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Curated by | A cura di Sandro Debono Giovanni Granzotto Texts by | Testi di Bruno Busetti Carmel Cassar Sandro Debono Giovanni Granzotto Luigi Marras Anselmo Villata Ideazione e realizzazione | Conceived and realized by Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea Studio d’Arte GR, Sacile (PN) Organization | Gestione organizzativa Verso l’Arte SRL Scientific coordination | Coordinamento scientifico Maria Lucia Fabio Alberto Pasini Transport | Trasporti Trasmont, Sacile (PN) Press office | Ufficio stampa Hermitage Malta Istituto Italiano di Cultura a La Valletta Translation | Traduzioni Valentina Ciarelli, Orvieto Photos | Foto Archivio Licata Archivio Studio d’Arte GR Archivio INAC Archivio Verso l’Arte ©2011Verso l’Arte Edizioni s.r.l. Roma Printed in Italy Deposito legale II trimestre 2011 ISBN 978-88-95894-71-3 Edited by | Edito da Catalogo Collana “Musei” Verso l’Arte Edizioni Via Gramsci 34 - 00197 Roma [email protected] Graphics design, editorial coordination and realization Progetto grafico, coordinamento editoriale e realizzazione Verso l’Arte Edizioni Via Roma 1, 15020 Cerrina (AL) [email protected] Printed by | Stampa AGB, Pianezza (To) Finito di stampare nel mese di luglio 2011 per conto di Verso l’Arte Edizioni General distributor | Distributore generale Verso l’Arte Edizioni Tel. 0142 946002 - Fax 0142 946907 [email protected] www.versolarte.it A special thanks to | Un ringraziamento particolare a Ugo Granzotto Lazlo Licata Antonio, Fiorenzo, Gaspare e Giancarlo Lucchetta Our thanks also go to | Si ringraziano inoltre Marco Belotto Pierre Bonello Mara e Gioni Borsetti Duilio Dal Fabbro Kennet J. Gambina Galleria Poliart Luisa e Paolo Giusto Inarte S.R.L. Flavio Fasan Renzo Limana Russel Muscat Luca e Paolo Olivato Flavia e Giovanni Pasini Antonio Rimedio Riccardo Ronchi Marino Sinosi Heritage Malta | Italian Embassy in La Valletta | Italian Cultural Institute in La Valletta National Institute of Contemporary Art | Ministry of Cultural Heritage and Activities Heritage Malta | Ambasciata d’Italia a La Valletta | Istituto Italiano di Cultura a La Valletta Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea | Ministero per i Beni e le Attività Culturali sponsored by RICCARDO LICATA. Mediterranean Soul National Museum of Archaeology ,Valletta, Malta from July, 22 to October, 9 2011 dal 22 luglio al 9 ottobre 2011 Museum of Fine Arts ,Valletta, Malta from September, 15 to October, 15 2011 dal 15 settembre al 15 ottobre 2011 in copertina: “Senza titolo”, 2011 watermark | filigrana cm 18x24 ca

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Curated by | A cura diSandro DebonoGiovanni Granzotto

Texts by | Testi diBruno BusettiCarmel CassarSandro DebonoGiovanni GranzottoLuigi MarrasAnselmo Villata

Ideazione e realizzazione | Conceived and realized byIstituto Nazionale d’Arte ContemporaneaStudio d’Arte GR, Sacile (PN)

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RICCARDO LICATA. Mediterranean SoulNational Museum of Archaeology,Valletta, Malta

from July, 22 to October, 9 2011 dal 22 luglio al 9 ottobre 2011Museum of Fine Arts,Valletta, Malta

from September, 15 to October, 15 2011 dal 15 settembre al 15 ottobre 2011

in copertina: “Senza titolo”, 2011 watermark | filigrana cm 18x24 ca

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43Senza titolo, 1954

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 65x50

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Senza titolo, 1956

oil on canvas olio su tela cm 50x4044

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45Senza titolo, 1956-1957

oil on canvas olio su tela cm 65x95

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Senza titolo, 1958

oil on canvas olio su tela cm 100x10046

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47Il giudice, 1960

oil on canvas olio su tela cm 60x46

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Il giudice, 1960

tempera on pressed paper tempera su carta pressata cm 150x10048

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49Senza titolo, 1961

mixed media on canvas tecnica mista su tela cm 90x70

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Pittura n.1, 1963

oil on canvas olio su tela cm 55x7050

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51Senza titolo, 1963

mixed media on canvas tecnica mista su tela cm 65x50

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Senza titolo, 1963

tecnica mista su cartone mixed media on cardboard cm 50x65

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Situazione, 1965

oil on canvas olio su tela cm 115x8954

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55Peinture BV71, 1971

mixed media on canvas tecnica mista su tela cm 89x116

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Senza titolo, 1973

oil on canvas olio su tela cm 150x20056

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57Composizione, 1985

oil on canvas olio su tela cm 90x70

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Barcellona, 1989

oil on canvas olio su tela cm 70x7058

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59Senza titolo, 1995

mixed media on canvas tecnica mista su tela ø cm 80

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Ritratto di Giovanni, 1997

tempera on canvas tempera su tela cm 81x100

Elogio del Thai e del Mown, 2002

oil on canvas olio su tela cm 100x100

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61Omaggio a Tagore, 2005

oil on canvas olio su tela cm 100x150

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Senza titolo, 2006

oil on canvas olio su tela cm 70x140

Senza titolo, 2006

oil on canvas olio su tela cm 130x160

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63Raisons, 2006

oil on canvas olio su tela cm 195x130

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La Sacra Famiglia, 2006

oil on canvas olio su tela cm 130x19564

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Senza titolo, 2007

oil on canvas olio su tela ø cm 12066

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67Senza titolo, 2008

mixed media on canvas tecnica mista su tela cm 195x130

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Graffiato, 2008

oil on canvas olio su tela cm 60x73

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69Senza titolo, 2010

oil on canvas olio su tela cm 130x195

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Senza titolo, 2010

oil on canvas olio su tela cm 98x14670

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72

Senza titolo, 2010

oil on canvas olio su tela cm 70x100

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73Senza titolo, 2010

mixed media on canvas tecnica mista su tela cm 97x130

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Senza titolo, 2011

mixed media on canvas tecnica mista su tela cm 90x116

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75MGB, 1989

mosaico mosaic cm 73x83

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AMN, 1989

mosaico mosaic cm 45x60

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Senza titolo, 2002

mosaico mosaic cm 53x73

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Trittico, 2002

mosaico mosaic cm 110x40

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BAN, 1990

mosaico mosaic cm 70x70

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83D5, 2001

Kilim tapestry arazzo kilim cm 154x209

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B10, 2001

Kilim tapestry arazzo kilim cm 200x360

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D4, 2001

Kilim tapestry arazzo kilim cm 104x248

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87B1, 2001

Kilim tapestry arazzo kilim cm 125x175

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AALLOONNGG TTHHEE MMEEDDIITTEERRRRAANNEEAANN AANNDD AACCRROOSSSS MMAALLTTAA

LLUUNNGGOO IILL MMEEDDIITTEERRRRAANNEEOO EE PPEERR MMAALLTTAA

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91Sicilia, 2005

oil on canvas olio su tela cm 70x100

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Senza titolo (Lungo le coste del Mediterraneo), 1998

mixed media on pressed paper tecnica mista su carta pressata cm 49x69

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93Dal viaggio in Egitto, 2005

oil on tree bark olio su corteccia d’albero cm 80x75

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Dal viaggio in Egitto, 2005

oil on tree bark olio su corteccia d’albero cm 65x98

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95Omaggio a Bisanzio, 2006

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 53x70

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Oro nel Mediterraneo, 2007

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 55x7696

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97Sole sul Mediterraneo, 2007

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 80x94

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Omaggio a Bisanzio, 2007

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 53x70

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99I cavalieri di Malta, 2008

mixed media and sand on cardboard tecnica mista su cartone sabbiato cm 32x44

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Senza titolo (Mediterraneo), 2008

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 55x73

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101Calabria, 2009

oil on paper olio su carta cm 100x120

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Le nevi su Mediterraneo, 2008

oil on canvas olio su tela cm 89x116

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103Senza titolo (Nevi sul Mediterraneo), 2009

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 55x74

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Eolie, 2009

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 50x67

Tramonto sul Mediterraneo, 2008

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 100x150

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105Malta, fra i Bruni e gli Ori, 2011

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 50x67

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Malta, fra i Bruni e gli Ori, 2011

mixed media on paper tecnica mista su carta cm 50x64

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107Malta, fra i Bruni e gli Ori, 2011

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Malta, fra i Bruni e gli Ori, 2011

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Inverno sul Mediterraneo, 2011

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109Mediterraneo, 2011

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111Alba su Malta, 2011

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Malta and Sicily: the Primacy of LicataCarmel Cassar, University of Malta

Before the arrival of the Hospitalier Order of St. John in 1530, Malta was essentially a self-contained island with its own language, customs and archaic economy, and for centuries itmanaged to preserve its distinctive form of civilization. Malta depended so heavily on Sicilythat it had no strategic value and became, “no more than an auxil iary base, as a Sicilian over-lord had no interest in doing anything with Malta, other than keeping it out of the hands ofa hostile power”.1

In striking contrast with this isolation, an accidental change of rule in the sixteenth cen-tury brought to Malta’s shores an entirely different civilization and way of life. Malta becameintegrated into the shipping routes of the central Mediterranean and even its culture wastransformed.

Nevertheless Sicily still played a fundamental role in Malta’s political, economical and cul-tural life, in view of the fact that Sicily was an important supplier of grain, the principal com-modity at the time.

Naval and Commercial ActivitiesDue to the scarsity of resources, practically everything in the Maltese Islands had to be im-

ported.2 Moreover, geographical isolation compelled merchants to direct their attention to-wards maritime communication for commercial development.

It seems that towards the end of the Middle Ages all sorts of commercial transactions werecarried out in Malta. There is evidence that 600 chiramidi or roof tiles (ciaramiti in modern Sici-lian, Italian tegole) had to be imported from Licata for the rebuilding of the Santo Spirito Hos-pital in Rabat, the suburb of the old capital, Mdina. Stanley Fiorini asserts that the bulk of thetiles required were obtained locally from individuals who presumably had no further need for

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1 B. Blouet, The Story of Malta, London, 1982, pp.16-17; C. Cassar, A Concise History of Malta, Malta, 2002, pp.60-63.2 J. Quintin d’Autun, Insulae Melitae Descriptio, by H. C. R. Vella, The Earliest Description of Malta, Malta 1980, p. 35; G.

Bosio, Dell’istoria della sacra religione et ill.ma militia di S. Giovanni Gerosolimitano, part III, Stamperia Apostolica Vaticana, Rome,1602, p. 30; P. Falcone, ‘Una relazione di Malta sulla fine del Cinquecento’, in Archivio Storico di Malta, Rome, vol. IV (1933),pp.28-29

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Malta e la Sicilia: il Primato di LicataCarmel Cassar, Università di Malta

Prima dell’arrivo dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni nel 1530, Malta era essenzial-mente un’isola autonoma, dotata di una lingua e di costumi propri, caratterizzata da un’eco-nomia di stampo arcaico, essendo riuscita per secoli a conservare una propria forma di civiltàdistintiva. Malta dipendeva in maniera talmente marcata dalla Sicilia da essere priva di valorestrategico, diventando “niente altro che una base ausiliaria, dal momento che un grande signoresiciliano non aveva alcun interesse a fare null’altro di Malta, se non mantenerla al di fuori dallemani di una potenza ostile”.1

In stridente contrasto con questo isolamento, un cambiamento di governo occorso inmaniera fortuita nel XVI secolo portò sulle coste di Malta una civiltà e uno stile di vita com-pletamente diversi. Malta venne integrata nelle rotte marittime del Mediterraneo centrale, epersino la sua cultura andò incontro ad una trasformazione.

Ciononostante, la Sicilia svolgeva ancora un ruolo fondamentale nella vita politica, econo-mica e culturale di Malta, in considerazione del fatto che la Sicilia rappresentava un importantefornitore di grano, la principale materia prima del tempo.

LE ATTIVITÀ NAVALI E COMMERCIALI

A causa della scarsità di risorse, nelle isole maltesi doveva essere importato praticamentetutto.2 Inoltre, l’isolamento geografico costringeva i commercianti a dirigere la loro attenzioneverso la comunicazione marittima per lo sviluppo commerciale.

Sembra che verso la fine del Medioevo a Malta si effettuasse ogni sorta di transazione com-merciale. Sussistono prove a suffragio del fatto che 600 chiramidi o tegole (ciaramiti in sicilianomoderno) dovettero essere importate da Licata per la ricostruzione dell’Ospedale Santo Spir-ito di Rabat, alla periferia dell’antica capitale, Mdina. Stanley Fiorini afferma che la maggior parte

1 B. Blouet, The Story of Malta (La storia di Malta), Londra, 1982, pp.16-17; C. Cassar, A Concise History of Malta (BreveStoria di Malta), Malta, 2002, pp.60-63.

2 J. Quintin d’Autun, Insulae Melitae Descriptio, a cura di H. C. R. Vella, The Earliest Description of Malta (La prima de-scrizione di Malta), Malta 1980, p.35; G. Bosio, Dell’istoria della sacra religione et ill.ma militia di S. Giovanni Gerosoli-mitano, parte III, Stamperia Apostolica Vaticana, Roma, 1602, p. 30; P. Falcone, ‘Una relazione di Malta sulla fine delCinquecento’, in Archivio Storico di Malta, Roma, vol. IV (1933), pp. 28-29

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3 S. Fiorini, ‘Rabat and its People in the Late Middle Ages’, J. Azzopardi (ed), St Paul’s Grotto, Church and Museum at Rabat,Progress Press, Malta 1990, p. 15.

4 Padron Rispolo was trusted by the Order and his services continued to be much appreciated by the Order of St.John. For further information about the role of the Rispolo family see C. Cassar, Society, Culture and Identity in the Early Mo-dern Malta, Mireva, Malta, 2000, pp.84-91.

5 NLM Libr ms. 1220, pp.193, 195-6.6 L. Vitali, Licata città demaniale, La Vedetta, Licata 1909, reprinted 1998, p. 135.7 G. Wettinger, The Jews of Malta in the Late Middle Ages, Midsea Publications, Malta, 1985, p.99, n.16.8 L. Vitali, Licata cit., p. 135.9 C. Incorvaia, ‘Economia-grano ed economia-barca a Licata nel ‘500’, in La Vedetta, August 2001, pp.8-9.

them. Fiorini also claims that the Sicilian style roof tiling was fairly widespread in theMdina/Rabat area during the 15th century.3 It is presumed that whilst encouraging a spirit ofentrepreneurship amongst part of the Maltese population, Malta’s scarcity of resources mighthave also attracted foreigners to settle there.

It was probably for this reason that from the early days of their stay in Malta, the Hospi-tallers decided to confide some of their most important missions in the hands of padroni (sea-captains) of small sailing vessels. These were commissioned to perform all sorts of services,and were employed in the ferrying of provisions of all sorts from Sicily. In 1599 VincentioRispolo was sent to Licata entrusted with a large sum of money pertaining to the ComunTesoro (the Order’s Treasury) to buy grain from there. Grand Master Garzes (1595-1601) ensuredthat Rispolo’s frigate was well protected and for this purpose he ordered two galleys to ac-company the vessel for its safe conduct to Licata.4 These closely knit ties with Sicily, particu-larly with Licata, must be seen in the context of the conditions of the 17th century. One mustbear in mind that the Maltese people were considered as inhabitants of a kingdom whichmeant they belonged entirely to the domain of the Kingdom of Sicily.

It should be remembered that the Maltese islanders were deemed regnicoli, that is, they be-longed integrally to the royal domain of the Sicilian Kingdom. This made them eligible forduty-free food provisions from Sicily, a fact which explains why since 1526, the mastro secreto,or Chief Fiscal Officer of that Kingdom, had ordered all Secreti of the Sicilian towns, particularlythe one of Licata, to supply Malta with duty-free food merchandize.5

Malta imported most of its grain from Sciacca, Girgenti (now Agrigento), Terranova (nowGela) and Licata, but the latter was considered ‘the granary of Malta’.6 Infact on the 14th July1468 the Viceroy of Sicily ordered the royal officials of Licata to allow the export of 400 tratteof grain to Malta.7 At the end of the 16th century Malta is reported to have extracted between16,000 and 20,000 salme of grain per year from Licata alone.8 The special bond between Maltaand Licata might owe to the fact that as Incorvaia explains, the route to Malta – seventy nau-tical miles – is direct.9

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delle tegole richieste vennero reperite a livello locale, cedute da singole persone che, con tuttaprobabilità, non ne avevano più bisogno. Fiorini sostiene, inoltre, che nel corso del XV secololo stile siciliano nella posa delle tegole era abbastanza diffuso nella zona di Mdina/Rabat.3 Sipresume che, se da un lato incoraggiava lo spirito imprenditoriale tra una parte della popo-lazione maltese, la scarsità di Malta in termini di risorse potrebbe aver anche attratto l’arrivodi stranieri per stabilirvisi.

Fu probabilmente per questo motivo che fin dai primi giorni del loro soggiorno a Malta, gliOspitalieri decisero di affidare alcune delle loro missioni più importanti nelle mani di padroni(capitani) di vascelli di piccole dimensioni. Questi vennero incaricati di eseguire ogni tipo diservizi, ed impiegate nel traghettamento di approvvigionamenti di ogni genere dalla Sicilia. Nel1599,Vincentio Rispolo venne inviato a Licata: gli venne affidata una grossa somma di denaroappartenente al Comun Tesoro (il Tesoro dell’Ordine) per l’acquisto di grano. Il Gran MaestroGarzes (1595-1601) garantì una buona protezione alla fregata di Rispolo, al cui scopo dette or-dine a due galee di scortare il vascello affinché giungesse a Licata in tutta sicurezza.4 Questilegami particolarmente stretti con la Sicilia, e in particolare con Licata, vanno considerati al-l’interno del contesto delle condizioni esistenti nel XVII secolo. Bisogna tenere a mente che ilpopolo maltese era considerato un insieme di abitanti appartenenti ad un regno, il che sig-nificava che apparteneva interamente al dominio del Regno di Sicilia.

Va ricordato che gli isolani maltesi erano ritenuti dei regnicoli, cioè, essi appartenevano inte-gralmente al dominio reale del Regno di Sicilia. Ciò li rendeva adatti all’approvvigionamento diprodotti alimentari esenti da dazio dalla Sicilia, un fatto che spiega perché, a partire dal 1526, ilmastro secreto, ovvero il Direttore fiscale di quel Regno, avesse ordinato a tutti i secreti delle città si-ciliane, in particolare a quello di Licata, la fornitura a Malta di generi alimentari esenti da dazio.5

Malta importava la maggior parte del proprio grano da Sciacca, Girgenti (l’attuale Agrigento),Terranova (l’attuale Gela) e Licata, ma era quest’ultima ad essere considerata ‘il granaio diMalta’.6 Tanto è vero che 14 luglio 1468 il viceré di Sicilia ordinò ai funzionari reali di Licata diconsentire l’esportazione di 400 tratte di grano a Malta.7 Si riferisce che sul finire del XVI secolo

3 S. Fiorini, ‘Rabat and its People in the Late Middle Ages’ (‘Rabat e la sua gente nel tardo Medioevo’), J. Azzopardi (ed),Grotta di San Paolo, Chiesa e Museo di Rabat, Progress Press, Malta 1990, p. 15.

4 Padron Rispolo godeva della fiducia dell’Ordine e i suoi servizi continuarono ad essere molto apprezzati dall’Or-dine di San Giovanni. Per ulteriori informazioni sul ruolo della famiglia Rispolo, si veda C. Cassar, Society, Culture and Iden-tity in the Early Modern Malta (Società, cultura e identità agli albori della Malta Moderna), Mireva, Malta, 2000, pp. 84-91.

5 NLM Libr ms. 1220, pp.193, 195-6.6 L. Vitali, Licata città demaniale, La Vedetta, Licata 1909, ristampa 1998, p. 135.7 G. Wettinger, The Jews of Malta in the Late Middle Ages (Gli ebrei di Malta nel tardo medioevo), Midsea Publications,

Malta, 1985, p. 99, n. 16.

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10 A more extensive discussion on the incomplete material is found in Cassar, Society, cit., p. 75.11 V. Mallia-Milanes, Venice and Hospitaller Malta 1530-1798, PEG, Malta 1992, p. 107 cf. NLM Univ. vol. 15 f. 130v.12 F. Braudel, The Mediterranean and the Mediterranean world in the age of Philip II, vol. i, Fontana, London 1972, p. 604.13 After the arrival of the Hospitalier Order of St. John there were two Local Councils in Malta, the old Council of

Mdina and the one of the new harbour area. The latter had been initially set up in Birgu (Vittoriosa after the Great Siegeof Malta of 1565), but after 1571 it was transferred to the new capital of Valletta.

14 NLM Univ. vol. 202, f. 328: 26 Novembre 1569; M. Aymard & H. Bresc, ‘Nourritures et consommation en Sicile entrexivé et xviiié siécle’, Annales: economies, sociétés, civilisations, A. 30 (1975), pp.540-541.

15 NLM Univ. vol.13, f. 124v.: 21 October, 1536.16 Further details on the trading of food supplies in Malta between 1530-1630 may be found in A. M. Vassallo, ‘Pri-

ces of commodities in Malta, 1530-1630’, BA (Hons) (University of Malta), Malta, 1976, pp.29-30. For a detailed analysisof the trading of Sicilian grain see O. Cancila, Baroni e popolo nella Sicilia del grano, Palumbo, Palermo, 1983 and Ibid., Impresaredditi mercato nella Sicilia moderna, Palumbo, Palermo, 1993.

Throughout the 16th and the early 17th centuries, Malta continued to be administrativelyorganized in line with the rest of Sicily. From existing yet often fragmented records, it transpi-res that Malta was so closely knit to neighbouring Sicily that four-fifths of the total amount ofsailing vessels registered between 1564 and 1600 (or 80 per cent) travelled towards this island,and 18 per cent of this shipping was directed towards Licata.10 Until the later seventeenthcentury, the importation of grain continued to be the principal activity of the Maltese eco-nomy. Malta had an active shipping fleet that frequented the coasts of Sicily, In the winter of1590/91, four vessels were sent to Licata by the Universit to fetch 3,000 salme of grain that hadbeen promised by the Sicilian Viceroy. But the weather was so exceptionally furious, that twoof them were caught up in the raging floods of Licata, the third was driven off course, and thefourth returned to Malta “without a single ear of corn”.11

Malta possessed an active fleet which sailed the Sicilian coasts, the West and even more fre-quently to neighbouring Tunisia. So until 1664, part of the considerable amount of silver whichthe fleet transported was left to circulate in Sicily.12 The Maltese Università (the Town Council)13

usually preferred to buy grano forte (durum wheat) also known as grano di Rocella.14 This was mo-stly shipped from Licata, although smaller amounts arrived from other carricatori (grain centres),particularly Girgenti (modern Agrigento) and Terranova (modern Gela). If the grain was loadedin Licata, hiring costs in 1536 amounted to 2 tarì per salma [See table below] for every trip toMalta and 10 grani less if it was transported from Terranova.15Yet the Università had establishedsuch close ties with Licata that towards the end of the century the price of grain was fixed ac-cording to the dry measures of Licata. Sometimes the harbour Università (the one represent-ing the cities in the harbour area which included Valletta, Vittoriosa, Senglea and Cospicua)used Maltese measures; however Mdina strictly applied the measures of Licata. The salma ofLicata consisted of 16 tumuli (225kg); the Maltese salma measured 14 tumuli and 4 mondelli (206kg) as established by the harbour Università on the 18th October 1564.16 Although the tumulo

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Malta importasse tra le 16.000 e le 20.000 salme di grano all’anno dalla sola Licata.8 Il legame spe-ciale esistente tra Malta e Licata potrebbe essere dovuto al fatto che, come spiega Incorvaia, vifosse una rotta diretta per Malta – 70 miglia nautiche.9

Per tutto il XVI secolo e l’inizio del XVII, Malta continuò ad essere organizzata amministra-tivamente in linea con il resto della Sicilia. Dalla documentazione esistente, seppur spessoframmentaria, emerge che Malta era unita in maniera talmente stretta alla vicina Sicilia che iquattro quinti del numero totale dei vascelli registrati tra il 1564 e il 1600 (ossia l’80 per cento)faceva rotta verso quest’isola, e che il 18 per cento di questo traffico fosse diretto a Licata.10 Finoal tardo XVII secolo, l’importazione di grano continuò a costituire l’attività principale dell’e-conomia maltese. Malta aveva un’attiva flotta marittima che frequentavano le coste della Sicilia.Nell’inverno del 1590/91, quattro navi vennero inviate a Licata dall’Università al fine di reperire3.000 salme di grano, che erano state promesse dal viceré di Sicilia. Tuttavia, le condizioni me-teorologiche furono talmente avverse che due di esse finirono per essere coinvolte nella furiadelle inondazioni di Licata, mentre una terza venne spinta fuori rotta, e la quarta dovette farritorno a Malta “senza una singola spiga di grano”.11

Malta possedeva una flotta attiva che navigava fino alle coste siciliane, dell’Occidente e, ancorpiù spesso, della vicina Tunisia. Così, fino al 1664, una parte della considerevole quantità di ar-gento trasportata dalla flotta veniva lasciato a circolare in Sicilia.12 L’Università di Malta (il Muni-cipio)13 di solito preferiva acquistare grano forte (cioè duro), noto anche con il nome di grano diRocella.14 Questo era per lo più trasportato da Licata, anche se quantità minori giungevano daaltri carricatori (centri del grano), in particolare da Girgenti (l’odierna Agrigento) e da Terranova(l’odierna Gela). Se il grano veniva caricato a Licata, i costi di nolo nel 1536 erano pari a 2 tarì perogni salma [si veda la tabella sotto] per ogni viaggio a Malta e a 10 grani in meno se era trasportatada Terranova.15 Eppure, l’Università aveva stabilito legami tanto stretti con Licata che verso la finedel secolo il prezzo del grano fu fissato in base alle misure a secco di Licata. A volte l’Università di

8 L. Vitali, Licata cit., p. 135.9 C. Incorvaia, ‘Economia-grano ed economia-barca a Licata nel ‘500’, in La Vedetta, agosto 2001, pp. 8-9.10 Una discussione più ampia sul materiale incompleto è reperibile in Cassar, Society, cit., p. 75.11 V. Mallia-Milanes, Venice and Hospitaller Malta 1530-1798 (Venezia e la Malta degli Ospitalieri 1530-1798), PEG, Malta

1992, p. 107 cf. NLM Univ. vol. 15 f. 130v. 12 F. Braudel, The Mediterranean and the Mediterranean world in the age of Philip II (Il Mediterraneo e il mondo mediterraneo

nell’età di Filippo II), vol. i, Fontana, Londra 1972, p. 604.13 Dopo l’arrivo dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni, a Malta vi erano due Consigli Locali, ovvero il vecchio

Consiglio di Mdina e quello della nuova zona portuale. Quest’ultimo era stato inizialmente istituito a Birgu (Vittoriosadopo il Grande Assedio di Malta del 1565), ma dopo il 1571 fu trasferito nella nuova capitale, La Valletta..

14 NLM Univ. vol. 202, f. 328: 26 Novembre 1569; M. Aymard & H. Bresc, ‘Nourritures et consommation en Sicile entrexivème et xviiième siècle’, Annales: économies, sociétés, civilisations, A. 30 (1975), pp. 540-541.

15 NLM Univ. vol.13, f. 124v.: 21 ottobre, 1536.

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17 NLM Univ. vol. 17, f. 140v.18 NLM, Univ. vol. 14, f. 77: 27 October 1574.19 NLM, Libr. ms. 162, f. 124.20 NMA, MCC, RRM, unpaged single volume, 1588-1617.21 C. Cassar, Society, Culture and Identity, p. 78.22 C. Cassar, ‘U mulu di Malta: The Maltese trade in donkeys and mules’, in Storja ‘96, University of Malta Historical So-

ciety, Malta, (1996), pp.12-20.

of Licata continued to be the normal measure for grain transactions on the Maltese market,the weights varied with time.17

In Sicily, the most active figure was the Consul of Licata, whose primary role was to settlebills and to accommodate the Univerisità of Malta in all its needs, particularly to ensure all ne-cessary guarantees for the vessels that transported grain to Malta.18 Similarly the consum-ption and importation of wine was of such vital importance that it came second only to thetransaction of grain. This might explain the reason why the Order of St. John insisted and didits utmost to import 350 tax-free barrels of wine per year from Sicily.19

Further evidence of the wine trade in the 16th century is found in the records of the Cu-stoms arrival for the years between 1588-59 and 1595-96.20 Although scanty and probably in-complete, these two lists throw light on the passengers and their place of origin. This ispossible since they were obliged to declare the purpose of their visit to Malta. Among themwine merchants form the largest group of tradesmen in the lists. All wine merchants in the1588-9 list, with the exception of Pietro Zupello, declared that their wine came from Syracuse.Zupello, who embarked at Licata, did not mention the provenience of his wine.21

Although Malta depended heavily on the importation of a large array of goods from Sicilyit also exported bulky merchandise to the nearby Sicilian ports. These exports apparently con-sisted mainly of cotton and beasts of burden. Scattered information regarding the mule anddonkey trade available for the late 16th and early 17th centuries includes information on bulkymerchandies which was intended to be embarked to one of the nearby Sicilian ports, Italy orMarseilles. Beasts of burden were treated as bulky merchandise and great care was taken to de-scribe their colour, sex and whether they were donkeys, mules, or more rarely horses. Between1589 and 1611, a total of 146 trips made by vessels which departed from Malta transported 957beasts of burden. The destination was often indicated though somewhat in a vague manner.In all, 58 traders stated their intention of going to the Kingdom of Sicily while 65 mentioned aspecific port of call. Forty four of these indicated Licata followed by Terranova 15; Girgenti andScicli 8 each; Pozzallo 6; Mazzara 2; Syracuse and Spaccafurno one each.22 Even in the trade ofbeasts of burden Licata was preferred to other Sicilian towns on the south coast.

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porto (quella che rappresentava le città della zona portuale, comprendente La Valletta, Vittoriosa,Senglea e Cospicua) utilizzava le misure maltesi, sebbene Mdina applicasse rigorosamente lemisure vigenti a Licata. La salma di Licata consisteva in 16 tumuli (pari a 225 kg); la salma maltese,invece, misurava 14 tumuli e 4 mondelli (pari a 206 kg), secondo quanto stabilito dall’Universitàportuale in data 18 ottobre 1.564.16 Sebbene il tumulo di Licata abbia continuato a rappresentarela misura normale per le transazioni di grano sul mercatomaltese, i pesi variarono con il tempo.17

In Sicilia, la figura più attiva era il Console di Licata, il cui ruolo principale era quello di sal-dare le fatture e di assecondare l’Università di Malta in tutte le sue esigenze, in particolare perassicurare tutte le garanzie necessarie alle navi attive nel trasporto del grano a Malta.18 Analoga-mente, il consumo e l’importazione di vino era di importanza talmente vitale da situarsi inseconda posizione, secondo solo allo scambio di grano. Ciò potrebbe spiegare il motivo per cuil’Ordine di San Giovanni a insistesse facesse del tutto per importare dalla Sicilia 350 botti divino all’anno esenti da imposta.19

Un’ulteriore prova del commercio di vino nel XVI secolo è da ricercarsi nei registri doganalid’ingresso relativi agli anni compresi tra il 1588-59 e il 1595-96.20 Seppur scarsi e probabilmenteincompleti, questi due elenchi gettano luce sui passeggeri ed il loro luogo di origine. Ciò è pos-sibile perché questi ultimi venivano obbligati a dichiarare lo scopo della loro visita a Malta. Tradi loro, i commercianti di vino costituiscono il più numeroso gruppo di commercianti delleliste. Tutti i commercianti di vino nella lista del 1588-9, ad eccezione di Pietro Zupello, dichiar-avano che il loro vino proveniva da Siracusa. Zupello, che si imbarcò a Licata, non menzionala provenienza del suo vino.21

Sebbene Malta dipendesse in larga misura dall’importazione di una vasta gamma di prodottidalla Sicilia, essa esportava anche merci ingombranti verso i vicini porti siciliani. Queste es-portazioni consistevano, a quanto pare, principalmente in cotone e bestie da soma. Le spo-radiche informazioni disponibili per quanto riguarda il commercio dei muli e degli asini neltardo XVI secolo e l’inizio del XVII includono informazioni su merci ingombranti destinate ad

16 Ulteriori dettagli in merito al commercio di generi alimentari a Malta tra il 1530 e il 1630 possono essere reperitiin A. M. Vassallo, ‘Prices of commodities in Malta, 1530-1630’ (‘Prezzi delle materie prime a Malta, 1530-1630’), BA (Hons)(Università di Malta), Malta, 1976, pp. 29-30. Per un’analisi dettagliata del commercio del grano siciliano, si veda O. Can-cila, Baroni e popolo nella Sicilia del grano, Palumbo, Palermo, 1983 e Ibid., Impresa redditi mercato nella Sicilia moderna, Palumbo, Pa-lermo, 1993.

17 NLM Univ. vol. 17, f. 140v.18 NLM, Univ. vol. 14, f. 77: 27 ottobre 1574.19 NLM, Libr. ms. 162, f. 124.20 NMA, MCC, RRM, volume unico con pagine non numerate, 1588-1617.21 C. Cassar, Society, Culture and Identity (Società, Cultura e Identità), p. 78.

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23 G.F. Abela, Della descrittione di Malta isola nel mare siciliano, con le sue antichità et altre notitie, Paolo Bonacota, Malta, 1647,pp.178-179; J. Busuttil, ‘Diodorus Melitensis’, in Melita Historica, vol. v (1968), p. 33; J. Beloch, ‘La popolazione antica dellaSicilia’, in Archivio Storico Siciliano, N. S.A, vol. xiv (1883), pp.1-80. The list of the Sicilian towns includes Malta and Gozo,seep. 78.

24 J. Busuttil, ‘Diodorus Melitensis’, pp. 33-34.25 E. Gentile, ‘Fonti documentarie della storia dei Malta negli archivi privati’, in Archivio Storico di Malta, Rome, vol. VIII (1937), p.

385.

The Role of EmigrationMalta’s geographical position, coupled with dependence on Sicily for its grain, led to the cre-

ation of very strong bonds between the populations of the two islands. The oldest referenceto these bonds is given by Cicero, who in his indictment of Caius Verres refers to DiodorusMelitensis, an inhabitant of Malta, who migrated to Lilybaeum (modern Marsala), where he en-joyed great fame.23

In the Verrine orations we hear time and time again of people moving from one Siciliantown to another. Thus people in the Roman province were in the habit of travelling from onepart to another without let or hindrance in search of better job opportunities or otherwise.According to J. Busuttil,

Cicero relates a story of a person who like other Sicilians had a Greek name. Like other Sicilians he could movefrom one part of the province of Sicily to another. He was, like other Sicilians, under the patronage of powerful in-dividuals in Rome.24

In later times, Malta retained its ties with Sicily. Hence the island formed part of Muslim Si-cily, was conquered by the Normans together with Sicily, and in 1398 Malta and Gozo cameto form part of the royal domain or regio demanio, thus passing to the direct administrationof the crown.25

Furthermore, fear of Muslim invasions often led to mass evacuations from Malta to thedetriment of the local defence system. Large scale migration to Sicily was such a great worryto Palermo that, in May 1437, the Maltese residents of Sicily were compelled to return to Malta.In such circumstances, it should come as no surprise that the Maltese found it so natural tosettle in the various Sicilian communes and fuse with ease with the inhabitants of mainlandSicily.

For most of the sixteenth century, under the Order’s rule, the Maltese islands lived in con-stant fear of some sudden descent of the Ottoman fleet, or of its more energetic allies on theBarbary coast. After the Gozo razzia of 1551, a gradual drift to Sicily commenced, abetted by

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essere imbarcate per uno dei vicini porti della Sicilia, dell’Italia o di Marsiglia. Le bestie da somaerano trattate come merce ingombrante e si prestava molta cura nel descriverne il colore e ilsesso nello specificare se si trattasse di asini piuttosto che di muli o, più raramente, di cavalli.Tra il 1589 e il 1611, un totale di 146 viaggi vennero intrapresi da navi che, partendo da Malta,trasportarono 957 bestie da soma. La destinazione era spesso indicata, seppur in modo al-quanto vago. In tutto, sono 58 i commercianti che dichiararono la propria intenzione di recarsinel Regno di Sicilia, mentre 65 sono coloro che citarono un porto di scalo specifico. Di questi,quarantaquattro indicarono Licata, seguita da Terranova (15); seguono poi Girgenti e Scicli, con8 menzioni ciascuna; Pozzallo, con 6; Mazzara, con 2; infine, Siracusa e Spaccafurno, con unaper ciascuna.22 Persino nel commercio di bestie da soma, Licata era preferita ad altre città si-ciliane della costa meridionale.

Il ruolo dell’EmigrazioneLa posizione geografica di Malta, insieme alla dipendenza dalla Sicilia per l’approvvigiona-

mento di grano, portarono al consolidamento di legami molto forti tra le popolazioni delledue isole. Il più antico riferimento a questi legami ci viene da Cicerone, il quale, nel suo attod’accusa contro Caio Verre, fa riferimento a Diodoro Melitense, un abitante di Malta, che emi-grò a Lilibeo (Lilybaeum in latino, l’attuale Marsala), dove godette di grande fama.23

Nelle orazioni Verrine leggiamo ripetutamente di persone che si spostano da una città si-ciliana a un’altra. La gente della provincia romana aveva dunque l’abitudine di viaggiare da unaparte all’altra senza alcun impedimento alla ricerca di migliori opportunità di lavoro o per altreragioni. Secondo J. Busuttil,

Cicerone racconta la storia di una persona che, al pari di altri siciliani, aveva un nome greco. Come altri sicil-iani, egli poteva muoversi da una parte all’altra della provincia siciliana. Lo stesso godeva, come altri siciliani, dellaprotezione di personalità influenti a Roma.24

In tempi successivi, Malta mantenne i suoi legami con la Sicilia. Per conseguente, l‘isola feceparte della Sicilia musulmana, fu conquistata dai Normanni insieme con la Sicilia, e nel 1398Malta e Gozo entrarono a far parte del dominio reale o regio demanio, passando così all’am-ministrazione diretta della corona.25

22 C. Cassar, ‘U mulu di Malta: The Maltese trade in donkeys and mules’ (‘U Mulu di Malta: Il commercio maltese diasini e muli’), in Storja ‘96, Università di Malta Historical Society, Malta, (1996), pp.12-20.

23 G.F. Abela, Della descrittione di Malta isola nel mare siciliano, con le sue antichità et altre notitie, Paolo Bonacota, Malta, 1647, pp.178-179; J. Busuttil, ‘Diodorus Melitensis’, in Melita Historica, vol. v (1968), p. 33; J. Beloch, ‘La popolazione antica della Si-cilia’, in Archivio Storico Siciliano, N. S. A, vol. xiv (1883), pp. 1-80. La lista delle città siciliane include Malta e Gozo, p. 78.

24 J. Busuttil, ‘Diodorus Melitensis’, pp. 33-34.25 E. Gentile, ‘Fonti documentarie della storia dei Malta negli archivi privati’, in Archivio Storico di Malta, Roma, vol. VIII (1937), p. 385.

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26 Bosio, Dell’istoria della sacra religione cit., p. 737; D. Cutajar & C. Cassar, ‘Malta and the sixteenth century struggle forthe Mediterranean’, second edition G. Cassar, The Great Siege 1565. Separating fact from fiction. Sacra Militia Foundation, Malta,2005, p. 19.

27 Bosio, Dell’istoria della sacra religione cit., p. 737.28 Vitali, Licata.29 NMA MCC RRM, single volume, 1588-1617.30 Pietro Parisi, Aggiunta agli avvertimenti sopra la peste, Palermo, 1603, p.56.

the various bandi of 1552, 1561 and 1565 - all urging the evacuation of gente inhabile. The Or-der’s sixteenth century historian, Giacomo Bosio, assures that after the Siege of 1565, the po-pulation of Malta was reduced to 20,000, if one were to exclude the members of the Order.Fear of a return of a larger Turkish Armada in the following spring compelled the well-off tomigrate to Sicily. These were, “led by almost all the leading families of the island, including thenoblest and the wealthiest”.26 These families, together with the descendants of the Greeksand Rhodiotes who followed the Order to Malta, settled mostly in Syracuse, Modica, Licataand Girgenti.27

After the Siege of 1565 there was such a multitude of Maltese settlers in Licata that theseset up a new quarter which came to be known as the Borgo dei Maltesi or Borgo di San Paolo afterthe newly founded parish of St Paul in that area.28 The tightly-knit family bonds which existedbetween Malta and Licata during the years following the Siege of 1565 may be observed thanksto the existence of two passenger lists, the first dated 1588-89 and the other dated 1595-96,mentioned above.29

Amongst the passengers there were a number of “Maltese” who claimed to be residents ofLicata. In November 1588, Joanni Debono and Bernardo Muscato claimed to hail from Licata,Mattiuccio Dimegh from Licata arrived on 31 January to meet a relative; and so did RaimundoMuscato of Licata who declared his intention to meet a relative.

In between the two lists of passengers Malta was visited by famine which was followed byplague. During the plague of 1592-1593 the Harbour and island of Malta were effectively sealedoff from the outside world contributing to a staggering death rate, especially in the Harbourtowns. In his Aggiunta agli avvertimenti sopra la peste, published in 1603, Pietro Parisi points outthose 3,000 souls had died of famine in the year preceding the plague. During the two yearsof the plague a further 3,600, including 40 members of the Order, lost their lives.30 The har-bour was once again officially opened to traffic in January 1594 but it must have taken sometime for news to travel.

One gets the feeling that most passengers in 1595-6 were anxious to find out about the wel-

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Inoltre, la paura delle invasioni musulmane portò spesso ad evacuazioni di massa da Malta,a scapito del sistema locale di difesa. La migrazione su larga scala verso la Sicilia rappresentavauna tale preoccupazione per Palermo che, nel maggio 1437, i residenti maltesi della Sicilia fu-rono costretti a tornare a Malta. In tali circostanze, non dovrebbe affatto sorprendere il fattoche i maltesi trovassero così naturale stabilirsi nei vari comuni siciliani e fondendosi con fa-cilità con gli abitanti dell’entroterra siciliano.

Per la maggior parte del XVI secolo, sotto il governo dell’Ordine, le isole maltesi vissero nelcostante timore di qualche improvvisa scorreria della flotta ottomana o dei loro alleati piùagguerriti della costa di Barberia. Dopo la razzia di Gozo del 1551, ebbe inizio un progressivoflusso verso la Sicilia, complici i vari bandi susseguitisi nel 1552, nel 1561 e nel 1565 – tutti voltia sollecitare l’evacuazione della gente inhabile. Lo storico cinquecentesco dell’Ordine, GiacomoBosio, assicura che dopo l’assedio del 1565 la popolazione di Malta era ridotta a 20.000 abitanti,se si dovessero escludere i membri dell’Ordine. Il timore del ritorno di un’Armata Turca ancorpiù vasta nella primavera successiva costrinse le persone benestanti a migrare verso la Sicilia.Queste erano “guidate da quasi tutte le famiglie principali dell’isola, incluse quelle più nobili ericche”.26 Tali famiglie, insieme con i discendenti dei greci e dei rodioti che seguirono l’Ordinedi Malta, si stabilirono soprattutto a Siracusa, Modica, Licata e Girgenti.27

Dopo l’assedio del 1565, vi era una tale moltitudine di coloni maltesi a Licata che questi er-essero un nuovo quartiere, divenuto poi noto come il Borgo dei Maltesi o Borgo di San Paolo, dalnome della parrocchia di nuova fondazione (San Paolo, appunto) in quella zona.28 I fitti legamifamiliari esistenti tra Malta e Licata negli anni successivi all’assedio del 1565 possono essere os-servati grazie all’esistenza di due liste dei passeggeri, la prima datata 1588-89 e l’altra datata1595-1596, come sopra accennato.29

Tra i passeggeri, vi era un certo numero di “Maltesi” che sostenevano di essere residenti a Li-cata. Nel novembre 1588, Joanni Debono e Bernardo Muscato affermavano di essere originaridi Licata; Mattiuccio Dimegh da Licata giunse il 31 gennaio per incontrare un parente; lo stessodicasi di Raimundo Muscato da Licata, il quale dichiarò di voler incontrare un parente.

Nell’intervallo intercorso tra le due liste di passeggeri, Malta venne visitata dalla carestia, se-

26 Bosio, Dell’istoria della sacra religione cit., p. 737; D. Cutajar & C. Cassar, ‘Malta and the sixteenth century struggle forthe Mediterranean’ (‘Malta e la lotta per il Mediterraneo nel XVI secolo’), II edizione G. Cassar, The Great Siege 1565. Sepa-rating fact from fiction (Il Grande Assedio 1565. Separare la realtà dalla finzione). Fondazione Sacra Militia, Malta, 2005, p. 19.

27 Bosio, Dell’istoria della sacra religione cit., p. 737.28 Vitali, Licata.29 NMA MCC RRM, volume unico, 1588-1617.

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31 G. Bonello, ‘The last will of Antonio Coniglio alias Fenech’, in The Sunday Times (Malta), 7 February 1993, pp.32-33.32 AIM, Crim, vol. 147B, item 20, f.323: 23 February 1600; cfr. C. Cassar, Witchcraft, Sorcery and the Inquisition: A study of cul-

tural values in early modern Malta, Mireva, Malta 1996, pp.62-63.33 R. Valentini, ‘I cavalieri di S. Giovanni da Rodi a Malta’, in Archivum Melitense, Malta, vol. ix (1935), p. 177.34 The number of applicants is particularly low especially if compared to the applications made by the Maltese from

Pachino (12) and Terranova (8). F. Ciappara, Marriage in Malta, in the late eighteenth century, Associated News, Malta 1988, p. 94.

fare of their relatives. On 11 September, 1595, Petro Sant declared that he visited Malta to takehis children abroad; Antonia Falzon of Licata came to meet her daughter; Brandano Cuschieriof Catania to see his son; and Mattheo Borg from Licata to meet his relatives.

How is such a behaviour explained? When the Order of St. John settled in Malta, it founda population who considered the Sicilian communes as sister-entities in which it was natu-ral for a Maltese to set up home in any of them if the person was so inclined. Thus AntonioConiglio alias Fenech, a Maltese resident of Licata, who dictated his will to Notary AntonioSfragaro on 21 December 1630, declared himself fedelissimo cristia no, cittadino di questa città… dellaLicata (Most faithful Christian, citizen of this city of Licata). In Coniglio’s will reference is madeto:

...[h]is universal heirs who are still resident in Malta: the descendent of Giovanni Zaxhaj, Mattia and Gio-vannina Camilleri daughters of the late Laurenzu Camilleri of Casal Nasciar, and Marianu, Simuni and AntoniuFenech alias Cuniglio Ziani of Casal Zebbug.31

On the other hand in 1600 the 35 year-old Antonio Cavaleri from Licata, informed the In-quisitor of Malta Monsignor Antonio Ortensio (1598-1600), that he had settled in Valletta, mar-ried a local girl and served as clerk of the Civil Law Courts (the Magna Curia Castellania) foraround five years.32

Declarations like those of Cavaleri indicate how at the end of the 16th century, the preva-lent attitude of the individual towards the commune was based on a transferable sense of lo-yalty which facilitated the movement of people to and from Sicily. Malta had its consuls in theprincipal Sicilian towns, Sicilian businessmen had their representa tives in Malta, and artisansworked side by side in all activities.33

Nevertheless the strong ties with the Sicilian cities, particularly with Licata and other citiesof the Val di Noto seem to have weakened in the 18th century since only two Maltese menwho had migrated to that town - out of a total of 135 - applied for permission to marry Mal-tese girls between 1750-1798.The number of applicants is particularly low especially if com-pared to applications by Maltese from Pachino (12) and Terranova.34 Similarly only two Licata

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guita poi dalla peste. Durante la peste del 1592-1593. il Porto e l’isola di Malta vennero effi-cacemente isolati dal mondo esterno, il che contribuì ad un tasso di mortalità impressionante,soprattutto nelle città portuali. Nella sua Aggiunta agli avvertimenti sopra la peste, pubblicato nel 1603,Pietro Parisi sottolinea come quelle 3.000 anime fossero decedute a causa della carestia nelcorso dell’anno precedente la peste. Nel corso dei due anni in cui si verificò la peste, altre 3600persone, inclusi 40 membri dell’Ordine, persero la vita.30 Il porto venne riaperto ufficialmenteal traffico nel gennaio 1594, ma la diffusione della notizia deve aver impiegato del tempo.

Si ha la sensazione che la maggior parte dei passeggeri nel 1595-6 fossero ansiosi di scoprireil benessere dei propri parenti. L’11 settembre 1595, Petro Sant dichiarò di aver visitato Malta perportare i suoi figli all’estero; Antonia Falzon di Licata venne per incontrare la figlia; BrandanoCuschieri di Catania, per vedere suo figlio; e Mattheo Borg di Licata, per incontrare i parenti.

Come si spiega un tale comportamento? Quando l’Ordine di San Giovanni si stabilì a Malta,vi trovò una popolazione che considerava i comuni siciliani come entità consorelle in cui eranaturale, per un maltese, mettere su casa in qualsiasi laddove la persona ne avesso avuto l’in-tenzione. Così Antonio Coniglio, alias Fenech, un maltese residente a Licata, che il giorno 21 didicembre del 1630 dettò il proprio testamento al Notaio Antonio Sfragaro, si dichiarò fedelissimocristiano, cittadino di questa città… della Licata. Nel testamento di Coniglio, si fa riferimento a:

...[i] suoi eredi universali che sono ancora residenti a Malta: il discendente di Giovanni Zaxhaj, Mattia e Gio-vannina Camilleri, figlie del defunto Laurenzu Camilleri di Casal Nasciar, e Marianu, Simuni e Antoniu Fenech,alias Cuniglio Ziani di Casal Zebbug.31

D’altro canto, nel 1600 il terntacinquenne Antonio Cavaleri da Licata informò l’Inquisitore diMalta. Mons. Antonio Ortensio (1598-1600), di essersi stabilito a La Valletta, di aver sposato unaragazza del luogo e di aver lavorato come impiegato presso il Tribunale Civile (la Magna CuriaCastellania) per circa cinque anni.32

Dichiarazioni come quelle di Cavaleri indicano come, alla fine del XVI secolo, l’atteggiamentoprevalente del singolo nei confronti del Comune fosse basato su un senso di lealtà trasferibileche facilitava il movimento delle persone da e per la Sicilia.Malta aveva i suoi consoli nelle prin-

30 Pietro Parisi, Aggiunta agli avvertimenti sopra la peste, Palermo, 1603, p. 56.31 G. Bonello, ‘The last will of Antonio Coniglio alias Fenech’ (‘‘Le ultime volontà di Antonio Coniglio alias Fenech’’),

in The Sunday Times (Malta), 7 febbraio 1993, pp. 32-33.32 AIM, Crim, vol. 147B, item 20, f. 323: 23 febbraio 1600; cfr. C. Cassar, Witchcraft, Sorcery and the Inquisition: A study of cul-

tural values in early modern Malta (Arti magiche, stregoneria ed Inquisizione: uno studio dei valori culturali agli albori dellaMalta moderna), Mireva, Malta 1996, pp. 62-63.

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35 Ciappara, Marriage, p. 95.36 B. Fiorentini, Malta rifugio di esuli e focolare ardente di cospirazione durante il Risorgimento italiano, Casa S. Giuseppe, Hamrun,

Malta 1966, pp. 202-209.37 ...Sin dal 1847 avevo relazioni commerciali con gente di Malta e per stringere amicizie personali, nel 1848 per la via di Siracusa, andai

in quella isola. Ben presto conobbi molti individui: commercianti, professionisti, uomini politici, profughi siciliani. Alcuni dei miei amici nuovierano attivi massoni; quindi fui iniziato nella Loggia di San Giovanni. Partecipai assiduamente ai lavori massonici... e quando ottenni il gradoche bisognava avere per fondare insieme con un altro fratello dello stesso grado, logge in città prive di luce – come Licata – ritornai in Sicilia. M.Vecchio Verderame, Ricordi patriottici, (5th edition by Calogero Carità). De Pasquali, Licata 1911, p.34. The text was kindlyput at my disposal by Dott.ssa Serena Dainotto, Librarian of the Archivio di Stato, Rome.

38 Probably Corvaia had already left Malta when the Police drew a list of Italian residents on the 14th November 1849.

males filed an application for a marriage license, out of 252 applicants, between 1750 and1759.35

In the mid-nineteenth century - at a time when Malta as a British colony became a refugefor Italian exiles - the large number of Sicilian exiles hailed mainly from the large cities of Pa-lermo, Catania, Messina, and to a lesser extent Syracuse. An official list of foreign residents inMalta - compiled by the Police Office and published on 17 November 1849 - lists 544 men, 164women and 183 children mostly Sicilian, and practically all Italian. Yet only two men hailedfrom Licata. These were Emanuele Ferreri, a tailor aged 33, who came to Malta on 25 Sep-tember 1843; and Giuseppe Damanti, a cobbler aged 28, who arrived in Malta on 10 March1849.36

Judging by these records one gets the impression that in the mid-nineteenth century tieswith nearby Sicily were still close, but that they were stronger with the major cities at the ex-pense of the nearby, yet less important, southern coastal urban centres. Nevertheless othersources portray a rather different picture. The autobiography of Matteo Vecchio Verderamefrom Licata, a patriot of the Italian Risorgimento, frequently refers to the contacts between Maltaand Licata during that turbulent period of the 19th century. Vecchio Verderame explains howas early as 1847 he had established business contacts with Malta. In 1848 Vecchio Verderametravelled to Malta, via Syracuse, to meet some friends. But he also made new contacts amongthe elite community of Malta especially businessmen, professional men, politicians, and otherSicilian exiles. Some of his new friends were active free-masons and he was soon introducedto the activities of the Lodge of San Giovanni. Vecchio Verderame soon became a fervent free-mason and on obtaining a position high enough to allow him to set up lodges he returned toSicily accompanied by another free-mason of similar rank. Their mission was to establish newmasonic lodges in Sicilian towns and cities, like Licata, where until then masonic lodges didnot exist.37

One of the citizens of Licata who decided to emigrate to Malta and avoid persecution bythe Bourbon police, was the merchant Angelo Corvaia who, however, returned to Licata barelya month later.38 Vecchio Verderame declared that his ties with the Italian exiles in Malta and

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cipali città siciliane, imprenditori siciliani avevano i loro rappresentanti a Malta, vi erano arti-giani che operavano fianco a fianco in tutte le attività.33

Pur tuttavia, il forte legame con le città siciliane, in particolare con Licata ed altre città dellaVal di Noto, sembrano essersi indeboliti nel XVIII secolo, in quanto solo due uomini maltesimigrati in quella città - su un totale di 135 – presentarono domanda di autorizzazione persposare delle ragazze maltesi tra il 1750 e il 1798. Il numero di richiedenti è particolarmentebasso, soprattutto se confrontato con le domande provenienti dai maltesi di Pachino (12) e diTerranova.34 Allo stesso modo, tra il 1750 e il 1759, furono solo in due i cittadini di sesso maschiledi Licata a presentare domanda di licenza di matrimonio, su un totale di 252 richiedenti.35

Nella metà del XIX secolo - in un momento in cui Malta, in quanto colonia britannica, di-venne un rifugio per gli esuli italiani - il gran numero di esuli siciliani era originario prevalen-temente delle grandi città di Palermo, Catania, Messina e, in misura minore, Siracusa. Una listaufficiale dei residenti stranieri a Malta – redatto dall’Ufficio di Polizia e pubblicato in data 17 no-vembre 1849 - elenca 544 uomini, 164 donne e 183 bambini, per lo più siciliani, praticamentetutti gli italiani. Eppure, solo due uomini erano originari di Licata. Essi erano Emanuele Ferreri,un sarto di 33 anni giunto a Malta il 25 settembre 1843; e Giuseppe Damanti, un calzolaio di28 anni, arrivato sull’isola il 10 marzo 1849.36

A giudicare da queste testimonianze, si ha l’impressione che nella metà del XIX secolo ilegami con la vicina Sicilia fossero ancora stretti, ma che essi fossero più forti con le principalicittà a spese dei vicini, ma meno importanti, centri urbani della costa meridionale. Tuttavia, altrefonti descrivono un quadro piuttosto diverso. L’autobiografia di Matteo Vecchio Verderame daLicata, un patriota del Risorgimento italiano, fa spesso riferimento ai contatti tra Malta e Licatadurante quel periodo turbolento del XIX secolo. VecchioVerderame spiega come fin dal 1847 egliavesse stabilito dei contatti commerciali con Malta. Nel 1848VecchioVerderame si recò a Malta,via Siracusa, per incontrare alcuni amici. Ma in tale occasione egli strinse anche dei nuovi con-tatti nell’ambito della comunità di élite di Malta, in special modo con imprenditori, professio-nisti, politici ed altri esuli siciliani. Alcuni dei suoi nuovi amici erano dei massoni attivi, ed eglivenne ben presto introdotto nelle attività della Loggia di San Giovanni. Vecchio Verderame di-

33 R. Valentini, ‘I cavalieri di S. Giovanni da Rodi a Malta’, in Archivum Melitense, Malta, vol. ix (1935), p. 177.34 Il numero dei candidati è particolarmente basso, soprattutto se confrontato con le domande presentate dai mal-

tesi di Pachino (12) e Terranova (8). F. Ciappara, Marriage in Malta, in the late eighteenth century (Il matrimonio a Malta nel tardoXVIII secolo), Associated News, Malta 1988, p. 94.

35 Ciappara, Marriage (Il matrimonio), p. 95.36 B. Fiorentini, Malta rifugio di esuli e focolare ardente di cospirazione durante il Risorgimento italiano, Casa S. Giuseppe, Hamrun,

Malta 1966, pp. 202-209.

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Fiorentini, Malta rifugio di esuli, pp.202-209.39 ...Le mie relazioni con gli esiliati di Malta ed i Liberali di Licata e dei paesi vicini erano strettissimi. Per fortuna la mia qualità di com-

merciante serviva molto bene a dissimulare il vero. Quanta corrispondenza e quanti viaggi e abboccamenti e riunioni a scopo... commerciale!, Vec-chio Verderame, Ricordi patriottici, p.22.

40 ...Allora Licata era priva di porto ed il suo commercio si riduceva a ben misera cosa: venivano pochi velieri e qualche piroscafo. Quindialle autorità borboniche riusciva facile sorvegliare specialmente sulle persone che sbarcavano o partivano. Come Antinori poteva eluderle? Mio mal-grado, trascorse invano il mese di gennaio ed anche la prima settimana di febbraio. Diveniva perciò sempre più grave e minaccioso il pericolo, acui mi esposi audacemente, e siccome le buone occasioni non si presentavano mai, risolsi di fare partire il profugo con una barca peschereccia perMalta. Chiamai quindi i fratelli Angelo e Giuseppe Incorvaia Mazzone – proprietari di barche – ... li pregai di coadiuvarmi senza badare a speseio avrei pagato tutto, e lautamente. Pochi giorni dopo Antinori sbarcò per Malta dove rimase per un mese dopo di che partì per Alessandriad’Egitto.” Ibid., pp.30-31.

the ‘liberals’ of Licata and the neighbouring towns of the Val di Noto were very close. His fre-quent trips between Malta and Licata were carried out under cover of commercial activity. Inreality Vecchio Verderame held numerous meetings and other activities that had nothing to dowith business!39

In 1856 Vecchio Verderame helped a patriot of the neighbouring town of Canicattì, Gae-tano Antinori, to flee the persecutions of the Bourbon regime and to find refuge in Malta. Heexplains that at the time, Licata had no port and its commercial activities were rather limited.Besides, few sailing boats ventured there and steamers were rarely sighted. It was thereforeeasy for the Bourbon authorities to inspect all those who arrived or left the small port. Howcould Antinori elude vigilance? To his dismay Vecchio Verderame waited all through Januaryand up to the first week of February but he could still not find a way to elude the strict Bour-bon vigliance. He had exposed himself to danger and the situation was only getting worseuntil at last he decided to embark the refugee Antinori on a fishing boat to Malta. Vecchio Ver-derame sought the services of two brothers, the boat owners Angelo and Giuseppe IncorvaiaMazzone. He assured them that he was ready to pay all necessary expenses promptly and ge-nerously. Vecchio Verderame managed to convince the two brothers well enough because afew days later Antinori left for Malta where he stayed for one month before leaving for Ale-xandria in Egypt.40

The Vecchio Verderame description confirms that ties between Malta and Southern Sicily,particularly with the cities of the Val di Noto like Licata, Gela, Scicli, Modica and Ragusa, hadremained strong in the 19th century and possibly even later perhaps into the early 20th Cen-tury. Surely things changed drastically in the 1920s and 1930s when the Italian Fascist gover-nment declared Malta an ‘unredeemed land’ of the Kingdom of Italy. Assertions of this kindwere little appreciated by the British colonial administration under whose domain Malta hadbeen subjected since 1800.

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venne presto un fervente massone e, allorché ottenne una posizione abbastanza elevata da per-mettergli di istituire delle logge, fece ritorno in Sicilia, accompagnato da un altro massone dirango simile. La loro missione era quella di stabilire nuove logge massoniche nelle città siciliane,sia maggiori che minori, quali Licata, dove fino ad allora non esistevano logge massoniche.37

Uno dei cittadini di Licata che decisero di emigrare a Malta evitando la persecuzione daparte della polizia borbonica fu il commerciante Angelo Corvaia, il quale, tuttavia, fece ritornoa Licata appena un mese dopo.38 Vecchio Verderame dichiarò che i suoi legami con gli esuliitaliani a Malta ed i ‘liberali’ di Licata ed i centri limitrofi della Val di Noto erano molto stretti. Isuoi frequenti viaggi tra Malta e Licata avvenivano sotto la copertura dell’attività commerciale.In realtà,Vecchio Verderame teneva numerosi incontri e altre attività che nulla avevano a chefare con il commercio!39

Nel 1856VecchioVerderame aiutò un patriota della vicina città di Canicattì, Gaetano Antinori,a sfuggire alle persecuzioni del regime borbonico e a trovare rifugio a Malta. Egli spiega come aquel tempo Licata non disponesse di un porto e le sue attività commerciali fossero piuttosto lim-itate. Inoltre, solo poche barche a vela vi si avventuravano, mentre i vaporetti erano avvistati solodi rado. Era quindi facile, per le autorità borboniche, ispezionare tutti coloro che approdavano osalpavano dal piccolo porto. Come poteva Antinori eludere la vigilanza? Con suo sgomento,Vec-chio Verderame attese per tutto il mese di gennaio e fino alla prima settimana di febbraio, manon riusciva ancora a trovare un modo per eludere la rigida sorveglianza dei Borboni. Si era es-posto al pericolo e la situazione non faceva che peggiorare, finché alla fine egli non decise di im-barcare il rifugiato Antinori su una barca da pesca per Malta.Vecchio Verderame si rivolse, per iloro servigi, a due fratelli, i proprietari di barca Angelo e Giuseppe Incorvaia Mazzone. Egli li ras-sicurò di essere pronto a pagare tutte le spese necessarie con prontezza e generosità. VecchioVerderame riuscì così a convincere i due fratelli abbastanza bene, perché pochi giorni dopo An-tinori partì per Malta, dove rimase per un mese, prima di ripartire per Alessandria d’Egitto.40

La descrizione di VecchioVerderame conferma che i legami tra Malta e la Sicilia meridionale,in particolare con le città della Val di Noto, quali Licata, Gela, Scicli, Modica e Ragusa, si erano

37 ...Sin dal 1847 avevo relazioni commerciali con gente di Malta e per stringere amicizie personali, nel 1848 per la via di Siracusa, andaiin quella isola. Ben presto conobbi molti individui: commercianti, professionisti, uomini politici, profughi siciliani. Alcuni dei miei amici nuovierano attivi massoni; quindi fui iniziato nella Loggia di San Giovanni. Partecipai assiduamente ai lavori massonici... e quando ottenni il gradoche bisognava avere per fondare insieme con un altro fratello dello stesso grado, logge in città prive di luce – come Licata – ritornai in Sicilia. M.Vecchio Verderame, Ricordi patriottici, (5° edizione a cura di Calogero Carità). De Pasquali, Licata 1911, p. 34. Il testo è statogentilmente messo a mia disposizione dalla Dott.ssa Serena Dainotto, bibliotecaria presso l’Archivio di Stato di Roma.

38 Probabilmente Corvaia aveva già lasciato Malta, allorché la polizia stese una lista dei residenti italiani in data 14novembre 1849. Fiorentini, Malta rifugio di esuli, pp. 202-209.

39 ... Le mie relazioni con gli esiliati di Malta ed i Liberali di Licata e dei paesi vicini erano strettissimi. Per fortuna la mia qualità di com-merciante serviva molto bene a dissimulare il vero. Quanta corrispondenza e quanti viaggi e abboccamenti e riunioni a scopo... commerciale!,Vecchio Verderame, Ricordi patriottici, p.22.

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During that period the British Imperial Government did its utmost to interrupt the old tiesbetween Malta and Sicily. But the real break with Italy only came about in the Second WorldWar when Italy formed part of the Axis Powers together with Germany and thus an enemy ofthe British Empire. The Maltese early disgust for the Italians eventually soured into a pent-uphysterical hate which was further increased by the anti-Italian propaganda campaign wagedin the Maltese press press and on the radio. The old British dream to alienate the Maltesecompletely from their Italian neighbours had finally been achieved. A thorough campaign bythe British against Malta’s pro-Italian sentiments only came to an end after Malta’s political in-dependence in 1964. Notwithstanding such a difficult period, the weakened ties with Sicilywere still present, at least on a human level in the post-war period, and a number of Maltesestill continued to marry Sicilian men or women. Yet several decades had to pass before old tiesbased on geographical proximity and close resemblances especially on a socio-cultural level,were finally restored.

Abbreviations used: AIM: Archives of the Inquisition of Malta; NMA: National Malta Archives; AOM: Archives ofthe Order of Malta; Crim: Criminal Proceedings; f/ff: folio/s; Libr: Library; MCC: Magna Curia Castellania; ms: ma-nuscript; NLM: National Library of Malta; p/pp: page/s; RRM: Registrum Revelationis Manciporum; Univ: Univer-sità; vol: volume.

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EEaarrllyy MMooddeerrnn CCuurrrreennccyy iinn MMaallttaa6 dinari = 1 grano5 grani = 1 cinquina2 cinquine = 1 carlino (or 10 grani)2 carlini = 1 tari (or 20 grani) 12 tari = 1 scudo 30 tari = 1 oncia (or 2 ½ scudi)

GGrraaiinn MMeeaassuurreemmeennttss 1 mondello = 4 carozzi1 tumulo = 4 mondelli1 bisaccia = 4 tumoli1 salma = 4 bisacce

Salma of Licata = 225 kilogrammesSalma of Malta = 206 kilogrammes

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mantenuti forti nel XIX secolo e probabilmente anche più tardi, forse fino agli inizi del XX se-colo. Di certo le cose cambiarono drasticamente negli anni ‘20 e ’30, quando il governo fascistaitaliano dichiarò Malta una ‘terra irredenta’ del Regno d’Italia. Affermazioni di questo tipo eranopoco apprezzate dall’amministrazione coloniale britannica, sotto il cui dominio Malta eravenuta a trovarsi a partire dal 1800.

Durante questo periodo, il governo britannico imperiale fece del suo meglio per inter-rompere i vecchi legami esistenti tra Malta e la Sicilia. Ma la vera e propria rottura con l’Italiaavvenne nel secondo dopoguerra, quando l’Italia, facendo parte delle Potenze dell’Asse insiemecon la Germania, era, per conseguente, nemica dell’Impero Britannico. L’iniziale ripugnanza mal-tese nei confronti degli italiani alla fine si esacerbò trasformnadosi in odio isterico represso ul-teriormente accresciuto dalla campagna di propaganda anti-italiana fomentata dalla stampamaltese e dalla radio. Il vecchio sogno inglese di alienare completamente i maltesi dai loro viciniitaliani si era finalmente realizzato. Una campagna completa da parte degli inglesi nei confrontidei sentimenti filo-italiani di Malta si concluse solo dopo l’indipendenza politica di Malta av-venuta nel 1964. Nonostante un periodo così difficile, i seppur indeboliti legami con la Siciliaerano ancora presenti, almeno a livello umano, nel periodo post-bellico, e un certo numero dimaltesi continuò comunque a sposare uomini o donne siciliane. Ma molti decenni erano an-cora necessari prima che i vecchi legami basati sulla prossimità geografica e le forti somiglianze,specie a livello socio-culturale, potessero essere finalmente restaurati.

Abbreviazioni utilizzate: AIM: Archives of the Inquisition of Malta (it.: Archivi dell’Inquisizione di Malta); NMA: Na-tional Malta Archives (it.: Archivi nazionali di Malta); AOM: Archives of the Order of Malta (it.: Archivio dell’Ordinedi Malta); Crim: Criminal Proceedings (it.: Procedimento Penale); f/ff: fogli(o); Libr: Library (it.: Biblioteca); MCC: MagnaCuria Castellania; ms: manoscritto; NLM: National Library of Malta (it.: Biblioteca Nazionale di Malta); p/pp: pagina/e;RRM: Registrum Revelationis Manciporum; Univ: Università; vol: volume.

LLaa pprriimmaa vvaalluuttaa mmooddeerrnnaa ddii MMaallttaa6 dinari = 1 grano5 grani = 1 cinquina 2 cinquine = 1 carlino (o 10 grani)2 carlini = 1 tari (o 20 grani) 12 tarì = 1 scudo 30 tarì = 1 oncia (o 2 scudi e ½)

MMiissuurree iinn GGrraannii1 mondello = 4 carozzi1 tumulo = 4 mondelli1 bisaccia = 4 tumoli1 salma = 4 bisacce

Salma di Licata = 225 kilogrammiSalma di Malta = 206 kilogrammi

40 ... Allora Licata era priva di porto ed il suo commercio si riduceva a ben misera cosa: venivano pochi velieri e qualche piroscafo. Quindi alleautorità borboniche riusciva facile sorvegliare specialmente sulle persone che sbarcavano o partivano. Come Antinori poteva eluderle? Mio malgrado,trascorse invano il mese di gennaio ed anche la prima settimana di febbraio. Diveniva perciò sempre più grave e minaccioso il pericolo, a cui mi esposiaudacemente, e siccome le buone occasioni non si presentavano mai, risolsi di fare partire il profugo con una barca peschereccia per Malta. Chiamaiquindi i fratelli Angelo e Giuseppe Incorvaia Mazzone – proprietari di barche – ...li pregai di coadiuvarmi senza badare a spese io avrei pagato tutto,e lautamente. Pochi giorni dopo Antinori sbarcò per Malta dove rimase per un mese dopo di che partì per Alessandria d’Egitto.” Ibid., pp.30-31.

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Riccardo Licata was born in Turin on December 20th 1929.After a short stay in Paris, his family moved to Rome, where he remained until

1945. Since 1946 Licata lived in Venice. He studied at the Art School and at theVenice Academy of Fine Arts in the years between 1947 and 1955. In 1957 he ob-tained a scholarship from the French Government in order to experience engrav-ing in colour and the new techniques in Paris, in cooperation with Friedlaender,Hayter and Goetz. In the same year, he was called to work as Gino Severini’s as-sistant at the École d’Art Italienne de Paris (School of Italian Art in Paris). In 1961he married Maria Battistella, a singer and researcher of Renaissance music, withwhom he had in the following year his son Giovanni. In 1961 he was appointedprofessor of mosaic at the École Nationale de Paris (Paris National School), wherehe taught up to 1995. Prestigious tasks succeeded one another, so that in 1969 hewas a professor of Plastic Arts at the U.E.R. of the Sorbonne, then professor of en-graving at the Académie Goetz (Goetz Academy) in Paris and since 1972 he held thesame title at the International School of Graphics in Venice as well as at the ÉcoleAméricaine d’Architecture de Fontainebleau (American School of Architecture ofFontainebleau). With the wide artistic experience gained, which allows him to workeach time as a painter, an engraver, a mosaicist, a sculptor and a stage designer, hestarts exhibiting in Venice and in Florence in 1949 with the group of the Young Ab-stract Painters. His first solo exhibition was held in Venice in 1951, followed by noless than 400 more one-man exhibitions in 35 different Nations.

Since 1952 he exhibited at the Venice Biennale, at the of São Paulo Art Biennial,Brazil, as well as in the art festivals in Tokyo, Paris, Ljubljana, Alexandria, Egypt, andat the Rome Quadrennial Exhibitions, at the Milan Triennial Exhibitions as well asat in the main Paris Salons.

In 1985 he held two major exhibitions in Venice: “Il segno e il simbolo” (“TheSign and the Symbol”) at Ca’ Vendramin Calergi, curated by Giovanna Barbero, cat-alogue published by Fabbri Editori; “Riccardo Licata. Mostra antologica” (“RiccardoLicata. A Retrospective Exhibition”), at the Bevilacqua La Masa Foundation, curatedby Enzo Di Martino and Aldo Spinardi, catalogue published by Fabbri Editori. In1993, he held a retrospective exhibition at the Museum of Modern Art at Ca’ Pe-saro, Venice, catalogue published by Fabbri Editori, with presentation by Enzo DiMartino.

In 1996 he created a group of 71 paintings on copper, representing a milestonein the history of Riccardo Licata, for the exhibition “Parigi 1996. I rami” (“Paris 1996.Branches”, whose venue were the premises of the publishing house Verso l’ArteEdizioni, which also published the catalogue of the same name, curated by Gio-vanna Barbero. This group of works resulted, further on, in other exhibitions heldin Paris, Rome and Turin.

Since the late nineties of the last century to date, his activity, intense as always,has produced other works and events of great importance; the main group is com-

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Riccardo Licata è nato a Torino il 20 dicembre 1929.Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma, dove

rimane fino al 1945. Dal 1946 Licata vive a Venezia. Ha studiato al Liceo Artisticoe all’Accademia di Belle Arti di Venezia negli anni compresi tra il 1947 e il 1955. Nel1957 ottiene una borsa di studio dal Governo francese per sperimentare l’inci-sione a colori e le nuove tecniche, a Parigi in collaborazione con Friedlaender,Hayter e Goetz. Nello stesso anno è chiamato come assistente di Gino Severiniall’Ecole d’Art Italienne de Paris. Nel 1961 sposa Maria Battistella, cantante e ri-cercatrice di musiche rinascimentali, dalla quale avrà nell’anno successivo il figlioGiovanni. È nominato, nel 1961, professore di mosaico alla Ecole Nationale deParis dove ha insegnato fino al 1995. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, cosìnel 1969 è professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi profes-sore di incisione all’Academie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimo ti-tolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e all’Ecole Americained’Architecture de Fontainebleau. Con vasta esperienza d’arte che lo vede di voltain volta pittore, incisore, mosaicista, scultore, scenografo, inizia ad esporre a Ve-nezia e a Firenze nel 1949 con il gruppo dei Giovani Pittori Astratti. La sua primaesposizione personale si tiene a Venezia nel 1951, seguono oltre 400 personali in35 diverse Nazioni. Dal 1952 ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Biennale diSan Paolo del Brasile, di Tokyo, di Parigi, di Lubiana, di Alessandria d’Egitto e alleQuadriennali di Roma, le Triennali di Milano, come pure nei principali Salons pa-rigini. Nel 1985 tiene due importanti mostre a Venezia: “Il segno e il simbolo”, Ca’Vendramin Calergi, a cura di Giovanna Barbero, catalogo Fabbri Editori; “RiccardoLicata. Mostra antologica”, Fondazione Bevilacqua La Masa, a cura di Enzo Di Mar-tino e Aldo Spinardi, catalogo Fabbri Editori. Nel 1993 ha tenuto una mostra an-tologica presso il Museo d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia, catalogo FabbriEditori, presentazione di Enzo Di Martino.

Nel 1996 ha realizzato un gruppo di 71 dipinti su rame, che rappresentanouna pietra miliare nella storia di Riccardo Licata, per la mostra “Parigi 1996. I rami”,sede Verso l’Arte Edizioni, che ha pubblicato anche il catalogo omonimo, a curadi Giovanna Barbero. Questo gruppo di opere, ha dato vita in seguito ad altremostre a Parigi, Roma, Torino.

Dagli ultimi anni Novanta del secolo scorso ad oggi, la sua attività, intensacome sempre, ha prodotto altre opere ed eventi di notevole rilevanza; il gruppoprincipale è composto da circa 90 opere tra dipinti di grandi, medie e piccole di-mensioni, sculture, mosaici, grafica, tutte ispirate dal poema “Rime, di Curzio Gon-zaga”, ed esposte nella mostra “Dall’Amor pungente all’Amor di Gloria”, per ilriarredo dell’appartamento di Isabella d’Este, Palazzo Ducale, Mantova, promossadal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, a cura di Giovanna Barbero, catalogoEdizioni Mondadori (1998); queste, a loro volta, hanno ispirato il figlio Giovanni,musicista e compositore jazz, che ha realizzato 7 brani musicali e pubblicato il CD

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posed of approximately 90 works including large, medium and small sized paint-ings, sculptures, mosaics, graphics, all inspired by the poem “Rime, di Curzio Gon-zaga” (“Rhymes, by Curzio Gonzaga”), on display at the exhibition “Dall’Amorpungente all’Amor di Gloria” (“From Stinging Love to the Love of Glory”), for the re-furbishment of the apartment of Isabella d’Este, Ducal Palace, Mantua, sponsoredby the Ministry of Cultural Heritage and Activities, curated by Giovanna Barbero,catalogue published by Edizioni Mondadori (1998). These, in turn, inspired his sonGiovanni, a jazz musician and composer, who made 7 pieces and released the CD“L’art d’aimer”. The same exhibition was then held in the rooms designed by arch.Sotsass of the Teatro Nuovo Foundation in Turin, promoted by the Piedmont Re-gion. Further exhibitions were housed in the following venues: Ebenau Castle, Aus-tria; Davidov gallery, Paris; Bologna and Milan. In addition, the I. N.A.C. (NationalInstitute of Contemporary Art) presented his work in the framework of the VeniceInternational Exhibition (March 1999), at the Europ’Art in Geneva (April 1999) andat the Art London (June 1999). Even his bibliography has consequently been fur-ther enriched. So far, the following books have been published: Riccardo Licata –Dall’Amor Pungente all’Amor di Gloria” (“Riccardo Licata - From Stinging Love to theLove of Glory”), by Giovanna Barbero, published by Edizioni Mondadori, Milan1998; “Riccardo Licata – Un aquilone, perché?” (“Riccardo Licata - A kite, why?”), byLuigi Lambertini, published by edizioni Centro Internazionale della Grafica / Inter-national Centre of Graphic Arts, Venice 1998; “Riccardo Licata – Antologia” (“RiccardoLicata – Anthology”), various authors, published by Verso L’arte Edizioni, Rome 1998;“Riccardo Licata – I primi 70 anni di un grande Maestro” (“Riccardo Licata – The first70 years of a great Master”), special issue (596) of the magazine Verso l’Arte, De-cember 1999. In the summer of 1999, he produced a cycle of glass works on thetheme of “King Arthur” at the Berengo glass factory in Murano.

In 2000, he held three major exhibitions, namely: at the Museo Nazionaled’Abruzzo (National Museum of Abruzzo), XVIth-century Castle of L’Aquila – April- May and at the National Museum of Villa Pisani, Strà (Venice) – September - Oc-tober, accompanied by a boot published by Verso l’Arte entitled “Finzi e Licata aconfronto” (“Finzi and Licata compared”), exhibitions curated and book edited byGiovanni Granzotto; Senate Palace, Milan - November. Another book was pub-lished, namely: “Licata. L’Arte bi e tridimensionale” (“Licata. Two-and three-dimen-sional Art”), by Giovanni Granzotto, published by Verso L’arte Edizioni. In 2001, hesculpted a group made up of 23 monumental polychrome wooden works whichwere on display throughout the summer at the Castle of Rinco (At) in the framework of the exhibition “Il giardino abitato” (“The inhabited Garden”), accompaniedby the publication of the volume of the same name by Verso l’Arte; exhibition cu-rated and book edited by Giovanna Barbero, in collaboration with the Ministry ofCultural Heritage and Activities; he published the book “Cinquant’anni di opere sucarta” (“Fifty Years of works on Paper”), published by Edizioni Giorgio Corbelli, with

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“L’arte d’aimer”. La stessa mostra è stata esposta presso gli spazi progettati dal-l’architetto Sotsass della Fondazione Teatro Nuovo di Torino, promossa dalla Re-gione Piemonte. Altre mostre sono state ospitate presso: il Castello di Ebenau,Austria; la galleria Davidov, di Parigi; a Bologna e a Milano. Inoltre l’I.N.A.C. (IstitutoNazionale d’Arte Contemporanea) ha presentato le sue opere all’ Internazionaledi Venezia (marzo 1999), all’Europ’Art di Ginevra (aprile 1999), all’Art London (giu-gno 1999). Anche la sua bibliografia si è arricchita ulteriormente. Sono stati pub-blicati i volumi: “Riccardo Licata – Dall’Amor Pungente all’Amor di Gloria”,Giovanna Barbero, edizioni Mondadori, Milano 1998; “ Riccardo Licata – Un aqui-lone, perché?”, Luigi Lambertini, edizioni Centro Internazionale della Grafica, Ve-nezia 1998; “Riccardo Licata – Antologia”, Autori vari, edizioni Verso l’Arte, Roma1998; “Riccardo Licata – I primi 70 anni di un grande Maestro”, numero speciale(596) della rivista Verso l’Arte, dicembre 1999. Nell’estate del 1999 ha prodotto unciclo di opere in vetro sul tema “Re Artù”, presso la vetreria Berengo di Murano.

Nel 2000 ha tenuto tre grandi mostre: Museo Nazionale d’Abruzzo, CastelloCinquecentesco de L’Aquila – aprile-maggio e al Museo Nazionale di Villa Pisani,Strà (Ve) – settembre-ottobre, a corredo delle quali Verso l’Arte ha edito il volume“Finzi e Licata a confronto”, mostre e volume a cura di Giovanni Granzotto; Pa-lazzo del Senato, Milano – novembre. Inoltre è stato pubblicato il volume “Licatal’Arte bi e tridimensionale”, di Giovanni Granzotto, edizioni Verso l’Arte. Nel 2001:ha realizzato un gruppo composto da 23 opere monumentali lignee policromeche sono state esposte per tutto il periodo estivo presso il Castello di Rinco (At)nella mostra “Il giardino abitato”, con pubblicazione del volume omonimo editoda Verso l’Arte; mostra e volume a cura di Giovanna Barbero e in collaborazionecon il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.; ha pubblicato il libro “Cinquan-t’anni di opere su carta”, Edizioni Giorgio Corbelli, presentazione di GiovanniGranzotto; ha ottenuto il primo Premio Sulmona di Pittura; ha tenuto una mo-stra antologica presso il Centro Culturale di Mayenne, Francia; in collaborazionecon il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha tenuto una grande mostrapresso l’Archivio di Stato di Firenze dal titolo: “Licata – Cinquant’anni di diari sucarta”, accompagnata da un volume che reca lo stesso titolo della mostra e pre-sentato da Giovanni Granzotto; a Vercelli, presso la Galleria Casa d’Arte via deiMercati, mostra di una selezione di opere de “Il giardino abitato”, presentazionedi Giovanna Barbero; presso il Centro Culturale “La Società” di Ponzone è statarealizzata la mostra “La carta e il bronzo”, a cura di Andrea Mignone. Vanno se-gnalate, per il 2002, le mostre: “Castello aperto: pastelli, sculture, arazzi”, Castellodi Rinco, a cura di Anselmo Villata; “Riccardo Licata – Arazzi”, Torino, Palazzo Gra-neri, a cura di Giovanni Granzotto, volume edizioni Verso l’Arte. In occasione diquesta mostra, le Poste Italiane hanno emesso un annullo postale realizzato sudisegno di Licata stesso; “Licata a Venezia”, Venezia, Prigioni Vecchie, a cura di PaoloLevi e Giovanni Granzotto, volume edizioni G.I.O. Arte; “Sculture in vetro”, a cura

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a presentation by Giovanni Granzotto. Licata won first prize at the Sulmona Paint-ing Award and held a retrospective exhibition at the Cultural Centre of Mayenne,France; in collaboration with the Ministry of Cultural Heritage and Activities, heheld a major exhibition at the State Archives in Florence, entitled: “Licata – Cinquan-t’anni di diari su carta” (“Licata - Fifty Years of Diaries on Paper”), accompanied by avolume bearing the same title as the exhibition and presented by GiovanniGranzotto; in Vercelli, at the Art House Gallery in Via dei Mercati, exhibition of a se-lection of works from “The Inhabited Garden”, with a presentation by GiovannaBarbero; at the Cultural Centre “La Società” in Ponzone an exhibition was held, en-titled “La carta e il bronzo” (“Paper and Bronze”), curated by Andrea Mignone.Worthmentioning, in 2002, are the following exhibitions: “Castello aperto: pastelli, scul-ture, arazzi” (“Open Castle: Pastels, Sculptures, Tapestries”), Castle of Rinco, curatedby Anselmo Villata; Riccardo Licata – Arazzi” (“Riccardo Licata – Tapestries”), Turin,Palazzo Graneri, curated by Giovanni Granzotto, book published by Verso L’arteEdizioni. On the occasion of this exhibition, the Italian Postal Service issued a spe-cial postmark based on the drawing by Licata himself; “Licata a Venezia” (“Licata inVenice”), Venice, Old Prisons, curated by Paolo Levi and Giovanni Granzotto, volumepublished by edizioni G.I.O. Arte; “Sculture in vetro” (“Glass Sculptures”), curated byAdriano Berengo, Miami, USA and Strasbourg, France; “Écriture - Artisti del segno”(“Écriture - Artists of the Sign”), organized by Athena Association and the Villas ofSaint Cyprien, curated by Florence Godeau, Municipal Gallery of Saint Cyprien,France; “Licata – Le carte” (“Licata – Papers”), Municipal Gallery of ContemporaryArt, Arezzo, curated by Giovanni Granzotto, volume published by Verso L’arte Edi-zioni. In 2002, in Milan, he was awarded, for artistic merit, the International Prizefor Culture. In 2003, among his solo exhibitions it is worth mentioning, in partic-ular: GI3 Gallery, Seregno; “Sulla soglia del segno” (“On the Threshold of Sign”),Ducal Palace, Urbino, with presentation by Floriano De Santi; “Un Artista mediter-raneo” (“A Mediterranean Artist”), Palazzo Regazzoni Flangini-Biglia, Sacile, with textby Giovanni Granzotto. Among the collective exhibitions: Sofex, Strasbourg(France); “The Armony Show N.Y.”, NewYork (USA); “Stemperando 2003”, MunicipalGallery of Modern Art, Spoleto (Perugia), curated by Giovanna Barbero; “Ostrakonla memoria dei tempi” (“Ostrakon, the Memory of Times”), Egyptian Museum, Turin,curated by Giovanna Barbero. As for his solo exhibitions held in 2004, it is worthmentioning: “Le langage retrouvé”, MarettiArte Gallery, Monaco (Monte Carlo), withtexts by Giovanni Granzotto and Giovanna Barbero, catalogue published by Versol’Arte Edizioni; “La Musa mediterranea” (“The Mediterranean Muse”), Museu Marí-tim, Drassanes Reials de Barcelona, Spain, with texts by Luciano Caramel and Gio-vanni Granzotto, catalogue published by Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata, artistaeuropeo” (“Riccardo Licata, a European Artist”) at Genoa 2004 European Capital ofCulture, Monumental Complex of St. Ignatius, Genoa, curated by GiovanniGranzotto, with texts by Giovanna Barbero and Andrea Mignone, catalogue pub-

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di Adriano Berengo, Miami, USA e Strasburgo, Francia; “Ecriture - Artisti del segno”,organizzata dall’Associazione Athena e dalla ville de Saint Cyprien, a cura di Flo-rence Godeau, Galleria Comunale di Saint Cyprien, Francia; “Licata – Le carte”, Gal-leria Comunale d’Arte Contemporanea, Arezzo, a cura di Giovanni Granzotto,volume edizioni Verso l’Arte. Sempre nel 2002 a Milano, ha ottenuto, per meritiartistici, il Premio Internazionale per la Cultura. Nel 2003, tra le mostre personalisono da segnalare: Galleria G.I.3, Seregno; “Sulla soglia del segno”, Palazzo Ducale,Urbino, presentazione di Floriano De Santi; “Un Artista mediterraneo”, Palazzo Re-gazzoni Flangini-Biglia, Sacile, testo di Giovanni Granzotto. Tra le collettive: Sofex,Strasburgo (Francia); “The Armony Show N.Y.”, New York (USA); “Stemperando2003”, Galleria Civica d’Arte Moderna, Spoleto (Pg), a cura di Giovanna Barbero;“Ostrakon la memoria dei tempi”, Museo Egizio, Torino, a cura di Giovanna Bar-bero. Per il 2004 si segnalano le mostre personali: “La langage retrouvé”, GalleriaMarettiArte, Monaco (Montecarlo), testi di Giovanni Granzotto e Giovanna Bar-bero, catalogo Verso l’Arte Edizioni; “La Musa mediterranea”, Museu Maritim Dras-sanes Reials de Barcelona, Spagna, testi di Luciano Caramel e Giovanni Granzotto,catalogo Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata, artista europeo” in Genova 2004 capi-tale europea della cultura, Complesso Monumentale di Sant’Ignazio, Genova, acura di Giovanni Granzotto, testi di Giovanna Barbero e Andrea Mignone, catalogoVerso l’Arte Edizioni. Tra le mostre collettive dello stesso anno: “La terra del fuoco”,Chiesa di Santa Croce, Avigliana (To), testo di Giovanna Barbero; “Spazialisti”, Pa-lazzo Comunale, Pordenone, testo di Giovanni Granzotto. Le principali mostrepersonali del 2005 sono: “La Musa mediterranea”, Castel dell’Ovo, Napoli, testi diLuciano Caramel e Giovanni Granzotto, catalogo Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata.Verso la poesia tra Mediterraneo e Oriente”, Museo Nazionale di Castel Sant’An-gelo, Roma, a cura di Giovanni Granzotto e Lorenzo Zichichi, catalogo Il CignoEdizioni; “Riccardo Licata La poesia e la musica”, Galleria Nazionale dell’Umbria,Perugia, a cura di Giovanni Granzotto e Lorenzo Zichichi, catalogo Il Cigno Edi-zioni; “Riccardo Licata. I graffiati bianchi”, Galleria PoliArt, Milano. Tra le collettive:“Biasi-Licata una generazione fra utopia e sogno”, Istituto Italiano di Cultura, Ber-lino, e Palazzo A. Spinelli, Parlamento Europeo, Bruxelles, a cura di Giovanni Gran-zotto, catalogo Il Cigno Edizioni; “Risalto”, Castello di Camino Monf.to (Al), a curadi Marco Porta. Nel 2006, tra le mostre personali si cita: “Riccardo Licata. Il biancoe l’oro del mediterraneo”, Galleria della Società Letteraria Parmassòs, Atene, (Gre-cia), a cura Leonardo Conti e Giovanni Granzotto. Mostre collettive dello stessoanno: “La leggerezza della scultura II edizione”, Parco della Villa La Tesoriera, Torino,a cura di Edoardo Di Mauro e Clizia Orlando, catalogo Verso l’Arte Edizioni; “Grecoe Licata omaggio ad Atene”, Istituto Italiano di Cultura di Atene, a cura di GianPaolo Cavarai. Nel 2007, alcune mostre personali: “Riccardo Licata Don Chisciotte”,Fondazione Museo Vivo, Oviedo, e al Museo Barjola, Gijon (Spagna); “Riccardo Li-cata Diari di Viaggio-Cahiers de voyage”, Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia,

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lished by Verso l’Arte Edizioni. Among the group exhibitions held during the sameyear, there are: “La terra del fuoco” (“The Land of Fire”), Church of Santa Croce,Avigliana (Turin), with a text by Giovanna Barbero, “Spazialisti” (“Spatialists”), TownHall, Pordenone, with a text by Giovanni Granzotto. His main solo exhibitions heldin 2005 are: “La Musa mediterranea” (“The Mediterranean Muse”), Castel dell’Ovo,Naples, with texts by Luciano Caramel and Giovanni Granzotto, catalogue pub-lished by Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata. Verso la poesia tra Mediterraneo e Ori-ente” (“Riccardo Licata. Towards Poetry between the Mediterranean and the East”),National Museum of Castel Sant’Angelo, Rome, curated Giovanni Granzotto andLorenzo Zichichi, catalogue published by Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata. La poe-sia e la musica” (“Riccardo Licata. Poetry and Music”), National Gallery of Umbria,Perugia, curated by Giovanni Granzotto and Lorenzo Zichichi, catalogue publishedby Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata. I graffiati bianchi” (“Riccardo Licata. The WhiteScratches”), PoliArt Gallery, Milan. Among the group exhibitions: “Biasi-Licata unagenerazione fra utopia e sogno” (“Biasi – Licata. A Generation between Utopia andDream”), Italian Cultural Institute, Berlin, and Palazzo A. Spinelli, European Parlia-ment, Brussels, curated by Giovanni Granzotto, catalogue published by Il CignoEdizioni; “Risalto” (“Prominence”), Castle of Camino Monf.to (Alessandria), curatedby Marco Porta. Among the exhibitions held in 2006, it is worth mentioning: “Ric-cardo Licata. Il bianco e l’oro del mediterraneo” (“Riccardo Licata. The White andGold of the Mediterranean”), Gallery of the Parmassòs Literary Society, Athens(Greece), curated by Leonardo Conti and Giovanni Granzotto. Collective exhibi-tions held in the same year: “La leggerezza della scultura II edizione” (“The Lightnessof Sculpture IInd Edition”), Park of the Villa La Tesoriera, Turin, curated by EdoardoDi Mauro and Clizia Orlando, catalogue published by Edizioni Verso L’Arte; “Grecoe Licata omaggio ad Atene” (“Greco and Licata. A Tribute to Athens”), Italian CulturalInstitute in Athens, curated by Gian Paolo Cavarai. Here are some of his solo exhi-bitions held in 2007: “Riccardo Licata Don Chisciotte” (“Riccardo Licata DonQuixote”), Museo Vivo Foundation, Oviedo, and Barjola Museum, Gijón (Spain);“Riccardo Licata Diari di Viaggio-Cahiers de voyage” (“Riccardo Licata Travel Diaries-Cahiers de voyage”), Biblioteca Nazionale Marciana (National Library of St Mark’s),Venice, and Braidense National Library, Milan, curated by Giovanna Barbero andGiovanni Granzotto, catalogue published by Edizioni Verso L’Arte; “Incisioni recenti”(“Recent Engravings”), Venezia Viva, Venice; “Pitture recenti” (“Recent Paintings”),Marano Gallery, Cosenza and Davidov Gallery, Paris. Among the group exhibitions,worth mentioning are: “Stemperando 2007. III edizione” (“Stemperando 2007. IIIrdEdition”), Municipal Gallery of Modern Art, Spoleto, curated by Giovanna Barbero,catalogue published by Edizioni Verso L’Arte; “Incisioni e mosaici” (“Engravings andMosaics”), Salon d’Automne, Paris; “Biennale dell’incisione contemporanea” (“Bien-nale of Contemporary Engraving”), Sarcelles (France); Salon Comparaisons, Paris.

The following exhibitions were held in 2008: “Incisioni recenti” (“Recent Engrav-

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e Biblioteca Nazionale Braidense, Milano, a cura di Giovanna Barbero e GiovanniGranzotto, catalogo Verso l’Arte Edizioni; “Incisioni recenti”, Venezia Viva, Venezia;“Pitture recenti”, Galleria Marano, Cosenza e Galleria Davidov, Parigi. Tra le mostrecollettive si segnalano: “Stemperando 2007. III edizione”, Galleria Civica d’Arte Mo-derna, Spoleto, a cura Giovanna Barbero, catalogo Verso l’Arte Edizioni; “Incisionie mosaici”, Salon d’Automne, Parigi; “Biennale dell’incisione contemporanea”, Sar-celles (Francia); Salon Comparaisons, Parigi.

Nel 2008 sono state realizzate le mostre “Incisioni recenti”, Maison des Arts, Pa-rigi e “Bari tra Venezia e Bisanzio. Lo spazialismo di Licata e Morandis”, CastelloSvevo, Bari, a cura di Giovanni Granzotto e Barbara Morandi, catalogo Verso l’ArteEdizioni; “Riccardo Licata. Mare nostrum”, Museo d’Arte Moderna, Mosca, a curadi Leonardo Conti e Giovanni Granzotto, catalogo edizioni Il Cigno.

Sono del 2009 le mostre: “Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismo a Ve-nezia”, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma, a cura di Giovanni Granzotto,catalogo edizioni Il Cigno; “Riccardo Licata. Il delirio della scrittura”, Galleria PoliArt,Milano. Inoltre, per festeggiare l’ottantesimo compleanno del Maestro, sono stateorganizzate due importanti mostre: “Riccardo Licata. Mosaici e vetri”, presso ilLoggiato di Palazzo Ducale a Venezia, a cura di Giovanni Granzotto e Rosa Baro-vier Mentasti, volume edito da Verso l’Arte e “Riccardo Licata e gli amici di Vene-zia e Parigi”, presso il Palazzo della Promotrice delle Belle Arti, Torino, a cura diGiovanni Granzotto e Giovanna Barbero, volume edito da Verso l’Arte.

Nel 2010 ha partecipato alla collettiva di grandi sculture “Art contemporain delMediterraneo” a Cap d’Agde (Francia), curata da Frédérique Malaval, ha preso partealla rassegna biennale di opere d’arte su carta “Stemperando 2010. IV edizione”che ha toccato le città di Torino, Cosenza e Roma, a cura di Giovanna Barbero, ca-talogo Verso l’Arte Edizioni. Nella primavera dello stesso anno si è tenuta la mo-stra “Riccardo Licata e la pittura a Venezia dal dopoguerra a oggi”, presso lo StateHermitage Museum, a San Pietroburgo (Russia).

Nel 2011 ha tenuto una mostra antologica presso il Museo Nazionale dellaSlovenia a Lubiana, a cura di Giovanni Granzotto, catalogo edizioni Verso l'Arte edue mostre personali in Francia: "Partitions vénitiennes", a Moutier d'Ahun e "Ric-cardo Licata éveilleur des talents", alla Tour St. Nicolas a Paray-le-Monial.

Inoltre, Licata è spesso impegnato nei campi della musica, del teatro, della sce-nografia, etc. Critici e storici dell’arte di diverse nazioni e fasce di età si sono oc-cupati, e si occupano, del suo lavoro. Le sue opere sono presenti nei musei d’artemoderna di Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mosca, Mulhouse, New York, Parigi,Pescara, Reggio Emilia, Stoccarda, Torino, Varsavia, Venezia, Vienna. È presente nellaCollezione permanente del MIBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali enella collezione itinerante dell’I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea.

Riccardo Licata vive e lavora a Parigi e a Venezia.

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ings”), Maison des Arts, Paris and “Bari tra Venezia e Bisanzio. Lo spazialismo di Li-cata e Morandis” (“Bari between Venice and Byzantium. The Spatialism in Licata andMorandis”), Swabian Castle, Bari, curated by Giovanni Granzotto and BarbaraMorandi, catalogue published by Edizioni Verso L’Arte; “Riccardo Licata. Mare Nos-trum”, Museum of Modern Art, Moscow, curated by Leonardo Conti and GiovanniGranzotto, catalogue published by Il Cigno Edizioni.

The exhibitions held in 2009 are: “Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismoa Venezia” (“Riccardo Licata and the seasons of Spatialism in Venice”), National Mu-seum of Palazzo Venezia, Rome, curated by Giovanni Granzotto, catalogue pub-lished by Il Cigno Edizioni; “Riccardo Licata. Il delirio della scrittura” (“Riccardo Licata.The Frenzy of Writing”), Poliart Gallery, Milan. In addition, to celebrate the Master’seightieth birthday, two major exhibitions were organized, namely: “Riccardo Licata.Mosaici e vetri” (“Riccardo Licata. Mosaics and GlassWorks”), in the open gallery ofthe Ducal Palace in Venice, curated by Giovanni Granzotto and Rosa Barovier Men-tasti, book published by Verso L’Arte and “Riccardo Licata e gli amici di Venezia e Pa-rigi” (“Riccardo Licata and his Friends in Venice and Paris”), at the Palazzo dellaPromotrice delle Belle Arti (Palace of the Promoter Fine Arts), Turin, curated by Gio-vanni Granzotto and Giovanna Barbero, book published by Verso L’Arte.

In 2010 he participated in the collective of large sculptures “Art contemporaindel Mediterraneo” (“Art contemporain of the Mediterranean”) in Cap d’Agde(France), curated by Frédérique Malaval; he took part in the biennial exhibition ofartworks on paper “Stemperando 2010. IV edizione” (“Stemperando 2010. IVth Edi-tion”), which reached the cities of Turin, Rome and Cosenza, curated by GiovannaBarbero, catalogue published by Edizioni Verso L’Arte. In the spring of that year theexhibition “Riccardo Licata e la pittura a Venezia dal dopoguerra a oggi” (“RiccardoLicata and painting in Venice from the Postwar Period until Today”) was held at theState Hermitage Museum, St. Petersburg (Russia).

In 2011 he held a retrospective exhibition at the National Museum of Sloveniain Ljubljana, curated by Giovanni Granzotto, catalogue published by Verso L’ArteEdizioni, and two solo exhibitions in France, namely: “Partitions vénitiennes” atMoutier d’Ahun and “Riccardo Licata éveilleur des talents”, in the Tour St. Nicolasat Paray-le-Monial.

In addition, Licata is often busy in the fields of music, theatre, set design, etc.Art critics and historians from different nations and belonging to different agebrackets have dealt – and still deal – with his work. His works are present in themuseums of modern art of Belluno, Chicago, Florence, Milan, Moscow, Mulhouse,New York, Paris, Pescara, Reggio Emilia, Stuttgart, Turin, Warsaw, Venice and Vienna.He is also present in the permanent collection of the MIBAC, Ministry of CulturalHeritage and Activities and in the travelling collection of the INAC, National Insti-tute of Contemporary Art.

Riccardo Licata lives and works in Paris and in Venice.

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Riccardo LicataLjubljana, March/Marzo, 31 2011