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7/23/2019 Conversione http://slidepdf.com/reader/full/conversione 1/56  ONVERSIONE una storia personale I «La vita, per alcuni è cupa, per altri grigia. Per me è radiosa. Ci sono molti elementi che concorrono alla luminosità della mia esistenza attuale: innanzitutto, un mattino di quattro anni fa ho scoperto, in un colpo solo, di avere un tumore alla tiroide e un carcinoide al pancreas e al fegato, per cui da allora devo sottopormi ogni giorno alla terapia dell'interferone. noltre, svolgo il mio lavoro fra molti contrasti e anche, com'è naturale, qualche disillusione. nfine, anche per colpe mie, sono lontano da colei che, malgrado un divorzio, nella prospettiva cristiana resta mia moglie e che mi ha dato una figlia, mentre gli altri due figli sono venuti dal mio secondo matrimonio. !ppure, godo di una vita cristiana vi"rante. !d è questa visione di fede che, malgrado tutto, rende la mia esistenza radiosa.# $ con sorpresa % non disgiunta, confesso, da una certa emozione % che lessi queste parole: la malattia, i fallimenti familiari, le difficoltà  professionali come causa non di lamento o di depressione, "ens& di vita «radiosa#  perch illuminata dalla luce del vangelo... Con espressioni cos& inconsuete si apriva un manoscritto che un corriere mi aveva recapitato qualche giorno prima del (atale scorso. !ra un manoscritto che, su"ito dopo, dichiarava % con altrettanta, sorprendente chiarezza % l'intenzione di chi lo aveva redatto: «)orrei, con queste pagine, essere utile ai tanti che hanno messo da parte la vita cristiana, per i motivi pi* diversi, e che  possono percorrere, alla loro maniera, un cammino simile al mio... +o che ci sono tante o"iezioni alla fede, ma li invito a non tirarsi indietro e a esaminare quanto scrivo  per cercare un po' di luce e, forse, per trovare la spinta per recuperare la prospettiva cattolica#. Le pagine che seguivano precisavano su"ito di non venire da un credente  praticante per tradizione e a"itudine, "ens& da un convertito: «o per decenni messo da  parte la pratica di vita cristiana. Poi, ecco la riscoperta e l'avanzare sempre pi* % e sempre pi* con convinzione e gioia % in questa strada evangelica ritrovata...#. +orpresa e un po' di emozione, dicevo. ! non senza ragione. n effetti, questo testo che comin% ciava, e proseguiva, in modo tanto impegnativo % quasi al limite dell'impudicizia, almeno per un certo am"iente sociale e culturale % non era uno dei molti, opera di ignoti, che giungono a chi si occupi di questioni religiose nei li"ri e sui giornali. -l contrario. L'arrivo del manoscritto mi era stato preannunciato da una serie di telefonate di segretarie premurose ed efficienti: quelle, per intenderci, che hanno di solito un leggero accento straniero, anglosassone di preferenza. L'autore, insomma, di parole cos& compromettenti era un top manager. !ra nientemeno che il presidente di uno dei maggiori gruppi editoriali d'!uropa: /// miliardi di fatturato, 01// dipendenti, impianti tipografici sempre all'avanguardia, centinaia di novità li"rarie ogni anno, compartecipazioni in mezzo mondo, 23 testate giornalistiche... 4a s&, l'autore era  proprio il presidente dell'-rnoldo 4ondadori !ditore +p-, il colosso che ha superato ogni cam"io di regime politico e ogni tempesta economica, mantenendo % anzi, rafforzando % la sua leadership indiscussa nel decisivo mercato della cultura e dell'informazione. !ra, insomma, Leonardo 4ondadori, nipote di -rnoldo, il 5rande )ecchio, il mitico fondatore di quell'impero di carta6 era il rappresentante attuale della maggior dinastia editoriale italiana che mi sottoponeva, per un giudizio, il testo con cui aveva saltato la "arricata e si era azzardato % per "ruciante passione di apostolato %

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  ONVERSIONE

una storia personale

I

«La vita, per alcuni è cupa, per altri grigia. Per me è radiosa. Ci sono molti elementiche concorrono alla luminosità della mia esistenza attuale: innanzitutto, un mattino di

quattro anni fa ho scoperto, in un colpo solo, di avere un tumore alla tiroide e uncarcinoide al pancreas e al fegato, per cui da allora devo sottopormi ogni giorno allaterapia dell'interferone. noltre, svolgo il mio lavoro fra molti contrasti e anche, com'ènaturale, qualche disillusione. nfine, anche per colpe mie, sono lontano da colei che,malgrado un divorzio, nella prospettiva cristiana resta mia moglie e che mi ha dato unafiglia, mentre gli altri due figli sono venuti dal mio secondo matrimonio. !ppure, gododi una vita cristiana vi"rante. !d è questa visione di fede che, malgrado tutto, rende lamia esistenza radiosa.# $ con sorpresa % non disgiunta, confesso, da una certaemozione % che lessi queste parole: la malattia, i fallimenti familiari, le difficoltà

 professionali come causa non di lamento o di depressione, "ens& di vita «radiosa# perch illuminata dalla luce del vangelo... Con espressioni cos& inconsuete si apriva unmanoscritto che un corriere mi aveva recapitato qualche giorno prima del (atalescorso. !ra un manoscritto che, su"ito dopo, dichiarava % con altrettanta, sorprendentechiarezza % l'intenzione di chi lo aveva redatto: «)orrei, con queste pagine, essere utileai tanti che hanno messo da parte la vita cristiana, per i motivi pi* diversi, e che

 possono percorrere, alla loro maniera, un cammino simile al mio... +o che ci sonotante o"iezioni alla fede, ma li invito a non tirarsi indietro e a esaminare quanto scrivo

 per cercare un po' di luce e, forse, per trovare la spinta per recuperare la prospettiva

cattolica#. Le pagine che seguivano precisavano su"ito di non venire da un credente praticante per tradizione e a"itudine, "ens& da un convertito: «o per decenni messo da parte la pratica di vita cristiana. Poi, ecco la riscoperta e l'avanzare sempre pi* % esempre pi* con convinzione e gioia % in questa strada evangelica ritrovata...#. +orpresae un po' di emozione, dicevo. ! non senza ragione. n effetti, questo testo che comin%ciava, e proseguiva, in modo tanto impegnativo % quasi al limite dell'impudicizia,almeno per un certo am"iente sociale e culturale % non era uno dei molti, opera diignoti, che giungono a chi si occupi di questioni religiose nei li"ri e sui giornali. -lcontrario. L'arrivo del manoscritto mi era stato preannunciato da una serie di telefonatedi segretarie premurose ed efficienti: quelle, per intenderci, che hanno di solito unleggero accento straniero, anglosassone di preferenza. L'autore, insomma, di parolecos& compromettenti era un top manager. !ra nientemeno che il presidente di uno deimaggiori gruppi editoriali d'!uropa: /// miliardi di fatturato, 01// dipendenti,impianti tipografici sempre all'avanguardia, centinaia di novità li"rarie ogni anno,compartecipazioni in mezzo mondo, 23 testate giornalistiche... 4a s&, l'autore era

 proprio il presidente dell'-rnoldo 4ondadori !ditore +p-, il colosso che ha superatoogni cam"io di regime politico e ogni tempesta economica, mantenendo % anzi,rafforzando % la sua leadership indiscussa nel decisivo mercato della cultura edell'informazione. !ra, insomma, Leonardo 4ondadori, nipote di -rnoldo, il 5rande

)ecchio, il mitico fondatore di quell'impero di carta6 era il rappresentante attuale dellamaggior dinastia editoriale italiana che mi sottoponeva, per un giudizio, il testo concui aveva saltato la "arricata e si era azzardato % per "ruciante passione di apostolato %

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a farsi, da grande editore, autore esordiente. Per giunta, aveva a""ozzato l&, in pagineancora in prima stesura, il piano di una sorta di vademecum, di prontuario cattolico,che passasse in rassegna, scriveva, «i du""i in cui mi sono im"attuto pi* frequente%mente, conversando di pro"lemi religiosi con le molte persone che il mio lavoro mi

 porta a frequentare#. Con ulteriore, sorprendente prova di zelo fervoroso, Leonardo

4ondadori % non fidandosi, da cattolico in fondo neofita, della sua preparazionespecifica 7«(on sempre sono riuscito a formulare risposte convincenti, per carenza didottrina o per inadeguata disposizione dei miei interlocutori#8 % aveva progettato direndere espliciti quei du""i, uno per uno, con parole sue, e di passare poi la palla a unsacerdote, per una trattazione completa. 9na trattazione che, scopersi su"ito, era %mirabile dictu audituque, di questi tempi in cui, anche fra cattolici, il secondo me diciascuno pretende di prevalere sul 4agistero %, era, dunque, nella pi* limpida orto%dossia cattolica. (on occorre alcuna preparazione in sociologia religiosa, "astal'esperienza per constatare che, oggi, in tutto l';ccidente, la maggioranza non

appartiene n ai praticanti delle comunità cristiane storiche % in talia, la cattolica % n,meno che mai, alle nuove religioni, le sette, come le chiamano. Che sono numerose,ma con un seguito minore di quanto spesso si creda. Cos&, è pure piuttosto raro il

 passaggio a culti come l'islamico o il "uddista, almeno nel senso, per quest'ultimo, diun'adesione forte, che vada al di là di una ricerca di "enessere spirituale da ag%giungere a quello materiale. La maggior parte degli europei, ma anche deinordamericani, appartiene a quella eterogenea e interdassista comunità religiosa cheè indicata dagli studiosi di queste cose con l'espressione believing without belonging, ilcredere senza appartenere. <unque, una credenza, pi* o meno esplicita, in un qualche

<io, se non in un =ualcosa, ma senza frequentazione regolare n adesione adalcuna istituzione ecclesiale. $ questa religione del «<io s&, ma Chiese no#, magari del«Cristo s&, ma preti no#, che unisce la gran parte degli occidentali odierni, gregari eo""edienti ai persuasori pi* o meno occulti in tutto il resto, ma allergici a gerarchie edogmi e, soprattutto, impegni morali, in materia di fede. Proprio perch consapevole diquesta situazione, mi sorprendeva, certo, una conversione6 ma, forse, ancor pi* mistupiva che non avesse portato all'individualismo del supermar>et delle fedi, "ens& auna simile, esplicita adesione al Credo come ufficialmente è proposto dalla Catholica.

9n ritorno non solo alla ?i""ia, fatto oggi già inconsueto, ma, addirittura, un'adesione

fervente pure al catechismo@ Possi"ile che davvero, almeno una volta, in una Chiesasconquassata ormai da decenni dalle scosse telluriche del postconcilio, in una Chiesadove per molti la carità è declassata a filantropia o a impegno sociale, dove sono didu""ia ortodossia persino certi insegnamenti di certe università cattoliche e, a furiadi ossessivi dialoghi, sem"ra svaporare ogni identità, possi"ile che fosse tornato iltempo dei Claudel, dei 4aritain, dei PguA, dei ?loA, degli uAsmans, magari deiPapini e dei Be"ora, con quei loro integrali e papisti ritorni all'ovile $ naturale che,in quelle pagine, con tutto il rispetto per il sacerdote che aveva assicurato la trattazioneteologica, il mio interesse non si accentrasse tanto sulle sue impecca"ili argomen%tazioni, quanto sui cappelli a esse apposti dal sorprendente Leonardo. n effetti,

 persino in questi tempi caotici, che cosa di pi* consueto di un prete che illustri dottrinae morale tradizionali della Chiesa su argomenti come matrimonio, rapportieDtraconiugali, anticoncezionali, a"orto, eutanasia, celi"ato sacerdotale, diavolo e

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inferno, e altri temi del genere ! che cosa di pi* inconsueto che vedere del tuttoallineato su simili prospettive, sino al punto di farsene apostolo, un manager "en notoanche perch protagonista di tante cronache cultural%mondane, di certi servizigiornalistici invernali da Cortina ed estivi da Capri +orpresa, dunque. !ppure, alcuniindizi avre""ero dovuto farmelo presagire. n effetti, con la casa editrice presieduta da

4ondadori avevo pu""licato alcuni li"ri, la cui diffusione non sem"rava avere delusol'editore. 4a, soprattutto, avevo pu""licato il Li"ro, quello per antonomasia, come losi intendeva tra dirigenti e redattori. -lludo a quel mio colloquio con 5iovanni Paolol, cui l'intervistato stesso aveva voluto apporre come titolo Varcare la soglia della

Speranza e che, stando a chi tiene i conti di simili cose, aveva costituito l'opera di cuisi vendettero, in 0 lingue, pi* copie in meno tempo. Confesso, perF, che il miotemperamento di solitario % che non appena ha potuto ha lasciato 4ilano ed è andatoad appartarsi in provincia, e non per ossessioni ecologiste, nulla curandosi di

 pu""liche relazioni n di frequentazioni eccellenti non tende, d'istinto, a trasformare in

amicizia i rapporti di lavoro. Per quanto importa, quello di cui sono vittima è uncarattere di ironica se non "effarda anarchia che mi ha portato a privilegiare, ingiornali e case editrici, i contatti rilassati, magari un po' goliardici, con i quadriintermedi, piuttosto che quelli, ingessati e formali, con i vertici. (el mondo dei li"ri, leamicizie che pi* mi sono care sono quelle con semplici redattori e magari venditori,

 piuttosto che con dirigenti e capi. Cos&, nonostante ripetuti inviti, in cui mi sem"ravarisuonare una cordialità sincera, di rado salivo nell'ufficio del presidente della grande,forse sin troppo grande per me, 4ondadori +p-. <a tanti anni, ormai, uscito dallatangenziale !st, supero l'aeroporto di Linate, costeggio l'droscalo e punto su quella

sorta di astronave che ;scar (iemeAer, l'architetto di ?rasilia, ha ancorato sulle "rumose marcite di +egrate. La mia frequentazione di quest'angolo di banlieu

milanese è antica6 qui già venivo come giornalista, come intervistatore, "en prima checome autore, sin da quando i muratori se n'erano appena andati. !ppure, non mi sonoancora rassegnato: ogni volta, impreco fra me e me contro il cele"rato costruttore % ochi per lui % che ha sistemato le garitte per la sorveglianza sulla destra di chi entra nelgrande recinto verde che circonda lo spettacolare dinosauro. =ui non siamo in n%ghilterra, qui il volante è a sinistra e occorrono acro"azie per consegnare i documentiche i guardiani fotocopiano. 5li autori, in genere, non sono giovanissimi,

quell'allungarsi, quel divincolarsi non è per i loro reumatismi, per le loro artrosicervicali6 e nemmeno Per la pinguedine cui dà diritto l'età. l malumore, puntualmente,aumenta non solo per i parcheggi lontanissimi dagli ingressi, ma anche per la sadicatrovata del cele"rato "rasiliano di costringere i visitatori a percorrere una lunga

 passerella che attraversa uno stagno dove si aggirano grossi pesci, scuri e inquietanti. (essun riparo è previsto contro le piogge o il solleone estivo: cos& ha voluto l'ar%chitetto. 9n percorso iniziatico, una purificazione penitenziale per accedere ai

 penetrali del Castello sacro alla Cultura $ l'ipotesi indulgente di alcuni amiciscrittori... 5iunto finalmente alle portinerie e s"rigate altre formalità 7consegne di

 pass, telefonate di conferma8, se appena possi"ile limitavo le mie visite ai formicaiumani del quarto piano, tra redazioni e uffici grafici. =ui, l'istinto di sopravvivenzacontro le disumane teorie open space degli architetti democratici % quelli che, nei "ei

 palazzi d'epoca del centro storico dove hanno studi ovattati e inaccessi"ili, sta"iliscono

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che gli altri, non certo loro, devono fare tutto insieme % ha spinto alla creazione dinicchie e rifugi di fortuna, utilizzando armadi, schedari, paraventi. <i solito, nonsalivo al quinto piano, dove il privilegio di vere pareti che diano forma a vere stanze èstato salvaguardato. =ui, uscendo dall'ascensore e svoltando a sinistra, voici le calme,

le luxe, la volupté: moquette, silenzio 7se non attutite suonerie telefoniche dietro le

 porte im"ottite8, "ei quadri, fattorini in divisa che ti sfilano il cappotto e lo sistemanoin luoghi invisi"ili, chiedendoti se gradisci "ere qualcosa. !cco le segretarie che siscusano se per caso devi attendere qualche minuto su divani che sanno di "uonvecchio cuoio con, a portata di mano, l'ultimo numero delle tante riviste del gruppo.!cco, infine, aprirsi la porta della stanza pi* panoramica, quella d'angolo, comunicantecon la saletta dove, per le riunioni pi* esclusive, un cameriere apparecchia e serve il

 pranzo. <a quella porta, ecco lui % il +ignor Presidente, portatore di tanto nome % farsiincontro sorridente e cordiale. 9n amico comune mi diceva che, se vuoi sapere qualitendenze avrà la moda nella prossima stagione, ti converrà osservarne con attenzione

le cravatte. Pro"a"ilmente, la solita leggenda metropolitana. 4a forse non del tutto: ilsuo sarto è eccellente 7niente a"iti confezionati8 e l'uomo, collezionista e intenditore diarte, oltre che regista di grandi mostre internazionali, sa "ene come assortire colori eaccordare accessori. - questo, si aggiungano un portamento naturalmente spigliato,come si addice al rampollo di una grande dinastia, e la fama, che l'ha accompagnato alungo, di galante 7per usare un eufemismo8 e di bon vivant. Comunque, giustizia esigeche venga su"ito dissolto un facile equivoco: poich la famiglia ha venduto da tempotutte le sue azioni, 4ondadori occupa il posto al vertice non in virt* del nome 7che

 pure, è innega"ile, accresce il prestigio, dando il segno della continuità di una

tradizione8 "ens& per la fiducia, pi* volte rinnovata, dell'azionista di maggioranza.-zionista che % "en noto per il suo agire in sintonia con le necessarie, eppur spietate,leggi del mercato % non avre""e di certo mantenuto in quell'incarico chi non avessedimostrato "uone qualità manageriali. +i aggiunga che, come non ci sono ragionidinastiche, non d sono neppure ragioni politiche: l'amicizia di Leonardo 4ondadoricon +ilvio ?erlusconi non significa identità completa di prospettive, visto che quelledell'editore, espresse li"eramente e "en note nel giro, hanno accentuazioni talvoltadiverse rispetto a quelle dell'attuale presidente del Consiglio. =uesto, sia su"ito "enchiaro, è l'unico, fugace cenno che, qui, dedicheremo alla politica. +u di essa non ho

fatto alcuna domanda al mio interlocutore. !, ciF, per una scelta esplicita: è da un paiodi secoli che cercano di deviare il nostro interesse dall'-lto al ?asso, dal Cielo allaGerra, per usare termini desueti ma comprensi"ili. 4a s&, è dai tempi delle ideologiesette e ottocentesche che tentano di convincerci che la sola dimensione degna, la primase non l'unica che de""a importare all'uomo è quella sociale ed economica, è quella diquando siamo in piazza o al mercato o al di"attito pu""lico. +ulla politica, dunque,l'uomo adulto e consapevole dovre""e investire non solo la sua attenzione ma anche lasua passione, addirittura la sua speranza. ! invece % come "en sa chiunque si interroghicon sincerità % non è affatto cos&. L'impegno nella polis non va certo demonizzato,anche se ha provocato disastri terri"ili, con le sue ideologie rosse, nere e di ognicolore, elevate a religioni secolari e produttrici di cataste di morti e di sofferenzeinenarra"ili. (on va demonizzato; ma, con altrettanta certezza, va demitizzato. neffetti, ogni sia pur sofisticato schema politico è in grado di fornire qualche risposta,

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 per giunta sempre contesta"ile e contestata 7non c'è governo senza opposizione...8  alledomande penultime. n queste pagine, invece, è con domande ultime che ci

 piacere""e confrontarci: un possi"ile significato per il vivere e per il morire, unarisposta adeguata al nostro "isogno di "ontà, di felicità, di eternità. Cose che solo nelladimensione religiosa, non certo in quella politica, trovano proposte di soluzione.

-ccetta"ili o no che siano, tali proposte non possono avere diritto di cittadinanza nella prospettiva di chi pensa che la sua salvezza, la sua gioia, la sua speranza, il suodesiderio di amare e di essere amato a""iano come strumento un partito, quale che sia,

 passino attraverso riforme o rivoluzioni. Grascorsi un giorno, tanti anni fa, con !ugèneonesco. 4i disse: «La donna che nessuno ama, l'uomo cui diagnosticano un cancro, il

 pensionato solitario sulla panchina, colui che % nella lucidità spietata del risveglio %guarda allo specchio sul suo volto i segni del tempo e si chiede che ci fa l&, che sarà dilui... (essuno di costoro sarà mai consolato dal politico, dal sindacalista, dalsociologo, che % per quel che davvero conta % non sono, per usare la parola del

vangelo, che ciechi che guidano altri ciechi#. CiF che qui interessa è soltanto unastoria personale: una dimensione in cui le preferenze per un governo o per un altrohanno un ruolo marginale ed effimero. Per tornare, dunque, a quel Leonardo, cui tuttoho domandato tranne le sue scelte elettorali delle quali nulla m'importa, ricordavo,divertito, un viaggio con lui a Pamplona. 4i ci recavo per un'inchiesta sull';pus <ei %che ha una sua prestigiosa università in quella capitale della (avarra dalla esplosiva

 iesta cara a emingHaA %, inchiesta che proprio la 4ondadori avre""e pu""licato.)iaggiammo, noi tre o quattro, su un Iet privato, un aereo del gruppo di ?erlusconi, ilquale aveva conquistato la casa editrice dopo una famosa "attaglia dagli aggrovigliati

strascichi giudiziari che proseguono tuttora e che rientrano, essi pure, tra le cose cuinon riesco ad appassionarmi. +ul nostro aereo erano dipinte, vistose, le insegne "erlusconiane: il drago, il "iscione dei )isconti con un quadrifoglio in "occa. Cos&,nel provinciale aeroporto di Pamplona, fummo destinatari di larghi sorrisi da parte del

 personale. n effetti, ci scam"iarono per gente di spettacolo, per protagonisti della popolarissima televisione che ?erlusconi possiede in +pagna e che inal"era lo stessostemma che stava sul nostro aereo. !legante, disinvolto, come al solito uomo dimondo, vestito nel modo giusto in ogni occasione 7notai con qualche soggezione isuoi "agagli dall'aspetto studiatamente vissuto8, 4ondadori mi sem"rava favorire

 "enissimo l'equivoco che ci voleva  showmen, con quel suo loo> da regista, dascenografo alla moda, magari da attore. =uanto agli interessi religiosi che, per mecuriosamente, quel mio editore ogni tanto sem"rava manifestare: "e', forse sospettavo% in modo colpevolmente temerario % che, con fiuto ereditato dal grandissimo -rnoldo,il nipote avesse intuito come, con la fine delle ideologie atee o razionaliste, il temaricominciasse a tirare e fosse dunque opportuno mettere in catalogo qualche li"ro delgenere. ! poi, per un uomo che credevo non indifferente alle mode, non era forsetrend! riscoprire il mondo delle religioni, magari con preferenza per qualchesincretismo orientaleggiante Per continuare nella "rutale franchezza: quando circolFqualche notizia imprecisa su suoi pro"lemi di salute 7si sussurrava la parola terri"ile:cancro8 ci fu chi pensF, con il cinismo che non difetta nel milieu culturale, che quelricorso al religioso fosse la consueta reazione di chi di simili cose comincia,trepidante, a interessarsi solo allorch la salute lo a""andona. 4i resi conto che

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s"agliavo, che in ogni caso rischiavo di essere ingiusto, in certe sere in cui citrovavamo a cena, nella casa a ridosso della cerchia dei navigli e dove, entrando, tiaccoglie una ceramica, una crocifissione di Luca <ella Bo""ia, preludio ad altresceltissime opere d'arte. <i solito, al tavolo eravamo noi due soli, serviti da Jranca, lafedele governante caprese 7la mancanza di donne accanto a lui mi incuriosiva, ma non

sino al punto di informarmi8, ed eravamo poi raggiunti da un gruppo di amici, spessomem"ri del 5otha milanese della finanza e dell'industria, con i quali conversavo suitemi religiosi a cui avevo dedicato il mio ultimo li"ro. =uei dopocena teologicierano parte di una sorta di programma privato di conferenze cui Leonardo invitavaautori della casa editrice e no, convocando gli amici nel suo salotto. Jorse il solo, a4ilano, dove ci si occupasse di simili argomenti. !ppure, nonostante la sua cordialitàe la generosa proposta di amicizia, la confidenza piena, tra noi, non sem"rava scattare.+icuramente per inconscia resistenza mia, anche per i motivi cui accennavo. Ci hocomunque ripensato, accingendomi a scrivere queste pagine, e sono giunto a

sospettare di essere stato vittima pure di una certa soggezione. <'accordo, la lungaesperienza di giornalista, con la frequentazione di tanti grandi veri o presunti checomporta, mi ha reso impermea"ile a ogni timidezza. Confortato anche dall'indicazio%ne datami una volta da 5iulio -ndreotti, con il suo disincantato realismo cos&cattolico, mi sforzo di essere sempre consapevole, sino in fondo, dei miei limiti. 4ami sforzo di non scordare mai, al contempo, che non vivo circondato da titani, in unmondo popolato da giganti. 4ediocrità, miserie, ignavia accomunano noi a tutti glialtri: perch, dunque, nutrire complessi nei riguardi di chi anche in questa piccolezzaci è fratello ! invece, contraddicendomi, rischiavo pro"a"ilmente la soggezione

davanti all'erede di -rnoldo, davanti a colui che occupava ora il posto di presidenteche era stato di quell'uomo entrato nel mito. 4ito del quale faceva parte, fra l'altro,l'impresa giudicata impossi"ile per eccellenza: ancor giovane e semi%ignoto, l'essereriuscito, a suon di fascino, di tenacia % e di milioni presi coraggiosamente in prestito %,a strappare 5a"riele d'-nnunzio al colosso editoriale dell'epoca, la gloriosa Greves.

 (on solo: riuscendo anche a editare l'opera omnia del poeta con tale perizia edeleganza grafica da carpire a quell'incontenta"ile per principio una dedica ammirata suuna sua fotografia: «-llo stampatore inimita"ile e all'amico fedelissimo...#. Cond'-nnunzio, Pirandello e poi, via via, tutti 7o quasi8 gli altri, che non occorse pi*

 "landire, ma che facevano anticamera Per pu""licare col marchio della rosa e leorgogliose parole dantesche: «n su la cima#. ?am"ino, adolescente, poi giovane, dasempre e inguari"ilmente avido di carta stampata, 4ondadori aveva significato per me«Gopolino#, gli «-l"i d';ro# 7Pecos ?ill@8, l"#nciclopedia dei ragazzi, i tanti li"riillustrati, poi gli infiniti periodici 7«!poca# prima, in seguito «Panorama#, persino«5razia#, il femminile che adocchiavo quando mi capitava a tiro, curioso del mondodelle donne e dei loro piccoli misteri8, gli innumerevoli testi di saggistica e di narrati%va, gli encomia"ili ;scar, che per poche lire avevano popolato di classici la mia

 "i"liotechina di studente. La serietà ma anche lo svago: i polizieschi cos& diffusi daessere entrati nel dizionario, dando il nome a tutto il genere caratterizzato dal colorescelto per le copertine, i «5ialli#6 la fantascienza di classe di «9rania#6 le sp! storiesintriganti di «+egretissimo#... =uante volte, nella mia casa di Gorino, ignaro di 4ilano,avevo fantasticato su quell'indirizzo magico % via ?ianca di +avoia E/-, che non sape%

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vo in che quartiere fosse, a che edificio corrispondesse, ma dove tutta quellaghiottissima carta era pensata e confezionata@ 4a s&, quel cognome era per me unasorta di leggenda, il suono stesso di quelle quattro silla"e significava infinite ore didistensione, di informazione, di formazione. 9n mito, comunque, quello di -rnoldo,non illusorio, con delle "asi "en concrete. Bacconta la figlia, la madre di Leonardo,

nella sua piacevole auto"iografia $na tipograia in paradiso, che, il giorno dopo lamorte del 5rande )ecchio, le occorsero quasi tre ore per leggere tutti i nomi dellenecrologie sul «Corriere della +era#. funerali, poi, "loccarono per un pomeriggio ilcentro di 4ilano. l presidente della Bepu""lica % era allora 5iuseppe +aragat %, non

 potendo intervenire per impegni di +tato, mandF un drappello di corazzieri a reggere lasua corona. -nche quel fuoruscito dal fascismo riconosceva la staturadell'imprenditore di cultura che, dopo essere divenuto grande trescando, necessaria%mente, con 4ussolini e gerarchi 7ma pu""licando pure autori proi"iti come Ghomas4ann8, aveva saputo ricominciare, diventando ancora pi* grande nell'talia

repu""licana, cui aveva fornito strumenti di crescita per le masse come per gliintellettuali. nsomma, anche se ormai alcuni miei li"ri stavano in quel leggendariocatalogo, l'amicizia esigeva di sentirsi alla pari: e come mi sare""e stato possi"ilesentirmi tale, con questo signore che portava lo stesso nome che stava su tante indi%menticate copertine Persino il tu, che su"ito mi aveva proposto, mi causava qualchedisagio. ! poi, forse ero anche prigioniero di un certo schematismo. +ospettavo, cioè,che ci fosse incompati"ilità fra un manager di quel tipo, pur editore del papa, e ilcattolicesimo cui vanno le mie preferenze: esplicito e ortodosso 7nulla, nella Chiesad'oggi, è pi* anticonformista dell'o""edienza al 4agistero6 nulla è pi* "anale e age%

vole della contestazione...8, anche se remoto da ogni angustia e ampiamente tollerante.! non certo per adeguamento a quella political correctness per la quale ho un orrorereligioso, scorgendovi la maschera, mutevole con i tempi e insieme eterna, del vizio

 pi* esecrato e condannato da 5es*: l'ipocrisia di scri"i e farisei, anch'essi figureimmortali. 9na fede tollerante e aperta, dunque, non per adeguamento al conformismocorrente, ma perch rispettosa del piano enigmatico di un <io che non ha voluto per +l'evidenza ma il chiaroscuro. 9n <io che non si rivela apparendo clamorosamentedietro le nuvole, ma che vuole essere cercato tra om"re ed enigmi. 9n <io che hadunque sta"ilito che la fede non sia un dovere ma un dono6 e che il non credere non sia

una colpa ma, semmai, una disgrazia. l %eitmotiv del (uovo Gestamento, pi* che untu devi, e un se vuoi : se vuoi, cioè, puoi scoprire di essere amato da un <io che è pi* che un padre, è un paparino, un "a""ino % abb& %, come lo chiama 5es* stesso.9n cattolicesimo indulgente e paziente, allergico a rigori e fanatismi, ma al contemposaldo nella convinzione di avere dalla sua parte le chances migliori per vincere quellascommessa col 4istero cui ci sfidano la vita e la morte. 9n cattolicesimo, oltretutto,che % magari in modo un po' provocatorio % non tema neppure di far posto a quelledevozioni 7il rosario, il culto della 4adonna e dei santi, le giaculatorie, leimmaginette, le processioni, le reliquie, il pellegrinaggio, i santuari, gli eD voto,l'angelo custode...8 che hanno contrassegnato e sorretto la catena di generazioni deicredenti, ma che sono "ollate come irrimedia"ilmente 'itsch dai laici e provocano ilfurore degli odierni cristiani adulti. nsomma per dirla con una parola tra le infinite

 possi"ili: potevo forse pensare di trovarmi un 4ondadori accanto, con una corona di

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rosario in mano, nelle mie visite alla grotta dei Pirenei dove la +ignora % sulla qualeho letto tutti i li"ri, in tutte le lingue, e altri ne ho scritti, ma ostinandomi a restareinnanzitutto un pellegrino e un devoto % apparve a un'analfa"eta asmatica (iente dafare: la cosa mi sem"rava incongrua. ! invece... nvece, eccomi sul tavolo la sorpresadi un testo come quello consegnatomi dal corriere giunto da 4ilano. +orpresa che fu

ancor maggiore perch, da qualche anno, i già sporadici incontri con il presidente sierano interrotti e non avevo avuto notizia dell'evolversi della situazione. !rano venutemeno, in effetti, le occasioni di rivedersi determinate dai contatti di lavoro. 5li ultimili"ri li avevo pu""licati presso altri editori, e non perch avessi da lamentarmi dellagran macchina di +egrate, o perch si fosse incrinata l'amicizia con lo staff dell'azienda. (eppure avevano contato quegli aspetti economici 7gli anticipi, i dirittid'autore, le condizioni contrattuali8 che hanno la loro parte, doverosa, ma per alcuniautori prioritaria se non esclusiva, in quella che non a caso si chiama industriaculturale. +emplicemente, avevo affidato ad altri i miei ultimi testi perch i percorsi

di uno scrittore sono complessi, e sul sentiero della sua vita le motivazioni professionali si intrecciano con quelle personali, quando non casuali. ;vviamente ilmio passaggio % peraltro non programmato n definitivo % ad altri marchi editoriali nonera stato gradito nell'astronave di +egrate, dove non si ama che gli autori fornichino,neanche una tantum, con la concorrenza, cui si guarda un po' dall'alto in "asso: «=uihai il meglio, che vai cercando altrove#. Cos&, da parte mia, evitavo i contatti per unasorta di ritegno, per non dover dare spiegazioni a redattori e dirigenti che restavanodegli amici, alla cui professionalità e li"eralità nulla avevo da imputare, e che nonescludevo affatto di rincontrare per altre avventure editoriali. +ta di fatto che di

Leonardo sapevo qualcosa solo dalle cronache culturali, soprattutto per certe grandimostre d'arte da lui organizzate6 o, talvolta, dalle cronache mondane, magari per qualche flirt attri"uitogli sulla "ase di una foto scattata per strada o al ristorante conqualche "ella donna. Pur "en conoscendo il grado di attendi"ilità dei media 7chegiornalista sarei, se prendessi sul serio i giornali8, quei pettegolezzi noncontri"uivano a rassicurarmi sulla continuazione del suo percorso religioso. <unque,dicevo, fui colto di sorpresa da quel testo inviatomi poco prima dell'ultimo (atale. 9ntesto dove, nelle pagine iniziali da cui ho già citato qualche "rano, Leonardo dava allettore quelli che chiamava ''avvisi ai naviganti''. 9no suonava cos&: «9n altro avviso,

che a me è servito moltissimo, è che il rapporto con il +alvatore si sostanzia e crescesolo attraverso atti, discipline, regole quotidiane e non unicamente con il semplicecolloquio diretto: "isogna parlare, cioè pregare il nostro Padre e la nostra 4adre 4ariaalmeno una volta al giorno, andare a messa almeno alla domenica e alle festecomandate, perch, al di là della possi"ile noiosità delle prediche, incontriamo

 personalmente 5es*6 "isogna leggere ogni giorno qualche pagina del (uovoGestamento6 confessarsi e accostarsi alla comunione il pi* spesso possi"ile#. - questiavvisi seguiva l'esortazione: «Provate e vedrete che, attraverso tutto questo, per vieimpensate e inaspettate, le domande e i du""i cominceranno a ottenere risposte, e unasottile e diversa gioia, come quella che ci avvolge dopo una vera confessione,comincerà a permeare la vostra realtà quotidiana#. nsomma, insisteva Leonardo,«provate e vedrete che i sacrifici delle rinunce, l'imparare a dire di no alle tentazionisaranno pi* lievi e quindi pi* facili da affrontare#. Leggevo. Grasecolavo. ! % perch

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nasconderlo % un poco mi intenerivo nel ritrovare un profumo di catechismo in questo protagonista di pagine di giornali economici oltre che di ru"riche di  gossip. =uelvecchio, caro catechismo, pi* sapiente e moderno di certi testi che gli sono succeduti,spesso attenti alle precarie ideologie del mondo pi* che all'esigenza eterna del cuoredell'uomo, con la sua sete di 4istero e di +acro e, insieme, di indicazioni concrete per 

aderirvi. l vecchio, sempre attuale catechismo, con le domande e le risposte, ma anchecon i consigli e l'esortazione ai "uoni principi e ai sani propositi. Gutto ciF, insomma,che alcuni, nella Chiesa, pi* non fanno, che non vogliono pi* fare e che, a sorpresa,questo neofita, temprato dalla vita, dagli studi, dagli amori, dagli affari, e che nonesitava a mettersi in piazza, riproponeva con la semplicità di chi ha scoperto ilmonito del vangelo. Laddove, cioè, 5es* ammonisce: «+e non vi farete, come

 "am"ini, non entrerete nel Begno dei Cieli#. sapienti scuotano pure il capo, "effardi,ma la comprensione di ciF che davvero conta è donata solo a chi non tema di ritrovarela semplicità e lo stupore dell'infanzia. Proprio ciF che mi sem"rava di scorgere in

questo testo cos& imprevisto. Poche settimane dopo, Leonardo e io ci incontravamoall'aeroporto di ?ari: lui proveniente da Cortina, dove aveva passato le vacanze di

 (atale con i figli, io da )erona, lo scalo pi* vicino alla mia casa sul 5arda. !ntram"isalimmo sul furgoncino guidato da "rahim, muratore giunto dal 4arocco con lagiovane moglie e divenuto custode, autista, tuttofare di Leonardo che, nelle campagnedi ;stuni, ha riportato a nuova vita un'antica masseria, completa di settecentescacappella consacrata alla )ergine del Bosario. n lontananza, la distesa dell'-driatico6attorno, qualche decina di ettari a oliveto, frutteto, macchia mediterranea, pascolo per qualche cavallo e un paio di asini. Jestosi e rumorosi i cinque cani di razze esotiche.

+parite, invece, le anatre e le oche che popolavano lo stagno: vittime, a una a una,delle insidiose fame e volpi che prosperano nella zona. Per tre giorni % assistitiunicamente da una donna che ogni mattina giungeva dal paese vicino per i pasti e per riordinare le molte stanze arredate da un architetto dalla mano sicura % editore e autoresono rimasti soli in quel luogo isolato, nato per il sole mediterraneo e flagellatoinvece, in quell'inizio di gennaio, da neve e vento gelido proveniente dai ?alcani. +eeravamo l&, fra quegli ulivi e agrumi coperti da un'insolita coltre "ianca, è perchalcune cose erano successe. l manoscritto mi era stato inviato per un parere. 4i fusu"ito chiaro che non sem"rava adeguata la formula scelta. =uella, cioè, di una sorta

di prontuario per rispondere alle o"iezioni pi* diffuse nell'am"iente "orghese, e in cuiLeonardo si limitava a una presentazione iniziale e a un "reve cappello ai vari temi. testi del teologo erano eccellenti: seriamente informati, di sicura ortodossia. 4a

 proprio per questo meritavano di essere raccolti in un testo a s, che arricchisse la seriedi pu""licazioni % mai come oggi necessarie % che spieghino quale sia la vera

 prospettiva cattolica sui temi che pi* sem"rano coinvolgere l'uomo attuale. (e sare""evenuto un ottimo li"ro: ma % come dire % nella pi* prevedi"ile normalità. !, invece,non era affatto prevedi"ile n normale, già vi accennavo, che fosse il presidentedella 4ondadori a sollecitare un teologo di stretta o""edienza papista perch venissein aiuto della sua passion de convaincre 7per dirla con Pascal86 del suo desiderio diricordare a tutti % a cominciare da quelli a lui pi* omogenei sul piano sociale e cultura%le % che la sola, vera +peranza, oggi pi* che mai, è riscoprire il Cristo e, per giunta,cos& come è annunciato e vive nella Chiesa romana. C'era, in quelle sue pagine, una

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testimonianza ditale sincerità e forza da vincere ogni rispetto umano, da spingersisino ad accenti di convinzione e di fervore inconsueti persino in tanto milieu

ecclesiale. l cardinal Noseph Batzinger, prefetto dell'eD +ant'9ffizio, al termine diun'intervista che ci tenne impegnati 7anche l&, soli8 per alcuni giorni e divenuta un li"roche mise a rumore la Chiesa intera, si lasciF andare a una sorta di "ilancio, espresso in

una frase dal sapore inquietante che non ho dimenticato: «CiF che mi stupisce, oggisoprattutto, non è l'incredulità ma la fede. =uel che mi sorprende non è l'agnostico mail cristiano#. (on puF non essere d'accordo chi rifiuti certa facile retorica semplicista ocerti slogan superficiali 7il ritorno del religioso...8 e constati nella sua carne comel'accettazione del vangelo, vissuto per giunta nella fedeltà alla Chiesa, esiga uno sforzocontinuo di anticonformismo, richieda di porsi in rotta di collisione con tutto l'am%

 "iente circostante. Come ignorare, allora, quella sorta di miracolo % la fede lo èsempre, e lo è tanto pi* se giunge cos& inaspettata e cos& totale portando a una con%versione % quel miracolo, dunque, che il manoscritto di 4ondadori mi testimoniava

=ui, per giunta, non si trattava del ritorno alla fede intesa come impegno filantropico,come militanza sociopolitica, come solidarietà "uonista, oggi cos& frequente. -lcontrario, il testo di Leonardo si chiudeva con tre capitoletti dai titoli significativi:«ncontro personale con <io#, e poi % addirittura % «l diavolo e l'inferno#, nonch «!dopo#. <ove il dopo era da intendere come riferito al passaggio dalla vita terrena aquella eterna. Chi sappia quanto stretto sia il silenzio su questi temi in molti am"ienticlericali poteva su"ito apprezzare la novità di una simile accettazione del cristianesimototale, non declassato a strumento di mera promozione umana, di manuale daoperatore sociale con l'ho""A della citazione "i"lica. C'era davvero di che affrettarsi

 per cercare di comprendere che cosa 7e come8 fosse successo. (aturalmente, in quel periodo meno che mai me ne stavo annoiato e ozioso, aspettando un qualche lavoro: ilmio pro"lema non era certo trovare un progetto che mi aiutasse a passare il tempo.;ltre alla già gravosa routine delle colla"orazioni giornalistiche e editoriali, proprioallora ero impegnato nella stesura di un saggio complesso, nato da anni di ricerche e

 per la cui consegna in tempi ragionevoli mi ero in qualche modo impegnato. !ppure,senza esitare proposi a Leonardo di mettere alla prova la pazienza di quei suoi colleghidella concorrenza, rinviando i miei impegni con loro per incontrarci, per confrontarci, per capire 7già lo dicevo8 com'era andata. nvece che al trattatello che

 progettava, di etica cattolica in pillole, mi sem"rava "en altro ciF cui doveva applicarsiquel suo desiderio di fare del "ene, di indurre chi era ancora come lui era stato ariflettere, a scoprire la prospettiva che aveva dato nuovo sapore alla sua vita. 4a s&, eradavvero altro ciF che interessava conoscere e capire: per dirla in una parola, era lui

 stesso. Prima di ascoltare il suo rifiuto dei rapporti pre ed eDtramatrimoniali o deglianticoncezionali o dell'a"orto o la sua difesa del celi"ato sacerdotale o dellaconfessione sacramentale o tutte le altre cose che elencava, c'era una domanda che

 premeva. Com'era giunto, cioè, a convinzioni cos& stravaganti non soltanto per il suoam"iente ma per lui stesso, almeno in tutta la prima parte della sua vita 9naconversione, certo. 4a attraverso quali percorsi % quelli, almeno, ricostrui"ili a visteumane % la 5razia lo aveva raggiunto, e con un'intensità da dargli calore diconvinzione e fervore di apostolato tali da ricordare certi convertis della Parigiculturale dei primi decenni del (ovecento Perch non raccontare un itinerario tanto

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 pi* prezioso in quanto oggi apparentemente cos& raro La risposta di Leonardo fuimmediata e convinta: con coraggio 7quanti, nella sua condizione professionale, cos&esposta, avre""ero accettato8 mi diceva che era "en lieto di mettersi in gioco, pur 

 prevedendo l'incomprensione, magari i sarcastici commenti di molti, a cominciare dacertuni del suo am"iente. 4a quei molti, aggiungeva, erano in realtà "en pochi

rispetto alla folla di coloro che sperava di aiutare, sacrificando la sua intimità, la sua privac!, sfidando ogni naturale rispetto umano affinch, per citare Paolo di Garso, «lasalvezza offerta a ciascun uomo sia annunciata#. !ra "en consapevole, insomma, chela carità della verità, la carità del pane spirituale è, per chi creda nel Cristo, pi*

 preziosa di quella del pane materiale. )idi in quella consapevolezza della giustagerarchia evangelica un altro segno positivo che mi confermF nel desiderio di parlarecon lui dell'esperienza che stava vivendo. <a qui, il nostro appuntamento nella masse%ria pugliese nel primo periodo disponi"ile Per entram"i.

II

L'ultimo giorno, mentre facevamo colazione nella grande cucina, prima che "rahimmi riportasse all'aeroporto per tornare al (ord, il mio interlocutore di quei tre giorni

 passati insieme come per un ritiro spirituale 7o una confessione generale8 mi disse disentirsi un po' mortificato: «Ci ho pensato, stanotte, e temo di averti deluso, nonsapendo dare risposte originali o profonde % malgrado la mia laurea in filosofia %quando mi chiedevi quali fossero le ragioni intellettuali su cui "aso la mia fede. (onho saputo far quasi altro che raccontarti una storia: la mia#. Lo rassicurai su"ito, e non

 per consolarlo: proprio questo mi era stato prezioso. n effetti, da pi* di trent'annim'interrogo proprio sull'enigma della conversione religiosa, intesa come il passaggio

dall'ateismo ()eus non est* o dall'agnosticismo (+gnoramus et ignorabimus* alla fede()eus est* e, pi* specificamente, a quella cristiana (esus est )ominus*. +em'interrogo, è per un fatto personale, essendo stato coinvolto io stesso in una simileesperienza. -lla fede, almeno inizialmente, non giunsi come risultato di un

 progressivo approfondimento, come punto di arrivo di una riflessione intellettuale.Preparavo i miei esami di scienze politiche, allievo fedele e diligente dei maestri dellaicismo su"alpino e formato in un am"iente familiare refrattario al religioso, quando %senza che l'avessi previsto n, almeno consciamente, desiderato % fui sospinto in unasorta di dimensione altra, dalla quale mutF in modo radicale il punto di vista del mio

guardare alla vita e al mondo. <a l&, la fede mi apparve, con mia totale sorpresa, comeun'evidenza. -nche perch segnato da un'educazione duramente razionalista, da alloranon ho fatto altro che cercare le possi"ili ragioni che giustifichino l'accettazione diquella intuizione o 7per usare un termine am"iguo, perch troppo impegnativo8 ri-

velazione che mi fu data in un'ormai lontana, caldissima estate, in una Gorino deserta.-vevo % e ho % "isogno di rassicurarmi 7quasi accumulando prove8 che ciF che mi èstato dato di scorgere non è un'illusione. Gutti i li"ri che ho scritto % e tutti quelli chemi riuscirà di scrivere % partono dal presupposto che la fede è un dono di <io6 ma che,

 pur nei suoi limiti, lo è anche la ragione. La fede, dunque, è s& un misterioso regalodivino: ma è un regalo che è ragionevole accettare. Per dirla con Pascal % grandecredente e al contempo grande scienziato e, dunque, grande ragionatore %, proprio laragione usata al meglio e al limite delle sue possi"ilità porta a riconoscere che vi è unarealtà enigmatica che la supera. La famosa scommessa non è cieca, come vorre""e il

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 protestantesimo, per il quale pi* la fede è ingiustificata pi* è autentica e, lu%teranamente, la ragione è la prostituta del diavolo. Per il cattolico, la scommessasulla verità del vangelo non contrasta ma travalica la ragione. l credere, dunque, è unmistero: che, perF, puF essere accettato senza sacrificio dell'intelletto perch ha le sue

 "uone ragioni. <iscorsi apparentemente complicati per dire una cosa, in fondo,

semplice: ciF che mi ha sempre interessato è la ricerca apologetica, cioè la ricercadelle ragioni per credere 7come s'intitola, non a caso, un mio li"ro pu""licato propriodalla 4ondadori8. Cos& com'è pu""licata dalla stessa casa editrice una mia inchiestasul cristianesimo: per anni, sono andato in giro per il mondo, interrogando personesulle motivazioni che sostengono la loro fede o la loro incredulità. Per questa indagine,non ho potuto che scegliere gente di pensiero: professori, intellettuali, scienziati.Con loro, ho sovente spezzato il capello in quattro, opponendo argomento ad argo%mento, o"iezione a o"iezione. ! cos& ho fatto in tutto ciF che ho scritto. 9n lavoro, ilmio, che mi è sem"rato e continua a sem"rarmi necessario, ma di cui vedo anche il

rischio di parzialità: forse è la giovanile deformazione voltairiana che mi porta a dareil primato all'aspetto intellettuale della dimensione religiosa, con il pericolo 7della cuigravità sono "en conscio8 di fare di essa un'ideologia accanto alle altre. n realtà, so

 "ene che non c'è solo il ragionamento del filosofo, del teologo, dell'esegeta, dellostorico6 o, nel mio caso, del cronista che investiga sulle tracce, i segni, gli indizi di un<io che vuole essere cercato. C'è anche il sentire, l'avvertire, l'intuire, lo sperimentare:c'è, dunque, l"esperienza del <io di Cristo, non solo l'indagare con la mente sulla suaesistenza e verità. #sperienza che è, poi, la scienza del mistico: colui, cioè, che vede,tocca, constata e, in questo modo, attinge una certezza di fede superiore a quella di

ogni ragionamento. l cristianesimo è una vita, non una dottrina: anche questa è neces%saria, certo, ma a servizio di quella vita, per illuminarla e guidarla. =uando, all'iniziodel vangelo di 5iovanni, lo stesso evangelista e il giovane -ndrea, affascinati dal

 (azareno, gli chiedono come fare per unirsi a lui, la risposta di 5es* non è n unsermone n una lezione, "ens& un lapidario: Venite e vedrete/. )edranno, cioè, tutticoloro che nei secoli accetteranno di andare dietro di lui, che la fede èun incontro, unevento, una constatazione. <unque, il cristianesimo non è affatto una religione delLi"ro come oggi alcuni vorre""ero farci credere, quasi che il )er"o non si fosse fattocarne ma carta. Centro di questa fede non è affatto il prodotto del lavoro del tipografo,

cioè un grosso e vecchio li"ro accanto ai molti, ai troppi altri. Centro e cuore dellafede non è la carta ma, appunto, la carne e il sangue dell'eucaristia, nel significatoscandalosamente 7e sanamente8 materialista che le dà il dogma cattolico della tran%sustanziazione. !cco, dunque, perch ascoltavo con interesse singolare il miointerlocutore che % a precisa domanda % escludeva la possi"ilità che quella sua fedefosse un'illusione. 4a lo escludeva non "asandosi innanzitutto su pagine di li"riapologetici 7anche se, in questi anni, ha praticato pure questo tipo di lettura8. La suacertezza, mi diceva con semplicità, si "asa sull'esperienza: «Come puF essere illusoriauna credenza che mi conferma ogni giorno, in ogni situazione, anche la pi* difficile edolorosa, la sua capacità di darmi serenità, pace, gioia, forza morale#. L'esperienzadella preghiera, poi: «;rmai, non riuscirei pi* a chiudere la giornata senza rivolgermia <io: ne ricavo la certezza, sempre confermata, che non si tratta di parole al vento madel dialogo fruttuoso con un Padre che ascolta i suoi figli. n effetti, ogni volta che mi

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sono rivolto a Lui Per ottenere qualcosa che mi fosse spiritualmente utile ho ottenuto pronta, piena risposta#. Preghiera, mi precisava, a <io Padre e al Cristo6 ma anche alla4adre, a 4aria. Lo so, lo so "ene: quando si parla di Colei che gli italiani chiamano4adonna, mia +ignora, il disagio 7oggi anche fra molti credenti8 sem"ra diventare

 palpa"ile, quasi che il solo accennarne sia un cedimento a certa melassa devozionale, a

un anacronistico 'itsch da vecchio oratorio. +piritualismi dolciastri, intollera"ili per orecchie colte ed eleganti. Parlo, anche qui, per diretta esperienza: quando fuicostretto, da una forza interiore cui non potei sottrarmi, a riconoscere che la )eritàstava nei vangeli, cercai almeno di ridurre il prezzo da pagare per i miei complessi da

 piccolo intellettuale: che vada, se proprio deve, per il cristiano, ma che almeno mifosse risparmiato di diventare persino mariano@... Cos&, nel primo li"ro che scrissi, si

 parlava di 5es*, sin dal titolo, seppur esorcizzando il disagio con le parole stesse diapertura, che scandalizzarono qualche devoto ma che furono capite da chi conoscevala cultura da cui venivo: «<i 5es* non si parla fra persone educate. Con il sesso, il

denaro, la morte, 5es* è fra gli argomenti che mettono a disagio in una conversazionecivile. Groppi i secoli di devozionalismo. Groppe le immagini di sentimentali (azarenicon i capelli "iondi e gli occhi azzurri: il +ignore delle signore. Groppe quelle primecomunioni presentate come 5es* che viene nel tuo cuoricino. (on a torto fra

 persone di gusto quel nome suona dolciastro. $ irrimedia"ilmente ta"*#. Parlavo di5es*, dunque, ma non di 4aria. -nzi, il suo nome non compariva neppure, in quelle

 pagine, se non incidentalmente, quale personaggio storico. Ju solo dopo anni, avan%zando nella ricerca, che mi resi conto che il Jiglio non poteva stare senza la 4adre6che, senza quella radice terrena che è il corpo tutto umano della )ergine di (azareth,

la storia del Cristo finiva fatalmente per trasformarsi in mito. +enza quell'aggancio allacarne che fu l'utero verginale di 4aria, la fede si trasforma in mongolfiera chesvanisce nei cieli del leggendario, dello gnostico. Come venti secoli di storia cristianadimostrano. 4a si, mi ci volle tempo per comprendere che far posto a 4aria nonsignificava affatto togliere spazio a 5es*: al contrario, significava assicurarnel'umanità che non è distrutta dalla divinità, ri"adire che l'ncarnazione non è unsim"olo ma una realtà concreta. ! non sono parole vuote quelle di un antico innoliturgico che proclama 4aria «avversaria di ogni eresia#. Come ho cercato di mostrare7innanzitutto a me stesso8 nelle centinaia e centinaia di pagine di un taccuino

mariano che pu""licai per anni su un mensile, il giusto posto dato alla )ergine ègaranzia di ortodossia, assicura la sta"ilità della dottrina della fede, impedendole dideragliare. Proprio perch ho sperimentato a lungo quale possa essere, soprattutto per chi venga da fuori, il disagio del riferimento mariano % e dopo avere impiegatoanni di riflessione e di studio per superarlo %, non potevo non essere impressionatodalla semplicità con cui Leonardo me ne parlava: «<ue matrimoni, altrettanti divorzi,nonch qualche convivenza, non mi avevano dissuaso a sufficienza dall'attrazione per la donna. l peccato di lussuria, come dicevano i vecchi moralisti. 4a anchequalcosa di pi* profondo e di non igno"ile: senza una donna accanto, senza la sua

 presenza e il suo sostegno affettivo, la vita mi sem"rava impossi"ile. !ppure, nella miacondizione di divorziato non me lo potevo, n me lo posso, permettere. C'era dunque,in me, un pungiglione nella carne, per usare il linguaggio paolino, dal quale, uma%namente, disperavo di potermi li"erare. 9n giorno, su suggerimento del direttore

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spirituale, mi sono rivolto alla 4adonna, con quella "ella preghiera di san ?ernardo:Bicordati, o )ergine potente, che non si è mai udito al mondo che qualcuno si siarivolto con fiducia a te e sia stato a""andonato.... Puntualmente, la grazia chechiedevo mi è stata concessa: certo, so di camminare sul filo del rasoio dellatentazione, potrF cadere ancora, ma sarà tutta colpa mia, non mancanza di un suo

aiuto#. 9n'esperienza, dunque, anche qui. L'esperienza della forza concreta, tangi"ile,della 5razia: una prova irrefuta"ile, che permette di superare ogni du""io sulla veritàoggettiva della fede. Cos&, quando gli ho chiesto se non lo mettessero in difficoltà i

 professionisti del du""io % quei "i"listi, ad esempio, per i quali nei vangeli nulla è da prendere alla lettera, tranne le loro note, quegli specialisti Per fronteggiare i quali,contrapponendo documento a documento, ho pu""licato testi la"oriosi %, quando,dunque, gli ho chiesto questo, ha sorriso ironico: «o sono un ragazzo di campagna,anche se mi sono laureato alla +tatale di 4ilano. <icano quel che vogliono. - me

 "asta constatare, nella mia vita stessa, che, se lo prendiamo sul serio e cerchiamo di

viverlo, il vangelo funziona. =uindi, è vero#. nsomma, il pragmatico, sano realismodel contra acta non valent argumenta: a che valgono le argomentazioni degli scettici,gli schemi dei miscredenti, le presunte verità dei professori, quando è l'esperienzastessa, quotidianamente verificata, che ci dice il contrario 5li raccontai di quella voltain cui chiesero a Nean%4arie ?aptiste )ianneA, il santo Curato d'-rs, come sare""erimasto se, varcando la porta dell'aldilà, avesse scoperto che di tutto quel suocristianesimo non era vero niente. Jamosa la risposta del patrono universale dei

 parroci: «-nche se fosse, non mi pentirF mai di avere creduto in un <io che è -more#.9n sorriso di Leonardo, ma anche il suo ri"adire immediato: «La "attuta è "uona ed

esprime una verità: è san 5iovanni stesso che ricorda ai cristiani che, per loro, <io e-more sono sinonimi. Comunque, il pro"lema non si pone, perch non solo so masperimento, in concreto, che è tutto vero...#. ! allora, per confermarlo in quella suaconvinzione, gli raccontai dell'altro: della decisione, che presi anni fa, di scrivere lavita di un santo. (on tanto per ricostruire un'epoca storica, quanto per studiare % in

corpore vivo % che cosa succedesse in un uomo risoluto a prendere sul serio, sino infondo, il vangelo. (on a caso, alla "iografia che poi pu""licai, apposi come motto undetto di !vagrio Pontico, il monaco del ) secolo: «- una teoria si puF semprerispondere con un'altra teoria. 4a chi mai potrà confutare una vita#. +i, la verità della

fede trova conferma pure nei li"ri di apologetica che ha suscitato, ma soprattutto nelleesistenze che ha plasmato. $ facendosi carne di uomini vivi che l'ncarnazione divinamostra di non essere un'illusione. -ltro motivo di credi"ilità è, per Leonardo, il fattoche nella dottrina, come nella morale, cattoliche tout se tient, tutto è coerente e legatoa tutto il resto: «$ qui che ho trovato le risposte alle mie domande. Bisposte che, per me, appagano sia la mente che il cuore#. 4a c'è un altro aspetto della sua esperienzasul quale ha richiamato la mia attenzione un amico comune: «=uest'uomo è, per temperamento, cordiale, di compagnia, non un solitario introverso. -nche in ciF ha

 preso dal nonno, per il quale cordialità, estroversione, apertura all'altro erano valorisupremi. (on c'è foto di -rnoldo che non lo mostri con un sorriso affa"ile,sotto"raccio a qualcuno. Credo che, fra quel che pi* ha colpito Leonardo e lo haindotto a riflettere, ci sia il fatto che si è sentito accolto e amato in quegli am"ienticristiani, per lui nuovi, che ha cominciato a frequentare. Penso che la fede l'a""ia

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contagiato anche perch ne ha constatato gli effetti "enefici su coloro che scoprivaaccanto a s. <eve avere fatto, cos&, una sorta di verifica sul campo della differenza diclima fra le persone che cercano di vivere la fede e le persone del giro "orghese che hafrequentato e che frequenta#. nsomma, stando a quanto mi suggeriva questo amico,quasi un riproporsi della domanda ansiosa di -gostino, ancora pagano, nelle sue prime

frequentazioni cristiane: Si isti et istae, cur non ego0/, se questi e quelle, perch nonio pure Che cosa desiderava per s quel grande santo +emplicemente 7eppure, erauna pretesa impossi"ile, con le sole forze umane8 un viso come quello dei credenti dalui incontrati nella primavera del cristianesimo: un viso dal quale trasparisse la gioia.La gioia, appunto. «Che ti è successo Gi sei fatto una plastica alla faccia# =uesta, midice, la domanda che gli pose la prima moglie vedendolo un giorno. +oloun'operazione chirurgica, sospettava la donna, poteva avergli atteggiato i lineamenti inquel largo, costante sorriso che ora gli scopriva e che non aveva negli anni precedenti.La soluzione dell'enigma stava nella risposta che diede a Paola: «+&, ho fatto la

 plastica: ma all'anima#. -ddirittura, aggiunge ridendo, a un certo punto si era diffuso,tra 4ilano e Boma, il sospetto che si drogasse oche "evesse: come spiegare altrimentiche il 4ondadori fosse sempre cos& allegro, cordiale, sorridente 5ioioso, per dirlain una parola. 5li sta molto a cuore comunicare quest'altro aspetto, per lui decisivo,della sua esperienza quotidiana, che sempre pi* lo conferma di essere sulla stradagiusta: «4ettersi sulle orme del Cristo significa scoprire una dimensione che, "astaguardarsi attorno, è scomparsa ovunque altrove, almeno nel mondo che pi* frequento,quello dell'economia, della cultura, dell'arte. $ la dimensione, meravigliosa e unica,della gioia#. (on a caso, mi dice, aveva pensato di dare al li"ro che progettava un

titolo che riassumesse il suo intento: 1erché sei triste, ratello0 o stesso, sentendolo parlare % e cos& gioiosamente@ % dell'esperienza della gioia, pensai d'istinto a un altrotitolo, non a caso utilizzato da Clive +taples LeHis per dar conto della sua conversioneal cristianesimo, di cui divenne appassionato apologeta: Surprised b! o!. 4a s&, comeio stesso in qualche modo posso testimoniare 7alla pari di chiunque a""ia avuto il donodi varcare l'enigmatico, eppur concreto, cerchio della fede8, l'essere sorpresi dallagioia, pur nella pesantezza della vita ordinaria, è l'esperienza pi* sorprendente, perch

 pi* sconosciuta al mondo, di chi trova il tesoro nascosto, per usare l'espressione di5es*. =uesta gioia, me l'ha testimoniata pure con il suo modo di fare, di comportarsi,

di muoversi nei giorni della nostra solitaria convivenza nella masseria pugliese.;sservandolo, e ripensando anche agli incontri precedenti, quando non sospettavo finoa che punto stesse inoltrandosi sulla via della fede, mi rendevo conto di come que%st'uomo smentisse (ietzsche e il suo sarcasmo verso tanti cristiani, con le loro facce dafunerale piuttosto che da candidati a un'eternità gioiosa. (o, non era soltanto frutto diun temperamento felice quella sorta di allegrezza che, già animi prima, avevo notato inlui, senza rifletterci pi* di tanto. 4e lo ha confermato, confidandomi quale sia ormai,

 per lui, la radice di ogni gioia: «=uella di una confessione fatta "ene. =uando ti rialzi,dalla sedia o dall'inginocchiatoio, ti viene voglia di andartene via fischiettando#.

 (aturalmente, una confessione sacramentale non come episodio isolato, "ens& comescansione periodica di una vita che a""ia ritrovato un senso, un ordine, un significatoin una prospettiva unificante, che congiunga tempo ed eterno. 5ioia, dunque. !ppure,come già so e come egli stesso mi ricorda, a viste umane non ce ne sare""ero affatto le

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 premesse. -l contrario. - parte la disastrata 7l'aggettivo è suo8 vita affettiva,quest'uomo di cinquantacinque anni gira per il mondo, da un aeroporto all'altro,

 portando con s una "orsa termica: dentro c e una siringa, il cui contenuto deveiniettarsi ogni sera per "loccare l'avanzata del tumore endocrino. =uello alla tiroide èstato asportato, ma incom"e sempre l'incognita del carcinoide al fegato e al pancreas.

9na vita, la sua, al contempo privilegiata e travagliata. a voluto raccontarmela con lastessa, disarmante semplicità con cui si è messo a nudo in tutto il resto. $ nel 1301,quando aveva cinque anni, che, con un decreto del presidente della Bepu""lica, haassunto il cognome del nonno, dalla cui figlia Laura 7da tutti chiamata 4imma8 è natonel settem"re 132K, a 4ilano. Ju -rnoldo stesso a volere, con fermezza, che quelnipotino portasse il suo nome, puntando da su"ito su di lui come erede, un giorno, del

 patrimonio almeno professionale, come continuatore di quella sua "ruciante passione per la carta stampata. 9na scommessa che non è andata a vuoto. +criverà 4imma nellesue memorie, nel 13M0: «o un figlio che non ha mai pensato ad altro che a mettersi

sulla strada del nonno e fare l'editore, l'editore di carta stampata#. )ocazione precoce,dunque. l padre di Leonardo, 5iorgio JornerFn, di famiglia valdese, entrato nel danmondadoriano in romantiche circostanze mentre faceva il comandante partigiano,scomparve presto dalla vita del "am"ino. 4i dice Leonardo: «! una figura, quella

 paterna, che ho dovuto completamente rimuovere#. 5ià nel 132M, quando il figlio nonaveva che due anni, giunse il divorzio: all'estero, in -ustria, come allora usava per lamancanza di una legge italiana. L'infanzia nell'immenso alloggio milanese % K0/ metriquadri % del patriarca della dinastia, nell'esclusiva piazza <use6 le vacanze a Cortina onella villa di Portofino o in quella, entrata nella storia della letteratura, di 4eina, sul

lago 4aggiore, dove sono passati i pi* grandi scrittori del mondo, sedotti dal carismadel piccolo tipografo di provincia divenuto il re degli editori e lieti di affidare a lui iloro testi. Bicorda, Leonardo, di essere stato, "am"ino, sulle ginocchia di Ghomas4ann e a tavola con Oalt <isneA. +e suonavano alla porta, poteva essere 9ngaretti o?uzzati o 4ontale. «)ivere in casa, ogni giorno, con quel nonno straordinario % che

 presto1 devo confermarlo, sem"rF puntare su di me perch un giorno continuassi la suaopera % ha significato assor"ire una lezione di fortissima etica del lavoro. l suo segretoera una sorta di ossessione, di straordinaria monomania: essere, nel suo mestiere, il

 primo, il migliore, il pi* affida"ile. (on uno stampatore, non un tipografo

improvvisatosi editore, ma un amico per gli autori, un padre per i lavoratori, unconcorrente implaca"ile e al contempo leale per i colleghi. ;gni energia e ogni liradovevano essere investite nell'azienda: a tal punto che anche quella nostra grandissimacasa milanese era in affitto, per non immo"ilizzare capitali che dovevano servire per macchinari sempre pi* moderni.# nesistente, in casa 4ondadori, la religiosità, almenoesplicita. (essuna ostilità ma nessuna pratica, neppur domenicale, nessun discorso al

 proposito, nessun desiderio di affrontare simili questioni. Jrugando nella memoria,tutto ciF che ricorda è un sospiro del nonno, ormai anziano: «+pero che <io mi diaancora tempo, perch ho ancora molte cose da fare#. ; espressioni forse solocolloquiali, come quella entrando nella splendida villa di Portofino, a picco sul mare:«Bingrazio <io che, per riposarmi dal lavoro, mi ha dato un posto cos& "ello#. (on vadimenticato che, giovane, il futuro editore fu militante di un socialismo allora pole%micamente anticlericale. -ndreina, la moglie di -rnoldo, si accostF alla sua prima

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comunione a sessantadue anni, in occasione della messa per le nozze d'oro. (on ci fufretta neanche per il "attesimo di Leonardo, amministratogli quando aveva già quasicinque anni. Per lui, poi, tutte scuole pu""liche, dunque laiche, laicissime. -l liceo, ilcele"re ?erchet di 4ilano, e""e per insegnante di religione un giovane sacerdote che

 proprio in quel periodo stava raccogliendo attorno a s dei giovani che avre""ero fatto

un cammino sorprendente. =uel prete era don Luigi 5iussani, fondatore della5iovent* +tudentesca, divenuta poi Comunione e Li"erazione. 4a, evidentemente, iltempo di Leonardo non era ancora venuto. <ice: «(on ricordo che don 5iussani mia""ia fatto un'impressione particolare6 non sentii il desiderio, a differenza di tanti mieicompagni, di approfondire la sua conoscenza, di partecipare alle iniziative che

 proponeva. n verità, al di là di questo, era la religione, era il cristianesimo che non miattraevano#. Poi, la facoltà di filosofia 7non alla Cattolica, ovviamente8, anche per creare una "ase culturale al lavoro editoriale che stava nel suo futuro. ntanto, il nonno% con la pedagogia consueta del grande imprenditore venuto dalla gavetta % spediva in

li"reria come commesso o nelle tipografie di )erona, a capire come funzionavaun'impresa, quel suo nipote alla cui formazione molto teneva. - diciotto anni, aCortina, il primo incontro sentimentale i cui effetti, malgrado infinite vicissitudini,

 perdurano ancora oggi. (el "ranco della  2eunesse dorée di quel luogo sin troppocele"rato 7e dove, fra l'altro, la dinastia è a tal punto di casa che il maggior appuntamento culturale dell'estate è tuttora il mese 4ondadori8, Leonardo conoscePaola. $ la figlia primogenita di Lino anussi, uno straordinario imprenditore di

 provincia diventato in pochi anni uno dei maggiori produttori europei dielettrodomestici. (el 13KM, la tragedia: l'ormai famoso industriale muore in un in%

cidente aereo e Leonardo, che ha ventidue anni, sente come un dovere stare accanto aimem"ri della famiglia, trascorrendo quasi tutto il suo tempo nella loro villa diPordenone. La cosa sfociF, quasi inevita"ilmente, nel matrimonio con Paola. <urFsette anni e fin& in cos& malo modo da far mormorare persino la pur indifferente, se noncinica, 4ilano "ene. 4i racconta: «Proprio nelle settimane in cui ci separammo, Paolasi era trovata incinta di colei che avremmo chiamata 4artina. Jra la mia prima figlia.La tensione fra noi era arrivata a tal punto che un giorno capii, con dolorosa chiarezza,che, per il "ene di entram"i, era necessario interrompere la convivenza. Cos& me neuscii di casa, per sempre#. La cosa, si diceva, fu giudicata im"arazzante persino nel

giro, dalla morale cos& elastica, delle amicizie dell'allora mondano Leonardo: non sitrovF di bon ton un distacco tanto clamoroso proprio all'inizio di una primagravidanza. «l fatto è# continua «che soltanto pochi anni fa la luce della fede mi hafatto capire che cosa sia un matrimonio vero, che cosa realmente significhi cele"rarloin chiesa. Per noi, come per tutti quelli del nostro am"iente, non era che il puntod'arrivo 7e, pi* o meno consciamente, anche se non si osava confessarlo, nondefinitivo8 di un percorso mondano. ( in me, n in mia moglie, n in quelli del mioam"iente c'era neppure il sospetto di che cosa fosse un sacramento, anche seufficialmente eravamo cattolici e ci tenevamo %per rispettare le regole e per ragioni difasto % a sposarci davanti a un altare e a un sacerdote. n realtà, il valore dellaindissolu"ilità sem"ra oggi divenuto ancora pi* incomprensi"ile: si crede che l'amorefra coniugi consista nel sentire qualcosa, nel volersi "ene a livello sentimentale.=uando si pensa di non sentire pi* niente, quando è finito l'incanto dello stato

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affettivo nascente, si giudica addirittura doveroso andare ciascuno per la propriastrada, alla ricerca di un nuovo sentimento. l dono di s, il sacrificio, il perdono, lacomprensione, la pazienza, la fedeltà sempre e comunque: tutto questo, che permetteall'incontro fra uomo e donna di resistere all'usura del tempo e alle tempeste della vita,non rientra pi* nel piano di vita. !, tutto questo, spesso, per la perdita di ogni

 prospettiva cristiana, non per cattiva volontà.# n effetti, aggiunge con un'espressioneche colpisce per la sua amara verità, «di fronte alle difficoltà crescenti del nostromatrimonio, Paola e io non avevamo alcuno strumento per tentare di rimettere insiemei cocci. (on disponevamo di alcun li"retto di istruzioni per raddrizzare le nostre vitee per permettere a noi di riscoprire le ragioni del nostro incontro e a quella creaturache aveva iniziato il viaggio nel ventre della madre di trovare una famiglia al suoingresso nel mondo#. Per Leonardo, comunque, la scoperta delle istruzioni per l'usodella vita era ancora lontana, ed erano ancora in agguato, per lui, molti errori: parolache ha la medesima etimologia di errare, cioè l'andare vagando senza conoscere la

meta. Proprio ciF che contrassegnava allora il suo percorso umano. nfatti, venne iltempo della seconda moglie. (acquero, dall'unione, altri due figli. «Jortunatamente#dice Leonardo. 4a fin&, come troppo spesso accade, con un nuovo divorzio. Proprio inquel tempo stava morendo 4imma, amata e stimata per umanità e intelligenza nella4ilano che conta: «Le sono sempre stato molto legato ma, in fondo, non c'era maistata confidenza tra noi: una specie di pudore sem"rava impedire che ci aprissimol'una all'altro. Poi % mancava poco tempo alla fine % un giorno mi sedetti vicino al suoletto. !ravamo soli. Biuscimmo a vincere il complesso che aveva impedito l'intimitàvera tra noi. Parlammo per delle ore. -lla fine ci a""racciammo. Piangevamo tutti e

due. 9n colloquio catartico, purificatore, che mi li"erF dall'angoscia che provavo difronte alla prospettiva della sua morte, che sopravvenne poco dopo#. Bestavano, perF,altre angosce: «9n (atale mi trovai solo, con due matrimoni falliti alle spalle, con trefigli divisi tra due madri diverse, con la mamma appena morta, con gravi pro"lemi incasa editrice, dove perdurava l'insta"ilità conseguente a quella che fu chiamata daigiornali la guerra di +egrate e che era riuscita, per qualche tempo, a estromettermidall'azienda. +e guardavo alla mia vita, non vi vedevo che disordine, qualche successosul piano professionale ma una serie di fallimenti sul piano personale. =uanto agliamici, sapevo "ene che, nel mio am"iente, l'amicizia è spesso formale e precaria e che,

quando l'aura del successo ti a""andona, ti lasciano anche quelli che pur ti sem"ravano pi* vicini. 4i chiedevo che senso avesse tutto questo#. (on era "astato, per trovare unsignificato, che, dopo il secondo fallimento matrimoniale, si gettasse in convivenzecon altre donne o in dissipatezze inutilmente costose, come comprare un aereo

 personale o trasformare in una vera, dispendiosa ossessione il gusto per il collezioni%smo di oggetti d'arte. La scoperta di quel senso attorno al quale si arrovellavaavvenne nel 133E: dunque, giusto dieci anni prima che ci incontrassimo per costruireinsieme queste pagine. +e preciso le date è per rassicurare il lettore: il viaggio diquest'uomo verso una fede tanto esplicita da farsi missionaria è stato lungo. =uindi, lesue convinzioni hanno avuto tutto il tempo per consolidarsi e per essere messe alla

 prova della vita. Le cose certamente stravaganti, secondo il mondo, che quiLeonardo racconta non sono il frutto dell'esaltazione di chi sia appena caduto dacavallo, andando verso <amasco. Goccato da qualche delusione, diffido io pure di

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certe conversioni su"ito gridate, ma che non reggono all'urto della durezza della vita,riportando presto alla luce quello che san Paolo chiama il vecchio uomo. -ll'iniziodella svolta c'è 7poteva essere diversamente per un editore8 un li"ro scivolatogli, un

 po' a sorpresa, nel catalogo. 9n piccolo li"ro, pu""licato per la prima volta, inedizione definitiva, nel 133 e da allora continuamente ristampato in tutte le lingue,

tanto da essere ormai uno dei maggiori "est e long seller mondiali. +ono i 333frammenti che compongono Cammino, scritto dal "eato 7e presto santo8 Nosemaria!scrivà de ?alaguer non soltanto per i mem"ri della sua ;pera di <io, l';pus <ei,ma per chiunque % laico, soprattutto % sia attratto da un percorso spirituale che nonesige grandi gesti, scelte spettacolari, "ens& la ricerca della santità attraverso il propriolavoro, continuando nella vita ordinaria. Cammino, in talia, era pu""licato inesclusiva da una editrice cattolica, l'-res. (onostante le grandi tirature, i mem"ri dellaPrelatura 7questa la figura canonica, finora medita nella Chiesa, nella quale èinquadrata l';pus <ei8 desideravano raggiungere in modo ancor pi* ampio gli

am"ienti lontani dal cattolicesimo. <a qui l'idea di un accordo con la maggiore casaeditrice laica, la 4ondadori appunto, per la stampa e la distri"uzione di quelcele"errimo "reviario spirituale di monsignor !scrivà. Ju cos& che Leonardo venne incontatto con un numerano 7un mem"ro uli time, tanto per intenderci, dell';pera8 cheio pure conosco e del quale apprezzo quanto meritano le capacità professionali e levirt* cristiane, rivestite peraltro da una leggerezza discreta. =ualità che, confermaLeonardo, l'ottimo ingegnere % questo il titolo di studio di quel numerano % non sment&neppure nell'amicizia che segu& gli incontri di lavoro per la pu""licazione diCammino: «o trovato, nelle persone dell';pera che ho avvicinato, grande apertura e

generosità nel comprendere i miei pro"lemi ma, al contempo, delicatezza e astensioneda ogni proselitismo indiscreto. +ostanzialmente, oltre alle conversazioni amichevoli,il numerano con cui ero entrato in contatto si limitF a presentarmi un sacerdote a cui

 potevo rivolgermi % se davvero lo desideravo, è chiaro % per la confessione e ladirezione spirituale. <i recente, ho avuto l'onore, e la gioia, di un incontro con ilPrelato, il secondo successore del "eato !scrivà, ma non faccio parte dell';pus <ei e,

 pro"a"ilmente, data la mia situazione familiare, non potrei neppure. - me, perfezionista nella professione, è particolarmente congeniale l'insistenza del mioconfessore sulla necessità di cercare l'eccellenza nell'impegno quotidiano. =ualunque

cosa tu faccia, falla al meglio: questa esortazione del Padre, come tutti nell';perachiamano il "eato !scrivà, riassume una prospettiva fattiva, ottimista, nella quale miriconosco. 9n cristianesimo al contempo moderno e tradizionale, aperto e rigoroso,li"ero e fedele. )i ho trovato la sintesi vitale tra l'impegno nelle realtà terrestri e latensione verso l'aldilà#. l direttore spirituale, dice, gli ha inculcato anche quell'altroaspetto concreto, pragmatico dell';pus <ei 7lontana da ogni utopismo velleitario, daogni fumisteria ideologica8 che è la necessità di un metodo, e seriamente ordinato,nella vita religiosa: «o imparato la necessità della preghiera il mattino e la sera, lalettura quotidiana del vangelo e di qualche testo nutriente per l'anima. o imparato,naturalmente, che la messa almeno domenicale non è un o""ligo ma un "isogno, unagioia, una festa. 9na messa perF non ascoltata stando negli ultimi "anchi, "ens&

 partecipata, mettendosi nelle prime file, vicino all'altare. ! senza temere di annoiarsialla predica#. PuF sem"rare curioso, per chi non a""ia pratica di simili cose, ma questa

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faccenda delle omelie tediose, irrilevanti quando non incomprensi"ili, è tra le lagnanze pi* ricorrenti in quegli am"ienti alle cui o"iezioni 4ondadori intendeva replicare,associandosi a un teologo. Ganto da farne addirittura il primo capitolo del manoscrittoda cui siamo partiti. =ui, su"ito in apertura, osserva: «(ei molti incontri con amici e

 persone di tutti i ceti e di diversa formazione culturale che ho il privilegio di incontrare

grazie al mio mestiere di editore, una delle prime domande che mi sono sentitorivolgere riguarda la messa della domenica. Ci andrei volentieri mi dicono ma la

 predica è cos& noiosa che penso ad altro. o l'impressione che il prete viaggi per contosuo: lui con la sua teologia, noi con la mente altrove#. 4a, osserva Leonardo: «<evoammettere che queste o"iezioni mi lasciano perplesso#. n effetti, ha "uon gioco nelricordare che «il fine della messa non è l'omelia ma l'eucaristia, il rivivere il miracolodel sacrificio di 5es* che, sotto le spoglie del pane e del vino, si offre sull'altare. =ue%sto è il centro, questo è l'essenziale. +i va alla liturgia domenicale per nutrirsi di quel4istero, non, innanzitutto, per ascoltare la predica: se essa è interessante e proficua,

tanto meglio, perch cos& ci rinvigorisce nel cammino della fede. 4a se non è cos&,questo non deve appannare il Jatto, quello con la maiuscola: 5es* risorto, presentenelle specie eucaristiche, dà un significato nuovo alla vita di ciascuno di noi#.nsomma, c'è in lui 7e cerca di comunicarla ad altri8 la consapevolezza che la messacattolica non è il culto domenicale di molte comunità protestanti, dove un signore %o, da qualche tempo, una signora % partendo da un versetto "i"lico fa una sorta diconferenza sui temi d'attualità. =ui, dunque, la predica è tutto. (on cos& nel%l'eucaristia cattolica, dove il sacerdote non è che uno strumento perch il mistero dellaConsacrazione si rinnovi. +e, poi, il prete è anche "uon oratore, tanto meglio. 4a se

non lo è, pazienza: non ci si è radunati innanzitutto per ascoltare le sue parole, chealtro non sono che un mezzo per richiamare l'attenzione sulla Parola. «=uanto a me#continua Leonardo «non solo il precetto non mi pesa, ma non lo sento affatto comeun o""ligo, "ens& come quel dono che è. 4a s&, godo davvero nel santificare le feste,come dice il comandamento, perch sento che la messa mi dà speranza e forza. $ ilcentro della vita religiosa: ci ricorda che la morte è stata sconfitta, che 5es* è davverorisorto, che le tene"re non avranno dunque l'ultima parola, che, al di là di ciF che inostri sensi limitati vedono, c'è una Bealtà meravigliosa della quale noi pure faremo

 parte. ! per tutta l'eternità.# (on a caso l';pus <ei ha per fondatore un sacerdote

spagnolo: il suo papismo, la sua fedeltà alla Gradizione romana sono granitici.=ualche difficoltà, nella direzione spirituale, per uno come lui il cui padre era valdese,'una delle mogli episcopaliana e la cui formazione è stata interamente laica -nche qui,la sua risposta è netta: «(on riuscirei mai a non essere cattolico: il papato, la 4a%donna, i santi, l'eucaristia nel suo senso pi* pieno, la confessione personale, il rapportocon <io mediato da un'istituzione ecclesiale con un clero... Gutto questo, per me, ètanto logico da essere istintivo. 4a poi, anche qui, pi* che le teorie dei manuali o idi"attiti fra i teologi, seguo la mia esperienza: pi* cerco di seguire la strada tracciatamidal 4agistero cattolico, pi* trovo le risposte convincenti che cerco e gli aiuti spiritualidi cui ho "isogno#. (essun desiderio in lui, dunque, di andare alla ricerca di un

 presunto cristianesimo migliore, al di fuori di quello della Chiesa di Boma, inqualche confessione evangelica o in qualche setta. 4a, neppure, alcuna attrazione per religioni altre dal cristianesimo. -nche su questo, naturalmente, quelli a cui parla delle

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sue convinzioni gli rivolgono domande: «<i solito mi apostrofano con un'aria di sfida:4a chi ti dice che la tua religione sia l'unica vera. o mi considero un semplice,certamente non sono un teologo e quindi non ho che una risposta: ho scelto di vivereda cristiano perch ritengo che quella di 5es* sia l'unica religione fondata su ungrandissimo atto d'amore, del quale gli uomini stessi sono stati testimoni. Certo, in un

modo che Lui solo conosce, <io è presente anche in altre fedi. 4a con una differenzache cam"ia tutto: ovunque, altrove, è l'uomo costretto ad andare alla ricerca di Lui. Lestrade sono molteplici, gli atti di fede straordinari, le preghiere "ellissime. 4a <io re%sta lontano, irraggiungi"ile, imperscruta"ile. +olo nel cristianesimo succede l'opposto:non è l'uomo che cerca ansiosamente il volto di <io, ma è <io che va alla ricercadell'uomo. -nzi, che si rivela a lui proprio come uomo, in una storia vissuta dellaquale a""iamo testimonianza storica nei vangeli. <io esce dal mistero che lo circondae svela il +uo vero volto. !, attraverso 5es*, ci chiede una cosa soltanto: di rispondereal +uo amore. Che cosa do""iamo desiderare di pi* Certo, 5es* non è un guru e,

quindi, non ci insegna l'illuminazione, lo star "ene con noi stessi tramite le tecnichedel respiro o i modi per placare la mente ed essere pi* rilassati e soddisfatti. (o, 5es*ci rivela l'amore del Padre che sta nei Cieli e ci insegna il modo per vivere questoamore. $, davvero, la lieta (ovella. nsomma, perch dovrei andare a cercare l'acquadi altri pozzi quando ho la fortuna di avere accanto a me, sin dalla nascita, questa mia,di sorgente#. 9na scelta consapevole e ferma, dunque, la sua per un cattolicesimocui, se dovesse rimproverare qualcosa, contestere""e una certa mancanza di fierezza,che pur potre""e convivere "ene con la doverosa umiltà: «<o""iamo renderci conto dinuovo, e sino in fondo, che il dono che ci è stato fatto è grande. (oi non ne a""iamo

merito, certo, ma, oggettivamente, siamo testimoni di un 4essaggio incompara"ile, diuna pienezza di )erità che è unica, pur nel rispetto di chi ha parti di verità ma non tuttala )erità intera. Credo, poi, che do""iamo guardarci da una certa pro"lematicità, dallatentazione di complicare il vangelo, che è al contempo profondissimo e semplice#. Per riprendere il racconto del suo cammino: nel 1993, dopo una lunga preparazione con ildirettore spirituale, la confessione. - quarantasei anni è, in fondo, la prima della suavita dopo quelle fatte da ragazzo, senza alcuna consapevolezza. «L'ho già detto ma mi

 preme ripeterlo: la confessione "en fatta, sincera, completa, è tra le maggiori fonti digioia che un uomo possa sperimentare. ai la certezza di essere riaccolto nella casa

del Padre: riconciliato con Lui, con te stesso, con gli altri. -nche, forse soprattutto inquesto, mi sento profondamente cattolico: non mi "asta fare i conti a tu per tu con <io,come vogliono i protestanti. o "isogno di quello strumento umano, che mi testimoniail perdono e la misericordia divina, che è il sacerdote. (on è stato 5es* stesso a dare aisuoi apostoli il potere di legare e di sciogliere e di farci annunciare da loro, a suonome, il condono dei peccati (aturalmente è una gioia che nasce dalla sofferenza checosta il mettersi cos& a nudo, nella propria miseria. =uella prima volta, poi, mi ècostato molto anche perch ho scoperto una quantità di colpe e di miserie chenemmeno immaginavo.# Gra i peccati della cui gravità non si rendeva conto, in quellasuperficiale eppure spesso presuntuosa prospettiva mondana che era stata la sua, c eil gioco della maldicenza che, mi dice, «è lo sport pi* praticato nei salotti alla moda#.9n continuo, ossessivo spettegolare, in una sorta di dia"olica schermaglia per attentaregli uni alla reputazione degli altri. Ciascuno, in effetti, ne è "ersaglio, naturalmente

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quando quella sera è assente dalla compagnia o, quella volta, non fa parte del gruppoin vacanza nelle solite località esclusive. 9n nefasto malignare che è fatto conapparente innocenza, come fosse un gioco innocuo, e chiamato ora % per farlo apparireancor pi* lieve % con il nome anglosassone di  gossip. «9na sera, in un salotto, lamaldicenza sugli assenti sem"rava la pallina impazzita di un flipper, rim"alzando da

un divano all'altro. - un certo punto non ne ho potuto pi*: mi sono alzato e me ne sonoandato, inventando un aereo da prendere all'al"a. $ in queste situazioni che mi rendoconto di come la prospettiva di fede dia, fra l'altro, la consapevolezza % sconosciuta an%che a me, prima % del dovere di rispettare i fratelli, o""edendo al comando di 5es* dinon giudicare.# - quella prima confessione segui la pri%ma comunione: «Ju a (eHQor>, alla vigilia di (atale, nella cattedrale di +an Patrizio. Provai un'emozionefortissima, da "rividi nella schiena e lucciconi agli occhi, per la gioia e la riconoscenza

 per un simile, sconvolgente dono di quel Cristo che ha promesso di essere con noi % eal punto di farsi ci"o@ % sino alla fine dei giorni#. La confessione, osserva, intesa nel

suo vero senso, ha anche una funzione di pedagogia sociale, oltre che religiosa:«!saminarci sulle nostre colpe, assumercene l'onere, ci aiuta a recuperare quel sensodi responsa"ilità che rischiamo di perdere6 ci confronta "eneficamente con la verità sunoi stessi, senza ali"i e senza scuse ideologiche e sociologiche. +e guardo a me stesso,constato che sono figlio unico, che non ho praticamente avuto un padre, che sono statoviziato in una famiglia ricca e influente. +e avessi voluto trovare degli ali"i ai mieierrori, alle mie mancanze, non avevo che da scegliere. $ stato il realismo cattolico, ilsuo richiamo alle responsa"ilità di ognuno, che mi ha aiutato e mi aiuta a stare lontanoda ogni vittimismo, da ogni giustificazionismo da sociologo alla Bousseau o da

 psicologo progressista, per il quale ogni colpa è della società, dell'educazione, dellecircostanze, magari del governo. n ogni caso, degli altri#. -ccettare sino in fondo la propria responsa"ilità significa rifare posto alla verità. ! della verità fa parte un'altrarealtà inelutta"ile che tendiamo a nascondere, a rimuovere, a ignorare: ogni vita, primao poi, è segnata dal dolore, dalla malattia e, infine, dalla morte. (on esistono soltantopro"lemi che, per definizione, possono trovare una soluzione, come vorre""eroindurci a credere. Ci sono cose, tante cose % troppe, se guardiamo al nostro desiderio difelicità terrena % che sono irrimedia"ili, alle quali non si puF sfuggire e che possonoessere non solo sopportate ma trasfigurate guardando a quel <io che si è rivelato in

5es* Cristo. =uel <io che, facendosi uomo tra gli uomini, non è venuto a distruggerela croce ma a prenderla sulle spalle e, alla fine, a stendervisi sopra. Chi le ha prese sulserio puF testimoniare 7è il valore irrefuta"ile, anche qui, dell'esperienza8 che non sonovana promessa le parole che 4atteo attri"uisce a quel 4essia: «)enite a me, voi tuttiche siete affaticati e oppressi e io vi ristorerF. Prendete il mio giogo sopra di voi eimparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.l mio giogo, infatti, è dolce e il mio carico leggeroRR. Leonardo ci tiene a dirsi pi*che mai d'accordo con 5iovanni Paolo l, il quale nella sua enciclica #vangelium Vitae

ha scritto: «=uando si apprezza la vita solo come misura del piacere e del "enessere, lasofferenza appare come uno scacco di cui do""iamo li"erarci a ogni costo#. ! gli sta acuore ri"adire il rifiuto di quella eutanasia che è reclamata sempre di pi* come undiritto e che % come già è stato per divorzio e a"orto % si vorre""e legalizzare. 4ache mostra in realtà, in modo tragico, come l'evento della morte sia divenuto

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intollera"ile e che, senza prospettiva religiosa, anzi esplicitamente cristiana, l'unica incui <io prenda su di + tutte le pene umane, fisiche come spirituali, la sofferenza nonè che un'oscenità da nascondere e a""reviare in ogni modo.

III

l dolore, il confronto con la morte, il valore dei sacramenti, capaci di dare serenità se

non gioia pure nei momenti pi* duri: anche qui, quest'uomo precisa di non fare dellateoria, ma di "asarsi su ciF che nella sua carne ha vissuto. 4i parla di una suaconfessione generale, seguita da quella che ora chiamano unzione degli infermi eche la Gradizione della Chiesa indicava con il nome, gravido di accenti inquietanti, diestrema unzione. Ju a (eH Qor>, nel gennaio del 133M, nella parrocchia di B&chard

 (euhaus, già pastore protestante, divenuto sacerdote cattolico e autore di "est seller religiosi internazionali, stampati in italiano dalla 4ondadori. $ suo, fra l'altro, quelSolidariet& e proitto che è tra i manifesti di una prospettiva cristiana li"erale,affrancata dalle demagogie da teologia della li"erazione, con le sue tossiche scorie

marDiste. 9n autore, padre (euhaus, divenuto un amico, un consigliere spirituale cheLeonardo va a trovare ogni volta che si reca a 4anhattan per lavoro e per i controllisanitari. =uella volta andF da lui per un "ilancio della vita intera, prima di sottoporsi aun'operazione chirurgica il cui esito era tutt'altro che scontato e nella quale, malgrado i

 "isturi altamente professionali dei chirurghi americani, avre""e potuto essere troncatol'esile filo che lega ciascuno di noi alla vita. «Come penitenza, dopo quel lungo esamedi tutta l'esistenza, padre (euhaus mi impose di rileggere il prologo del vangelo di5iovanni. =uei diciotto versetti straordinari, dalla profondità inesauri"ile: n

 principio era il )er"o e il )er"o era presso <io e il )er"o era <io.... (aturalmente,

 per me non fu una penitenza ma un premio, un viatico corro"orante per affrontare ilfuturo, a viste umane cos& incerto, che cominciava, per me, il giorno dopo.# Gutto erainiziato nel 133, con alcuni dolori, inconsueti per un uomo a"ituato a contare su unfisico vigoroso, su una salute eccellente. Come d'o""ligo nel milieu, aveva fatto, efaceva, molto sport: tennis, nuoto, per un periodo giovanile anche la pi* costosa, forse,delle attività sportive, quella dei rallA automo"ilistici. 4esso in allarme da queidistur"i imprevisti, un chec>%up, ed ecco la rivelazione sconvolgente: tumore allatiroide e carcinoidi in organi vitali come il fegato e il pancreas. !rano passati cinqueanni dal suo ritorno pieno alla fede. ;ra, questa veniva messa "rutalmente alla prova.

!""ene, non solo ha retto % mi dice con umiltà pari alla convinzione %, ma gli haconfermato quale sia il suo potere di dare un senso a ogni evento, per traumatico cheappaia. -l 4emorial ospital 7«quattordici piani di cancro nel cuore di (eH Qor>#,come lo definisce, con una "attuta amara8 la tiroide è stata asportata con successo,dopo che i medici avevano accertato che non aveva provocato metastasi. =uanto alfegato e al pancreas, il responso fu tranquillizzante: una forma tumorale dall'evolu%zione lentissima, tale da poter essere tenuta sotto controllo dai farmaci, che da allora,ogni giorno, assume. Con periodicità stagionale % dunque, quattro volte l'anno % sisottopone alla verifica di quei medici americani che apprezza anche per la sinceritàcon cui informano il paziente, spiattellandogli diagnosi, prognosi, possi"ili rimedi 7sece ne sono8 e percentuali statistiche di esiti fausti e infausti. -lmeno qui, le ipocrisiedel politicall! correct che infetta soprattutto gli +tati 9niti 7giusta punizione per averloinventato8, gli eufemismi "uonisti e le reticenze farisaiche lasciano il posto alla cruda

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 professionalità: pane al pane e cancro al cancro. 4i dice: «Bicordo il risveglio dopol'intervento chirurgico: tutti gli operati del giorno vengono portati, sui loro letti a ruote,in un unico stanzone. 9n am"iente gelido e rumoroso perch, stando alle tecniche del4emorial ospital, il freddo e il frastuono favorire""ero il ritorno alla sensi"ilitànormale dopo le potenti anestesie#. !ccolo, il privilegiato per nascita, l'erede di un

grande nome, il <ottore per le zelanti segretarie, il manager cui autisti ossequiosiaprono la portiera di "erline adeguate al rango presidenziale. !ccolo, dunque,sofferente tra i sofferenti, tra i suoni inquietanti, i lamenti, le voci "a"eliche di una saladi risveglio dove la malattia riduce a nulla ogni differenza sociale e rimette tutti difronte alla comune miseria umana. «9na miseria in cui non c'è altro significato e altrarisposta che la croce di Cristo#: ci tiene a sottolinearlo, ancora una volta senza alcunaunzione devota ma con la consueta, disarmante semplicità. «Jorse, la mia tentazionemaggiore, il vizio che pi* mi minacciava era la super"ia. l sentirsi % quando si è sani,

 "enestanti, riveriti % quasi invulnera"ili e al centro dell'universo. ! invece, eccomi l&,

un emigrante della salute come tanti altri, come tanti anonimi agli occhi del mondo.Bidotto, io pure, a una cartella clinica, guardata con fredda professionalità da medici

 per i quali non ero che uno dei cancerosi da operare ogni giorno, secondo un programma di lavoro implaca"ile come una macchina. !""ene, proprio l&, al 4emorialospital, ho riprovato, con evidenza drammatica, e al contempo consolante, come lafede non sia un'idea filosofica, una semplice prospettiva ideale o una sapienza,un'etica, "ens& una Presenza che spezza la tua solitudine e ti fa dono di una grandeserenità, contro tutte le circostanze avverse. nsomma: ancora una volta un <iosentito come esperienza tangi"ile e concreta, "en pi* che come risultato di un ragio%

namento. $ in simili circostanze che ti accorgi, davvero, che dipendi da =ualcuno cheti vuol "ene e non da un destino anonimo e cieco. 4etti in conto, in quei momenti,anche l'eventualità della morte: ma senza angoscia, senza quella rimozione nevroticadi una cultura come la nostra, dove è o""ligatorio far finta di niente, dove si deve

 parlare e comportarsi come se non esistesse una fine inelutta"ile per ciascuno di noi.#9na serenità che, aggiunge, anche in quel luogo di ansie e di sofferenze contri"uiva aconservargli il gusto per la vita: «(on mi sentivo affatto sperso, cos& lontano dalla miacasa milanese. ! non era soltanto l'a"itudine ai viaggi, la "uona conoscenza che avevodell'-merica, la padronanza della lingua. 4i faceva piacere pensare che, quando fossi

uscito da li, mi sarei trovato in 4adison -venue, nel cuore della pi* stimolante cittàdel mondo. =uell'esperienza di Presenza cacciava ogni tristezza, ogni rassegnazione, emi permetteva di continuare ad amare ciF che ho sempre amato: la vita pulsante dellemetropoli, con le loro infinite possi"ilità umane. 4a la fede mi dava anche la certezzadella presenza accanto a me di coloro che sono andati avanti, che sono morti % acominciare da mia madre %, ma che continuano, misteriosamente, a essere vivi in unadimensione invisi"ile, eppure non separata dalla nostra#. =uesta, gli ricordo, è ciF cheil cristiano chiama comunione dei santi: una delle verità pi* consolanti della fede,una certezza che spezza i vinco%li del tempo e dello spazio e distrugge la "arriera7disperante e impenetra"ile per il mondo8 della morte stessa. $ l'unione misteriosa einsieme salda di tutti con tutti, dei lontani come dei vicini, dei vivi come dei morti.9na comunione propria di tutti i "attezzati 7i santi, in linguaggio "i"lico8, che giàfacciano parte della Chiesa trionfante o di quella purgante o che fatichino ancora

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nella Chiesa militante. 9na unione profonda, per la quale chi ha raggiunto la metadella vita eterna puF intercedere presso <io per chi è in cammi no6 e questi puFintercedere per i defunti, se ancora si trovano nell'enigmatico stato della purificazione

 prima di meritare di accedere alla vista senza veli dell'-ltissimo. +apeva tutto questo,mi disse, dalla lettura di quel catechismo che non aveva frequentato da "am"ino ma

che era stato la sua scoperta di adulto. Conosceva la teoria: perF aggiunse che, come alsolito, la conoscenza vera di quel mistero, la consapevolezza che sfida ogni smentita,gli veniva dall'esperienza concreta fatta nel suo letto di ricoverato in un ospedaleamericano. n quei giorni di (eH Qor>, c'erano accanto a lui entram"e le madri deisuoi figli. Proprio a quei tre giovani 7peraltro legatissimi fra loro8 e alla situazione chesi sono trovati a vivere va, mi dice, la sua preoccupazione maggiore: «;ra lo vedo conmolta chiarezza. ! inutile che cerchino di "analizzare il divorzio, di teorizzare famiglieallargate o plurime sempre e comunque serene. n realtà, qui c e un dramma che hacosti insonda"ili per tutti coloro che ne sono coinvolti. +offerenze, per giunta, quasi

sempre rimosse e negate, perch questo esige la mentalità da liberai cui occorreadeguarsi per avere diritto di cittadinanza fra i moderni. +o "ene di toccare un temaimpopolare, soprattutto nel mio am"iente. n un'epoca in cui ècrollato il valore dellaindissolu"ilità dell'incontro fra un uomo e una donna e in cui è venuta meno laconsapevolezza che la famiglia è innanzitutto un'istituzione finalizzata al dono dellavita, parlare di prospettiva cristiana del matrimonio è diventata un'impresa temeraria.!ppure, la fedeltà, la comprensione, l'accettazione, il perdono reciproci, l'apertura allafecondità restano degli ideali che, se fossero vissuti nella pratica, ridare""ero a moltiuna gioia insperata. =uando qualcuno si stupisce che parli in questo modo uno come

me, che di famiglie sfasciate ne ha due alle spalle, non ho difficoltà a replicare: è proprio per questo che parlo, ora che ho capito % anche se tardi % quale sia la natura,quali siano i fini dell'unione matrimoniale in quella prospettiva religiosa che non èaffatto anacronistica come pensano molti e della quale, sulla "ase di ciF che ho patito efatto patire, vedo la saggezza#. 4i dice di avere, al proposito, una domanda irrisolta:«Perch la Chiesa che, in pratica, o""liga i ragazzini ad anni di catechismo prima diammetterli alla comunione, non ha sentito il dovere, in un passato a""astanza recente,di dare una solida formazione sociale e umana agli sposi Per coloro che chiedevanodi sposarsi in chiesa, fino a qualche tempo fa non c'era alcun o""ligo di frequenza dei

corsi prematrimoniali. ;ra, non voglio arrivare all'estremismo di un amico sacerdoteche mi diceva: +e le coppie non preparate capissero quello che stanno per fare,scappere""ero dall'altare.... Guttavia è importante insistere sul fatto che il matrimonioè un sacramento che richiede, da parte degli sposi, una formazione e una preparazionespecifiche#. =ui, perF, gli oppongo, sono perplesso. -mmiro, naturalmente, il suofervore di convertito, che getta nella sua nuova prospettiva la voglia di fare di quelmanager che è. 9n uomo d'azione, un pragmatico che esorta tutti nella Chiesa, acominciare dai preti, a rim"occarsi le maniche, in un grande sforzo di catechesi, diinformazione e di formazione. 4i sem"ra perF di dovergli ricordare che a""iamo a chefare con il mistero della fede. (on c'è corso o ciclo di lezioni che valga, se queldono non ci è stato dato: o, meglio, poich sappiamo che esso è offerto a tutti, se nea""iamo rifiutato la proposta. $ la fede il  prius indispensa"ile e irrinuncia"ile per 

 poter trarre delle conseguenze morali: ovunque, anche nel matrimonio. +olo

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l'accettazione previa della verità del vangelo puF darci la certezza che le istruzioni per l'uso dell'uomo indicate dal (azareno sono le sole che funzionino, perch 7come ilvangelo stesso dice8 «!gli sapeva quel che c'è nel cuore dell'uomo#. ;ggi, soprattutto,quando i presupposti stessi del sentire comune sono spesso antitetici a quelli cristiani,un annuncio della morale che prescinda dalla fede puF far scam"iare quell'etica per 

una prigione, per una violenza intollera"ile o, nel caso migliore, per un'utopiaimpratica"ile. ! impratica"ile, in effetti, lo è davvero, stando a 5es* stesso: «+enza dime, non potete far nulla#. Gentare di imporre, o anche solo proporre, una prospettivamorale a tutti o quasi 7perch tutti o quasi % o, almeno da noi, la maggioranza % scel%gono per le nozze i fasti della chiesa8 non provochere""e fastidio se non rivolta, comemostra, fra l'altro, l'esito disastroso del referendum sul divorzio Certo, i cattoliciaffermano l'esistenza di una morale naturale con la quale coincidere""ero i precettidell'etica evangelica, e proprio cos& come la Chiesa li ha codificati. <unque, la neces%sità di seguire quei precetti potre""e essere giustificata dalla sola ragione e, pertanto,

essere riconosciuta da chiunque, anche se agnostico o ateo. $ su queste "asi, fra l'altro,che fu impostata in talia la campagna referendaria contro la legge sul divorzio: nelcomitato promotore non c'erano ecclesiastici ma filosofi, studiosi, politici, laici, e nontutti di fede cattolica6 nei comizi non si parlF di fede ma si volle restare sul piano del%l'argomentazione razionale. (on a caso, l'iniziativa e il peso della campagna per a"rogare quella legge furono lasciati a un partito, mentre la Chiesa apparve piuttostodefilata. -nzi, proprio in essa, persone di rilievo manifestarono la loro perplessità, senon il loro dissenso. risultati delle urne, comunque, confermarono quanto già noto achi non si facesse illusioni: nella maggioranza delle persone, la consapevolezza di

quella morale naturale cui ci si appellava era non solo attutita, ma come cancellata,da un clima culturale e vitale segnato da almeno due secoli di predicazione contraria. (on era lui, Leonardo stesso, a dirmi la sua gioiosa sorpresa, scoprendo che la prospettiva cattolica è un complesso armonico e unitario, dove tout se tient,  perchtutto è legato a tutto <unque, non ci sono, non possono esserci pezzi di morale daapplicare, ad esempio, alla vita matrimoniale, dopo avere diligentemente seguito icorsi organizzati dal parroco. 4i venne in mente la frase famosa di quel tempestoso

 personaggio della sinistra radicale francese, tra ?elle Spoque e 5rande 5uerra, che fu5eorges Clemenceau. Costui mise in guardia i giaco"ini come lui dalla tentazione di

scegliere nella loro ideologia aspetti da accettare e altri da rifiutare a seconda dellospirito dei tempi. «=uella Bivoluzione francese di cui siamo figli è un "locco unico: prendere o lasciare@# rugg& colui che i francesi non a caso chiamavano le 3igre. l tutto prendere o il tutto lasciare vale ancor pi* per quella prospettiva totale sull'uomo, lastoria, il mondo che è il cristianesimo, il quale non a caso ha saputo costruire le sueSummae teologiche che hanno la solidità e la coerenza di immense cattedrali, in ungioco straordinario di spinte e contro%spinte, dipesi e contrappesi. 9n "locco unico,dove ogni pietra sorregge l'altra e ne e sorretta, dove non sono isola"ili frammenti diun'etica che puF essere accettata e che rivela sapienza e positività solo nella suatotalità. Gotalità che ha per indispensa"ile fondamento la fede, senza la quale ciF chenoi credenti sappiamo essere ammirevole appare assurdo se non disumano. 9omoragionevole, Leonardo fu d'accordo con me, visto che altro non facevo che richiamarel'attenzione sulla logica cristiana, le cui vie non passano attraverso le tecniche della

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 propaganda. 4a insistette % e su questo non potei che dargli piena ragione % sullanecessità di ricominciare da capo, di prendere sul serio gli appelli continui di5iovanni Paolo l a «una nuova evangelizzazione#. La quale, a dispetto delle ap%

 parenze, è forse proprio ciF che il mondo cerca, seppure «a tentoni, come nelletene"re#, per dirla con san Paolo. (ell';ttocento, gli ricordo, un altro convertito, un

inquietante scrittore francese, Lon ?loA, usci in una sorta di profezia: «)errà il giornoin cui gli uomini saranno cos& stanchi degli uomini, che "asterà parlar loro di <io per vederli piangere#. +ono sempre pi* convinto che quasi ci siamo. 4e lo conferma purelui, e rifacendosi non ai sociologi o ai pastoralisti, come chiamano gli esperti diqueste cose, ma % al solito % alla sua esperienza: «L'ho constatato anche di recente,organizzando nella mia parrocchia milanese, quella di +an ?a"ila, una veglia di

 preghiera al posto della cena, seguendo l'invito del papa a un digiuno per impetrare la pace in tempi cos& pericolosi. !""ene, non solo hanno aderito persone insospetta"ili,lontane di solito dalle iniziative cattoliche, ma alla fine ho potuto constatare che erano

contente, che mi ringraziavano perch si erano loro aperte prospettive dimenticateospite che aspettavano solo di essere risvegliate. !ppure, si chiedeva loro una

 privazione, come la rinuncia a un pasto, che puF sem"rare piccola e che pure, per alcuni, non è irrilevante: ma forse erano contente proprio per questo. -""iamo "isognodi ritrovare almeno qualche segno sim"olico di un sacrificio, di una penitenza che, im%mersi nel nostro "enessere, a""iamo ormai dimenticato. <'altronde, se ho progettatoun li"ro che rispondesse a domande sulla fede e sulla morale che ne deriva, è proprio

 perch constato che mi "asta accennare alle mie scelte cristiane per svegliarel'interesse degli interlocutori, per essere "ersagliato da questioni. Come editore, ho

seguito la diffusione di massa, non solo in talia ma in tutto l';ccidente, del (uovoCatechismo della Chiesa cattolica, quel grosso tomo di quasi ottocento pagine. $troppo facile l'ironia di chi ha sentenziato che "en pochi degli acquirenti l'avre""ero

 poi davvero letto. n fondo, non è questo che importa: sono convinto che molti l'hannocomprato per avere in casa un punto di riferimento, una garanzia, una risorsa, unasorta di àncora alla quale aggrapparsi, un giorno o l'altro. <unque, la spia di unanostalgia, della consapevolezza, magari confusa e mespressa, che prima o poi viene

 per tutti il momento in cui la fede rappresenta un significato da ritrovare. (e sonosempre pi* convinto: c'è molta gente disposta ad ascoltare un riannuncio religioso.

Jorse pi* di quanto noi stessi immaginiamo. +e sto alla mia impressione, mi pare chenella mia città le chiese, alla domenica, siano pi* affollate di dieci anni fa, quando hocominciato a frequentarle. <o""iamo avere pi* coraggio, noi credenti, nel riproporrela nostra prospettiva che, essendo quella giusta, non puF che fare del "ene e daregioia a questi nostri fratelli. ! do""iamo avere il coraggio di mostrare la gioia el'orgoglio di essere cattolici#. <evo riconoscergli una coerenza indu""ia: esorta alcoraggio6 ma c'è stato coraggio, da parte sua, nel proporsi per pagine come queste checerchiamo di costruire insieme e che, nella sua intenzione, hanno innanzitutto uncompito di apostolato. <i «nuova evangelizzazione#, appunto. Penso a quanto costF ame, giovane redattore del sofisticato «Guttoli"ri#, inserto culturale della laicissima«+tampa# di Gorino, mettermi in piazza con un li"ro dal titolo  +potesi su 4es5,  per giunta neppure coperto da qualche marchio editoriale elegante ma pu""licato da unacasa religiosa. -ddirittura, quella fondata da san 5iovanni ?osco, che, per la

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schizzinosa intellighenzia su"alpina, richiama la su"cultura degli oratFri e dei loro preti provinciali, con le loro facezie e le loro chitarre. Bicordo ancora gli sguardi perplessi, quando non ironici, di molti colleghi che pure erano, e restarono, degliamici, ma im"arazzati da quella che giudicavano, quantomeno, una sorta diimpudicizia: mettere nero su "ianco le ragioni della propria fede@ Cose che non si

fanno... 9n disagio, il loro, aggravato dal fatto che "en sapevano che ero stato allievodi quei venerati professori che, sulle colonne del nostro autorevole quotidiano,impartivano le loro laiche prediche, in cui era impensa"ile anche solo un cenno alladimensione religiosa. =uesta, se per "izzarria c'era, doveva restare strettamente pri%vata. +oprattutto, poi, se aveva il pessimo gusto di presentarsi sotto le forme delladogmatica superstizione cattolica. Coraggio, dunque, quello del nostro Leonardo.4a, precisa, meno di quanto io possa sospettare giudicando dalla mia esperienza:«Jorse stenterai a crederlo, ma tra le cose che faccio pi* volentieri, anzi, che pi* mi

 piacciono, c'è quella di dare un po' di testimonianza in certi salotti o in certi am"ienti

 professionali che sem"rano antitetici alle mie prospettive attuali#. n questoentusiasmo è sorretto, sospetto, anche dall'ammonimento del "eato !scrivà: «=uandoti lanci nell'apostolato, convinciti che si tratta sempre di rendere felice, molto felice lagente: la verità è insepara"ile dalla gioia#. Persona, com'è, di temperamentoistintivamente generoso 7tutti coloro che lo frequentano, dagli uscieri ai dirigenti,hanno tenuto a confermarmelo8, poteva forse rifiutare agli altri ciF che ha reso lui,senza retorica, felice 4a è tempo di tornare alle madri dei suoi figli, che sialternavano nella sua stanza di ricoverato al 4emorial ospital. <ice: «Ci sono volutitempo, pazienza, "uona volontà da parte di tutti, ma l'o"iettivo ne valeva la pena:

recuperare, cioè, un "uon rapporto fra noi tre genitori per dare ai figli il senso di unacontinui Cos&, ai ragazzi non dedico soltanto parte delle va nze estive o invernali,com'è purtroppo costretto fare chi, dopo un divorzio, si sia risposato. La mia iaffettiva, dovuta alla rinuncia a crearmi una nuova famiglia, mi consente di esseresempre a disposizione: per i miei figli cerco di essere un punto di riferimentoquotidiano, continuo#. Che cos& davvero sia, me ne diede conferma diretta pure un

 piccolo, curioso incidente. !ra verso mezzanotte. Coperto di piumoni per contrastare ilgelo del vento "alcanico che spazzava quella piatta campagna, rivedevo gli appuntidella giornata nel letto di un'elegante, confortevole camera per gli ospiti. +quillF il

telefono: una voce giovanile chiese del dottor 4ondadori. +piegai che non era quellala sua camera e che non sapevo come fare per passargli l'interno. ( potevo andare adavvertirlo, l'ala degli ospiti essendo separata dall'edificio padronale. <elusionedall'altra parte: era il figlio minore, mi disse. !videntemente doveva esserci uncontatto, a quel numero di solito rispondeva papà. -l mattino lo dissi a Leonardo,scoprendo che a quell'ora già dormiva, ma che non sare""e stato un pro"lema, per lui,

 parlare con il figlio: «+iamo a"ituati, tutti e quattro, a chiamarci a ogni ora del giorno edella notte. =uando sono all'estero, con lo sfasamento dei fusi orari mi capita diricevere le loro telefonate nei momenti pi* impensati. l mestiere di padre io lointendo cos&: disponi"ilità totale e priorità per loro. Che non significa, intendiamoci,indulgenza totale. -nzi, cerco di contrastare uno dei pi* perniciosi errori della culturamoderna: pensare, cioè, che tutto sia lecito e che ogni desiderio de""a essere su"itoesaudito, magari senza fatica. <i recente, come regalo ho fatto confezionare per loro

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un "el cofanetto e dentro ho messo li"ri sicuri, di formazione religiosa. o scelto ivangeli, ovviamente, cui ho aggiunto le lettere di san Paolo e una copia di Cammino: liconsidero il miglior antidoto ai rischi di lassismo e di tiepidezza spirituale#. 4iallarmai un poco: con questo zelo non c e il rischio di esser considerato7affettuosamente, s'intende...8 u rompiscatole un po' fissato +appiamo "e com'è, oggi,

con i giovani e gli adolescenti. Lo so persino io, che non ho figli e che ho un uniconipote, per giunta in una città lontana, dove vado di rado... +orrise: «Parliamo moltotra noi, nulla cala dall'alto, cerco di chiarire ai ragazzi la prospettiva cristiana nellaquale mi metto e cerco di dare, come mi è possi"ile, un esempio. Penso che sia un

 privilegio: quando avevo la loro età, nessuno in famiglia era in grado di propormi glistrumenti per affrontare una vita che sia davvero umana, quella che io ho scopertotardi, dopo essere finito in tanti vicoli ciechi#. - un certo punto, mi chiese disospendere per qualche ora il nostro colloquio. <oveva andare nella vicina ;stuni, cheha un mercato famoso nella regione. =uello era il giorno, non intendeva perderlo. )olli

accompagnarlo, per spiare le sue intenzioni: in effetti, ero sorpreso che questo presidente d'azienda si mostrasse preoccupato di far personalmente scorta di verdura edi alimentari in genere, invece di lasciare l'incom"enza ai dipendenti. -ndammo,dunque !, per prima cosa, scopersi quanto alta fosse la sua popolarità presso queisimpatici am"ulanti pugliesi: tutti sem"ravano conoscerlo, molti lo salutavano per nome, ad alta voce, da dietro i "anchi, altri gli proponevano di assaggiare certe loroolive, certe acciughe, certi mandarini. (e nascevano dialoghi che mi confermarono ilsuo carattere di cordialone lom"ardo, di uomo gioviale e senza fisime classiste, pur lontano da una demagogia paternalista. 9n dono di natura, certo6 ma, mi disse, affinato

dalla fede che in ciascuno porta a vedere, sempre e comunque, il fratello. -nchequando, come capita a tutti, si è di cattivo umore o quando l'altro non è simpatico.LTuomo 7a cominciare, s'intende, da ciascuno di noi8 spesso non è affatto ama"ile6anzi, non di rado è, oggettivamente, esecra"ile. !ppure, nella prospettiva evangelica,ogni persona è da amare: non tanto per se stessa, quanto per amore di <io, che è Padrecomune. ! questo che differenzia la carità cristiana dalla filantropia laica, cos&fragile e, in fondo, cos& irragionevole, quando si confronta con l'uomo concreto, chespesso, invece di stringerla, morde la mano del suo soccorritore. n effetti, sappiamo

 "ene come molti di coloro che declamano di amare l'umanità non sopportino poi

l'uomo in carne e ossa, con un nome e un cognome. -l di fuori della prospettiva reli%giosa 7che dà un senso, dà una ragione, all'amore per il prossimo, sempre e comunque8è "en duro il passaggio dall'ideale teorico alla realtà, cos& spesso deludente e irritante.4a e""i un'altra conferma, in quel mercato meridionale che proprio in quei giorni, inuna confusa allegria, cercava di familiarizzare con la nuova moneta decisa daun'!uropa nordica che, da qui, appariva davvero remota. n effetti, scopersi cheLeonardo era venuto a comprare un centinaio dei famosi carciofi della zona cheavre""e portato a 4ilano, suddividendoli fra casa sua e le case dei suoi figli. 9naconcreta conferma, insomma, del suo sforzo per «assicurare una continuità familiare,

 pure attraverso i carciofi#, come mi diceva serio e al contempo sorridendo: il  pater 

 amilias che fa la spesa per i figli, anche se questi hanno madri diverse. =uando è a4ilano, praticamente tutte le sere è a cena dagli uni o dagli altri. +e non è possi"ile,riscopre il gusto di starsene solo, con un "uon li"ro, nel suo alloggio di via 4ozart,

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non lontano dalla piazza <use dell'infanzia con i nonni: «4i godo una solitudine che,un tempo, era impensa"ile per me. mpensa"ile era, soprattutto 7mi pare di averlo giàricordato8, l'idea di poter vivere senza avere una donna accanto#. =uesta sua scelta diritrovato celi"ato provoca incredulità e, forse, qualche sarcasmo, in un am"iente dove,dice, «quando due uomini si incontrano non si chiedono a vicenda: Come stai,

 "ens&: Con chi stai. (essuno pensa che si possa frequentare una donna senza che cisia dietro una qualche storia. +e parli di castità, i pi* educati ti guardano increduli, glialtri si mettono a ridere#. Per molto tempo, anch'egli è stato sulla stessa lunghezzad'onda. -ll'influenza dell'am"iente già % come dire % surriscaldato, si aggiungevaforse una sorta di DNA trasmessogli dal nonno. Bacconta, con schiettezza, la mammain quel suo li"ro di memorie da cui già citammo: «Ganto vale dirlo su"ito: mio padre-rnoldo era un marito infedele#. -llora, perF 7è sempre 4imma che lo ricorda8, leamanti non mettevano in discussione «la sacralità della famiglia e la venerazione per la madre dei propri figli#. ;ggi, si preferisce andare dall'avvocato per il divorzio, a

 proposito del quale già riferimmo che ne pensi Leonardo, nel suo cattolicesimoestraneo a ogni velleità di revisionismo etico. =uando lo richiese, per il matrimoniocon Paola 7l'unico esistente, secondo la Chiesa, che non riconosce le nozze solo civili8,era "en lontano da preoccupazioni religiose. ;ra che ha visto, ora che la sua

 prospettiva è cos& cam"iata, si è convinto che quel divorzio non conta6 che,malgrado la sentenza di un tri"unale e la non convivenza, è ancora sposato alla madredella figlia, Paola. Ganto da arrivare a una sorta di paradosso: «)edo con chiarezzache, se andassi con un'altra donna, commetterei adulterio verso di lei. !""ene, Paolastessa non riesce a capire, sorride di questa che considera una stranezza...#. 5ià vi

facemmo cenno: c'è stato anche % anzi, soprattutto, stando alla sua personaleconvinzione % quell'appello alla 4adonna, che puF provocare un'estrema ironia laica7della quale, peraltro, mi conferma che non si cura8, per ridurre alla ragione ciF chePaolo, scrivendo ai Corinti, chiama «spina# o «pungiglione nella carne#. l ricorsoall'aiuto dall'-lto è un consiglio che non dimenticava di dare nel suo manoscritto acoloro che % come lui %, scoprendo la fede dopo un divorzio e un nuovo matrimonio,non volessero essere privati dell'eucaristia. Certo, una privazione risi"ile e irrilevante,

 per il mondo. 4a chi ha esperienza di fede sa quale sacrificio questa privazione possa rappresentare. Com'è noto, in tali casi la Chiesa addita una sola possi"ilità:

trasformare il rapporto da nuziale in fraterno, escludendo dunque quello che non acaso i moralisti chiamano atto coniugale. Commenta, nel suo scritto, Leonardo: «$ pratica"ile questa via (on è un impegno impossi"ile chiedere a un uomo e a unadonna che si amano di condividere la stessa vita, astenendosi perF dal rapportosessuale 4i rendo conto di quanto sia scomodo e impopolare un simile discorso inuna società come la nostra, cos& impregnata di eros#. Per lui, comunque, non è indiscussione il valore di quella che, vista da fuori, puF apparire una severità crudele chelo spirito dei tempi attuali e il rinnovamento conciliare dovre""ero, se non superare,almeno attenuare. <unque, replica cos& alle o"iezioni che tante volte gli vengonorivolte al proposito: «Perch la Chiesa nega l'eucaristia ai divorziati che si sonorisposati (on è, questa, una prova di mancanza di carità e di perdono per quei fratelliche, già colpiti nella loro vita dal dramma della separazione e del divorzio, hannocercato serenità in un'altra unione Credo che, per rispondere alla domanda, do""iamo

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tenere presenti i due concetti cardine del cristianesimo: la carit&, certo, ma anche laverit&. =uesti due valori, come ricorda san Paolo, de""ono andare sempre insieme.!""ene, la verità cristiana insegna che, nel disegno di <io, il matrimonio è perenne eindissolu"ile. La Chiesa lo ha sempre considerato come un'istituzione divina che risalealla creazione stessa dell'uomo e della donna. termini del progetto divino non

 possono cam"iare. ( noi possiamo pretendere che la Chiesa regoli il propriocomportamento e modifichi le leggi morali % di cui è semplice custode e non padrona %a seconda dei casi singoli e dei cam"iamenti della società e del costume.<all'insegnamento divino, la fede ha tratto conseguenze precise: il matrimoniocristiano rappresenta l'alleanza fra il Cristo e la sua Chiesa. Coloro che sono venutimeno all'impegno con un nuovo matrimonio non possono accedere all'eucaristia,segno per eccellenza dell'alleanza tra 5es* e l'uomo#. -l che fare, per coloro che sitrovano in situazioni irregolari , non esita a rispondere cos&: «La preghiera % cos& ciinsegna la Chiesa e cos& dimostra l'esperienza di tanti % puF dare un valido aiuto. C'è

chi lo chiede con sincerità al +ignore, pur continuando a tormentarsi. ! chi, sapendoche la castità puF essere una croce, accetta di caricarsela sulle spalle, perch cos& hainsegnato 5es* e perch sa che percorrendo questo cammino si sentirà pi* vicino alui#. <rastica, ma giustificata, date simili premesse, la sua conclusione: «-ltra stradanon c'è@#. (aturalmente, ci rendiamo "en conto che un argomentare del genere

 provoca in molti, oggi, pi* ripulsa che ammirazione. (on siamo cos& ingenui daignorare 7ci "asta, del resto, riandare alla nostra giovinezza agnostica8 la reazione diincomprensione, per usare un eufemismo, che puF provocare questo che, dal di fuori,appare un miD di elucu"razioni "i"lico%teologiche e di moralismo anacronistico, con

l'aggiunta, magari, di un pizzico di sadismo clericale. +appiamo "ene. !, altrettanto "ene, comprendiamo: è proprio in simili situazioni, in fondo estreme, che la prospettiva di fede sem"ra elevare tra gli uomini % pur di "uona volontà e in "uonafede da entram"e le parti % una sorta di "arriera invalica"ile. Ci torneremo sopra fra

 poco. 5iustizia vuole, perF, che non si dimentichi un fatto: il mio interlocutore, che siesprime in modi cos& inaccetta"ili per tanti nostri contemporanei, non si limita aesortazioni fideistiche e a parole moraleggianti. - quelle esortazioni e a quelle paroleha fatto seguire i fatti, ricominciando ogni giorno nello sforzo di vivere un idealedifficile 7è occorso, testimonia con indu""ia umiltà, l'aiuto stesso del Cielo8, ma che

accresce la gioia. Che è il maggior dono della fede, come ha sperimentato. 9nadomanda, tuttavia, si impone. a mai pensato di ricorrere ai tri"unali ecclesiastici, per sondare la possi"ilità non dell'annullamento 7come erroneamente si dice8, madell'eventuale riconoscimento di nullità di quelle sue nozze giovanili, certamentecondizionate da elementi che possono avere influito sulla loro validità +e da qualchetempo la Chiesa sem"ra largheggiare in simili riconoscimenti, non è % come pensano ilaici maliziosi o certi cattolici, feroci nel rigorismo moralistico % per fare una sorta diconcorrenza un po' ipocrita al divorzio. Come pi* volte mi hanno confermato avvocatie giudici di quei tri"unali, occorre prendere atto della realtà: l'incomprensione deisignificati e dei fini del matrimonio sacramentale è oggi tale che molte unioni, pur cele"rate in chiesa, sono davvero invalide. +cuote il capo: «+&, ci ho pensato, ma è unastrada che ho escluso: mi sem"rere""e di rinnegare la mia storia personale, con questofar riconoscere e dichiarare dalla Chiesa che, in realtà, Paola e io eravamo solo

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apparentemente sposati. 4a no: sto cos&, in fondo un equili"rio è stato rista"ilito, mi "astano i miei figli, il mio lavoro e, soprattutto, sapere che questo ha un significato.Certo, anche se non vai in cerca di occasioni, loro spesso cercano te, specialmente sehai una vita pu""lica come la mia, piena di contatti e di incontri in mezzo mondo, esei, per la natura delle cose, al centro dell'attenzione. $ successo qualche tempo fa, ad

esempio, con un'altra americana, conosciuta per lavoro. Poich lei, poi, è venuta intalia e, essendo li"era, mi ha fatto chiaramente capire che un rapporto con me potevainteressarle, con molta semplicità e altrettanta verità le ho ricordato che, io, li"ero nonmi consideravo. (aturalmente, non giudico in alcun modo nessuno, ciascuno ha la suavita, che spesso non conosciamo affatto, e ciascuno ha le sue ragioni, che <io solo puFvalutare. Parlo per me, dunque: e a me, come credente, non riconosco il diritto dirifarmi una vita, come si dice con un'espressione stereotipata#. <i solito, gli dico,quelli come lui finiscono nel pi* scontato dei classici: il rapporto con la segretaria che,da professionale, si fa affettivo e, non di rado, matrimoniale. Beagisce d'istinto: «Per 

carità, questo è il peggio@ !, lo ri"adisco ancora, non perch voglia giudicarequalcuno, ma perch è cos&, oggettivamente. (e ho grande, e tristissima, esperienza:non diretta, stavolta, ma attraverso tante vicende aziendali cui ho assistito. C'è qui la

 prevaricazione, anche se magari inconscia, dell'uomo che, dalla posizione prestigiosain cui si trova, esercita un potere emotivo sulla donna. Poi c'è il rischio gravissimo per il lavoro di lei: se la storia finisce, come spesso capita, e se 7come capita altrettantospesso8 finisce malamente, chi deve andarsene è ancora una volta il pi* de"ole. <un%que, la donna. =uesti rapporti nascono, fra l'altro, su un grosso equivoco: sul noncapire, cioè, che il tempo del lavoro è in fondo irreale, fittizio, artificioso. =uesta

donna mi capisce, a differenza di mia moglie pensa il manager della segretaria.=uando, perF, i due decidono di passare dalla vita aziendale a quella familiare, sirendono conto della differenza. 4a ormai è troppo tardi: la famiglia di lui e, se ce l'ha,quella di lei sono già state sfasciate. Proprio perch ho com"inato tutti i pasticci cheho confessato e confesso e di cui mi rammarico, ho diritto di dirlo: stiamoci attenti,l'infelicità aumenta proprio quando ci si illude di trovare la felicità a spese dellafedeltà. Jorse vale davvero il vecchio adagio: 4eglio la donna accanto alla quale tisvegli che quella con cui vai a letto...# )uole ritornare sul tema del divorzio. Jral'altro, per notare come sia curioso che i nostri contemporanei pensino di essere

moderni e adulti scandalizzandosi della rigidità della Chiesa al proposito. 4a s&, ècurioso, perch, essendo ormai all'oscuro di un vangelo che spesso rifiutano senzaaverlo mai letto, non sanno che le loro reazioni, che giudicano cos& aggiornate, sono inrealtà le stesse dei pescatori e degli artigiani dell'antica 5alilea. - "eneficio degliignari, dunque, ecco il "rano del diciannovesimo capitolo di 4atteo: «5es* disse:Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concu"inato, e ne sposaun'altra, commette adulterio. 5li dissero i discepoli: +e questa è la condizionedell'uomo rispetto alla donna, allora non conviene sposarsi#. Come si vede, lereazioni scandalizzate dell'opinione pu""lica non mancarono neppure la prima voltain cui l'insegnamento cristiano fu enunciato. $ comunque istruttiva anche la replica di5es*: «(on tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso#. $ unaconferma di quanto sopra si diceva: senza la misteriosa prospettiva della fede, lamorale cristiana appare incomprensi"ile, se non crudele e dannosa. ! ogni ricorrente

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tentazione clericale di rovesciare l'ordine logico 7che impone prima l'annuncio dellafede e poi le conseguenze morali8 non provoca adesione ma rivolta, giustificata inqualche modo da 5es* stesso: «(on tutti possono capirlo...#. Leonardo, cui è statoconcesso di capire 7senza alcun suo particolare merito, s'intende, come avviene per tutti: « 6ir sind nur 7ettler/, siamo solo dei mendicanti, diceva Lutero che % almeno

qui % vedeva giusto8, Leonardo, dunque, non solo non si scandalizza, ma vede la positività anche di ciF che, nella morale cattolica, è oggi pi* incompreso. +i spinge,addirittura, a difendere la valutazione negativa che la Chiesa dà dei rapporti pre%matrimoniali. n verità, è consapevole del rischio che corre, visto che inizia cos& iltesto che ha scritto come cappello alla trattazione del pro"lema fatta dall'amicoteologo: «l solo mettere in discussione un argomento come questo Ui rapporti

 prematrimoniali, appunto in una società che fa della prestazione sessuale la misuradella valutazione di un individuo, significa tirarsi addosso l'etichetta di oscurantista. +idà infatti il caso che, se un ragazzo o una ragazza a diciotto anni non hanno già avuto

un rapporto sessuale completo, corrono il rischio di esser "ollati come complessati orepressi. Perch "asta accennare a un discorso sulla castità prematrimoniale per su%scitare reazioni ironiche Perch il parlare di un gesto di donazione totale e reciprocada parte dell'uomo e della donna provoca una reazione di ilarità, se non di scherno#.- questi perch, una risposta lui l'ha trovata. <unque, non esita a suscitare la

 perplessità, forse, degli stessi figli, parlando loro della "ellezza di un ideale che cos&,testualmente, definisce: «L'amore consiste anche nel non consegnare il corpo aicapricci dell'eros ma nel donarlo alla persona con cui si dividerà la vita#. !, sempre aquei suoi ragazzi, ricorda una verità oggettiva, difficilmente confuta"ile anche al di

fuori della prospettiva di fede: i molti, crescenti guai del tri"olato rapporto tra maschioe femmina vengono dalla dissociazione tra sesso e amore, tra eros e agape, per dirlaalla greca. +e qualcuno pensava che simili convinzioni fossero ormai appannaggiosoltanto di anziani frati fuori dal mondo o di professori di etica senza esperienza divita, eccolo servito: possono anche venire da chi il mondo, pure nel senso pi*esplicito, l'ha conosciuto "ene. ! forse, come dice egli stesso, proprio per questo puF

 permettersi di parlare cos&. (aturalmente, poich neppure noi siamo nati ieri, ancorauna volta ne siamo del tutto consapevoli e ancora una volta lo ri"adiamo: discorsi delgenere possono sem"rare, prima ancora che moralistici, visi"ilmente na8s. 4a la

na8veté, l'ingenuità, non potre""e stare, per caso, dalla parte di chi fosse ancoraconvinto che la cosiddetta rivoluzione sessuale 7la sola rivoluzione degli ultimi duesecoli % ha osservato qualcuno % che a""ia avuto successo8 ha davvero aumentato lafelicità degli uomini e delle donne -ncora una volta, guardando ai risultati, non

 potre""ero essere i semplici, in senso evangelico, a vedere meglio e pi* in profondodi certi maestri secondo il mondo - chi, comunque, indulga ancora ai soliti, ripetitivi,ormai consunti slogan, Leonardo è pronto a replicare cos&: «C'è un laicismodisinformato % lo incontro di continuo % che dà del cristianesimo un'immaginecaricaturale. $ quello che sostiene che questa religione sare""e la nemica implaca"iledella sessualità e dell'eros. ?e', io dico che "astere""e leggere, nell'-ntico Gestamento,il Cantico dei Cantici, o le molte riflessioni che 5iovanni Paolo l ha dedicato all'amo%re, pure a quello umano, per rendersi conto di che cosa sia la fede vera, anche inmateria sessuale#. $ chiaro che, in un uomo del genere, la possi"ilità dell'a"orto non

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trova nemmeno uno spiraglio. -nche se, pure qui, nel doveroso rispetto per il misterodelle coscienze: «La scienza genetica ha dimostrato in modo inequivoca"ile chenell'uovo fecondato c'è l'intero codice del futuro uomo, dal colore degli occhi allaforma delle la""ra: dunque, il mistero della vita ha inizio sin dalla fecondazione. !ccoallora spiegato anche razionalmente il no fermo della Chiesa all'interruzione di ogni

gravidanza. ;gni em"rione è una creatura, che va trattata e rispettata come tale. +onoanche convinto che è da respingere ogni tentativo di giustificare la soppressione difuturi nati perch malati o handicappati. (on possiamo essere noi a decidere chi èadatto a vivere eliminando chi, a nostro parere, non lo sare""e. La Chiesa ha ragionenel ricordare che non solo la fede ma, innanzitutto, la ragione sta dalla parte delladifesa della vita#. (eppure queste sono cose facili da dire in un mondo come il suo.-nzi, nel mondo di noi tutti, ch ovunque è penetrata la mentalità che "en sappiamo.<ice, comunque: «(aturalmente, non manca chi mi dà del "igotto integralista. 4a ioosservo un fenomeno contraddittorio: chi protesta sdegnato ogni volta che la Chiesa

alza la voce per deprecare una legislazione come quella attuale, che è contro la vita, èanche il primo a scendere in piazza per protestare altrettanto sdegnato contro la pena dimorte negli +tati 9niti o ovunque altrove... <unque, sare""e intollera"ile dare la morteall'assassino e invece civile e progressista uccidere l'innocente per eccellenza comeèquel feto che già contiene l'uomo tutto intero#. Come al solito, perF, fa appello aquell'ottimismo che lo contrassegna e che rientra, in fondo, nel suo temperamento

 positivo di imprenditore, di uomo d'azione. $, infatti, convinto che stia pian pianofacendosi strada una mentalità diversa rispetto a quelli che furono gli anni di piom"oanche per l'etica: «=ualche tempo fa, a Cortina, degli amici mi fecero una confidenza

significativa. 4i dissero: (oi, nel referendum del 13M1, avevamo votato senzaesitazione a favore dell'interruzione di gravidanza legalizzata. n totale "uona fede pensavamo davvero che fosse una conquista di civiltà, un segno di modernità. !ppure,da qualche tempo sospettiamo che in quella nostra sicurezza ci fosse qualcosa dis"agliato. 4i è sem"rata un'autocritica sincera e, in fondo, non sorprendente. +are""estata inconcepi"ile sino a una decina di anni fa, ma non oggi. !ravamo infatti convinti,sino a tempi recenti, di avere tutte le risposte per tutte le domande. -desso, se nonaltro, si comincia a capire che molte di quelle risposte non funzionano pi*: e, magari,che era s"agliato persino il modo con cui ponevamo le domande. C'è da aspettarsi che,

 prima o poi, si finisca con lo scoprire che il presunto oscurantismo della Chiesa suquesti temi etici era in realtà una difesa preveggente, anzi profetica, del vero "enedell'uomo. <el resto, non sare""e la prima volta#. !ccolo, dunque, scommettereancora una volta sulla verità dell'insegnamento di una Chiesa che % ne è convinto % èquella che vede giusto, quella che trae le conseguenze pi* coerenti dall'insegnamentoevangelico. 5ià, del resto, me l'aveva detto, e senza esitazione: non riuscire""e a nonessere cristiano6 ma non riuscire""e neppure a non essere cattolico. +e, ancora unavolta, confronto la mia esperienza con la sua, mi pare che le cose siano state per lui %come dire % pi* agevoli, pi* spontanee. (ella quindicina di pagine che premisi aVarcare la soglia della Speranza, mi venne di scrivere, sin dalle prime righe, qualcosache non piacque a molti, in certi am"ienti di Chiesa. n effetti, dicevo della mia sceltadi starmene appartato in un angolo, «lontano da ogni palazzo importante: politico,culturale6 e pure religioso#. ! aggiungevo: «(on fu l'insospetta"ile Nacques 4aritain,

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carissimo a Paolo ), che % scherzando, ma forse non del tutto % raccomandF a chivoglia continuare ad amare, e magari a difendere, il cattolicesimo una frequentazione

 parca, misurata di certo mondo cattolico#. =ualcuno si offese, e me lo fece anchesapere. 4a non dovette essere cos& per il papa, che lesse, con ovvia attenzione, ilmanoscritto e non mi chiese di togliere quelle parole. -nzi, magari s"aglio, ma mi

 piace pensare che a""ia sorriso, comprendendo ciF che volevo dire. (on era sempre4aritain 7"en noto a Varol OoItAla, vecchio docente di filosofia8 che distingueva tra ilmistero fascinoso e di insonda"ile ricchezza della Persona della Chiesa e laquotidianità, talvolta non entusiasmante, del personale della Chiesa =uel cheintendevo dire lo capisce "ene, ovviamente, anche 4ondadori, ma ci tiene a precisare:«+ai, è indu""io che, pure qui, sono stato un privilegiato. 4i è stato dato difrequentare su"ito i piani alti della Chiesa. (on vorrei, s'intende, essere frainteso esem"rare elitario o schizzinoso: voglio dire che la Provvidenza mi ha permesso divenire in contatto con persone che, alla grande levatura spirituale, univano un'ottima

cultura e anche un gusto coltivato. +o anch'io, naturalmente, che c'è una sorta di 'itschcattolico che nulla ha a che fare con la sacrosanta semplicità evangelica6 che c'è,talvolta, una melassa sentimentale che è una caricatura dello stile del Cristo, virile nelsenso pi* alto e remoto da retoriche sdolcinate. ; c'è, talvolta, un per"enismo, un

 "uonismo conformista "en lontano dal vigore della carità autentica. ! so anch'io, comete, che ciF è "en poco attraente per chi viene da fuori. 4a io, questo, non l'hosperimentato direttamente. Gi dirF di pi*: mi sem"ra che, proprio all'interno dellaChiesa, il livello umano, sul piano qualitativo, sia nettamente superiore a quello che siriscontra fuori. n questo spesso misconosciuto mondo cattolico ho incontrato, e

incontro, persone di prim'ordine, con le quali riscopro il piacere d'imparare. Gi accorgiche hanno una finestra aperta su una dimensione che non esiste da nessun'altra parte.<all'incontro con certi cardinali, con certi vescovi, anche con certi sacerdoti o laicicattolici si esce pi* ricchi e ritemprati: ti aprono prospettive "en pi* ampie di quelle diuna cultura laica che, peraltro, quasi non esiste pi*. Bicordo, da ragazzo, che cosa fos%sero certe cene o certi ricevimenti nella casa milanese del nonno o nella villa sul lago:c'erano persone straordinarie che non sem"rano avere avuto eredi#. <unque, standoalla sua esperienza, la crisi delle vocazioni che ha stornato tanti giovani dall'impegnototale nella Chiesa, nonch la crisi della formazione in noviziati e seminari che hanno

su"ito certamente degli s"andamenti, non hanno ridotto a un ricordo la "uona qualitàdel personale cattolico «- me non pare. Per dirla con una "attuta, forse lo si deve alfatto che, a differenza degli altri, questi cattolici di giorno lavorano ma poi, di sera emagari di notte, studiano... # - che ora lo facciano, non lo so. +ta di fatto che io stessol'ho constatato: divenire cristiano significa raddoppiare l'impegno, almeno sul pianoculturale. n effetti, alla pari dei miei colleghi laici, leggo % e quando ne val la pena,studio % i loro stessi li"ri, i loro stessi giornali, sui quali, del resto, rni sono formato, eche, ovviamente, mai ho pensato di rinnegare o anche solo di trascurare. Poi, adifferenza di loro, per i quali esiste un'unica prospettiva, leggo e studio anche i li"ri e igiornali che giungono dal vasto mondo religioso, spesso ignorato come se fosseirrilevante, ma dove non è affatto vero che tutto sia sempre e solo su"cultura. -nche setanti colleghi e amici non lo sanno6 n nulla fanno per saperlo. Comunque, se nonlesino tempo e denaro per impinguare una già troppo ingom"rante "i"lioteca con opere

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sia sacre sia profane, questo faccio non dimenticando mai, naturalmente, che non èaffatto la cultura % in senso accademico, illuministico % il "ene supremo. +ono, anzi,sempre consapevole che proprio una simile cultura puF essere talvolta pi* un ostacoloche un aiuto per quella salvezza % e salvezza eterna % che è, essa s&, il "enesupremo, summum bonum, in una prospettiva di fede. Leggo e studio, dunque. !ppure,

sempre consapevole che, ogni volta che il Cielo ha voluto comunicarci qualcosa diimportante, non ha scelto come strumento un intellettuale o un nota"ile, ma qualcunocome l'analfa"eta ?ernadette +ou"irous, quella di Lourdes, che è il paradigma dei1'senza cultura secondo il mondo e dei veri esperti della  scientia salutis, la scienzadella salvezza. +cienza sulla quale ogni vecchina 7se ancora ne esistono8 delle primemesse del mattino sa "en di pi* del corpo accademico di tutte le università d'!uropa edelle -meriche. (aturalmente, da lettore quotidiano del vangelo qual è ormai da unadecina d'anni, nemmeno Leonardo dimentica che 5es* ha ringraziato il Padre perch«ha nascosto ciF che davvero importa agli intellettuali e lo ha rivelato agli ignoranti#.

+a "ene come nella storia della santità ci sia gente di ogni tipo, fra cui geni, dotti ederuditi straordinari6 con, perF, una netta prevalenza di uomini e di donne a cui nessunsalotto culturale avre""e aperto le porte. Jra i dottori della Chiesa, canone supremodella cultura cattolica, c'è anche santa Caterina da +iena, che a stento sapeva leggere eche solo verso la fine della vita imparF a scrivere. n effetti, Leonardo mi precisa chela sua sorpresa per il livello qualitativo di molti che incontra nella Chiesa noncomprende soltanto le persone del giro elevato, ma si estende anche a certe figure dimissionari, di religiosi, di parroci di provincia, come il suo amico don Cosimo, di;stuni. 4i parla pure, ammirato, di suore e di suorine. Come le tre che, ogni anno,

incontra a Cortina e delle quali ammira non solo le virt* umane ma anche lasapienza. Che non si "asa su diplomi e lauree 7che pure spesso non mancano8 ma,innanzitutto, su quella enigmatica e al contempo tangi"ile conoscenza di ciF chedavvero conta e che la Gradizione chiama sensusidei. convertiti di qualche decenniofa, gli ricordo, "ussavano alle porte di una Chiesa che dava davvero l'impressione diuna munita cittadella, di una rocca inespugna"ile perch immuta"ile sulle suefondamenta teologiche, liturgiche, morali, devozionali. 9n mondo, quello cattolico,davvero diverso, con una sua lingua, un suo codice, una sua prospettiva separati daogni altro. l motto dei Certosini % il pi* sta"ile, forse, e il pi* austero tra gli ordini

religiosi % ricordava, con secchezza orgogliosa e, al contempo, umile: Stat crux dumvolvitur orbis, la croce sta ferma mentre il mondo gira. 9n motto che, in fondo, potevaapplicarsi alla Chiesa intera. Convertirsi, allora, significava davvero varcare unasoglia, entrare in una dimensione altra, essere ammessi in una comunità separata e

 parallela, spesso e volentieri antagonista rispetto al mondo. - Leonardo, invece, ètoccata l'esperienza dell'ingresso in una Chiesa postconciliare dove molte cose sonomutate, dove è stato operato ogni genere di cam"iamento e di apertura e che haconosciuto rilanci e al contempo crisi, incertezze, travagli fra antico e nuovo. 9naChiesa che, in pochi anni, ha conosciuto fra l'altro la pi* grave emorragia di sacerdotie di religiose della sua storia due volte millenaria. +e i pareri differiscono e i "ilancidegli effetti del )aticano l non sem"rano ancora pratica"ili, una cosa almeno ècerta:nel "ene o nel male che sia, è una Chiesa assai diversa da quella in cui anche Leonardoèstato "attezzato. 9n pro"lema, per lui (o, non è affatto un pro"lema, mi dice deciso.

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Come a ogni convertito, non gli interessano quelle dispute clericali, quellecontrapposizioni su come riformare l'istituzione ecclesiale che in questi decenni hannodilaniato chi già era dentro e poteva permettersi di gettare tempo ed energie per simili pro"lemi. (ella Chiesa, lui cercava innanzitutto i sacramenti: il perdono dei

 peccati, il nutrimento dell'eucaristia6 qui, si attendeva di sperimentare la testimonianza

della carità fraterna. =uesto l'essenziale che, grazie a <io, non è venuto meno. n ognicaso, la sua reazione alla situazione che ha trovato nella Chiesa, entrandoci, è tipicadella prospettiva cattolica, con la sua fiducia nel successore di Pietro, vicario di Cristostesso in terra: «Con un papa come quello che a""iamo, come si puF parlare di crisi -me "asta seguirlo, mi fido del suo 4agistero e lascio agli specialisti tante teorie einterpretazioni. Ge lo dicevo: rifuggo dalle complicazioni, non amo tutte le pro"le%matiche sollevate da certuni. l vangelo, ai fedeli come me, appare chiaro e semplice,almeno per ciF che considero essenziale. - proposito del papa: ricordo quando suigiornali capitava di rado di leggere qualche informazione che riguardasse la Chiesa. !

invece, ora non c'è parola o iniziativa di 5iovanni Paolo l che non sia rilanciata ecommentata dai media: la ?uona (otizia è tornata a fare notizia. Che crisi è, allora4a poi, se ho qualche pro"lema mi rileggo il Catechismo che proprio questo ponteficeha voluto e che conferma, seppure in un linguaggio adeguato all'oggi, la Gradizione disempre. (on dimenticando mai che, nella Chiesa, nessuno è solo, non si vive una fedeindividualista: la direzione spirituale da parte di un sacerdote sicuro serve anche adaiutarci per seguire senza errori n deviazioni la rotta della fede#. •  =uella suadirezione spirituale, non lo dimentico, è affidata a un';pus <ei di cui mi sono "en notela solidità e la sta"ilità. n questa mitica ;"ra non c'è mai stato posto non si dice per 

una impensa"ile contestazione, ma nemmeno per quegli esperimenti spericolati, per quelle interpretazioni azzardate dei documenti conciliari che hanno segnato i primivent'anni dopo il )aticano l e che hanno portato non pochi istituti religiosi a rischio diestinzione. Gra le scoperte che feci, quando indagavo sulla Prelatura, ci fu pure questa.

 (egli anni +ettanta e ;ttanta si succedettero vari catechismi ad experimentum: ogniConferenza episcopale, cioè, pu""licava dei testi, dichiaratamente provvisori, chetentavano nuove sintesi della dottrina cattolica alla luce del rinnovamento conciliare.+oltanto nel 133E la +anta +ede diede alle stampe il testo, definitivo e normativo per levarie edizioni nazionali, del (uovo Catechismo. !""ene, da quanto scopersi, solo

allora nell';pus <ei si cessF di fare riferimento ai catechismi preconciliari: quello diGrento e quello detto di san Pio W. +i era lasciato, cioè, che si esaurisse la stagioneconfusa degli esperimenti, continuando a "asarsi, in attesa di documenti ufficialidella Chiesa romana, su un testo vecchio ma che il Concilio non aveva certoa"rogato. nsomma, in mani come quelle dei discepoli di monsignor !scrivà de?alaguer neppure un convertito della fine del ventesimo secolo rischiava di entrare nelvortice dell'insicurezza anche dogmatica che per qualche tempo è sem"ratacontrassegnare 7e, forse, ancora contrassegna8 taluni am"ienti cattolici. =uelli per iquali il )aticano l non fu semplicemente il ventunesimo concilio ecumenico dellastoria della Chiesa ma un nuovo, mitico inizio, una frattura nella continuità della storiaecclesiale. )iene da una formazione alla fede come quella che ha avuto la ventura diincontrare la tranquillità che constato in Leonardo, il quale, fra l'altro, giusto a

 proposito ditemi contestati, prevedeva di dedicare un capitolo del suo vademecum

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addirittura al celi"ato sacerdotale. Puntualizza: «l sacerdozio è in crisi, mi dicono intanti, perch il prete non sa pi* rispondere alle sfide del mondo contemporaneo. lmotivo (on essendo sposato, non ha l'esperienza di vita familiare e sociale che gli

 permettere""e di conoscere meglio le esigenze dei fedeli e quindi di esercitare inmodo pi* efficace il suo ministero#. -nche qui, invece che a considerazioni teoriche,

fa appello alla sua concreta esperienza di vita cristiana: «Per quanto constato, questa èun'o"iezione che non trova conferma. Conosco molti sacerdoti che vivono li"eramentee serenamente il loro celi"ato. ! che, avendolo scelto come vocazione, si sentono, eappaiono, pienamente realizzati sia come uomini sia come ministri di Cristo. 4i rendoconto che vivere una simile chiamata nella nostra società non è facile. Gutto sem"racongiurare contro il celi"ato: dalla vita sempre pi* secolarizzata e edonista, al

 "om"ardamento mediatico, alle analisi di quei sessuologi e antropologi secondo i qualila scelta della castità sare""e addirittura una sorta di masochismo dannoso alla salute,sia fisica che psichica. =uando affronto questo tema con dei preti amici, di solito mi

sento rispondere senza analisi sociologiche n citazioni scientifiche: Ci siamodedicati interamente a Cristo, 'scandalo e follia secondo il mondo', come dice sanPaolo e, sulla sua parola, cerchiamo di vivere la nostra chiamata, celi"ato compreso,nel modo pi* positivo possi"ile. !, cioè, come testimonianza a <io e come disponi"i%lità totale per gli uomini#. Parole semplici, come si vede. 4a importanti, perch fruttodi incontri positivi. Lo confesso, vi trovo conforto. 4i confermano che, malgradotutto, ci sono ancora persone e am"iti che non deludono le attese, in questa vecchiaCatholica, apparentemente cos& acciaccata, ma, per chi la conosca davvero % edall'interno %, ricca di una vita che sempre si rinnova. Comunque, pure Leonardo fa

 parte della schiera numerosa di quei laici che non riescono a capire perch certisacerdoti, oggi, pretendano di essere come tutti gli altri, a cominciare dai modi, dalleespressioni, dal vestito. -nch'egli % come tanti, fra noi % li vuole, al contrario, diversi,testimoni su"ito riconosci"ili del mistero del Cristo che è entrato nella storia, che l'ha

 presa interamente su di s, ma che ha raccomandato ai suoi di essere nel mondo manon del mondo#. <i gente come noi, ne a""iamo fin troppa. CiF di cui a""iamo

 "isogno è di qualcuno che, segnato dall'enigma dell'ordinazione sacerdotale, non siacome noi ma sia strumento 7seppur sempre inadeguato, com'è di ogni condizioneumana8 attraverso il quale passi l'amore, il perdono, il conforto del vangelo. La Chiesa,

secondo lui, dovre""e utilizzare meglio le sue risorse, a cominciare da quelle me%diatiche. L'«;sservatore Bomano#, ad esempio: «$ il quotidiano della +anta +ede,dunque della multinazionale pi* antica e ancor oggi pi* estesa e ramificata delmondo, con occhi e orecchie "en aperti in ogni angolo della terra. =uel giornale, cheavre""e potenzialità immense, che potre""e s"aragliare qualunque erald Gri"une,il quotidiano attualmente pi* diffuso a livello internazionale, continua ad avere unacircolazione limitata, quasi solo fra addetti ai lavori. Lo confesso: mi piacere""emettere la mia esperienza di editore al servizio di un progetto del genere#. 4a non èsoltanto editore, è anche fortunato organizzatore di importanti mostre d'arte, alcunedelle quali hanno fatto epoca, in sedi prestigiose e con clamorosi riscontri di pu""lico.!cco allora che quella sua voglia di fare, di rendersi utile, si indirizza pure in questadirezione: «<a tempo sto cercando di convincere alti prelati, funzionari vaticani,autorevoli laici cattolici dell'opportunità di organizzare una grande mostra sulla

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?i""ia. L'idea è questa: far vedere come i maggiori artisti dell'umanità a""ianoillustrato il (uovo Gestamento, dall'-nnunciazione all'-scensione di 5es* al cielo,sino alla Pentecoste. 9na simile esposizione, che dovre""e chiedere colla"orazione aimaggiori musei del mondo, confermere""e come, per oltre mille anni, il vangelo siastato il perno, il cuore, il motore della cultura. -ltro che cristianesimo oscurantista@ 9n

ulteriore o"iettivo dell'iniziativa sare""e aiutare il +anto Padre a realizzare il suodesiderio di rendere pi* stretti i rapporti con l';riente cristiano, cos& che la Chiesa %come dice % possa tornare a respirare con entram"i i polmoni. (ella mostra, infatti,sare""e "en presente l'apporto straordinario dato alla storia della cultura non solo dalcattolicesimo ma anche dall'arte greco%slava#. - proposito di cose da fare 7o da nonfare8, c'è chi èconvinto che l'indirizzo delle strategie culturali sia determinato, oltre chedal mercato, pure dalla pressione di lobbies  pi*o meno occulte. dietrolo gi nesussurrano i nomi: massonica, e"raica, persino omosessuale... !""ene: la 4ondadori,massimo gruppo editoriale italiano, uno dei maggiori in !uropa, dovre""e essere tra i

luoghi preferiti per simili, segrete manovre. ta risposta è netta: «-nch'io, ovviamente,ne ho sentito parlare. Gi do perF la mia parola che, in trent'anni di lavoro, non me nesono mai accorto, che mai mi è sem"rato che qualcuno fosse influenzato occultamenteda qualcun altro#. Parole che confermano anche la mia convinzione, nata da un'ormailunga esperienza: i miei testi, anche talvolta cattolici sino alla provocazione, nonsono stati mai rifiutati da laicissimi editori. -l contrario, sono questi che, sempre, lihanno sollecitati per i loro cataloghi. (, una volta pu""licati, hanno mai su"ito

 "oicottaggi o altre forme di ostilità, nella complessa e delicata catena che va dallaredazione, alla stampa, alla distri"uzione, alla li"reria, sino al lettore. ! questo, ne

sono certo, non per edificanti motivazioni di tolleranza, di rispetto, di pluralismo ma,vivaddio, per il sano interesse concreto di ciascuno. n effetti, il rètore che siscandalizza che il li"ro sia considerato come un prodotto fra gli altri, e che fa ilmoralista verso quella che chiama 1' industria culturale, non tiene conto di unvantaggio non irrilevante. =uando le ragioni economiche sono prevalenti 7com'èdoveroso per un'impresa privata qual è una grande casa editrice8 scompaiono le

 preclusioni ideologiche. <unque, la sacrosanta attenzione ai "ilanci fa si che, qualeche sia il contenuto di un li"ro % foss'anche intollera"ilmente cattolico %' esso sarà

 pu""licato, purch a""ia una ragionevole possi"ilità di vendere un numero di copie

sufficiente a ripagare le spese e, magari, a portare qualche utile. ;gni titolo, al pari diogni oggetto posto in vendita, non è che un'offerta che deve intercettare una domanda.Proprio perch "en conscio di questo, mai mi sono illuso che quanto sostengo nei mieili"ri susciti l'adesione convinta dei miei editori, n metto in conto ragioni di simpatiaumana che li spingano a offrirmi ospitalità nelle loro collane. +o "ene, da realista, chele ragioni che prevalgono sono quelle di "ilancio6 che ciF a cui si mira, cui si devemirare per non chiudere, è il superamento della soglia critica fra spese e ricavi.<unque, l'ingresso della cultura nel deprecato mercato puF rivelarsi un fattore di li%

 "ertà: the open societ!, la società aperta cara a Varl Popper 7e, per quanto conta, caraanche a noi due che in masseria conversavamo8, passa anche dal li"ro, consideratocome prodotto dal quale ricavare un giusto utile. +e questo mancasse, ecco mtervenirei politici e altri mecenati e finanziatori, sospetti e inquietanti. $ proprio con i

 "ilanci in rosso, e non con un'industria editoriale con i conti

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a posto, che la li"ertà culturale è in grave pericolo. (aturalmente, perF, questeconsiderazioni che facemmo tra noi accre""ero lo sconforto per certa irrilevanza, nelgiro che conta, della presenza cristiana. +e questa, da tempo, non appare, o appare inmodo episodico, sul grande palcoscenico del mondo, non è per qualche congiura,come spesso si sospetta, a fini consolatori, in am"iente cattolico. La colpa non è di

inesistenti gruppi di cattivissimi complottardi, ma della de"olezza, della timidezza,spesso della inadeguatezza di quella proposta. 9n'offerta de"ole, insomma, incapace disuscitare un'attenzione tale da non mandare in perdita lo sventurato editore. n ognicaso, ne convenimmo, c e qui un motivo in pi* per dedicarsi a un esercizio di cui i cre%denti dovre""ero avere qualche pratica: l'esame di coscienza.

IV

! poi, a un certo punto, ci mettemmo a parlare di soldi. !ra inevita"ile: dovevamo pur farlo, prima o poi. n effetti, stando all'immaginario corrente, a ogni conversionedovre""e seguire, immanca"ile, 1' effetto san Jrancesco: una spettacolare rinuncia ai

 "eni, la vendita di ogni avere a favore, di preferenza, di cause in quel momento politi%camente corrette, infine tutto il resto della vita in povertà. Come l'uomo d'-ssisi, maanche come l'al"anese di Calcutta, madre Geresa: non solo poveri, e meglio ancora semendichi, ma anche dedicati interamente a cause "enefiche. ! invece, eccoci qua a

 parlare di 5es* Cristo seduti su confortevoli divani, nel grande soggiorno di un'anticamasseria signorile ristrutturata con molta cura. !, ovviamente, con altrettanta spesa.

 (essuno di noi due, poi, indossa tele di sacco n ha sandali sui piedi scalzi, in questoinverno impietoso. ! neppure, terminato di parlare, ci affaccenderemo attorno a un

 paio%lo per prepararci una zuppa di er"e, ma attenderemo di essere convocati da una

domestica che, mentre noi conversiamo, sta cucinando semplici ma sapidi piatti pugliesi. Gornati poi, tra qualche giorno, alle nostre case padane, non fasceremo piaghe, n ci aggireremo nottetempo per salvare dal rac>et mafioso schiave del sesso,ma continueremo il nostro lavoro tra li"ri e giornali. ;ddio, non si pensi, per questonipote di -rnoldo, a un re Creso. Besta perF il fatto che non è per nulla indigente,grazie anche a uno stipendio adeguato alla responsa"ilità della presidenza di un grandegruppo industriale. 4a allora, Leonardo, come la mettiamo con questa faccenda difede e di denaro La sua risposta non è quella di chi sia tormentato da un complesso6anzi, è una risposta serena e sicura, pur priva di arroganza: «(aturalmente, mi

interrogo con sincerità, per essere sicuro di non crearmi degli ali"i o delle scuse. +ono perF convinto che il pro"lema non sia quello della ricchezza ma quello della li"ertàdavanti a essa. C'è chi ha come scopo il far soldi. ! c'è chi, pur facendo "ene il suomestiere % e, dunque, ricavandone, legittimamente, un guadagno %, non li considera ilfine della sua vita. ! non dimentica mai che, di per s, il denaro è % come dire % neu%tro: puF servire a compiere del gran male ma anche del gran "ene. PuF essereimpiegato per fini egoistici o puF essere messo, per quanto è giusto, a servizio deglialtri. n ogni caso è necessario il distacco: farsene un servo, non un padrone. Poich misforzo affinch sia cos&, non ho pro"lemi di coscienza, non mi propongo di cam"iaremestiere n di rinunciare all'emolumento che vi corrisponde. l mio confessore me loripete spesso: +ei in una condizione privilegiata, tuo dovere non è rinunciarci, "ens&utilizzarla al meglio per il "ene#. l fatto è che Leonardo 4ondadori è guidato suisentieri della fede da un direttore spirituale di quell';pus <ei il cui fondatore ripeteva:

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«<i cento anime, a noi ne interessano cento: quella del campesino delle -nde comequella del "anchiere di Oall +treet#. -nche a quest'ultimo % al finanziere, cioè %monsignor !scrivà era pronto a raccomandare di pensare a tutto, tranne che a lasciarela sua "anca. -nzi, se accettava il vangelo, diventava per lui un dovere anche spiritualetendere alla santità non fuggendo dalla sua professione ma, al contrario, sforzandosi di

diventare il migliore, il pi* stimato dei "anchieri. ! dunque, come logica conseguenza, pro"a"ilmente pure il pi* ricco. Propositi e raccomandazioni, questi del santoaragonese, che dovre""ero essere ovvi per qualunque cristiano. l (uovo Gestamentostesso indica il programma per coloro che hanno "eni in questo mondo. $ nel finaledella prima lettera di Paolo a Gimoteo: «-i ricchi raccomanda di non essere orgogliosi,di non riporre la speranza sull'incertezza delle ricchezze ma in <io... di fare del "ene,di arricchirsi di opere "uone, di essere pronti a dare, di essere generosi, mettendosicos& da parte un "uon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera#. +iamo, comesi vede, "en lontani dal dovere 7almeno per tutti, salvo particolari chiamate8 di lasciare

ogni cosa, ma ci troviamo davanti all'esortazione a usare quelle cose per i fini "enefici che l'apostolo indica con chiarezza. !, invece, la non esclusione di alcunodalla vita cristiana, neppure dei "anchieri, da parte di maestri di spirito alla !scrivà de?alaguer, pur elevati dalla Chiesa all'onore degli altari, suscita resistenza se non ad%dirittura scandalo in vasti settori cristiani, toccati da un sospetto di demagogia chesem"ra avere poco a che fare con il vangelo. =uello autentico, non quello rivestito,magari inconsciamente, da categorie comunisteggianti, con il loro materialismo,secondo il quale non ci sare""e altra povertà se non quella economica. <i questo,dunque, Leonardo e io a""iamo parlato piuttosto a lungo: era opportuno, vista l'incro%

stazione, qui, di equivoci sentimentali e di pregiudizi ideologici, se non di lettureincomplete della +crittura stessa. 4i è sem"rato che valesse la pena di annotarealmeno qualcosa di quei nostri discorsi, non irrilevanti per chi si interroga sulla fede ele sue conseguenze. n effetti, come il mio interlocutore mi confermava, davanti a una

 predicazione populistica che ancora oggi % e da molto tempo % viene anche da certisettori cattolici, sono molti coloro che esitano sulla porta, chiedendosi se e come laloro condizione sociale non indigente possa accordarsi con lo status di credenti. Pi* diun secolo di propaganda marDista ha lasciato le sue tracce inquinanti anche su non

 poca pastorale corrente. muri di tutte le ?erlino sare""ero crollati invano e la

memoria di decine di milioni di martiri disprezzata, se non si procedesse a far pulizia. (on si tratta, naturalmente, di mettere d'accordo in modo fur"esco <io e 4ammona,ma di cercare di fare verità sul significato della Bivelazione, cos& come fu intesa e

 praticata nella Chiesa per diciotto secoli prima delle ideologie collettiviste. <iriscoprire, cioè, la prospettiva cristiana di quando il clero non metteva al "andonessuno, quale che fosse quella che oggi chiameremmo dichiarazione dei redditi6 n

 praticava opzioni preferenziali per alcuna categoria sociale ed economica, tutticonsiderando figli dello stesso <io e tutti esortando al distacco, alla li"ertà dalle cose,alla generosità verso i fratelli pi* "isognosi. n ogni caso, chiunque legga il (uovoGestamento senza paraocchi ideologici, non puF non essere d'accordo con ;scar Cullmann, uno dei pi* grandi "i"listi e teologi protestanti del secolo ventesimo 7e deltutto insospetta"ile perch classificato di area progressista, se proprio si voglionousare questi schematismi di origine politica8: «5es* non chiama i poveri alla rivolta

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 "ens& i ricchi alla solidarietà#. l delirio marD%leninista, del quale parteciparono settoriclericali ingannati dalle sue apparenze evangeliche, fu il pi* disastroso e sanguinano,ma non fu il primo. (ei secoli, la Chiesa cattolica ha dovuto fronteggiare di continuomovimenti ereticali invasati dall'ossessione pauperista. +e in passato, perF,quell'ossessione aveva motivazioni ascetiche, spirituali, a partire dall';ttocento, sino a

noi, è mossa da ragioni politiche, come mostrano certe teologie dove % pi* che l'amore per i poveri % sem"rano risuonare l'odio e l'invidia per i ricchi. +empre il 4agistero hadovuto com"attere utopie di estremisti o propagande di ideologi dimentichi dellacomplessità cristiana, dove tutto va accordato con tutto e dove la caratteristica cheovunque domina è l'equili"rio dell'et%et, mai la disarmonia dell"aut-aut. Per stare aldenaro, esso puF essere sia un pericolo sia un'opportunità, sia un ostacolo alla salvezzasia un mezzo per procurarsi grandi meriti. n effetti, la vita cristiana altro non è cheseguire il Cristo, sforzandosi di imitarlo: «=uello che ho fatto io, fatelo anche voi# è il

 programma che ha lasciato ai suoi. !""ene, rileggendo il vangelo, si scopre che non

hanno alcuna "ase le rappresentazioni troppo frequenti di un 5es* indigente se nonmisera"ile. 9n proletario, per dirla, appunto, alla marDista. n realtà, colui che per icredenti è il 4essia annunciato dai profeti d'sraele non apparteneva ai ceti pi* "assima alla classe media, certo non disagiata. l termine greco con cui i vangeli indicano la

 professione di 5iuseppe, té'ton, è tradotto quasi sempre con falegname, ma 7tutti i "i"listi sono d'accordo8 significa in realtà qualcosa come lTimprenditore, titolare diun'azienda per la costruzione, pi* che di mo"ili, di serramenti e di attrezzi in legno. <asan 5iustino martire, palestinese e lontano parente di 5iuseppe, sappiamo che illa"oratorio di costui era rinomato, non solo a (azaret ma in tutta la 5alilea, soprattutto

 per la costruzione di aratri in legno e gioghi per "uoi. Produzione specializzata,dunque, con conseguenti "uoni ricavi. $ in questo am"iente sottratto alla povertà daun'operosità intelligente che 5es* trascorse i suoi primi trent'anni. =uanto alla pur no"ilissima poesia pauperista del presepe 7non a caso inventato da Jrancescod'-ssisi, con la sua personale vocazione all'indigenza: una chiamata preziosa, questasua allo spogliamento radicale, ma che sare""e erroneo generalizzare8, quanto,dunque, alla nascita a ?etlemme in una grotta, per mancanza di mezzi economici: "e',questo è certo commovente per "am"ini, anime "elle e predicatori popolari. 9nasimile lettura, perF, ignora la precisazione di Luca: se 4aria e 5iuseppe erano l&,

 pro"a"ilmente in una stalla 7si parla di «mangiatoia#8 che serviva, in emergenza, dadépendance del caravanserraglio, è perch «non c'era posto per loro nell'al"ergo#. !non c'era posto non perch la coppia venuta dalla 5alilea non avesse denaro, ma per%ch % è lo stesso evangelista che lo precisa % la piccola ?etlemme era affollatissima dagente venuta per il censimento. (eppure dovette essere misera"ile l'esilio in !gitto,

 per sfuggire a !rode. =ui siamo informati da 4atteo, che ci racconta degli enigmatici«4agi venuti dall';riente# per venerare il "am"ino e che «aprirono i loro scrigni e glioffrirono in dono oro, incenso e mirra#. Poich non si dice che quei regali principeschisiano stati rifiutati dai genitori di 5es* 7da q*elle parti e in quel tempo, fra l'altro, unrifiuto sare""e stato offensivo8 n che siano stati dati ai poveri, è ovvio pensare che ildenaro ricavato dalla loro vendita a""ia sorretto con larghezza il soggiorno sulle rivedel (ilo. +ono sempre i vangeli che si premurano di informare che il loro Protagonistanon fu un misera"ile, e nemmeno un povero, neppure durante la vita pu""lica. !cco in

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Luca una precisazione spesso taciuta dalle letture demagogiche: «n seguito egli se neandava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la "uona novella del regno di<io. C'erano con lui i <odici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi eda infermità: 4aria di 4agdala, dalla quale erano usciti sette demoni, 5iovanna,moglie di Cusa, amministratore di !rode, +usanna e molte altre, che li assistevano con

i loro beni/. Jacoltose, devote signore, dunque, che al Profeta che le aveva affascinatee "eneficate non facevano di certo mancare nulla, grazie a quei «loro "eni# chedovevano essere cospicui 7si noti, fra le altre, la moglie dell'intendente, una sorta di

 primo ministro, del ricchissimo tetrarca !rode -ntipa8. +ta di fatto che la comunità deidodici apostoli e dei settantadue discepoli non mendicava n viveva giorno per giorno,ma aveva un'amministrazione, di cui 5iuda scariota era il cassiere. =uella cassa,

 precisa 5iovanni, serviva per le spese delle feste religiose come la Pasqua e per far elemosina a quelli che % loro s& % davvero non avevano nulla. =uanto al lamento duran%te quella predicazione itinerante 7«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi,

ma il Jiglio dell'uomo non ha dove posare il capo#8, va letto come testimonianza dellosradicamento, disumano in ;riente, dalla famiglia, dal dan, dal villaggio, e non comesegno di penuria di denaro, vista l'assistenza delle "enestanti "enefattrici. =uanto agliapostoli, a parte ricchi esattori come 4atteo, prevalenti fra loro erano gli artigiani e gliappartenenti a cooperative di pesca sul lago di Gi"eriade, rinomato per l'a""ondanza di

 pesce e dove "uoni erano quindi i guadagni. -nche i discepoli, dunque, come osservail grande "i"lista 5iuseppe Bicciotti nella sua cele"re Vita di 4es5 7uno, fra l'altro, deimaggiori "est seller mondadoriani8, «dovevano appartenere alla classe media e noncerto al ceto del proletariato#. -l momento di spogliare 5es* per la crocifissione, i

carnefici si stupiscono dell'eleganza di quel condannato, che indossava un a"ito cheoggi diremmo firmato e che, da fonti antiche, sappiamo essere un'apprezzataspecialità della sua 5alilea: «una tunica senza cucitura, tessuta tutta d'un pezzo dacima a fondo#. 9n capo tanto "ello, certamente non da "isognoso, che, notal'evangelista, i soldati non vollero rovinarlo, tagliandolo per spartirsi la stoffa, ma se logiocarono ai dadi. 9n a""igliamento consono, del resto, al prestigio sociale del

 (azareno: tutti gli danno il titolo, altamente onorifico, di Ba""i, 4aestro, econsiderano un onore averlo ospite in casa, mentre i nota"ili stessi vanno da lui per consultarlo. (on misera"ile, dunque, ma neanche disprezzato 7come vorre""e, qui

 pure, una certa predicazione8, almeno sino alla catastrofe finale: quando, perF, è proprio la sua condizione socialmente rilevante che porta il sinedrio a procedere solo per lui a un'eccezionale seduta notturna, presieduta dalla massima autorità religiosa insraele. 5iuseppe d'-rimatea, che mette a disposizione la sua tom"a di famiglia per ilcadavere di quel suppliziato, era, dice 4atteo, «un uomo ricco#, eppure «era divenutoanch'egli discepolo di 5es*#. 4arco aggiunge che non solo era ricco ma era anche una

 persona assai importante: «un mem"ro autorevole del sinedrio#. Luca definisce questodovizioso nota"ile «persona "uona e giusta#. (on a caso, la tradizione cristiana ne fe%ce su"ito un santo. -l facoltoso 5iuseppe d'-rimatea si affianca, nell'opera pietosadella sepoltura, un suo collega in autorevolezza sociale e potenza economica, quel

 (icodemo che 5iovanni dice «un capo dei giudei# e che, per onorare il Crocifisso, porta «una mistura di mirra ed a"e di cento li""re#: sono quasi trentatr chilogrammidi sostanze rare e costosissime che solo un vero "enestante si poteva permettere. <el

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resto, le frequentazioni di 5es* con i ricchi 7naturalmente non soltanto con loro: nonlo si dimentichi mai, per non cadere nella lettura opposta, e altrettanto s"agliata, aquella pauperista8 erano cominciate sin dall'inizio della vita pu""lica. n effetti, certonon era di indigenti, giudicando dai servi e dalla quantità di vino pregiato, ilmatrimonio di Cana a cui prese parte con la madre e che dovette svolgersi presso ami%

ci o parenti. C'è, qui, un altro indizio del suo am"iente sociale "enestante.L'atteggiamento non ostile, ma anzi amichevole verso tutti, ricchi compresi, èconfermato con nettezza dall'episodio di accheo, che Luca definisce «il ricco capodei pu""licani di 5erico#. Proprio perch colpito dall'apertura di spirito di quelgiovane profeta, che non lo tratta con la solita demagogia degli invasati religiosi,accheo esclama: «!cco, +ignore, io do la metà dei miei "eni ai poveri#. L'altra metà,

 perF, la conserva per s6 e doveva essere una somma ragguardevole, tale certamente damantenerlo tra i pi* facoltosi di quella città, considerata una delle pi* agiate diPalestina. !ppure, 5es* non esita: «;ggi la salvezza è entrata in questa casa, perch

anche accheo è figlio di -"ramo#. Cos& Luca. 4iglior amico di 5es*, al di fuoridella cerchia degli apostoli, è senza du""io Lazzaro, al quale, dice 5iovanni, «volevamolto "ene#, cos& come alle sorelle, 4arta e 4aria. Ganto il Cristo «lo amava# 7cos&ancora l'evangelista8 da fare per lui il pi* strepitoso dei miracoli: risuscitarlo a quattrogiorni dalla deposizione nel sepolcro. ;ra, Lazzaro era certamente di elevatacondizione e la sua casa, dove il 4aestro era spesso ospite, era a ?etania, il so""orgo

 pi* elegante di 5erusalemme, essendo considerato una vera oasi di verde e di frescuranell'aspra 5iudea. +e poi passassimo ai discepoli di questo Cristo amico sincero e

 "enefattore pietoso dei poveri %ma che non maledice e neppure prende le distanze dai

ricchi %' vedremmo 7a parte gli apostoli, cui già a""iamo accennato8 un Paolo che,davanti ai fedeli di Corinto, deve difendersi dai "iasimi «per questa a""ondanza cheviene da noi amministrata#. +i tratta pro"a"ilmente del ricavato delle elemosine:un'«a""ondanza# che non puF provenire da fedeli tutti misera"ili. (ei saluti chechiudono le lettere dello stesso Paolo, appaiono spesso, accanto ad anonimi pro"a"il%mente indigenti, nomi di facoltosi nota"ili. l primo "attezzato al di fuori della cerchiaapostolica 7e che viene designato per il "attesimo addirittura da una specialeapparizione angelica8 èun ricchissimo etiope, «un eunuco, funzionario di Candace,regina di !tiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori#, come dicono gli -tti degli

-postoli. (ell';riente antico, eunuco non significava necessariamente evirato, maspesso indicava l'uomo di fiducia del re, anche se fisicamente integro. +emprestraricco, in ogni caso: questo, in effetti, se ne tornava in !tiopia non a piedi, dacomune pellegrino, e neppure su un asino o un cavallo, ma sul carro da viaggio

 personale, come voleva il suo alto rango. Carro lussuoso, sul quale non ha alcunaremora a salire Jilippo, l'apostolo precettato dall'angelo. l primo "attezzato tra i

 pagani è, invece, Cornelio, alto ufficiale della coorte talica, ricco di servi e diattendenti e in grado di fare vistose elemosine. 4a, allora, come la mettiamo con il«cammello# 7o, forse, la gomena della nave: pro"a"ilmente c'è stato un equivoco nellatrascrizione dei codici8, il famoso cammello che pi* facilmente entrere""e nella«cruna dell'ago# 7o la piccola porta per gli animali: forse anche qui non mancal'equivoco di traduzione8 piuttosto che un ricco nel Begno dei Cieli Gutta la ?i""iacontiene cose apparentemente contraddittorie 7è la legge dell'et%et8 che vanno

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accordate tra loro: compito difficile, che non a caso il cattolico delega al 4agistero.Come dimostra la storia, ogni lettura solitaria, individualista della +crittura porta fuoristrada e, spesso, al disastro. Comunque, "isogna guardarsi dall'anacronismo, dal

 pensare cioè che i termini originari del vangelo, vecchi di duemila anni e ritradottidall'aramaico al greco, da questo al latino e infine alle nostre lingue volgari, avessero

lo stesso significato che hanno oggi per noi. Pur risparmiandoci le disquisizionifilologiche, do""iamo ripetere che non certo lo spiritualismo ma, al contrario, il nostromaterialismo lega i concetti di povertà e di ricchezza innanzitutto alla carenza o al

 possesso di "eni, appunto, materiali. nvece, in una prospettiva "i"lica, povero ericco sono tali in una dimensione di cui noi, chiusi nella grettezza di chi non pensache al denaro, non a""iamo neppure pi* il sospetto. Per la +crittura 7sia nell'-nticoche nel. (uovo Gestamento8 il termine povertà esprime in primo luogol'atteggiamento di indigenza spirituale e di umiltà davanti a <io: povero e colui chericorre al Creatore senza attri"uirsi alcun merito e confida solo nella +ua misericordia

 per essere salvato. Povero è colui che non si ritiene autosufficiente e che ha fiduciain <io solo. $ un atteggiamento spirituale che puF convivere, purch ci si sorvegli 7daqui le messe in guardia, gli avvertimenti severi di 5es*8, anche con il possesso di "enimateriali. Certo, occorre scegliere tra <io e 4ammona. Pure qui, peraltro, noncadendo nell'equivoco di una lettura ignara del fatto che 4ammona non era 7comemolti credono8 un sinonimo di soldi ma il nome di un idolo cananeo, cui andava l'a%dorazione dei pagani. L'ammonimento di 5es*, dunque, pi* che una condanna deldenaro 7che per lui è, lo dicevamo, da trattare con prudente diffidenza solo in quantoam"iguo, potendo servire al meglio e al peggio8 è un avvertimento severo contro

l'idolatria dei "eni terreni, un appello a recuperare la li"ertà e a riservare l'adorazioneal Creatore, non al creato, foss'anche luccicante come i feticci d'oro. $ comunque unaltro, grave equivoco, favorito e strumentalizzato in questi decenni da certi settoriclericali, la convinzione che la Chiesa primitiva, quella di 5erusalemme, fossecomunista. Certo, nel quarto capitolo degli -tti degli -postoli è scritto: «Lamoltitudine dei credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua

 proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune#. ?asta, perF, proseguire la lettura ed ecco, nel capitolo successivo, l'episodio di -nania e dellamoglie +affira, rimproverati e puniti da Pietro per avere ipocritamente frodato gli

apostoli nella vendita di un terreno. l capo degli apostoli ricorda il carattere del tuttovolontario, e riservato solo a chi ne avesse la speciale chiamata, di quella messa incomune dei "eni: «Prima che lo vendeste, il campo era vostro e anche dopo averlovenduto potevate "enissimo tenere il denaro per voi#. +enza per questo, aggiungiamonoi, essere seguaci meno fedeli di quel 5es* che disse si «?eati i poveri#, ma ag%giungendo 7cosa che oggi raramente si ricorda8 «in ispirito#. ?eati coloro, cioè, che

 possono avere anche dei "eni % il vangelo stesso, lo vedemmo, ne ricorda molti e assaicari al suo Protagonista %ma che ne sono distaccati, non ripongono in essi la lorofiducia. (ella prospettiva davvero religiosa, non inquinata da categorie politichemoderne, vero misera"ile è il peccatore, colui che meno èricco di una 5razia divinache, per giunta, nemmeno desidera e cerca. +olo nelle favole edificanti che siraccontano tra loro quelli che vorre""ero fare del vangelo un manuale delrivoluzionario o del sindacalista, il povero di "eni materiali è sempre "uono,

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generoso, solidale, accetto comunque a <io per il semplice fatto che la sua "orsa èvuota. n realtà, nella prospettiva evangelica, ci sono poveri cattivi: quelli, adesempio, della folla che al (azareno prefer& ?ara""a o i servi del +ommo +acerdoteche lo sputacchiarono e schiaffeggiarono o gli anonimi passanti che lo insultarono giàsulla croce. ! ci sono ricchi "uoni, come i tanti che "eneficarono 5es* stesso, di cui

egli fu amico, e i tanti che la Chiesa iscriverà nel suo canone dei "eafi e dei santi,molti dei quali furono addirittura re e principi o comunque grandi anche secondo ilmondo. l peccato, cioè la miseria vera, minaccia tutti, quali che siano le condizionieconomiche. <unque, sempre in questa prospettiva che travalica le moderne esuperficiali categorie sociologiche, ci sono poveri che sono ricchi e ricchi che sono po%veri, povertà e ricchezza non essendo misura"ili secondo le categorie grossolane degliideologi. l <io cristiano non guarda al portafoglio, che puF essere pieno o vuoto, maal cuore, che puF essere aperto o chiuso, indipendentemente dalle dimensioni del

 "orsellino. ! un cuore 7mi pare di poterlo dire senza violare la sua riservatezza che,

qui, egli vorre""e che si facesse impenetra"ile8, è un cuore che non sem"ra mancarenell'interlocutore che ho di fronte. =uando gli ho chiesto quale fosse il vizio capitaleda cui meno si sentisse minacciato, non ha esitato: «Credo proprio che sia l'avarizia@#.Come non lesinava il denaro, prima, per capricci e piaceri, pare che non lo lesini,adesso, per altri, "en diversi scopi. Comunque, solo incalzato dalle mie domande,attenuerà un poco il riser"o, indicandomi alcune cause verso le quali si indirizza il suoaiuto anche economico. (on farF nomi, anzi non aggiungerF altro, fedele allaconsegna di essere discreto. 4i limiterF a confermare che non manca, nell'ormaicristiano 4ondadori, l'intenzione di prendere sul serio tutte le parole di 5es*, com%

 presa questa: «(on accumulate tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano edove ladri scassinano e ru"ano. -ccumulate invece tesori nel Cielo, perch dove è iltuo tesoro, là sarà pure il tuo cuore#. -l di là del "enessere di cui gode, insomma, in%crementare il patrimonio non è la sua ossessione, pur pensando 7e sem"ra giustizia8all'avvenire di quei tre figli che le sue peripezie familiari hanno messo in unacondizione particolare. -nche qui, soccorre la parola equili"rata di 5es* che, allagente che gli chiede: «Che cosa do""iamo fare per salvarci#, risponde: «Chi ha duetuniche ne dia una a chi non ne ha#. 9na, dunque: non tutte e due. Come fu, loricordammo, anche per accheo. 4i dice, poi, di prendere sul serio la direttiva del

confessore 7«9tilizza per il "ene la tua condizione privilegiata#8, mettendo le sueconoscenze facoltose e il prestigio del suo nome a servizio di cause meritevoli. 9nosforzo, dunque, per mo"ilitare non solo le sue possi"ilità economiche ma anche quelledi altri imprenditori e grandi professionisti. 4i raccontano in proposito, in una certa4ilano, ma anche in una certa Boma, che gli è riuscito, e gli riesce, una sorta dimiracolo: ottenere, cioè, di far aprire pingui portafogli per gli o"iettivi che gli stanno acuore, senza farsi per questo 7anche grazie a quei modi tanto tenaci quanto affa"ili chefurono pure del nonno8 la fama di seccatore da sfuggire... (egli impegni "enefici,

 peraltro, porta la concretezza dell'imprenditore, preferendo dunque i fini precisi,limitati, a quelli tanto vasti da risultare gratificanti nei di"attiti ma impratica"ili nellarealtà. 4i parla, fra le ultime mo"ilitazioni di cui si è fatto strumento, di una grossafornitura di siringhe monouso per il 4ozam"ico: «+i è scoperto che, tra le cause dellospaventoso diffondersi di epidemie in quel paese africano 7e, purtroppo, non in quello

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soltanto8, c'è l'impiego della stessa siringa per pi* pazienti: la mancanza di mezzi non permette di fare diversamente. )enuti a conoscenza di ciF, stiamo cercando di provvedere#. +copi concreti e controlla"ili, dunque. -nche perch, come si sa, certecause "uoniste di oggi provocano pi* guai di quanti non ne risolvano. • 5li ricordouna frase che ho sentito ripetere negli am"ienti dell';pus <ei, dove la lingua franca èlo spagnolo, ai tempi in cui raccoglievo il materiale per l'inchiesta: Sin beneicio, no

ha! beneiciencia/, se non ci sono i "eni, non si puF far "eneficenza. <unque, senzaqualcosa che vada al di là delle primarie necessità economiche non c'è nulla da donare.Jra i massimi esempi di carità materiale proposti da 5es* per avere la vita eterna, c'èil "uon samaritano della para"ola cele"errima riportata da Luca. !""ene, quell'uomomisericordioso nulla avre""e potuto fare per il rapinato e ferito dai "riganti se nonfosse stato "enestante e, dunque, se non avesse avuto una cavalcatura su cui caricarlo e

 poi i soldi 7«due denari#, e non era poco, ma ne promette altri al ritorno8 da dareall'al"ergatore per la cura e il ricovero. Jrancesco si spogliF si, e radicalmente, di ogni

avere, ma poi da lui nacque un ordine di frati detti, ufficialmente, mendicanti perchil loro sostentamento era assicurato dalle elemosine. ! queste da dove sare""erovenute, se non da gente che non e""e la particolare vocazione di Jrancesco e che, conil suo lavoro, guadagnF a sufficienza non solo per mantenere se stessa e i suoi, maanche per sostenere coloro che avevano fatto la scelta della povertà, contando sullacarità altrui (ella logica cristiana, ciascuno è tenuto a o""edire, sino in fondo, allasua chiamata. C'è quella che la Chiesa chiama ''vocazione alla perfezione: cioè unappello, riservato a pochi, a seguire i cosiddetti consigli evangelici, codificati disolito come castità, povertà, o""edienza. 4a non è certo il solo modo per salvarsi:

ogni cristiano che non si faccia religioso è tenuto a tendere alla santità vivendo ilvangelo nella sua normale condizione, familiare e professionale. Proprio su questoinsisteva !scrivà de ?alaguer, chiedendo ai suoi di testimoniare ciF che chiamava lo

raro de no ser raro, la stranezza di non essere strani. (on, dunque, scelte e modi dastilita, da eremita o anche solo da frate o monaco per chi, come il dottor Leonardo4ondadori, sia un manager dalla cui attività dipende fra l'altro il destino lavorativo dimigliaia di persone. (on dimenticando mai, peraltro, il doveroso distacco dai "eniimposto dalla fede e del quale mi racconta un esempio per tutti: «5ià ti dicevo che lamia passione per il collezionismo a un certo punto rischiava di farsi ossessiva. !ra

diventata una sorta di cupidigia, soprattutto, per le stampe antiche. )i gettavo moltotempo per la ricerca e altrettanto denaro per l'acquisto. <unque, quando mi sono resoconto che, in questo modo, era in pericolo la mia li"ertà dalle cose, il mio distacco dai

 "eni, non ho esitato: ho venduto tutto. 4ai sarei potuto arrivare a una decisione cos&drastica % e cos& lacerante: i collezionisti d'arte mi sapranno capire % se non per o""edire al precetto evangelico di essere li"eri, poveri in ispirito e, dunque, di nonmettere il nostro cuore nelle ricchezze e, in genere, nelle cose#. =uesta "ella tenuta incui siamo, mi dice, gli dà anche pro"lemi pratici, oltre che spese. +e la conserva, è

 perch la usa come luogo per attirarvi e radunarvi i figli 7cosa che considera preziosa,oltre che doverosa8, ma anche come strumento di apostolato. -ncora una volta miripete di augurarsi che i suoi non siano degli ali"i, dei tentativi di giustificazione. «miei ospiti sono persone a"ituate al comfort e sensi"ili alla "ellezza. L'accoglienza non

 puF ignorare queste loro attese. l mio confessore insiste su un principio che,

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nell'apostolato, ho visto rivelarsi particolarmente efficace: è il simile che, con pi*efficacia, puF evangelizzare il suo simile. Per i miei simili questo è un luogoadeguato. Poi, quando vengono qui 7e qui si trovano a loro agio, in un am"iente a loroconsono, quasi familiare8 posso metterli in crisi, portando il discorso su quei temireligiosi che di solito non possono o non vogliono affrontare quando, in città, sono

tutti presi dalle loro occupazioni e preoccupazioni. ! sorrido un po' ironico tra me, ladomenica mattina, annunciando a tutti che vado a ;stuni, in parrocchia, per la messa,e chiedendo loro se, per caso, vogliono accompagnarmi. ?e', devo dire che, se sulle

 prime sem"rano sorpresi e un po' sulle spine, non potendo non accettare, anche se iometto su"ito in chiaro che devono sentirsi completamente li"eri... dopo, spesso, miringraziano, per un'esperienza che per molti di loro è nuova o, quantomeno, dimen%ticata e che provoca salutari riflessioni. =ui, sai, fra l'altro, la messa domenicale èdavvero ancora una festa di popolo. +'intende, non sono tutti dei santi neppure a;stuni, ci manchere""e. 4a, in questo "el duomo 7che, fra l'altro, con la splendida

facciata gotica testimonia della "ellezza che la fede ha ovunque ispirato8, in questoduomo, dunque, pieno di uomini e donne di tutte le classi sociali, di tutte le età, siavverte una partecipazio ne, un calore, una spontaneità nella fede che colpiscono imiei ospiti, favorendo ancor pi* quelle riflessioni che ti dicevo.# Per citare ancora unavolta una frase di Cammino: «Le mortificazioni devono mortificare noi, non gli altri#.<ove c'è da notare quel «noi# che invece si puF, che anzi si deve, mortificare. ! a tal

 punto che, nel dossier di accuse contro l';pus <ei, da parte di am"ienti liberal ecomunisti, spintisi sino a un'interrogazione al Parlamento italiano, ci fu il sospetto chesi esagerasse in penitenze, affermando che l';pera consigliava ai suoi pratiche

medievali come il cilicio. (on si capi, in verità, che cosa dovesse importare a quei politici, che costrinsero il governo a un'inchiesta, che delle persone adulte eresponsa"ili facessero le penitenze che volevano. Checch ne sia di similimortificazioni, resta indu""io che tra mem"ri e simpatizzanti dell';pus <ei è seguitofedelmente, in materia, un altro ammonimento del vangelo: «! quando digiunate, nonassumete aria malinconica come gli ipocriti... tu, invece, quando digiuni, profumati latesta e lavati il volto, perch la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo chevede nel segreto#. (on, dunque, spettacolare rinuncia ai "eni ma distacco6 unasalvaguardia della propria li"ertà di fronte alle cose6 non stile di vita eccentrico ma

normale, nel rispetto del proprio status sociale: questa, mi fa capire Leonardo, la prospettiva cui cerca di adeguarsi nel suo percorso cristiano. -ggiunge: «-lmeno per ora, sento che la mia vocazione è cercare di dare testimonianza soprattutto all'internodel mio am"iente, con lo stile di vita che esso comporta. Besto perF del tutto aperto alfuturo e, dunque, a ispirazioni diverse che mi fossero donate. !cco: per adesso credoin coscienza di dover continuare a vivere come vivo. 4a, se <io mi darà tempo, traqualche anno potrei fare % che so % come il dottor +chHeitzer, che lasciF tutto e andF acurare la le""ra degli africani in un ospedale di capanne di fango. Per ora, coloro che

 praticano simili scelte cerco di aiutarli con il frutto del mio lavoro. +e un giorno lachiamata sarà diversa, prego per avere la forza di o""edire#. Proprio parlando di unoschematismo ideologico che, oggi, continua a mietere vittime anche tra personestima"ili, di ottima volontà, ma che sem"rano avere perso la virt* del realismo, gli

 parlai di un episodio recente, di cui era stato protagonista un parroco di mia

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conoscenza. =uesti non perdeva occasione di tuonare dal pulpito, o dalle colonne delsuo giornalino, contro il consumismo, esortando i suoi fedeli a una vita austera, checontrastasse il peccaminoso mercato con l'astensione, almeno, dai «"isogni superfluiindotti dal capitalismo#. Che i cristiani, tutti quanti, dessero un esempio di austeritàsevera nella vita quotidiana@ 9n giorno, perF, la fa""rica di prodotti cosmetici che

sorgeva nel comune, e che da decenni garantiva il salario a decine di persone, annun%ciF di voler trasferirsi in un paese dell'!st, dove la manodopera è assai meno cara.!cco, allora, che si vide quel pur ottimo prete ricominciare a tuonare: questa volta,

 perF, contro i cattivi padroni che, con cinismo, senza cercare altre soluzioni, volevanotogliere il pane a tanti padri e madri di famiglia. Gutti addetti, peraltro, a fa""ricarecostosi 7nonch inutili e dannosi, stando al moralismo8 prodotti di "ellezza, tra creme,rossetti, profumi, ciprie e deodoranti. =uanto di pi* lontano, dunque, dall'essenzialitàda povero, dalla contestazione dei "isogni superflui predicata dal parroco e quanto di

 pi* vicino, invece, al condannato ed esecrato consumismo... La vita, ne convenimmo,

è pi* complessa di ogni schema. l profetismo, pur necessario, del credente nelvangelo, la sua sacrosanta denuncia dei mali anche sociali, devono convivere con ilrealismo e con la consapevolezza che il Cristo ci ha promesso un mondo finalmenteli"erato da ogni contraddizione, sempre e comunque fraterno, senza pi*disuguaglianze, in pace perfetta. Ce lo ha promesso, s&, ma non per questa esistenza.Come dimostra l'esperienza tragica dei due ultimi secoli, ogni tentativo politico di co%struire il paradiso in terra si trasforma puntualmente in un terri"ile inferno. ! ognitentativo religioso di spingere tutti a vivere come monaci, dimenticando che a quellavocazione pochi sono i chiamati, non porta alla pratica della virt* ma, semmai, a

quella dell'ipocrisia e poi della rivolta, o almeno dell'allontanamento da predicatori che pretendono ciF che 5es* stesso non ha preteso. Come dimostra anche qui, implaca"ile,l'esperienza della storia, dai Calvino ai +avonarola. <i questo parlammo mentre, inuna pausa, sfidando il vento gelido, ci azzardavamo in una passeggiata nella proprietà,circondati dai cani che a""aiavano, pazzi di gioia per il padrone ritrovato, mentre asinie cavalli tendevano il muso cercando una carota o, almeno, una carezza. Jorse fu

 "anale. ;, forse, fu solo un impiego di quel common sense, di quel "uon senso che è ilvolto umile, quotidiano % e prezioso % della ragione e che pure è troppo spessodimenticato o spregiato. 4a, guardandoci attorno, riflettevamo tra noi: quella sua

tenuta garantisce lavoro sta"ile ad alcune persone e impegno periodico, ma "en retri% "uito, a operai e artigiani necessari alla continua manutenzione6 valorizza % con le suecolture di qualità ripristinate e curate % l'agricoltura locale6 il va e vieni degli ospiti, pur nel suo piccolo, significa movimento di denaro per molte categorie: dai commerciantidel caratteristico mercato al rigattiere, divenuto antiquario giusto per i forestieri, agliaddetti agli aeroporti e alle autostrade6 inoltre, proprio l'esempio di Leonardo 4onda%dori, cui molti guardano considerando sicuro il suo gusto, ha lanciato in un certogiro una sorta di moda per la masseria pugliese, sino ad allora trascurata, mettendoin moto attività di ogni tipo e contri"uendo cos& a un colpo di volano per una zona del+ud. Le "riciole di !pulone per il povero Lazzaro n coscienza, a me, vaccinato datempo contro ogni cedimento agli estremismi del giansenismo 7condannato, non acaso, come eresia proprio perch un aut-aut e non un et-et, come tutto ciF che ècattolico8, a me non parve cos&. Lui, poi, ne era rassicurato dal pur austero e non certo

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lassista direttore di coscienza, che gli ripeteva che il privilegio dello status economicoe sociale non èuna colpa da rinnegare ed espiare, "ens& un'opportunità da far fruttare,in vista di quel rendiconto finale chè scruterà «i cuori e le reni#. =uesta scuola dispiritualità che lo ha riportato alla vita cristiana gli ha fatto dunque comprendere qualesia, davanti al denaro, l'atteggiamento del cristiano normale, non chiamato a una

vocazione particolare, da religioso con i voti. <unque, non la demonizzazione "ens& lali"ertà, il distacco, la presa di distanza da ogni idolatria, l'o""ligo di sovvenire nonsoltanto a s ma anche ai "isognosi. =uelli veri, s'intende, essendo oggi divenutodifficile persino sta"ilire quali siano le povertà e i "isogni meritevoli di soccorso. 5iàlo osservavamo, a proposito dei disastri, o delle intollera"ili ipocrisie, di tanti"uonismi da campagna pu""licitaria o da appello televisivo. ;ltre a tutto questo,

 perF, la prospettiva cui si ispira il suo confessore gli ha anche insegnato che il credentenon deve avere paura neppure di accettare il successo professionale, il prestigio

 personale, se a questo 7come quasi inevita"ilmente capita8 lo porta il suo lavoro preso

radicalmente sul serio, in quanto visto come modo di santificazione. -nche su ciF, il "eato !scrivà non aveva esitazioni: «l tuo prestigio professionale è il tuo amo di pescatore di uomini#. ;, ancora: «<evi essere consapevole che ti occorre l'ascendentedel prestigio professionale per attrarre e aiutare i fratelli in umanità#. -ggiungendo,addirittura, un drastico: «! <io a volerlo@#. l prestigio, quindi, non come fine a sestesso o come motivo di vanità, ma come strumento di apostolato. )a su"ito precisatoche il «prestigio#, ottenuto con un impegno e una serietà che soltanto la motivazionereligiosa puF dare, nguarda ogni lavoro, nessuno escluso: dunque, non solo quelliimportanti secondo il mondo, di dirigente, imprenditore, professionista, artista. Ci si

 puF, ci si deve proporre di essere il migliore presidente di una grande casa editrice, maanche il migliore dei tassisti, dei vigili ur"ani, degli operai, dei contadini, dellecasalinghe o delle domestiche. <urante l'inchiesta che mi portF a scrivere il li"rosull';pus <ei, e""i la sorpresa di constatare 7grazie a incontri diretti, ma grazie anchealle statistiche sulla condizione sociale degli aderenti8 che la maggioranza, in questaorganizzazione disordinata % come la chiamava il fondatore %, appartiene ai cetimedio%"assi. L'o"iettivo, quale che sia il ruolo sociale, è uno solo, unica è la voca%zione: proporsi la meta della santità attraverso l'impegno temporale in cui ci sorprendela vocazione a vivere integralmente il vangelo. Per dirla con il "eato !scrivà: «l

lavoro pi* importante non è quello che occupa i primi posti nella classifica mondana,ma è quello svolto con pi* amore di <io#. 4i confessa, Leonardo, che, anche grazie auna simile prospettiva, la riscoperta della fede ha significato per lui un ulterioremotivo di gioia: «o sempre amato il mio lavoro. 4a ora so perch 1/ faccio, so chespendervi tutte le mie energie ha uno scopo. +o che il passare dei giorni non è un

 procedere verso la triste meta della pensione che, prima o poi, costringe tutti al ritiro,macerandosi di nostalgia per il tempo ormai trascorso, per le occasioni che nontorneranno pi*. +o che cosa significhi una simile emarginazione soprattutto per undirigente, per un manager, per chi, per professione, invece di su"ire decisioni, èchiamato a prenderne6 con i rischi, la fatica, ma anche con la soddisfazione di agire sulmondo che ciF comporta. Ci vogliono decenni per fare un uomo, ed ecco che, quando %

 per esperienza, per conoscenze, per equili"rio conquistati in tanti giorni di fatica %sare""e davvero pronto a vivere, è ora di lasciare il posto ad altri. !cco che è ora di

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ritirarsi, avendo come prospettiva soltanto il disperante "uco nero della morte. ?ucoche invece, nella luce della fede, si riempie di una +peranza gioiosa#. 5ioia,d'accordo. 4a, con essa, pure efficacia concreta. <ice: «4i "aso, anche qui, non suteorie ma sulla mia esperienza precisa, in questi dieci anni: ho constatato che il calore,la serenità, il significato profondo irradiati su tutto ciF che si fa da un rapporto

 personale con <io portano pure a risultati concreti#. nsomma, un'ulteriore smentita7semmai ce ne fosse "isogno8 alle sciocchezze marDiste % risi"ili se non avessero

 portato alla tragedia che sappiamo % sulla religione come oppio dei popoli, sulcredente "loccato nel suo slancio per trasformare il mondo perch alienato nei Cieli.4a una smentita 7per passare alla destra, dopo la sinistra8 anche alle farneticazionidi un (ietzsche, «quel signore# come osservF 4alcolm 4uggeridge, lo scrittorecattolico inglese, «che considerava i cristiani dei pazzi, ma che fu lui a finire nelreparto furiosi di un manicomio#. (ietzsche, dunque, con le sue teorie % che il nazismo

 prese sul serio % sul cristianesimo come «consolazione per i de"oli, i falliti, gli

impotenti#, con le sue grida su un 5es* accetta"ile solo da frustrati, evirati, fanciulli edonnicciole. La replica sta non nei li"ri ma nell'esperienza, e non solo, ovviamente, diun 4ondadori. Chi conosce davvero, e dall'interno, gli am"ienti di religiosità autenticasa "ene come la fede non spenga le energie ma le potenzi. La storia della santità ne èuna conferma impressionante, piena com'è di uomini e donne che furono al contempomistici e gente d'azione, contemplativi e conquistadores,  persone di carità e didolcezza e insieme coriacei avventurieri del "ene. 4a, gli chiedo, come se la cava unotanto credente come lui, uno cos& desideroso di calare nella vita le convinzioni dellafede, sulla poltrona di presidente di una editrice che porta il nome di famiglia, ma i cui

li"ri e i cui periodici sem"rano non di rado in collisione con le sue prospettivereligiose +ul suo tavolo si accumulano ogni giorno le novità editoriali e le copieappena stampate di settimanali e mensili: molti di quei titoli, tante di quelle copertine,non gli creano forse qualche pro"lema di coscienza «La nostra casa editrice# mi dice«non è mai stata e non vorrà mai essere di nicchia, che ospiti cioè pu""licazioniorientate in una precisa direzione politica o ideale. (e discorro spesso con 4aurizioCosta, il nostro amministratore delegato, e concordiamo nella stessa prospettiva.# neffetti, ricordavo come la mamma di Leonardo, nelle memorie, rilevasse che il sognodi -rnoldo era fare della sua editrice quella di tutti gli italiani, cos& come sono, non di

una parte sola di essi. =uell'uomo volle essere un editore di massa, un grandeindustriale della cultura al contempo alta e "assa 7i 4eridiani, cioè la Pliadeitaliana, e i «5ialli#, le riviste sofisticate e quelle di cucina8, non un intellettualeelitario6 un realista che fa i conti con il mondo cos& com'è, non un utopista che vuolecam"iarlo secondo un suo schema. 4i conferma il nipote: «Proprio cos&: per tra%dizione siamo, e vogliamo restare, un'azienda davvero ecumenica, di informazione,aperta a K/ gradi, che faccia posto a tutte le idee e a tutti coloro che sanno esprimerle.- parte questo, non solo non ho alcuna velleità di censura ma, anche se per assurdovolessi esercitarla, non potrei nemmeno: come nel caso di tutti i presidenti, i miei

 poteri sono quasi esclusivamente di esternazione#. n effetti, per limitarsi al camporeligioso, nel catalogo 4ondadori convivono, a parità di condizioni, testi di credenti edi increduli, di devoti e di mangiapreti. Com e giusto che sia, per un'azienda comequesta, chiamata % per storia e dimensioni % a informare, non a giudicare. La presenza

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di Leonardo, chiedo, ha comunque un ruolo nella programmazione editoriale «La miafunzione non è certo quella di "loccare fitoli, ma cercare piuttosto di suggerirne altri,da ospitare accanto a quelli che possono non con%vincermi. 9na convinzione che,

 peraltro, resta a livello personale. 9na sola volta sono intervenuto: fu a proposito diuna presunta inchiesta, dove il giornalista aveva ingannato la "uona fede di preti

ignari, andando a confessare peccati inventati per registrare le loro reazioni. (on iosoltanto, ma anche i miei laicissimi dirigenti giudicarono la cosa non comeun'interessante e simpatica tr=vata, "ens& come una canagliata indegna di qualunqueeditore rispettoso del suo marchio. (on solo un oltraggio ai credenti e ai sacerdotinell'esercizio del loro ministero, ma anche un precedente pericoloso per la li"ertà e lariservatezza di tutti. Cos&, anche su mio intervento, il li"ro fu "loccato. ! l'autoredovette rivolgersi altrove. 4a, ripeto, fu l'unico caso, e non penso affatto che si siatrattato di una censura, quanto di un intervento del tutto laico, perch imposto dallaserietà e dall'onestà, oltre che dal "uon gusto. 4algrado questo, non mancF in certi

giornali qualche attacco velenoso, quasi che avessi attentato alla cultura, magari per tenermi "uoni i preti... Poi, certo, sono talvolta infastidito dal dilagare, nei giornali, del

 pettegolezzo o dal nudo messo sempre e dovunque, con o senza pretesto. 4a pare chequeste, oggi, siano le tristi regole del gioco.# <unque, non ha mai pensato di lasciarela grande astronave di +egrate per creare una casa editrice secondo le sue convinzioni«n questo mestiere, se scendi dalla grande giostra non ci risali pi*. =uando, per un

 periodo, fui estromesso dalla 4ondadori per la guerra in corso sul controllo azionario,fondai un'editrice cui diedi il mio nome di "attesimo: Leonardo, appunto. 4i resi con%to allora della difficoltà, se non dell'impossi"ilità, di incidere in qualche modo

utilizzando strumenti inadeguati. 9na volta, parlavo di quella mia faticosa esperienzacon 5ianni -gnelli. L'-vvocato sorrise, dicendomi: Capisco "ene: se io lasciassi laJiat, non sare""e per aprire un garage, fosse pure elegante.... Jino a quando me lo

 permetterà la fiducia della proprietà starF al mio posto, convinto che gli aspetti positivi prevalgono su quelli negativi. Come dicevo, non intervengo mai % almeno per  "loccare, qualche volta solo per proporre, e pi* come amico che come presidente%sulle scelte professionali dei direttori delle aree li"rarie o dei giornali. 4a sonoconvinto % ne ho avuto pi* volte esperienza % che sia positivo il fatto che tutti sappianoche in casa editrice c'è, malgrado tutto, un punto critico.# Bealismo cattolico,

insomma, anche qui: il pragmatico rispetto di una situazione che la propria presenza puF migliorare6 lo scegliere il "ene possi"ile, non nutrendo il sogno di un utopicomeglio. l "ilancio ragionato dell'attivo e del passivo, pure nella dimensione spirituale.4a, come insegna la dottrina, il realismo è un dono della fede intesa correttamente.-nzi, con il nome tradizionale di prudenza, è la prima delle virt* cardinali che ilcristiano deve sforzarsi di esercitare. l catechismo a domande e risposte, quello chestudiavano i ragazzini, andava dritto al nocciolo anche del pro"lema cui vorremmo oraaccennare. -ndava dritto, senza giri di parole6 e senza complimenti per nessuno. <eltutto diverso, dunque, da certi documenti di oggi che, prima di giungere al tema,srotolano pagine e pagine di sociologia, di teologia, di notazioni di cronaca e diriferimenti alla storia. 5iunti poi alla questione che dovre""ero trattare, accumulanospesso altre pagine, fitte di richiami in nota, dove si dice e non si dice, si afferma e sinega, e magari si finisce non con una risposta, ma con l'auspicio di ulteriori

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approfondimenti e rinviando a un documento successivo... !sasperiamo un poco,s'intende, ma è indu""io che anche nella Chiesa, come ovunque altrove, all'aumentodelle parole si accompagna una parallela minore efficacia. +ono lontani i tempi in cuiil +ant'9ffizio conosceva due sole espressioni per rispondere alle questioni di fede e dimorale che gli venivano sottoposte dai vescovi di tutto il mondo:  %icet e 9on licet, è

lecito, non è lecito. Cos&, semplicemente, senza spiegazioni, che ogni credente avre""e potuto scoprire da s, rifacendosi alle due fonti della Bivelazione: la +crittura e laGradizione. Con quei lapidari verdetti la questione era chiusa: oma locuta, con ciFche segue... l vecchio catechismo, dunque, aveva una risposta di meno di venti parolea quella domanda sul senso della vita cui solo la dimensione religiosa puF dare unarisposta. =uel significato che è la vera, grande questione attorno alla quale gira dasempre, e sempre girerà, la ricerca inquieta dell'uomo. <unque, allorch si chiedeva:«Perch <io ci ha creati#, la replica, secca ma a "en pensarci completa, era: «<io ciha creati per conoscerlo, amarlo, servirlo in questa vita e goderlo poi nell'altra, in

 paradiso#. l paradiso: dunque il doveroso richiamo alle cose ultime, all'aldilà. =uando5iovanni Paolo l mi chiese di fargli qualche domanda, lasciandole alla mia iniziativa,senza suggerirmi alcuno schema, sentii il "isogno di chiedergli perch la Chiesa, oggi«tanto loquace# su tutto, sem"rasse spesso tacere «sull'essenziale: la vita eterna#.Chiedevo allora, per venire al dunque: «+antità, paradiso, purgatorio, inferno esistonoancora#. l papa neanche qui si scandalizzF, non si sottrasse alla provocazione: midiede ragione sull'eccessiva discrezione 7chiamiamola cos&8 di certa pastorale, cercFdi spiegarne le motivazioni, e alla fine confermF a chiare lettere che, s&, «paradiso,

 purgatorio, inferno esistono ancora, fanno ancora parte decisiva di una fede che, senza

la credenza in queste realtà, non sare""e pi* tale#. Leonardo 4ondadori è tornato allafede sotto la guida di chi % lo dicevamo %, in attesa di quello definitivo, e garantitodalla +anta +ede, ha usato anche dopo il Concilio il catechismo tridentino. =uindi, lasua non è, non poteva essere una fede amputata, come spesso è oggi: tutta proiettata,dunque, sulla storia e dimentica dell'eterno. n effetti, pure lui è stringato come ilcatechismo, e altrettanto efficace, quando mi riassume ciF che considera il fine dellavita: «)ivere in pace con <io amandolo con gioia e, avendolo amato, morire in pacein Lui#. ! si stupisce perch, attorno a s, nel lavoro, vede «tanti che fanno continuescelte nella prospettiva del loro interesse momentaneo e non si preoccupano

dell'interesse vero, quello finale, quello eterno#. Gra le para"ole evangeliche che pi*ha presenti e che pi* lo inducono alla riflessione, c'è quella del padrone di casa ilquale, partendo per un viaggio, dà a ciascun servo un compito da assolvere. Con lamorale che ne trae 5es*: «)igilate, dunque, perch non sapete quando il padroneritornerà@ )egliate, perch non torni all'improvviso e vi trovi addormentati@#. 5liricordo che la sua stessa sorpresa fu espressa da Pascal in un pensiero famoso: «C'è ilsegno di un incomprensi"ile pervertimento nella preoccupazione degli uomini per le

 piccole, transitorie cose, e nella loro noncuranza per la sola cosa davvero grande, perch riguarda l'eternità#. -nche se va riconosciuto che molti rimuovono il pensierodi un possi"ile futuro al di là della morte non tanto 7forse8 per cattiva volontà, quanto

 perch credono che il pro"lema sia insolu"ile. Che si aspetta, Leonardo, dal traguardofinale di cui la +peranza lo assicura ncasso una risposta senza sconti, unadichiarazione di fiducia illimitata: «LTingresso in un mondo di luce, dove il significato

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di tutto sarà finalmente chiaro. La li"erazione dai limiti che quaggi* ci impacciano,con la realizzazione completa delle nostre potenzialità. L'amore finalmente senzalimiti di tutti per tutti. La moltiplicazione senza fine di quella gioia di cui quaggi* ci èdato solo un piccolo, pallido, sempre minacciato preannuncio#. Constato che, qui

 pure, il suo carattere positivo, lontano da tentazioni misticheggianti, non lo porta alle

ossessioni escatologiche, alle fissazioni mortuarie che contrassegnano certi con%vertiti: «-lla morte, al giudizio, all'eternità penso ogni sera, pregando e facendo unesame di coscienza sulla giornata trascorsa. )i penso, dunque, ma con serenità,consapevole della giustizia di <io ma anche della +ua misericordia. ! poi, ho ilconforto di ogni -ve 4aria, dove si ripete: prega per noi peccatori, adesso e nell'oradella nostra morte#. Le cose ultime % e, in particolare, le pi* inquietanti % pi* chelui, credente, sem"rano ossessionare i non credenti che incontra. (on a caso, deiquattordici punti del suo testo per rispondere alle domande degli amici scettici,l'ultimo era dedicato proprio a «l diavolo e l'inferno#. <i quella ossessione per il

dia"olico da parte di sedicenti atei o agnostici non mi stupisco. (e parlammo alungo, il cardinal Batzinger e io, durante i giorni del nostro incontro. (on è davverosospetto che, ogni volta che un uomo autorevole di Chiesa accenna, appunto, a infernoe diavoli 7oggi succede di rado ma talvolta capita8, dal mondo laico si levi un granclamore, un coro di ironie, di sarcasmi, di "attute per questo presunto revival dioscurantismo medievale 9n'inquietudine mascherata dietro le risate 9n esorcismocontro la paura in forma di sarcasmo n fondo, sotto sotto, in ciascuno, ogni tanto,riemerge la domanda: «! se poi, malgrado tutto, fosse vero...#. Beazioni laiche,comunque, sospette e squili"rate. n contrasto con l'equili"rio del credente, che sa che

la promessa di Cristo riguarda innanzitutto l'eternità di vita "eata accanto a lui. 4a sa pure, il credente, che il paradiso non è un lager, non è una prigione, seppure dorata,dove sia o""ligatorio entrare, dove si sia deportati anche se recalcitranti. Ci si va solose lo si vuole. La li"ertà umana è rispettata sempre, sino a un possi"ile esito tragico e

 paradossale: il rifiuto ostinato dell'offerta di felicità6 la scelta, sino all'ultimo, di dire dino all'-more6 la decisione insomma 7ch tale, misteriosamente, è8 di optare per lalontananza eterna dal Padre. La scelta di dannarsi, per dirla in termini religiosi.Leonardo di questo è convinto: «L'inferno, in fondo, è la prova tragica della li"ertà cheil Creatore ha lasciato alle sue creature. Li"ere sino al punto di scegliere il male eterno

della lontananza da <io piuttosto che il "ene eterno#. n lui, in ogni caso, rispuntasempre l'ottimismo del pragmatico: «4a se noi, perF, usiamo questa stessa li"ertà che<io ci ha data fino a un minuto prima della morte per chiedere perdono, per unaconfessione vera, e""ene, ciF "asta per riscattare una vita intera, anche carica di

 peccato e di male#. =ualcuno, a proposito della Chiesa del passato, con la suainsistenza sulla morte e sulle incognite inquietanti cui potre""e dare accesso, ha

 parlato, con sdegno, di una pedagogia della paura che sare""e stata praticata dalla pastorale cattolica. -nche se cos& fosse, si potre""e trattare, semmai, di unapedagogia della prudenza: un po' di salutare spavento non sare""e meritorio per metterci in guardia dal rischio cui andiamo incontro, giorno dopo giorno, con un'in%coscienza che solo i richiami forti potre""ero incrinare =ualcuno, si sa, anche fra iteologi, si è spinto a ipotizzare che l'inferno esista, s&, ma che possa essere vuoto.=ualcun altro tuttavia ha messo in guardia, osservando che, anche se fosse vuoto,

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 potremmo rischiare di essere noi a inaugurarlo, a popolarlo per primi. n realtà, almenonel suo meglio, quella cattolica, a proposito di cose ultime, è stata piuttosto unapedagogia della speranza e della fiducia nella misericordia di Cristo, come miconfermano anche le parole di Leonardo sulla possi"ilità di salvezza, per tutti, persinoall'ultimo minuto. $ il sensus idei, che coglie d'istinto quanto 5iovanni dice nella sua

 prima lettera: «<avanti a Lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso cirimproveri. Perch <io è pi* grande del nostro cuore e conosce ogni cosa#. C'è uncapitoletto finale, come ho già ricordato, dal titolo «! dopo#, nel manoscritto del miointerlocutore. +otto quel titolo, perF, non c'è un testo. Ci sono solo un paio di versettidella lettera di Paolo ai Bomani. +ono parole con le quali Leonardo ha cercato diriassumere il senso di tutto ciF che voleva dire e che, nella sua vita, afferma disperimentare: «;ra, li"erati dal peccato e fatti servi di <io, voi raccogliete il frutto chevi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. Perch il salario del

 peccato è la morte, ma il dono di <io è la vita eterna in Cristo nostro +ignore#. 4i

attende il volo verso casa, devo partire. Lui resterà ancora: è in arrivo una comitiva diamici e conoscenti da Boma. 5ente nota, naturalmente, facce viste sui giornali o suiteleschermi. +o che, quando i discorsi si attorciglieranno sul fatuo o scivoleranno nelsolito pettegolezzo, il padrone di casa cercherà di indirizzarli verso i temi che pi* gli

 premono. -lcuni ne saranno interessati, altri parranno indifferenti, altri ancorafreneranno a stento gli s"adigli. 4a chi puF sapere % mi ricorda % quali effetti, magari alunga distanza, puF produrre nel segreto dei cuori una parola che, al momento, erasem"rata irrilevante Prima di lasciarci, scendiamo nella cappella della masseria, conla 4adonna del Bosario che veglia nella sua nicchia sopra il piccolo altare. +o che non

è un caso se da queste parti la )ergine èvenerata soprattutto con la corona in mano.=uesta fattoria, come tante altre della Puglia, è fortificata, per cercare di opporsi alleincursioni dei pirati musulmani che per secoli s"arcarono sulla costa non lontana,massacrando, razziando, incendiando, trascinando in schiavit* i superstiti. La grandevittoria di Lepanto, che spezzF la preminenza islamica almeno nell'-driatico, avvennenel giorno in cui la Chiesa cele"ra la festa del Bosario. =uella statuetta è antica ma, miviene da pensare, rinvia a scenari attuali, al ritorno dell'espansionismo aggressivo deifedeli al Corano. C'è, in questa chiesetta, anche un'immagine del patrono locale,sant';ronzo. Per quel che ne so, è tra i santi dell'antichità pagana di cui poco o nulla si

conosce, se non l'essenziale: preferirono il martirio al rinnegamento della fede. Cri%stiani di diciassette, forse diciotto secoli fa. 4a s&, veniamo da lontano, noi per i quali5es* non fu soltanto un predicatore e"raico vagante, uno dei tanti, nato sotto -ugustoe giustiziato sotto Gi"erio. (oi, per i quali quel Crocifisso non è un morto di cui

 parlare ma un )ivo al quale parlare. -""iamo attraversato tutta la storia, partendo, con-"ramo, dalla remota 9r dei Caldei, e siamo ancora qua: consapevoli, certo, di esseretornati a essere un «piccolo gregge#, un «lievito nella pasta#, dei piccoli, magari

 poveri «granelli di senape#. 4a non è questo, parola di vangelo, il nostro destino (onè questa la nostra chiamata (on attende trionfi in questa vita chi scorge <io nellefattezze di un giudeo condannato al supplizio vergognoso degli schiavi. 4a credeforse, qualcuno, che la morte di una cristianità, di cui senza nostalgia prendiamo atto,significhi la morte del cristianesimo, di quella testarda scommessa sul vangelo che %

 per pochi o per tanti che sia % a ogni generazione, enigmaticamente, si rinnova (on

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sappiamo in quali condizioni arriveremo al termine della storia: forse la "arca condottada Pietro attraverso i flutti sarà ridotta a una zattera malandata, a una precariascialuppa di salvataggio. Che importa CiF che conta è che a quell'ap puntamentofinale ci saremo, come da promessa che ci è stata fatta a Cesarea di Jilippo, ai piedidell'ermon: «... e le porte degli inferi non prevarranno. . . #. +ino a quel giorno, la

Chiesa sia pure minoritaria ma che non sia marginale: non padrona, "ens& fermentodella storia. l "agaglio è già caricato, "rahim aspetta al volante del furgoncino: c'è daaffrettarsi, le strade sono ghiacciate, l'aeroporto è lontano. - mille chilometri da qui,mi aspetta la tastiera di un computer: uno strumento moderno per raccontare una storiadi oggi e, al contempo, antica quanto la fede. (on, intendiamoci, la storia di un futurosanto, non il ritratto di un paladino della religione senza macchia e senza paura. 4ano, la storia di un pover'uomo come noi tutti, di un peccatore alla pari di noi, di unocon le nostre incoerenze e i nostri limiti. 9no al quale, perF, non per speciali meriti,

 "ens& per grazia imperscruta"ile, è stato dato il dono di «vedere la risurrezione#.

 (essuno % è l'esperienza a dirlo % puF vivere una tale scoperta senza sentire urgere il "isogno di dire ad altri che, offerta a tutti, la +peranza c'è. !d è una +peranza che haun (ome e un )olto. (on è un'ideologia. $ una Persona.

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