentimento? L’abbiamo maiudita da Adolf Eichmann? Priebke èun boia uguale a tutti gli altri, non fache ripetere il copione tipico di tutti inazisti che sono stati catturati dopola guerra».Perché, secondo lei? Forse non

voleva deludere quelli che avrebbe-ro poi scritto sui muri «onore aPriebke» con la croce celtica? C’è unclima, in Europa, che rende possibi-le queste assurdità?

«No, non credo sia questo il moti-vo e non mi sento di lanciare allarmi.A parte qualche imbecille, l’opinionepubblica europea sa che l’Olocausto èesistito e Priebke è morto sapendo disuscitare il disgusto nella stragrandemaggioranza della popolazione».Quindi Priebke è rimasto fedele a

una linea concordata?«Sì, tutti i nazisti catturati hanno

sempre risposto allo stesso modo,con quel ritornello di ubbidire agliordini... Né Priebke né nessun altroha avuto mai la forza di assumersi lesue responsabilità di boia, di dire laverità, cioè “ammazzavo gli ebreiperché potevo farlo ed ero contento”.Si sono tutti dati un gran da fare neldare la colpa agli altri, a chi dava gliordini, anche se molti ordini li hannodati loro stessi. Forse, in qualche Pae-se del Medio Oriente dove si contestaancora l’esistenza stessa dell’Olocau-sto, Priebke avrebbe persino rivendi-cato le sue gesta. Non poteva farlo inItalia, in Europa. Ha scelto la rimozio-ne, la negazione. È qualcosa di psi-chiatrico, comune a tutti loro. Qual-cosa che forse ha anche a che fare conil bisogno di poter guardare ancora infaccia i figli, i famigliari. C’è una di-stanza che lascia sgomenti tra le loroazioni durante la guerra e il loroumore da sconfitti in fuga. Non unoche sia crollato sotto il peso del ri-morso».Che pensa del rifiuto di Roma e

dell’Argentina di accoglierne la sal-ma?

«Non saprei, neanche questo misorprende. Come non mi ha turbato ilfatto che Priebke abbia vissuto tanto.La durata e la qualità della vita nondipendono affatto dalla moralità del-la persona, come si vede. Altri gerar-chi hanno vissuto molto a lungo. Miconsola pensare che anche alcuni de-portati sopravvissuti ad Auschwitz ci

sono riusciti. Israele disperse le ce-neri di Eichmann in mare, l’Ar-

gentina non vuole esaudire ildesiderio di Priebke di esse-re sepolto accanto a suamoglie. Mi è tutto somma-to indifferente».Signor Klarsfeld, la sua

battaglia continua?«Continua la mia battaglia

per tenere viva la memoria deideportati, con la mia Associazio-

ne dei figli e delle figlie dei deportatiebrei di Francia. Ma la caccia ai crimi-nali nazisti ormai si sta concludendo.Ho sempre cercato di colpire i pescigrossi, quelli che realmente avevanodelle responsabilità enormi nell’ese-cuzione del massacro, e quelli sonomorti o sono negli ultimi mesi di vi-ta. A questo punto della vicenda sto-

rica bisogna fare molta attenzio-ne».

Che cosa intende?«Dobbiamo essere in gra-

do di fermarci, di non acca-nirci. I grandi colpevoli nonci sono più. Resta qualchepesce piccolo, e il problema

con loro è accertarsi che ab-biamo davvero commesso

crimini contro l’umanità. Lalegge tedesca è la meno selettiva

nella materia, consente di arrivare fi-no ai guardiani dei campi. Ma a que-sto punto, siamo sicuri che solo perquesto siano responsabili? La pro-spettiva di condannare un innocentemi spaventa tanto quanto quella dilasciare indisturbato un massacrato-re. Nei prossimi mesi nel Baden-Württemberg verrà organizzato unprocesso contro uno di questi guar-diani, ormai molto anziano. E io nonso ancora se vorrò partecipare».

Stefano Montefiori@Stef_Montefiori

© R PRODUZIONE RISERVATA

Il convegno cancellato

«Il 16 ottobrenon si parleràdi Hitler»

ROMA — «Abbiamo presoatto che la data scelta per laconferenza non eraappropriata e l’abbiamocancellata. Il 16 ottobre nonè un giorno per fare analisistoriche, ma per stare insilenzio ricordando queitragici avvenimenti».Franco Pavoncelli,presidente della John CabotUniversity, si dice «colpito eaddolorato» dalla vicendaraccontata ieri dal Corriere,che ha riportato le protestedella comunità ebraica difronte al convegno storicosui 75 anni della visita diHitler in Italia, che l’Istitutodi Studi Germanici di VillaStuart, la John Cabot e ilFestival della Diplomaziaavevano messo in calendarioproprio mercoledì prossimo,giorno in cui Romacommemora il settantesimoanniversario della razzianazista del ghetto.A sua difesa Pavoncelliinvoca il merito delconvegno, basato sul film diPiero Melograni dedicato alviaggio del Führer del 1938.«È un film straziante,incredibile: racconta un fattocon cui si dovrebbero fare iconti per capire fino in fondodove ebbe inizio la traiettoriache portò l’Italia nell’incubodell’alleanza col nazismo edove fu l’origine dei fatti del16 ottobre. È un’operaessenziale e importante».Professore, nessuno contestail contenuto del film diMelograni e le motivazionidella conferenza. Il punto erala scelta di una data infelice.Com’è stato possibile?«C’è stata probabilmenteuna leggerezza divalutazione. Non ho avutoun ruolo diretto, se l’avessiavuto ci avrei pensato duevolte. Ma la presentazionedel film non deriva da scarsasensibilità storica, bensì dalsuo contrario: questodocumento non è statoancora analizzatostoricamente ed è unalacuna che va colmata».

P.Val.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi è

AvvocatoSerge Klarsfeld,78 anni, è avvocato,scrittore e storicoromeno. Dopo esseresfuggito nel 1943alla Gestapo, dedicòla sua vita alla catturadei capi nazistiche deportaronogli ebrei

Maurice PaponNel 1942 era se-gretario generaledella prefetturadella Gironda,in Francia

René BousquetCapo della poliziadi Vichy dall’aprile1942 al dicembre1943. È stato as-sassinato nel 1993

Klaus BarbieNoto anche co-me il boia di Li-one, fu il co-mandante dellaGestapo nellacittà francese

Sul muro Una scritta per Priebke comparsa ieri a duecento metri dalla casa in cui abitava

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6 Primo Piano Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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L’exnazistaLe esequie Si possono negare i funerali ma l’importante è capire che, nel caso, il noha uno scopo magisteriale Francesco Coccopalmerio, canonista vaticano

MA LA CHIESA PUÒ RIFIUTARSI?SÌ SE C’È «PUBBLICO SCANDALO»Il canonista: «Così si afferma il male dei comportamenti»

SEGUE DALLA PRIMA

Dal Palazzo del Laterano non arriva-no altri commenti ufficiali. Ma il «nonè previsto», si fa sapere, non vuol dire«al momento» e poi si vedrà: significache i funerali in una chiesa romananon ci saranno. In Vicariato, peraltro,non risulta che né il diretto interessatoné un familiare lo abbia chiesto.

Quanto al pentimento, non ce n’ètraccia nelle rivendicazioni postume enelle considerazioni negazioniste delcapitano nazista. Dopodiché una pre-ghiera o una benedizione «non si ne-gano a nessuno». Ma per i funerali lafaccenda è diversa e per la Chiesa nonesiste il «diritto» evocato dal legale delboia delle Ardeatine. La Chiesa, per di-re, ha già negato i funerali ai mafiosi,da ultimo il vescovo di Acireale Anto-nino Raspanti ha emesso il 20 giugnoun «decreto di privazione dalle esequieecclesiastiche per chi è stato condan-nato per reati di mafia». In questi casisi ripropone sempre il dilemma tra ilmale compiuto e la misericordia cri-stiana.

Non è mai una decisione facile, spie-ga il cardinale Francesco Coccopalme-rio, grande canonista vaticano e presi-dente del pontificio Consiglio per i te-sti legislativi: «Ci può essere una ten-

s i o n e t r a l a m i s e r i c o r d i a , l acomprensione di una persona nellasua soggettività, e l’affermazione diuna verità oggettiva. Se una persona sicomporta in modo negativo, contrarioalla morale cristiana, ci si può regolarein due modi: affidarlo al giudizio e allamisericordia di Dio, e concedere i fu-nerali; oppure negarli per affermare ilmale del suo comportamento. È unequilibrio difficile tra due finalità di-verse». E quindi? «Si deve vedere divolta in volta. Considerare, nel casoconcreto, che cosa prevale», spiega ilcardinale. Una cosa è certa, però: «Nes-suno mette in dubbio che la Chiesapossa negare i funerali religiosi. L’im-portante è capire che il no alle esequie,nel caso, ha uno scopo magisteriale.Allo stesso modo, anche se si conce-dessero i funerali, si tratta di spiegareche non significa un’approvazione delcomportamento della persona».

Il diritto canonico considera i casi li-mite: «apostati, eretici, scismatici», chiha scelto la cremazione «per ragionicontrarie alla fede cristiana» e, appun-to, i «peccatori manifesti» il cui fune-rale darebbe «pubblico scandalo» ai fe-deli. Certo, «la Chiesa annuncia il pri-mato della misericordia di Dio, cui tut-ti sono affidati», riflette un grandeteologo come l’arcivescovo Bruno For-

te. Ma, nel caso concreto di Priebke,«celebrare i funerali significherebbedire che quest’uomo, pur essendo unpeccatore, era in comunione con laChiesa. E questo non avrebbe senso,sarebbe un’ambiguità inammissibile:come si fa a ritenere in comunione conla Chiesa uno che fino all’ultimo ha ne-gato pervicacemente la Shoah? Priebkenon voleva essere in comunione nellacondanna senza appello, ribadita piùvolte dalla dottrina, della Shoah comemale assoluto, radicale». Così la Chiesa«mostra la sua totale vicinanza alla let-tura che della Shoah dà il popolo ebrai-

co». E pure nei confronti di Priebke,conclude Forte, è «più rispettoso unatteggiamento di semplice preghiera».

Del resto, anche rispetto alle FosseArdeatine, restano per la Chiesa le pa-role di Benedetto XVI durante la sua vi-sita al «memoriale del male più orren-do», nel 2011: «Ciò che qui è avvenutoil 24 marzo 1944 è offesa gravissima aDio, perché è la violenza deliberatadell’uomo sull’uomo». I nazisti uccise-ro 335 innocenti, tra di essi 247 cattoli-ci e 75 ebrei. Una delle vittime era unsacerdote, don Pietro Pappagallo. Lasua figura ispirò Rossellini in «Romacittà aperta», capolavoro che tra l’altroè uno dei film più amati da Papa Fran-cesco. Proprio don Pietro si chiamava ilprete interpretato da Aldo Fabrizi cheavviandosi alla fucilazione dice: «Nonè difficile morir bene, difficile è viverebene». Il don Pietro della storia fu pre-levato tra gli ultimi dal carcere di viaTasso. Era stato arrestato perché falsi-ficava documenti per salvare ebrei, an-tifascisti, gente braccata dai nazisti.Prima di essere fucilato, come Fabrizinel film, don Pietro mormorò le stesseparole di Gesù sulla Croce: «Padre,perdona loro perché non sanno quelloche fanno».

Gian Guido Vecchi© RIPRODUZIONE RISERVAT

Il dirittoIl canone 1.184 stabilisce chei funerali possano essere negatiai peccatori manifesti mal’ultima parola spetta al vescovo

Il precedenteIl 20 giugno il vescovo diAcireale ha emesso un decretodi privazione delle esequieecclesiastiche per i mafiosi

L’intervista Tobia Zevi

«Non ha maimostratocompassione»ROMA — Cosa prova un ebreo della nuova generazione difronte alla morte di Erich Priebke? Risponde Tobia Zevi, 29anni, nipote di Tullia Zevi, presidente dell’associazione dicultura ebraica «Hans Jonas», impegnato anchepoliticamente (è candidato alla segreteria del Pd romano).«Ho un bisnonno trucidato alle Fosse Ardeatine, Alberto DiNepi. So come quella tragedia abbia influenzato diversegenerazioni, come si sia insinuata nel carattere delle persone,nel loro modo di confrontarsi con la vita. Per me le FosseArdeatine rappresentano un fatto emotivo molto concreto».Ora arriva la morte di Erich Priebke. Che effetto le fa?«Penso alla coincidenza con il settantesimo anniversario del16 ottobre 1943, il rastrellamento nazista nell’antico Ghetto.Per gli ebrei romani è una data-chiave. Io sono nato il 15ottobre e mia madre mi ha sempre raccontato le suepreghiere perché io non nascessi proprio il 16. Priebke èmorto mentre la nostra Comunità celebra questa immensaferita. Veramente una tragica coincidenza».Questura, Prefettura, il sindaco di Roma e il vicariato sono

stati compatti: niente funeralipubblici.«Questa compattezza è moltoimportante e significativa. Latradizione ebraica è contraria allasacralizzazione dei morti. Mosé nonvide la Terra Promessa proprio perchéla sua tomba non diventasse unfeticcio. Figuriamoci quanto sarebbestato grave, ai nostri occhi, un funeralepubblico di Priebke».Chi è oggi Priebke per lei?«Priebke, ai miei occhi, ha persoqualsiasi interesse dopo la suacondanna all’ergastolo confermatadalla Cassazione, che venne dopo laprima prescrizione e una primacondanna scandalosamente mite.Dopo la fuga di Kappler sembrò quasiche l’eccidio delle Fosse Ardeatinefosse destinato ad essere dimenticatoper una sorta di burocratizzazione

della giustizia accompagnata da una certa quale omertàistituzionale. Grazie a chi allora si oppose, la sentenza c’èstata. Anche chi rifugge dall’odio, come me, non può nonnotare come quest’uomo non solo non si sia mai pentito manemmeno sia stato in grado di mostrare un minimo diumanità verso le atrocità di cui fu consapevole protagonista.Le sue risposte sono state glaciali. Eppure uccisematerialmente due persone e organizzò l’esecuzione di 335esseri umani inermi. Ma nel suo racconto non c’è stata mainemmeno la minima traccia di compassione. Eppure, loracconta lo storico Christopher Browning in “Uominicomuni”, altri nazisti ebbero normali manifestazioni direpulsione anche semplicemente fisica nei confronti delleefferatezze che stavano compiendo».Il «testamento» di Priebke la preoccupa? Pensa cioè chepotrebbe nutrire chi coltiva il negazionismo?«Col negazionismo non si discute. Ho sempre rifiutatoconfronti di questo tipo perché si corre il rischio di invertireil meccanismo di responsabilità. Cioè di ritrovarsi, da vittimedel massimo orrore dell’umanità, a imputati. Io sono unsostenitore del dialogo. Ma il confronto ha un limite oltre ilquale non c’è più spazio per raffrontare le idee. Perché si èeliminato il fondamento sul quale si basa ogni discorso:semplicemente la logica. Meno che mai mi metterò adiscutere ciò che Priebke ha lasciato scritto».

Paolo Conti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi èTobia Zevi(foto sopra)è nato a Roma29 anni faIl curriculumZevi è statopresidentedell’Unionegiovani ebreid’Italia nel2005-2006

Il verdettodel 1998:ergastolo

Erich Priebke, ènato a Hennigs-dorf (Germania)nel 1913 ed èmorto venerdìscorso a Romaall’età di 100 anni.Ex capitano nazi-sta delle Ss du-rante la secondaguerra Mondiale,si rifugiò in Ar-gentina fino aquando vennescoperto agli inizidegli anni Novan-ta. Estradato inItalia nel novem-bre del 1995, èstato condannatonel 1998 all’erga-stolo per l’eccidiodelle Fosse Arde-atine in cui mori-rono 335 persone Guarda il video con una chiamata gratuita al +39 029 296 61 54

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8 Primo Piano Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

Maggioranza Il centrosinistra

Renzi: legge elettoralesenza ammucchiateL’amnistia? AutogolPrimarie, al via la campagna da Bari:un intero establishment ha fallito

BARI – «Hanno paura di me?Fanno bene, ci vuole una rivo-luzione radicale». Matteo Ren-zi parla a braccio e va avanti eindietro su una pedana a for-ma di freccia. Comincia da Barila sua campagna elettorale peril Congresso del Pd, «il primobacio tra fidanzati». Il sindacodi Firenze definisce un «auto-gol clamoroso» l’amnistia el’indulto, annuncia che sarà il«custode del bipolarismo» echiede che «cambi anche l’Eu-ropa».

Nella sala della Fiera del Le-vante, prima dell’inizio, qual-cuno toglie in fretta le sediedelle ultime file. Si teme perl’affluenza. In effetti la sala tar-da a riempirsi, nonostante lapresenza del sindaco MicheleEmiliano. Ma alla fine i posti asedere sono pieni, anche senon c’è la folla delle grandi oc-casioni. La scenografia è cura-ta da Proforma e dal registaPippo Mezzapesa. Renzi ha or-dinato: niente politici in primafila. Alessia Morani ci provama viene scippata del posto da

appestato, un sovversivo. Orasono un eroe. O un male ne-cessario, come quando candi-darono Cecchi Gori o Di Pietro.Dicono: proviamo anche conRenzi, come se dopo di me cifosse solo il mago Otelma. Manon sono né un pericoloso in-filtrato né il salvatore della pa-tria».

Renzi dice un no secco al-l’amnistia e all’indulto: «Vadoin giro con una bicicletta fattadai detenuti e apprezzo il vo-lontariato. Ma affrontare oggiun tema come questo sarebbeun clamoroso errore, un gi-gantesco autogol. Come fac-ciamo a spiegare ai ragazzi ilvalore della legalità se ogni

sette anni facciamo uscire lagente dal carcere?».

Altro tema caldo, la leggeelettorale. Invita Roberto Gia-chetti, presente, a interrompe-re lo sciopero della fame e an-nuncia: «Saremo i custodi, lesentinelle del bipolarismo, diun bipolarismo gentile». È no-to il timore che il suo arrivo al-la segreteria metta a rischio lavita del governo. Lui rassicura,ma fino a un certo punto:«Non facciamo il Congressoper capire quanto dura il go-verno. La vita di un esecutivodipende dalle cose che fa». Lelarghe intese non sono la pro-

spettiva: «Qualcuno si imma-gina un grande accordo persempre. Vogliono continuare alitigare nei talk show e poi vo-tare insieme. Noi proporremouna legge contro le ammuc-chiate, già da novembre. La in-cardineremo alla Camera, dovei numeri già ci sono. La faremocon Vendola e Monti e, se cistanno, con Alfano e i 5 Stelle».

A Roma, nelle stesse ore, simanifesta in difesa della Costi-tuzione. Renzi ha a cuore lacarta — «lavoro alla scrivaniadi La Pira e sono concittadinodi Calamandrei» — ma non neè un feticista: «Vogliamo eli-minare il bipolarismo perfetto.E cambiare il Titolo V, sul qualeabbiamo sbagliato». Renzivorrebbe anche modificare «leregole del gioco sul lavoro»:«La riforma Fornero è stato unclamoroso errore». E a propo-sito di riforme, «si possonocambiare anche la Bossi-Fini ela Giovanardi». Renzi invita ilsuo partito a rompere i tabu:«L’uguaglianza è di sinistra,ma questo non vuol dire ri-nunciare al merito».

Il Pd che vorrebbe Renzi è«curioso e coraggioso» e chivuole salire sul carro del vinci-tore, «ricordi che il carro sispinge, non ci si sale sopra».Primo punto per ripartire,scuole e asili: «Voglio unacampagna di ascolto degli in-segnanti, attraverso i socialnetwork». Finale ad effetto:«Diamo il nome dei nostri so-gni all’Italia e il Pd cambieràverso a questo Paese».

Alessandro Trocino© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli sfidanti Critiche al rottamatore: che il verso sia quello giusto

E gli «altri» si ritrovano a RomaCuperlo: no al partito trampolino

ROMA — Gli sfidanti di Mat-teo Renzi alla segreteria, un po’a sorpresa, si radunano nel tea-tro Quirino, nel cuore della Ca-pitale. Gianni Cuperlo, PippoCivati e Gianni Pittella così par-tecipano, insieme a molti altrivolti noti come il sindaco di Ro-ma, Ignazio Marino, il presi-dente della Regione Lazio, Ni-cola Zingaretti, e il leader di Sel,Nichi Vendola, all’assemblea di«Campo Democratico», lancia-ta da uno dei fondatori e gurudel partito all’ombra del Colos-seo, Goffredo Bettini, per rifon-dare il Pd. E nessuno dei tre si fascappare l’occasione per dire lasua mettendo nel mirino pro-prio il sindaco-rottamatore.«Non basta cambiare il verso

del cammino dell’Italia — sot-tolinea Cuperlo iniziando gli af-fondi —. Renzi ci deve dire dovevuole andare perché tutto di-pende da quale direzione vo-gliamo dare al verso del cam-biamento». La platea applaude.Un invito quindi ad uscire da fa-cili slogan: «Io penso che servaun partito che dica da che partesta — spiega — ma dobbiamoparlare a tutti con la nostra lin-

gua». Poi Cuperlo rincara la do-se: «Serve un partito in cui cre-dere, per chiudere la stagione incui la direzione politica è stata iltrampolino per fare qualcosa didiverso e più importante».

Pippo Civati, invece, invitaun po’ tutti ad «alzare l’asticellae fare subito» perché «servonoscelte di campo: dobbiamo dire,ad esempio, che va eliminata laBossi-Fini, che va fatto un cor-ridoio umanitario. Servonoscelte sull’Imu, sul reddito mi-nimo, sul contratto unico». «Iovorrei ricostruire il centrosini-stra, da Prodi a Rodotà, i dueche abbiamo bruciato questaprimavera», ricorda Civati.

Durante l’assemblea inter-viene pure Gianni Pittella che

Da Prodi a RodotàCivati: mi candido per uncentrosinistra da Prodi aRodotà. Pittella: gli elettirispondano agli elettori

A Bari MatteoRenzi ha ini-ziato la suacampagnaper le primarie

Le citazioni

Ricordo CharlesPéguy : “Felicel’uomo che safarfugliare, chenon conoscesempre la finedella frase”

Penso aBonhoeffer:“Ogni volta checi voltiamo, cirende inquietil’idea del tempoperduto”

Don Tonino Bellomi fa dire che cisono valoripiù grandi dellapolitica. Voglioun partito cherievochi Freedom

Le sentinelleSaremo i custodi,le sentinelledel bipolarismo

La vita del governoLa vita di ungoverno dipendedalle cose che fa

una signora leopardata, che lechiede: «E lei chi è?». La Mora-ni pronuncia l’eterno «sonouna deputata», ma poi siede interza fila. Nelle retrovie ancheNicola Latorre, già dalemianodi ferro, che nega di essere sa-lito sul carro dei vincitori: «So-no renziano da prima di moltidi questi».

Daft Punk e Jovanotti riscal-dano l’atmosfera, poi arrivaRenzi, subito all’attacco: «Sullarottamazione siamo stati sintroppo gentili. Un intero esta-blishment ha fallito. L’Italia haperso tempo in questi 20 anni,l’unica novità sono stati i talkshow». Un anno fa, ricorda,«ero l’uomo da abbattere, un

Charles Péguy È stato uno scrit-tore, poeta e saggista francese

Dietrich Bonhoeffer Teologoluterano tedesco, protagonistadella resistenza al Nazismo

Don Tonino Bello È stato ve-scovo di Molfetta. Avviata l’iterdi beatificazione

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Primo Piano 9

In corsaDa sinistra,GiuseppeCivati, 38anni, GianniPittella,54, e GianniCuperlo, 52,ieri al teatroQuirino diRoma. Sonoi candidatialla segrete-ria del Pdche sfidanoMatteo Renzi

propone, oltre alle Primarie, difare le «doparie, non nel sensodel “doping” — dice sorridendo— ma vorrei che i nostri elettipresentino un rendiconto diquello che hanno fatto e ne ri-spondano agli elettori». Bettini,dal canto suo, dice di avere «fi-ducia» nei candidati, «ma il Pdva ricostruito partendo dal bas-so e loro non devono accettare

che il vecchio si aggrappi alnuovo». Sul futuro aggiunge:«Oggi, grazie anche a quelloche è accaduto a destra, si puòtogliere il Porcellum e votare lalegge di Stabilità. Ma poi a pri-mavera serve un ampio schiera-mento per un voto democraticoche possa cambiare la faccia delPaese». Quando il sindaco diRoma Marino si augura che i

candidati «siano marziani», ri-cordando come lui stesso erastato chiamato da Gianni Ale-manno in campagna elettorale,Enrico Gasbarra replica: «Vistoil delicato momento, spero che icandidati siano molto terrestri,concreti e si occupino del futu-ro del Pd».

Francesco Di Frischia© RIPRODUZIONE RISERVATA

Classe 1975, una lunga esperienza con gliscout, Matteo Renzi inizia il suo percorsopolitico nel Partito popolare, di cui diventasegretario provinciale nel 1999. Stessa caricache ricoprirà nella Margherita. Nel 2004diventa presidente della Provincia di Firenze.

DAL NOSTRO INVIATO

BARI — «Le leggi non le fa Napolita-no, non gli si può dire sempre di sì, sen-nò il Paese va a rotoli»: è un Matteo Ren-zi che non torna indietro sulle parolepronunciate poco prima dal palco dellaFiera del Levante. Un Matteo Renzi cheparla già da segretario del Partito demo-cratico, ma che proprio per questo vuoledimostrare che il ruolo non lo cambierà.

Lui rimarrà quello di sempre: «Nonmuto, non faccio il piacione, non misposto a sinistra». Il sindaco sa che que-sta prima fase non sarà facile. Nel votodei circoli dove contano i militanti, e cheprecedono le primarie per il leader, l’ap-parato che vota per Cuperlo è forte: «Neicircoli sarò un goccino avanti io o ungoccino avanti lui». I suoi uomini condi-vidono questa opinione. Stefano Bonac-cini, coordinatore della campagna diRenzi, ammette: «Nei circoli sarà dura».Angelo Rughetti, responsabile dei ren-ziani laziali, spiega: «La nomenclaturafarà di tutto per sbarrarci il passo». I so-stenitori del sindaco più ottimisti dannoa Renzi il 45 per cento e il 30 a Cuperlo. Ipiù pessimisti danno al sindaco il 40 e alsuo avversario il 35.

Eppure Renzi pensa già a come riusci-rà a portare avanti il doppio incarico disegretario e sindaco, come ha spiegato aifedelissimi: «La mia esperienza di primocittadino non sottrarrà tempo alla miafunzione di segretario, ma arricchirà lamia attività nazionale». Già perché il Pda cui pensa Renzi è un «partito pesantenel territorio e leggero a Roma»: «Dob-biamo fare politica vera, concreta e quo-tidiana ogni giorno sul territorio coin-volgendo i nostri elettori e il popolo del-le primarie».

Ecco perché secondo lui è un bene fa-re il sindaco e il segretario per imporre«la concretezza amministrativa sulla fu-mosità del potere centrale». E allora

più fidati: «Con Enrico sono stato one-sto. Gli ho detto: starò al tuo fianco fin-ché farai le cose per bene. Io l’ho dettotante volte e non mi stanco di ripeterlo:sono una persona leale. E a un politicobisogna chiedere lealtà, non fedeltà».

Perciò, assicura il sindaco di Firenze,Letta non ha niente da temere da lui:«Non farò il mestrino, non mi metterò adare i voti al governo, non è compitomio, io sfiderò l’esecutivo ad avere unavisione per il futuro del Paese, lo incal-zerò sui grandi temi».

Anche se è impossibile negare, ancheper Renzi, che i problemi ci sono, cheAlitalia, Telecom e l’Ilva, tanto per faretre nomi, sono tre problemi grossi comeuna casa. «Ma vi pare che io starò ognigiorno a pensare a come far cadere il go-verno?», chiede infastidito il sindaco achi glielo chiede e aggiunge: «Tra un po’dovrò pensare a come fare il Pd perchéquesto non è ancora il partito di cui ab-biamo bisogno». Ma è chiaro che unpensierino a palazzo Chigi ce lo fa, sen-nò perché ricorda che la sala in cui haparlato «è quella in cui alla Fiera del Le-vante parlano i presidenti del Consi-glio»?

Maria Teresa Meli© RIPRODUZ ONE RISERVATA

vimento cinque stelle ed è questo il mo-tivo per cui Beppe Grillo lo attacca ungiorno si e l’altro pure.

Il non cambiare è la sua forza, e ciòche lo rende diverso dagli altri politici, ilche non significa però che il sindaco diFirenze non sappia costruire le sue alle-anze e cercarsi delle sponde. Con Cuper-lo si sente abbastanza spesso. I due han-no costruito un rapporto negli ultimitempi. L’idea è quella di una gestioneunitaria, collegiale, ma non come si in-tendeva nella vecchia politica. Nessunpatto consociativo tra le correnti. Anzi,l’esatto contrario: l’annullamento dellecorrenti, in modo che una nuova gene-razione prenda piede e si impadroniscadelle leve del partito senza che si possadividerli in renziani, cuperliani, dale-miani, franceschiniani. Ed è anche que-sta la ragione per cui Renzi (ma ancheCuperlo) presenterà alle primarie una li-sta unica, non tante liste in cui le diversecomponenti che lo sostengono potran-no pesarsi. Ieri, del governo, Renzi nonha voluto parlare, o quasi. Lo ha fatto ap-posta: «Enrico non potrà dire niente,non gli ho dato nessun appiglio perchési possa dire che ho attaccato l’esecuti-vo».

Del resto, lo ha spiegato ai deputati

una dichiarazione di Letta critica sulleparole da lui pronunciate sull’amnistia.Appena arriva a Firenze gli giunge la te-lefonata di Dario Franceschini. Per contodel presidente del Consiglio, il ministroper i rapporti con il Parlamento vuolecapire bene che cosa abbia detto in realtàil sindaco sull’argomento. Lui glielospiega punto per punto, senza ovvia-mente fare retromarcia e ribadendo que-sto concetto: «Napolitano ha il diritto difare queste proposte, noi di bocciarle».

Renzi tira dritto per la sua strada. Isondaggi, del resto, continuano ad an-dare bene. È vero che ha perso nel popo-lo del centrodestra che adesso sembrapreferirgli Enrico Letta, ma in compensoattira gran parte dell’elettorato del Mo-

Le tappe del «rottamatore» che vuole conquistare il Pd

Gli inizi, gli scout, presidente della Provincia

Il retroscena «Non muto, non faccio il piacione, non mi sposto a sinistra»

Il sindaco e le parole su Napolitano:qualche volta gli si può dire di noFranceschini lo chiama per capire meglio la posizione

Al Forte Belvedere

Rito del «colpo di cannone»Oggi il ritorno a Firenze

Dopo aver suonato, ieri, la carica per la corsa allaguida del Pd, oggi Renzi si concentrerà sulla suacittà. Al Forte Belvedere, dove tuonerà, per unasola volta, il cannone che i fiorentini chiamavano«votapentole» perché, ogni giorno fino al 1935,annunciava mezzodì. Renzi parteciperà allagiornata «Un colpo di cannone dal forte dellapace» organizzata dal Corriere Fiorentino e alle16 sarà impegnato in un dialogo con il direttorePaolo Ermini. Il tema è «Guardare e immaginareFirenze»: dalla terrazza affacciata sul centrostorico, un tentativo di disegnare la città didomani con uno sguardo a quella di oggi. Primadel mezzogiorno annunciato con il colpo dicannone, alle 11,30, un intervento dello storicoLuciano Artusi ne ricostruirà la tradizione.

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«basta con il partito della nomenclatura,che pensa solo alle auto blu, ai rimborsidei taxi. Non voglio una classe politicache sta a Roma nel chiuso delle stanzedel partito. E anche il segretario non de-ve rimanere barricato lì a fare riunioniper decidere nomine, incarichi di sotto-governo, per distribuire posti di potere».

Renzi sa bene che potrebbe «pagareun prezzo» con questa sua scelta di fareil sindaco e il leader ma è pronto a intra-prendere la sfida. «Ci sarà da divertirsi»,dice con quel pizzico di incoscienza cheha fatto di lui l’uomo che è, il politicoche non torna indietro nemmeno quan-do i fedeli collaboratori gli fanno sapereche Napolitano potrebbe non gradire lasua tirata sull’amnistia. Poi gli leggono

Gli incarichi«Sarò segretarioe primo cittadino,arricchirà la miaattività nazionale»

Nomenclatura«Basta con ilpartito dellanomenclatura edei rimborsi taxi»

Nel 2009 si candida a sindaco di Firenze perun Pd molto diviso nelle sue componentiinterne. A sorpresa, vince le primarie conoltre il 40% dei consensi. Vincerà anche leelezioni contro Giovanni Galli: al primo turnocon il 47%, al ballottaggio sfiorando il 60%.

La sfida dentro il partitocomincia da Firenze

Nell’agosto 2010 propone di «rottamare»i dirigenti di lungo corso del Pd, pochi giornipiù tardi alla stazione Leopolda di Firenzeviene messa a punto la «carta di Firenze», ilprimo manifesto dei renziani. Ma alle primariedel dicembre 2012 perde contro Bersani.

Il rottamatore alla sfida con Bersani

Venerdì i sostenitori di Renzi hannopresentato ben 10 mila firme per la suacandidatura alle primarie dell’8 dicembre.Gli avversari sono Gianni Cuperlo(bersaniani e dalemiani), Pippo Civati(«Giovani turchi»), e Gianni Pittella.

Candidato alle primariecon 10 mila firme

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Maggioranza Il centrosinistra

Il Colle e le carceri, il sostegno di LettaReplica a Renzi: nessuna ambiguità nelle parole sull’amnistia

DAL NOSTRO INVIATO

MESTRE — «Difendo quelche stiamo facendo, è la dire-zione giusta per il bene del-l’Italia… ». Per Enrico Lettaniente è cambiato con la di-scesa in campo di MatteoRenzi, il presidente del Consi-glio resterà concentrato suiproblemi del Paese e starà allalarga dalle polemiche, deter-minato a tagliare il traguardodella primavera 2015: «Pervoltare definitivamente pagi-na l’Italia ha bisogno di per-sone che ci credono e io cicredo… Quello che stiamo fa-cendo è faticoso e il primo aessere affaticato sono io. Ma èla direzione giusta e permet-terà al nostro Paese, nel 2015,di guardare al futuro conmaggiore speranza». Prima,però, bisogna «rendere prati-cabile il campo da gioco» peril centrodestra e per il centro-sinistra, «senza il cappio al

collo del debito e del deficit».Un giro di parole con cui Lettasmentisce di voler picconareil bipolarismo per far spazio aun partito dei moderati.

Ma c’è un confine che ilpremier difende come unafrontiera dalle incursioni dichiunque e quel confine è ilColle. Letta lo dice con durez-za, respingendo il giudiziorenziano secondo cui amni-stia e indulto rischiano di ri-velarsi un autogol. «Non sonod’accordo — replica dal palcodel Festival delle idee di Re-pubblica, rispondendo al di-rettore Ezio Mauro —. Il mes-saggio di Napolitano sullecarceri, se lo si legge, noncontiene ambiguità di nessuntipo e chi ha voluto leggerviambiguità ha fatto un eserci-zio sbagliato e di scarsa fidu-cia nel migliore presidenteche potremmo avere». Renzisbaglia e Letta non è d’accor-do, concetti che più chiari

Tutto il resto sono inter-pretazioni non autorizzate.Letta non vuole ogni suo pen-siero e parola vengano letticome una replica a Renzi, nonvuole che la sfida naturalecon il quasi-segretario del Pdsi apra prima del tempo, colrischio di terremotare il go-verno e di privarlo di un allea-to fondamentale com’è statofin qui Epifani. Si è parlato diun patto tra il pisano e il fio-rentino, ma in realtà il massi-mo di intesa che Enrico eMatteo hanno suggellato conuna (non calorosissima)stretta di mano a Palazzo Chi-gi, dieci giorni fa, ruotava at-torno a una «civile conviven-za».

Rispetto reciproco e nientecolpi bassi. Al sindaco Lettariconosce di aver svolto «unruolo molto positivo», anchenella risoluzione della crisiinnescata dal Pdl. In queigiorni cruciali Renzi non ha

soffiato sul fuoco e il premiergli rende il merito di «esserestato solidale», di aver soste-nuto il governo con una scelta«giusta e utile», per l’Italia e«anche per il suo percorso»personale.

Dal «cul de sac» della crisisi esce solo così, pensando eagendo in positivo, altrimentinon vi sarà altra uscita che ilpopulismo. Per lui è un’au-tentica ossessione, che ancheieri il capo del governo hamesso al centro del dibattitocon Martin Schulz, presidentedel Parlamento europeo. Hadetto che il grande tema delcongresso del Pd dovrà essere«cambiare l’Europa e sgonfia-re il populismo» e che il Pd,per non essere asfittico, «devesaper parlare alla pancia e alcuore e non solo alla testa»della gente: «Se parliamo soloalla testa non vinceremomai». E se molti vi hanno let-to un messaggio in bottigliaper Renzi, che sull’Europa èstato molto critico, si tratta diinterpretazioni non autoriz-zate: «Non voglio minima-mente essere frainteso».

Monica Guerzoni© RIPRODUZIONE RISERVATA

I fronti aperti

L’atto di clemenzadivide la politica

1Le vie per cambiarela legge elettorale

2Il finanziamentoai partiti

3Napolitano ha chiestoalle Camere un atto diclemenza per i detenuti,per affrontareil sovraffollamentodelle carceri. Si è apertala polemica politica:amnistia o indultopotrebbero coinvolgereanche Berlusconi. Perla Guardasigilli, però,l’amnistia non riguardal’ex premier

Roberto Giachetti(Pd) ha iniziato unosciopero della fameperché il Parlamentosi decida a riformareil Porcellum. La Cortecostituzionale, inoltre,potrebbe bocciarealcuni punti dellalegge. Ma, superato loscoglio della fiducia algoverno, la discussionesi è affievolita

Procede piano anchela riforma delfinanziamento aipartiti: il premier neigiorni scorsi haribadito che senza unaccordo il governoprocederà via decreto.La scorsa settimanaperò Pd e Pdl si sonoaccordati sul tetto alledonazioni dei privati(300 mila euro)

Il racconto La manifestazione a Roma, tra ovazioni a Pertini e striscioni per difendere «il popolo sovrano». Un attivista: «Sì, sono un feticista della Carta»

Studenti, politici e tanti capelli bianchiQuelli che «la Costituzione non si tocca mai»Popolo e leader in corteo: da Vendola a Di Pietro, da Landini a Rodotà

ROMA — Non ci fosse Lorenzo, 14mesi, arrivato apposta da Monza con lamamma, come diversi altri bambini,l’età media non sarebbe certo da liceali.Giovani ce ne sono. Ma è una folla so-prattutto di persone anziane quella cheieri ha riempito Piazza del Popolo e lerampe del Valadier fin sul piazzale delPincio per difendere la Costituzione.Più capelli bianchi che zaini. Più sobripensionati con famiglia al seguito cheragazzi. Che hanno applaudito a lungoStefano Rodotà che spiegava come «sisarebbe potuta avviare un processo direvisione della Carta invece, in assenzadi consenso si sta tentando una scorcia-toia pericolosa».

Ma il rischio non è quello di noncambiare mai nulla? Che una riformadella seconda parte della Costituzioneeternamente richiesta resti sempreinattuata? Non si rischia di diventare ipasdaran del non cambiare mai nulla?

Gustavo Zagrebelsky, ex presidentedella Corte costituzionale, rifiuta il pa-ragone: «La riforma deve essere un per-corso partecipato». E la stessa linea lasostiene un altro partecipante al corteo,

il segretario di Sel Nichi Vendola: «Hotroppo rispetto per Napolitano anchequando non sono d’accordo con lui. Manon credo che questo Parlamento, par-torito da una legge elettorale incostitu-zionale, abbia il diritto di cambiare laCostituzione».

Antonio Ingroia, l’ex pm che dellaCostituzione aveva fatto la bandiera delsuo partito dice polemico: «Se si voglio-no eliminare i parlamentari si faccia.Chi dice niente? Non voglio bloccareogni riforma ma impedire che lo si fac-cia saltando l’articolo 138 della Carta».

Il signor Giorgio, comodamente over60, ha portato moglie, figlia e anche ilcane Kira. E sorride all’idea di essereconsiderato uno che non vuole cambia-re nulla: «Sono un vecchio di sinistra.Ho sempre difeso la Costituzione. Econtinuo a farlo ora che ce n’è più biso-gno che in passato. Ma nessuno chiededi non modificarla. Però come vuole laCostituzione». Concorda Nando Beni-gno, dell’associazione Antonino Ca-ponnetto, stessa generazione, in manoil lembo di un lungo striscione con suscritto «il popolo è sovrano». «Non è

che il primo che si alza può dire adessocambio la Costituzione. I padri costi-tuenti sono stati lungimiranti e hannostabilito come farlo nell’articolo 138.Bisogna rispettare quei tempi», insiste.

Ieri, sul «Foglio» si paragonavano imanifestanti al Norman Bates di Psycoper illustrare la difesa di una mamma-Costituzione in via di decomposizione.Paragone un po’ brutale che Stefano, 21anni, del presidio universitario di Libe-ra, arrivato da Bologna assieme a coeta-nei di varie associarioni, non capisce:«Certo che la Costituzione va cambiata.Ma con criterio. È tutto fatto troppo infretta». E la sua amica Clarissa aggiun-ge: «Scusa ma ti pare questo il momen-to di cambiarla?».

Ma non temete di più che lasciaretutto fermo sia peggio? «No. È che è tal-

mente evidente il giochetto.Si vogliono modificare imeccanismi per far passarecambiamenti che piaccionosolo a pochi. In particolarea uno che non ha mai ac-cettato che la legge deveessere uguale per tutti» ri-sponde Chiara, 23 anniocchi turchini allargandole braccia. «Ma se nonsono capaci nemmeno acambiare la legge eletto-rale come pensano discimmiottare i costi-tuenti? Ma va là», diceLara, da Mondovì, 57

anni.C’è chi vorrebbe che la manifestazio-

ne si trasformasse in un partito. Vin-cenzo Cutolo, della associazione mila-nese Educa-ci (Educazione Civile):«Siamo qui con tutte queste belle per-sone, sarebbe bello che potessero darevita a una formazione pulita che po-trebbe togliere voti dati a Grillo (cheerano seri, ma poi lui dopo le ultime vi-cende si è dimostrato uno sciacallo). Epotrebbero ridare a molti la voglia divotare». Antonio Di Pietro sarebbe d’ac-cordo: «Io no. Io ho fatto il mio tempo.Ma se ci fosse qualcuno sul palco chesapesse tirare le fila di tutto questo ...».Stefano Rodotà? «E perché no? Guardaqua che applausi, avrebbero il 20% deivoti». Ma Rodotà dal palco dice: «Nondicano “vogliono fare un partitino”,pensino a cosa accade ai partitoni». Adispetto delle brame di chi vorrebbetrasformarla in voti, la piazza ha una ri-chiesta concreta e unanime: «Giù lemani dalla Costituzione». Un monitoche Efisio, giovanotto classe ’29 di Tra-stevere, sintetizza così: «Non vi doveteazzardare».

Virginia Piccolillo© RIPRODUZIONE RISERVATA

I volti

Presidente dell’IdvAntonio Di Pietro, 63 anni,ex magistrato, presidentedell’Italia dei Valori, ha sfilatoa Roma (Benvegnù-Guaitoli)

Ex magistratoIn corteo anche AntonioIngroia, 54 anni, ex magistrato,ha guidato Rivoluzione civilealle Politiche (Benvegnù-Guaitoli)

PromotoriDa sinistra,Sandra Bon-santi, Mauri-zio Landini,Lorenza Car-lassare, Gu-stavo Zagre-belsky, Ste-fano Rodotàsul palco del-la manife-stazione aRoma. Nelquadro, uncartello sullamodifica del-l’articolo 138della Carta

(Lanni)

ROMA—Per «ritrovare la viamaestra», quella della Costituzione,sono scesi in piazza amigliaia aRoma. Rispondendo all’appellolanciato, tra gli altri, da StefanoRodotà, Gustavo Zagrebelsky, donLuigi Ciotti, Antonio Ingroia e Mau-rizio Landini. «La Costituzione èstata tradita, se no non saremmoqui. È stata scritta per dire mai piùpovertà, mai più esclusione, mai piùdisuguaglianze. Dobbiamo difen-derla» ha detto don Ciotti. E Rodotà:«Letta non deve dire che ci opponia-mo alle riforme. La Costituzione èstata sequestrata e sono state di-storte le regole fondative. Le sueparole sono tra la denigrazione e ilterrorismo ideologico». Landini:«Qualcuno dovrà rispondere a que-sta piazza». E Padellaro, direttoredel «Fatto»: «I presidenti delle Ca-mere ascoltino una delegazione».

GovernatoreIl presidente della RegionePuglia e leader di Sel, NichiVendola, 55 anni, ierialla manifestazione (Ansa)

non si può. Per il capo del go-verno l’inquilino del Quirina-le è «un pilastro fondamenta-le del nostro agire e della no-stra azione», è l’asse portantedell’architettura delle larghe

intese e Letta non lascerà chevenga anche solo scalfito.

Di tutto il discorso di Renzia Bari, Letta ha respinto almittente solo il passaggio sul-la giustizia: «Napolitano ha

fatto bene a porre così la que-stione carceraria». E la con-danna di Berlusconi? «Perquello che riguarda me, nonha nulla a che vedere conquella vicenda».

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12 Primo Piano Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

I partiti Il caso

Nuovo fronte nei Cinque StelleGrillo avverte: attenti ai falsi amiciIl leader contro «il Fatto», ma sul blog gli attivisti si ribellano

MILANO — Una scomunica.O quasi. Beppe Grillo prende ledistanze dal Fatto Quotidiano,giornale che spesso ha sostenu-to le battaglie dei Cinque Stelle,condividendo sul suo blog unpost (a firma dell’attivista Erne-sto Tinazzi) in cui si attacca latestata diretta da Antonio Pa-dellaro, bollata come covo di«falsi amici». «Possente campa-gna sul Fatto Quotidiano, cheha sostituito l’Unità come orga-

no del Pd (menoelle, ndr), riccadi battute e insulti contro BeppeGrillo (nuovo leghista...) e partedella rete M5S che non si pro-stra alle gonnelle piddine e al-l’ipocrisia del momento sul te-ma immigrazione», si legge nelpost.

Un affondo contro il quoti-diano che proprio ieri mattinaha pubblicato un editoriale diMarco Travaglio sulla vicendaimmigrazione molto criticoverso Grillo e Casaleggio. «Sullaclandestinità i due capi dei Cin-

que Stelle hanno perso un’occa-sione per tacere», scrive Trava-glio. I due, accusa il vicediretto-re, «denotano una profonda di-sinformazione in materia». Unaposizione netta, che fa il paiocon un altro articolo, sempre sulFatto, a firma di Andrea Scanzi edal titolo più che esplicativo«M5S, il post disastroso di Gril-lo & Casaleggio», in cui si affer-ma che quest’ultimo si candidòin Forza Italia e che «in tema diimmigrazione e clandestinità idue hanno idee minoritarie ri-spetto ai “loro” parlamentari e al“loro” elettorato». Anche inquesto caso arriva la replica, conuna precisazione dello strategadei Cinque Stelle: «Non mi sonomai candidato in Forza Italia.Andrea Scanzi dice il falso».

Non è la prima volta che ilblog mette alla berlina chi pri-ma ha condiviso progetti e bat-taglie e poi ha criticato i leader oil Movimento. Una riprova sonoi casi di Milena Gabanelli, vinci-trice delle Quirinarie e destina-taria di un mini post critico amaggio dopo un’inchiesta sulM5S, o quello di Stefano Rodo-tà, proposto in un primo mo-mento per la corsa al Colle e, do-po un’intervista al Corriere incui sosteneva che «non bastanopiù le indicazioni di Grillo e Ca-saleggio», etichettato come «ot-

tuagenario miracolato dalla Re-te». Ora le voci in dissonanzacon quanto accaduto nell’ulti-ma settimana stanno crescendoper volume e peso. Anche un’al-tra icona pentastellata, Dario Fo,ha rimproverato — per ora sen-za conseguenze — il capo poli-tico sul caso clandestini.

«Tutto quello che è successonel Movimento — pone l’accen-to Travaglio — dimostra che cisono persone che ragionanocon la loro testa, lavorano e por-tano avanti ciò in cui credono».E sull’affondo del blog nei con-fronti del suo giornale replica:«Per me il post è una medaglia.Noi siamo amici delle nostreidee, quando qualcuno vienenella nostra direzione lo soste-niamo, altrimenti lo critichia-mo».

Ma stavolta la presa di di-stanza dal Fatto ha provocatomalumore tra gli attivisti. E nonsolo. In attesa del vertice con idue leader che probabilmente siterrà martedì, si smarca anchequalche parlamentare È il casodel deputato Christian Iannuzzi,che scrive su Facebook: «Unainformazione libera (...) è ga-ranzia per la politica e per i cit-tadini». La tensione nel grupporimane alta. Il «dissidente»Francesco Campanella invitaGrillo a «lasciar andare» il Mo-vimento. Il vicepresidente dellaCamera, Luigi Di Maio, parlan-do della frattura sull’emenda-mento relativo alla clandestini-tà, afferma: «Se il blog dice unacosa non dobbiamo percepirlacome un diktat, è un’opinione».

Emanuele Buzzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il corteo a Barcellona

I catalanicontrol’indipendenza

Migliaia di persone a Plaza de Catalunya, aBarcellona, in Spagna, hanno sfilato control’indipendenza della Catalogna nel Día de laHispanidad, festa nazionale che celebra lascoperta dell’America di Colombo. Il corteovuole dare visibilità ai catalani per l’unità:«Siamo Catalogna, siamo Spagna», lo slogan.

Le polemicheDa Rodotà a Gabanelli,in passato il comicoha già attaccato figureapprezzate dal M5S

di PAOLO BELTRAMIN

S crive Beppe Grillo che l’abolizione delreato di clandestinità, proposta da «due

portavoce senatori», non s’ha da fareperché non era «nel programma votato da 8milioni e mezzo di elettori». Poi aggiungeuna «precisazione sul metodoM5S»: siscopre che un «portavoce senatore» ha sì ildiritto di proporre nuove leggi, ma queste almassimo verranno inserite nel programma«che sarà sottoposto agli elettori nellasuccessiva consultazione elettorale»(attualmente prevista nel 2018). Nelfrattempo, vale il programma presentatonella campagna 2013, quella in cui Grillo e isuoi, girando per l’Italia, promettevano ditrasmettere in streaming ogni assemblea,dal Parlamento ai consigli comunali, perchéla politica va fatta davanti ai cittadini, nonalle loro spalle. Finora, il buon proposito èstato seguito dai 5 Stelle in modo ondivago:in diretta video il (non) dialogo di Crimi eLombardi con Bersani e Letta; a portechiuse molte battaglie interne su nomine,espulsioni e note spese. Adesso Grillo hafatto sapere che la prossima settimanascenderà a Roma per confrontarsi con iparlamentari del Movimento. I sondaggisticoncordano che la linea del caposull’immigrazione è molto popolare tra glielettori. Eppure alcuni dei portavoce non lacondividono; e forse, davanti alle fotoarrivate da Lampedusa, i sondaggi non lihanno neanche guardati. Pare che il capoabbia già deciso: anche questo dibattitosarà a porte chiuse. Se è così, è un errore.Su un tema così delicato, dove il valore dellademocrazia si intreccia con quello della vitaumana, gli elettori hanno davvero il dirittodi ascoltare la voce dei loro portavoce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ma lo streamingora serve davvero

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Primo Piano 13

Lamaggioranza Il centrodestra

La vicenda

Le tensioniLa decadenzae l’aperturadella crisiA fine settembre, il Pdlannuncia prima le dimissionidei parlamentari, che leconsegnano ai capigruppo,poi quelle dei ministri, cherimettono l’incarico a Letta.È la linea dura a prevalere nelpartito contro la decadenzadi Berlusconi da senatore:quella dei «falchi», chevogliono tornare al voto. L’expremier attacca Napolitano eLetta: inaffidabili, chiudiamocon questo governo

La fiduciaLa retromarciadell’ex premier:sì al governoLetta chiede un chiarimentoin Aula, con un voto difiducia il 2 ottobre. Nel Pdlcrescono i «dissidenti» chevogliono sostenere il governoe si oppongono a Berlusconie alla linea dura. In testai ministri, seguiti da circa 60parlamentari: sarebberopronti a dare vita a gruppiautonomi. Il Pdl, a poche oredal voto, decide per il no allafiducia. Ma poi dirà sì: ancheBerlusconi voterà per Letta

Le divisioniLa vittoriadel segretarioLa sfida di FittoDopo la fiducia a Letta,si riuniscono i parlamentarie i ministri del Pdl dell’ala«governista»: rientra l’ipotesidi scissione. Mentre la lineadura dei «falchi» è risultatasconfitta, il segretario Alfanoha rafforzato la sualeadership. A lanciare la sfidaè Raffaele Fitto, ex ministroed ex governatore dellaPuglia, che in un documentosottoscritto dai «lealisti»chiede l’azzeramento deivertici del Pdl e un congressostraordinario

La mediazioneIl leadercerca l’unitànel partitoIl Pdl si trova diviso tra«governisti», con Alfanoleader, e «lealisti», cheseguono la proposta di Fitto.In mezzo i «mediatori» checercano di ricomporre leanime del Pdl. A Berlusconi,non convinto della propostadi Fitto, l’idea di uncongresso non piace. L’expremier sta lavorando a unasituazione di compromesso emedita di affidare ad Alfanola vicepresidenza della nuovaForza Italia. Ma resta alta latensione con gli altri ministri

Alfano rilancia, lealisti al contrattaccoIntesa vicina col Cavaliere, vicepremier numero due. Ma Fitto: azzerare le cariche

ROMA — Il Pdl è nuova-mente in subbuglio dopo l’in-contro notturno tra Silvio Ber-lusconi e Angelino Alfano. Par-tito malissimo per via delle ac-cuse di tradimento dei ministrifatte trapelare attraverso gli eu-roparlamentari, il faccia a facciaè terminato tre ore più tardi conun’ipotesi di intesa: l’ex premierpresidente del partito e il giova-ne ministro dell’Interno comesuo vice, lasciando così inten-dere che la ricomposizione do-vrà avvenire su di lui. Apparen-temente non sarebbe stato con-cesso nulla alla componente deilealisti che con Raffaele Fittoaveva con energia posto la que-stione dell’azzeramento dellecariche e richiesto che si tenesseun congresso in tempi brevi.Anzi. In mattinata, Silvio Berlu-sconi ha diramato una nota persmentire le voci circolate dopo

il pranzo con i deputati europei.«Non ho pronunciato quelle pa-role», ha rimarcato l’ex premier,ricordando che «nessuno puòfare finta di ignorare che sto la-vorando proprio per la coesionee l’unità del movimento. Que-sto è il mio unico obiettivo ed ècertamente condiviso dai mi-lioni di italiani che ci hanno vo-tato e da tutti gli esponenti delPdl».

Lo stesso Alfano, davanti auna platea di amministratori lo-cali del Pdl convocati ad Artimi-no sulle colline vicino a Pratodal sindaco di Pavia AlessandroCattaneo, afferma che l’incontrocon Berlusconi «è andato bene».Sostiene il sistema bipolare e labontà delle primarie per sele-zionare la classe dirigente. Nonsolo. Dichiara di volere «richiu-dere in gabbia falchi e colombe ediscutere fino a quando non ar-

riveremo all’unità» e aggiungeche «con il presidente Berlusco-ni abbiamo parlato di partito eio me ne sono andato tranquil-lo, molto tranquillo, perchéogni volta che ho occasione dispiegargli come stanno le cose,tutto si sistema». Ebbene il tuttoha suscitato l’ira dei lealisti.«Erano convinti che Alfano fos-se finito e che Berlusconi loavesse scaricato e invece si sonoritrovati con il cerino in mano»,riassume un esponente dell’in-ner circle berlusconiano che fanotare, come in questa fase, ilCavaliere non possa permettersidi non avere rapporti con il go-verno e che viva con fastidiotutti i tentativi di tirarlo per lagiacca.

E così, a metà pomeriggio,Raffaele Fitto diffonde una notadurissima. Senza fare nomi, at-tacca la delegazione al governo

per non avere incluso nella bat-taglia sulla riforma della giusti-zia il titolo quarto che riguardala magistratura e il titolo sestosulla Corte costituzionale e lacritica per non essersi oppostaall’aumento dell’Iva. GaetanoQuagliariello gli risponderàobiettando che «più che faredelle sparate, sarebbe meglionon perdere tempo e mettersi ascrivere quelle leggi». Fitto, so-prattutto, rilancia, a nome deilealisti, la proposta che più glista a cuore. Per raggiungere«l’unità del partito senza se esenza ma, vanno azzerati tuttigli incarichi e riconsegnato tut-to nelle mani del presidenteBerlusconi, essendo lui l’unicoleader riconosciuto dai nostrielettori». Dopo Fitto, a sostegnodella sua tesi, si pronuncianoMara Carfagna, Mariastella Gel-mini, Daniele Capezzone, Stefa-

nia Prestigiacomo, AlessandraMussolini. Tutti si appellano alCavaliere affinché «sia lui a de-finire tempi e modi della ripar-tenza del nostro movimento».Dal campo di Alfano replicano,tra gli altri, Andrea Augello(«Basta con questi inutili logo-ramenti») ed Enrico Costa («Michiedo quanto sia utile al Pdl larecita su di un copione sugli in-carichi di partito, proprio nelgiorno in cui il segretario fa unappello all’unità». Tutto questosubbuglio c’è perché, sintetizzauno smaliziato esponente ber-lusconiano, «è cominciata perdavvero la lotta per la succes-sione al Cavaliere. Lui lascia fa-re, convinto di potere controlla-re la situazione. Ma qui siamovicinissimi alla rottura».

Lorenzo FuccaroLorenzo_Fuccaro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA — Giovanni Orsina, docente diStoria contemporanea e vicedirettoredella School of Government della Uni-versità Luiss è uno degli studiosi che haanalizzato (nel suo saggio «Il berlusconi-smo nella storia d’Italia») il nucleo fon-dante e l’elettorato di riferimento delpartito di Berlusconi.Professore,per lei il berlusconismo è

una manifestazione particolarmenteclamorosa, sia per intensità sia per du-rata, di tendenze che negli ultimi annihanno caratterizzato pressoché tutte ledemocrazie. Adesso, il berlusconismoè finito o no?

«L’elettorato che vota il Pdl ha conti-nuato a farlo nel 2006, nel 2008 e anchenel 2013: cioè anche quando è stato chia-ro che Berlusconi non ha mantenuto lesue promesse, pur essendo stato al gover-no 10 anni nell’arco di 20. Ma il fatto è chenessuno riesce a rappresentare quell’elet-torato. Il voto va al Pdl per mancanza diun altro partito che raccolga quei voti».In questa prospettiva, il Pdl dovrebbe

rimanere unito? Dia un consiglio...«È sempre difficilissimo dare consigli.

Il fatto è che Silvio Berlusconi per vent’an-ni ha tenuto insieme le due anime delberlusconismo».Quali sono?«La destra moderata, in doppio petto,

la destra di governo, europeista, e quellapiù arrabbiata, direi, quella populista,non necessariamente destra estrema, fat-ta di commercianti, piccoli imprendito-ri...».Insomma, i ministeriali e lealisti, co-

lombe e falchi o almeno falchetti... Latesta e la pancia...

«Sì, il fatto è che se le due anime nonrestano insieme, non governano»Cioè il partito non continuerebbe più

ad avere il necessario consenso?«È così. Perché l’ala ministeriale, che in

un certo senso cerca di ripercorrere lastrada che ha tentato senza grande suc-cesso Mario Monti, non ha sufficienti votida sola. Mentre quella più radicale puòarrivare al 18-20 percento: è una buonafetta di elettorato, ma diventa inutile, ste-

rile, non può aspirare a governare, perdequella fortissima vocazione maggiorita-ria che è stata uno dei tratti salienti delberlusconismo».Berlusconi che cosa dovrebbe fare?«Dovrebbe pensare alla sua eredità, a

quello che sarà il futuro del suo patrimo-nio politico e meno alla sua presenza.Penso che lui ne sia consapevole perchénell’ultimo video è tornato a quelle cheerano le promesse dell’inizio della suastoria politica: lui stesso comprende cheè questo quello che continua volere il suoelettorato».Potrà Alfano raccogliere questa ere-

dità?«Il 2 ottobre Angelino Alfano ha messo

a segno un’importante vittoria, ha vinto lascommessa della fiducia al governo Letta.Ma difficilmente potrà tenere insieme ilpartito e raccogliere il consenso elettora-le maggioritario se non terrà fermo comeobiettivo della sua azione politica la rifor-ma della giustizia ed un sostanziale ab-bassamento della pressione fiscale».Cioè due richieste di sempre del-

l’elettorato berlusconiano...«Ecco deve essere molto chiaro: è Ber-

lusconi che è stanco ed azzoppato dallacondanna giudiziaria. Ma i temi fondantidella sua azione politica sono vivi e vege-ti. È questo che vuole la pancia del paese,quella che la sinistra non è finora mai riu-scita a rappresentare».

M.Antonietta Calabròmaria—mcalabro

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La propostaIl ministro: «Laclasse dirigente siascelta attraversole primarie»

La polemicaCarfagna, Gelminie altri lancianoun nuovo appelloal Cavaliere

A Kiev

Attesa per il rilasciodella TymoshenkoCresce l’attesa per la scarcerazione di YuliaTymoshenko, la leader della Rivoluzionearancione del 2004 condannata a sette anni didetenzione per abuso d’ufficio. Yulia, 52 anni,è agli arresti dal 2011: il suo processo ha sollevatouna forte mobilitazione internazionale. Ilpressing per ottenere il rilascio dell’ex premiersi è fatto più intenso nelle ultime settimane, conl’avvicinarsi del summit di novembre a Vilnius:in quell’occasione il governo di Kiev spera disiglare l’Accordo di associazione con Bruxelles.In cambio della conclusione dei negoziati,l’Europa ha chiesto a Kiev riforme in settori comela giustizia. La liberazione di Yulia è considerataun passo imprescindibile. Ieri lo stesso presidenteucraino Viktor Yanukovich, rivale dellaTymoshenko, ha dichiarato che una soluzionealla «dolorosa questione» è ormai vicina. Affettada ernia del disco, la Tymoshenko è da mesi allecure di un’équipe di medici tedeschi: le autoritàpotrebbero acconsentire a un suo trasferimentoin Germania per ragioni di salute(nella foto Epa, la figlia di Yulia, Eugenia,33 anni, con il ministro degli Esteri tedescoGuidoWesterwelle).

DocenteGiovanni Orsina,46 anni,insegna Storiacontemporaneaall’universitàLuiss, doveè vicedirettoredella School ofGovernment eguida il masterin Studi europeiIl libroQuest’annoha pubblicatocon MarsilioIl berlusconismonella storiad’Italia

Storico

La pancia del PaeseIl Cavaliere punta su ciò chevuole la pancia del Paese, eche la sinistra finoranon ha rappresentato

Gli obiettiviAlfano ha segnato un puntoma per andare avanti dovràmantenere la posizione sugiustizia e fisco

L’intervista Lo studioso: se si dividono non governano, l’ala radicale con il 18-20% da sola è sterile

Orsina: «Falchi e colombecondannati a stare insieme»«Il leader è azzoppato, ma i suoi temi sono vivi»

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14 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

EsteriTrattative Alcuni Stati pagheranno con i loro fondi gli stipendi

Riaprono i monumentiMa è ancora stallosul bilancio americanoConto alla rovescia per evitare il default

Da vedereA sinistra la Statuadella Libertà che ieri èstata riaperta dopo 12giorni di fermo acausa dello«shutdown».Riaperti anche il GrandCanyon e i parchinazionali di altricinque Stati — dalColorado all’Arizona,al South Dakota —che hanno deciso dipagare coi loro fondilo stipendio delpersonale per salvarela stagione turistica

DAL NOSTRO INVIATO

WASHINGTON — AllaNasa gli scienziati che pilota-no da una distanza siderale«Curiosity», il veicolo che staesplorando la superficie diMarte, sono regolarmente allavoro, anche se la loro attivi-tà avrebbe dovuto essere so-spesa, come gran parte diquelle dell’Agenzia spaziale.Anche i dipendenti di altrienti che si occupano della sa-lute e della sicurezza dei cit-tadini, come la Food andDrug Administration, hannotrovato il modo di aggirare leleggi o stanno lavorando sen-za stipendio.

E da ieri sono stati riapertiil Grand Canyon, la Statuadella Libertà e i parchi nazio-nali di altri cinque Stati — dalColorado all’Arizona, al Sou-th Dakota — che hanno deci-so di pagare coi loro fondi lostipendio di rangers e perso-nale federale per salvare lastagione turistica. Tredicesi-mo giorno di shutdown del

governo americano: gli effettidella semiparalisi ammini-strativa cominciano a farsipesanti. Il moltiplicarsi dellestorie di buona volontà nonpuò nascondere — anzi met-te ancor più in evidenza —l’anomalia di una situazioneincredibile e anche semprepiù insostenibile. Intanto ilconto alla rovescia della sca-denza per l’aumento del tettodel debito pubblico ha ormaiscavalcato la soglia delle cen-to ore: mancano quattro gior-ni all’esaurimento dei fondidel Tesoro. Poi sarà il defaultdegli Stati Uniti (anche sel’Apocalisse finanziaria pro-babilmente non si scatene-rebbe prima della fine mese,quando si accumulerannovarie scadenze di grossi pa-gamenti per le pensioni, i ve-terani e gli interessi sul debi-to pubblico).

Fino a ieri i mercati aveva-no osservato con relativatranquillità le convulsioni delsistema politico Usa, sicuriche alla fine il buon senso

avrebbe prevalso. Che uncompromesso sarebbe statotrovato. I negoziati degli ulti-mi due giorni alla Casa Bian-ca, le ipotesi di soluzionitransitorie circolate, avevanofatto ben sperare. Anche per-ché, dopo settimane di scon-tro durissimo tra Barack

Obama e i repubblicani, il cli-ma era cambiato.

E, pur non avendo ancoratrovato un accordo, le parti sidavano reciprocamente attodi aver assunto atteggiamenticostruttivi e di voler arrivareall’intesa. Il ping-pong CasaBianca-Camera-Senato, però,

non ha ancora prodotto glieffetti sperati e ieri, addirit-tura, i repubblicani della Ca-mera (l’Aula nella quale iconservatori hanno la mag-gioranza) hanno dichiaratochiusi, almeno per ora, i ne-goziati col presidente. SuWashington è tornata così,improvvisa, una cappa di in-certezza.

I repubblicani tengono du-ro sulla loro idea di concede-re una proroga di sei settima-ne (forse estendibili a tre o seimesi) per il debito pubblico,ma non sono disposti a farcadere lo shutdown se Oba-ma non fa concessioni imme-diate sui tagli di spesa e l’at-tuazione della riforma sani-taria. Il presidente apprezza iprogressi, ma replica di nonpoter accettare un compro-messo che non comprendaanche il ripristino delle capa-cità operative del suo gover-no.

Margini di trattative ce nesono ancora. Al Senato, adesempio, parlamentari de-

mocratici ma anche alcunimoderati repubblicani esplo-rano ipotesi intermedie: unadi queste prevede l’aumentodel tetto del debito per seimesi e la fine dello shutdownin cambio della disponibilitàdi Obama a negoziare un al-tro round di tagli di bilancio ea rinviare l’applicazione diuna parte della riforma sani-taria che il presidente nonconsidera essenziale.

Oggi si torna a negoziarecol baricentro della trattativache si è spostato dalla Cameraal Senato, ma il tempo ormaistringe e non è affatto dettoche un eventuale compro-messo raggiunto dai due par-titi al Senato verrebbe poi ac-cettato nell’altra Aula delCongresso dove la presa deiradicali dei Tea Party è moltopiù forte. Le votazioni proce-durali tentate ieri, finite in unnulla di fatto, preludono adaltri giorni di caos su CapitolHill.

Massimo Gaggi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Casa BiancaMalala a Obama:«Ferma i droni»WASHINGTON —L’attivista 16ennepachistana MalalaYousafzai ieri haincontrato BarackObama (con la moglieMichelle e la figliaMalia) e ha chiesto alpresidente Usa difermare i droni sul suoPaese «perché uccidonoinnocenti». (Afp/Souza)

CompromessoAl Senato democraticie moderati repubblicanistanno esplorandoipotesi intermedie

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Esteri 15

Il dibattito Esce in questi giorni il nuovo libro dell’intellettuale, proprio mentre i sondaggi danno sempre più in ascesa il Fronte nazionale

Il filosofo e «l’identità infelice»«La Francia non è un aeroporto»Finkielkraut accusato di «sdoganare» le tesi di Marine Le Pen

L’intellettualeNato a Parigi nel 1949, figliodi un ebreo sopravvissutoalla Shoah, AlainFinkielkraut è una delle vocipiù originali del dibattitoculturale francese, noto perle sue prese di posizione

contro le ossessioni e leipocrisie del pensieroprogressista

Le opereDiversi i libri di Finkielkrautpubblicati in Italia.Ricordiamo tra gli altri: «Larivincita e l’utopia» (Rizzoli,1980); «L’ebreoimmaginario» (Marietti,1990); «Noi, i moderni»(Lindau, 2006); «Lasconfitta del pensiero»(Nuove Idee, 2007);«L’umanità perduta»(Lindau, 2009)

Percorso

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PARIGI — C’è un filosofo che da an-ni parla della società francese in ter-mini problematici, che denuncia la ti-rannia del «progresso» usato per giu-stificare qualsiasi evoluzione — per ilmeglio ma anche per il peggio — delpresente, un pensatore che al di là del-le sacrosante preoccupazioni umani-tarie indaga sulle conseguenze pro-fonde dell’immigrazione di massa —soprattutto musulmana — in Europa.Alain Finkielkraut fa uscire in questigiorni «L’identité malheureuse», un

saggio sull’identità francese, infelice asuo dire perché non ha il coraggio diinterrogarsi su se stessa anche se neavrebbe un gran bisogno: lo stessogiorno in cui il settimanale Le Pointpubblicava l’anticipazione del libro diFinkielkraut, con una grande foto incopertina e il titolo «Si può essere an-cora francesi?», un sondaggio dava ilFront National di Marine Le Pen al24% delle intenzioni di voto per leprossime europee, issandolo al rangodi primo partito di Francia.

«Sì, si può essere ancora francesi!»,sembra gridare Marine Le Pen, e que-

sto contribuisce alla sua popolarità.Colei che rivendica il ruolo di paladinadella «francesità» contro «il magmaindistinto dell’Unione Europea» el’«invasione islamica», è anche l’unicapersonalità politica francese in ascesae può dire ormai «sono pronta perl’Eliseo» senza suscitare gli sguardi dicompatimento riservati un tempo alpadre.

Il successo di Marine Le Pen lasciasgomenti, e il saggio di Finkielkrautarriva con involontario tempismo espiegarne — almeno in parte — i mo-tivi. Prima di tutto, dice il 64enne filo-

sofo, «se l’ identità francese è infeliceè perché l’abbiamo abbandonata nellemani dell’estrema destra. Questo ren-de più difficile a tutti gli altri espri-mersi sull’argomento».

Finkielkraut affronta da tempoquestioni come assimilazione e multi-culturalismo, decadenza della scuola epericoli del relativismo. Per tutta ri-sposta si è preso molti attacchi verbalie uno anche più concreto: venerdìmattina, durante il suo discorso d’ad-dio alla prestigiosa «École polytechni-que» di Parigi dove è stato professoredi Scienze sociali dal lontano 1988, un

gruppo di studenti lo ha preso a tortein faccia. Le parole di Finkielkraut nonlasciano mai indifferenti.

«Nel 2009 sono stato alla scuolaelementare di rue des Récollets, doveero allievo — scrive Finkielkraut —.All’ingresso, attaccata al muro, unagrande mappa del mondo con tantefotografie di bambini, spillate per lamaggior parte sui Paesi del continente

africano. Sotto, questa legenda: “So-no fiero di venire da...”. Ho potuto al-lora misurare il cambiamento. I mieigenitori sono nati entrambi in Polo-nia, si sono incontrati dopo la guerrain Francia e abbiamo tutti beneficiatodi una naturalizzazione collettivaquando avevo un anno. Mai la scuolami ha fatto vergognare delle mie ori-gini. Mai mi ha chiesto di dimenticarela mia genealogia. Ma neanche mi hamai chiesto di vantarmene. La scuolami chiedeva di stare attento, di fare icompiti, mi giudicava secondo il miomerito. L’origine era fuori tema».

Finkielkraut grande antimoderno,reazionario, (nella perenne accusa de-gli altri) irriducibile difensore dellalingua francese contro le sue degene-razioni televisive e non solo («i nostrigovernanti parlano francese come deibambini»). Finkielkraut che non vuo-le «confondere tra chi accoglie e chiviene accolto, altrimenti la Francianon è altro che un aereoporto. A Rois-sy o a Heathrow siamo tutti differentie tutti uguali. Per non ripetere gli or-rori del XX secolo, si vorrebbe trasfor-mare in aereoporti le collettività uma-ne. Strana utopia».

Nella Francia di Hollande presiden-te e Marine Le Pen trionfante, il librodi Finkielkraut fa discutere: vuole sot-trarre il tema dell’identità all’estremadestra, ma è accusato di contribuire alclima culturale che la rafforza.

Stefano Montefiori@Stef_Montefiori

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Passeggiata Donne musulmane in un quartiere periferico di Parigi. Il cartello indica una «sala per la preghiera per donne»

24Per centoI consensi per la formazionedi estrema destra«Front National»,guidata da Marine Le Pen,secondo gli ultimi sondaggi:è il primo partitodi Francia

Torte in facciaVenerdì scorso all’Universitàgli studenti lo hanno preso atorte in faccia

Politica e cittadinanza Il giurista Cesare Pinelli

«Ma non è più tempoper le piccole patrie»

L’incontroIl forum bilaterale italo-francese «Dalle riforme,la Rinascita»,patrocinato dallaPresidenza del Consigliodei ministri, si è svoltol’11 e il 12 ottobrea Cogne

Sul tavoloTra i temi affrontati,il federalismo, le Regioniautonome, i progettidi riforma costituzionale

Diritto pubblicoOspite del forum,Cesare Pinelli (foto)è professore di Dirittopubblico alla Sapienzadi Roma e tra icomponenti dellacommissione per leRiforme costituzionali

In Valle d’AostaUnire le forze per essere più

competitivi e più europei. Cesa-re Pinelli, professore di Dirittopubblico alla Sapienza di Romae tra i componenti della com-missione per le Riforme costitu-zionali intervenuti al Forum ita-lo-francese conclusosi ieri a Co-gne, riflette sulla frammenta-zione degli enti locali e deipoteri in Italia: un orientamentoche incoraggia il radicarsi dipiccole patrie e spinte antieuro-peiste, in una fasedi identità debolied euroscettici-smo diffuso dallaFrancia al RegnoUnito a soli settemesi dalle elezionieuropee.I governi cen-

trali portano re-sponsabilità diquesta ondata didisaffezione neiconfronti dellaUe?

«Senza dubbiola prospettiva co-munitaria è la più sacrificataquando si attribuisce la respon-sabilità dei provvedimenti im-popolari a un’Europa considera-ta distante dai problemi quoti-diani della popolazione. Di fron-te alle richieste e alle critichedell’elettorato i governi preferi-scono nascondersi dietro la tec-nocrazia di Bruxelles. Una scap-patoia comoda nell’immediato,ma irresponsabile».Lo storico municipalismo

italiano contribuisce ad appro-fondire il sentimento del di-stacco?

«Gioca un ruolo importante.Se da un lato riconosciamo unatteggiamento culturale che fa

parte della nostra storia, dall’al-tro assistiamo a una reazione re-gressiva di fronte alla globaliz-zazione: anziché reagire positi-vamente e aggregarci per raffor-zare la competitività e superareinsieme le difficoltà, continuia-mo ad alimentare rivalità e divi-sioni. Un problema che riguardal’intera società civile. Le univer-sità sono un esempio, assurdoaverne quasi una per Provincia».Quali soluzioni vede?«In primo luogo la riorganiz-

zazione degli enti. In Francia lapolitica di aggregazione dei pic-coli Comuni va avanti da anni,

noi ne contiamo 8 mila e l’accor-pamento resta un tema contro-verso. Ci sono esperimenti eproposte in Lombardia e FriuliVenezia Giulia ma si tratta di ca-si limitati. Agire per correggeremeccanismi di malfunziona-mento nell’amministrazionedella cosa pubblica, come quellodel fondo di perequazione alquale hanno l’obbligo di contri-buire le Regioni a statuto ordi-nario ma non quelle a statutospeciale, è il primo passo per re-cuperare un senso di coesioneterritoriale».

Maria Serena [email protected]

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MunicipalismiLa frammentazioneè una reazioneregressiva allaglobalizzazione

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16 Esteri Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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L'analisi

GRECIA, L’OMBRA DEL PASSATOPOLIZIA INFILTRATA DAI NAZISTI

«La polizia greca infiltrata daineonazisti», titola laconico espietato, senza se e senza ma, ilFinancial Times. Verità triste, maanche verità parziale. Perché lasituazione è ancor peggiore diquanto si possa immaginare.Basterebbe il risultato delle ultimeelezioni per svelare un segretoquasi inconfessabile: metà deipoliziotti ellenici hanno votatoproprio per il partito della destrapiù razzista ed estrema che favergognare la Grecia democratica.Un Paese che pensava di aversepolto per sempre i fantasmi delrecente passato: quello

dell’umiliante dittatura deicolonnelli dal 1967 al 1974. Utilizzaimmagini forti, Vassilis Vassilikos,l’autore di «Z, l’orgia del potere»,che raccontò l’assassinioeccellente di un deputatoprogressista nella Grecia violentache galoppava senza ostacoli versoil golpe. Sostiene Vassilikos che ilministro dell’Ordine pubblicoNikos Dendias, l’uomo che hascoperchiato improvvisamente isegreti neonazisti di «Alba Dorata»e smantellato una struttura dipotere pericolosissima, ha

compiuto un blitz straordinario:«Nel male, con un blitz, Hitlerattaccò la Polonia. Il nostroministro Dendias, nel bene, haneutralizzato con un blitz il cancroche stava uccidendo l’anima delnostro Paese». È lo stessocoraggioso ministro dell’Ordinepubblico a confessarsi con ilgiornale inglese, raccontando irisultati delle indagini «sul tipo distrutture di cui Alba Doratadispone all’interno della polizia».Il paragone con il passato ècorretto quando si parla dellaconsistenza del pericolo; menocorretto se si pensa alle sue radici.Negli anni ‘60 i cospiratori, purrispondendo a un preciso disegnodi potere, evidentemente eversivo,appartenevano ad un’associazioneparallela segreta, seppur protettada precise connivenze nei tunnelpiù intimi dei servizi di sicurezza,e degli apparati statali. Oggi, comespiega Vassilikos, vi è un evidentesalto di qualità. «Alba dorata èall’interno delle istituzioni: nelleforze di polizia, soprattutto fra isuoi gradi medio-bassi, e persinoin Parlamento». Non è tutto. Nelpassato, quando maturarono lecondizioni per l’infame assassiniodel deputato di SaloniccoLambrakis, le radici del crimineerano affondate nel lontanopassato, al tempo della guerracivile. I sensali di estrema destra,insomma, non utilizzavano glistrumenti e i simboli del fascismoo del nazismo. Oggi, invece, sipresentano con perfette eminacciose riproduzioni dellapropaganda e della violenzanazifascista. Non soltantonell’odio xenofobo contro tutti gliimmigrati, ma nella volontà diperseguitare chi non sia greco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di ANTONIO FERRARI

La formazioneLa LegaPopolare-AuroraDorata, o AlbaDorata, è unpartito greconazionalistaantieuropeo,xenofobo e conesplicite simpatieper il nazismo,fondato nel 1993da NikólaosMichaloliákos

In ParlamentoAlle elezioni del2012 conquistò18 deputati su300. Nonostantescandali e accuseè il terzo partitonei sondaggi

Alba Dorata

Ricerche online

PubblicitàGoogle usagli utentiSeguendo l’esempio diFacebook, Google hadeciso di sfruttare a finicommerciali i consigli ele recensioni degli utenti.Una mossa chesicuramente metterà arepentaglio il diritto allaprivacy. A partire dall’11novembre chi usaGoogle+ apparirà, a suainsaputa, con tanto dinome, voto e giudizisu ristoranti, negozi eprodotti agli amici maanche a chiunqueconsulti il motore diricerca. La compagniachiama l’iniziativa«endorsementcondiviso».Il social network, che ha390 milioni di utentiattivi al mese, si difendedicendo di «voler dare achi usa Google leinformazioni più accuratepossibili». L’utente, però,può decidere didisabilitare la funzioneentrando nei settings.Lo scorso agostoFacebook avevadichiarato che avrebbemostrato nelle pubblicitàle facce e i nomi di chiaveva cliccato like suun prodotto o suun’iniziativa. Ladecisione era stata moltocriticata dai difensoridella privacy che avevanochiesto alla Commissionefederale sul Commerciodegli Stati Uniti diindagare.

Social networkCostate 30milioni di dollarile ville sono statelasciate in affittoalle famiglieche già ci abitano

Zuckerberg pretende la privacyE si compra le case dei viciniIl capo di Facebook tutela la sua vita personale

Sacramento

Oakland

Santa Rosa

C A L I F O R N I A

San Jose

San Francisco

0 100km.

Palo AltoPalo Alto

WASHINGTON — Mark Zuc-kerberg, quando rientra nellavilla dove abita con la mogliePriscilla, non vuole scocciatori.Ci mancherebbe. È il desideriodi tutti. Solo che i comuni mor-tali i vicini non possono sce-glierli, li trovano e devono ac-cettarli. Nella buona e nella cat-tiva sorte. Non è come su Face-book, la «creatura» di Mark, chebasta un clic per tenere a largachi ti infastidisce. Oddio, a voltela semplice mossa sul mousenon basta, quelli tornano allacarica, instancabili. Però è unfiltro per tenere lontano chi vipropina un gioco, un appello dafirmare, qualcosa che non vi in-teressa. Ecco, anche Zucker-berg, 29 anni, si è fatto il suoschermo, proprio attorno allasua splendida residenza a PaloAlto, in California.

L’uomo che ha lanciato FB,secondo il quotidiano San JoseMercury News, ha compratoquattro case vicine e dietro lasua in modo da tenere lontani idisturbatori. Mark ha sganciato30 milioni di dollari è si creatola sua zona di sicurezza. Le resi-denze, però, saranno lasciate inaffitto alle famiglie che già leabitano. Almeno questa sembraessere la linea fatta trapelare suimass media. Evidentemente so-no persone ritenute discrete eispirate al buon vicinato. È co-me se Mark avesse usato il «mipiace» di Facebook nei loro

confronti.Il quotidiano californiano ha

precisato che se andate a cercaresui contratti d’acquisto il nomedi Zuckerberg non lo troverete.Tutto è stato fatto dalla IconicCapital di San Francisco, unasocietà che — secondo fontianonime — ha agito per contodel «papà» di Facebook rastrel-lando le case. Una mossa decisa

per battere sul tempo degli spe-culatori. Sembra che un co-struttore fosse pronto ad acqui-stare una delle villette per poirimetterla sul mercato con loslogan «potrete abitare vicino aZuckerberg». Un gancio non dapoco, un’offerta allettante perchi sogna di sbirciare nella vitadi una celebrità del calibro diMark.

tutto risulta molto più sempli-ce. Somma sufficiente a levarsiun bel po’ di capricci e mettereinsieme una casa a San Franci-sco (costo 9 milioni di dollari),un super attico in una zonaesclusiva di Manhattan e ilcomplesso di Palo Alto.

Quando Zuckerberg è arriva-to, nel 2011, nel quartiere diCrescent Park, ha scelto unaproprietà poi pagata 7 milionidi dollari. Una residenza con 5camere da letto, altrettanti ba-gni e una serie infinita di como-dità. Nel dicembre del 2012, at-traverso l’Iconic Capital, ha«puntato» un’altra casa a pochimetri dalla sua. Affare fatto.Comprata. Infine le altre tre, conl’ultimo contratto siglato pochesettimane fa. Una firma e Zuc-kerberg ha avuto il suo guscio.

Guido Olimpio© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel verde La villa di Zucker-berg (sopra e a sinistra nelcerchio) e le case dei vicini ac-quistate (a sinistra, numerate)

Il timoreMark temeva l’arrivodi acquirenti vogliosidi sbirciare nella suaquotidianità

L’imprenditore americano èsempre molto discreto nelle suemosse. È un modello di succes-so, ammirato, però sa che bastapoco perché gli saltino addossoo frughino nella sua vita. I cu-riosi e i paparazzi abbondano. Eallora servono le contromisureadeguate per tutelarsi. Ovvioche quando si ha un patrimoniostimato in 19 miliardi di dollari

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Esteri 17

Funerali solenni in Vietnam

Il lungo addio al generale«Giap eroe per sempre»

HANOI — Due giorni per dare l’addio al padre della Patria. Sono iniziati ieri, eproseguiranno oggi, ad Hanoi, i funerali di Stato per l’eroe dell’indipendenzavietnamita, il generale Vo Nguyen Giap, artefice delle vittorie contro laFrancia e gli Stati Uniti, deceduto una settimana fa all’età di 102 anni.Centinaia di migliaia di persone, molti in lacrime, si sono riunite davanti allasua casa di Hanoi o hanno raggiunto caserme in tutto il Paese per rendereomaggio alla memoria del leggendario generale. Oggi una processioneaccompagnerà il feretro di Giap fino alla sua città di origine, a sud di Hanoi,per la sepoltura. Per Giap il Partito comunista aveva annunciato dopo la suamorte un «funerale nazionale», il massimo onore possibile in Vietnam. Ilferetro, avvolto nella bandiera, è rimasto esposto al National Funeral Halldella capitale. Tra le personalità che sono venute a rendere omaggio, il primoministro Nguyen Tan Dung ed il presidente Truong Tan Sang.

Il caso Bonisoli, che nel 1978 rapì Moro, in missione in Cisgiordania e Israele con il figlio di un carabiniere della scorta ucciso da lui

Il brigatista che va a spiegarela non-violenza ai palestinesiMa loro non gradiscono: siamo sotto occupazione

ObiettivoIl progetto «Sofar so close» hacome scopo lariduzione dellaviolenza e delconflitto tracoloni ebrei epalestinesisoprattuttonella zona diHebron inCisgiordania

Organizzatori Il progetto, chequest’anno havisto lapresenza diFranco Bonisoli(nella foto asin.) e GiovanniRicci, è statolanciato dallaComunità PapaGiovanni XIII didon Benzi conaiuti Ue per370 mila euro

Il progetto

DAL NOSTRO INVIATO

AL TUWANI (Cisgiordania) — «Sa-lam aleikum, spero di non annoiarvi. Michiamo Franco, ho 58 anni, vivo in Italiacon la mia famiglia. A 18 anni presi a ri-ferimento la resistenza palestinese edentrai nelle Br…». «Io mi chiamo Gio-vanni. E sono qui per parlarvi di quantoè successo con l’uomo che mi è di fian-co. E raccontarvi chi era mio padre: unuomo, un carabiniere…». Il microfonoche fischia. I bimbi che vociano. Due ca-mionette dell’esercito israeliano chescrutano da lontano. In cima a una pie-traia assolata dove nemmeno le caprehanno da brucare, sotto una cerata blu edavanti a sei file di sedie di plastica, iconti ormai chiusi del nostro passato siconfrontano con quelli, apertissimi,d’un conflitto interminabile. Più che lacoppia, è strano il luogo. Franco è Boni-soli: il brigatista che rapì Moro e uccisela scorta, quattro ergastoli e 105 anni dicondanna, dopo ventidue tornato libero.Giovanni è Ricci: il figlio dell’appuntatoDomenico, che era un bambino quandoBonisoli gli ammazzò il papà in via Fani.«Voi — riassume lo speaker palestinesea decine d’orecchie sospettose — sapetebene come ci si sente male, quando unoammazza qualcuno della tua famiglia.

Ecco, loro due erano l’uno contro l’altro.Come noi con gl’israeliani. Oggi, lorodue sono qui a dirci che il figlio dell’as-sassinato è diventato amico dell’assassi-no. E che la lotta armata non è necessa-ria, per la resistenza».

Né con lo Stato (d’Israele), né con leBr. La prima lezione di non-violenza agliarabi si tiene il mezzogiorno d’un sabatosulle colline che dominano le vallate diHebron, laggiù la tomba d’Abramo che

voleva sacrificare Isacco. Stasera si repli-ca a Gerusalemme, stavolta con gli ebrei.Vittima e carnefice, sempre insieme:«So Far So Close», così lontani così vici-ni, recita il titolo delle conferenze. C’è dadire che il pubblico non è una folla — 46persone, la metà vecchie contadine — eche l’incontro costa, non solo alle co-scienze: attraverso la Comunità PapaGiovanni di don Benzi, il workshop è fi-nanziato con 370 mila euro dell’Unione

Europea. Soldi che non si risparmiano,in tempi di vacche magrissime, pur di«far conoscere a palestinesi e israelianialtre esperienze di non-violenza daprendere a modello». Due anni fa, quisono venuti i sudafricani. L’anno scorso,i kosovari. Ora tocca all’ex brigatista Bo-nisoli, una settimana di tour, secondoun calendario già apprezzato da TonyBlair, da ambasciatori ed europarlamen-tari, da 40 delegazioni e da 700 delegatiche, mese dopo mese, non hanno maifatto mancare la loro presenza. Ad Al Tu-wani i giovani volontari italiani condivi-dono sul serio, e con convinzione, le sof-ferenze dei piccoli villaggi palestinesiminacciati dai coloni. Vivono con poco eper lunghi periodi in case diroccate,«proprio come i palestinesi», spessosenz’acqua e senza luce. Seguono e pre-dicano la non-violenza, anche di frontealle peggiori provocazioni. «Entriamonei conflitti armati con la sola arma deldialogo», spiega Teresa, marchigiana di23 anni. Nessun imbarazzo, ad accostaregli anni di piombo e il piombo dei Terri-tori: «Abbiamo portato Bonisoli dalle fa-miglie, una mamma ci ha detto: è im-portante che i miei ragazzi lo conoscano,ho un figlio di 14 anni che è già stato incarcere…».

La storia dei nostri cattivi maestri non

sembra servire da maestra di vita, ai pa-stori di Hebron. L’accoglienza è cortese,ma diffidente: «Voi italiani siete semprevenuti da amici, amici come lo era Car-los…», dice il vicesindaco del paese,Jemaal Bihess, che evidentemente haun’altra idea di dialogo. La citazione delterrorista sanguinario non turba Boni-soli: «L’uso della violenza armata non èservito a migliorare la società e nemme-no noi stessi, la gente in Italia ci ha ac-cettati solo quando abbiamo lasciato learmi…». «Ma l’occupazione israeliananon lascia spazio alla non-violenza! —insistono dalla platea — Noi non siamo

terror is t i , s iamol ’unico popolo almondo sotto occupa-zione da 65 anni! Lanostra storia non è lavostra…». «Capisco— ribatte Bonisoli —lasciare le armi ma-gari non basta. Mabisogna far conosce-re al mondo la resi-stenza pacifica…».

«Tu ascolti le news israeliane, ma quan-do eri nelle Br non accettavi che a spie-gare le tue ragioni fossero gli altri! La re-sistenza non si fa con le menzogne e conla pace». «Io non voglio insegnare nien-te — Bonisoli arretra un po’, intimidito— mi hanno chiesto solo di raccontare lamia storia…». «E allora spiegalo bene al-la gente: la resistenza deve continuare!Se no, non si vince…». Sotto la tenda,s’aggirano i volontari con una frase diMandela sulla t-shirt: «Un vincitore è unsognatore che non si è mai arreso». Certisogni costano. E non sempre s’avverano.

Francesco Battistini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Progetto europeoIl progetto è finanziato dalla Ue:due anni fa le «lezioni di dialogo»erano state tenute da sudafricani,l’anno scorso da kosovari

La trattativa

AfghanistanNiente accordosull’immunitàagli americaniKABUL — Il presidenteafghano Hamid Karzai e ilsegretario di Stato americanoJohn Kerry hanno raggiuntoieri un accordo di massimasulla presenza militare inAfghanistan dopo il 2014 maresta irrisolta la questionedella giurisdizione sulletruppe americane. Ieri,durante una conferenzastampa da Kabul, Kerry è statomolto chiaro: «Se non ci saràun’intesa sul tema dellagiurisdizione delle truppe,allora non ci sarà un accordoper consentire alle truppe Usadi restare nel Paese dopo chela missione a guida Nato saràterminata il prossimo anno».Il presidente afghano HamidKarzai ha spiegato che lasceràla decisione sul tema alconsiglio degli anziani e alParlamento, competenti suireati commessi dalle forzestatunitensi in Afghanistandopo il 2014.Il segretario di Statoamericano era arrivatovenerdì scorso a Kabul pertrattare sulla permanenzadei soldati statunitensi. Unaccordo di massima è statoraggiunto sulle modalitàd’intervento del contingenteUsa ma Washington chiedegaranzie sul fatto che i suoimilitari siano giudicati inpatria per eventuali reati:«Non è una questione diimmunità — ha detto Kerry—, gli Usa perseguiranno ognicomportamento errato daparte delle forze americane».È più di un anno che gli StatiUniti cercano di trovare unaccordo con Kabul chepermetta alle truppeamericane di rimanere inAfghanistan anche dopo lafine della missione Nato. Allafine del 2014, con la partenzadegli 84 mila soldati, cipotrebbe essere una nuovaesplosione di violenza in unPaese in cui i talebani hannoresistito per 12 anni allapotenza militare dellacoalizione.In Iraq gli Stati Uniti alla fineritirarono del tutto le truppedopo il 2011 proprio perchénon era stato raggiuntol’accordo sull’immunità.

Il racconto

L’India nell’occhio della paura: arriva il ciclone PhailinSEGUE DALLA PRIMA

Phailin solleverà una parete d’ac-qua di 7-9 metri e travolgerà ogni co-sa sul suo percorso. La foto scattatadal satellite sembra uscita da un filmdi fantascienza, o dal delirio di unpredicatore apocalittico. Prendete unatlante, o un mappamondo, e provatea sovrapporvi questa foto. È qualcosache mozza il respiro. Si resta sempli-cemente attoniti di fronte all’energiache la natura può produrre, e ai suoieffetti devastanti. Lo stato indianodell’Orissa è nel caos. Seicentomilapersone sono già state evacuate dallacosta e portate verso luoghi più alti.Ma niente e nessuno può dirsi davve-

ne metteva in ginocchio la Terra. Glichiesi come avesse fatto a ricostruirele scene di incredibile devastazionedel film, e lui rispose che si era limita-to a seguire i bollettini degli uragani.Quando leggeva che una città stavaper essere colpita, il giorno dopo il di-sastro lui era già sul posto con la suatelecamera e riprendeva le rovine pri-ma dell’arrivo dei soccorritori. Rima-si colpito non tanto dall’idea che esi-sta una cosa come il bollettino degliuragani, ma soprattutto dal fatto checi siamo così abituati alle catastrofida usarle come un’opportunità per ri-sparmiare sugli effetti speciali di unfilm. Eppure una foto come quellache avete davanti agli occhi dovrebbe

farci tremare. Negli anni 70 JamesBallard scrisse un racconto, Teatro diguerra, che descriveva coi toni di unarticolo giornalistico un’Inghilterrain fiamme. Ballard si era limitato a lo-calizzare nel suo Paese la guerra delVietnam, sostituendo Londra a Sai-gon e ottenendo con questo semplicetrucco un effetto straniante di assolu-ta potenza. Guardando questa foto,fate anche voi lo stesso esercizio. Inun mondo in cui tutto diventa globa-le, in cui tutto è fluido, tutto può ac-cadere. Prendete l’immensa, terribilespirale del ciclone Phailin e spostate-la su una carta dell’Europa. Guardatecome le sue nubi coprono l’interaFrancia. E adesso immaginate.

Immaginate.Tullio Avoledo

© RIPRODUZIONE RISERVATARiparo Un passante nell’Orissa, ieri

RitrattiSopra, ufficiali inlacrime con ilritratto di Giap.A sinistra, in alto,il feretro avvoltodalla bandiera.Qui a fianco, unmomento dellaprocessione. Adestra, la folla inattesa(Lapresse)

ro al sicuro da un fenomeno di questapotenza. I cieli di Bhubaneshwar, ca-pitale dell’Orissa, si sono oscurati giàieri a mezzogiorno, come in una pro-fezia della Bibbia, e nel pomeriggio ilmare si era già spinto fino a 40 metrinell’entroterra, provocando i primimorti. Un ciclone di analoga potenzache colpì queste stesse zone nel 1999fece più di diecimila vittime.

10.000 morti in India sembranouna cosa lontana. Stalin disse «unamorte è una tragedia, un milione dimorti una statistica». Eppure…

Qualche anno fa un giovane registainglese, Gareth Edwards, girò un filmapocalittico, Monsters, in cui un’in-vasione di gigantesche creature alie-

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LampedusaI sopravvissuti delsecondo naufragio sono211: «A bordo in 400»Il presidente Napolitano:massima urgenzaper il problema delladestinazione delle baree per chi è salvo

I mezzi italiani

ITALIA

CROAZIA

AUSTRIA

SLOVENIA

SVIZZERA

ALBANIA

GRECIA

MONTENEGROBULGARIA

ROMANIAFRANCIA

SPAGNA

MAROCCOALGERIA

TUNISIALIBIA

EGITTO

TURCHIA

PORTOGALLOMar Mediterraneo

OceanoAtlantico

Mar Nero

MALTAIndalo

Nautilus

HermesPoseidon

Dove sono e come si chiamanole missioni di Frontex,l’agenzia per la gestionedella cooperazione internazionalealle frontiere esterne dell’Ue

Le aree di intervento,ricerca e soccorso L’area

pattugliatadalla MarinaMilitare italiana

La missione I controlli

Corvetta «Chimera»

CORRIERE DELLA SERAFonte: Marina Militare italiana, Frontex

Peso 512 kgApertura alare 14,8 metriLunghezza 8,22 metriAltezza 2,1 metriQuota massimadi volo 7.620 metriCosto 4 milioni di dollari

Il droneIl «Predator» è un velivolo senza pilota (Uav)

Pattugliatore «Cassiopea»

Pattugliatore «Libra»

Aerei «Atlantic»

Fregata «Espero»

Le autorità italiane stanno pensando di aumentareanche il dispositivo di vigilanza delle motovedettedella Guardia Costierae della Guardia di Finanza

Navi e droni, «missione mare sicuro»Letta contro la Bossi-Fini, Alfano frenaI superstiti: i libici ci hanno sparato

393I migranti mortiannegati nei duenaufragi del 3 edell’11 ottobre: nelprimo le vittime fu-rono 359, nel se-condo almeno 34

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

LAMPEDUSA — La notizia ar-riva a Lampedusa alle otto di se-ra e le televisioni piazzate neibar amplificano l’effetto: unamissione umanitaria senza pre-cedenti sarà la risposta alle stra-gi infinite dei migranti nel Me-diterraneo. Il premier EnricoLetta annuncia un «pacchettoaereonavale»(entro lunedì) cheassicurerà un’attività di control-lo costante e un impegno di lun-ga durata. Gli stati maggiori so-

no già al lavoro per capire qualie quanti mezzi possono essermessi in campo e con quale co-sto. Saranno sicuramente im-piegati più aerei e si farà ricorsoalle navi d’altura. La sorveglian-za aerea potrebbe essere assicu-rata anche con l’utilizzo dei veli-voli Uav (Unmanned aerial vehi-cle) Predator, aerei senza pilotaa «pilotaggio remoto» comequelli usati nelle missioni al-l’estero. Oltre ai droni si prendein considerazione anche l’ideadi un impiego intensivo degli

aerei Atlantic (di stanza a Sigo-nella) particolarmente indicatiper la ricognizione marittima.

Nel Canale di Sicilia la MarinaMilitare già nei giorni scorsiaveva aumentato i controlli conl’utilizzo della fregata Espero,dei pattugliatori Libra e Cassio-pea e della corvetta Chimera.Ora si sta studiando anche unricorso alle navi che fanno partedel comando forze pattuglia-mento (Comforpat) di Augusta:una quindicina di unità tra pat-tugliatori e corvette.

Sul piano politico ieri è stataanche la giornata dello scontro,l’ennesimo, sulla Bossi-Fini. Se-condo il presidente del Consi-glio Letta «la legge è da cancel-lare, ma siamo una grande coa-lizione». Ma il ministro degli In-terni Angelino Alfano frena:«Abolire la Bossi-Fini è una de-clamazione demagogica. Non èche abolendola si salvano i mor-ti nel nostro mare».

«I morti nel nostro mare» so-no quasi quattrocento in questiultimi otto giorni. E il bilancio èdestinato a crescere ancora an-che perché, stando alla ricostru-zione dei migranti che si sonosalvati nel naufragio di duegiorni fa, sulla carretta alla deri-va con cui sono arrivati loro

c’erano 400 persone, non 250come si era detto in un primomomento.

E poi ci sono i cadaveri delnaufragio della settimana scor-sa. Il numero è salito a 359 e ierimattina si è provato a caricarneuna sessantina sulla Cassiopea,al porto vecchio, per trasportarlia Porto Empedocle. I parenti, di-sperati, hanno fermato l’opera-zione dopo qualche momentodi tensione e un presidio davan-ti al camion dal quale le bare ve-nivano scaricate. Volevano po-sare un fiore, una fotografia,avere almeno il numero dellabara sulla quale piangere. «E in-vece non sapevamo nemmenoche le stavano trasferendo»hanno protestato fra le lacrime.

Un problema che il sindacoGiusi Nicolini ha provato a spie-gare nel dettaglio in una telefo-nata con il Colle fatta a tarda se-ra. Dal Quirinale è arrivata subi-to dopo una nota: «Massima ur-genza presenta il problema delladestinazione delle bare e delrapporto con le loro famiglie. Eurgente è anche il problema deltrasferimento in altri centri sici-liani dei sopravvissuti, cui l’iso-la non può garantire civile assi-stenza».

Al Centro di prima accoglien-za i numeri sono tornati a esserequelli del collasso. Due giorni fai migranti, in seguito ai trasferi-menti erano rimasti circa in 400,ieri sono diventati 784 dopo iquattro barconi soccorsi fra ve-

nerdì sera e ieri mattina, due deiquali approdati a Lampedusa.

Parte di quel carico umano èfinito a Malta, da dove arrivanotestimonianze drammatiche:«Ci hanno sparato addosso su-bito dopo la partenza dalla Li-bia, hanno ucciso due di noi.Forse erano miliziani». Fra lemille cattive notizie si fa stradauna buona: da oggi dovrebbeentrare in funzione il centro peri bambini dei migranti. Due ten-doni con sedie colorate, giocat-toli, matite e fogli per i 100 mi-nori arrivati sui barconi «dellamorte e non della speranza» perdirla con il sindaco Nicolini. Unluogo lontano dagli edifici delCentro e accanto un campettoda calcio che i bambini lampe-dusani divideranno con loro.

G.Fas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il personaggio Sulla nave dei soccorsi

L’emozione del tenente Catia«Quei punti arancio nel buio»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

LAMPEDUSA — La voce va e viene, dalponte di comando della Libra. Il vento s’in-fila a raffiche nel microfono, in mezzo alCanale di Sicilia, 75 miglia a sud-est diLampedusa: «Quei salvagente sparsi sottobordo, quei punti arancione sul mare scu-ro... così tanti: non li dimenticherò», dicecon tutto il fiato che ha in gola il tenente divascello Catia Pellegrino, ed è quasi l’unicamanifestazione emotiva che si concede.

Le donne di mare sono come gli uominidi mare, poche parole essenziali, zero enfa-si: il mare asciuga. E Catia, prima donna alcomando di una nave della Marina milita-re, è, se possibile, più essenziale e asciuttache mai. Tosta, bella, trentasette anni,niente bambini; la vita di una comandantepuò avere costi affettivi forse alti. Quandoil 19 giugno le diedero i galloni, la tagliòcorta: «Non sono il “soldato Jane”, io sono ilfrutto di tredici anni di preparazione. Tantealtre donne comandante arriveranno».

«Sto bene», dice adesso. Accanto a lei,sulla Libra, si sentono voci concitate, ordi-ni, grida di sottofondo. «Stiamo facendoun altro trasbordo», ci spiega, con tran-quillità. Sono le undici di mattina, neppurediciotto ore prima il pattugliatore d’alturaal suo comando è stato coinvolto in una gi-gantesca operazione di soccorso a nemme-no dieci miglia da lì: lei e i suoi uominihanno tirato a bordo cinquantasei profu-

ghi da un peschereccio di quasi trecentodisperati che s’andava inabissando; li han-no riscaldati e nutriti, curati e confortati. Lanotte non c’è stata tregua. E al mattino, al-tri tre salvataggi, quasi nello stesso spec-chio d’acqua: due gommoni, da novantaanime ciascuno. Ora questi ottanta, opera-zione in corso mentre parliamo. Sul maredi questo ottobre così caldo che incoraggiaa salpare, la marea umana sembra inarre-stabile.

«Siamo rimasti a pattugliare la zona, ilComando ci ha indirizzato. Ora siamo ametà circa delle operazioni, ne abbiamopresi a bordo una quarantina per adesso,sono somali e del Mali, li stiamo identifi-

AssistenzaCatia Pellegrino,tenente di va-scello di 37anni, è la primadonna al co-mando di unanave della Ma-rina militare,il pattugliatore«Libra» (fotoMarina Militare)

Cronache

In lacrime I familiari delle vittime davanti alle bare (Ansa)

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Cronache 21#

Sulla terrafermaBambini e adulti sopravvissuti al naufragio di venerdìscorso vengono portati in salvo a Malta dagli uominidelle forze armate dell’isola. L’imbarcazione sulla qualeviaggiavano centinaia di migranti era direttaa Lampedusa ed è affondata a circa 114 chilometridall’isola italiana(foto Matthew Mirabelli/Afp)

cando, non ci sono problemi, loro sono inbuone condizioni, il mare un po’ meno, og-gi è mosso. Per stasera li accompagniamo aPorto Empedocle».

La comandante avrà dormito forse dueore, ma prova pudore a parlare della pro-pria stanchezza: «Sa, colpiscono le condi-zioni in cui queste persone accettano di na-vigare. Salgono su questi mezzi di fortunapur di trovare qualcosa di meglio per sestessi e per i figli». Per descrivere le «car-rette del mare» dice proprio così, «mezzi difortuna», con un eufemismo da militaresempre in controllo. «Per noi sarebbe im-pensabile... noi italiani siamo abituati aiviaggi comodi», e finalmente si avverteun’increspatura ironica nella voce ancorada ragazza.

Per salvare i passeggeri d’un viaggio...scomodo, l’altra notte sono accorsi in tanti.I vertici del Corpo stanno dando fondo atutte le risorse, il servizio umanitario è in-dispensabile. Ma fanno sapere: senza nuo-vi mezzi, senza sostegni ulteriori, non sare-mo in grado, nell’arco di dieci anni, di darequesto tipo di risposte. Il «tipo di risposta»di cui stiamo parlando, e che ha evitato l’al-tra notte un disastro di dimensioni ancoramaggiori del 3 ottobre tra Malta e Lampe-dusa, ha assunto la forma interforze di die-ci navi più elicotteri e motovedette, tutticoordinati dalla comandante Pellegrino:«Mi ha colpito la quantità di mezzi. Mihanno colpito i pescherecci, dirottati perdarci una mano. E poi mi hanno colpito lo-ro, dentro quei salvagente. Abbiamo di-sposto i mezzi in circolo attorno ai naufra-ghi, abbiamo fatto cordone per riuscire anon perderli, per evitare che il mare ce liportasse via».

Questa nuova onda di migranti è segna-ta dalla tragedia dei bambini: morti il 3 ot-

tobre, morti ieri, arrivati orfani del maresulla terra che i genitori disperatamentevolevano per loro. «I bambini ci premeva-no più di tutti. Volevamo assicurarci cheavessero la mamma, volevamo assistere chidi loro fosse più bisognoso». Una pausa,poi una risposta che arriva prima della do-manda: «Lo so, vuole sapere da donna cheeffetto mi fanno. E io le dico che mi fannoeffetto, molto effetto, da essere umano... eda italiano».

Nella sua Neviano, in provincia di Lecce,voleva fortemente conquistarsi la divisabianca. Difficile? Più difficile perché don-na? «Non si può dire più facile o più diffici-le. Per me è stato affrontare ogni giornodifficoltà come Catia, come persona. Poi mipiaceva il mare. E poi, sì, questo è uno diquei momenti in cui sei contenta di averefatto la scelta che hai fatto, ti senti utile».Ciò che Catia non dice è che tempestava dirichieste il Ministero prima ancora che leForze armate aprissero alle donne. Quandohanno aperto, c’erano 31 posti per cinque-mila domande. Lei, adesso, comanda ungruppo stabile di 65 marinai che, nelleemergenze come l’altra notte, si dilata finoa 84 uomini, con quelli del San Marco.

«Ad agosto abbiamo cominciato con laLibra. Poi siamo ripartiti dieci giorni fa coipattugliamenti. Mi creda, noi facciamo unosforzo incredibile per essere pronti... i mez-zi hanno mille problemi tecnici, i numerisono quel che sono». Un sospiro, ma forseè il vento. «Facciamo un pattugliamentocapillare, ci sforziamo di evitare tragediecome quella del 3 ottobre. Non molliamo.Ma l’afflusso è quasi senza soste». Nell’ulti-ma folata che avvolge la Libra, si fa largo lavoce da ragazza: «E poi... il mare è grande».

Goffredo Buccini© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Chi è

Il tenenteCatia Pellegrino,37 anni, ècomandante delpattugliatore«Libra» checontrolla leacque delCanale di Siciliae in questi giorniè impegnataanche nellaricerca e nelsalvataggio deimigrantiLe originiPellegrino èoriginaria dellaprovincia diLecce: è nata aCopertino, ma isuoi genitorivivono aNevianoIl primatoLo scorso giugnoPellegrinoè diventata laprima donnanella storia delleforze armateitaliane acomandare unanave militare

La testimonianza La famiglia in fuga dalla Siria. Il racconto: eravamo stremati

«Nuotando come un disperatocon mia figlia sulla pancia»La salvezza e il dramma per l’altro bimbo annegato

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

LAMPEDUSA — Se sei un padre cheannaspa nell’acqua con una bambina dinove mesi fra le mani ti inventi qualco-sa. Devi per forza inventarti qualcosaper salvarla. «L’ho messa qui, sul petto eho provato a nuotare a dorso».

I soccorritori li hanno trovati così, labambina con la faccetta verso il cieloche andava incontro al tramonto. E ilpadre come una zattera, per tenerla ilpiù lontano possibile dall’acqua. Ma auna bracciata da quella piccola vita osti-nata ce n’era un’altra che si arrendeva. Ilpadre ha salvato la bimba di nove mesi,non è riuscito a tenere a galla l’altro fi-glio di tre anni. Ci ha provato la madre,ha nuotato come poteva, più con l’istin-to di sopravvivenza che con le braccia.Si è avvicinata al corpicino che seguivale onde, l’ha quasi toccato. E ha capito.

Il mare si era preso le sue prede e fraquelle prede c’era il suo bambino.

Quando sono arrivati a Lampedusa,madre e padre non erano più due so-pravvissuti perché anche se respiri, an-che se vivrai ancora a lungo, sopravvi-vere alla morte di un figlio non è la stes-sa cosa che vivere. Lei non parla prati-camente più. Risponde a monosillabi,culla la bambina, ogni tanto beve unsorso d’acqua e fissa il vuoto per ore.Come se davanti ai suoi occhi ci fosseun orizzonte che vedono soltanto i suoiocchi. Suo marito spiega il minimo in-dispensabile a chi gli chiede qualcosa.Mette assieme molti gesti e qualche pa-rola vagamente inglese per dire che luie la sua famiglia stanno scappando dal-la guerra siriana, che sono nati e cre-sciuti lì dove adesso non si può più sta-re, che sono partiti dalla Libia.... «Quisopra», indica battendosi il petto perraccontare che ha appoggiato la suapiccola sul cuore che batteva più fortedi sempre quanto tutti sono caduti inacqua.

Il barcone si è rovesciato e centinaiadi braccia hanno cominciato ad agitarsiper conquistare un po’ d’aria. Le fami-glie si sono perdute fra le onde, i mortimescolati ai vivi, le mani dei bambini

scivolate da quelle degli adulti. Le paro-le per raccontarlo non basteranno mai eforse è per questo che la mamma siria-na ha scelto il silenzio. Muta, a vedere erivedere le immagini dei ricordi. Il suopiccolino che non respirava più, porta-to a spasso dalle onde. E poi gli altribimbi che galleggiavano a faccia in giù,la salvezza che pioveva dagli elicotteridei soccorritori... «Abbiamo tirato giùtutto quello che galleggiava», dicono.

La differenza fra vivere e morire l’ha fat-ta il destino: il colpo di vento che haspostato il salvagente da questa o daquella parte, la mano che è riuscita adtenersi oppure no, la caduta in acqua frai primi o fra gli ultimi. Fra i corpi recu-perati c’era anche un bambino nato po-co prima del naufragio. Una donna in-cinta ha cominciato ad avere le doglie,qualcuno ha chiesto se a bordo c’eranodei medici: si sono fatti avanti in sei el’hanno aiutata a partorire ma quelbimbetto non ha nemmeno fatto intempo a scaldarsi un po’. È morto assie-me a sua madre.

Questo c’è negli occhi della donnamuta arrivata a Lampedusa venerdì se-ra con suo marito, la sua bambina e altrisei naufraghi salvi. Mentre loro scende-vano dall’elicottero, al molo Favarologli uomini della Guardia di Finanza sca-ricavano cadaveri. In tutto 22, fra loroanche il bambino perduto della coppiasiriana. Il tenente Massimo Pellino de-scrive la scena e trattiene a stento le la-crime. Ieri si è fermato a guardare unsalvagente colorato per bambini. «Hopensato che di solito lo usano per gio-care però stavolta l’ho guardato ricor-dando i piccoli morti... non riesco piùad associarlo a un gioco, ci vedo solouna vita da salvare».

I ragazzi di Save the Children ieri cer-cavano un angolo del Centro di acco-glienza che andasse bene per la famigliasiriana: «Volevamo che avessero unastanza per loro, un po’ di pace...» rac-conta Michele Prosperi. Ma non c’è piùun metro quadrato libero, in quegli edi-fici. E allora hanno sgomberato il loroufficio e ne hanno fatto una camera daletto. Un rifugio di quiete dopo giorni enotti di guerra contro il freddo, la fame,la stanchezza, la paura. E i ricordi. An-che se chi ha perso un figlio lo sa, con-tro i ricordi non si vince mai.

Giusi Fasano@GiusiFasano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I volontariAl Centro di accoglienza i volontari diSave the Children hanno sgomberato illoro ufficio per concedergli «un angolodi pace, un rifugio» appartato

Torino

Tensione alla manifestazione della LegaMomenti di tensione al corteo organizzato dalla Lega a Torino (60 pullman da tutto ilnord Italia) per difendere la Bossi-Fini («Chiamiamola solo Bossi», urlavano inmolti). Poco lontano dai sostenitori del Carroccio ha infatti sfilato il corto di autonomie anarchici: momenti di tensione e scontri con la polizia. Cinque i contusi.

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22 Cronache Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Roma Aveva ottenuto i domiciliari, ma l’uscita nel cortile viene considerata evasione. Perché non voleva le riprese?

Lavitola, il giallo della telecamera rottaRipreso mentre indica l’obiettivo prima del sabotaggio. Torna in cella

NAPOLI — Valter Lavitolatorna in carcere e si porta tra lemura di Regina Coeli l’ennesi-mo dei misteri che lo accompa-gnano da quando è diventatofamoso per i suoi rapporti conSilvio Berlusconi.

Stavolta il mistero è racchiu-so nel suo apparentemente in-spiegabile comportamento:perché uno che ha già passatotredici mesi in cella, dopo ottoda latitante, ed è riuscito final-mente a ottenere gli arresti do-miciliari con l’obbligo di indos-sare il braccialetto elettronico,compie l’ingenuità di uscire dacasa per andare a occuparsi diuna telecamera che qualcuno hainstallato nel cortile dello stabi-le romano dove lui sta scontan-do la detenzione?

Di questo si è trattato: alle seie mezzo del pomeriggio del 9agosto scorso, Lavitola è uscitoda casa ed è andato nel cortile.La telecamera lo ha inquadratomentre si avvicinava all’obietti-vo e poi mentre lo fissava e ge-sticolava come per indicarlo aqualcuno fuori campo. Poi quel-la telecamera non ha inquadratopiù nulla: subito dopo è statamanomessa e resa inservibile.

Inevitabile il sospetto che la«bonifica» sia opera di quellaterza persona cui Lavitola sem-brava dare indicazioni. Proba-bilmente se ne parlerà nella re-lazione che il nucleo di Poliziatributaria della Guardia di Fi-nanza, guidato dal colonnelloNicola Altiero, ha inviato allaCorte d’Appello di Napoli che il

30 ottobre processerà Lavitolaper una presunta estorsione aBerlusconi costatagli in primogrado una condanna a due annie otto mesi di reclusione. E sullabase di quella informativa laCorte ha deciso di sostituire gliarresti domiciliari con la deten-zione in carcere.

Tecnicamente a Lavitola vie-ne contestata l’evasione. Perché,come è scritto nel provvedi-mento notificatogli l’altra sera,«portandosi negli spazi condo-miniali ha violato le prescrizionidegli arresti domiciliari concer-nenti il divieto di allontanarsidall’abitazione». Inoltre, scriveil Tribunale, dall’informativa «sievince che il Lavitola ha avuto

contatti con propri vicini che gliavrebbero riferito delle teleca-mere installate nelle vicinanzedell’abitazione», e anche questonon avrebbe potuto farlo, per-ché chi si trova agli arresti do-miciliari può interloquire sol-tanto con i familiari conviventi,oltre che con il proprio legale.

Ma il difensore di Lavitola,l’avvocato Gaetano Balice, con-testa l’accusa di evasione, e an-

nuncia ricorso al Tribunale delRiesame. E spiega che il suocliente, pur essendo uscito dacasa, è rimasto entro una di-stanza tollerata dal braccialettoelettronico: «Infatti non è scat-tato l’allarme». Resta però dachiarire perché Lavitola avesseinteresse per una telecamerache — teoricamente — nonavrebbe dovuto preoccuparlo,essendo quella puntata sul cor-

tile e lui obbligato a stare in ca-sa. Secondo l’avvocato Balice èperché ci sono dei precedenti:«Da quando Lavitola è tornato acasa, negli spazi condominialisono stati ritrovati parecchi mi-crofoni e telecamere. Ogni voltasono stati informati i carabinieriaddetti alla sorveglianza del de-tenuto e ogni volta, non essendochiaro chi avesse messo quegliapparecchi e per quale scopo, siè provveduto a disinstallarli».

Chi avesse messo gli impiantidi cui parla Balice può anchedarsi che sia un mistero, mal’ultimo, quello disattivato im-provvisamente da qualcuno il 9agosto scorso, lo avevano certa-mente messo gli investigatori.Nel provvedimento della Corted’Appello si parla infatti chiara-mente di «telecamera installatadal personale di polizia». Quin-di certamente la detenzione do-miciliare di Lavitola era control-lata, anche se la videosorve-glianza fosse servita per un’altraindagine. E tra le immagini ri-prese ci sono pure quelle diun’auto scura con i vetri scuriche entra nel cortile. Magari èl’auto di qualcuno che abita lì ebasta. Ma con Lavitola in quellostesso palazzo, i suoi stranimessaggi, la storia del memo-riale che dice di voler dare algiudice ma poi non lo fa, e la suapreoccupazione di non avere te-lecamere intorno, qualche ti-more agli investigatori è venuto.E anche la voglia di vedercichiaro.

Fulvio Bufi© RIPRODUZ ONE RISERVATA

RicorsoIl difensore di Lavitolacontesta l’accusa dievasione: ricorreremo altribunale del Riesame

La difesa«E’ uscito da casa, ma èrimasto entro ladistanza tollerata dalbraccialetto elettronico»

La vicenda

L’inchiestaNel settembre 2011 ValterLavitola viene indagatonell’ambito di un’inchiestadella procura di Napoli suuna presunta estorsione —insieme all’imprenditoreGianpaolo Tarantini — aidanni dell’allora premierSilvio BerlusconiLa fugaIl gip emette un mandato dicattura nei confronti diLavitola il quale risultairreperibile e dunquelatitante. Poco più di unmese dopo anche laprocura di Bari conferma larichiesta di arresto perLavitolaIl rientroIl 16 aprile 2012 Lavitola sicostituisce e viene portatoal carcere di PoggiorealeLe condanneIl 9 novembre 2012Lavitola patteggia la penadi 3 anni e 8 mesi nelprocedimento giudiziariosulla gestione illecita deifinanziamenti pubblicidestinati al quotidianoL’Avanti!. Il 4 marzo 2013viene condannato a 2 annie 8 mesi, con ritoabbreviato, per tentataestorsione ai danni di SilvioBerlusconi

Ex editoreValterLavitola, 47anni, è statoeditore deL’Avanti!Nel 2004 si ècandidato alleEuropee conForza Italia,ma non vieneeletto (Ansa)

Viterbo

Coltellataalla golaconviventeuccisa«Venite, ho ucciso la miacompagna». È con unatelefonata ai carabinieri diBarbarano Romano(Viterbo) che AntonioMatuozzo, 65 anni, haannunciato di aver uccisocon un coltello dalla lamadi 21 centimetri laconvivente Anna MariaCultrera, 52enne viterbese.Un colpo alla gola. «Ilprimo femminicidio dopol’approvazione dellalegge», come descritto dalsindaco del paese, èavvenuto in unappartamento al centrodove i due abitavano da seimesi. Secondo una primaricostruzione la donnapotrebbe essere statauccisa nel suo letto, non cisarebbero segni evidenti dicolluttazione. Per cuiall’accusa di omicidiovolontario si potrebbeaggiungere anche lapremeditazione. Matuozzoera separato e conun’accusa di molestiesessuali risalente a quattroanni fa per cui aveva subitouna misura cautelarerestrittiva. La vittima,divorziata, ex dipendentedi Poste italiane, eradivorziata. La causa,secondo un’ipotesi,potrebbe esserericonducibile alla gelosia,forse alla possibilità che ladonna volesse mettere fineal rapporto.

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Fisco Sequestrata la villa di Luca Alfonsi. La replica: non fui pagato

Diamanti in nero al senatoreSigilli al gioielliere di Cortina

«Andare all’estero? Perchémai? Scappa chi ha paura di an-dare in galera o di non poter pa-gare quello che deve allo Stato. Enon è questo il caso», Cesare DalMaso, avvocato di Luca Alfonsi,gioielliere incappato nei guai confisco e Procura di Belluno è cate-gorico: «Il mio cliente è preoccu-pato ma in grado di far fronte allasituazione, sia con l’agenzia delleentrate che in un processo. Qui sicontinua a lavorare, non si chiu-de bottega». E che bottega: duegioiellerie a Cortina e a Portofino.Proprio in viaggio fra Cortina ePortofino era Alfonsi ieri pome-riggio, prima di partire per la Ri-viera ha pranzato nella sua villadi montagna, appena sottopostaa sequestro e ipotecata dallaGuardia di Finanza per 451 milaeuro su ordine del gip di Belluno,a garanzia della dichiarazione in-fedele che Fisco e Procura conte-stano al gioielliere, insommaevasione fiscale. Il procuratoreFrancesco Saverio Pavone avevachiesto il sequestro per un milio-ne. La villa vale nove milioni dieuro. Il milione e 140 mila euroche «mancano» al fisco si riferi-scono a due vendite: nel 2010 ilsenatore bresciano del Pdl Ric-cardo Conti acquistò a Cortina unanello di diamanti, uno di sme-raldi e un paio di orecchini dibrillanti per un valore di 1 milio-ne di euro. Pagò con quattro as-segni che con eufemismo l’avvo-cato definisce «andati a vuoto»,insomma i soldi non c’erano: se-guì una «vicenda commerciale»durata un anno (sembra con untentativo del senatore di restitui-re i gioielli e non pagare). «Perquesto — spiega Dal Maso —non fu emessa subito fattura: sisarebbe pagata l’Iva su un incas-so inesistente». Riccardo Conti

(contro cui non c’è nessuna ac-cusa) è noto per aver acquistato il31 gennaio del 2011 un edificiodi 5 piani a Roma per 26 milioni emezzo e averlo rivenduto il gior-no stesso all’ente di previdenzadegli psicologi per 44 milioni.

La seconda vendita, un dia-mante da 140 mila euro, vennepagata da un noto industriale ve-neto con bonifico e Dal Maso di-ce: «Se si vuole fare del nero nonsi utilizzano bonifici bancari».

Intanto però la Guardia di Fi-nanza sta spulciando tutti i regi-stri cartacei e informatici che nelgiugno scorso ha sequestrato neinegozi di Cortina e Portofinomentre il gip nella sua ordinanzapunta il dito sul profilo fiscale e iltenore di vita del gioielliere par-lando di: «evidenti differenze trail reddito familiare dichiarato di

poco più di 60 mila euro nel 2009e poco più di 50 mila nel 2010, afronte dell’accensione di un mu-tuo per 3,5 milioni di euro nel2006 e di un altro da 800 mila eu-ro nel 2009». Ieri il procuratorecapo di Belluno non ha volutoparlare dell’inchiesta, si è limita-to a dire che «chi evade il fiscoruba alla collettività». Una fraseche richiama quella che Alfonsi,allora presidente dei commer-cianti e assessore di Cortina, pro-nunciò all’indomani dello spet-tacolare blitz delle Fiamme Giallenel Capodanno del 2011: «Il no-stro paese è un fiore all’occhiellodel turismo italiano e in Italia nedovrebbero andare tutti fieri:non pugnalarlo come se fosse uncovo di ladri».

Erika Dellacasa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Su Twitter

Il missile visto dallo spazio«Il lancio di un missile visto dallo spazio: una sorpresadel tutto inaspettata!». È questo il tweet con foto (sopra)dell’astronauta italiano Luca Parmitano.

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Cronache 23#

Longarone

Il premier sale sulla diga del Vajont: «Pesanti errori dello Stato»Ha riconosciuto che è stata «una storia di tanteresponsabilità e tanti errori»; ha riecheggiato le paroledel Presidente della Repubblica per ribadire che «nonfu tragica fatalità ma drammatica conseguenza dicolpe umane che vanno denunciate e di cui non vannosottaciute le responsabilità»; e ha sottolineato «leimportanti contraddizioni che questa storia ci haconsegnato: mancanza dello Stato, mancanze pesantidel nostro sistema e , oggi, una nuova attenzionerispetto al territorio e alla sicurezza dei cittadini».Dopo Lampedusa, il premier Enrico Letta ha volutotoccare con mano anche la tragedia del Vajont, per ilcinquantesimo anniversario: 9 ottobre 1963, 1910vittime. «Ci si deve rendere conto che quantoaccaduto non è legato a singoli fatti e scelte», ha dettoannunciando da Longarone per il 2014 «un nuovo ddl

sull’utilizzo del suolo in montagna». Più investimentiper la sicurezza del territorio «perché il nostro paese èfragile e nel tempo la sua fragilità è peggiorata...dobbiamo cambiare la filosofia delle emergenze: nonè possibile che ci siano cittadini di serie A e di serie B:la storia italiana è fatta di asimmetrie profonde». Poi èandato a Erto e Casso, il paese di montagna più vicinoalla diga che fu costretto all’evacuazione e allaricostruzione. Ad accoglierlo lo scrittore MauroCorona, eccezionalmente in giacca e cravatta: «Lei è ilprimo presidente che sale fino in paese, dovrebberofarle un monumento, gli ertani non dimenticherannoquesto gesto». A nome del governo ha offerto alsindaco di Erto, Luciano Pizzin, la medaglia di palazzoChigi: «Un piccolo segno per recuperare unadisattenzione così profonda». E infine, dopo aver

passeggiato sulla cima della diga del Vajont con ilgovernatore del Friuli Venezia Giulia DeboraSerracchiani, un’esortazione ai primi cittadini diquesti paesi di montagna: «Tenete duro!».Il sindaco di Longarone Roberto Padrin ha conferito lacittadinanza onoraria alla Polizia di Stato «per il suointervento nelle operazioni di soccorso all’epoca dellatragedia... nei primissimi momenti seguiti al terribileevento, allertò immediatamente gli altri corpiunendosi ai civili superstiti nella ricerca dei feriti,quando nella valle non si era ancora spento l’urlo dellavalanga d’acqua e di fango». Lo stesso Padrin ieri haconsegnato il premio «Longarone Fiere 2013» aldirettore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli.

Andrea Pasqualetto© RIPRODUZIONE RISERVATADiga Enrico Letta con Mauro Corona

La storia Bergoglio riattiva la figura istituita da Gregorio X. La raccomandazione nel libro di Tobia: «Se hai molto da’ molto, se poco non esitare a dare»

Il ritorno dell’elemosiniere in Vaticanoe quella generosità che cancella i peccatiDuecento euro inviati dal Papa a una donna in difficoltà economiche

Papa Francesco , tramite l’elemosi-niere del Vaticano l’arcivescovo Kon-rad Krajewski, ha inviato un assegnodi 200 euro a un’anziana signora diMarghera. Era stata derubata del por-tafogli, dove aveva 54 euro che le eranostati prestati. E mentre si diffondequesta notizia, ne giunge un’altra: ilpontefice, che segue con attenzione lasorte dei superstiti al naufragio del 3ottobre nelle acque di Lampedusa, haacquistato delle schede telefoniche in-ternazionali per distribuirle e consen-tire loro di mettersi in contatto con ifamiliari.

I due gesti dipapa Francescorichiamano allamente la praticadell’elemosina,già raccomanda-ta nell’Antico Te-stamento e riba-dita nel Nuovo. Iltermine è utiliz-zato nella linguaitaliana a partiredalla prima metà del XIV secolo (convarianti popolari quali lemosina o li-mosina) e deriva dal greco eleemosyne(da eleemon, misericordioso; éleos erala pietà). Tra i numerosi passi dellaScrittura che si possono citare, vale lapena rileggere quanto si legge in To-bia, dove l’esercizio di tale pratica ot-tiene molte grazie, non esclusa la can-cellazione dei peccati: «Dei tuoi beni faelemosina. Non distogliere mai losguardo dal povero, così non si leveràda te lo sguardo di Dio. La tua elemosi-na sia proporzionata ai beni che pos-siedi: se hai molto, da’ molto; se poco,non esitare a dare secondo quel poco.Così ti preparerai un bel tesoro per ilgiorno del bisogno, poiché l’elemosi-na libera dalla morte e salva dall’anda-re tra le tenebre. Per tutti quelli che lacompiono, l’elemosina è un dono pre-

zioso davanti all’Altissimo» (4, 7-11).Inoltre vi sono le indicazioni esplicitedei Vangeli: basterebbe ricordare laparabola del ricco epulone e del pove-ro Lazzaro (Luca 16, 19-31). Né man-cano passi eloquenti di Paolo, comequello conservato nella Prima Lettera aTimoteo: «Ai ricchi in questo mondoraccomanda di non essere orgogliosi,di non riporre la speranza sull’incer-tezza delle ricchezze, ma in Dio, chetutto ci dà con abbondanza perché nepossiamo godere; di fare del bene, diarricchirsi di opere buone, di esserepronti a dare, di essere generosi, met-tendosi così da parte un buon capitaleper il futuro, per acquistarsi la vita ve-ra» (6, 17-19).

La tradizione della Chiesa è semprestata vigile su tale questione e tra i Pa-dri vi sono opere espressamente dedi-

cate ad essa, come per esempio il Depauperum amore di Gregorio Nazian-zeno; i teologi mai la dimenticarono etra i molti scritti accumulatisi nei se-coli ecco quello di Francisco Suarez, ilgesuita che fu la mente della SecondaScolastica: lasciò un De charitate. Masi possono citare encicliche (come di-menticare la Rerum novarum di Leone

XIII?) e infiniti esempi tratti dall’agio-grafia dei santi, suggellati dall’arte. Ec-co Martino vescovo di Tours che tagliain due parti il suo mantello militare persoccorrere un mendicante: mirabilel’affresco di Simone Martini che cogliel’eternità di quell’atto, indipendente-mente dalla leggenda che lo alimenta;ieratico e quasi scolpito, invece, il qua-dro El Greco alla National Gallery diWashington. Annibale Carracci conl’Elemosina di SanRocco (Gemäldega-lerie, Dresda) offre un teatro e un’odis-sea di situazioni intorno al gesto che sitinge di trascendente. E PasqualinoRossi nell’Elemosina di Santa Lucia(Serra San Quirico, nella chiesa dedi-cata alla santa) accende di luce infinital’atto. Non sono che esempi.

Di elemosina dovette occuparsi il di-ritto canonico per stabilire quali fosse-ro i religiosi che potevano vivere graziead essa e gli Ordini mendicanti (come iMinori e i Cappuccini) seguono unatradizione secolare. La letteratura nonsi dimenticò e Alessandro Manzoni neI Promessi Sposiutilizza uno slancio diRenzo per mostrare l’utilità dell’ele-mosina, anzi la unisce al disegno dellaProvvidenza: nel capitolo XVII, passatal’Adda, dopo essersi ristorato lo sto-maco in un’osteria offre i soldi che glirestano ai tre mendicanti con un bam-bino. Certo, ci sono anche i contrari:Dostoevskij ne I demoni fa dire a Var-vara Petrovna che «l’elemosina è unpiacere presuntuoso e immorale, è ilpiacere del ricco per la sua ricchezza,per il suo potere e per il confronto dellasua importanza con l’impotenza delmiserabile». Parole che il Novecentonon riuscirà facilmente a dimenticare,soprattutto quando crederà di risolve-re i problemi della povertà attraversole politiche sociali volte a combatterla(la nobile impresa fu sovente realizzatasenza preoccuparsi del bilancio delloStato).

La Chiesa si attrezzò alla bisogna e,storici accreditati, farebbero risalirel’istituzione dell’Elemosineria Aposto-lica a Gregorio X (XIII secolo); di certoessa è presente in una bolla di Alessan-dro V del 1409. Quel che un tempo erachiamato l’«Elemosiniere segreto diSua Santità», con titolo arcivescovile,qualcuno già lo vede nelle disposizionidi Gregorio X, di certo si trova nel Ruo-lo della famiglia pontificia di NiccolòIII. Correva il 1277.

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Venezia Sono 78 quelle previste per difendere la città dalle maree. Lavori finiti entro il 2016

L’esperimento del Mose: emergono 4 paratoieVENEZIA — Sono emerse

dal mare come il dorso diuna balena. Gialle, una dopol’altra. Le prime 4 paratoie,per difendere Venezia dalleacque alte eccezionali ierihanno dato spettacolo. E conl’uscita dai flutti della primaè scrosciato l’applauso. Èstata una prova generale. Cene vorranno 78 per chiuderecompletamente il flusso del-l’acqua in Laguna, e renderequindi efficace l’intero siste-ma Mose. Bisognerà che tutti

gli sbarramenti delle tre boc-che di porto siano completati(si prevede entro il 2016)perché campi, calli e negozinon finiscano allagati. Maintanto ieri si è avuto un as-saggio e si visto per la primavolta cosa accadrà,davantialle autorità e alla stampa in-ternazionale, con il ministrodelle Infrastrutture MaurizioLupi, il governatore del Ve-neto Luca Zaia e il sindaco diVenezia Giorgio Orsoni. IlConsorzio Venezia Nuova,

unico concessionario del-l’opera, ha messo in campo ilnuovo management con ilpresidente Mauro Fabris e ildirettore generale HermesRedi. Quando non «servo-no», le paratoie sono adagia-te sul fondo, invisibili. Macon l’allerta di maree ecce-zionali l’acqua che le riempieverrà sostituita da aria com-pressa e le paratoie incernie-rate in ciclopici cassoni dicemento si solleveranno. Al-le 15,07 la prima emersione

alla bocca di Lido. Un mo-mento «storico». Poi lenta-mente le altre tre a formareun angolo di 35°rispetto almare. I cassoni ancora in viadi ultimazione, a terra, sem-brano condomini, lunghi 60metri, con i più alti che rag-giungono i 27 metri. Ognunoospiterà 3 paratoie. Allineatinel cantiere di Malamoccosembrano palazzi a formareuna grande Avenue. Neiprossimi mesi finiranno sot-t’acqua anche loro, come una

moderna Atlantide, primasollevati (pesano fino a23.500 tonnellate l’uno) e poi«varati» utilizzando la piat-taforma più grande del mon-do, brevetto Rolls Royce. Ilcosto del Mose è di 5.493 mi-lioni di euro e i finanziamen-ti finora stanziati dallo Statoammontano a 4.867 milioni.Siamo all’80% dei lavori. Ilministro Lupi ha garantito ilcompletamento dell’opera.

Massimo Spampani© RIPRODUZIONE RISERVATAProve Le paratoie del Mose in superficie (Merola/Ansa)

El GrecoMartino e ilmendicanteè un’operadello spa-gnolo El Gre-co, realizzatatra il 1597e il 1600

SantaSedeSotto l’arci-vescovoKonradKrajewski,49 anni,polacco. Èstato no-minato daPapa Fran-cesco, ele-mosinierevaticano

CarracciL’elemosina diSan Rocco,opera di Anni-bale Carraccirisalente alla fi-ne del Cinque-cento. È custo-dito allaGemäldegaleriedi Dresda

David Belisario chiede l’elemosina è un qua-dro del pittore francese Jacques-Louis Daviddel 1781

diARMANDO TORNO

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24 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Cronache 25

?I nomi

La listaEcco 5 delle 25 donneche secondo Claire Miller,giornalista del New YorkTimes, hanno i requisiti perentrare nel board di Twitter,tutto composto da uomini

A senso unico Il raduno degli sviluppatori Apple a San Francisco lo scorso giugno: niente coda davanti ai bagni per signore

I numeriLa percentuale delle compagnie europeeche hanno donne nei loro cda

Il numero di donne nei cdadelle prime500 aziende europee

Fonte: Commissione europea CORRIERE DELLA SERA

0 20 40 60 80 100

PortogalloITALIABelgioSpagna

Regno UnitoDanimarcaFinlandiaSveziaNorvegia 10,2%

GreciaSvizzera

Paesi BassiAustria

IrlandaGermaniaFrancia

Il dibattito Nel settore tecnologico le donne sono soltanto il 5,7 per cento

Nessuna manager al comandoTwitter è un club per soli uominiIl New York Times: ecco 25 candidate ideali per il board

Una domanda rimbalza da SanFrancisco a Washington. La Sili-con Valley è un club per soli uomi-ni? Quesiti che da noi vengono li-quidati come chiacchiere da fem-ministe. Ma negli Usa il dibattitosulla gender equality nel Tech si èriacceso, complice un vivacescambio tra la giornalista del NewYork Times Clair Caine Miller e ilCeo di Twitter Dick Costolo. Al-l’indomani dell’avvio delle proce-dure per lo sbarco a Wall Street diTwitter, il quotidiano mette il ditonella piaga. «Il board di Twitter?Tutti uomini (bianchi). Gli inve-stitori? Idem. E stesso discorso pergli ad. Con l’eccezione di VijayaGadde, unica donna in consigliodi amministrazione», ha scrittoMiller. «È la mafia di Twitter», harincarato la dose Vivek Wadhwa,ricercatore allo Stanford RockCenter for Corporate Governance.Costolo, d’altro canto, non si èscomposto. Ha alzato il sopracci-glio e ha risposto: «Non voglio ge-stire la questione come se stessisolo spuntando una casella». Co-me dire: «Se non ci sono donneadatte, non è un mio problema».Una provocazione cui Miller ha re-plicato per le rime, pubblicandoun elenco di 25 donne attrezzateper stare nel board di Twitter, tracui Indra Nooyi di Pepsi, Renée Ja-mes di Intel e perfino la sceneg-giatrice Shonda Rhimes.

La maggior parte delle america-ne, a differenza delle europee, hacapito da tempo che la questioneriguarda tutti. Il focus del dibattitonon sono le quote rosa o i consiglid’amministrazione. Si parla dimeritocrazia. Le donne, secondo ilPew Research Center, usano i so-cial network esattamente quantogli uomini, se non di più. Eppure,per Catalyst, sono solo il 5,7 percento degli impiegati nel settore.Poche, pochissime, lavorano co-me programmatrici. Celebri di-vennero le foto pubblicate dall’At-lantic, scattate alla WorldwideDevelopers Conference, con il ba-gno degli uomini preso d’assaltomentre davanti alla toilette dellesignore non c’era nessuno. Stere-otipi di genere? Che il tech fosseun settore per nerd, brufolosi e unpo’ dissociati non è un segreto.Già nel lontano 2006 NancyHafkin e Sophia Huyer scrisseroCinderella or Cyberella? e RandiZuckerberg, sorella di Mark, nel2010 confessò: «A me regalavanole bambole, a lui i videogame».

È dunque colpa dei nostri geni-tori che non ci hanno regalato ilCommodore 64 se il codice Htmlci pare arabo? O siamo noi stessead escluderci dalla partita? A leg-gere i dati, è difficile trovare unarisposta. Per Christianne Corbett,co-autrice del rapporto Why SoFew? Women in Science, Techno-

logy, Engineering and Math, glistereotipi di genere si formano a 4anni. Le bambine imparano chematerie come l’ingegneria e la tec-nologia sono prettamente ma-schili, mentre le femmine sonopiù portate, per esempio, all’inse-gnamento nelle scuole. Secondo ilDipartimento Usa per la PubblicaIstruzione, molto dipende dall’au-topercezione delle ragazze rispet-to alle loro abilità matematiche escientifiche. Risultato, negli Usasolo il 2 per cento delle donne si

diploma in informatica, ma se siconsidera il dato nel suo insiemele studentesse di corsi scientificisono il 57,1 per cento. In Europa lapercentuale di donne assunte nelsettore è una su cento mentre iltasso di diplomate è al 20 per cen-to. E in Italia? La percentuale distudentesse è tra le più alte almondo: ben il 50,3 per cento ri-spetto a una media Ue del 37,5. C’èpoco da gioire, tuttavia. A frontedi grandi eccellenze, molte laurea-te finiscono per fare altro. Regola

che vale anche per gli Usa. Se in-fatti le donne nella Silicon Valley cisono, non sono tra quelle che in-ventano e creano. Marissa Mayer eSheryl Sandberg per lo più ammi-nistrano, scrivono libri, si metto-no in posa per Vogue e fanno pr.Ma non hanno inventato Face-book, algoritmi e piattaforme. E sesi va a scorrere la lista del Time dei40 personaggi più influenti a li-vello tecnologico si scopre che ledonne sono il 2,75% del totale.

Ci vuole qualcuna come AdaLovelace, prima programmatricedella storia. Ce ne vogliono cento,duecento per dimostrare a tuttiquelli che dicono che le donnenon sono portate che hanno torto.Perché non c’è peggior cosa di do-ver lavorare in un ambiente che tirespinge. Ma se il potere adessopassa anche dalla Silicon Valley, èora che le donne vadano a pren-dersi il posto che si meritano. Allafaccia della fila di nerd davanti albagno.

Marta Serafini@martaserafini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Indra NooyiPresidentee ad di PepsiCo

Anne SweeneyPresidente di Di-sney/Abc Television

Shonda RhimesSceneggiatrice e regi-sta di Grey’s Anatomy

Angela AhrendtsAmministratore de-legato di Burberry

Margit WenmachersSocia della Andrees-sen Horowitz

Ricerca Le scoperte dall’esperienza della chirurgia plastica

Cicatrici e lesioni dei nerviIl grasso contro il dolore

Il grasso e il dolore. In alcunicasi «iniettare» le cellule delgrasso prelevate dai fianchi odall’addome della stessa perso-na sembra avere un prodigiosoeffetto antidolorifico. In caso dicicatrici, per esempio. O per al-leviare, se non risolvere, conse-guenze dolorose lasciate comememoria dopo cicli di chemio oradioterapia. E ancora nella sin-drome di Arnold-Chiari, cheprovoca forti dolori nella regio-ne occipitale del capo, o in pre-senza di dolori nelle mani e neipiedi legati a blackout delle vienervose sensitive.

Il grasso è riserva naturale difattori di crescita, minerali e cel-lule staminali (rare ma presen-ti). Del suo autotrapianto comeanti-dolorifico si è parlato pocotempo fa a Berlino, al Congressointernazionale di Chirurgia pla-stica indetto dall’Ipras (Interna-tional confederation for plastic

reconstructive & aesthetic sur-gery).

Nel trattamento delle più chefastidiose fibrosi peri-orali inpazienti affetti da sclerodermia(malattia autoimmune dellapelle), microiniezioni di grasso

hanno dato risultati più che po-sitivi anche nei test di laborato-rio. Un primo lavoro, in attesa dipubblicazione, è tutto milanese.Condotto da tre Istituti di ricer-ca: l’Humanitas, il Gruppo Mul-timedica e il Gaetano Pini. ABerlino, invece, il team del cen-tro di chirurgia plastico-rico-

struttiva dell’Humanitas (diret-to da Marco Klinger) ha presen-tato uno studio sulla sindromedolorosa cronica che comparedopo interventi di chirurgia on-cologica mammaria (Post ma-stectomy pain syndrome). Un

problema diffu-so, che affliggecirca il 40% dellepazienti sottopo-ste ad interventodemolitivo pertumore mamma-rio. Il dolore a li-vello della cica-trice, dell’ascella

e della parte superiore del brac-cio sembra ridursi notevolmen-te dopo un lipofilling. Insom-ma, oggi ipotizzare un potere ri-generante del grasso non è poifantascienza.

Mario Pappagallo@Mariopaps© RIPRODUZIONE RISERVATA

RiparatoreUno studio milanese di Humanitas,Multimedica e Pini ha individuatol’efficacia delle cellule adipose ancheper le lesioni da sclerodermia

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26 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Cronache 27

Gli esempi

NutellaDopo Belgio,Spagnae Francia laFerrero halanciato inItalia lapersonalizzazione delbarattolo: leetichette sitrovano alsupermercato Louis Vuitton Il celebre marchio

del monogramma ora permette diaggiungere le iniziali su borse e valigie

NikeLe iniziali, unadata, il nomedel figlio: ilcolosso diarticolisportivipropone unagamma dipersonalizzazioni per lescarpe dajogginge football

Coca ColaCon ungrandelanciointernazio-nale partitoin Australiala Coca Colaha lanciatosul mercatomilioni dilattine «sumisura»con i nomiOpel Il modello Adam può essere

personalizzato con una serie di optionalanche attraverso il configuratore online

Nel giro di pochi mesi dueprodotti molto amati che fannoprepotentemente parte del no-stro immaginario collettivo,hanno decapitato il propriomarchio sull’etichetta, per so-stituirlo con una serie di nomipropri, Stefano, Giorgia, Ga-briele, Marta. Un harakiri sor-prendente nel mondo delmarketing, consumato in nomedella personalizzazione, dellacomunicazione individuale, vi-rale ed emotiva. Ha iniziato laCoca Cola, con un mega lanciointernazionale partito dall’Au-stralia che ha immesso sul mer-cato milioni di lattine indivi-dualizzate, e una campagnapubblicitaria in gran parte este-sa ai social network, in modo dacreare un fenomeno di condivi-sione virale basato sul passapa-rola.

Poco dopo Nutella non haavuto paura di arrivare secondae quasi ricalcare la strategia Co-ca Cola, creando etichette con ipiù popolari nomi italiani e ap-poggiandosi a una campagnapubblicitaria fortemente emoti-va che pesca nella memoria ditutti noi, ricollegando mondoadulto e mondo infantile.

Prodotti trasversali e massmarket che si arrendono allapersonalizzazione, al bisogno didistinguersi e uscire dal gregge,di differenziarsi autoafferman-do la propria personalità. Un’ur-genza che si aggira da tempo inuna società parecchio livellata,ma che è esplosa quasi come unparadosso nel mondo apparen-temente appiattito dei socialnetwork.

Così oggi anche la moda va acaccia di t-shirt personalizzate,di collanine con le iniziali (an-che sul fronte del lusso, Fendidocet) e le cifre del proprio no-me piovono su tutti gli statussymbol, in versione aggiornatarispetto al tradizionale mono-gramma sulla camicia da uomo.Su camicie per donna, valigie,borse da viaggio e non solo, ba-sta pensare ai bauletti con le ini-

ziali di Vuitton e Valextra. Ini-ziali minuscole quasi nascoste ograndi e invasive, in stampatelloo in corsivo, nomi interi, dipintio ricamati, quasi dei tatuaggisulla stoffa, un’esigenza di griffepersonale che testimonia quellostesso bisogno di lasciare il se-gno e insieme di autodefinizio-ne che il mass market ha inter-cettato con decisione.

Una piccola ossessione prestoestesa anche ai bambini, e comepotrebbe essere altrimenti, vi-

sto che ormai hanno tutto? ANatale è d’obbligo chiedersi co-sa regalare ai pargoli di perso-nalizzato, anche se non si trattadi figli del privilegio consumi-stico come Suri Cruise: lo ha fat-to nel 2012 il sito Eonline, indi-viduando il set di piatti con ilnome dipinto vicino alla sire-nette per lei e ai pirati per lui,come da stereotipo. Mentre MyStyle, marchio di nicchia e pa-recchio glamour, estende il pro-blema a tutto l’anno («Come es-

sere unici fin da piccoli?») epropone per loro zainetti su mi-sura e customizzati.

L’ansia di raccontarsi per co-me si è, per far sì che gli altri civedano come vogliamo noi enon a lente deformata, è il nuo-vo logorio della vita contempo-ranea: un po’ lo stesso meccani-smo che sta dietro all’orgia diautoscatti su Instagram, doveognuno segue il mantra «Miracconto io, senza filtri», conuna narrazione personale e con-tinua.

Due pulsioni, parallele e so-stanzialmente endemiche dellasocietà contemporanea, quellache porta a distinguersi, a diffe-renziarsi e quella che inveceporta a immergersi annegandonel mainstream della comuni-cazione.

«E la pubblicità è brava a pi-giare alternativamente un pul-sante o l’altro» dice il sociologoDomenico De Masi. Quello che ipubblicitari invece sanno faremeno bene, secondo il sociolo-go, è il loro mestiere specifico dicreativi: «Anzi constato la loroincapacità. Si autodefinisconocreativi, come io o lei potremmomettere “simpatici” sul nostrobiglietto da visita. Ma che cosastanno inventando di nuovo?Dopo Benetton e Oliviero To-scani proprio nulla. È tutto unripetersi ebete di miliardi dispot analoghi».

Sicuramente è così sul pianocreativo, ma intanto Internet stacambiando le nostre vite e il no-stro mondo interiore e i più fur-bi a capirlo sono stati proprio igrandi prodotti trasversali dimassa. Aspettatevi una cascatadi imitatori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Società Le grandi aziende rinunciano alle proprie etichette e scelgono la personalizzazione

Il nostro nome finisce sul barattoloProdotti per la generazione 2.0Dalle bevande agli abiti, l’ossessione di essere protagonisti come negli autoscatti

diMARIA LUISA AGNESE

La pubblicità spinge su due pulsioniopposte, a distinguersi e ad affogarsinella massa Domenico De Masi

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28 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

AVVISSOO DDI AGGIUDICAZZIOONEIl 29/08/13 è stata aggiudicata laProcedura aperta per l’affidamenÚto della fornitura in service disistema diagnostico per la diaÚgnosi molecolare delle infezionida HIV, HBV e HCV occorrente allaboratorio Microbiologia eVirologia dell'ospedale di Trento(avviso GUUE n. 2013/S 187Ú322454 del 26/9/13, spedito il24/9). AGGIUDICATARIO: ABBOTTsrl Ú VALORE TOTALE APPALTO: €581.720,70 Iva esclusa Ú OGNIALTRA INFORMAZIONE:www.apss.tn.it Ú sezione “bandidi gara”.

IL DIRETTORE SERVVIZZIOPROCEDURE DI GARA E CCONTRRATTI:

ddott. Luciiano Bocchii

Azienda Provincialeper i Servizi SanitariProvincia Autonoma di Trento

Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento

PRESIDÈNTZIAPRESIDENZA

DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILESERVIZIO DEGLI AFFARI GENERALI, BILANCIO E SUPPORTI DIREZIONALI

AVVISO BANDO DI GARASi rende noto che sul sito istituzionale www.regione.sardegna.it, nella sezione “servizialle imprese/bandi e gare d’appalto” è stato pubblicato il bando di gara con proceduraaperta per la fornitura, installazione e messa in opera di un sistema di radiocomunica-zioni DMR per la Protezione civile della Regione Sardegna. Scadenza 14 novembre 2013.

Il Direttore del ServizioDott.ssa Antonella Giglio

SERVIZIO SANITARIOREGIONE SARDEGNA

AVVISO PUBBLICO

Si comunica che presso l’Azienda Sanitaria Locale n. 6 di Sanluri(Vs) è indetto Avviso Pubblico per il conferimento di due incarichi diconsulenza professionale, ai sensi dell’art. 7, comma 6, D. Lgs.165/2001, per Medico di Anestesia e Rianimazione. La scadenzaper la presentazione delle domande è fissata per il giorno 4/11/2013.Il testo integrale dell’Avviso è pubblicato sul sito internet del-l’Azienda: www.aslsanluri.it. Ulteriori informazioni possono essererichieste presso il Servizio Affari Generali e Legali, Via Ungaretti, n.9, Sanluri, ai seguenti recapiti telefonici: 070/9384315/360, dalle ore10,00 alle ore 14,00, tutti i giorni escluso il sabato ed i festivi.

Il Direttore Generale - Dr. Salvatore Piu

TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETEREConcordato preventivo con cessione di beni Eurofridge S.r.l. in liquidazione n. 13/2013

Convocazione dei creditori ex art. 171 L.F.Il Tribunale di S. Maria C.V., Sezione Fallimentare, con decreto del 2-3/10/2013, ha dichiarato aperta la proce-dura di concordato preventivo nei confronti della Eurofridge S.r.l. in liquidazione, con sede in Mondragone(CE), alla Via Mazzafarro snc, località Pineta Nuova, designando Giudice Delegato il Pres. Dr. Gian PieroScoppa e nominando Commissario Giudiziale l’Avv.Walter Russo.La proposta di concordato contempla le seguenti condizioni: a) pagamento integrale delle spese di procedurae dei crediti prededucibili; b) pagamento integrale dei crediti privilegiati; c) pagamento dei creditori chirografarinella misura del 29,76% o, in via subordinata, del 27,53%.La convocazione dei creditori è fissata il giorno 31/10/2013 ore 10,00, avanti il G.D. Pres. Dr. Scoppa, per de-liberare sulla proposta di concordato preventivo.Ogni creditore può farsi rappresentare da un mandatario speciale con procura.Il Commissario Giudiziale, nel termine previsto dalla legge, depositerà la relazione in Cancelleria e provvederàa trasmetterla a tutti i creditori a mezzo PEC.Le espressioni di voto, che perverranno a mezzo posta o telegramma presso la Cancelleria fallimentare delTribunale di S. Maria C.V. nei venti giorni successivi alla chiusura del verbale dell’adunanza dei creditori, sa-ranno annotate dal Cancelliere in calce al detto verbale.Ai sensi dell’art. 176, comma 1, L.F., il G.D. potrà ammettere provvisoriamente, in tutto o in parte, i crediti con-testati (anche sotto il profilo della sussistenza del diritto di prelazione), ai soli fini del voto e del calcolo dellamaggioranza, senza che ciò pregiudichi la pronuncia definitiva sulla effettiva sussistenza del credito o dellaprelazione; i creditori muniti di prelazione sono esclusi dal voto, salvo la rinunzia alla stessa.

Il Commissario GiudizialeAvv.Walter Russo

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Via Valentino Mazzola, 66/D - 00142 RomaTel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682

Vico II San Nicola alla Dogana, 980133 NapoliTel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12

Via Villari, 50 - 70122 BariTel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 29

EconomiaLa lente

CORRIERECONOMIAI FONDI PENSIONEHANNO BATTUTOBORSE E BTP

I l Fondo pensione hanavigato meglio di

tutti nei mari tempestosidei mercati finanziari.Battendo i fondi comuni,i Btp, i listini mondiali, leazioni italiane e perfino imercati emergenti. È ilrisultato, un po’ asorpresa, diun’elaborazionecondotta da«CorrierEconomia», inedicola domani con ilquotidiano,sull’andamento deglistrumenti finanziari eprevidenziali dal 1993 adoggi. Un risultato che,forse, può aiutare a faredelle riflessioni gliitaliani, sempre

piuttosto freddi verso laprevidenza integrativa.Una fatica importante,visto che la pensione èsempre più lontana. E ilrapporto tra rendita eultimo reddito saràsempre più barcollante.Lo studio prende inesame la situazione di unlavoratore che invent’anni ha versato 58mila euro e che se neritrova più di centomila.Un risultato che siraggiunge con le casseprevidenziali dicategoria, mentrel’adesione individuale aiprodotti aperti producerisultati molto menointeressanti (i Btp, peresempio, hanno offertoben di più) perché nonhanno l’importantesupporto del contributoaziendale.Ma quanto può valerel’impegno a mettere daparte oggi per integrarela pensione domani?Secondo la simulazionecurata dai consulenti diProgetica, un trentennecon un reddito di 26 milaeuro che decide ora didestinare la sua futuraliquidazione ad un fondopensione può sperarerealisticamente diaggiungere 250/300 euroal mese al suo assegnopensionistico pubblico,che a fine corsa glioffrirebbe una coperturadecisamente strettarispetto allo stipendio. Eancora: una panoramicadelle ultime novità dellariformaMonti-Forneroche nel 2014 avrà effettisul pensionamento delledonne e sugli assegni dianzianità.

Giuditta Marvelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il salvataggio Domani l’assemblea per la ricapitalizzazione della compagnia. Lupi: Parigi faccia la sua parte

Alitalia, le (dure) condizioni di Air France«No a nuove rotte e alt all’acquisto di aerei». Gros-Pietro: ora un partner

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PARIGI — Assicurata dal go-verno italiano la continuitàaziendale, scongiurato il perico-lo che gli aerei restino a terra permancanza di carburante, oraAlitalia torna a guardare verso ilpartner Air France-Klm per unasoluzione che vada al di là delbrevissimo termine. Loha ricordato ieri, dinuovo, il ministro perle Infrastrutture Mau-rizio Lupi: «Mi auguroche anche Air France,che ha votato per l’au-mento di capitale, par-tecipi al medesimo au-mento dimostrando lostesso interesse che di-mostrano i privati».

Ma come il 23 set-tembre scorso, quandoun consiglio ritenutodecisivo del gruppofranco-olandese finìcon la richiesta di tem-po e garanzie, adessoParigi torna a porre lesue condizioni.

Ve n e rd ì s e r a A i rFrance-Klm ha dato ilsuo voto favorevole all’approva-zione del piano d’urgenza da 500milioni messo a punto da Palaz-zo Chigi, ma ha tenuto a precisa-re che questo non comporta au-tomaticamente la partecipazio-ne all’aumento di capitale.

Air France-Klm vuole chel’amministratore delegato diAlitalia, Gabriele Del Torchio, ri-nunci all’apertura di nuovi col-

legamenti a medio-lungo rag-gio e a comprare altri aerei, co-me scrive LeMonde che parla diindispensabile «cambio di stra-tegia».

Si tratta in sostanza di confer-mare la visione che dell’ipoteti-co affare si ha a Parigi, e cioè cheAlitalia dovrebbe portare in dotea Air France-Klm e quindi aglihub di Parigi Charles de Gaulle eAmsterdam Schipol il ricco ba-cino di utenza italiano.

Solo in questo caso il mana-ger francese Alexandre De Ju-niac sarebbe disposto a versare i150 milioni di euro necessari,come minimo, per salire dall’at-tuale 25% al 40% o più di Alitalia.L’obiettivo di Air France-Klm è

arrivare al 50% per prendere ilcontrollo della compagnia, mamolto dipenderà da quanti soldisaranno necessari per giungerea quella quota, visto che ancheAir France-Klm attraversa unadifficile fase di ristrutturazione,con i sindacati che vedono dicattivo occhio un salvataggiooneroso di Alitalia nel momentoin cui 2800 dipendenti francesisono messi in mobilità.

Da parte italiana, comunque,tutto preme perché il «partnerstraniero» intervenga stabil-mente. L’obiettivo di IntesaSanpaolo (che assieme a Unicre-dit è chiamata a intervenire finoa 100 milioni) «è quello di tute-lare l’investimento» e non di es-

sere un azionista di lungo perio-do, ha precisato ieri il presiden-te del consiglio di gestione dellabanca, Gian Maria Gros-Pietro.

«Vogliamo rendere sana lasocietà per poi passare la mano— ha aggiunto —, aspettiamodi sentire quello che dice AirFrance. Noi chiediamo traspa-renza nella gestione verso gliazionisti e un management pro-fessionale».

Domani è in programma l’as-semblea dei soci Alitalia, cheavranno 30 giorni di tempo perdecidere se e come sottoscriverel’aumento di capitale.

Stefano Montefiori@Stef_Montefiori

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Quote e quotazioni

La corsa di Telecom,il private equitye il destino della rete

Il titolo Telecom ha chiuso l’ultima setti-mana confermando il trend positivo: +8,6 percento circa, che porta l’aumento dall’inizio disettembre a superare quota 42 per cento (dacirca 0,48 euro a 0,682 euro). Ma, soprattutto,il dato più significativo risultano le quantitàscambiate, superiori al miliardo di titoli, il7-8 per cento del capitale. Non solo. Il bilan-cio dei volumi di Telecom passati di manonell’ultimo mese è degno di attenzione: gliscambi in Borsa risultano equivalenti al 54per cento del flottante e a quasi il 40 per cen-to della società, con una media di scambigiornalieri intorno a 226 milioni, contro i 108milioni dell’ultimo anno (dati Bloomberg).La svolta, più esattamente, è partita giovedì29 agosto, seduta di Borsa che ha segnato unforte aumento delle quantità trattate. Certouna parte del movimento è di carattere spe-culativo e trova spazio anche perché il titoloTelecom era precipitato a livelli molto bassi,in controtendenza negativa con l’andamentodei principali concorrenti europei. Tanto piùche il prezzo pattuito dagli spagnoli di Telefo-nica per rilevare le quote degli altri azionistidi Telco (Intesa Sanpaolo, Generali, Medio-banca) è di 1,1 euro, che resta assai superiorealla quotazione attuale del titolo. Nonostanteciò l’entità degli scambi autorizza il sospettoche non sia all’opera soltanto la speculazione.Un secondo elemento da considerare è l’en-trata in gioco del fondo di private equityamericano Blackrock, che ha acquistato pocopiù del 5 per cento. Sulla carta, essendo un

fondo di privateequity, non puòessere un’opera-zione a brevetermine, che sa-rebbe in contrad-dizione con lanatura stessa dellasocietà. Ma èdifficile pensare

che, nel caso di offerta interessante,Blackrock non colga l’occasione. Ecco perchégli operatori di maggior esperienza ricordanouna battuta che, in situazioni analoghe, ama-va ripetere Aldo Ravelli, in un passato ormailontano protagonista di Piazza Affari. C’è già«el rilevatari», diceva, quando riteneva chegli acquisti avvenissero senza rischiare, sa-pendo già che il destinatario finale era certo.Nel caso della Telecom di oggi è davvero così?Vedremo nelle prossime settimane. Di sicuroil futuro della società non è affatto chiaro, nélo sono gli assetti dell’azionariato. Gli spa-gnoli di Telefonica sono saliti in Telco, lafinanziaria cassaforte di Telecom a cui fa capooltre il 22 per cento del capitale, e dal gennaioprossimo ne assumeranno il controllo esclu-sivo. Ma non si tratta di una percentuale chemetta al riparo da sorprese. Inoltre mancachiarezza sulle scelte che verranno fatte. Apartire da una fondamentale: il destino dellarete fissa. Il governo ha indicato una stradaanaloga alle decisioni prese per l’energia e ilgas: lo scorporo, che permetterà di mante-nerne il controllo in mani italiane e pubbli-che. Ma gli spagnoli, che hanno scelto il si-lenzio, considerano la rete essenziale e nonhanno alcuna intenzione di rinunciarvi. Tele-com senza rete, sostengono, perderebbebuona parte del valore ed è una decisionesbagliata perché si tratta di attività fortemen-te collegate. E’ possibile un punto d’incontro?Oppure altri colpi di scena sono in arrivodando a Blackrock la possibilità di festeggiareuna lauta plusvalenza?

Fabio Tamburini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti i numeri di AlitaliaI primi sei mesi 2013NUMERO DI PASSEGGERI

10,7 milioni

(-4% rispettoa giugno 2012)

ALTRI COSTI

60 milioni di euro

Nel semestre sono statisostenuti una serie di costi incrementali dovuti a: tasse aeroportuali, tasse sul rumore (Regione Lazio) tassa Fornero, contributocosti Enav, tassa ETS

RISULTATO NETTO

-294 milioni di euro

(rispetto a -201 milioni di euro dell’analogo periodo del 2012)

INDEBITAMENTO NETTO

946 milioni di euro

DISPONIBILITÀ LIQUIDA

128 milioni di euro

(totale gestionale)

ACCANTONAMENTI

50 milioni di euro

di cui 47 legati al contenzioso fiscale sulle società irlandesi facenti capo all’ex gruppo Air One

RICAVI TOTALI

1,6 miliardi di euro

(-4% rispetto a giugno 2012)

EBIT (risultato operativo)

-198 milioni di euro

(rispetto ai -169 milionidello stesso semestredello scorso anno)

D’ARCO

ParigiSotto,Alexandre DeJuniac, presi-dente di AirFrance-Klm.La compa-gnia hail 25%di Alitalia

RomaSopra, Mas-simo Sarmi,ceo di PosteItaliane. LePoste hannoinvestito75 milioni inAlitalia

La storia Il gruppo del Cane a sei zampe ha un diritto di prelazione che divide i due big di Mosca

Eni diventa ago della bilancianella campagna di RussiaLa cessione della quota Enel in Severenergia (Rosneft)

MILANO — È vero che nel mondodei «big» del petrolio e del gas il con-corrente in casa propria può diventa-re l’alleato del giacimento accanto. Mala vicenda che sta coinvolgendo Eni eEnel in Russia rischia di dare luogo aqualche conseguenza imbarazzante. Idue gruppi italiani si sono infatti tro-vati nel bel mezzo del braccio di ferrotra i colossi moscoviti dell’energia, laRosneft di Igor Sechin e l’accoppiataNovatek-Gazpromneft. Uno scontrodi personalità, e una sfida in vista del-la prossima apertura del mercato delgas naturale liquefatto, fino a oggimonopolio di Gazprom. Ciò che acca-de è che l’Eni di Paolo Scaroni, entropoche settimane, dovrà decidere seesercitare o meno il diritto di prela-zione che vanta sulla quota Enel in Se-verenergia che il gruppo di FulvioConti ha girato a Rosneft a fine set-tembre, incassando un lauto assegnodi 1,8 miliardi di dollari. Ma i maggio-ri azionisti di Severenergia sono No-vatek e Gazpromneft, che hanno maldigerito l’ingresso nel cortile di casadell’arcirivale Rosneft.

Serve un piccolo passo indietro: iltesoretto conteso di Severenergia èuno dei frutti dello smembramentodella vecchia Yukos, la società del ma-gnate decaduto (e incarcerato)Mikhail Chodorkovskij. Si tratta di ungiacimento che lo scorso anno ha

prodotto 5 miliardi di metri cubi digas e che nel 2015 arriverà a 20 miliar-di. Niente di eccezionale per la Sibe-ria, tuttavia da solo coprirebbe più diun quarto dei consumi italiani di unanno. Eni e Enel, nel 2007, hanno vin-to l’asta per quelle attività, ma permotivi di opportunità «politica» neglianni successivi hanno dovuto imbar-care come soci di maggioranza il co-losso monopolista Gazprom e più tar-

di Novatek. Quest’ultima è la primasocietà «privata» russa dell’energia,ed è di proprietà di altri personaggiben conosciuti nel mondo del gas edel petrolio: da Leonid Mikhelson(chief executive officer) a GennadyTimchenko (cofondatore della Gun-vor, terza società al mondo nel tra-ding di petrolio) fino alla francese To-tal. Oggi il duo Gazpromneft-Novatekha il 51% di Severenergia, mentre fino

a ieri agli italiani era rimasto il 49%(diviso tra Eni al 60% e Enel al 40%nella joint venture Arctic Russia). Ilgruppo di Conti, per fare cassa, hamesso sul mercato la sua quota. Manella trattativa Novatek è stata «bru-ciata» da Rosneft con un’offerta vin-colante da 1,8 miliardi, tre volte emezzo l’investimento iniziale delgruppo elettrico. Apriti cielo: Ti-mchenko ha iniziato il pressing sul-l’Eni, sostenendo pochi giorni fa inun’intervista a «Kommersant» di averparlato personalmente con Scaronidella cessione della quota del Cane asei zampe. La palla, a questo punto, èpassata interamente nel campo delgruppo di Metanopoli, che gode di undiritto di prelazione sulla quota Enel.Conti incasserà comunque i suoi 1,8miliardi di dollari, mentre in un mesel’Eni dovrà decidere se subentrare omeno a Rosneft.

Questione, come si può intuire,delicata: se lo facesse potrebbe irri-tare il potente Sechin, ex ministrodell’Energia e putiniano di strettaosservanza, con il quale ha siglatoimportanti accordi strategici. Se op-tasse per non rilevare la quota, a sec-carsi potrebbe essere l’altro putinia-no, Timchenko, e con lui lo storicoalleato nel gas, Gazprom. Certo, l’al-ternativa sarebbe uscire dal camposiberiano mettendo all’asta le pro-prie azioni. L’Eni perderebbe il pre-sidio nell’artico russo, ma incasse-rebbe come minimo 2,7 miliardi didollari. C’è chi dice che Scaroni cistarebbe seriamente pensando. D’al-tronde non si può stare in paradiso adispetto dei santi.

Stefano Agnoli@stefanoagnoli

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CrisiAllarme Ilo:202 milionidi disoccupatiLa disoccupazioneglobale resta al disopra dei livelli precrisi e si stimaraggiungerà i 202milioni nel 2013, di cui73 milioni fra i giovani.Lo afferma il direttoregenerale dell’Ilo, GuyRyder, nel discorsoall’Imfc, il braccioesecutivo del Fmi.

In BorsaDa iniziosettembre il titoloha guadagnatoil 42%

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30 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Economia 31

A Washington L’amministratore delegato del gruppo: sereni sugli stress test ma regole uguali per tutti

Messina: un nuovo piano per IntesaSiamo solidi, coinvolgerò i manager«Ognuno nella banca sarà titolare di un pezzo del progetto»

DALLA NOSTRA INVIATA

WASHINGTON - Il nuovopiano industriale di IntesaSanpaolo «avrà un approcciocompletamente diverso dal pas-sato che coinvolgerà tutte le unitàdel gruppo, partendo dal basso».Il piano «sarà in pratica una som-matoria dei piani che avrà un for-te contenuto di azione». CarloMessina, nuovo amministratoredelegato di Intesa Sanpaolo, an-nuncia così le strategie a cui stalavorando. È a Washington in oc-casione degli incontri con ban-chieri ed investitori che si svolgo-no ogni anno in contemporaneaai lavori dell’assemblea annualedel Fmi e della Banca mondialeed è al suo primo intervento pub-blico con il presidente del consi-glio di gestione, Gian MariaGros-Pietro. «Ognuno nella ban-ca sarà titolare di un pezzo di pia-no industriale, insieme analizze-remo i problemi e soprattutto ipiani di azione», aggiunge. Oggi,spiega, c’è maggiore certezza difondo sugli scenari macroecono-mici ed è possibile disegnare le li-nee di sviluppo del gruppo. E poi,aggiunge Messina, anche il supe-ramento della crisi politica italia-na, con la conferma di fiducia algoverno Letta, rappresentaun’importante garanzia di stabili-tà. Perché, spiega, «l’attitudinedei mercati verso l’Italia non è piùcosì negativa come nel passato».A Washington, al Fondo moneta-

rio e presso gli investitori, c’è chinutre preoccupazione sulle ban-che europee e italiane in partico-lare. Ma i timori, afferma Messi-na, non coinvolgono certo IntesaSanpaolo. «Mi sento sereno per irisultati della banca perché i li-velli di copertura dei nostri attivisono più alti di quelli richiesti emaggiori del resto del sistema».Ciò comunque non vuol dire, ag-giunge, «che non aumenteremoancora tale copertura. Lo faremoperché è in vista un eserciziomolto severo — Asset quality re-view e stress test — e noi voglia-mo essere preparati». A questoproposito Messina si unisce allarichiesta dell’intero sistema cre-ditizio italiano per ottenere a li-

vello europeo, in vista dello scre-ening condotto dalla Bce, criteridi valutazione omogenei in Euro-pa. Se così sarà «vogliamo i test ilpiù possibile rigorosi» e li voglia-mo «il prima possibile». È unpercorso, quello dell’Asset quali-ty review, «volto a creare stabilitànel futuro che in questi mesi stacreando attenzione sui bilanci.Noi non temiamo controlli di

questo tipo. È un esercizio chedeve portare gli istituti versol’unione bancaria e credo che siagiusto che avvenga con il massi-mo rigore». Per il gruppo vede«una crescita endogena». «Non cisaranno acquisizioni in Italia ofuori», aggiunge, smentendo cosìle indiscrezioni circolate in riferi-mento a Mps e a Commerz. Infineil credito. Intesa Sanpaolo non hamai ridotto la sua apertura versole aziende che meritano, affermaMessina. Quanto alla liquidità ot-tenuta dalla Bce, sottolinea Mes-sina, «abbiamo ricevuto in tutto36 miliardi e ne abbiamo erogatialle Pmi 46, dieci in più».

Stefania Tamburello© R PRODUZIONE RISERVATA

Alla guidaCarlo Messi-na, 51 anni,è consiglieredelegato eceo di IntesaSanpaolo dal29 settem-bre scorso. Èresponsabiledella divisio-ne Banca deiterritori edell’area digovernoChieffinancialofficerda maggio2013

L’Osservatorio CartaSi

Carte di credito, consumi su del 2,9%Nonostante la recessione, torna a crescere laspesa degli italiani con carta di credito. ECartaSi segnala, diffondendo i datidell’Osservatorio di ottobre, «un ritorno allaspesa che non ci aspettavamo». Un buonsegnale dunque ma legato solo alle spese«elettroniche». La spesa — dicono i datidell’Osservatorio — aumenteràcomplessivamente del 2,9% nel 2014, nel2015 la crescita sarà del 2,6%, portando iltotale speso con carta a 81,7 miliardi di euro(erano 76,3 miliardi a fine 2012), il 17,2% dei

quali arriverà dall’e-commerce (gli acquistionline, a fine 2012, pesano il 12,3% deltotale). Rispetto alla precedente edizione delrapporto previsionale si sono riviste al rialzole stime di crescita per il 2014 soprattutto peril canale e-commerce, rivisto da +11,9% a+13,9% . Segnali contrastanti sul frontetradizionale dove, nonostante qualche segnopiù, rimarranno invece in contrazione — macon ritmi meno aspri — l’abbigliamento, lecalzature e i beni per la casa.

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9,8%la quota di Intesa Sanpaoloin mano alla Compagniadi San Paolo. Gli altri socisono le Fondazioni Cariplo,Cassa di Risparmio diPadova e Rovigo, di Bologna,l’Ente Cassa di risparmio diFirenze, Generali e HarborInternational Fund

Più crediti alle imprese,va risolta l’anomalia fiscalesui bilanci degli istituti

La lettera

Caro Direttore,per la ripresa economica ed occupazionaleoccorre una profonda revisione di tutti i fattoriin grado di realizzare più competitività delle

produzioni e dei servizi italiani, in un contesto sempre piùglobalizzato. Ma occorrono anche idee chiare, come premessadi analisi serene dei fenomeni, evitando quei luoghi comuniche rischiano di essere distorsivi di ragionamenti corretti,impedendo i conseguenti provvedimenti migliorativi. Inparticolare, per ciò che riguarda l’erogazione del credito daparte delle banche (di ogni genere e natura) operanti inItalia, viene frequentemente descritta una situazione di fortecontrazione dei finanziamenti, ancorché dovuta alle semprepiù stringenti regole di Basilea 2 e poi di Basilea 3. La realtà èalmeno parzialmente diversa. I prestiti bancari versoimprese e famiglie in Italia, negli ultimi vent’anni, dalla fasedelle liberalizzazioni e privatizzazioni in poi, sonoaddirittura moltiplicati. Infatti, nel 1992 gli impegni bancariammontavano a circa 584 miliardi di euro. Dieci anni dopo,nel 2002, tale ammontare era quasi raddoppiato a 1.036miliardi di euro. Tale crescita si è sviluppata ulteriormenteanche durante tutto il primo decennio degli anni duemila,compresi i primi anni della grave e lunga crisi che ancorastiamo vivendo. Il picco più elevato di impieghi bancari allaclientela è addirittura stato raggiunto nel 2012 con quasi1.800 miliardi di euro di prestiti. In questi mesi del 2013,invece, non vi è stata più crescita , ma un lieve calo degliimpieghi che, comunque, nello scorso mese di agostoammontavano complessivamente a 1.749 miliardi di euro,attestandosi quindi sempre ai livelli massimi di questivent’anni. Ciò è avvenuto e avviene nonostante il grave pesodei sempre crescenti crediti deteriorati e delle perditeconseguenti alle crisi delle aziende che impongono, inapplicazione alle rigorose norme che regolano l’attivitàbancaria, ingenti accantonamenti. Ciò è avvenuto e avvienenonostante la raccolta del risparmio in Italia, nell’ultimoanno, abbia ridotto la quota collocata in obbligazioni, ovveroin strumenti a medio termine, per concentrarsi in depositisoprattutto di conto corrente «a vista» che, quindi, nongarantiscono una provvista poliennale capace di fronteggiareprestiti, appunto, poliennali come quelli che possono essereutili a imprese e famiglie. Per correggere tale tendenzaoccorre favorire la crescita di un clima di fiducia in cui irisparmiatori non vengano più continuamente spaventaticon minacce di sempre nuove imposizioni fiscali, ma chevengano rassicurati nella possibilità di maggiormenteorientarsi verso depositi e investimenti a medio-lungotermine. Parallelamente, per favorire una maggioreerogazione di prestiti alle imprese, occorre che venga al piùpresto rimossa l’anomalia che colpisce esclusivamente lebanche operanti in Italia che subiscono un trattamentofiscale penalizzante in addirittura diciotto anni per le perditesu crediti, quando, invece, incidono in un solo anno sulbilancio civilistico. L’imminente nuova legge di Stabilità èl’occasione principale per correggere tali anomalie e perfavorire un nuovo clima di fiducia in Italia e per l’Italia difronte alle istituzioni ed ai mercati internazionali ma anche esoprattutto verso le nostre imprese e le nostre famiglie.

Antonio PatuelliPresidente Associazione bancaria italiana

Il libro La storia dell’ente fondato nel 1563

La Compagnia di San Paoloe il «mercante milanese»

MILANO — La domanda è piùche mai attuale e a porla sarà lostesso Sergio Chiamparino presen-tando, martedì sera al Teatro Cari-gnano a Torino, l’opera di Einaudi«La Compagnia di San Paolo» sui450 anni della fondazione piemon-tese. «È questa la storia della Com-pagnia di San Paolo, oggi fondazio-ne filantropica privata senza fini dilucro — si chiede il presidente nellaprefazione del volume in due particoordinato da Walter Barberis e An-na Cantaluppi e realizzato da 48 au-tori — . Oppure è la storia di quellaBanca San Paolo, il cui nome risultaancora, a valle di numerose trasfor-mazioni, nel gruppo bancario delquale la Compagnia è il primo azio-nista?».

La risposta è semplice solo inapparenza: quel 25 gennaio del1563 «nacque una cosa che sta al-l’origine di entrambe». Oggi, ricor-da Chiamparino, «fondazione ebanca sono cose diverse» e la storiabancaria è fonte di ispirazione «manon di vincolo». Su qual è e qualepotrà essere il legame tra la Compa-gnia e Intesa Sanpaolo interverràanche il presidente di quest’ultima,Giovanni Bazoli. Alle fondazioni exbancarie è chiesto da più parti di

dismettere il doppio volto del Gia-no bifronte e di fare un passo indie-tro dal capitale degli istituti di cre-dito. Chiamparino sottolinea comela Compagnia «guarda al futuro sa-pendo quale posto occupare inquesto, non facile, tempo presen-te».

La storia della Compagnia è an-che la lunga storia di Torino e dellasua società che ha visto con la Con-fraternita l’affermarsi di una classedi mercanti e di professionisti edella prima rete di solidarietà nelceto medio: l’assistenza a domicilioai cosiddetti «poveri vergognosi»,commercianti che avevano subitorovesci finanziari o nobili decadutiche mai avrebbero chiesto la carità.Anche l’aiuto alle donne fu in pri-mis pensato per le orfane e le vedo-ve delle classi abbienti. Non venne

mai a mancare comunque l’assi-stenza ai più poveri. Anzi. Nel 1581 iconfratelli si auto tassarono per co-stituire il capitale iniziale del Montedi Pietà. Dei 600 scudi raccolti, 500furono messi dal conte Isimbardima scorrendo l’elenco dei sotto-scrittori, interamente ricostruito,tra mercanti e dottori in legge,spunta tale Rocco Manzo di profes-sione «povero» al quale si deve unaquota davvero minima di 3 grossi(per capire, la spesa quotidiana in-dividuale per il pane era all’epoca di2,17 grossi, un mastro muratore neguadagnava 22, una balia 3).

Più di un «mercante milanese»sia pure «residente a Torino» parte-cipa alla sottoscrizione per la costi-tuzione del Monte. Dell’asse conMilano, portato oggi alla massimarealizzazione nella superbanca, sitrova traccia sin dalla nascita dellaCompagnia della Fede Cattolicasotto l’invocazione di San Paolo.Uno dei sette fondatori che quellanotte di gennaio strinsero l’accordoera proprio un mercante milanese,espressione della «lobby» dei tra-sformatori della seta, un mestiereche Torino voleva imparare.

Paola Pica© RIPRODUZIONE RISERVATA

Copertina Il volume Einaudi

La liquiditàI fondi dalla Bce? «Neabbiamo ricevuti 36miliardi e ne abbiamoerogati alle Pmi 46»

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32 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Un museo apertoIn mostra alla Triennalele cover della «Lettura»:i grandi artisticontemporanei,da Weiwei a Yoko Ono

(come variabile è stata ognuna delle coperti-ne) che idealmente rinnova la tradizione dellabottega dell’artista rinascimentale, quella incui si intersecavano le esperienze di ciascunodei componenti, grande genio o semplice arti-giano che fossero. Nella stagione in cui le mo-stre, i musei, le biennali hanno scelto di essere«enciclopedici», onnicomprensivi, aperti atutte le esperienze (passate o future), la «Lettu-ra» ha in qualche modo anticipato i tempi. Acominciare proprio dalle copertine che nonsono mai «sole», ma sempre accompagnatedalle «parole magiche» scelte dagli stessi arti-sti per incoraggiare i lettori in un insolito viag-gio di conoscenza. Sia che si tratti del colora-tissimo paesaggio di Valerio Adami, della spe-ranzosa cometa di Mimmo Paladino, delle sa-pienti farfalle di Emilio Isgrò, dei volti diMarina Abramovic, della partigiana di DaniloDe Marco, del Canova «riscritto» dalla luce diAurelio Amendola. Bellissime, ad esempio,quelle volute da Andres Serrano come com-mento allo sguardo del campesinos Jesus: «Fo-

Pistoletto, Emilio Isgrò e i due Kabakov: ognu-no a suo modo ha ricoperto la «Lettura» con ilproprio segno (irreale o corrosivo, romanticoo sofferto) e come per miracolo la stessa co-pertina, ogni volta, è diventata una «pelle»ideale di quel numero. Per questo l’allestimen-to, accanto a una scelta di opere originali, havoluto «ingabbiare» le copertine (autografate)con l’intero numero della «Lettura». Mentre ilpoeta che legge di ivan, le zebre «bianche sufondo nero» di Stefano Arienti, la pansè di AnnCraven, la mano di Marco Tirelli o gli uominisottosopra di George Baselitz si sono a lorovolta trasformati in un «biglietto d’invito» perscoprire quello che la «Lettura» da semprecontiene, «cercando di infrangere — secondoil curatore della mostra Gianluigi Colin — labarriera che esiste tra chi frequenta gli indefi-nibili territori dell’arte contemporanea e ilpubblico vasto, eterogeneo, spesso inespertoma certo attento, curioso e aperto di un grandequotidiano».

Il risultato è un museo infinito e variabile

L a Primavera di Botticelli è il simbolo de-gli Uffizi, la Gioconda di Leonardo delLouvre, il doppio ritratto di Mr and MrsAndrews di Gainsborough rappresenta

la National Gallery, il busto di Nefertiti permolti è sinonimo di Neues Museum, così co-me Las meninas di Velázquez del Prado, laDanza di Matisse dell’Hermitage, la Casa dellaferrovia di Hopper del Moma. Le cento coper-tine d’autore in mostra da martedì fino al 24novembre alla Triennale di Milano possonorappresentare la «Lettura», sintetizzare lo spi-rito con cui è nata e dentro cui si è sviluppatain questi quasi due anni. Eppure, come la Pri-mavera e gli altri capolavori non delimitanol’intero universo di un museo, così queste ma-gnifiche cento non sono soltanto un bellissi-mo guscio che protegge l’universo contempo-raneo e assai variegato del «Dibattito delleidee», degli «Orizzonti», dei «Caratteri», degli«Sguardi», dei «Percorsi». Insomma l’univer-so di un supplemento culturale che fin dall’ini-zio non ha mai cercato il colpo a effetto (l’im-magine scandalo, il brutto che fa notizia, l’arti-sta superstar, la polemica fine a se stessa) mache con ognuna di quelle copertine, e con ciòche in qualche modo custodiva ogni numero,si è invece proposto di lanciare, come dice ildirettore Ferruccio de Bortoli, «un certo sguar-do sulla società, la cultura, la politica, la comu-nicazione», alla ricerca dello «spirito del tem-po».

Sotto il vestito niente era il titolo di un filmdel 1985 diventato simbolo di ogni genere disuperficialità bellissima e inconcludente. Unconcetto lontano anni luce da queste coperti-ne e da ciò che rappresentano, nonostante afirmarle sia stato un universo d’artisti spessoglamour, importanti, al centro della scena arti-stica contemporanea, ma assai differenti traloro per storia, stile, quotazioni. Dal primo (AiWeiwei) all’ultimo (Yoko Ono) che firmeràquella copertina numero cento, in edicola do-menica 20 ottobre, che sarà aggiunta «a mo-stra aperta», alla maniera di un’installazionesite-specific.

Carla Accardi e Gabriele Basilico, ChristianBoltansky e Bill Viola, William Kentridge eAlessandro Mendini, Anish Kapoor e RenzoPiano, Altan e Dario Fo, Davide Benati e GiulioPaolini, Shirana Shahbazi e Jane McAdamFreud, Maneshe Kadishman e Michelangelo

Accanto da sini-stra: la primacopertina della«Lettura», uscitail 13 novembre2011, firmatadall’artista cineseAi Weiwei(56 anni);la numero 2 deltedesco AnselmKiefer (58 anni);la numero 4firmatadall’italianoMichelangeloPistoletto (Biella,1933). A destra:Yoko Ono firmala cover delnumero 100,che saràin edicoladomenica20 ottobre.L’opera saràaggiuntaa mostra apertain Triennale

di STEFANO BUCCI

L’incontro Lo scrittore brasiliano terrà uno speech su «Dialogo e pace»

Coelho, appuntamento in Duomo

N on potè essere a Milano per la presentazione delsuo libro più recente, Il manoscritto ritrovato adAccra, uscito per Bompiani nel 2012, e intende

rimediare quest’anno con un evento inatteso: Paulo Coe-lho visiterà il suo pubblico milanese mercoledì 23 otto-bre, battendo un altro dei molti record che lo riguardano:sarà infatti il primo scrittore (e bestseller) a tenere unospeech nel Duomo di Milano. Quali sono gli altri record, èpresto detto: le sue opere sono pubblicate in più di 200Paesi e tradotte in 80 lingue, hanno venduto 150 milionidi copie nel mondo, di cui 10 in Italia. In più, la comunitàdei follower di Coelho sui social media è la più grande almondo, con oltre 23 milioni di persone. L’autore di L’Al-chimista (1995), Sulla sponda del fiume Piedra mi sonoseduta e ho pianto (1996), Il Cammino di Santiago (2001),La strega di Portobello (2007), Aleph (2011) e molti altri

titoli, tutti editi da Bompiani, proporrà al pubblico riuni-to nel Duomo milanese il 23, alle ore 20.30, una lectio sultema «Dialogo e pace», dopo l’introduzione di ArmandoTorno e il saluto all’assessore alla cultura del Comune diMilano, Filippo Del Corno, mentre il presidente dell’As-sociazione librai italiani, Alberto Galla, conferirà all’auto-re brasiliano un riconoscimento speciale per i dieci mi-

lioni di libri venduti in Italia.La presenza dello scrittore non

sarà però l’unica sorpresa dellaserata, poiché l’evento, organizza-to da Bompiani insieme alla Vene-randa Fabbrica del Duomo, preve-de anche un recital del pianistairaniano Ramin Bahrami, consi-derato uno dei massimi interpreticontemporanei di Bach.

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I sette giorni su Twitterdi Armando Torno

Tutte le settimane un ospitesuggerisce un libro al giornoai follower de @La_Lettura. Eccoi consigli di Armando Torno

DomenicaPindaro fu il primo«giornalista sportivo»(Brera). Le sue«Olimpiche»,da rileggere,lo provano

LunedìDi Agamben«Pilato e Gesù»:fu un colloquio-chiavesulla verità.Anche per oggi

MartedìIl «Tacet» di Pozziindica solitudinee silenzio come mezziper ritrovare la propriaumanità

MercoledìLe «Cinque voci perGesualdo»di De Simoneaiutano a riascoltare lenote del dolore infinito

GiovedìLa matematica si amacon Devlin e «I numerimagici di Fibonacci».Ottocento annidi fascino

VenerdìScoprire gli amori(letterari) di Poundcon «Carte provenzali»di Capelli. Passionitrobadoriche

SabatoCon «Odessa» di Kingsi entra nel sogno.Una città fantasticache riflette etniee culture

Giulio Giorelloè il nuovo#twitterguestDa oggi Giulio Giorello,filosofo della scienza,sceglie i libri per ifollower de @La_Lettura

Cultura A Mazzucco e Arbasino il Bottari LattesMelania Gaia Mazzucco ha vinto il Premio Bottari Lattes Grinzane 2013con «Limbo» (Einaudi). Per la sezione «La Quercia», dedicata a Mario Lattes(novant’anni dalla sua nascita), ha invece vinto « L’Ingegnere in blu» di AlbertoArbasino (Adelphi, 2008). Il romanzo della Mazzucco ha ottenuto 76 voti su178 voti degli studenti delle giurie scolastiche. Gli altri finalisti al Premio erano:Ugo Riccarelli, Chad Harbach e Zeruya Shalev.

Martedì a Milano

L’inaugurazione con i collaboratoriLamostra — «La Lettura 2011-2013.Cento copertine d’autore» è allaTriennale di Milano (saladell’Impluvium), dal 15 ottobre al 24novembre. L’esposizione è a cura diGianluigi Colin , il progetto diallestimento e graphic design è di A+GAchilli Ghizzardi Associati.Ingresso libero, dal martedì adomenica, dalle 10,30 alle 20,30,giovedì fino alle 23, lunedì chiuso.Info: www.corriere.it/lalettura;www.triennale.it; telefono 02 72 43 41.Il catalogo — Edito da Skira, è curatoda Gianluigi Colin e Antonio Troiano.L’inaugurazione — Martedì 15, alle

18,30, alla presenza del direttore del«Corriere» Ferruccio de Bortoli,Piergaetano Marchetti, presidentedella Fondazione Corriere della Sera,Claudio De Albertis, presidente dellafondazione Triennale, AndreaCancellato, direttore generale dellaTriennale oltre a tutta la redazione e anumerosi artisti e scrittori che hannocollaborato alla «Lettura». Un aperitivosarà offerto dall’azienda Ceretto.Contributi — La mostra è statarealizzata dalla Fondazione Corrieredella Sera con il contributo e ilsostegno di Eni, Pianoforte Holding,Fondazione Pirelli.

di IDA BOZZI

Il ritorno La storia d’amore pavese che fu interpretata dalla Schneider

Milani e il fantasma di Romy

S iamo a in molti a ricordare —- anche dopo più di30 anni — l’affascinante Romy Schneider, insiemea Mastroianni, nel film «Fantasma d’amore», trat-

to da uno dei più bei romanzi che io conosca. L’autore èlo scrittore Mino Milani, che fin dal 1977 l’aveva dato al-le stampe, guadagnandosi subito l’ammirazione di tan-ti lettori. E adesso Fantasma d’amore torna per l’edito-re Barion (pp. 274, € 14) con una postfazione di BeppeBenvenuto. Ambientato a Pavia e nelle campagne delpavese (ambienti di cui il pavesissimo Milani si rivelainsuperato conoscitore), il romanzo si svolge tra la fined’ottobre e il 29 novembre del 1975. Mi guarderò dalriassumere una trama che sa avvincere, ancor oggi,chiunque voglia lasciarsi divorare dalle pagine, dovedomina il fantasma, avvincente e intrigante, di unadonna sempre sospesa fra l’avventura e il mistero, così

come Loredana, Anna, Teresa… Quello che, invece, mipreme segnalare è la straordinaria capacità di Milaninel descrivere ambienti e paesaggio, che non fanno so-lo da sfondo alla vicenda: sia che si vada «in giro di not-te, con la luna, d’inverno», sia che ci si fermi a osservare«i tetti rossi e umidi, i comignoli, il grande abete verde-nero». Senza dimenticare il Ticino quasi coprotagoni-

sta — dove spiccano «d’autunnoe anche d’inverno, le prime neb-bie, il primo ghiaccio sottile lun-go le rive, i corvi che passano informazione gracchiando, il si-lenzio nevoso, i cespugli intiriz-ziti e fioriti di galaverna, il solerosso che annega nella brumagrigia, l’odore della foglie mor-te». E si potrebbe continuare.

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diARTURO COLOMBO

copertine d’autoreper capire

il nostro mondo

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Cultura 33

tografo quello che mi interessa nella speranzache sia di interesse anche agli altri».

Al catalogo pubblicato da Skira il compito diallargare ulteriormente il confronto: esibendole proposte alternative che ognuno degli artistiha fatto (con la bella scoperta che la scelta fina-le è stata comunque la più riuscita); proponen-do una galleria di istantanee di Gillo Dorfles edi Marcello Jori, di Velasco Vitali e di LorenzoMattotti immortalati mentre lasciano il lorosegno sulle pareti della redazione; ricordandoil fondamentale contributo della graphic no-vel, dei giovani illustratori, delle infografichecapaci di toccare problematiche spinose comese fossero un gioco d’artista. E ritrovando il

piacere (anche estetico) della memoria: quelladell’antica «Lettura» di Luigi Albertini, il men-sile del «Corriere» nato nel 1901 (la sua avven-tura sarebbe proseguita fino al 1952), con le co-pertine firmate dai grandi illustratori-artistidel tempo (Marcello Dudovich, Umberto Bru-nelleschi, Enrico Sacchetti, Bruno Munari) an-che esse presenti in video nella mostra mila-nese. D’altra parte, il confronto è scritto nel de-stino della «Lettura». Perché la vita non è maisolo una copertina: proprio come la Primaveradi Botticelli non è solo gli Uffizi, ma è patrimo-nio di tutti.

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Nel catalogoLe proposte alternative e le istantaneedi Dorfles, Iori, Vitali, Mattottiimmortalati mentre lasciano il lorosegno sulle pareti della redazione

Buchmesse Uscirà nel 2014 il nuovo volume della trilogia «Century»

Ken Follett: «Per il terzo libroho ritrovato la stagistache fu sedotta da Kennedy»Il romanzo ambientato negli anni del Muro di Berlino

FRANCOFORTE — Uscirà il 16 settem-bre del 2014 il terzo volume della trilogiaCentury di Ken Follett, contemporanea-mente in otto paesi: Usa, Germania, Spa-gna, Inghilterra, Francia, Danimarca, Bra-sile e Italia (Mondadori). Edge of Eternityè il titolo originale del romanzo che seguee conclude la saga iniziata nel 2010 con Lacaduta dei giganti e proseguita nel 2012con L’inverno del mondo. A Francoforteper presentare l’ultimo capitolo di Centu-ry ai suoi editori, Follett si ferma allostand Mondadori dove lo incontriamo.

«Il terzo libro comincia nel 1961 con lacostruzione del Muro di Berlino e finiscenell’89, quando il Muro viene abbattuto.Sono gli anni della Guerra fredda, c’è mol-to intrigo, non necessariamente spionag-gio. Certo uno dei personaggi lavora allaCasa Bianca, un altro invece è al Cremli-no». Perché il 1961? «È stata una scelta ine-vitabile, non solo per il Muro: quello è sta-to il primo anno della presidenza Kenne-dy, del fallito sbarco nella Baia dei porci,di Yuri Gagarin primo uomo nello spazio,della legge che vieta in America la segre-gazione razziale sui mezzi pubblici. Ecco,questo della lotta per i diritti civili è, dopola Guerra fredda, l’altro filone del libro, untema appassionante». Ma nel 1961 iniziaanche l’intervento americano in Vietnam.«La guerra del Vietnam ha scosso il mon-do. Dovunque ci furono proteste. Anch’ioda giovane ero in piazza a manifestare.Erano anni di grandi mobilitazioni, maanche anni di durissimo scontro fra ame-ricani e sovietici con il pericolo ricorrentedi una guerra nucleare».

Ken Follett, 64 anni, una gloriosa car-riera di scrittore in testa alle classifichedei bestseller con oltre 130 milioni di co-pie (il numero uno è I pilastri della Terra,circa venti milioni di copie vendute dal1989), ha concluso la prima stesura del ro-manzo. «L’ho inviata a una serie di attentilettori, i miei consulenti storici, gli editor.Ma anche fidati amici che non si fannoscrupoli a dirmi se c’è qualcosa che nonfunziona. Lavoro sempre così. Quando hotutte le risposte, procedo alla seconda edefinitiva stesura. In tempo per far uscireil libro alla data fissata». Il grosso comun-que è compiuto, cioè l’ossatura del rac-conto e i diversi modi con cui i diversi per-sonaggi incrociano le loro vite. Una capa-cità, questa, di tessere i diversi fili dellatrama che è il marchio distintivo di Follett.

Ci saranno ovviamente anche storied’amore. «Certo, e non tutte idilliache. Peresempio c’è una giovane ragazza america-na che va a lavorare alla Casa Bianca e hauna relazione con il presidente Kennedy.Sugli amori di Kennedy circolano tantestorie, io volevo essere accurato. Così misono documentato». Come? «Avevo lettoil memoir di Mimi Alford, una stagista di19 anni che fu sedotta da Jfk. Era vergine.La loro relazione durò diversi mesi, solo50 anni dopo lei l’ha raccontata. Io le hoscritto chiedendole se mi poteva aiutare

con i suoi ricordi, se leggendo quanto sta-vo scrivendo trovava qualcosa di sbaglia-to. Mi ha risposto ed è stata felice di colla-borare».

America, Unione Sovietica, Berlino: inquesto terzo capitolo l’Inghilterra non haun grande ruolo. «Me l’ha detto anche ilmio editore inglese, Macmillan, che è ri-

masto un po’ perples-so. Ma cos’è successodavvero di memorabi-le in Inghilterra da do-po la fine della guerra?I Beatles, ecco, nonmolto di più. In Ame-rica il passaggio daLyndon B. Johnson aNixon è stata una svol-ta epocale, drammati-ca. In Inghilterra cosaabbiamo avuto di si-mile? Il passaggio dalconservatore Douglas-Home al laburista Wil-son? Nemmeno para-gonabile». Della Tha-tcher, Follett non vuo-le parlare («un orco»l’ha definita una volta)e nemmeno di TonyBlair, a cui da tempomuove molti rimpro-veri, non ultimo laguerra in Iraq e la bu-gia delle armi di di-struzioni di massa.

Century è una lungacavalcata attraverso ilNovecento. Nel 2014 inEuropa si parlerà mol-

to della Prima guerra mondiale, di cui ri-corre appunto il centenario. Però il suo Lacaduta dei giganti è uscito quattro annifa: troppo in anticipo? «Il libro è ancora incommercio. Molti storici che pubblicanole loro ricerche sul 1914 in questi mesis’interrogano su come i governi europeipoterono precipitare i loro paesi in unaguerra così catastrofica. Ecco, leggendo ilprimo capitolo di Century, nelle sue variedislocazioni — Inghilterra, Russia, Ger-mania — si vede in azione questa folliacollettiva, da una parte l’illusione di unaguerra che fosse davvero l’ultima, dall’al-tra un delirio di sopraffazione e di onni-potenza».

L’anno prossimo, I pilastri della Terracompiono 25 anni. Ci sono in programmafesteggiamenti? Forse un raduno a Sali-sbury, la cui cattedrale è un po’ il modellodi quella romanzo? «Non ci abbiamo an-cora pensato. Salisbury, certo, ma anchela bellissima cattedrale di Santa Maria aVitoria in Spagna: lì mi hanno dedicatouna statua sulla piazza».

E in Italia, tornerà presto? A giugno eraa Positano a suonare con la sua band.«Spero di venire presto in Italia, dove dasempre ho lettori molto affezionati. Dopoquelli di lingua inglese, sono gli italiani ipiù assidui frequentatori del mio sito».

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La denuncia Le malattie degenerative del nostro sistema penitenziario in un saggio che raccoglie i pareri di giuristi ed esperti

Il paradosso delle carceri: prigionieri garanti della legalità

S ul sovraffollamento dellecarceri italiane ormai sap-piamo tutto, benché in real-

tà non ne sappiamo nulla. Biso-gnerebbe viverla quella condi-zione, per conoscerla davvero.

Noi conosciamo soltanto i nu-meri, le cifre: 66 mila detenutistipati in celle che potrebberoospitarne 47 mila. Numeri incer-ti, tuttavia, perché quel datoconteggia anche penitenziarichiusi per mancanza di persona-le, per inagibilità, per lavori di ri-strutturazione. Secondo fontinon ministeriali, l’eccedenza ef-

fettiva tocca 30 mila detenuti, al-l’incirca la metà dell’intera po-polazione carceraria. Tanto chela Corte di Strasburgo — nelloscorso mese di gennaio — ci hadato un anno di tempo per re-staurare un minimo di civiltàgiuridica, altrimenti scatterannole sanzioni. E d’altronde in Ger-mania e in California, per dirneuna, la pena viene rinviata d’uffi-cio quando verrebbe scontata incondizioni contrarie al principiod’umanità.

Sennonché il sovraffollamen-to è solo uno dei corni del pro-blema. Tutto il nostro sistemapresenta arretratezze e insensa-

tezze, sia sul piano del diritto pe-nale sostanziale (il codice in vi-gore è del 1930, lo firmò il Guar-dasigilli di Benito Mussolini), siasul piano dell’esecuzione dellapena. Per accendere un faro inquesto pozzo buio può aiutarciun volume appena edito per i ti-pi di Ediesse (Volti e mascheredella pena). Lo hanno curatoFranco Corleone e Andrea Pu-giotto: il primo, già sottosegreta-rio alla Giustizia dal 1996 al 2001,è Garante dei detenuti nel comu-ne di Firenze; il secondo è un co-stituzionalista brillante che in-segna nell’università di Ferrara.E la loro voce, insieme a quella di

Gherardo Colombo e di molti al-tri giuristi convocati al capezzaledel diritto, dà corpo a una requi-sitoria contro quattro malattiedegenerative, che sottraggono alrecluso non più soltanto la liber-tà, bensì la sua stessa dignità.

Quali? La pena nascosta, ovve-ro quella inflitta negli ospedalipsichiatrici giudiziari. La penaestrema, dunque il carcere duroprevisto dall’art. 41-bis, che si ri-solve in una forma di tortura. Lapena murata, e qui entrano incampo lo spazio e la funzionedella reclusione. Infine la penainsensata, strumento di vendet-ta anziché di rieducazione, co-

me pretenderebbe viceversal’art. 27 della Carta. La somma diqueste quattro afflizioni — scri-vono i curatori — trasforma ildetenuto da reus a res, da colpe-vole o presunto colpevole (il 40%è in attesa di giudizio) a cosa, e acosa che non conta. T’aspettere-sti da parte loro una reazione, senon un’insurrezione. Invece inostri carcerati praticano de-nunce non violente, firmano ri-corsi giurisdizionali, votano inmassa alle elezioni. A quanto pa-re, sono rimasti gli unici a crede-re nella legalità.

[email protected]© RIPRODUZIONE RISERVATA

R Il libro: AA.VV. «Volti e mascheredella pena», a cura di FrancoCorleone e Andrea Pugiotto,Ediesse, pp. 342,e 16

diRANIERI POLESE

La storia

Da Bruno Munaria Antonia Barbarossa

La «Lettura» ha una lunga storia: ha iniziatole pubblicazioni nel 1901 continuandosenza interruzione fino al 1945 e poi informa intermittente fino al 1952. Sopra, asinistra, una delle copertine storichefirmate da Bruno Munari; a destra, unarecente copertina di Antonia Barbarossa,vincitrice del premio che il supplementoculturale del «Corriere» ha indetto fra ilettori. In quella occasione hanno rispostocirca 600 giovani artisti e molte delle loroproposte saranno presentate in unainstallazione video nell’ambito dellamostra alla Triennale. Allo stesso modoanche le copertine storiche faranno parte diuna installazione video che presenta lalunga storia di «cover» della «Lettura». Inmostra saranno presentate tutte le primepagine con le cento opere pubblicate,alcune anche firmate e con interventipittorici degli artisti, oltre a unacinquantina di lavori originali.

Francoforte

Bene gli italianiFrancoforte non è andata male pergli editori italiani. Hanser ha invetrina l’ultimo Eco e presto faràuscire il romanzo postumo diTabucchi (in Francia, Gallimard).Fabio Volo ha successo daDiogenes e Fausto Brizzi (EinaudiStile libero) è stato comprato inAmerica. Rizzoli vende bene labiografia della Fallaci di CristinaDe Stefano, così come la Avallone eAugias. Random House Germaniaha comprato il nuovo romanzo diCatozzella (Feltrinelli). Fra gliacquisti curiosi per l’Italia, invece,due francesi: «Lo straordinariocaso del fachiro che rimase chiusoin un armadio Ikea» di RomainPuertolas (Einaudi) e «Alors voilà»di Baptiste Beaulieu (Rizzoli)».Bompiani ha comprato «GhostWaltz», il libro che ispirò«9settimane e 1/2»: lo traduceinsieme con la biografia che svelala vera identità dell’autrice.

TramaSiamo ai tempi della Guerrafredda: uno dei personaggilavora alla Casa Bianca;un altro, invece, è al Cremlino

Premiato per «Giallo d’Avola»

A Di Stefano l’«Addamo»Paolo Di Stefano è tra i vincitori del Premio internazionaleSalvatore Addamo, giunto alla sesta edizione, svoltosi ieri aCatania. Di Stefano è stato premiato per il libro «Giallod’Avola» (pubblicato dall’editrice Sellerio), un legal thrillersiciliano ambientato in terra contadina intorno alla metàdegli anni Cinquanta, dove la verità storica si intreccia con lacronaca, minuziosamente ricostruita dall’autore. Gli altridue riconoscimenti sono andati a Mario Ciancio, direttorede «La Sicilia» per «Der Aetna. Resoconto dei viaggi»(pubblicato dall’editrice Domenico Sanfilippo) e AntonioMistretta per «Archivi del Sud. Una saga siciliana» (uscitoper le edizioni Bonanno).

diMICHELE AINIS

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34 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

Eventi UNA MOSTRAA ROMA

L’esposizione Da oggi al Chiostrodel Bramante l’ascesa e il declinodella donna più potente dell’antichità

I documenti Sculture, monili, dipinti:180 opere dai Musei italiani e prestitidal British Museum e dal Louvre

CleopatraEffetto reginaI l ritratto di Cleopatra, che

accoglie il visitatore all’in-gresso della mostra dedicataall’ultima regina d’Egitto,

presenta un bel volto ovale daitratti regolari, l’incarnato fresco,gli occhi allungati, le labbra pie-ne, i capelli acconciati in file geo-metriche di boccoli. Scolpito daun artista greco in marmo pente-lico, probabilmente tra il II e il Isecolo a. C., e ritrovato nel 1887nei pressi della chiesa dei SantiPietro e Marcellino sulla via La-bicana a Roma, ha una somi-glianza con la regina tolemaica,ma potrebbe essere anche la raf-figurazione della dea Iside.

Per avere maggiore certezzadella fisionomia di Cleopatra bi-sogna arrivare al cuore della mo-stra, dove è esposta un’altra testain marmo bianco, consideratacome la prima identificazione diuna delle più famose femme fa-tale dell’antichità. Provenientedai Musei Vaticani, la sculturacostituisce uno dei due ritrattipiù sicuri della regina, entrambiriaffiorati da scavi laziali. L’altroritratto si trova a Berlino e non èarrivato per questa esposizione,che presenta centottanta opereconcesse soprattutto da museiitaliani, dai Capitolini all’Egiziodi Torino e all’Archeologico diNapoli ma che si avvale anche diprestiti anche dal Louvre di Pari-gi e dal British Museum di Lon-dra.

Alcuni studiosi ipotizzano chela testa dei Vaticani appartenessealla statua fatta realizzare da Ce-sare nel 46 a. C., quando Cleopa-tra era ospite nella sua villa tra-steverina. Secondo Dione Cassio,la statua fu collocata con grandescandalo dei romani nel tempiodi Venere Genitrice, accanto aquella della dea. La regina ha il

volto pieno, gli occhi grandi, labocca piccola con il labbro supe-riore sottile e quello inferiorec a r n o s o , c h e l e r e g a l a n oun’espressione risoluta e lieve-mente imbronciata. Manca pur-troppo l’elemento fisiognomicopiù caratterizzante: quel naso lacui punta volgeva fatalmente

verso il basso e che rendeva lasua bellezza «non del tutto in-comparabile», come ci ricordaPlutarco. Ma che non riuscì adintaccare il suo «fascino irresisti-bile». Un naso, quello, che si puòosservare in tutta la sua antieste-tica lunghezza, accentuata dalprofilo, nelle monete coniate du-

rante i vent’anni del suoregno, dal 51 al 30 a. C.,quando la sconfitta diAntonio ad Anzio la in-dusse al suicidio e ilvincitore Ottaviano Au-gusto diede il via allasua «damnatio memo-riae».

La mostra raccontaanche l’ascesa e il decli-no della regina, indaga isuoi anni romani e l’in-fluenza esercitata suicostumi e sulla religio-ne dell’Urbe, con gli deiegizi che irruppero nelPantheon capitolino e lematrone che la volleroimitare indossando ve-sti raffinate e monili re-alizzati dagli artisti ales-sandrini arrivati al suoseguito. Tra i pezzi di

oreficeria spicca il bracciale acorpo di serpente ritrovato tra ibeni di una matrona di Pompei.Da altre domus della città vesu-viana e da ville romane arrivanopitture, mosaici e sculture ispi-rate al magico regno egizio. Inuna sezione sono riuniti i prota-

gonisti che a fianco diCleopatra determinaronogli avvenimenti dell’epo-ca, ridisegnando la storiae la geografia del Mediter-raneo: Pompeo e Cesare,Antonio e Ottaviano, il fi-glio Cesarione avuto daldittatore romano e i ge-melli Alessandro Helios eCleopatra Selene avuti daAntonio.

In un’altra sfilano i so-vrani che fecero grandel’Egitto, da Alessandro Magno(del quale si può vedere la «Testaidealizzata», proveniente dalLouvre e detta anche di Alexan-dre Guimet dal nome del colle-zionista che l’acquistò al Cairo) aivolti dei suoi successori, i re tole-maici che regnarono su Alessan-dria per trecento anni. Ma la partepiù suggestiva del percorso è for-se quella che descrive l’ambientefluviale del Nilo, con affreschi efinissimi mosaici popolati di ip-popotami e coccodrilli, rane eanatre selvatiche che si muovonotra fiori di loto, cespugli di papiroe pesci di ogni genere.

Sulle sponde del fiume gioca-no i bagnanti e in lontananza sidelinea il profilo della città. Inuna statua del I secolo a.C. prove-niente da Londra un acrobata faevoluzioni sul dorso di un cocco-drillo.

Lauretta [email protected]

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Leggenda del cinemaElizabeth Taylor fu la piùfamosa «Cleopatra» delcinema. Il film del 1963, direttoda Joseph Mankiewicz, costò44 milioni di dollari,l’equivalente dei 300 di oggi

A Roma la mostra «Cleopatra.Roma e l’incantesimodell’Egitto»: 180 i capolavoriesposti, provenienti dai piùimportanti musei italiani e conprestiti da altre istituzioniestere. Al Chiostro del Bramante

fino al 2 febbraio 2014, a curadi Giovanni Gentili, prodotta daArthemisia Group con DARTChiostro del Bramante. Orari:Tutti i giorni dalle 10 alle 20.Sabato e domenica dalle 10 alle21. Biglietti: Intero 13 euro

(compresa l’audioguida);Ridotto 11 euro (audioguidainclusa). Info e prenotazioni:tel. 06/916.508.451 owww.mostracleopatra.it ewww.chiostrodelbramante.it.Il catalogo è edito da Skira.

La guida

L’intervista Il geografo racconta la storia del fiume, da divinità a elemento naturale «imbrigliato» da una diga

«Così dal Nilo nacque lo stato-nazione»

«Q uell’immagine di Cleo-patra che si presenta aCesare “srotolandosi”

insieme a un tappeto nel qualesi era nascosta. Ecco, cominciaqui l’avventura moderna del-l’Egitto: la regina si slega dalsuo mondo e si consegna allaromanità, aprendosi a leggi econsuetudini completamentediverse».

Con la solita, affascinantecapacità visionaria, Franco Fa-rinelli, presidente dell’Associa-zione geografi italiani (nonchéordinario di geografia all’uni-versità di Bologna), lega a dop-

pio filo la vita della leggendariaregina al destino del suo Paese.«Un Paese che, sin dagli inizi, èstato un laboratorio culturale epolitico strategico tra Oriente eOccidente — continua — e che,come giustamente ha scrittoErodoto, è un dono del Nilo».

Il Nilo, appunto: l’arteria diquel mondo sospeso tra altissi-ma cultura e cataclismi estre-mi, quella cerniera d’acqua checon i suoi oltre seimila chilo-metri se la gioca con il Rio delleAmazzoni e che buca l’Africa fi-no a morire proprio in Egitto,Paese per il quale è stato (ed è)

fonte di vita. «Con le inonda-zioni — spiega Farinelli —: co-me tutti sanno, tra luglio e ot-tobre il Nilo ricopriva le zonecircostanti di fango. Il limo chefertilizza la terra, donando so-stentamento. Ma non tutti san-no che è da questa veemenzafluviale che nacque la geome-tria. Dopo ogni inondazione, ilFaraone inviava dei tecnici chemisuravano di nuovo i confinidei terreni, per stabilire unequo programma fiscale. Quin-di, dal fiume scaturì una parteimportantissima della scienza,anche moderna». Si pensi soloal concetto di «misura», fonda-mentale nelle ricerche filosofi-che e sociologiche.

In quel misterioso trattatonoto come Corpus hermeticum(oggi si pensa risalga all’anno

Mille) c’è un passo in cui Ascle-pio definisce il Nilo «una copiadel cielo». E Farinelli nota: «In-dubbiamente a questo fiumesono stati attribuiti molti si-gnificati cosmologici». Plutar-co, nel suo De Iside, scrive cheOsiride è il Nilo che si uniscecon Iside, ossia la terra, perrenderla feconda. Una divinità,appunto, ed è così che gli egi-ziani vedono il «loro» fiume.

«C’è un altro aspetto socio-politico da ricordare: Mosè.Mosè e il suo distacco dalla co-smogonia delle civiltà millena-rie come gli Assiri o i Babilone-si. Lui intraprende un viaggiocon il suo popolo, propone undio non più “locale”, bensì chesi sposta insieme alla sua gen-te. Opera una frattura con ilpassato e si potrebbe così dire,

Farinelli: «Arrivando quiMosè inventò nuove leggi»

Il personaggioFrancoFarinelli(1948)è docentedi geografiaall’universitàdi Bologna

Fonte di scienzaCon le sue pienediede vita allageometria, nataper ristabilire iconfini dei terreni

Come una deaIl ritratto di Cle-opatra (o delladea Iside?):marmo grecodel II-I sec. a.C.

Gli anni romani della femme fataleche portò l’Egitto nell’UrbeE influenzò il potere e i costumi

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Eventi 35

GiochiLa sta-tua di unacrobata adorso di cocco-drillo (I secolo a.C., dal BritishMuseum). Inalto, ungatto, ba-locco datrascinare enutrire

Il personaggio Giochi, studi, esercizi di retorica e persuasione: l’educazione della giovane Cleopatra, orfana di madre a 12 anni, destinata al comando

Da principessina a dea con una disciplina ferreaSapeva nove lingue e il demotico, per dare ordini all’esercito. I suoi amori erano incontri d’affari

EpocheDa sinistrain senso orario:bracciale aserpente in oroe pasta vitrea (Isecolod. C.). Ritrattodi MarcoAntonio comeAlessandroMagno (etàellenistica).Bassorilievocon Augusto investe di faraone(I secolo a. C.)A sinistra,testa ritrattodi Cleopatra(seconda metàdel I secolo a. C.)

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G iocava con i dadi, i cavalli adondolo e i topolini domesti-ci. Ma non sapremo mai cosafaceva con le sue bambole di

terracotta. Forse le impegnava in in-surrezioni e battaglie, trasformandolenei soldati del suo futuro esercito. ÈStacy Schiff che insinua questo dubbiosuggestivo nella parte iniziale del librodedicato alla regina di Alessandria(Cleopatra, Mondadori). La principes-sa d’Egitto doveva avere polso e cari-sma già da piccola, anche se gli storiciromani, i grandi scrittori e Hollywoodne hanno fatto un concentrato di vizi efrivolezze. È l’unica che abbia regnatoda sola nel mondo antico, regina daquando aveva 18 anni e dea sin dallanascita. Raccontare la sua infanzia èun modo per non restare prigionieridelle leggende fiorite sui suoi amori ela sua fine tragica.

Il palazzo dove venne alla luce, nel69 a. C., è andato perduto sott’acquama incrociando le fonti storiche tornasplendente e pieno di vita. Cleopatragioca con compagni dai nobili natalidestinati a diventare la sua corte, sottogli occhi della scorta. Corre lungo iportici, tra fontane e vasche di pesci,attraversa i boschetti, si ferma nelgiardino zoologico a guardare rinoce-ronti e giraffe.

Nascere nella sua dinastia, tra pu-gnali e veleni, è sempre stato rischio-so, il primo secolo però è uno dei peri-odi peggiori. Il padre di Cleopatra èstato richiamato ad Alessandria soloperché una carneficina ha segnato lafine dei Tolomei legittimi. Tutti e cin-que i fratelli di Cleopatra sono desti-nati a una morte violenta. Della ma-dre, scomparsa prima che lei compisse12 anni, non restano tracce. La princi-pessa cresce disponendo degli inse-gnanti migliori nel centro culturalepiù grande del tempo. La biblioteca diAlessandria e il museo attiguo sono lì,dietro casa. «Non doveva avventurarsi

lontano per avere una ricetta, un giocomeccanico, una carta geografica»,scrive Edward Forster. I Tolomei sonomacedoni, non egiziani e Cleopatraviene istruita secondo la tradizionegreca. Impara le lettere intonando l’al-fabeto e poi ricalcandole da una tavo-letta di legno. Svolge esercizi intermi-nabili e sempre più difficili, le è richie-sta molta disciplina. I geroglifici ven-gono usati solo nelle occasioniufficiali e probabilmente Cleopatranon sa leggerli con disinvoltura.

Ma è l’unica dei Tolomei a imparareil demotico, la lingua parlata dagli egi-ziani e questo le consentirà di coman-dare l’esercito senza ricorrere a inter-preti. Riuscirà a padroneggiare noveidiomi, ma sopra tutto c’è il greco e c’èOmero. I bambini «suggevano inse-gnamenti dal suo seno, avvolti nellefasce dei suoi versi», racconta Eraclito.

L’Iliade è l’atlante intellettuale e labussola morale dell’epoca. Le intricategenealogie dell’Olimpo non devonoapparire difficili a una giovane della

sua stirpe. Il matrimonio tra consan-guinei ha prodotto un albero genealo-gico simile a un intricato cespuglio e iTolomei non hanno fatto un favoreagli storici neppure con i nomi: le regi-ne si chiamano tutte Arsinoe, Berenicee Cleopatra.

Il confine tra l’umano e il divino èfluido e crescendo Cleopatra vestirà isontuosi panni di Iside, che in sé rac-

chiude Afrodite, Era, Atena e Demetra.La sua storia familiare si insinua nellelezioni anche attraverso la figura diAlessandro Magno, eroe con cui i To-lomei vantano una dubbia parentela.Legge ad alta voce o ascolta declamare,perché i rotoli di papiri non sono ma-neggevoli. Studia retorica e oratoria. Siallena rispondendo a domande come:«Cosa diresti se fossi Medea sul puntodi massacrare i suoi figli?».

Cleopatra diventa una maestra nelragionamento, nell’uso della voce,nella persuasione. La destrezza verba-le le servirà presto per tessere alleanzepolitiche essenziali per un impero ric-chissimo ma in declino, su cui si al-lunga l’ombra di Roma. Non le mancamolto per completare gli studi quandoil padre muore lasciandole il trono. Laimmaginiamo mollemente sdraiata oimmersa nel latte ma la sua vita è pie-na di impegni.

La mattina c’è una mole di bollettinida leggere e poi riunioni, udienze, lacorrispondenza da sbrigare. Lei an-nuncia decisioni, dà ordini, dispensagiustizia, esercita la sua autorità suitempli. Guida l’economia, comandale milizie e tratta con le potenze stra-niere. Conoscendola attraverso laricostruzione di Schiff, appare chia-ro che le sue relazioni con Cesare eAntonio, da cui avrà rispettivamen-te uno e tre figli, nascono da un in-contro di intelligenze e interessi,più che da un’attrazione fatale.

Dopo la sconfitta ad opera di Ot-taviano, nel 30 a. C., l’Egitto è desti-nato a diventare una provincia ro-

mana. Il suicidio all’età di 39 anni,dunque, non è un disperato attod’amore come vuole la leggenda. Pro-

babilmente è l’ultima scelta di liber-tà di una regina capace e indomi-

ta, cresciuta in un paese in cuile donne godevano di un’in-dipendenza impensabile aRoma.

@annameldolesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

parlando per metafore, che loStato-Nazione come lo cono-sciamo nasce qui». Dalla leggelocale a una legge nazionale,dunque, con la coscienza di ap-partenere a uno Stato. E l’aper-tura a nuovi mondi, come nellascena di Cleopatra che esce da

un tappeto srotolato davanti aRoma.

Ma quando è cominciata ladecadenza del Nilo quale divi-nità gloriosa per diventarequello che è oggi, un grandefiume con molti aspetti turisti-ci? «Per metafora, con la co-

brigliare una potenza che permillenni non si è lasciata pren-dere e ha dettato legge. E c’è illato simbolico: nei pressi di As-suan il fiume si gonfiava in mo-

do archetipico, simulandoun ritorno alla vita».

Il Nilo, dunque, oggi èun vestigio di quelloche fu. Le feluche chelo attraversano dol-cemente parlano diun mondo fatto divacanze e tensioni

politiche, letteraturagialla, film d’avventura

in voga negli anni Ses-santa. Di una mitologia

ben diversa. «Per l’economia— conclude il geografo — ilNilo è tuttora essenziale. Credoperò che il ricordo di quell’an-tico dio che fu e la leggendadella regina Cleopatra, vivanoancora».

Roberta [email protected]

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69 a.C. Cleopatra VIIThea Philopator è nataprobabilmente adAlessandria d’Egittoed è stata l’ultimaregina del Regnotolemaico d’Egitto.Il nome Cleopatrain greco significa«gloria del padre».51 a.C. Il padre laaveva nominata co-reggente poco primadi morire e Cleopatragli successe nellaprimavera diquell’anno, insieme alfratello Tolomeo XIII,sposato secondo leleggi egizie.48 a. C. In primaveraTolomeo cercò dicostringerla a lasciareAlessandria. In quelmomento il generaleromano Pompeo arrivòin Egitto cercandorifugio da GiulioCesare. Quando questiarrivò in Egitto convocòTolomeo, e Cleopatra,che temeva di cadervittima di un agguatodel fratello gli chieseprotezione. Divenneroamanti quello stessogiorno. Dalla lororelazione nacque unfiglio, Tolomeo Cesaredetto Cesarione.46 a. C. Cleopatraandò a Roma con ilfiglio appena nato e virimase fino alla mortedi Cesare, nel 44 a.C.42 a.C. Marco Antonio,uno dei triumviri chegovernavano Romadopo la morte diCesare, chiese aCleopatra di incontrarloa Tarso. Antonio poi laseguì ad Alessandria,dove rimase finoall’anno successivo.Dalla loro unione,nacquero due gemelliCleopatra Selene eAlessandro Helios.37 a.C. Nacque il terzofiglio, TolomeoFiladelfo.31 a.C. Le navi romanesi scontrarono conquelle di Antonio eCleopatra nellabattaglia di Anzio.30 a.C. Dopo il suicidiodi Antonio, Cleopatramorì, secondo laleggenda, avvelenatada un serpente

La vita

SimboliA sinistra, «Cleopatra» di J.L.Gérôme (1866); a destra, ilNilo in un affresco di Pompeie una feluca sul fiume

diANNA MELDOLESI

struzione della diga di Assuan— dice Farinelli —: la diga ènata come protezione per lapopolazione circostante, inquanto le inondazioni del Niloerano imprevedibili e poten-zialmente mortali. Però, altempo stesso, è stato come im-

Lungo 6.671 chilometri,il Nilo è il secondo fiume piùlungo del mondo dopo il Riodelle Amazzoni. Attraversasette paesi africani e percorre1500 km in Egitto primadi sfociare nel Mediterraneo

I numeri

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36 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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LA REAZIONE ALLE TRAGEDIE DEL MARE

Quei migranti sbarcati a Lampedusae il rischio che naufraghi l’emozionediMAURO MAGATTI

Aquante sollecitazioni estreme, co-me la morte in presa diretta di mi-gliaia di uomini, donne e bambini,può reggere la nostra coscienzamorale? E che cosa potranno lascia-

re dietro di loro quelle vite naufragate in mez-zo al Mediterraneo, in un impossibile viaggioverso la speranza di una vita degna di questonome?Nel prossimo vertice Ue, il tema dei migrantisarà (finalmente) all’ordine del giorno. Equesto è certamente un successo del governoitaliano. Ed è probabile che, dietro la spintadell’emozione di questi giorni, l’Unioneeuropea si muova, se non altro per nonperdere completamente la faccia. Ma se ancheciò accadesse, potremmo considerarcisollevati, in qualche modo esentati, dallaprovocazione a cui, attraverso i media, siamoesposti in questi giorni?Noi sappiamo che l’empatia — cioè la capacitàumana di mettersi nei panni dell’altro — è unmeccanismo capace di attivare la nostracoscienza morale. Di fronte al dolore altrui,noi ci commuoviamo, nel senso cheletteralmente siamo spinti a muoverci, a darcida fare.Tuttavia, questo meccanismo psico-fisiologicoha due gravi limitazioni. La prima è che la suaintensità si attenua quanto più cresce ladistanza (fisica e/ affettiva) dall’altro e dal suodolore. Cosicché, mentre avvertiamo senzafiltri la sofferenza di un famigliare, restiamoindifferenti a quanto capita ad unosconosciuto. L’empatia tende sempre aripiegarsi, a chiudersi nel proprio gruppo diriferimento.La seconda limitazione riguarda la quantità disofferenza che possiamo sostenere: quantopiù la dimensione del male cresce, tanto più cisentiamo sovrastati al punto da dismettere lanostra sensibilità. Di fronte all’illimitato,diventiamo indifferenti.Come contemporanei, noi siamocontinuamente esposti, attraverso immaginiin diretta, al dolore degli altri. Di migliaia dialtri. Come in questi giorni, con i profughiafricani. Una tale esposizione è in grado dicommuoverci: guardando la Tv, ci sentiamocoinvolti e non possiamo che avvertire pietàumana. Ma, al tempo stesso, noi siamosemplici spettatori, cioè siamo lontani dallascena in cui il dramma si svolge, e per questo,impotenti. Così l’impulso empatico rimanesospeso nel vuoto e, sommerso dalla velocitàdella vita, velocemente si disperde. Quello checi rimane è un vago senso di condivisioneassociato a una presa d’atto della nostraestraneità.

Se c’è una globalizzazione della indifferenza,essa si radica in questi meccanismi psicologicile cui conseguenze sulla qualità umana emorale delle democrazie avanzate sono peròmolto serie. Tutto, alla fine, passa, tutto scorresenza lasciare traccia. Al punto che tuttofinisce per essere accettabile.Cosa possiamo fare, dunque, con noi stessi,con i nostri figli, con le nostre istituzioni?Come possiamo evitare di crogiolarcinell’emozione del momento lasciando cosìdeteriorare la qualità della nostra vitapersonale e collettiva?La domanda è tutt’altro che retorica perchétocca profondamente la nostra condizione diuomini e donne liberi.Ci sono due modi per porsi sensatamente —vorrei dire umanamente — in questasituazione.Il primo consiste in una mobilitazione asostegno di ciò che è in grado di rimuovere lecause di questi episodi. Questa rispostacomincia nel momento in cui accettiamo diandare almeno un passo al di là del purocoinvolgimento emozionale, provando adinformarci e a discutere con altri per arrivaread una valutazione un po’ più distaccata equalificata e, soprattutto, a capire che cosa cista dietro, chi e come sta intervenendo, e checosa si può fare per prevenire. Questa primarisposta può concretamente tradursi nellapartecipazione alle tante forme attraverso cuil’opinione pubblica può oggi esprimersi, con

lo scopo di creare un contesto più favorevolealla decisione delle istituzioni politiche.Oppure può prendere la via di un impegno,diretto o indiretto, con le organizzazioni cheoperano per affrontare e risolvere le cause delproblema.Il secondo modo, invece, è quello dipartecipare attivamente, attraverso le retiesistenti, a una particolare vicenda umana.Nella serena consapevolezza che chi salva unuomo, salva il mondo. E dunque, entrare inrapporto con le organizzazioni che gestiranno,nei prossimi mesi, i tanti profughi e le lorovite, mettendo a disposizione tempo e risorseeconomiche o immobiliari, per trovare lasoluzione positiva ad un caso concreto.Che si prenda una strada o l’altra — ciascunacon i suoi limiti — non importa. Importa peròche come cittadini ci sentiamo interpellati daquesti fatti che sono la storia del nostrotempo. È capitato a tutti, studiando i fatti delpassato, di chiedersi come sia stato possibileche anche le tragedie più scandalose sianopassate sotto silenzio, con la colpevolecomplicità di chi ha accettato il ruolo passivodello spettatore. Oggi, comunque la pensiamo,la Storia passa dal nostro mare, dai nostrischermi, dalle nostre città. Anche per noi, chesiamo nella fortunata condizione di goderedella libertà, la realtà continua a essere unadomanda aperta, anche se spesso espressa,come scrive Rilke, in lingua straniera.

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LETTERA APERTA AL PREMIER

Il governo eviti nuovi tagli ai Comuni

Caro Presidente Enrico Letta, è con undoppio stato d’animo – di preoccupa-zione e di speranza – che i sindaci ita-liani guardano al consiglio dei Mini-stri che nelle prossime ore dovrà vara-

re il disegno di legge per la stabilità economicafinanziaria.

Preoccupazione perché l’esperienza insegnache ogniqualvolta si mette mano alla finanzapubblica, i Comuni ne escono pesantementepenalizzati nelle risorse e mortificati nell’auto-nomia. Speranza perché vogliamo credere chequesto governo — come lei, Presidente, ha au-torevolmente dichiarato il 7 agosto incontran-do l’Anci — davvero inauguri una «stagionenuova» nel rapporto tra Stato e Comuni.

Non ignoriamo naturalmente le criticità fi-nanziarie con cui deve misurarsi il governo e ladifficoltà di attendere a tutte le esigenze. E,dunque, è giusto che ognuno — anche gli Entilocali — siano chiamati all’assunzione delleproprie responsabilità. Il punto è che città eComuni la loro parte l’hanno fatta e la fanno,stante che sono più di dieci anni che subiscono— anno dopo anno — costanti e continue ri-duzioni di trasferimenti. Dal 2007 al 2013 i Co-muni italiani hanno dato un contributo di 16miliardi: 8 miliardi con il patto di Stabilità e al-tri 8 di tagli nei trasferimenti dello Stato. Unosforzo grande che non ha avuto e non ha analo-go riscontro negli altri livelli istituzionali, a

partire dallo Stato e dalle sue amministrazionia cui non sono stati chiesti né i tagli, né i sacri-fici imposti ai Comuni.

Fino a oggi i Comuni sono riusciti a mante-nere i servizi essenziali erogati ai cittadini,riorganizzando le loro macchine comunali, ra-zionalizzando e riducendo la spesa corrente,rinegoziando contratti di servizio e appalti,contrattando con i nostri dipendenti riduzionidi istituti salariali accessori, alienando beniimmobiliari e aprendo ai privati le nostre so-cietà di servizi.

Oggi siamo al punto limite. Un’ulteriore ri-duzione delle nostre risorse significa compro-mettere la erogazione di servizi fondamentaliper la vita dei cittadini. Sì perché è bene ricor-dare che i Comuni non sono «centri di spesaparassitari». Quando spendono, le nostre am-ministrazioni lo fanno per assicurare asili ni-do, scuole materne, assistenza domiciliare aglianziani, sostegno ai disabili, trasporto locale,tutela ambientale, promozione culturale e tu-ristica. Tutte cose essenziali per persone, fami-glie, imprese e necessarie per contrastare lacrisi e rimettere in movimento la crescita.

Da queste considerazioni derivano le scelte,per noi irrinunciabili, che ci attendiamo essereassunte dal Governo. La prima è la certezza chenel 2014 non ci siano ulteriori tagli di risorse(tenuto conto che in ogni caso 250 milioni ditrasferimenti in meno sono già previsti per

l’anno prossimo dalla spending review plu-riennale).

La seconda nostra aspettativa è che venga al-lentato il patto di Stabilità, sopprimendo l’ap-plicazione del Patto ai Comuni con meno di5.000 abitanti e allentando il peso del Patto pergli altri Comuni, condizione essenziale per li-berare risorse, consentendo la immediata ri-presa — e in tutto il Paese — di investimentioggi del tutto bloccati.

Ci attendiamo poi che la service tax sia connoi condivisa — visto che sarà tributo di com-petenza dei Comuni — e sia configurata secon-do criteri di equità e di sostenibilità, tali da as-sicurare che le famiglie siano gravate di unonere inferiore a ciò che hanno pagato som-mando Imu e Tares.

E, infine, ricordo che i Comuni sono in atte-sa dell’erogazione dell’equivalente della secon-da rata Imu. Sappiamo che compiere questescelte non è facile. Ma non si dimentichi cheoggi, in un panorama di generale sfiducia del-l’opinione pubblica verso la politica e le istitu-zioni, i sindaci sono l’unica figura istituzionalea cui i cittadini guardano ancora con fiducia.Mortificarli e impedire di assolvere ai lorocompiti è un danno non solo per i Comuni, maper la credibilità della democrazia e delle sueistituzioni.

Presidente Anci, sindaco di Torino© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONC

di PIERO FASSINO

È chiaro che in una fase comequesta, dove non si sa quando si

voterà e quali saranno le offerte definitiveche i partiti presenteranno agli elettori,analizzare i sondaggi serve solo a forniremateriale alla riflessione di politologi esociologi. Fatta questa doverosa premes-sa è interessante ragionare sulla tenutadel centrodestra testimoniata dall’ultimosondaggio Swg con un35,4% che sopravanza diun paio di punti lo schie-ramento avverso. L’im-pressione è che a questopunto il centrodestramantenga le sue posizioni«oltre Silvio», ovveroscontando i suoi moltepli-ci errori e l’impossibilitàche possa riscendere ilcampo. Nonostante la ge-stione politico-manageriale del centro-destra, «l’offerta», sia tutta da ridisegnareil consenso di base del quale gode nonsembra essere stato intaccato. Per dirla inbreve la «pancia del Paese» non si è spo-stata. Silvio Berlusconi e Umberto Bossi leavevano permesso di scalare la politicanazionale, ma il tramonto dei due leadernon sembra rimettere in discussione lacollocazione nel centrodestra di amplis-simi settori di ceto medio che quasi an-tropologicamente si riconoscono in quelcampo e non sono disposti a trasmigrare.

Nemmeno la Grande Crisi con il suo stra-ordinario e tremendo impatto socio-eco-nomico sembra aver inciso: gli orienta-menti culturali di fondo si rivelano grani-tici come attestano rilevazioni specificherealizzate di recente sui temi dell’immi-grazione e dell’amnistia. Assai probabil-mente neanche la questione del Nord èstata derubricata e conserva invece la sua

forza identitaria e aggre-gativa.

Tutto ciò non vuol direche il centrosinistra nonpossa vincere ma come ègià accaduto in passatopuò farlo, per ora, solousufruendo di alcune fine-stre temporali e lucrandosulla difficoltà del centro-destra a riconfigurare l’of-ferta. Per continuare a mo-

nitorare questo fenomeno bisognerà ana-lizzare le due (relative) novità, Beppe Gril-lo e Matteo Renzi. Il primo ha giàdimostrato in alcune aree territoriali diriuscire a parlare all’anima anarchica eanti-statalista di un pezzo di elettoratodel centrodestra, per testare il secondooccorrerà vedere come riuscirà a mixarediscontinuità e tutela delle constituencytradizionali del centrosinistra.

Dario Di Vicodariodivico

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IL TESTAMENTO DI PRIEBKE HA UN MERITORICORDARCI L’ORRORE DEI BOIA NAZISTI

Grazie, Erich Priebke. Sia chiaro,questo è un grazie chiaramente

paradossale, tanto quanto è sincero. Gra-zie per l’intervista — testamento che lei,Erich Priebke, ha lasciato morendo. Gra-zie perché non ci accadrà mai più di poterrileggere, da uomini contemporanei e aormai quasi settant’anni dal crollo del na-zismo e dal suicidio di Hitler, un testoscritto nei nostri giorni da un protagoni-sta di quei tempi ancora vivo, soprattuttointellettualmente e moralmente immuta-to. Ciò che da tempo è Storia, in quelle ri-ghe diventa tragedia del nostro Nuovo Se-colo.

Grazie per averci ricordato, se mai fos-se stato necessario, l’orrore della farneti-cante ideologia nazista, la sua intrinsecaviltà, il folle antisemitismo che nutriva lesue radici. Per averci indicato l’orribilefonte di quel negazionismo che continuaa sgorgare in mezzo mondo.

Grazie perché leggere oggi, nel 2013,che le camere a gas dei campi di stermi-nio nazisti «sono una falsificazione ver-gognosa», che l’Olocausto è «propagandaattuata dai vincitori della Seconda guerramondiale per coprire i loro crimini», chegli ebrei «avevano accumulato immensicapitali mentre la maggioranza del popo-

lo tedesco viveva in forte povertà» signifi-ca poter consegnare ai nostri figli e ai no-stri nipoti un identikit straordinariamen-te attuale di chi credette strenuamentenel disegno nazista e di quale immonda eimmorale materia fosse composto il suocredo distruttivo.

Soprattutto grazie per aver spiegato co-me e perché un boia nazista resta sempreun boia nazista, anche a cent’anni e persi-no a un passo dalla morte: «La fedeltà alproprio passato è qualche cosa che ha an-che a che fare con le nostre convinzioni.Si tratta del mio modo di vedere il mon-do, i miei ideali, quello che per noi tede-schi fu la Weltanschauung ed ancora ha ache fare con il senso dell’amor proprio edell’onore».

Grazie perché una sua frase in partico-lare («le nuove generazioni sono state sot-toposte, a cominciare dalla scuola, al la-vaggio del cervello») ci rafforza nella con-vinzione di quanto sia importante coltiva-re la Memoria, renderla viva agli occhidelle nuove generazioni, portare le nostrescolaresche nei campi di concentramentonazisti. Questo sì, Erich Priebke, è un mo-tivo per noi di amor proprio e di onore.

Paolo Conti© RIPRODUZIONE RISERVATA

CENTRODESTRA AVANTI NEI SONDAGGISE IL CETO MEDIO NON CAMBIA IDEA

CASO ALITALIA, TRA STATO E IMPRESETORNANO LE RELAZIONI DISPENDIOSE

SEGUE DALLA PRIMA

Non si è trattato di un miracolo, bensìdella degenerazione di un rapporto traStato e imprenditori privati che in Italia haradici lontane. Ricordando la figura di Al-berto Beneduce, primo presidente dell’Iri(l’Istituto per la ricostruzione industriale),Marcello De Cecco scrive (L’economia diLucignolo, Donzelli, 2000): «Circondandole banche e i grandi gruppi industriali cheda esse dipendevano di un cordone sanita-rio rappresentato dagli istituti di creditospeciale, riuscì a Beneduce di spegnere lefiamme del grande incendio dei primi an-ni Trenta operando una riforma delle no-stre strutture finanziarie che ha dominatola vita economica per i sessant’anni suc-cessivi. Si creò così un sistema assai similea quello dei Paesi del socialismo reale. Allafinanza basata sul rischio si sostituì quellabasata sulla garanzia statale». Per decenni,quando un privato falliva comprava lo Sta-to, solo di rado un concorrente estero. Ma

soprattutto lo Stato non interferiva con leregole del mercato in cui si scambiano laproprietà e il controllo delle aziende, ri-nunciando a imporvi maggiore trasparen-za e concorrenza.

La vicenda Alitalia è l’ennesima pessimaprova del nostro capitalismo. Ancora unavolta ha prevalso il rapporto malsano frapolitica e imprese. Una concezione checonsidera lo Stato un prestatore di ultimaistanza cui rivolgersi prima del fallimentoe della catastrofe. Ancora una volta vienemeno il principio di responsabilità cui ci sidovrebbe attenere in un Paese civile.

Speriamo solo di non dover ripetere que-ste parole amare fra qualche settimana,commentando l’acquisto da parte dello Sta-to della parte più rilevante di Telecom Italia(la rete fissa), un’impresa che successive ge-nerazioni di imprenditori e di banche (inalcuni casi gli stessi della vicenda Alitalia)hanno solamente caricato di debiti.

Francesco Giavazzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 37

LetterealCorriere Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:«Lettere al Corriere» Corriere della Seravia Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 @ E-mail: [email protected]

oppure: www.corriere.itoppure: [email protected]

RispondeSergio Romano

I SEPOY CONTRO SUA MAESTÀTRA PATRIOTTISMO E FANATISMO

Ho letto la sua risposta suicontemporanei in tribunaleper le colpe del passato. Miha incuriosito la suacitazione della rivolta deisepoy indiani. Francamentenon avevo mai sentito ilnome di quella tribù. Doverisiedevano e che cosasuccesse nel 1857?

MartaMelatoRoma

Cara Signora,

S epoy è la versione inglesedi un parola d’originepersiana. Significa sem-

plicemente «soldato» ed eraquella comunemente usataper definire il militare indige-no arruolato nelle file del-l’esercito che presidiava i ter-ritori indiani in nome dellabritannica Compagna delle In-die orientali. La Gran Bretagnapraticava allora, per le sua

principale colonia, una sortadi «outsourcing» (appalto).Gli ufficiali e i sottufficialiprovenivano spesso dai ranghidelle forze armate del RegnoUnito, ma formavano, insiemea 300.000 sepoy, una miliziasemi-privata. Non tutti i pote-ri, d’altra canto, erano eserci-tati dalla casa madre. La GranBretagna aveva progressiva-mente conquistato un enormeStato feudale, ma aveva lascia-to sopravvivere, pragmatica-mente, le sue numerose «ba-ronie» svuotandole, all’occor-renza, dei loro poteri.

L’ammutinamento dei se-poy scoppiò nella primaveradel 1857 e fu apparentementeil risultato di un grottescoscontro di civiltà. La Compa-gnia aveva distribuito ai suoisepoy l’ultima versione di unglorioso fucile inglese (En-field) che sparava pallottole

rinchiuse in un involucro dìcarta. Il manuale dell’armaprescriveva che il soldato, nelcalore della battaglia, strap-passe l’involucro coi denti, male pallottole erano coperte conun grasso che, secondo il tamtam delle caserme, era di bue odi maiale: un sacrilegio per gliindù nel primo caso e per imusulmani nel secondo. Co-minciò da quel momento uninarrestabile dramma dell’as-surdo. I sepoy rifiutavano lemunizioni, gli ufficiali puni-vano i disobbedienti con qual-che giornata di rigore nellecelle delle caserme, qualchetesta calda fra i rivoltosi co-minciò a sparare e i coman-

danti a punire con maggioreseverità, le corti marziali pro-nunciarono condanne a mortee, infine, circa duecento ostag-gi europei (quasi tutti donne ebambini) vennero massacratia Kanpur nell’estate del 1857.

La rivolta, nel frattempo, siallargava e s’ingrossava attra-endo nella mischia chiunqueavesse interessi da difendere oambizioni da soddisfare. InGran Bretagna tutto fu gene-ralmente percepito come unamanifestazione di fanaticabarbarie indigena. In India gliavvenimenti furono interpre-tati come una legittima rivoltanazionale e religiosa. Più re-centemente, in occasione dellecommemorazione del suocentocinquantesimo anniver-sario, l’ammutinamento è di-ventato la «prima guerra in-diana d’indipendenza».

La rivolta mise fine alla pra-

tica dell’«outsourcing». Da al-lora la Compagna delle Indieorientali uscì di scena e l’am-ministrazione dell’India di-venne una diretta responsabi-lità del governo britannico.Quasi vent’anni dopo, un Pri-mo ministro, Benjamin Disra-eli, avrebbe trasformato ilpossesso dell’India in un Im-pero e offerto alla regina Vitto-ria una corona d’imperatrice.L’ammutinamento merita diessere ricordato per un altromotivo. Nella fase finale delconflitto giunse in India Wil-liam Howard Russell. Era cor-rispondente del Times, venivadai campi di battaglia dellaCrimea e avrebbe raccontatoper il suoi lettori la riconquistadella città di Lucknow . Rus-sell è ricordato nella storia delgiornalismo come primo cor-rispondente di guerra.

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SHUTDOWN Compiti della FedCaro Romano, non riesco acapire un elemento dopo lasua spiegazione sulcosiddetto «shutdown».Perché il governo federale nonriesce a pagare gli stipendipur stampando 85 miliardi dinuovi dollari al mese? Per lostesso motivo, perché siprofila un rischio di defaultsui titoli di Stato, nonpossono ripagarli con i soldiche stampano?

Carlo [email protected]

Con una politica definita«quantitative easing» (alleg-gerimento quantitativo o al-lentamento monetario), laFederal Reserve stampa dena-ro per comperare, a bassi tassid’interesse, le obbligazioniemesse da banche commer-ciali ed enti finanziari privati.E questi, a loro volta, si servo-no del denaro ricevuto dallaFed per impiegarlo nel mer-cato e stimolare l’economia.Questa operazione non puòche aumentare il debito pub-blico americano, ma ha avutoper effetto la diminuzionedella disoccupazione e l’inde-

bolimento del dollaro suimercati valutari, migliorandoin tal modo la bilancia com-merciale americana.

TRAGEDIE DEL MARE / 1Errori del nostro PaeseGià 40 anni fa dovevamo direche l’Italia è un Paesesovrappopolato con tantidisoccupati, con 7 milioni dipersone che vivono al disottodella soglia di povertà e concirca 3 milioni che vivono inmiseria. Non abbiamo avutoil coraggio di dire le cosecome stavano (e comestanno) e purtroppo, a questomondo, esistono anche glierrori irrimediabili. E chisbaglia paga. Al punto in cuisiamo non ci resta che andarea prendere i migranti neiporti libici con le nostre navi:

solo cosi eviteremmo letragedie del mare.

Mario ScrawlsSan Donato Milanese

TRAGEDIE DEL MARE / 2Più rispetto per i mortiEra necessario che deicamion da cantiere e una grufossero utilizzati per caricarele bare dal molo diLampedusa sulla nave che leporterà in continente? Queicorpi non dovevano almenoin questa occasione, goderedi più rispetto? Credo che inuna situazione d’emergenza,quella che Lampedusa stavivendo, il nostra Paese, il

settimo Paese più avanzatodel mondo, dovrebbe renderedignità a queste vite spezzateanche in questa estrema edultima occasione.

Luca Soldi, Prato

SALVATAGGIO ALITALIAL’aiuto di Poste ItalianeNon ho ben capitol’osservazionedell’amministratore delegatodelle Poste quando assicurache per risanare Alitalia (omeglio per pagare i suoidebiti), non saranno toccati isoldi dei risparmiatoripostali. Non credo che egliparlasse di 75 milioni di europropri, e pertanto si tratta disoldi della società PosteItaliane spa, di proprietàdello Stato. Ossia, stiamoparlando di soldi di tutti,

compresi, ma non solo, deirisparmiatori italiani. Nonsfuggirà all’ad di PosteItaliane che tale somma non èpiccola; e vorrei cheriflettesse sul fatto che inquesti stessi giorni sistarebbe per alimentare lasocial card, ossia l’aiutominimo mensile per i piùpoveri, di soli 35 milioni .

Luigi Lavorgna, Roma

NAPOLI Domanda al sindacoVorrei porre una semplicedomanda al sindaco diNapoli, Luigi De Magistris. Iquartieri di periferia dellacittà,da Pianura a Miano,daBagnoli a Scampia, versanoin uno stato di paurosoabbandono e spesso non èpossibile neanche potersiavventurare a piedi. Viene dachiedersi che cosal’amministrazione in caricada due anni abbia fattofinora per combattere questodegrado. O forse che DeMagistris pensa che Napolisia costituita essenzialmentedal Vomero, dove abita, e daiquartieri borghesi?

Vittorio Gennarini, Napoli

La tua opinione susonar.corriere.itIl ministro AnnamariaCancellieri: amnistia eindulto nonriguarderannoBerlusconi. Giusto?

SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggiPaolo Giachini, legaledi Erich Priebke: lui eracredente, ha diritto aifunerali in chiesa.Siete d’accordo?

Interventi & Repliche

Ebrei: la pratica della circoncisioneDobbiamo chiederci se in Europa ci sia ancoraposto per ebrei e musulmani o se ci troviamosu un piano inclinato che arrivi a proibire duepratiche centrali per ebraismo e Islam. Polonia,Norvegia, Svizzera, Islanda hanno vietato lamacellazione rituale. L’Assembleaparlamentare del Consiglio d’Europa ha chiestodi fatto la proibizione della circoncisione. IlCorriere ha affrontato il tema il 5 ottobre, madata la posta in gioco qualcosa vapuntualizzato. La circoncisione nulla ha a chefare con le mutilazioni genitali femminili, dalmomento che nessuna funzione fisiologicaviene limitata. Semmai, come sottolineato nel2012 dall’American Academy of Pediatrics, dalpunto di vista medico, i rischi sono superati daivantaggi (come una minor probabilità di

contrarre Hiv, Papilloma virus, Herpes genitalee sifilide). Una conseguenza positiva deldibattito potrebbe essere una più ampiaconsapevolezza della necessità di controllare lacoagulazione prima dell’intervento riducendo irischi di emorragie. È invece una richiesta darespingere quella di spostare l’età dellacirconcisione affinché il bambino possaesprimere il consenso. Innanzitutto per ilbambino stesso, perché tale intervento èminimo se fatto da piccoli, mentre diventaimpegnativo, sotto ogni aspetto medico epsicologico, se affrontato da grandi. Sitratterebbe poi di una richiesta discriminatoria:il consenso del bambino non viene preteso peraltre pratiche mediche (come le doverosevaccinazioni) o sociali (come i fori nelleorecchie). Ma il dibattito deve anche essere

serio e non può esserci reato senza pena. Èfacile prevedere che, in seguito al divieto, aibambini verrebbero diagnosticatemalformazioni urogenitali tali da necessitare lacirconcisione, oppure i neonati verrebberoportati all’estero per rientrare circoncisi. Per unreato in cui non vi è danno, verrebbero arrestatii genitori o i figli affidati ai servizi sociali? Èevidente che tali iniziative nascano dalla paurasuscitata da immigrazione e fondamentalismoislamico, ma la paura è cattiva consigliera. Ilrischio è che l’Occidente non faccia tesoro dellapropria storia, lastricata di falliti ma terribilitentativi di limitare i diritti delle minoranze, acominciare proprio dagli ebrei, o di eliminare deltutto il fenomeno religioso, come nell’UnioneSovietica. Dobbiamo tutti vigilare perché non siabbandoni la difesa della libertà religiosa a

favore della conquista di una, inquietantepoiché obbligatoria, libertà dalla religione.

Yasha Reibmangià Portavoce e Vicepresidente

della Comunità ebraica di Milano

L’Ocse e la disoccupazione giovanileil ministro del Lavoro Enrico Giovannini hadichiarato che gli italiani sono poco occupabili(Corriere, 9 ottobre), anche se viene citatol’Ocse, un altro organismo europeo chepontifica senza indicare soluzioni. Ancora unavolta si dimostra che i cosiddetti tecnici, inveced’impegnarsi per trovare soluzioni, fanno soloaffermazioni campate in aria. Il problemadell’occupazione in Italia riguarda in gran parte igiovani magari diplomati o laureati , ma la

favoletta che la scuola non prepara al lavoronon è una giustificazione. Ad ogni modo,aspettiamo le soluzioni, magari conl’organizzazione dei corsi di aggiornamento,visto che non si capisce a che cosa servano iCentri per l’impiego, se non per i dati statistici.

Giovanni Attinà[email protected]

Il sondaggio SwgIn merito al sondaggio pubblicato ieri a pagina8 («Già sparito ”l’effetto crisi”: centrodestra dinuovo avanti, Pd in calo di oltre 4 punti»)precisiamo che è stato realizzato da Swg conmetodo Cawi su un campione di 1000 soggettimaggiorenni. Rilevazione effettuata l’8 e il 9ottobre.

Sì 52 No 48

Più o Meno

di Danilo Taino Statistical Editor

La nuova economiadella longevità

Non seppellite gli anziani. Sono ancora giovani. Contandosolo gli over-50 che vivono negli Stati Uniti, stanno co-struendo un’economia per dimensione inferiore solo aquelle americana e cinese. È che l’allungamento della vitaoccorso nell’ultimo secolo — 30 anni— ha provocato una

rivoluzione quantitativa ma anche qualitativa. La società di analisiOxford Economics in collaborazione con la Aarp — un’associazioneamericana rivolta a persone di oltre 50 anni — ha calcolato che negliStati Uniti coloro che hanno superato il mezzo secolo di età spendo-no direttamente 4.600 miliardi di dollari ogni anno, che salgono a7.100 miliardi se si considera l’effetto moltiplicatore sul totale del-l’economia: si tratta del 46% del Prodotto interno lordo (Pil) degliUsa. Secondo le proiezioni dello studio, la cifra quasi raddoppieràentro il 2032, a 13.500miliardi, che a quel punto sarà più di metà delPil (52%).

Già oggi, si tratta di un’economia responsabile per centomilionidi posti di lavoro, 4.500miliardi in salari, 1.750miliardi in tasse fe-derali e locali. Gli over—50 americani spendono tremilamiliardi inprodotti e servizi non legati alla salute, quasi metà di quanto spen-dono tutti coloro che hanno più di 25 anni. Per la salute, spendonogià oggi 1.600 miliardi ogni anno, che saliranno a quattromila en-tro il 2032. Oxford Economics chiama questa realtà Longevity Eco-nomy, economia della longevità: l’analisi è sull’America ma la ten-

denza è la stessa in tutto l’Occiden-te (più il Giappone). La cosa straor-dinaria è che non si tratta solo dipersone spesso a buon reddito —controllano quasi l’80% della ric-chezza americana — che spendo-no. L’allungamento della vita haprovocato cambiamenti profondi:con la creazione di prodotti e servi-zi destinati a chi è avanti negli anni;ma anche perché si è formata unanuova categoria di lavoratori e diimprenditori che quando la vita erapiù breve non esisteva.

Non solo gli over—50 vanno in pensione più tardi perché sonopiù sani. Ormai hanno uno spirito d’iniziativa non diverso da quellodelle altre fasce d’età. Gli ultimi vent’anni hanno visto un cambia-mento straordinario, da questo punto di vista. Nel 1996, solo il 14%dei nuovi imprenditori aveva più di 50 anni e si confrontava con co-loro che avevano tra i 20 e i 34 anni che erano il 35%. Oggi, il 26% deinuovi imprenditori ha tra i 20 e i 34 anni, il 24% è tra i 35 e i 44, unaltro 26% è nella fascia 45-54 e gli oltre 50 sono il 23%. L’85% di co-loro tra i 50 e i 65 anni naviga in Internet e spende 650 miliardi didollari l’anno in tecnologia. La Longevity Economy è insomma increscita e dinamica. «Questo gruppo — sostiene Adrian Cooper,amministratore delegato di Oxford Economics — sta anche creandoinnovazione e nuovi business eccitanti in tutti i settori, dai pelapata-te alle auto sportive».

La tendenza non va sottovalutata. Che opportunità sia per chimette prodotti e servizi sul mercato è evidente. Ma crea anche rischi.Le persone con più anni, infatti, hanno anche più denaro, più poteree di solito votano di più dei giovani. Tendono a modificare la societàa loro immagine ed esigenza. Problema vero per politici seri.

danilotaino© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Negli Usa gliultracinquantennispendono 4.600miliardi di dollariogni anno

PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 19,50 (recargo envio al interior $ 1,50); Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Brasile R$ 7,00; Canada CAD3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. Fr. 3,00; Cipro e 2,00; Croazia Hrk 15; CZ Czk. 64; Egitto e 2,00; Francia e 2,00; Germania e 2,00; Grecia e 2,00; Irlanda e 2,00; Lux e2,00; Malta e 2,00; Monaco P. e 2,00; Olanda e 2,00; Portogallo/Isole e 2,00; SK Slov. e 2,20; Slovenia e 2,00; Spagna/Isole e 2,00; Hong Kong HK$ 45;

Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 600; U.S.A. USD 4,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l'estero tel.0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815; per il Brasile Numero Verde 0800-558503 solo per San Paolo e00xx11-36410991 per tutte le altre località). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni).

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

PRESIDENTE Angelo ProvasoliVICE PRESIDENTE Roland BergerAMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott JovaneCONSIGLIERIFulvio Conti, Luca Garavoglia,Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni,Carlo PesentiDIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANIAlessandro Bompieri

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PREZZI: * Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette e 1,80 (Corrieree 1,30 + Sette e 0,50); il saba o Corriere della Sera + IoDonna e 1,80 (Corriere e 1,30 +IoDonna e 0,50) . A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor.

Como e 1,10 + e 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como e 1,10 + e 0,50 + e 0,20; sab.Corsera + IoDonna + Cor. Como e 1,10 + e 0,50 + e 0,20. In Campania, Puglia, Matera eprov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. e 0,87 + e0,43; m/m/g/d Corsera + CorMez. e 0,87 + e 0,43; ven. Corsera + Sette + CorMez. e 0,87+ e 0,50 + e 0,43; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. e 0,87 + e 0,50 + e 0,43. In Veneto,non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. e 0,90 + e 0,40; ven. Corsera +Sette + CorVen. e 0,90 + e 0,50 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. e 0,90 + e 0,50+ e 0,40. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor-Trent. o CorAltoAd. e 0,90 + e 0,40; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,90 +e 0,50 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,90 + e 0,50 + e 0,40.A Bologna e prov. non acquis abili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo e 0,63 + e 0,67;ven. Corsera + Sette + CorBo e 0,63 + e 0,50 + e 0,67; sab. Corsera + Io Donna + CorBo e0,63 + e 0,50 + e 0,67. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera +CorFi e 0,63 + e 0,67; ven. Corsera + Sette + CorFi e 0,63 + e 0,50 + e 0,67; sab. Corsera +Io Donna + CorFi e 0,63 + e 0,50 + e 0,67.

ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7336 del 14-12-2011

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FONDATO NEL 1876

DIRETTORE RESPONSABILEFerruccio de Bortoli

CONDIRETTORELuciano Fontana

VICEDIRETTORIAntonio MacalusoDaniele MancaGiangiacomo SchiaviBarbara Stefanelli

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* Con "Sette" e 2,80; con "Io Donna" e 2,80; con "Style Magazine" e 3,30; con "Living" e 4,80; con "Patricia Highsmith" e 8,20; con "Carosello" e 11,29; con "Il grande alpinismo" e 12,29; con "Io sono Malala" e 14,20; con "Vajont. Orazione civile" e 12,20; con "I classici della letteratura. Grandi autrici" e 9,20; con "Piano Classica" e 7,20; con "Twin stories"e 4,20; con "Il Cosmo" e 12,20; con "I dolci di Benedetta" e 9,29; con "Il grande libro dello scudetto"e 11,20; con "Igrandi romanzi storici" e 9,20; con "Classici dell’Avventura" e 8,20; con "I Libri del Festival della Mente" e 7,20; con "Francesco Guccini. Storie di libertà" e 11,20; con "Zucchero Collection" e 11,29; con "Passione Tango" e 9,20; con "Holly e Benji" e 11,29; con "Le cose cambiano" e 9,20; con "Il commissario Montalbano" e 11,29; con "Francesco. La rivoluzione della tenerezza" e 8,20; con "Riccardo Muti. Il mio Verdi" e 14,20; con "Il Mondo" e 4,30

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38 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

KrystianZimermanpianoforteProgramma da definire

Le Concert desNationsJordi SavalldirettoreBach – I sei ConcertiBrandeburghesi

András SchiffpianoforteSonate per pianofortedi Beethoven - IV

QuartettoLyskammSchubert, Mozart, Verdi

András SchiffpianoforteSonate per pianofortedi Beethoven - V

Basilica di San Marco

AmsterdamBaroqueOrchestra& ChoirTon Koopmandirettore

Händel -The MessiahCon il sostegno dell’Ambasciata e delConsolato Generale dei Paesi Bassi

András Schiffpianoforte

Sonate per pianofortedi Beethoven - VI

Sentieri selvaggiCarlo Boccadorodirettore

Cristina Zavallonisoprano

Ghedini, Gentilucci, Einaudi,Boccadoro, BerioCon il sostegno diFondazione Dragoni

Enrico Dindovioloncello

Suite per violoncello solodi Bach – I

LeonidasKavakosviolino

Enrico Pacepianoforte

Beethoven, Debussy, Ravel,Respighi

Quartettodi CremonaQuartetti per archidi Beethoven - IV

Trio di ParmaSchubert

András Schiffpianoforte

Sonate per pianofortedi Beethoven-VII

Quartettodi CremonaQuartetti per archidi Beethoven - V

Orchestre desChamps-ÉlyséesCollegiumVocale GentPhilippeHerreweghedirettoreHaydn - Die Schöpfung

AndreaLucchesinipianoforteMozart, Schubert, Brahms, Strauss

Quartetto EbèneMozart, Schumann,Jazz & Crossover

Quartettodi CremonaQuartettiperarchidiBeethoven-VI

Jan Lisieckipianoforte

Chopin

Enrico DindovioloncelloSuite per violoncello solodi Bach – II

Sharon KamclarinettoIsabelle van KeulenviolinoUlrike-A. MathéviolinoVolker JacobsenviolaGustav RiviniusvioloncelloBrahms, Mozart

GIOVEDÌ 29 MAGGIOPIANISTI AL QUARTETTO

21

22 OTTOBREBAROCCO E OLTRE

1

BEETHOVENPIANISTI AL QUARTETTO

12 NOVEMBRE 2

MUSICA DA CAMERA26 NOVEMBRE 3

BEETHOVENPIANISTI AL QUARTETTO

3 DICEMBRE 4

BAROCCO E OLTRE10 DICEMBRE

Porte apertealla cittàal ConservatorioIn collaborazionecon Conservatorio di Milano

29 GIUGNO 2014

5

BEETHOVENPIANISTI AL QUARTETTO

14 GENNAIO 2014 6

MUSICA DA CAMERA21 GENNAIO 7

BAROCCO E OLTRE28 GENNAIO 8MUSICA DA CAMERA

MUSICA DA CAMERA4 FEBBRAIO 9

18 FEBBRAIO 10MUSICA DA CAMERABEETHOVEN

MUSICA DA CAMERA25 FEBBRAIO 11

BEETHOVENPIANISTI AL QUARTETTO

4 MARZO 12

11 MARZO 13MUSICA DA CAMERABEETHOVEN

BAROCCO E OLTRE18 MARZO 14

PIANISTI AL QUARTETTO1 APRILE 15

MUSICA DA CAMERA8 APRILE 16

MUSICA DA CAMERA

15 APRILE 17BEETHOVEN

PIANISTI AL QUARTETTO6 MAGGIO 18

BAROCCO E OLTRE13 MAGGIO 19MUSICA DA CAMERA

MUSICA DA CAMERA20 MAGGIO 20

A N N I

Tutti i concerti si terranno nellaSala Verdidel Conservatoriovia Conservatorio, 12il martedì alle ore 20.30(giovedì il concerto n. 21)ad eccezione del concerto del10 dicembreche si terrà nellaBasilica di San Marco

G&R

Ass

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ti+

A.H

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dres

Sponsor Ciclo BeethovenCon il patrocinio di

Soggetto dirilevanza regionale

Con il sostegno diCon il patrocinio e il contributo di Sponsor istituzionali

Stagione 2013-2014

Con il patrocinio di

Incontri con gli interpretidei concerti del 22/10, 26/11,21/01, 1/04, 15/04, 13/05,condotti da Oreste Bossini,riservati a studenti e Soci.

Sala Verdidel Conservatorio

Si ringrazia il Fondo Morosini

Prove aperte

InformazioniSocietà del Quartetto di Milanovia Durini 24 - 20122 MilanoTel. [email protected]

Associazionie abbonamentifino a martedì 22 ottobre:ore 10 - 17.30 (orario continuato)e da mercoledì 23 ottobre: ore 13.30 - 17.30

Intera stagione(21 concerti) € 490Posto fisso numerato € 600Giovani fino a 26 anni € 80Ridotto oltre 70 anni € 450

Pianisti al Quartetto(7 concerti) € 210

Musica da camera(11 concerti) € 250

Beethoven(7 concerti) € 200

Barocco e oltre(5 concerti) € 150

In collaborazione con

Media partner

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 39#

Spettacoli Nelle radio

«Cambia-menti», Vasco torna con un brano ecologicoVasco Rossi promette una svolta ecologicacon il nuovo brano «Cambia-menti»,da martedì nelle radio. «Cambiare macchinaè molto facile. Cambiare donna un pò più

difficile. Cambiare vita è quasi impossibile»,recitano i primi versi della nuova canzone(registrata a Los Angeles) e anticipati dalrocker su Facebook.

Direttrici d’orchestra Julia Jones, Susanna Mälkki, Keri-Lynn Wilson: protagoniste di una sfida (difficile) nel mondo della classica

Il talento delle donne sul podio«Plasticità e grazia, la nostra forza»Festivalalfemminile.«Noncivedonopiùcomeastronaute»

WilsonCanadese,Keri-LynnWilson (46)ha debut-tato comedirettored’orchestranel 1990,all’età di23 anni

Zhang XianNata a Dan-dong, in Ci-na, nel1973, è laprima don-na a dirigereuna sinfoni-ca italiana,la Verdi diMilano

MälkkiSusannaMälkki, 44anni, è nataa Helsinki:nel 2011 hadiretto«Quartett»di France-sconi allaScala

JonesL’ingleseJulia Jones(52 anni)dirigeràl’Aida nelprossimoFestival diMaceratadedicato al-le donne

AlsopNata a NewYork, MarinAlsop (57anni) è sta-ta la primadonna adirigereuna grandeorchestraUsa

I l podio è l’ultimo baluardo deldominio maschile. Ma questaverità storica, in un futuro nonmolto lontano, potrebbe cam-

biare. Speranza Scappucci di mestie-re faceva il maestro collaboratore,ovvero preparava al pianoforte (perMuti, Mehta, Domingo e Levine), icantanti, ripassava con loro lo sparti-to, insegnava il ritmo, la pronuncia,lo stile, era il tramite tra i solisti e ilpodio. È il lavoro oscuro, dietro lequinte, che faceva Antonio Pappanoprima di diventare direttore d’orche-stra. Ora il passo lo fa questa romanadai capelli rossi: dopo l’esordio inUsa alla Yale Opera, martedì 15 aprecol Don Giovanni la Royal ScottishOpera e nel prossimo luglio sarà unadelle tre protagoniste al Festival diMacerata, in un’edizione intitolata«L’opera è donna», tutta al femmini-le: Scappucci per La Traviata, l’in-glese Julia Jones per Aida, la coreanaEun Sun Kim per Tosca.

«L’opera — dice il direttore arti-stico della rassegna Fran-cesco Micheli — ha rac-contato e imposto all’at-tenzione degli spettatorifigure di donne forti, in-dipendenti, rivoluziona-rie, anche se immanca-bilmente sfortunate. Ne-gli ultimi anni c’è statol’ingresso nelle professioni, nelle ar-ti, nella politica di molte donne qua-lificate e capaci che però sono rima-ste escluse dai ruoli di comando. Ilpodio è uno dei simboli più forti delpotere, e finora del potere maschile.La nostra è una scelta di campo a fa-vore delle pari opportunità ma an-che una scelta artistica che prendeatto di una trasformazione semprepiù evidente. Ci sono sempre più ta-lenti femminili sul podio».

Già. Ma chi sono, e quali sfide de-vono ancora combattere? Anzitutto,viaggiano quasi tutte sulla quaranti-na. Gianna Fratta sta studiando il te-desco per poter dirigere Wagner:«Quando ho detto ai miei genitori divoler intraprendere questo mestiere,mi hanno vista come un’astronauta.

Ci sono ancora molti pregiudizi».Dicono che si è costrette a pagare unsovrapprezzo, dimostrandosi più ca-paci di un collega maschio; spieganoche è in altre professioni la gerarchiaè più mediata, qui ogni volta è unaprova di forza: non si dice forse «co-mandare a bacchetta»? Insomma ilpodio rimanda a un’idea di virilità.

C’è chi, come la canadese Keri-Lynn Wilson, si trovò a lavorare con iWiener in qualità di assistente di Ab-bado «quando non si accettavanodonne in orchestra, e furono tuttiestremamente gentili nei miei con-fronti», e chi, come Speranza Scap-

pucci, al tempo in cui era maestrocollaboratore con i Filarmonici diVienna, ebbe un impatto terribile,«non mi guardavano nemmeno, néun saluto né un buongiorno, comese fossi trasparente. Alla fine delleprove per fortuna le cose cambiaro-no».

Una Signora del podio che ebbebuona fama fu Nadia Boulanger, mafaceva tante altre cose, compositrice,organista, insegnante... Non c’è maistata una donna alla guida di ungrande teatro lirico, e nella grigliadelle stelle la quota rosa è assente.Mancando l’abitudine non sannobene nemmeno loro, le donne sulpodio, come bisogna chiamarle: ma-estra, direttrice, o resta la declina-zione al maschile? Alla Scala nel 2011

si è rotto un tabù, affidando «Quar-tett», novità di Luca Francesconi, al-la finlandese Susanna Mälkki. Fu unsuccesso. Ma siamo nel piccolomondo della musica contempora-nea. Il giorno in cui in un paese chevive di eventi il 7 dicembre scaligero,o un’altra «prima» prestigiosa, saràin mani femminili, allora si potràparlare di rivoluzione sul podio.

La cinese Zhang Xian è molto quo-tata: dal 2009 è alla guida della Verdidi Milano, la prima donna direttorestabile di un’orchestra sinfonica ita-liana. Al Conservatorio di Pechino ledicevano di avere le mani troppo pic-cole per diventare pianista, rivendica

con orgoglio la sua statura minuta(«poco più di un metro e mezzo, maquando salgo sul podio non se ne ac-corge nessuno»), e il fatto di aver di-retto «Shéhérazade» di Rimsky-Kor-sakov incinta di sette mesi, riceven-do dal ventre dei calcetti. Altrettantoapprezzate, l’americana Marin Alsop(prima a debuttare alla Filarmonicadella Scala, reduce dal successo aiProms di Londra), l’italiana Nicolet-ta Conti, la barocchista EmmanuelleHaïm, Alondra de la Parra, messica-na cresciuta in Usa molto presentesul web anche per la sua avvenenza.

In passato Silvia Casarin Rizzolo(cresciuta sotto le ali di Abbado eMehta) proclamò una sorta di filoso-fia da maestro sui tacchi a spillo:«Non ho intenzione di scimmiottarefigure maschili, preferisco far levasui punti di forza di una donna, laplasticità e la grazia rendono piùmorbido il movimento». Il maschili-smo poggia su barriere storiche, nel‘600 le donne potevano suonare soloin contesti privati e amatoriali, perrompere questa barriera due secolidopo furono create orchestre al fem-minile, dalla Vienna Ladies Orche-stra alla Fadette Women’s Orchestra,fino alla Clara Schumann Orchester.Nel 1940 il direttore inglese ThomasBeecham disse di non volere donnein orchestra, «perché se sono bellemi distraggono, ma se sono bruttenon posso guardarle».

Per far affiorare il talento, devonocessare i pregiudizi. «Una composi-trice vera nascerà il giorno in cui an-che l’uomo potrà avere un bambi-no». Sapete chi pronunciò questafrase, sotto il suo aspetto mite, la suabarba paterna? Johannes Brahms.Oggi le compositrici trovano postonella società musicale: nel 2000 Sali-sburgo ospitò con L’amour de loin diKaija Saariaho la prima opera di unadonna al festival. Ma le donne, sulpodio, sono ancora viste come unanota eccentrica.

P.S. Susanna Mälkki, alla Scala,indossò i pantaloni.

Valerio Cappelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La storica rivista

Appello della musicaper salvare «Amadeus»Abbado, Muti, Pollini, Gatti, Pappano.Sono solo alcuni dei nomi della musicache hanno aderito all’appello lanciatosul web, «Salviamo Amadeus», perchénon venga chiusa la rivista Amadeusche dal 1989 rappresenta un punto diriferimento per gli appassionati dimusica. La testata è in vendita, ma se letrattative non andranno a buon finerischia la chiusura a fine anno. Tra lemolte dichiarazioni a sostegno dellarivista, anche quella di RiccardoChailly, che ha detto: «Nella vitamusicale di un paese l’informazione ela critica svolgono un ruolodivulgativo importante. Il mio augurioè che la rivista possa continuare avivere e ad informare».

L’esordio in EuropaLa romana Speranza Scappuccidebutta in Scozia e sarà una delle treospiti della rassegna di Macerata

Capelli rossiSperanza Scap-pucci (39 anni),romana,apre martedì 15ottobre con«Don Giovanni»la stagione dellaRoyal ScottishOpera

Su La7 In tv solo la serata finale. «Attacchi talebani. Le partecipanti non saranno più un numero, le chiameremo con il loro nome»

Ghini condurrà Miss Italia: è nel nostro Dna, basta ipocrisieMILANO — Miss La7. Cancel-

lato dalla Rai, attaccato dal pre-sidente della Camera Boldrini,snobbato da Mediaset, il concor-so di bellezza nato nel 1939 co-me Miss 5000 lire per un sorriso(per sponsorizzare un dentifri-cio) approda a La7. Finale il 27ottobre da Jesolo, un’unica sera-ta condotta da Massimo Ghini eCesare Bocci, affiancati da Fran-cesca Chillemi (Miss Italia 2003).

Tutti in fuga da Miss Italia. Sidice: le ragazze sono usate comesemplici appendiabiti per glisponsor, è uno svilimento dellafigura della donna: «Vedere MissItalia nell’ottica di sfruttamentodella donna mi sembra vera-mente eccessivo — spiega Mas-simo Ghini, seriamente sornio-ne, sornionamente serio —. Èun concorso nella tradizione, se

vogliamo anche da strapaese, incui rientra pure Sanremo, è unafiaba pagana che è nel nostrodna. Alle selezioni regionali lepiazze si riempiono, si respiraquest’aria ancora provinciale ri-

spetto a quello che è cresciutodopo, penso ai talent e ai realityche trovo terribili. In giuria sonopassati Mastroianni, Sordi e DeSica, da lì sono partite Mangano,Lollobrigida, Loren, ma arrivan-

do a tempi più recenti penso aFrancesca Chillemi che fa fictionimportanti, a Miriam Leone cheè una presentatrice Rai».

Ghini ha deciso di metterci lasua faccia d’attore. Perché? «Peril gusto della sfida. Sono statosempre al centro di qualche po-lemica perché forse prima di al-tri ho sperimentato sulla miacarne. Traduco. Sono passatodal teatro al cinema quandoc’era ancora una sorta di divisio-ne sacrale tra i due campi. Poidal cinema alla tv per uscire daquell’angolo in cui il cinema ave-va spinto la mia carriera meravi-gliosa di splendido emergente,ma da emergente volevo diven-tare almeno galleggiante...Quando sono passato ai film diNatale, sembravo Giulianol’Apostatata».

Argomenta ancora: «Questoaccanimento nei confronti diMiss Italia l’ho visto come il soli-to atteggiamento talebano, ipo-critamente bigotto che ogni tan-to scatta nel nostro Paese. C’ètantissima roba che dovrebbeessere rivista e vietata: i delitticon i modellini, i pomeriggi in-teri a parlare di assassini. Non èche ora, tolta Miss Italia, si è im-provvisamente iniziato a parlaredi Proust». Enrico Mentana èstato critico con La7 («L’identitàdi rete è una cosa seria»). Ghinisvicola: «Il suo è un ragiona-mento interno, tutto editoriale».

L’attore ha già in mente comepreparare la serata: «Penso auno spettacolo vero, senza pren-dersi troppo sul serio. Bypassatoil pensiero che vogliono tutte lapace nel mondo, elimineremo i

numeri e le faremo sfilare con ilnome; al gruppo ristretto dellefinaliste chiederemo di dimo-strare quello che sanno fare:cantare, recitare, ballare. Conuna serata unica non credo fare-mo male a nessuno. Sono ragaz-ze che cercano un’occasione nelcampo dello spettacolo, non di-verse dalle adolescenti che in tvguardano “Glee”».

Una frecciata alle edizionipassate, di cui pure, e non lo rin-nega, è stato ospite: «La linea diconfine è sempre quella dellamorbosità, se tieni 200 ragazzeper cinque giorni in costume dabagno, capisco che diventa unasorta di mercato orrendo». Però:«In tutti i Paesi del mondo conti-nua a esserci questa manifesta-zione: è solo un gioco in cui chivince è Cenerentola che invecedella scarpina ha la coroncina.Cosa c’è di così drammatico?».

Renato Franco© RIPRODUZIONE RISERVATA2003 La Cardinale incorona Francesca Chillemi (conduttrice con Ghini)

VersatilitàMassimo Ghini, romano, 59anni compiuti ieri, ha recitatoin teatro per Zeffirelli, Strehler,Patroni Griffi e Lavia. Alcinema è apparso in ruolidrammatici (per Virzì, D’Alatri,Lizzani) e leggeri (neicosiddetti «cinepanettoni»)

La carriera

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40 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

&

a cura di RCS MediaGroup Pubblicità

ViaggiVacanze

Bella, affascinante e misteriosa come una vera stardel cinema. Questa è Venezia. Una città unica almondo, uno scenario incantato dove è possibile ri-vivere i luoghi e le avventure dei personaggi di filmche hanno fatto storia. E l’autunno è la stagione mi-gliore per visitarla, un modo diverso per goderne lemeraviglie insieme ai veneziani. Palazzo Barbarigoè un punto di partenza privilegiato per perdersinella magia delle calli, per scoprire arte e culturamillenarie. Posizionato direttamente sul canalGrande, vicinissimo alle mete di maggior interes-se artistico – La Fenice, Palazzo Grassi, museoGuggenheim e Piazza San Marco - Palazzo Barba-rigo è un elegante hotel dove convivono armonio-samente stili ed epoche diverse. L’accoglienza per-

sonalizzata e il servi-zio curato nei più pic-coli dettagli sono ilpassaporto per rendereil soggiorno a Veneziaun’esperienza di viag-gio indimenticabile.Proprio per la sua uni-cità Palazzo Barbarigo

è stato scelto da Mr & Mrs Smith, sito di viaggi in-glese diventato un punto di riferimento per i viag-giatori che amano i boutique hotel più belli nelmondo, per il premio Best Smith Hotel 2013 - Ho-neymoon Hotspot. Per questo autunno PalazzoBarbarigo offre ai propri ospiti delle tariffe speciali.Durante la settimana, 220 euro per la camera dop-pia classica (inclusa prima colazione); nel weekend per medesima sistemazione la tariffa parte da240 euro (inclusa prima colazione).Informazioni: 041.740172; www.palazzobarbari-go.com; [email protected]

Palazzo Barbarigo: Venezia,come in un set…in Autunno

A Sölden, prima neve conBode Miller e Marc Girardelli

Ecco un appuntamento da segnare in agenda per gliappassionati dello sci. Dal 16 al 20 ottobre Das Cen-tral – Alpine Luxury Life Hotel propone un soggior-no esclusivo sulle nevi austriache di Sölden, a pochipassi dall’Italia, insieme ai plurititolati Bode Miller eMarc Giradelli. Un inizio di stagione emozionante,sotto la guida di due maestri d’eccezione che appro-fondiranno dal vivo la tecnica e la precisione suglisci. Più che lezioni, emozioni pure. Il programmasportivo si apre con il training sciistico di Marc Gira-delli (15-16 ottobre), integrato dall’analisi delle tec-niche di slalom, gigante e carving attraverso ripresevideo e successiva valutazione della propria perfor-mance. A seguire, il 17 ottobre, il Bode Miller Day,una giornata insieme al campione statunitense sulghiacciaio di Sölden. Sono previsti uno skisafari lun-go le piste del Rettenbach e del Tiefenbach, e unagara di sci che per molti resterà indimenticabile.Mentre i due atleti pensano alla parte sportiva, il DasCentral pensa al resto, dal wellness al gourmet. Lastruttura alberghiera a 5 stelle coniuga il lusso allacalda ospitalità della valle alpina dell’Ötztal. Il gran-de centro SPA, è uno dei punti di forza dell’hotel. Laresidenza del benessere, creata secondo i principifeng shui è specializzata in trattamenti alpini, utiliz-zando principi attivi e oli essenziali della tradizionelocale. Da quest’estate il centro wellness si è arric-chito di una nuova sauna panoramica, una sauna al-le erbe alpine, un nuovo hamam e una grotta del sa-le a raggi infrarossi. Tra i must del Das Central la cu-cina gourmet di Gottfried Prantl, considerato unotra i migliori chef d’Austria. Quale modo miglioreper recuperare le energie? Il pacchetto “Prima neveda campioni” prevede un soggiorno di 5 giorni (4pernottamenti con mezza pensione gourmet) conprezzi da 2200 euro a persona. I posti sono limitati(max 20 persone), meglio prenotare subito.Info: Das Central – Alpine. Luxury. Life; [email protected]; www.central-soelden.at

Acquaworld: da ottobreIl più grande Centro di Acquafitness in Italia

Acquaworld, il primo parco acquatico coperto inItalia si presenta all'appuntamento dell'autunnocon grandi novità.Forte della sua avveniristica struttura composta da11.000 mq di tecnostrutture di acciaio legno e TFT,11 piscine coperte e riscaldate, con un clima inter-no costante a 30 gradi, da metà ottobre si proponeal pubblico come il più grande centro in Italia de-dicato a tutte le più avanzate discipline di Acquafit-ness. Acquapilates, Acquazumba, Deep Water, Fit& Tone, GymRelax, Acquayoga, sono moltissime leattività proposte nella struttura di Concorezzo, alleporte di Milano, che si rivolgono ad ogni tipo dipubblico: giovani, adulti, bambini, senior, gestantie perfino i neonati con i corsi di prima acquaticità.Dopo due anni di attività e oltre mezzo milione dipresenze, Acquaworld si evolve verso il tipo di atti-vità fisica più di moda in questo momento. Grazieinfatti alla minore gravità, tutte le attività fisiche inacqua risultano meno traumatiche per le articola-zioni rispetto a quelle praticate in palestra e lascia-no più spazio al divertimento e ad uno stile "social"di concepire le attività di Fitness.Da lunedì al venerdì, dunque, ad Aquaworld ci simantiene in forma con l'acqua, mentre nei week

end lo spazio è interamente dedicato ai giovani, al-le famiglie e a tutti coloro che cercano divertimen-to, benessere e relax.Oggi dalle ore 9.00 alle ore 18.00 Open day consessioni dimostrative delle diverse attività in pro-gramma con entrata al prezzo speciale di 10 euro.Dalle 18.00 alle 24.00 “Water Fitness Party“ conDj set e tanto divertimento!Acquaworld: via G. La Pira 16, Concorezzo.www.acquaworld.it

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Spettacoli 41

Il personaggio Lo scrittore francese, autore de «Il paradiso degli orchi», andrà in tour con lo spettacolo «L’occhio del lupo»

Pennac: le mie recite a teatroantidoto contro la solitudineAttore in Italia. Sugli schermi la saga di Malaussène

«I l teatro? Il mio antidoto allasolitudine dello scrivere —assicura Daniel Pennac —. Ateatro non si è mai soli. Si fa

squadra con persone che hanno espe-rienze diverse dalle tue, dal regista alloscenografo, dagli interpreti ai macchi-nisti». Così, come ogni scrittore che sirispetti, anche lui da tempo praticauna seconda vita: Mr. Hide alla scriva-nia a battagliare con nevrosi e fanta-smi, dr. Jekyll sulle tavole di un palco-scenico a volte come autore, altre per-sino come attore. «Una dimensioneche mi costringe a mettermi in giococon le emozioni e il corpo. Mi piacemolto. Sempre di più».

Difatti in questi giorni si sente«par-ticolarmente felice». Perché è in Italia,al «Funaro» di Pistoia, centro culturaledove lui è di casa da un paio d’anni. Quisono nati spettacoli tratti da suoi testicome Il sesto continente e Storia di uncorpo, a febbraio in tournée in Italiacon Pennac anche protagonista.

Adesso si sta provando L’occhio dellupo, dal 26 ottobre in prima nazionaleal Teatro Manzoni di Pistoia, regia diClara Bauer, con Vincent Berger e Ha-bib Dembélé nei ruoli di un vecchio lu-po orbo di un occhio e di un ragazzinoafricano che, vagando per uno zoo, neincrocia lo sguardo. Separati dallesbarre, i due si fissano: prima ostili,poi attratti da quella segreta affinitàche scatta tra esiliati. Finché il luporacconta la sua storia al bambino, anzigliela fa rivivere per immagini lascian-dolo entrare nel suo unico occhio. E ilragazzo ricambia, narrandogli la sua

odissea di immigrato. Un doppio tuffoa capofitto nella vita dell’altro attraver-so lo sguardo.

«Qualcosa del genere mi è capitatodavvero — svela Pennac —. Anni faabitavo a Parigi vicino a uno zoo. Ad at-trarre la mia attenzione fu una gabbiacon dentro una coppia di lupi. Un gior-no vidi che ne era rimasto uno solo, lafemmina era morta. L’animale nonmangiava più, continuava ad andareavanti e indietro nella sua prigione. Mifermavo a guardarlo e mi chiedevo chimai poteva raccontare quel dolore.Non io. Ci voleva qualcuno più simile

per destino e infelicità. Così è nato ilpersonaggio del piccolo africano».

Intanto, pochi giorni dopo la pièceteatrale, a metà novembre uscirà nellenostre sale Il paradiso degli orchi, de-butto sul grande schermo di quella sa-ga di Malaussène che ha reso famosoPennac in tutto il mondo. Nel cast:Raphael Personnaz, Bérénice Bejo,Emir Kusturica. «Il titolo — avverte —strizza l’occhio a un celebre romanzodi Zola, Al paradiso delle signore, queigrandi magazzini di fine Ottocento dalfascino irresistibile. Oggi offuscato daun consumismo sempre più omologa-

to». Così, se quella che compare nelfilm di Nicola Bary è la facciata dellastorica «La Samaritaine», tempio ArtDéco della moda, gli interni somiglia-no piuttosto a uno dei tanti centricommerciali. «In quell’inferno il mioMalaussène è pagato per fare il caproespiatorio di ogni isteria e lamenteladei clienti, che lui deve provare a im-pietosire per sventarne i reclami».

E al Funaro, dove il 26 verrà presen-tato anche il libro di Maria Fedi, L’ar-chivio Andres Neumann, Pennac trovaanche il tempo di inserire un semina-rio su l’argomento che più gli sta acuore: la lettura creativa. «Un modoper condividere la gioia del leggere.Esercizio oggi fuori moda, perché qua-si nessuno legge ad alta voce. Anzi,non si legge quasi più perché la letturaviene proposta e imposta come doveremorale o pratica pedagogica. Mentre èanzitutto un piacere. E anche una tra-

sgressione. Da ragazzo sono stato setteanni in collegio, dove gli unici libriammessi erano quelli di testo. E io ave-vo scoperto Dumas e di nascosto, dinotte, lo divoravo. Il vero lettore è clan-destino e la lettura è stata per me unaforma di resistenza e di libertà. Vorreitrasmettere ai ragazzi di oggi tuttoquesto… Far capire loro che la letturavera è paradossale. E’ evasione dell’im-maginazione e allo stesso tempo in-carnazione del reale. Un mèlange ma-gico. Proprio come il teatro».

Giuseppina Manin© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il film Raphaël Personnaz (Malaussène) in «Il paradiso degli orchi»

Il chitarrista

«The Killersdistruttidai concerti»

Dave Keuning (foto), ilchitarrista di «The Killers»ha ammesso in un’intervistacon la rivista Nme che laband è distrutta dai troppiconcerti in giro per ilmondo. I tour li avrebberostressati al punto da farglidire che «la fine è vicina». Losfogo è arrivato dietro lequinte del recente concerto aShanghai, spettacolodisertato dal bassista MarkStoermer per «motivipersonali». «Sono stufo diquesto girare per il mondo.Sfinito. Alcune personepotrebbero dire: “Perché tilamenti?”. Ma non possonocapire se non l’hannovissuta sulla loro pelle».Anche Brandon Flowers e ilbatterista Ronnie Vannucci,commentando l’assenza diStoermer ai concerti asiaticidel gruppo, hanno fattosapere: «Non vogliamoinfierire, ma far parte diquesta macchina è siafisicamente chementalmente estenuante».Alla domanda se la bandcontinuerà ad esistere anchese Stoermer dovesse lasciare,Vannucci ha risposto: «Lospero. Ma non sarebbe lastessa band». (r.s.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi è

Lo scrittoreDaniel Pennac (fotosotto) è nato aCasablanca il primodicembre del 1944,ed è uno scrittorefrancese. Tra i suoititoli più celebri,«Come unromanzo», «Il sestocontinente» e«Storia di uncorpo». Sempre piùspesso Pennac sidiverte a recitare ateatroIl filmIl 17 novembreuscirà nei cinemaitaliani «ll paradisodegli orchi», debuttosul grande schermodi quella saga diMalaussène (ilpersonaggio che diprofessione è caproespiatorio) che hareso famoso Pennacin tutto il mondo.Nel cast: RaphaelPersonnaz, Bérénice

Bejo, EmirKusturica

Il messaggio ai ragazziLa lettura è paradossalecome il palcoscenico:evasione delle ideee incarnazione del reale

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42 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Sport Serie B: pariper il BresciaCade l’Empoli

Serie B. Ieri: Reggina-Empoli 2-1;Spezia-Brescia 2-2. Oggi (12.30):Cittadella-Padova. Ore 15: Bari-Crotone; Carpi-Novara; Juve Stabia-Cesena; Latina-Modena; Siena-Avellino; Varese-Trapani; V. Lanciano-Ternana. Ore 20.30: Palermo-

Pescara. Class.: Lanciano 18; Empoli17; Avellino 15; Varese e Cesena 14;Crotone e Spezia 13; Palermo eModena 11; Novara e Cittadella 10;Trapani, Brescia e Reggina 9; Siena,Pescara, Bari e Latina 8; Carpi 7;Ternana 6; J. Stabia 5; Padova 4.

Il c.t. Prandelli ha affermato che da qui ai Mondiali nonsi può prevedere cosa succederà, e anche Balotelli nonè indispensabile. Secondo voi il tecnico ha ragione (A)

o la nazionale non può fare a meno di SuperMario (B)?

il sondaggio

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L’incontroIl tecnico, che haappena lasciatol’Irlanda, dopocinque anni,racconta speranzee obiettivi: «Perfarmi smettere midevono prenderea bastonate»

Il vulcanoTrapattoni

«Non penso alla pensionema a vincere lo scudettoper battere Happel e Mou»

Lamia IrlandaCon Tardelli e lo staffabbiamo fatto un buonlavoro e i giocatorimel’hanno riconosciuto

I campioni e gli schemiLa squadra è importantema la differenza la fasempre il campione,come nel caso di Pirlo

Rocco e i giocatoriRocco non era un pirlae diceva che prima delgiocatore vanno sceltele qualità dell’uomo

Le qualità di PrandelliPrandelli è semprestato intelligente,sereno, educato, capacedi farsi trovare pronto

MILANO — In questi giorni di autun-no incattivito Villa Paola, una costruzio-ne in stile liberty protetta dai tigli a Cu-sano Milanino, hinterland milanese, pa-re una sede periferica dell’Onu. Chiama-no dagli Usa e dalla Libia. Ma GiovanniTrapattoni, il più vincente degli allena-tori vincenti, per ora tira avanti curandoil giardino. Dopo la separazione consen-suale dall’Irlanda non può permettersi disbagliare scelta. Perché è evidente che, a74 anni suonati, il Trap non ha alcuna in-tenzione di finire in quiescenza. «Graziea Dio, penso di essere ancora fresco di te-sta e in buone condizioni atletiche. Annifa un generale mi ha regalato un librocon le cento battute del secolo. Una dice:l’opportunità dell’uomo è nel futuro. Lavoglia è quella di quando ero giovane. Inpiù c’è l’esperienza di tutti questi anni,che è fondamentale. Questa è la primavera pausa della mia carriera, la più lun-ga. E posso dire di non aver mai visto, ri-visto e analizzato tante partite e tantispezzoni come in questi giorni. Nel cal-cio di oggi sono i particolari che ti fannovincere o perdere le partite».

Forse l’avventura irlandese potevafinire meglio...

«Avrei chiuso comunque a giugno,perché dopo cinque anni era venuto ilmomento di cambiare. Per loro e per me.Mi è dispiaciuto il modo in cui siamousciti di scena. Una serie di incidenti dipercorso, cominciato a Dublino, control’Austria, il 26 marzo al 92’37”: eravamoin vantaggio 2-1, un risultato che ciavrebbe consentito di allungare il tempoe la speranza dei playoff. Invece un’inge-nuità ci è costata carissimo. Finché cam-po mi ricorderò quei numeri: 92 e 37».

Bilancio di questi cinque anni?«Il ranking è migliorato, la squadra è

cresciuta e si è rinnovata, siamo andatiall’Europeo e non succedeva da tanto.Non voglio tornare su come abbiamoperso a Parigi la qualificazione al Mon-diale 2010, anche se non l’ho dimentica-to. Che il bilancio sia positivo lo dimo-stra il telefono pieno dei messaggi di ra-gazzi che non giocavano nemmeno nellaserie B inglese e a cui io ho dato fiducia.Mi hanno commosso. Non mi ritengo ungenio della tattica, ma vedermi ricono-sciuta la correttezza va oltre ogni cosa».

C’è anche dell’amarezza in questi ri-cordi. Eppure lei vive gli eventi con ilsolito equilibrio. Come fa?

«Mi hanno aiutato gli anni in cui erogiocatore, ho capito che il calcio ha mo-menti negativi ma ti regala sempreun’opportunità per ripartire. Se perdi, e ame è capitato, dormi male la notte, mapoi al mattino dopo si riparte. E con lostesso spirito ho affrontato le vittorie.Mai volare troppo alto, perché il palloneè pieno d’aria».

Sembra ieri che vinceva il primoscudetto con la Juve e invece sono tra-scorsi 36 anni. Il tempo passa e lei co-me si adegua?

«Non è vero che il tempo passa, iltempo vola e noi dobbiamo volare con iltempo. È inutile pensare sempre al pas-sato, quello serve come esperienza, madobbiamo restare al passo con il mondo.Guardare avanti, aggiornarsi; se ora cisono i computer, è inutile rimpiangere itempi in cui si scriveva a mano».

Alla fine chi corre più veloce tra lei eil tempo?

«Forse la mia qualità migliore è sem-pre stata quella di anticipare. Non ero ungrande giocatore, ma intuivo. Il calcio èuna cosa semplice. Semplice, ma biso-gna applicarsi perché oggi è tutto accele-

rato. La gestione dei calciatori è più diffi-cile rispetto a una volta. Oggi con i cal-ciatori devi usare i guanti: hanno il ma-nager, chi ne cura l’immagine, fannopubblicità».

In questo calcio geneticamente mo-dificato i campioni di una volta sareb-bero campioni anche oggi?

«C’è un’organizzazione di squadra,che è la base, ma è sempre il campioneche fa la differenza. Penso a Pirlo: la suacapacità di fare certe giocate di prima,spiazza l’avversario. Nel preparare lepartite, ho sempre cercato di avere lamassima attenzione per i migliori uomi-ni della squadra avversaria, perché sonoquelli che ti castigano. I moduli sono tut-

ti buoni, però poi è la creatività del sin-golo che cambia lo scenario. Per questoai giovani colleghi mi sento di dire: nonsiate prigionieri dei numeri».

Che oggi invece sono al centro di tut-ti i dibattiti.

«Ma non c’è un solo modo di giocare.È come nella pittura: ci sono Leonardo oRaffaello, ma c’è anche Picasso. Resto delparere di Rocco, che considero un po’ ilmio maestro. Rocco era mica un pirla,aveva fatto l’università e sosteneva che

prima del giocatore bisogna sceglierel’uomo. Ci sono qualità morali, senza lequali non si arriva in alto. Penso al grup-po che avevo nella mia prima Juve: eranotutti straordinari. Per questo hanno vin-to tanto».

In quel gruppo figurava pure taleCesare Prandelli.

«Un ragazzo estremamente intelli-gente. Non era titolare perché avevo Tar-delli e Furino che era un bel rompiscato-le, ma era sempre sereno, pronto al mo-mento giusto, educato».

Ma non le è ancora venuta la nauseadel calcio?

«No, anzi. Non c’è niente di più belloche plasmare i giocatori, migliorarli, farlicrescere, trasformarli in una squadra evederla funzionare. Quando sono andatovia dalla Juve nel 1986, l’avvocato Agnellimi aveva detto: resti con noi, in futurodiventerà dirigente, potrà ripercorrere lastrada di Boniperti. Io l’avevo ringraziatoe gli avevo spiegato che mi sentivo unuomo di campo. Non ho cambiato idea,la panchina è sempre il massimo, anchese si soffre».

Suamoglie che dice? Se continua co-sì difficilmente la vedremo in pensioneprima degli 80 anni...

La squadra del giorno Torna al Mondiale dopo 12 anni con un gruppo di grandi talenti

Giovane, spettacolare e multietnicoIl Belgio è rinato unito e ora punta in alto

La sofferenza del Belgio è fi-nita, i Diavoli rossi sono tornati,il popolo fiammingo e valloneriempie le piazze e gli altri stu-diano con ammirazione ungruppo di giovani talenti mul-tietnici che si qualifica al Mon-diale dopo 12 anni di assenza,riuscendo anche a inserirsi nel-la griglia delle teste di serie.

La nazionale dell’ex capitanoMarc Wilmots, è la squadra co-pertina: un mix di classe, pro-gettualità, integrazione edenergia che nel piccolo paeseha già spinto a paragoni so-gnanti con la squadra che ne1986 in Messico raggiunse lesemif inal i . Con Hazard eLukaku, autore della doppietta

decisiva venerdì in Croazia, conDembele e Vertonghen, conCompany e Fellaini, il «PremierBelgium» (in 16 giocano in In-ghilterra) ha terminato la tra-versata del deserto, passandodal 54° posto del ranking Fifa al6° attuale, con la migliore dife-sa della qualificazioni (3 gol su-biti) assieme alla Spagna.

Merito della personalità delc.t. vallone che ha conquistato ifiamminghi e dato un motivo digioia comune a due comunitàdivise: «Non andiamo in Brasi-le per fare i turisti. È solo l’ini-zio» ha detto Wilmots rientran-do da Zagabria. Merito soprat-tutto di un lavoro di ristruttura-zione che ha rivoluzionato le

fondamenta del calcio belga.Perché è facile guardare il

prodotto finito: quasi tutti igiocatori della nazionale gioca-no nei grandi campionati d’Eu-ropa, in Italia abbiamo Mertensdel Napoli e Nainggollan delCagliari. Ma il fuoriclasse cheha riportato in alto la buonatradizione locale è un signorecol doppio mento e i capellibianchi. Michel Sablon è il di-rettore tecnico della federazio-ne e dopo l’eliminazione al pri-mo turno nell’Europeo in casanel 2000, ha riscritto la fisiono-mia del nuovo Belgio.

«Le nazionali giovanili eranomesse male. Siamo andati inFrancia, in Germania e in Olan-Stella Romelu Lukaku, 2 gol alla Croazia (Ap)

Giovanni Trapattoni ènato a Cusano Milani-no il 17 marzo 1939.Sposato, 2 figli, ex cal-ciatore di Milan e Vare-se, in carriera ha vinto10 scudetti (6 con laJuve, 1 con l’Inter, 1 conil Bayern, 1 con il Ben-fica e 1 con il Salisbur-go) e 12 coppe (nazio-nali e internazionali)

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Sport 43#

Calcio e doping

Basket,viaallaserieAMilanofavorita

Serie A di basket, comincia oggi lastagione numero 92 con la caccia aSiena, che da sette stagioni di filadetiene lo scudetto. Milano,principale favorita, guida leinseguitrici. Programma (18.15):Pall. Cantù-Giorgio Tesi Pt; Sutor

Montegranaro-Acea Roma;Montepaschi Si-Vanoli Cr; Enel Br-EA7 Mi; Cimberio Va-Grissin Bon Re(c.n. Casale M.); Sidigas Av-VictoriaLibertas Pesaro; Pasta Reggia Ce-Umana Ve; Granarolo Bo-BancoSardegna Ss (20.30. Raisport1).

CiclismoUlissi dominail Giro d’Emilia

Diego Ulissi ha vinto la 96a

edizione del Giro dell’Emilia,classica di fine stagione. Dopo ilsuccesso nella Milano-Torino enella Coppa Sabatini, Ulissi hastaccato Scarponi, Pellizzotti ePozzovivo sulla salita di San Luca,

coronando così un finale distagione da assoluto dominatore.VELA — Con una partecipazionerecord di 1.561 barche, salpastamane a Trieste la 45a Barcolana.Il rugbista Lo Cicero imbarcato suMeno Male, skipper De Angelis.

«Mia moglie? Cerco di convincerlache è una cosa inevitabile. Voglio essereun vulcano in attività, non un vulcanoaddormentato. Mi devono cacciare a ba-stonate».

Non teme di essere ricordato più perle sue colorite battute, tipo non diregatto se non l’hai nel sacco, che per isuoi successi?

«Le parole se le porta via il vento, i fat-ti rimangono. Mi interessa quello che fa-rò domani, non quello che ho fatto ieri,anche se essere ricordato per le mie frasisarebbe riduttivo. Come se di Rocco ci siricordasse soltanto perché diceva ‘ciaomona’».

Lei un giorno confidò di essersi tro-vato davanti a vari passaggi a livellonella vita e di avere trovato la sbarrasempre alzata. Quale sarà il prossimopassaggio a livello?

«Vorrei vincere lo scudetto in un Pae-se dove non ho mai allenato. Sarebbe ilquinto in cinque nazioni diverse e mi da-rebbe la possibilità di superare due mo-stri come Happel e Mourinho. Ma sareb-be interessante anche guidare un’altranazionale».

Conferma di non avere alcuna inten-zione di tornare a lavorare in Italia?

«Confermo. Dopo due pareggi sareb-be la solita musica: ancora lui, porca mi-seria, un difensivista».

Alberto CostaFabio Monti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

da per confrontarci coi loromodelli e poi ci siamo sedutiattorno a un tavolo per creareuna connessione tra campiona-to, nazionale e tecnici di base. Atutte le squadre abbiamo chie-sto di giocare con il 4-3-3 neisettori giovanili: il 95% ci ha se-guito. Ci abbiamo messo cin-que o sei anni, ma nel 2007l’Under 17 è arrivata quarta al-l’Europeo e abbiamo capito chela strada era giusta. La maggiorparte dei ragazzi di oggi giocaassieme dall’Olimpiade di Pe-chino in cui arrivammo quarti(eliminando l’Italia, ndr). Moltisono dei talenti individuali masiamo convinti che il nostro si-stema li abbia aiutati a cresce-re».

Fino a diventare la terza na-zionale più costosa del pianeta,in base ai valori di mercato, do-po Brasile e Portogallo: una ve-ra generazione d’oro con deibuoni ricambi, vista la qualitàdell’Under 21 che domani af-

fronta l’Italia di Di Biagio aGenk, dopo averla sconfitta al-l’andata.

Il fattore etnico e socialeFrench-style ha contribuito aun ulteriore salto di qualità siaatletico (coi giganti Fellaini eLukaku o il tuttofare Kompany)che culturale, smussando an-che le storiche divisioni interneal gruppo. L’immersione inPremier ha fatto il resto, co-struendo forse il primo model-lo di nazionale davvero «euro-pea» nel senso più competo deltermine. «Sentiamo che dietroabbiamo tutto il Paese — sotto-linea il “veterano” Vermaelen,27 anni — e sappiamo bene chenon è sempre stato così». Dopoil Mondiale ’86 il 15% in più difiamminghi dichiarò di sentirsibelga. Ne riparliamo tra novemesi: a Bruxelles potrebbe dav-vero nascere qualcosa di davve-ro importante.

Paolo Tomaselli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La storia

La nazionale belga giocò laprima partita l’1 maggio1904, contro la Francia.L’Olimpiade di Anversa fu lasua prima competizioneufficiale, conclusa con laconquista della medagliad’oroAl MondialeUndici sono le partecipazionidel Belgio alla fase finale deiMondiali. Il miglior risultato èun quarto posto, ottenuto inMessico nel 1986, l’ultimapartecipazione risale alMondiale di Giappone-Coreadel 2002Agli EuropeiIl Belgio vanta due podi agliEuropei: un terzo posto nel ‘72e un secondo nell’80, in Italia,quando venne sconfitta 2-1in finale dalla Germania Ovest

I rossoneri

Milan, oggi l’amichevole con il CaenUn test per Niang e Saponara

MILANO — (a. rav.) Oggi ilprotagonista sarà lui, la terza cresta,Mbaye Niang (foto), che torna a Caen,la città dove è cresciutocalcisticamente. Il Milan dei superstitiagli infortuni e alle nazionali (su 19convocati 8 sono della Primavera) èimpegnato in un’amichevole inNormandia (ore 17, Milan Channel).Una buona occasione per il franceseper riconquistare il cuore di Allegri.

«Mentalmente sto crescendo — ha detto Niang a Sky —. Sperodi segnare più dell’anno scorso, lavoro ogni giorno per cercare ilgol. Voglio diventare il più grande di tutti. Il Milan? È da primitre posti». Il test sarà significativo anche per Riccardo Saponara,che, dopo una serie infinita di infortuni, può finalmente giocareuna partita dall’inizio. Se il difensore centrale Adil Rami ieri haeffettuato le visite mediche (oggi test a Milanello) e arriverà agennaio, è il giapponese Honda ora più a rischio: pare lo vogliaanche il Tottenham. Spazio a un’iniziativa di solidarietà: ieriFilippo Galli, responsabile del settore giovanile, ha partecipato alTrofeo della Pace a San Vittore, premiando la squadra vincitrice.

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Ho conquistatoil campionatoin quattro Paesidiversi, oravoglio il quinto:un record

Verso l’Armenia Febbre e nausea, ma Prandelli spera di averlo martedì

Balotelli non sta benema resta in ritiro«È scombussolato»E Mario non è più indispensabile

DAL NOSTRO INVIATO

FIRENZE — Chi ha giocatocontro la Danimarca riposa, glialtri si danno battaglia sotto ilsole pallido di Coverciano inuna mini partitella. Ma tutto,proprio tutto, ruota intorno aMario Balotelli. «È scombusso-lato», racconta il professor Ca-stellacci che trascorre il pome-riggio facendo la spola tra ilcampo d’allenamento e l’alber-go che ospita la squadra all’in-terno del centro federale: primain compagnia di Prandelli, poicon lo stesso Balotelli, che si av-via mestamente verso la pale-stra per una breve seduta di

cyclette e un po’ di corsa lentasul campo principale. Un giro,due giri, al terzo Mario si ferma,fiato corto e mani sulle ginoc-chia. Sembra a pezzi. Resta inritiro o torna a casa? L’interro-gativo consuma rapido il po-meriggio e si trasforma nel so-lito tormentone. Tutto fa noti-zia quando di mezzo c’è lui.«Resta», spiega Castellacci allesette della sera, nella speranzache l’attaccante più importantee problematico della nazionalepossa giocare contro l’Armenia,martedì sera a Napoli.

Per adesso è una speranza,poco di più. Balotelli non si al-lena da quattro giorni e negliultimi nove lo ha fatto una voltasoltanto. Prima è stato fermatoda un affaticamento muscolareall’adduttore sinistro «che è invia di risoluzione», dice ancoraCastellacci, ma che non è anco-ra completamente risolto. Ora,

però, il problema è la gastroen-terite. «Una forma virale», spie-ga il medico degli azzurri. Par-ticolarmente violenta. Vomito ediarrea. Per questo è rimastotappato in albergo venerdìsera mentre gli azzurrigiocavano contro la Da-nimarca e per lo stessomotivo, appena sbarcatoa Pisa di ritorno da Cope-naghen, ha costretto il pull-man della nazionale a unasosta forzata in aeroporto.Non solo: ieri sera, mentre gliazzurri si sono concessi qual-che ora di libertà, Mario è rima-sto in albergo a curarsi.

Al Milan seguono la vicendacon occhio preoccupato. Balo-telli sabato prossimo dovrebbeguidare la squadra contro l’Udi-nese, una partita che i rossonerinon possono sbagliare. Pran-delli, invece, spera che sia incampo contro l’Armenia. Il c.t.lo aspetta questa mattina sulcampo per verificarne le condi-zioni. Ma anche se non dovesserecuperare, l’attaccante resterà

in gruppo. Il ritiro doveva esse-re rieducativo e, al momento,non c’è la volontà di liberarlo inanticipo. Oggi pomeriggio Balopartirà per Napoli insieme aisuoi compagni e domani matti-na sarà a Quarto, dalla squadraanticamorra, parallelo striden-te con la visita a Scampia chetanti guai gli ha procurato. In-tanto lui come sta reagendo alledisavventure? «Non può essereallegro», osserva Castellacci.

Per la verità non sembra cosìabbattuto e più che all’Armeniapensa alla fidanzata. L’amore,almeno, va a gonfie vele, tantoche a metà pomeriggio arriva

l’immancabile twe-et: «Ringra-

zio tuttic o l o r oc h e m i

h a n n ocapito. Un

abbraccio e chinon mi rispetterà o

non rispetterà Fanny saràun nemico. Ti amo amore

mio».Tornando al calcio, il pro-

blema va oltre la presenza delcampione nella prossimapartita, l’ultima del girone diqualificazione, quella chedovrebbe regalare all’Italiala certezza di essere testa diserie al Mondiale. L’inter-rogativo, oggi, è sull’indi-spensabilità di Balotelli. Si-nora il contributo non èstato pari alle sue qualità.Sotto la gestione Prandelli,con cui ha esordito in na-zionale, Super Mario hagiocato 26 partite (con 11gol) su 47, poco più del50%. E il viaggio in Brasilese lo deve ancora conqui-stare. «Non posso saperecosa succederà a maggio»,ha spiegato l’allenatoredopo la partita con la Dani-

marca. Balo è importante,ma deve cambiare registro: in

campo, giocando più per lasquadra ed evitando di caderenelle provocazioni e fuori, concomportamenti da ragazzo ma-turo. Altrimenti l’Italia di Balo-telli sarà l’Italia di qualche altro.«Ciascuno di noi ha un’alterna-tiva. Io spero in Giuseppe Ros-si, uno che mi fa impazzire eche può farci fare un salto diqualità», il pensiero di Chielli-ni. Nel gruppo degli intoccabili,non c’è traccia di Super Mario.

Alessandro Bocci© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 50% di presenzeHa giocato solo 26partite su 47. Chiellini:«Ciascuno di noiha un’alternativa»

Tommasi: «Testda approfondire»«I controlli antidoping nel calciosono numerosi, però forse non sonofatti nel momento giusto:andrebbero approfonditi». Lo hadetto Damiano Tommasi, presidentedell’Assocalciatori, al convegno«Sport e doping». «Ricordo lepositività al nandrolone: secondome sono stati scoperti solo i piùsprovveduti». Secondo Tommasi ilproblema è etico. «Bisogna avere ilcoraggio di demolire certi miticostruiti su illusioni».

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Il parere

Macché progressoun passo indietrolegittimare l’offesadiMARIO SCONCERTI

V a benissimo che il Milan giochi con l’Udinese astadio aperto. In tanti anni di argomenti simili

sono sempre stato perché gli abbonamenti e i bi-glietti acquistati dalla gente non potessero esserecancellati dalle sciocchezze di poche decine di per-sone. Ma temo non ci si sia resi conto che in tregiorni di grande comunicazione abbiamo cancellatoun piccolo caposaldo del diritto sportivo di frontie-ra. Una quindicina di anni fa furono messe questeed altre regole di civiltà negli stadi sotto la stessaspinta dei media che invocavano ordine e normali-tà. Si cominciò dalle offese agli arbitri, assoluta-mente non ammesse, tanto che Collina a Genova, inuna partita della Samp, sospese la gara per fartogliere uno striscione contro Casarin, allora capodegli arbitri. Per anni abbiamo preteso cioè di eli-minare le offese gravi dagli stadi. E la discrimina-zione territoriale è appunto questo, un’offesa. Orasiamo quasi orgogliosi di toglierla perché un grandeclub ci è cascato. Non è successo niente di più gra-ve, siamo rimasti alle offese, ma ci siamo detti chele offese non sono arginabili. Quindi non punibili. Èbene capire che stiamo compiendo molti passi in-dietro, non affermiamo il progresso. La giustiziache aveva portato per gradi a punizioni estreme erastata voluta con orgoglio da tutta l’opinione pubbli-ca, la stessa che ora la definisce insopportabile.Quindi libertà di offese concesse in sole tre giorni,meno del tempo che ci volle per giudicare colpevolela Juventus nel 2006. Ma se la valutazione del pec-cato può essere quasi accettabile, offendersi in unostadio rientra a quanto pare nei diritti dello spetta-colo, è inaccettabile la motivazione della Federcal-cio. Per fermare la giustizia di tutti i giorni chiedeun approfondimento. Ma di cosa se non di quelloche hanno già denunciato gli stessi commissarifederali, i quali hanno scritto di tre trasgressioni,tre ondate di offese di milanisti a napoletani prima

della partita con la Juve,al 6’ e al 43’ del secondotempo. Ora, se un com-missario ha sentito trevolte, il peccato si deveper forza presumerecommesso. Tutto sta acome giudicarlo. Per laprima volta la Federcal-cio cambia il metro di

giudizio senza però sapere come. Per questo chiedeapprofondimenti. Ma a chi, se i testimoni sono giàloro inviati, loro dipendenti. È bastata una durabattaglia del Milan lunga tre giorni per eliminareuna regola voluta da tutti quindici anni fa, quandonon c’era ancora razzismo e quando ci si offendevalo si faceva ad uso interno, città contro città. Sape-vamo tutto anche allora: il pericolo di mettere ilcalcio in mano ai coristi indisciplinati (e infattipersonalmente mi dissociai), oltre che di tentareuna battaglia cavalleresca contro avversari barba-ri. Ma era sempre stata questa la regola. Cos’è cam-biato adesso oltre il fatto che a pagarne il prezzopiù alto è stato il Milan? Eravamo tutti orgogliosi dipunire con la fine dello spettacolo una partita pienadi volgarità. Oggi si dice che è insostenibile. Puòdarsi sia giusto il traguardo ma è senz’altro sba-gliata la corsa. A cosa rinunciamo rinunciando allaregola? A punire il razzismo interno, quello tra norde sud. Non possiamo anzi che renderlo legittimo.Che conquista è? Volevamo spaventare gli incivili eci siamo spaventati noi. Davvero è una vittoria? Esarebbe stata affrontata la diversità se non fossestato il Milan al centro della guerra? Che dibattitoè? E che fine faranno quelli che dovranno ammetteredi aver sbagliato legge, resteranno ai loro posti?Non essendo stato deciso niente, ma solo rinviatoper approfondimenti che già c’erano, cosa succede-rà nelle prossime domeniche, accetteremo gli insul-ti, la daremo vinta agli incivili? Non ho una soluzio-ne giusta, ma nemmeno questa lo è. C’era una rego-la e c’erano commissari inviati per farla rispettare.Applicandola sono stati giudicati scandalosi i giu-dici. Arrendersi è una possibilità della battaglia,ma questa è molto di più. È una resa bugiarda per-ché non c’è da approfondire niente. La Federcalcioaveva ragione, ma ne aveva troppa. E non ha rettole conseguenze. Possibile le basti per rimanere insella e cambiare come se nulla fosse una regola cheè stata per anni buona per tutte le altre squadre?

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La pauraCon gli stadi chiusi sivoleva spaventaregli incivili ma poi cisiamo spaventati noi

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44 Sport Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

Il caso Il colpo dell’estate gioca col contagocce e le voci impazzano

Bale, cento milioni di dubbiper colpa di un’ernia del discoIl Real smentisce la malattia: «Sta benissimo»

Bale marca visita? O Marcamarca male? Ruota tutto attor-no a Marca lo strano caso dimister mercato. Secondo ilquotidiano sportivo spagnoloil calciatore più pagato dellastoria del pallone avrebbeun’ernia al disco e non si po-trebbe escludere il ricorso a unintervento chirurgico. Ovvia-mente con relativa latitanzadai campi di gioco che in uncaso analogo — quello del col-lega Higuain — è sta-ta di quattro mesi.

I m m e d i a t a l asmentita del Real Ma-drid: Gareth Bale stabenissimo, o quasi.«False» le indiscrezio-ni di Marca, che daparte sua insiste: il gal-lese arrivato dal Tot-tenham su un tappetodi quattrini e accompa-gnato da uno tsunami di di-chiarazioni, commenti, com-piacimenti e critiche, soffri-rebbe pure di una protrusionetra altre due vertebre, anche seil problema non gli procure-rebbe dolore e non gli impedi-rebbe di giocare.

A parte la salute, insomma,tutto bene. E lo staff medicodella squadra? Avrebbe rileva-to il fatto nel giorno della pre-sentazione, sostiene il quoti-diano. «I servizi medici del Re-al — garantisce invece la so-cietà — hanno chiarito che

Gareth non ha nessuna ernia,ma una lieve protrusione di-scale cronica, frequente tra icalciatori e che non impediscein alcun caso il normale svol-gimento dell’attività». E la co-sa — concludono stizziti —sarebbe stata pure ben spiega-ta .

Allora: affarone o bidone?Bale, 24 anni, è stato il colpoclamoroso del mercato estivo:pagato 100 milioni ha giocatonel Real 133 minuti in tre par-tite segnando un gol. Poco me-no di un milione al minuto, fi-

nora. E adesso milioni di ipo-tesi e di interrogativi, uno sututti: ma valeva la pena?

Il gallese, già si sapeva, ètanto forte quanto delicato.Nella sua carriera ha segnato61 reti in 251 presenze e al Real

è arrivato spinto dai 55 gol ina-nellati con il Tottenham in seistagioni e 203 gare, 26 solo nelcampionato 2012-13. Ma chi losegue (perché lo ama e diver-samente, lo si ammetta, non sipuò fare) conosce anche il suocalvario di infortuni. La rotturadei legamenti nel 2007-08, iproblemi col ginocchio l’annosuccessivo, poi la schiena nel2011 e ancora, anno maledet-to, di nuovo i legamenti. Nel2012 infortunio alla coscia conrecidiva e nel magnifico, sottoaltri aspetti, 2013 gli stop do-vuti alla caviglia, al menisco, alpiede e ai problemi muscolari.

E finalmente il sogno di unavita: Real. A Madrid dopo unatribolata trattativa e un’estateresa caldissima dai riflettoridella stampa internazionale. AMadrid dove, però, il campio-nissimo ha dato forfait per in-fortunio 4 volte e ha giocatodue partite, una da titolare e inun’altra entrando a gara in cor-so, mettendo assieme 105 mi-nuti di fatica e un gol in tutto. Enella Champions una presenzadi 27 minuti. Non facendomancare però, in un mese e 12giorni di madridismo pocospinto, il solito infortunio equalche rompicapo al tecnicoAncelotti, che lo vorrebbe ve-dere correre sulla fascia destradel campo mentre Gareth dasempre preferisce la sinistra oil centro dove, però, incrociaun certo Ronaldo. E comechiedere spazio al divino«Cr7»?

Un quiz da cento milioni.Una casella da aprire che na-sconde talento, tattica, con-fronto, contrattempi fisici. Eora anche il fantasma di un’er-nia. Il giallo dei Blancos.

Piergiorgio Lucioni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Locarno battuto 3-0

Inter, si ferma PalacioContro il Torinoè allarme attaccantiMILANO — Dopo Milito, Palacio. All’Inter non possononon essere in apprensione anche perché Alvarez ha unadistorsione alla caviglia sinistra e Mazzari corre il rischio diritrovarsi per la trasferta contro il Toro solo con dueattaccanti (Icardi e Belfodil) a disposizione. DunquePalacio, dopo aver segnato uno dei 3 gol rifilati dall’Argentina al Perù, è stato sostituito a 9 minuti dalla fine daLamela. Diagnosi in arrivo dal ritiro della sua nazionale:lieve contrattura al muscolo ischio tibiale della gambasinistra. Niente di particolarmente grave, ma abbastanzaper generare ansia in una squadra che, in questa settimana,ha già perso Milito per almeno un mese. Per ora l’unicacertezza è che Palacio non giocherà contro l’ Uruguay, incompenso il cittì Sabella è intenzionato a sostituirlo con

Icardi e a mandare in campopure Campagnaro che l’Internon aveva fatto giocarecontro il Cagliari e la Romaper una fascite plantare.A Mazzarri, insomma, nonresta che toccare ferro inattesa di riavere tutti inazionali alla Pinetina doveieri pomeriggio l’Inter haaffrontato in amichevole ilLocarno. Sotto lo sguardoattento di Massimo Moratti,che si è intrattenuto aparlare a lungo con Zanetti,

hanno segnato Belfodil su rigore, Olsen e Samuel. Buonenotizie sul conto del difensore argentino, come hasottolineato alla fine pure Mazzarri. «È stato un buonallenamento: 90 minuti importanti nelle gambe di quelliche sinora hanno giocato meno. Abbiamo bisogno di tutti:Samuel inizia a stare bene davvero e pure Mudingayiy starecuperando la migliore condizione fisica». Prima diiniziare a pensare alla prossima partita col Torino il tecnicointerista ha voluto tornare per un attimo alla partita con laRoma. «Ho rivisto diverse volte quella sfida: sappiamo tutticome è finita, però abbiamo giocato bene. La strada delgioco e dell’organizzazione, dunque, è quella giusta, oraresta da limitare meglio certe ripartenze degli avversari».

Franco Fiocchini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gallese

Gareth Bale nasce aCardiff, Galles, il 16-7-89. Cresciuto nelSouthampton, passa alTottenham nel 2007. Insei stagioni con gli«Speroni» gioca 146partite e segna 42 gol

La parola ai mediciSecondo i medici dellasocietà spagnolasi tratta solo di unaprotrusione discale

Sorpreso Gareth Bale, 24 anni. A sinistra, la prima pagina di Marca Stop Palacio, 31 anniCentenarioIn estate passa al RealMadrid per 100 milionidiventando il giocatorepiù caro nella storia delcalcioNazionaleDopo aver percorso tuttala trafila delle squadregiovanili, Bale esordiscecon la maglia del Gallesil 27 maggio 2006, a 17anni, contro Trinidad eTobago. Finora hacollezionato 42 gare e11 gol

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 Sport 45

MotoGp

A SepangRossi insegueil solito Marquez

La Ferrari adesso si concentra sul piano B: battere la Mercedes(f.van.) Con un minuto di silenzioin memoria di Maria de Villota, la33enne ex test driver della Marussiatrovata morta in un hotel diSiviglia, scatta il Gp del Giappone(ore 8 italiane). La quint’ultimaprova del Mondiale di Formula 1 hainterrotto la sequenza di poleconsecutive di Sebastian Vettel: iltedesco si è fermato a tre di fila, aSuzuka è il suo compagno disquadra Mark Webber a partire alpalo approfittando di un problemaal «kers» che ha condizionato iltedesco nel primo tentativo del Q3.Alle spalle del duo della Red Bull,Lewis Hamilton con la Mercedes eRomain Grosjean con la Lotus.Quinto tempo e terza fila per Felipe

Massa con la prima delle Ferrari,ben più veloce di Fernando Alonsoche invece parte solo dall’ottavoposto. Ricordiamo che Suzuka offregià a Vettel una chance perconquistare il quarto titolo iridatoconsecutivo: la combinazione sibasa sul successo del tedesco e suun piazzamento contemporaneo diAlonso peggiore dell’ottavo posto.Ma anche se la gara giapponesemantenesse ancora a galla laFerrari, sembra proprio che alCavallino stiano ripiegandosull’obiettivo «B» dell’annata (oltre,ovviamente, a dirottare gli sforzisulla monoposto del 2014): iltraguardo alternativo da centrare èil secondo posto nel Mondiale

costruttori e Alonso lo sottolinea.«Vettel vincerà comunque il titolopiloti: la nostra priorità diventacosì conquistare il maggior numerodi punti possibile per tenerci allespalle la Mercedes» sono le parole,decisamente rassegnate,dell’asturiano. Intanto, se ilmercato piloti ha ancora poco dadefinire (il pezzo più pregiato dasistemare è Hulkenberg), quello deitecnici è sempre vivo. Ottimo ilcolpo della McLaren, che si èassicurata Peter Prodromou,braccio destro di Adrian Newey allaRed Bull: sarà da lui che il team diWoking, incappato in una stagionedeludente, programmerà il rilancio.

© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Formula 1

In pole Mark Webber (E. Colombo)

Alle 8 su Raiuno e Sky

La griglia di partenza a SuzukaQuesta è la griglia di partenza (miglioriposizioni) del Gp del Giappone aSuzuka, 15° atto del Mondiale di F1Prima filaWebber (Red Bull)-Vettel (Red Bull)Seconda filaHamilton (Mercedes)-Grosjean (Lotus)Terza filaMassa (Ferrari)-Rosberg (Mercedes)Quarta filaHülkenberg (Sauber)-Alonso (Ferrari)Quinta filaRaikkonen (Lotus)-Button (McLaren)

Ippica Il Lotteria ad Agnano con la sfilata di Varenne

C’è il Gran CriteriumFanoulpifer corresulle orme dello zioIl purosangue favorito a San Siro

MILANO — Alla nascita, dueanni fa, l’hanno chiamato Fa-noulpifer, cioè «non fare il piffe-ro» nel senso di «non fare losciocchino» nel dialetto milane-se con il quale il mobiliere brian-zolo Luciano Salice usa battezza-re tutti i cavalli della sua scuderiaRencati, affinché già il suo nomein pista evocasse il legame disangue con l’avo materno Fal-brav («fai il bravo» sempre indialetto): cioè con il purosangueindigeno capace nel 2002-2003di centrare 8 Gran Premi inter-nazionali di gruppo 1 in Italia,Francia, Gran Bretagna, Giappo-ne e Hong Kong, perdendo negliStati Uniti per appena un musola «Breeders’s Cup» e vincendoin carriera 6 milioni di euro pri-ma di essere venduto come stal-lone in Giappone al magnate Te-ruya Yoshida. E oggi pomeriggioFanoulpifer, orfanello di mam-ma Furbeseta, appunto la nipotedi Falbrav, è chiamato a tenerealto il blasone di famiglia nel«Gran Criterium» di gruppo 1per puledri di due anni di ogniPaese, che si corre a San Siro dal1888 (come «Criterium Interna-zionale») e nel quale affronterà 6avversari per 264.000 euro sui1500 metri.

Sinora Fanoulpifer, il cui papàè High Chaparral laureato nel2002 del Derby sia inglese sia ir-

landese, con il fantino Dario Var-giu non ha lesinato promesse,dilagando nelle tre corse sinoradisputate con un totale di 18 lun-ghezze di distacco inflitte ai se-condi arrivati. Ma stavolta nonsarà scontato liquidare con lastessa disinvoltura un lottatorecome Arpinati, alfiere della fa-miglia Botti e cavallo pure lui or-

fano (dello stallone LuckyStory), pagato appena 12.000 eu-ro alle aste inglesi, ma tutto di-verso per caratteristiche, che in-fatti l’hanno visto battere i variavversari sempre (anche nel-l’importante «Premio Primi Pas-si») con distacchi contenuti masempre anche con sicurezza nel-l’assecondare il jockey MarioEsposito in aspri duelli. Come inun match di pugilato, dopo oggiuno dei due imbattuti non potràpiù esibire questo titolo.

Mina vagante resta però Cris-solo, esponente della prima ge-nerazione di quel Red Rocks(vincitore nel 2006 della «Bree-ders’s Cup Turf» e delle «Man

O’War Stakes» a spese del crackstatunitense Curlin) che ora fa lostallone per metà anno a Torinoal Centro Equino Arcadia e permetà invece in Cile: al debuttoprimaverile, infatti, il portacolo-ri della scuderia Casa Paola avevadisperso i rivali lasciandoli a 15lunghezze, poi però ha accusatoproblemi di salute ed è crollatoall’ultima apparizione, abban-donando sogni di gloria in Fran-cia. E mentre in gara ci sarà an-che un altro figlio di Red Rocks,il grigio di nome e di fatto GreyGreezly, insidioso si annunciapure il lanciato Priore Philip, chesalirà da Roma con 5 vittorieconsecutive e per il quale rien-

trerà dalla Francia il fantino Um-berto Rispoli.

Al trotto, invece, Napoli fe-steggia oggi (con la sfilata di Va-renne) la riapertura dell’ippo-dromo recuperando il solita-mente primaverile «Gran Pre-mio Lotteria di Agnano» in treeliminatorie e finale, nelle qualilo svedese primatista europeoCommander Crowe (1.08’.9’’ alkm) gareggia per la prima voltain Italia e misura l’indigenoMack Grace Sm, specialista pro-prio delle corse a batterie che inItalia ha vinto tutte.

Luigi [email protected]

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La tragedia I medici dell’ospedale di Gainesville negli Usa hanno dichiarato la morte cerebrale dell’ingegnere-rugbista di Parma

Un mistero dietro il dramma di Cigarini

Galoppo Il purosangue della scuderia Rencati Fanoulpifer (www.galoppoecharme.it)

Le Quote Snai

Gran Criterium-TrofeoCorriere della SeraCorsa di Gruppo 1, distanza1500 metri, Montepremi264.000 euro: tra i partentispiccano i nomi di Arpinati,Fanoulpifer, lo svizzero Filou,Priore Philip e la mina vaganteCrissolo

Le quote Snai1. Arpinati (M. Esposito) 2,802. Crissolo (Convertino) 133. Fanoulpifer (Vargiu) 2,004. Filou (Ling Rafael) 165. Grey Greezly (Branca) 136. Priore Philip (Rispoli) 5,507. Sentimentodarcadia (Rossi)101

TelevisioneTutte le corse in programmaoggi a Milano a San Sirosaranno trasmesse a partiredalle ore 14.25, da UnireSat perla prima volta tutte in Hd sulcanale 219 di Sky, oltre che sultradizionale canale 220 e daUnire Tv.Il Gran Criterium-Trofeo Corrieredella Sera diretta da parte diSky sport 24 (canale 200 diSky) a partire dalle ore 16.50

264mila euroil premio per ilvincitore del GranCriterium, gara sulladistanza di 1500 metri

ImbattutoIl due anni dellascuderia Rencati hafinora sempre vinto

Attaccato a una macchina nel-l’ospedale di Gainesville, Florida,senza più un segno di vita, una spe-ranza, un guizzo di quelli che sapevafare così bene intorno alla mischiaper evitare l’ultimo, definitivo, plac-caggio. I medici hanno dichiarato lamorte cerebrale per Alberto Cigari-ni, 25 anni, ingegnere civile di Par-ma e rugbista, professione e diverti-mento che nella sua vita hannocamminato insieme, confondendosiuna nell’altro, fino a determinarel’ultima spietata convergenza paral-lela. Perché Alberto quest’anno al-l’inizio della preparazione aveva av-visato i suoi compagni del RugbyReggio, campionato di Eccellenzaovale, che per almeno sei mesi a gui-dare la mischia avrebbero dovutotrovare un sostituto. E così da 3 set-timane era volato negli States perfrequentare un master in ingegneria

alla Florida University. Siccome digiocare a rugby non poteva fare ameno, appena sbarcato negli Statesaveva trovato una squadra amato-riale, i Gainesville Hogs (i Cinghialidi Gainesville) per tenersi in forma,continuare ad alimentare una pas-sione che era sbocciata nella suaParma e fiorita nell’Amatori, primadi portarlo a diventare un puntellodella nazionale Seven, quel surroga-to del rugby che sbarcherà all’Olim-piade di Rio e si gioca in 7 su uncampo regolamentare, tutto velocitàe fantasia: palla indietro e pedalare.Come piaceva a Cigarini.

Martedì sera il dramma confusodalla distanza, da un oceano di mez-zo, scolpito nel tam tam drammati-co dei social network: Alberto Ciga-rini è in ospedale in gravi condizio-ni, crollato a terra durante l’allena-mento dei suoi Hogs e mai più

risvegliatosi. Ciò che è successo èancora difficile da decifrare, GageMiller, il presidente della squadra, siè trincerato dietro un americanissi-mo inviolabile rispetto della privacy

e non ha voluto fornire versioni, sul-la home page del sito della squadrasi parla di «Stroke, (ictus) per il no-stro amico e compagno di squadraAlberto… un ragazzo italiano che ha

avuto un enorme impatto sulla vitadel nostro club, non tanto per le sueeccellenti qualità tecniche, ma so-prattutto per il suo carisma e la suapresenza fuori dal campo». Il bollet-tino medico è stato subito impieto-so: morte cerebrale per rottura dellacarotide e conseguente emorragia,motivo per cui c’è chi ha ipotizzatoun colpo alla carotide durante l’alle-namento, anche se altri amici viaweb hanno raccontato di averlo vi-sto accasciarsi durante il riscalda-mento. Elaborato il dolore ci sarà iltempo di capire come sono andate lecose in quel maledetto martedì serasu un campo da rugby amatoriale, làdove il rugby è passatempo di pochie Alberto Cigarini, l’ingegnere rug-bista di Parma, voleva solo coltivarela sua grande passione.

Valerio Vecchiarelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Basterà il miglior sabatodell’anno per tornare allagloria? Valentino a Sepangsogna e per una volta,finalmente, il sogno parelecito. Dietro Marc Marquezalla quarta pole positionconsecutiva (l’ottava in 15gare) c’è infatti Rossi, nel2013 mai così veloce inqualifica e, soprattutto, maicosì consistente. Merito di ungiro veloce e intelligente(sfruttamento finale della sciadi Dovizioso, poi sorpassatoin bello stile all’ultima curva)che lo ha tenuto a 325millesimi da MM e 23 davantia Crutchlow, il terzo inquilinodi una prima filasorprendente. Lorenzo ePedrosa infatti non la abitano,l’uno quarto e l’altro quinto altermine di una sessioneconfusa e selvaggia, resaancora più infida dall’asfaltobagnato a chiazze dopo ilsolito scroscio alla malese,breve e inopportuno.

Dietro l’episodio c’è però dipiù: è il percorso di crescitainiziato a Misano e tuttora inatto. «Già lì avevo già fatto unbel miglioramento,proseguito nei test dopo il Gp— racconta Rossi —. AdAragon ero veloce ma hosbagliato la gomma. Oramanca l’ultimo passo. Guidomolto meglio, grazie a unassetto più efficace.Quest’anno ero già partito inprima fila (Sachsenring eMisano, ndr), ma questosecondo posto ha un altrovalore. Un passo in avantiimportante». Le incognitedella corsa restano tante e lostesso Vale smorza ognientusiasmo preventivo: «Èpresto per esultare». Pedrosa eLorenzo hanno infatti unbuon passo («E poi anche aBrno partivano dietro e dopouna curva erano davanti…»);Marquez è Marquez; l’insolitoorario di partenza locale (le16, le 10 italiane) rendeancora più incontrollabili leprevisioni meteo; infine, ilcaldo malese è un avversarioin più per un 34enne comeValentino: «Qui si fa unagrande fatica fisica, dopo tregiri vedevo San Pietro… Per laprima volta mi sento vecchio,anche se poi prima della garaentri in una dimensionedifferente». Sotto le palme diSepang è successo tante volte:9 su 13 per salire sul podio intop class, con sei vittorie.Anche se gli spagnoli volano,la settima non sembraimpossibile.

Alessandro Pasini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Italia 1 ore 10

I migliori in qualifica1. Marquez (Esp) Honda2’00”’011; 2. Rossi (Ita)Yamaha 2’00”’336; 3.Crutchlow (Gbr) Yamaha2’00”’359; 4. Lorenzo (Esp)Yamaha 2’00’”578Così oggi in MalesiaOre 7 classe Moto3Ore 8.30 classe Moto2Ore 10 classe MotoGpIn tvDiretta di tutte le gare su Italia 1

Mediano di mischia Alberto Cigarini, nato 25 anni fa a Parma

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46 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

w bo i i eIN LIBRERIA E IN EBOOKBOMP AN

UMBERTOECOSTORIA

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Dove era il Paradiso Terrestre?E il Sa cro Gra al ? E l’Eldorado?

Le utopie, le chimere, le illusioniche hanno alimentato la fantasia

e la ricerca di ogni tempo

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Negli ultimi vent'anni in Italia il nume-ro di parti plurimi ha avuto un incremen-to di circa il 25%. Le cause? L’aumentodell'età delle neomamme e delle gravidan-ze da procreazione medicalmente assisti-ta. A scattare la fotografia gli esperti delRegistro nazionale gemelli dell’Istitutosuperiore di sanità al quale sono iscritti

25 mila gemelli.Secondo i datidel ministero del-l a S a l u t e c h ee m e r g o n o d a lrapporto «Certifi-cato di assisten-za al parto (Ce-dap). Analisi del-l’evento nascita -anno 2010», pub-blicato a settem-

bre 2013, il numero di parti plurimi in Ita-lia è di 8.550 l’anno e rappresenta l'1,6%del totale dei parti (545.493 nel 2010). Lafrequenza dei parti plurimi risulta piùelevata fra le madri con più di 40 anni(2,4%), e sale considerevolmente nellegravidanze da procreazione medicalmen-te assistita (19,8%). Il Registro nazionalegemelli entrerà ora nel progetto «Heals»,attraverso il quale saranno osservati findalla nascita 1.500 gemelli neonati in 10Paesi europei. Si tratterà di un approcciointegrato che valuterà il ruolo delle espo-sizioni ambientali e della variabilità epi-genetica, dal concepimento in poi.

Psicologia

Ogni giorno almeno 2 milioni di italianiprendono una dose di antibiotici.È un'enormità, rispetto ai paesi del norddell’Europa, dove se ne consumano la metà,ma soprattutto rispetto alle reali necessità.

Secondo l'Agenzia del farmaco (Aifa), almeno il 20% delleassunzioni di antibiotici è ingiustificato, ma la stima forseè ottimista: ogni anno in gennaio e febbraio i consumi siimpennano, in corrispondenza del picco di influenza e diraffreddori, malattie causate da virus contro cui gliantibiotici non servono a nulla. Quest'abuso da qualcheanno sta calando, ma troppo lentamente. Non preoccupatanto lo spreco di denaro, anche se il costo per le cassedello Stato si aggira sui 2 miliardi e mezzo l'anno (quasi unpunto dell'Iva), dei quali almeno 500 milioni buttati alvento. Il vero danno è per la nostra salute, perché i germiche ci circondano stanno diventando sempre più

resistenti, e chi ha davverobisogno di antibiotici perun grave infezione si trovadisarmato e rischia la pelle.Che fare? Le campagnenazionali di spot televisivi emanifesti qualcosa hannoprodotto, ma sono care, ein tempi di vacche magrenon si fanno. In EmiliaRomagna hanno provato unapproccio "low cost", chepunta sui medici e pediatridi famiglia, cercando di

rinsaldarli nella loro capacità di far fronte alle richiestespesso incongrue degli assistiti. I risultati del lavorocondotto a Modena e Parma da Giulio Formoso ecollaboratori non sono clamorosi, ma sufficienti ad attirarel'attenzione internazionale, con la pubblicazione sul BritishMedical Journal. Lo slogan scelto, “Soluzione o problema?”,sottolinea che gli antibiotici sono anzitutto una soluzione,ma possono diventare un problema e perdere il loro poterese usati male. Sulla base di questo slogan sono staterealizzate locandine e brochure da esporre/distribuire negliambulatori e nelle farmacie, con una possibileintermediazione dei professionisti sanitari. Il costodell’iniziativa (meno di 100 mila euro) si ripagaabbondantemente coi risparmi sugli sprechi, e la riduzionedei consumi è tutta salute per la popolazione delle Aslinteressate. Un bel modello da esportare, in altri contestiitaliani e che forse ci copieranno anche all'estero.

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Medicina Storia

a pagina 52 a pagina 53 a pagina 55 a pagina 51

Cresce l’età delle neomammeIn aumento i parti gemellari

UN (GIUSTO) TAGLIOAGLI ANTIBIOTICI

Il successodi un’iniziativaa basso costoche ha coinvoltoi medici di famiglia

Per saperne di piùIstituto Superiore di Sanitàwww.iss.it/gemelli

CorriereSalute

Il numero

di ROBERTO SATOLLI

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Psicanalisifra terapiae cultura

Migliorala sopravvivenzaai tumori

L’italianoche «inventò»la Tac

Medicina

www.corriere.it/salute

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Stiramento,contratturao strappo?

Buona colazione

Servizi di Daniela Natalied Elena Meli alle pagine 48-50

È il numero di parti plurimiin Italia all’anno, secondo

i dati 2010 forniti dalMinistero della Salute.Sono 25 mila i gemelli

iscritti al RegistroNazionale dell’ISS

LE PAGINE DEL VIVERE BENE

8.550

Al mattino, i motivi per non limitarsi a «un caffè e via»sono tanti. Si riduce il rischio di diabete,si proteggono cuore e vasi, si perde pesopiù facilmente. E ci si garantisce una mente brillante

47Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

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48 Salute Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

Prima colazionePerché non si devemai «saltarla»e quale fa per noi

Che fare colazione fac-cia bene lo sappia-mo ormai tutti: aiu-ta a rimettere in mo-to il cervello, a non

abbuffarsi ai pasti successivi equindi a non ingrassare (ridu-cendo i rischi di tutte le patolo-gie legate al sovrappeso, daldiabete ai problemi cardiova-scolari) nonché a raggiungerepiù facilmente il corretto ap-porto di vitamine e minerali.

Stando a un primo dato,sembra che la lezione sia statarecepita nei fatti: risultati di in-dagini che si sono confermatiuguali negli anni, dicono cheben il 90 per cento degli italia-ni fa abitualmente colazione,ma — e qui arriva la nota do-lente — a causa della fretta,della mancanza di appetito edel fatto che le cattive abitudi-ni sono le più difficili da perde-re, solo il 30 per cento di noi fauna colazione adeguata, siaper qualità sia per quantità.

Vale allora la pena di chiari-re che cosa si intende perquantità e qualità. Sulla quan-

tità, intesa come calorie da in-trodurre, si confermano le in-dicazioni di sempre: la colazio-ne dovrebbe fornire tra il 15 eil 20 per cento del fabbisognocalorico giornaliero. Immagi-nando una persona che deveraggiungere le 2.000 calorie algiorno, al mattino gliene spet-tano tra le 350 e le 400. Peresempio: 200 ml di latte o diyogurt, 50 grammi di biscottisecchi e un bicchiere di spre-muta.

Sulla qualità le indicazionisi sono invece fatte meno uni-voche rispetto al passato. Nonc’è un modello di colazioneunico o ideale, come non esi-ste un paradigma assoluto di

pasto o di cena. «La prima cola-zione — sottolinea Andrea Po-li, di Nutrition Foundation ofItaly — per diventare una buo-na abitudine deve essere"CVERP", sigla dove la C staper completa, nel senso che de-ve comprendere latte o deriva-

ti (yogurt), prodotti a base dicereali (pane, fette biscottate,cereali pronti per la prima cola-zione, biscotti o prodotti daforno) e frutta (fresca o sottoforma di spremuta e di succo,o ancora di marmellate o com-poste). La V sta per varia: co-me gli altri pasti principali del-la giornata sono caratterizzatida una grande gamma di scel-te, così la colazione non deveessere monotona, e deve ri-spettare gusti e preferenze».

«La E sta per equilibrata —prosegue Poli — , come si dice-va, e secondo le Linee guidaitaliane per una sana alimenta-zione, la prima colazione deveapportare circa il 15-20 percento delle calorie giornaliere(il 15 per cento se si fa unospuntino a metà mattina, altri-menti il 20 per cento). Ma laquota calorica è variabile in re-lazione al fabbisogno energeti-co individuale e quindi in basea sesso, età, peso e stile di vita(sedentario o attivo). La R cor-risponde a regolare: la colazio-ne, cioè, va fatta tutti i giorni».E a questo proposito, vale lapena sottolineare i risultati diuno studio, condotto in Sve-zia, che dimostra come il salta-re la colazione, anche solo al-cuni giorni la settimana, dimi-nuisca di molto i vantaggi chequesto primo pasto comportaper la nostra salute.

«Infine, — dice Poli — c’è laP, che indica piacevole, perchéalla gratificazione, del gusto edella vista, va associato uncontesto gratificante: la primacolazione va consumata in se-renità».

Ma vediamo ora, più in det-taglio, perché bisogna fare laprima colazione. Al terminedel digiuno notturno — comesi legge in un Documento diconsenso sul ruolo della primacolazione firmato da alcunidei più autorevoli esperti ita-liani in materia — la prima co-lazione ha innanzitutto la «fun-zione di fornire la disponibili-tà energetica necessaria per af-frontare le attività della matti-na e dell’intera giornata. Unaprima colazione adeguata è as-sociata a un miglioramentodella capacità di memorizza-zione, del livello di attenzione,della capacità di risoluzione diproblemi matematici e dellacomprensione durante la lettu-ra e l’ascolto».

Il miglioramento di questiparametri di performance nonriguarda solo il periodo imme-diatamente successivo alla co-lazione, — sottolineano gliesperti — ma si estende alleore successive e si osserva tan-to nell’adulto quanto nel bam-bino. «Sono due i meccanismiche spiegano perché la primacolazione agisce sul funziona-mento cerebrale — chiariscePoli —. Innanzitutto, questopasto ci rifornisce di zuccheri,

i nutrienti indispensabili per ilsistema nervoso centrale e, alungo termine, migliora l’ap-porto nutrizionale complessi-vo della dieta. Questo, a suavolta, gioca un ruolo importan-te sull’efficienza dei processicognitivi».

Ma la colazione non solo ciaiuta a "pensare": farla abitual-mente, ci dicono sempre gliesperti, migliora molti parame-tri metabolici, correlati soprat-tutto al rischio cardiovascola-re e allo stato di salute e benes-sere generale dell’individuo. Ache cosa sono dovuti tutti que-sti benefici?

«Il consumo regolare dellaprima colazione si associa, co-me hanno dimostrato moltissi-mi studi, — spiega Poli — allariduzione dei livelli nel san-gue del colesterolo che abitual-mente definiamo cattivo(Ldl), e dei trigliceridi. Un’azio-ne dovuta a molti fattori, masoprattutto al fatto che, da unlato la dieta di chi fa colazioneè di solito più equilibrata, edall’altro che l’effetto saziante

della prima colazione riduce laricerca, nei pasti successivi(specie a pranzo, ma anche acena) di alimenti ricchi di gras-si e a elevata densità energeti-ca, che tendono a peggiorare ilprofilo della colesterolemia edella trigliceridemia».

«In particolare, la fibra ali-mentare — aggiunge Poli —di cui sono ricchi soprattuttofrutta e cereali, migliora l’uti-lizzazione del glucosio e modu-la la risposta insulinica. Anchequesto contribuisce a dare unmaggiore senso di sazietà nel-la giornata e, quindi, a limita-re l’assunzione di calorie neipasti successivi».

Oltre agli zuccheri semplicidella frutta, e a quelli comples-si dei cereali, appena citati, an-che le proteine e i lipidi do-vrebbero essere presenti a co-lazione? «Le proteine devonoessere presenti, e in buonaquantità — conferma Poli —,essenzialmente fornite dal lat-te e dai suoi derivati e dai cere-ali. È grazie soprattutto a que-sti componenti, dotati di pro-

vata efficacia nel controllare lagrelina, l’ormone dell’appeti-to, che l’effetto saziante dellaprima colazione è marcato.L’aggiunta di un uovo, secon-do alcuni dati, può ulterior-mente amplificare questi effet-ti (anche alla luce dello "sdoga-namento" del colesterolo con-tenuto nelle uova, su cui gliesperti sono ormai d’accor-do). Quanto ai grassi, sono im-portanti per aumentare la"palatabilità" della colazione».

Sarà tutto vero, però non èfacile convincersi che man-giando di più, insomma ag-giungendo un pasto a quelliche facciamo abitualmente,sia più facile tenere sotto con-trollo il peso... «Siccome spes-so le cifre sono più convincen-ti delle parole, — ribatte Poli— rispondo citando una ricer-ca, pubblicata nel 2007 sull’Eu-ropean Journal of Clinical Nu-trition, condotta su studentisvedesi di 13 e 15 anni. Ebbe-ne, in questo studio si è vistoche il rischio di sovrappesoera più che doppio (più 105

Basta scuse

Sono molti,e documentati,i motivi per nonlimitarsi a uncaffè al risveglio

I vantaggi Rischio diabete ridotto, cuore e vasi più sani

dossier alimentazione

Errore in partenza

Il 30% dellepersone noninizia la giornatain modo giustoa tavola

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49SaluteCorriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

per cento) in chi non facevamai colazione, rispetto a chi lafaceva tutti giorni. In chi la fa-ceva 5 o 6 volte la settimana, ilrischio di sovrappeso salivadel 20 per cento. E per chi con-sumava il breakfast solo 1 o 2volte ogni 7 giorni, il rischiodi diventare oversize aumenta-va di poco meno dell’80 percento».

«E se non siete ancora con-vinti che far colazione conven-ga anche per restare in forma— continua Poli — posso ag-giungere che, secondo lo stu-dio svedese citato, l’abitudinea saltare regolarmente la pri-ma colazione influenza il ri-schio di sovrappeso perfino dipiù del consumo eccessivo dibevande alcoliche, e perfinopiù dell’inattività fisica. Tra gliuomini di oltre 46 anni di etàpartecipanti all’Health Profes-sionals Follow-up Study, un ci-tatissimo e gigantesco studiodella Harvard School of Medi-cine, iniziato nel 1986 e tutto-ra in corso, si è visto che chiconsumava regolarmente la

prima colazione, assumendopiù di tre pasti nell’arco dellagiornata, andava incontro aun rischio minore di un au-mento significativo di peso».

Per ottenere questi beneficieffetti, quanti carboidrati pro-teine e lipidi (ovvero, grassi),si dovrebbero mangiare a cola-zione? «La prima colazionepuò essere orientativamentecostituita per il 50 per centodelle calorie da carboidrati (ecioè zuccheri semplici e com-plessi), per il 30 per cento dagrassi e per il 20 per cento daproteine, da ricavare soprattut-to da latte o yogurt. Gli zucche-ri semplici dei dolci e delle be-

vande zuccherate, ma anchedella frutta, forniscono ener-gia facilmente disponibile percominciare la giornata, men-tre i carboidrati complessi, apiù lento assorbimento, conte-nuti nei cereali, soprattutto in-tegrali, garantiscono la riservaenergetica anche per le ore suc-cessive — indica l’esperto —.Non dimentichiamo poi chelatte e yogurt, oltre ad avereun forte potere saziante, sonouna preziosa fonte di calcio:non trascurarli ci consente dimettere in cassaforte questapreziosa sostanza; una riservache ci accompagnerà per la vi-ta».

«Comunque, — concludePoli — non insisterei tropposulle percentuali delle compo-nenti della colazione. Se si"sgarra" si può facilmente rie-quilibrare il tutto nei pasti suc-cessivi. Qualche concessioneal gusto, se aiuta a mantenerel’abitudine ad una regolare pri-ma colazione, è benvenuta».

Daniela Natali© RIPRODUZIONE RISERVATA

Di studi che dimostrino comechi fa colazione abbia menoprobabilità di essere sovrap-peso ce sono moltissimi (chiha letto l’articolo qui a fianco

ne ha visti citati diversi). E sono numero-se anche le prove a favore del fatto che labuona abitudine del pasto mattutino ser-ve anche a chi dopo aver perso peso vuo-le conservare nel tempo i risultati rag-giunti, come sottolinea Carla Favaro, nu-trizionista e divulgatrice scientifica: «Ne-gli Stati Uniti esiste un registro, il Natio-nal Weight Control Registry, al quale pos-sono iscriversi solo le persone che sonoriuscite a mantenere il peso raggiuntodopo una dieta ipocalorica. Tra i tanti da-ti raccolti, emerge anche quello relativoalla prima colazione: il 78 per cento degliiscritti dichiara di fare regolarmente que-sto pasto».

«Questo non vuole dire che tra primacolazione e mantenimento di un peso ra-gionevole esista una relazione di cau-sa-effetto, ma certo le probabilità di noningrassare, e di non re-ingrassare, au-mentano se al mattino non ci si limita aun caffè e via» aggiunge l’esperta.

Gli effetti dipendono ovviamente an-che da che cosa si mangia; qual è, allora,la scelta migliore?

«Non bisognerebbe farsi mancare unabuona fonte di carboidrati, sotto formadi cereali in fiocchi, oppure di pane o fet-te biscottate o biscotti, scegliendo fraquelli con meno zuccheri aggiunti e di ti-po integrale (più ricchi di fibra), accom-pagnati da una valida fonte di proteine,come latte o yogurt —puntualizzal’esperta —. Le proteine, infatti, e la fibrasono particolarmente importanti ancheai fini della sazietà e questo, com’è ov-vio, merita particolare considerazionequando si tratta di controllare il peso. An-che mangiare lentamente, masticandobene, influenza positivamente la sazietàe aiuta ad evitare eccessi: quindi, a tutti ipasti, colazione compresa, cerchiamo di

farlo, sedendoci a tavola e prendendociil tempo necessario».

Nella scelta — continua l’esperta — sidarà la preferenza a prodotti con mode-sto apporto di grassi; questi ultimi, puòessere utile ricordarlo, forniscono 9 kcalper grammo, più del doppio di quelle for-nite da proteine e carboidrati (4 kcal pergrammo). Ci può stare anche un frutto(che può essere previsto, invece, per chilo preferisce, a metà mattina, come spun-tino), sempre meglio intero da mastica-re, che sotto forma di spremuta».

Sono utili anche le uova, che dannoanch’esse una sensazione di sazietà?

«Alcuni studi americani e inglesi sug-geriscono di introdurle nel pasto del mat-tino — risponde la nutrizionista — . Perchi lo volesse fare, può essere utile ricor-dare che, come suggeriscono le Lineeguida per una sana alimentazione italia-na, un consumo accettabile per le perso-ne sane è quello di un uovo, 2-4 volte al-la settimana, comprese le uova utilizzatenella preparazione dei piatti. In ogni ca-so, indipendentemente dal modello dicolazione, è importante che questa sia bi-lanciata, nutriente, saziante e che dia lagiusta "carica" (anche per cogliere tuttele occasioni per muoversi di più, compre-sa l’abitudine di fare le scale a piedi, ri-

nunciando all’ascensore) pur con un ap-porto calorico moderato».

Ma non si è sempre detto che per per-dere peso è meglio "abbondare" al matti-no e stare "leggeri" a cena?

«Questa è una strategia utile, ma biso-gna usare il buon senso. In linea genera-le, si consiglia di introdurre con la cola-zione il 15-20 per cento delle calorie gior-naliere e questa percentuale resta validaanche per chi è in sovrappeso» precisaFavaro.

E che dire del caffè: è vero, come sug-geriscono alcuni studi, che aiuta a dima-grire? «Il caffè, un tempo accusato di tan-te " malefatte", adesso è stato ampiamen-te sdoganato, tanto che si parla semprepiù spesso di alcuni suoi possibili effettibenefici, che possono riguardare, appun-to, anche il controllo del peso — sottoli-nea l’esperta —. Al caffè, o meglio allacaffeina, è stata riconosciuta, infatti, lacapacità di aumentare, seppure legger-mente, il dispendio energetico. Perciò,sulla base delle attuali conoscenze, il caf-

fè è un piacere cui non rinunciare, ovvia-mente se lo si tollera bene. Attenzione,però, a mantenersi entro un consumomoderato (non più di 3-4 tazzine nell’ar-co della giornata) e ad abituarsi a zucche-rarlo poco (o a non zuccherarlo). Va sot-tolineato, comunque, che i consumi indi-cati si riferiscono a persone sane, senzacontroindicazioni. In caso di particolaricondizioni fisiologiche (come la gravi-danza e l’allattamento) o patologiche (co-me per esempio la gastrite e l’ulcera), cisi atterrà al consiglio del medico».

È vero che il tipo di alimenti che siconsumano alla mattina influiscono sul-le scelte successive?

«Sì, chi mangia "bene" appena alzatotende poi a fare scelte migliori, sia perquantità che per qualità, negli altri pastidella giornata. Anche se, come sempre, èdifficile dire se "è nato prima l’uovo o lagallina": chi è più attento alla propria ali-mentazione in generale tende a comin-ciare la giornata con una buona prima co-lazione, oppure un buon pasto al matti-no influisce effettivamente sulla sceltadei cibi nelle ore successive della giorna-ta? — continua Carla Favaro —. Forse so-no vere entrambe le cose. Certo è che chisalta la prima colazione, nell’erronea con-vinzione di "risparmiare" un po’ di calo-rie e di dimagrire più facilmente, ha gros-se probabilità di trovarsi a metà mattinacon un "buco" nello stomaco, che lo in-durrà a mangiare la prima cosa che trove-rà a portata di mano, magari i dolcettidel distributore automatico. E anche sechi non fa colazione riuscisse a "reggere"fino all’ora di pranzo, sarà comunquepiù portato a scegliere piatti ricchi e con-diti, che favoriscono un consumo ecces-sivo di cibo».

«Ma c’è un altro elemento da sottoline-are — prosegue l’esperta —. Quando si èsovrappeso si fa spesso l’errore di ricorre-re a rimedi drastici (come diete squilibra-te, "fai da te") che possono essere contro-producenti per il peso e comportare ri-schi per la salute. Il problema va, invece,affrontato chiedendo prima di tutto unconsiglio al medico, anche per stabilire,sulla base delle condizioni individuali,quale sia l’obiettivo più appropriato, chenon necessariamente e non sempre è ildimagrimento, ma potrebbe essere, ma-gari inizialmente, la prevenzione di unulteriore aumento di peso. In entrambi icasi, comunque, l’intervento mirerà acorreggere gli errori (come quello di nondistribuire opportunamente le calorienella giornata) e a modificare permanen-temente lo stile di vita, in cui l’attività fi-sica ha un ruolo fondamentale quanto iltipo di alimentazione».

I cibi light a colazione possono essereutili nell’ottica di un "peso ideale"?

«Possono essere utili se aiutano davve-ro a moderare le calorie assunte, ma pos-sono non esserlo se, pensando che si trat-ti di alimenti leggeri, o magari perchégratificano poco il palato, si finisce permangiarne di più — precisa Carla Favaro—. Quello della gratificazione, infatti, èun aspetto che non va trascurato: ci pos-sono essere prodotti simili che, a paritàdi calorie, soddisfano di più (per esem-pio, un tipo di yogurt o di cereali piutto-sto che altri); quindi, vale la pena prova-re scelte diverse».

«Riguardo alle calorie, poi, — conclu-de la nutrizionista — bisogna tenerneconto, certo, ma sempre con buon sen-so. La frutta secca oleosa, per esempio, èun alimento molto calorico, ma può aiu-tare a ridurre i picchi glicemici dopo ilpasto e ad aumentare e prolungare il sen-so di sazietà. Allora, se l’aggiunta di"qualche" mandorla ai cereali della pri-ma colazione li rende più gradevoli e aiu-ta a sentirsi sazi più a lungo, ben vengaquell’aggiunta golosa, perché potrebberivelarsi utile».

D. N.© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Vuoi riuscire a dimagrire?Aggiungi un pasto a tavola

Per chi è sovrappeso Cereali integrali, proteine e pochi grassi

WEB

Chi risparmia calorie al mattino, eccede a pranzo

L’esperto rispondealle domande dei lettori sui temidella nutrizione all’indirizzohttp.//forum.corriere.it/nutrizione

Il problema opposto

Troppo magri?Comunqueniente abbuffateChi, invece, deve recuperarepeso, può "esagerare" almattino, quandopresumibilmente è di buonappetito dopo il digiunonotturno? «Se si vuolerecuperare peso vale la solitaregola: aumentare le entratecaloriche rispetto alle usciteenergetiche. Ma questoaumento va ripartito nell’interocorso della giornata — rispondeAnna Tagliabue, professoreassociato di Scienzadell’Alimentazione all’Universitàdi Pavia e direttore del CentroRicerche sui Disturbi delcomportamento Alimentare,sempre di Pavia —. Meglioaumentare il numero dei pasti,invece dell’introito calorico delsingolo pasto». Quanto al tipodi alimenti da preferire, chisperava di potersi abbuffare didolci si sbaglia. «Anche inquesto caso — continua, infatti,Tagliabue — la colazionedovrebbe essere composta dalatte o latticini, cereali e fruttafresca. Teniamo presente ilrischio che l’abitudine ai dolci siradichi, e resti anche quando siè raggiunto un peso corretto.Per assicurarsi un buon apportoenergetico, meglio allorapuntare sul muesli che contienefrutta secca (o direttamentesulla frutta secca), tanto ricca diprincipi nutritivi, da metterenello yogurt o nel latte. Unafetta di torta con panna avrebbeinvece un apporto lipidicotroppo alto e un bassocontenuto di fibra. Se non sivuole rinunciare al dolce meglioscegliere una fetta di torta dimele». «E ricordiamoci —conclude l’esperta — che se siviene da un periodo in cui si èmangiato poco, fare il pieno dicibo a qualsiasi ora del giornonon è affatto una buona idea: sideve, invece, aumentaregradualmente l’introito caloricocomplessivo».

La conseguenza

Consolidamento

Un inadeguatoapporto calorico almattino, raddoppiail rischiodi ingrassare

La buona abitudinedel pasto mattutino serveanche a chi, dopo averperso peso, vuolemantenere i risultati

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50 Salute Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Gli ultimi dati del sistemadi sorveglianza Okkio al-la Salute, promosso daMinistero della Salute eIstituto Superiore di Sa-

nità, dicono che il 9% dei bambinidella scuola elementare non fa cola-zione e il 31% la fa in modo sbaglia-to. Così, il 65% poi mangia una me-renda troppo abbondante, magari abase di cibi ipercalorici o zeppi digrassi. «I bambini acquisiscono leabitudini, buone e cattive, dal loromodello: i genitori» puntualizza Gio-vanni Corsello, presidente della So-cietà Italiana di Pediatria. «La cola-zione mancata è un’opportunità per-sa e non soltanto per la salute — in-terviene Giuseppe Di Mauro, presi-dente della Società Italiana di Pedia-tria Preventiva e Sociale —. Il risve-glio è una buona occasione per riu-nirsi a tavola, a tv spenta: così nonsolo si insegna ai bambini, in "con-creto", l’importanza della colazione,ma ci si concede un momento inpiù per stare insieme, per "fare fami-glia". E ricordiamoci di dedicare allacolazione una buona quantità ditempo, perché nell’infanzia dal pri-mo pasto della giornata deve arriva-re circa il 30% (contro l’abituale15-20%) delle calorie quotidiane».

«La colazione ha un ruolo essen-ziale nella prima infanzia e fino alcompleto sviluppo, intorno ai 18 an-ni. Queste sono le fasi in cui l’ap-prendimento cognitivo e motorio èmaggiore e perché possa avvenireal meglio è necessario fornire ener-gia all’organismo dopo il risveglio— interviene Claudio Maffeis, do-cente di pediatria e responsabiledell'Unità di Diabetologia, Nutrizio-ne clinica e Obesità in età pediatricadell'Università di Verona —. Un’in-dagine condotta dalla nostra Univer-sità ha dimostrato che saltare la co-lazione influenza negativamente leperformance cognitive dei bambinidi dieci anni. Peggiorano infatti l’at-tenzione e la memoria visiva, comepure le prestazioni motorie. Dai 4mesi di vita in poi, le calorie totalidella giornata vanno divise in tre pa-sti e due spuntini, ogni tre ore circa.Questo garantisce un afflusso co-stante di nutrienti assorbiti dal trat-to gastrointestinale e un rifornimen-

to continuo di glucosio nel sangue,utile anche a ottimizzare la funzio-nalità cerebrale. Quando il glucosioin circolo scarseggia, come accadedopo un digiuno prolungato, la ridu-zione di questa "riserva" promuovel’invio al cervello di segnali che favo-riscono l’appetito. Saltando la cola-zione, i bambini hanno ben prestofame e appena possono mangianoquantità elevate di cibo, magari ric-co di grassi e zuccheri a rapido as-sorbimento, che favoriscono l’accu-mulo di peso. Un bimbo in sovrap-peso ha un rischio elevato di diven-tare un adulto con problemi di bilan-cia e patisce già, fin da piccolo, leconseguenze dei chili di troppo sulmetabolismo: glicemia, pressione egrassi nel sangue aumentano, met-tendo in pericolo, fin da giovanissi-mi, la salute del sistema cardiova-scolare».

E, allora, quali sono gli alimenti

ideali per la colazione dei bambini?Premette Di Mauro: «Anche per ipiù grassottelli questo è il momen-to della giornata in cui si può conce-dere qualcosa in più, perché poi vie-ne "bruciato". I nutrienti fondamen-tali sono i carboidrati, perché dan-no energia pronta all’uso, ma nondeve mai mancare la frutta perchécontiene vitamine, sali minerali e fi-bre che favoriscono il transito inte-stinale: la tazza di latte con i biscottinon basta». «Chi ama il salato puòmangiare un toast con il prosciutto— aggiunge Corsello —. È impor-tante, comunque, assicurarsi dellaqualità degli alimenti. Nel caso didolci e biscotti, l’ideale sarebbe pre-pararli in casa; chi non può farlo de-ve leggere le etichette e non farsi at-trarre dai prodotti arricchiti di cre-me, cioccolata o altro: se si compra-no i biscotti, meglio scegliere quellipiù semplici».

«È essenziale controllare attenta-mente qualità e origine dei cibi perla prima infanzia — prosegue Cor-sello — perché i bimbi molto picco-li sono più suscettibili ai rischi dasostanze contaminanti. Fino a 3 o 4anni, inoltre, è essenziale evitareprodotti con zuccheri e sale aggiun-ti». Dopo, via libera alla varietà. Chestimola l’appetito, anche al mattino.

Elena Meli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il tempo per fare colazione contutta calma lo avrebbero, inve-ce anche gli anziani spesso sal-tano il primo posto della gior-nata: c’è chi non mastica più

bene, chi non ha più voglia di pren-dersi cura di sé, chi a causa della cri-si risparmia sul cibo e quindi anchesul numero dei pasti. «Negli ultimidieci anni è diminuito di circa il 6per cento il numero degli italianiche fanno colazione e pure fra gliover 65 si tratta di un’abitudine incalo: ormai sono circa un milione equattrocentomila gli anziani che lasaltano — spiega Giuseppe Paolis-so, direttore dell’Unità di malattiedell’invecchiamento e del metaboli-smo della II Università di Napoli epresidente della Società italiana diGerontologia e geriatria.

«Negli over 65 il primo pasto èimportante come per le altre età del-la vita: serve a mantenersi in salutee anche fra gli anziani saltare la cola-zione aumenta il rischio di sovrap-peso e obesità — sottolinea NiccolòMarchionni, direttore del Diparti-mento di cardiologia e medicina ge-riatrica del Policlinico universitarioCareggi di Firenze e presidente dellaSocietà italiana di cardiologia geria-trica —. Fare colazione, invece, ga-rantisce all’organismo le energieperché il cervello sia più "pronto" econsente di non arrivare in tarda

mattinata con un calo di zuccheri ta-le da spingere ad abbuffarsi al pran-zo di mezzogiorno».

Attenzione però a non esagerare:la colazione deve fornire circa il 20per cento di calorie in meno rispet-to a quelle necessarie per un giova-ne adulto. Spiega Marchionni: «Do-po i 60 anni il metabolismo basalediminuisce di circa l’8 per centoogni decade, per cui anche l’appor-to energetico necessario si riduce.Fino a circa 75 anni un uomo attivoha bisogno di 2000 calorie, una don-na di 1700; dopo, il fabbisogno calaa 1800 calorie al giorno per l’uomoe 1550-1600 calorie per la donna. Diqueste, il 15 per cento deve derivaredalla colazione: in un anziano lamaggior parte dell’apporto energeti-co si dovrebbe avere a pranzo, la ce-na dovrebbe essere invece moltoleggera. Da mantenere, tuttavia, ilmodello dei tre pasti e due spuntini,

il più salutare anche per il benesse-re della terza età».

«Gli anziani hanno abitudini cherispecchiano l’educazione ricevutain gioventù, quando non c’era l’at-tenzione all’alimentazione che c’èoggi: anche per questo commetto-no errori — riprende Paolisso —. Icapisaldi per una buona colazionenella terza età sono il latte — maga-ri parzialmente scremato per ridur-re il carico di grassi — essenzialeper contrastare il rischio di osteopo-rosi, soprattutto nelle donne; la frut-ta, perché fornisce liquidi, vitaminee sali minerali per migliorare le fun-zioni cellulari; i carboidrati, peresempio 20-25 grammi di fette bi-scottate spalmate con uno o due cuc-chiaini di marmellata. Le fette forni-scono carboidrati che vengono uti-lizzati dall’organismo lentamente,non aumentano in fretta la glicemiaprovocando un picco di insulina econsentono perciò di non arrivare apranzo con troppo appetito; gli zuc-cheri della marmellata, che inveceapporta energia immediata, aiutanola funzionalità cerebrale. Benissimoanche il pane, più digeribile se tosta-to, meglio ancora nella versione in-tegrale: gli anziani spesso hannol’intestino pigro e le fibre di cui so-no ricchi i prodotti integrali aiutanoa migliorare il transito, proteggen-do anche parzialmente la mucosadallo sviluppo di tumori. Perfettoper questo scopo uno yogurt ma-gro, che grazie ai fermenti lattici aiu-ta una corretta funzione intestinalee mantiene integra la flora battericaprotettiva. Chi ama il caffè può con-cedersene una tazzina insieme al re-sto; no invece al burro sul pane, per-ché contiene troppi grassi».

«Indispensabile introdurre liqui-di, — aggiunge Marchionni — adesempio attraverso un tè o un succod’arancia. Chi apprezza il salato puòscegliere di mangiare assieme al pa-ne un po’ di prosciutto o del formag-gio semimagro. Perfetto anche l’uo-vo alla coque, due o tre volte alla set-timana, da accompagnare con il pa-ne: è leggero, apporta una buonaquantità di proteine nobili. Inoltre,non costa tanto e questo in tempi dicrisi economica non guasta».

E. M.© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Bambini bravi a scuolase non escono di casacon lo «stomaco vuoto»

«Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e la nutrizione».È questo il tema scelto dalla FAO per la Giornata Mondialedell’Alimentazione del 2013, che si celebrerà il 16 ottobre.Il logo di quest’anno (nella foto) è un disegno dell’artista austriacoFriedensreich Hundertwasser (1928-2000), che utilizzava colori vivi e formeorganiche per esprimere la riconciliazione degli esseri umani con la natura.

Per le persone anzianeun po’ di calorie in menoe scelte più digeribili

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Nell’infanzia Mangiare in famiglia fa crescere meglio

Giornata Mondiale dell’Alimentazione

Nella terza età Nutrirsi al risveglio fa bene alla mente

dossier alimentazione

RinunceSviluppo

Sono circa un milionee quattrocentomilagli over 65 che nonfanno colazione. Colpaanche della crisi

Fino ai 18 anni,l’apprendimentocognitivo e motorioè maggiore: servetanta energia

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51SaluteCorriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

Le lesioni muscolari sonoall’ordine del giorno in chipratica attività fisica aqualsiasi livello. Almeno il25-30% degli infortuni

sportivi sono rappresentati dacontratture, stiramenti o strappi,cioè lesioni delle fibre muscolari,diverse per l’entità del danno.«La contrattura si verifica quando iltessuto muscolare viene sollecitatooltre il suo limite di sopportazionefisiologico, inducendolo così acontrarsi involontariamente: le fibre

muscolari non si rompono, ma c’è solo un’alteratacapacità contrattile — spiega Gianfranco Beltrami,medico dello sport, docente del corso di laurea inScienze Motorie dell’Università di Parma —. In casodi stiramenti, invece, il muscolo si allunga in modoeccessivo, sempre senza lacerarsi. La rottura, più omeno estesa, delle fibre muscolari caratterizza infinelo strappo. Il confine tra stiramento e strappo èlabile: l’ecografia può aiutare a dirimere i dubbi».Quali sono i sintomi?«Dolore mal localizzato e irrigidimento muscolare,anche a distanza, fanno pensare a una contrattura. Incaso di stiramento, il dolore si avverte sempre nelcorso dell’attività e, di solito, si riesce a capire bene ilpunto interessato. Nonostante il fastidio, si è ingrado di proseguire l’attività e questo è un problemaperché così lo stiramento può degenerare in strappo.Lo strappo, infine, causa un dolore acuto moltoviolento. Maggiori sono le fibre lacerate, piùimportanti sono i sintomi. Al dolore possono infattiaggiungersi incapacità e impotenza funzionale edematomi, più o meno estesi».Come si deve intervenire?«Se si avverte un dolore muscolare verosimilmenteimputabile a una contrattura o a uno stiramento,durante (o poco dopo) l’attività fisica, bisogna subitointerrompere l’esercizio e stare a riposo. Il ghiaccio èun valido alleato, a patto di usarlo in modo corretto,il che significa applicarlo sull’area interessata per 3minuti, toglierlo per 1 minuto, ripetendo questemanovre per 5 volte, ogni 2 ore. Se il dolore persisteil medico può suggerire farmaci antinfiammatori emiorilassanti. Nel caso di strappi l’obiettivo dellaterapia è limitare le conseguenze per prevenire dannifuturi. Le fibre muscolari hanno scarso potere dirigenerazione e la riparazione avviene con laformazione di tessuto cicatriziale, le cui proprietàelastiche sono inferiori a quelle del normale tessutomuscolare. Per favorire una cicatrizzazione ottimalebisogna seguire uno schema corretto, pena il rischiodi ricadute future. Per prima cosa bisogna applicareil metodo REST, ovvero: riposo, ghiaccio,compressione ed elevazione dell’area interessata.Passati un paio di giorni, per rendere la cicatriceelastica e prevenire aderenze, si può ricorrere adalcune terapie fisiche (laserterapia, ultrasuoni etecarterapia). L’ultimo step consiste nel rinforzare ilmuscolo e migliorarne l’elasticità con unariabilitazione adeguata. Solo dopo aver terminatoquesta fase si può riprendere il proprio sport».Che cosa si può fare sul piano della prevenzione?«Riscaldarsi e fare stretching prima di iniziarel’attività sportiva vera e propria; al termine, dedicarealcuni minuti al defaticamento e quindi concluderecon altri esercizi di allungamento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I video di Corriere.it/salute sui temiche riguardano ossa e muscoli sonovisibili all’indirizzo www.corriere.it/salute/ video/index.shtml

GianfrancoBeltrami

Mi spieghi dottore Come capire se è contrattura o stiramento?Lo specialista

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di ANTONELLA SPARVOLI

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medicina pratica

Medico sportivo,docente facoltàScienze MotorieUniv. di Parma

Quando il muscolosi «stira» il doloreè immediatoe localizzato

Nella contrattura la sofferenza è pocolocalizzata e si avverte un irrigidimentomuscolare anche a distanza

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52 Salute Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

FEASR REGIONE DEL VENETO

Oggi la psicoanalisiriflette anche suirapporti esistentitra libertà dell’in-dividuo e rischi

della disumanizzazione checaratterizzano la società con-temporanea, anche in seguitoalla massiccia diffusione del-la tecnologia.

Un elemento di costrizionein più, oltre ai limiti che la so-cietà pone all’individuo conregole e leggi, di cui peraltronessuno potrebbe più fare ameno. «Sarebbe un errore de-monizzare il limite impostodalla regola, dalla legge, con-

siderandola come negazionedella libertà individuale e del-lo slancio vitale» riconosceGiorgio Landoni.

La tensione esistente tra li-bertà dell’individuo e regolenecessarie per la convivenzasociale diventa elemento didiscussione del convegno. Ela psicoanalisi si propone co-me arena di tale discussione,consapevole della propria po-sizione a cavallo tra discipli-ne umanistiche e scientifi-che, oltre che fra cultura e te-rapia.

«Pare che negli ambientipsicanalitici ufficiali si debba

parlare intorno alla psicoana-lisi solo in termini di cura me-dica delle psiconevrosi, la co-siddetta psicoterapia — diceil dottor Antonello Sciacchita-no, che al convegno di Mila-no parla nella sezione dedica-ta a "Norma e legalità, riflessisulla formazione" —. Ma lopsicoanalista non è né medi-co né malato, si situa altroverispetto alla dicotomia sanita-ria». Una definizione antime-dicale dello psicoanalista cheè anche una enunciazione dilibertà, una volontà di pren-dere le distanze dalle grandiistituzioni psicoanalitiche, al-le quale dette inizio lo stessoFreud. Una visione orizzonta-le della psicoanalisi da prati-care singolarmente ma anchein collettività. Dice ancoraSciacchitano: «La "psicanalisialla Sciacchitano" è una delleforme che la psicanalisi puòassumere in epoca moderna.È una psicanalisi tra le tantepensate e praticate in modo li-bero — vorrei dire liberale —fuori da ogni condizionamen-to magistrale, ma dentro al le-game sociale con altri anali-sti. Le psicanalisi sono tantequante le possibilità di pensa-re l’infinito». Qualcosa di si-mile scriveva già Freud nel1924. «È difficile praticare lapsicoanalisi isolati; si trattadi un’attività squisitamentecollettiva». Lo scriveva a quel-lo strano psicoanalista dellaprima ora che era GeorgGroddeck, che rimase sem-pre orgogliosamente estra-neo ai circoli psicoanaliticiche si venivano formando.

D. D. D.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella psicoanalisicontemporanea c’èun prevalere dellefinalità terapeuti-che, che hanno fini-

to per annullarne il senso cul-turale, riducendola a una psico-terapia come tante? Questedue anime della psicoanalisi,quella terapeutica e quella cul-turale, hanno sempre convissu-to. Anche perché, se Freud lautilizzò fin dall’inizio come tec-nica terapeutica, la psicoanali-si in realtà nacque e si svilup-

pò in un ambiente culturalemolto vivace, eterogeneo e pri-vo di barriere. Tra fine Ottocen-to e primi del Novecento aVienna si muovevano scienzia-ti, medici, scrittori e artisti,che si scambiavano idee e chepartecipavano agli stessi incon-tri culturali.

Un convegno organizzato il12 e il 13 ottobre a Milano dalmovimento psicoanalitico "No-di freudiani" prova a rifletteresu questa doppia natura dellapsicoanalisi, si interroga sui

complessi rapporti esistentitra psicoanalisi e culture.

Nel meeting, intitolato "Il di-sagio della cultura nella nostramodernità" si incontrano, pro-prio come nella Vienna del se-colo scorso, letterati, poeti, filo-sofi, economisti, architetti, mu-sicisti, pittori, scienziati, giuri-sti e, naturalmente, psicoanali-sti, ma appartenenti a scuoledi pensiero diverse, senza vin-coli di società e di organizzazio-ni (l’incontro è aperto anche alpubblico). Dice Giorgio Lando-

ni, psicoanalista e organizzato-re del convegno insieme a Ser-gio Contardi, anche lui psicoa-nalista: «La medicalizzazioneha allontanato la psicoanalisidalla cultura, sottoponendolaalla legge della società che re-gola ogni intervento, quindi re-gola giustamente anche l’attomedico. Da qui nasce l’idea diquesto convegno, che vuole ri-proporre la psicoanalisi comeelemento centrale della cultu-ra moderna». Aggiunge SergioContardi: «Gli studi di Freud, i

romanzi di Schnitzler e diJoyce, i dipinti di Klimt e poidei suoi allievi Kokoschka eSchiele, quelli di Braque e diMagritte, le dissonanze armo-niche di Schoenberg, la fisicadi Einstein e di Heisenberg, lalogica di Gödel, tutte queste ri-

cerche e molte altre ancora pos-sono essere capite come vie di-verse di un’unica impresa: por-tare allo scoperto i livelli celatidella realtà a partire dal deno-minatore comune alla multifor-me ricerca del modernismoviennese, ossia dalla convinzio-ne che la mente umana abbiaampie zone di inconscio e chequesti aspetti possano essereindagati con l’autoanalisi».

Di stampo decisamente filo-sofico, l’intervento di Salvato-re Natoli, ordinario di Filosofiateoretica nella Facoltà di Scien-ze della Formazione dell’Uni-versità degli Studi di Milano Bi-cocca. Natoli affronta un temacentrale per la società, quellodel dolore, che può essere inte-so in due modi: il dolore inflit-to e il dolore patito. «È inflitto

quello che gli uomini si arreca-no reciprocamente per compe-tizione spietata, per sete di gua-dagno, di potere, o addiritturaper violenza gratuita — diceNatoli —. Questo dolore è evi-tabile, ma per evitarlo bisognasradicare gli egoismi, e avereinteresse e preoccupazione peril bene sociale. Il dolore patitoè, invece, quello che viene dal-la natura e dalle sorte — un in-cidente, una malattia. In tal ca-so si cerca di prevenirlo e quin-di di curarlo. Di questo la socie-tà deve farsi carico perché nes-suno di noi è mai a sufficienzagarantito e tutti devono con-correre a vantaggio del pro-prio interesse e nell’interessecollettivo».

Danilo Di Diodoro© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il meeting Identità La «cura» ha prevaricato il significato culturale

Gli studi di Freud, i romanzi di Schnitzler, i dipintidi Klimt, possono essere capiti come vie diversedi un’unica impresa: svelare i livelli celati dellarealtà a partire dalla convinzione che la mente abbiaampie zone di inconscio indagabili con l’autoanalisi

Un incontromultidisciplinaresull’attualitàdelle teoriedi Freud

La psicanalisiè una psicoterapiacome tante altre?

Fra scienzae umanesimo

Un’arenadi discussione sullatensione tra libertàdell’individuoe regole necessarie

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Il ruolo Difficile collocazione

La funzione

Per saperne di piùsui temi che riguardano la psichiatria,la psicologia e la neurologiawww.corriere.it/salute/neuroscienzepsicologia

Illus

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Nel disegno, da sinistra, Sigmund Freud, lo scrittore Arthur Schnitzler e il pittore Gustav Klimt

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53SaluteCorriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

2 milioni e 800mila italianivivono conuna diagnosidi tumore

Il progetto Non solo laboratori

Progressi

Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del cancro al seno. Per l’occasione FondazioneVeronesi ha lanciato il progetto Pink is GOOD, per promuovere la prevenzione e la diagnosiprecoce, indispensabile per individuare la malattia nelle primissime fasi, quando lepossibilità di guarire sfiorano il 90%. L’iniziativa poi raccoglie fondi che verranno impiegati asostenere 10 ricercatori. Sul sito www.pinkisgood.it si possono trovare informazioni praticheper prevenire il tumore, l’agenda dei controlli da fare e vari modi per sostenere il progetto.

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Il rapporto La pubblicazione «I numeri del cancro in Italia 2013» fotografa gli ultimi importanti passi in avanti

La Campagna

Il NationalCancer Instituteanalizzeràcampioni da 200sperimentazioni

Occorreapprendere ancheda quello cheavvienenelle persone

Cambiatein misurasignificativale prospettivedei pazienti

Le specialiste

La prevenzione in rosa per il seno

Decisivi per la sopravvivenza la diagnosi precoce e i nuovi farmaci

Il pancreassi puòproteggere

Per maggiori informazionisu cure, centri e ricerca sui tumori«Sportello Cancro» www.corriere.it/salute/sportello_cancro

Una strategia diversa Oggetto di studio i malati con i risultati più brillanti

Cresce il numero ditumore diagnostica-ti ogni anno nel no-stro Paese, ma au-mentano anche le

guarigioni: oggi sono circa 2milioni e 800 mila gli italianiche vivono con una preceden-te diagnosi di tumore (eranoquasi 1.500.000 nel 1993 e2.250.000 nel 2006) e le stimeper il 2013 contano circa 366mila nuove diagnosi di can-cro (a fronte delle 364 miladel 2012).

A fotografare la situazioneoncologica nel nostro Paese èla pubblicazione "I numeridel cancro in Italia 2013", ope-ra dell’Associazione Italianadi Oncologia Medica (Aiom)e dall’Associazione ItalianaRegistri Tumori (Airtum),presentata durante il Congres-so Nazionale Aiom in corso aMilano. La sopravvivenza acinque anni (indicatore tradi-zionale per valutare i progres-si compiuti in oncologia) ècresciuta notevolmente ri-spetto a quella dei casi dia-gnosticati nei lustri preceden-ti sia per gli uomini (57% nel2004-2007 contro il 39% del1990-1992) che per le donne(rispettivamente 63% contro53%). Merito soprattutto delmiglioramento della soprav-vivenza per alcune delle sedipiù frequenti dei tumori, co-me colon-retto (64%), seno(87%) e prostata (91%).

«La sopravvivenza dopo ladiagnosi di tumore è uno deiprincipali indicatori che per-mette di valutare l’efficaciadel Sistema sanitario nei con-fronti della patologia tumora-le — spiega Stefano Cascinu,presidente Aiom —. La so-pravvivenza è fortemente in-fluenzata da diagnosi precocee terapia. La prima dà una

maggiore probabilità di esse-re efficacemente curati (obiet-tivo che si raggiunge sempredi più grazie all’ampliamentoe alla crescente partecipazio-ne degli italiani ai program-mi di screening per seno, co-lon-retto e cervice uterina).Ma l’incremento della soprav-vivenza è imputabile in granparte anche agli sviluppi del-le cure, soprattutto per alcunitipi di tumore».

Oggi, il cancro del co-lon-retto è il più frequente,con quasi 55 mila nuove dia-gnosi annue, seguito da quel-lo del seno (48 mila), del pol-mone (38 mila, con semprepiù casi fra le donne, quasi il30%) e della prostata (36 mi-la). Il cancro del polmone siconferma al primo posto permortalità, seguito da colon,seno, stomaco e pancreas.

«Dall’esame dei dati dispo-nibili — aggiunge EmanueleCrocetti, segretario Airtum— appare chiara una riduzio-ne della mortalità molto si-gnificativa per la totalità del-

le neoplasie, in entrambi i ses-si. Inoltre emerge come laprospettiva di sopravviverecambi notevolmente nel cor-so del tempo trascorso dalladiagnosi: dopo cinque anni,rispetto al primo anno, si haun aumento di oltre 10 puntipercentuali in entrambi i ses-si per tutti i tumori. Così, chisupera questa soglia ha permolte sedi tumorali (testico-lo, utero, melanoma, linfomidi Hodgkin e, in misura mino-re, colon-retto) prospettivedi sopravvivenza che si avvici-nano a quelle di chi non si èmai ammalato». Statistiche ecifre costantemente aggiorna-te sono indispensabili per leistituzioni e tutti gli operatoriimpegnati in oncologia, per-ché forniscono indicazionisui risultati delle azioni di pre-venzione e sulle terapie.«Inoltre i dati sono fonda-mentali per la programmazio-ne sanitaria — conclude Car-mine Pinto, segretario nazio-nale Aiom —. Siamo consape-voli che, in tempi di crisi, la

progressiva contrazione dellerisorse disponibili imponescelte precise e razionali. I ri-sparmi devono provenire daappropriatezza e uso raziona-le delle risorse, partendo dal-l’effettiva realizzazione dellereti oncologiche regionali,non da tagli indiscriminati».

Vera Martinella© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo il tumore si vive sempre di più

In costante aumento edifficile da individuarein fase iniziale, quellodel pancreas è uno deitumori più aggressivi.Aiom ha decisodi promuovereuna campagnadi sensibilizzazioneper ricordare cheè possibile fareprevenzione:i fumatori hanno trail doppio e il triplodelle probabilitàdi ammalarsi rispettoai non tabagisti. E, perridurre il rischio,bisogna eliminareobesità e altoconsumo di grassi,oltre a fare costanteattività fisica.

Ogni oncologo puòraccontare la vi-cenda di qualchepaziente che, con-tro ogni probabili-

tà, ha risposto eccezional-mente bene alle terapie, a dif-ferenza di quanto accaduto al-la maggioranza dei malati nel-le sue stesse condizioni. Gliaddetti ai lavori li chiamanosuper responder, persone chereagiscono alle cure speri-mentali in modo tanto favore-vole quanto inatteso e soprav-vivono molti anni.

«Per lungo tempo non c’èstato modo di approfondire ilperché di queste situazionistraordinarie — commentadal Congresso Europeo sulCancro di Amsterdam Filippode Braud, direttore del Dipar-timento Oncologia Medica al-l’Istituto Nazionale Tumori diMilano —. La ricerca si è con-centrata, specie negli ultimianni, sull’individuazione diquelle mutazioni genetichepresenti nei tumori che pos-sono essere considerate la

causa della malattia e dunquefungere da bersaglio da colpi-re con nuovi farmaci».

Ora però diversi studiosiamericani hanno iniziato araccogliere dati su questi "su-per pazienti" e alcuni fra imaggiori Centri di ricercastanno pensando di dedicareloro cliniche e progetti mira-ti. Un’iniziativa del NationalCancer Institute prevede diraccogliere e analizzare cam-pioni dei super responder dialmeno 200 trial clinici, percapire quali sono le mutazio-ni genetiche che fanno sì cheun determinato paziente ri-sponda in maniera ottimale a

un farmaco e determinare setutti i pazienti con questi cam-biamenti del Dna, anche conaltri tipi di tumore, hanno lostesso giovamento dalla stes-sa terapia.

Il fatto è che questi casi ec-cezionali possono di certo in-segnare qualcosa (magariuno o più geni presenti inquesti pazienti predispongo-no a una prognosi migliore?O li rendono più recettivi ver-so un trattamento piuttostoche un altro?) e, nella miglio-re delle ipotesi, potrebberopersino svelare dei segreti uti-li a curare con maggiore effi-cacia anche altri malati.

«Gli immensi progressi fat-ti con la tecnologia e le ricer-che in campo di biologia ge-netica dopo il sequenziamen-to del Dna ci hanno portato aimparare molte più cose sulcancro — spiega de Braud,che sta lavorando a un proget-to simile con ricercatori fran-cesi dell’Istituto GustaveRoussy —. Così abbiamo im-parato che esistono centinaiadi tipi di tumore diversi, chevanno trattati in modo diffe-rente. E che bisogna che la ri-cerca, come sta avvenendo direcente, parta anche dai mala-ti e non solo dai laboratori,come dimostrano i super re-sponder. Se in laboratorio èfondamentale continuare astudiare i meccanismi di far-maci e patologie, bisogna an-che osservare e apprenderedirettamente da quello che av-viene nelle persone. Solo cosìpossiamo trovare risposte ef-ficaci e davvero "personalizza-te", in tempi più rapidi».

Vera Martinella© RIPRODUZIONE RISERVATA

La ricerca ora scandaglia i genidi chi risponde meglio ai trattamenti

medicina

Relazione con il paziente,stimolo intellettuale, orgogliodi poter lottare contro unapatologia impegnativa. Sonoquesti i tre punti chiave cherendono appagante il lavoro perle oncologhe donne, il cuinumero è in crescita e cherappresentano ormai quasi lamaggioranza fra gli specialistidel settore. Un dato moltopositivo anche per i pazienti,sui quali l’entusiasmo e lapreparazione del medico siriflettono in termini di qualitàdell’assistenza. A dimostrarlo èl’indagine condotta su circa 700oncologhe, curata dalla Societàeuropea di oncologia medica(Esmo) e presentata adAmsterdam nei giorni scorsi:emerge però che menodel 15 per cento delle oncologhedonne detiene un incaricodirigenziale.

L’oncologia ormaiè donna(con poco potere)

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54 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

ARTICOLAZIONIS P E C I A L Ea cura di RCS MediaGroup Pubblicità

graficocreativo

Con l’abbassarsi delle temperature e il clima più umido, alcuni disturbi tornano a farsi sentire con più intensità

Di gran lunga la piùfrequente fra le ma-lattie reumatiche,l’artrosi è fra le pri-

me cause di invalidità a livel-lo mondiale. Nel nostro Paesene soffrono oltre 4 milioni diitaliani, è una delle princi-pali cause di assenza dal la-voro, di ricovero in ospedalee comporta un elevato onereeconomico sui bilanci del si-stema sanitario.

I sintomi provocati dall’artro-si sono tipici e assai ricono-scibili: dolore intenso quan-do si muove l’articolazione,rigidità e ridotta mobilità.Si fanno sentire con più in-tensità quando si riprende ilmovimento dopo alcune oredi immobilità e si attenuanofino a scomparire con il ripo-so, quando l’articolazione nonè più sollecitata. Possono,inoltre, manifestarsi a tutte learticolazione anche se ne sonopiù interessate quelle della co-lonna lombare, della colonnacervicale, dell’anca, del ginoc-chio, delle dita delle mani edei piedi. L’artrosi, infatti, èuna malattia degenerativa,cronica e progressiva a caricodella cartilagine articolare chelentamente va incontro a del-le erosioni, a una conseguente

Quando a dar problemi è l’artrosiMolto diffusa, si manifesta sempre con forti dolori articolari, rigidità e una ridotta mobilità

A soffrirne sonopiù le donnedegli uomini,specialmente dopola cinquantina

Da EG EuroGenericigli equivalenti per la salutedelle articolazioniEG Eurogenerici è un’ azienda farmaceutica delgruppo Stada, una società fondata nel 1895 a Dresdain Germania da una cooperativa di farmacisti, cheoggi impiega nel mondo quasi 8.000 dipendenti eche si è qualificata come una delle più importantiaziende mondiali nel campo dei farmaci equivalenti.EG EuroGenerici, che è presente dal 2000 nel nostroPaese, si prende cura della salute degli italiani offrendonella propria gamma di prodotti quasi 200 farmaciequivalenti, tra cui anche quelli utili per il trattamentodelle infiammazioni muscolari e articolari. I farmaciequivalenti sono una risorsa importante per tutti.Rispetto al medicinale di ‘marca’, infatti, contengonolo stesso principio attivo nella medesima quantità esono uguali anche la forma farmaceutica, il dosaggio,l’efficacia e la sicurezza. Unica differenza il prezzo cheè inferiore a quello del farmaco di ‘marca’ in quantoil brevetto è scaduto. Di conseguenza l’azienda che loproduce non ha dovuto sostenere i costi dello sviluppoe può quindi offrire il farmaco con il massimo dellaqualità, ma al minor prezzo. La sicurezza, l’efficacia ela qualità dei farmaci equivalenti è garantita in quantola loro immissione sul mercato è autorizzata dall’AIFA,Agenzia Italiana del Farmaco. Visitando il sito www.eglab.it, sezione sistema muscolo-scheletrico e antiinfiammatori, è possibile consultare l’elenco completodelle molecole, contenute nei farmaci equivalentiprodotti da EG, specifiche per la salutedelle articolazioni.

Per maggiori informazioni: www.eglab.it

Al bandola sedentarietàL’attività fisica è una terapia eccezionale contro l’artrosi

Per contrastare l’artrosi l’esercizio fisicoè davvero un toccasana, sia come mezzoterapeutico sia come forma di prevenzione.

Aiuta in modo efficace ad evitare chel’articolazione perda parte della sua capacità dimuoversi ed inoltre e rafforza la muscolatura inmodo che l’articolazione rimanga più stabile.

Inoltre le sollecitazioni dovute all’attività fisicafavoriscono l’afflusso di sangue all’osso sottostantela cartilagine. E questo fa sì che la cartilaginepossa assorbire un adeguato quantitativo disostanze nutritive e di liquidi e per contro liberarsidai prodotti di rifiuto, mantenendosi così in unbuono stato di salute. Per quanto riguarda il tipodi attività e programma da seguire, sarebbe buonaregola chiedere un consiglio al proprio medicodopo un’ accurata valutazione della salute generalee di quella delle articolazioni. Generalmentevanno però sempre bene gli esercizi di ginnasticacosiddetta dolce e per ottenere dei risultati bastala regolarità di trenta minuti ogni giorno. Anche seall’inizio la paura di sentire male può rappresentareun freno, va superata in quanto con l’allenamento il dolore sparisce. Anzi a comprova,oggi gli esperti raccomandano dopo un attacco acuto di artrosi di cominciare amuoversi il prima possibile, uno o due giorni dopo, perché restare inattivi quando ildolore si calma non solo non giova alla salute in generale, ma aggrava l’artrosi.

Nell’artrosi haun ruolo scatenanteanche la mancanzadi movimento

perdita di mobilità e a una se-rie di deformazioni.

Le soLuzioNi ci soNoOggi per far fronte all’artrosi cisono diverse proposte terapeu-tiche, sia per tenere sottocon-trollo i sintomi sia per limitarel’evoluzione della malattia. Inogni caso quando il dolore nonè troppo intenso e si manifestaogni volta per soltanto un paio

di giorni, la soluzione sono, atutt’oggi, i farmaci antinfiam-matori non steroidei, FANS.Sono efficaci in breve temponell’alleviare il dolore e neldiminuire lo stato di infiam-mazione che è presente nellamalattia. è però necessario ri-volgersi al proprio medico perfarsi prescrivere l’antinfiamma-torio più indicato in base alleproprie condizioni di salute e

carico dell’apparato gastroin-testinale. Ed è sempre neces-sario rivolgersi nuovamente almedico quando il dolore persi-ste ed è particolarmente forte,in modo da valutare quale frale terapie disponibili è la piùconsigliabile.

BisogNA dArsi dA fArePer contrastare l’artrosi è peròfondamentale anche combat-tere tre riconosciuti fattori dirischio modificabili. Sono: ilsovrappeso che costringe le ar-

ticolazioni a uno sforzo conti-nuo per sorreggere l’eccesso dipeso; la sedentarietà in quantoi muscoli non stimolati dal mo-vimento si indeboliscono e siatrofizzano e questa situazio-ne porta a una riduzione dellastabilità dell’articolazione ealla formazione di contratturemuscolari che peggiorano ulte-riormente il problema e infinele posture scorrette che provo-cano un carico squilibrato sullearticolazioni e una conseguen-te loro alterazione.

Innovazionenelle curedelle patologiedel piedeNegli ultimi anni si èdiffuso un modo nuovodi affrontare le principaliaffezioni del piede,destinato a sostituireprogressivamente quelleche sono le tradizionalitecniche nella chirurgiadel piede. Si tratta dimetodiche mini invasiveche permettono ditrattare tutte le patologiedel piede, quali allucevalgo, piede piatto, metatarsalgie, piede paraliticoe distorsioni dellacaviglia. In Italia, unodei principali chirurghiin grado di effettuarequeste nuove tecnicheè il professor PaoloMaraton Mossa, autoritàdi fama internazionalenella chirurgia del piede,direttore dello Studiopilota di chirurgia delpiede di Milano, nonchétitolare della cattedra diortopedia dell’UniversitàL.U.de.S. di Lugano.Il professor Mossa haeseguito circa 18.000interventi in pazienti ditutte le età e specifica che«il 40% degli interventieseguiti recentementesono serviti a correggeredisagi in pazienti già piùvolte operati altrove,a riprova di quantaconfusione sia presenteintorno a questo tipo dichirurgia». I vantaggi diqueste nuove tecnichesono molteplici: scarsainvasività, ottimi risultati,rapidità di esecuzione erisparmio economico, inquanto non richiedonol’impiego di mezzidi sintesi come adesempio viti, cambreetc. come nella chirurgiatradizionale.

attenersi all’indicazione di as-sumerlo per un tempo limitatoe a stomaco pieno per evitareeventuali effetti collaterali a

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55SaluteCorriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

“Conservare per tutta la vitaun piede in perfetta salute eintegrità non significa solomantenere un aspetto piacevole,ma vuol dire potersi muoverein scioltezza, senza queiproblemi fastidiosi e talvoltaanche drammatici che congli anni impediscono a moltidi camminare e di spostarsiagevolmente”. Sono questele parole con cui il ProfessorPaolo Maraton Mossa, autoritàdi fama internazionale nelcampo della chirurgia del piede,inizia a spiegarci l’importanzadelle ultime tecniche per lacorrezione dell’alluce valgo.Direttore dello Studio Pilota diChirurgia del Piede di Milano,nonché Titolare della Cattedradi Ortopedia dell’UniversitàL.U.de.S.di Lugano, il ProfessorMossa ha all’attivo circa18.000 interventi sul piedeeseguiti in pazienti di tutte leetà. I più comuni problemi chepossono interessare la salutee il benessere del piede sonol’alluce valgo, il piede piatto, ilpiede cavo e le metatarsalgie.“Quella dell’alluce valgo -segnala il Professor Mossa - èuna deformità molto diffusache trova risoluzione solo conl’intervento chirurgico. Esistonopiù di 50 tecniche chirurgichedifferenti per correggerlo. Oggiè possibile anche correggeree conservare la cartilaginearticolare della falange. Il piedepiatto è un’alterazione dellavolta plantare consistentein un maggior appoggioal suolo spesso associato acalcagno valgo e alterazionidell’andatura. Non di rado ci sitrova di fronte a un piattismocon particolari caratteristichecliniche e radiologiche, tali daconsigliare una ricostruzione

chirurgica della volta plantareche avviene mediantetrasposizioni tendinee ed innestidi osso o posizionamento diun piccolo cilindro nel seno deltarso. Il piede cavo invece - hacontinuato Mossa - è l’oppostodel piede piatto. In questaaffezione il piede appoggia alsuolo con una minore superficiedella volta plantare. Ne consegue

che le zone di appoggio vengonoad ogni passo sottoposte a uneccessivo stimolo meccanico.Nei casi di media gravità,soprattutto in soggetti giovani,sarà possibile correggere il piedecavo mediante trasposizioni deitendini o distensione chirurgicadella volta plantare. Nei casi piùgravi il problema può essererisolto con una correzionechirurgica della struttura ossea.Le metatarsalgie o dolore

sotto la pianta del piede infinesono dovute per lo più aderrata distribuzione del pesocorporeo sull’avampiede. Nellezone di iperappoggio doveva a pesare il carico, la cute sidifende con collosità e l’ossorisponde con dolore. Nei casi piùgravi si provvederà a sollevarechirurgicamente i metatarsiinteressati”. Il ProfessorMossa ci ha quindi spiegatol’importanza della chirurgiariabilitativa. “Il movimentodel piede e della caviglia - haaffermato - è la premessaessenziale per la deambulazione.Indipendentemente dalla causache ha scatenato il danno

neurologico, il recupero neltempo del paziente avverràsolamente se lo stesso sarà nellecondizioni di utilizzare gli artiinferiori. La chirurgia riabilitativasi propone di ripristinaremovimenti essenziali per ladeambulazione a scapito dimovimenti non indispensabili peruna buona vita di relazione”.

Studio Pilota di Chirurgia del PiedeMilano - Corso Lodi n. 47Tel. 02.55.15.093Segreteria e AmministrazioneTel. 02.51.22.63 fax. 02.51.41.91e-mail: [email protected]: www.piedeweb.com

Il dolore del piedee sue difficoltà interpretativeÈ il titolo di un testo scritto dal Prof. Paolo Maraton Mossa,

Chirurgo Ortopedico del piede e della caviglia

Prof. Paolo Maraton Mossa

a cura di Omnia di S. Cucchiarini - Tel. +39 02 30468562 - [email protected] IP

Esempio di trasposizione del ten-dine tibiale-posteriore sul tendinetibiale-anteriore per permettere ladorsoflessione del piede.

Correzione di alluce valgo conconservazione della cartilagine

Alessandro Vallebona Il medico genovese già nel 1930aveva posto le basi di quella che sarebbe diventatauna delle tecniche fondamentali per la moderna diagnostica

Oggi la diagnostica per im-magini è terreno di con-fronto industriale plane-tario tra colossi come Ge-neral Electric, Philips,

Siemens, Fujitsu e Samsung, conuno spazio crescente di mercato an-che per l’italiana Esaote. Ma i suoi al-bori sono stati segnati dalle scopertee dalle invenzioni di scienziati euro-pei e italiani. Alessandro Vallebona— a cui Genova ha appena intitolatola strada che porta al Parco scientifi-co e tecnologico degli Erzelli — èuno di questi precursori. Il celebre ra-diologo, morto nel 1987 a 88 anninella città della Lanterna, dov’era na-to e vissuto, è il grande clinico e tec-nologo a cui si deve l’invenzione del-la stratigrafia, progenitrice dell’attua-le tomografia computerizzata.

La sua storia è interessante e attua-lissima, antesignana di un modo altempo stesso concreto e visionariodi intendere i rapporti tra l’universi-tà e l’industria. Ordinario di radiolo-gia medica all’Università di Genovadal 1950 al 1969, nel 1930, sul nume-ro 4 della rivista La Liguria Medica,propone "una nuova metodica radio-diagnostica". La definisce, più esatta-mente, "una modalità tecnica per ladissociazione radiografica delle om-bre". Più avanti, nel 1934, riprenderàl’argomento in una nuova comunica-zione al Congresso di Zurigo e chia-merà il suo metodo "stratigrafia".

Che cos’è la stratigrafia lo spiegaGiorgio Cosmacini. «La regione delcorpo studiata stratigraficamente —dice il celebre storico della medicina(e lui stesso radiologo) — è come unlibro chiuso del quale la radiografiaci dà un’immagine a tutto spessorecon sovrapposizione di parti che so-lo la stratigrafia ci permette di sfo-gliare pagina dopo pagina e di legge-re nelle parti più interessanti». In so-stanza: immaginando di avere un li-bro stampato su carta trasparente edi osservarlo, chiuso, di fronte a unasorgente luminosa, vedremmoun’immagine confusa, come un’om-bra di cui non potremmo riconosce-re i caratteri di stampa. Invece, osser-vando una pagina per volta, potrem-mo riconoscere i diversi caratteri eleggerne il contenuto. La formidabi-le invenzione di Vallebona è stataquella di passare da una visione sin-tetica (il libro intero) a una analitica(le singole pagine). A partire dalla fi-ne dell’Ottocento, racconta Cosmaci-ni, dalla Germania di Wilhelm Con-rad Röntgen, che scopre i raggi X nel1895 e riceve il premio Nobel per la

fisica nel 1901, la radiologia si diffon-de in tutt’Europa. «A lanciarla, in Ita-lia, sono alcuni pionieri come Vitto-rio Maragliano a Genova, Felice Pe-russia a Milano, Mario Bertolotti aTorino, Aristide Busi a Bologna eMassimiliano Gortan nella Trieste ir-redenta. Il loro contributo è stato ri-cordato durante il congresso della So-cietà italiana di radiologia medica(Sirm) il 5 ottobre a Milano, in occa-sione del suo centenario». Vallebo-na, che di Vittorio Maragliano è allie-vo e successore in cattedra, appartie-ne alla "seconda generazione di stu-diosi", quando la disciplina è ormaiconsolidata e perfezionata. Ed è unodei grandi innovatori di questa fase.«Per esempio — dice Cosmacini —intuisce, già negli anni Cinquanta,che il futuro riuscirà a superare labidimensionalità della stratigrafiaper approdare alla visione tridimen-sionale. E se non riesce a mettere inpratica la sua intuizione è soltantoper l’insufficienza dei mezzi tecnici:l’informatica al tempo è ancora di làda venire».

Chi ha conosciuto Vallebo-na lo descrive come elegan-te, signorile, l’immancabi-le sigaro all’angolo dellabocca come in una delle fo-

to più iconiche. Dice Cosmacini:«Era baronale, certo, ma molto me-no di altri. Ostentava il sapere, non ilpotere. E se non prese mai il Nobel,per il quale fu proposto nel 1960, fuper la tradizione di privilegiare lascienza teorica rispetto a quella appli-cata e per la forte concorrenza del-l’olandese Bernard George Ziedsesdes Plantes». Conferma GiacomoGarlaschi, ordinario di diagnosticaper immagini all’Università di Geno-va, suo allievo: «Con noi giovani erapaterno, ci incoraggiava, un’attitudi-ne che molti predicano ma pochi san-no davvero praticare. Forse replicavaverso di noi quell’atteggiamentoaperto che lui stesso aveva trovatonel suo maestro, Vittorio Maraglia-no. Quest’ultimo era stato il titolaredella prima cattedra di Radiologia,che allora si chiamava Elettroterapiafisica e radiologia, a partire dal 1912:di fatto il fondatore di quella chechiamiamo la scuola genovese».

Vallebona è un personaggio di af-fascinante complessità. Dell’Ottocen-to, di cui è figlio, conserva la visioneromantica della scienza. Del Nove-cento, di cui condivide totalmente leinquietudini, un pragmatismo capa-ce di guardare avanti. «I cambiamen-ti in medicina, diceva, — ricorda Gar-laschi — devono essere rivolti al be-

ne del paziente, non a quello del me-dico. Tant’è vero che non fece brevet-tare la sua invenzione e dunque nonsi arricchì».

Oggi può far sorridere l’uso dellaparola "missione" applicata alla ricer-ca e alla medicina, talmente forte è laretorica dell’antiretorica.

Non è un caso che quel termine,senza timore del ridicolo, venga inve-ce impudentemente usato, e piùspesso abusato, per parlare di busi-ness: la missione aziendale, la missio-ne del manager, la missione del presi-dente, che tutto sono fuorché missio-nari.

L’epoca di Vallebona non avevaquesti problemi lessicali.

Ma proprio qui sta la modernitàdello scienziato. Perché se, da unaparte, lui è il medico che crede nellamissione della medicina, dall’altra èl’inventore di talento, il creatore ditecnologia nella più attuale e frescadelle accezioni. Fosse vissuto nella Si-licon Valley, Vallebona avrebbe avu-to maggiori opportunità. E tuttavia ènato in una buona "culla". La sua Ge-nova è stata infatti, in epoca meccani-ca — e oggi è ancora e ancor più vuo-

le tornare ad essere in tempi digitali— una capitale della tecnologia. Ed èstata, per usare la definizione conia-ta negli Anni 60 dal professor AlbertGeerts, radiologo anch’egli, una mec-ca della radiologia.

In questo habitat, lavorando allacostruzione degli stratigrafi conaziende private come la Meschia e laZuder, che oggi chiameremmo star-tup, il clinico-tecnologo è stato tra iprimi a mettere in pratica la collabo-razione tra Università e impresa Cali-fornia-style: quella cooperazione cheoggi viene invocata come rimediofondamentale per potenziare lacompetitività dell’industria italiana.E che proprio in Esaote, oggi tra i die-ci big mondiali dell’imaging diagno-stico, ha trovato un campo abitualedi applicazione. Lo stesso direttoredella ricerca e sviluppo, Luigi Satra-gno, viene dall’università. E ricordacome le convenzioni con gli ospedalie con l’università abbiano accompa-gnato l’azienda fin dagli esordi. Tra ilmondo di Vallebona e l’impegno diEsaote c’è un filo rosso. Anzi, oggi,c’è una strada.

twitter@SegantiniE

Non riuscì a mettere in praticala sua intuizione soloper l’insufficienza dei mezzitecnici. L’informatica eraancora molto di là da venire

Commenta Potete inviare la vostraopinione sui temi trattati in questapagina all’indirizzo Internetwww.corriere.it/salute

Fu propostoper il premioNobel nel1960, ma patìla tradizionedi privilegiarela scienzateoricarispettoa quellaapplicata

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la storia ❜❜

L’italiano che «inventò» la Tac

Precursore

Propose unamodalità per la«dissociazioneradiograficadelle ombre»

Il nostro Paese secondo solo agli Stati Unitinella ricerca in campo radiologico

di EDOARDO SEGANTINI

La classifica dell’American Journal of Roentgenology

Nel numero di settembre2013, l’American Journal ofRoentgenology, una delledue più importanti riviste diRadiologia del mondo, ha

pubblicato un articolo in cui sono statiindividuati e classificati in ordinedecrescente i cento articoli dellaletteratura radiologica mondiale chedal 1945 al 2012 hanno ricevuto ilmaggior numero di citazioni(il numero di citazioni, citation index,è uno dei parametri più significativiper valutare l’importanza di una

pubblicazione scientifica). La classificavede al primo posto la ricercadell’inglese Godfrey Hounsfieldsull’invenzione della TAC (che gli valseil premio Nobel per la medicina nel1979). Questo, se da una lato lascial’amaro in bocca per il mancatoriconoscimento dell’AccademiaSvedese ad Alessandro Vallebona,d’altra parte conferma l’importanza delsuo lavoro. Ma l’articolo dell’AmericanJournal of Roentgenology rendecomunque giustizia alla tradizioneradiologica italiana, visto che nella

classifica delle citazioni per nazionil’Italia figura al secondo posto, dopogli Stati Uniti, e che, nella classifica perautori, quello che ha il maggiornumero di presenze fra i cento articolipiù citati al mondo è un italiano, TitoLivraghi dell’Ospedale di Vimercate(Milano), il secondo è un altro italiano,Luigi Solbiati, dell’Ospedale Civile diBusto Arsizio (Varese) e settimaTiziana Ierace (sempre dell’OspedaleCivile di Busto Arsizio).

L. R.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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56 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

vie respiratorieS P E C I A L Ea cura di rCs MediaGroup pubblicità

graficocreativo

è il momento giusto per giocare d’anticipo in modo da contrastare i tipici malanni della stagione fredda

Con il ritorno dell’au-tunno, mal di gola,tosse e raffreddore siripresentano puntual-

mente all’appuntamento. Nesono responsabili alcuni vi-rus e batteri che attaccanole vie respiratorie e che inquesto periodo sono presentiin maggior quantità nell’ariadegli ambienti sia esterni,sia interni.

Durante i mesi autunnali, comedurante l’inverno, la prolifera-zione di virus e batteri respon-sabili dei tanti malanni alle vierespiratorie, è facilitata dall’al-to livello di umidità dell’arianegli ambienti esterni e dallamancanza di una sufficienteaerazione e dalla promiscuitànegli ambienti chiusi. Aumentainoltre il rischio di essere vit-time di questi microrganismi,una minore efficienza del siste-ma immunitario provocata daicontinui sbalzi di temperaturaa cui si sottopone l’organismopassando dagli ambienti riscal-dati quelli aperti, e l’ elevatotasso di inquinamento atmo-sferico che crea uno stato diirritazione e infiammazionedelle mucose respiratorie.

SoNo Sempre i più diffuSiI disturbi in assoluto più fre-

Agire per tempo per stare bene in inverno

quenti sono il raffreddore se-guito dal mal di gola. Il primoè provocato da oltre centodiversi rhinovirus che tramitele goccioline di saliva deglistarnuti riescono a passare inmodo diretto da una personaall’altra. Ma il raffreddore sipuò trasmettere anche in modoindiretto, per esempio dando

la mano o toccando oggetticontaminati. Per prevenirloè una buona regola lavarsicon cura le mani più volte algiorno, non toccarsi il viso,non avvicinarsi troppo a chiè raffreddato e preferire i faz-zoletti usa e getta. Quandoa dare problemi è invece lagola, che si tratti di faringite,

tracheite o laringite, per pre-venire queste forme si devonoevitare gli sbalzi di tempe-ratura, non rimanere a lungoin luoghi affollati e chiusi,cambiare frequentemente arianei locali dove si soggiornae, infine, rispettare la validaindicazione di lavarsi spessole mani.

uNa preveNzioNe diverSaUna soluzione valida per pre-venire e curare queste malattierespiratorie legate alla stagionefredda, sono le terapie inalato-rie. Consistono nel far pervenirenell’apparato respiratorio l’acquatermale in finissime particelle egli eventuali gas che contiene.Queste cure hanno un’azione

In questo periodo raffreddori e mal di gola ricominciano nuovamente a colpire con maggior frequenza

Un ambiente alpino-la-custre incontaminatocon un clima grade-

vole e temperato anche inautunno: è qui che si trova-no le Terme di Levico e Ve-triolo, circondate dai laghidi Levico e Caldonazzo, edalle vasti e inesploratevette del Lagorai.Già note nel Medioevo,uniche in Italia e rare inEuropa, queste acquesgorgano a oltre 1500 m

di altezza dalle rocce do-lomitiche, a una temperatu-ra di 9°C con un pH moltoacido.Sono acque solfato-arse-nicali-ferruginose per lapresenza di arsenico e unelevato contenuto di ferro,grande amico della salute.Le loro proprietà antinfiam-matorie e antibatteriche,grazie alla significativapresenza di ione solfatoe ione ferroso, le rendono

efficaci per la cura delleaffezioni delle alte e bassevie respiratorie, anche deipiù piccoli.È ormai noto che l’impattodell’inquinamento atmo-sferico nell’aria provocabronchite acuta nei bam-bini, ricoveri ospedalieriper malattie respiratorie ecardiovascolari, attacchi dibroncospasmo.Secondo recenti studi lecure inalatorie con l’acqua

TERME DI LEVICO E VETRIOLO

Toccasana naturaleper le vie vespiratorie

BenesseretermaleLe Terme di Levicooffrono una nuovaarea wellness,arricchita da unpercorso kneippideale per i disturbicircolatori, eda una piscinariscaldata dotata diquattro postazioniidromassaggio,di una di nuotocontrocorrentee di un geyser,ideale per piacevolimomenti di relaxe consigliatoanche a chi soffredi contrattureall’apparatomuscolo-scheletrico.Vengono inoltreproposte attivitàquali posturalPilates, aquawalke BAZ, consigliatea quanti soffronodi dolori e rigiditàalla schiena.

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locale dovuta all’effetto decon-gestionante sulle mucose e unagenerale provocata dal poten-ziamento delle difese dell’orga-nismo. E la gamma delle terapieè davvero vasta, dalle inalazionicaldo-umide a getto di vaporeagli humage, agli aerosol conacqua termale nebulizzata, percitarne solo alcune.

Previeni e cura i malanni invernali delle vie aeree con una vacanza alle terme

delle Terme di Levico incre-mentano le difese immuni-tarie, riducendo in modosignificativo, riniti, adeno-tonsilliti, otiti e bronchiti e,di conseguenza, il ricorsoad antibiotici. Lo studio haevidenziato infatti una signi-ficativa diminuzione dellaconcentrazione battericaa livello di mucosa nasale,

sia per l’aumento indottodall’acqua delle difese lo-cali del soggetto, sia per laspiccata attività battericidadelle acque arsenicali fer-ruginose.Le Terme di Levico propon-gono un’efficacia campagnadi prevenzione e cura dellevie respiratorie molto adattaanche ai bambini piccoli.

Nel nuovissimo reparto dicure inalatorie (con areaspecificatamente dedicataai bambini) si effettuanodocce nasali, docce micro-nizzate, inalazioni caldoumide, aerosol sonico, ae-rosol ionico, ventilazionipolmonari.Si tratta di terapie che aiu-tano a incrementare le dife-se immunitarie delle primevie respiratorie favorendoun effetto decongestionan-te, antibatterico e antin-fiammatorio.Le cure si possono fareanche con il Servizio Sani-tario Nazionale, venendoalle terme con la sola ricettadel medico di base, debita-mente compilata.

INFOTerme di Levicoe VetrioloTel. 0461 706077www.termedilevico.it

Terme del Trentino:luoghi della salute, del benessere, del relax

Cinque centri termali per una terra dove l’acqua è alleata dello star bene e aiutoconcreto per ritrovare salute e bellezza. Da milioni di anni scorrono negli stratipiù profondi delle rocce trentine e nel percorso si arricchiscono di minerali edelementi naturali preziosi. Sono le acque termali del Trentino che grazie ai loroprincipi curativi, in certi casi unici in Italia, offrono cure naturali in incantevolilocation fra montagne e laghi alpini. Curarsi con le terme è curarsi in manieranaturale, in accordo con i rimedi offerti direttamente dalla natura, e stando nellanatura, rispettando l’equilibrio fra corpo e mente.Lo sapevano bene gli antichi romani: niente di meglio dell’acqua termale perrigenerare il corpo e la mente. Trascorrere qualche giorno in uno dei centri ter-mali del Trentino è la scelta ideale per dedicarsi alla propria salute, alla propriabellezza e al riposo.Nelle Terme del Trentino - Comano, Dolomia, Levico, Pejo e Rabbi - grazie alledifferenti varietà di acque, si curano con successo malattie artroreumatiche, dellapelle, delle vie respiratorie, della circolazione venosa, dell’apparato gastroentericoe dei reni.Un circuito della salute che ha come comune denominatore la naturalità dellecure, prive di effetti collaterali e comprovate da autorevoli ricerche mediche, oltreche convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale.

INFO: www.visittrentino.it/terme

Ogni autunnosono milionigli italianibloccati a lettoda raffreddorie mal di gola

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57SaluteCorriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

Segnalato da voi

Neurologo, Dir. medico CentroParkinson Ist. Clin. Perfezionamento, Mi

Roberto Cilia

Episodi di delirionel morbo di ParkinsonColpa dei farmaci?Mio padre è in cura per il morbo di Parkinson dal 2001. Nel 2008 abbiamosospeso i dopamino-agonisti dopo episodi di allucinazioni e da allora papàprende anche un antipsicotico (quetiapina). Dopo vari aggiustamenti della curaora assume levodopa più entacapone, rasagilina, quetiapina 100 mg. Da mesisoffre di ipersalivazione e insonnia e da un po’ di tempo ha episodi serali diconfusione e delirio che il giorno dopo non ricorda. Poiché un aumento diquetiapina fino 250 mg non ha avuto effetto, si è pensato a un antipsicotico piùforte (clozapina), che ne pensa? Papà (per un disturbo ematologico) è in curacon cortisone. Concludendo: i deliri dipendono dalle medicine o dalla malattia?

Risponde

Inviate le vostre segnalazioni,i vostri quesiti, i vostri dubbi,all’indirizzo di posta elettronica

Gli episodi di confusione e disorienta-mento possono complicare la malattiadi Parkinson, soprattutto in presenza dideterminati fattori di rischio. Tra questi:l’età, le co-morbidità (come il disturboematologico di suo padre), la terapia far-macologica concomitante e la malattiain fase avanzata. In generale, gli episodidi disorientamento — associati o menoa psicosi — sono un campanello d’allar-me di un incipiente deterioramento co-gnitivo. Spesso tendono a presentarsipiù frequentemente la sera e di notte per-ché una delle aree più vulnerabili del cer-

vello dei parkinsoniani è la corteccia po-steriore dove risiedono le "aree visuo-as-sociative," in cui le immagini proiettatedalla retina vengono interpretate. Capitaspesso che le ombre serali venganoscambiate per animali o persone. Per noineurologi è molto importante sapere seil paziente si convince che quello che«vede» non è reale, oppure no: la man-canza di critica (il cosiddetto insight) èinfatti spesso un indicatore di deteriora-mento cognitivo.

Può anche capitare che tali episodi sipresentino solo al risveglio, siano di bre-vissima durata (1-2 secondi) e sianonon tanto allucinazioni, quanto le cosid-dette «intrusioni R.E.M.», ovvero unatransitoria prosecuzione del sogno nellavita reale.

La regolarità con cui si presentano

questi episodi di agitazione in suo padrepotrebbe però effettivamente far pensa-re a un effetto "paradosso" della terapiacon quetiapina. Tuttavia, bisogna ancheconsiderare che i sintomi sono presentida poco e non si sono avuti in passatoanche con dosaggi elevati di questo far-maco. Inoltre l’assunzione concomitan-te del cortisone può dare agitazione e, avolte, anche sintomi psicotici.

Infine, sarebbe importante sapere sesuo padre si idrata adeguatamente an-che in considerazione del fatto che haun disturbo ematologico. La disidratazio-ne nei soggetti con Parkinson può porta-re a un peggioramento temporaneo siadei sintomi motori, sia delle funzioni co-gnitive e comportamentali, interferendocon l’assorbimento e la normale attivitàdei farmaci dopaminergici, come adesempio la levodopa soprattutto se asso-ciata a farmaci che ne potenziano l’azio-ne come l’entacapone e la rasagilina. Leconsiglio di controllare l’idratazione disuo padre (deve bere almeno 1,5 litri diacqua al giorno) e la pressione arteriosadurante il giorno (la massima non devescendere sotto 100 mmHg e la minimasotto 60 mmHg). L’assunzione di cortiso-ne deve avvenire al mattino.

Proverei temporaneamente a ridurrela quetiapina. Inoltre, consiglio di effet-tuare una valutazione delle funzioni co-gnitive per determinare se effettivamen-te questi sintomi siano la spia di un ini-ziale deterioramento cognitivo.

In tal caso, si potrebbe prendere inconsiderazione l’associazione di farmaciche agiscano in maniera mirata sulle fun-zioni cognitive, come gli inibitori dellecolinesterasi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Jack Thomas Andraka ha ricevuto il Granpremio della Intel International ScienceFair per sviluppare la sua invenzione: unnuovo metodo, rapido e poco costoso,per rilevare l’aumento di una proteina chesegnala l’inizio di tumore al pancreas, mache funziona anche per ovaio e polmone

Il sito della settimana

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Chiedete agli esperti Oltre 160 medicispecialisti rispondono onlinealle domande dei lettori in 50 forum

OrtopediaTecnologia

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corriere.it/salute WEB

Ogni anno nel nostro Paese si verificanocirca 28 mila nuovi casi di infezioniossee. Il sito dell'Associazione nazionaleper le infezioni osteo-articolariwww.anio.it fornisce informazionie supporto alle persone colpite. Nellasezione «Osteomielite» si trovano notiziesu diagnosi e terapie di una delle piùgravi infezioni della struttura scheletricache di solito si contrae in seguito a una

grave frattura, mentre un’area specificaè dedicata al «Piede diabetico».In «Chi siamo», cliccando su «Storiedi osteomielite» si possono condividerele esperienze di altri pazienti e inviarela propria testimonianza. Nell'area«Orientamento paziente» è possibilerichiedere informazioni su ospedalie Centri di riabilitazione, su ricoverie rimborsi o su come avere un supportolegale, oppure consultare leggi e decreti:dall’elenco di patologie che danno dirittoall'esenzione a come avere accessoad ausili e protesi, al riconoscimentodell’invalidità civile. Sempre in homepage, cliccando su «Trovi il centro piùvicino alla tua città» si accede all'elencodelle principali strutture che si occupanodel trattamento delle infezioniosteo-articolari.

Quali possono essere le cause,e le relative cure, di problemi allaschiena nei bambini? Da domanisu Corriere.it/Salute video-intervistasull’argomento con Antonio Memeo,responsabile dell’ortopedia pediatricaall’Istituto Gaetano Pini, di Milano

VIVERE CON IL WEB

Informazioni sulle infezioni osteo-articolari

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I problemi allaschiena nei bambini

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A 15 anni inventa un testper scovare i tumori

Il video

a cura di DANIELA NATALI

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 59

NUTRIZIONE E PRIMA INFANZIAS P E C I A L Ea cura di RCS MediaGroup Pubblicità

graficocreativo

Sovrappeso e obesità infantili sono attualmente uno dei principali problemi di salute pubblica

Non si deve più ter-giversare: è indi-spensabile averepiù attenzioni per

l’alimentazione dei proprifigli fin dai loro primi annidi vita. Secondo l’Organizza-zione Mondiale della Sanità,infatti, la diffusione del so-vrappeso e dell’obesità in-fantile sta crescendo negliultimi anni e il problemaha raggiunto dimensioniglobali.

I numeri sono realmente pre-occupanti. Riguardo all’Euro-pa, uno studio che ha coin-volto 12 paesi ha dimostratoche la diffusione del sovrap-peso tra i bambini va dal 20%al 49% e tra le bambine dal18% al 42%. I dati in Italiapossono essere assimilati aquanto osservato in Europa.Lo studio “Okkio alla Salute”,promosso dal Ministero dellasalute e riguardante i bambi-ni tra gli 8 e 9 anni, mostrauna diffusione del sovrappesoattorno al 22% e di obesitàattorno al 10% con un nettodivario nord-sud. E che i chi-li di troppo siano anche neibambini un rischio per la lorosalute è oramai ampiamentedimostrato. Infatti i bimbi

Una corretta alimentazione per crescere sani

Con la dietaquotidianai bambinidovrebberoassumerealimenti specificiper la loro età

in sovrappeso, per esempio,hanno in media una pressio-ne arteriosa maggiore di 6-8mmHg rispetto a quella deicoetanei magri, livelli piùelevati di trigliceridi e di co-lesterolo ‘cattivo’ e una gli-cemia più alta con un rischiopiù elevato di andare incon-tro nel loro futuro al diabetee ai disturbi cardiovascolari.

è facileSbagliareAd avere un ruolo importantenel determinare sovrappesoed obesità infantile sono,nella maggior parte dei casi,l’eccesso di energia accumu-lata e lo stile di vita seden-tario. La prevenzione delleabitudini alimentari scorret-te è dunque fondamentaleper limitare la diffusione disovrappeso ed obesità, ed è

Un’alimentazionesanaed equilibratanei primi annidi vita crea le basidella salute futura

dimostrato che risulta tantopiù efficace quanto prima èeseguita. Attualmente, inve-ce, gli errori nutrizionali sonocomuni e iniziano fin dalleprimissime pappe quando aipiccoli vengono proposti re-gimi alimentari con troppeproteine, molte calorie, spe-cialmente fornite dagli zuc-cheri semplici, e per controcarenti di vitamine e mineralifra cui l’indispensabile ferro.E proprio questo tipo di die-ta è correlata all’aumento delrischio di sovrappeso, obesitàe ipertensione nel breve pe-riodo e in età adulta.

cOStruirela Salute futuraPer garantire al proprio figliouna crescita equilibrata dellesue facoltà fisiche e intellet-tive e contrastare il sovrappe-so, mamme e papà dovrebberoiniziare allora, fin da subito,ad impostare un’alimentazio-ne corretta ed equilibrata inmodo che il bambino appren-da e consolidi durante i suoiprimi anni di vita delle saneabitudini alimentari. A rac-comandarlo è anche la teoriadel Nutrional Programmingche descrive come il regime

alimentare giusto e l’equili-brio nutrizionale siano fon-damentali per la salute pre-sente e futura del bambino,già fin dalla gravidanza e inalcuni periodi “critici” comel’allattamento e lo svezza-mento. Ad esempio, durantela vita fetale la malnutrizionee l’alterazione dell’equilibrioendocrino della madre sareb-bero in grado di modificare

il metabolismo del bimbo,predisponendolo al futurosviluppo di patologie comeil diabete e/o l’ipertensione.

le “fineStredi OppOrtunità”Come spiega la teoria, i pe-riodi dell’allattamento, dellosvezzamento e della prima in-fanzia sono però delle ‘fine-stre di opportunità’ durantele quali i genitori possonomettere in atto interventi nu-trizionali che favoriscano ilmantenimento di un ottimaleequilibrio metabolico e aiu-tino a prevenire l’insorgenzadi future malattie.Ecco allora l ’importanzadell’allattamento maternonei primi sei mesi di vita,che assicura benefici indi-scussi: è sicuro, bilanciatonei suoi nutrienti, l’apportoproteico è ottimale, è ricco inacidi grassi polinsaturi e inaltre preziose sostanze, comefattori di crescita cellulare,anticorpi, ormoni e molecolein grado di favorire la regola-zione del senso di fame e sa-zietà del lattante, non causaintolleranze.Per quanto poi riguarda losvezzamento e la prima in-fanzia, il bambino andrebbeabituato subito, giorno dopogiorno, a seguire una dietavaria ed equilibrata che ri-sponda in maniera ottimalealle esigenze nutrizionalidelle diverse fasi della suacrescita e gli garantiscauno sviluppo corretto fisicoe psichico. In particolare igenitori dovrebbero prestareparticolare cura a non pro-porre porzioni eccessive per ifabbisogni energetici del pic-colo, ad assicurare un giustoequilibrio tra macronutrientie micronutrienti, con parti-colare attenzione al caricoproteico che non deve essereeccessivo, e a non eccede-re con l’apporto di zuccherisemplici a scapito di quellicomplessi e a basso indiceglicemico.

Per farlo crescere in salute e con un peso forma, il bambino va abituato a seguire ogni giorno una dieta sana e bilanciata

Come mangianoi bambini italianiLo studio Nutrintake rivela le reali abitudinialimentari dei bambini da 6 a 36 mesi.è stato condotto dal Professor GianvincenzoZuccotti, Direttore della Clinica PediatricaL. Sacco di Milano, Università degli Studi di Milano,e realizzato su un campione di oltre 400 bambiniitaliani dai 6 ai 36 mesi, da un team scientificocomposto da esperti di nutrizione, pediatri difamiglia, dietologi appartenenti all’AssociazioneNazionale Dietisti Italiani e ingegneri informatici.Lo studio è stato suddiviso in tre fasi: l’intervistaalla famiglia, svolta tramite il lavoro di dietisti edesperti di nutrizione, la valutazione antropometrica,la valutazione delle abitudini alimentari, effettuatautilizzando il diario alimentare compilato dallamamma con le indicazioni di cibi e bevandeconsumati dal bimbo in sette giorni. Dai primirisultati emersi, la dieta dei bambini italiani ha fortisquilibri nutrizionali tra cui, in primis, eccesso diproteine. “Un eccessivo apporto proteico significaun aumentato rischio di sovrappeso e obesità, dabambini e, successivamente, in età adulta”spiega il Professor Zuccotti. Il ferro risulta inveceil grande assente sulle loro tavole: la maggior partedei bambini nei primi 12 mesi non raggiungeil fabbisogno raccomandato, mentre superatol’anno il deficit riguarda 8 bambini su 10.“Sappiamo quanto è importante garantireun adeguato apporto di ferro non solo perla regolare crescita del bambino, ma ancheper supportare adeguatamente il suo svilupponeurologico e le sue performance intellettive”ricorda il Professor Zuccotti.

L’importanzadel ferroper la crescita

Il ferro è un elementoindispensabile perla crescita sana delbambino, perchéè necessario alcorretto sviluppo didifferenti funzionibiologiche. In primis,il ferro contribuisceallo sviluppocognitivo, che risultastrettamente legato aiprocessi che vedonoattivamente coinvoltele cellule cerebralie che comportanol’instaurazione di nuoveconnessioni. Il ferroè inoltre necessarioall’emoglobina deiglobuli rossi pertrasportare l’ossigeno,e al sistema nervosoperché contribuiscealla formazione dellamielina, che consentemaggiore rapiditàdi conduzione degliimpulsi nervosi,permettendo alle celluledi comunicare tra loro.è anche unfondamentale alleato percombattere le infezioniperché, insieme allozinco, stimola le difeseimmunitarie.Il primo fondamentalealimento che garantiscel’adeguato apporto diferro al bambino è il lattematerno. In alternativa,se il latte maternomanca, sentito il pareredel pediatra dopo l’annoè possibile ricorrere allatte di crescita, che,all’interno di una dietavaria ed equilibrata, oltrea garantire un ridottoapporto di proteine, offrela necessaria quantitàdi ferro, di zinco,di vitamine e di acidigrassi essenziali.

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60 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

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Solo anniversari, trigesimie ringraziamenti: € 258,00

Corriere della Sera

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A MODULO:

Un male crudele ha sottratto all'amore dei suoicari

Rosanna PratesiAguzzi de Villeneuve

Lo annunciano con infinito dolore il marito Ro-berto con i figli Renato e Carlo con Malu e Jaco-po.- I funerali si terranno lunedì 14 ottobre alleore 14.45 presso la chiesa di San Bartolomeo inMilano, via Moscova 6.- La famiglia ringrazia dicuore i medici, gli infermieri e tutti coloro che lahanno curata ed assistita con grande professio-nalità e dedizione. - Milano, 12 ottobre 2013.

Partecipano al lutto:– Margherita e Bruno.– Gloria e Marcello Acerbi.– Franco e Grazia Muzio.– Derio e Gabriella Zoncada.

Marniesarai sempre nei nostri cuori.- Carlo e Renato.- Milano, 12 ottobre 2013.

Jacopo porterà sempre nel cuore la sua mera-vigliosa

nonna Rosanna- Milano, 12 ottobre 2013.

Rino e Nali, Emilio e Laura con Carlo, Ludovica,Cecilia e Carlotta sono affettuosamente vicini aRoberto, Renato e Carlo con Malù e Jacopo perla scomparsa dell'amata dolcissima

Rosanna- Milano, 12 ottobre 2013.

Un grande abbraccio alla nostra cara

RosannaIl tuo bellissimo sorriso rimarrà sempre con noi.-I tuoi cugini Carlo e Alessandra con Filippo eFrancesco. - Milano, 12 ottobre 2013.

Addio

RosannaCi mancherai.- Donata e Anna.- Milano, 12 ottobre 2013.

Laura, Baby ed Alberto sono vicini con affettoal dolore di Emilio e della famiglia tutta per lascomparsa della cara sorella

Rosanna PratesiAguzzi de Villeneuve

- Milano, 12 ottobre 2013.

Maurizio e Maria Pia partecipano con affetto allutto della famiglia per la scomparsa della caris-sima

Rosannae porgono sentite condoglianze.- Milano, 12 ottobre 2013.

Carlo e Gabriella, Silvana, Alberto e France-sca, Filippo e Orietta, Gianni e Paola, Vito e Rina,Romolo Titti e Laura, partecipano con affetto aldolore di Emilio e Laura per la perdita della cara

Rosanna- Milano, 12 ottobre 2013.

Ugo Sandra Paola Gigi Marialuisa Nali Pupapiangono la cara amica di una vita

Rosannae sono vicini con tanto affetto a Roberto CarloRenato Emilio Rino. - Milano, 12 ottobre 2013.

Gianni e Carla abbracciano addolorati Robertoe famiglia e non dimenticheranno

Rosanna- Milano, 13 ottobre 2013.

Con rimpianto, tenerezza e tanta nostalgia ab-bracciamo Roberto, Carlo, Renato e famiglia tut-ta nel ricordo della cara, indimenticabile

Rosannacompagna di tante ore felici.- Fausta con Alby,Graziella e Mirco, Marina e Franco, Riccetti eJean, Riri e figli. - Milano, 12 ottobre 2013.

Peppino e Vittoria Daveri commossi partecipa-no con affetto al grande dolore di Emilio e Laurae loro familiari per la perdita della carissima

Rosanna- Milano, 12 ottobre 2013.

Giovanni e Alessandra, Maria sono vicini a Ro-berto e famiglia ricordando con grande affetto lacara

Rosanna- Milano, 12 ottobre 2013.

Partecipano al lutto:– Paola Beltracchini e figli.

Filippo, Giacomo e Susi Crivelli, con Giulia eMartina, con Matteo e bambini, sempre ricorde-ranno

Rosanna Pratesi Aguzzinel suo giardino d'estate.- Milano, 13 ottobre 2013.

Francesco e Nicoletta con i figli nel ricordo del-la cara indimenticabile

Rosannapartecipano commossi al dolore di Roberto e del-la famiglia e si uniscono a loro nella preghiera.- Milano, 13 ottobre 2013.

Rosario e Annamaria Alessandrello sono affet-tuosamente vicini a Roberto e famiglia nel ricor-do di

Rosanna Pratesi- Milano, 12 ottobre 2013.

Franco e Pupa con Roby Lollo e Paolo si strin-gono a Roberto Carlo e Renato piangendo la pre-matura scomparsa della loro adorata

RosannaUn abbraccio affettuoso ai parenti tutti.- Milano, 12 ottobre 2013.

Partecipano al lutto:– Toto e Renata Garrassino.– Giovanna Belli.– Silvio Baba e Antonella Anselmi.– Vittorio e Vanda Cocca e Marco Dodo e Car-

la.

Rosanna Pratesi AguzziCara Rosanna, rimpiangeremo la tua generosaamicizia e vivrai sempre nei nostri cuori.- AnnaBrianna Arturo Egidio.- Milano, 12 ottobre 2013.

I condomini, i consiglieri e l'amministratore delcondominio Moscova - Ca' Brutta - Milano sonovicini all'Ingegner Pratesi e figli nel ricordo dellasignora

Rosanna Aguzzide Villeneuve Pratesi

- Milano, 12 ottobre 2013.

Liana Lampertico e Stefano Ruschetta piango-no

Sandrouomo di grandi valori umani e culturali nonchédi tenero supporto affettivo per Monica e Malvi-na. - Milano, 11 ottobre 2013.

Massimo Turchetta e la casa editrice Rizzoli sistringono a Monica e a Malvina nel dolore per lascomparsa di

Sandro d'Alessandro- Milano, 12 ottobre 2013.

Federico Laura Massimo e Lidia abbraccianocon tanto affetto Monica nel ricordo di

Sandro- Milano, 12 ottobre 2013.

Un abbraccio a

Sandroe a Monica.- Agnese Grieco.- Berlino, 12 ottobre 2013.

Fabio Malcovati con Annapaola ricorda congrandissimo affetto l'amico

Sandro d'Alessandroe quel suo modo gentile d'essere intellettuale;abbraccia Monica e le sue figlie.- Milano, 12 ottobre 2013.

Siamo vicini a Monica, Caterina, Lorenza eMalvina con tutto il nostro affetto in questo mo-mento di grande dolore per la perdita di

Sandro d'AlessandroAlessandra, Roberto, Albertine.- Milano, 12 ottobre 2013.

Sandro Mariotti d'AlessandroPartecipa al lutto:– Leonella Prato Caruso.

Alfio e Cesira Noto sentitamente partecipi consentimenti vivo cordoglio sono vicini a Gianluigie famiglia per la scomparsa della mamma

Giovanna Milla- Milano, 12 ottobre 2013.

Sergio Benatti, Paolo Pessina, Lorella Barbarinie tutti i collaboratori dello Studio Benatti parteci-pano al lutto della famiglia Milla per la scompar-sa della mamma signora

Giovanna- Milano, 12 ottobre 2013.

Giorgio Upiglioamico del cuore, compagno e maestro nella vitae nell'arte.- Nel ricordo indelebile dei tuoi doni.-Roberto Ciaccio. - Milano, 12 ottobre 2013.

Caro

Giorgioaffettuosamente ti saluto come sempre con un: apresto.- Cristiana. - Milano, 12 ottobre 2013.

Ermanno e Rosy Milieri sono addolorati per laperdita del loro caro grande amico

Giorgio Upiglio- Milano, 12 ottobre 2013.

Letizia Tedeschi e Rolando Bellini partecipanocommossi al cordoglio per la scomparsa di

Giorgio UpiglioCon lui se ne va un grande amico.- Milano, 12 ottobre 2013.

L'Archivio del Moderno di Mendrisio partecipaal cordoglio della cultura italiana per la scompar-sa del grande stampatore d'arte

Giorgio Upiglioe si impegna a rinnovare l'indelebile memoriastorica, costituita da incontri capitali con i prota-gonisti dell'arte del Novecento.- Mendrisio, 12 ottobre 2013.

Giorgio UpiglioPartecipano al lutto:– Enrico Della Torre.– Marcello Simonetta.

Agostino Aromandoalla soglia dei 100 anni ci ha lasciati.- Ne dannoil triste annuncio i figli Sergio, Maria Gabriella eLiliana con le rispettive famiglie.- Si ringrazianoin particolare Bibiana ed Ewin che lo hanno as-sistito amorevolmente.- Per l'orario dei funeralitelefonare allo 02.33602828 oppure02.33610739. - Milano, 12 ottobre 2013.

Cara Lilli, tuo papà

Agostino Aromandoè andato in Cielo.- Noi, Falzoni tutti, che ti vo-gliamo bene, col cuore siamo vicini a te e ai tuoicari. - Milano, 13 ottobre 2013.

Jole e Alberto Lazzarini, con Carlo e Paola,Chiara, Anna e Daniele sono affettuosamente vi-cini a Giovanna, Enrico e ai familiari per la scom-parsa della signora

Nemesia Mostes Caccia- Legnano, 12 ottobre 2013.

Partecipano al lutto:– I collaboratori dello Studio Lazzarini Profes-

sionisti Associati.

Sopra Group Italia piange sconsolata la repen-tina scomparsa dell'

Ing. Carlo Ramellasuo prezioso e valido collaboratore.- Assago, 12 ottobre 2013.

Partecipano al lutto:– Mauro Fiorilli.– Fabio Arrigoni.– Francesco Maderna.

Circondato dall'affetto dei suoi cari, è venuto amancare

Antonio CinelNe danno il triste annuncio, le figlie Elena e Gio-vanna, i nipoti Matilda ed Elias e Maria Teresa.-I funerali avranno luogo lunedì 14 ottobre 2013,ore 15.30 a Callabrigo - TV.- Treviso, 12 ottobre 2013.

Il 10 ottobre è mancata la

Dott.ssa Annamaria BorgoniNe danno il triste annuncio Raffaella con Giorgio,Mario, Valeria con Federico e i bimbi Camilla eBartolomeo.- Le esequie si terrano in San Pietroin Sala (piazza Wagner) martedì 15 alle ore14.45. - Milano, 12 ottobre 2013.

Gilda Corvaja Barbarito con i figli Luca conFrancesca e Mariacarla con Totò sono fraterna-mente vicini a Paolo, Sergio e le loro famiglie neltriste momento della perdita della loro caramamma

Jolanda Colombini Manzoni- Milano, 12 ottobre 2013.

Ci stringiamo ad Arnaldo e Daniele nel ricordodi

Sonia Bagnagattiamica di una vita.- Silvia, Christine, Mariangela,Giovanna. - Milano, 12 ottobre 2013.

Mariarosa Mocchetti con Lucia, Carla e Primoricorda con affetto la cara

Lore Tirinnanzie partecipano al dolore della famiglia.- San Vittore Olona, 13 ottobre 2013.

2011 - 2013Generale

Paolo ScaramucciSei sempre nei nostri cuori.- Laura, Antonella edElena. - Roma, 13 ottobre 2013.

13 ottobre 2005 - 13 ottobre 2013Sempre intensamente amato

Maurizio AymoninoClaudia Terenzi Aymonino.- Roma, 13 ottobre 2013.

Nel quarantaquattresimo anniversario dellascomparsa i figli Piero e Renato ricordano con im-mutato affetto il

Dott. Pasquale Mancini- Pola - Valdagno - Varese, 13 ottobre 2013.

CommendatoreEmanuele Cattaneo

Ieri trentatre anni fa l'ultino sguardo.- Pierange-la. - Milano, 13 ottobre 2013.

13 ottobre 2005 - 13 ottobre 2013

Luciano Crugnolati ricordo.- Rosi. - Milano, 13 ottobre 2013.

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61Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013

Lotto Svizzero

5Replay

Superenalotto Combinazione vincente

LottoEstrazioni di sabato 12 ottobre

10eLotto I numeri vincenti

026973Chance

Ai 6: nessunoAi 5+: nessunoAi 5: 39.087,99

Ai 4: 250,13Ai 3: 13,18Ai 5 stella: nessunoAi 4 stella: 25.013,00

Ai 3 stella: 1.318,00Ai 2 stella: 100,00Agli 1 stella: 10,00Agli 0 stella: 5,00

Jackpot indicativo prossimo concorso: 18.300.000,0023 numero Superstar

4 Joker

3726

46 numero Jolly

87

19184 7

TecnologiaApp per dimagrireBracciali contapassi per fare10 mila passi al giorno: in unmese due chili in meno. Video

MusicaSfida tra due mitiSecondo l’ex Fab Four PaulMcCartney, furono i RollingStones a copiare i Beatles

SportGareth Bale ha l’erniaSmentita del Real ma Bale,comprato per 100 milioni,soffre di ernia del disco

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6 3 53 9 7 1

Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatoreMaggiori informazioni su www.corriere.it/mobile

Giochi e pronostici

Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con teDigita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino

Oggi su www.corriere.it

Il blog di Grillo attacca Il Fatto Quotidiano:«Falsi amici, sobillano i nostri deputati»

BARI 87 53 78 24 13CAGLIARI 25 74 66 27 52FIRENZE 34 13 73 63 66GENOVA 50 65 13 68 78MILANO 36 73 11 23 33NAPOLI 22 8 20 3 86PALERMO 9 77 19 26 46ROMA 53 90 70 21 82TORINO 6 71 67 55 60VENEZIA 55 88 9 56 53NAZIONALE 75 67 64 3 55

Via al Gp delGiappone conWebber in poleseguito daVettel. Alonso,dietro Massa, èall’8˚ posto

Il Tempo

5

2

4

1

Gp decisivo

LA SOLUZIONE DI IERI

Sudoku Diabolico

www.corriere.it/giochiepronosticiAltri giochi su www.corriere.it

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6 8 9 13 22 25 34 36 50 5355 65 71 73 74 77 78 87 88 90

Cogne, Taormina fa causa alla Franzoni:«770 mila euro di spese legali non pagate»

Dramma nel rugby: morte cerebrale perAlberto Cigarini dopo un colpo in allenamento

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Come si giocaBisogna riempire lagriglia in modo cheogni riga, colonna eriquadro contenganouna sola volta inumeri da 1 a 9

F1, Giappone

Sole Nuvolo Coperto Pioggia Rovesci Temporali Neve Nebbia Debole Moderato Forte Molto forte Calmo Mosso Agitato

MARE

Nuova Ultimo quartoPrimo quarto PienaS ll

OGGILE PRE

IL SOLE LA LUNA

LE TEMP

Bari Palermo Bologna Firenze Torino Napoli Roma Milano Genova Venezia

IN EUROPA

ASIA AUSTRALIA

Vancouver

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New YorkLos Angeles

Città del Messico

Buenos AiresSantiago

CaracasBogotà

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Lagos Nairobi

Città del Capo

Delhi

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Seul

NORD AMERICA SUD AMERICA AFRICA

DOMANI

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LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA

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Palermo

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Pescara

Pisa

Potenza

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Rimini

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Torino

Trento

Trieste

Udine

Venezia

Verona

min max min max min max

S = Sereno P = Pioggia N = Nuvoloso T = Temporale C = Coperto V = Neve R = Rovesci B = Nebbia

Fronte Caldo

FronteFreddo

FronteOccluso

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Alta Pressione

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Dublino

Londra

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Praga

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Stoccolma

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Tunisi

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Torino

GenovaBologna

Trento

Venezia

Firenze

Trieste

Ancona

Perugia

L’Aquila

ROMACampobasso

NapoliPotenza

Bari

Catanzaro

Palermo

Cagliari

a cura di

MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ

4 ott. 12 ott. 19 ott. 27 ott.

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7:2318:30

Un circoscritto ma profondo vortice di bassa pressione è in azione sullo Stretto della Manica apportando maltempo diffuso tra le aree meridionali del Regno Unito, Stretto della Manica stesso, i Paesi Bassi e il Nord della Francia. Locali piogge anche sul Golfo di Biscaglia e rovesci diffusi fino al Nordest della Germania e alla Danimarca. Prevale l'alta pressione altrove con più sole.

Il tempo migliora, oggi, sull'Italia, con precipitazioni quasi assenti salvo qualche pioggia debole al Nord, specie tra Liguria e Ovest Alpi, e maggiore ampio soleggiamento un po' su tutto il territorio. Domani, giunge da Ovest un'altra perturbazione verso il Nord con nuove piogge diffuse, specie sulle medie e basse pianure, su Emilia Romagna e verso il Nordest, sempre asciutto e più soleggiato altrove; meglio con più sole ovunque in settimana.

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62 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera

Tv in chiaro

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Italia1mediaset.it/italia1

Canale5mediaset.it/canale5

La7la7.it

MTvmtv.it

20.00 TELEGIORNALE.20.35 RAI TG SPORT.

Rubrica sportiva20.40 AFFARI TUOI - BUON

COMPLEANNO!Varietà

21.30 ALTRI TEMPI.Miniserie. ConVittoria Puccini,Valentina Corti

20.30 TG 2 20.30.21.10 N.C.I.S. Telefilm. Con

Mark Harmon,Michael Weatherly,Pauley Perrette

22.40 LA DOMENICASPORTIVA. Rubricasportiva. Con PaolaFerrari

0.30 TG 2 .

20.10 CHE TEMPO CHE FA.Talk show. ConFabio Fazio. ConFilippa Lagerback,Luciana Littizzetto,Luca Mercalli

22.45 TG3.22.55 TG REGIONE.23.00 SOSTIENE BOLLANI.

Musicale

21.30 TEMPESTA D’AMORE.Soap Opera. ConMona Seefried,Simone Ritscher,Erich Altenkopf

23.20 I BELLISSIMI DI RETE4. Attualità

23.25 FILM IL SENSO DISMILLA PER LANEVE.

20.00 TG 5.20.40 PAPERISSIMA

SPRINT. Varietà21.30 IO CANTO. Varietà.

Con Gerry Scotti0.20 SMASH. Telefilm.

Con Debra Messing,Jack Davenport,Christian Borle

1.20 TG 5 - NOTTE.

19.35 FILM RUSH HOUR -DUE MINE VAGANTI.

21.30 LUCIGNOLO 2.0.Attualità. ConMauro Trombini

1.00 CALIFORNICATION.Telefilm

1.35 SPORT MEDIASET.2.00 STUDIO APERTO - LA

GIORNATA.

20.00 TG LA7.20.30 LINEA GIALLA.

Attualità21.00 GREY’S ANATOMY.

Telefilm. ConPatrick Dempsey,Katherine Heigl,Sandra Oh

23.45 SAVING HOPE.Telefilm

15.20 FRIENDZONE: AMICIO FIDANZATI?Varietà

16.00 GINNASTE - VITEPARALLELE. Varietà

18.10 CALCIATORI -GIOVANI SPERANZE.Varietà

19.10 GANDIA SHORE.Varietà

21.10 FILM BAD BOYS II.(Azione, Usa, 2003).Regia di MichaelBay. Con MartinLawrence, WillSmith, Jordi Mollà.

23.50 IL TESTIMONE.Reportage

0.50 GANDIA SHORE.Varietà

SERA

15.00 LE STRADE DI MAX2. Serie

16.00 OCCUPY DEEJAY -BEST OF. Musicale

17.00 DEEJAY HITS.Musicale

18.00 FINO ALLA FINE DELMONDO. Doc.

19.00 DAY BREAK. Telefilm20.00 BEST OF LOREM

IPSUM. Musicale20.30 MICROONDE - BEST

OF. Varietà21.00 FILM IL BACIO DEL

DRAGONE.23.00 DEEJAY CHIAMA

ITALIA REMIX.Varietà

Deejay TV

Rai4rai.it

Rai5rai.it

RaiStoria

rai.it

RealTime

realtimetv.it

RaiYoYo

rai.it

RaiGulp

rai.it

DMax

dmax.it

La7dla7.it

8.30 BABYLON. Serie9.15 BATTLESTAR

GALACTICA. Serie9.55 BATTLESTAR

GALACTICA. Serie10.40 FILM I RACCONTI DI

TERRAMARE.12.35 PERSONA

SCONOSCIUTA. Serie13.20 PERSONA

SCONOSCIUTA. Serie14.05 FILM FARGO.15.45 MAINSTREAM.

Attualità16.10 ONCE UPON A TIME.

Serie17.45 RAI NEWS - GIORNO.17.50 FILM STAR TREK II -

L’IRA DI KHAN.19.40 HAVEN. Serie20.25 HAVEN. Serie21.10 DEXTER. Serie22.55 MAINSTREAM.

Attualità23.20 FILM NEMICO

PUBBLICO N.1 -L’ORA DELLA FUGA.(Azione). Regia diJean-FrançoisRichet.

20.40 ROMA LA STORIADELL’ARTE. Doc.

21.15 LA GRANDEBARRIERACORALLINA.Documentario

22.20 EARTH LA POTENZADEL PIANETA.Documentario

23.15 MUSICULTURA.Musica

18.30 ECO DELLA STORIA.Documenti

19.30 CORTOREALE. Doc.20.00 IERI E OGGI.

Documenti21.00 RES GESTAE FATTI.

Documenti21.30 ERA SOLO UN GIOCO

Documenti22.30 I-VARIETÀ -

DOMENICA IN.Documenti

19.10 PARTY PLANNERS. Att.20.10 CERCO CASA...

DISPERATAMENTE.Attualità

21.10 NUDE E BELLE. Att.22.10 BREAKING AMISH:

TUTTA LA VERITÀ.Attualità

23.05 IO E LA MIAOSSESSIONE.Attualità

18.45 GRACHI. Telefilm19.30 FILM SPYMATE.21.00 SCUOLA DI VAMPIRI.

Cartoni21.15 WINX CLUB. Cartoni21.40 HEART CATCH PRETTY

CURE. Cartoni22.30 PRANK PATROL.

Serie23.25 GULP CINEMA

2013/2014. Attualità

14.20 SPECIALE CLASSLIFE 7. Attualità

15.00 TV MODA. Attualità16.00 CAPITAL. LA SFIDA.

Attualità18.00 LAW&ORDER.

Telefilm20.50 FILM LA NEVE CADE

SUI CEDRI.22.30 TV MODA. Attualità

17.50 AFFARI IN VALIGIA.Documentario

18.40 AFFARE FATTO! Doc.19.35 MONKEY GARAGE.

Documentario20.25 MYTHBUSTERS. Doc.21.20 AFFARI IN VALIGIA.

Documentario22.10 MAN VS FOOD:

CRONACHECARNIVORE.Documentario

19.00 RICETTE SPRINT DIBENEDETTA. Attualità

19.10 I MENÙ DIBENEDETTA. Attualità

20.05 CUOCHI E FIAMME.Attualità

21.10 S.O.S. TATA. Varietà0.10 FILM UN TOCCO DI

CLASSE.2.05 MOVIE FLASH.

Attualità

Tv2000

tv2000.it

19.00 I PASSI DELSILENZIO. Religione

19.55 GOCCE DI MIELE.Attualità

20.00 ROSARIO DALOURDES. Religione

20.30 LA BIBBIA NELL’ARTE. Attualità

21.00 FILM SANT’ANTONIODI PADOVA.

22.40 E’ NOTTE. Attualità

La5mediaset.it

19.30 EXTREMEMAKEOVER HOMEEDITION.Documentario

21.10 DR.HOUSE. Telefilm22.02 NIP’N TUCK. Telefilm22.55 SHAMELESS.

Telefilm23.55 SWEET SARDINIA.

Reality0.45 THE TASTE. Quiz

Cielo

cielotv.it

18.45 X FACTOR 2013 - LEAUDIZIONI. Varietà

20.40 AFFARI DI FAMIGLIA.Varietà

21.15 VIVI PER MIRACOLO.Varietà

23.00 FILM IL FUNERALE ÈSERVITO. (Comm.,Usa, 2010). Regia diNeil LaBute. ConChris Rock

Iris

iris.mediaset.it

17.15 FILM IN FUGA COLMALLOPPO.

19.01 FILM SOUTHKENSINGTON.

21.08 FILM TUTTA COLPADELLA MUSICA.

22.55 FILM RADIOFRECCIA.0.55 CIAKNEWS.0.59 FILM CHI HA UCCISO

LA SIGNORADEARLY?

6.00 RAI PARLAMENTO .6.30 UNOMATTINA IN

FAMIGLIA. Varietà7.15 GRAN PREMIO DEL

GIAPPONE DIFORMULA 1.Automobilismo

10.30 A SUA IMMAGINE.Attualità. ConRosario Carello. Nelprogramma: SantaMessa dalla ChiesaSan Michele inRoncole Verdi(Parma); Recitadell’Angelus dapiazza San Pietro

12.20 LINEA VERDE.Documenti

13.30 TELEGIORNALE.14.00 L’ARENA. Varietà

CHE TEMPO FA.16.30 TG 1.16.35 DOMENICA IN.

Varietà. Con MaraVenier

18.50 L’EREDITÀ. Quiz. ConCarlo Conti

7.00 CARTOON FLAKESWEEKEND. Ragazzi

9.35 INSIDE THE WORLD.Attualità

10.10 RAGAZZI C’ÈVOYAGER! Ragazzi

10.50 A COME AVVENTURA.Documenti

11.30 MEZZOGIORNO INFAMIGLIA. Varietà

13.00 TG 2 GIORNO.13.30 TG 2 MOTORI.

Attualità13.45 FILM LA VERITÀ NON

PUÒ ASPETTARE.15.10 FILM IL MISTERO

DELLA PORTAACCANTO.

16.40 FILM IL DESTINO DEIKISSELS.

18.00 TG 2 L.I.S.METEO 2.

18.05 90° MINUTO. Rubrica19.30 SINTESI GRAN

PREMIO DELGIAPPONE DIFORMULA 1.Automobilismo

7.05 LA GRANDE VALLATA.Telefilm

7.55 FILM ERCOLEL’INVINCIBILE.

9.20 NEW YORK NEWYORK. Telefilm

10.10 RITRATTI. Documenti10.45 TELECAMERE

SALUTE. Attualità11.10 TGR ESTOVEST. Att.11.30 TGR REGIONEUROPA.

Attualità12.00 TG 3.12.25 TGR MEDITERRANEO.

Reportage12.55 PRIMA DELLA

PRIMA. Musica13.25 PASSEPARTOUT.

Attualità14.00 TG REGIONE.

TG REGIONE METEO.14.15 TG 3.14.30 IN 1/2 ORA. Attualità15.00 TG3 L.I.S.15.05 KILIMANGIARO. Att.19.00 TG 3.19.30 TG REGIONE.20.00 BLOB. Attualità

7.25 TG 4 NIGHT NEWS.8.15 VITA DA STREGA.

Serie9.20 VAJONT 1963.

Documentario10.00 SANTA MESSA.

Religione11.00 PIANETA MARE.

Attualità11.30 TG 4 - TELEGIORNALE.12.00 PIANETA MARE.

Attualità13.00 I VIAGGI DI LIFE.

Attualità14.00 TG 4 - TELEGIORNALE.14.40 DONNAVVENTURA.

Attualità15.30 FILM A CASA DOPO

L’URAGANO.(Drammatico, Usa,1960). Regia diVincente Minnelli.Con Eleanor Parker,Robert Mitchum,George Peppard

18.55 TG 4 - TELEGIORNALE.19.35 IL COMANDANTE

FLORENT. Telefilm

6.00 TG 5 PRIMA PAGINA.Attualità

8.00 TG 5 MATTINA.8.45 LE FRONTIERE DELLO

SPIRITO. Attualità9.35 CHEF - SCELGO E

CREO IN CUCINA -SPECIALE. Reality

10.00 THE CHEF - SCELGOE CREO IN CUCINA.Reality

11.25 TGCOM.11.30 LE STORIE DI

MELAVERDE.Attualità

12.00 MELAVERDE.Attualità

13.00 TG 5. Nelprogramma: Meteo.it

13.40 L’ARCA DI NOÈ.Attualità

14.00 DOMENICA LIVE.Attualità. ConBarbara D’Urso

18.50 AVANTI UN ALTRO!Quiz. Con PaoloBonolis, LucaLaurenti

6.25 SUMMER CRUSH.Telefilm

6.45 GRAND PRIX -MOTOMONDIALEGARE: G.P. MalesiaMoto3 - Moto2 -Moto Gp.Motociclismo

11.00 FUORI GIRI. Rubrica11.50 LIFE BITES - PILLOLE

DI VITA. Serie11.55 MIKE & MOLLY.

Telefilm12.25 STUDIO APERTO.13.05 SPORT MEDIASET.13.40 GRAND PRIX -

MOTOMONDIALEGARE: G.P. MalesiaMotoGp.Motociclismo

14.40 FILM MR. CROCODILEDUNDEE.

16.35 FILM MR. BEAN -L’ULTIMACATASTROFE.

18.30 STUDIO APERTO.19.00 COSÌ FAN TUTTE 2.

Serie

6.00 TG LA7.6.55 MOVIE FLASH.

Attualità7.00 OMNIBUS -

RASSEGNA STAMPA.Attualità

7.30 TG LA7.7.50 OMNIBUS METEO.

Attualità7.55 OMNIBUS. Attualità

10.45 FILM CORTOCIRCUITO.

12.35 CUORE D’AFRICA.Telefilm

13.30 TG LA7.14.00 TG LA7 CRONACHE.

Attualità14.40 FILM JOE BASS

L’IMPLACABILE.16.30 THE DISTRICT.

Telefilm. Con CraigT. Nelson, JonathanLaPaglia

18.15 COMMISSARIOCORDIER. Telefilm.Con Pierre Mondy,Bruno Madinier,Antonella Lualdi

23.30 SPECIALE TG1.Attualità

0.35 S’È FATTA NOTTE.Talk show. ConMaurizio Costanzo,Enrico Vaime

0.50 PROTESTANTESIMO.Attualità

1.20 IL CLOWN. Telefilm.Con Sven Martinek,Diana FrankMETEO 2.

0.15 TG3.METEO 3.

0.25 TELECAMERESALUTE. Attualità

1.15 PARIGI TOURS.Ciclismo

2.15 MUSIC LINE -SPECIALE. Musicale

3.30 FILM LO SCUGNIZZO.(Drammatico, Italia,1979). Regia diAlfonso Brescia

1.50 PAPERISSIMASPRINT. Varietà

2.25 FILM RADIOFRECCIA.(Drammatico, Italia,1998). Regia diLuciano Ligabue

2.30 FILM MIDDLE OFNOWHERE. (Thriller,Australia/Francia/Gb/Usa, 2006).Regia di RinganLedwidge

1.35 TG LA7 SPORT.1.55 FILM GIOVANNI

FALCONE. (Dramm.,Italia, 1993). Regiadi Giuseppe Ferrara.Con Michele Placido

DATI DI PROGRAMMAZIONEFORNITI DA COMPUTIME

18.10 SHAUN VITA DAPECORA. Cartoni

18.30 LA PIMPA. Cartoni19.00 CUCCIOLI. Cartoni19.30 BARBAPAPÀ. Cartoni20.00 CARTONI DELLO

ZECCHINO. Cartoni20.10 PEPPA PIG. Cartoni21.45 BUONANOTTE CON LE

FAVOLE DI YO YO.Attualità

16.15 TUTTI PAZZI PERAMORE. Serie

17.10 RAI NEWS - GIORNO.17.15 ATELIER FONTANA -

LE SORELLE DELLAMODA. Miniserie

19.30 LA DONNA CHERITORNA. Miniserie

21.15 TALE E QUALE SHOW.Varietà

24.00 L’ISOLA. Serie

class.it

ClassTv

RaiPremium

rai.it

RaiMovie

rai.it

17.00 SOUNDTREK. Att.17.25 RAI NEWS - GIORNO.17.30 FILM LA FORTUNA DI

COOKIE.19.30 FILM MIDNIGHT

CLEAR.21.15 FILM SPECIE

MORTALE.23.00 FILM HARLEY

DAVIDSON &MARLBORO MAN.

Teleraccomandodi Maria Volpe

Film e programmi

PER DISTRARSI

Vittoria Pucciniprostituta anni 50

Vittoria Puccini (foto) èMaddalena, protagonistadella miniserie al via stasera.Un viaggio nell’Italia deglianni 50, nel mondo delle casechiuse e della battaglia dellasenatrice Merlin per la loroabolizione che si è realizzatanel 1958. Dieci anni di lotte.Ma come hanno vissuto lachiusure delle case ditolleranza le diretteinteressate? Lo raccontaMaddalena, prostituta chemostra come si viveva lì. Neipanni dellaMerlin, un’intensaBenedetta Buccellato eStefania Rocca, nel ruolo diDuchessa, la prostituta cheinsegna i trucchi del mestiereaMaddalena.

Altri tempiRai1, ore 21.30

PER CAPIRE

Giordano indagail mondo dei giovani

Torna il settimanale diapprofondimento cheracconta il mondo deigiovani. «Indagheremosenza pregiudizi il mondo dichi ha 20 anni», spiega ildirettore di VideonewsMario Giordano (foto). Ilprogramma sarà in direttaper poter consentire unavera interazione col pubblicoche potrà addiritturaindirizzare la puntata. Trale novità Fabrizio Pisu, ilragazzo-rivelazione deivideo web «fatti in casa»; e«l’inchiesta maratona»: ungiornalista presidia per 24 lapiazza di una città italiana,filmando in presa direttatutto quello che succede.

Lucignolo 2.0Italia 1, ore 21.15

CrisidimezzaetàperRickyTognazzi

Due amici di lunga data,Giuseppe (Marco Messeri) eNapoleone (Ricky Tognazzi,anche regista, nella foto conMesseri), sono alle prese conle rispettive crisi di mezz’età.Tutta colpa della musicaIris, ore 21

GrossiproblemiperKevinMcKidd

Debutta in chiaro la nonastagione della serie. Owen(Kevin McKidd, foto) affronta leprime conseguenze della causalegale contro l’ospedale e sisente responsabile.Grey’s AnatomyLa7, ore 21

LiciaColòripartedalSudAfrica

Torna la nuova edizione delprogramma di Licia Colò conDario Vergassola. Tra le metedi oggi, il Sud Africa, laPolinesia, ma anche Shanghai,Stoccarda e Marsiglia.KilimangiaroRai3, ore 15.05

Ilmondopericolosodelgiocod’azzardo

Edoardo Camurri in questapuntata porta gli spettatoridentro il mondo del gioco: inItalia ormai si spende più pergiocare d’azzardo che per lecure mediche.Viaggio nell’Italia che cambiaRai Storia, ore 21.30

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Corriere della Sera Domenica 13 Ottobre 2013 63

Pay Tv

Filme programmi

TaddiaricominciadaCécileKyenge

Un viaggio per scoprire l’evoluzionedella specie, con Federico Taddia e ilfilosofo della scienza Telmo Pievani.Apre la stagione, un’intervista conla ministra Cécile Kyenge (foto conTaddia).Big Bang! Un viaggio nell’evo...DeAKids (Sky, 601), ore 18.50

SfidaapokerperDanielCraig

James Bond (Daniel Craig, fotocon Eva Green) deve vederselacon Le Chiffre (Mads Mikkelsen),un faccendiere che finanzia ilterrorismo: la vita della spiacontro una partita di poker.Casino RoyaleSky Cinema 007, ore 21.10

SarandoneDavisamiche«ontheroad»

Thelma e Louise (Geena Davis eSusan Sarandon, foto), stanchedel ménage familiare, decidonodi fare una vacanza. Partono «onthe road», ma un omicidiocambia tutto.Thelma & LouiseSky Cinema Cult, ore 21

MusicaldiBroadwayCruisefa larockstarAdattamento dell’omonimo musicaldi Broadway, il film intreccia le vitadi un’aspirante cantante (JulianneHough) e di Drew (Diego Boneta)che ne condivide i sogni. Tom Cruiseè la rock star Stacee Jaxx.Rock of AgesPremium Cinema, ore 21.15

17.45 MADAGASCAR 3 - RICERCATI INEUROPA Alex, Marty, Gloria eMelman sono determinati a tornarenel loro Zoo di Central Park. Lasciatal’Africa si ritrovano però in Europa!Sky Cinema Family

18.45 007 SKYFALL Il quartier generaledell’MI6 viene messo sotto assedio.James Bond deve scovare edistruggere la minaccia a qualsiasicosto. Sky Cinema 007 HD

18.55 SIN CITY Dall’omonimo fumettoideato da Frank Miller, la versionecinematografica è diretta da R.Rodriguez, con un cast imponente.Sky Cinema Max HDMARIGOLD HOTEL Un gruppo dianziani decide di trascorrere gli annidella pensione in India. L’HotelMarigold dovrebbe essere la rispostaalle loro richieste! Sky CinemaPassion HD

19.10 IL GIORNO DELLA CIVETTA Il filmdi D. Damiani - tratto da L. Sciascia -quando uscì nel 1967 fu vietato aiminori di 18 anni. Splendida C.Cardinale. Sky Cinema ClassicsGATTACA - LA PORTADELL’UNIVERSO Set galeotto tra iprotagonisti della pellicola, E. Hawkee U. Thurman, ambientata nel futuro.Nomination agli Oscar.Sky Cinema Cult

19.20 RALPH SPACCATUTTO Un celebrepersonaggio dei videogame delpassato è stanco del suo ruolo evuole dimostrare a tutti le sue qualitàdi eroe buono. Sky Cinema 1 HD

19.25 BIG DADDY - UN PAPÀ SPECIALEDa D. Dugan, regista di “PiccolaPeste”, una commedia su misura peril giovane attore comico A. Sandler.Enorme successo negli Usa.Sky Cinema Family

19.30 SPYMATE Rai Gulp19.45 TOM & JERRY E L’ANELLO

INCANTATO Boomerang21.00 GOODBYE & AMEN L’agente della

Cia Dhannay sta organizzandoun’operazione in un paese africanoma deve fronteggiare parecchiimprevisti. Sky Cinema ClassicsTHELMA & LOUISE Film “on theroad” tutto al femminile, con S.Sarandon e G. Davis in fuga verso ilMessico. Dirige R. Scott, nel cast ungiovanissimo B. Pitt.Sky Cinema CultWILL Solo l’amore per il calcio aiutaWill ad affrontare la sua difficileinfanzia in un collegio a Suddell’Inghilterra. Sky Cinema FamilyCODICE D’ONORE Un soldatorimane ucciso durante una punizione“esemplare” nel campo militare diGuantanamo, a Cuba. Nel cast T.Cruise. Sky Cinema Max HD

Cinema Sport

15.35 JESSIE Disney Channel16.30 LAW & ORDER: CRIMINAL INTENT

Fox Crime HD17.45 AUSTIN & ALLY Disney Channel

THE CARRIE DIARIES Fox Life18.35 JESSIE Disney Channel

THE BIG BANG THEORY Fox HD19.30 PIPPI CALZELUNGHE DeAkids20.35 I SIMPSON Fox HD21.00 AVVOCATI A NEW YORK Fox

Crime HDI SIMPSON Fox HDDEVIOUS MAIDS - PANNISPORCHI A BEVERLY HILLS FoxLife

21.20 PIPPI CALZELUNGHE DeAkids21.25 I SIMPSON Fox HD21.55 PIPPI CALZELUNGHE DeAkids

AVVOCATI A NEW YORK Fox

14.50 SOL GABETTA E HÉLÈNEGRIMAUD IN CONCERTO Classica

16.40 S.O.S. TATA Fox LifeHELL’S KITCHEN Sky Uno

19.15 X FACTOR 2013 - BOOT CAMPSky Uno

19.30 PAUSA PRANZO Fox Life20.05 CUCINE DA INCUBO Fox Life20.40 INVITO A CENA CON VAMPIRO

Disney Channel21.00 LOVESTRUCK: THE MUSICAL Sky

Cinema Passion HD21.10 MASTERCHEF USA Sky Uno21.55 MASTERCHEF USA Sky Uno22.00 I ROBINSON K2

ARTISTE PER CASA LEI22.30 PRANK PATROL Rai Gulp22.55 I SEMPREVERDI LEI

PRANK PATROL Rai Gulp

19.10 TEENAGE MUTANT NINJATURTLES Nickelodeon

19.50 ADVENTURE TIME CartoonNetwork

19.55 REKKIT RABBIT K220.20 REKKIT RABBIT K220.30 LE NUOVE AVVENTURE DI PETER

PAN DeAkidsSPONGEBOB Nickelodeon20.55 LE NUOVEAVVENTURE DI PETER PANDeAkidsROCKET MONKEYS Nickelodeon

21.00 SCUOLA DI VAMPIRI Rai Gulp21.10 OGGY E I MALEDETTI

SCARAFAGGI K221.15 SCOOBY-DOO MYSTERY INC.

BoomerangWINX CLUB Rai Gulp

16.15 AFFARI A QUATTRO RUOTEDiscovery Channel HD

17.10 TOP GEAR USA DiscoveryChannel HD

18.20 AFFARI AL BUIO History Channel19.15 AFFARI DI FAMIGLIA History

ChannelACCUMULATORI SERIALI LEI

20.00 MARCHIO DI FABBRICA DiscoveryChannel HD

21.00 MARCHIO DI FABBRICA DiscoveryChannel HDLE VERITÀ DI “ANGELI E DEMONI”History ChannelLA SECONDA CASA NON SISCORDA MAI LEI

21.25 COSA TI DICE IL CERVELLO?National Geographic

21.30 MARCHIO DI FABBRICA DiscoveryChannel HD

Serie Tv Intrattenimento Ragazzi Documentari

21.10 CASINO ROYALE Primo James Bondinterpretato da D. Craig. Nel castinternazionale anche G. Giannini.Sky Cinema 007 HDVICINI DEL TERZO TIPO Lacittadina di Glenview è infestatadagli alieni, ma il problema piùgrande sono i quattro uomini che sisono uniti per salvarla.Sky Cinema 1 HD

22.35 LA RICERCA DELLA FELICITÀPrima pellicola diretta ad Hollywoodper G. Muccino. W. Smith è un padrein cerca di riscatto. Sky CinemaPassion HD

22.50 HOOK - CAPITAN UNCINOL’avvocato Peter (R. Williams) sicatapulta nell’Isola che non c’è perrecuperare i suoi figli rapiti daCapitan Uncino (D. Hoffman).Sky Cinema Family

22.55 PROMETHEUS Un viaggio attraversocui alcuni scienziati si troveranno inun mondo che rivelerà loro lerisposte che l’essere umano cercada sempre. Sky Cinema 1 HDLA TENDA ROSSA Candidato alGolden Globe come miglior filmstraniero, vede Sean Connery tra iprotagonisti. Sky Cinema Classics

23.15 EASY RIDER Il road movie “EasyRider” è il ritratto di uno spiritogenerazionale. D. Hopper dirige sestesso e P. Fonda; due Nominationsagli Oscar. Sky Cinema Cult

8.45 CICLISMO: YANQING -QIANDIAJIAN KM 176 Giro diPechino. Diretta Eurosport

10.15 TENNIS: SKY STUDIO Diretta SkySport 2 HD

10.30 TENNIS: FINALE ATP World TourMasters 1000 Shanghai. Diretta SkySport 2 HD

13.15 CALCIO: DANIMARCA - ITALIAQualificazioni Mondiali RaiSport 1

13.30 TENNIS: SKY STUDIO Diretta SkySport 2 HD

14.00 TENNIS: FINALE Torneo WTA diLinz. Diretta Eurosport

15.15 PALLAVOLO: DIATEC TRENTINO -CUCINE LUBE BANCA MARCHEMACERATA Supercoppa ItalianaMaschile 2013 RaiSport 1

17.30 CALCIO: PRE PARTITA DirettaSport Italia

17.55 IPPICA: G. P. AGNANO RaiSport 118.00 BASKET: VERONA - CASALE

MONFERRATO DNA Gold. DirettaSport Italia

20.00 FRECCETTE: FINALE WinmauMasters. Diretta EurosportSURF: SWATCH GIRLS PRO Yacht& Sail

20.20 BASKET: BASKET RaiSport 120.30 CALCIO: PALERMO - PESCARA

Serie B. Diretta Sky Sport 1 HD21.00 RUGBY: RACING METRO -

CLERMONT AUVERGNE HeinekenCup. Diretta Sky Sport 2 HD

Sky

13.37 PSYCH. Telefilm JOI14.01 IL RITORNO DELLA CASA SULLA

COLLINA. Film Tv PremiumCinema

14.08 DESPERATE HOUSEWIVES. TelefilmMYA

14.10 SEX MOVIE IN 4D. Film StudioUniversal

14.22 ROYAL PAINS. Telefilm JOI14.56 NIP’N TUCK. Telefilm MYA

15.12 ROYAL PAINS. Telefilm JOI15.23 SPY KIDS: ALL THE TIME IN THE

WORLD. Film Premium Cinema15.51 NIP’N TUCK. Telefilm MYA16.00 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.

Telefilm JOI16.05 QUALCOSA È CAMBIATO. Film

Studio Universal16.42 MYA MAG. Rubrica MYA16.45 RED CARPET. Rubrica Premium C.

16.52 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.Telefilm JOI

16.55 BASTA CHE FUNZIONI. FilmPremium Cinema

16.57 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA17.48 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA18.30 CLOSE UP. Documentario Studio

Universal18.37 AMERICAN GANGSTER. Film

Premium Cinema

18.40 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA19.00 UNA STREGA CHIAMATA ELVIRA.

Film Studio Universal19.02 THE MIDDLE. Telefilm JOI19.30 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA19.34 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.

Telefilm JOI20.23 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.

Telefilm JOI20.23 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA

20.45 CHI TI CREDI DI ESSERE?.Documentario Studio Universal

21.15 ROCK OF AGES. Film PremiumCinema

21.15 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA.Telefilm MYA

21.15 RITORNO A COLD MOUNTAIN. FilmStudio Universal

22.07 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA.Telefilm MYA

22.52 JOI BEST. Show JOI22.57 PARENTHOOD. Telefilm MYA23.06 PSYCH. Telefilm JOI23.24 STEP UP 3D. Film Premium

Cinema23.41 PARENTHOOD. Telefilm MYA23.50 SPY KIDS 2 - L’ISOLA DEI SOGNI

PERDUTI. Film Studio Universal23.51 PSYCH. Telefilm JOI0.27 HART OF DIXIE. Telefilm MYA

Mediaset Premium

La televisionein numeri

La strategia Mediasete l’evento Morandi

La settimana appena trascorsa dimostra che l’eventoè, sempre più, lo specifico della televisione generali-sta. La novità più importante consiste nel fatto cheormai anche Mediaset — minacciata dalla fram-mentazione dei consumi e dalla crescita delle picco-

le tv native digitali — è in grado di fare concorrenza alla Raisul terreno dell’istituzionalità ed è credibilmente capace diorganizzare grandi eventi nazional-popolari. Lo ha fatto conAdriano Celentano e il suo «Rock Economy» (oltre nove mi-

lioni di spettatori medi giu-sto un anno fa) e si è ripetu-ta ora col «Gianni MorandiLive in Arena», che ha con-quistato 5.932.000 spettato-ri per le due puntate, conuna media di share del23,7%. Pur nella differenzadi grandezze (Celentano haun terzo di spettatori in piùdi Morandi), la fisionomiadel pubblico dei grandishow musicali è piuttostosimile.

Trasversalità è ovviamen-te la parola chiave, perchéun evento deve superare lespecificità dei gusti e riunirespettatori diversi. Uomini edonne in primo luogo: e quiCelentano è decisamentepiù trasversale, mentre Mo-randi resta il beniamino delpubblico femminile (oltre il27% di share, contro il 19%sul target maschile). Perso-naggi così popolari riesconoinoltre a superare le diffe-renze generazionali, ed èquesto il segreto del lorosuccesso: Celentano racco-glie ad esempio uno dei mi-g l ior i r isul ta t i sui 25-34enni, mentre per Morandil’età si alza un po’, con sharesopra il 25% fra 45 e 64 anni.

Infine, i livelli d’istruzione dei due show si assomiglianomolto: il grosso del pubblico è fatto da spettatori con istru-zione elementare o medio inferiore, ma diplomati e laureati— seppur in numero minore — dimostrano di apprezzarequesti eventi. Sarà anche questo un inedito terreno di scon-tro fra Rai e Mediaset.

In collaborazione con Massimo Scaglioni,elaborazione Geca Italia su dati Auditel

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Top & Flop

Danimarca – Italia (II tempo)7.054.000 spettatori,25,46% di share. Rai1,venerdì 11 ottobre, ore 21.17.Minuto picco prime time:7.726.000 spettatori, finedella partita con gli Azzurridi Prandelli (ore 22.04)

«Radio Belva», 670.000spettatori, 2,79% di share.Rete4, mercoledì 9 ottobre,ore 21.14. Minuto picconegativo: 419.000 spettatori,in onda il programma conGiuseppe Cruciani e DavidParenzo (ore 22.06)

Danimarca - ItaliaIn campo il mister Prandelli

Radio BelvaLo show di Cruciani e Parenzo

In pprima tv LLA7 la nuuova staggioneIn pprima tv LLA7 la nuuova staggionedi Grrey’s Anattomy.di Grrey’s Anattomy.

Stasera alle 21.00, la nona stagione.

www.la7.it

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64 Domenica 13 Ottobre 2013 Corriere della Sera