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GIULIANA SGRENA: operatrice di pace TUTTOSTAMPACCHIA Periodico del Liceo Scientifico - Classico “G.Stampacchia”- TRICASE (Le) - Anno IX - Numero 2 - A. S. 2004-2005 tel.0833.544020 La vicenda dello Tsunami che si è abbat- tuto sull’Est Asiatico, lo scorso 26 dicembre, ha mobilitato una colossale macchina della Solidarietà: i paesi del Nord del mondo hanno devoluto milioni e milioni di euro, per venire incontro alle vittime di questa catastrofe, per dar loro protezione dalle malattie ed epide- mie, aiuto alimentare e conforto. Chi di noi, per fare un esempio, non ha inviato l’sms al numero comune messo a disposizione dalle maggiori compagnie telefoniche italiane, per dare un piccolo, ma essenziale contributo per le missioni in quelle regioni martoriate? In quest’occasione, quindi, ci siamo resi conto come sia fondamentale, anche con un piccolo gesto, essere accanto alle persone che soffrono, che sono colpite dai mali derivati dall’Uomo stesso – come la guerra, la pover- tà – e dalla Natura. Di solito, è la televisione a testimoniarci come il mondo non sia fatto solo di gioie e sorrisi, interrotti per brevi periodi da qualche lacrima, da cuori spezzati, ma sia anche il mondo che è in un perenne stato d’abbandono, emarginato, affamato, assetato, condannato a trascorrere un’ esisten- za tesa esclusivamente a rimediare un tozzo di pane e un goccio d’acqua, in un’ oasi nel deserto o nelle strade di una grande metropoli. Questi aspetti siamo soliti accostarli alle genti del Terzo Mondo: cioè alle popolazioni dell’Africa, dell’Asia o di alcune regioni del Sud America; e allora, il nostro cuoricino, nel vedere o nel leggere qualcosa riguardo loro, inizia a battere forte pronto a compiere un gesto di solidarietà: ed ecco che partono le adozioni a distanza, donazioni a distanza, missioni in terre distanti dalla nostra, e così via. Sono queste manifestazioni che dimo- strano come la solidarietà è un valore da sal- L’ultimo pensiero di Papa Wojtyla è stato rivolto ai suoi “Boys” che, in piazza San Pietro, speravano di poterlo salutare ancora una volta. Il nostro amatissimo Santo Padre ha porta- to a termine sino alla fine la sua missione apostolica, sfidando il dolore e la malattia che ultimamente l’avevano fortemente provato. Significativa e’ stata la sua ultima apparizio- ne, quando dalla finestra del palazzo pontifi- cio, ha tentato invano di comunicare con tutti noi, dimostrandoci che è possibile affrontare la sofferenza con DIGNITA’, e portare fino in fondo la propria croce. Per noi giovani Giovanni Paolo II è stato e resta un Maestro di vita, che ora, in una dimensione diversa, guida i nostri passi verso nuovi orizzonti. Tutto il mondo piange la sua scomparsa, e non a caso una folla indescrivi- bile, dai Potenti della terra sino agli ultimi, è accorsa per dimostrargli la profonda gratitu- dine e salutarlo per l’ultima volta. Perché la sua morte ha scosso gli animi di tanta gente? Sicuramente Papa Wojtyla è riu- scito a comunicare con tutti e a portare il mes- saggio evangelico in ogni angolo della terra, anche instaurando il dialogo con i rappresen- tanti di altre religioni; è stato un Leader buono e coraggioso che non ha avuto timore di far valere le proprie Libera!!! Dopo trenta lunghissimi gior- ni di ansia e di tensione, finalmente Giuliana Sgrena, la giornalista del “Manifesto”, è stata liberata. Poco più di un mese fa le immagini girate in un video la vaguardare come mezzo votato all’aiuto morale e materiale degli altri, e non a soddi- sfare personali esigenze legate a fama e pecunia. Ma in tutta questa questione suona un po’ stonata la parola distanza: forti della nostra voglia di aiutare il prossimo, di adottare un bambino in difficoltà o di dare un contributo per sfamare un povero, proviamo a spegnere la tv e a far finta che il mondo è solo la nostra piccola città. Usciamo da casa e bussiamo alla porta del nostro vicino: eccolo lì, che prende a schiaffi il suo figlioletto, che bestemmia dinanzi alla sua piccola fanciulli- na di 4 anni con accanto la moglie che grida in modo animalesco, e quasi sorride, nel vedere la figlia nata da sedici mesi che da lì a poco morirà per essere stata malnutrita e maltrattata. Pensiamo, sbalorditi riflettiamo: <O Dio, Possibile che ciò succede vicino a casa mia?>. Quasi stentiamo a credere che sia vero. Torniamo a casa. Il telecomando è sul tavolo del soggiorno, ma per ora non c’è voglia di accendere la tv: è ormai chiaro che la solidarietà va indubbiamente fatta nei con- fronti di chi soffre oltremare…ma prima di mandare un sms, un bollettino postale, un pacco per posta aerea, andiamo a fare visita al nostro vicino, e chiediamogli se tutto va bene. È bene fare tutte e due queste azioni: ma poniamo particolare attenzione sulla seconda, la quale è trascurata dai “molti”. La solidarietà, quindi, deve avere un carattere globale: bisogna dedicarsi non solo a chi è lontano, ma soprattutto a chi vive la nostra piccola realtà, che di sicuro sente la necessità di conforto, di sostegno, di consola- zione diretti e immediati. Stefano Crisostomo, VA Sc idee nei confronti dei Capi delle grandi nazio- ni. E’ stato un punto di riferimento per cre- denti e non credenti, un grande Uomo che ha strenuamente difeso la pace, la vita e i diritti della dignità umana, sempre, comunque e dovunque. Lo ha fatto respingendo ogni ricorso alla violenza e scongiurando uno scontro di civiltà. Lo ha fatto opponendosi a tutti i tentativi di rilegittimare la guerra di cui ha proclamato non solo l’immoralità, ma anche l’inutilità: “… la guerra non è mai ine- vitabile. Con la guerra tutto è perduto.Con la pace tutto è possibile…”. Con Lui abbiamo imparato che costruire la pace è un impegno permanente e una responsabilità di tutti. Con Lui abbiamo imparato a vincere la paura e lo sgomento che ci assale quando facciamo i conti con la sof- ferenza, l’indifferenza e i pericoli che ci cir- condano. Anche il nuovo Papa, Benedetto XVI, durante la Sua prima omelia, ha più volte salutato e ringraziato Papa Wojtyla per il Suo grande pontificato, e ha chiesto ai fede- li di stargli vicino con la preghiera affinché possa essere un Suo “degno” successore. Ciao Karol, sarai per sempre la nostra Guida. Mariangela Nicolì III^ A sc. …Proviamo prima a bussare alla porta del nostro vicino… Solidarietà: dedicarsi non solo a chi è lontano, ma soprattutto a chi vive la nostra realtà “Ciao Karol…” “…Io vi ho cercato, voi siete venuti e per questo io vi ringrazio…” ritraevano in lacrime, con le mani giunte e il volto smagrito, che, fortemente provata, implorava aiuto rivolgendosi al compagno Pier e al Governo italiano. Giuliana chiede- va la PACE, la LIBERAZIONE per sé e per il popolo iracheno, oggi martoriato dalla guerra. Aveva scelto di andare lì, in Iraq, pur essendo consapevole dei rischi ai quali sarebbe andata incontro, e questo perchè la voglia di dare una voce a chi non ce l’ha era più forte per lei, la voglia di testimoniare la situazione di quella gente che muore ogni giorno, era più grande. “Oggi il lavoro dei reporter diventa sempre più essenziale anche se più perico- loso”,- afferma Gabriele Polo, collega della Sgrena-; “farlo con indipendenza, libertà e onestà rappresenta qualcosa di più di un impegno professionale, è un impegno civi- le, un servizio sociale quello di Giuliana. Pericoloso ma fondamentale, il solo modo possibile per farlo”-conclude. Ancora una volta bisogna ribadire quindi l’ importanza degli inviati, affinché essi riportino in modo oggettivo le notizie, senza essere influenzati da pressioni politiche, quali quelle di uno stato belligerante. All’ immensa gioia che abbiamo prova- to nel vedere Giuliana ritornare a casa, si è aggiunto un dolore molto più intenso…la tragica morte di Nicola Calipari, un agente, ma prima di tutto un uomo che ha compiu- to il proprio dovere fino all’ ultimo istante della sua vita, quando, durante il rientro in aeroporto, riparando la giornalista col suo corpo di fronte ad una raffica di proiettili, scagliata contro la loro automobile, ha con- cluso tragicamente la sua esistenza… Un messaggio di pace diventa quindi ancora più doveroso: chiediamo la fine di questa guerra, chiediamo il ritiro delle trup- pe dall’ Iraq, chiediamo l’ invio di forze umanitarie, chiediamo la PACE… come un tempo affermava Gandhi: “ La forza gene- rata dalla non-violenza è infinitamente maggiore della forza di tutte le armi inven- tate dall’ ingegno umano”. Chiara Chiarello 3A Sc.

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GIULIANA SGRENA: operatrice di pace

TUTTOSTAMPACCHIAPeriodico del Liceo Scientifico - Classico “G.Stampacchia”- TRICASE (Le) - Anno IX - Numero 2 - A. S. 2004-2005 tel.0833.544020

La vicenda dello Tsunami che si è abbat-tuto sull’Est Asiatico, lo scorso 26 dicembre,ha mobilitato una colossale macchina dellaSolidarietà: i paesi del Nord del mondo hannodevoluto milioni e milioni di euro, per venireincontro alle vittime di questa catastrofe, perdar loro protezione dalle malattie ed epide-mie, aiuto alimentare e conforto. Chi di noi,per fare un esempio, non ha inviato l’sms alnumero comune messo a disposizione dallemaggiori compagnie telefoniche italiane, perdare un piccolo, ma essenziale contributo perle missioni in quelle regioni martoriate?

In quest’occasione, quindi, ci siamo resiconto come sia fondamentale, anche con unpiccolo gesto, essere accanto alle persone chesoffrono, che sono colpite dai mali derivatidall’Uomo stesso – come la guerra, la pover-tà – e dalla Natura. Di solito, è la televisionea testimoniarci come il mondo non sia fattosolo di gioie e sorrisi, interrotti per breviperiodi da qualche lacrima, da cuori spezzati,ma sia anche il mondo che è in un perennestato d’abbandono, emarginato, affamato,assetato, condannato a trascorrere un’ esisten-za tesa esclusivamente a rimediare un tozzodi pane e un goccio d’acqua, in un’ oasi neldeserto o nelle strade di una grande metropoli.

Questi aspetti siamo soliti accostarli allegenti del Terzo Mondo: cioè alle popolazionidell’Africa, dell’Asia o di alcune regioni delSud America; e allora, il nostro cuoricino, nelvedere o nel leggere qualcosa riguardo loro,inizia a battere forte pronto a compiere ungesto di solidarietà: ed ecco che partono leadozioni a distanza, donazioni a distanza,missioni in terre distanti dalla nostra, e cosìvia. Sono queste manifestazioni che dimo-strano come la solidarietà è un valore da sal-

L’ultimo pensiero di Papa Wojtyla è statorivolto ai suoi “Boys” che, in piazza SanPietro, speravano di poterlo salutare ancorauna volta.

Il nostro amatissimo Santo Padre ha porta-to a termine sino alla fine la sua missioneapostolica, sfidando il dolore e la malattia cheultimamente l’avevano fortemente provato.Significativa e’ stata la sua ultima apparizio-ne, quando dalla finestra del palazzo pontifi-cio, ha tentato invano di comunicare con tuttinoi, dimostrandoci che è possibile affrontarela sofferenza con DIGNITA’, e portare fino in

fondo la propria croce.Per noi giovani Giovanni Paolo II è stato

e resta un Maestro di vita, che ora, in unadimensione diversa, guida i nostri passi versonuovi orizzonti. Tutto il mondo piange la suascomparsa, e non a caso una folla indescrivi-bile, dai Potenti della terra sino agli ultimi, èaccorsa per dimostrargli la profonda gratitu-dine e salutarlo per l’ultima volta.

Perché la sua morte ha scosso gli animi ditanta gente? Sicuramente Papa Wojtyla è riu-scito a comunicare con tutti e a portare il mes-saggio evangelico in ogni angolo della terra,anche instaurando il dialogo con i rappresen-tanti di altre religioni;

è stato un Leader buono e coraggioso chenon ha avuto timore di far valere le proprie

Libera!!! Dopo trenta lunghissimi gior-ni di ansia e di tensione, finalmenteGiuliana Sgrena, la giornalista del“Manifesto”, è stata liberata. Poco più di unmese fa le immagini girate in un video la

vaguardare come mezzo votato all’aiutomorale e materiale degli altri, e non a soddi-sfare personali esigenze legate a fama epecunia.

Ma in tutta questa questione suona un po’stonata la parola distanza: forti della nostravoglia di aiutare il prossimo, di adottare unbambino in difficoltà o di dare un contributoper sfamare un povero, proviamo a spegnerela tv e a far finta che il mondo è solo la nostrapiccola città. Usciamo da casa e bussiamoalla porta del nostro vicino: eccolo lì, cheprende a schiaffi il suo figlioletto, chebestemmia dinanzi alla sua piccola fanciulli-na di 4 anni con accanto la moglie che gridain modo animalesco, e quasi sorride, nelvedere la figlia nata da sedici mesi che da lìa poco morirà per essere stata malnutrita emaltrattata. Pensiamo, sbalorditi riflettiamo:<O Dio, Possibile che ciò succede vicino acasa mia?>. Quasi stentiamo a credere chesia vero. Torniamo a casa. Il telecomando èsul tavolo del soggiorno, ma per ora non c’èvoglia di accendere la tv: è ormai chiaro chela solidarietà va indubbiamente fatta nei con-fronti di chi soffre oltremare…ma prima dimandare un sms, un bollettino postale, unpacco per posta aerea, andiamo a fare visitaal nostro vicino, e chiediamogli se tutto vabene. È bene fare tutte e due queste azioni:ma poniamo particolare attenzione sullaseconda, la quale è trascurata dai “molti”.

La solidarietà, quindi, deve avere uncarattere globale: bisogna dedicarsi non soloa chi è lontano, ma soprattutto a chi vive lanostra piccola realtà, che di sicuro sente lanecessità di conforto, di sostegno, di consola-zione diretti e immediati.

Stefano Crisostomo, VA Sc

idee nei confronti dei Capi delle grandi nazio-ni. E’ stato un punto di riferimento per cre-denti e non credenti, un grande Uomo che hastrenuamente difeso la pace, la vita e i dirittidella dignità umana, sempre, comunque edovunque. Lo ha fatto respingendo ogniricorso alla violenza e scongiurando unoscontro di civiltà. Lo ha fatto opponendosi atutti i tentativi di rilegittimare la guerra di cuiha proclamato non solo l’immoralità, maanche l’inutilità: “… la guerra non è mai ine-vitabile. Con la guerra tutto è perduto.Con lapace tutto è possibile…”.

Con Lui abbiamo imparato che costruirela pace è un impegno permanente e unaresponsabilità di tutti. Con Lui abbiamoimparato a vincere la paura e lo sgomento checi assale quando facciamo i conti con la sof-ferenza, l’indifferenza e i pericoli che ci cir-condano. Anche il nuovo Papa, BenedettoXVI, durante la Sua prima omelia, ha piùvolte salutato e ringraziato Papa Wojtyla peril Suo grande pontificato, e ha chiesto ai fede-li di stargli vicino con la preghiera affinchépossa essere un Suo “degno” successore.Ciao Karol, sarai per sempre la nostra Guida.

Mariangela Nicolì III^ A sc.

…Proviamo prima a bussarealla porta del nostro vicino…

Solidarietà: dedicarsi non solo a chi è lontano, masoprattutto a chi vive la nostra realtà

“Ciao Karol…”

“…Io vi ho cercato, voi siete venuti e per questo io vi ringrazio…”

ritraevano in lacrime, con le mani giunte eil volto smagrito, che, fortemente provata,implorava aiuto rivolgendosi al compagnoPier e al Governo italiano. Giuliana chiede-va la PACE, la LIBERAZIONE per sé e peril popolo iracheno, oggi martoriato dallaguerra. Aveva scelto di andare lì, in Iraq,pur essendo consapevole dei rischi ai qualisarebbe andata incontro, e questo perchè lavoglia di dare una voce a chi non ce l’ha erapiù forte per lei, la voglia di testimoniare lasituazione di quella gente che muore ognigiorno, era più grande.

“Oggi il lavoro dei reporter diventasempre più essenziale anche se più perico-loso”,- afferma Gabriele Polo, collega dellaSgrena-; “farlo con indipendenza, libertà eonestà rappresenta qualcosa di più di unimpegno professionale, è un impegno civi-le, un servizio sociale quello di Giuliana.Pericoloso ma fondamentale, il solo modopossibile per farlo”-conclude. Ancora unavolta bisogna ribadire quindi l’ importanza

degli inviati, affinché essi riportino inmodo oggettivo le notizie, senza essereinfluenzati da pressioni politiche, qualiquelle di uno stato belligerante.

All’ immensa gioia che abbiamo prova-to nel vedere Giuliana ritornare a casa, si èaggiunto un dolore molto più intenso…latragica morte di Nicola Calipari, un agente,ma prima di tutto un uomo che ha compiu-to il proprio dovere fino all’ ultimo istantedella sua vita, quando, durante il rientro inaeroporto, riparando la giornalista col suocorpo di fronte ad una raffica di proiettili,

scagliata contro la loro automobile, ha con-cluso tragicamente la sua esistenza…

Un messaggio di pace diventa quindiancora più doveroso: chiediamo la fine diquesta guerra, chiediamo il ritiro delle trup-pe dall’ Iraq, chiediamo l’ invio di forzeumanitarie, chiediamo la PACE… come untempo affermava Gandhi: “ La forza gene-rata dalla non-violenza è infinitamentemaggiore della forza di tutte le armi inven-tate dall’ ingegno umano”.

Chiara Chiarello 3A Sc.

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TUTTOSTAMPACCHIA Pg.2

Quando furono diramati gli inviti per il gran ballo degli scienziati: Pierre e MarieCurie irradiarono entusiasmo.Einstein pensò che sarebbe stato relativamente facile parteciparvi; Volta si sentì elet-trizzato; Ampere non fu messo al corrente; Ohm al principio oppose resistenza; Boyledisse che era troppo sotto pressione; Edison pensò che sarebbe stata un’esperienza illu-minante; Stephenson si mise a sbuffare.

I fratelli Wright si sentirono volare; il dottor Jekyll declinò, dicendo che ultimamen-te non era se stesso; Morse avrebbe preso la linea 2 e sarebbe arrivato alle 8 in punto;Franklin disse che sarebbe arrivato in un lampo; Meucci avrebbe telefonato per confer-ma; Von Braun sarebbe arrivato come un missile.

Fermi disse che era una notizia atomica; la moglie di Coulumbo si sentì carica; Hertzsi sentì sulla cresta dell’onda; Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro; Nobelesplose di gioia per la notizia; Kelvin disse che era in grado di partecipare; Fourieraveva già una serie di impegni, Cantor rifiutò: preferiva gli insiemi più compatti.

Abel invece accettò di buon grado: si trovava bene in un gruppo e Avogadro non fuavvisato: nessuno aveva il suo numero.

L’aritmetica è la capacità di contare fino aventi senza togliersi le scarpe. Un matemati-co è una macchina che converte caffè in teo-remi. Il polinomio era ormai in avanzatadecomposizione che i monomi ed i trinomi sistaccavano a pezzi; in fondo ho dei numeri -disse una parentesi – potrei diventare unapotenza; da sempre il pensiero è quello checonta chissà a che numero è arrivato; epi-grammi geometrici: “Uomo retto, dopo unavita lineare, morto in curva”; come si troval’area di un triangolo? Prima di tutto bisognaricordarsi dove la si è persa; quando andava alcircolo il diametro passava sempre per il cen-tro; se la sfera non si può sviluppare su unpiano, allora si può sviluppare su una chitar-ra?; è un orso cartesiano che ha cambiato lecoordinate; alla festa dei simboli matematicinon manca proprio nessuno.

Sommatoria e parentesi graffa ballano alcentro della pista, maggiore uguale è ubriacoperso, la radice quadrata si è imboscata conun differenziale. Solamente “e alla x” se nesta chiusa in un angolo, al che punto e virgolasi avvicina e le fa : “Perché non ti integri ?”.“tanto è lo stesso”. Un ingegnere, un fisico edun matematico sono rinchiusi ognuno in unastanza con una scorta di scatolette di cibo, masenza apriscatole. Dopo un mese le portedelle tre stanze vengono aperte. L’ingegnere èbello grasso e tutte le scatolette sono stateaperte. Alla richiesta di come abbia fattorisponde che ha usato la fibbia della cinturaper farsi un apriscatole. Anche il fisico se l’ècavata: circa la metà delle scatolette è stataaperta. La sua risposta alle domande deiricercatori è un lungo panegirico a base di:“applicando il vettore forza alla…” , “consi-derando l’energia potenziale del contenuto

Quante volte, girando per i nostri paesi, ci siamo ritrovati di fronte a strade bloccate acausa dei continui scavi per la sistemazione dei servizi di rete sotterranea (fognatura bian-ca e nera, acquedotti, elettrodotti, gasdotti, reti telefoniche e metanodotti) o costretti a per-correre strade dissestate, piene di buche, dossi e cunette, con tombini in ghisa posizionatimale.

Questa è purtroppo la situazione di gran parte delle strade dei paesi del Salento, vie cheversano in tali condizioni da svariati anni, strade che richiederebbero semplicemente inter-venti di manutenzione ordinaria. Esse costituiscono inoltre un pericolo e un forte disagioper i cittadini: sono infatti talvolta perfino causa di incidenti stradali; producono danni aglipneumatici delle automobili, conseguenza delle numerose buche; rappresentano un disagiosoprattutto per i pedoni, impossibilitati ad attraversare “ incolumi ” le strade allagate acausa dell’accumulo delle acque piovane nei giorni di pioggia, molto frequenti soprattuttoin questa stagione. Inoltre i continui ma frammentati lavori, spesso privi di appropriatasegnaletica, causano l’interruzione delle strade, costringendo gli automobilisti a fastidiosedeviazioni. Per evitare un ulteriore peggioramento della situazione, sarebbe quindi oppor-tuno un intervento da parte delle autorità comunali, i cui direttori dei lavori, incaricati dalleamministrazioni, spesso non controllano poi che il manto bituminoso e il sottofondo stra-dale vengano realizzati a regola d’arte dalle imprese asfaltatrici.

Le nostre strade purtroppo resteranno in queste condizioni per molto tempo ancora!Che immagine diamo a noi stessi e ai turisti?

Antonella Elia e Luana Roberto 2E, Sc.

IL PALAZZO GALLONEBallata di ANONIMO GIULLARE

Mi presento: non sono un ciarlatano,e di sicuro non parlerò invano.Vi narrerò del bel palazzo Gallone senza arti-fici né paroloni.Prestate tutti attenzione, Signori e Signore,e lasciatevi allietare dal vostro cantore.Tanto imponente è questo castello che ci vol-lero tre epoche per farlo sì bello.Nella Turris Magna, ala più in antico costruita,i prigionier avean ahimè ogni speranza esaurita.Ad abbellirlo pensò il munifico AlessandroGallone che di Tricase fu il primo vero padrone.Vi aggiunse così la superna ala baronale eniun altro palazzo ne vantò un’altra uguale.Allor nacque la meravigliosa sala principe-sca che d’estate dicon fosse sommamentefresca.Per sé egli volle una stanza ogni giorno del-l’anno a soddisfar ogni suo desiderio e malan-no. Per suo comando fu anche la sala delTrono che, maestosa, di Tricase il fece auten-tico patrono.E ancor oggi voi tutti tal castello poteteammirare se da giovin esperta guida al suointerno vi lasciate portare.Or mi taccio e vi lascio ai vostri pensierisenza mai però obliare quel che fu ieri.

Co. & De. II B Classico

IIll GGrraann BBaalllloo DDeeggllii SScciieennzziiaattii

delle scatolette”. Comunque in realtà le scato-lette sono state aperte a furia di botte sulmuro. Infine è aperta la porta della stanza delmatematico: questi è paurosamente magro edenutrito; tutte le scatolette sono chiuse, ilpoveretto ne tiene una sulla mano rinsecchitae la regge a pochi centimetri dal viso; la fissacon gli occhi spiritati e mormora: “supponen-do per assurdo che sia aperta…”. Un fisico,un ingegnere ed un matematico se ne vannoin treno per la Scozia, quando dal finestrinoscorgono una pecora nera. “Ah”, dice il fisi-co, “vedo che in Scozia le pecore sono tuttenere!” “Hmmm…”, replica l’ingegnere”, pos-siamo solo dire che qualche pecora scozzeseè nera”. “No”, conclude il matematico, “tuttoquello che sappiamo è che in Scozia esistealmeno una pecora con uno dei due lati dicolore nero”.

Un ingegnere, un biologo ed un matemati-co osservano una casa che sanno per certoessere vuota. Ad un certo punto vedono entra-re due persone, successivamente ne vedonouscire tre. L’ingegnere: “sicuramente c’è statoun errore di misura”. Il biologo : “si sonoriprodotti”. Il matematico: “se adesso entrauna persona, la casa sarà vuota”. Uno statisti-co può mettere la testa nel forno ed i piedi nelghiaccio e dire che si sente mediamente bene.Un uomo vuole cambiare il suo cervello; vain una clinica per trapianti di cervello e glifanno vedere il catalogo; cervello di matema-tico 20 € al chilo, cervello di biologo 30 € alchilo, cervello di medico 40 € al chilo. Poivede: cervello di ingegnere 1000 € al chilo.Stupito chiede alla segretaria: “signorina, per-chè il cervello di ingegnere costa tanto?” “Malei lo sa, quanti ingegneri dobbiamo ammaz-zare per mettere insieme almeno un chilo?”.(A. A.)

FREDDURE MATEMATICHESi danza con gli scienziati

CENTRI ABITATI: SENTIERI DI GUERRAStrade cittadine del Salento dissestate e disagevoli

Il liceo scientifico-classico: scuola dei progetti

Per valorizzare sempre di più lo svilup-po del territorio, il nostro liceo ha integra-to i curricoli con numerosi insegnamenti,attività aggiuntive, nuove esperienze, pro-gettazioni e ricerche per accrescere la cul-tura ed aprire nuovi orizzonti.Ecco le attività svolte nell’anno scolastico2004-2005.

Insegnamenti aggiuntiviGeometria analitica dello spazio: unponte verso l’università;Preparazione della fase provinciale delleOlimpiadi di matematica;Corso di astronomia pratica;Corso sugli ecosistemi nel salento;Le religioni monoteistiche in dialogo;Il pensiero meridiano: “Tra genialità efollia”. Il cinema di Edoardo Wispeare;La crisi della razionalità nel 900 filosofi-co e letterario;Il medioevo che sogno;Stage di approfondimento per l’indirizzobiologico;La storia in poltrona (laboratorio di cine-ma e storia);Corso di lingua e conversazione spagno-la;Corsi ECDL (I e II livello);Corsi di Cambridge (PET e KET), Tinitye First Certificate.

Attività integrativeTeatro sperimentale: metamorfosi in fasidella vita dell’uomo;Laboratorio di teatro moderno: DonChisciotte della Mancia;Laboratorio di teatro antico;Il teatro tra testo e recitazione;Corso Gospel;Musical: Hairspray;Laboratorio giornalistico (“TUTTO-STAMPACCHIA”);Atletica leggera;Pallavolo maschile e femminile;Akra Leuchè: alla scoperta dell’identitàdel sud Salento.

Ecco i progetti PON (PianoOperativo Nazionale) autorizzati dallaComunità Europea per studenti e docentiche hanno contribuito ancor di più allacrescita del sud Salento.Le TIC: una finestra sul futuro;Il computer per la scuola e per il lavoro;FCE: per vincere l’Europa senza limiti;Learning by Doing II;Competenze nella società delle nuovetecnologie II;L’informatica: strumento per la didatticadel futuro;Le TD nella scuola del terzo millennio;Il gruppo: risorsa per rimotivare e orienta-re; L’inglese: password per il lavoro;Web e professionalità;L’identità del docente fra genere e pro-fessione; Orientamento Comunicazionee Tradizione; Animare: donna e impresa.

Mariangela Carbone IV B Sc.

S. Grimaldi IV A

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TUTTOSTAMPACCHIA Pg.3

Molti si saranno chiesti chi siaGIUSEPPE STAMPACCHIA e ilmotivo per il quale la nostra scuola siastata intitolata proprio alla memoria diquest’uomo.Nato a Lecce l’11 Ottobre 1938, nell’illu-

stre tradizione culturale della sua famigliatrovò l’esempio che lo spinse a dedicarsiad uno studio intenso.

Fu allievo del Liceo, “G.Palmieri”, diLecce, dove si distinse per la sua intelli-genza e per la sua solida preparazione,oltre che per le sue doti morali. Conseguìla maturità classica superando l’esame diStato con una votazione altissima così dameritarsi una lettera di encomio da partedel Ministro della Pubblica Istruzione.

Laureatosi in Chimica all’Universitàdegli Studi di Roma, egli attirò su di sél’attenzione del Comitato Nazionale perl’Energia Nucleare e iniziò così a frequen-tare l’Istituto di Chimica Generaledell’Università, coltivando la ricercascientifica e affinando la sua preparazione,giudicata eccezionale.

Furono pochi mesi di impegno e di ricer-ca sufficienti affinché la Direzionedell’Istituto universitario di ChimicaGenerale gli affidasse lusinghieri incari-chi: ebbe l’assegnazione di una borsa distudio da parte del Comitato Nazionale perl’Energia Nucleare e portò a termine trepubblicazioni tanto importanti da meritarela segnalazione dell’Accademia Nazionaledei Lincei. Il 16 Gennaio 1962 la morte locolse prematuramente.

Come la vita di Giuseppe Stampacchiaresta un esempio eccezionale di doti scien-tifiche e di virtù morali, temprate median-te lo studio e la coscienza del dovere, cosìla sua morte resta un lutto perenne, oltreche per i suoi cari anche per la scienza ita-liana che ha perduto con lui uno dei piùfulgidi esempi.

Daniela Cazzato, Ilaria Cazzato 4° A Sc.

A L B E R T OPISPERO ènato a Lucu-gnano il 4 otto-bre 1957.Dopo aver fre-quentato lascuola elemen-tare a Lucu-gnano e lemedie a Trica-

se, seguendo la sua naturale attitudineverso le materie scientifiche, si iscrive alLiceo Scientifico “G. Stampacchia”.

Affronta gli studi liceali sempre conentusiasmo ed impegno, spinto, soprattuttonegli ultimi anni, dal desiderio di raggiun-gere una preparazione rigorosa che gliconsentisse di superare le prove di ammis-sione all’Accademia Navale. Dopo essersimaturato con ottimi voti, sostiene e superabrillantemente il concorso per l’Acca-

Il preside Pietro Licchetta è stato dirigente diquesto istituto per 13 anni. Ecco la sua biografia: 14.11.1921 - Nasce a Corsano, da Francesco,agricoltore, e Margherita Orlando, ultimo di unanumerosa figliolanza (cinque fratelli e una sorel-la). Di precoce e sveglio intelletto, si iscrive peròalla scuola di Avviamento Professionale (per fareil sarto); solo in seguito, su pressante invito degliinsegnanti, sostiene l’esame di ammissione allaScuola Media, e prosegue poi il corso di studifrequentando il Liceo Classico di Galatina, e suc-cessivamente l’Università degli Studi di Napoli.

01.08.1944 - Si laurea in Lettere Classichediscutendo una tesi sul VASARI, a Napoli. Nelfrattempo era stato arruolato e prestava serviziomilitare come Tenente delle Truppe Corazzate inReggio Emilia. Nel 1945 - Viene nominatoCommissario Prefettizio del Comune di Corsano.

1945 -1951 - Svolge attività di ProfessoreIncaricato nel Liceo Classico di Galatina, nellaScuola Media di Alessano e di Gagliano.

Partecipa alle vicende politiche e amministra-tive del suo Comune e, a livello provinciale, conGiacinto Urso, Fioravante Laudisa, CodacciPisanelli, ed altri, organizza la DemocraziaCristiana di Terra d’Otranto:

1951 - 1956 - E’ Sindaco di Corsano. E’Consigliere Comunale dal 1951 al 1968 e poi dal

In occasione del ventesimo anniversario deldiploma di Maturità i ragazzi della 5/A delLiceo Scientifico, classe 1965, hanno organiz-zato la scorsa estate una serata di ritrovo perricordare con gioia ma anche con tanta nostal-gia, quell’esperienza di studio vissuta insiemedal 1978 al 1984, che ha rappresentato unmomento fondamentale nel percorso formativodi ognuno di loro. E’ stato fatto in modo chetutti fossero presenti, cercando di conciliare lapresenza di coloro che per qualsiasi ragioneoggi vivono in altre regioni. “Eravamo pocopiù che diciottenni nel 1984, e come tutti idiplomati di quell’età ci lasciavamo alle spalleun ciclo formativo “assistito” e ci preparavamoad affrontare il futuro da grandi, con la pauradelle scelte e con l’emozione di doverci creareun preciso ruolo nel lavoro, nella società, nellafamiglia, nella politica. E’ stato emozionanterivedersi e raccontarsi: nelle attese, nelle scel-te, nelle singole storie di vita e scoprire che poirealmente non eravamo tanto cambiati.Crediamo ancora oggi, più che mai, nei valoridell’amicizia, della solidarietà, della lealtà.

1973 al 1988, nelle Amministrazioni del Co-mune di Corsano.

1954 - Diviene Professore di ruolo nellaScuola Media. Sarà confermato in tale caricasino al 1980. Viene nominato Assessore dal 1958al 1961 nella Giunta Caroli - Vergine, poi nel1964 nella Giunta Vergine, e dal 1965 al 1975 èAssessore ai Lavori Pubblici (dal 1970 ancheVice Presidente) nella Giunta Grasso. NellaIstituzione Provinciale svolge proficuo lavoro incollaborazione con Egidio Grasso, Cosimo DeBenedetto, Romeo Ruschini, Gaetano Gorgoni,

Alberto Traldi e altri1965 – D’ottobre è profes-sore di ruolo nei licei edistituti Magistrali; vienenominato Presidente pressol’Istituto Magistrale diCasarano dal 1965 al 1970;poi dal 1970 al 1975Preside incaricato pressol’Istituto Magistrale diTricase, e dal 1975 Presidedi ruolo, nel LiceoS c i e n t i f i c o“G.Stampacchia” diTricase sino al 1988.Dal 1975 – 1980 – Viene

nominato Presidente della AmministrazioneProvinciale di Lecce. L’ attività di gestionedell’Istituzione vede sotto la sua presidenza ilconseguimento di un importante risultato di rie-quilibrio del bilancio, operato con tenacia edimpegno. Da ricordare il notevole impulsodato all’ Elettrificazione Rurale, con un pianoche interessava l’intero territorio, e l’interessesempre attento alle questioni dell’esistenza(IPAI,Oncologico, Istituto Medico Psico-Pedagogico di S.Pietro in Lama, OPIS, etc.),edalla cultura (Biblioteca Comi in Lucugnano,

Museo e Biblioteca Provinciali, ConservatorioMusicale, Attività Musicali e Concerti-stiche,etc.). Impegnato sempre in attività sociale,fu anche membro attivo dell’Azione Cattolica incui ricoprì la carica di Presidente Diocesano.E’ stato membro del Comitato di Gestione dellaSocietà dei trasporti di Puglia a Bari, dal 1976 al1988; è stato Presidente della USL Lecce 12 diTricase dal 1984 al 1987; dal 1987 ha ricoperto,presso la stessa USL la carica di Componente delComitato di Gestione. In campo politico, la lungamilitanza nella Democrazia Cristiana lo portò adavere contatti con i maggiori esponenti di questopartito: l’allergia agli equivoci ed alle ipocrisie,l’amore per le posizioni nette e chiare reserotalora tempestosi questi rapporti. Ma conqualche persona il rapporto si è mantenuto cor-diale ed improntato alla stima ed alla amicizia, inparticolare con Giacinto Urso, GiuseppeCondacci – Pisanelli, Francesco Ferrari, LuigiMemmi, Salvatore Meleleo. Nella D.C. dellecorrenti fu spesso a disagio, ma il periodo forsepiù autentico fu quello in cui lo spirito costrutti-vo che improntava la sua azione politica lo feceavvicinare ai “pontieri” di Emilio Taviani: ilnome palesa già la volontà positiva, nell’azionepolitica.

PIETRO LICCHETTA: nota biografica

demia Navale di Livorno, classificandositra i primi dieci dei centocinquanta concor-renti.

E’ la realizzazione di un sogno!La fatica fisica e mentale, il rigore, la

disciplina richiesti quotidianamente, nonlo scalfiscono: i risultati positivi delleprime prove confermano la determinazio-ne della scelta, che viene abbracciata uffi-cialmente con un giuramento, il 4 dicem-bre del 1976.

Orgoglioso e fiero promette fedeltà ededizione totale ad un alto ideale.

Ma…dopo appena tre mesi, nel corso diun volo di “ambientamento”, l’ErculesC.130, su cui viaggiavano 39 allievi più 5membri dell’equipaggio, si schianta sulmonte Serra, tra Pisa e Livorno, dopo solotre minuti di volo. E’ una tragedia naziona-le, una immane tragedia! Il sogno di unavita si infrange su quella montagna!(Monte Serra 3 – 3 – 1977)

Per ricordare il sacrificio di questi gio-

vani allievi l’Accademia ha voluto realiz-zare, sul punto dell’impatto, un faro-sacra-rio, come monito alle generazioni future epresenti che esistono ideali in cui i giovanieletti credono e ai quali sono pronti a dedi-care energia fino al sacrificio della vita.

Anche a livello locale si è voluto mante-nere vivo il ricordo di Alberto, attraversovarie iniziative:-il Liceo Scientifico “G.Stampacchia”

ha dedicato, alla sua memoria, la secondaaula a destra nel corridoio a sinistra del-l’atrio; -il Comune di Tricase nel 1992 hadenominato la strada d’ingresso aLucugnano, per chi viene da Alessano.

Sono trascorsi 28 anni da quel tragicogiorno; il tempo inesorabilmente ha tra-sformato tutto, le persone e le cose;Alberto rimarrà per sempre un giovane digrandi ideali civili e morali, esempio siaper chi lo ha conosciuto, sia per chi puòancora conoscerlo attraverso questi segni.

(s.l.)

A RICORDO DI UN “CADETTO” DELLA MARIMA MILITARE ITALIANA

Il Liceo intestò un’aula scolastica

Durante la sera-ta abbiamo riper-corso tantimomenti signifi-cativi di quel-l’esperienza cul-turale completa eimpegnativa, gra-zie alla qualesiamo riusciti acavalcare consicurezza i pro-fondi cambia-menti economicie sociali che stan-no caratterizzando questa difficile pagina distoria italiana. Sono ritornati alla mente tuttiquei fatti, le persone, le circostanze che hannoin qualche modo guidato ed educato la nostracrescita, così gli insegnanti Dragotto, Colitti,Panico, Nuzzo e tutti coloro che comunquehanno lasciato un segno nelle nostre vite”. La risposta unanime al richiamo del gruppo e ilcalore di un’amicizia antica hanno significatouna profonda soddisfazione in questi ragazzi,

ormai adulti, che hanno saputo caratterizzare illoro futuro all’insegna di quei valori umani,oggi spesso distrattamente dimenticati. E così,tra un piatto e l’altro, racconti, aneddoti, curio-sità e sorprese sono scivolate le ore senza quasiaccorgersene, e salutarsi è stato commovente,come quel luglio di tanti anni fa quando, guar-dandosi negli occhi, ci si lasciò con l’auguriodi un grande avvenire.

Luigi Indino

UNA SERATA SPECIALEUN UOMO UNA SCUOLA!

Speciale ricordi

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TUTTOSTAMPACCHIA Pg.4

Una delle caratteristiche del genereumano è poter dimenticare. L’uomo prova,e spesso ci riesce, a gettare nella stanza del-l’oblio qualsiasi cosa non sia di suo gradi-mento, qualsiasi cosa possa turbare il tran-quillo scorrere della sua esistenza.

Ogni volta che un disastro di qualsiasigenere colpisce l’attenzione mondiale, imedia ci bombardano con le notizie più ter-rificanti, ci costringono a conoscere unmondo che preferiremmo lasciare fuoridalle nostre vite. Tutto questo per un perio-do più o meno lungo, variabile a secondadella gravità del fatto accaduto . Poi, da ungiorno all’altro, le televisioni, i giornali equalsiasi altro mezzo di comunicazione nonparlano più di nulla. Ciò che ha fatto notiziaper tutto questo tempo…ora non la fa più.Bisogna parlare d’altro.

Anche questa volta, come in ogni altraoccasione qualcos’altro ha cominciato afare più notizia e lo tsunami che ha devasta-to il sud-est asiatico durante il periodo nata-lizio è scomparso dalla scena. Abbiamovisto immagini che hanno sconvolto lenostre menti. Il paradiso delle nostre sogna-te vacanze distrutto dall’incommensurabile

“E’ ora di farla finita con il malfunzionamento delle ferrovie del sud-est salentino”.Ecco l’espressione più frequente che si ode tra la popolazione e principalmente tra i turi-sti, che lamentano i disagi dei mezzi di trasporto: basti pensare che per spostarsi di circa60 km occorrono quasi due ore.

Senza tener conto che vi sono località in cui il turismo è concentrato: esempio imme-diato è la località marina di Santa Maria di Leuca, molto popolata nelle stagioni estivee prive di una stazione ferroviaria.

Ecco il racconto di un gruppo di turisti:”L’Italia sud-est non è un film sul salento.E’solo un viaggio, eterno però. Un viaggio lungo la frontiera come quelli che si sognanoda bambini, o che almeno sognavamo di fare quando giocavamo agli indiani e cowboy.Un giorno siamo saliti su questi strani treni, con la scusa di voler capire dove andavanoi salentini. Ci siamo persi. Non riuscivamo ad ammirare le bellezze.

Sarà il caso di affidarci alla speranza? Emanuela Ruberti 3A Sc.

Gli interessi dell’uomo sono spesso la prin-cipale causa delle “catastrofi” ambientali.Basti pensare al disboscamento che, fino aiprimi anni ’90, ha visto il “dimagrimento” delpiù grande polmone verde del mondo,l’Amazzonia, a poco più di un terzo del-l’estensione originaria.

Senza però guardare troppo in là, potremmosoffermarci proprio qui da noi. È di attualitàl’espianto di oltre 250 alberi di ulivo secolari.Se andassimo a studiare le normative che difatto tutelano i territori agricolo-coltivabiliscopriremmo che esistono leggi poste a salva-guardia dei paesaggi naturali. In particolare cisono leggi regionali che vietano la lottizzazio-ne dei terreni agricoli e che limitano in essi lospazio edificabile, ma che soprattutto preser-vano il territorio naturale da modifiche che difatto graverebbero sul patrimonio “artistico”del Salento. Come molto spesso accade, perovviare all’impediente legislativo, l’uomo“disegna” leggi speciali che scavalcano le

Profumo di antico e ricordi legati ai tempipassati, tranquillità e nostalgia. Sono questele prime sensazioni che regala uno scorciodel centro storico di Montesano.

Sembrerà strano ma nel terzo millennioc’è ancora un posticino che, nonostante siacircondato dal tram-tram della vita di oggi,sembra essere rimasto indietro nel tempo.

Sembra aver bloccato le lancette dell’oro-logio e aver deciso di rimanere lì, in quelperiodo della vita dove si sente a suo agio. E’proprio entrando in questo piccolo cortile cheritorna alla mente ciò che è stato e non torne-rà più.

Il pavimento fatto di lastre di pietra levi-gate, le cosiddette “chianche”, scivola sotto ilcalzare delle scarpe dandoti la sensazione dicadere. Le casette sembrano un unico e gran-de palazzo, sono così vicine che non si distin-guono tra loro. Sui balconi ci sono ancora ivasetti delle pianticelle che la nonna curavacon tanto affetto e premurosità; le pareti por-tano il segno indelebile del tempo, il marchioche le distingue da tutte le altre e che, proprioper la loro antichità, le rende uniche. Bastaguardarle attentamente per vederne i segnidel tempo. Tempeste e giorni di caldo incre-dibile, pioggia e vento. Ma se potessero, ciracconterebbero anche il litigio tra le due“comari”, la gioia nel giorno del matrimoniodella vicina, i pomeriggi di una fanciulla pas-sati a pensare al suo ragazzo in guerra. Ma ciracconterebbero anche il sacrificio di andarenei campi quando il sole non era ancorasorto, o la fatica del ritorno dopo aver passa-to una giornata a lavorare. Da un angolino siscorgono piccole scale che si perdono tra ivari terrazzi. Sono piene di crepe e il piccolo

forza della natura. Scene di villaggi spazza-ti via dall’acqua, di decine, centinaia dimorti, di bambini rimasti senza nessuno chesi prendesse cura di loro, ci hanno fatto tra-scorrere notti insonni a pensare a quanto siafragile la nostra esistenza e a come la nostravita possa essere sconvolta da un giornoall’altro.

E ora, nessuno ne parla, nessuno se nericorda…nessuno si chiede che fine abbia-no fatto quelle famiglie distrutte, quei bam-bini orfani. Chi si sta occupando di loro? Omeglio, c’è qualcuno che si sta occupandodi loro? O dopo l’iniziale corsa alla genero-sità, queste popolazioni sono state abbando-nate a sé stesse? Queste sono alcune delledomande che dovremmo porci guardando lefamiglie e i bambini che ci circondano ognigiorno. Sono passati quasi tre mesi dal disa-stro natalizio e nessuna persona ragionevo-le può pretendere che sia ancora una notiziada prima pagina, tuttavia, sarebbe da egoistivoler vivere rintanati nel proprio mondoperfetto e dimenticarsi che al mondo c’ègente che sarebbe felice di essere ricordata.

Anna Corsanello IV A Sc.

UN’ALTRA TRAGEDIA DIMENTICATA?

Quando nessuno vuole ricordare…muricciolo che le sosteneva non ha più quel-l’aspetto giovane e sicuro di tanti anni fa. Oranon sono più tanto affidabili ma lo sono statequando la mamma andava a stendere i pannial sole, quando i bambini vi salivano per cer-care di nascondersi mentre giocavano. Piùinternato, invece, c’è il pozzo… Il pozzo oraè silenzioso ma basta un po’ di fantasia per-ché si possa sentire ancora il suo dolce rumo-reggiare. E’ lui che ha raccolto tutte le favoleche il nonno raccontava ai suoi nipotini sedu-ti proprio lì vicino. E’lui che nei momenticaldi ha dissetato.

E ora è come se volesse chiedere di conti-nuare ad attingere acqua per cercare di ren-dersi utile. Loro, invece, i “cannizzi”, se nestanno zitti e fermi in un angolo. Anche semalconci, vogliono far parte di questo ricor-do, vogliono ritornare a quando sono staticreati da quelle mani che, con tanta pazienza,hanno dato loro la vita. Vorrebbero poterdescrivere l’odore del fico fatto essiccare sudi essi… Già il fico.

Lui sta sempre lì, ritto, imponente e noncessa mai di abbassare lo sguardo. E’ alla suaombra che molte volte, nelle mattine d’esta-te, la nonna insegnava alle sue nipotine aricamare. Tra le sue grandi foglie filtranoriflessi del tramonto che rendono l’atmosferaancora più caratteristica e basta poco perlasciarsi trasportare; alcuni raggi di sole ren-dono l’aria più mite e definiscono i particola-ri di questa realtà, isolata dal resto delmondo. Questa realtà che non vuole e nondeve cambiare ma deve rimanere impressa eviva in noi.

Sara Rizzello V A (cl.)

Montesano SalentinoScorcio di paesaggio

normative stabilite. Ci troviamo così di frontead un paradosso. Se la legge statale del 1951impediva l’espianto di più di 5 piante nell’ar-co di un biennio, grazie ad una nuova leggeregionale è possibile ottenere permessi dallaRegione Puglia per sradicare, senza alcunlimite, tutte quelle piante ritenute improdutti-ve! E la salvaguardia dell’ambiente? E la tute-la dell’ecosistema? E il patrimonio “artisti-co”? Bisogna per forza che un territorio siaconsiderato ai sensi di legge patrimonio stori-co per sottrarlo allo scempio?

Insomma, se vogliamo, le leggi dirette a pre-servare il patrimonio naturale esistono, mavengono modificate. Per concludere, sarebbeopportuna una responsabilità maggiore daparte degli enti preposti al controllo dei pae-saggi rurali, anche grazie al sostegno delloStato con leggi meno flessibili in merito aduna così delicata problematica. Salviamo lenostre “opere d’arte”!

Lara Cinelli IV B Sc.

Salento in venditaOpere d’arte in rovina

FERROVIE: CONTINUANO LE POLEMICHELa popolazione lamenta i disagi delle ferrovie del Sud-Est Salentino

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Siamo troppe volte costretti a vedere:sbirciare la banale e quotidiana atmosferapaesaggistica e artificiale che incrociamonell’andare a scuola, nel ritornare a casa,nell’attesa impaziente di un verde semafo-rico. Sguardi apparentemente sfuggentisembrano aver paura di penetrare e fonder-si con ciò che, se badiamo bene, delinea lanostra identità. Il silenzio e la staticità nonsono le “vere dimensioni” del mondo: è lanostra vita, la nostra incessante e superfi-ciale corsa, a soffocarne ogni sospiro dipresenza. Noi abbiamo deciso di guardare:dissodare il velo di inconsistenza che rico-pre la nostra brama di uniformarci al glo-balizzato, perché consapevoli che nelladifferenza, nella particolarità nasce quelloche siamo, quello che ci rende eredi di unterritorio, di una tradizione, di una cultura,integrata dai tanti approdi ricevuti nelcorso della storia. La capacità di visualiz-zare è una facoltà bivalente, è un processoinconscio e intellettuale: nel primo caso,nostra guida diventa la luce (da qui il tito-lo “Leuchè”, “abbaglio”, “colmo di luce”),risorsa determinante dell’essere salentini,

Camminando a piedi nel centro storico diSALVE, notiamo con nostra grande sor-presa molte case a corte, che non riusciamoa scorgere circolando in macchina e frettolo-samente. Lotti, Nutricati, Rasciale, situatetra via Marsini e via Persico sono tra le piùsuggestive residenze del ridente comune delCapo di Leuca. La tipologia architettoni-ca di questo tipo di costruzioni è un fenome-no tipicamente salentino che deve la suafama più che alle proprie caratteristichestrutturali alla funzione di coesione socialeche testimonia. Caratteristica di queste caseè appunto un cortile centrale su cui si affac-ciano delle abitazioni con pochi vani (uno odue al massimo), in cui abitavano un tempointere famiglie. All’interno del cortile visono la pila per lavare i panni e la cisternaper la raccolta dell’acqua, che doveva esseresufficiente al fabbisogno di tutte le famiglieche abitavano nel cortile. Quando l’abitazio-ne è a piano terra si può raggiungere permezzo di una scala a pioli il lastrico solareche, anticamente come oggi, viene usato perl’essiccazione di fichi, pomodori, peperoni,ecc…Se l’abitazione è a due piani, il pianosuperiore è raggiungibile per mezzo di unascala esterna in muratura. All’interno delcortile si accede attraverso uno stretto vicoloo più frequentemente da un ingresso ad arcosu cui è raffigurato lo stemma della famiglia

Era una normale lezione di Storia dell’Arte,quando il professore Giovanni Nuzzo annunciaalle classi IA e IB Scientifico l’itinerario dellavisita guidata programmata per il 12 Gennaio2005. Insieme alla IVA e IVB Classico, chehanno seguito lo stesso itinerario ma con ordi-ne diverso, ci siamo recati a Morciano diLeuca, Patù e Barbarano.

Morciano è una piccola ma accogliente cit-tadina dove tradizione e mondanità si fondonoinsieme. Appena arrivati ci ha accolto il presi-dente della Pro Loco, Sig. Antonio Renzo, checi ha illustrato la storia del castello e dellaChiesa e abbiamo imparato che là dove primac’era una convento dei Carmelitani ora c’è solouna casa poco adatta all’ambiente circostante,ricco di antichi monumenti. Dietro il castello,anticamente, c’era una ricca biblioteca, ora diproprietà del Comune, il quale si sta adoperan-do per aprirla al pubblico. Un tempo il castelloera abitato dalla famiglia dei D’Angiò, ora,invece di rappresentare un bene artistico aper-

to ai visitatori, è diventato una casa privata eabitata. Successivamente, siamo entrati nellaChiesa vicina dove il giovane parroco DonAntonio De Giorgi ci ha accolti, dicendo chelo stile della chiesa è barocco e che è stataristrutturata in modo superficiale . La nostrasosta più lunga è stata nella sede della ProLoco dove abbiamo visitato due frantoi di cuiuno ipogeo, scavato sotto terra per mantenerecostante la temperatura delle olive. All’internotroviamo l’ufficio informazioni e uno dei duefrantoi che è stato utilizzato fino al 1970 (infat-ti troviamo anche un motore). Vicino c’eranodelle “vasche” scavate nella roccia dove si rac-coglieva l’olio e l’acqua vegetativa la qualescendeva, attraverso dei canali, nella parte sot-tostante dove successivamente è stato scopertoil frantoio ipogeo. Questo si compone di quat-tro spazi. Nel primo, quello più grande, trovia-mo la macina con un canale circostante scava-to negli anni dal cavallo o asino che facevagirare la macina. Si trovano anche un letto inpietra, un tavolino e delle nicchie in cui sono

state trovate delle lampade probabilmenteusate per la lettura. Si presume, allora, che quelletto servisse per nascondere un personaggioimportante, in quanto tutti i lavoratori dormi-vano sui sacchi e inoltre solo una persona coltasapeva leggere. Nel secondo spazio troviamodelle vasche usate per raccogliere olio e acquavegetativa e una sala adiacente dove sono stateritrovate delle grate e quindi si ipotizza fossestata utilizzata come cella. Ne troviamo un’al-tra accanto alla prima sala molto probabilmen-te perché si dividevano donne e uomini.

Dopo aver ringraziato per la sua dettagliataspiegazione e disponibilità il presidente Renzo,promotore di un vasto progetto per la cono-scenza del territorio e recupero dei beni stori-co-artistici e culturali, nonché scopritore delfrantoio ipogeo “medievale”, ci siamo recati inpullman a Patù per visitare la Cento Pietre.

Questo è un monumento singolare la cuidatazione è stata molto discussa: verso il 1800d.C. gli studiosi credevano fosse un’evoluzio-ne del Dolmen. Verso il 1960 l’archeologoPrandi fece delle ricerche e scoprì che risalivaal Medioevo, precisamente al X sec. Secondola leggenda i massi venivano trasportati dalledonne dalla collina di Vereto dove c’erano lecave. Vereto fu distrutta dai Saraceni in unabattaglia avvenuta dopo la loro incursione nelterritorio, intorno all’877 d.C. Gli abitanti delluogo, per prendere accordi con il nemico,mandarono un condottiero francese che fuucciso. Costruirono quest’edificio per seppel-lirlo. Si dice che ancora oggi dalla Francia ven-gano comitive francesi per visitare la tomba delloro connazionale. Nel corso dei secoli si rifu-giarono dalle persecuzioni i Monaci Basiliani efu riutilizzato aprendo una porta che mettesse ilmonumento in comunicazione con la chiesa. Alsuo interno si trovarono degli affreschi di santie di un Cristo, rappresentati con colori sgar-gianti. Purtroppo la Cento Pietre si trova su ter-reno privato, il cui possessore non ha presoancora accordi con l’AmministrazioneComunale per il restauro, infatti all’interno delmonumento troviamo bottiglie di birra, cartac-ce, sigarette che ne causano il degrado. Dulcisin fundo arriviamo a Barbarano per visitare ilSantuario di Santa Maria del Belvedere, detta

anche Leuca Piccola. Infatti si nota una certasomiglianza con il Santuario di Leuca e venivaconfuso anche dai pellegrini che viaggiavanoche, vedendo la chiesa, pensavano di esserearrivati sani e salvi alla meta. Nel 1685 è stataristrutturata innalzando la parte superiore, met-tendo l’intonaco dove c’era S. Cristoforo (pro-tettore dei viandanti), facendo il pronao eabbassando l’arco per inserire lo stemma deiCapece (leone rampante). La parte più anticadella Chiesa è l’immagine della Madonna diLeuca. Dall’incendio dei Turchi si salvarono

solo, si pensa per miracolo, le teste di Gesù e diMaria. Gli affreschi sono del 1700 raffigurantialcuni santi e sul soffitto i quattro evangelisti.Nella parte retrostante all’altare si trovano dueconfessionali in pietra. Per accedere alla partesuperiore si passa per una scala molto strettache porta ad una terrazza coperta a forma dicapanna a tre navate, usata come difesa nellebattaglie.

La Chiesa risulta fortificata, la stessa scala ècosì stretta in modo da far passare solo una per-sona e quindi i nemici potevano essere annien-tati più facilmente. La chiesa possiede ancheun sotterraneo scavato nel 1688, dove i pelle-grini potevano alloggiare e prendere l’acqua datre pozzi, due vicini e rispettivamente di 17 e14 metri ma, siccome insufficienti, si usufruì diun terzo pozzo distante 50 metri dai primi. Lanostra piccola escursione nel territorio si è con-clusa con un ringraziamento al parroco diBarbarano, don Francesco Cazzato, e siamotornati alla sede scolastica soddisfatti delnostro itinerario, sperando in altre occasioniper visitare la nostra magnifica terra.

Elisabetta Nesca 1^B Sc.Mariella Zollino 1^A Sc.

Alla scoperta del nostro territorio

Visita guidata a Morciano di Leuca, Patù e Barbarano

abitanti dell’estremo lembo della provinciadi Lecce, autrice-creatrice di ogni granellodi sabbia immerso nella grande forzacomunicante e portuale che è l’acqua, tran-seunti abbagli ne riflettono scorci e miscu-gli di culture; ogni arido solco di terra. Unarealtà salentina filtrata dai nostri occhi edai nostri vissuti, dalle nostre speranze edai nostri passati: la necessità di permearelo schermo (il progetto prevede la realizza-zione di un documentario sull’identità sto-rico-culturale-ambientale del nostroSalento da distribuire successivamente alivello provinciale, regionale e nazionale),dello stretto legame esistente tra scuola,cultura e società. Ci siamo proposti di cer-care i documenti “non solo cartacei” cherivelino il recupero di un rapporto costrut-tivo con l’ambiente in cui siamo immersi:intellettuale per la ricerca dell’originalità,lontana dallo scontato livellamento delleimmagini salentine. La consapevolezza dinoi stessi è la base per una promozioneonesta e attiva. Rincorreremo l’obiettivo!

Chiara Paiano V C

AKRA-LEUCHÈ: PER LE STRADE DEL RITORNO

IN PROGRESSoppure è incisa la data d’edificazione o altreespressioni simboliche. La vita in questiambienti trascorreva per i maschi dedita aicampi, mentre per le donne interamente dedi-cata alla cura della casa. La sera, poi, a con-clusione di una faticosa giornata di lavoro siera soliti riunirsi, seduti in cerchio, per ascol-tare le storie fantastiche dei più grandi cheentusiasmavano i cuori dei più piccini.Sarebbe davvero bello rivivere quei momen-ti di semplicità e dolcezza, di comunione eserenità.

Francesca Villanova 3A Sc.

ALLA SCOPERTA DELLE CASE A CORTE

Sempre diversa,misteriosa appari

e ti nasconditimida a me.

Ti aspettoper ammirare

i tuoi colori velati,le tue miriadi luci soffuse,l’immensa tua forza chein un baleno cancella

il freddo buio della notte,per provare,

solo per pochi istanti,forti sensazioni.

Tenuisono le tue paroleche mi giungono,

sembrano sussurrarmi “buon giorno”

che a volte, però,non lo è.

Ilaria Stefanelli 3°E

Alba

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TUTTOSTAMPACCHIA Pg.6

Per molti di noi l’infanzia è una culla ovat-tata, il mondo sembra lontano, così comeanche tutte le realtà più dure e come un univer-so fuori dallo spazio e dal tempo. Poi arrivanoi primi stravolgimenti, ed eccoci: uomini e donne,forti, giovani e belli, perfetti…in apparenza.

Come fragili vasi, dentro deboli, suscetti-bili, le fragilità nascoste dietro al vuoto dimode frivole, mutevoli, passeggere. E cometanti sfollati, colti da un improvviso catacli-sma, ci si adatta come si può, ognuno fa delproprio meglio per sopravvivere a questi annidifficili, perché a vent’anni è tutto in sospeso,c’è tutto e niente. Si vive tra il sogno e la real-tà, tra mille speranze, prospettive future nonsempre realizzabili.

Ecco le prime gioie, le prime vere delusio-ni, si arriva a dover far fronte alla nostra disa-strosa condizione: aggressività, solitudine,incomunicabilità, insicurezza, fragilità…Cosìla maggior parte di noi si ritrova sola, allonta-natasi volontariamente dalla famiglia chesente in ogni caso ostile perché in qualchemodo limitante; assalita dall’affanno di pauree angosce esistenziali. Si ritrova in una vita, inun ambiente che ti scaccia, come alieni su un

Cosa pretende un figlio degli anni sessantaper i propri figli?

Per i ragazzi del 2000 , un genitore che haoltrepassato il secondo millennio desideraessenzialmente una scuola aperta e uguale pertutti. Aperta alla società e all’esperienza deicittadini che vogliono e possono dare un con-tributo. Noi genitori guardiamo con veraammirazione le scene dei film americani quan-do ci si imbatte in college liceali dove si alle-stiscono squadre di tutti gli sports o attivitàextracurriculari riguardanti ad esempio il tea-tro. Ci chiediamo perché da noi le strutture -quando ci sono - debbano restare inutilizzateo sottoutilizzate in modo precario e difficolto-so. Perché ad esempio il Liceo Scientifico e

Entrando nel forum del liceo classico diGalatina (www.classemista.altervista.org),ho notato che una sezione era dedicata allaraccomandazione. Mi sono subito vergogna-to: chi mi conosce sa il motivo (gli altri èmeglio che non lo sappiano). Mentre legge-vo quello che i ragazzi avevano scritto, hoiniziato a riflettere sulla nostra vita quotidia-na; ho iniziato a pensare se anche noi usu-fruiamo di questo privilegio e mi è subitosaltato in mente un esempio. Quanti studentisi recano a scuola con il pullman? Quantiogni giorno, nonostante ci siano dei postiliberi, rimangono in piedi perchè sono“OCCUPATI” da chi è seduto accanto?Ovviamente questo ragazzo preferisce riser-vare il posto per un suo amico a scapito dialtra gente. Cos’è questa se non una racco-mandazione? Quante di queste ingiustizieogni giorno subiamo e, perché no, le faccia-mo subire agli altri?

Magari non ce ne accorgiamo, ma è così,me ne sono reso conto quando ho prestatoattenzione al problema. In fondo ognuno dinoi raccomanda ed è raccomandato. Questapiaga non solo è presente nel mondo dellavoro, ma anche tra di noi.

Soprattutto tra di noi! Potrei elencarvitanti altri esempi ma ho poche righe a dispo-sizione. Mi sono posto un altro interrogativo:quali differenze ci sono tra la raccomanda-zione e la mafia? Non molte, anzi...tutte edue hanno una caratteristica in comune: per-ché abbiano luogo ci dev’essere un gruppo dipersone che decide un qualcosa che è contra-rio alla legge, ed un altro gruppo, 1000 voltepiù grande, che le rispetta e non si ribella.Con questo non voglio dire che chi racco-manda è un mafioso, ma che la mentalità infondo è quella.

Tante persone affermano che voglionocombattere la mafia e la raccomandazione.Credo che non si possa farlo finché primanon si cercherà di eliminare le forme più pic-cole di suddetti mali, quelle che ci circondano.

Davide Urso IV D Sc.

Un recente sondaggio della UIL, intitolato“La carta d’identità del personale della scuola”,ha rivelato una situazione preoccupante dellascuola italiana: gli insegnanti giovani risultanoessere in via d’estinzione. È stato infatti calcola-to che meno dell’1% di tutti gli insegnanti diruolo ha un’età inferiore ai 30 anni mentre circail 50% di loro supera i 50 anni; dato ancora piùpreoccupante è che solo l’8% dei professori piùanziani risulta essere prossimo al pensionamen-to.

L’invecchiamento del nostro sistema scola-stico appare ancora più evidente se si considerache il 70% dei dirigenti scolastici è oltre la sogliadei 56 anni, dato che fa riflettere soprattutto se,come commenta la Uil, viene paragonato all’etàmedia degli imprenditori, pari a meno di 40 anni.

Inoltre, il quadro si fa più preoccupante se siconsiderano le previsioni della Uil: nel 2010 iprofessori over 50 saranno più del 58% e nel2015 quasi il 71%.

Il nostro liceo, con un corpo docente dall’etàmedia di circa 50 anni, rispecchia perfettamentela situazione espressa dalle statistiche elaboratedalla Uil: non ci sono docenti al di sotto dei 32anni, mentre, già adesso, quasi il 52% supera i50. Questo processo di invecchiamento delle per-sone addette alla formazione culturale della futu-ra società se da un lato rappresenta la garanzia diun insegnamento ideale, perché basato suun’esperienza decennale, sulla saggezza dei sin-goli docenti e sulla loro rigorosa preparazione,dall’altro potrebbe comportare l’irrigidimento

Nell’insegnamento tradizionale si haun’eccessiva distanza fra professore ealunno, per cui il primo diventa un essereautoritario ed inaccessibile, e il secondogli è completamente sottoposto; anche sequesto non si verifica in tutti i casi perchémolte volte è lo studente che si dimostranon rispettoso verso l’adulto che magari sipresenta più buono e disponibile.

Un altro aspetto negativo è l’eccesso dinozionismo a cui è costretto lo studente.Egli deve ricordare una grande quantità dinozioni, nomi, date, regole, che non costi-tuiscono una vera cultura e che, dopo qual-che tempo, immancabilmente si dimenti-cano.

E’ inutile, dunque, imparare a memoriatutti questi dati; conviene, invece, insisteresui concetti fondamentali delle singolematerie, in modo che essi rimangano inde-lebili nella mente dell’alunno. Infatti ilcompito della scuola non è quello diimbottire la testa degli studenti di nozioniinutili, ma è quello di aiutarli a capire ilmondo, per sviluppare la loro personalità,per formare la loro coscienza critica.

Per raggiungere questi risultati l’alunnodovrebbe essere capito nei suoi interessi equindi nella sua personalità.

Ad esempio, invece di conoscere autoriattraverso i libri, si potrebbe leggerli diret-tamente e poi formarsi un’ opinione critica.

Dopo che l’alunno, indirizzato verso ipropri interessi, sia riuscito a soddisfare lapropria personalità, sarà più sicuro di séstesso e, in alcuni casi, lascerà da parte ilcarattere a volte scorretto verso gli altri,che utilizza per nascondere la propria fra-gilità.

FRANCESCA VILLANOVA 3A Sc.

pianeta estraneo e quasi minaccioso. In questoterremoto di emozioni non sempre è facile bar-camenarsi fra i problemi della vita, c’è il peri-colo di non saper schivare bene le rocce, di nonsfruttare le rapide…si rischia di restare senzafiato! Per questo, colti impreparati, si va incon-tro a enormi difficoltà davanti alle quali spessonon sappiamo come reagire e che ci travolgonoimprovvisamente, pesantemente e senzapietà!..Come sopravvivere? Anzi: come viver-la nel migliore dei modi?... La novità è che nonè necessario nascere forti, non ci sono dei pic-coli superman predestinati al successo. Fortenon è chi è sempre vissuto avvolto in una col-tre di comodità, sicurezze, pillole di felicità,ma chi ha affrontato e superato i propri disagiinteriori, i propri fantasmi, chi impara a propriespese anche dalle cattive esperienze.

La capacità di rialzare la testa dopo leavversità, la marcia in più, darsi da fare, atti-varsi, non essere in balia degli eventi ma deci-dere anche contro corrente. Accettare i cam-biamenti e non solo, pilotare la propria vita,guardando alle novità come occasioni stimo-lanti piuttosto che minatorie e ostili. Ecco lenostre carte vincenti da giocare per reagire nelmigliore dei modi.

Abilità rare, sviluppate a un buon livellograzie ad un ambiente stimolante e favorevole,in cui il ragazzo viene valorizzato e così inco-raggiato a raggiungere un buon rapporto anchecon il proprio corpo, che non sia solo di accet-tazione o di rassegnazione verso una sorta diinvolucro che ci impaccia o ci limita e che nonsentiamo nostro, ma di amore, di rispetto, dicura verso noi stessi. Una volta raggiunta mag-gior consapevolezza saremo capaci di nuovidesideri, incrementeremo la nostra capacitàcreativa di scoperta e fiducia nel fatto che ilnostro impegno possa incidere sull’ambientecircostante, sugli altri. Questo per essere uomi-ni e donne nuovi, non succubi di un destinoopprimente, non vittime di una realtà nonnostra e immutabile, ma capaci finalmente digestire la nostra vita, con le nostre mani, con lanostra forza, per scoprire capacità che neancheimmaginavamo…

Mariagrazia Zippo IV G

PILOTARE LA VITAPerle di saggezza contro il disagio giovanile

dei professori sulle loro posizioni, essendo menodisposti a mettersi in discussione. Inoltre, anchel’approccio comunicativo con gli alunni subireb-be delle conseguenze, soprattutto causate dalprogressivo distacco nel rapporto docente-discente.

Il rallentato turn-over comporterà altresì unariduzione dei posti di lavoro nella scuola e tempisempre più lunghi perché un laureato riesca ad“arrampicarsi” sulle interminabili graduatorie eottenere l’ambita cattedra. Queste difficoltà,insieme agli stipendi alquanto esigui, spessoinsufficienti a soddisfare anche le necessità diuna famiglia, insieme alle mancate aspettative difare carriera, porteranno presto la scuola a rap-presentare solo un’occupazione di ripiego e, con-siderando l’importanza dell’istruzione per la pro-mozione culturale della società italiana, è facileimmaginare i danni che potrebbero essere arreca-ti all’intero sistema scolastico, finora fioreall’occhiello per il nostro Stato.

Cesare Marco Ponzo 4^B Sc.

DOCENTI SEMPRE PIU’ VECCHI LA SITUAZIONE E’ MOLTO GRAVE

Sempre meno speranze lavorative per i giovani laureati

LA SCUOLACOME PREPARAZIONE

A UNA PROPRIAPERSONALITA’

Classico non caratterizza la propria offerta for-mativa con la realizzazione di un teatro stabi-le , interno, che sappia stimolare gli studiosidei classici e della letteratura in genere a met-tersi alla prova ?

Perché la popolazione studentesca non èmonitorata da programmi sportivi che sappianoandare al di là dei giochi della gioventù, alle-stendosi invece squadre di basket, pallavolo,tennis tavolo , calcetto , organizzando anchedei campionati interni?

Perché non possono essere utilizzati i geni-tori che, specie per le ultime classi , possanodescrivere i pro ed i contro delle professioniche svolgono, coinvolgendo i ragazzi inun’esperienza diretta al fine di far capire airagazzi cosa veramente vogliono fare dellapropria vita dopo il liceo. Forse queste breviriflessioni appariranno solo considerazioni uto-pistiche ma sono convinto che in altri postisono solo lo specchio fedele di una realtà ormaiconsuetudinaria. Internet ? ma Internet ci è venu-to addosso, la scuola non poteva evitarlo! Unascuola Nuova dal cuore antico, questa invecedeve costituire una scelta precisa. Non è trop-po, possiamo ancora farcela!

Fabrizio LICCHETTA(genitore di un alunno)

UUnnaa SSccuuoollaa

CChhee CCaammbbiiaa

NOI E LE PICCOLE RACCOMANDAZIONI

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TUTTOSTAMPACCHIA Pg.7

“Architettura religiosa nel bassoSalento”, è il testo pubblicato dalla nostrascuola, frutto di ricerca storico-artistica ereligiosa di vari paesi. Il volume scaturi-sce dal “laboratorio dei beni culturali”,attuato con la collaborazione di oltre set-tanta studenti frequentanti il nostro Liceo.

Edito da “ Martano- Lecce” , di pagg.300, l’ opera si compone di 150 schedetematiche, ognuna delle quali focalizzatasu un Comune o frazione, analizzando nelparticolare le architetture religiose pre-senti nel territorio. I punti a cui rispondo-no le schede sono: l’ubicazione dell’ope-ra, la tipologia, la descrizione, lo statogiuridico, i dati catastali, la tutela, la sto-ria, la documentazione esistente e infine

Rivista apartitica, laica e trimestrale “Osservatori”, si preoccupa di proporre all’attenzio-ne dei lettori quelli che sono i problemi principali del territorio salentino di carattere politi-co, economico, sociale inerenti la scuola, il welfare , la salute e tutto ciò che è oggetto diattenta osservazione e analisi.

La rivista nasce grazie alla preziosa e costruttiva collaborazione di quanti rivolgono unosguardo critico e interessato al nostro tessuto sociale. Nel primo numero dell’opuscolo bendieci articoli sono stati pubblicati a cura di note personalità nel campo culturale e si focaliz-zano sulla crisi in atto dei settori tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero che ha pesantemen-te colpito il Salento, gli “opinionisti”, con uno stile vivace, che risveglia le coscienze di quan-ti sono coinvolti in questa dura realtà, invitano a combattere l’inerzia della nostra popolazio-ne poiché le potenzialità del nostro territorio non sono ampiamente sfruttate. Gli “osservato-ri” ci mostrano dunque dalla loro prospettiva che in fondo non tutto èperduto…“Osservatori”, diretto da Gianfranco Esposito, edito da Imago, si compone dinumerose immagini, grafiche e fotografiche, e di ricchi contenuti da leggere tutti d’un fiato.

Marina Capece & Mariangela Carbone 4B sc.

Iniziato con Nietzsche, Dolstoevskij e il

nichilismo, il ‘900 non è ancora terminato.

Entreremo nel futuro solo quando sapremo

ridare un senso alla vita e ai suoi valori. (E.

Scalfari) “Si dovrebbe sapere con esattezza quan-

to sia grande la forza plastica di un uomo,di un popolo o di una civiltà, …quella forzadi crescere a modo proprio su se stessi, ditrasformare e incorporare cose passate edestranee…” Ciò affermava Nietzsche in unsuo saggio. Come negarlo?

Purtroppo, però, sembra che al giornod’oggi quest’umana virtù sia venuta menoal suo compito, complici la pervasività deisaperi scientifici che diventano egemoninella formazione dell’uomo occidentale, egli esiti dello sviluppo della grande rivolu-zione industriale che ha prodotto la massifi-cazione della cultura e un inesorabile decli-no del carattere elitario dell’arte e della fun-zione dell’artista. Questa omologazione delpensiero non può che produrre un’irreversi-bile decadenza. Questo è il nichilismomoderno che accetta passivamente il nulladel senso e che teorizza il brutto nella formadell’arte. Tutto ciò è dipeso da una rinunciaa pensare l’idea di bellezza, che racchiudela tensione propositiva di una civiltà e cheper l’Occidente è solo moda. Non ha nulladi morale l’arte odierna, non è impegnata:potremmo quasi dire che manca di fondonei suoi innumerevoli sperimentalismi chepoggiano essenzialmente su uno stile e unlinguaggio asettico, com’è quello dellascienza. L’arte, quella che attraversa itempi, come la definisce Zecchi, può esseresolo di carattere elitario, in quanto riscattaquella gerarchia di valori rappresentati dal-l’artista. Compito dell’arte è quello di espri-mere e raffigurare le determinate forme diesperienza di un’epoca, rendendole accessi-

Alla fine ci siamo riusciti: il nostro giornale di classe è finalmente andato in porto!

Dopo mesi di accurato lavoro, sospiri, tira e molla... la IVa B GINNASIALE di questoistituto, ha ottenuto ciò che desiderava: un giornale tutto suo, realizzato interamente daglialunni della classe.

Con questo numero unico abbiamo deciso di rendere onore al nostro dio del pantheongreco preferito, che ispira le nostre marachelle e i nostri scherzi più arditi: Hermes!

Con le sue 25 pagine intrise di entusiasmo e voglia di fare, infatti, il dio ci porterà “sulleali dell’informazione”, a spasso tra cultura, economia, attualità, costume, società e tante fotoin ogni pagina che arricchiscono il nostro lavoro.

Sarà un modo per utilizzare in maniera più divertente la lingua italiana che, quasi anostra insaputa, sta per essere fagocitata dall’inglese. Un ringraziamento particolare va alprof. Rosario Romeo Erminio, che ci ha dato l’input per questo magnifico progetto, impo-stato tecnicamente da Laura De Marchi. Ci auguriamo che anche nel futuro possa esserepubblicato un secondo numero.

IV B CLASSICO

bili alla comunità. Quest’idea di realismo sifonda sulla teoria del “rispecchiamentoestetico”, ossia la capacità dell’arte dicogliere attraverso il “particolare” e il “tipi-co” una certa realtà storica e sociale(Lukács), comprendendo anche i rapportipolitici ed economici. L’io allora diventaspecchio del noi, che si realizza solo attra-verso l’esperienza, unico mezzo di confron-to con le complesse metamorfosi che lasocietà stessa subisce. Ma l’individuo èscomparso e, assieme ad esso, è scomparsauna sofferenza comune e condivisa. Invecedi scorgere anche nei patimenti una prezio-sa fonte di esperienza, si cerca di eliminarlirecidendo così la stessa possibilità di cono-scere. Ma in un secolo come il Novecento,dove le stelle fisse hanno lasciato il posto astelle danzanti, viene a mancare con l’asso-luto, il senso stesso della vita e dei valori,che lascia spazio solo al nulla! L’unica spe-ranza che ci resta è trovare il tutto nel nulla,la stessa speranza che anima Faust di frontea Mefistofele. Un’arte impegnata nella sto-ria contemporanea, coinvolta nelle vicendepolitiche e sociali, è l’unica realtà auspica-bile. Solo allora l’arte tornerà ad essere“manifesto”.

Loretta Licchelli II A

lo stato di conservazione. Il testo è corredato da nitide fotografie

a colori raffiguranti i monumenti religio-si. L’obiettivo di questo progetto è stato inprimis la sensibilizzazione degli studentiverso la propria cultura ma anche la valo-rizzazione delle risorse locali. Ogni alun-no, o gruppo di alunni, si è occupato infat-ti del proprio Comune di residenza e haproceduto alla compilazione delle suddet-te schede con il supporto dellaSoprintendenza ai Beni Culturali diLecce.

I 16 Comuni interessati sono:Acquarica del Capo, Alessano, Andrano,Arigliano, Barbarano del Capo,Caprarica, Castiglione, Castrignano delCapo, Castro, Corsano, Depressa, Diso,Gagliano del Capo, Giuliano, Santa Mariadi Leuca, Lucugnano, Marittima,Miggiano, Montesano, Montesardo,Morciano di Leuca, Presicce, Salignano,Salve, San Dana, Sant’Eufemia ,Specchia, Tiggiano, Tricase, Tutino.

Il progetto, già avviato negli anni scor-si, su proposta dei docenti del dipartimen-to di Disegno e Storia dell’arte di questoistituto, Giovanni Nuzzo e GiovannaArseni, con la collaborazione di MarioMonaco, è stato guidato dal funzionariodella Soprintendenza ai Beni Culturali diLecce, dottor Giovanni Giangreco, chene ha curato l’introduzione. L’iniziativa èstata fortemente voluta e sostenuta daldirigente scolastico, professor FrancescoRenzo.

Roberta Piccinni 4° A Sc.

LE CHIESE DEL SALENTOIn un libro la catalogazione delle opere

Arte: specchio e manifesto della società

ACUTI “OSSERVATORI”DELLA NOSTRA REALTA’…

Leggo in La Coscienza di Zeno di I. Sve-vo al cap. IV: “….. Adesso che invecchio […],anch’io sento che un’immoralità predicata èpiù punibile di un’azione immorale. Si arrivaall’assassinio per amore o per odio; alla propa-ganda dell’assassinio solo per malvagità”.

Leggo e non posso fare a meno di pensarealla untuosa retorica che circonda gli omoses-suali in questi ultimi tempi. Film, sceneggiati,storie raccontate al video e sui giornali abbon-dano di conversioni dall’eterosessualitàall’omosessualità o alla bisessualità con accen-ti mistici ed esaltati di trionfo della verità, dimaturità civile e di progresso umano.

Quanto a progresso umano, ho i miei legit-timi dubbi dato che tutti ( o no? ) sappiamo chel’omosessualità veniva abbondantemente prati-cata molti secoli prima dell’anno zero (si veda-no Sodoma e Gomorra, l’antica Grecia, Romaecc. ).

Altro che progresso, dunque! Poi venneQualcuno ( S. Giovanni dice “La Luce” ) cheha rivelato l’uomo all’uomo e gli ha dato gliindicatori di direzione per progredire nella con-quista della pienezza di sé che è poi l’unicavera felicità e, mentre condannava la fornica-zione, elevava alla dignità di sacramento ilmatrimonio, sesso compreso. Certamente sitratta di una sessualità aperta alla vita, nonautoreferenziale, egoistica e senza futuro, diuna sessualità orientata, finalizzata, inscritta inun disegno di cui sono ben visibili i contorni.

Scriveva Enrico Castelli: “ E’ definitiva-mente perduto l’essere di cui è impossibile rin-tracciare il principio e la fine. Il demoniaco èquesto “non essere” che si manifesta comeaggressione pura: lo stravolto”.

E davvero di stravolgimento, altro che di

Siamo lieti di presentarvi…Hermes!Diamo finalmente il benvenuto al nostro giornale di classe

NO GAY?…NO PARTYLA MODA GAY DILAGA NEI LUOGHI DI POTERE

trionfo della verità, si tratta!Il discorso non riguarda i gay (i quali, a

parer mio, dovrebbero reagire a tutto questogran parlare che si fa intorno a loro con unostentoreo: “Occupatevi dei “ casi “ vostri!!!),ma le potenti lobby dei gay, il gregge, lo spiri-to da pecoroni che domina e che ci fa viverel’omosessualità come un totem.

Victor Hugo nei suoi “ Taccuini” segnala-va l’uso perverso che l’uomo spregiudicatopuò fare di idee o giudizi infondati contrabban-dandoli per verità proprio perché apparente-mente logici o accettabili: “Ogni pensatore -scriveva - che vorrà diventare oratore, uomo dispirito e di cuore che vorrà diventare ed essereeloquente, muovere le masse, dominare leassemblee, agitare gli imperi con la sua parola,non avrà da fare niente altro che passare dallaregione delle idee al territorio dei luoghi comuni”.

E allora? Accettiamo passivamente questopassaggio dalla “regione delle idee” a quelladei “ luoghi comuni “?

Massimo Granellini nella rubrica “ Cuoriallo Specchio” ( settimanale della Stampa) siapur in altro contesto, alcuni mesi fa scriveva“…. tutte le istituzioni dalla scuola alla fami-glia, dalla tivù alla pubblicità, invece diresponsabilizzare i cittadini, propagandanovalori di egoismo totale”.

Perché di questo si tratta, al di là dei luoghicomuni e del cosiddetto “ buon senso” di alcu-ni, ma che in realtà è solo comodità, banalità edinerzia. Il grande pensatore Pascal invitavanon a “ ben pensare” (il “ben pensante” seguela dominante sociale) ma a “ pensare bene”,seriamente e fondatamente.

E in ciò la scuola non può stare a guardare.

Rita Donnicola

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Dirigente scolastico: Prof. Francesco Renzo

Responsabile: Prof. Giovanni Nuzzo

Comitato di redazione: Prof. Carmelo Anastasio

Studenti: Bitonti Angelica, Trani Veronica, CarboneCesare, Corsanello Anna, Ciardo Valeria, CiccareseAurora, Roberto Luana, Licchelli Stefano, LicchelliLoretta, Ruberti Emanuela, Scappaviva Elisa, ZollinoMariella, Candido Chiara, Carbone Donato.

Collaboratori : Bitonti Angelica, Bortone Alessandro,Carbone Donato, Calzolaro Erica, Candido Chiara,Capece Marina, Carbone Mariangela, Carbone Cesare,Cassiano Alice, Cazzato Ilaria, Cazzato Daniela, ChiuriRocco, Ciardo Valeria, Ciccarese A.Aurora, CinelliLara, Corsanello Anna, D’amico Antonio, De GiorgiAgnese, De Giorgi Diego,De Micheli Laura, De NuccioValentina, Duca Melania, Elia Antonella, GrapsGiampiero, Grecuccio Stefano, Grezio Maria Lucia,Guerra Antonella, Licchelli Loretta, Licchelli Stafano,Roberto Luana, Marzo Carmine, Miranda Angela,Montefusco Antonio, Panico Gianluca, Ponzo CesareMarco, Nuzzello Ippazio, Ruberti Emanuela, ScappavivaElisa, Serafini Monica, Sergi Marica, Simone Lucia,Sodero Francesca, Stefanachi Filenia, Storti Stefano,Trani Veronica, Villanova Francesca, Volpe Alice,Zollino Mariella.

Stampa: Imago PubblicitàLucugnano tel.0833.784262

Stampato su carta riciclata

Pg.8TUTTOSTAMPACCHIA

Rodolfo Contaldi, articolista, giornalista, scrittore epoeta salentino, nato a Lucugnano di Tricase il 9 gen-naio 1943, ora residente in Caprarica del Capo in viaMorandi n°6. Rodolfo ha partecipato a numerosi con-corsi di pittura, narrativa e poesia e fa parte degli auto-ri inseriti nell’antologia, “Poeti salentini di fine mil-lennio”e “Poeti contemporanei” (Zane ed.-Melendugno”). Ormai da anni è impegnato a parlaredelle bellezze della nostra terra, ma anche di impor-tanti temi contemporanei con una grande semplicitàdi parola. Perché nei suoi testi lo sguardo è rivoltoal Salento? Perché sono nato nel Salento e perché ilSalento mi scorre nelle vene, perché il Salento mi hainsegnato cose semplici, genuine, mi ha insegnato avivere con dignità la povertà nei primi anni della miavita. Cosa significa per lei essere “poetaSalentino”? Essere “poeta Salentino” significa perme cantare la bellezza della mia terra, del mio paesag-gio, del mio mare, del profumo delle stesse personeche mi circondano. Quanti e quali testi ha scritto?Ho scritto dodici testi tra narrativa, poesia (in lingua evernacolo). Per citarne alcuni: “Riflessioni”, “Lirichedal cuore”, “Li cunti”, “Ombre di luci”, “A simmana”,“Curcummiddhu de terra mia”, ecc…Che cosa signi-fica la parola “solidarietà”, che sempre comparenei suoi testi? Per me “solidarietà” significa essereaccanto alle persone che soffrono, mettere la mia vitaa disposizione dei disabili per rendere la loro vitameno difficile e soprattutto cercare di renderli parteci-pi della mia stessa vita. Cos’è la poesia? Per me“poesia” significa ricerca del bello, dell’immenso,dell’infinito, del divino. Per me “poesia” significa cer-care la liricità della parola, del verso. Quando nellastesura dei versi mi accorgo che viene a mancare que-sta caratteristica peculiare, li abbandono.

Ruberto F. VB Colazzo E. VD Sc.

Che cosa è per lei il cinema,cosa lo ha entu-siasmato a fare cinema e quali difficoltà haincontrato?

Una frase ricorrente nel mondo del cinema è:La magia del cinema! Questa frase indica cheoltre agli aspetti tecnici del film e insieme aquelli creativi, c’è qualcosa d’inaspettato, dimagico che non può essere previsto, è fuori dalcontrollo. Per questo si può dire che il cinema èspirituale, è qualcosa che racconta l’anima, perme il cinema è la vita! È una forma d’arte com-plessa e partecipativa, infatti il cinema ha biso-gno di sapere di drammaturgia, recitazione,musica per la colonna sonora e ha bisogno ditanta gente per realizzare un film.

Pizzicata, Sangue Vivo, Il miracolo, i suoidocumentari hanno portato notorietà alnostro Salento. Continuerà ad essere promo-tore della nostra Terra e della nostra cultu-ra?

Quando ho intrapreso questo lavoro, quandoho fatto questi film è stato perché ho sentito tal-mente forte questa passione che non ho potutomai sottrarmi. Io dovevo raccontare questa terranella sua bellezza, dolore, energia, drammatici-tà, tragedia, povertà, tarantismo, pizzica, bellez-za delle donne, tossicodipendenza e mafia.

Ci illustra l’iniziativa di quest’ultimo filmche sta per preparare. In quale periodo stori-co è ambientato? Dove?

Sono ormai circa dieci anni che i lavori per lacostruzione del Palasport sono stati iniziati, madopo pochi mesi sono stati bloccati. Uscendo daTricase sulla via che porta a Lucugnano, all’altezzadella caserma dei vigili del fuoco e della piscinacoperta, si possono notare dei nudi pilastri chesembrano dire:“siamo pronti a sorreggere le muradi un nuovo edificio”; sono lì ritti in attesa di esse-re coperti da quelle solide mura che purtroppo nonarrivano. Come “loro” tutti gli sportivi tricasini edei paesi limitrofi attendono, ormai con ben pochesperanze, l’inizio dei lavori per la costruzione deltanto sognato palazzetto. Noi delTuttostampacchia, per dare un po’ di speranza agliatleti e a tutti coloro che sono interessati a questoproblema, siamo andati ad intervistare il sindaco diTricase, ing. Antonio Coppola.Tutti gli sportivi del paese e delle altre zone chelambiscono Tricase si pongono da tempo uninterrogativo: quando verrà ultimato il pala-sport? Il nuovo progetto è stato approvato dal con-siglio comunale e si prevede l’inizio dei lavori peri primi mesi del 2005, marzo o aprile: lavori chedureranno un anno circa, perciò per la prima metàdel 2006 ci proponiamo di inaugurare ed aprire alpubblico la struttura. E nel frattempo, cosa

Il film racconta una storia vera, ambientata inAfrica dal 1935 al 1941. Il protagonista è unufficiale militare, il Comandante AmedeoGuillet, d’origini piemontesi, appartenente aduna famiglia aristocratica, innamoratosi di unadonna anch’essa Piemontese. Guillet decide dipartire per l’Eritrea e l’Etiopia nella speranza dicolonizzarle. I valori della Conservazione,Patria (Re), Famiglia, Religione sono perGuillet sacri come per tutti i giovani aristocrati-ci di quell’epoca, soprattutto se piemontesi e ditradizione militare. Ma accanto a questi, coltivauno dei –non valori- per uno della sua casta,come il perseguimento di una libertà quasi sel-vaggia, anche a costo di andare contro le regole.Guillet è l’archetipo dell’italiano ingegnoso ebrillante, altresì coraggioso e fiero.

Come sta procedendo il progetto “CoppulaTisa”?

Il comitato”Coppula Tisa” ha solo uno scopo:riportare l’idea di bellezza del paesaggio. Noiseguiamo una frase di Dostoevskij: “il mondoverrà salvato dalla bellezza”. Facciamo azioniche riportano l’attenzione sull’idea di bellezza:la prima è comprare un pezzo di terra sullaSerra Costiera. Butteremo giù la casa, puliremola discarica e regaleremo questo territorio alComune. Per la prima volta qui nel Salento “noifaremo qualcosa pe nenzi”.

Maria Francesca Baglivo IVA Sc.

Intervista ad

EDOARDO WINSPARE

I profondi mutamenti intervenuti nella scienza e nell’epistemologia del ‘900 sono statial centro del seminario: “Scienza e filosofia. Sentieri del Novecento”, organizzato daiDipartimenti di Storia e Filosofia e di Matematica e Fisica del nostro Liceo, per l’AnnoInternazionale della Fisica. Gli incontri sono stati svolti in collaborazione con la Cattedradi Filosofia della Scienza dell’Università di Lecce e con la Sezione “Mathesis” diTricase. “L’ iniziativa di formazione dei docenti – ha sottolineato il nostro Preside, prof.Francesco Renzo - è stata aperta anche agli studenti che , partecipando al dibattito cul-turale del nostro tempo, hanno potuto conoscere il lavoro di ricerca dell’Università”.

Complimenti vivissimi agli alunni della nostra scuola che a Pachino, in Sicilia, sono stati vin-citori del Concorso: “Giovani Europei per la difesa ed il rispetto dei valori” , IV edizione delFestival del cinema, della musica e del teatro, in onore dello scrittore Vitaliano Brancati.I ragazzi della III C Scientifico hanno conquistato il I posto della Sezione Cinema - medagliad’oro- con il cortometraggio “Crescere alla pari”, progetto coordinato dalla Prof.ssa RosannaCiardo e realizzato con Edoardo Winspeare e Andrea Facchini.I ragazzi del Teatro Moderno, coordinato dalla Prof.ssa Maria Bondanese e diretto da FabrizioPugliese, hanno conquistato il II posto della Sezione Teatro - targa d’argento- con il loro:“Don Casciotte” liberamente tratto dal “Don Chisciotte” di Cervantes, il celeberrimo roman-zo di cui quest’anno si ricordano i quattrocento anni della pubblicazione nel 1605.

Piaccia o non piaccia a qualcuno o qualcuna il Liceo Scientifico – Classico “G. Stampacchia” continuaad essere al centro dell’attenzione non solo salentina, ma anche regionale e nazionale. Il suo dinamismo, lesue sfide, le scelte, gli interessi verso la cultura, lo portano oltre i confini a far parlare dei suoi alunni, deisuoi docenti, del suo dirigente. Una scuola che si distingue, costruisce con energia ed entusiasmo il suo futu-ro, un liceo attivo e vitale. Le vicende quotidiane, la partecipazione a bandi di concorsi indetti da pubblicheamministrazioni, istituti scolastici e organizzazioni giornalistiche, testimoniano ampiamente tutto ciò.Ultima in ordine di tempo è la partecipazione al concorso “La Sfida: Studenti alla scoperta del Salento”,organizzato e trasmesso dall’emittente televisiva “Canale 8”, con il patrocinio della Provincia di Lecce. Latrasmissione si sviluppa mediante confronti ad eliminazione diretta tra gruppi di studenti delle classi terze equarte, rappresentanti trenta istituti superiori della nostra provincia, chiamati a rispondere, in un tempo pre-determinato e in presenza di un arbitro di gara, su domande relative a temi specifici della cultura salentina.

La squadra del nostro istituto composta da Carlo Accogli, Giampiero Graps, Veronica Trani, ToniaTurco, Luigi Baglivo, Roberta Piccinni, Lucio Santacroce, Davide Zocco, Marina Capece, MariangelaCarbone, Antonio D’Amico, Cesare Marco Ponzo, supera brillantemente i primi due turni sui temi:“Movimenti contadini nel Salento nel ’900” e “Archeologia industriale nei secoli XIX e XX”, qualificando-si per la semifinale, dove vengono beffardamente sconfitti al domandone finale dall’Istituto TecnicoCommerciale “Cezzi – De Castris” di Maglie, dopo aver dominato ed esser stati in vantaggio per l’interocorso della gara per 21 a 18 punti, sull’argomento “Santi e protettori del Salento”. L’approdo in finale è statopreceduto dalle due brillantissime vittorie, ottenute con un ampio margine di vantaggio, ai danni delle for-mazioni dell’I.P.S.I.A “Martinez” di Galatina e L’I.P.S.I.A “Scarambone” di Lecce. Nonostante la sconfitta èstata comunque una occasione unica per i nostri ragazzi, che hanno affrontato tematiche, non facenti partedei curriculari programmi scolastici con entusiasmo, impegno e spirito di squadra, accettando la sconfitta atesta alta.

Giampiero Graps III B - Davide Zocco IV A Sc.

A nome del Preside, docenti, nondocenti, studenti del Liceo e dellaredazione di

Tuttostampacchia”

un grazie ed un affettuoso augu-rio anche per i Vostri progettifuturi!Ai pensionandi:

Magister Vitae: prof. Mario CoccoliSempre atletica: prof.ssa Bruna GrassiAl certosino: sig. Salvatore Musarò

Ennesima prova di “forza” di una scuola conosciuta per vivacità e dinamismo

Il nostro liceo lancia LLaa … SSffiiddaa

Un poeta salentino: RODOLFO CONTALDI

“Luoghi, immagini e riflessioni rivolte verso la solidarietà”

dovranno fare gli atleti tricasini? Il comune hamesso da anni a disposizione le palestre delle scuo-le superiori e medie nelle ore pomeridiane, oppurecome già hanno fatto in precedenza, gli sportivipossono allenarsi nel palasport di Specchia.Chiediamo solo che pazientino ancora un po’.Come mai i lavori per una struttura pubblicasono stati sospesi per tanto tempo? Prima il pro-getto era stato spezzato: inizialmente era stato pro-gettato un palazzetto scoperto, ma successivamen-te si è pensato di farlo coperto. Dopo aver appro-vato il secondo progetto è nato un nuovo problema:la ditta che aveva vinto l’appalto dei lavori avevaspeso ben 300.000 delle vecchie lire per i danni sullavoro; i fondi della precedente amministrazionenon bastavano e pertanto i lavori furono sospesi.Oggi abbiamo fuso i due vecchi progetti dando vitaad uno nuovo: con i nuovi finanziamenti prove-nienti dal CONI (comitato olimpico nazionale ita-liano) è possibile realizzare una struttura di dimen-sioni inferiori a quelle progettate in passato, macontenente comunque seicento spettatori.E visto che ormai è diventata un’abitudine: non ciresta altro che aspettare!

Tonia Turco IIIB Sc.

Palasport: non ci resta che aspettare!

Intervista al sindaco di Tricase Antonio Coppola

PREMIO “GIOVANI EUROPEI”

agli studenti dello Stampacchia per il cinema e per il teatro

SCIENZA E FILOSOFIA SENTIERI DEL NOVECENTO

Il Liceo Scientifico “G.Stampacchia” di Tricasetrionfa ancora una volta a livello nazionale con il suogiornale d’istituto on line “Tuttostampacchia”. Conoltre cento pezzi giornalistici inseriti in rete, agli stu-denti è stato riconosciuto il premio speciale “Fedeltàe Lavoro” con la seguente motivazione: “Nonostantela vittoria nella prima edizione la redazione ha conti-nuato a pubblicare articoli di ottima fattura curandonei minimi particolari l’aspetto grafico”.L’ambitoriconoscimento è stato conferito presso il centro con-gressi della Confindustria della sede dell’Eur aRoma, alla presenza di una delegazione redazionalecomposta da Cesare Ponzo (tecnico multimediale),Mariangela Carbone, Carlo Accogli, GiampieroGraps, Veronica Trani e Tonia Turco, accompa-gnati dal docente Giovanni Nuzzo, responsabile delgiornale. La manifestazione organizzata da“Alboscuole – circuito nazionale del giornalismoscolastico”, presieduta da Ettore Cristiani con lacollaborazione di Federica Palmieri e da altri tecni-ci, ha avuto in questa seconda edizione un notevolesuccesso poiché vi hanno partecipato ben 1267 scuo-le italiane. La cerimonia di premiazione ha inoltreraccolto numerosi consensi per la presenza di ospitiillustri tra i quali il noto comico romano Enzo Salviconosciuto come “er pantera”. Il viaggio a Roma peril ritiro del premio speciale, autorizzato dal presideprofessor Francesco Renzo, è stato anche un’ occa-sione per visitare gli splendidi monumenti dell’Urbee per relazionarsi con gli altri istituti. I ragazzi certa-mente spronati dal riconoscimento di questa secondaedizione continueranno a cimentarsi on line inseren-do nel portale www.liceiscientifici.it articoli riguar-danti : ambiente, cultura, territorio, poesia, attualità,multimedialità.

Veronica Trani IIIB Sc.

Premio speciale a“TUTTOSTAMPACCHIA”

on line