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DI LAURA GALIMBERTI droscalo, periferia della periferia: il piccolo lembo di spiaggia sottratto al porto turistico, alla foce del Tevere, ha accolto mercoledì sera la preghiera semplice delle comunità parrocchiali di Ostia in preparazione alla celebrazione del Corpus Domini in programma oggi alle 18 con il Papa (la Messa davanti alla parrocchia di Santa Monica e poi la processione che arriverà nei pressi di Nostra Signora di Bonaria). A guidare l’adorazione eucaristica don Fabio Vallini, della fraternità dell’Incarnazione, già parroco a Corviale e da 16 anni pastore all’Idroscalo. A presiederla monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma per il settore Sud e vicario generale della diocesi di Ostia. È il mare e il suono dolce della risacca a rievocare immagini e storie note: «È sulle rive del mare che Gesù incontra i pescatori e li chiama ad altra missione; sulle rive del mare che si raduna la folla per ascoltarlo». Una barca capovolta è nei pressi dell’altare, impreziosito da pannelli di stoffa cuciti a mano a raffigurare l’ostia e due spighe di grano: «Quella barca tirata a riva è il simbolo del fallimento, della delusione, dell’impotenza. Forse anche loro non avevano capito che Lui era lì», sottolinea Lojudice. «È l’essere in comunione profonda con Gesù a garantire un dialogo fecondo», una comunione ancorata saldamente nell’ultima cena. Nel Medioevo il desiderio di custodirla ed adorarla dà forma alla tradizione della processione del Corpus Domini per dire a tutti che Gesù è presente. «Non siamo accanto ad un assente silenzioso – osserva il presule – ma ad un presente nascosto che attende il nostro silenzio per rivelarsi». Una preghiera che sa riempire di speranza, guarendo amarezza, depressione, ansie. «Mettiamo ai piedi di questa presenza silenziosa i nostri sentimenti, soprattutto la rabbia, perché Lui possa prendere tutto e noi sentirci meno soli». Nel silenzio di una notte “significativa” l’invito del vescovo a «pregarlo per accorgerci che è Lui che prega per noi, fonte di autentica consolazione che dona senso a questo luogo, tempo e spazio». L’invito a riconoscerlo sempre nell’Eucarestia, come nel povero, nel bisognoso. «In Lui verranno le risposte più ricche perché Ostia possa rivelare il suo volto migliore» è l’auspicio di Lojudice. Verso la solennità di oggi che «ha al centro Gesù. Il Papa, come i vescovi e i sacerdoti ricordano la presenza viva di Dio in mezzo a noi. Scaturisca da questo la gioia di vivere in ciascuno». «Ostia ha bisogno di ricominciare, tornare all’inizio, al libro della Genesi, per tornare a capire Dio perché sempre si può ricominciare», sottolinea a margine della preghiera il prefetto don Salvatore Tanzillo, parroco di Sant’Agostino Vescovo, presente con i parroci della XXVI prefettura. Per padre Gheorge Militaru, della comunità ortodossa rumena, è «una preghiera che parla di umiltà e ascolto, in questa cornice straordinaria della natura che Dio ha plasmato per noi. Lo attendiamo perché Lui dica come portare la fede ad un popolo assetato». Don Fabio Vallini parla di una «comunità povera e piccola. Pregare insieme è sempre una grande gioia. Qui convivono persone di culture e provenienze diverse, 400 famiglie. Tanti i bambini che nel pomeriggio giocano insieme per strada, come un tempo. Una comunità non capìta, illusa con tante promesse – posti di lavoro, allaccio alle fognature del porto, presa in cura della piccola spiaggia –, tutte disattese. Eppure una comunità capace di solidarietà di fronte a tanti problemi, di supporto reciproco, valori preziosi nel mondo di oggi. Un piano rispettoso deve nascere da dentro, partire dal valore aggiunto delle persone per promuoverle autenticamente. Questa comunità – incalza Vallini – chiede la tranquillità di vivere serenamente in questo luogo, senza precarietà, senza la paura di essere divisa e catapultata altrove. Allora potrebbe mettere in campo il meglio di sé». I Generale, diacono, nonno, vedovo, da ieri sacerdote DI MICHELA ALTOVITI enerale, marito, padre, nonno, vedovo. Infine, da ieri, sacerdote. È la storia di Antonio Celletti, diacono permanente della diocesi, da poche ore entrato nell’ordine del presbiterato. Sessantotto anni, generale dell’Aeronautica militare in pensione, vedovo, padre e nonno di due bambine, ha ricevuto ieri sera l’ordinazione dal vescovo Daniele Libanori, delegato per il diaconato permanente, nella sua parrocchia di Sant’Ireneo, a Centocelle. G «Provo un senso di inadeguatezza per la grandezza del compito a cui sono chiamato – ha spiegato Celletti – ma questa esperienza mi apre necessariamente a una dimensione più grande e totalizzante, quale è l’amore di Dio, ed è solo Lui la base solida sulla quale fondare la propria vita». Alla fine di novembre del 2006, Celletti rimase vedovo della moglie Luciana, «una donna meravigliosa con la quale ho condiviso 31 anni di un matrimonio felice, nonostante la sua malattia», che ha comportato tanti interventi chirurgici e che in molti frangenti «ci ha condotto a scorgere l’epilogo doloroso di una vita insieme». In quell’occasione, «il mio parroco, don Paolo Aiello, – ha raccontato – mi propose l’esperienza del diaconato permanente», ottenuto poi nel gennaio del 2015 dopo un percorso di discernimento e formazione: «Ho conseguito il baccalaureato in Scienze religiose presso l’Università Lateranense e ora sono iscritto alla Facoltà di Teologia». Il diaconato vissuto come servizio ai fratelli, «specialmente quelli che sono lontani o fuori dalla Chiesa», è stato per Celletti una naturale evoluzione dell’impegno in parrocchia, in particolare come «coordinatore dei 280 adoratori che rendono possibile l’esperienza dell’adorazione eucaristica perpetua e come responsabile delle attività del gruppo Caritas». Ancora, il nuovo presbitero assisteva gli ammalati, portando loro l’Eucarestia settimanalmente, ed era impegnato nel quartiere con i cenacoli di preghiera nelle case. Ad un certo punto, però, Celletti ha accolto come domanda di senso, «in un cammino di ricerca e discernimento che ho chiesto alla Chiesa», i “segni” di «richieste più ampie, rispetto al mio ruolo di diacono, che mi sembravano provenire dalle persone che incontravo»: la volontà è stata quella di capire «se fossero La storia di Antonio Celletti, ordinato ieri sera a Sant’Ireneo a 68 anni dal vescovo Libanori Marito per 31 anni, due figlie, il diaconato come servizio nella liturgia e tra gli ammalati ggi, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, alle 18 Papa Francesco presiederà la Messa a Ostia nella piazza antistante la parrocchia di Santa Monica. Concelebreranno l’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, i vescovi ausiliari e i sacerdoti delle parrocchie di Ostia. Al termine, si svolgerà la processione con il Santissimo Sacramento attraverso via delle Sirene, corso Duca di Genova, via della Corrazzata, via del Sommergibile, via dell’Idroscalo. La conclusione nel parcheggio di via della Martinica, vicino alla parrocchia di Nostra Signora di Bonaria, dove il Santo Padre impartirà la benedizione eucaristica. A piazza Santa Monica e nel parcheggio di via della Martinica saranno presenti varchi per l’accesso presidiati dalle forze dell’ordine. Non sono previsti biglietti per partecipare. Saranno circa 850 i bambini della Comunione, 150 i ragazzi degli oratori, 350 quelli delle Cresime. «Si interrompe una tradizione ma se ne riprende un’altra – sottolinea il vescovo Lojudice –: quella che fino al 1978, con Paolo VI, ha visto la celebrazione del Corpus Domini in zone diverse della città. Nel 1968 proprio Papa Montini lo celebrò a Ostia». Su Romasette.it tutti i servizi dello Spe- ciale Ostia di Roma Sette del 27 maggio O Corpus Domini. La veglia con Lojudice sulla spiaggia. Oggi alle 18 la Messa con il Papa Ostia, la preghiera all’Idroscalo espressione di una volontà di Dio». Quindi, la convocazione da parte del vescovo Libanori lo scorso aprile e la comunicazione che sarebbe stato il primo diacono permanente, vedovo, ad essere ordinato sacerdote nella diocesi di Roma. «La mia famiglia, mia figlia Barbara in particolare – ha chiosato Celletti –, ha accolto con stupore ma anche con gioia intensa questa notizia, pur nella preoccupazione per la mancanza delle abitudini quotidiane che non condivideremo più come prima». Chi ha fatto più domande è stata Maria, la nipotina più grande di Antonio che ha 9 anni e si sta preparando a ricevere il sacramento dell’Eucarestia: «Ha voluto essere rassicurata su due cose – ha concluso il novello sacerdote –: che rimarrò sempre il suo nonno, anche se mi vedrà dietro l’altare, e che potrò ancora giocare e parlare con lei quando ne avrà voglia e bisogno». La processione da Santa Monica Antonio Celletti Due immagini della veglia all’Idroscalo di Ostia con il vescovo Lojudice Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza i terrà il 28 giugno alle ore 16, nella basilica di San Pietro, il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di quattordici nuovi cardinali, tra i quali il vicario di Roma, Angelo De Donatis; dalle 18 alle 20 dello stesso giorno sono poi in pro- gramma le visite di cortesia ai nuovi cardinali. L’annuncio del Concistoro, com’è noto, era stato dato dal Papa domenica 20 maggio al termine della preghiera del Regina Coeli. Il giorno successivo, venerdì 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo, alle ore 9.30, è prevista sul sagrato della basilica di San Pietro la Messa con la benedizione dei palli per i nuovi arcivescovi metropoliti; alla celebrazione parteciperanno an- che i nuovi cardinali. Sempre il 29, alle ore 18, il vicario De Donatis presiederà i Vespri solenni nella basilica di San Giovanni in Laterano; quin- di saluterà i fedeli nel cortile del Palazzo Late- ranense. I fedeli e i sacerdoti che intendano partecipare al Concistoro possono richiedere come di consueto i biglietti alla Prefettura della Casa Pontificia; per i Vespri a San Giovanni in Laterano non è invece richiesto biglietto, e si può accedere liberamen- te alla basilica. S Concistoro a S. Pietro il 28 giugno alle 16 Statua di santa Bibiana torna all’Esquilino a restauri ultimati a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLV – Numero 22 – Domenica 3 giugno 2018 La liturgia di mercoledì con le parrocchie del litorale in preparazione alla solennità Il presule: «In Gesù verranno le risposte più ricche perché riveli il suo volto migliore» L’adorazione guidata da don Fabio Vallini. «Comunità illusa con tante promesse»

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DI LAURA GALIMBERTI

droscalo, periferia della periferia: ilpiccolo lembo di spiaggia sottratto alporto turistico, alla foce del Tevere, ha

accolto mercoledì sera la preghierasemplice delle comunità parrocchiali diOstia in preparazione alla celebrazionedel Corpus Domini in programma oggialle 18 con il Papa (la Messa davanti allaparrocchia di Santa Monica e poi laprocessione che arriverà nei pressi diNostra Signora di Bonaria). A guidarel’adorazione eucaristica don Fabio Vallini,della fraternità dell’Incarnazione, giàparroco a Corviale e da 16 anni pastoreall’Idroscalo. A presiederla monsignorPaolo Lojudice,vescovo ausiliare diRoma per il settoreSud e vicariogenerale delladiocesi di Ostia. È ilmare e il suonodolce della risacca arievocare immaginie storie note: «Èsulle rive del mareche Gesù incontra ipescatori e lichiama ad altramissione; sulle rivedel mare che siraduna la folla perascoltarlo». Unabarca capovolta ènei pressidell’altare,impreziosito dapannelli di stoffacuciti a mano a raffigurare l’ostia e duespighe di grano: «Quella barca tirata ariva è il simbolo del fallimento, delladelusione, dell’impotenza. Forse ancheloro non avevano capito che Lui era lì»,sottolinea Lojudice. «È l’essere incomunione profonda con Gesù a

garantire un dialogo fecondo», unacomunione ancorata saldamentenell’ultima cena. Nel Medioevo ildesiderio di custodirla ed adorarla dàforma alla tradizione della processionedel Corpus Domini per dire a tutti cheGesù è presente. «Non siamo accanto ad

un assente silenzioso –osserva il presule – ma adun presente nascosto cheattende il nostro silenzioper rivelarsi». Unapreghiera che sa riempire disperanza, guarendoamarezza, depressione,ansie. «Mettiamo ai piedi diquesta presenza silenziosa inostri sentimenti,soprattutto la rabbia,perché Lui possa prenderetutto e noi sentirci menosoli». Nel silenzio di una

notte “significativa” l’invito del vescovo a«pregarlo per accorgerci che è Lui cheprega per noi, fonte di autenticaconsolazione che dona senso a questoluogo, tempo e spazio». L’invito ariconoscerlo sempre nell’Eucarestia, comenel povero, nel bisognoso. «In Lui

verranno le risposte più ricche perchéOstia possa rivelare il suo volto migliore»è l’auspicio di Lojudice. Verso la solennitàdi oggi che «ha al centro Gesù. Il Papa,come i vescovi e i sacerdoti ricordano lapresenza viva di Dio in mezzo a noi.Scaturisca da questo la gioia di vivere inciascuno». «Ostia ha bisogno diricominciare, tornare all’inizio, al librodella Genesi, per tornare a capire Dioperché sempre si può ricominciare»,sottolinea a margine della preghiera ilprefetto don Salvatore Tanzillo, parrocodi Sant’Agostino Vescovo, presente con iparroci della XXVI prefettura. Per padreGheorge Militaru, della comunitàortodossa rumena, è «una preghiera cheparla di umiltà e ascolto, in questacornice straordinaria della natura che Dioha plasmato per noi. Lo attendiamoperché Lui dica come portare la fede adun popolo assetato». Don Fabio Vallini

parla di una «comunità povera e piccola.Pregare insieme è sempre una grandegioia. Qui convivono persone di culture eprovenienze diverse, 400 famiglie. Tanti ibambini che nel pomeriggio giocanoinsieme per strada, come un tempo. Unacomunità non capìta, illusa con tantepromesse – posti di lavoro, allaccio allefognature del porto, presa in cura dellapiccola spiaggia –, tutte disattese. Eppureuna comunità capace di solidarietà difronte a tanti problemi, di supportoreciproco, valori preziosi nel mondo dioggi. Un piano rispettoso deve nascere dadentro, partire dal valore aggiunto dellepersone per promuoverle autenticamente.Questa comunità – incalza Vallini –chiede la tranquillità di vivereserenamente in questo luogo, senzaprecarietà, senza la paura di essere divisae catapultata altrove. Allora potrebbemettere in campo il meglio di sé».

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Generale, diacono, nonno, vedovo, da ieri sacerdote

DI MICHELA ALTOVITI

enerale, marito, padre, nonno,vedovo. Infine, da ieri, sacerdote.È la storia di Antonio Celletti,

diacono permanente della diocesi, dapoche ore entrato nell’ordine delpresbiterato. Sessantotto anni, generaledell’Aeronautica militare in pensione,vedovo, padre e nonno di due bambine,ha ricevuto ieri sera l’ordinazione dalvescovo Daniele Libanori, delegato peril diaconato permanente, nella suaparrocchia di Sant’Ireneo, a Centocelle.

G

«Provo un senso di inadeguatezza per lagrandezza del compito a cui sonochiamato – ha spiegato Celletti – maquesta esperienza mi aprenecessariamente a una dimensione piùgrande e totalizzante, quale è l’amore diDio, ed è solo Lui la base solida sullaquale fondare la propria vita». Alla finedi novembre del 2006, Celletti rimasevedovo della moglie Luciana, «unadonna meravigliosa con la quale hocondiviso 31 anni di un matrimoniofelice, nonostante la sua malattia», cheha comportato tanti interventi chirurgicie che in molti frangenti «ci ha condottoa scorgere l’epilogo doloroso di una vitainsieme». In quell’occasione, «il mioparroco, don Paolo Aiello, – haraccontato – mi propose l’esperienza deldiaconato permanente», ottenuto poinel gennaio del 2015 dopo un percorsodi discernimento e formazione: «Hoconseguito il baccalaureato in Scienzereligiose presso l’Università Lateranense

e ora sono iscritto alla Facoltà diTeologia». Il diaconato vissuto comeservizio ai fratelli, «specialmente quelliche sono lontani o fuori dalla Chiesa», èstato per Celletti una naturaleevoluzione dell’impegno in parrocchia,in particolare come «coordinatore dei280 adoratori che rendono possibilel’esperienza dell’adorazione eucaristicaperpetua e come responsabile delleattività del gruppo Caritas». Ancora, ilnuovo presbitero assisteva gli ammalati,portando loro l’Eucarestiasettimanalmente, ed era impegnato nelquartiere con i cenacoli di preghieranelle case. Ad un certo punto, però,Celletti ha accolto come domanda disenso, «in un cammino di ricerca ediscernimento che ho chiesto allaChiesa», i “segni” di «richieste piùampie, rispetto al mio ruolo di diacono,che mi sembravano provenire dallepersone che incontravo»: la volontà èstata quella di capire «se fossero

La storia di Antonio Celletti, ordinato ieri sera a Sant’Ireneoa 68 anni dal vescovo LibanoriMarito per 31 anni, due figlie,il diaconato come servizionella liturgia e tra gli ammalati

ggi, solennità del Santissimo Corpoe Sangue di Cristo, alle 18 Papa

Francesco presiederà la Messa a Ostianella piazza antistante la parrocchia diSanta Monica. Concelebrerannol’arcivescovo Angelo De Donatis, vicariodel Papa per la diocesi di Roma, ivescovi ausiliari e i sacerdoti delleparrocchie di Ostia. Al termine, sisvolgerà la processione con il SantissimoSacramento attraverso via delle Sirene,corso Duca di Genova, via dellaCorrazzata, via del Sommergibile, viadell’Idroscalo. La conclusione nelparcheggio di via della Martinica, vicinoalla parrocchia di Nostra Signora diBonaria, dove il Santo Padre impartirà labenedizione eucaristica. A piazza SantaMonica e nel parcheggio di via dellaMartinica saranno presenti varchi perl’accesso presidiati dalle forzedell’ordine. Non sono previsti bigliettiper partecipare. Saranno circa 850 ibambini della Comunione, 150 i ragazzidegli oratori, 350 quelli delle Cresime.«Si interrompe una tradizione ma se neriprende un’altra – sottolinea il vescovoLojudice –: quella che fino al 1978, conPaolo VI, ha visto la celebrazione delCorpus Domini in zone diverse dellacittà. Nel 1968 proprio Papa Montini locelebrò a Ostia».

Su Romasette.it tutti i servizi dello Spe-ciale Ostia di Roma Sette del 27 maggio

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Corpus Domini.La veglia con Lojudice sulla spiaggia. Oggi alle 18 la Messa con il Papa

Ostia, la preghiera all’Idroscalo

espressione di una volontà di Dio».Quindi, la convocazione da parte delvescovo Libanori lo scorso aprile e lacomunicazione che sarebbe stato ilprimo diacono permanente, vedovo, adessere ordinato sacerdote nella diocesidi Roma. «La mia famiglia, mia figliaBarbara in particolare – ha chiosatoCelletti –, ha accolto con stupore maanche con gioia intensa questa notizia,pur nella preoccupazione per lamancanza delle abitudini quotidianeche non condivideremo più comeprima». Chi ha fatto più domande èstata Maria, la nipotina più grande diAntonio che ha 9 anni e si stapreparando a ricevere il sacramentodell’Eucarestia: «Ha voluto essererassicurata su due cose – ha concluso ilnovello sacerdote –: che rimarrò sempreil suo nonno, anche se mi vedrà dietrol’altare, e che potrò ancora giocare eparlare con lei quando ne avrà voglia ebisogno».

La processioneda Santa Monica

Antonio Celletti

Due immagini della veglia all’Idroscalo di Ostia con il vescovo Lojudice

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

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In evidenza

i terrà il 28 giugno alle ore 16, nella basilicadi San Pietro, il Concistoro ordinario pubblico

per la creazione di quattordici nuovi cardinali,tra i quali il vicario di Roma, Angelo De Donatis;dalle 18 alle 20 dello stesso giorno sono poi in pro-gramma le visite di cortesia ai nuovi cardinali.L’annuncio del Concistoro, com’è noto, era statodato dal Papa domenica 20 maggio al terminedella preghiera del Regina Coeli.Il giorno successivo, venerdì 29 giugno, solennitàdei santi Pietro e Paolo, alle ore 9.30, è previstasul sagrato della basilica di San Pietro la Messacon la benedizione dei palli per i nuovi arcivescovimetropoliti; alla celebrazione parteciperanno an-che i nuovi cardinali. Sempre il 29, alle ore 18,il vicario De Donatis presiederà i Vespri solenninella basilica di San Giovanni in Laterano; quin-di saluterà i fedeli nel cortile del Palazzo Late-ranense.I fedeli e i sacerdoti che intendano partecipare alConcistoro possono richiedere come di consuetoi biglietti alla Prefettura della Casa Pontificia; peri Vespri a San Giovanni in Laterano non è invecerichiesto biglietto, e si può accedere liberamen-te alla basilica.

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Concistoro a S. Pietro il 28 giugno alle 16

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Anno XLV – Numero 22 – Domenica 3 giugno 2018

La liturgia di mercoledì con le parrocchie del litoralein preparazione alla solennitàIl presule: «In Gesù verrannole risposte più ricche perchériveli il suo volto migliore»L’adorazione guidata dadon Fabio Vallini. «Comunitàillusa con tante promesse»

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La tavola rotonda sull’attuazione della riformaconciliare nella diocesi di Roma al PontificioIstituto Liturgico. Il vicario De Donatis auspicauna formazione adeguata di laici e consacrati

L’inaugurazione si è svolta in occasionedella festa di sant’Annibale Maria DiFrancia, fondatore dei rogazionisti, aiquali è affidata la parrocchia. Unevento celebrato anche con un pranzocon i poveri, nella struttura, e di seracon la Messa presieduta dall’ausiliaredi Napoli, monsignor GennaroAcampa. «La nostra parrocchia èimpegnata in due carismi: preghieraper le vocazioni e aiuto ai nostri fratellipoveri – spiega il parroco –. Nellapreghiera ci stiamo impegnando conl’adorazione e le catechesi, poi c’èl’accoglienza dei poveri, degli ultimi.Già abbiamo organizzato la colazione ela distribuzione dei vestiti per i senzafissa dimora. Sono una trentina. Maabbiamo voluto offrire anche lapossibilità delle docce, perché chidorme per strada, a maggior ragionecon il caldo estivo, ha più bisogno dilavarsi o di refrigerarsi. Spesso, però,

iventeranno un riferimento per lapulizia dei senza fissa dimora che

trovano riparo nei porticati o sotto icartoni fra i marciapiedi. Persone conun volto e con un nome, Edwin, Florin,Marco, Mauro. Migranti giunti in Italiao italiani che, dopo una crisieconomica o il fallimento del loromatrimonio, hanno perso tutto. Perloro sono state realizzate, e inauguratevenerdì scorso, due docce riservate agliuomini e due alle donne nellastruttura gestita dalla parrocchia diSant’Antonio di Padova aCirconvallazione Appia. PapaFrancesco ne ha benedetto le chiavi, altermine di un’udienza generale allaquale ha partecipato il parroco, padreAntonio Di Tuoro. Il religioso hafinanziato con i soldi di un’ereditàricevuta la costruzione delle docce.Dopo l’incontro con il Papa, ha decisodi intitolarle proprio al Pontefice.

D non sa dove andare». Nella strutturaattigua alla parrocchia numerosi iservizi per i senza fissa dimora: dallacolazione ai bagni, fino alladistribuzione dei vestiti. E laprospettiva è di allargarla, realizzandoanche uno spazio per il pranzo o lacena. «Ci interessa che questi nostrifratelli trovino qui un punto diriferimento, un punto di appoggio perla loro vita girovaga». Intanto le doccesaranno aperte una volta a settimana,il giovedì. Il parroco lancia un appelloperché ci possano essere nuovivolontari per i servizi caritativi, inmodo da avviare altre attività. Oltre aquelli già impegnati, è attiva unacomunità neocatecumenale inmissione assegnata alla parrocchia. Icatecumeni si alterneranno per tenereaperte le docce e garantire anche glialtri servizi di carità.

Filippo Passantino

Pastorale giovanile:2 campi per adolescenti

l Servizio diocesano per la pastoralegiovanile organizza per il quarto anno icampi estivi per adolescenti. Gli obiettivi,

secondo il direttore don Antonio Magnotta,sono «aiutare le parrocchie che da sole nonriuscirebbero a dare vita all’esperienza; offrireuna possibilità di fare un’esperienza dicondivisione tra parrocchie; sostenere ilcammino e il futuro dei gruppi adolescentidelle nostre comunità; offrire un’occasione diformazione e di condivisione a giovanianimatori». I due campi estivi si svolgeranno aFarnese (Viterbo) presso il Monastero delleClarisse (corso Vittorio Emanuele, 68). Questele date: dal 4 all’8 luglio per i ragazzi dal I alIV anno della scuola superiore; dal 9 al 13luglio per i ragazzi del II e III anno dellascuola media. Le iscrizioni dovrannopervenire entro il 15 giugno. La quota dipartecipazione al campo estivo è di 140 euro.Informazioni dettagliate al Servizio diocesano:www.pastoralegiovanileroma.it.

IS. Antonio all’Appio, inaugurate le docce per i poveri

na comunità apertaal territorio, quelladi Santa Maria

Consolatrice a CasalBertone, come bendimostra la festa patronaledi questi giorni. «È comeuna festa paesana – spiegaRenato, referente delgruppo anziani –: i gruppidi canto, musica e ballodel territorio sonocoinvolti come le altrerealtà del quartiere». Inoccasione della festa, chequest’anno coincide conla solennità del CorpusDomini e che nelpomeriggio prevede unaprocessione della statua diMaria Consolatrice per le

strade del quartiere,questa mattina il vicarioAngelo De Donatiscelebra la Messa inparrocchia. «Guido questacomunità da due anni –dice il parroco don DavideLees – e in questa primafase mi sono dedicato acreare quelle condizionianche strutturali, con ilrecupero degli ambienti,per rendere possibile lapratica del bene comune».Negli spazi dellaparrocchia trovano cosìaccoglienza la scuola diballo per ragazzi down, ilgruppo degli alcolistianonimi e cinque scuoledi teatro per adulti e

bambini, una dedicata allepersone disabili. Ancora, ilcentro culturaleparrocchiale intitolato aBenedetto XVI, che è statocardinale titolare di questachiesa, «ha ospitatonell’ultimo anno 5concerti, 6 conferenze ediversi spettacoli teatralioltre che un cineforum invista di uncoinvolgimento trasversaledelle persone, segno diecclesialità autentica». Lospirito di apertura econdivisione permeaanche i diversi gruppiimpegnati nelle attivitàparrocchiali, «quelli storici– spiega ancora il parroco

– come l’Azione cattolica,i Seniores, ossia glianziani, nonché quelli dipreghiera delle zelatrici edi Padre Pio, o ancora igruppi carismatici, ineocatecumenali e lacomunità Gesù Ama». Ilgruppo dell’Acr, spiegaLoredana, presidentedell’Ac parrocchiale,«dopo la Messa delle 10ogni domenica mattinapropone l’oratorio per ibambini», mentre per iloro genitori si staricostituendo «un gruppodi giovani famiglie, cosìcome si sta rianimando ilgruppo dei giovanissimi».

Michela Altoviti

UCasal Bertone, aperti al territorio

Liturgia, «autostrada»per andare verso DioDI MICHELA ALTOVITI

a liturgia come «autostrada»per andare più velocementeverso Dio. Ma con le

“istruzioni” adeguate, comequando si guida un’automobileprestando attenzione a tutto ciòche occorre per il viaggio. Tradotto,con una formazione adeguata peroperatori pastorali e fruitori. Èquanto ha sottolineato il vicariogenerale della diocesi, Angelo De

LDonatis, intervenendo giovedì allatavola rotonda su “La riformaliturgica nella diocesi di Roma”promossa dall’Ufficio liturgicodiocesano, dal Centro liturgicovincenziano e dal PontificioIstituto Liturgico nella sede diquest’ultimo. Ad aprire i lavori,monsignor Piero Marini,presidente del Pontificio Consiglioper i congressi eucaristiciinternazionali, che, approfondendola prima fase della riforma, ha

DI ROBERTA CARUSO

possibile vivereinsieme anche nellapiù grande diversità,

senza per questo rinunciarealla propria identità». Questoil messaggio che martedì èrisuonato nella sede dellaFondazione Il Faro, luogosimbolo dell’inclusione deimigranti a Roma, nell’ambitodella consegna dei diplomi airifugiati che hannofrequentato la scuola d’italianodel Centro Astalli. L’evento èstato l’occasione per presentareil progetto “Costruireintegrazione”, attivato nel2017 e portato avantidall’azione sinergica delCentro Astalli con Il Faro, conl’obiettivo di favorire percorsidi inclusione dei rifugiati.«L’integrazione – sottolineapadre Camillo Ripamonti,presidente del Centro Astalli –non deve essere un elementosuccessivo e secondariorispetto all’accoglienza ma conessa deve iniziare e procederedi pari passo». L’obiettivodunque non è solol’immediata assistenza ma ilraggiungimentodell’autonomia della persona,attraverso unaccompagnamento attento allepotenzialità del singolo. Inquest’ottica, i servizi che ilprogetto ha reso possibili sonomolteplici: pasti caldi offerti a3mila persone, 80 rifugiatisono stati accolti in alloggimessi a disposizione dacongregazioni religiose, 250persone hanno beneficiato diorientamento eaccompagnamento socio–legale. L’apprendimento dellalingua e la formazione al

lavoro, «passi fondamentalinel processo d’inclusione»,sono stati supportati grazieall’inserimento di 200migranti nella scuola diitaliano e all’attivazione ditirocini. Lo evidenzia GianniDel Bufalo, direttore generalede Il Faro: «Credere nellepersone e fare sì che essecredano in se stesse è la chiavedel nostro impegno». Ognunosi ritrova arricchito e aiutatodall’altro: «La scuola diitaliano non mi ha insegnatosolo la lingua – testimoniaMenatullah, studentessaegiziana – ma anche lacollaborazione e l’accettazionedel diverso in un contestomultietnico». Il progetto“Costruire integrazione”,finanziato da Ubi Banca, è unesempio di collaborazione traun soggetto del profit ed entino profit, che intende crearesinergie tra settori diversi dellasocietà civile: «Il futuro non sicostruisce né facendo leva sullacarenza di risorse né mettendole persone le une contro lealtre – sostiene Ripamonti –ma lavorando insieme, purcon livelli di responsabilità estili diversi, con l’obiettivocomune di aiutare chi habisogno». Il vescovo ausiliarePaolo Lojudice sottolinea laresponsabilità della comunitàcristiana, chiamata «a calarsinelle situazioni, e, mettendosinei panni dell’altro, adandargli incontro. È necessariauna formazione che privilegiun’idea concreta diaccoglienza, certi che anche unpiccolo gesto può diventareagli occhi del mondo unsegnale del bene che continuainstancabilmente a vincere ilmale».

È«

L’inclusione dei rifugiaticon "Centro Astalli" e "Il Faro"

Scuola di italiano per stranieri (foto Centro Astalli)

Sant’Antonio a Circonvallazione Appia

evidenziato come «dopo ilConcilio Vaticano II l’obiettivoprimario fu quello di aiutare ilpopolo di Dio a pregare insieme,alla luce del concetto dipartecipazione attiva sancito dallacostituzione conciliareSacrosanctum Concilium» i cuiprincipi, «pur in continuità conl’enciclica Mediator Dei di Pio XII,spostarono l’attenzione dal ritoallo stato d’animo con cui il ritoviene vissuto dal popolo di Dio».

Sull’attuazione della riforma èintervenuto il vescovo LucaBrandolini, vicario dell’arcipretedella basilica lateranense e direttoredell’Ufficio liturgico diocesano dal1964 al 1987: «Affinché la riformaliturgica divenisse pratica concreta,furono molte negli anniimmediatamente seguenti ilVaticano II le iniziative formativeproposte ai parroci e alle comunità;poi, l’entusiasmo iniziale è scematoe si è via via sottovalutatal’importanza dei principi ispiratoridel Concilio, aprendo ad unautunno della riforma liturgica edella sua ricezione». Sull’attuazionedegli intenti conciliari alla luce delmagistero di Papa Francesco, DeDonatis ha invitato a fare dellaliturgia «un’esperienza di popoloche possa aiutare ciascuno acrescere nella comunione: nondeve esserci distinzione traesecutori – i pochi espertiprotagonisti – e fruitori, consideratiquasi degli spettatori, perché nellaliturgia ognuno di noi aiuta l’altroa pregare e tutti siamo convocatiper riscoprire l’amore del Padre ericeverne l’abbraccio». De Donatisha sottolineato come la liturgiarichieda una adeguatapreparazione da parte dei laici e deiconsacrati: «C’è bisogno diimparare a pregare e la liturgia è laprima forma di preghiera, la stradapiù veloce, “l’autostrada” perentrare in relazione con Dio». Perquesto ha auspicato «il rilancio diun progetto post–conciliare che tragli anni ‘80 e ‘90 si sviluppò moltonelle parrocchie, ossia la creazionedi un gruppo liturgico che affiancai presbiteri nella preparazione deimomenti liturgici con incontrisettimanali perché la nuovaevangelizzazione deve prevedereun nuovo coinvolgimento delpopolo di Dio». L’incontro è statoanche l’occasione per presentare ilvolume “La riforma liturgica nelladiocesi di Roma. Studio inprospettiva storica e pastorale(1956–1975)” di padre GiuseppeMidili, carmelitano, direttoredell’Ufficio liturgico diocesano.

2 Domenica3 giugno 2018

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Page 3: Corpus Domini. La veglia con Lojudice sulla spiaggia. Oggi alle 18 … · 2018. 6. 5. · Lojudice –: quella che fino al 1978, con Paolo VI, ha visto la celebrazione del Corpus

Il libro in libreria dal 14 giugno, il ricavato delle vendite andrà in opere di ricostruzione Sono circa 4.100 i minori sotto i 15 annida sostenere nella loro difficile crescita

In Santa Bibiana il restauro del capolavoro di Bernini

DI ROBERTA PUMPO

a statua di Santa Bibiana tornanell’omonima chiesa del rioneEsquilino nella collocazione originaria

voluta da Gian Lorenzo Bernini che la posein un’edicola marmorea sull’altaremaggiore. Al termine dei lavori di restauro,finanziati dal Vicariato di Roma edall’associazione di promozione socialePiazza Vittorio, e l’esposizione nella mostradedicata allo scultore del barocco per ilventennale della riapertura della GalleriaBorghese, la statua è stata benedettamercoledì, durante la Messa presieduta dalsegretario generale del Vicariato e vescovo

ausiliare per il settore Centro, GianricoRuzza. La celebrazione è stata precedutadalla conferenza “Santa Bibiana dopo ilrestauro”, svoltasi nella sede dellaFondazione Enpam. Tra il 1624 e il 1626Papa Urbano VIII commissionò alventiseienne Gian Lorenzo Bernini larealizzazione della statua, che è la primaopera religiosa dell’artista. Lo scultore curòanche il rifacimento della chiesa che,secondo la tradizione, fu edificata sulla casadove, nel 361, avrebbero subito il martirio,durante la persecuzione dell’imperatoreGiuliano l’apostata, Bibiana, la madreDafrosa e la sorella Demetria. I resti delletre martiri sono conservati in un’anticavasca di alabastro sotto l’altare. I lavori direstauro, durati circa un anno, sono statieseguiti in un cantiere all’aperto allestitonel portico della Galleria Borghese sotto gliocchi dei visitatori. La restauratrice MariaGrazia Chilosi ha spiegato che già primadel lavoro era apparso chiaro che la statua

aveva dei problemi di posizionamento. «Laposizione sul plinto di base non era quellaprogettata da Bernini, che la voleva postacon il volto rivolto verso l’ingresso dellachiesa e lo sguardo verso l’immagine di Diobenedicente dipinto sulla volta. La figuraera inclinata verso sinistra». È emerso cheBibiana era già stata soggetta a lavorialmeno due volte e ricollocata in modoerroneo. Il soprintendente dellaSoprintendenza speciale archeologia, bellearti e paesaggio di Roma, FrancescoProsperetti, si è soffermato sull’incidenteaccaduto quando la statua è stata rimontatanella nicchia dell’altare. «Una manovrasbagliata dovuta all’imperizia di un operaioha causato il distacco di un dito della statuache è stato subito riattaccato alla mano».Ha preso spunto da questo episodio perparlare della valorizzazione degliinnumerevoli beni culturali di Roma e deiproblemi di carattere statico provocati «nonsolo nella chiesa di Santa Bibiana ma anche

nel Tempio di Minerva Medica, per ilpassaggio della linea Roma–Giardinetti.Questa parte di Roma ha bisogno di grandeattenzione perché ci sono molti tesori chenon vengono preservati». Alberto Oliveti eGiampiero Malagnino, rispettivamentepresidente Enpam e presidente di PiazzaVittorio Aps, hanno parlato del lavoroportato avanti per riqualificare l’Esquilino,restituire decoro e sicurezza a una parteimportante della città. «Un quartiere cheoltre ad essere il centro geografico dellaCapitale è chiamato ad assumere unavocazione diversa – ha spiegato Ruzza –.Da quartiere popolare si è trasformato interra di incontro di culture, di dialogo trapensieri diversi. Qui vivono persone contante storie diverse e appartenenti amolteplici etnie. Questa chiesa, gioiellodell’arte, racchiude in sé la storia di fede delBernini, il quale, per realizzare un’operasimile, deve aver prima maturato nel suocuore la vita della martire».

L

De Palo, libro a due vociper raccontare la famiglia

Padre Ibrahim, parroco nella martoriata città siriana, a Roma con la sua ultima fatica «Viene il mattino». «In questi anni i bambini hanno visto solo guerra e mortePer loro creiamo progetti educativi»

Aleppo, appesitra cielo e terra

DI ANTONELLA GAETANI

ono le 3.15 del mattino del 14febbraio 2016. Un missilecolpisce un edificio. La maggior

parte delle famiglie che vive lì è fuoriper la festa di San Valentino, solouna è in casa. Quel missile si portavia un bambino, devasta il corpo delpadre rendendolo disabile, sfigura lamadre. La donna pensando a suo

Sfiglio dice: è in buone mani. PadreIbrahim Alsabagh ha raccontato cosìla città siriana di cui è parroco,durante il suo soggiorno romano.Mercoledì è stato all’udienza conPapa Francesco, giovedì hapresentato il suo libro Viene ilmattino, in libreria dal 14 giugno; ilricavato delle vendite andrà inprogetti di ricostruzione. Martedìsera era nella parrocchia di SantaFrancesca Romana. «I bambini diAleppo hanno bisogno di sostegnopsicologico. Hanno visto solo laguerra e la morte. Molti hannoproblemi di apprendimento –racconta il religioso –. Tanti pensanoche non ce la faranno. Io dico chenon sono una generazione perduta eche l’amore e la tenerezza sono lerisposte alla guerra. Bisogna curare leferite. Non vanno lasciati soli. Perquesto stiamo accanto a loroorganizzando molte attività. Sonocirca 4.100 i bambini sotto i 15anni». Così i sacerdoti di diversechiese, cattoliche e ortodosse, hannoavviato una collaborazione perorganizzare i centri estivi. «Le

parrocchie non chiudono mai adAleppo. Non si va in ferie», scherzapadre Ibrahim. Dalla chiesa di SanFrancesco d’Assisi, nel quartiereAzizieh, fino alle zone piùperiferiche della città, Midaan eJabrieh, una rete di centri per offrireai bambini lezioni di inglese,strumenti musicali, nuoto. «Inchiesa tante persone gridano, vittimedi un orrore che li ha segnati. Almassimo prendono pastiglie perdormire. Ma così non si curano leferite», dice padre Ibrahim. Oggi iquartieri sotto i bombardamentisono nella parte ovest della città.«Vige un grande caos. Eserciti divarie nazioni si fanno la guerra suuna terra già martoriata. Il Paese èdiventato un campo di battaglia. Èfinito Isis, ora cosa stannofacendo?», sottolinea. E raccontacome prima del conflitto, nel 2012,Aleppo fosse una città dovemusulmani e cristiani vivevanoinsieme. In tutto 4 milioni dipersone di cui 300mila cristiani ditutti i culti, i cattolici sono 93mila.Ma non solo. «Aleppo è una città

florida che attira investimentistranieri. Ha 30mila aziende. Èsviluppato il settore tessile, chimico,farmaceutico, agroindustriale, ilturismo. L’università è la seconda delPaese dopo Damasco. E per la suastoria e le sue bellezze Aleppo è statainsignita dall’Unesco del titolo dipatrimonio dell’umanità», sottolineapadre Ibrahim. Oggi, dopo labattaglia di Aleppo, iniziata a luglio2012, la popolazione è allo stremo.«Chi ha potuto scappare lo ha fatto.È una città piena di case vuote». Dacentro economico a città trafitta.«Manca il lavoro, la gente soffre lafame. Abbiamo tanti progetti in atto,ma i fondi non sono sufficienti». Nel2017 per la spesa sanitaria ogni mesesi sono spesi 27mila euro.Quest’anno è partito un progetto peri bambini cristiani per visite,medicine, interventi. «Aiuti arrivanoanche dai musulmani – dice ilsacerdote –. Distribuiamo i pacchialimentari, aiutiamo a riparare lecase, abbiamo molti progetti dimicroeconomia. È un laboratorio.Siamo appesi tra cielo e terra».

l diario di una coppia che mettein luce la bellezza di una famiglia

numerosa ma anche le difficoltàquotidiane. “Ci vediamo a casa. Lafamiglia e altri meravigliosi disastri”è un libro scritto a quattro mani daGianluigi De Palo, presidentenazionale del Forum Associazionifamiliari, e dalla moglie AnnaChiara Gambini. Insieme da 20 anni,di cui 13 di matrimonio, hannocinque figli: Giovanni 13 anni,Thérèse 11, Maddalena 9, Gabrieledi 6 anni e Giorgio Maria, due mesiappena. Tredici anni «di continuostupore» li ha definiti Anna Chiara,raccontati in modo divertente maanche toccante in 204 pagine. Ilvolume, edito da Sperling & Kupfer,è stato presentato mercoledì sera alTeatro De Rossi. A fare gli onori dicasa l’attore Michele La Ginestra,che ha definito il testo «un inno allasemplicità e alla normalità, uninvito al dialogo e a non vergognarsimai di quello che siamo». Nel librosono raccontati senza filtri momentiintensi della famiglia De Palo, dallanascita del primo figlio ai litigi tramarito e moglie. Un libro che vuoleaiutare il lettore a comprendere chein tutte le famiglie si vivono glistessi problemi. La proposta discrivere “Ci vediamo a casa” èarrivata dalla stessa casa editrice.«Abbiamo deciso di metterci ingioco raccontando semplicementenoi stessi – ha affermato AnnaChiara –. La famiglia è chiamata avivere questo tempo e a dire di sì,ad accogliere tutte le difficoltà e lecose inaspettate che accadono. Pernoi è stato divertente scrivere

questo libro. Ognuno ha scritto lasua parte e poi li abbiamo lettiinsieme. È servito anche perconoscerci meglio nonostante i tantianni insieme». Gigi ha spiegato chel’idea di fare un libro a due voci,marito e moglie, è nata proprio perpuntare i riflettori sulle fatiche chesi incontrano ogni giorno. «Nonvolevamo edulcorare la pillolaparlando solo dei tantissimimomenti felici – ha detto –.Volevamo raccontare la bellezzadella famiglia nella suacompletezza, quindi anche delledifficoltà che inevitabilmente cisono, della stanchezza che a voltemette a dura prova il rapporto dicoppia. Ogni giorno è un miracolo ec’è da raccontare qualcosa di bello equalcosa di complicato». Mentrescrivevano il libro Gigi e Anna Chiarahanno scoperto di aspettare un altrofiglio, nato il 10 marzo. GiorgioMaria ha la sindrome di down e lasua nascita «è stato uno deimomenti più intensi delmatrimonio, in cui abbiamo amatoin modo puro», ha dichiarato AnnaChiara che ricorda anche la grandepaura per un parto particolarmentedifficile. «Quando ho letto questolibro ho capito che ci trovavamodavanti a testimoni che nonnascondono la fatica e hanno ilcoraggio di raccontarsi apertamente– ha detto don Luigi Maria Epicoco –. Vorrei saper parlare e vivere bene ilsacerdozio così come loro hannoparlato della loro vocazione evivono il loro matrimonio». Alcunibrani sono stati letti da GiovanniScifoni e Beatrice Fazi. (Ro. Pu.)

I

da uno scritto di Antoine deSaint–Exupéry – “Terra degli uo-

mini” – che Annalena Tonelli, marti-re forlinese uccisa nel 2003 a Borama,al confine tra Somalia ed Etiopia, pre-se lo spunto per definire se stessa e lapropria vocazione: «Giardiniera di uo-mini». E proprio come una donna checon la sua compassione e dedizione«ha fatto fiorire di fede e speranza il

deserto», prima in Kenya e poi in So-malia, è stata presentata nel corsodella serata a lei dedicata nella par-rocchia di Sant’Innocenzo I Papa esan Guido vescovo, a Fidene, e orga-nizzata dal Centro missionario dioce-sano.«È la compassione il tratto distintivodella vita di Annalena», ha chiosatopadre Luca Vitali, autore di una bio-

grafia della Tonelli. Nata nel 1943,dopo la laurea, la prima esperienzadi missione in Kenya. Fondò un cen-tro di riabilitazione per disabili, si im-pegnò poi al servizio degli ammalatidi tubercolosi. Sul finire degli anni ‘80scelse di operare a Mogadiscio. Duesicari la uccisero con un colpo alla nu-ca il 5 ottobre del 2003, al rientro dal-la visita agli ammalati. (Mic. Alt.)

ÈAnnalena Tonelli, l’incontro a Sant’Innocenzo

Primavalle, l’impegno contro il disagio socialen grande impegno pastorale esociale per ridare speranza aun quartiere «bellissimo» ma

difficile dove droga, alcolismo,dispersione scolastica, giocod’azzardo, incidono sulla povertàculturale e materiale. L’opera diriqualificazione è portata avanti dallacomunità di Santa Maria Assunta eSan Giuseppe a Primavalle dovel’attuale parroco, don MassimilianoParrella, è nato e cresciuto e hamaturato la sua vocazionesacerdotale. Ama i suoi parrocchianie il suo territorio ma denuncial’assenza delle istituzioni in unquartiere che non cambierebbe «connessun altro». Questa settimana lachiesa era gremita a tutte le ore per lapresenza della statua pellegrina dellaMadonna di Fatima. Ieri, a

conclusione della visita dellavenerata immagine, la comunità haaccolto il vicario Angelo De Donatische ha celebrato la Messa. «La fedelegata alla religiosità, alla devozionee alla pietà popolare è ancora moltoforte – spiega don Massimiliano cheè anche prefetto della XXXIVprefettura –. Questo è un quartierepopolare che soffre a causa dellagrave crisi economica ma soprattuttoper un evidente disagio socialeaggravato dal fatto che non ci sonopunti di riferimento per i giovani.Desidereremmo tanto la visita diPapa Francesco per infonderesperanza agli abitanti che si sentonoabbandonati». Consacrata nel giugno1933, la chiesa di via Monti diPrimavalle, periferia ovest dellaCapitale, fu affidata ai Poveri Servi

della Divina Provvidenza,congregazione fondata da sanGiovanni Calabria. È al centro di unrione dove vivono 30mila abitanti.Numerosi i senza fissa dimora,anche italiani. Oltre alle normaliattività pastorali Santa Maria Assuntae San Giuseppe porta avanti tanteattività sociali. Nel Borgodell’accoglienza Don Calabria,religiose e laiche ogni giorno sonoimpegnate nella mensa sociale allaquale accedono più di 120 persone.Nel Borgo sono attivi anche servizi dilavanderia, docce, assistenzaspirituale e psicologica. Oltre 300 lefamiglie alle quali vengonodistribuiti viveri, abiti, medicinalinon mutuabili. La parrocchia donainoltre le bombole del gas a chi èsprovvisto dell’allacciamento.

«Impegno caritatevole che riusciamoa portare avanti anche grazie all’aiutomensile dell’Elemosineria apostolicae al contributo annuale del vescovodi settore», aggiunge il parroco, ilquale per comprendere bene lenecessità degli abitanti partecipaattivamente ai tavoli di quartiere. Treanni fa è nata la comunità giovanicomposta da quaranta ragazzi tra i17 e i 23 anni che ogni mese fannoesperienza di vita comunitaria. Laparrocchia necessita di interventistrutturali per mettere in sicurezzaparte dei locali. Per far fronte allespese è nato il progetto “Basta 1euro”: «La parrocchia è piccola; hagravi problemi strutturali peraffrontare i quali confidiamo in unaiuto».

Roberta Pumpo

U

La statua ricollocata nella chiesadell’Esquilino. Il vescovo Ruzza:gioiello dell’arte, racchiude la storia di fede del celebre artista

Anna ChiaraGambini e GigiDe Palo conuna copia del loro libro (foto Gennari)

la memoria

Don Parrella, S. Maria Assuntae San Giuseppe: il quartiere soffre per la crisi. La comunitàriunita in preghiera con Maria

Santa Bibiana (foto Gennari)

Padre Ibrahim Alsabagh ad Aleppo

3Domenica3 giugno 2018

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Page 4: Corpus Domini. La veglia con Lojudice sulla spiaggia. Oggi alle 18 … · 2018. 6. 5. · Lojudice –: quella che fino al 1978, con Paolo VI, ha visto la celebrazione del Corpus

celebrazioniLA MESSA DI IANNONE AL CEIS. Martedìscorso, l’arcivescovo Filippo Iannone,presidente del Pontificio Consiglio peri testi legislativi, ha celebrato la Messanel Centro italiano di solidarietà donMario Picchi a otto anni dallascomparsa del suo fondatore. «Insiemecon i nostri ragazzi – afferma RobertoMineo, presidente del CeIS – abbiamovoluto dire il nostro grazie a donMario per quanto ci ha insegnato conla sua coerente e proficuatestimonianza di vita. È stato unautentico pioniere nel contrasto a ogniforma di dipendenza e le sue battaglieoggi sono attualissime».

A SAN GAUDENZIO LA STATUAPELLEGRINA DELLA MADONNA DIFATIMA. La statua pellegrina dellaMadonna di Fatima proveniente dalsantuario del Portogallo stacompiendo un itinerario nazionalecome invito alla preghiera per ilprossimo Sinodo dei vescovi sul tema“I giovani, la fede e il discernimentovocazionale”. Fino al 10 giugno sarànella parrocchia di San Gaudenzio(via della Tenuta di Torrenova, 114).

INAUGURAZIONE NUOVA SEDEDELL’ISTITUTO DIPLOMATICO. Saràinaugurata oggi la nuova sedenazionale dell’Istituto diplomaticointernazionale. Alle 8.30 monsignorMichele Fiorentino, del Tribunaledella Rota Romana, presiede la Messasulla tomba di Pietro nelle Grottevaticane. Alle 12.30 la sede, a PalazzoOrsini, ai piedi del Campidoglio, saràbenedetta alla presenza delle autoritàe del consigliere ecclesiasticodell’ambasciata di Malta presso laSanta Sede, monsignor MarioLaurenti. Dopo la deposizione delmattone della Porta Santa dell’annogiubilare della Misericordia, è previstoil saluto del presidente PaoloGiordani.

PROCESSIONE EUCARISTICA DELLA IIPREFETTURA PER IL SACRO CUORE DIGESÙ. Le otto parrocchie della IIprefettura celebrano insieme lasolennità del Sacro Cuore di Gesù.Venerdì 8, alle 18.30, si terrà lacelebrazione eucaristica nella chiesa diSanta Maria in Portico in Campitelli altermine della quale si snoderà tra levie del centro storico la processioneeucaristica fino a San Salvatore inLauro, dove dal sagrato sarà recitatauna preghiera e impartita unabenedizione speciale per la città.

incontriSI CONCLUDE IL CICLO SULLA PRIMALETTERA DI PAOLO AI CORINZI CONPENNA. Si conclude il ciclo di incontridi riflessione biblica guidati dalbiblista don Romano Penna dedicatialla prima lettera di san Paolo aiCorinzi. Domani, lunedì 4, dalle ore18.30, nei locali della Libreria PaolineMultimedia International di via delMascherino 94, si parlerà di«Risurrezione e immortalità corporea».

A SAN PONZIANO APPUNTAMENTO SULLADOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA. «Ladottrina sociale della Chiesa el’apporto di Papa Francesco» è il temadell’incontro organizzato dal gruppodi volontariato vincenziano permercoledì 6 alle ore 17 nella saletta“Don Luigino” della parrocchia SanPonziano in via Nicola Festa 50.Interverrà lo storico Tiziano Torresi, diRoma Tre.

FESTA A SAN RAIMONDO NONNATO.Quattro giorni di festa, dal 7 al 10giugno, con spettacoli per iniziativadella parrocchia San RaimondoNonnato a Casale Ferranti, zonaAnagnina. Evento di beneficenza conil ricavato devoluto a quattroassociazioni. Domenica 10 giugno alle18 è in programma la Messa cui faràseguito la processione per le vie delquartiere.

CONFERENZA SULL’INNOVAZIONE AIPOMERIGGI DELLA MINERVA. Si parleràdi innovazione sabato 9 alle ore 17,nell’ambito degli incontri «Pomeriggialla Minerva. Conferenze, corsi,concerti e letture cateriniane». Laconferenza è in programma nelchiostro del convento di piazza dellaMinerva.

FESTA A CASA BETANIA PER I 25 ANNI DIATTIVITÀ CON IL VICARIO DE DONATIS.Casa Betania, il centro di accoglienzadi via delle Calasanziane 12 (zonaPineta Sacchetti), celebra i 25 anni diattività. Domenica 10 giugno, dalleore 11, grande festa per grandi ebambini. Previsti numerosi momentimusicali con la Geo Gift EconomyOrchestra – Orchestra popolare diPrimavalle, e l’orchestra di PiazzaVittorio. Alle 16.15 ci sarà lo spazioletterario, storie e filastrocche delteatrino verde dei burattini. Alle 18.30il vicario Angelo De Donatis celebra laMessa. Il programma completo dellagiornata di festa è consultabile sul sitowww.coopaccoglienza.it.

formazioneMASTER IN BIOETICA E CONSULENZAETICA ANNUNCIATO AL CAMILLIANUM.Nel prossimo anno accademicoprenderà il via il primo master in“Bioetica, pluralismo e consulenzaetica”, organizzato dal Dipartimentodi Filosofia e Scienze dell’educazionedell’Università di Torino incollaborazione con l’IstitutoCamillianum. L’iniziativa diformazione è stata annunciata daPalma Sgreccia, preside dell’Istituto, alconvegno dedicato a “L’Humanaevitae 50 anni dopo”. Un master, cheavrà sede a Roma e a Torino, nel solcodel convegno perché scaturito dallostesso «impegno per il dialogo e ilconfronto nella verità». Il convegnoera promosso dai due enti citati e dalCentro diocesano per la pastoralefamiliare.

culturaA SAN TOMMASO MORO FILM SUFRANCESCA CABRINI. Sarà proiettatovenerdì 8, alle ore 18.30, nellaparrocchia di San Tommaso Moro (viadei Marrucini, 1) il film–documentario “Frances Xavier Cabrini:the people’s saint”, in italiano conparti in inglese sottotitolate. Seguiràun incontro con monsignor GuerinoDi Tora, presidente della FondazioneMigrantes, e Lucia Mauro, regista eautrice del film. Modera UmbertoMucci, fondatore di “We the italians”.

CONCERTO A SANTA MARIA IN ARA COELIPER LA TERRA SANTA. «Requiem for theliving», del pianista e compositoreamericano Dan Forrest, è il titolo delconcerto che si terrà oggi alle ore18.30, nella basilica di Santa MariaAra Coeli. Il concerto coinvolge 168artisti ed è organizzato dalcommissariato di Terra Santa perl’Umbria, rappresentato da padreGiuseppe Battistelli, in collaborazionecon altre realtà.

solidarietàCARITAS/1: DAL ROTARY CLUB EUR UNECOGRAFO AL POLIAMBULATORIO. IlRotary Club Eur ha donato un nuovoecografo al Poliambulatorio dellaCaritas diocesana di via Marsala, alloscopo di assicurare continuità didiagnosi e assistenza a quantirimangono ai margini del Serviziosanitario nazionale.

CARITAS/2: SUMMER SCHOOL PEROPERATORI DI PACE. Incontri conesperti, laboratori interattivi etestimonianze. Una vera e propriaSummer School per operatori di pace:è la proposta della Caritas diocesanadi Roma per il 18 e 19 giugno. «Nellanostra città – spiegano gliorganizzatori – esistono luoghi neiquali ogni giorno si tenta disperimentare con linguaggi e azioniorientate all’incontro e all’accoglienzail nostro impegno per la pace». Nelladue giorni di giugno «incontreremopersone che danno vita a esperienze ea progetti che hanno la pace comeprotagonista e le persone comesoggetti e attori capaci di ragionare edi orientare il loro lavoro». Ilprogramma è itinerante e si declinaintorno a quattro tematiche. Per leiscrizioni c’è tempo fino al 13 giugno.Info: www.caritasroma.it.

CORRIDOI UMANITARI, ARRIVATI INITALIA ALTRI 50 PROFUGHI DAL CORNOD’AFRICA. Arrivano dal Corno d’Africa i50 profughi sbarcati mercoledì aFiumicino. Somali, sud sudanesi ederitrei erano rifugiati in Etiopia, da cuisono partiti, nel pieno rispetto dellalegalità e in totale sicurezza, a bordodi un aereo decollato da Addis Abeba.A renderlo possibile, l’accordo firmatodalla Conferenza episcopale italiana –che agisce attraverso Caritas italiana eFondazione Migrantes – e dallaComunità di Sant’Egidio insieme alloStato italiano. Sono così quasi 200 iprofughi arrivati nel nostro Paesegrazie a quest’intesa, sui 500 previstidal piano in due anni. Tra i 50 arrivatimercoledì, molti i bambini enumerosi anche i casi di persone chehanno bisogno di assistenza sanitariaper malattie aggravate da precariecondizioni di vita nei campi profughie in alloggi di fortuna.

DONAZIONI DI SANGUE NELLEPARROCCHIE CON L’AVIS. Questamattina un’autoemoteca dell’Aviscomunale sarà presente nelleparrocchie Santi Protomartiri Romani(via di Pietro, 50), San GiovanniLeonardi (via della Cicogna, 2),Sant’Andrea Corsini (via Alessandrodella Seta, 40). Sabato 9 a SanGiuseppe Cafasso (via CamilloManfroni). Domenica 10 a SanRaimondo Nonnato (via del CasaleFerranti). Sabato e domenica ladonazione sarà possibile presso leparrocchie San Gabrieledell’Addolorata (via Ponzio Cominio,93) e San Policarpo (piazza ArulenoCelio Sabino).

unedi 28 maggio si è celebrata la Giornata mondia-le contro la sclerosi multipla, malattia cronica im-

muno–mediata, neurodegenerativa e demielinizzante,che colpisce il sistema nervoso centrale di individui ge-neticamente suscettibili, determinando una vasta gam-ma di sintomi con decorso clinico e prognosi altamenteimprevedibili.La sclerosi multipla colpisce giovani adulti tra 20 e 40 an-ni con netta prevalenza per il sesso femminile. Principalecausa di disabilità neurologica non–traumatica nei gio-vani (oltre 110.000 pazienti in Italia) è ai primi posti trale malattie neurologiche croniche per costi sanitari e so-ciali. Le cause sono ancora sconosciute; è considerata u-na malattia multifattoriale cui concorrono sia fattori ge-netici (varianti di oltre 100 geni influenzano la suscetti-bilità alla malattia) che ambientali (clima temperato, et-nia caucasica, latitudine, tossici ambientali, esposizionead alcuni agenti infettivi nelle prime decadi di vita, bas-si livelli di vitamina D), nessuno dei quali è però singo-larmente determinante per l’insorgere della malattia.Caratteristica è l’estrema variabilità con cui si manifesta.Talora l’infiammazione può non causare alcun sintomo,in altri casi determina un ampio spettro di sintomi e se-gni neurologici, progredendo con una ingravescente di-sabilità fisica e cognitiva che condiziona la qualità di vi-ta individuale, familiare e sociale. Non è purtroppo pos-sibile parlare di un vero percorso di prevenzione, ma unadeguato stile di vita può eliminare fattori che sicura-mente incidono negativamente sia sul rischio di svilup-pare la malattia che sul suo decorso (abolizione del fu-mo e del consumo di alcolici, riduzione dell’introito disodio alimentare, dieta e regolare esercizio fisico, corre-zione di eventuale carenza di vitamina D).Non esiste ad oggi una cura definitiva, ma la straordinariaespansione delle opzioni di terapie farmacologiche perridurre la frequenza di ricadute e l’accumulo di nuovelesioni, rallentando il decorso della malattia e cercandodi prevenire la disabilità, auspicabilmente migliorerà laprognosi a lungo termine. Il crescente armamentario difarmaci disponibili offre nuove opportunità per terapiepersonalizzate, sulla base delle caratteristiche individualidel paziente e dell’attività della sua malattia, anche peril trattamento delle forme più aggressive di malattia edella sclerosi multipla progressiva che erano finora or-fane di terapie efficaci.L’applicazione di nuovi criteri diagnostici consente di for-mulare sempre più precocemente la diagnosi, permet-tendo l’inizio di un regolare follow–up clinico e neuro-radiologico e di un adeguato trattamento per preveni-re o ridurre lo sviluppo di disabilità fisica e cognitiva alungo temine. Oltre al trattamento di base e delle suefasi acute, è fondamentale un approccio multidiscipli-nare presso centri specialistici dedicati per erogare an-che trattamenti sintomatici, riabilitativi ed interventi acarattere psico–sociale e permettere alle persone consclerosi multipla di mantenere la miglior qualità di vi-ta possibile.

Massimiliano Mirabellaresponsabile U. O. sclerosi multipla

L

Obiettivo Salutea cura del Policlinico Gemelli

Mosaico per la Caritasdai ragazzi del Ripetta

rasmettere” è il ti-tolo del mosaico

realizzato dagli studentidel liceo artistico Ripettaper la Cittadella della Ca-rità. L’opera è stata inau-gurata mercoledì da mon-signor Enrico Feroci, diret-tore della Caritas di Roma.L’iniziativa è stata realiz-zata dai giovani del quin-to anno nell’ambito delprogramma di alternanzascuola–lavoro della Caritas.

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arte

na “Carta deidiritti delbambino

inguaribile” pergarantire equità aipiccoli pazienti senzapossibilità diguarigione, anchedurante le fasi terminalidella vita. Il documentoè stato presentato lunedìall’ospedale pediatricoBambino Gesù, duranteil seminario organizzatoa un mese dalla mortedel piccolo Alfie Evans.Redatta dall’ospedaleBambino Gesù, la Cartasancisce che il minore ela sua famiglia hanno ildiritto alla migliorerelazione con il medicoe il personale sanitario

perché «il tempo dellacomunicazione tramedico e pazientecostituisce tempo dicura». Per MariellaEnoc, presidente delBambino Gesù, èfondamentale«un’alleanza con tuttol’ospedale». Importantel’articolo 6, chestabilisce il diritto delbambino a usufruiredella mobilità sanitariatransfrontaliera,possibilità negata adAlfie. Nella sede delBambin Gesù diPalidoro sono ricoverati«tanti bambini comeAlfie ma le nostre sceltesono diverse» haaggiunto Enoc.

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Bambino Gesù, una Carta dei diritti dei piccoli inguaribili

DOMANI Alle 19 celebra laMessa nella parrocchia dei SantiAngeli Custodi in occasionedella festa di san FrancescoCaracciolo, fondatore deiChierici Regolari Minori.

MARTEDI 5 Dalle 8.30 incontra isacerdoti.Alle ore 18 nella basilica diSanta Maria in Trastevereincontra la Comunità diSant’Egidio.

MERCOLEDI 6 Alle 19 celebra laMessa alla cappella dell’atelierdel Centro Aletti.

GIOVEDI 7 Alle 18.30 celebra laMessa nella parrocchia di SantaMaria Mediatrice.

VENERDI 8 Alle 19 celebra laMessa nella parrocchia di SanPier Damiani in occasione dellafesta della dedicazione dellachiesa.

SABATO 9 Alle 9.30 al PontificioSeminario Romano Maggiorepresiede l’incontro di formazioneper i catechisti del Battesimo.Alle ore 18 celebra la Messa nellaparrocchia di Sant’AlessandroMartire in occasione dei 100 annidella dedicazione della chiesa.

DOMENICA 10 Alle 11.30 celebrala Messa nella parrocchia di SanMattia. – Alle 19 visita e celebrala Messa a Casa Betania inoccasione del XXV anniversariodella sua fondazione.

L’AGENDADEL VICARIO

libri

tig Dagerman, nato nel 1923in un villaggio poco distanteda Stoccolma, è uno degli

spiriti feriti della letteraturanovecentesca. Quasi impossibiletrovare nei suoi libri, romanzi eracconti come schegge tagliate daltronco degli alberi, unacompiutezza formale. Sindacalistaanarchico, figlio di un padremilitante operaio il quale dopoaverlo abbandonato lo coinvolsenella lotta politica, nella sua breve vita nonriuscì mai a superare lo sconcerto scaturitodalla radicale sfiducia nei confrontidell’ordine sociale, come se le promessedella gioventù fossero inevitabilmentedestinate al fallimento: non a caso si suicidòa soli 31 anni, all’indomani della simbolicalinea d’ombra conradiana, dopo averrespirato i gas tossici della sua automobile.«La mia potenza sarà illimitata il giorno in

cui avrò solo il mio silenzio perdifendere la mia inviolabilità,perché non esiste ascia capacedi intaccare un silenzio vivente»aveva dichiarato, in evocazionekafkiana, poco primadell’ultima drammaticarisoluzione, in quello che restail suo testamento spirituale: Ilnostro bisogno di consolazione.Autunno tedesco, ripubblicato daIperborea (pp. 155, a cura di

Fulvio Ferrari, traduzione di MassimoCiaravolo, con uno scritto di GiorgioFontana, 16 euro), costituisce una singolareeccezione nella sua opera: una serie direportage dalla Germania compostiall’indomani della sconfitta nazista chefurono inizialmente stampati dall’Expressen,quindi pubblicati in volume autonomo nel1947. Quando mise piede fra le rovine delTerzo Reich, Dagerman aveva ventitré anni

ed era, con ogni evidenza, prima ancora cheun giornalista, uno scrittore. Il suo occhio siposa sui dettagli: le carriole cigolanti delledonne in cerca di cibo, gli organetti amanovella dei mutilati, i treni merci deiprofughi, le bande dei bambini derelitti,l’aria fumosa delle prime assemblee tese alladenazificazione del Paese distrutto, leforeste dove pochi mesi prima erano statiimpiccati i ragazzini disertori. Ognidescrizione si trascina dietro la solitudine diun popolo mortificato e tradito. In questachiave forse il capitolo più importante èdedicato alla “generazione perduta” deigiovani tedeschi sopravvissuti: «Hannoconquistato il mondo a diciotto anni e aventidue hanno perso tutto». Gli stessiufficiali che ad una ridicola età avevanoguidato i tanks nella steppa russa o neideserti nordafricani, quasi fossero i padronidel mondo, si ritrovavano adesso, sotto losguardo del loro coetaneo svedese, che si era

permesso il lusso di sognare uno Stato senzalegge, a cincischiare come vagabondi lungole banchine ferroviarie di Stoccarda eAmburgo. Si sente in queste righe losmarrimento profondo dello scrittore difronte alla tragedia della storia nella pienaconsapevolezza che nessun giudizio umanopotrà mai, rispetto alle dimensioni inauditedello scempio bellico avvenuto nel cuoredell’Europa, risultare soddisfacente. Ogniinterpretazione dello sterminio degli ebrei,ad esempio, sarà sempre il frutto di unamediazione culturale, il modo che alcuniindividui della nostra specie saranno stati ingrado di inventarsi per spiegare la violenzaferina alla quale hanno assistito. Il giovanesvedese non si fa questa illusione e a bordodell’aereo che lo riporta a casa osserva ciòche resta di Brema: «La città martoriata ènascosta sotto spesse nubi, come la mutasofferenza tedesca».

Eraldo Affinati

S«Autunno tedesco», la guerra e lo smarrimento di Dagerman

Sacro Cuore di Gesù, processione della II prefettura da Campitelli - Festa a Casa Betania per i 25 anniFilm su santa Francesca Cabrini a San Tommaso Moro - Caritas, summer school per operatori di pace

4 Domenica3 giugno 2018

Sclerosi multipla,crescono i farmaci

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