CONVENTION La tuteLa deL !!!. ˇ ˚. ˚ made in itaLy passa ... · le istituzioni per meglio...

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018 SistemaSerramento L’11 novembre 2015 a Bologna, in occasione dell’assemblea straordinaria di anfit, davanti a una sala colma di operatori del settore serramenti, espo- nenti di enti, associazioni e giornalisti viene siglata l’intesa tra adiconsum, la maggiore associazione dei consumatori e anfit, un passo importante per fare in modo che i consumatori italiani siano più protetti nei loro diritti. a tutela dei consumatori anfit ha sorpreso anche con la duplice polizza assicurativa rc prodotto e rimpiazzo studiata assieme alla reale mutua. La tuteLa deL made in itaLy passa da qui… CONVENTION ANFIT di Sonia Maritan www.anfit.it La tuteLa dei consumatori Anfit, l’associazione per la tutela della finestra made in Italy stringe un importante accordo con Adiconsum, ‘blinda’ la filiera della qualità dei serramenti e chiama a raccolta politica le istituzioni per meglio difendere i buoni produt- tori nazionali e contemporaneamente gli interessi di stato e collettività. Grazie all’accordo oggi i soci anfit offrono ai con- sumatori italiani più libertà di scelta e maggiori tutele” ha sottolineato Laura Michelini, presi- dente dell’associazione nazionale per la tutela della finestra made in italy, firmando l’intesa ed evidenziando: “oggi abbiamo creato un’alternati- va ai prodotti low cost fatta di maggiori informa- zioni ai consumatori, di tutele assicurative senza

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L’11 novembre 2015 a Bologna, in occasione dell’assemblea straordinariadi anfit, davanti a una sala colma di operatori del settore serramenti, espo-nenti di enti, associazioni e giornalisti viene siglata l’intesa tra adiconsum,la maggiore associazione dei consumatori e anfit, un passo importante perfare in modo che i consumatori italiani siano più protetti nei loro diritti. a tutela dei consumatori anfit ha sorpreso anche con la duplice polizzaassicurativa rc prodotto e rimpiazzo studiata assieme alla reale mutua.

La tuteLa deLmade in itaLypassa da qui…

CONVENTIONANFITdi Sonia Maritan

www.anfit.it

La tuteLa dei consumatori Anfit, l’associazione per la tutela dellafinestra made in Italy stringe un importanteaccordo con Adiconsum, ‘blinda’ la filiera dellaqualità dei serramenti e chiama a raccolta politicale istituzioni per meglio difendere i buoni produt-tori nazionali e contemporaneamente gli interessidi stato e collettività.

“Grazie all’accordo oggi i soci anfit offrono ai con-sumatori italiani più libertà di scelta e maggioritutele” ha sottolineato Laura Michelini, presi-dente dell’associazione nazionale per la tuteladella finestra made in italy, firmando l’intesa edevidenziando: “oggi abbiamo creato un’alternati-va ai prodotti low cost fatta di maggiori informa-zioni ai consumatori, di tutele assicurative senza

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pari sul mercato e di una filiera dei serramentitracciabile e trasparente”. È la prima volta che un’associazione di produttoridi serramenti e infissi stringe un’intesa vincolanteper i propri associati con un’associazione di con-sumatori, e lo fa alla presenza di Renato Calì,segretario nazionale di adiconsum. L’accordo hadiversi obiettivi:• informare consumatori e imprese in merito allenormative;• valorizzare la produzione e la distribuzione deiprodotti made in italy;• creare un ente paritetico di contrasto alle ille-galità nel settore; • implementare una White List di produttoricertificati.in più, nel quadro dell’accordo, Adiconsume Anfit vareranno un codice di attenzione alconsumatore, un codice etico e un protocolloper la conciliazione paritetica extragiudizialedelle controversie. Grazie a questi strumentisarà più semplice gestire i reclami in quantouna commissione di conciliazione si faràgarante verso il consumatore e il serramenti-sta di una soluzione “equa” che terrà contodei bisogni e degli interessi di entrambi.ma anfit ha sorpreso operatori ed esponentidi enti e associazioni con un altro accordosempre a tutela dei consumatori. si trattadella duplice polizza assicurativa rc prodottoe rimpiazzo studiata assieme alla RealeMutua che tutela da “danni a persone ecose” e garantisce la sostituzione del serra-mento rivelatosi difettoso.

presentata da Enrico Pambianchi, la polizzaposta in capo ad anfit protegge attualmente ilcliente finale per tre anni, anche al di là delle sortidel produttore dei serramenti.“intesa con i consumatori e polizza assicurativa”– ha evidenziato il direttore di anfit, PieroMariotto – “sono anelli essenziali di una catenadella qualità che si compone anche di ulteriorielementi come il marchio di qualità associativo,l’etichetta energetica numerata e il Label di posache presto dovrebbe trovare compimento.” a lui,sul finire dell’assemblea straordinaria chiediamoun commento, rilevando un’entusiasta partecipa-zione da parte sua al tema, di cui ci incuriosisceconoscere l’origine. “io ho fatto per vent’annil’appaltatore nel mondo dell’edilizia e mi sonostati affidati innumerevoli lavori da portare a com-pimento nel settore dei serramenti, ma non liconoscevo. poi un giorno qualcuno mi ha propo-sto di entrare in questo mondo, e da li ho comin-ciato a studiarne il mercato, rendendomi contodel disastro che si stava prospettando e il cuirisultato ci ha portato a oggi. per questo abbia-mo ‘messo un palo’ e scelto di ricominciare, cre-ando una nuova strada che prevede di andareverso le richieste del consumatore finale: siamotutti fruitori di questo bene”.anfit ha colto l’occasione dell’assemblea straordi-naria di Bologna per chiamare a raccolta politicied esponenti delle istituzioni che hanno parteci-pato a una tavola rotonda, moderata dal giorna-lista Ennio Braicovich, direttore di “nuovaFinestra”. il tema è quello del futuro della mani-fattura in italia prendendo ad esempio il caso delsettore serramenti oggi sotto attacco selvaggioda prodotti low cost in buona parte provenienti

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dall’europa dell’est. che il tema sia caldo lo dimo-stra il fatto che in merito sono state presentateben tre interpellanze parlamentari negli ultimimesi.

La presenza dei poLiticial dibattito hanno preso parte i parlamentariGianni Girotto del movimento 5 stelle, GuidoGuidesi di Lega nord, Filippo Piccone di ncd,il direttore generale di Finco Angelo Artale, ilvicepresidente di uni Sergio Fabio Brivio eMaria Anna Segreto di enea. sono emerse subito evidenti le gravi lacune del

nostro ordinamento giuridico - fiscale. manca, adesempio, l’autorità di vigilanza prevista obbliga-toriamente dal regolamento prodotti dacostruzione. L’attuale regolamentazione sull’iVasui prodotti esteri, regolata da un decreto ‘prov-visorio’ del 1993, svantaggia i produttori nazio-nali e favorisce gli acquisti all’estero. Le detrazio-ni fiscali del 65% per le opere di risparmio ener-getico, così come concepite oggi, si traducono inuna preoccupante fuga di denaro pubblico versol’estero a scapito della produzione nazionale.soldi che se ne vanno senza alcuna certezza peril consumatore e la collettività che le opere ese-

Comunicazione
Evidenziato

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guite siano conformi alla legislazione e alle nor-mative in vigore, vista la totale assenza di con-trolli tecnici e la richiesta di una reale qualificazio-ne dei produttori e degli installatori, obbligatoria,ad esempio, nel sistema francese rGe. eneapotrebbe essere l’ente deputato a esercitarequesti controlli ma le disposizioni attuali e la man-canza di fondi glielo impediscono. su questi punti:politici, esponenti delle istituzioni e anfit hannomanifestato una totale concordanza di opinioni. sisono visti invocare a gran voce un sistema simileal francese rGe che protegge consumatori, col-lettività e stato dalle incursioni sull’ecobonus.e la governance dell’associazione ha promessobattaglia in merito con l‘aiuto dei produttori diserramenti in tutti i materiali perché, ha sottoli-neato la presidente michelini, “la situazione disofferenza riguarda tutti i produttori. non hannopiù senso le battaglie del passato tra i produttoridei diversi materiali. occorre un’ampia collabora-zione tra tutti gli attori del settore”.

La Voce deL produttoreLa voce del produttore che si leva dalla platea èquella di Francesco Mangione, titolare dellaSpi, una delle aziende nel settore serramentometallico più rappresentative nel nostro paese.“Volevo sapere, poiché giustamente si parla diun’associazione, come l’anfit, che vuole riuniretutti i produttori di serramenti multi materiali,senza distinguo, cosa ne pensano i politici delcambio delle regole in ‘corso di partita’, quandosi anticipano di cinque anni le norme sull’efficien-za energetica in edilizia, come ha fatto la regioneLombardia, imponendo i requisiti minimi che l’in-

dustria del mondo dei serramenti aspettava per ilsettore pubblico nel 2019 e per il settore privatonel 2021? Lo dico pur non essendo toccato direttamentedalla cosa, perché purtroppo indica che in questopaese si possano scardinare le regole base da ungiorno all’altro, senza un criterio e sicuramentesenza alcun buon senso. questo mi rende diffici-le gioire delle iniziative, seppur lodevoli, che sonoqui ad ascoltare. sarebbe come dire che domania roma, un particolare assessore legato al setto-re possa decidere che nel centro storico dellacittà le finestre si possono fare solo in legno.L’esultanza dei produttori di serramenti in legnosarebbe immotivata. oppure che domani mattinaun altro assessore decida che nella regionepiemonte le finestre debbano avere una superfi-cie opaca che non superi il 25% della superficiedella finestra: legno e pvc sarebbero tagliati fuori.Voglio dire, le regole sono scritte e l’industria fa i

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suoi investimenti che normalmente non sono a tremesi, ma tra i tre e cinque anni, e su quelli pro-gramma le attività di ricerca e sviluppo e le tra-sformazioni che vorrà apportare nel tempo...Vorrei sapere cosa ne pensa l’anfit della decisio-ne della regione Lombardia di anticipare i tempidi applicazione previsti dalla normativa europea?cosa che, lo ribadisco, io ritengo a dir poco scan-dalosa e dilettantesca da parte dei politici chel’hanno votata. soprattutto io vorrei capire chivuole sostenere che gli edifici della regioneLombardia, costruiti negli anni cinquanta esessanta, sostituendo le finestre esistenti coninnovativi infissi che raggiungano anche valori di1.4 W/mqK possano diventare immobili a consu-mo quasi zero? ma stiamo scherzando! io credopoi che a prescindere da quello che si produce,se c’è un procedimento iniquo, sia necessarioalzare gli scudi”.questa domanda non ha ricevuto una rispostaesaustiva – tranne l’accenno di un paragone conl’agosto del 2005 quando è arrivato il decreto192, occasione in cui le prescrizioni varate furo-no cambiate ‘in corsa’. anche allora c’erano delleregole… – perché, di fatto, era già stato annun-ciato il coffee break. La redazione di sistemaserramento si è però premurata di riproporlaall’associazione anfit che ci ha risposto per vocedella presidente Laura michelini e del direttorepiero mariotto di essere pienamente d’accordocon quanto espresso dal titolare della spi. tutti,

probabilmente siamo d’accordo con lui, perchése da un lato ci rendiamo conto che la rispostasia strettamente connessa alle dinamiche opachedi un sistema paese che opera ancora con codi-ci spesso criptici e inadeguati per un paese chesi voglia definire moderno, dall’altro crediamoche l’auspicio di Francesco mangione e di tantivalorosi imprenditori, che stanno guadandoindenni (anzi vittoriosi) la “guerra” economicadel 2008-2016, meriti spazio, ascolto, rispetto,risposte, sostegni, che poi possano tradursi dav-vero in elementi di rappresentatività per il setto-re. senza contare che, parlando di rigenerazioneurbana in senso più ampio, andrebbe spostata lacentralità dalla ristrutturazione edilizia alla sosti-tuzione, mentre le attuali norme dei piani sonoinvariabilmente orientate al recupero degli immo-bili esistenti e penalizzano invece la demolizionee ricostruzione.Gli intoppi che nel nostro paese insorgono nellafase applicativa a causa dell’impreparazione edell’ostilità della burocrazia rallentano però impe-gni rilevanti come il regolamento edilizio unico,ancora in fase di avvio, mentre sarebbe portato-re di un passaggio fondamentale del percorso disemplificazione: è indispensabile uniformare lin-guaggio e strumenti su tutto il territorio naziona-le. non si tratta solo di un passaggio formale. La produzione legislativa delle regioni si è tradot-ta nella creazione di definizioni, termini e proce-dure che differiscono ormai da regione e regione

con il risultato di un’italia a diverse velocità.certo, in assenza di un provvedimento dello statole regioni legiferano ognuna per conto proprio,aumentando il livello di confusione già esistente.

L’interVista a Francesco manGioneL’entusiasmo del mio incontro con Francescomangione è direttamente proporzionale a quelloche scaturì quando lo conobbi, diversi lustri fa, aquando ebbi la possibilità di visitare la sua azien-da, giornate di cui serbo ancora il vivo ricordoper la ricchezza di proposte e progettualità che siraccolgono solo quando si entra in un’azienda,che è luogo reale di quel “Fare italia” di cui ognicittadino italiano dovrebbe essere orgoglioso.un’azienda di cui lui è l’interprete principale. inoccasione dell’incontro organizzato da anfit, ho ilpiacere di avere con lui un breve scambio, nelquale gli chiedo che cosa pensi delle proposte atutela del consumatore varate dall’associazione ein generale quale sia la sua opinione generale diquest’assemblea. “sono molto soddisfatto, ci hotrovato parecchi contenuti e, per uno che ha fattodecine e decine di assemblee ed è iscritto a unamiriade di associazioni, dalla confindustriaall’uncsaal, i termini di paragone non mancano; edevo dire che oggi ho trovato concretezza, spun-ti interessanti e un convegno ben organizzato.”Gli chiedo ancora quali siano gli auspici di oggiper il settore da parte di un’azienda come spiche lo rappresenta. “Gli auspici di oggi sono glistessi che predicavo dieci anni fa e che oggiFilippo picone ha evidenziato: non si può davantia una decisione di un organo che emana dellenorme alle quali poi noi produttori siamo vincola-ti, trovarsi davanti a un’associazione che la plau-

de e un’altra che si mette contro la stessa inizia-tiva. quello che ho sempre sostenuto, ed è statoil motivo per il quale mi sono poi allontanato dallevarie associazioni, è che l’interesse deve essereunitario e deve prescindere dalla tipologia di fine-stre prodotte: siano di cioccolata, di marzapane,di legno, di acciaio o di non so cosa altro. Le coseimportanti oggi risiedono in valori come la qualitàe l’informazione corretta al consumatore. io misono preso la briga di andare a comprare un ser-ramento, proveniente da un paese dell’est, in unagrande catena distributiva, me lo sono portato inazienda, l’ho smontato e sezionato e ho trovatodelle cose impensabili: il vetro non era a norma,c’erano riscontri di plastica, i rinforzi erano di unmillimetro, e il rinforzo non era presente nemme-no in tutti i profili.”rabbrividisco di fronte alle conseguenze gravissi-me che il pericolo di montare una finestra cosìscadente, possa creare in un edificio, e glielo tra-smetto. “il consumatore oltretutto è convinto diaver fatto un affare e non è consapevole di avercomprato un prodotto che probabilmente tra dueo tre anni dovrà sostituire, questa volta, mi augu-ro per lui con il costo di un prodotto qualificato.quello che si è detto oggi lo trovo indubbiamentedenso di qualità nel momento in cui si vuole: • fare un marchio di qualità, • informare il consumatore, • avere un movimento univoco che erudisca ilconsumatore. oggi ho fatto i complimenti a piero mariotto e hodeciso di rientrare nell’associazione perché ci hotrovato delle cose sagge e interessanti.”

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