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LA COLLABORAZIONE COME METODO 20 anni con le Regioni, 20 anni di Tecnostruttura

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LA COLLABORAZIONE COME METODO 20 anni con le Regioni, 20 anni di Tecnostruttura

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“COLORO CHE CI HANNO LASCIATI NON SONO ASSENTI,SONO SOLO INVISIBILI” (S. AgoStino)

A Barbara, Fabio, giacomo, giuseppe, Lara, Marcello, Marco,Marino, Ruggero, Stefania, tito

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INTROduzIONE

4TECNOSTRUTTURA, PERCHÈ E COMEAlessandro Ferrucci

6L’ESPERIENZA DI UN METODO:RIFLESSIONI E PROSPETTIVEgiuseppe Di Stefano

8LA MIA ESPERIENZA ALLA PRESIDENZA DI TECNOSTRUTTURACristina grieco

1120 dOmaNdE aLLE  REGIONI

12INTEGRAZIONE FONDI. QUALI VANTAGGI NE POSSONODERIVARE PER I DIVERSI TERRITORI? Elena Sico

14AGENDA 2030. QUALI NUOVI MODELLIORGANIZZATIVI SONO NECESSARI PER ATTUARLA IN PIENO?Elio Manti

16TRAGHETTAMENTO COMPETENZESI POSSONO IMPORTARE LE BUONE PRASSI OPERATIVE?Fortunato Varone, Maurizio Caracci

18AUTORITÀ DI CERTIFICAZIONE.QUALI SONO LE NECESSITÀ PER UNA MAGGIORE EFFICACIA DEL LAVORO RICHIESTO?Maria Caristo, Jessica Strappazzon

20ITS. COME CONNETTERE ISTITUZIONI EDUCATIVE E MONDO PRODUTTIVO? Francesca Bergamini

22COSTI STANDARD ITS. QUALEPERCORSO CONDIVISO SI È ATTUATONELLA COSTRUZIONE DELL’UCS ITS?Felice Carta

24GRUPPO TECNICO PROFESSIONI.COME REALIZZARE UNA GOVERNANCECONDIVISA SU TEMI E REALTÀ DIVERSE?Alessandra tomai

26COORDINAMENTO FSE:QUAL È LA SUA FORZA COMESOGGETTO AGGREGANTE?Antonella Berettieri

28FILIERA DELLA FORMAZIONEPROFESSIONALE. CON QUALEPERCORSO SI È COSTRUITO IL SISTEMA?gianni Bocchieri

30COORDINAMENTO ATTIVITÀ PRODUTTIVE.COME RIPORTARE AD UNITÀ SOGGETTIE COMPETENZE DIVERSE?Pietro talarico, Chiara gusella

32INTERCOORDINAMENTI. QUAL È IL VALORE AGGIUNTO DELL'ESPERIENZA?Michele Colavita

34VADEMECUM FSE. COME AFFRONTARETEMI COMPLESSI E TROVARE SOLUZIONICONCRETE IN UN APPROCCIOCOLLABORATIVO?Erminia garofalo

36INCLUSIONE SOCIALE. QUALE STRATEGIA COLLABORATIVAHANNO ATTUATO LE REGIONI?Anna Maria Candela

38STRUMENTI FINANZIARI. QUALI I RISULTATI DELL’ESPERIENZA NEL FSE?Luca galassi

40PROGRAMMA GARANZIA GIOVANI.È POSSIBILE LA COLLABORAZIONEINTERREGIONALE ED INTER-ISTITUZIONALE?Paolo Baldi

42RIFORMA SPI. QUALE CONTRIBUTO HA FORNITO IL DIALOGO INTERREGIONALE?Sergio Vergari

44ADA REGIONALI. QUALI BENEFICI NEL COOPERARE?Mauro Magrini Alunno

46PROGRAMMAZIONI UE.QUALE RUOLO DELLE REGIONI NEI LAVORI DEI NEGOZIATI?Enrico Mattei

48AMMORTIZZATORI IN DEROGA.QUALE ESPERIENZA DI GOVERNANCECOLLABORATIVA È UTILE A LIVELLOREGIONALE? Alessandro Agostinetti

50ASSOCIAZIONI TECNICHEINTERREGIONALI. COME POSSONOAIUTARE IL SISTEMA DELLE REGIONI?Alessia grillo

53LINEa  TEmPORaLE20 ANNI DI STORIA E DI EVENTI

77auTORIGLI AUTORI DEGLI INTERVENTI IN QUESTA PUBBLICAZIONE

79TECNOSTRuTTuRa ÈLE PERSONE, IL NOSTRO CAPITALE

SOMMARIO

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TECNOSTRuTTuRa,PERCHÈ E COME

Maurizio Polverari, Dg del Ministero del

Lavoro, Lisa Pavan Woolfe, UE - Capo

Unità Fse per l’italia, l’esperienza di coor-

dinamento tecnico regionale, sostenuta

da tutti gli assessori regionali al Lavoro e

alla FP, hanno permesso, vent’anni fa,

l’avvio e lo sviluppo di tecnostruttura con

l’impegno politico determinante della

Conferenza dei Presidenti delle Regioni

e di tiziano treu, Ministro del Lavoro.

L’iniziativa, sostenuta da un concorde e

lungimirante impegno politico di tutte

le Regioni, partendo da un uso innova-

tivo del Fse, si è evoluta da progetto di

assistenza tecnica a struttura stabile, del

tutto originale a livello europeo.

Le esigenze alle quali far fronte erano,

in primo luogo, il potenziamento della

capacità di elaborazione dei contributi

tecnici da utilizzare, come Coordina-

mento, nei negoziati sulla programma-

zione Fse, sia con Ministeri sia con

Commissione UE.

in secondo luogo occorreva un presidio

di assistenza tecnica nei Comitati regio-

nali di sorveglianza per garantire univo-

cità di trattamento alle Regioni.

infine, il pacchetto di deleghe attribuite

a livello politico degli assessori - Fse,

Lavoro, Formazione professionale, istru-

zione - ha implicato l’apertura all’intero

orizzonte delle risorse umane.

Partendo dall’attenzione al Fse, a tecno-

struttura è stato richiesto un supporto

per lo sviluppo di politiche integrate,

producendo la necessità di lavorare in

chiave interdisciplinare, tenendo conto

delle specificità territoriali, sempre inte-

grate a livello nazionale.

Riprecisati gli spazi progettuali di com-

petenza ministeriale e di quelli regionali

(Memorandum di gaeta, febbraio 1996),

fino ad allora confusi e spesso conflit-

tuali, si colse l’opportunità per anticipare

Agenda 2000 con “Parco Progetti”, un

inedito contenitore di progetti regionali

replicabili, che ha introdotto modalità

e strumenti di analisi innovativi e che

costituisce il primo riferimento organiz-

zativo di tecnostruttura.

il ruolo di tecnostruttura andava così

a potenziare l’azione delle Regioni sul

versante tecnico, garantendo la maggior

possibile coerenza di posizioni del Coor-

dinamento tecnico e delle singole Regioni

nei confronti dei referenti istituzionali.

Le risorse umane di tecnostruttura,

inizialmente costituite da personale re-

gionale, furono successivamente inte-

grate con un gruppo di esperti, che poi

si è arricchito di giovani con esperienze

formative di livello post-universitario.

il passaggio a struttura stabile e la com-

plessità della domanda cui far fronte ha

evidenziato la necessità di procedere

non solo imple-

mentando le com-

petenze, ma so-

prattutto di farle

interagire. Questo

ha, tra l’altro, pro-

dotto un innovativo

impiego del Fse

rafforzando, anche

grazie all’apertura

della dimensione interregionale e

transnazionale, la modalità operativa

interdisciplinare di tecnostruttura.

L’impianto organizzativo ha richiesto e

sviluppato Accoglienza, Ascolto, Memo-

ria e Comunicazione. La struttura ha di-

mostrato forte attitudine all’ascolto delle

esigenze, capacità di anticipare i bisogni

regionali e personalizzazione del sup-

porto offerto. La funzione della Memoria

ha richiesto la riprogettazione dei circuiti

di acquisizione, catalogazione e circo-

lazione dei materiali utili, trasformando

anche il tradizionale Protocollo per

garantire memoria dei documenti e della

loro evoluzione, sviluppati a tutti i livelli

istituzionali.

Si è, inoltre, aperto un canale informa-

tivo, sviluppando una linea editoriale, i

“Quaderni di tec-

nostruttura”, inizial-

mente stampata e

oggi on line, con

l’obiettivo di garan-

tire la presenza di

una voce, coordi-

nata e originale,

di parte regionale,

che raccontasse e

documentasse politiche e realizzazioni.

Venti anni di tecnostruttura documen-

tano la capacità delle Regioni di operare

in squadra, utilizzando un unicum a

livello europeo, costruito su fattori

determinanti: capacità di ascolto,

sviluppo e tesaurizzazione di conoscenze,

elaborazione di contributi interdisci-

plinari, senza dimenticare la qualità

professionale degli operatori.

n Alessandro FerrucciDirettore di tecnostruttura dal 1998 al 2011

Venti anni di Tecnostrutturadocumentano la capacità delleRegioni di operare in squadra,utilizzando un unicum a livelloeuropeo.

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che portano le Regioni “a sentirsi a casa”,

a confrontarsi non tanto sulle cose che

funzionano, ma proprio su ciò che è

più problematico, ma che può essere

risolto grazie alla condivisione e alla

diffusione dell’esperienza altrui.

nel lontano autunno del 2000, non

avrei mai pensato

di essere nominato

direttore di tecno-

struttura ma, a

dispetto degli anni e

dei periodi difficili

incontrati dall’as-

sociazione, sento

ancora di vivere

quel l ’atmosfera ,

atmosfera lavorativa

resa sempre più concreta e solida dalle

persone che tutti i giorni si impegnano

con dedizione, professionalità e con il

cuore nelle tante materie di cui si occupa

tecnostruttura. Questa consapevolezza

fornisce l’energia necessaria anche

per riflettere sulle sfide del futuro e

all’inevitabile evoluzione delle temati-

che che le Regioni ci chiedono di

seguire. tematiche come l’integrazione

dei sistemi e delle politiche finanziate dal

Fse, oppure la stessa integrazione del Fse

(anzi Fse+!) con altri fondi, al fine di

innescare finalmente circuiti virtuosi per

accrescere la coesione economica e

sociale delle Regioni, il regionalismo

differenziato e molto altro. tutte ma-

terie che potranno comportare modifi-

che nella nostra

associazione grazie

anche ad una

maggiore collabo-

razione con settori

regionali e nazionali

meno “tradizionali”

rispetto alla nostra

storia. A tutto ciò

siamo pronti, certi

che ogni cambia-

mento, seppur complesso, non potrà

che essere un ulteriore stimolo di

crescita comune per noi e per il sistema

delle Regioni.

Tecnostruttura non possiedel’esclusiva di un metodo maqualcosa di più raro: la “me-moria” storica e una carica diprofessionalità e umanità noncomuni

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L’ESPERIENza dI uN mETOdO: RIFLESSIONI E PROSPETTIVE

Sono entrato in tecnostruttura per la

prima volta nel settembre del 2000,

invitato a partecipare ad una riunione del

Coordinamento tecnico delle Regioni

dove, tra le altre cose, si discuteva dei

controlli sul Fse. All’epoca lavoravo al

Ministero del Lavoro e ancora non avevo

bene in mente che, da lì a qualche mese,

tecnostruttura sarebbe diventata la mia

casa lavorativa per i successivi anni a ve-

nire. Una cosa mi colpì immediatamente:

l’atmosfera diversa che si respirava

rispetto alle riunioni alle quali ero solito

partecipare, un’atmosfera priva di qualsiasi

liturgia formale, fatta di impegno, di

passione, di condivisione, un’atmosfera

che, al di là delle apparenze, delle

discussioni animate e degli inevitabili

compromessi, era pervasa da un

profondo rispetto reciproco il quale, non

infrequentemente, sfociava in rapporti di

amicizia confermati nel tempo.

Quell’atmosfera non rappresentava altro

che un metodo di lavoro, in apparenza

semplice, ma che ci definisce ancora a

distanza di quasi vent’anni. Un metodo

che trova la sua applicazione in tutti i

molteplici argomenti su cui tecnostruttura

si è misurata nel corso degli anni: dalle

problematiche gestionali del Fse all’istru-

zione e alla formazione professionale,

dalle riforme del mercato del lavoro alle

politiche sulla disabilità. È un metodo

che funziona anche in un approccio

multitematico, come durante le

complesse fasi negoziali sulle politiche

di coesione o nell’ambito delle attività

sulle professioni regolamentate; è un

metodo, inoltre, oggetto di grande

attenzione anche da parte di Stati membri

con un assetto istituzionale simile al

nostro o che debbono misurarsi con

istanze e problematiche a partire dai

singoli territori; infine, è un metodo che

rimane attuale, nonostante i ricambi

generazionali e i turn over a cui tutte le

pubbliche amministrazioni sono state

sottoposte nel corso degli anni.

non credo che tecnostruttura possegga

l’esclusiva del metodo descritto

(in fondo confrontarsi tra soggetti di

istituzioni diverse per trovare soluzioni

condivise è una prassi consolidata

in molte realtà), tuttavia credo che

tecnostruttura abbia almeno due com-

ponenti meno diffuse e generalizzabili:

la “memoria” storica e una carica di pro-

fessionalità e di umanità non comuni

n Giuseppe Di Stefano Direttore di tecnostruttura

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Ho avuto modo di apprezzare l’apporto

tecnico e operativo garantito da tecno-

struttura al Coordinamento tecnico e,

conseguentemente, alla iX Commissione

che presiedo, nonostante il non infre-

quente accavallarsi di problematiche e

di urgenze. È un apporto molto profes-

sionale, sempre e

comunque super

partes, rispettoso

delle peculiarità

delle singole realtà,

che però contribui-

sce sempre a rag-

giungere soluzioni

condivise e vantag-

giose per il sistema

delle Regioni. È un apporto, infine, che,

come ha sottolineato qualche collega

assessore, è diventato sempre più

autorevole nel corso degli anni e per

questo prezioso per tutte le Regioni nelle

diverse componenti.

A distanza di qualche anno, quindi, posso

dire di essere molto soddisfatta della mia

esperienza di presidente di tecnostrut-

tura. Per quanto riguarda il futuro,

condivido la necessità di definire priorità

di ampio respiro che possano consentire

all’associazione di continuare ad espri-

mere tutte le sue potenzialità.

Le Regioni sono già coinvolte nella

discussione sulle politiche di coesione

post 2020 (e anche su questa tematica

è determinante il contributo di

tecnostruttura!) e, conseguentemente,

sulle risorse dispo-

nibili, in particolare

quelle del Fse, per

continuare a portare

avanti politiche at-

tive sul capitale

umano e sui propri

territori. il tutto con-

siderando il mo-

mento decisivo che

stiamo vivendo in relazione all’idea stessa

di Europa e all’approccio da seguire

quando si tratta di politiche rivolte alle

persone.

occorrerà pertanto misurarsi con

questa nuova realtà, implementando

ancora di più la collaborazione tra realtà

territoriali, nel confronto con l’ammini-

strazione centrale, e la “compenetra-

zione” delle diverse tematiche che

impattano sullo sviluppo economico e

sociale delle Regioni.

L’apporto tecnico e professio-nale di Tecnostruttura, sempresuper partes, contribuisce araggiungere soluzioni condi-vise tra le Regioni

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La mIa ESPERIENza ALLA PRESIDENZA DI TECNOSTRUTTURA

nel corso della mia esperienza politica,

dal momento della mia nomina ad

assessore all’istruzione, Formazione e

Lavoro della Regione toscana nel 2015,

ho avuto modo di confrontarmi con le

dinamiche che contraddistinguono il

dibattito interregionale.

infatti, la Regione toscana ha anche il

ruolo di coordinare la iX Commissione

della Conferenza delle Regioni, che si

occupa di una serie di materie di grande

importanza, quali ad esempio l’istruzione

e la formazione professionale, le politi-

che del lavoro, la tutela e la sicurezza

del lavoro, l’università e ricerca scientifica

(intesa come ricerca di base), le profes-

sioni regolamentate.

Per una prassi consolidata sin dalla sua

istituzione, il responsabile del Coordina-

mento della iX Commissione viene

anche nominato dall’assemblea dei soci

(ovvero dagli stessi presidenti delle

Regioni o loro delegati) quale presidente

di tecnostruttura delle Regioni.

Confesso che non conoscevo bene

tecnostruttura e l’entusiasmo con cui i

miei collaboratori descrivevano l’asso-

ciazione e le attività che svolgeva mi ha

subito incuriosito. Sapevo che l’associa-

zione si occupava di quasi tutti gli argo-

menti che solitamente erano oggetto di

discussione della iX Commissione, ma

anche di questioni più generali, legate

alla programmazione e all’attuazione

dei programmi comunitari, con un’atten-

zione prevalente al Fse e a tutte le politi-

che che potevano derivare da tale Fondo.

nell’assumere un incarico di una

struttura con una storia quasi ventennale,

collegata alla Conferenza delle Regioni

e in piena attività, ho usato un approccio

“in punta di piedi”, cercando di ascoltare

e conoscere quanto più possibile, non

solo dal punto di vista amministrativo,

ma anche dal punto di vista dei contenuti

e delle tematiche trattate.

Ho trovato subito un ambiente che

giustificava l’entusiasmo dei miei colla-

boratori, sia in termini di professionalità

che, soprattutto, dal punto di vista

umano. Un ambiente che, a mio parere,

ha permesso di affrontare in maniera

positiva le delicate questioni con cui le

Regioni si sono dovute misurare nel

corso degli ultimi anni. temi complessi

derivanti da processi di riforma non

ancora conclusi, quali la “Buona scuola”

o la riforma dei servizi per l’impiego.

n Cristina Grieco Presidente di tecnostruttura

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LA COLLABORAZIONECOME METODO.

VENTI DOMANDE ALLE REGIONI

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maggiori limiti sono quelli che riflet-tono assetti organizzativi concepiti acompartimenti stagni.Rilevanti sarebbero, inoltre, le ester-nalità positive in termini di procedure,metodologie e buone pratiche, conevidenti vantaggi anche per i benefi-ciari e i destinatari dei Programmi i quali spesso si trovano a doversicomportare in maniera differente nel-

l’ambito di bandi e procedure emanatiin attuazione di programmi finanziatida fondi diversi. Tecnostruttura supporterebbe al meglio le Regioni anche in un’azione di semplificazioneamministrativa comune ai due Programmi, rendendo, di consguenza,maggiormente efficaci e sinergici gli interventi programmati nei Piani diRafforzamento Amministrativo.Per concludere può essere utile rivolgersi al tema, molto trasversale eparticolarmente rilevante, delle aree interne, per rendersi conto di quantosia indispensabile ragionare nell’otticadescritta, anche dal punto di vista delsupporto tecnico. Come noto, taliaree esprimono fragilità e disparità, in

termini di servizi alla cittadinanza, seposte a confronto con le aree costiere.La Regione ha il compito, direi il dovere, nell’ambito del coordinamentounitario della programmazione, di facilitare la definizione delle strategiedi questi territori, nonché l’attuazionedegli interventi programmati, accompa-gnandoli in un percorso di crescita co-mune. La programmazione 2021-2027

rivolge una importante attenzione aqueste parti preziose del nostro terri-torio, con l’obiettivo di favorire la va-lorizzazione delle proprie specificità,le sole in grado di assicurare il futuro aquesti territori. Concludo affermando che dobbiamoessere pronti, sin da ora, ad affrontarele sfide della prossima programmazioneeuropea ed è utile, pertanto, che Tecnostruttura sia al nostro fianco, coni suoi preziosissimi contributi, anche peril Fondo europeo di sviluppo regionale.

L’integrazione tra i fondi è la sola in grado di far conseguireun valore aggiunto per i territori di riferimento

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Tecnostruttura supporta da tempole Regioni nella trattazione delle complesse tematiche afferenti alFondo sociale europeo. Il ventennaledelle sue attività può costituire, senzadubbio, l’occasione per arricchire ilruolo dell’associazione nell’ottica di unulteriore rafforzamento delle compe-tenze tecniche di supporto alle Regioni, affinché sia orientato ad assicurare la massima integrazione trail Fondo sociale europeo ed altri Fondistrutturali, ed, in particolare con ilFondo europeo di sviluppo regionale(Fesr). Proprio nella prospettiva della massimaintegrazione tra i fondi Fse e Fesr, alcune Regioni, tra le quali l’Abruzzo,hanno scelto di costituire un’unica Autorità di Gestione, cui si è accom-pagnata l’istituzione di un unico Comitato di Sorveglianza. La RegioneAbruzzo ha avuto, peraltro, modo di accogliere con soddisfazione il positivo riscontro del proprio parte-nariato istituzionale ed economico sociale in merito alle scelte compiutein tal senso.È evidente l’utilità per le Regioni di perseguire un approccio tecnico disupporto che ponga al centro dellasua attenzione l’integrazione tra il Fsee il Fesr, i quali, sebbene presentino

differenti specificità, sono di fatto assolutamente complementari nelperseguimento della comune finalitàdella politica di coesione: ridurre le disparità economiche, sociali e infra-strutturali tra le Regioni dell’Unioneeuropea. L’approccio integrato da sviluppare ulteriormente, anche e soprattutto invista della programmazione 2021-2027, renderebbe maggiormente sinergici i risultati perseguiti attraversointerventi finalizzati all’innovazione, alsostegno alle piccole e medie imprese, alla tutela ambientale e allosviluppo urbano sostenibile delle zoneurbane, rurali e costiere con quelli rivolti alla persona e ai soggetti chepresentano maggiori fragilità e neiconfronti dei quali si agisce attraversoazioni che concretizzano le politicheper l’occupazione, per l’inclusione sociale e per la formazione. L’integra-zione tra i fondi, a partire dall’approc-cio tecnico di supporto fino alla programmazione e all’attuazione degliinterventi, è la sola in grado di far conseguire un valore aggiunto, per iterritori di riferimento, sicuramentemaggiore rispetto ad un approccio chelimiti il proprio sguardo a prospettiverivolte, singolarmente, ai Programmi.Spesso gli approcci che risentono dei

Elena Sico | Regione Abruzzo

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IntegrazIone FondIQUALI VANTAGGI NE POSSONO DERIVARE PER I DIVERSI TERRITORI?

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grado di considerare le retroazioni determinate del dialogo pubblico, utilea presidiare il complesso di misure necessarie ad incorporare Agenda2030 nel policy making. Al riguardo,potrebbe risultare rilevante inserire tragli obiettivi del piano delle perfor-mance, alcuni riferiti all’Agenda 2030. Le amministrazioni che intendonooperare nella prospettiva di Agenda

2030 devono assicurare un adeguatolivello di competenze del personale, in termini di efficacia (competenzatecnica, capacità di elaborazione dellepolitiche, cooperazione, leadership,gestione del dialogo pubblico e coinvolgimento, formazione) di responsabilità (trasparenza, controlloindipendente, procedure di accounta-bility) e di inclusività (non discrimina-zione, partecipazione, sussidiarietà,equità intergenerazionale). Risulta quindi indispensabile un inve-stimento in formazione e aggiorna-mento per trasferire ad amministratorie dirigenza le competenze trasversali,i soft skill, utili ad individuare soluzionisia in termini di merito sui temi del-

l’Agenda 2030, sia in termini di orga-nizzazione dell’attività amministrativa.I Piani di Rafforzamento Amministra-tivo, elaborati dalle Regioni nell’ambitodella programmazione comunitaria2014-2020 e finalizzati a garantire il miglioramento delle performancee della capacità amministrativa, possono rappresentare una occa-sione per consolidare le competenze

ed innescare forme di adeguamentoorganizzativo, inserendo una linea diattività dedicata ad Agenda 2030.I piani della formazione del personale,che ciascun ente pubblico è chiamatoa predisporre, potrebbero essere unaleva di innovazione istituzionale, sviluppando competenze, costruendocapitale umano, indispensabili perassicurare una adeguata e coerenteazione pubblica per l’Agenda 2030.Infine, la costituzione di una comunitàdi pratica e di apprendimento può rappresentare una soluzione efficaceper condividere competenze ed espe-rienze destinate a gestire al meglio lamessa in opera dell’Agenda 2030.

L’Agenda 2030 promuove l’adozione del networking come stiledi governance, esige un approccio integrato all’azione pubblica

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Le Regioni e gli enti locali sonochiamati ad adottare modelli di gover-nance ad elevato grado di sussidiarietà,in grado di raccordare obiettivi, prioritàe azioni in un sistema multidimensio-nale, per fare fronte alla crescentecomplessità dei fenomeni da gover-nare: globalizzazione, disuguaglianza,povertà, dinamiche demografiche,cambiamenti climatici, gestione dellerisorse naturali.Per innescare un percorso globale ditransizione verso lo sviluppo sostenibile,l'Assemblea generale delle NazioniUnite, nel 2015, ha adottato l'Agenda2030, stabilendo 17 obiettivi di svilupposostenibile e 169 target che riguardanole sfide cruciali per lo sviluppo: povertà, sicurezza alimentare, salute,istruzione, energia produzione soste-nibile, cambiamento climatico.L’Agenda 2030 rappresenta una stra-tegia integrata, che incorpora aspettieconomici, sociali ed ambientali e nevalorizza le interdipendenze, attraversoun approccio intersettoriale che investei diversi livelli di governo, locale, regio-nale, nazionale.Conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile richiede la messa in campodi un sistema di governance in un contesto multi-settore, multi-livello emulti-attore, di promuovere un si-

stema trasparente, inclusivo, riflessivoe partecipato.Per rafforzare l’interdipendenza e lacombinazione delle politiche, l’attua-zione dell’Agenda 2030 esige un approccio integrato all’azione pub-blica, caratterizzato dall’allineamentoverticale degli obiettivi e delle policy el’integrazione orizzontale dei diversiinterventi settoriali.La caratteristica multidimensionaledell’Agenda 2030 suggerisce l’ado-zione del "networking" come stile digovernance che sembra funzionarenelle sfide della sostenibilità, dove iprocessi decisionali hanno natura incrementale e risulta difficoltoso controllarli da un singolo centro.Processi di innovazione istituzionale edi adeguamento dello stile decisionaleall’Agenda 2030, implicano la necessitàdi riconsiderare l’assetto organizzativodelle amministrazioni pubbliche, il modo in cui elaborano, attuano eriesaminano le politiche, il modo incui apprendono dall’esperienza.Nella prospettiva di un modello di governance fortemente orientato alnetworking, la revisione dell’assetto organizzativo deve avere un commit-ment forte ed essere tale da consentireun dialogo in forma strutturata con ilpartenariato economico e sociale, in

Elio Manti | Regione Basilicata

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agenda 2030QUALI NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI SONO NECESSARI PER ATTUARLA IN PIENO?

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La Regione Siciliana nel 2016 conun Protocollo d’intesa bilaterale hamutuato dalla Regione Piemonte l’im-pianto metodologico e il primo set distandard di riferimento per l’attuazionedel Sistema Certificazione Regionale(SCR). Il protocollo, attuato attraversoun’azione di "traghettamento", ha per-messo il trasferimento degli standardprofessionali e formativi. La Regione

Piemonte, avendo definito un SCR unitario e trasversale ai sistemi di formazione, lavoro e istruzione pro-fessionale, ha permesso alla RegioneSicilia di realizzare un repertorio dellequalificazioni - adeguato alle propriecaratteristiche - quale strumento efficace per la crescita dei sistemi diistruzione e formazione e lo sviluppodelle competenze dei propri cittadini.Grazie all’adozione del Repertorio delleQualificazioni, aggiornabile in base aifabbisogni del contesto produttivo, laRegione Siciliana ha facilitato il dialogosociale con il partenariato economicoe sociale, la progettazione dell'offertaformativa e, a seguito della messa a re-gime del SCR, potrà realizzare l’eroga-

zione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle com-petenze acquisite nei vari contesti diapprendimento, facilitando l'incontrotra domanda e offerta di lavoro.Il valore aggiunto dell’attivazione di iniziative interregionali è costituito anche dalla cooperazione istituzionalee dallo scambio di knowhow e prassioperative tra le Regioni firmatarie,

finalizzato a condividere modelli, dispositivi, strumenti, materiali che,adeguatamente contestualizzati, pos-sono costituire riferimenti comuni peril dialogo tra i sistemi regionali integrati di istruzione, formazione e lavoro e per la mobilità dei cittadini,nonché un contributo rilevante per la costruzione di un quadro a livello nazionale. Tale cooperazione costitui-sce uno strumento idoneo a favorirela condivisione di esperienze e buoneprassi e permette un utilizzo sinergicodelle risorse di cui ciascuna Regionedispone e una valorizzazione degli investimenti realizzati.

La cooperazione regionale favorisce la condivisione di esperienzee permette una valorizzazione degli investimenti realizzati

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Le linee di indirizzo europee e na-zionali relative alla necessaria costru-zione di un sistema di certificazionedelle competenze, sin dall’anno 2013,hanno imposto a tutte le Regioni d’Italia l’esigenza di istituire un propriorepertorio regionale delle qualificazioniprofessionali, che andasse ad imple-mentare il quadro nazionale delle professioni.

Tale policy si pone, tra gli altri, anchel’obiettivo di incentivare la fruizione dipercorsi formativi flessibili, capaci diseguire velocemente i cambiamentidel mercato del lavoro. Ciò, però, nonpuò prescindere da un preventivo processo di individuazione di standardprofessionali, formativi e di validazionee riconoscimento delle competenzecapaci di rispecchiare i differenti territori regionali. In un’ottica di cooperazione istituzio-nale e concertazione, dunque, la Re-gione Calabria, priva sino ad allora diun proprio sistema di certificazione,ha sottoscritto un protocollo d’intesabilaterale con la Regione Toscana peril trasferimento del sistema regionale

degli standard professionali, formativie di riconoscimento e certificazionedelle competenze. La Regione To-scana ha accompagnato l’amministra-zione calabrese durante tutto l’iter di recepimento e assorbimento del repertorio delle qualificazioni profes-sionali, attuando una vera e propriaazione di meternage. Ciò ha permessoalla Regione Calabria di rispondere in

modo tempestivo ed efficace alle richieste avanzate dalle istituzioni nazionali e sovranazionali. Lo scambio di knowhow e prassi ope-rative tra Regioni, con l’utilizzo sinergicodelle loro risorse, dovrebbe essere, anche alla luce di questa esperienza,una pratica sempre più diffusa per lacostruzione di un quadro di riferimenticomuni a livello nazionale e per unastandardizzazione dei procedimentiamministrativi più efficaci ed efficienti.

Fortunato Varone | Regione Calabria Maurizio Caracci | Regione Siciliana

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traghettamento CompetenzeSI POSSONO IMPORTARE LE BUONE PRASSI OPERATIVE?

Lo scambio di knowhow tra Regioni dovrebbe essere una praticasempre più diffusa per riferimenti comuni a livello nazionale

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proprio a partire dalla presente programmazione, l’AdC si occupa, insieme all’AdG, anche della “gestionedei rischi”: tale attività viene espletataattraverso lo sviluppo di procedureidonee ad identificare le attività di insorgenza potenziale di rischi e nell’ideare ed adottare misure idoneea prevenirli, siano essi derivanti da attività proprie che riscontrabili durante

l’esecuzione delle attività stesse.A fronte di tale evoluzione, tuttavia, ingenerale non è corrisposta un’analogaevoluzione organizzativa delle strut-ture a tali compiti deputate. Le AdC,quindi, si devono districare tra nuovee vecchie competenze, chiusure di programmazioni che si accavallanosempre di più all’avvio di nuove programmazioni, disponendo spessodi risorse inadeguate. In concreto,considerando il ritardo con cui sonopartiti la maggior parte dei PO, attual-mente le AdC si trovano ad affrontarein primis le seguenti criticità: 1) interazioni con l’AdG e l’AdA per la

trasmissione del “Pacchetto Conti” nelrispetto delle scadenze concordate;

2) progettazione di un sistema informativoin grado di automatizzare le procedurerelative ai Conti, le irregolarità ed icontrolli di pertinenza delle tre Autorità;

3) monitoraggio dei pagamenti relativialle spese certificate;

4) monitoraggio delle irregolarità/gestione del Registro Debitori in collaborazione tra AdC e AdG.

A tale potenziamento di ruolo, non è

corrisposta, un’adeguata attenzione da parte della CE. Diversamente, infatti, dalle altre Autorità dei PO, nonesiste per le AdC alcun riferimentostrutturato presso la CE stessa. Ciò determina, soprattutto nelle fasi di avvio delle nuove programmazioni,difficoltà interpretative serie cui seguel’adozione di interpretazioni spessonon condivise dalla CE in sede di audit. Si auspica, come più volte richiesto, che a fronte delle maggiorie rinnovate sfide cui sono chiamate arispondere le AdC, la CE inizi una seriariflessione sulla necessità di offrire un apporto specialistico dedicato. La correttezza dei conti e della spesaè interesse di tutti.

A fronte delle maggiori e rinnovate sfide attribuite alle AdC,sarebbero necessari specifici riferimenti tecnici

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L’Autorità di Certificazione (AdC),con Autorità di Gestione (AdG) ed Autorità di Audit (AdA), fa parte dellastruttura organizzativa di ogni PO e delsuo Sistema di Gestione e Controllo(Si.Ge.Co). L’AdC ha da sempre il com-pito di certificare le spese trasmessedall’AdG ed inviare le relative domandedi pagamento (DDP) alla CE, di atte-stare che le spese sostenute inseritenelle DDP provengano da sistemi dicontabilità affidabili e si basino su documenti giustificativi verificabili giàcontrollati dall’AdG.Il ruolo che l’AdC ha assunto nel corsodei vari cicli di programmazione è statocaratterizzato da una continua evolu-zione che ha determinato, di fatto, la modifica sostanziale della figura, aumentando le competenze richiestee le responsabilità.Nella programmazione 2000/06 a talefigura è attribuita in primis la funzionedi organismo di pagamento. L’Autorità,denominata “di Pagamento”, rappre-senta l’organismo locale incaricatodallo Stato membro di elaborare e presentare le richieste di pagamentoe di ricevere i pagamenti della Com-missione (Reg CE 1260/99).Una prima evoluzione del ruolo di taleAutorità si vede nella programmazione2007/13, nella quale la nuova deno-

minazione Autorità di Certificazione farilevare un deciso cambiamento dirotta: da organismo di pagamento asoggetto certificatore.Un apposito articolo del Reg. Generale(art. 61 Reg CE 1083/2006) è dedicatoalle funzioni dell’AdC tra le quali, oltrea quelle già in essere dalla passata pro-grammazione (elaborare e trasmetterealla CE le dichiarazioni certificate dellespese e le DDP), si aggiungono nuovie basilari compiti di certificatore dellaspesa.Ma è con l’attuale ciclo di programma-zione 2014/20 che la figura AdC è statarivisitata: da certificatore della spesa acertificatore dei conti. Infatti, all’AdCviene attribuito l’ulteriore compito dicertificare la completezza, esattezza everidicità dei bilanci (art. 126 Reg CE1303/2013). Tale novità consegue all’articolazione della gestione non piùsolo per esercizio finanziario, ma ancheper esercizio contabile, in relazione al quale vige l’obbligo, ai fini della liqui-dazione del prefinanziamento annualenonché dell’eventuale saldo dovutosulle DDP, della presentazione dei contiannuali certificati dall’AdC.A tale rilevante funzione corrispon-dono nuovi e complessi adempimentinonché una decisa rinnovata professionalità. A ciò si aggiunga che,

Maria Caristo | Regione CampaniaJessica Strappazzon | Provincia autonoma di Bolzano

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autorItÀ dI CertIFICazIoneQUALI SONO LE NECESSITÀ PER UNA MAGGIORE EFFICACIA DEL LAVORO RICHIESTO?

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investimenti, ridurre le disuguaglianzeculturali, economiche e territoriali efavorire la mobilità sociale.Le imprese socie delle Fondazioni, oche con esse collaborano, sono chia-mate a ospitare i giovani in un contestolavorativo nei periodi previsti dal progetto (800 ore nel biennio) ma, soprattutto, a partecipare all’ideazionee alla progettazione dei percorsi stessi.

Portano il loro punto di vista e la lorocapacità di cogliere evoluzioni e scenari,componente strategica per offrire agli studenti l’opportunità di maturareesperienze e competenze realmente innovative e in sintonia con le dinamicheeconomiche e produttive in un’economiaaperta e in perenne trasformazione.Il sistema ITS coinvolge attualmente10.972 studenti all’interno dei 464 per-corsi attivati dalle 95 Fondazioni pre-senti sul territorio italiano e vanta unimpatto occupazionale, misurato a 12mesi dall’ottenimento del titolo, pari acirca l’82% dei diplomati.La costruzione di un sistema di for-mazione terziaria non universitaria hareso necessaria una programmazione

capace di connettere e mettere in sinergia le politiche dell’istruzione edella ricerca, le politiche formative eper l’occupazione e le strategie di sviluppo economico, richiedendo altresìdi costruire una cornice nazionale chetrova attuazione in una programma-zione regionale. Un processo che hacoinvolto tre Ministeri e che le Regionihanno affrontato riconoscendo le pro-

prie specificità, mettendo in valore le pregresse esperienze in un disegnoorganico nazionale. Ciò permette dilavorare ad un nuovo modello educa-tivo, operando dei mutamenti sia nellaprospettiva di sviluppo del sistema formativo nel suo complesso, sia intermini di armonizzazione dei percorsidi livello terziario. Un percorso che ha richiesto e conti-nua a richiedere un luogo riconosciutoe riconoscibile di condivisione, di con-fronto e di competenze sia su aspettipropriamente di programmazione siasu aspetti, non trascurabili, tecnici especialistici strettamente connessi allaprogrammazione del Fondo socialeeuropeo.

La formazione terziaria non universitaria è un esempio dicollaborazione tra istituzioni e sistema produttivo

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La formazione terziaria di livellopost-secondario non universitariaprende avvio nel nostro Paese conl’istituzione dell’istruzione e forma-zione tecnica superiore (IFTS), di cuiall'articolo 69 della legge 17 maggio1999, n. 144, ma è a partire dall’istitu-zione degli Istituti tecnici superiori(ITS), con DPCM del 25 gennaio 2008,che questo tipo di offerta formativa di-viene stabile e strutturale. Gli ITS costituiscono un canale forma-tivo di livello post-secondario, paral-lelo ai percorsi accademici, mirato a formare figure definite a livello nazionale per rispondere al fabbisogno di specializzazioni tecniche nelle areeindividuate dal ministero dello SviluppoEconomico con il Piano Industria 2015quali ambiti di innovazione e sviluppoper il nostro Paese. Nella costruzione della propria infra-struttura formativa l’Emilia-Romagnaha individuato nella filiera della IFTS lostrumento principale per la competi-tività dell’economia regionale, capacedi corrispondere ai fabbisogni dei sistemi produttivi. L’investimento nellaformazione di profili tecnici altamentespecializzati, corrisponde all’obiettivodi contribuire ai processi di crescita e qualificazione di filiere produttivestrategiche per lo sviluppo regionale e

nazionale. Dalla costruzione e qualifi-cazione dell’offerta terziaria non uni-versitaria è stata sviluppata una offertaarticolata basata sulla collaborazionestabile tra le autonomie educative eformative (istituzioni scolastiche, entidi formazione e università) e i sistemidi impresa capace di rispondere alleaspettative dei giovani e alle esigenzedelle imprese. La Rete politecnica è costituita da diverse opportunità che si differenzianoper durata, grado di specializzazionee attestato rilasciato: i percorsi biennalirealizzati dalle Fondazioni ITS, a cui si affiancano percorsi annuali per il conseguimento del certificato IFTSe percorsi più brevi di formazione superiore, riferiti al sistema regionaledelle qualifiche.Una Rete Politecnica che trova nelleFondazioni ITS il soggetto facilitatoredi relazioni stabili e strutturate di livelloterritoriale, aperte alla dimensione regionale e nazionale, basate sullespecializzazioni e pertanto capaci dicogliere specificità dei sistemi produttivi,ma attente a cogliere la sfida delle tecnologie abilitanti. Gli ITS sono parte e componente stra-tegica di un’infrastruttura educativa eformativa organica per lo sviluppo,volta a generare occupazione, attrarre

Francesca Bergamini | Regione Emilia - Romagna

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ItSCOME CONNETTERE ISTITUZIONI EDUCATIVE E MONDO PRODUTTIVO?

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corsi conclusi a partire dall’anno 2013fino all’anno 2016, afferenti a tutte leRegioni coinvolte nella programma-zione ITS. Il lavoro svolto ha trovato concretiz-

zazione nel decreto con il quale ilMIUR ha approvato l’UCS per gli ITS.Tale UCS è da considerare particolar-mente significativa poiché va ad indi-viduare due parametri che sanciscono

il peso dato all’aspetto dell’efficienzarealizzativa e, quindi, la capacità attua-tiva delle Fondazioni: • UCS ora percorso (legato alle ore di

svolgimento del percorso in terminidi processo), percentualmente pari al35% del valore complessivo dell’UCS;

• UCS allievo formato (connesso alnumero degli allievi formati in terminidi risultato), percentualmente pari al65% del valore complessivo dell’UCS.

A valle del richiamato decreto del MIUR, le Regioni, individuandodapprima l’Emilia-Romagna e succes-sivamente il Friuli Venezia Giulia quale amministrazione referente ed accom-pagnate dalla costante azione di Tecnostruttura, hanno avviato il percorso con la Commissione europeaal fine di fare confluire l’UCS ITS all’interno di un atto delegato di cui

all’articolo 14 del Regolamento (UE) n. 1304/2013. Il percorso di confronto con la Commissione europea, che ha visto lapartecipazione compatta delle Regionie, come detto, il supporto tecnico e metodologico attivo di Tecnostruttura,si è rivelato complesso ed articolato e dovrebbe trovare la propria conclu-sione, con l’adozione dell’atto delegato,entro maggio 2019.

Gli ITS mettono in connessione le politiche dell’istruzione,della formazione e del lavoro con le politiche industriali

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Gli Istituti Tecnici Superiori - ITS costituiscono realtà di eccellenza adalta specializzazione tecnologica, lacui offerta si configura in percorsi for-mativi tesi al conseguimento del Diploma di Tecnico Superiore, riferitialle aree tecnologiche considerateprioritarie per lo sviluppo economicoe la competitività del Paese. Rappre-sentano un'opportunità di assoluto rilievo nel panorama formativo italianoin quanto espressione di una strategiafondata sulla connessione delle poli-tiche d’istruzione, formazione e lavorocon le politiche industriali. Gli ITS si configurano quale segmento di formazione terziaria professionaliz-zante non universitaria, che rispondealla domanda delle imprese di nuoveed elevate competenze tecniche etecnologiche per promuovere i processidi innovazione, ispirandosi a modelliconsolidati già presenti in Europa. Il decreto n. 713 del 16 settembre 2016del MIUR, nell’emanare le “Linee guidain materia di semplificazione e pro-mozione degli Istituti Tecnici Superioria sostegno delle politiche di istruzionee formazione sul territorio e dello sviluppo dell’occupazione dei giovani”,ha introdotto, all’articolo 4, il principioper cui la rendicontazione dei percorsiITS venga effettuata in maniera uni-

forme su tutto il territorio nazionalesulla base delle Unità di Costo Stan-dard (UCS).Su tali basi, un gruppo di lavoro costi-tuito dal MIUR, dal MLPS, dal MEF e dalle Regioni ha operato al fine didefinire l’UCS per gli ITS. La metodologia adottata, coerentecon le indicazioni formulate dallaCommissione europea nel documentoEGESIF_14-0017 “Guida alle opzionisemplificate in materia di costi (OSC)- Fondi Strutturali e di InvestimentoEuropei (Fondi SIE)”, si è sviluppata secondo i seguenti passaggi:• analisi dei dati storici relativi ai

percorsi formativi ITS;• individuazione di un campione

omogeneo e rappresentativo chepossa considerarsi quale standardnazionale;

• individuazione dei parametri a cuicollegare i costi, tra quelli previstinel documento di lavoro della Com-missione europea e nel Vademecumper la spesa Fse;

• individuazione dei Costi UnitariStandard.

Il lavoro di costruzione dell’UCS attra-verso i quattro passaggi sopraindicatiè stato particolarmente oneroso ed hatrovato la propria base nei dati storiciforniti da INDIRE relativi a n. 242 per-

Felice Carta | Regione Friuli Venezia Giulia

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CoStI Standard ItSQUALE PERCORSO CONDIVISO SI È ATTUATO NELLA COSTRUZIONE DELL’UCS ITS?

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centrali e gli altri interlocutori.I lavori del cosiddetto “Gruppo Pro-fessioni”, che rappresenta ancora oggila sede del Coordinamento tecnico in-terregionale Istruzione Formazione eLavoro dove si svolge l’approfondi-mento e la discussione in materia diattività regolamentate a livello nazio-nale, si sono nel tempo intensificati,per effetto dell’insorgere piuttosto

ricorrente di nuovi vincoli normativi eperché si è riscontrata l’utilità di con-frontarsi anche “a valle” degli accordi,su questioni tecniche e dubbi inter-pretativi dettati dalla traduzione ope-rativa, nella concreta realtà regionalee provinciale, degli accordi stessi.Si è infatti rilevata l’opportunità di gio-varsi delle esperienze concrete e dellesoluzioni già adottate in alcuni terri-tori, per affrontare al meglio questionisimili insorgenti in altri e si è anchedeciso di intervenire per una migliorearmonizzazione di quanto già appro-vato con le metodologie e criteri tecnici adottati sui versanti delle altrefiliere della formazione, così da poterstabilire utili connessioni ed equiva-

lenze tra titoli conseguiti in alcuni sistemi (ad esempio la IeFP) e titoli richiesti per l’esercizio dell’impresa odell’attività.Il Gruppo Professioni ha quindi un po’“cambiato pelle”, non limitandosi piùa funzionare da supporto agli altri coordinamenti interregionali di settore,bensì assumendo un po’ la veste di“centro di competenza”, estendendo

il suo raggio d’azione anche alle fasipiù operative, nelle quali vi è oggi lacomune convinzione di dover inter-venire il più possibile in modo omo-geneo.Nel tempo, l’intensificarsi delle attivitàdel Gruppo, ha portato a collaudare eutilizzare un metodo efficace di dia-logo e condivisione tra colleghi, chepermette oggi di poter reagire concompetenza e tempestività rispettoalle molteplici casistiche che vengonosottoposte all’attenzione e fornire unapprofondito contributo alle decisionia cui sono chiamati i referenti a livellopolitico.

Il Gruppo Professioni ha “cambiato pelle” e ha assunto la vestedi “centro di competenza”, agevolando un agire omogeneo

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Nel più ampio ambito della forma-zione professionale ha assunto parti-colare rilevanza la materia delle Professioni, vale a dire tutte le fattispecienelle quali l'accesso e/o l'eserciziodelle attività economiche è condizionatodalla preventiva acquisizione di speci-fiche competenze, che nella maggiorparte dei casi si acquisiscono nel sistema di FP a titolarità di Regioni eProvince autonome.In linea di principio l’iniziativa economicaprivata è libera secondo condizioni dipiena concorrenza e pari opportunitàtra tutti i soggetti, presenti e futuri.Tuttavia, in ragione di superiori interessidi tutela della salute, dell'ambiente, delpaesaggio, del patrimonio artistico eculturale, della sicurezza, della libertà,della dignità umana, vengono adottatedisposizioni di legge a livello nazionale,che introducono nell’ordinamentospecifiche condizionalità.Da ciò si evince facilmente l’impor-tanza e la delicatezza del tema “pro-fessioni”, poiché si tratta di trovare un giusto equilibrio tra i diritti dellepersone e delle imprese ad operare liberamente e la salvaguardia di premi-nenti (e dimostrabili) interessi generali.Dal punto di vista della governance,inoltre, il processo è piuttosto com-plesso, poiché si devono contempe-

rare le istanze dei livelli istituzionalicoinvolti - amministrazioni centrali e regionali di settore - e delle rappre-sentanze datoriali e sindacali; infatti le disposizioni attuative delle normesono adottate attraverso Accordi inConferenza Permanente per i Rapportitra lo Stato, le Regioni e le Provinceautonome di Trento e Bolzano, con lapreventiva audizione delle rappresen-tanze delle parti sociali interessate.Attraverso questo processo è possibilegarantire il riconoscimento in tuttaItalia degli attestati/certificazioni chevengono rilasciati nei diversi territori,secondo requisiti e procedure uniformi.In questo contesto, il settore regionaledella formazione è sempre chiamatoad intervenire, poiché ha valenza trasversale rispetto agli specifici ambitisettoriali e soprattutto è il destinatarionaturale – a livello operativo – delledecisioni che vengono assunte attra-verso gli Accordi.Sin dal 2006 le Regioni e le Provinceautonome hanno condiviso la necessitàdi un confronto e condivisione di metodi e contenuti, per preparare al meglio le istruttorie tecniche e rappresentare in maniera autorevole e tempestiva il punto di vista del territorionel confronto con le amministrazioni

Alessandra Tomai | Regione Lazio

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gruppo teCnICo proFeSSIonICOME REALIZZARE UNA GOVERNANCECONDIVISA SU TEMI E REALTÀ DIVERSE?

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operativo del Coordinamento.Da allora, in cui ci trovavamo a discu-tere delle problematiche legate ai primiprogrammi regionali (Ob. 2 e 5b) siamopassati a temi di ben più ampia portata:già nel settennio 2007/2013 abbiamoaffrontato il vademecum dei costi am-missibili, le prime esperienze di sem-plificazione dei costi, la diffusione dibuone pratiche ed il “mettersi insieme”

per attivare iniziative di interesse di piùRegioni. Con la programmazione2014/2020 altre sfide ci aspettavano:il piano dei conti, le condizionalità exante, la performance framework, al-cuni esempi di un elenco troppolungo. Ora siamo alle prese anchesull’analisi dei nuovi regolamenti perla prossima programmazione. Tuttesfide che necessitano di un approcciodi massima condivisione, di una forteidentificazione regionale, non comesingolo, ma come espressione di uninsieme per rappresentare una forzanei confronti dei nostri interlocutori,per essere pronti a rispondere e ad anticipare.

Per il mio bagaglio di esperienza edanche per la mia natura ho semprecreduto nella condivisione, nel confronto, nel “lavorare in gruppo”.Questa è stata secondo me la forzache negli anni il Coordinamento conla sua struttura tecnica ha acquistatoe continua ad avere, ma che soprat-tutto non deve perdere, ma deve rinforzare per rappresentare sempre di

più quella che è diventata se vogliamouna mission: essere il soggetto aggre-gante delle diverse realtà regionali in quelli aspetti che necessitano di posizioni comuni per rafforzare il ruolodelle Regioni.

Lavorare in gruppo è la forza del Coordinamento, la forza diun soggetto aggregante che consentirà anche in futuro dirafforzare il ruolo delle Regioni

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Occuparmi da oltre 30 anni diFondo sociale europeo mi inserisce sicuramente in quella categoria di persone che hanno fatto parte edhanno vissuto la nascita dei Fondistrutturali, l’evoluzione ai diversi livellidel ruolo delle Regioni, le modalità atti-vate per interagire con la Commissioneeuropea, l’esigenza sempre più cre-scente di avere momenti di confronto. Nei primi anni Novanta questa esi-genza si era già presentata e le Regioniavevano cominciato ad interagire ingruppi ristretti per sviscerare quelleproblematiche che già cominciavanoa nascere dalla sempre più complessaregolamentazione comunitaria. Il co-ordinamento Fse - grazie alle personeche in quegli anni operavano sul temaed alla voglia di novità e di crescita checoinvolgeva un po’ tutti – è semprestato, già da allora, uno dei coordina-menti più attivo e più coeso, riuscendo nel tempo a diventare unpunto di riferimento anche per laCommissione europea e interlocutoreai livelli nazionali.A questo si affiancava una forte iden-tificazione regionalista e l’esigenza diavere sempre più la possibilità di essere parte di un confronto attivo, inmodo da definire proposte e rispostecomuni e qualche certezza.

Al contempo il Fse, o meglio la rego-lamentazione comunitaria, cresceva,diventava sempre più complessa, nascevano i tanto voluti programmiregionali “di lungo respiro”, la nego-ziazione con la Commissione assu-meva aspetti di un certo spessore cuisi aggiungeva una gestione ancor piùimbrigliata in regole e norme da interpretare.Ricordo bene come abbiamo comin-ciato a discutere dell’esigenza di rinforzare il Coordinamento Fse, dicome la buona volontà dei singoli non poteva più bastare se veramente comeRegioni volevamo fare un salto di qua-lità ed avere un “ruolo tecnico” reale.Mi piace anche ricordare che ne par-lammo proprio a Genova tra pochi intimi e di come (grazie al lungimiranteFerrucci allora coordinatore) nacquel’idea di dotare il Coordinamento di una struttura tecnica per affrontarei sempre più frequenti problemi inter-pretativi della normativa comunitaria.Tecnostruttura nasce così, appoggiataanche dalla DG Occupazione, in primaistanza come cosa di pochi, quasi vo-lontaria, poi regolamentata e divenutaa tutti gli effetti una Associazione delleRegioni, con una propria identifica-zione, un proprio organico, a supportodelle Regioni stesse e quale braccio

Antonella Berettieri | Regione Liguria

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CoordInamento FSe:QUAL È LA SUA FORZA COME SOGGETTOAGGREGANTE?

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consolidato: in Lombardia sono attivi2.600 percorsi triennali e di IV anno,erogati da 110 Istituzioni Formative accreditate a livello regionale, checoinvolgono 53.550 studenti. 13.000allievi si formano in percorsi duale,svolgendo almeno 400 ore all’anno dialternanza scuola-lavoro direttamentenei contesti produttivi. A questi si aggiungono 2.300 allievi che studiano

lavorando, attraverso un vero e propriocontratto di assunzione in apprendi-stato di I livello. I percorsi di formazionesuperiore IFTS e di alta specializza-zione ITS hanno avuto una notevoleespansione sin dalla loro attivazione,attestandosi il primo a c.a. 1.000 e ilsecondo a 2.400 iscritti annui; di questiultimi, nell’a.f. 2018/2019, 60 risultanoassunti con un contratto di apprendi-stato di III livello. Il sistema ITS lombardo, infatti, è il più avanzato nelpanorama italiano, grazie alla presenzadi 20 Fondazioni che erogano 103 percorsi in tutti gli ambiti tecnologici.La sostenibilità del sistema si regge suun contributo ingente di risorse derivantidai trasferimenti statali, ma soprattutto

da risorse autonome del bilancio regionale e dalla programmazione delFondo sociale europeo 2014-2020, sucui finora sono state impegnate risorse per 200 milioni di euro, su tuttii percorsi della filiera formativa (terzoe quarto anno IeFP, IFTS, ITS), rispettoad uno stanziamento complessivo sull’Asse IIII di 332,5 milioni di euro. In conclusione, è auspicabile che

Tecnostruttura prosegua con l’incisivitàche ha caratterizzato i suoi primi ventianni di operatività nel farsi portavoceunanime delle istanze regionali, promuovendo la definizione di soluzionicondivise. Le prossime sfide riguardano il com-pletamento del sistema nazionale deititoli di istruzione e formazione professionale e delle qualificazioni regionali, avviato con l’istituzione dell’Atlante del lavoro, cosi come ilcompimento del processo di revisionedei repertori di IeFP e ITS, in un’ottica di valorizzazione dell’integrazione organica tra i percorsi.

Le riforme della filiera della FP hanno rappresentato un proficuoconfronto tra Regioni e dicasteri dell’Istruzione e del Lavoro

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La costruzione di una filiera verticaledi formazione professionale di com-petenza delle Regioni, l’affermazionedi una didattica “duale” tra formazionee lavoro, l’aggiornamento, tuttora incorso, dei profili formativi rispetto allecompetenze emergenti nel mercatodel lavoro, la definizione di un reper-torio nazionale dei titoli di istruzione e formazione professionale e delle qua-lificazioni professionali rappresentanoi contenuti principali su cui si è con-cretizzato il supporto alle amministrazioniregionali da parte di Tecnostrutturanell’ultimo quinquennio. Attraverso il lavoro dei gruppi tecnici tematici,l’assistenza dell’associazione ha semprecostituito un valore essenziale nellasintesi efficace delle diverse posizioniregionali.L’accordo in Conferenza Stato-Regioniriguardo all’apertura dell’accesso aipercorsi IFTS da parte dei diplomatidella IeFP, approvato nella seduta del20 gennaio 2016 in attuazione della L. n. 107/2015 di riforma dell’istruzione,ha dato piena attuazione alla prerogativadelle Regioni nell’articolazione di unsistema di IeFP parallelo al sistema diistruzione statale. Nello stesso periodo l’azione di riforma organicadell’istituto dell’apprendistato, intervenutacon il d.lgs. n. 81/2015, e l’avvio della

Sperimentazione nazionale del sistemaduale (c.d. “Sperimentazione Bobba”),tramite l’accordo in Conferenza Stato-Regioni del 24 settembre 2015, hannocontraddistinto una stagione intensadi confronto proficuo tra i dicasteridell’Istruzione e del Lavoro e le Regioni,sia sulle modalità operative di applica-zione delle disposizioni normative conil livello centrale, sia sullo scambio di buone pratiche nel dialogo interre-gionale.In questa cornice, Regione Lombardiaha saputo cogliere le opportunità offertedall’evoluzione del quadro normativoe mettere a sistema le sollecitazioniprovenienti dal dialogo costruttivo conle altre Regioni ed i Ministeri, per costruire un sistema di IeFP completoe integrato. Il sistema di IeFP lombardo,infatti, garantisce tutti i percorsi dellafiliera formativa professionalizzante,che si estende nel suo sviluppo verticaledalla Qualifica di IeFP di base, fino al Diploma di istruzione terziaria ITS.L’attivazione dei percorsi IFTS assicurapoi la facoltà di accedere a questa tipologia di percorsi terziari da partedei giovani che hanno conseguito undiploma nel sistema regionale di IeFP,oltre dei diplomati dell’istruzione statale. I numeri rappresentano in modo significativo un modello maturo e

Gianni Bocchieri | Regione Lombardia

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FIlIera della FormazIone proFeSSIonaleCON QUALE PERCORSO SI È COSTRUITO IL SISTEMA?

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policy, mira nel complesso allo sviluppo del mercato del lavoro e dell’economia e, quindi, del sistemaPaese. Un esempio di tale positivaesperienza di sinergia ha caratterizzatotemi come l’internazionalizzazionedelle imprese, l’accesso al credito, le aree di crisi complessa e non complessa, la strategia per la specia-lizzazione intelligente, i cluster tecno-

logici, il sostegno per la creazione e lo sviluppo delle attività imprenditoriali eprofessionali. D’altro canto, vi sono an-che esempi di tematiche oggetto diapprofondimento, soprattutto norma-tivo e procedurale, che si inquadranonel contesto di sviluppo del mercatointerno in un’ottica di liberalizzazionee di semplificazione, tesa a facilitare lamobilità del lavoro e la concorrenzanell’accesso al mercato dei beni e servizi, in coerenza con i principi comunitari. Si tratta, in particolare, ditemi legati al commercio, alla sempli-ficazione amministrativa e alle profes-sioni. Su quest’ultimo argomento, la sinergia tra le competenze in materiadi lavoro-formazione e quelle in materia

di attività produttive, ha permesso divelocizzare e sistematizzare la realiz-zazione di posizioni comuni e si èspesso opportunamente arricchita anche con altre competenze, soprattuttonei casi in cui si è trattato di professionisettoriali. Ciò, tra l’altro, ha costituitoun esempio positivo di sinergia anchecon altre Commissioni della Confe-renza delle Regioni (Agricoltura, Sanità,

Turismo ecc.). A ciò si aggiunga, l’ela-borazione di Dossier ed elaborazionidi approfondimento confluiti anche inpubblicazioni nazionali (Rapporto annuale ICE, Rapporto SBA, Rapportodi Retimpresa di Confindustria e Conferenza delle Regioni…), chehanno permesso alle Regioni di promuovere e valorizzare le propriepolitiche nell’ambito di Tavoli di confronto interistituzionali e di raffor-zare conseguentemente il loro ruoloistituzionale nell’ambito della gover-nance complessiva del sistema.

La sinergia tra competenze in materie diverse ha permesso allaCommissione di velocizzare e sistematizzare posizioni condivise

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La Commissione Attività Produttivedella Conferenza delle Regioni dal2005 istruisce tutti i temi legati allosviluppo economico, tra cui l’industria,l’innovazione per i settori produttivi, ilcommercio e l’internazionalizzazione.Il coordinamento della Commissioneè affidato alla Regione Marche che intale qualità, organizza i lavori dellaCommissione, ne convoca e presiedele riunioni ed istruisce tutte le questionidi sua competenza, al fine di assicurarel’efficiente e puntuale compimentodelle sue funzioni.Il ruolo della Regione è particolarmenterilevante in considerazione della ete-rogeneità delle materie di competenzadella XI Commissione: nel corso di talecoordinamento, infatti, la Commissioneha elaborato posizioni comuni, docu-menti unitari, ipotesi di accordi e programmi e predisposto pareri sulleprincipali tematiche di competenza,quali la ricerca industriale, gli investimentiinnovativi, gli investimenti nelle aree dicrisi, l’accesso al credito, il commercio,le fiere i mercati, la semplificazione,l’attrazione degli investimenti e l’internazionalizzazione, promuovendoun costante raccordo con le ammini-strazioni centrali di riferimento.La Regione Marche ha scelto dal puntodi vista organizzativo, stante la speci-

ficità e la complessità delle materietrattate, di articolarsi in specifici gruppitecnici di lavoro. Essa, inoltre, si avvale dal 2012 di alcuniapprofondimenti tematici, curati nell’ambito delle sinergie attivate conla Conferenza delle Regioni e delleProvince Autonome, con l’ausilio diTecnostruttura.A partire dall’anno 2012, infatti, su impulso della Conferenza delle Regioni, è stato avviato - sotto la dire-zione del dott. Marcello Mochi Onori- un percorso di sinergia tra Tecno-struttura, le Commissioni competentiper materia e la Segreteria della Conferenza sui fondi europei, nell’otticadi realizzare un più stretto legame conle politiche di coesione. Tale scelta è stata confermata nella sua validitàanche dall’Accordo di partenariato perla programmazione 2014-2020, inconsiderazione degli obiettivi tematiciivi individuati e delle strette intercon-nessioni tra i diversi fondi.In tale quadro, grazie alla suddetta collaborazione, la Commissione habeneficiato di un metodo di lavoro cheha permesso di creare una connes-sione tra le politiche legate all’ambitooccupazionale e quelle in favore deltessuto produttivo che, ciascuna conle rispettive normative e priorità di

Pietro Talarico e Chiara Gusella | Regione Marche

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CoordInamento attIvItÀproduttIveCOME RIPORTARE AD UNITÀ SOGGETTI ECOMPETENZE DIVERSE?

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all’esclusione sociale. Penso alla sperimentazione del Sistema per l’inclusione attiva (SIA), all’introdu-zione del Reddito di inclusione (REI)e ora a quella del Reddito di cittadi-nanza; al primo Piano Sociale nazio-nale, che unitamente al prossimoPiano per la non autosufficienza, introduce alcuni livelli sociali essenzialida garantire sull’intero territorio na-

zionale; all’approvazione del Codicedel Terzo settore, che ridisegna il ruolo e le funzioni di tutti gli entiriconducibili a tale area, all’istituzionedel Servizio Civile universale.

Si tratta di norme che richiederannonella fase attuativa ancora un con-fronto serrato tra Conferenza delleRegioni e Governo e che, con l’approssimarsi della scadenza dellaprogrammazione Fse 2014/2020 e con l’avvio delle procedure per lapredisposizione dei nuovi programmi, richiederà di poter contare su unaqualificata assistenza tecnica.Sono convinto che in questo senso

gli operatori di Tecnostruttura, in virtùdi una consolidata esperienza professionale e di un’ampia rete direlazioni, potranno sostenerci e accompagnarci adeguatamente.

L’utilità di coordinamento di Tecnostruttura è risultata sempre più evidente, soprattutto in una logica di interesse comune

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Non mi viene in mente un incipitmigliore per questo breve contributoin occasione del ventennale di attivitàdi Tecnostruttura delle Regioni.

Si tratta, in realtà, di un organismo nonsempre adeguatamente considerato e“utilizzato” dalle Regioni, anche se inrealtà negli ultimi anni l’approccio ècambiato.L’utilità del ruolo di coordinamentosvolto dalla struttura è risultata semprepiù evidente, soprattutto in una logicadi interesse comune.

Il ruolo dell’associazione è principal-mente quello di agire da facilitatore direti, di relazione, di integrazione trasoggetti ed aree diverse, tutte indipen-dentemente afferenti alla pianificazionedi ogni singola realtà regionale.Il “limes” di ogni iniziativa è stato sem-pre rappresentato dalla prevalenteesigenza di assicurare il massimo apporto alle Regioni e di promuovere,per raggiungere il risultato, ogni opportuna forma di confronto a tuttii livelli.La preparazione e la condivisione di tutte le azioni poste in capo alle autonomie regionali in tema di pro-grammazione e utilizzazione delle

risorse del Fondo sociale europeo, contutte le sue varie declinazioni, ha costituito l’ossatura di tutta l’operativitàdell’associazione.

In molte occasioni nella sede di ViaVolturno si sono affrontate anche tematiche trasversali, non strettamenteriferite alle risorse Fse o che comunqueprevedevano una concertazione tra diverse commissioni e coordinamentidella Conferenza delle Regioni e delleProvince autonome: politiche sociali,lavoro, istruzione, formazione profes-sionale, immigrazione, oltre che unconfronto con i Ministeri e le Agenziecentrali interessate.

Non va dimenticato che negli ultimimesi, per la verità a partire già dal 2017,vi è stata una sensibile accelerazionedell’attività amministrativa statale, cheha comportato un costante confrontocon i rappresentanti delle Regioni,dell’ANCI e dell’UPI e che ha portatoalla definizione, anche se non semprecon la piena condivisione regionale,di strumenti legislativi e programma-tori che hanno modificato o modifi-cheranno non poco le modalità di gestione territoriale delle politiche diwelfare e delle misure di contrasto

Michele Colavita | Regione Molise

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InterCoordInamentIQUAL È IL VALORE AGGIUNTO DELL'ESPERIENZA?

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Ogni paragrafo del Vademecum hauna storia alle spalle. Ho già citato laquestione dell’IVA, ma potrei richia-mare molti altri argomenti altrettanto“avvincenti”. Uno tra tanti il tema delleopzioni di semplificazione, in cui èconfluita l’esperienza di un progettointerregionale attuato sul finire dellaprogrammazione 2007-2013, in cui laRegioni d’Italia hanno saputo dimo-

strare una capacità di inventiva notevolenel rendere applicabile una normamolto utile, ma in prima applicazionepoco chiara.Il richiamo alle opzioni di semplifica-zione nella rendicontazione delle speseevoca un altro tema ampiamente dibattuto nei tavoli di confronto tra leRegioni, che è quello delle modalità disvolgimento dei controlli di gestione,ambito in cui le Regioni hanno saputoattuare una vera e propria rivoluzionecopernicana a partire da, metaforica-mente parlando, un foglio bianco.A distanza di 10 anni dai miei primi approcci al Fse posso dire che il me-todo della collaborazione tra Regioni,il confronto, lo scambio di buone

prassi, il coordinamento tra le diverseistanze e il raggiungimento di posizionicondivise, grazie all’elevato supportoprofessionale di Tecnostruttura, è unmetodo vincente, che ha permessoalle Regioni di raggiungere dei risultatisignificativi. Buon compleanno, quindi, Tecnostrut-tura e avanti così ancora per tanti annia venire!

Il confronto, lo scambio di buone prassi e il raggiungimentodi posizioni condivise tra Regioni è un metodo vincente

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La prima volta che ho partecipatoad una riunione a Tecnostruttura èstato esattamente 10 anni fa. Era unariunione del “gruppo Vademecum”, mail Vademecum in discussione eraquello relativo alla programmazioneFse 2007-2013. L'argomento su cui sidiscuteva era assai ostico e di non facile soluzione. Si parlava dell'assog-gettabilità all’IVA dei finanziamenti Fse.Non mi ero mai occupata prima di Fsee il dibattito a cui stavo assistendo misembrava pronunciato in una lingua straniera. Devo dire che queltema ci avrebbe accompagnato ancora per alcuni anni, prima di trovare una soluzione definitiva dopomolte altre discussioni e diversi inter-pelli all'Agenzia delle Entrate.Ricordo che la cosa che mi aveva col-pito di più, già in quella prima riunione,era il clima informale e collaborativoche caratterizzava la discussione: puressendo una sede formale, in cui ciascun partecipante rappresentaval’istituzione di provenienza, tutti eranoanimati dal comune proposito di trovare delle soluzioni a dei problemiconcreti. In quella sede l'interpreta-zione letterale delle norme si scontravacon l'operatività quotidiana dei casiconcreti e tutti erano uniti in unosforzo comune per trovare modalità

di applicazione legittime, ma allostesso tempo funzionali e praticabili.Quella prima impressione ha poi trovato conferma negli anni successiviin cui la mia presenza alle riunioni dicoordinamento tecnico è diventatacostante e continuativa. Negli anni alcuni colleghi in rappre-sentanza delle Regioni sono cambiati,alcuni sono andati in pensione, altrihanno cambiato attività. Ma posso affermare con certezza che l’approcciocollaborativo, volto al confronto e alla condivisione delle differenti espe-rienze ha sempre caratterizzato i tavolidi lavoro che si sono susseguiti, grazie anche alla sapiente azione diaccompagnamento dei colleghi diTecnostruttura.Nel mese di dicembre 2018 il “gruppoVademecum”, ricostituitosi per il ciclodi programmazione Fse 2014-2020 halicenziato il testo aggiornato. Il docu-mento rappresenta un po’ la summadelle esperienze e dei ragionamenti diquesti anni. Non si tratta solo di unaraccolta di regole operative desuntedalle norme comunitarie o nazionali.È il portato di anni di esperienza sulcampo delle Regioni e di confrontocon tutti i numerosi attori coinvoltinella complessa gestione dei fondi comunitari.

Erminia Garofalo | Regione Piemonte

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vademeCum FSeCOME AFFRONTARE TEMI COMPLESSI E TROVARE SOLUZIONI CONCRETE IN UNAPPROCCIO COLLABORATIVO?

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standard strutturali e organizzativigià adottati dalle singole Regioni;

• il lavoro per la definizione dei con-tenuti del Piano Nazionale per ilcontrasto alle Povertà 2018-2020,adottato con decreto ministerialedel 18 maggio 2018, nonché delPiano Nazionale per le Politiche Sociali, sopra già citato;

• il lavoro molto articolato con le Regioni e le principali città italianeper la definizione degli strumenti e dei percorsi attuativi della misuranazionale di sostegno al reddito peril contrasto alle povertà, prima SIA epoi Reddito di Inclusione (ReI).

Ritengo, inoltre, importante evidenziaregli esiti assai positivi di un percorso sviluppato con la fondamentale guidae accoglienza di Tecnostruttura, nell’ambito della programmazione a valere sui fondi strutturali (Fse prin-cipalmente), che ha consentito di analizzare prima i diversi POR e condividere poi le tante buone prati-

che nel campo dei percorsi di inclu-sione sociale, della promozione di innovazione sociale e di sviluppo dell’economia sociale. Si tratta di unlavoro che ha arricchito in molte occasioni non solo le programmazionidelle singole Regioni, ma che ha concorso anche alla definizione, inmodo complementare, di alcuneazioni nazionali, come ad esempio

la strutturazione di alcuni Avvisi a va-lere sul PON Inclusione e del percorsodi utilizzo del Fondo nazionale per l’Innovazione Sociale.

È uno sforzo prezioso quello condotto dalle Regioni perricondurre a omogeneità le diverse pratiche territoriali nellepolitiche di welfare

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Le politiche di welfare, intese comepolitiche per l’inclusione sociale, peril contrasto alla marginalità sociale,alle fragilità familiari e per la crescitadella qualità della vita di persone e famiglie nei contesti urbani, defini-scono un’area vasta di policy in cuil’autonomia differenziata è già in essere da molti anni, almeno dall’iniziodegli anni 2000, e questo nonostantegli obiettivi dichiarati in passato dallalegge n. 328/2000 e, più di recente,dagli sforzi fatti per l’avvio della defi-nizione dei primi livelli essenziali delleprestazioni (LEP) per il contrasto allapovertà con il D. Lgs. n. 147/2017 edei primi obiettivi di servizi con il PianoNazionale per le Politiche Sociali2018-2020, approvato con il decretodi riparto del Fondo Nazionale Politi-che Sociali (FNPS) 2018.

È un dato di fatto, infatti, che non esi-ste un unico welfare nazionale, ma unsistema di welfare regionali, e qualchevolta anche territoriali, tra loro moltodiversi per obiettivi, risorse finalizzate,tipologie di azioni e di interventi, criteriper l’accessibilità degli stessi servizi, sinergie attivate.Questo rappresenta una ricchezza assoluta per il nostro Paese, ogni voltache la diversità è ricchezza, è fonte di

ispirazione per buone pratiche, percorsivirtuosi, direttrici di programmazioneintegrata e innovativa; è invece ungrande problema se si considera la declinazione di diritti diseguali non dirado anche fonte di diverse opportu-nità, quando non di discriminazione.

In questo quadro lo sforzo fatto dalleRegioni, nei luoghi di coordinamentotecnico e politico, per ricondurre aomogeneità, se non a unità, le praticheregionali con la ricerca di intese su indirizzi nazionali cogenti e per l’ap-profondimento delle scelte adottatenei diversi contesti regionali, è unosforzo prezioso, che ha prodotto importanti risultati negli ultimi anni.

Nell’ambito delle politiche ordinarievale la pena di citare, solo a titolo esem-plificativo, i seguenti percorsi, tutti inquadrabili nello scenario della programmazione sociale ordinaria enell’ambito del “luogo istituzionale” dellaConferenza delle Regioni e del Coordi-namento Politiche Sociali tra le Regioni:

• la definizione dei contenuti del de-creto attuativo della legge n. 112/2016per il cosiddetto “Dopo di Noi”, vistoche era necessario definire indirizziche dovessero tener conto degli

Anna Maria Candela | Regione Puglia

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InCluSIone SoCIaleQUALE STRATEGIA COLLABORATIVA HANNO ATTUATO LE REGIONI?

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Il successo del microcredito è senz’altrodimostrabile dal dato della mortalitàdelle imprese finanziate, inferiore al 30%, e a quello dell’effettiva restitu-zione dei prestiti: fin dal 2014 i neoim-prenditori hanno iniziato a pagare conregolarità alla SFIRS le rate relative agli importi ricevuti, e nel 2016 è statopossibile pubblicare un avviso intera-mente finanziato con le “risorse resti-

tuite” secondo lo schema del revolving,peculiare caratteristica dei Fondi strutturali. Questo dato ha già portatoil totale delle risorse messe com-plessivamente a disposizione per il microcredito a oltre 91 milioni di eurodal 2009.Con riferimento al sistema delle Re-gioni, nella consueta ottica di colla-borazione nella quale la Regione Sardegna opera da molti anni, con l’attivapartecipazione ai tavoli di coordina-mento ed ai gruppi di lavoro, sono statimessi a disposizione delle altre Regionisia gli strumenti operativi sia tutti glielementi conoscitivi e pratici emersinel corso dell’esperienza. Ciò è avvenutocon regolarità durante tutto il percorso

di attuazione, dal Tavolo tecnico interautorità sugli Strumenti finanziari (SF),costituito da Tecnostruttura nel corsodella 2007-2013, sino alla fase dellachiusura con la circolazione degli apprendimenti seguiti all’audit comu-nitario, che hanno fornito ai colleghidelle altre AdG elementi utili a chiuderenel miglior modo possibile i loro Fondi. La sperimentazione di SF nel Fse ha

visto anche la definizione di altri stru-menti che si sono rivelati efficaci e diinteresse, quali il Fondo PISL-POIC, rivolto ai Comuni per iniziative di sviluppo locale collegate alla valoriz-zazione di beni pubblici dismessi e ingenerale alla cultura e ai beni identitari(28,7 milioni di euro) e il Fondo Coo-perativo, per il quale sono stati investiti6,7 milioni di euro, utilizzati in favoredi oltre 60 cooperative. È in corso disperimentazione una nuova forma diutilizzo del Fondo, il “Workers buy out”,che prevede l’erogazione del finanzia-mento, a condizioni molto più favorevoli,ai lavoratori licenziati da un’impresache si costituiscono in cooperativa perrilevarne l’attività.

La condivisione di strumenti e di apprendimenti hanno consentitola diffusione di buone prassi e l’avvio di nuove iniziative

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Il ricorso agli strumenti finanziari daparte dell’Autorità di Gestione Fse dellaRegione Sardegna prende avvio nel secondo anno della programmazione2007-2013 in un contesto di grave ritardo nell’avanzamento della spesadel Fondo. In questo scenario, l’AdGvaluta diverse ipotesi di recupero apartire da alcune esperienze consoli-date (ad esempio, i piccoli sussidi dellaprogrammazione 2000-2006) e dal-l’idea di approfittare delle opportunitàofferte dal nuovo Regolamento. Va inproposito ricordato che proprio da un confronto fra Regioni nella prima fasedella nuova programmazione era derivata l’idea di prevedere il ricorso almicrocredito tra le nuove forme di inclusione sociale per le personesvantaggiate.L’idea di costituire un fondo per il mi-crocredito nasce quindi dalla necessitàdi sperimentare una forma nuova disostegno all’inclusione delle personesvantaggiate, che contemporanea-mente consenta di aggredire in manieradiretta il problema del target di spesaprevisto per l’n+2. Così, verificata conTecnostruttura la fattibilità dell’opera-zione, nel giro di poche settimaneviene istituto il primo Fondo. Per gli aspetti gestionali viene coinvoltala società finanziaria regionale SFIRS,

organismo in house che ha potuto es-sere direttamente incaricato del ruolodi soggetto gestore dell’operazione,consentendo di evitare il disimpegnoautomatico.Alla costituzione del Fondo hannofatto seguito la stesura e la stipula delprimo accordo di finanziamento. Alprimo avviso, pubblicato nel gennaio2010, sono seguiti altri cinque avvisinel corso della prima programmazione2007-13, che hanno portato alla spesacomplessiva di 78,5 milioni di euro dirisorse del Fse, finanziando oltre 3.800imprese.La risposta del territorio si è dimostratada subito entusiasta, grazie alle facili-tazioni messe in campo dal nuovostrumento, esplicitamente pensato peri soggetti così detti “non bancabili”, ovvero non in grado di produrre auto-nomamente garanzie, e con la possi-bilità di restituire gli importi in cinqueanni a tasso zero! Si è trattato di domande presentate soprattutto da disoccupati di lunga durata, mentre alcuni avvisi sono stati aperti anchealle imprese esistenti per operazioni di ristrutturazione. Sono prevalse ledomande per avviare iniziative nell’am-bito del commercio di prossimità, seguite da quelle legate alla piccolaimpresa turistica e della ristorazione.

Luca Galassi | Regione Sardegna

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StrumentI FInanzIarIQUALI I RISULTATI DELL’ESPERIENZA NEL FSE?

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Nel novembre 2013 ho iniziato a svolgere il ruolo di Coordinatore tecnico per la IX Commissione dellaConferenza delle Regioni e Province autonome e sono entrato, in corsa, nel lavoro preparatorio per l’avvio del Programma nazionale GaranziaGiovani, finanziato dalla Commissioneeuropea attraverso l’Iniziativa Oc-cupazione Giovani.Per la prima volta in Italia si è speri-mentato un modello di presa in caricodi giovani Neet (usciti da percorsi diistruzione e formazione e disoccupati),under 30, finalizzato a promuovere laloro occupabilità, attraverso orienta-mento, formazione, tirocini ed accom-pagnamento al lavoro. Il Programmasi rivolge ad una generazione di giovani, con proposte mirate e concrete, per evitare che buona partedi essi rimanga fuori da qualsiasi prospettiva occupazionale. Ricordiamo che nel 2014 eravamo nelpieno della crisi iniziata nel 2008, chein quegli anni faceva sentire i suoi effetti più gravi, anche nel nostropaese, in termini di riduzione dei postidi lavoro e del benessere generale. In questa congiuntura, Garanzia Giovani ha offerto a un milione emezzo di giovani la possibilità di svolgere, attraverso la rete dei servizi

per l’impiego, politiche attive per-sonalizzate e di entrare in contatto,spesso per la prima volta, con il mondodel lavoro. L’avvio del Programma, avvenuto il 1°maggio 2014, e la sua attuazione sonostati accompagnati da una stretta collaborazione tra Anpal - individuatacome Autorità di gestione - e le Regioni e P.A. - individuate come Organismi intermedi, con ampia au-tonomia di programmare le risorseloro assegnate -, per un’attuazione uniforme delle varie misure nel terri-torio italiano. Si è trattato, perciò, diun esempio di valorizzazione del nostro regionalismo, nelle sue variedeclinazioni e specificità, all’interno diun Programma nazionale.Garanzia Giovani è stata anche l’occa-sione per sperimentare, nel rapportotra Anpal e Coordinamento delle Regioni, la revisione delle politiche attive del lavoro, nuove forme di cooperazione fra i servizi per l’impiegoe gli attori privati, la messa a punto di metodi di profilazione standardizzata e di proposte personalizzate per i giovani Neet. Sul versante interregionale, questa governance è stata caratterizzata daun’intensa attività di confronto tra levarie istanze territoriali e di scambio di

buone prassi, avvenuta nel Coordina-mento delle Regioni e P.A., per portarea sintesi le diverse posizioni, anche invista delle decisioni che la Commissionedegli assessori doveva poi assumere.Si è trattato di un lavoro che ha accompagnato tutto il Programma, dal2014 fino ad oggi, momento in cui sta prendendo avvio la seconda fase diGaranzia Giovani. Un lavoro impegna-

tivo, talvolta faticoso, con discussionianimate, che ha permesso di individuarele soluzioni di volta in volta più efficaci,grazie alla professionalità delle colle-ghe e colleghi regionali coinvolti e conil prezioso supporto di Tecnostrutturaper il Fse.In diverse situazioni, il Coordinamentodelle Regioni ha avuto anche una funzione di stimolo e di proposta versoAnpal, in un rapporto dialettico e costruttivo tra livelli di governo auto-nomi nelle rispettive sfere di attività,impegnati a collaborare per renderepiù efficace l’azione pubblica.Per il futuro, l’esperienza di governanceinterregionale ed inter-istituzionalematurata su Garanzia Giovani potrà

rappresentare un metodo importanteda sviluppare. Il confronto continuo,lo spirito cooperativo e collaborativo,sia tra Regioni sia con le amministra-zioni centrali, andranno sempre più rafforzati, tanto più in uno scenarioin evoluzione sotto il profilo delle materie di competenza concorrenteStato-Regioni: saranno necessarie,perciò, alcune regole comuni - poche,

chiare e condivise – accompagnate in ogni caso da modalità di program-mazione e gestione che rispecchino erispettino le autonomie territoriali.

Paolo Baldi | Regione Toscana

programma garanzIa gIovanI È POSSIBILE LA COLLABORAZIONEINTERREGIONALE ED INTER-ISTITUZIONALE?

Il confronto continuo e lo spirito cooperativo tra Regioni e conle amministrazioni centrali andranno sempre più rafforzati

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principio di leale collaborazione. Lacooperazione istituzionale, meritoria-mente sostenuta con competenza daTecnostruttura delle Regioni, è unaformidabile premessa metodologicaper il perfezionamento delle riforme e la progressiva unificazione dei servizinel Paese, pur nel rispetto delle speci-ficità territoriali e dell’intraprendenzalocale. Il modello per la crescita

condiviso dalle Regioni, imperniatosull’unificazione nazionale, senzaperò limitazioni per l’intraprendenzaregionale, è un patrimonio importanteanche per il futuro. Esso non deve essere scalfito dalle tentazioni di unsuo superamento, in nome del neocentralismo, alimentate, anche direcente, nella vicenda del reddito dicittadinanza. Per scongiurare nuovi conflitti, è piùche mai necessario rinnovare il coor-dinamento delle Regioni e mantenerevivo il dialogo cooperativo con il livellostatale. I servizi pubblici per l’impiegosono troppo complessi per negare le responsabilità plurime sul loro sviluppo. La loro destinazione alle per-

sone in carne ed ossa ed alle impresedi un certo territorio ne impongonol’ancoraggio alle dinamiche dei territori,che in Italia esprimono esigenze moltodiverse. È anche necessario, tuttavia,un filo trasversale di rango nazionale,fatto di regole e servizi in buona partecomuni e di trasparenza e comunionedelle informazioni, a beneficio di tutti. Il futuro dei servizi per l’impiego passa

da questo snodo, da interventi colle-giali, da una forte collaborazione istituzionale plurilivello e dalla sinergiacon gli attori privati. Diversamente,continuerà a vincere il mercato delleraccomandazioni, del passa parola edei canali informali. E continuerannoa prevalere la compressione della me-ritocrazia e la lesione della libertà di accesso alle opportunità di lavoro.È questa la ragione primaria per continuare ad investire nei servizi pro-fessionali.

La cooperazione istituzionale è una formidabile premessametodologica per il perfezionamento delle riforme

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La riforma del sistema dei serviziper il lavoro è un processo inarrestabilee complicato. Da più di vent’anni essaè gestita dalle Regioni e dalle Provinceautonome. Lo ha deciso, in prima bat-tuta, lo Stato, alla vigilia dell’avvio dellaStrategia europea per l’occupazione(d.lgs. n. 469 del 1997). Lo ha poi con-fermato la riforma costituzionale del2001, attestando che la dimensioneterritoriale è la più pertinente per lagestione di temi sociali importantissimicome il sostegno e lo sviluppo occu-pazionale e formativo.Proprio alle Regioni si deve l’innegabilecrescita del sistema nazionale, com-plice la costruzione, dal basso, di unavera e propria dorsale infrastrutturalenazionale dei servizi per il lavoro. Leripetute iniziative statali degli ultimianni confermano che i progressi piùimportanti condotti sul versante dellepolitiche del lavoro sono stati realizzaticon il decisivo apporto regionale. Sipensi, nella crisi, alla gestione degliammortizzatori sociali in deroga o allarealizzazione, più di recente, del nuovoprogramma europeo per la GaranziaGiovani. Grazie alla percezione popolaredi tale contributo, si è pure compiuto,nel 2016, il fallimento del tentativo diriforma del titolo V della Costituzione.Cosa ha determinato tale scelta? Cosa

ha garantito la perdurante attualità delmodello di gestione decentrato dellepolitiche e dei servizi per il lavoro? Larisposta appare plurima. Il livello di percezione della qualità dei servizi è più alto di quanto taluniracconti giornalistici vogliono far credere. L’utilità dei servizi pubblici èsoprattutto apprezzata da chi difficil-mente, in loro assenza, riuscirebbe a trovare attenzione ed ascolto nellalogica selettiva del mercato del lavoro. Da tempo, inoltre, è iniziato un percorsodi standardizzazione e omogeneizza-zione dal basso delle azioni proprie deiservizi per l’impiego, alla ricerca di unosviluppo di livello nazionale, a beneficiodegli utenti, da perseguire in una dimensione orizzontale e cooperativa.Si pensi, ad esempio, all’esperienza in materia di tirocini o di formazioneprofessionale. La stessa costruzionedegli standard dei servizi per l’impiegoe dei presupposti per la partecipazionedei privati all’erogazione dei servizipubblici è una sfida voluta ed inauguratadalle Regioni e proseguita con lo Statomediante regole minime trasparenti,condivise e comuni. In questi avanzamenti concreti, havinto la disponibilità di Stato e Regionia potenziare il dialogo reciproco e a ricercare intese, in attuazione del

Sergio Vergari | Provincia autonomia di Trento

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rIForma SpIQUALE CONTRIBUTO HA FORNITO IL DIALOGO INTERREGIONALE?

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L’inizio della Programmazione co-munitaria 2007-13 per le Autorità diAudit delle Regioni italiane è stato particolarmente “traumatizzante”: ilRegolamento generale n. 1083/06prevedeva la costituzione dell’Auditcome Autorità, dettava regole precisesui documenti che dovevano essereprodotti e approvati dalla Commis-sione per poter operare, ma nessunaistituzione nazionale e comunitaria hafornito alle Autorità indicazioni operative su come organizzare e svol-gere la propria attività.Alcune AdA (Autorità di Audit), vistoche la Commissione aveva bocciatotutti i documenti di organizzazionepresentati, sentirono l’esigenza di confrontarsi per la ricerca di soluzioni e per lo scambio di esperienze matu-rate. In breve tempo tutte le Ada regionali chiesero di vedersi periodi-camente per condividere problemi edivulgare buone pratiche. Furono richiesti alla Commissione ed ai Mini-steri capofila incontri semestrali peranalizzare l’avanzamento delle attivitàsvolte e per porre quesiti comuni relativi ai lavori da approntare. Vista lamole di attività e di tempo necessarioper l’elaborazione di documenti, quesiti e studi approfonditi in materiespecifiche le Regioni hanno chiesto

alla loro in house – Tecnostrutturadelle Regioni - di collaborare fattiva-mente con l’elaborazione di un progetto, che sarebbe stato approvatoda tutte le Regioni.Il progetto di collaborazione tra Tecnostruttura e le AdA delle Regioniè iniziato nel 2010 e continua tutt’oggianche nella programmazione comu-nitaria 2014-20. L’attività è di supportoe si concretizza sia in una continua assistenza a quesiti e problemi dellesingole Autorità sia in attività specifichedefinite importanti per l’attività delleAdA.Tecnostruttura svolge attività di segre-teria e di supporto al Coordinamentodelle Autorità di Audit delle Regioniche si riuniscono presso la sua sedeogni 30/40 giorni. Come segreteriapartecipa e supporta le AdA negli incontri con i Ministeri capofila deiFondi e con la Commissione europea.Importante per le AdA l’attività di traduzione dei molti documenti tecnici inviati da Bruxelles, questo permette a tutti di lavorare su testicondivisi. Tecnostruttura partecipa aicontrolli che l’Audit della Commissioneeffettua presso le Regioni sul Fondosociale europeo. Di particolare impor-tanza è il lavoro di coordinamento edi collaborazione tecnico professio-

Mauro Magrini Alunno | Regione Umbria

nale che Tecnostruttura svolge nei tavoli tematici che le AdA regionali attivano quando ritengono necessarioapprofondire degli aspetti specificidella loro attività, che reputano impor-tanti e non adeguatamente illustrati neidocumenti della Commissione e deiMinisteri capofila. Prima del 2010 le AdA andavano in ordine sparso nelle loro attività che

impostavano ed organizzavano comemeglio ritenevano sulla base dei Regolamenti e dei documenti dellaCommissione europea. La ridottaesperienza in un ruolo completamentenuovo nelle organizzazioni regionali,la complessità delle normative e degliindirizzi comunitari nella materia dellagestione dei fondi strutturali, pone-vano le AdA in seria difficoltà in sededi approvazione dei documenti e anche quando venivano a loro voltacontrollate dalla Commissione euro-pea o dalla Corte dei Conti. Da quil’esigenza delle AdA di fare squadra, diconfrontarsi, di approfondire le materie,di condividere buone pratiche ed insuccessi, di elaborare linee di com-

portamenti ed attività da proporre ai Ministeri ed alla Commissione perpoter ottimizzare la propria attività.Tutto questo è stato possibile realiz-zarlo con l’ausilio ed il supporto di Tecnostruttura, che ha aiutato le AdAa divenire una realtà meno frammen-tata e quindi più coesa nei rapporti istituzionali con i Ministeri e con laCommissione europea. Il risultato non

è banale se si pensa che questa nostraesperienza è unica e spesso “auspi-cata” dalle Autorità di Gestione e dalleAutorità di Certificazione.

Il coordinamento tra le AdA regionali le ha rese più coese,un’esperienza unica e “auspicata” anche dalle altre Autorità

ada regIonalI QUALI BENEFICI NEL COOPERARE?

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mento predominante è stato, da un lato,come sempre, quello di partecipare,proponendo puntuali emendamenti aicosiddetti blocchi regolamentari, pura fronte dei tempi ridottissimi per lerisposte e della consapevolezza degliscarsi margini per incidere positiva-mente sui testi; peraltro, con il ram-marico di non veder assicurata, daparte del governo, una rappresentanza

regionale nella delegazione incaricatadel negoziato nel Consiglio dell’Unione.Le proposte emendative comunquenon sono mancate, come pure il necessario lavoro di sintesi tra le diversesensibilità, anche ripreso in documentidi posizione in cui il sistema delle Re-gioni ha affermato, nei confronti delloStato, gli elementi di governance rite-nuti prioritari (l’indispensabilità delpieno coinvolgimento delle Regioninella predisposizione dell’Accordo dipartenariato, il ruolo da riservare aiProgrammi nazionali, la necessità ditener conto dei bisogni locali e dellespecificità dei luoghi, …). Tuttavia, stanti i vincoli spesso insor-montabili a livello europeo, è sul piano

nazionale, vero terreno di confrontotra le Regioni e lo Stato, che si giocanogli effettivi margini di adattabilità dellapolitica di coesione. Negli ultimi ven-t’anni questo confronto ha trovato lasua naturale sede nel cosiddettoGruppo di contatto, composto di unarappresentanza regionale (talvolta intesa quale propriamente istituzionaletalaltra come meramente partenariale),

più o meno allargata, in funzione dicriteri di territorialità o di settorialità;rappresentanza sempre difficile da trovare a partire dalla comprensibileesigenza di non poter stare al di fuoridi una partita così importante per il proprio territorio. Anche in questo casoi giusti equilibri si sono sempre trovati,a partire, principalmente, dai legami di profonda stima e fiducia tra i tanticolleghi che condividono difficoltà similari, ma anche la passione nellosvolgere un lavoro che non ha eguali.

Il ruolo di protagoniste delle Regioni difficilmente si sarebbepotuto affermare senza un’azione corale di coordinamento

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Le Regioni ricoprono da sempre unruolo centrale nella politica di coesioneeuropea, essendo a diretto contattocon i bisogni dei cittadini, delle im-prese e del territorio. Questo è ancorpiù vero in Italia, in virtù dell’assettoistituzionale che riconosce alle Regioniuna competenza in molte materie, nonostante le più recenti spinte ad unaparziale centralizzazione. Per questomotivo, fin dai primi anni ’90, le Regioni italiane hanno sentito forte laresponsabilità di interpretare gli obiettivieuropei sui propri territori, esplicitan-doli alla luce delle esigenze locali e perrenderne più efficace il persegui-mento. Nel ventennale dell’attività diTecnostruttura bisogna riconoscere, inchi allora guidò quella scelta costitu-tiva, la lungimiranza nel capire che quelruolo delle Regioni, di protagoniste, ben difficilmente si sarebbe potuto affermare senza un’azione corale dicoordinamento, di confronto, di scambiodi buone pratiche, pur nel legittimoperseguimento, da parte di ciascunadi esse, dei propri interessi e di difesadelle proprie specificità. Ciò premesso, se l’attuazione dei programmi attraversa con continuità idiversi periodi, la fase di preparazionedi una nuova programmazione, in cuioggi ci troviamo, ricorre solo periodi-

camente ed è sempre densa di aspet-tative, sovente deluse per la semplifi-cazione che non arriva mai e per le complessità che invece sempre siaggiungono. È in quei tre anni che pre-cedono, di norma, l’avvio di una nuovaprogrammazione, che le Regioni interpretano appieno il loro ruolo diprotagoniste, impegnandosi contem-poraneamente sui tre livelli, quello europeo, quello nazionale e soprat-tutto quello regionale, che devono necessariamente trovare, infine, unacoerenza d’insieme. Tre anni di nego-ziato sulla nuova normativa, sulle risorse finanziarie, sui contenuti comuni dell’Accordo di partenariato,sulla governance, sempre ricercandole migliori condizioni per il livello regionale e locale e, comunque, la mi-glior sintesi per il sistema delle Regioni;tre anni che sembrano ingiustificati per i non addetti ai lavori, ma che nonbastano mai a quanti ci sono dentro. Oggi, alla fine del primo di quei fatidicitre anni, con alle spalle le propostedella Commissione europea riguardoal nuovo bilancio dell’Unione e ai nuoviregolamenti dei Fondi e, come preve-dibile, il mancato accordo prima delrinnovo del Parlamento europeo, il 2020 si prefigura particolarmente intenso. In questi mesi passati, il senti-

Enrico Mattei | Regione Valle d’Aosta

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programmazIonI ueQUALE RUOLO DELLE REGIONI NEI LAVORI DEI NEGOZIATI?

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terziario, consentendo flessibilità nellagestione dei dipendenti in relazionealla variazione della domanda di lavoroe assicurando la tenuta sociale in annidi grave crisi. Sono stati garantiti il monitoraggio dei flussi finanziari,la tempestività delle autorizzazioni ela celerità dei pagamenti, anche me-diante investimenti per potenziare iservizi e sviluppare i sistemi informativi.

L’attivazione delle misure di politica attiva, che hanno interessato una me-dia di circa 50 mila lavoratori in ciascunanno, ha contribuito a potenziare larete dei servizi per il lavoro e la forma-zione professionale.Con la legge “Fornero” n. 92/2012 il quadro normativo ha avviato la tran-sizione verso un nuovo assetto degliammortizzatori sociali, concluso conl’approvazione del D.Lgs. n. 148/2015.Le Regioni non hanno più dovuto co-finanziare gli interventi, ma hannoconservato un ruolo fondamentalenella individuazione delle specifichesituazioni di crisi e hanno assicurato lastretta correlazione degli interventi asostegno del reddito con le politiche

di riqualificazione e ricollocazione deilavoratori coinvolti. Successivamente,con il decreto interministeriale n.83473/2014 sono stati determinati alivello nazionale criteri di concessionedegli ammortizzatori in deroga allanormativa vigente. Nel Veneto vi è stata una forte assun-zione di responsabilità da parte degliUffici, sostenuti dalle parti sociali,

grazie anche alla ottima collabora-zione realizzata con l’Inps RegionaleVeneto e con lo stesso Ministero delLavoro, gettando le basi di una colla-borazione che continuerà anche abreve nella gestione di importanti misure quali il Reddito di Cittadinanza.L’esperienza di gestione degli ammor-tizzatori in deroga si è conclusa nel2017, ma ha confermato la necessitàdi un confronto efficace e costruttivotra le diverse componenti di governancee la capacità del sistema regionale di “reggere l’urto” rispetto ai gravi mo-menti emergenziali.

L’esperienza degli ammortizzatori in deroga conferma l’utilitàdel confronto costruttivo tra componenti la governance

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Gli eventi e le conseguenze dellaprofonda crisi economica dal 2008hanno inciso fortemente sulle politicherivolte alle risorse umane a tutti i livellidi governance. Le Regioni sono statecoinvolte profondamente nelle diversedinamiche e negli strumenti di con-trasto, dovendo adattare le proprie po-litiche e le proprie programmazioni allanuova fase emergenziale.Già pochi mesi dopo l’inizio della gravecrisi finanziaria ed economica dal2008, la Regione del Veneto ha ela-borato una strategia d’intervento, cheha condotto all’Accordo Quadro conle parti sociali “Misure anticrisi anno2009” del 5 febbraio 2009. A livello nazionale, sulla base dellalegge 2/2009 (art. 19), Stato e Regioniil 28 febbraio 2009 hanno sottoscrittoun Accordo sugli ammortizzatori inderoga, che prevedeva consistenti risorse statali, e l’impegno delle Regionia cofinanziare sia il sostegno al reddito(politiche passive) sia politiche attive.Il Veneto ha messo a disposizione finoa 236.300.000,00 euro, sul Por-Fse2007-2013, cioè il 30% del trattamentodi sostegno al reddito (40% nel 2011),impegnandosi a finanziare gli interventidi politica attiva direttamente correlatiai trattamenti. Alle Regioni è stato delegato il compito di definire le regole

applicative per il ricorso agli ammor-tizzatori in deroga e di autorizzarli.Le modalità e i criteri di accesso agliammortizzatori in deroga sono statiregolati da Accordi tra Regione e partisociali (2009-2016), contenenti lineeguida che hanno adeguato la disciplinagenerale alla realtà del contesto re-gionale.La Regione ha stipulato una conven-zione con l’Inps per gestire il trasferi-mento delle risorse finanziarie e l’Inpsè stato autorizzato dal Ministero delLavoro ad anticipare per conto dellaRegione i trattamenti fino a concor-renza delle risorse assegnate.La Regione ha pertanto implementatoun sistema di tutele per i lavoratori sospesi o licenziati, composto da interventi di sostegno al reddito e misuredi politica attiva del lavoro, diretta-mente programmate, finanziate e gestite, in base al principio della condizionalità tra politiche passive epolitiche attive. Il sistema ha dato ottimi risultati, con-fermando la validità della strategiaadottata per il contrasto della crisi occupazionale. Gli interventi sono statimodellati sulle caratteristiche del tessuto economico e produttivo veneto,estendendo gli ammortizzatori all’ar-tigianato e alle piccole imprese del

Alessandro Agostinetti | Regione Veneto

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ammortIzzatorI In derogaQUALE ESPERIENZA DI GOVERNANCECOLLABORATIVA È UTILE A LIVELLO REGIONALE?

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informatica, geografica e statistica;• OICS (Osservatorio interregionale

cooperazione e sviluppo) - istituito il25 settembre 1991 - ha il compito di favorire l’attività di cooperazioneinternazionale delle Regioni e Pro-vince autonome ed enti locali sul loroterritorio, nei Paesi in via di sviluppoe nei Paesi ad Economia in Transi-zione del Sud e dell’Est del mondo;

• Itaca (Istituto per l'innovazione e tra-sparenza degli appalti e la compati-bilità ambientale) - costituito il 5 luglio1996 - che svolge un’attività di rac-cordo delle iniziative interregionali inmateria di legislazione degli appalticon particolare riferimento alla tematica dei lavori pubblici;

• Tecnostruttura delle Regioni per ilFondo sociale europeo - istituita il29 settembre 1998 -svolge attività diassistenza tecnica alle Regioni sulFondo sociale europeo e attività di supporto tecnico e operativo allepolitiche di settore delle Regioni intema di formazione e lavoro.

L’attività di tali associazioni è stata pro-gressivamente resa più coerente con

le esigenze della Conferenza e, in par-ticolare, a partire dal 2005 con l’ado-zione del Regolamento della Conferenzache ha istituito le Commissioni istrut-torie, ulteriormente razionalizzata e integrata con i lavori delle stesse.Negli ultimi anni, poi, tale razionaliz-zazione ha subito una accelerazione,in particolare con Tecnostruttura, laddove si è decisa una maggiore

integrazione con la Segreteria dellaConferenza, che ha consentito di svi-luppare alcune utili sinergie, compatibilicon lo scopo statutario e di ottenereal contempo un’ottimizzazione dellespese, in particolare nelle aree di inte-resse dei fondi europei.Se dovessi immaginare una strada futura di sviluppo ulteriore delle struttureassociative interregionali proporrei diestendere le sinergie, come buonapratica ed utile strumento, per collegaremaggiormente l’attività delle diverseassociazioni e la loro competenza tecnica con gli indirizzi, gli obiettivi ele priorità posti dalla Conferenza delleRegioni e delle Province autonome.

Costituire una sede di confronto tra Regioni risponde anchealla richiesta politica di definire un Sistema delle Regioni

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I 20 anni di attività di Tecnostrutturaper il Fondo sociale europeo possonorappresentare un’occasione utile per riflettere sulle opportunità, sui limiti, masoprattutto sulle possibilità di sviluppodelle associazioni che, a diverso titolo,operano a supporto delle Regioni.Le istituzioni regionali hanno, infatti,cercato un supporto, un ausilio, unostrumento per migliorare il proprioraccordo, per facilitare il coordina-mento delle loro iniziative istituzionali,senza mai rinunciare però alla esigenzadi trovare spazi in grado di valorizzarnel’azione politica e istituzionale e l’au-tonomia. La Conferenza delle Regioni e delleProvince autonome per il proprio fun-zionamento si avvale del Cinsedo, cheassicura dal 1985 le attività istituzionalidi segreteria della Conferenza, oltre asvolgere compiti di informazione, distudio e di supporto operativo e logi-stico alla Conferenza stessa.La decisione di costituire una sede diconfronto tra i presidenti delle Regionie delle Province autonome, un coor-dinamento “orizzontale” su base volontaria, nasce dall’esigenza di con-dividere le posizioni da rappresentareal Parlamento e al Governo sui temi di preminente interesse regionale ecorrisponde alla richiesta politica di

definire un “Sistema delle Regioni”. Peraltro, forme di coordinamento oriz-zontale tra le Regioni sono presentianche in Paesi stranieri a solida strutturafederale, in particolare la Germania,Austria, Spagna e Belgio, nei quali ilcoordinamento orizzontale ha unafunzione fondamentale e diffusa.Se oggi esiste spesso il “Sistema delleRegioni” è perché si è dato vita ad unpercorso decisionale tecnico e politicoche, dopo un iter molto partecipato,conduce a posizioni quasi sempre una-nimi che la Conferenza delle Regionipoi sostiene non solo nelle sedi ufficialidella Stato-Regioni e Unificata, ma anche nei confronti del Governo, delParlamento e dell’Unione Europea.Accanto alla sede politica ed istituzio-nale le Regioni hanno deciso, neglianni a seguire, di costituire quattro ulteriori associazioni interregionali settoriali su determinate aree e materietecniche.

In particolare:• CISIS (Centro interregionale per i

sistemi informatici, geografici e sta-tistici) - istituito il 29 novembre 1989- promuove il coordinamento tra leRegioni e Province autonome per ladefinizione e lo sviluppo dei sistemiinformativi nella loro componente

Alessia Grillo | Segretario generale Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e Direttore Cinsedo

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aSSoCIazIonI teCnIChe InterregIonalICOME POSSONO AIUTARE IL SISTEMA DELLE REGIONI?

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VENTI ANNI DI FATTI NEL MONDO.

VENTI ANNI DI ATTIVITÀ DI TECNOSTRUTTURA

LINEATEMPORALE

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2 gennaioDiviene definitivamente operativala legge sulla privacy

26 gennaioPrende il via alla Camera l’esamedel progetto di riforma dellaCostituzione elaborato dallacommissione Bicamerale

25 marzoL’Italia è ufficialmente ammessa tra gli 11 Paesi che da gennaio1999 adotteranno la moneta unica

2 maggioNascita ufficiale della monetaunica europea

22 maggioIl governo approva il disegno di legge sull’innalzamentodell’obbligo scolastico a 16 anniche dovrebbe andare a regime nel 1999

1° giugnoViene istituita la Banca centraleeuropea incaricata dell’attuazionedella politica monetaria per idiciannove Paesi della zona Euro

4 settembreGli studenti L. Page e S. Brinfondano Google Inc.

29 settembreÈ costituita l’associazione“Tecnostruttura delle Regioni per il Fondo Sociale Europeo”.Pietro Lucisano è nominatoPresidente del comitatopromotore dell’associazione

1° ottobreIl governo approva il pacchetto dimisure per l’occupazione e il Sud:istituzione dell’Agenzia SviluppoItalia

OttobreInizia formalmente l’assistenzatecnica di Tecnostruttura ai POM“Parco Progetti: una rete per losviluppo locale” Ob. 1 e Ob. 3.

22 dicembreSiglato il Patto per lo sviluppo:previsti sgravi sul costo del lavoroper le imprese (3%) e sconti Irpefper i lavoratori (1-2%)

31 dicembreViene fissato il valore definitivodell’Euro rispetto alle monetenazionali: un Euro vale 1936,27 lire

1º gennaioNasce ufficialmente l’Euro, la nuova moneta europea

11 febbraioPrima assemblea di“Tecnostruttura delle Regioni per il Fondo Sociale Europeo”.Alessandro Ferrucci è nominatoDirettore

Febbraio-dicembreAssistenza di Tecnostruttura alleRegioni sul negoziato 2000-2006con particolare riguardo ai Por Fse

12 marzoViene approvata la Legge 68/1999per il diritto al lavoro dei disabili

AprileIndicazioni coordinate per leRegioni in attuazione delleprocedure circ. 139/1998,attuazione L. 236/1993

1º maggioUnione europea: entrata in vigoredel Trattato di Amsterdam

6 maggioAccordo interistituzionale tra ilParlamento europeo, il Consiglio ela Commissione su Agenda 2000,ovvero le prospettive finanziarieper il periodo 2000-2006

17 maggioApprovata Legge n. 144 recanteMisure in materia di investimenti,delega al Governo per il riordinodegli incentivi all'occupazione edella normativa che disciplinal'INAIL, nonché disposizioni per il

riordino degli enti previdenziali.Istituisce l'obbligo di frequenza di attività formative fino al 18° annodi età, il sistema IFTS

18 maggioCarlo Azeglio Ciampi è elettoPresidente della RepubblicaItaliana

20 maggioLe Nuove Brigate Rosse uccidonoil consulente del ministero delLavoro Massimo D’Antona

31 giugnoApprovazione del Regolamento(CE) 1260/99 recante disposizionigenerali sui Fondi strutturali

12 luglioApprovazione del Regolamento(CE) 1785/99 relativo al Fondosociale europeo

17 settembreRomano Prodi viene elettoPresidente della Commissioneeuropea

10 novembreApprovata l’elezione popolarediretta dei Presidenti delle Regioni

24 dicembrePapa Giovanni Paolo II apre laPorta Santa: inizia il Giubileo 2000

29 dicembre Varato il decreto sullatrasformazione del trattamento di fine rapporto

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Gennaio-febbraioPredisposizione piani finanziari deiComplementi di programmazione

15 FebbraioApprovazione del progetto diassistenza tecnica istituzionale di Tecnostruttura per laprogrammazione 2000-2006

28 febbraioAlla Camera arriva la Legge sul federalismo

2 marzoApprovazione dei regolamenticomunitari in materia di controllo

MarzoPubblicato il Piano Nazionale per l’occupazione

26 marzoApprovazione del DOCUP relativoall’Iniziativa Comunitaria Equal

9 maggioPrima proposta metodologica perl’attribuzione della riserva diperformance alle Regioni Ob.3

31 maggioEmanato il decreto ministeriale n.174 sulla certificazione nel sistemadella formazione professionale

4 luglioIl governo ritira i provvedimentiattuativi della riforma dei cicliscolastici

20- 22 luglioA Genova si apre il G8. Graviscontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti, che protestanocontro la globalizzazione e per i diritti degli immigrati

11 settembreAttentato terroristico contro le Torri Gemelle di New York

7 ottobrePer la prima volta nella storia della Repubblica si vota per unreferendum confermativo: gliitaliani chiamati alle urne perconfermare le modifiche al TitoloV Parte II della Costituzione inmerito ai poteri delle Regioni.Vince il sì con il 64,2% dei voti.Vota solo il 34% degli italiani

DicembrePubblicato da Tecnostruttura il “Manuale per lo sviluppo deiprogetti interregionali”

13 dicembre Il governo approva il disegno di legge costituzionale sulladevolution, che trasferiscecompetenze esclusive alle Regioniin materia di scuola, sanità epolizia locale

20 dicembreDefinitivo via libera del Senato al voto degli italiani all’estero

Gennaio-dicembreAssistenza di Tecnostruttura allachiusura dei Por Fse 1994-1999

3 febbraioLa Camera vara la Legge sulla par condicio

10 febbraioApprovata la Legge n. 30 di riordino dei cicli scolastici

18 febbraioAccordo in Conferenza Stato-Regionisulla individuazione degli standardminimi per l’accreditamento dellesedi formative

2 marzoApprovata in via definitiva la Leggesulla parità scolastica e il dirittoallo studio

24 marzoIl Consiglio europeo riunitosi aLisbona approva la Strategia perfavorire l’occupazione, lo sviluppoeconomico e la coesione socialenel contesto di un’economiafondata sulla conoscenza

Marzo-luglioApprovazione ulterioreregolamentazione comunitaria peril periodo 2000-2006

21 aprileApprovato il Dlgs n. 181 recantedisposizioni per agevolare l’incontrofra domanda ed offerta di lavoro

23 maggioEnzo Ghigo nominato Presidentedella Conferenza delle Regioni e P.A.

24 giugno Ocse rileva che l’Italia occupa leultime posizioni tra i Paesi sviluppatiper l’occupazione dei giovani

18 luglioApprovazione QCS Ob. 3

1° agostoApprovazione QCS Ob. 1

Settembre-dicembreApprovazione dei Por Fse 2000-2006

8 novembreSi svolge il primo Comitato diSorveglianza di un Por 2000-2006

14 novembreLa Corte costituzionale boccia la proposta di referendum“costituzionale” presentata dal Veneto

28 novembreLa Camera approva la risoluzioneche appoggia la Carta dei dirittieuropei

20 dicembreNel corso della riunione delComitato di Sorveglianza del QCSOb. 3 è adottato il “Masterplan” dei servizi per l’impiego

23 dicembreViene approvata la Legge di bilancio n. 388/2000 cheprevede la costituzione di FondiInterprofessionali per laformazione continua gestiti dalle parti sociali

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14 gennaioPubblicata la Comunicazione dellaCE sul futuro della StrategiaEuropea per l’Occupazione

Gennaio-dicembreSi avvia la piena attuazione deiprogetti interregionali,complessivamente 50 a fine anno

14 febbraioApprovata la Legge delega n. 30,cd “Legge Biagi”

20 marzo Inizia la guerra in Iraq

28 marzoPubblicata la Legge delega53/2003 per la definizione dellenorme generali sull’istruzione e deilivelli essenziali delle prestazioni inmateria di istruzione e formazioneprofessionale

11 aprile Il Consiglio dei ministri approva lo schema della riforma sulladevoluzione che elimina le 22competenze concorrenti, maprevede che lo Stato tuteli i diritti e doveri nazionali e obblighi leRegioni al rispetto dell’«interessenazionale»

6 giugnoIl Consiglio dei ministri approva ilmaxi-decreto di attuazione dellariforma del mercato del lavoro, lacd “legge Biagi”, che comportaun’apertura ai privati delcollocamento; la creazione dellaBorsa telematica del lavoro;l’istituzione di nuovi contratti

atipici; il lavoro ripartito tra piùpersone, limite nell’uso deico.co.co.

20 giugnoViene completata la mappatura del genoma umano

30 giugnoViene approvato il Codice inmateria di protezione dei datipersonali (Dlgs n. 196)

10 settembreEmanato il decreto legislativo276/2003 in materia dioccupazione e mercato del lavoroche regolamenta, tra l’altro,l’apprendistato e il librettoformativo del cittadino

16 settembreIl Consiglio dei ministri approva un disegno di legge di riformacostituzionale che prevede ilSenato delle Regioni e la fine delbicameralismo perfetto, ladevolution, il premierato, unanuova Corte costituzionale el’accentuazione del ruolo digarante del Presidente dellaRepubblica

11 dicembreInizia il Consiglio europeo perapprovare la Costituzioneeuropea. Il vertice si conclude conun nulla di fatto

19 dicembreIl CdS del QCS Ob. 3 approval’attribuzione della riserva diperformance alle Regioni Ob.3

1º gennaio Viene introdotto in 12 Paesidell’Unione europea (Italia, Francia,Austria, Germania, Spagna,Portogallo, Irlanda, Paesi Bassi,Belgio, Finlandia, Grecia,Lussemburgo) l’Euro

1° febbraioIl governo dà il via libera alla cd“riforma Moratti”

AprilePrima proposta di indice ragionatodel RAE dei POR a cura diTecnostruttura

14 aprileIl governo approva la riformadell’articolo 18

19 marzoA Bologna le Nuove Brigate Rosseuccidono il giuslavorista MarcoBiagi

27 marzoLa Camera ratifica il Trattato di Nizza sull’allargamentodell’Unione europea

LuglioOrganizzazione del Gruppo di lavoro in materia di costiammissibili presso Tecnostruttura

1° agostoSiglato l’Accordo in ConferenzaStato-Regioni sull’accreditamentodelle strutture formative e dellesedi orientative. L’Accordo prevede,tra le altre cose, standard nazionalidi competenze e certificazione edelinea l’architettura di sistema in

virtù del ruolo istituzionale delleRegioni. Nella stessa data vienesancito l’Accordo in ConferenzaUnificata per la programmazionedei percorsi di Istruzione eFormazione Tecnica Superiore perl’anno 2002-2003 e delle relativemisure di sistema

4 dicembreIl Senato approva il testo sulladevoluzione

12 dicembreNel vertice a Copenaghen diPresidenti e Capi di stato sisancisce l’allargamentodell’Unione europea ad altri 10Paesi europei

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12 gennaioL’Europarlamento di Strasburgoapprova la Costituzione europea

Gennaio-dicembreNegoziato sulla programmazione2007-2013 dei Fondi strutturali

2 febbraioComunicazione della Commissioneeuropea per il rilancio dellaStrategia di Lisbona

14 febbraioNasce YouTube

16 febbraioEntra in vigore il protocollo di Kyotosull’emissione di gas tossici

2 aprile Muore papa Giovanni Paolo II

Aprile-ottobrePubblicazione dei decreti 76/2005,77/2005, 226/05 e 227/05, inattuazione della Legge 53/2003,sul diritto-dovere all’istruzione ealla formazione, l’alternanzascuola-lavoro, i livelli essenzialidelle prestazioni del secondo ciclodi istruzione e formazione, laformazione degli insegnanti

23 aprileViene istituito per la prima volta undicastero espressamente dedicatoalla coesione territoriale (Ministeroper lo Sviluppo e la Coesioneterritoriale)

24 aprileInaugurazione del pontificato di Benedetto XVI

MaggioPrima proposta di un Quadroeuropeo delle qualifiche (EQF) daparte della Commissione europea

13 maggioVasco Errani nominato Presidentedella Conferenza delle Regioni edelle Province autonome

15 maggioPiano di azione per lo sviluppoeconomico, sociale e territoriale:conversione in Legge del decretolegge 14 marzo2005, n. 35

7 giugnoPiano d’azione della CE nel settoredegli aiuti di Stato – itinerario di riforma degli aiuti di Stato 2005-2009

14 ottobrePICO - Piano per l’Innovazione, la Crescita e l’Occupazione. Pianoitaliano in attuazione del rilanciodella Strategia europea di Lisbona

16 novembreIl Senato approva la riformacostituzionale che tocca 52articoli. Cambiano i poteri delPresidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio deiministri, cambiano il rapporto e il ruolo di Camera e Senato e le competenze delle Regioni

24 novembreAccordo tra Regioni e Provinceautonome per il riconoscimentoreciproco dei titoli in uscita daipercorsi sperimentali triennali

23 gennaioIl governo approva il primo decretoattuativo della riforma che riorganizzail primo ciclo dell’istruzione

4 febbraioNasce il social network Facebook

19 febbraioApprovato il Dlgs n. 59 chedefinisce le norme generali relativealla scuola dell’infanzia e al primociclo dell’istruzione

Marzo-giugnoRevisione di metà periodo dei PORprevista dal Regolamento generale

Marzo-dicembreApprofondimento sul futuro dellepolitiche di coesione e avvionegoziato sulla programmazione2007-2013

10 marzoLa Commissione europea approvail Regolamento 448/2004 inmateria di ammissibilità dellespese delle operazionicofinanziate dai Fondi strutturali

12 marzoAvvio II fase della programmazionedell’IC Equal

31 marzoDirettiva 18/2004/CE in materia di appalti

1º maggio Entrano a far parte dell’Unioneeuropea dieci nuovi Paesi: Polonia,Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro,Lettonia, Estonia, Lituania,Repubblica Ceca, Slovacchia

20 maggioAccordo di programma quadro per l’integrazione e lo sviluppodelle sperimentazioni in materia ditirocini formativi inseriti in processidi mobilità geografica

21 maggioIl Consiglio dei ministri approva il graduale innalzamentodell’obbligo scolastico a 18 anni ela possibilità di alternare scuola elavoro a partire dai 15 anni

7 giugno 2004Firma del I Progetto Interregionalein tema di competenze“Descrizione e certificazione per competenze e famiglieprofessionali”

18 giugnoIl Consiglio europeo riunito aBruxelles approva la Costituzioneeuropea

19 novembreApprovato il Dlgs n. 286 cheistituisce il Servizio nazionale divalutazione del sistema educativodi istruzione e di formazione eriordina l’omonimo istituto

17 dicembreIl Parlamento e il Consiglioeuropeo approvano la decisionesulla costituzione di un QuadroUnico per la trasparenza dellequalifiche e delle competenze,denominato Europass

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1º gennaio Bulgaria e Romania entrano a far parte della Unione europea; in Slovenia entra in circolazionel’Euro

9 gennaioSteve Jobs presenta l’iphone

25 gennaio Il governo approva il nuovo«pacchetto Bersani» sulleliberalizzazioni

17 aprileAccordo tra Governo, Regioni e parti sociali sulla formazionecontinua

14 giugnoSiglato l’Accordo per lapromozione di un’offerta educativaintegrativa e sperimentale per i bambini dai due ai tre anni

13 luglioApprovato il Quadro StrategicoNazionale (QSN) da parte della CE

16 luglioApprovato il Piano triennale perl’edilizia scolastica 2007-2009

23 luglioProtocollo su previdenza, lavoro ecompetitività per favorire l’equità ela crescita sostenibili (Masterplan)

1° agostoLa Camera approva la delega al governo per l’inasprimento dellenorme sulla sicurezza sui luoghi dilavoro

Ottobre-dicembreApprovazione dei Programmioperativi per il periodo 2007-2013

9 novembreDecreto legislativo n. 206 inattuazione della direttiva 2005/36/CErelativa al riconoscimento dellequalifiche professionali e alcune delladirettiva 2006/100/CE che adeguadirettive sulla libera circolazionedelle persone a seguito dell’adesionedi Bulgaria e Romania

13 dicembreTrattato di Lisbona: nasceufficialmente l’Unione europea.Viene creata una figura legale perrappresentare l’Unione europea,il Presidente del Consiglio europeo e si rafforza la posizione dell’altorappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica disicurezza. Per la prima volta sonopreviste procedure di recessodall’Unione europea, conosciutecome articolo 50

14 dicembreSancito l’accordo per la disciplinaspeciale per l’applicazionedell’apprendistatoprofessionalizzante al personalegià assunto a tempo determinato

24 dicembreLegge 247/2007 recante norme di attuazione del Protocollo del 23luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equitàe la crescita sostenibili, nonchéulteriori norme in materia di lavoroe previdenza sociale

15 marzoCostituito ufficialmente il Gruppotecnico sulle Professioniregolamentate

11 aprileAccordo tecnico tra Regioni,Ministero del Lavoro e parti socialisulla formazione continua e i fondiinterprofessionali

12 aprileApprovato il decreto legislativo163/2007 (Codice dei contrattipubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delledirettive 2004/17/CE e2004/18/CE)

17 maggioAccordo interistituzionale tra il PE,Consiglio e CE sulle prospettivefinanziarie per il periodo 2007-2013

18 maggioGiorgio Napolitano è elettoPresidente della RepubblicaItaliana

5 luglioEmanati i nuovi Regolamentirelativi al Fesr (1080/06) e al Fse(1081/06) per il periodo 2007-2013

11 luglioEmanato il Regolamento (CE) n.1083/2006 del Consiglio, recantedisposizioni generali sul FESR, sulFse e sul Fc e che abroga ilregolamento (CE) n. 1260/1999

15 luglioLancio di Twitter

14 settembreSancito l’Accordo in tema di Fondiinterprofessionali per lapromozione del sistema nazionaledi formazione continua

20 SettembreAttivazione del Tavolo presso il MLPS “Sistema nazionale distandard minimi professionali, di riconoscimento e certificazionedelle competenze e di standardformativi”

5 ottobreFirmato l’Accordo sugli standardformativi minimi relativi allecompetenze tecnico-professionaliriferiti a 14 figure in uscita daipercorsi triennali

7 ottobreAssassinata la giornalistaPolitkovskaja

13 ottobreMuhammad Yunus, ideatore e realizzatore del microcreditomoderno, e la Grameen Bankricevono il Premio Nobel per laPace

8 dicembreEmanato il Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione,che stabilisce modalità diapplicazione del regolamento (CE)n. 1083/2006

27 dicembreApprovazione della LeggeFinanziaria 2007 che, tra le altrecose, prevede la riorganizzazionedel sistema di istruzione

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GennaioRatifica del Trattato di Lisbona

22 gennaioLa CE comunica il Quadro di riferimento temporaneocomunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’accesso alfinanziamento in situazione di crisifinanziaria ed economica

5 febbraioAccordo in Conferenza Stato-Regionisulla costruzione del Repertorio dellefigure professionali di riferimento alivello nazionale e dei relativi standardformativi minimi delle competenzetecnico-professionali

12 febbraioAccordo tra Governo e Regioni sugliammortizzatori sociali in deroga cheprevede l’utilizzo del Fse in modocomplementare alle risorse stanziatea livello nazionale per ilfinanziamento degli ammortizzatorisociali in deroga e l’attivazione diinterventi di politica attiva del lavoro

18 febbraioLa CE adotta la Decisione con cuiproroga il termine per la spesa deiprogrammi 2000-2006 al 30 giugno2009

3 marzoPubblicata la Legge n. 18 che ratificala Convenzione delle Nazioni Unitesui diritti delle persone con disabilitàfatta a New York il 13 dicembre 2006e istituisce l’Osservatorio nazionalesulla condizione delle persone condisabilità

3 aprile60° Anniversario dell’istituzionedella Nato

6 aprileTerremoto all’Aquila

18 giugnoRaccomandazione EQAVETadottata dal PE e dal Consiglio“sull’istituzione di un quadroeuropeo di riferimento per lagaranzia della qualità dell’istruzionee della formazione professionale”

1° luglioApprovato il DL n. 78 recanteprovvedimenti anticrisi

2 luglioLa Sentenza della Cortecostituzionale n. 200 confermache la materia dell’istruzionerientra nell’ambito della potestàlegislativa concorrente regionale,riconoscendo competenzaesclusiva statale sulla definizionedelle norme generali di istruzionee regionale sulla programmazionedella rete scolastica e l’offertaformativa

8 settembreFirma del II Progetto Interregionalesul sistema competenze “Verso la costruzione di un sistemanazionale di certificazione delle competenze”

10 dicembrePremio Nobel per la Pace alPresidente americano BarackObama

16 gennaioApprovazione del progetto diassistenza tecnica istituzionale di Tecnostruttura per laprogrammazione 2007-2013

FebbraioAdozione formale del Quadroeuropeo delle qualifiche (EQF)

Marzo-dicembreGruppo di lavoro Regioni-Ministero del Lavoro perl’elaborazione del Vademecumper l’ammissibilità delle spese alFse per il periodo diprogrammazione 2007-2013

20 marzo Accordo Stato-Regioni per la“definizione degli standard minimidel Sistema di Accreditamentodelle strutture formative per laqualità dei servizi” Intesa Stato-Regioni del 2008 per l’accoglienzascolastica e la presa in carico deglialunni con disabilità

9 aprileApprovato il Dlgs 81/2008 inmateria di tutela della salute edella sicurezza nei luoghi di lavoro

6 agostoPubblicato il Regolamento800/2008 della CE che dichiaraalcune categorie di aiuti compatibilicon il mercato comune

21 agostoPubblicata Legge 133/2008recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, lasemplificazione, la competitività,

la stabilizzazione della finanzapubblica e la perequazione tributaria

1° settembreVarato il decreto-legge n. 137Disposizioni urgenti in materia diistruzione e università, cd “decretoGelmini”

15 settembreLa Società Lehman Brothersdichiara fallimento dando il via alla crisi economica-finanziariadegli anni successivi

3 ottobreApprovato il DPR n. 196contenente Normesull’ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013

30 ottobrePubblicata Legge 169/2008recante disposizioni urgenti inmateria di istruzione e università

4 novembreBarack Obama eletto primoPresidente afro-americano degli USA

26 novembrePiano europeo di ripresaeconomica della Commissioneeuropea

29 novembreApprovato il DL n. 185 recanteMisure urgenti per il sostegno afamiglie, lavoro, occupazione eimpresa e per ridisegnare infunzione anti-crisi il quadrostrategico nazionale

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11 gennaioIl CIPE delibera obiettivi, criteri emodalità di programmazione dellerisorse per le aree sottoutilizzate e selezione ed attuazione degliinvestimenti per i periodi 2000-2006 e 2007-2013

18 febbraioIl governo approva il decreto cheistituisce la festa nazionale per il 17 marzo, anniversario dell’unitàd’Italia

11 marzoTerremoto-tsunami in Giapponeculminato con il’esplosione dellacentrale nucleare di Fukushima

14 marzoIl Ministero dello Sviluppoeconomico presenta il documento“Iniziative di accelerazione eriprogrammazione dei Programmicomunitari 2007-2013”

17 marzo150° anniversario dell’Unità d’Italia

23 marzoConvegno “Il ruolo del Fse nellapolitica di sviluppo delle Regioni e Province autonome italiane”nell’ambito del quale è promosso il confronto sui principali risultatiraggiunti dal Fse nel supporto allepolitiche per la formazione,l’occupazione, l’innovazione e la ricerca e approfondire alcontempo le future sfide che ilFondo sarà chiamato ad affrontare

20 aprileIntesa tra Stato e Regioni sul finanziamento degliammortizzatori sociali in deroganegli anni 2011-2012

12 - 13 giugnoReferendum su servizi pubblicilocali, servizi idrici, nucleare elegittimo impedimento

29 giugnoPrima proposta della CE di Quadrofinanziario pluriennale 2014-2020

8 luglioUltimo volo dello Space Shuttle

29 settembreLa Cina Popolare lancia il suo primo modulo spaziale, la navicella “Tiangong 1”

5 ottobreMuore Steve Jobs, l’inventore di iPhone, iPod e iPad. 

20 ottobreIl leader libico Mu’ammar Gheddafiviene ucciso dai ribelli

31 ottobreVengono raggiunti i sette miliardidi persone sulla terra

1° novembreMario Draghi succede a Jean-ClaudeTrichet e diviene il terzo Presidentedella Banca centrale europea

27 gennaioApple presenta l’Ipad

15 marzoEmanati i Regolamenti di riordinodei licei, degli istituti tecnici e degliistituti professionali

9 maggioEcofin decide la creazione di unfondo di 500 miliardi di Euro, a cui si sommerebbero circa 200miliardi dal Fondo monetariointernazionale, per evitare che la crisi economica della Grecia si estenda ad altri paesi adottantil’Euro

21 maggioUn gruppo di scienziati guidati daCraig Venter annuncia la creazionedella prima forma di vita sintetica

14 settembreFrancia primo Stato europeo a vietare il burqa

NovembrePubblicata la V relazione sullacoesione economica, sociale eterritoriale della Commissioneeuropea che contiene le lineeorientative per il nuovo periodo di programmazione

4 novembreEmanata la Legge 183 che delegail governo in materia di lavoriusuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatorisociali, di servizi per l’impiego, di incentivi all’occupazione, diapprendistato, di occupazione

femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioniin tema di lavoro pubblico e dicontroversie di lavoro

13 novembreDopo anni di confino nella propriacasa, è rilasciata in Birmania, il Nobelper la Pace Aung San Suu Kyi

28 novembreEsplode il caso Wikileaks

6 dicembreApprovato a Cancun l’adesione alla riduzione delle emissioni deigas contro l’effetto serra, comestabilito dal protocollo di Kyoto

16 dicembrePresentazione del Vademecumper l’ammissibilità delle spese al Fseper il periodo di programmazione2007-2013

18 dicembreVittima di soprusi da parte dellapolizia, Mohamed Bouazizi decidedi darsi fuoco davanti alla folla. Il gesto estremo fa scattarel’indignazione generale e un’ampiamobilitazione in tutta la Tunisia,dando il via alla cosiddetta“primavera araba”

30 dicembrePromulgata la Legge 240/2010 sul riordino dell’Università

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16 gennaioVene emanato il Dlgs n. 13 chedefinisce le norme generali e ilivelli essenziali delle prestazioniper l’individuazione e validazionedegli apprendimenti non formali e informali e gli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze

11 febbraioPapa Benedetto XVI annuncia le proprie dimissioni

19 marzoInizia il pontificato di Jorge MarioBergoglio che prende il nome diPapa Francesco

22 aprileGiorgio Napolitano ottiene, ed è il primo nella storia italiana, il secondo mandato da Presidentedella Repubblica.

Raccomandazione del Consiglioeuropeo che istituisce la Garanziaper i giovani

1° luglioLa Croazia aderisce all’Unioneeuropea

9 agostoApprovata la Legge n. 99 chedefinisce primi interventi urgentiper la promozione dell’occupazione,in particolare giovanile, dellacoesione sociale, nonché inmateria di IVA e altre misurefinanziarie urgenti

31 agostoIstituita l’Agenzia per la coesioneterritoriale

16 ottobreApprovazione del progetto di assistenza tecnica istituzionaledi Tecnostruttura per il periodo2014-2020

20 novembreApprovata la Direttiva 2013/55/UErelativa al riconoscimento dellequalifiche professionali

2 dicembreIl Consiglio europeo approva il quadro finanziario pluriennale(QFP), ovvero il bilancio dell’UE per il periodo 2014-2020

6 dicembreMuore Nelson Mandela

10 dicembreIl Presedente degli Stati Uniti,Barak Obama, incontra ilPresidente di Cuba Raul Castro.

17 dicembreApprovato il Regolamento n. 1303/2013 del PE e del Consigliorecante disposizioni comuni suiFondi europei per il periodo 2014-2020 (Regolamentogenerale). Nella stessa data sonoapprovati anche i Regolamentispecifici per Fondo, tra cui il n. 1304/2013 relativo al Fse

18 dicembreApprovato il Regolamento n.1407/2013 della Commissioneeuropea relativo agli aiuti “de mimimis”

19 gennaioL’assemblea di Tecnostrutturanomina Direttore Marcello MochiOnori

14 marzoL’Enciclopedia Britannica verràvenduta solo online dopo 244 annidi stampa su carta

4 aprileApprovata la Legge n. 35contenente disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo

19 aprileAccordo tra Stato e Regioni per la definizione di un sistemanazionale di certificazione dellecompetenze comunque acquisitein apprendistato

2 maggioPrende il via formalmente il supporto di Tecnostruttura alle Autorità di audit regionali

10 maggioFirmato l’accordo di cooperazionetra Italia e Bulgaria in materia dipromozione del benessere deibambini, dei servizi sociali basatisulla comunità e delladeistituzionalizzazione dei bambini

20 e 29 maggioTerremoto in Emilia, Lombardia e Veneto

28 giugnoViene promulgata la riforma delmercato del lavoro, cd “RiformaFornero” (L. 92/2012)

4 luglioGli scienziati del CERN annuncianol’osservazione del bosone di Higgs

1° agostoVoyager 1 ha oltrepassatol’eliopausa diventando il primooggetto costruito dall’uomo aduscire nello spazio interstellare

12 ottobreNobel per la Pace assegnatoall’Unione europea che “per oltre60 anni ha contribuitoall’avanzamento della pace, dellariconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa”

6 novembreObama viene riconfermatoPresidente degli USA

9 novembrePubblicato il Position paper dellaCE sulla preparazione dell’accordodi partenariato e dei Programmi in Italia 2014-2020

30 novembrel’Assemblea Generale dell’ONUriconosce alla Palestina lo status diStato e ne decreta di fatto la nascita.

20 dicembreLa Conferenza Unificata sanciscel’Intesa sulle politiche perl’apprendimento permanente

27 dicembreIl Ministro per la Coesioneterritoriale promuove il documento“Metodi e obiettivi per un usoefficace dei Fondi comunitari 2014-2020”

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22 gennaioIntesa sulla definizione di un quadrooperativo per il riconoscimento al livello nazionale dellequalificazioni regionali e dellerelative competenze, nell’ambitodel Repertorio nazionale dei titolidi istruzione e formazione e dellequalificazioni professionali

31 gennaioSergio Mattarella viene elettoPresidente della RepubblicaItaliana

Febbraio-settembreApprovato il secondo blocco di Programmi operativi FSE 2014-2020

4 marzoApprovato il Dlgs 81/2015 per il riordino della normativa inmateria di ammortizzatori sociali

1º maggioInizia l’Expo 2015 a Milano

11 giugnoSamantha Cristoforetti ritorna sullaTerra dopo oltre 200 giorni nellospazio, diventando la donna adaver trascorso più giorni in orbita

15 giugnoApprovato il Dlgs 81/2015 inmateria di disciplina organica deicontratti di lavoro e revisione dellanormativa in tema di mansioni

9 luglio La CE approva il Regolamentodelegato 2015/2195 che integra il regolamento Fse per quanto

riguarda la definizione di tabellestandard di costi unitari e diimporti forfettari

13 luglioApprovata la Legge n. 107, cd“la Buona Scuola” di riforma delsistema nazionale di istruzione eformazione e delega per il riordinodelle disposizioni legislative vigenti

20 luglioSi conclude l’embargo tra Cuba e Stati Uniti. Hanno inizio nuoverelazioni diplomatiche dopo 54anni

30 luglioFirma dell’accordo quadro traGoverno e Regioni in materia di politiche attive per il lavoro

24 settembreAccordo sul progetto sperimentalerecante azioni diaccompagnamento, sviluppo erafforzamento del sistema dualenell’ambito dell’IeFP

25 settembreLe Nazioni Unite approvanol’Agenda Globale per lo svilupposostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile

12 dicembreStipulato l’Accordo di Parigi, pattoglobale sui cambiamenti climatici

17 dicembreStefano Bonaccini nominatoPresidente della Conferenza delleRegioni e PA

26 febbraioApprovate le Direttive 2014/23/UEe 2014/23/UE del PE e delConsiglio relativeall’aggiudicazione dei contratti diconcessione e agli appalti pubblici

Febbraio-novembrePubblicati i regolamenti della CEdelegati e di esecuzione delRegolamento generale

3 aprileIl Comitato europeo delle Regioniadotta la Carta della GovernanceMultilivello in Europa

7 aprileÈ approvata la Legge n. 56, cd“Legge Del Rio” che riordina ilsistema delle autonomie locali

16 maggioApprovata la Legge n. 78 recantedisposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per lasemplificazione degli adempimentia carico delle imprese

21 maggioLa CE adotta il RegolamentoGenerale di esenzione percategoria (GBER)

10 luglioAccordo sulle Linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle retiterritoriali

La CE approva il Programmaoperativo nazionale “IniziativaOccupazione Giovani” che

individua le Regioni comeOrganismi intermedi

15 luglioIl PE ha eletto Jean-ClaudeJuncker presidente dellaCommissione europea

31 luglioSergio Chiamparino nominatoPresidente della Conferenza delleRegioni e Province autonome

5 agostoAccordo sulle Linee guida inmateria di tirocini per personestraniere residenti all’estero

29 ottobreLa CE approva l’Accordo di partenariato con l’Italia per il periodo 2014-2020

26 novembreIl Presidente della CE Junckerlancia il Piano di investimento perrilanciare la crescita economica

DicembreApprovato un primo blocco di Programmi operativi Fse 2014-2020

10 dicembreApprovato il Jobs Act, la Leggedelega n. 183 in materia di riformadegli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e dellepolitiche attive, nonché in materiadi riordino della disciplina deirapporti di lavoro e dell'attivitàispettiva e di tutela e conciliazionedelle esigenze di cura, di vita e dilavoro

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15 febbraioPrima scadenza per lapresentazione annuale dei contida parte dei PO 2014-2020

25 marzo60° anniversario della firma dei Trattati di Roma

13 aprileApprovato il Dlgs n. 61 relativo alla revisione dei percorsidell’istruzione professionale nel rispetto dell’articolo 117 dellaCostituzione, nonché raccordocon i percorsi dell’istruzione eformazione professionale

24 aprileEmanato il DL n. 50 contenentedisposizioni urgenti in materiafinanziaria, iniziative a favore deglienti territoriali, ulteriori interventiper le zone colpite da eventisismici e misure per lo sviluppo

7 maggioPresidenziali in Francia,vince Emmanuel Macron 

12 agostoPubblicato il nuovo RegistroNazionale degli Aiuti di Stato per certificare che le agevolazionipubbliche siano concesse nelrispetto delle disposizioni previstedalla normativa comunitaria

1° ottobreIn Catalogna referendumsull’indipendenza della regione: a vincere sono gli indipendentisti,ma il governo spagnolo decide di contrastare il voto

10 OttobreAdozione del nuovo “Pianonazionale per la garanzia di qualitàdel sistema di istruzione eformazione”

13 novembreLa nazionale italiana di calciomaschile è fuori dai Mondiali. Non accadeva da 59 anni

17 novembreIl Parlamento europeo, il Consiglioe la Commissione proclamano il Pilastro europeo dei diritti sociali

6 dicembreL’assemblea di Tecnostrutturanomina Direttore Giuseppe Di Stefano

21 dicembreLa Conferenza Unificata raggiungel’Accordo sul Piano dirafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva. La Conferenza Stato-Regionisancisce l’intesa su un addendumall’Accordo Quadro del 30 luglio2015 in materia di politiche attivedel lavoro, sugli indirizzi in materiadi politica attiva del lavoro e la specificazione dei LEP e la definizione dei criteri comuniin materia del sistema diaccreditamento dei servizi per il lavoro

21 dicembreProposta di Direttiva delParlamento europeo e delConsiglio relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibilinell’Unione europea

20 gennaioSancito l’Accordo sullaridefinizione complessiva dei percorsi del sistema IFTS

16 aprileApprovata la Legge n. 88 di riformacostituzionale (cd Renzi-Boschi)per il superamento delbicameralismo paritario, la riduzionedel numero dei parlamentari, il contenimento dei costi difunzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e larevisione del Titolo V Parte II della Costituzione

18 aprileEmanato il nuovo Codice deicontratti pubblici con il Dlgs n. 50

27 aprileApprovato il Regolamento 2016/679del PE e del Consiglio relativo allaprotezione delle persone fisichecon riguardo al trattamento deidati personali, nonché alla liberacircolazione di tali dati

20 maggio Approvato il ddl Cirinnà, le unionicivili in Italia divengono legali

23 giugnoGran Bretagna vota per lasciarel’Unione europea. La Brexit vince il referendum con il 51,9%

24 agostoTerremoto ad Amatrice

16 settembreEmanate le Linee guida in materiadi semplificazione e promozione

degli ITS a sostegno delle politichedi istruzione e formazione sulterritorio e dello sviluppodell’occupazione dei giovani

24 settembreApprovato il Dlgs n. 185 cheprevede disposizioni correttive ai decreti attuativi del Jobs Act

26-30 ottobreTerremoto nei pressi di Norcia

31 ottobreLa CE approva la modifica delregolamento delegato riguardantela definizione di tabelle standard dicosti unitari e di importi forfettariper il rimborso da parte dellaCommissione agli Stati membridelle spese sostenute

8 novembreDonald Trump eletto Presidentedegli Stati Uniti

25 novembreMuore Fidel Castro

4 dicembreTerzo referendum costituzionaledella storia d’Italia. Oggetto delvoto la riforma “Renzi-Boschi”, che non viene approvata

19 dicembreEmanata la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europeasui percorsi di miglioramento dellivello delle competenze

22 dicembreRinnovato l’Accordo quadro inmateria di politiche attive del lavoro

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12 giugnoA Singapore stretta di manodestinata a restare nella storia tra Donald Trump e Kim Jong-un. I leader dei due Paesi non sistringevano la mano da 70 anni

1° luglioConcluso il passaggio del personaledei Centri per l’impiego alleamministrazioni regionali

18 luglioApprovato il Regolamento2018/1046, cd “Omnibus”, chestabilisce le regole finanziarieapplicabili al bilancio generaledell’Unione e modifica i regolamentirelativi alla programmazione 2014-2020

9 agostoApprovata la Legge n. 96 contenentedisposizioni urgenti per la dignità deilavoratori e delle imprese

10 agostoViene approvato il Dlgs n. 101 che recepisce i contenuti delRegolamento europeo in materia di privacy

14 agostoCrolla il Ponte Morandi a Genova

Novembre/dicembreIniziano in Francia le proteste dei gilet gialli

18 dicembreIl Gruppo di lavoro composto dalleRegioni e da ANPAL approva il testodefinitivo del Vademecum 2014-2020

8 gennaioDecreto interministeriale relativoall’Istituzione del Quadronazionale delle qualificazionirilasciate nell’ambito del sistemanazionale di certificazione dellecompetenze

5 febbraioEmanato il DPR n. 22 recante i criteri sull’ammissibilità dellespese per i programmi cofinanziatidai Fondi strutturali di investimentoeuropei (SIE) per il periodo diprogrammazione 2014/2020

13 marzoProposta di istituzione dell’Autoritàeuropea per il lavoro

16 marzoEmanata la Direttiva recanteindirizzi per l’attuazionedell’Agenda 2030 delle NazioniUnite e della Strategia nazionaleper lo sviluppo sostenibile

18 marzoVladimir Putin eletto Presidentedella Federazione Russa per la quarta volta

2 maggioLa CE presenta la proposta diQuadro finanziario pluriennale(QFP) per il periodo 2021-2027

17 maggioApprovato il DI che definisce i criteri generali per favorire il raccordo tra il sistemadell’istruzione professionale e il sistema di istruzione eformazione professionale e per la

realizzazione, in via sussidiaria, dipercorsi di istruzione e formazioneprofessionale per il rilascio dellaqualifica e del diplomaprofessionale quadriennale

22 maggioApprovato il decreto MIUR“Recepimento dell’accordo,sancito nelle sedute dellaConferenza Stato Regioni del 10 maggio 2018 riguardante ladefinizione delle fasi dei passaggitra i percorsi di istruzioneprofessionale e i percorsi diistruzione e formazioneprofessionale compresi nelRepertorio Nazionale dell’offerta di istruzione e formazioneprofessionale e viceversa, inattuazione dell’art. 8 comma 2 del d.lgs. 13 aprile 2017 n. 61”

25 maggioDecreto MIUR che adotta il“Regolamento recante la disciplinadei profili in uscita degli indirizzi distudio dei percorsi di istruzioneprofessionale, ai sensi dell’art. 3comma 3 del d.lgs. 61/2017recante la revisione dei percorsidell’istruzione professionale nelrispetto dell’art. 117 dellaCostituzione nonché raccordocon i percorsi dell’istruzione eformazione professionale a normadell’art. 1, commi 181 e 181, lett. d,della legge 13 luglio 2015 n. 107”

29 maggioLa CE presenta le propostelegislative riferite alla Politica di coesione 2021-2027

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Alessandro Agostinetti Regione VenetoDirigente Programmazione e Politicheattive del lavoro

Paolo Baldi Regione ToscanaDirettore Orientamento e Formazioneprofessionale, Professioni, Politiche educativee dell'istruzione, Istruzione tecnica superiore.Responsabile Coordinamento tecnico dellaIX Commissione Istruzione, Lavoro,Innovazione e Ricerca

Antonella Berettieri Regione LiguriaDirigente Settore Sistema regionale dellaFormazione – AdG del Por Fse Liguria

Francesca Bergamini Regione Emilia-RomagnaResponsabile del Servizio Programmazionedelle Politiche dell’istruzione, dellaformazione, del lavoro e della conoscenza

Gianni Bocchieri Regione LombardiaDirettore generale Istruzione, Formazionee Lavoro - AdG del Por Fse Lombardia

Anna Maria CandelaRegione PugliaDirigente Sezione Inclusione sociale attivae Innovazione delle reti sociali AssessoratoWelfare

Maurizio Caracci Regione SicilianaDirigente Area Coordinamento per lePolitiche di coesione del DipartimentoIstruzione e Formazione professionale

Maria Caristo Regione Campania Dirigente della UOD 05 Tesoreria, Bilanci di cassa e Autorità di Certificazione deiFondi Strutturali della Direzione Generale13 Risorse Finanziarie

Felice CartaRegione Friuli Venezia Giulia Direzione centrale Lavoro, Formazioneprofessionale, Istruzione e Famiglia - ServizioApprendimento permanente e Fondosociale europeo Programmazione Por Fse

Michele Colavita Regione MoliseDirettore Agenzia regionale Molise Lavoro- Direttore del Servizio Programmazionedelle Politiche sociali - Coordinatoretecnico della VIII Commissione Politichesociali

Giuseppe Di StefanoDirettore di Tecnostruttura delle Regioniper il Fondo sociale europeo

Alessandro FerrucciDirettore di Tecnostruttura delle Regioni peril Fondo sociale europeo dal 1998 al 2011

Luca GalassiRegione SardegnaDirettore generale del Lavoro, Formazioneprofessionale, Cooperazione e Sicurezzasociale – AdG Fse Sardegna

Erminia GarofaloRegione PiemonteDirigente Raccordo amministrativo e Controllo delle attività finanziate dal Fse

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Cristina GriecoRegione ToscanaPresidente Tecnostruttura delle Regioni per il Fondo sociale europeo, Coordinatricedella IX Commissione Istruzione, Lavoro,Innovazione e Ricerca - AssessoreIstruzione, Formazione e Lavoro dellaRegione Toscana

Alessia GrilloSegretario generale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e Direttore del Cinsedo

Chiara GusellaRegione MarcheFunzionario amministrativo e finanziariodel Servizio Attività produttive, Lavoro,Istruzione – Supporto giuridico allaDirezione

Mauro Magrini Alunno Regione UmbriaDirigente AdA - Servizio Controlli comunitari

Elio MantiRegione BasilicataDirigente Ufficio AdG Fse 2007-2013 e 2014-2020 – Direzione generaleDipartimento Programmazione e Finanza

Enrico MatteiRegione Valle d’AostaDirigente Assessorato Affari europei,Politiche del lavoro, Inclusione sociale,Trasporti - Dipartimento Politichestrutturali e Affari europei

Elena SicoRegione AbruzzoDirigente Dipartimento della Presidenza eRapporti con l’Europa - Servizio Autorità diGestione Unica Fesr-Fse, Programmazionee Coordinamento unitario

Jessica StrappazzonP.A. BolzanoFunzionario AdC per i fondi strutturali UEFesr e Fse - Ripartizione Europa - UfficioOrganismo pagatore provinciale

Pietro TalaricoRegione MarcheResponsabile Economia ittica, Commercioe Tutela dei consumatori

Alessandra TomaiRegione LazioDirezione regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Dirittoallo studio - Programmazione dell’Offertaformativa e di Orientamento. ResponsabileGruppo Professioni della IX CommissioneIstruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca

Fortunato VaroneRegione CalabriaDirettore Dipartimento Lavoro,Formazione e Politiche sociali

Sergio VergariP.A. TrentoDirigente Consiglio Regionale, Regione Trentino Alto Adige

Rita Arcese, Costanza Bettoni, Mariella Bucciarelli, Paola Caruso,

Sara Casillo, Cecilia Cellai, Palmina Teresa Cianni, Pamela Ciavoni,

Daniela Conte, Cristina Conti, Antonella Di Giacomo, Giuseppe Di Stefano,

Michela Fagioli, Mario Fiorello, Olimpia Fiorucci, Laura Frascarelli,

Luana Germani, Roberta Giangiorgi, Cristina Iacobelli, Tatiana Leardi,

Maria Micciolo, Paolina Notaro, Roberta Pieraccini, Rita Porru,

Giuseppa Rizzo, Gianluca Rossi, Luca Sciarretta, Anna Chiara Serena,

Giulio Sicari, Rosita Tombesi, Rosario Zanni

TECNOSTRUTTURA È

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Coordinamento editoriale TecnostrutturaRoberta Giangiorgi

Graphic designThe Box

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Finito di stampare nel mese di maggio 2019