Correlati neurobiologici dei disturbi · MMPI effettuato nel 1999 (parte II) Il soggetto ha...
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Deborah nasce nel 1976 terzogenita, con un fratello più grande di
sette anni ed una sorella più grande di quattro anni.
La madre è una casalinga. Il padre un operaio.
Gravidanza problematica e non accettata dalla madre per problemi di salute. Parto cesareo con depressione post-partum della madre. Allattamento al seno per sei mesi. Primi atti fisiologici e sviluppo psico-fisico nella norma.
Esantemi nell’infanzia. Asma allergico. Parotite a due anni.
Scolarizzata a sei anni. Ottimi livelli di integrazione scolastica e di apprendimento nella scuola dell’obbligo con note di perfezionismo. E’ tra le prime della classe.
Menarca a 12 anni. Scarse difficoltà e nessuna problematica psicologica rilevante in epoca puberale, periodo in cui curava molto l’aspetto fisico ed era descritta come
“perfezionista ed ambiziosa” dalla madre.
Si iscrive al I° Liceo Linguistico e viene rimandata in mate- matica. Reagisce in modo eccessivo all’evento con
depressione dell’umore, risentimento e rabbia
“…io ero brava, ma non ero una lecca c..o e non mi arruffianavo i professori…”. Si lega affettivamente ad un ragazzo più grande e molto geloso. MANNA, 2008
Nel 1993, a 17 anni, durante il terzo anno di liceo, la madre nota con allarme una eccessiva magrezza di Deborah durante il bagno.
Deborah da un anno ha iniziato un’intensa attività sportiva (corsa e palestra) per tempi crescenti. Si alimenta in modo irregolare e restrittivo.
Passa da 51 kg a 38 kg di peso in circa un anno. Abusa di lassativi. Va in amenorrea. Viene ricoverata per dieci giorni in reparto medico di un Ospedale Generale. Successivamente, nell’estate del 1993, viene ricoverata presso la N. P. I. della Università “La Sapienza” di Roma (è ancora minorenne). Alla fine del 1993 viene ricoverata in Casa di Cura e dimessa con diagnosi di
Anoressia Nervosa.
All’inizio del 1994 Tentato Suicidio e ricoveri reiterati in Casa di Cura.
MANNA, 2008
Nel corso del 1994, migliorato almeno in apparenza il quadro clinico Deborah si allontana dalla famiglia di origine, per esplicita conflittualità, e va a vivere con amiche a Roma.
Da 1994 al 1999 fa la “ragazza immagine” in discoteca. Ha una intensa vita sociale e diverse storie sentimentali, ma resta infantile nelle richieste affettive. Ideazione ossessiva. Rituali. Ordine. Mantiene un’eccessiva attenzione per il proprio corpo.
Fa uso eccessivo di alcolici, amfetamine, benzodiazepine, fumo, caffè, farmaci lassativi, diuretici ed altre sostanze (?).
MANNA, 2008
Nel 1997 si trasferisce in provincia, continuando a lavorare in una discoteca. In quel periodo dichiara: “…. di essere cresciuta sola e senz’affetto”. Inizia un intenso abuso di alcolici, ha un insano rapporto con il cibo
con intense abbuffate. Vomito ricorrente. Lassativi. Diuretici.
Nel 1999, a 23 anni, vari ricoveri per disturbo d’ansia con attacchi di panico, disturbo ossessivo compulsivo, depressione dell’umore. Deborah lamenta irrequietezza e distraibilità, incapacità a mantenere l’attenzione, insonnia, ideazione a sfondo persecutorio.
Persiste la bulimia. Pesa 65 kg. Presenta evidente dismorfofobia (arriva a mettere la colla sul naso di cui non accetta la gobbetta).
Dal 2000 torna nella famiglia di origine e passa il suo tempo
davanti allo specchio per molte ore al giorno. Si ripresenta un’esplicita conflittualità con la madre ossessiva ed espulsiva.
Comincia a prodursi microtraumi ripetuti (abrasioni e le-
sioni cutanee per eccessiva “ igiene personale ”, si strappa continuamente i capelli , le sopracciglia, i peli “superflui” ).
Ha episodi di gambling patologico ed compulsive buying. Dorme il giorno ed esce di notte.
MANNA, 2008
Nel 2000 ricovero in SPDC e diagnosi di
Disturbo di Personalità Borderline.
Nel 2001 ricovero in reparto medico per tireopatia trattata con Tapazole ed Inderal.
Nel 2002 trascorre un anno in Comunità Terapeutica dove viene descritta essere “… insofferente nella condivisione degli spazi… con gravi difficoltà nella elaborazione delle problematiche personali… con difficoltà nei rapporti interpersonali”.
Nel 2003, ritornata in famiglia,ulteriore ricovero
in SPDC per aggressività ed abuso d’alcol.
Successivamente inizia un’intensa relazione affettiva. Dal 2004, dopo una storia di scarsa consapevolezza di
malattia, di scarsa compliance ed un basso livello di funzionamento socio-lavorativo
Deborah chiede ed ottiene un aiuto specialistico. Assume con relativa regolarità i farmaci prescritti.
Recupera una sufficiente stima di sé. Riduce l’uso di alcolici ed i comportamenti bulimici.
Riprende il dialogo con la madre convivente. Con fatica progetta il futuro e cerca lavoro.
MANNA, 2008
Quali e quante diagnosi categoriali ha accumulato Deborah nella sua storia clinica?
1 Anoressia Nervosa
2 Depressione dell’Umore con Tentato Suicidio
3 Abuso di alcool e sostanze
4 Bulimia Nervosa 5 Disturbo del controllo degli impulsi, con aggressività, ipersessualità, gambling patologico, compulsive buying
6 Disturbo da attacchi di panico
7 Dismorfofobia
8 Disturbo borderline con ideazione paranoidea transitoria e micro-autolesionismo.
ll suo è un caso di comorbidità psichiatrica ?
I suoi sintomi possono essere considerati espressione di una
sola categoria diagnostica ? Se si, quale ?
Esiste una comune fisiopatogenesi di sintomi tanto diversi ed
apparentemente lontani non solo sul piano clinico, ma
anche sul piano interpretativo neuro-funzionale?
MANNA, 2008
MMPI effettuato nel 1999 (parte I)
Il soggetto ha risposto sinceramente agli items del test.
Il soggetto è gravemente disturbato e difficilmente riesce a evitare
comportamenti inadeguati.
Sono presenti delle carenze accentuate nella capacità di controllare i
comportamenti e le reazioni emotive.
Le idee del soggetto assumono caratteri nettamente ipocondriaci.
Somatizzazioni d’ansia.
A livello comportamentale ciò può tradursi anche in una riduzione dell’interesse e dell’attenzione per l’ambiente sociale.
Il soggetto è profondamente depresso. Possono essere presenti rallentamenti, povertà ideativa, polarizzazioni pessimistiche.
E’ presente un’elevata quota d’ansia espressa in forme somatiche.
Sono possibili sintomi di conversione isterica.
MANNA, 2008
MMPI effettuato nel 1999 (parte II)
Il soggetto ha risposto sinceramente agli items del test.
Sono possibili acting out.
Il soggetto tende ad essere impulsivo senza essere in grado di
valutare realisticamente le conseguenze dei suoi conportamenti.
L’adattamento agli stereotipi di comportamento del gruppo è carente.
E’ presente una certa difficoltà di adattamento ed una notevole dispersione di interessi. Il soggetto tende a praticare attività estensive piuttosto che intensive, attività superficiali e poco durature piuttosto che profonde e costanti.
Vallo psicotico Pa(T83) Pt (T69) Sc (T77) che appare accompagnato dalle punte nevrotiche alte.
Ciò può far pensare ad una situazione psicotica con copertura pseudo-nevrotica molto controllata (F > 75/80) o una produzione isterica con sintomatologia di tipo dissociativo e disturbi del
pensiero a sfondo persecutorio (F < 75/80).
MANNA, 2008
Comorbidità reale oppure comorbidità fittizia ? Cosa trattare ? Con quali priorità ? Con quali terapie ?
MANNA, 2008
Categorie
Diagnostiche ?
Continuum Psicopatologico ? Spettri sindromici ? Dimensioni psicopatologiche ?
MANNA, 2008
Negli ultimi anni,
l’attenzione di molti clinici e
ricercatori è stata focalizzata
prima sulla
comorbidità psichiatrica
oggi sul
CONTINUUM PSICOPATOLOGICO
IN UNA NUOVA PROSPETTIVA
NOSOGRAFICA DIMENSIONALE
NON CATEGORIALE.
MANNA, 2008
Piromania
Comportamenti esplosivi intermittenti
Serial killers
Parafilie “attive”
Onanismo (masturbazione compulsiva)
Compulsioni sessuali
Gambling patologico
Cleptomania
Autolesionismo
Bulimia
Tricotillomania
Compulsive buying
MANNA, 2008
dei disturbi del controllo degli impulsi
IMPULSIVITÀ COME DIMENSIONE
PERVASIVA DELLO SPETTRO
AFFETTIVO-IMPULSIVO-ADDITIVO
Dist.
Pers.
Cluster
B
Dist.
Contr.
Impulsi
Dist.
Uso
Sostanze
Ipomania
Mania
Stati misti
Manna et al. Ital. J. Psychopathol. 2005
MANNA, 2008
Disturbi da
Uso di
Sostanze
Manna et al. Ital. J. Psychopathol. 2006 ; 12: 72-84
MANNA, 2008
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
Disturbi
dell’alimentazione
Disturbi del
Controllo
degli Impulsi
Disturbi dell’umore Bipolarità / Stati misti
Ipomania / depressione agitata
Disturbi di
Personalità
Cluster
B
Il continuum Compulsività-Impulsività
(adattata da Hollander & Wong, 1995)
Compulsività Impulsività 5 - HT
DOC
DIST.
DISMORF.
CORPOREO
ANORESSIA
DEPERSON.
IPOCONDRIA
SINDROME
TOURETTE
TRICOTILLO -
MANIA
BULIMIA
ACQUISTI
COMPULSIVI
CLEPTOMANIA
GIOCO
AZZARDO
PATOLOGICO
DIST. COMP.
SESSUALE
DP
BORDERLINE
DP
ANTI SOCIALE
SOVRASTIMA DEL RISCHIO
EVITAMENTO DEL PERICOLO
SOTTOSTIMA DEL PERICOLO
RICERCA DEL RISCHIO
RICERCA NOVITA’
ABUSO DI
SOSTANZE
MANNA, 2008
MANNA, 2008
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
Manna V, It. J. Psychopat. 2006; 12: 72-84
MANNA, 2008
L’assunzione di cibo, i comportamenti sessuali e materno-infantili,
i comportamenti di fuga ed aggressione sono diretti verso
obiettivi essenziali per la sopravvivenza dell’individuo
e della specie.
La selezione naturale ha assicurato la sopravvivenza degli
organismi che esibivano questi comportamenti associati a
potenti proprietà di ricompensa.
Gli stimoli naturalmente gratificanti hanno capacità motivazionali
distinguibili in tre componenti:
1. COMPONENTE PREPARATORIA (DESIDERIO-APPETIZIONE);
2. COMPONENTE INCENTIVANTE (ECCITAMENTO-APPROCCIO);
3. COMPONENTE CONSUMATORIA (GRATIFICAZIONE-PIACERE).
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
Manna V, It. J. Psychopat. 2006; 12: 72-84
MANNA, 2008
La componente preparatoria ed incentivante si associa a
cambiamenti ergotropi (vigilanza, attivazione motoria, aumento del tono simpatico, catabolismo) e sembra maggiormente correlata al tono dopaminergico mesolimbico.
La componente consumatoria si associa a
cambiamenti trofotropi (sedazione, anabolismo ed aumento del tono parasimpatico) e sembra correlata non solo al tono dopaminergico mesolimbico, ma anche al tono endorfinergico.
LE DROGHE MIMANO GLI STIMOLI NATURALI GRATIFICANTI.
ESSE HANNO PROPRIETÀ RINFORZANTI E MOTIVAZIONALI, CHE ATTIVANO COMPORTAMENTI DI RICERCA ED
APPETIZIONE SPECIFICA (CRAVING),
CON ASPETTI SPESSO COMPULSIVI E, TALORA, IMPULSIVI
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
MANNA, 2008
CRAVING
IL CRAVING O APPETIZIONE PATOLOGICA PER LE SOSTANZE,
SI CARATTERIZZA PER:
FORTE ATTRAZIONE COMPULSIVA O IMPULSIVA,
VERSO SITUAZIONI CHE PERMETTONO L’ASSUNZIONE DI SOSTANZE;
PRESENZA DI UNA COMPLESSA E VARIABILE
SINTOMATOLOGIA NEURO-VEGETATIVA;
PRESENZA DI UNA COMPLESSA E VARIABILE
SINTOMATOLOGIA EMOTIVA (ANSIETÀ, ETC.);
PRESENZA DI UNA COMPLESSA E VARIABILE
SINTOMATOLOGIA COGNITIVA (IDEAZIONE COMPULSIVA, ETC.);
ATTIVAZIONE COMPORTAMENTALE
PER LA RICERCA E L’ASSUNZIONE DI SOSTANZE;
INCAPACITÀ AD INTERROMPERE QUESTA ATTIVAZIONE
COMPORTAMENTALE, NONOSTANTE RISCHI, PERICOLI E DIVIETI;
COMPORTAMENTI DI EVITAMENTO FOBICO DELLE CONDIZIONI DI ASTINENZA.
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
MANNA, 2008
LA DIPENDENZA DA SOSTANZE
COME STRESS CICLICO Lo stress può essere considerato un fattore importante nel
mantenimento del ciclo d’assunzione delle droghe d’abuso.
Tale ciclo d’assunzione presenta quattro fasi riconoscibili:
1. La fase del “craving” inteso come bisogno compulsivo o impulsivo di
assumere sostanze;
2. La fase dell’assunzione, con tutti gli effetti connessi;
3. La fase d’ansia anticipatoria della fase astinenziale;
4. La fase d’astinenza con i sintomi specifici connessi, associati ad
aspetti emotivi di tipo depressivo, quali anedonia, apatia, disforia
ed irritabilità.
….la fase del “craving”……
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
MANNA, 2008
LA DIPENDENZA DA SOSTANZE
TRA STRESS E VULNERABILITÀ
Numerosi studi confermano il coinvolgimento funzionale di alcuni
neuro-peptidi a livello amigdaloideo e meso-cortico-limbico, quali CRF,
NPY e somatostatina nella vulnerabilità all’uso di sostanze e nella
risposta allo stress.
La dipendenza da sostanze risulta essere correlata a numerosi indici
neuro-biologici di vulnerabilità genetica che coinvolgono diversi
recettori per i neurotrasmettitori ed i neuro-peptidi, enzimi e citocromi.
Gli studi di genetica delle dipendenze da sostanze
hanno permesso di definire, già, diversi geni canditati
e specifici nella vulnerabilità a specifiche sostanze d’abuso.
(O.M.S. 2004)
Alla ricerca di meccanismi patogenetici comuni tra dipendenze e psicopatologia
Factors Contributing to Vulnerability to Develop a Specific Addiction
use of the drug of abuse essential (100%)
Genetic
(25-50%)• DNA
• SNPs
• other
polymorphisms
Drug-Induced Effects
(very high)
Environmental
(very high)• prenatal
• postnatal
• contemporary
• cues
• comorbidity
Kreek et al., 2000
• mRNA levels
• peptides
• proteomics
• neurochemistry
• behaviors
MANNA, 2008 Kreek et al., 2000
Natural Rewards Elevate Dopamine Levels
0
50
100
150
200
0 60 120 180
Time (min)
% o
f B
asal D
A O
utp
ut
NAc shell
Empty
Box Feeding
Di Chiara et al.
FOOD
100
150
200
DA
Co
nc
en
tra
tio
n (
% B
as
eli
ne
)
Mounts Intromissions Ejaculations
15
0
5
10
Co
pu
latio
n F
req
uen
cy
Sample
Number
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
Female 1 Female 2
Fiorino and Phillips
SEX
MANNA, 2008
Images of axial sections obtained with PET, showing DA D2 receptors in nonhuman primates
that were initially tested while housed in separate cages and then retested after being
housed in a group. Animals that became dominant when placed in a group (a) showed
increased numbers of DA D2 receptors in striatum, whereas subordinate animals (b) did not.
(c) The levels of cocaine administration in the subordinate and the dominant animals. Note
the much lower intake of cocaine by dominant animals which possessed higher numbers of
DA D2 receptors. The temperature scale was used to code the PET images; radiotracer
concentration is displayed from higher to lower as yellow > red.
Asterisks indicate significant differences in drug intake between groups
Dominant
Subordinate
IndividuallyHoused
GroupHoused
**
S.003 .01 .03 .1
0
10
20
30
40
50
Rei
nfor
cers
(pe
r se
ssio
n)
Cocaine (mg/kg/injection)
Dominant
Subordinate
Morgan, D. et al. Nature Neuroscience, 5: 169-174, 2002.Morgan, D. et al. Nature Neuroscience, 5: 169-174, 2002.
MANNA, 2008
A physiologic Release of Dopamine
200
250
300
50
100
150
Do
pam
ine (
% C
han
ge)
0 60 120 180 240
Time (min)
Cocaine
Footshock Sucrose
Nicotine Alcohol
MANNA, 2008
I DISTURBI DELLA FUNZIONE EDONICA
ANEDONIA (Ribot, 1897):
incapacità del paziente di provar piacere di qualunque tipo.
Nell’ambito dell’anedonia sono distinguibili due componenti:
1. l’incapacità di desiderare il contatto con stimoli gratificanti;
2. l’incapacità di provar piacere, in rapporto a stimoli o attività solitamente gratificanti.
I circuiti dopaminergici meso-cortico-limbici svolgono un ruolo rilevante nei meccanismi della ricompensa ed in quelle condizioni cliniche in cui la capacità di provar piacere risulta alterata.
Numerosi studi hanno evidenziato l’importanza relativa:
del tono oppioide a livello del NUCLEO ACCUMBENS;
del tono GABAergico tronco-encefalico;
del tono adrenergico e serotoninergico.
MANNA, 2008
MANNA, 2008
Qual è il correlato clinico di un’alterata funzione del
sistema meso-limbo-corticale?
Una patologia funzionale dei circuiti neuronali correlati alla gratificazione
quali sintomi induce ?
I DISTURBI DELLA FUNZIONE EDONICA
L’assunzione reiterata di droghe d’abuso: 1. alza la soglia di gratificazione
2. induce eventi neuro-adattivi che producono una disregolazione omeostatica edonica (DISEDONIA)
Alcuni modelli animali (ratti tossicofili Fischer F344)
confermano che alterazioni della regolazione omeostatica edonica (DISEDONIA) possono pre-
esistere all’assunzione di sostanze e trovare paradossale compenso funzionale nell’uso di droghe.
In questa prospettiva, la DISEDONIA potrebbe indurre o facilitare l’insorgere di un abuso di sostanze ed
essere sottesa a numerosi altri disturbi comportamentali, in ambito psichiatrico.
Manna et al. It. J. Psychopath. 2003; 1 (9): 71-92.
MANNA, 2008
I DISTURBI DELLA FUNZIONE EDONICA Il termine di “disedonia” (disregolazione dell’omeostasi edonica)
potrebbe includere tutte le possibili variazioni qualitative e quantitative della capacità di gratificazione del soggetto.
La capacità edonica, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere distinta in tre componenti fondamentali:
l’impatto edonico;
l’apprendimento della ricompensa;
l’efficacia dell’incentivo a stimolare o deprimere “il piacere”.
L’impatto edonico sarebbe correlato all’attivazione elicitata dallo stimolo incondizionato.
L’apprendimento della ricompensa sarebbe da correlare all’apprendimento associativo tra stimolo condizionato e stimolo incondizionato.
La terza componente rileverebbe, negli incontri successivi con lo stimolo, quanto esso sia stato gratificante tanto da essere successivamente ricercato. Risulta evidente come queste diverse componenti siano evidenziabili anche nell’uomo, soprattutto, in rapporto ai fenomeni di “craving” per le sostanze d’abuso, ma anche per cibo, alcol, sesso e gioco d’azzardo.
Manna et al. Dyshedonia It. J. Psychopath. 2003; 1 (9): 71-92. MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Il DSM IV (1994) individua:
l’anoressia nervosa (AN) e la bulimia nervosa (BN).
Caratteristica comune alle due sindromi è la presenza di un’alterata percezione del peso e dell’immagine corporea.
Nel DSM IV i disturbi alimentari che non rientrano specificamente in queste due categorie sono classificati come Non Altrimenti Specificati (NAS).
Di recente, però, il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI) ha ricevuto specifica attenzione ed è stato inserito nell’appendice B del DSM IV.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
L’approccio nosografico DSM IV ai disturbi
dell’alimentazione resta un approccio diagnostico
categoriale.
A lungo si è dibattuto se i disturbi dell’alimentazione
vadano considerati in un “continuum” che va dal
comportamento alimentare “normale” al
comportamento alimentare patologico, includendo in
tale spettro diagnostico anche disturbi minori, quali il
seguire diete (dieting) o il fare abbuffate (binge) o se
invece i quadri clinici tipici, descritti
nosograficamente, vadano considerati categorie
discrete, distinte sul piano etio-patogenetico. (Polivy J,
Herman CP. 1987)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Coloro che propongono l’inquadramento
diagnostico dimensionale sostengono che
esistono numerosi disturbi alimentari, nella
popolazione generale, distribuiti in modo
continuo e non discreto. (Striegel-Moore RH. 1980)
In numerosi studi si è evidenziato, infatti, che
solo la metà dei soggetti, che si rivolgono
ad un servizio per la cura dei disturbi
alimentari, presenta quadri clinici
conclamati d’anoressia e bulimia nervosa.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Paradossalmente, nella popolazione generale
i disturbi alimentari atipici, subclinici,
sottosoglia, o NAS sono tanto frequenti, se
non più frequenti, dei disturbi alimentari
conclamati, che hanno ricevuto
un’identificazione nosografica. (Shisslak CM et al. 1995)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
La ricerca in ambito neurobiologico, neuro-endocrinologico e psicofarmacologico ha prodotto una messe di dati scientifici, sia sperimentali sia clinici, sui fattori biologici sottesi al comportamento alimentare normale e patologico.
(Mauri MC et al. 1996; Kaye WH et al, 1998)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
In termini generali, il comportamento alimentare tende alla conservazione dell’equilibrio omeostatico di un organismo in un determinato contesto ambientale.
In tale ottica, il comportamento esibito da qualsiasi essere vivente può essere interpretato, in prima istanza, alla luce di questa finalità omeostatica, tesa, in pratica, alla sopravvivenza, in condizioni di benessere dell’individuo e alla conservazione della specie.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
I sistemi neurali deputati alla complessa attività regolatoria del comportamento alimentare, sono integrati a livello ipotalamico mediale, in particolare dai nuclei paraventricolari (PVN) e dai nuclei ventromediali (VMN).
Tali nuclei svolgono un’articolata funzione
d’integrazione delle afferenze periferiche, provenienti dall’apparato digerente, con prevalente mediazione neuroendocrina, ma anche da altre aree cerebrali, con prevalente neurotrasmissione aminergica e neuromodulazione peptidergica.
(Jimerson DC et al. 1983)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Una sintetica descrizione di questa complessa funzione d’integrazione vede il coinvolgimento di:
segnali di fame, mediati prevalentemente da noradrenalina e neuropeptide Y; segnali di sazietà, mediati prevalentemente da serotonina e colecistochinina; segnali di piacere, mediati prevalentemente da dopamina e oppioidi endogeni; segnali metabolici, mediati prevalentemente da insulina e peptina.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Il tono noradrenergico centrale svolge un’azione facilitante il comportamento d’assunzione di cibo.
Il neuropeptide Y (NPY) ed il peptide YY sono potenti stimolatori dell’appetito.
Il rapporto tra serotonina (5HT) cerebrale e comportamento alimentare è sostanzialmente circolare.
La sintesi di 5HT dipende dall’apporto alimentare di triptofano, mentre, il comportamento alimentare è sensibilmente influenzato dal tono serotoninergico centrale.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Nella AN è stato evidenziato un basso tono serotoninergico centrale. L’ipertono serotoninergico può essere considerato una caratteristica di “tratto” neurobiologico, che può facilitare la ricaduta. Le variazioni del tono serotoninergico cerebrale, presenti nei soggetti con AN, potrebbero correlarsi ad aspetti psicopatologici di tipo ossessivo-compulsivo, con tendenze all’anancasmo ed al perfezionismo.
Nella BN è stata evidenziata una correlazione inversa tra i livelli di 5HT e la frequenza d’abbuffate.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
In un’ottica dimensionalistica, i disturbi dell’alimentazione potrebbero essere interpretati in un continuum di disfunzione serotoninergica.
Infatti, livelli elevati di 5HT indurrebbero condotte anoressiche e comportamenti ossessivo-compulsivi, mentre, bassi livelli di 5HT produrrebbero condotte impulsive, con perdita del controllo sul comportamento appetitivo, quindi, abbuffate nei soggetti bulimici ed affetti da “binge eating disorder” e “craving” specifico per i dolci, anche nei soggetti obesi e/o depressi. (Brewerton A. 1995; Wurtman JJ. 1990)
Il polipeptide colecistochinina (CCK) induce sazietà negli animali e nell’uomo. (Geracioti TD et al, 1992)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
La dopamina svolge un ruolo fondamentale nei circuiti mesolimbici implicati nel controllo della funzione edonica. L’assunzione di cibo determina rilascio di DA nei siti cerebrali già descritti e coinvolti nel fenomeno del “reward”.
I soggetti con BN con alta frequenza di “bingeing behavior” mostrano ridotti livelli di DA cerebrale. (Jimerson DC. 1993)
Nella AN è stata evidenziata una riduzione delle risposte neuroendocrine (GH, PRL) dopo stimolo DA che persiste, almeno in parte, anche dopo recupero del peso corporeo. (Halmi KA. 1995)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Gli oppioidi endogeni stimolano il comportamento alimentare, negli animali da esperimento, mentre gli antagonisti oppioidi, come il naloxone, tendono a diminuirlo. (Kaye WH. 1992)
I soggetti affetti da AN sottopeso presentano livelli endorfinergici variabili e gli effetti di un trattamento con farmaci agonisti/antagonisti oppioidi induce effetti contrastanti. (Kaye WH. 1993)
E’ probabile che l’effetto degli oppioidi endogeni sia bifasico, con effetti stimolanti il comporta-mento alimentare, a livelli medio-bassi, ed inibizione del comportamento alimentare, a dosaggi elevati.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
I livelli endorfinergici tendono a normalizzarsi con il recupero del peso corporeo, nei soggetti affetti da AN.
Ciò induce ad ipotizzare un loro ruolo patogenetico, nella perpetuazione del disturbo e nell’eventuale ricaduta, ma non un ruolo causale, propriamente detto. (Hubner HF.1993)
Nella BN si sono registrati dati contrastanti nello studio del rapporto tra livelli endorfinici e comportamento alimentare.
E’ stata però evidenziata una correlazione inversa tra attività oppioide e disturbi depressivi dell’umore, nonché una correlazione diretta tra livelli endorfinici e frequenza delle abbuffate.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
La vasopressina e l’ossitocina sono due polipeptidi ipotalamici con importanti effetti neuroendocrini e cognitivi.
L’ossitocina, oltre a stimolare parto e lattazione, svolge un ruolo d’antagonista dell’ormone ACTH, anche in condizioni di stress, e tende a ridurre il consolidamento dei ricordi ed a limitare la rievocazione delle tracce mnesiche. (Jackson EK. 1995)
La vasopressina svolge una funzione di controllo dell’osmolarità plasmatica a livello renale, ma facilita, inoltre, il rilascio di ACTH nella reazione da stress, potenziando le capacità mnesiche.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Nella AN sono state evidenziate significative alterazioni dell’increzione di vasopressina, che non risponde più regolarmente alle variazioni della natremia. (Mauri et al. 1996)
L’increzione d’ossitocina è diminuita, in corso di AN, con una relativa prevalenza della vasopressina.
Alcuni autori hanno correlato queste variazioni ai disturbi del pensiero e delle funzioni cognitive, proprie delle anoressiche sottopeso.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
La vasopressina è alterata tanto nei soggetti bulimici che nei soggetti in sovrappeso, senza comportamenti di vomito indotto.
Il CRF inibisce l’alimentazione nell’animale da esperimento.
Nelle anoressiche sottopeso sono stati evidenziati elevati livelli liquorali di CRF, ma anche elevati livelli di ACTH e cortisolo plasmatici.
L’attività funzionale dell’asse ipofisi-ipotalamo-surrenalica si normalizza, con il recupero del peso, nella AN.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
L’increzione di CRF potrebbe svolgere un ruolo nel mantenimento e nella ricaduta in fase sintomatica della AN.
I soggetti affetti da AN tornati normopeso, che mantengono un’iperincrezione di CRF persistente, presentano, spesso, sintomi di depressione.
L’iperincrezione di CRF può precedere o promuovere sintomi anoressici, in soggetti depressi.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
La frequenza del “binge-eating disorder” secondo alcune stime, negli U.S.A. nella popolazione generale raggiunge il 2- 5 %.
Il bisogno di mangiare è descritto dai pazienti come incoercibile, preceduto da un’ideazione ossessiva, a tematica alimentare, che precede l’abbuffata, in pratica il comportamento appetitivo caotico e disordinato, che sembra presentare le caratteristiche di una vera e propria compulsione.
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
La sensazione esperita è di un impulso irrefrenabile all’assunzione di cibo, smodato ed incontrollabile, sia per il tipo d’alimenti assunti, sia per la durata dell’abbuffata. (Apfeldorfer G. 1996)
I pazienti sono spesso disforici, con slivellamento depressivo del tono dell’umore e ansia.
Nella storia personale di questi pazienti sono frequentemente presenti episodi di violenza fisica e sessuale. (Yanoski SZ et al 1993)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
E’ stata evidenziata frequentemente una comorbilità psichiatrica caratterizzata dalla presenza di depressione maggiore, distimia e depressione atipica. (Shisslak CM 1995)
Molto spesso si associa al DAI un disturbo d’ansia generalizzata, l’abuso di sostanze psico-attive e d’alcol, come pure il disturbo borderline di personalità (14% dei casi). (Ricca V et al. 1998)
MANNA, 2008
Correlati neurobiologici dei disturbi alimentari
Nel paradigma interpretativo della disregolazione omeostatica edonica, il DAI potrebbe essere considerato come un disturbo da perdita di controllo sul comportamento alimentare, nella sua componente appetitiva.
E’ noto, infatti, che il glucosio ha effetti inibitori sulla trasmissione dopaminergica, potenzia nell’animale la catalessia indotta dall’aloperidolo, mentre il comportamento stereotipato, indotto dall’amfeta-mina, è ridotto nel ratto diabetico. (Dwyer DS 2001)
Una “disregolazione omeostatica edonica” potrebbe, inoltre, svolgere un importante ruolo patogenetico anche negli altri disturbi dell’alimentazione.
MANNA, 2008
Malessere !?!
Dispiacere ?!?
Sconforto !?!
Vuoto ?!?
Dyshedonia When your best just isn’t good enough
www. salus. it / psichiatria
Manna V. et al. It. J. Psychopath. 2003 MANNA, 2008
Salutisti, in teoria 1.
A dispetto delle migliori intenzioni, un'alta percentuale di persone cede alla gola in modo impulsivo. Uno studio olandese 2008 La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni e, come dimostra uno studio pubblicato su Journal of Nutrition Education and Behaviour, anche quella del mangiar sano.
Un gruppo di medici e biologi nutrizionisti dell’Università olandese di Wageningen, ha dimostrato che, a dispetto delle migliori intenzioni, all'atto pratico quasi tutti cedono alla gola.
I rischi derivanti da una dieta ad alto tasso di zuccheri o colesterolo sono noti alla stragrande maggioranza della popolazione.
Il contenuto calorico, in grassi (saturi e insaturi) e in minerali di ogni cibo è riportato sulle confezioni per legge, proprio per consentire a coloro che acquistano qualsiasi genere alimentare di tener conto dell'apporto nutrizionale.
MANNA, 2008
Salutisti, in teoria 2. I ricercatori hanno voluto verificare il consumo di snack considerati poco sani, come barrette dolci o caramelle sia una scelta vera e propria, ponderata a priori, o se si tratti, piuttosto, di un gesto compulsivo ed estemporaneo, volto all’appagamento di un desiderio improvviso. Per trovare la risposta, a 585 impiegati d’ufficio è stato chiesto di esprimere una “intenzione di scelta” tra una una mela, una banana (snack salutari), una barretta dolce o una cialda sciroppata (snack non salutari). Una settimana dopo, in un “bar laboratorio”, gli stessi soggetti sono stati messi di fronte ai quattro tipi di spuntino, per verificare se la scelta effettiva fosse coerente con le intenzioni.
MANNA, 2008
Salutisti, in teoria 3.
Risultato? Quasi il 30 per cento di coloro che avevano manifestato tendenze salutiste hanno poi scelto la barretta dolce o la cialda. Mentre il 90 per cento di chi che aveva dichiarato di voler scegliere gli alimenti più nocivi per la salute ha mantenuto la propria posizione. Come era logico aspettarsi, la discrepanza tra teoria e pratica si concentra prevalentemente sui cibi salutari, e in negativo (passaggio da un cibo salutare ad uno più nocivo).
MANNA, 2008
Salutisti, in teoria 4.
“L’intenzione è dettata dal raziocinio, guidato dalla neocorteccia, cioè la parte più esterna e sviluppata del cervello”, commenta Pascalle Weijzen, uno degli autori, “mentre la scelta pratica poggia su meccanismi che risiedono nella parte più antica del nostro encefalo”. È da notare, continua il ricercatore, che il “cambio di bandiera” avviene più raramente tra coloro che adottano quotidianamente una dieta sana.
MANNA, 2008
CORTECCIA (OFC)
PREFRONTALE VENTRALE
ELABORAZIONE DI
INFORMAZIONI “CALDE”
(vissuti)
PIANIFICAZIONE EMOTIVA
CINGOLO ANTERIORE
ATTIVAZIONE IN TUTTI GLI
SFORZI COGNITIVI
Ippocampo Elaborazione
cognitiva ed
emotiva delle
memorie
CORTECCIA (DLPFC)
PREFRONTALE DORSALE
ELABORAZIONE DI
INFORMAZIONE “FREDDA”
(calcolo, previsione, decisione)
PIANIFICAZIONE COGNITIVA
Lobo
Temporale
Mediale ed
Amigdala attivazione motoria
“emotiva”
Aree primarie
corticali motorie e sensoriali
Nuclei della
base striato e talamo
MANNA, 2008
L’UOMO È UN’UNITÀ BIO-PSICO-SOCIALE
Psichè Bios
Polis
PROBLEMATICHE
MEDICHE PROBLEMATICHE
PSICOLOGICHE
PROBLEMATICHE
SOCIO-RELAZIONALI
MANNA, 2008
La salute è benessere
bio-psico-sociale (WHO)
Psichè Bios
Polis
TRATTAMENTI
MEDICI
PERSONALIZZATI
TRATTAMENTI
PSICOLOGICI
PERSONALIZZATI
TRATTAMENTI
SOCIO-RELAZIONALI
PERSONALIZZATI
MANNA, 2006
PERSONA
Grazie per l’attenzione ! MANNA, 2008
Dal 2004 Deborah inizia un’intensa relazione affettiva. Chiede ed ottiene un aiuto specialistico.
Assume con relativa regolarità la terapia prescritta Recupera una sufficiente stima di sé. Riduce l’uso di alcolici ed i comportamenti bulimici. Riprende il dialogo con la madre convivente.
Passa sempre meno tempo davanti allo specchio.
Deborah
Progetta il futuro ed ha iniziato un lavoro d’ufficio.