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“Oh guarda, devo dirti che va molto molto meglio: rispetto a due settimane fa, quando ci siamo visti, la situazione sta migliorando. I dolori sono diminuiti ma soprattutto quel fastidiosissimo senso di sbandamento, come se fossi sempre su una barca, sta svanendo". Aspettavo di sentirmi dire una frase come quella da diverse settimane: era il 2009, e stavo lavorando con Giorgio (mi ricordo bene il nome) da un bel po' di tempo. Sembrava un classico caso di “dolore cervicale + sensazione di vertigine”, ma per quanto mi impegnassi, non c'era verso di vedere una riduzione almeno parziale dei suoi sintomi. Non fino a quel momento, per lo meno: quando stavo oramai gettando la spugna, ecco finalmente un po' di "luce in fondo al tunnel”. Perchè Giorgio aveva iniziato a sentirsi meglio? Cosa avevo fatto per smuovere finalmente la sua situazione? 1

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Page 1: Aspettavo di sentirmi dire una frase come quella da ... · Aspettavo di sentirmi dire una frase come quella da diverse settimane: era il 2009, e stavo lavorando con Giorgio (mi ricordo

“Oh guarda, devo dirti che va molto molto meglio: rispetto a due settimane fa, quando ci siamo visti, la situazione sta migliorando. I dolori sono diminuiti ma soprattutto quel fastidiosissimo senso di sbandamento, come se fossi sempre su una barca, sta svanendo".

Aspettavo di sentirmi dire una frase come quella da diverse settimane: era il 2009, e stavo lavorando con Giorgio (mi ricordo bene il nome) da un bel po' di tempo.

Sembrava un classico caso di “dolore cervicale + sensazione di vertigine”, ma per quanto mi impegnassi, non c'era verso di vedere una riduzione almeno parziale dei suoi sintomi.

Non fino a quel momento, per lo meno: quando stavo oramai gettando la spugna, ecco finalmente un po' di "luce in fondo al tunnel”.

Perchè Giorgio aveva iniziato a sentirsi meglio? Cosa avevo fatto per smuovere finalmente la sua situazione?

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Purtroppo per me, assolutamente nulla.

Pensavo che il mio intervento stesse finalmente facendo effetto, ma in realtà quello che era cambiato in quelle due settimane non c'entrava nulla con me.

Giorgio si era semplicemente.......messo a dieta!

Per motivi di tutt'altro genere, si era recato da una nutrizionista, che aveva regolarizzato la sua alimentazione.

Quel semplice ma decisivo intervento ha avuto per Giorgio un effetto ben oltre le aspettative, andando a migliorare sintomi che non si aspettava certo di migliorare

È stato lì che ho davvero iniziato a riflettere su qualcosa che avevo già visto nella mia carriera professionale, ovvero che problemi di "mia" competenza potevano migliorare con "aiuti non di mia competenza".

Al che ho deciso di fare la cosa più semplice, ovvero chiedere a Giorgio a chi si fosse rivolto, con l'idea di organizzare un incontro ed approfondire la tematica.

Prontamente, Giorgio mi scrive su un biglietto un nome ed un indirizzo, il quale mi ha lasciato piuttosto perplesso.

Molto perplesso.

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Sul biglietto c'era praticamente il mio indirizzo di casa, giusto qualche numero civico più in là.

Ai tempi mi ero trasferito da poco e non conoscevo nessuno nella città dove abitavo: con mio grosso stupore, la persona che stavo cercando era a due passi da casa mia.

Con quella persona collaboro ancora oggi, perchè si tratta della mia amica e nutrizionista Annalisa Caravaggi, con la quale abbiamo condiviso davvero tante esperienze.

Da quell'incontro è partito per me un filone di ricerca su tutto ciò che potenzialmente aveva un significato per i sintomi che le persone mi raccontavano tutti i giorni.

Ho scoperto che c’era un collegamento tra problematiche di cui mi occupavo io e tanti altri sintomi di cui sentivo parlare le persone, ma dei quali credevo di non dovermi occupare.

In fin dei conti, cosa c’entra il dolore al collo con, che ne so, la stanchezza cronica?

In realtà, piano piano, la "mappa" si è allargata sempre di più.

Dove prima vedevo solo "pezzi rotti da aggiustare", oggi vedo persone da rieducare.

Se prima ritenevo che tutti i dolori fossero legati a problemi di movimento, oggi mi trovo a parlare di metabolismo, di stress, di ansia e così via.

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Più di 10 anni dopo, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, sia per me come professionista, sia per il mio metodo di lavoro.

Quando ho incontrato Giorgio, ero un "normalissimo" fisioterapista, che lavorava in un piccolo paese di provincia.

Oggi gestisco uno dei siti di riabilitazione più visitati d'Italia, ed il canale YouTube con più iscritti su queste tematiche.

Ogni giorno, mi trovo ad interagire non più solo con i pazienti di fronte a me, ma con decine di migliaia di persone dall'altra parte di uno schermo.

Questa nuova dimensione mi ha permesso di crescere come persona e come professionista.

Continuo a ricercare e ad affinare le mie metodologie, cercando di renderle più efficaci possibile, ma soprattutto più PRATICHE possibile.

Infatti, se c'è una cosa che nel tempo ho imparato è: le cose che funzionano di più sono....quelle che si fanno!

Non ha senso essere degli eccezionali conoscitori della materia, se poi i consigli che dai alle persone sono difficili e poco applicabili.

Tutti vogliamo migliorare, e tutti vogliamo una guida per farlo.

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Se la guida è troppo complessa, ci scoraggiamo e non iniziamo neppure il viaggio.

Mi sono sforzato di creare una "mappa" semplice, per un argomento a cui vengono dedicate ore ed ore di noiosissimi congressi medici.

È così che è nato, e che continua ad evolversi, “Postura, dolori e stress", il metodo che ti presenterò nelle prossime pagine, e che ti permetterà di ottenere significativi miglioramenti sul tuo stato di salute.

Non si tratta di un “metodo per risolvere uno specifico problema”, ma di qualcosa di ben più ambizioso.

“Postura, dolori e stress” è un vero e proprio viaggio, che ha un solo vero protagonista: tu.

Come tutte le persone di questo mondo, nel tuo percorso di vita ti sei trovato (e ti troverai nuovamente) ad affrontare una serie di ostacoli.

Alcuni di questi ostacoli sono transitori, altri invece diventano tuoi sgraditi compagni di viaggio.

Questi compagni di viaggio li possiamo chiamare… “stress cronici”: nelle prossime pagine capirai di cosa si tratta, anche se lo puoi facilmente immaginare.

Nel tempo, gli stress cronici si possono essere accumulati al punto di rallentare la tua marcia, e di renderla davvero ricca di difficoltà.

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Nella pratica, queste difficoltà si chiamano SINTOMI, e si tratta di cose che bene o male moltissimi di noi si trovano a dover affrontare, perchè parlo di:

- dolori muscolo scheletrici

- problemi delle articolazioni

- sensazione di stanchezza, confusione e affaticabilità

- problemi del metabolismo

Il guaio è che questi “compagni di viaggio sgraditi”, spesso si sostengono l’uno con l’altro, allo scopo di rallentare ancora di più il tuo cammino: di mano in mano che prosegui, capirai cosa intendo.

In questo manuale, che vorrei che fosse per te un punto di partenza, imparerai a riconoscere questi nemici, e ti fornirò alcuni utili spunti per liberartene il prima possibile.

L’obbiettivo? Non c’è neanche bisogno che te lo specifichi: godersi il viaggio.

Un conto è vivere al 50% o meno del proprio potenziale, un conto è viaggiare sereni e migliorare giorno dopo giorno.

Purtroppo, non tutti riescono ad esprimere in pieno il loro “potenziale di salute”.

Anzi, possiamo tranquillamente dire che solo una stretta minoranza lo fa.

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I motivi sono tanti, ed alcuni li imparerai tra poco.

In ogni caso, non preoccuparti: se hai in mano questo libretto, è già un ottimo inizio del viaggio.

Quindi allaccia lo zaino e pronto a partire: inizieremo con il capire perchè questo viaggio può sembrare così difficile, tanto che la maggior parte delle persone decide di non affrontarlo.

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Sei il 90%, ma probabilmente

anche il 10%

Il 90% e più delle persone va incontro a qualche disturbo “cronico”, dove per “cronico” intendo qualsiasi sintomo che bene o male duri per diversi mesi (o diversi anni).

Che sia un sintomo muscolo scheletrico come un dolore da qualche parte, o un sintomo “metabolico” come il gonfiore addominale, la storia è sempre quella: in quanto esseri umani, qualcosa ci tocca sopportare.

Per una parte di persone questi disturbi cronici sono ben accettabili, e non rappresentano un grande problema.

A volte invece si tratta di disturbi piuttosto invalidanti, e questo è vero soprattutto quando si parla di DOLORE.

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Ok, diamo quindi per scontato che il 90% delle persone abbia qualche sintomo, più o meno sopportabile.

Ciascuna di queste persone preferirebbe NON avere i suoi sintomi, e questo è abbastanza ovvio.

Ma a conti fatti, quante sono le persone che davvero fanno qualcosa per liberarsi dei loro sintomi e problemi cronici?

Meno di quelle che pensi: tirando le somme, solo il 10% delle persone fa qualcosa di concreto per risolvere i suoi disturbi cronici.

Così poche? Com’è possibile?

Beh, molte persone sono convinte di fare qualcosa perchè si recano da un professionista a farsi trattare, oppure perchè assumono questo o quell’altro.

In realtà, quando si parla di disturbi cronici, trattamenti & simili sono poco più che un tampone temporaneo.

Perchè dico questo? Molto semplice.

Un disturbo cronico, che ti dura da mesi o anni, è dovuto fondamentalmente a due fattori:

1) le tue caratteristiche (genetiche, strutturali, caratteriali…)

2) le tue abitudini

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Sulla 1 ci puoi fare poco, ma puoi fare molto sulla 2: puoi fare talmente tanto da oltrepassare la “potenza” della 1.

Prendi ad esempio una persona con dolori muscolari e contratture croniche.

Per questa persona, quanta differenza fa l’abitudine di fare esercizi e allungamenti tutti i giorni, rispetto a quella di non farli?

Tanta, tantissima: potrei dire tranquillamente TUTTA.

Eppure, quante sono davvero le persone che lavorano sulle loro abitudini, allo scopo di ridurre i loro problemi cronici?

Il 10% che dicevo prima.

La percentuale del 10% è in realtà una percentuale che ricorre in moltissimi aspetti della vita, non solo quello dei disturbi cronici.

Il 90% delle persone che si iscrive per la prima volta in palestra, non “sopravvive” al terzo mese.

Il 90% delle persone che inizia una dieta, si ritrova nella stessa identica situazione meno di un anno dopo.

Il 90% delle nuove attività imprenditoriali non arriva al decimo anno di vita (ed il 70% non arriva al quinto).

Non molto confortante vero?

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Non è detto, anzi: se hai in mano questo libretto, hai buone possibilità di rientrare nel 10% di persone che “ce la fanno”.

Il potenziale ce l’hanno tutti, ma molto spesso questo potenziale è “nascosto” da alcuni “difetti di programmazione” del nostro cervello, che ti spiegherò nelle prossime pagine.

Scoprendo questi “difetti di programmazione” (che in realtà difetti non sono) ti sarà molto più chiaro perchè a volte sembra così difficile fare qualcosa di utile per sè stessi.

Se ti suonano familiari frasi come:

“non ho tempo”

“non sono costante”

“vorrei fare qualcosa, ma non sono ben sicuro di cosa”

“sono molto impegnato, non riesco a fare anche x, y…”

non preoccuparti, tra poco capirai da dove vengono davvero.

Una volta capiti questi meccanismi, potrai definitivamente dire di rientrare nel 10% della popolazione “attiva”!

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Vuoi NON riuscire a migliorare i tuoi

dolori o i tuoi disturbi cronici? Salta

questo capitolo!

Il tuo cervello NON vuole che tu stia meglio.

È così determinato nel NON volere che tu stia meglio che continuerà a tenderti delle “trappole” perchè tu rimanga nella condizione di malessere attuale.

Suona forte vero? Eppure, in buona parte è davvero così.

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No, per risolvere queste cose non basta andare dal meccanico…

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Il “programma base” del tuo cervello (così come del mio) non è “facciamo di tutto per vivere una vita ricca di soddisfazioni”.

Il programma di base del nostro cervello, ovvero il suo scopo principale, è uno solo: sopravvivere.

E per sopravvivere serve principalmente stare lontano dai rischi, e muoversi solo all’interno di ciò che si conosce bene.

Ecco perchè è così difficile cambiare abitudini, anche se sarebbe così necessario per stare meglio.

Il cervello cerca la gratificazione immediata, non è programmato per “investire sul benessere a lungo termine”.

È per questo che a volte è difficile farsi venire la voglia di fare attività fisica, ed è invece così facile cadere in tentazione con un dolcetto (o altro genere alimentare).

Il cibo rappresenta una gratificazione immediata, l’attività fisica un investimento sul lungo termine.

Vero che l’attività fisica ti può far stare meglio subito dopo che l’hai fatta, ma c’è da passare attraverso una piccola sofferenza, ed il nostro cervello è programmato per starne alla larga.

Il “nocciolo” della questione è proprio questo:

- per liberarsi da dei disturbi cronici serve lavorare sulle abitudini

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- il tuo cervello non vuole assolutamente che tu cambi abitudini, perchè inizialmente le interpreta come un rischio

Incredibilmente, il tuo sistema nervoso preferisce rimanere in una situazione di sofferenza piuttosto che correre il rischio di intraprendere nuove abitudini ed attività.

Si tratta di un meccanismo molto efficace per garantire la sopravvivenza, ma se aspiri a qualcosa di più del semplice sopravvivere, oggi questo “programma” non ti serve più.

Ma questo programma è ancora installato, e non è mica facile da rimuovere!

Il cervello è davvero abile nel tenderti dei tranelli e continuare a navigare nei suoi territori benconosciuti.

Questi “trucchi” che il cervello escogita sono proprio le situazioni di cui parlavo poco fa, ovvero:

- ti sembra di non avere tempo

- hai la percezione di aver già troppe cose da fare

- ti rifugi nel “non sono una persona costante”

E così via.

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Il 90% delle persone non conosce questi meccanismi, ed è davvero convinta di non avere tempo o di essere semplicemente “una persona non costante”.

Adesso invece, tu sai che ogni buona intenzione che hai verrà potenzialmente “sabotata” dal tuo cervello.

Ma sai anche che per migliorare un disturbo cronico, non c’è altro modo se non quello di lavorare sulle abitudini.

Se soffri di mal di schiena da diversi mesi o anni, dovrai fare in modo che i tuoi muscoli lavorino meglio sulla tua colonna lombare.

Se hai tensioni muscolari e contratture croniche, dovrai cercare di migliorare la tua postura e di accumulare meno stress nervoso.

Se soffri di gonfiori allo stomaco o di stanchezza cronica, dovrai impegnarti a migliorare il più possibile la tua alimentazione.

Se vuoi migliorare li tuo stato di forma generale, perchè ti senti una “mezza carretta”, non puoi certo sperare che qualcuno ti “trasformi” con un massaggio o con una cura di integratori.

Per fare un vero “salto di qualità” in termini di salute e benessere, serve un impegno in prima persona, piccolo o grande che sia.

Qualsiasi miglioramento a medio e lungo termine (quelli che contano davvero, insomma), lo si ottiene con un lavoro che parte da sè stessi e dalle abitudini.

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Del resto, come fa un atleta a migliorare le sue prestazioni, se non allenandosi?

E sai come chiamo io i miei pazienti ideali?

Li chiamo….”atleti del recupero”

Gli “atleti del recupero” cercano di migliorare le loro prestazioni non per vincere una competizione sportiva, ma per migliorare la loro vita di tutti i giorni.

Come qualsiasi atleta, sanno che il miglioramento è direttamente proporzionale all’impegno che mettono nei loro allenamenti.

Il mio scopo è di creare “atleti del recupero”, e di farli diventare pian piano atleti veri e propri.

Bene, ora sai che se vorrai rientrare nel 10% di persone che ottengono grandi risultati e cambiamenti, dovrai essere più forte del “programma sopravvivenza” su cui è impostato il tuo cervello.

Non preoccuparti, ci sono una serie di trucchi per “fregarlo”: alcuni li trovi all’interno di questo libretto, altri li troverai nel corso “Postura, dolori e stress”: ne riparleremo più avanti.

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Quali sintomi hai?

Guarda l'elenco di sintomi qui sotto.

Se hai più di 20 anni, la statistica dice che al 90% e oltre ne hai almeno uno, e che all'80% ne hai almeno 3-4.

Naturalmente, più ti allontani dai 20 anni, più il numero dei sintomi e la probabilità di averli aumenta…

Tieni presente che l’elenco potrebbe essere più lungo, ma ho voluto abbreviare.

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Ma perchè questi sintomi sono così comuni, al punto di essere considerati praticamente la normalità?

Il motivo è molto semplice: sono i sintomi con i quali il nostro corpo ci avvisa che stiamo chiedendo troppo rispetto alle sue possibilità.

In parole povere, il corpo ci dice che stiamo accumulando (o che abbiamo accumulato) troppo......STRESS!

SINTOMI MUSCOLO SCHELETRICI

SINTOMI METABOLICI

SINTOMI NERVOSI

dolore cervicale gonfiori allo stomaco

stanchezza /affaticabilità

dolore lombare (mal di schiena)

gonfiori all’intestino

cefalea / emicrania

contratture muscolari della schiena in genere

difficoltà digestive

difficoltà di memoria a breve termine

colon irritabile difficoltà di concentrazione

stipsi sonno non riposante

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Ecco cosa ti può interessare

sapere dello STRESS

Le frasi che detesto di più in assoluto sono quelle che iniziano con “al giorno d’oggi…”, oppure “nella nostra società, sempre più persone soffrono di…”.

In genere sono frasi che vengono utilizzate per spiegare un problema che si suppone essere tipico dei “nostri tempi” o della “nostra società”.

Lo stress non è certo tra questi problemi, perchè lo stress è sempre esistito….per fortuna!

Esisteva prima degli smartphone, ed esisteva anche prima della televisione: esisteva prima che inventassero il termine “stress”.

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Qualche tempo fa stavo analizzando il (complesso) caso di una persona (un amico, peraltro), il quale ha fondato e dirige una azienda da diversi milioni di euro di fatturato.

Paradossalmente, lui mi ha detto una frase che mi sento dire molto raramente, ovvero “sai, io non è che mi senta particolarmente stressato”.

Pochi giorni prima, una signora che ben conosco, con una situazione che il 90% della popolazione le invidierebbe, mi si definiva “davvero tanto stressata”.

Tutto questo per dire: lo stress è soggettivo, molto

soggettivo.

Ne sentiamo parlare da decenni, ma alla fine della fiera, cos’è davvero il famigerato STRESS?

Lo stress è vita.

Preso nel senso letterale del termine, "stress" è tutto ciò che chiede al nostro corpo un ADATTAMENTO.

Gli stimoli che richiedono un adattamento al nostro corpo sono tantissimi, e sono sia positivi che negativi.

Gli stimoli (stress) POSITIVI hanno un effetto MIGLIORATIVO sul nostro corpo, mentre quelli negativi provocano un piccolo o grande PEGGIORAMENTO.

Facciamo due esempi per capire meglio.

Faccio un buon allenamento fisico ed impegno fortemente i miei muscoli: questo richiede al mio corpo

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una serie di adattamenti, quindi è sicuramente da considerare uno STRESS.

Ma se l'allenamento è adeguato alle mie capacità e recupero bene, dopo l'allenamento il mio corpo sarà in condizioni leggermente migliori: ecco quindi che l'allenamento può essere considerato uno STRESS POSITIVO.

Prendiamo ora il caso di una situazione sgradevole sul posto di lavoro o in famiglia, ad esempio un contrasto con i colleghi o i parenti.

Questo tipo di situazione mi provoca un adattamento: il mio corpo può entrare in una modalità "combattiva" (se devo combattere) oppure in una modalità "rassegnata" (se posso fare poco).

Tutto ciò non mi lascia certo con un miglioramento psico-fisico, ma con un peggioramento.

Ecco quindi che abbiamo un vero e proprio STRESS NEGATIVO, destinato a perpetuarsi e a logorarci.

Lo stress negativo, soprattutto quello cronico, mette in moto una serie di meccanismi nel corpo, che hanno una serie di ripercussioni negative: ne parleremo tra poco.

Ok, vediamo allora quindi quali possono essere considerati i nostri più grandi nemici, ovvero gli STRESS NEGATIVI!

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Quali sono gli STRESS NEGATIVI

che incidono sulla tua salute

Gli elementi di stress (che abbiamo visto essere semplicemente degli stimoli) possono avere varie forme: non ci sono soltanto le situazioni lavorative o famigliari.

Possiamo distinguere fondamentalmente 3 tipi di stress:

◦ lo stress di tipo FISICO

◦ lo stress METABOLICO

◦ lo stress NERVOSO

Questi elementi di stress sono gli “sgradevoli compagni di viaggio” di cui ti parlavo all’inizio.

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Quando si accumulano in eccesso e per troppo tempo, sono loro a rallentare la tua corsa e a farti avvertire i sintomi.

Lo stress FISICO

“Sai che volevo quasi disdire l’appuntamento? Dopo aver visto i tuoi video ho iniziato a fare gli esercizi, e sto già davvero molto meglio: sono venuto giusto per ringraziarti e farmi controllare!”.

Una scena come questa è diventata oramai una routine per me, dato che la quantità di contenuti che propongo in rete è davvero elevata.

A volte però succede un fenomeno che all’inizio mi aveva lasciato di stucco.

Dopo che una persona mi dice una frase di questo tipo, solitamente io dico: “ok, fammi vedere che esercizi hai fatto!”.

Non così di rado assisto a scene curiose, al punto di essere sul punto di dire “sicuro che questa cosa l’ha vista da me?”.

La re-interpretazione che certe persone fanno degli esercizi è spesso tale che mi sembra addirittura di non aver mai pubblicato quella cosa!

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Gli esercizi risultano quindi completamente diversi, e potenzialmente anche “sbagliati”.

Ma allora perchè queste persone stanno meglio lo stesso?

Semplice: perchè si sono mosse di più ed in modo diverso.

Il fatto di aver “acceso” determinati muscoli e movimenti, è già abbondantemente sufficiente per creare una situazione più favorevole nel loro sistema muscolo scheletrico.

Lo stress FISICO più comune è infatti la sedentarietà.

C'è sicuramente anche il problema opposto, ovvero quello del troppo movimento fisico o del troppo allenamento, ma di certo questo interessa una minoranza di persone.

La sedentarietà è ben più comune, e fa davvero tanti danni: meno i muscoli si muovono, più c'è possibilità che sviluppino problemi e dolori.

Inoltre, muovendosi poco, anche tutte le principali funzioni metaboliche sono rallentate.

Un altro tipo molto comune di stress fisico sono i dolori articolari oppure i traumi, ovvero dei veri e propri stati infiammatori.

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C'è però da dire che i dolori articolari sono spesso legati ad una muscolatura troppo debole, quindi si ritorna al discorso del poco movimento.

Una volta che si sono instaurati, i dolori sono comunque una nuova fonte di STRESS.

Lo stress METABOLICO

Ricordi la storia di Giorgio, all’inizio del libro?

Giorgio aveva visto un importante miglioramento dei suoi sintomi muscolo scheletrici, soltanto cambiando tipo di alimentazione.

Questo significa che nel suo caso il “carburante” che era abituato ad inserire nel suo corpo era per lui un problema.

Lo stress METABOLICO abbraccia tutto ciò che fa parte del grande mondo dell'alimentazione.

Per quanto complicato e variegato possa essere questo mondo, non è difficile capire quali siano le situazioni che mettono più a dura prova il nostro corpo.

Lo STRESS METABOLICO in assoluto più comune è semplicemente.... l'eccesso calorico!

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Molto banalmente, mangiare più calorie di quante necessitiamo è la prima fonte di stress per l'organismo, in quanto porta ad un aumento della massa grassa.

L'aumento della massa grassa, ed in special modo del grasso addominale, è per il corpo una importantissima fonte di stress ed infiammazione.

Altre comuni fonti di STRESS METABOLICO appartengono sempre alla famiglia degli "eccessi": eccesso di zuccheri, eccesso di sale, eccesso di grassi...

Molto spesso siamo preoccupati di eventuali carenze e di come integrarle, ma la realtà è che le abitudini della persona media sono sicuramente più sbilanciate verso gli eccessi che verso le carenze.

Non devo certo essere io a dire che il tema dell’alimentazione è uno dei temi più discussi in assoluto.

Ti invito però a prendere in considerazione una cosa: tutto ciò che senti dire nelle riviste, in televisione o sui vari media, riguarda circa il 10% del problema, perchè del 90% nessuno vuole sentirne parlare.

Il 90% del problema è rappresentato dal fatto che fondamentalmente mangiamo troppo, e troppo cibo eccessivamente trasformato.

Purtroppo non fa molta scena dire che “mangiare poco di tutto” farebbe bene alla maggior parte delle persone, se lo facessero davvero.

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Non preoccuparti: più in là troverai diverse indicazioni sul come adottare in modo semplice delle abitudini alimentari che RIDUCANO il tuo stress, anzichè aumentarlo.

Lo stress NERVOSO

Lo stress NERVOSO è davvero quello che di solito intendiamo come unica forma di STRESS.

Le possibilità sono talmente vaste che non è neanche il caso di elencarle: si tratta di tutte quelle situazioni lavorative, famigliari e personali che dobbiamo affrontare con difficoltà.

Devi sapere che il sistema nervoso è in assoluto il sistema più potente di tutti: è la tua cabina di regia, ed è lui a decidere se ti senti bene o male.

Il sistema nervoso è così potente che può farti avvertire un dolore anche dove anatomicamente non c’è nessuna lesione o dove anatomicamente…..non c’è più la parte che ti fa male!

Hai mai sentito parlare del fenomeno dell’ “arto fantasma”?

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Si tratta di un problema molto noto in medicina: le persone amputate di gamba, spesso sentono dolore alla gamba….che non c’è più!

E la cosa può essere molto invalidante e proseguire per anni: tra l’altro, non ci sono neppure molte soluzioni per questo problema.

Com’è possibile sentire dolore in una gamba che non esiste più?

Semplice: grazie al sistema nervoso.

Nel cervello, la “mappa” della gamba che non c’è più è ancora presente, così come le aree deputate a gestire il dolore in quella zona.

Se le aree deputate a gestire il dolore nella zona si mettono a “scaricare a vuoto”, la persona avverte dolore anche se l’arto è stato amputato 20 anni prima.

Tutto questo per farti capire come lo stress nervoso sia MOLTO potente: ecco perchè quando il sistema nervoso va in sovraccarico, si possono avere una serie di sintomi anche molto diversi tra loro.

Il sovraccarico del sistema nervoso può assumere anche forme molto subdole: ad esempio si può avere un posto di lavoro a basso carico di stress, ma che non ci piace e non ci gratifica.

Passare 8 ore al giorno in un ambiente che non ci gratifica e non ci fa sentire utili può essere considerato uno stress?

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Certo che si, anzi spesso è uno stress più deleterio rispetto al "troppo impegnato".

Lo stress nervoso è talmente potente da tirarsi dietro a catena tutti gli altri tipi di stress.

Infatti, quando ci sentiamo stressati, la tendenza è quella di gratificarci tramite il cibo.

In più, se siamo presi da stress vari e visione negativa in generale, risulta anche più difficile "metterci in moto" e fare attività fisica.

Il classico "circolo vizioso", insomma: anche la persona più diligente e sportiva ha sperimentato questi fenomeni almeno una volta nella vita.

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Il grosso problema è l’ACCUMULO

di stress, non lo stress in sè e per

Non riesco proprio ad immaginare un esempio più calzante che non sia quello del “pentolone”.

Il “pentolone” rappresenta le risorse del nostro

organismo, ovvero la nostra capacità di sopportare i vari tipi di stress di cui ho parlato prima.

Immagina che in questo pentolone vengano riversati una serie di liquidi, che non sono altro che gli stress che ho elencato poco fa.

Per evitare di strabordare, il pentolone ha un rubinetto, attraverso il quale fa uscire parte dei liquidi che continuamente entrano, allo scopo di mantenere costante il livello di riempimento.

Questo rubinetto sono i nostri momenti di recupero: tipicamente, puoi immaginare il pentolone che si riempie

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durante il giorno, e che si svuota durante la notte tramite l’apertura del rubinetto.

Non esiste che nel pentolone non venga riversato nessun liquido: risulterebbe completamente inutilizzato.

Allo stesso modo, non possiamo pensare che la nostra vita passi in totale assenza di stress, perchè questo significherebbe…totale assenza di stimoli!

Sicuramente non molto gratificante, giusto?

Il problema è quando il pentolone inizia ad essere prima troppo pieno, e poi a strabordare, perchè la velocità con cui vengono riversati i liquidi è superiore alla portata del rubinetto.

Allo stesso modo, i problemi per il corpo iniziano quando gli elementi di stress negativo sono troppi per le

nostre risorse e per le nostre capacità di recupero.

I motivi per cui questo succede sono fondamentalmente due: o i liquidi che si riversano nel pentolone sono

davvero troppi, oppure il pentolone è troppo piccolo.

Le dimensioni del “pentolone”, ovvero le nostre risorse, sono diverse per ciascuno di noi: alcune persone sopportano bene grandi quantità di stress, altre “saltano” con quantità molto minori.

Quando il bilancio tra "elementi di stress" e "risorse dell'organismo" è cronicamente a favore dei primi, ecco che il nostro corpo inizia ad accusare il colpo, ed i sintomi iniziano a farsi avanti.

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Ironia della sorte: le situazioni di stress cronico ovviamente RIDUCONO le risorse dell'organismo.

Anche qui abbiamo quindi un circolo che si auto-mantiene, perchè più ci stressiamo e meno abbiamo

risorse per affrontare i prossimi stress.

Una bella fregatura eh?

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Come reagisce il corpo allo stress:

la grande mobilitazione (ecco

perchè avverti i sintomi)

Poco fa abbiamo visto come lo sbilanciamento tra "stress in entrata" e "risorse dell'organismo" rappresenti per il corpo una notevole fonte di allarme.

Ma cosa avvertiamo quando abbiamo un eccessivo accumulo di stress psicofisico?

Per tornare all’esempio dell’inizio, cosa succede quando sulla tua carrozza hai “accumulato troppi compagni di viaggio”?

Succedono tante cose, che ora scoprirai: queste semplici spiegazioni ti faranno capire perchè avverti certi sintomi, e perchè i sintomi della prima pagina siano così comuni

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L’esempio più semplice per capire come il tuo corpo reagisce allo STRESS COSTANTE (meglio di quello del “pentolone”)

Lo stress che ci interessa è uno stress CRONICO, non certo uno stress ACUTO.

Quello di cui parliamo è un sommarsi di eventi e situazioni che prosegue per mesi e anni, a volte per tutta la vita.

Lo stress ACUTO è una situazione ben definita: un momento di pericolo, uno spavento, uno shock.

Paradossalmente, il nostro corpo reagisce molto meglio allo stress acuto che allo stress cronico, per il semplice motivo che lo stress ACUTO ha di solito un inizio e una fine.

Per capire i danni che provoca lo stress CRONICO e la "mobilitazione generale” che ne consegue, la cosa migliore da fare è...immaginare una situazione di stress ACUTO.

Immagina di stare aspettando qualcosa di davvero

vitale: i risultati di un esame, l'esito dell'intervento di una persona cara....qualsiasi cosa.

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A me è capitato di aspettare per 7 ore fuori dalla camera operatoria di un ospedale: una cara amica entrata per un intervento di routine si è ritrovata improvvisamente in gravissimo pericolo di vita.

Difficilmente riesco a pensare ad uno stress acuto più forte di quello: le situazioni ed i sintomi che descriverò tra poco me li ricordo bene…

Le reazioni che mette in atto il tuo corpo in questa situazione di STRESS ACUTO sono le stesse rispetto allo STRESS CRONICO.

La differenza è che nello STRESS CRONICO le reazioni sono meno intense ma molto più durature, cosa che le rende estremamente deleterie.

In pratica, lo stress cronico ti consuma molto di più rispetto allo stress acuto, e ora vedremo come.

Nota bene: le reazioni che vedremo tra poco sono soggettive ma simili per tutti, ed avvengono per lo più contemporaneamente.

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Come reagiscono i tuoi muscoli e la

tua postura

Ok, allora ci siamo: immagina di essere in questa situazione dove stai aspettando informazioni assolutamente vitali.

Come saranno i tuoi muscoli in questo stato di “agitazione e stress” acuto?

La risposta è molto semplice: tesi e contratti all’inverosimile.

La tua postura assumerà un atteggiamento di “chiusura”, perchè la chiusura è la reazione spontanea nella quale cerchiamo di evitare i pericoli o minimizzare i danni.

Ecco perchè nello stress cronico abbiamo tensioni e rigidità croniche, che ovviamente diventano dolori.

Il giorno dopo la brutta nottata in ospedale (NB, per fortuna è finita bene) avevo i muscoli del collo talmente indolenziti che mi sembrava di aver portato un macigno sulla testa.

Nell’andare del tempo, le rigidità muscolari contribuiscono al generarsi di veri e propri problemi scheletrici, quali discopatie, ernie ecc..

Nel tempo, il prolungato stato di tensione ed infiammazione indebolisce il tessuto muscolare.

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E cosa succede a muscoli indeboliti? Semplice: saranno più sensibili e si contrarranno ancora di più!

Come vedi, i “circoli viziosi” cominciano ad essere parecchi.

Come reagisce il tuo metabolismo e

come cambia la digestione

Sei lì che stai aspettando questa informazione importante, in preda all’agitazione e all’ansia.

È forse il momento buono per uno spuntino?

Decisamente no.

Quando siamo sotto stress, gli organi digestivi si chiudono, perchè l’organismo ritiene (giustamente) che quello non sia il momento buono per mangiare.

Se provi forzatamente a mangiare qualcosa, noterai che la digestione sarà difficile, e che andrai incontro a gonfiori e fermentazione.

Nello stress CRONICO abbiamo la stessa situazione: gli organi digestivi non sono ovviamente del tutto chiusi, ma sono meno funzionanti di quanto dovrebbero essere. 

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Ecco perchè alcuni dei principali “sintomi da stress” riguardano proprio la digestione.

Ma nello stress CRONICO, visto che è una cosa che si prolunga nel tempo, succede un altro simpatico quanto sgradito fenomeno.

Lo stato di cronico stress porta il cervello a chiedere più carburante, sia per far fronte alle aumentate richieste, sia come “sicurezza e conforto morale”.

In cosa si traduce tutto ciò? Ovviamente, in una spasmodica ricerca di zuccheri e carboidrati vari!

Zuccheri e carboidrati vari che tra l’altro verranno metabolizzati male, proprio perchè gli organi digestivi sono in difficoltà. E vai coi circoli viziosi!

Come reagisce il tuo (povero)

sistema nervoso

Il sistema nervoso è la causa e la principale vittima del tutto.

È infatti il tuo sistema nervoso a “vedere” la situazione stressante e a giudicarla tale.

Ed è sempre il sistema nervoso che continua a farti rimuginare su questo o su quel problema.

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E chi è che decide che hai una irresistibile voglia di dolci?  Ovvio, sempre il sistema nervoso.

È quindi il sistema nervoso a far “partire” lo stress, e contemporaneamente a subirne le conseguenze.

Durante il nostro stress acuto, il sistema nervoso ci può lanciare diversi segni di “sovraccarico”, come ad esempio:

• la tachicardia• il mal di testa• l’impossibilità a concentrarsi se non sulla situazione

che stai vivendo• la debolezza generalizzata• l’impossibilità ad addormentarsi

Ovviamente, si tratta della stessa identica situazione e degli stessi identici sintomi che vengono riproposti durante lo stress CRONICO.

Il sovraccarico CRONICO del sistema nervoso si porta dietro spesso una serie di altri sintomi e dolori, spesso poco interpretabili e senza una vera e propria logica.

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Ecco perchè puoi avere sintomi

anche molto diversi tra loro

Ok, ricapitoliamo i concetti visti fino ad ora:

• per "stress" intendiamo qualsiasi tipo di stimolo, in questo caso qualsiasi stimolo che induca una reazione potenzialmente negativa nel corpo

• esistono "stress" di tipo fisico, di tipo metabolico e di tipo nervoso

• il problema non è tanto lo stress, quanto l'eccessivo accumulo rispetto alle nostre risorse

• quando il corpo accumula troppo stress cronico, si hanno contemporaneamente reazioni a vari livelli

Per capire il concetto di "reazione a vari livelli", abbiamo immaginato una situazione di stress ACUTO, come l'attesa di qualcosa di importantissimo, durante la quale:

• i muscoli sono tesi e contratti• la digestione è completamente chiusa• il sistema nervoso dà segnali di "sovraccarico"

Abbiamo poi visto come lo stress CRONICO riproponga gli stessi meccanismi dello stress ACUTO, solo più prolungati nel tempo.

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Ecco perchè la maggioranza delle persone avverte

diversi sintomi, apparentemente non in correlazione

tra loro.

In effetti spesso non c'è una vera correlazione anatomica, ma questi sintomi sono figli dello stesso problema, ovvero l'eccessivo accumulo di stress psicofisico.

L'eccessivo accumulo di stress può rendere i tuoi muscoli cervicali molto contratti ed il tuo stomaco estremamente irritabile ma..... questo non significa che i tuoi muscoli siano contratti a causa dello stomaco!!

A questo punto, avrai capito perchè i sintomi della tabella all’inizio sono così comuni, e perchè moltissime persone ne presentino almeno 2, quando non 4-5 (in realtà l’elenco è molto più lungo).

Visto che la maggior parte delle persone si trova ad affrontare un po’ più stress rispetto a quanto vorrebbe, sintomi come quelli elencati all’inizio sono oramai diventati la norma.

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Le soluzioni: come arginare i

sintomi da stress, aumentare le

energie e recuperare benessere

Ok, visto il problema e le sue sfaccettature, siamo alla parte più importante: le soluzioni.

Quali soluzioni abbiamo per combattere il complesso meccanismo di risposta allo stress?

Facendo un semplice ragionamento, la risposta potrebbe essere: eliminando le fonti di stress!

Considerando che le più forti fonti di stress vengono solitamente dal lavoro e dalla famiglia, la cosa rischia di non essere così semplice.

Funzionerebbe? Forse si e forse no.

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Se lo stress ha lavorato molto e per molto tempo, ha sicuramente indebolito le tue risorse.

Rimuovere la principale fonte aiuterebbe sicuramente, ma il tuo organismo rimarrebbe comunque indebolito da anni di "lotta", e arriverebbe ben presto una nuova fonte di stress.

Per migliorare la situazione e promuovere una "nuova versione di te stesso", è assai più produttivo cercare di POTENZIARE LE PROPRIE RISORSE.

Potenziare le proprie risorse significa cose come:- avere muscoli più tonici ed elastici- migliorare il metabolismo tramite scelte alimentari

migliori- imparare a gestire il recupero e lo stile di vita- aumentare in generale lo "stato di forma"

Immagina se tutte queste cose accadessero contemporaneamente: avresti la stessa percezione di stress? Non credo proprio.

Non ti è mai capitato di fare una attività fisica particolarmente stancante, e di godere di un certo senso di rilassatezza appena si è conclusa?

Se hai confidenza con questa situazione, ti renderai facilmente conto di una cosa: in condizione di

rilassatezza cambia anche la prospettiva in cui vedi

le cose.

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Lo stesso problema che ti frullava in testa prima dell'attività, istantaneamente sembra ridimensionato e superabile.

Perchè accade tutto ciò? Perchè l'attività fisica ha temporaneamente stravolto la tua biochimica ed il tuo sistema nervoso.

In quel momento sarai sicuramente stanco, ma le tue risorse mentali sono decisamente potenziate.

Questo effetto è ben conosciuto da tutte quelle persone che si trovano a dover prendere decisioni importanti e di responsabilità, come imprenditori e manager.

Non è un caso che la maggior parte di queste persone sia anche estremamente sportiva, proprio per gli effetti positivi che questo può avere sulle loro "performance" intellettive.

Dato quindi per assodato che il potenziamento delle

risorse funziona di più che l'eliminazione dello stress, vediamo COME fare.

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Come potenziare le risorse

dell’organismo

Potenziare le risorse dell'organismo è una cosa che sulla carta è abbastanza semplice.

Tutto ciò che ti serve è:

- un piano di allenamento che migliori la tua postura ed i tuoi muscoli

- una strategia alimentare che migliori il tuo metabolismo

- una serie di tecniche per ridurre l'impatto dello stress sul tuo sistema nervoso

Il grosso del problema è che molto probabilmente non sei un atleta professionista, il cui unico lavoro è quello di migliorare il proprio corpo e le proprie prestazioni.

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La maggior parte delle persone deve scontrarsi con i ritmi quotidiani, con gli impegni e con mille altre cose.

Ecco che il "potenziamento delle risorse" si fa più complesso, più che altro per ragioni organizzative.

Esistono davvero tante cose che si possono fare, a seconda del tipo di persona, del tipo di problema che si è sviluppato e del suo stile di vita.

Tutte queste cose le puoi trovare all'interno del mio corso "Postura e sintomi da stress", che è un vero e proprio per-corso che ti aiuta a capire come muoverti e come promuovere la famosa "migliore versione di te stesso”.

Nel videocorso (disponibile sul mio sito, le istruzioni sono nell’ultimo capitolo), ci sono tutte le tecniche e le strategie per crearti un percorso completo e personalizzato.

In questo libro vediamo le tecniche BASE, quelle che servono per iniziare a prendere confidenza con la cosa.

Tra le varie strategie ci sono infatti dei “capisaldi”, ovvero delle tecniche che valgono in ogni caso, e dalle quali non si può prescindere.

Vediamo quali sono: queste tecniche rappresentano le fondamenta sulle quali gettare il tuo piano di recupero.

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Tecnica posturale #1: respirazione

e allungamento (parte alta)

La respirazione è un meccanismo dalla potenza incredibile: il modo in cui respiri ha effetto sulla tua postura, sulla tua digestione e anche sul modo in cui ti senti.

La cosa interessante è che è vero anche il contrario: la tua postura, la tua digestione ed il tuo tono dell'umore influenzano il modo in cui respiri.

La respirazione è l'atto che compiamo più volte durante la giornata, e l'atto più importante in assoluto, perchè associato alla sopravvivenza.

Esercitare i muscoli respiratori ti porta i seguenti vantaggi:

- muscoli meno contratti- stato di rilassatezza maggiore- maggiore lucidità e chiarezza mentale

Ora vediamo la base del lavoro respiratorio, ovvero un esercizio di respirazione + distensione dei muscoli della parte superiore.

Andremo a lavorare sul DIAFRAMMA e sui muscoli responsabili della postura delle spalle.

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Esercizio parte #1

La prima parte dell'esercizio consiste nello stimolare la

respirazione diaframmatica.

Per farlo, mettiti sdraiato in posizione a pancia in su: la testa deve essere appoggiata in posizione comoda, quindi se necessario usa un cuscino o un libro per sostenerla.

Appoggia una mano sullo sterno e una sulla pancia.

Ora respira lentamente inspirando dal naso ed espirando dalla bocca.

L'esercizio consiste nel muovere soltanto la pancia durante la respirazione: mentre inspiri l'addome si alza (e quindi la pancia si "gonfia", e mentre espiri la pancia si abbassa e l'addome si "sgonfia".

Per aiutarti, puoi mettere un libro abbastanza pesante sull'addome: il peso del libro ti aiuterà a "sentire la pancia", ed il movimento sarà più facile.

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L'esercizio consiste appunto nel respirare utilizzando solo l'addome, senza coinvolgimento (o con minimo coinvolgimento) del torace.

L'obbiettivo è di fare respirazioni:

- sempre più lente- sempre più rilassate- sempre più profonde

All'inizio il movimento potrebbe sembrarti strano e poco intuitivo: non preoccuparti, è assolutamente normale, e presto ti verrà spontaneo.

Prosegui per 3-5 minuti, facendo pause quando lo desideri.

Esercizio parte #2

Una volta che hai appreso bene la respirazione e che sei in grado di eseguirla in modo rilassato e lento, puoi abbinare la seconda parte dell'esercizio, che lavora sulla postura delle spalle.

Si esegue così:

• parti con le braccia quasi lungo i fianchi, dritte e con i palmi verso l’alto

• inspira gonfiando la pancia

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• quando espiri, scivola con le braccia sul terreno, tenendole ben dritte e portandole in direzione delle orecchie

• ad un certo punto, sentirai una resistenza, che indica il tuo "fine corsa”

• fermati in quel punto 2-3 secondi e torna indietro inspirando

• tieni sempre le braccia ben aderenti al terreno, non sollevare i gomiti

• ripeti l'esercizio 30 volte, facendo pausa ogni 10• pian piano sentirai che c'è sempre meno rigidità, e che

il "fine corsa" si sposterà più vicino alle orecchie

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Tecnica posturale #2: respirazione

e allungamento (parte bassa)

Dopo aver lavorato su alcuni muscoli chiave della parte superiore, vediamo come stimolare alcuni dei più importanti muscoli della parte inferiore.

Lavoreremo ancora sul diaframma, vero e proprio "nodo focale" della postura.

Stavolta però, assieme al diaframma stimoleremo anche uno dei suoi "vicini di casa" più importanti: il muscolo psoas.

Il muscolo psoas è un altro punto cruciale del sistema muscolo scheletrico, ed è impiegato in un sacco di funzioni.

Lo psoas è così importante che gli esercizi di stimolazione come quello che vedremo sono quelli che utilizzo di più nella mia pratica quotidiana.

Ecco come eseguire l'esercizio (se necessario tieniti vicino qualcosa a cui appoggiare le mani e tenerti in equilibrio):

• parti in posizione in ginocchio " a cavalier servente", con un solo ginocchio appoggiato a terra (ATTENZIONE: metti sotto al ginocchio una superficie morbida!)

• tieni la schiena ben dritta, quasi estesa all’indietro• porta un po' più avanti la gamba del ginocchio non

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• ora "affonda" piegando il ginocchio della gamba avanti, e mantenendo la schiena dritta

• ad un certo punto sentirai una tensione nella parte anteriore della gamba che sta dietro (e forse leggermente anche sulla lombare)

• ora effettua delle lente e profonde RESPIRAZIONI DIAFRAMMATICHE (come quella di prima)

• se sei in una buona posizione, sentirai che la respirazione modifica la tensione della gamba

• fai 4-5 respirazioni profonde e vai sull'altro lato, ripetendo il "giro" almeno 3 volte per lato

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Come e quando utilizzare questi due esercizi

Al mattino o al pomeriggio? Quante volte al giorno? Tutti i giorni o a giorni alterni?

Tutte ottime domande, che però non hanno una vera e propria risposta corretta e valida per tutti.

Ciascuna opzione ha una sua logica e può essere più vantaggiosa per alcuni, ma per altri no.

Il mio consiglio è semplicemente quello di provare e fare qualche esperimento: scegli inizialmente il momento della giornata in cui hai più tempo, e prova a farli tutti i giorni, per favorire l'instaurarsi dell'abitudine.

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Alimentazione: usare il cibo come

"arma terapeutica" (a cura di

Annalisa Caravaggi)

La dieta che consente di raggiungere i migliori risultati è sicuramente la dieta del dr. Mozzi.

Anzi no, intendevo la dieta Atkins.

A dire la verità, anche la Life 120 ha degli spunti interessanti, ma sicuramente non quanti la Dieta a Zona.

La "Dieta dei colori" prometteva bene, ma poi è stata superata dalla "Dieta dei biscotti".

Quando però è arrivata la "Dieta delle preghiere", in cui si prega di perdere peso prima di ogni pasto, non ce n'è più stato per nessuno.

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Credo che il concetto sia abbastanza semplice da afferrare: quello dell'alimentazione è un mondo assolutamente sconfinato, ma soprattutto un business infinito.

I motivi per cui si è creata questa situazione sono a dire la verità piuttosto semplici:

1) non esiste la "verità assoluta" e scientifica sull'alimentazione2) grazie al punto 1, ognuno di questi "filoni" alimentari può avere delle basi scientifiche

In più, la maggior parte di queste diete risulta in qualche modo efficace, se la applichi per un certo periodo: applicane una a caso, e molto probabilmente noterai

una perdita di peso ed un maggiore stato di

benessere.

Questo significa che quel tipo di dieta è "quella giusta per te"?

Non esattamente: magari fosse così.

Il motivo per cui più o meno tutte le diete "funzionano", è che ti fanno fare cose che nella tua quotidianità NON fai, ovvero:

1) controllare quello che mangi

2) stare alla larga da certi alimenti (più o meno tutte

propongono riduzione degli zuccheri, dei grassi

saturi, dei lievitati...)

3) mangiare un po' meno del solito

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Et voilà, il gioco è fatto: evitando certi alimenti e mangiando un po' meno, il risultato è che ti senti meglio ed il grasso si riduce.

Ricordo bene la storia di una signora che mi ha raccontato di essere stata “salvata” 20 anni prima dalla dieta del dr. Mozzi.

Da quando ha seguito i consigli alimentari per il gruppo sanguigno “0” non aveva più avuto i disturbi che la condizionavano da anni.

Peccato che 20 anni dopo, in occasione di un controllo per un’altra cosa, ha scoperto di non essere assolutamente gruppo 0 come credeva, ma gruppo A.

Per 20 anni aveva in teoria seguito la dieta “sbagliata”, ma aveva funzionato lo stesso.

Ho voluto fare questa premessa per un semplice motivo: quando si parla di alimentazione, dietro ai "paroloni" ci sono spesso concetti molto semplici.

Ed in questa sezione quello che vedremo è esattamente questo: semplici concetti che se portati nella tua quotidianità possono aiutarti a raggiungere ottimi risultati.

In questa sezione illustrerò come il cibo possa costituire una eccezionale "arma" che puoi utilizzare per migliorare il tuo stato di forma e benessere.

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Come hai visto nella sezione introduttiva, il cibo può essere anche una fonte di importante STRESS per l'organismo.

I modi più comuni con cui facciamo diventare STRESS il cibo sono:

1. eccesso calorico (comunissimo)

2. abbondanza di prodotti raffinati (ovvero che si

allontanano molto dalla loro forma naturale)

3. mancato rispetto dei fisiologici ritmi

dell'organismo

Lavorando su queste tre semplici fonti di STRESS, possiamo ottenere ottimi risultati sul nostro stato di benessere: vediamo come!

Suggerimento #1, quello che non vuole sentire nessuno: la più potente arma anti-infiammatoria alimentare

Cibi acidificanti e alcalinizzanti.

Cibi infiammatori e anti-infiammatori.

Questo alimento aumenta l’infiammazione del tuo corpo ed è da evitare, mentre quest’altro la riduce.

Nel tanto discorrere di alimentazione e affini, l’argomento “infiammazione” ricorre spesso.

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Il principio di base è che quello che mangi possa influire sullo stato infiammatorio del tuo corpo.

Questo principio ha una base scientifica reale? Certo che si.

L’applicazione pratica di questo principio è peraltro davvero semplice, ma nessuno vuole sentirne parlare, e sai perchè?

Perchè è decisamente poco attraente, e non la si può utilizzare per vendere libri o comparire in TV.

Sai qual è infatti il più potente sistema di regolazione infiammatoria basata sull’alimentazione?

Ahimè, il controllo calorico.

Detto in parole povere: se mangi troppo (non importa troppo di cosa), aumenti il grasso e lo stato infiammatorio.

Se mangi poco (non importa poco di cosa) riduci lo stato infiammatorio.

Per una buona maggioranza di persone, il semplice mangiare meno è già il più potente meccanismo anti infiammatorio che possano attivare.

È per questo che moltissime persone sperimentano un netto aumento del benessere ed una riduzione dei dolori già dopo una settimana di dieta: hanno ridotto lo stato infiammatorio.

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Sicuramente è più affascinante dire che tali alimenti sono da evitare e altri da favorire, e certamente ci sono anche ottime basi scientifiche a supporto di ciò.

Ma a monte di tutto, non dimenticare questo semplice principio: se la quantità di calorie che assumi è eccessiva, andrai comunque a generare aumento del grasso e infiammazione.

Vuoi fare un piccolo esperimento?

Scarica una app di conteggio calorico (come ad esempio Fatsecret), ed inserisci TUTTO quello che mangi per una intera settimana, da lunedi a lunedi.

Si certo, devi comprendere anche il sabato e la domenica, e segnare tutto ma proprio tutto.

Nell’arco di una settimana, il 90% delle persone che lo fa nota una riduzione del peso corporeo ed un aumento del benessere generale.

Com’è possibile questo?

Semplice: il fatto di dover mettere nero su bianco tutto quello che mangi, ti porta istintivamente a trattenerti un po’, e questo fa già una grande differenza.

Tutto questo per dire: a volte il “tranello” che ti tende il cervello è quello di farti concentrare sui dettagli, ma con dei semplici accorgimenti di base puoi avere ottimi risultati.

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Purtroppo, accorgimenti di base come quello del mangiare un po’ meno sono poco attraenti e più difficili da praticare.

Sicuramente non generano molte condivisioni sui social.

Purtroppo però, spesso sono le cose SEMPLICI ad essere maggiormente EFFICACI.

Suggerimento #2: quanto è “raffinato” il cibo che mangi?

Come dicevo prima, una potenziale causa di stress alimentare è l’eccessivo consumo di prodotti raffinati e industrializzati.

Su questo termine si può discutere molto e generare confusione: per questo ti propongo un semplice trucco.

Ogni volta che mangi qualcosa, prova ad immaginare quante trasformazioni ha subito l’alimento o il suo ingrediente principale prima di arrivare alla tua bocca.

Facciamo un esempio con una mela: quante trasformazioni ha subito prima di assumere una forma commestibile?

Nessuna: così come viene raccolta dall’albero, così arriva alla tua bocca.

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Ovviamente si può fare tutto il discorso sui metodi di coltivazione, i pesticidi ecc… ma se dovessimo considerare tutti questi aspetti, non ce la caviamo più.

Ora prendi ad esempio un piatto di pasta.

Nella pasta, l’ingrediente principale è la farina, che deriva dal grano.

Quanti passaggi ci sono prima che una spiga diventi un rigatone?

Un bel po’ in più: ecco che la pasta è un alimento molto più raffinato rispetto alla mela.

Con questo semplice “giochino” puoi capire facilmente quanti alimenti molto raffinati introduci facilmente nel tuo corpo, e cercare di limitarli.

È ovvio che gli alimenti raffinati non sono “sbagliati” e non vanno evitati a prescindere, ma è altrettanto ovvio che è preferibile non abusarne ed utilizzare alternative più naturali.

Suggerimento #3: segui i ritmi naturali dell’organismo

La nostra giornata alimentare tipica fa un po’ a botte con i ritmi naturali dell’organismo.

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Perchè dico questo? Molto semplice.Per come sono organizzate le nostre giornate, spesso il pasto principale è la cena.

La cena è un momento di relax, e spesso diventa anche occasione per qualche “sfizio”.

Non di rado, a molte persone capita di cenare abbastanza a ridosso dell’ora cui vanno a letto.

È vero che il corpo ha molte possibilità di adattamento, ma è vero anche che questo tipo di comportamento alimentare non rispecchia la nostra natura di animali DIURNI.

Eccesso calorico, eccesso di zuccheri ed orario del pasto possono costituire un problema per il riposo notturno.

Questo perchè si va a dormire con la digestione in corso, dopo una cena magari un po’ troppo abbondante e ricca di zuccheri (che sono un carburante veloce, quindi non adatto al riposo notturno).

Tutto ciò non può che influire negativamente sul nostro benessere generale e sul nostro metabolismo.

Una buona regola di base è quindi quella di cercare di “investire” di più sulla colazione e sul pranzo, in modo da non arrivare alla cena troppo affamati e rischiare di “assaltare” il frigorifero.

Per concludere queste “pillole”: l’alimentazione ha un grande potenziale di influenza sulla tua salute, e come in

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tutti i campi, i consigli più validi in assoluto sono quelli che….si applicano!

Posso farti un piano alimentare ultra preciso e mirato, ma se per te è troppo difficile da mettere in pratica, non avrà nessun effetto.

Ecco perchè in questo breve capitolo hai trovato tre suggerimenti tutto sommato semplici e facili da mettere in pratica.

Più i consigli sono semplici e facili da applicare, più è facile che diventino un’abitudine.

E l’abitudine, oramai l’avrai capito, fa tutta la differenza!

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Lo stress può mandare in tilt il tuo

sistema nervoso: ecco come

“resettarlo”

All’inizio di questo libretto abbiamo visto insieme alcune fonti di stress: lo stress “meccanico”, quello alimentare e quello emotivo.

Cosa comporta per il tuo sistema nervoso un eccessivo e prolungato accumularsi di stress?

Molto semplice ed intuitivo: l’eccessivo stress comporta.…sovraccarico!

Il cervello si trova di fronte ad una moltitudine di situazioni da gestire in aumento, e con sempre meno risorse per farlo (perchè nel frattempo lo stress ti indebolisce).

E qual è la reazione del tuo cervello a questo stato di sovraccarico?

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Alcune cose che puoi notare sono i sintomi di cui parlavo prima, tra cui:

- difficoltà di concentrazione e confusione mentale- disturbi del sonno o nervosismo- abitudini nervose o “comportamenti di fuga”

Il “comportamento di fuga” più tipico dei nostri tempi ce l’abbiamo in tasca, ed è rappresentato dallo smartphone.

La consultazione del telefono e dei social costituisce un momento di distrazione ed un temporaneo senso di benessere.

Non hai mai notato che tendi a consultare di più il telefono o il tablet in momenti di stress o frustrazione?

Ecco, questo è un sistema di difesa del cervello, che per non trovarsi di fronte al problema, cerca distrazioni.

Purtroppo, la continua ricerca di distrazioni rende il cervello sempre meno abile nel prestare attenzione e nel trovare soluzioni.

Non è un caso che la nostra capacità di prestare attenzione sia crollata nell’ultimo decennio.

Il problema è talmente serio che ultimamente anche i “cattivi”, ovvero le aziende produttrici, hanno iniziato ad installare di default dei sistemi che ti mettono in guardia dall’eccessivo utilizzo.

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Detto questo, il problema non sono i telefoni: una persona in pieno stato di benessere psico fisico non ha bisogno di vivere con il telefono in mano come “via di fuga” dallo stress.

Ma se il tuo regista è “in panne”, non puoi sperare che ti dia indicazioni sensate.

Più il cervello è sovraccarico, più diventa difficile resistere ai “tranelli” che ci prepara per evitare di instaurare nuove abitudini.

Ecco perchè possono esserti particolarmente utili anche tutte quelle tecniche il cui scopo è “mettere pace” nel sovraccarico di stimoli che spesso si accumula dentro la nostra scatola cranica.

Ci sono varie tecniche che possono aiutarti, e a me piace dividerle in due categorie:

- tecniche che sfruttano l’attività fisica- tecniche che sfruttano l’attività “mentale”

Riguardo alle prime tecniche, il loro metodo di funzionamento è decisamente piuttosto semplice da spiegare.

Quando fai attività fisica impegnativa, succedono diverse cose che fanno entrare il tuo cervello in uno stato di maggiore quiete (è per questo che si dice che l’attività fisica “scarica”).

Ecco cosa succede:

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- i tuoi muscoli consumano energia, “sottraendola” al cervello, che l’avrebbe utilizzata per rimuginare sui suoi problemi

- l’attività in sè produce una serie di “ormoni del benessere” e di sostanze anti infiammatorie che ti fanno sentire più rilassato

Ecco quindi che l’attività fisica può essere considerata una eccellente arma per combattere lo stress nervoso, ed in effetti è così per molte persone.

Se vogliamo trovare un difetto, potrebbe essere questo: l’attività fisica funziona, ma di fatto è un meccanismo puramente fisiologico: attività-ormoni-relax.

Con la sola attività fisica, il cervello non impara a

destreggiarsi meglio nelle varie situazioni: più ti allontani dal momento dell’attività, più la situazione ritorna quella di prima.

È per questo che molte persone vanno in netta “crisi di astinenza” quando non possono fare attività per qualche motivo.

Per fare in modo che il tuo cervello se la cavi bene anche quando non sei in preda alle endorfine post-attività, possono essere molto utili tutte quelle tecniche che vengono normalmente definite come “meditative”.

Attenzione bene a non confondere la meditazione con qualcosa di stravagante o “New Age”.

Tim Ferris, noto personaggio pubblico americano, è una persona che ha intervistato una quantità astronomica di

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gente di successo in ogni campo, dallo sport all’imprenditoria.

E cosa ha notato il buon Tim? Che l’80% delle persone che ha intervistato aveva nelle sue pratiche quotidiane una qualche forma di “meditazione”.

Se l’80% delle persone di successo ritiene queste tecniche assolutamente indispensabili, un motivo ci sarà.

Ovviamente ci sarebbe da parlare per ore e giorni di tutto ciò, e questo naturalmente va ben oltre gli scopi di questo libretto.

Il mio scopo in questo momento è di darti le informazioni essenziali in tutti i vari campi che possono aiutarti a migliorare il tuo benessere ed i tuoi sintomi.

E quando si parla di tecniche di rilassamento / meditazione, qual è il “succo”?

In questo caso, il “succo” può essere considerato sicuramente l’esercitare l’ATTENZIONE.

Esercitare il focus e l’attenzione produce grandi effetti a livello del cervello, ed è ciò che ha maggiormente potere di farti ritrovare chiarezza e lucidità.

Ecco una semplice tecnica con la quale puoi sperimentare da subito quanto esercitare l’attenzione possa essere allo stesso tempo difficile e potente.

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Tecnica pratica

Questa tecnica consiste semplicemente nel portare

attenzione al tuo respiro.

Ciò che dovrai fare è quindi cercare di mantenere l’attenzione su cosa succede all’interno del tuo corpo quando respiri.Procedi in questo semplice modo, che andrò a descrivere ora.

Mettiti in una posizione comoda: non importa se sei seduto o sdraiato, l’importante è che tu sia comodo.

Inizia a respirare solo un po’ più lentamente del solito, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca.

Se hai già praticato un po’ di respirazione, saprai che durante la respirazione puoi sentire “gonfiarsi” il torace oppure la pancia (respirazione diaframmatica).

In questo momento non interessa assolutamente come respiri: fallo nel modo in cui sei più comodo.

Ora chiudi gli occhi, e porta l’attenzione sul cosa senti in ogni singolo momento dei tuoi atti respiratori: quali aree senti muoversi, come le senti muoversi, che sensazioni provi…

In pratica, devi cercare di “seguire con l’attenzione” il tuo respiro, momento dopo momento.

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Che cosa noterai facilmente? Noterai che nel giro di breve tempo, la tua attenzione si perde, e cominciano ad affollarsi i pensieri.

Questo è perfettamente normale: ogni volta che succede, cerca di riportare l’attenzione sul respiro, e di seguirlo passo dopo passo.

Quando vedi che non riesci più a mantenere l’attenzione, considera la tua pratica terminata.Probabilmente, all’inizio avrai 1 o 2 minuti di resistenza, dopo di che la mente inizierà a perdersi irrimediabilmente.

Con la pratica (puoi farlo ovunque) vedrai che la tua capacità di portare attenzione aumenterà, e sentirai degli evidenti benefici in termini di rilassamento generale.

Ti parlo da persona che si è assolutamente dovuta ricredere su questo tipo di tecniche e su questi meccanismi.

Anch’io sono tra quelle persone che ha una forma di pratica meditativa come routine quotidiana: adesso aspetto con ansia la chiamata di Tim Ferris :)

Tecniche come queste possono aiutarti a renderti conto di quanta “confusione di informazioni” si può accumulare a livello della nostra mente.

Una volta che avrai sperimentato cosa si prova a toglierne un po’, non vorrai più smettere.

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Conclusione: ora hai una mappa,

inizi il viaggio o resti dove sei? (+

ultimo e importantissimo

suggerimento)

Siamo giunti alla fine di questa “carrellata” sul problema “stress”, sulle conseguenze che ha sull’organismo, e sui modi di fronteggiarlo.

Ritornando alla metafora del viaggio che ho fatto all’inizio, ora dovresti aver capito:

- chi sono gli “sgraditi compagni” che ti rallentano la marcia (gli elementi di stress negativo)

- cosa ti succede quando la tua marcia è troppo rallentata (le reazioni del corpo e i sintomi)

- come liberarti dagli ospiti indesiderati e proseguire il tuo cammino con più leggerezza (le tecniche)

Ricapitoliamo i concetti fondamentali che abbiamo visto:

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1) quando parli di qualsiasi disturbo cronico (cioè che

dura da mesi o anni), la soluzione passa sempre da

te e dalle tue abitudini, non da un trattamento

2) il tuo cervello non è tuo amico in questo viaggio, per lo meno non inizialmente. Il cervello cerca di rimanere nel “terreno conosciuto”

3) il concetto di “stress” è molto vasto. Esistono stress fisici, alimentari ed emotivi

4) a darci problemi non è lo stress in sè e per sè, ma

l’eccessivo accumulo

5) la quantità di stress che accumuliamo è importante,

ma è più importante quante risorse abbiamo per

affrontarlo

6) la reazione del corpo allo stress è a vari livelli. Ne risentono i muscoli, il metabolismo, il sistema

nervoso stesso. Ecco perchè si possono avere molti sintomi diversi tra loro

7) per migliorare la tua situazione, ha più senso cercare

di “potenziare le tue risorse” che di ridurre le fonti di stress

8) si migliora attraverso l’esercizio fisico (per i muscoli), l’alimentazione (per il metabolismo) e lo “svuotamento” dall’eccessivo “affollamento cerebrale”

La cosa bella è che con un approccio semplice ma globale come quello che ti ho proposto, non avrai

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bisogno di preoccuparti di questo o di quel problema

specifico.

Mi spiego: la maggior parte delle persone che vedo è preoccupata di dover fare qualcosa di ultra specifico per la diagnosi che le hanno fatto o per il problema di cui soffre.

È per questo che ricevo tonnellate di messaggi tipo “io ho questo problema, va bene questo esercizio?”.

È un ragionamento perfettamente logico, ma la realtà è che non esiste la “ricetta esclusiva” per il problema x, che però assolutamente non va bene per il problema y.

Il miglioramento di qualsiasi problema scheletrico passa attraverso la medesima ricetta: riuscire ad avere muscoli che funzionano meglio.

Allo stesso modo, il miglioramento dello stato di salute generale e dei sintomi da stress passa sempre attraverso:

- muscoli che funzionano meglio - migliore alimentazione - maggiore “rilassatezza mentale”

Con questi tre elementi in contemporanea, qualsiasi

problema di qualsiasi genere può andare incontro ad

un miglioramento.

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Ovvio, stiamo parlando di disturbi che prevedono la possibilità di essere migliorati (c’è sempre chi fraintende..).

In questo libretto ti ho illustrato l’ “essenza” di una materia che in realtà è molto complessa: quello che hai in mano è una piccola mappa che ti può aiutare ad iniziare il viaggio verso una migliore versione di te stesso.

Grazie a queste semplici ma essenziali informazioni, ed ai relativi consigli pratici, hai un’ottima base di partenza per migliorare la tua postura, i tuoi sintomi e per raggiungere uno stato di benessere complessivamente migliore.

Un ultimo suggerimento, al quale tengo molto: senza quello di cui ti sto per parlare, il tuo viaggio rischia di interrompersi ben presto.

Ne ho capito la vera importanza qualche anno fa, e da quando l’ho fatto, il mio modo di affrontare le cose è cambiato davvero.

Devi sapere che la mia carriera sportiva amatoriale, ovvero il mio personale allenamento, ha subito una lunga battuta di arresto tra i 25 ed i 32 anni.

In quegli anni, anch’io sono caduto nelle trappole del mio cervello: ogni tanto ricominciavo, poi smettevo, poi ricominciavo ancora…

Tutto cambiò quando alcuni anni fa, ad un corso di personal training, qualcuno citò il Calisthenics, disciplina

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della quale fino a quel momento non avevo mai sentito parlare.

Se non lo conosci, il Calisthenics è una disciplina a corpo libero, il cui obbiettivo è quello di raggiungere determinate abilità ed esercizi, come ad esempio la verticale e la bandiera.

Da vedere è estremamente spettacolare: per i non esperti, alcuni esercizi sembrano davvero impossibili.

Mi sono appassionato al Calisthenics, e questo è stato la molla che mi ha fatto riprendere ad allenarmi di più e meglio di quanto non facessi a 20 anni.

Perchè questa disciplina ha avuto questo potente effetto, e mi ha permesso di aggirare le “trappole” del mio cervello?

Semplice: il Calisthenics ha degli OBBIETTIVI precisi, visibili e raggiungibili.

Il classico allenamento in palestra ha degli obbiettivi estetici che a me non interessavano più, e che comunque sono difficilmente misurabili, perchè dipendono da tanti fattori.

Il Calisthenics no, dipende solo dall’allenamento: il tuo obbiettivo è l’esercizio x, e prima di arrivarci ci sono una serie di passaggi intermedi da superare.

Se hai un OBBIETTIVO, non ti lasci scoraggiare dagli inevitabili momenti di sconforto che ci possono essere lungo il cammino.

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Senza un OBBIETTIVO, il rischio è di navigare senza meta, e di abbandonare ben presto il viaggio.

Non avendo ben chiaro cosa stai cercando di raggiungere, al primo imprevisto sarai portato a mollare tutto.

Il mio consiglio è quello di porsi un OBBIETTIVO, e soprattutto di porsi un obbiettivo che NON abbia a che

vedere con il problema o con i problemi che intendi

risolvere.

Perchè dico questo? Perchè è ampiamente dimostrato che concentrare tutte le proprie attenzioni sul problema porti il cervello ad aumentare la percezione dei sintomi.

Paradossalmente, il rischio è quello di alimentare il circolo del problema stesso.

Molto meglio porsi un obbiettivo che abbia a che vedere con la PRESTAZIONE.

Facciamo un esempio: mettiamo che tu stia cercando di risolvere le contratture croniche che senti a livello della schiena.

Se ti poni l’obbiettivo di “risolvere le contratture della schiena”, la tua attenzione sarà sempre sul problema, cercando di capire se migliora o no.

Concentrare l’attenzione sul problema è purtroppo un ottimo modo per….farlo restare lì dove si trova!

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E mi capita di vederlo spesso, sai? Conosco persone che appena aprono gli occhi al mattino controllano se…”il sintomo c’è ancora”, sperando che durante la notte qualcosa fosse cambiato.

Un buon obbiettivo può invece essere “fare tutti i giorni gli esercizi (come quelli in questo libretto), e cercare di essere più sciolti nell’eseguirli”.In questo modo avrai spostato l’obbiettivo dal “problema” alla “prestazione”.Se riesci a migliorare le tue prestazioni negli esercizi, è molto probabile che noterai una riduzione dei sintomi, come sorta di “piacevole effetto collaterale”.

Il prossimo passo: ti va di provare

qualcos’altro?

In questo libretto hai trovato le informazioni essenziali ed alcune tecniche di base.

Queste tecniche, che puoi provare da subito, sono sufficienti a farti capire come funziona il tutto, e a farti capire quanto si possa stare meglio anche con indicazioni davvero semplici.

Insomma, quanto hai trovato in questo manuale è sufficiente a farti capire se rientri nel 10% di persone

volenterose e motivate ad ottenere buoni risultati

sulla loro salute.

Qualora capissi di far parte davvero di questo 10%, c’è qualcos’altro che puoi fare?

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Si può essere più specifici, più mirati e completi nel

cercare di migliorare il proprio sistema muscolo

scheletrico, il metabolismo ed il benessere generale?

Certo che si può.

Anzichè fare 2-3 esercizi generici, puoi seguire un piano

di allenamento completo, che di settimana in settimana ti porti a migliorare le tue abilità motorie.

Anzichè seguire qualche regola base a livello alimentare, puoi attenerti ad un regime alimentare più preciso, da trasformare nel tuo stile di vita.

E puoi scoprire le tantissime tecniche che si possono

utilizzare per ridurre il “sovraccarico di stress” a cui il

nostro cervello è spesso sottoposto.

Se hai un mano questo libretto, molto probabilmente sei iscritto ai miei consigli via mail.

Se non lo sei, puoi rimediare subito andando sul mio sito L’Altra Riabilitazione, e più precisamente all’indirizzo:

www.laltrariabilitazione.it/postura-stress

Registrandoti ai miei consigli via mail, verrai informato quando ci saranno le aperture del video-corso online

“Postura, dolori e stress”.

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Il video corso “Postura, dolori e stress” contiene proprio tutto quanto ti ho elencato prima:

- un piano di “allenamento posturale” preciso e adattabile alle tue abilità e ai tuoi eventuali problemi

- indicazioni alimentari personalizzabili e facili da rispettare

- tutte le tecniche pratiche per la gestione dello

stress emotivo

Tutti i miei video corsi sono caratterizzati da un elevato grado di “personalizzazione su misura”.

Riesco a rendere i miei corsi “personalizzabili” grazie all’inserimento di specifici test di autovalutazione, che ti dicono quali contenuti all’interno del corso ti possono essere utili e quali no.

In più, ogni settimana io ed i miei collaboratori chiediamo riscontri diretti a chi sta partecipando: negli anni ho migliorato i miei corsi soprattutto grazie ai riscontri degli utenti!

“Postura, dolori e stress” è il corso che racchiude

tutto ciò di cui parlo da anni sul mio sito e nei miei

video: se deciderai di partecipare, potrai vedere come sia tutto sommato semplice occuparsi della propria salute in modo COMPLETO.

I miei videocorsi sono l’elemento che mi ha fatto fare il salto di qualità: grazie a loro ho potuto ci aiutare davvero migliaia di persone che non ho mai visto di persona nè sentito.

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Ok, siamo alla fine.

Se questo libretto sarà per te un punto di partenza di un viaggio che ti vede protagonista in prima persona, allora avrò raggiunto il mio obbiettivo.

Se poi vorrai approfondire con il mio video corso, e se quest’ultimo ti aiuterà a fare un ulteriore passo avanti, allora potrò ritenermi davvero soddisfatto.

Per cambiare alla radice, serve solo e soltanto la tua azione: se ti limitassi a sdraiarti sul lettino del mio studio, io potrei solo grattarne la superficie.

Dopo quasi 20 anni di esperienza clinica, oramai non mi va più di lavorare con persone che non vogliono muovere un dito per migliorare la loro situazione.

Ma come ho già detto prima, se hai in mano questo libretto, è probabile che tu NON sia una di quelle persone, anzi.

E allora a me non resta che augurarti buon lavoro: se hai bisogno, raggiungimi alle piattaforme elencate qui sotto.

SITO: www.laltrariabilitazione.it

CANALE YOUTUBE: L’Altra Riabilitazione

FACEBOOK: Marcello Chiapponi fisioterapista

INSTAGRAM: marcello_chiapponi_physio_fit�80