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1 FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144 e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Marzo 2013 Papa Francesco Papa Francesco Papa Francesco Papa Francesco Dedicato al nuovo Papa No, non farà mai rima con orgoglio il nuovo Papa cardinal Bergoglio, che quando, appena eletto nella sera per prima cosa ha chiesto una preghiera. Questo Papa venuto da lontano porta solo una cosa, il cuore in mano; e dopo l’importante e gran tedesco ora è il turno dell’umile Francesco. Francesco, ora con animo sereno dal cielo caccia via corvi e veleno; se il tuo parlare sarà forte e schietto sarà un bene per noi e per Benedetto. Federico Papa Francesco Ieri sera eravamo tutti in mensa a guardare il fumaiolo da cui usciva il fumo bianco. Ad un tratto un gabbiano si pose sopra il fumaiolo, un avviso che il papa si farà. Carissimo Francesco…una parola bella che ha detto “Pregate tutti per me!” Gli altri papi non l’hanno mai fatto, ma lui con la sua bontà si è presentato bene al popolo romano e non. Per noi è stata un’emozione grande, mi sembra di vedere papa Luciani…era molto emozionato quando è apparso alla finestra di San Pietro; una marea di gente che aspettava che usciva dalla finestra. Grazie Francesco. Sei grande . Grazie. Giuseppe Piga La nuova speranza Non hanno speranza coloro che non scorgono un significato in ogni giorno della vita. Ma quanti riescono a farlo, vivranno sempre nella gioia. Il segno, il significato di oggi, 13 marzo 2013, è l’elezione del nuovo Papa, che ha deciso di chiamarsi Francesco. Negli oltre duemila anni della Chiesa, nessuno aveva deciso di prendere quel nome salendo al soglio pontificio, nonostante che San Francesco sia il patrono d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena. Il Cardinal Bergoglio, argentino di discendenza italiana, è il primo Papa extraeuropeo ed anche questo è un significato che non si può non scorgere. Altri significati ancora più evidenti sono: ha vissuto a stretto contatto con la povera gente, sia da semplice sacerdote che da vescovo e poi da cardinale. Ovvio quindi, che abbia voluto chiamarsi Francesco, per seguire il suo esempio, anche e soprattutto da papa. Noi ci auguriamo che lo lascino fare, poiché, come dice il proverbio, chi ben comincia è a metà dell’opera. Tutto ciò ci riempie di gioia e ci da nuova speranza e forza per affrontare i giorni e gli anni futuri, nella certezza che Francesco avrà la forza morale e spirituale di riavvicinare la Chiesa a Dio e quindi a noi. Conseguentemente si ribadirà e confermerà quanto Gesù disse: beati gli ultimi poiché saranno i primi nel Regno del Padre. Grazie Dio di averci dato Francesco! W il Papa. E. T. In questo numero: Prima pagina pag. 1 L’angolo della poesia pag. 2, 3, 4 Riflessioni pag. 5, 6 Ricordi pag. 7 Feste di compleanno pag. 8, 9 Papa Francesco pag. 10 Dediche pag. 11,12 Jucunde cantare pag. 13 Un po’ di tutto pag. 14 Scrittura creativa pag. 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16 14 14 14 14° ° ° ° ANNO ANNO ANNO ANNO

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FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA

IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144

e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Marzo 2013

Papa FrancescoPapa FrancescoPapa FrancescoPapa Francesco

Dedicato al nuovo Papa No, non farà mai rima con orgoglio il nuovo Papa cardinal Bergoglio,

che quando, appena eletto nella sera per prima cosa ha chiesto una preghiera.

Questo Papa venuto da lontano porta solo una cosa, il cuore in mano; e dopo l’importante e gran tedesco ora è il turno dell’umile Francesco. Francesco, ora con animo sereno dal cielo caccia via corvi e veleno;

se il tuo parlare sarà forte e schietto sarà un bene per noi e per Benedetto.

Federico

Papa Francesco Ieri sera eravamo tutti in mensa a guardare il fumaiolo da cui usciva il fumo bianco. Ad un tratto un gabbiano si pose sopra il fumaiolo, un avviso che il papa si farà. Carissimo Francesco…una parola bella che ha detto “Pregate tutti per me!” Gli altri papi non l’hanno mai fatto, ma lui con la sua bontà si è presentato bene al popolo romano e non. Per noi è stata un’emozione grande, mi sembra di vedere papa Luciani…era molto emozionato quando è apparso alla finestra di San Pietro; una marea di gente che aspettava che usciva dalla finestra. Grazie Francesco. Sei grande . Grazie.

Giuseppe Piga La nuova speranza Non hanno speranza coloro che non scorgono un significato in ogni giorno della vita. Ma quanti riescono a farlo, vivranno sempre nella gioia. Il segno, il significato di oggi, 13 marzo 2013, è l’elezione del nuovo Papa, che ha deciso di chiamarsi Francesco. Negli oltre duemila anni della

Chiesa, nessuno aveva deciso di prendere quel nome salendo al soglio pontificio, nonostante che San Francesco sia il patrono d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena. Il Cardinal Bergoglio, argentino di discendenza italiana, è il primo Papa extraeuropeo ed anche questo è un significato che non si può non scorgere. Altri significati ancora più evidenti sono: ha vissuto a stretto contatto con la povera gente, sia da semplice sacerdote che da vescovo e poi da cardinale. Ovvio quindi, che abbia voluto chiamarsi Francesco, per seguire il suo esempio, anche e soprattutto da papa. Noi ci auguriamo che lo lascino fare, poiché, come dice il proverbio, chi ben comincia è a metà dell’opera. Tutto ciò ci riempie di gioia e ci da nuova

speranza e forza per affrontare i giorni e gli anni futuri, nella certezza che Francesco avrà la forza morale e spirituale di riavvicinare la Chiesa a Dio e quindi a noi. Conseguentemente si ribadirà e confermerà quanto Gesù disse: beati gli ultimi poiché saranno i primi nel Regno del Padre. Grazie Dio di averci dato Francesco! W il Papa.

E. T.

In questo numero: Prima pagina pag. 1 L’angolo della poesia pag. 2, 3, 4 Riflessioni pag. 5, 6 Ricordi pag. 7 Feste di compleanno pag. 8, 9 Papa Francesco pag. 10 Dediche pag. 11,12 Jucunde cantare pag. 13 Un po’ di tutto pag. 14 Scrittura creativa pag. 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16

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Porca l’oca!

Porca l’oca! Poco fa mi sono accorto

che non sei affatto un’oca; con quel tuo tailleur color albicocca,

lì per lì fulmineamente m’hai catturato come una freccia scocca.

Porca l’oca! Ieri t’ho vista passeggiare lì nel viale,

di te non pensavo né bene neppure male,

eri uno schianto, così sconvolgente e debordante,

peggio d’un temporale. Porca l’oca!

Ti rivedessi qui almeno una buona volta, giusto per dire di te che me ne faccio un

vanto, e nel pensar di me

tu ci mettessi un bell’accento. Porca l’oca!

Ma lo sai, lo sai che quando vedo te mi distolgo dai guai?!,

e come un dolce, tu per me sei la falce, che taglia di netto tutti i mali e rinasci dolce, azzurra e vispa

come la felce. Porca l’oca!

Mi vien da ridere se penso a quando t’ho visto la prima volta: io di là, tu di qua sgattaiolando,

per le vie del centro più pensando che operando,

e ancor mi chiedo: ma così inebetiti e tonti, dove stavamo andando?

Ariporca l’oca!! Quest’esclamazione me l’hai tolta di bocca

quando mi sei apparsa all’improvviso sulla porta,

tra me, pensavo – ma forse è uno sbaglio? Non è possibile?! Ma non è lei,

quella che mi baciò così di slancio sulla bocca!- Porca l’oca!!

A festeggiare il nuovo anno qui mi tocca!...

Meglio sopportare te che un esemplare di marmotta,

che non sa ridere, non sa scherzare né perdonare,

quella cazzata che m’è scappata nella passeggiata, in quel week-end, là in riva al mare.

Gian Paolo Donà

Na’ nova creazione Un giorno Dio pensava mezzo avvilito: anvedi st’omini, ndove so’ iti a fini’! L’ho fatti belli, sani e forti e pure intelligenti e mo’ s’embriacheno, se drogheno e poi arubbano, s’ammazzeno l’un l’altro come si gnente fosse. Nun c’hanno un minimo de pudore, ner commette’ le peggiori infamie e a me che l’ho creati manco me pensano, anzi, se ne fregano. Devo da fa’ quarcosa, così nun se po’ anna’ avanti. Allora fece n’antra creazione, lassò perde er fango e prese un puro spirito, poi je diede un corpo con un core grande grande, pieno de li mejo sentimenti del monno, ’na testa cor cervello da fa’ invidia pure a Leonardo da Vinci e poi je disse, va, pensace tu.

E.T.

Correre

Corri con me com’io corro sul foglio corriamo come il fiume verso il mare abbandoniamo reticenza e orgoglio voglio veder l’amore in te spuntare.

Ti corro appresso e infine stanco e vinto corro a narrar di te e di questa storia di te ancora a correre mi hai spinto, tu che per me non sei cosa irrisoria. Apri le braccia e in festa corri incontro a me che ti aspettavo da un bel pezzo e fa’ che quest’incontro non sia scontro; tu corri, di arrivare hai sempre fretta, ma io ti inseguirò con ogni mezzo e in un abbraccio poi terrò stretta.

Federico

I nostri doni I nostri doni

non sono nostri, sono di Dio. Lui ce li dona gratuitamente. Mai inorgoglirci dei nostri talenti, presunti o reali.

Offrire tutto a Dio, anche la nostra superbia,

piccola o grande, nascosta o solare.

Nicola

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Fai del bene Fai del bene a qualcuno adesso, perché il tempo è breve e domani può

essere già tardi.

Dona un fiore oggi ma con amore,

non aspettare che la gente muoia per volerle bene, ma falle sentire il tuo affetto,

donando un sorriso e una carezza.

Imparare a far felici coloro che conosci a volte basta poco, veder sorridere chi

è triste e solo dando speranza riempie i cuori di amore e dona

gioia al tuo cuore. Lia

Avvinazzato Hic! Ma guarda un po’ quei due là, il lupo e l‘agnello: hanno sete e vanno a bere ad un ruscello! Io al loro posto, hic, mi sarei scolato una bottiglia di Barbera o di Grignolino. Il lupo accusa l’agnello di avergli intorbidato l’acqua: e peggio per lui che beve acqua, se beveva un Barolo d’annata non gli sarebbe successo, hic! E poi lo accusa di averlo insultato sei mesi prima: cavoli, allora mi ero sbagliato, questo si è bevuta tutta la Martini e Rossi! L’agnello ha respinto le accuse con fermezza: si vedeva che non aveva bevuto. Alla fine il lupo gli è saltato addosso e lo ha divorato, così, senza neanche prendere un aperitivo, e senza accompagnare il pranzo con un rosso delle Langhe e con un Corvo di Salaparuta! L’agnello cercava di evitarlo ma fece fiasco: sentite che bella parola che è questa, fiasco, che ve ne sembra, hic? Certo che contro la forza non vale la ragione. Meglio berci sopra, io consiglierei una vernaccia o un Lacrima Christi.

Federico

Magnà Magnà, un vizzio che nun se po’ levà.

O aragosta o pane e mortadella magnà è proprio ‘na cosa bella.

Er gusto sopraffino den’ ber panino

cò tonno, pomodoro e majonese de bun’ umore te mette per un mese.

E pè fasse ‘na bella magnata c’è de mejo de rigatoni cò a pajata?

E quanno, da vecchio, i denti nun c’ho più. fateme abboffà de tiramisù.

Infine, quanno moro e vado in paradiso er pollo alla diavola me magno

e poi me ce pulisco anche er viso E.T.

Oh Dio dell'ironia, oh grandioso Dio dell'autoironia,

liberaci dalla cupa seriosità! Ci prendiamo troppo sul serio,

Oh Dio maestoso! E diventiamo aridi e sterili!

Non sappiamo più scherzare. Oh meraviglioso Dio, col cuore genuino! Insegnaci a ridere,

a sorridere, oh magnifico Dio!

Nicola

Dentro la vita Mi chiedi, ma

non ho risposte, ti scusi, ma

non ho parole. Dentro la vita

c'è un'altra vita, dentro un sorriso un altro sorriso. Il vento è veloce, porta via tutto,

non rimane niente, solo un cuore distrutto! Anna Maria Lo Presti

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Su Marte Voi della Nasa, ehi, quando si parte? Vogliamo andare tutti lì su Marte!

Da quando han detto che lassù c’è vita, noi, scalmanati come alla partita, senza ritegno alcuno né imbarazzo già prenotiamo i posti sopra il razzo.

Su Marte andremo, intrepidi e contenti, sotto il sole, sui prati fluorescenti:

in un deserto privo di rumori saremo noi stavolta gli invasori.

Dov’è la vita? Il mio sguardo si perde, traccia non v’è d’alcun omino verde,

e neanche ci sta una discoteca; la folla rumoreggia, strilla, impreca;

sei stanca? Hai sete? Reggiti al mio braccio, qui non c’è acqua ma soltanto ghiaccio.

Pianeta rosso? Sì, ma di vergogna, non è di certo quel che il mondo sogna; e questo è Marte? Dio, che delusione, prendiamo in fretta un’altra decisione: questo pianeta è proprio una gran balla,

ridateci la nostra azzurra palla! Federico

“Il tempo” Il tempo è l’attimo che ti fugge via

e non lo puoi fermare, bisogna saperlo riempire e viverlo minuto per minuto, bisogna saperlo

impiegare nel silenzio, nella preghiera, nell’ascolto,

nella condivisione, nella solidarietà fraterna e nella carità. C’è il tempo del donare, del saper attendere,

c’è il tempo per poter ricominciare senza smarrirsi, proprio quando sembra si sia

fermato ma che ti è sempre stato

accanto non lasciandoti mai solo.

Lia

L’ultima neve d’inverno ci ricorda,

che qui sulla terra, non c’è nulla

ma proprio nulla di eterno

Gian Paolo Donà

Libertà

Io so’ sempre stato incensurato; perciò mai m’hanno arestato. Sempre ho goduto della libertà E dappertutto so’ potuto annà

Co’ la fierezza e co’ l’orgojo pieno Che, in vita mia, mai so’ stato scemo.

Però la vera, completa libertà, me la so’ dovuta conquistà

sciojenno li legacci de certa bieca società

che, mentalmente, me voleva schiavizzà.

A sto’ monno se voi l’indipendenza, solo der core e della mente devi de avè ‘na dipendenza

e stai sicuro che nun sbaji gnente. Sempre, però, tenendo ben presente Che senza Dio, nissuno vale gnente. Cercà sempre de avè la coscienza

pulita: solo così se po’ vive la vera vita!

E.T.

Ecco

Ecco, sei qui, sdraiato sul tuo letto, all’ospedale, venuto per farti visitare. E non hanno trovato nulla da dire, solo che tu dovevi riposare. Al centro, noi. Bisogna dire che tu non ti puoi strapazzare. Mettiti in forze e facci vedere che cosa sai fare. Noi ti vogliamo bene, ti vogliamo aiutare e nessuno ce lo può impedire. Con le tue forze tu dovrai camminare, finché tutti dovranno capire. Allora tu ti potrai gestire da solo. In gamba potrai tornare, al tuo futuro dovrai pensare, con un bacio di mamma ti potrai svegliare.

Maura

I senzatetto A Roma i senzatetto sono circa seimila,

secondo me invece quelli non censiti sono trentamila,

abbandonati a se stessi, poveri cristi in fila per ore per poveri pasti. Dopo la cena se ne vanno tristi

alla ricerca di un giaciglio. Sognano e sperano che domani sia meglio.

Moraldi

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MEDIOCRITA’, ACCIDIA, VENDETTA (Caino vive ancora) Gli esseri mediocri non possono sopportare che altri esseri umani, anche se poveri, siano capaci di trarre dalia vita la linfa che la rende piacevole e degna di essere vissuta, attraverso l’amicizia, il buonumore, l'arte, la bellezza interiore che predispone ad amare sia la natura che una donna o il sorriso di un bimbo. Queste sono le persone più: vicine a Dio, che apprezzano appieno i suoi doni. I mediocri, invece, sono accidiosi, quindi incapaci di provare quei sentimenti, quelle sensazioni. La loro incapacità li rende prevaricatori e assetati di vendetta, come se la loro incapacità di amare fosse imputabile ad altri e non a se stessi. Costoro, quando riescono per caso o per mera fortuna ad ottenere un posto di rilievo, un posto che nella gerarchia sociale li colloca anche soltanto un gradino sopra gli altri, si sentono comunque in tutto e per tutto superiori a chiunque anche se carenti culturalmente e soprattutto spiritualmente. A livello psichico profondo, pero, essi sono consapevoli di essere ”figli del buio" e ciò gli corrode il cervello e l’anima, ammesso che un'anima abbiano. Il dubbio è ampiamente giustificato dal fatto che se veramente l’avessero, ad un certo punto cambierebbero modo di pensare, di comportarsi, di vivere. Queste sono le persone che nella loro sete di ingiustificata vendetta, quando si ritrovano in gruppo sono capaci di trasformarsi in un branco di cani idrofobi come, ad esempio, lo furono i nazisti o i membri del K.K.K. Preghiamo affinché questi esseri cambino, soprattutto per loro stessi, in modo che riescano a non auto-fagocitarsi con il loro odio devastante. Si, perché il male che spargono nel mondo ricade e ricadrà su di essi.

E.T. “LA DATA PER SOGNARE" Quanti momenti nella vita, potrebbero stravolgere il modo di pensare, si perché disturbati dal mondo che ci circonda, non si può meravigliare, ci stiamo dimenticando, cosa può valere questo giorno senza prospetta re, cosa può valere per l'amore, se tutto tralasciamo come per dimenticare. Sarebbe bello se tornando indietro, questa festa che serve per rievocare, darsi un appuntamento quella sera, con una rosa per ”LEI" si ti voglio amare, trovare il tempo per organizzare, e pensando con emozione ma lei saprà apprezzare? Tutto per un momento, da rinchiudere nel cuore e poi nel tempo classificare. San Valentino, seguito da uno stuolo da amorini si accosta alla gente ma senza confondere, vuole solo dimostrare, che per una serenità propria sentendolo a fianco solo gioia rendere, se non ci fosse codesta festa, sarebbe una uggiosa giornata senza trovare quello spunto per credere, conquistare un cuore, cosa migliore senza pensare donare un sorriso una rosa per lei a infondere. Nel veder i giovani con la speranza nel cuore, rubare quel sorriso che per la donna irradiare, non è umiliante dichiarare il proprio amore, nel giovani superare l'impasse senza capitolare, allora coraggio riprendetevi questa festa, tornate con il desiderio di amare anche nel fantasticare, la donna ci conta ci crede, anche senza farlo vedere lei vuole quella "ROSA" tutto per sognare. Per un poeta l’amore deve sempre superare, senza l'amore nulla può valere tutto piatto nel ricordare, in quel giorno, un momento alzare gli occhi al cielo le stelle sanno indicare come cometa nel volare, ragazzi uomini riprendete la strada del sentimento, non vi fermate pensate a come riconquistare, la donna aspetta sempre, questo momento inutile basterà un clic e lei sorriderà senza nulla tralasciare. San Valentino, si la data per sognare fai riprendere per tornare nel cuori la tua gioia nel suo candore, pensare a riprendere con felicita quello che ieri fu, non perdete la speranza ridate in voi solo il colore, e quando trovandovi di fronte a "LEI" dopo un bacio sentire quella fiamma che arderà con fervore, sentirete riprendere quella strada che non vi aveva abbandonato, ma solo deviata.....

non lasciate che questo più succeda ma regni il"SENTORE"!!l!!!!!!!!!!!!!!! Pierpaolo Piselli

Quaresima “Convertiti e credi al Vangelo”. È con queste parole che il sacerdote pone sul nostro capo le ceneri all’inizio della Quaresima, per ricordare che questo è un tempo di purificazione, di preghiera, di digiuno e di elemosina. Il Signore non guarda alle apparenze, bensì al cuore ed al cambiamento in noi stessi. Il nostro spirito si deve aprire all’amore immenso, illumi-nandosi di speranza e di gioia. Il Signore non guarda alla quantità ma alla qualità dei nostri buoni gesti. Visitare un ammalato o un anziano solo, soccorrere il fratello che vive nel disagio prima che sia troppo tardi e non lasciarlo morire nel suo stato di abbandono, facendogli sentire che non è solo, ma dandogli amore, è così che daremo un senso a noi stessi se siamo utili agli altri, ma anche alla nostra vita a volte vuota e senza svolta. Questa è la carità, il significato di questa Quaresima, che ci fa sentire cristiani, facendoci riscoprire il valore delle cose e di chi è accanto a noi. Ce ne rendiamo conto solo quando perdiamo chi abbiamo di più caro e vorremmo tornare indietro ma ci accorgiamo che è troppo tardi. Apriamo il nostro cuore all’amore cristiano dando speranza e gioia e che la Pasqua del Signore infonda nel nostro cuore gioia, pace e amore.

Lia

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Il ponte Un ponte qualunque e una gran voglia di tuffarsi nel vuoto: è follia? Non credo, ma allora che cosa può essere? Non lo so, non me lo sono mai chiesta, ma tutte le volte che attraverso un ponte quella dannata voglia di buttarmi giù mi prende e prima o poi accadrà, non so perché, ma sento che accadrà. Quel senso di angoscia e come un tarlo che piano piano ti porta via la parte migliore di te, lasciandoti un buco interiore difficilmente riparabile, qualunque sia il percorso per arrivare a questo stadio autodistruttivo la mente si ritrova come inebetita, come sospesa fra oblio e realtà, fra estasi e intolleranza: a questo punto sopraggiunge uno stato confusionale tale da non essere più cosciente dei propri gesti, il gioco e fatto: ci si butta... nel vuoto! Sono attimi, solo attimi.

Anna Maria Lo Presti

Il figo del bigoncio Quanti riguardi bisogna avere anche per coloro che non meritano. Quante ossessioni per fuggire ciò che non meritiamo perché secondo i principi che mi erano stati insegnati non ricordo di dover contemplare anche i difetti di coloro che sono totalmente amorali. Me se penso che Cristo nel buio della tomba vedeva la Gloria della sua luce, devo dedurre che lo ha fatto anche per loro e non lo meritano! Mannaggia la pupazza! Non mi riconosco in quello che dicono di me. Io merito molto di più, ritengo. Giusto perché ti ho vista qualche volta sorridere, mi sono emozionato. E neanche lo meritavi. Ma valla a capire la vita! E’ un dono avermi conosciuto. Io sono il meglio (figo del bigoncio)!

Anonimo 14 febbraio 2013 Quante parole per dover sintetizzare un determinato concetto! Eppure quell’ansia, quella frenesia o fatica rende ciò che noi proviamo. Ma non ci sentiamo mai appagati del disegno che riusciamo a fare nelle nostre parole. In questo periodo mi soffermo sulla visione che ciascuno di noi ha della realtà e spesso rimango sorpreso delle divergenze tanto da provarne imbarazzo. E penso a Gesù e Maria che facevano azioni, pronunciavano parole, avevano atteggiamenti nella verità in contrasto con coloro che nella verità non ci potevano stare perché non vedevano la realtà di Dio. E comincio a preoccuparmi! Ma mi rassicura il fatto che se io non vedo Dio e le sue realtà, Lui vede me e le mie miserie e siccome da bambino non ho avuto traumi, assumo l’atteggiamento di persona sicura che pensa e agisce come Dio e godo nel vedere la realtà! Ma non sono Dio e non mi commuovo delle vostre miserie! Vi giudico e vi castigo! Non mi serve la vostra stima! Dio della vostra stima non se ne fa niente! Io non sono Dio! Ma gli voglio somigliare. E Lui che vede bene ha la delega per guardare e farmi guardare come Lui guarda!

Antonello Caggiari Sogno Vorrei condividere un sogno. Questo sogno è quello che tu pensi. Qualcosa che ti fa emozionare, quello che fa realizzare i tuoi desideri. Il mio desiderio più grande è condividere una storia, qualcosa che ti fa sognare e volare. Se fossi un sogno mi abbraccerei con le mani aperte verso il cielo. Il sogno che vorrei è quello che ti fa sorridere, un'amica che ti capisca per tutta la vita. Il sogno ci da modo di riflettere, il sogno è quello che ci da tanto amore, il sogno nel mio cassetto, e che vorrei tirare fuori, è avere una relazione importante che ci renda la vita lieta e infinita. I sogni, come i baci, sono lieti ma brevi, ma un lungo bacio sereno è passionale. Sogno mio che vegli sulla mia culla.

Vittorio Piga 14 FEBBRAIO È una data da non dimenticare mai. Il sole, il mare, la luna, tutto ci parla d’amore, tutto l’universo è amore! Le coppiette si baciano, e si scambiano regali pieni d’amore. È la loro festa, innamorati ogni giorno di più. Si fanno promesse e parlano di un futuro insieme, di un mio insieme, tutto questo trabocca d’amore! La natura è amore, la mamma quando accarezza il suo bimbo ancora nella culla, un gesto d’amore! Aiutare un barbone per strada, parlare un po’ con lui, offrirgli un panino e una sigaretta, gesti buoni cha parlano d’amore. Molte cose ci parlano d’amore, i fiori sul prato, preparare un buon pranzo con amore. Quel fatidico SI quando si è sull’altare emana amore, fiducia e tanta gioia dentro i nostri cuori. L’orizzonte è amore, come il tramonto in riva al mare ci parla d’amore. Il prete sull’altare predica tanto amore. Siamo circondati dall’amore, siamo nati dall’amore. Voglio fare tanti auguri a tutti gli innamorati!!! Versi poetici Vorrei essere una rondine e volare lontano dove tu vivi, ma ho paura di bruciarmi le ali!!!

Serapiglia Marisa

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Lo scoglio Se potesse parlare il nostro scoglio in riva al mare. Quante cose direbbe di noi sdraiati a goderci la luna che curiosa ci osservava! Quanti baci, parole d’amore, sussurrate sotto voce mentre la musica rendeva quegli attimi pieni d’incanto e poesia! Quasi ogni sera eravamo lì vedendo le onde del mare sbattere addosso agli scogli, mentre la schiuma bianca bagnava i nostri piedi ancora caldi dal sole. Sono stati giorni felici rimasti chiusi dentro il mio cuore. Dove sei ora amore? Non riesco ancora a dimenticare quelle dolci notti in riva al mare! I tuoi baci infuocati, mano nella mano attraversavamo i binari del treno incoscienti, ma felici. Avrei gridato a tutto il mondo quanto ti amavo. Il tuo sorriso mi portava in paradiso mentre i miei occhi si riempivano di lacrime quando ti ho visto andare via lasciandomi da sola. Ora una parte di me se n’è andata con te. Guardo la tua foto insieme a me felici, sorridenti, col mare che faceva da sfondo. Afferro la nostra fotografia mentre le mie mani tremano, l’appoggio sul cuore che ora batto forte: mi sta per scoppiare. Non dimentico i tuoi baci, lo scoglio dove ancora oggi mi siedo aspettando il tuo ritorno che non avverrà mai. Ma nessuno potrà mai cancellare quell’amore in riva al mare, un amore grande e immerso come l’universo. Non potrò mai più amare un altro uomo, vita della mia vita. Ti aspetterò fino alla fine dei miei giorni con la nostra foto stretta sul cuore ricordando un grande e infinito amore!

Marisa Serapiglia

Frammenti d’ilarità Oggi vado a spasso Vado a spasso, così mi rilasso, al diavolo tutto, qui è uno sconquasso. Problemi a uffa, la gente che sbuffa, chi spinge e s’azzuffa, corri di qua, no, è meglio di là. E’ tutto un affanno, un abbaglio, un inganno; fosse solo un malanno st’andazzo in città. Nell’andare e tornare c’è sempre il dilemma del fare e disfare, del prendere e dare. Ma io me ne frego, spesso penso al mare e già mi ci vedo sulla spiaggia, bello là tra l’onda e la sponda, tranquillo a risciaccquà.

E m’interrogo: ma che sarà? Non si riesce più a sognare. Eh, no! Io vado a spasso, oggi, nessun intrallazzo, non rinnego me stesso se, in tutto sto marasma va a finire che m’incazzo. “Pensa solo al bello…” Mi suggerisce quel tale. “Sii filosofo, ragiona”. Gli rispondo: “Che ti frega! ! Pensa a te… sta mezza sega!”. E mi tolgo certi impicci pensando che ho risolto, così domani sarà un po’ meglio… Ma che sei matto??!!! Sto già nel torto. La gentilezza? Dove l’ho messa? Non ricordo dove l’ho persa. Massì, vabbè, farò penitenza supplicando,

pregando il cielo, non escluso il buon Dio, si sa. Comunque, sia come sia, oggi vado a spasso, non ci son santi né ragioni né fuorvianti balzane intenzioni. Non mi piego, non m’abbasso. Così è deciso e ancora insisto: ebbene sì, oggi vado a spasso. Al posto mio qualcun altro, una volta tanto, si farà un bel mazzo! Lo diceva, anche allora il perenne, gentil poeta, il “sempre incazzato” Torquato Tasso! Gian Paolo Donà

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Benvenuto al nuovo Papa Benvenuto dal popolo italiano, tutti noi siamo felici di avere di nuovo il papa. Finalmente la tanto attesa fumata bianca ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Piazza S.Pietro era gremita di un’immensa folla, ad aspettare con ansia per vedere il suo volto, un volto sereno, sorridente, che emana dentro di noi quella pace di cui avevamo davvero bisogno. Lui, dopo averci parlato, ci ha dato la benedizione che ha commosso tutti, sotto i grandi riflettori lì a San Pietro, le tante telecamere intorno a lui e lo scroscio di applausi da tutta la gente che già lo ama. Semplice, emozionato ci ha rivolto due parole che ci hanno toccato il cuore. Siamo di nuovo felici di riavere il nostro Papa. Ora Roma gioisce, mancava lui e adesso è con noi e ci guiderà nel nostro cammino, darà a noi tutti ogni domenica la sua benedizione, lo rivedremo affacciato alla sua finestra con la sua tonaca candida come è lui. Benvenuto Papa Francesco, pensaci e benedici noi poveri bisognosi, abbiamo di te. Infondici la speranza di ricominciare a vivere, indicaci la giusta via e benedici coloro che vivono in mezzo alla strada, al freddo e a tanti pericoli. Donaci la pace e la serenità. Prega per tutto il popolo. Noi ti amiamo. Benedici i nostri figli e tutti coloro che soffrono. Un caldo benvenuto tra noi, noi pregheremo per te. Donaci la pace!!

Serapiglia Marisa e Fabrizio Giontella Papa (e fratello) Francesco, buonasera!

Caro Papa Francesco, quanta gioia sto provando io, quanta gioia stiamo provando tutti noi per la tua elezione! Per la novità del tuo stile! A cominciare dal primo saluto che ci hai rivolto da Pontefice, straordinariamente semplice, straordinariamente cordiale. “Fratelli e sorelle, buonasera”, ci hai detto lasciando trasparire il tuo animo sorridente e quelle parole, per il tono con cui le hai pronunciate, ci hanno avvolto come un abbraccio affettuoso, un abbraccio che ognuno di noi è stato chiamato a ricambiare pregando per te. Papa Francesco, sentiamo che con te il Dio d’amore e misericordia non sarà più per molti uno sconosciuto, che con te la Chiesa, istituzione e comunità, tornerà a respirare alto e profondo.

Grazie. Grazie infinite. Anna (volontaria)

Habemus Papam Oggi io sono felice, carissimo Papa Francesco. Noi ti adoriamo e ti rispettiamo. Il cielo è

sereno. Ti aspettiamo al Binario 95. Ci vuoi venire a trovare, se puoi? Noi ti aspettiamo a braccia aperte. Così facciamo le foto ricordo qui al Binario 95 e all’ostello. Siamo poveri ma con te siamo diventati ricchi di forza e di cuore. Buonissima giornata lavorativa

Maura Grazie Benedetto XVI Era il 19 aprile 2005 quando il cardinale Joseph Ratzinger venne eletto papa, scegliendo il nome di Benedetto XVI. È stato il successore dell’indimenticabile Giovanni Paolo II e affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni con una piazza gremita, le sue prime parole furono: “(…) un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”. Abbiamo imparato ad amarlo come i suoi predecessori nei suoi 8 anni di pontificato, in cui ha donato tutto se stesso, portando avanti con fatica il suo magistero, a volte lo si vedeva stanco ma sempre con il sorriso per tutti. Tuttavia a volte la vita ci porta a fare delle scelte difficili e così è stato per il Papa. Siamo rimasti sorpresi quando l’11 febbraio abbiamo saputo della decisione del pontefice di dimettersi, ma l’abbiamo ritenuta giusta, date l’età e le sue forze. Abbiamo capito il suo gesto ed è per questo che gli vogliamo ancora più bene. E resterà per noi un padre che pregherà e ci amerà più di prima. Nell’ultimo Angelus Benedetto XVI disse: “Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa”. Grazie Benedetto XVI. Lia

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A Don Luigi Di Liegro Di Luigi ne so abbastanza. Attraverso frammenti di conoscenze e massime: goccia a goccia, per bocca di chi ne sapeva o ne godeva i frutti su un vassoio, la sera stanco o malato o disperato. Ma io Luigi non l’ho mai cercato, è lui che ha cercato me. Con insistenza, anche quando sgusciavo via, come acqua dalle mani. Mi ha cercato. Non ha fatto un grande affare! insaccare rifiuti e lavare vassoi è cosa banale. Eppure mi ha cercato e io, quando da volontario entro in mensa a via marsala, ringrazio e lo saluto. Lui, in quella foto in alto, che sbircia, sereno se non sorridente. E io, che godo del suo sguardo, fiero di essere stato scelto e voluto lì, periodicamente a vuotar vassoi. Nel mio personale dilemma tra il dovere verso il prossimo e i fatti miei, mi ha regalato il piacere e il senso della leggerezza: prendo sul serio le cose piccole e rubo sorrisi. Non fabbrico più morali e penso a vivere. Un bel salto per chi pensava di pianificare il mondo ma la strada per le piccole cose ti costringe a spostare le più grandi, pesanti, infruttuose. Se così non va, non so cosa dire. In fondo, è stato lui a chiamare…

Sandro Polci (in)volontario del giovedì Carissima Oggi ci siamo viste ma eravamo come due sconosciute, cosa è successo? Io non riesco a capire. Tu, quando dormo, mi guardi quasi male. Io sono qui che non ti disturbo, ma è veramente incredibile, non so’ e non sai, non dico nulla. Perché? Perché l’altra volta che ci ho provato tu mi volevi sbranare. Lo so, che hai problemi più di me e magari non sai come fare, ma proprio per questo bisogna parlare e poi se non c’è niente da fare, lasciamo stare, ma ad una soluzione bisogna arrivare, ma non dipende da me se non vuoi parlare. Le scuse bisogna darle perché tutti possiamo sbagliare. Ora che non ho nulla da dire, ti saluto e vedi un po’ se hai qualcosa da dire.

Maura “25 marzo-buon compleanno papà”

Quanti anni sono passati, ma non li ho mai contati. Il tempo passa e fugge via. Ma di te papà il ricordo è nostalgia. Te ne se andato via ma non dal mio cuore, non dal mio pensiero. Siamo stati bene insieme nei tempi passati, mi raccontavi le storie della tua gioventù. Ne rimanevo incantata, non mi stancavo mai di ascoltarle. Ma poi il tempo è passato, tutto si è fermato, ma non il tuo amore che avevi per me, mi hai regalato i più begli anni, dandomi affetto. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Da sola non ce l’avrei fatta. Buon compleanno papà, tua figlia,

Lia Sogno d'argento (dedicato a Luana) Mi imbiancasti con luce piovana, avevi un letto morbido come il pane, eri soffice come una nuvola, mi avevi accompagnato all'altare, mi portasti un tuo saluto, mi prestasti il tuo sorriso, tu che viaggiasti col sogno sulle labbra, volto disteso su una piuma soffice e delicata. Su ogni collina rifletti la tua luce, il tuo cuore è imprigionato. Da questo tuo sogno, regalami il tuo cuore, il tuo affetto mi rinfresca l'animo, eri sperduto nella notte lontana, era una notte lunga e gioiosa. Appena tu mi toccasti con le mani rivolte a me, ero lontano e non raggiungevo i tuoi occhi. Il tuo aspetto si trasforma ogni volta che mi avvicino sempre di più. Il sogno era lungo e tormentoso, un sogno che cambia sempre di colore, il suo colore infinito era l'argento, coda fluorescente che scese dal cielo, i suoi occhi risplendevano di un argento puro come oro che uscì fuori dai lunghi capelli. Una donna vidi nei miei sogni, aveva dei lunghi capelli color oro e degli occhi color argento, sembrava un gioiello uscito dal mare.

Vittorio Piga Io ti chiedo scusa

Carissimo, io ti chiedo scusa per averti portato fin qui ma, grazie all’ostello e al Binario 95, noi siamo più svegli e più sicuri. Comunque, io ti chiedo scusa. Vedi, io non vedo l’ora di regalarti tutto quello di cui tu hai bisogno ma sappi che se io non ci dovessi riuscire, non vuol dire nulla. Perché c’è sempre un altro modo, sempre. Basta essere tranquilli e pazienti e vedrai che le cose alla fine andranno come vuoi tu. Tu devi essere prima di tutto positivo e calmo, devi cercare di accettare le avversità della vita che purtroppo va come a noi non piace ma noi saremo più uniti e forti e allora vedrai che ti dimenticherai le cose brutte. Con amore. Tua per sempre

Maura

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“8 marzo” Auguri Simona. Il mio pensiero va a te, cara Simona, per questo giorno speciale. Sei sempre nei miei pensieri, non ti ho mai dimenticata. Con la mente torno indietro alle serate tutti insieme nella saletta per le riunioni del nostro giornalino Gocce di Marsala. Eri sempre con il sorriso, disponibile e con quanta pazienza hai copiato i miei articoli. Mi hai regalato momenti felici quando ero triste, adesso è tanto tempo che non vieni più, ma sei sempre presente nelle nostre serate. Spero di vederti presto facendomi una sorpresa, facendomi felice. Ti auguro tutto ciò che il tuo cuore desidera. Tanta felicità, ti voglio bene.

Lia

Il tuo sguardo Lo porterò sempre con me. Tu non parli ma io so cosa vorresti dirmi. Sei molto triste ma quando arrivo io tu sorridi e non dici nulla …. ma io capisco. Tu non sei chiacchierone, come me, ma ti fa piacere sentirmi parlare. Abbiamo fatto delle interviste insieme e siamo quasi sempre della stessa opinione. Noi tre ti ammiriamo tanto; penso che tu sei una persona deliziosa, gentile e brava. Io ti devo ringraziare per avermi messo sempre a mio agio. Un amico particolare come te non deve cambiare. Ti auguro tanta felicità, come te lo meriti! Da noi a te

Maura PS: L’amicizia come la tua è come il fuoco: ti scalda! Festa delle Donne Hei ragazzi, domani è la Festa delle Donne, mi ricordo quando ero piccolo e avevo dieci anni, camminando in una strada incontrai un vecchietto e mi disse: è la Festa delle Donne. E io gli chiesi: cosa si regala quel giorno? E lui mi rispose: mimose. Allora tornai a casa, presi una sega e andai in campagna e tagliai una pianta di mimosa e la portai a mia madre Angela. Allora mia madre mi disse: che hai fatto Giuseppe? E io gli risposi: ho incontrato un vecchietto che mi ha detto della Festa delle Donne e io ti ho portato una pianta mamma. Non sei contenta? E con questo, faccio gli auguri a tutte le donne del mondo!

Giuseppe Piga Non habemus papam Non fece per viltade il gran rifiuto né con un tono lui parlò dimesso: attonito rimase il mondo e muto alla notizia: il papa si è dimesso. Nel cuore aveva un sentimento acuto di noia, di stanchezza, era depresso: gli scandali lo avevano abbattuto, s'incrina anche la scorza del cipresso. Dai, fatti sotto, Silvio, è il tuo momento, o indici le elezioni o sarai papa, nessuno pensa a un uomo e al suo tormento, ma guarda che ci passa per la capa. Chi sarà il papa adesso? Ortega? Scola? Bagnasco? C'è chi dice un africano; che importa, basta che non sia una "sòla": ci aspetta un papa tecnico, italiano?

Federico

L’attesa per il conclave Quella finestra chiusa in alto a destra è stanca, troppo triste, innaturale; perduta abbiamo noi la via maestra piazza San Pietro sembra stare male. Alla deriva sembra andar la nave di questa Chiesa persa e disastrata;

cosa accadrà in segreto nel conclave, nella Sistina all’uopo sistemata? Brucino nella stufa intrighi e trame e un uomo nuovo dalla veste bianca soddisfi di giustizia quella fame che ricader mi fa la mano stanca.

Federico

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Una serata particolare

Chi conosce soltanto superficialmente l’ostello Caritas “Don Luigi Di Liegro” a Ponte Casilino, pensa che sia il solito posto che raduna esclusivamente un’accozzaglia di sbandati, di senza fissa dimora e rifiuti della società in genere, dove gli si dà un pasto caldo e un letto per la notte e nulla più. Invece, oltre all’accoglienza materiale l’ostello offre ben altro; ad esempio la serata del 21 febbraio scorso. Alle ore 20,30, nella sala mensa debitamente preparata, si è potuto assistere al concerto corale Polifonico Jucunde Cantare, magistralmente diretto dalla Signora Gisella Rocca che, tra l’altro, ha cantato e incantato da grande soprano. Questa è soltanto l’ultima iniziativa di molte altre precedenti susseguitesi nel tempo. La prossima sarà una ulteriore iniziativa in favore del canto, promossa da Gisella Rocca. In parole povere (come noi), ci ha invitati ad esibirci singolarmente, su tema libero ad una serata ad hoc. Con la supervisione e l’organizzazione di Gabriele

e Stefania, aspettiamo con ansia questo evento per poi ringraziare loro, Gisella Rocca e quanti vorranno partecipare seppur come semplici spettatori.

E. T. Un piccolo concerto Un piccolo concerto ha allietato la serata insieme a tutti noi. Piccolo si fa per dire, ma grande, molto grande per noi. Hanno cantato tante canzoni romane, che ci hanno commosso tutti. Poi la direttrice d’orchestra…una voce da usignolo, mi ha fatto emozionare, tutti incantati ad ascoltare portandoci indietro nel tempo. Un’idea meravigliosa per tutti noi bisognosi e sofferenti. Attimi di vera serenità canora. Io ringrazio tutti quelli dell’orchestra, la direttrice che li seguiva con tanta dolcezza e bravura. Grazie da noi tutti per quello che avete saputo donarci. Grazie a coloro che l’hanno organizzato, a Roberta Molina, direttrice di tutta la Caritas. Mario Urbinati e a tutti gli operatori. Grazie al nostro direttore Maurizio del giornalino che scattava foto a tutti coloro che cantavano. Un piccolo concerto che rimarrà sempre dentro di noi, esperienze vissute da mettere dentro il nostro bagaglio ricco di emozioni belle e brutte ma che sono arrivate fino al cuore!! Grazie a tutti dal più profondo del cuore da tutti gli ospiti, dalla sottoscritta e da mio figlio Fabrizio.

Serapiglia Marisa e Fabrizio Giontella

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Pignolo Alle ore 12.34 di lunedì 5 giugno 2006 in un pianoro, sito in località Passo del Lupo, a 1024 m.s.l.m. in comune di Pescasseroli (Aq), sulle rive del torrente Frescobaldo, affluente di sinistra del fiume Sangro, si avvicinava un superbo esemplare di lupo appenninico, dal pelo grigio scuro, avente un’altezza di 86 cm. al garrese e un peso di 73 kg., nonché un agnello dal vello bianco avorio, del peso di 15 kg.. I due erano situati alla distanza di m. 7,89 l’uno dall’altro, quando il lupo che trovavasi in posizione più elevata rispetto all’agnello gli gridò, con una voce la cui intensità era valutabile in 90 decibel: “Levati!, Non vedi che mi intorbidi questo liquido in cui idrogeno e ossigeno si combinano in proporzione doppia l’uno dell’altro?”. L’agnello fece un balzo all’indietro valutabile in 16 cm., poi replicò: “Come posso fare ciò di cui mi accusi o mammifero somigliante al cane ma più feroce, dato che mi trovo più in basso di te?”. Il predetto canide insisté: “In data 23 novembre 2005 alle 16.57 mi hai apostrofato con l’epiteto di somaro.”. Il figlio della pecora rispose: “Vorrei farti rispettosamente notare che alla suddetta data non ero ancora nato, io essendo venuto alla luce il 12 gennaio 2006 alle ore 15.43 sotto il segno del capricorno.”. “Per il re degli dei, allora fu tuo padre ad insultarmi!”. Così dicendo, compiuto un salto in lungo di m. 8,75 (primato inferiore soltanto al mitico m. 8,90 di Beamon), lo agguantò e lo divorò, dimostrando in maniera incontrovertibile l’assioma in base al quale contro la forza, la ragione non vale. Tale è il resoconto della vicenda, scritta in una pagina e mezza di formato A5 per un totale di 299 parole.

Federico Brividi, brividi, brividi …ore 8: stazione Termini …ore 8,30: San Pietro. Ci incamminiamo io, Piero e due operatori, Gabriele e il sig. Mario. Da lontano scrutavo l’enorme folla che già si era assopita a gustarsi questa grandiosa cerimonia per il Santo Padre. Gente di ogni etnia…tedeschi, polacchi, rumeni, etc….quando il Santo Padre apparve questa marea di gente incominciò a battere le mani; sembrava uno stadio. Disse delle frasi emozionanti, mi misi a piangere dalla contentezza perché è così, ti viene l’adrenalina vedendo queste cose…brividi, brividi, brividi….però io non l’ho fatto vedere a nessuno che piangevo. Grazie a Gabriele e Mario.

G.C. La mia spensierata infanzia Si ero molto felice da bambino, vivevo accanto ai miei genitori, attorniato dal loro affetto, amore. Parlare con mio padre era la cosa più belle, confidarmi con lui come due vecchi amici. Un pasto sempre caldo, indumenti puliti e stirati. Un letto morbido e confortevole. Il bacio della buona notte e il buongiorno al mattino. Tutto questo ora non c’è più. La mia vita si è ribaltata, è cambiata, è diventata più difficile. Un grande vortice mi ha trascinato sempre più giù fino a toccare il fondo. Ora mangio e dormo alla Caritas, insieme a tanti amici, ma non sento più il calore della mia casetta e l’amore che loro mi donavano. Un sorriso si è spento quando i miei amati genitori sono venuti a mancare. L’aria si è fatta gelida, è scomparso il sole ed io faccio fatica a vivere senza di loro. Voglio ricominciare, rimboccarmi le maniche, perché la vita continua ed io sono ancora giovane, e loro da lassù mi osservano, dandomi la loro benedizione. C’è sempre un angelo che veglia su di noi poveri bisognosi. Devo riprendere la mia strada interrotta tanto tempo fa e pregare sempre perché Dio mi aiuti. Solo chi cade può risorgere e rinascere ad una nuova vita!!!

Enrico Lettura e commento dei giornali – moderatore Massimo, che ha iniziato la serata riferendoci che sua figlia Eleonora ha superato il suo primo esame di Fisica riportando 30. Io invece ho chiesto a tutto il gruppo di battere le mani appena entra Eleonora (in ritardo perché alla ricerca di Maura e Giuseppe Piga) perché un suo articolo “cronaca di una esperienza esaltante” è apparso su “ACCOGLIENZA CHE CRESCE”, un trimestrale delle Suore Ospedaliere della Misericordia. Ho pregato Eleonora di leggerci il suo articolo. Brava Eleonora, complimenti! Detto tra noi, Eleonora ha iniziato il suo volontariato anche presso la mensa dell’Ostello.

Anna Giovanna Contaldo

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Giovedì 7 marzo 2013 Cosa si poteva creare avendo a disposizione delle parole a caso? I termini a disposizione erano: SPENSIERATO, MIMOSE, ROMPI…, PANE, POLPETTA, MASSIMO, FICHI, CANTO, TRENO, GRAZIE Alessandro ha scritto: È l’8 marzo, la festa della donna. Massimo decide di andare a trovare la sua morosa, così prende il treno. Per il lungo viaggio si è portato dietro una bella fetta di pane con la polpetta e due-tre fichi. Massimo compra un bel mazzo di mimose e spensierato si reca sotto la finestra della sua morosa….inizia a intonare un bel canto. Dopo mezz’ora dalla finestra si affaccia una vecchia: “Aho grazie, ma me sa che hai sbagliato finestra….ammazza che rompi…questo qua!!”. Federico ha scritto: volevo levare un canto spensierato, offrire a una donna le mimose, dividere con lei pane, polpetta e fichi, dirle grazie di tutto quello che sa dare: sarebbe stato il massimo. Purtroppo il rumore del treno coprì le mie parole: che rompi….! Maura ha scritto: il canto libero, cantato da Battisti, ci accompagnò per tutta la gita. Era una giornata bellissima e andavamo col pulmino di Lorenzo alla festa delle donne. Lui era il nostro accompagnatore. Peccato che c’era un rompi…. che mangiava polpette insieme a massimo che era così spensierato da perdere il treno. Grazie a Lorenzo che ci portò subito all’Ostello. Potevamo mangiare almeno un pezzo di pane. Carissimo Lucio, grazie della canzone. Maurizio ha scritto: “Grazie delle mimose!” disse Luana a Massimo che la osservava abbagliato mentre mangiava pane e polpetta. Un canto si levò da un gruppo di ragazzi fichi che erano al bordo della ferrovia mentre il treno passava. Ad uno di essi Massimo gridò:”ma quanto rompi tu e il treno! Ero qui spensierato a rimirarmi Luana e mi avete rotto l’incantesimo!”

Vittorio ha scritto: a canto libero mi lasciai andare. Ero a Sanremo a cantare fichi e cachi. Cantai tutti i giorni la stessa canzone, con del pane ed una polpetta a Massimo dicevo: “basta di cantare fichi e cachi, perché rompi i fichi e i cachi con dei cachi a non finir”. Grazie e bene e spensierato andai felice con dei cachi, con dei fichi e con le banane faccio tante macedonie. Perdo il treno del mattino, tornai tardi a cantar fichi e cachi a non finir, con allegria e felicità. Anna Maria ha scritto: mio cugino Massimo, uomo spensierato e canterino ma un rompi...di prima categoria! Un giorno decise di prendere il treno per andare a

trovare la sua donna, proprio il giorno della Festa della Donna. Siccome il viaggio era lungo, preparò la colazione con pane, polpetta e fichi. Felice prese il treno ma partito si guardò attorno e sgomento esclamò: porca miseria e le mimose? Luana ha scritto :Massimo bussò alla porta. Quel giorno era spensierato…quella mattina un rompi…, appena sceso dal treno, intonò un canto melodioso, …gioioso un po’ come quando sia mangia pane e polpetta. Non sapeva come ringraziarlo…si voltò, notò dei fichi e delle mimose…volle dirgli grazie con un gesto spontaneo e naturale! Anna ha scritto ‘A Massimooo! Ma come te posso di’ ‘n grazie de core quanno manco ‘n mazzetto de mimose m’hai portato! Sto partenno, p’anna’ a Roma a ‘a Caritas. Me vedi divora’ pane, fichi e briciole de polpetta prima de prenne de corsa er treno e manco m’intoni ‘no spenzierato canto de saluto! Sei solo ‘n autentico rompi…

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Uomini A. Elhkey hassan 6/3 A. Daniel 27/3 A Boakye Sylvester 28/3 B. Michele 6/3 C. Antonello 11/3 C. Leopoldo 7/3 C. Demetrio 29/3 D.F. Ivo 2/3 D. Elhadji Gana 23/3 D. Bai 2/3 El S. Moustafa 12/3 M. Francesco 28/3 S. Daouda 3/3 T. Emanuele 25/3 Mario (vol.) 26/3 B. Alberto 29/3

Donne F. Iryna 21/3 F. Aina 13/3 k. Johanne 26/3 Assunta (vol.) 27/3

Festa di compleannoFesta di compleannoFesta di compleannoFesta di compleanno La Festa per i nati del mese si terrà il

21 marzo2013 Già da ora AUGURI a tutti i festeggiati! Parteciperanno gli scatenatissimi amici Graziella, Stefano, Tonino, Francesco Maria Antonietta, Monia ed Antonietta, ed i ragazzi dell’Azione Cattolica guidati da Don Simone di Resurrezione, con Roberto all’animazione insieme ai volontari del giornalino e gli insostituibili amici di Ognissanti per la pappatoria.

Enza ci preparerà la famosa “torta al-l’ananas”, Loretta le “palline al cocco”, Fernanda le “rose del deserto”, Felicita le ”crostate”. Alle bibite provvederanno Rita, Maria Teresa e Roberta mentre Lina, Pina, Patrizia, Mario, Antonio, Edoardo e Fausto Ringraziamo le volontarie di Resurrezione ed Ognissanti per i dolci che preparano per le nostre feste e per la loro cordialità nel servirli a tavola. Ogni lunedì sera: lettura e commento dei quotidiani a cura di Massimo, Eleonora e Marta Ogni giovedì sera: Redazione del gior-nalino a cura di Maurizio, Francesca, Alessandro, Anna e Lorenzo

A questo numero hanno collaborato:

Anna Giovanna, Alberto B., Gian Paolo D., Marisa, Lia, Maura, Giuseppe, Vittorio, Anna Maria, Gino Luigi, Pierpaolo, Antonello, Federico, Massimo, Enrico, Emanuele, Nicola, Leonardo, Moraldi, Francesca, Maurizio, Alessandro, Anna, Lorenzo, Antonello, Luana, Gabriele.