Convegno federico ii
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L‟età di Federico II
convegno, IIS via Copernico di Pomezia, 28 febbraio 2012
da un’idea di Silvia Palombi
con la collaborazione di Carla Tirdi
e spunti tratti da L‟esagramma mistico, di L. Garofalo, in corso di pubblicazione
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IIS via Copernico, Pomezia Associazione culturale Proteus
progetto NaSci600 diretta da Luciano Garofalo
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Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate."Popolo di Milano", ei passa e chiede, "fatemi scorta al console Gherardo.― Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l’arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe’ cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento… Vi sovvien" dice alberto di Giussano "la domenica triste de gli ulivi? Ahi passion di Cristo e di Milano!Da i quattro Corpi santi ad una ad una crosciar vedemmo le trecento torri de la cerchia; ed al fin per la ruina
polverosa ci apparvero le case spezzate, smozzicate, sgretolate:parean file di scheltri in cimitero. Di sotto, l’ossa ardean de’ nostri morti.― Così dicendo alberto di Giussano con tutt’e due le man copriasi gli occhi, e singhiozzava: in mezzo al parlamento singhiozzava e piangea come un fanciullo. Ed allora per tutto il parlamento trascorse quasi un fremito di belve. Da le porte le donne e dai veroni,pallide, scarmigliate, con le braccia tese e gli occhi sbarati al parlamento, urlavano — Uccidete il Barbarossa —.
Da “Il Parlamento”, di Giosuè Carducci
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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Anime di coloro che non compirono i voti - apparizione delle anime del cielo della Luna -
Piccarda Donati – Costanza imperatrice
«O ben creato spirito, che a' rai
di vita etterna la dolcezza senti
che, non gustata, non s'intende mai,
grazioso mi fia se mi contenti
del nome tuo e de la vostra sorte».
........ ―I' fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben sé riguarda, non mi ti celerà l'esser più bella,
ma riconoscerai ch'i' son Piccarda, che, posta qui con questi altri beati, beata sono in la spera più tarda. E quest'altro splendor che ti si mostra da la mia destra …è la luce de la gran Costanza che del secondo vento di Soave generò 'l terzo e l'ultima possanza»‖
Divina Commedia, Paradiso, canto III
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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L‟Italia e l‟Europa centrale
nel XIII secolo
Sacro Romano Impero
Regno di Germania
Ducato di Svevia
Regno d‟Italia
Stato della Chiesa
Regno di Sicilia
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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Lo scontro tra l‟Impero e il Papato, che si
riaccese violento nel XII e XIII secolo, fu reso più
complicato dall‟ascesa dei Comuni italiani che
lottavano contro l‟Impero per la difesa della propria
economia. Con l‟avvento della Casa di Svevia sul
trono di Germania, ci fu un periodo di conflitti che
può essere suddiviso in tre fasi:
PRIMA FASE: XII SECOLO Federico I scende in
Italia con tre obiettivi: riaffermare il primato
dell‟Impero sul Papato; assoggettare i Comuni la
cui autonomia diventava pericolosa; impadronirsi
dell‟Italia meridionale. Riuscì solo , ricorrendo alla diplomazia, e cioè al matrimonio
tra il figlio Enrico e Costanza d‟Altavilla, a estendere la sovranità imperiale sul Regno
di Sicilia. SECONDA FASE: XIII SECOLO (1198-1216) Si afferma il programma
teocratico del Papa Innocenzo III che, nella crisi dinastica dell‟Impero, vede le
premesse per realizzare il grande sogno della sovranità universale della Chiesa.
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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TERZA FASE: XIII SECOLO (1212-1250)
Federico II, figlio di Enrico VI e di Costanza
d‟Altavilla, rinnova il grande sogno di
restaurare il prestigio dell‟Impero in Italia, e
quindi riprende la lotta contro il Papato e i
Comuni. La sua politica fallisce, ma
stabilitosi in Sicilia, organizza il suo Regno in
modo moderno, costruendo uno Stato fondato
sull‟esclusivismo del potere regio.
Egli può considerarsi l‟ultimo grande imperatore medievale.
Il potere della Casa di Svevia, al tempo di Federico II, diede
vigore per qualche tempo alle forze ghibelline all‟interno delle
città italiane. Il nome di Guelfi e Ghibellini era lo schermo di
forze locali avverse, politiche ed economiche, che miravano
alla supremazia mediante la distruzione delle potenze rivali.
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La Svevia è una regione storica e linguistica della
Germania. La maggior parte della regione storica
della Svevia fa oggi parte del Baden-Württemberg
(lo stato storico del Württemberg e la provincia di
Hohenzollern e del distretto governativo bavarese di
Svevia).
Nel Medioevo la Svevia comprendeva anche il
Baden, lo stato federato austriaco del Vorarlberg, il
Liechtenstein, i cantoni svizzeri di lingua tedesca e
la regione francese dell'Alsazia.
La regione linguistica comprende le zone in cui è
parlato il tedesco alemanno e più propriamente
quelle in cui è parlato lo Schwäbisch, lo svevo.
Coincide più o meno con la zona storica, arrivando
a lambire anche l'Italia, e più precisamente la Valle
d'Aosta e la provincia del Verbano Cusio Ossola.
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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Gli Altavilla (in francese Hauteville) furono
una delle famiglie più importanti e influenti
del popolo dei Normanni. La dinastia reale
prese origine da Tancredi conte di Hauteville
(oggi Hauteville-la-Guichard, in Normandia)
nel XI secolo, i cui figli intrapresero la
conquista e l'unificazione politica dell'Italia
meridionale, conclusa nel 1130 da Ruggero
II, terzo conte di Sicilia e quarto duca di
Puglia e Calabria della stirpe, che unì al
proprio dominio tutti i feudi normanni nel
Mezzogiorno (Principato di Capua, Ducato di
Napoli etc.) costituendo il Regno di Sicilia,
che si estendeva fino a Corfù, Malta, Gozo e a
tutta la costa dell'Africa settentrionale, compreso l'entroterra tra Bona e Tripoli.
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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Federico II del Sacro Romano Impero, conosciuto anche come Federico I di Sicilia o
Federico VII Hohenstaufen di Svevia, duca di Puglia, principe di Capua, re d'Italia,
di Germania, di Gerusalemme e di Sicilia, Imperatore dei Romani,
nacque nel 1194 da Enrico VI (a sua volta figlio di Federico Barbarossa I
di Svevia), e da Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II il Normanno
a Jesi, nella Marca anconitana, mentre l'imperatrice stava raggiungendo il marito a
Palermo, incoronato appena il giorno prima, il giorno di Natale, re di Sicilia.
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Secondo la tradizione popolare, trasmessa da
Giovanni Villani e ripresa da Dante, Costanza
avrebbe manifestato in gioventù interesse per la
vita monastica e sarebbe entrata in convento, ma di
questa presunta scelta manca qualsiasi riscontro
reale; tuttavia è certo che Costanza, all'età di
trent'anni, era ancora nubile, e per il suo rango di
principessa la cosa poteva sembrare al tempo
piuttosto irrituale. Grazie all'interessamento del
nipote, re Guglielmo II di Sicilia, Costanza sposò a Milano, il 27 gennaio 1186, Enrico VI di Svevia, figlio di Federico I Barbarossa.
La dote della sposa ammontava a 14 tonnellate d'oro. Con questa unione gli intenti
dei principali fautori erano chiari: Guglielmo aveva l'interesse a mantenere salda la
dinastia, ormai in declino, rafforzandola con l'ingresso degli Svevi, allora in ascesa,
mentre Federico Barbarossa ambiva fortemente ampliare il suo “Sacro” Romano
Impero, inglobando in esso le ricchezze dell'Italia meridionale.
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Nel 1189 Guglielmo II, in punto di morte, non
avendo discendenti diretti, indicò la zia Costanza
d‟Altavilla come erede, obbligando i cavalieri a
giurarle fedeltà nella speranza di appianare le
divergenze che opponevano la nobiltà siciliana ed il
clero alla casata degli Hohenstaufen. Tuttavia i
siciliani ed il papato non amavano la politica
eccessivamente autoritaria degli Svevi, preferendo
eleggere Re di Sicilia Tancredi di Lecce, cugino di
Guglielmo e nipote di Costanza. La scelta era giustificata sia dalla stima di cui godeva Tancredi come comandante
militare, sia dal fatto che era l'unico discente maschio, per quanto illegittimo, di stirpe
normanna. Il momento era favorevole, perché Costanza e il marito erano costretti a
rimanere in Germania per l‟assenza di Federico Barbarossa, impegnato nella crociata
in Terra Santa. Tancredi fu incoronato a Palermo con l‟approvazione del Papa
Clemente III, che non vedeva di buon occhio un unico sovrano della casata degli
Hohenstaufen dalla Germania alla Sicilia.
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Alla morte del Barbarossa Enrico partì per la riconquista
della Sicilia, supportato anche dalla flotta pisana, da sempre
fedele all'imperatore. Tuttavia Tancredi riuscì a battere
l'esercito di Enrico e a catturare Costanza, che venne
imprigionata a Salerno. Nel febbraio del 1194 però Tancredi
morì e la sua successione apparve subito problematica a
causa dell'età infantile del figlio. In questo contesto Enrico
tornò in Italia e riuscì a sottomettere il Regno di Sicilia, dove
fu incoronato il giorno di Natale. Il giorno dopo, come detto,
Costanza diede alla luce Federico II, a Jesi.
La nascita di Federico II fu avvolta da dicerie ed illazioni: Federico fu considerato da
alcuni detrattori una sorta di Anticristo, che una leggenda medievale sosteneva sarebbe
nato da una vecchia monaca. Del resto Costanza d'Altavilla al momento del parto aveva
40 anni e, prima del matrimonio, si diceva, aveva vissuto in un convento. Inoltre a causa
dell'età avanzata, molti non credevano alla sua gravidanza. Per questo motivo sarebbe
stato allestito un baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove Costanza partorì
pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita del futuro imperatore.
L‟età di Federico II l‟Italia e l‟Europa alle soglie del XIII secolo
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Costanza fece battezzare il figlio ad Assisi, allo stesso
fonte presso il quale era stato battezzato San Francesco,
imponendogli il nome di Costantino, poi lo portò a Foligno,
affidandolo alla duchessa di Urslingen, moglie del duca di
Spoleto e uomo di fiducia dell'imperatore. Col nome di
Costantino, nell'estate del 1196, il piccolo venne eletto Rex
Romanorum dai principi tedeschi, durante la Dieta Imperiale
di Francoforte. Qualche mese dopo il nome del futuro sovrano
venne mutato dal padre in Federico Ruggero Costantino.
Federico nasceva già pretendente di molte corone. Quella imperiale non era ereditaria,
ma il neonato era un valido candidato a re di Germania che comprendeva anche le
corone d'Italia e di Borgogna. Questi titoli assicuravano diritti e prestigio, ma non un
potere effettivo, possibile solo se si era forti e in grado di far valere i diritti regi sui
feudatari e sui Comuni italiani. Per via materna Federico ereditava anche la corona di
Sicilia, dove invece esisteva un apparato amministrativo ben strutturato a garantire che
la volontà del sovrano venisse applicata, secondo la tradizione di governo centralistico.
L‟età di Federico II meraviglia e stupore del mondo
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Alla morte del marito Costanza affidò il figlio a Pietro di Celano
conte della Marsica e a Berardo di Laureto, appartenente alla
famiglia degli Altavilla conti di Conversano, facendo in modo di
farlo incoronare re di Sicilia a soli quattro anni. L‟anno dopo,
prima di morire, lo pose sotto la tutela del nuovo papa, Innocenzo
III, a favore del quale costituì un appannaggio di 30.000 talenti
d'oro per l'educazione del figlio. Federico risiedeva nella reggia di
Palermo, nel Castello della Favara, il Castello a Mare, seguendo
Gentile di Manopello fratello di Gualtiero. Suo primo maestro fu
frate Guglielmo Francesco, che ne rispondeva al vescovo Rinaldo di Capua, il quale
informava il papa dei progressi scolastici, della crescita e della salute di Federico.
A quattordici anni Federico uscì dalla tutela papale assumendo il potere nelle sue mani.
Intanto però Ottone IV era stato eletto imperatore del Sacro Romano Impero, ma appena
tre anni dopo una fazione ribelle sostenuta da Innocenzo III, che aveva scomunicato
Ottone, incoronò al suo posto Federico “re dei romani” nel duomo di Magonza. Tuttavia
la sua effettiva sovranità poté essere tale solo dal 27 luglio 1214 quando Filippo Augusto
re di Francia, alleato della casa di Svevia, sbaragliò Ottone IV, sostenuto dagli inglesi.
L‟età di Federico II meraviglia e stupore del mondo
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In Germania resistevano al dominio di Federico soltanto
Colonia, la città più ricca e popolosa della Germania del
tempo, i cui mercanti vantavano particolari diritti
commerciali e di traffico con l'Inghilterra di Enrico II ed
Aquisgrana, dove erano conservate le spoglie di Carlo
Magno. Aquisgrana cadde nel luglio 1215.
Pochi mesi dopo venne aperto da Innocenzo III il IV
Concilio Lateranense cui partecipò anche Federico.
Finché fu in vita il suo protettore Innocenzo III,
Federico evitò di condurre una politica personale troppo
pronunziata. Morto Innocenzo III salì al soglio pontificio Onorio III, che incalzò un
titubante Federico a dare corso ad una nuova crociata. Per convincerlo lo nominò
imperatore incoronandolo in San Pietro nel 1220. Nello stesso anno Federico lasciò la
Germania al figlio Enrico, mantenendo però la suprema autorità. Essendo stato allevato
in Sicilia è probabile che Federico si sentisse più italo-normanno che tedesco, e inoltre
conosceva assai bene il potenziale del regno siciliano, con una fiorente agricoltura, città
grandi, buoni porti e una straordinaria posizione strategica al centro del Mediterraneo.
L‟età di Federico II meraviglia e stupore del mondo
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Federico II era dotato di una personalità poliedrica
e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato
l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una
lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male.
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte
attività legislativa e di innovazione tecnologica e culturale,
volte ad unificare le terre ed i popoli, fortemente contrastata
dalla Chiesa. Egli stesso apprezzabile letterato, fu convinto
protettore di artisti e studiosi. La sua corte fu luogo di
incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica.
Generoso mecenate, ospitò alla sua corte numerosi artisti che ebbero modo di
spostarsi con lui nei suoi soggiorni in Germania da dove importarono lo stile gotico
tedesco, che proprio in quegli anni produceva opere di rinnovato naturalismo.
Federico invitò nel sud-Italia i cistercensi già nel 1224. Ad essi si deve la diffusione di
questo stile sobrio nell'architettura (le abbazie laziali di Fossanova e Casamari
probabilmente costituiscono i primi esempi di applicazione italiana dello stile gotico).
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L‟età di Federico II meraviglia e stupore del mondo
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L'abbazia di Fossanova è sita nei pressi di
Priverno, in provincia di Latina. L'abitato sito
tutt'intorno ha l'aspetto di vicus e prende il nome
da una cloaca che nei primi tempi del piccolo
borgo (ora frazione di Priverno) era chiamata
Fossa Nova. L'abbazia, la cui fabbrica durò dal
1187 al 1206, in stile romanico, ma più
precisamente in una visibile forma di transizione
fra il romanico ed il gotico, ha l'interno spoglio o
quasi di affreschi (ne rimangono, almeno fino al
1998, alcuni brandelli sulle pareti) secondo
l'austero memento mori dei monaci cistercensi.
Nella foresteria vi è la stanza ove visse, pregò e meditò san Tommaso d'Aquino negli
ultimi giorni della sua vita e dove morì nel 1274; ancora oggi in chiesa se ne
conserva la semplice tomba vuota, il corpo fu trasferito dai domenicani a Tolosa alla
fine del XIV secolo, composta da una lastra di marmo o travertino rettangolare.
L‟età di Federico II arte gotica ai primi del 1200
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L'abbazia di Casamari è uno dei più
importanti monasteri italiani di architettura
gotica cistercense. Fu costruita nel 1203 e
consacrata nel 1217. Si trova nel territorio del
comune di Veroli, in provincia di Frosinone.
Essa fu edificata sulle rovine dell'antico
municipio romano chiamato Cereatae, perché
dedicato alla dea Cerere. Il nome Casamari
deriva dal latino e significa "Casa di Mario",
patria di Caio Mario, celebre condottiero, sette volte console e avversario di Silla
nella guerra civile dell'88 a.C., ricordato anche nel nome della strada lungo la quale
sorge l'abbazia (che collega Frosinone con Sora): via Mària.
Con la decadenza dell'Impero romano e le susseguenti invasioni barbariche
Cereatae-Casa Marii subì le stesse sorti del decadimento di Roma, fino a quando i
monaci benedettini nell'XI secolo s'insediarono nel luogo e vi fondarono l'abbazia.
L‟età di Federico II arte gotica ai primi del 1200
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difensivo, che comportò, al di là della grandiosità del progetto oneri non indifferenti.
Le proporzioni del programma furono tali da generare preoccupazione, timore ed anche
pacato biasimo per la pesante pressione fiscale imposta per reperire i fondi necessari al
faraonico programma. L‟attività edilizia di Federico è concentrata soprattutto sui cantieri dei
castelli e dei palatia, e molto spesso si è sottolineata la sua disaffezione verso le fabbriche
religiose. Per ragioni esclusivamente politiche fece costruire la cattedrale di Altamura e
presenziò alla consacrazione della cattedrale di Cosenza. Pare poi che si sia occupato
personalmente solo della basilica cistercense del Murgo presso Lentini nel 1220.
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
L‟attività edilizia occupò un posto fondamentale nel
programma di governo di Federico II. Gli interventi
sul territorio legati all‟iniziativa imperiale vanno
visti come uno dei molteplici aspetti del suo
atteggiamento culturale, incentrato tanto sul
recupero delle strutture esistenti ed ereditate dai
normanni, quanto su nuove fondazioni legate alla
sistemazione strategica del territorio. L‟attività
edilizia federiciana va dunque vista nell‟ottica di una
più vasta e radicale opera di revisione del sistema
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Questi criteri sono osservati nelle costruzioni ex novo, come Lagopesole, Augusta, Siracusa,
Catania e Prato. Tutti rivelano caratteristiche simili e tipiche e come alla base della concezione
architettonica ci sia il quadrato. Dal quadrato si passa all‟ottagono con Castel del Monte e
Lucera. Il quadrato ed il cerchio rappresentano gli elementi vitali: la terra ed il cielo, l‟uomo e il
divino, l‟ottagono è il simbolo stesso dell‟imperatore che fa da mediatore. Non bisogna
meravigliarsi se ci si imbatte in un accentuato gusto geometrico, che è frutto della razionalità del
tempo e dell‟interesse matematico del periodo. La matrice del quadrato è antica e risale al
castrum romano, schema geometrico sopravvissuto nel mondo arabo, bizantino e crociato
attraverso il quale si spiegano le connessioni tra modelli federiciani e costruzioni orientali.
L‟età di Federico II tipologie architettoniche
La tipologia delle costruzioni federiciane si esplica attraverso il
rigore delle forme geometriche che viene meno solo in caso di
strutture preesistenti. Le caratteristiche più evidenti sono la
simmetria e la regolarità geometrica, , che si basano
generalmente su una pianta quadrangolare munita di torri
angolari cilindriche o quadrate ed eventuali torri mediane
anche poligonali; l‟interno ha il suo fulcro nel cortile, attorno
al quale si organizzano gli ambienti coperti disposti lungo
l‟intero perimetro. (a lato: Pianta del Castello Maniace di Siracusa)
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Pianta del Castello di Gravina, Puglia
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Gioia del Colle, Basilicata
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Bari
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Catania
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Trani
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Prato, Toscana
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Melfi, Basilicata
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Il Castello di Lagopesole
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Casteldelmonte, Andria, Puglia
L‟età di Federico II attività edilizia e territorio
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Federico fu chiamato ai suoi tempi Stupor Mundi,
appellativo che deriva dalla sua inestinguibile
curiosità intellettuale, un eclettismo che lo portò ad
approfondire la filosofia, l'astrologia, la
matematica (fu in amicizia con il matematico
pisano Leonardo Fibonacci - scopritore della
celebre successione numerica che esamineremo -
che gli dedicò il suo famoso Liber quadratorum), e
l'algebra in particolare, ma anche la medicina e le scienze naturali.
Federico scrisse anche un libro, un manuale sull'arte della falconeria, il De arte venandi
cum avibus di cui molte copie illustrate nel XIII e XIV secolo ancora sopravvivono.
Il trattato nasce dall'osservazione personale del sovrano, e non ha nulla delle enciclopedie
zoologiche fino ad allora redatte, intrise di mitologia, teologia e superstizione). In esso i
problemi di ornitologia, di allevamento, di addestramento e di caccia sono trattati con
attenzione al principio dell'esperienza e con un assoluto spirito di indipendenza rispetto
alla trattatistica precedente. Per questo motivo il De arte venandi rappresenta un
fondamentale passo verso la nascita della scienza "moderna".
L‟età di Federico II stupor mundi
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All‟epoca di Federico II i principali centri di cultura medica
erano Salerno e le università di Bologna (fondata nel 1088)
e di Padova. Tra questi, il più importante fu la famosa
scuola di Salerno, di cui sono ricche di informazioni le
cronache medievali, che raggiunse nel XII sec. il culmine
dello splendore. La leggenda vuole che sia stata fondata da
quattro medici, che sono personaggi-simbolo: l‟arabo Adela,
l‟ebreo Helinus, il greco Pontus e il latino Salernus, volendo
significare che lì confluivano le tradizioni mediche di
quattro diverse culture. Certo vi fu una iniziale influenza
dell‟Abbazia di Montecassino, dove si erano conservate alcune conoscenze mediche
dell‟antichità. La scuola di Salerno comunque, era laica, anche se composta da credenti.
Aveva un atteggiamento umile e consapevole della fragilità umana, sia fisica che
psicologica, principio che valeva anche per il medico. Figure importanti del periodo
iniziale della scuola furono Alfano (1010-1085), monaco benedettino e studioso di
medicina, e Costantino Africano (1015-1087), medico ippocratico, studioso della scienza
dei Caldei, degli Arabi, dei Persiani, degli Indiani e degli Etiopi.
L‟età di Federico II l‟arte medica ai primi del 1200
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Il retroterra culturale del pensiero medico
medievale era costituito dall‟intreccio tra
l‟eredità greca di Ippocrate (460-377 a.C.),
Teofrasto (371-288 a.C.), Galeno (131-202 d.C.) e
Dioscoride (40-90 d.C.), e quella araba di al
Rhazi (865-925) e Avicenna (980-1037). In
ambedue i filoni è facile evidenziare lo stretto
intreccio tra dimensione sacra, divina, simbolica,
e dimensione “naturale”, tanto che quest‟ultima
risulta di continuo permeata dalla prima, quasi
ad illuminarla e renderla intellegibile. In Occidente, dopo il crollo dell‟Impero Romano, la medicina regredì in certi settori, mentre
gli Arabi, al contrario, mantennero viva la disciplina dando vita a una cultura complessa
che fu sia luogo di sintesi di varie scuole mediche, sia luogo di ricerca autonoma nel campo
sanitario. Essi raccolsero l‟eredità di greci e latini, ma anche di assiri, ebrei e indiani e
diedero un contributo al progresso medico introducendo nuove piante medicinali, come
l‟anice, la cannella, la rosa, il sandalo, la zucca e la noce moscata, mentre con l‟alcool e lo
zucchero di canna venivano preparati sciroppi, conserve ed elisir.
L‟età di Federico II l‟arte medica ai primi del 1200
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Nel Medio Evo vigeva il principio del “contraria
contrariis curentur” inteso nel senso di usare
farmaci di origine animale, vegetale o minerale, con
qualità (freddo, caldo, umido, secco) opposte a
quelle della patologia che si voleva curare,
ipotizzando un meccanismo di “contrappeso e
bilanciamento” rispetto al disequilibrio presente nel
malato. Inoltre ci si basava sulla dottrina della
“segnatura” (analogia), secondo cui, specie nel caso
di analogie nella forma tra piante e corpo umano, si dovevano usare specifiche parti
vegetali per curare quelle con cui vi era una presunta similitudine formale. Ma ciò valeva
anche per l‟uso terapeutico degli animali, di cui, ad esempio, si mangiava il cervello per
aumentare la memoria. Il tutto doveva comunque servire solo di ausilio alla capacità
innata della natura di ridare la salute al malato (vis sanatrix naturae), dopo che la
malattia aveva superato le sue quattro fasi classiche: principium, augmentum, status,
declinatio. La guarigione si aveva con la cottura della materia peccans e con la sua
espulsione dal corpo (da cui l‟uso dei diuretici, dei purganti, degli emetici e del salasso.
L‟età di Federico II l‟arte medica ai primi del 1200
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Nel 1224, all'età di trent'anni, Federico istituì con editto
formale, a Napoli, la prima universitas studiorum statale e laica
della storia d'Occidente, in contrapposizione all'ateneo di
Bologna, nato come aggregazione privata di studenti e docenti e
poi finito sotto il controllo papale. L'università, polarizzata
intorno allo studio del diritto e della retorica, contribuì
all'affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica.
Napoli non era ancora la capitale del Regno, ma Federico la
scelse per la sua posizione strategica ed il suo già forte ruolo di
polo culturale ed intellettuale di quei tempi.
Non meno importante, in ambito letterario, fu l‟affermarsi, tra il
1230 e il 1250, della Scuola Siciliana, nella quale confluirono poeti ed intellettuali che, ruotando intorno alla sua figura, erano parte integrante della sua
corte. I poeti Siciliani, funzionari di corte o burocrati dell‟alta borghesia, contribuirono
in modo significativo al patrimonio letterario italiano, in particolar modo con un chiaro
influsso sulla produzione culturale delle città ghibelline dell'Italia centrale, come per
esempio Bologna, città dove visse Guido Guinizzelli, padre del Dolce Stil Novo.
L‟età di Federico II l‟impegno politico e culturale
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Federico II conosceva ben nove lingue ed era un
governante molto moderno per i suoi tempi, visto che favorì
la scienza e professò punti di vista piuttosto avanzati in
economia, dove abolì i dazi interni ed i freni alle
importazioni all'interno del suo impero. Condusse anche
un'intensa attività legislativa: a Capua, a Catania, a
Messina, Melfi e Siracusa promulgò una raccolta organica
di leggi armonizzate secondo le sue direttive, avvalendosi di
un gruppo di giuristi quali Roffredo di Benevento, Pier delle
Vigne, l'arcivescovo Giacomo di Capua ed Andrea Bonello da Barletta. Questo corpo
organico, preso lungamente a modello come base per la fondazione di uno stato moderno,
è passato alla storia col nome di Costituzioni di Melfi anche se il titolo originale
Constitutiones Regni Utriusque Siciliae rende più esplicita la volontà di Federico di
riorganizzare il Regno di Sicilia che fu ripartito in undici distretti territoriali detti
giustizierati. I giustizieri, funzionari di sua nomina, rispondevano del loro operato in
campo amministrativo, penale e religioso ad un maestro giustiziere, referente diretto
dell'imperatore che stava al vertice di questa struttura gerarchica di tipo piramidale.
L‟età di Federico II l‟attività legislativa
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Mentre Federico era impegnato nel riordino
amministrativo del Regno di Sicilia era risorta nel
nord Italia la Lega Lombarda, e l‟imperatore,
pressato dal successore di Onorio III, papa Gregorio
IX, di organizzare una crociata pena la scomunica,
venne a trovarsi nella condizione di non poter
disporre di un esercito sufficiente a contrastare i
Comuni ribelli. Nella primavera 1228, decise tuttavia
di partire per la Terrasanta, pur sapendo che durante
la sua assenza il Papa avrebbe cercato di riunire tutti
i suoi oppositori in Germania e in Sicilia, minacciando la Lombardia e il suo Regno
Meridionale. Durante la sua assenza truppe germaniche scesero in difesa della Sicilia. Il
Papa assoldò altre truppe per contrastarle, bandendo una paradossale crociata contro
Federico II . Quando l‟imperatore ritornò in Italia riuscì ad avere ragione delle forze
papali ma ritenne opportuno, in quel momento, riconciliarsi col pontefice e con la Pace di
Ceprano del 23 luglio 1230. Intanto però nella diatriba fra papa e imperatore si erano
inserite le città della Lega ed era ripresa la secolare divisione fra guelfi e ghibellini.
L‟età di Federico II e le vicende politiche tra il 1230 e il 1250
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Federico seppe abilmente favorire l'instaurarsi di
signorie ghibelline a lui amiche (la più potente fu quella che
governava su Padova, Vicenza, Verona e Treviso) e nel novembre
del 1237 colse una notevole vittoria sulla Lega Lombarda a
Cortenuova, conquistando il Carroccio che inviò in omaggio al
papa. Questo però non gli evitò la scomunica causata dalla
nomina a Re di Sardegna del figlio Enzo, cosa che il pontefice
non poteva tollerare. Federico, per impedire lo svolgimento del
Concilio che avrebbe confermato solennemente la sua scomunica,
bloccò allora le vie di terra per Roma e fece catturare i cardinali
stranieri in viaggio per mare nel corso di una battaglia navale presso l'isola del Giglio.
Finalmente, nel marzo del 1244, fu stilata in Laterano una bozza di accordo fra Federico
e il nuovo papa Innocenzo IV che prevedeva, in cambio del ritiro della scomunica, la
restituzione di tutte le terre pontificie occupate dall'imperatore, ma nulla diceva sulle
pretese imperiali in Lombardia. Quello del papa era però un inganno ordito contro
Federico nell‟intento di prendere tempo e trovare in Germania nuovi alleati ed elettori
disposti a schierarsi al suo fianco contro l‟imperatore, allo scopo di deporlo.
L‟età di Federico II e le vicende politiche tra il 1230 e il 1250
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La nuova scomunica fu un duro colpo al prestigio di
Federico, ma gli eventi cominciavano a precipitare. Nel
febbraio del 1248 subì una grave sconfitta nella battaglia
di Parma. Dopo un assedio durato oltre sei mesi i
parmigiani uscirono dalla città e attaccarono le truppe
imperiali, distruggendole. L'imperatore riuscì a stento a
rifugiarsi a San Donnino, da dove raggiunse poi la fedele
alleata Cremona. L'anno seguente il figlio Enzo, battuto
nella battaglia di Fossalta, fu catturato dai bolognesi che
lo tennero prigioniero fino alla morte. Poco dopo
Federico subì il tradimento di uno dei suoi più fidati
consiglieri, il già citato Pier delle Vigne, celebrato in un
passo dell'Inferno di Dante Alighieri.
La vittoria militare dell‟altro figlio Corrado su Guglielmo d'Olanda, avvenuta nel 1250,
non portò alcun vantaggio politico per Federico il quale, nel dicembre dello stesso anno,
non è chiaro se per un attacco di dissenteria o per avvelenamento, morì a Fiorentino di
Puglia, un borgo fortificato non lontano dalle amate sedi imperiali di Foggia e Lucera.
L‟età di Federico II e le vicende politiche tra il 1230 e il 1250
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Si è accennato in precedenza all‟amore di Federico per
l‟algebra e all‟amicizia col più grande fra i matematici del suo
tempo, Leonardo Pisano, detto Fibonacci. Con altri matematici
del tempo, Leonardo contribuì alla rinascita delle scienze esatte
dopo la decadenza dell'ultima parte dell'età classica e del primo
Medioevo. Assieme al padre Guglielmo dei Bonacci, facoltoso
uomo d‟affari e rappresentante dei mercanti della Repubblica
marinara di Pisa, passò alcuni anni in Algeria, dove studiò i
procedimenti aritmetici che studiosi musulmani stavano
diffondendo nelle varie regioni del mondo islamico.
Qui apprese tecniche matematiche sconosciute in Occidente. Alcuni di tali procedimenti
erano stati introdotti per la prima volta dagli Indiani, portatori di una cultura molto diversa
da quella mediterranea. Proprio per perfezionare queste conoscenze, Fibonacci si spinse
fino a Costantinopoli, alternando il commercio con gli studi matematici. Molto dovette alle
opere di Al-Khwarizmi e ai maestri arabi, senza però essere mero diffusore della loro opera.
Ritornato in Italia, la sua notorietà giunse anche alla corte di Federico II, soprattutto dopo
che risolse brillantemente alcuni problemi del matematico presso la corte imperiale.
Questo gli valse un vitalizio che gli permise di dedicarsi completamente ai suoi studi…
L‟età di Federico II e la sua amicizia con Leonardo Fibonacci
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La caratteristica della successione, nella
quale ciascun termine è formato dalla
somma dei due che lo precedono, è che,
da un certo punto in poi, il rapporto tra
un termine e il suo antecedente tende al
numero aureo irrazionale 1,618…
Come è noto, la successione di Fibonacci, costituita dalla sequenza
1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 89 144 233 377 610 …. è generata sommando in diagonale, dal basso verso l‟alto, i numeri
che formano il triangolo di Tartaglia, usato, fino all‟avvento di Pascal
prima, e Newton poi, per lo sviluppo delle potenze di un binomio.
Ad esempio, se volessimo calcolare (a+b)5 basterebbe prendere
come coefficienti dello sviluppo i coefficienti della riga del 5
ottenendo
(a+b)5 = a5+5a4b+10a3b2+10a2b3+5ab4+b5
L‟età di Federico II la successione di Fibonacci
1
1 1
1 2 1
1 3 3 1
1 4 6 4 1
1 5 10 10 5 1
1 6 15 20 15 6 1
1 7 21 35 35 21 7 1
1 8 28 56 70 56 28 8
1
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Il numero aureo è presente in molteplici culture antiche, si pensi al rapporto tra le
dimensione delle piramidi egizie, ad esempio, o al rinascimentale uomo vitruviano di
Leonardo da Vinci, la cui altezza è appunto pari a 1,618 volte la distanza tra
l‟ombelico e la base di appoggio, ma anche alla sequenza, in genetica, con cui si
riproducono moltissime specie vegetali che obbediscono alla successione di
Fibonacci…è presente anche nel rapporto tra le spire di una chiocciola, o del
Nautilus, o tra due onde consecutive durante una marea, senza contare il significato
esoterico che la successione ha ispirato in alcune sette, come ad esempio, si dice, la
massoneria, o molti autori di thrilling matematici come Il Codice da Vinci…
L‟età di Federico II il numero aureo
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Immaginiamo ora una serie di
quadrati ciascuno dei quali di lato pari alla
somma dei due precedenti, proprio come nella
successione di Fibonacci…se in ciascuno di
questi quadrati tracciamo idealmente un
quarto di circonferenza di raggio uguale al
lato e quindi li accostiamo uno all‟altro in
ordine crescente dando continuità alla figura
curvilinea, ottieniamo una spirale logaritmica,
ovvero una linea curva che, ruotando attorno a
un punto centrale, se ne allontana
progressivamente…viene definita spirale di
crescita poiché è un tipo particolare di spirale
che si ritrova spesso in natura, come ad
esempio, ma non solo, nei semi di girasole, che
crescono proprio lungo due spire contrapposte
di spirali logaritmiche…
L‟età di Federico II numero aureo e successione di Fibonacci
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Addirittura la sistemazione dei fiori
all'interno del disco di un girasole
avviene secondo uno schema a spirali
in cui il numero di quelle orarie e di
quelle antiorarie sono due numeri di
Fibonacci consecutivi, di solito 34 in
un senso e 55 nell'altro, ma in girasoli
molto grandi si possono trovare anche
89 e rispettivamente 144 spirali...
La spirale logaritmica venne introdotta
per la prima volta, pare, da Cartesio e
rettificata da Evangelista Torricelli,
ma lo studio delle sue notevolissime
L‟età di Federico II numero aureo e successione di Fibonacci
proprietà si deve a Jakob Bernoulli, che la definì spira mirabilis, e dispose perché fosse
incisa sulla sua lapide accanto alla scritta eadem mutata resurgo, ossia più o meno
rinasco sempre uguale pur attraverso (infinite, aggiungiamo noi) trasformazioni…
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Si definisce sezione aurea di un segmento AB quella parte (la maggiore) del
segmento (AP) media proporzionale tra l‟intero segmento e la sua parte rimanente PB.
L‟età di Federico II numero aureo e sezione aurea
( a + b ) : a = a : b
risolvendo la proporzione si ottiene la seguente equazione di secondo grado:a2 - ab - b2 = 0
le cui soluzioni sono a1 = 1,618 a2 = - 0,618 vale a dire il numero aureo di Fibonacci.
Su questa equazione l'architettura classica e rinascimentale fondava il principio
compositivo della sua armonia proporzionale. In tutti i canoni classici dell'architettura la
sezione aurea costituisce lo strumento principe con cui vengono scanditi e proporzionati
le basi, le colonne, i capitelli e le trabeazioni. Nell'architettura rinascimentale veniva
comunemente usato il rapporto aureo sia per suddividere e partizionare armonicamente
sia le facciate dell'edificio che per proporzionare volumetricamente gli ambienti.
La Grande Piramide, Il Tempio di Luxor, la Cattedrale di Chartres, il Tempio di
Salomone, la Moschea di Al Aqsa, Anhkor Vat in Cambogia, le zigurrat babilonesi, il
Partenone, Castel del Monte in Puglia, Magioni Templari, antiche Abbazie cistercensi e
benedettine, sono solo alcuni dei tanti edifici di culto costruiti secondo i dettami della
Sacra Geometria di Thot, divinità della religione egizia, dio della luna e delle arti…
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È probabilmente nell‟antica stella a cinque punte, o
pentagramma, che fa per la prima volta la comparsa il
numero aureo. Pentagramma è una parola che deriva dal
greco „pente‟ e „gramma‟, rispettivamente cinque e segno;
e in effetti la figura è formata proprio da cinque linee
che, incrociandosi, formano la stella a cinque punte dai
greci chiamata pentalpha, perché rappresenta i cinque
principi (i quattro esposti da Empedocle: terra, acqua,
aria e fuoco, cui Pitagora ne aggiunse un quinto, quello
che, animando le leggi intime della natura, riportava
tutto all‟unità, la quintessenza o essenza vitale).
L‟età di Federico II numero aureo e successione di Fibonacci
Detto questo, se consideriamo un pentagono come in figura e tracciamo le diagonali,
ottenendo un pentagramma, ci accorgiamo che queste si intersecano tra loro generando
altrettante sezioni auree, riproducibili infinite volte. Nell‟antichità, Egizi e Greci avevano
scoperto la divina proporzione in natura, e la utilizzarono nell‟arte, in architettura e nella
filosofia. Ritenevano che il rapporto aureo rappresentasse la proporzione da usare come
guida per riprodurre accuratamente la figura umana nella pittura e nella scultura.
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L‟età di Federico II numero aureo e sezione aurea
Un largo contributo alla
conoscenza ed alla divulgazione di questo
metodo di suddivisione armonica venne nel
Rinascimento dal matematico Luca Pacioli
(1445 – 1517) con la pubblicazione del libro
De divina Proportione, testo illustrato con
disegni di Leonardo da Vinci.
A fianco viene proposta la
riproduzione dell‟enigmatico dipinto
conservato nella Pinacoteca del Museo di
Capodimonte, a Napoli, raffigurante il
frate matematico autore, tra l‟altro, anche della Summa de Arithmetica), attribuito in maniera controversa al pittore
rinascimentale Jacopo de' Barbari.
Ci piace, nel concludere queste note, pensare che Federico II, cui è dedicata questa
monografia, avrebbe gradito ospitare questo dipinto nella sua pinacoteca.