SEMINARIO SULLA LEADERSHIP DISTRETTUALE Cagliari,04 giugno 2011 “ Rotary: Leadership & Management
Controsenso del 04 Giugno 2011
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Transcript of Controsenso del 04 Giugno 2011
CCaarrii CCoonnttrroo--LLeettttoorrii,,
non ci nascondiamo dietro un dito: il dottor Mi-
chele Cannizzaro, nell’immaginario popolare
lucano (o almeno di quelli che guardano la tv e
leggono i giornali) è una figura per certi versi
simile a quella di Giulio Andreotti: un manipo-
latore di trame fitte ed oscure per alcuni; un
capro-espiatorio, ovvero un uomo potente ma
pulito che si è fatto i nemici sbagliati, per altri.
Insomma, “Deus ex Machina” di molti misteri
lucani, o vittima degli errori e della malafede
dei suoi accusatori e nemici?
Allo stato attuale, per chiarezza giornalistica, i
fatti ci dicono che il dottor Michele Cannizzaro,
per le vicende eclatanti in cui è stato tirato in
ballo o indagato, non ha mai subito condanne,
né rinvii a giudizio. Non di meno, non è stato
facile ottenere un incontro/intervista con lui: ci
avevamo provato, qualche volta, ma forse l’aria
avvelenata che avvolgeva lui e la città prima
(durante il polverone di “Toghe Lucane”) e la
voglia di essere lasciati in pace dopo (ad archi-
viazione ottenuta), aveva reso le cose più diffi-
cili. Oggi, in un clima sicuramente più
“sereno”, in cui tutti, da un lato e dall’altro della
barricata di Toghe Lucane, si stanno togliendo
delle soddisfazioni, Michele Cannizzaro ha de-
ciso di concederci un’intervista, che lui chiama
“chiacchierata”, ma che sempre intervista è. E’
forse il primo vagito di quella che lui si augura
sia una “rinascita” alla vita pubblica. Una vita
pubblica in cui Cannizzaro intende ripartire da
cinque punti. I primi tre sono: l’archiviazione
nell’inchiesta che fu di De Magistris (novello
sindaco di Napoli); la domanda presentata al
San Carlo per tornare ad esserne il direttore ge-
nerale; il buon ricordo e le opere che afferma
di aver lasciato al nosocomio potentino, a pre-
scindere dall’esito della sua domanda. Gli ul-
timi due “punti” della sua agenda, sono un po’
più aleatori. Anzi, per il momento Cannizzaro
dice di non esserci tanto interessato, ma a pro-
posito di un libro scottante sulla sua storia e ad
una sua “scesa in campo” in politica, non se la
sente di escludere del tutto queste eventualità.
“Nella vita non si sa mai”, dice.
Staremo a vedere.
Walter De Stradis
ANNO II n. 35/4 giugno 2011 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza TEL. 00997711 -- 009922225555 Fax. 00997711 -- 009922225566DISTRIBUZIONE GRATUITA
"Eccellenti"
... ma
"snobbati"
dalle istituzioni
a pag. 7
Acqua,
politici e
"carrozzoni"
a pag. 6
Un
pomeriggio
"da pazzi"
alle Poste
a pag. 11
Cannizzaro speaks:
“RICOMINCIO
DA CINQUE”
di Virginia Cortese
Èstata depositata a Salernola richiesta di rinvio a giu-dizio per Danilo Restivo
nell'ambito dell'omicidio di ElisaClaps. L'accusa per Restivo è diomicidio volontario aggravatodalla crudeltà. Attualmente nelTribunale di Potenza sono incorso videoconferenze con laCorte di Winchester dove si stacelebrando il processo a Restivoper l'omicidio di Heather Barnett.
La terza giornata di deposizioni havisto il dottor Michele Albano, ilmedico di turno, quella domenicamattina del '93, al Pronto soccorsodell'ospedale San Carlo di Po-tenza. Albano ha spiegato ai ma-gistrati inglesi di aver medicatoRestivo intorno alle ore 13.30 e diavergli applicato un punto di su-tura sul dorso della mano sinistra(tra il pollice e l'indice) per un ta-glio di circa un centimetro, «che -ha specificato il medico - non san-guinava». Albano ha aggiunto chesi trattava «di una ferita da taglio,procurata probabilmente da unoggetto tagliente». Alle domandedei giudici sulla causa del taglio,il medico ha risposto che «può es-sere stato un coltello, una lamiera,come affermò Restivo, o - ha ag-giunto Albano - un qualsiasi altrooggetto tagliente, ma parliamo
sempre di probabilità».
Anche Michele Zaccagnino, al-l'epoca dirigente della Poliziascientifica di Potenza ha ribadito:«La Polizia scientifica esaminòper la prima volta il cantiere dellascale mobili, in cui Danilo Restivodisse di essersi ferito il 12 settem-bre 1993, il 5 ottobre, 23 giornidopo la scomparsa di Elisa Clapse nei posti indicati da Restivo nonvi erano oggetti taglienti o la-miere, ma il cantiere, secondoquanto ricordo - ha aggiunto - nonera sotto sequestro e quindi glioperai circolavano liberamente».Zaccagnino, inoltre, ha ricordatoche gli accessi al cantiere dellescale mobili erano sbarrati solo lasera e nei giorni festivi, da assi dilegno.
La prima parte delle dichiarazioniè servita, invece, a ricostruire gliestremi del “vizio” di Danilo Re-stivo di tagliare ciocche di capellialle ragazze, quando era in Italia.Due persone, in primis, hanno ri-sposto ai quesiti posti dall’Inghil-terra alla presenza del giudiceAlberto Iannuzzi, della Corte diAppello di Potenza. Marino, conla moglie, Angela Campochiaro,che all'epoca dei fatti, fra il 1992e il 1993, erano fidanzati hannoraccontato di un episodio in un ci-nema di Potenza, nella sala semi-
deserta dove guardavano un film.La Corte inglese ha ascoltato Gio-vanni Motta, ex fidanzato dellasorella di Restivo, due ragazze diPotenza e Gildo Claps presente dipersona. Tutti sono stati chiamatia chiarire i propri spostamenti du-rante il giorno della scomparsadella giovane, il 12 settembre1993, e su cosa fece Restivo.Gildo Claps, per la prima volta inaula con Restivo dopo 18 lunghis-simi anni, in cui ha sempre soste-nuto la colpevolezza delpotentino, ha ricordato che sua so-rella “aveva sostenuto alcuniesami di riparazione prima discomparire. Viveva a casa contutti noi. Nei giorni precedenti,sembrava “perfettamente felice”.E in quel periodo Restivo si avvi-cinò a Elisa e Gildo, chiedendo alei se voleva uscire con lui. Quella
domenica, 12 settembre 1993,Elisa uscì da casa intorno alle11.20. “Fu l’ultima volta che vidimia sorella”, spiega Gildo. Fra le12:30 e le 12:45 Eliana (l’amicadel cuore) bussò al citofono dicasa Claps per chiedere se Elisafosse lì. Si erano separati, disse,uscendo dalla chiesa. Gildo andòa cercarla con un amico intornoalle 13:30-13:35 ma non riuscì atrovarla. Intorno alle 14:10 Elianaritornò a casa Claps e disse aGildo che si erano separate dopola messa. Ma non era convin-cente. Gildo ricorda che ebbe unastrana sensazione: “ConoscevoElisa troppo bene e quello che miaveva raccontato Eliana non glisembrava possibile.” Allora Gildola mette alle strette e lei dice la ve-rità: non erano andate a messa.Elisa si era incontrata con DaniloRestivo. Quando lei fece il nomedi Danilo Restivo, l’angoscia diGildo aumentò. Chiamò Restivoe la sua voce sembrava quella diuna persona molto agitata. Re-stivo gli raccontò di aver vistoElisa quella mattina. Poi lei sen’era andata e lui era rimasto apregare nella chiesa della Trinità.Quel pomeriggio, Gildo tornòquindi in chiesa. Ma il prete (donMimì Sabia) se n’era andato e lachiesa era chiusa.
Caso Claps: “Si rinvii a giudizio Restivo”Intanto al processo in Inghilterra continuano i collegamenti dal tribunale
di Potenza, alla presenza del giudice Iannuzzi della Corte d’Appello
Gildo Claps in aula in un disegnodella stampa inglese
3sabato 4 giugno 2011
Maxi sequestro. Un ope-raio di Villaricca (Napoli)
è stato arrestato sulla Salerno-Reggio Calabria dalla Guardiadi Finanza dopo che, in un dop-pio fondo ricavato nella sua au-tomobile, i militari hannotrovato quasi 108 chili di ha-scisc che avrebbero fruttato sulmercato circa due milioni emezzo di euro. Da una prima ri-costruzione pare che a tradire iltrentenne alla guida sarebbestato “un certo nervosismo”.Crisi di astinenza? Ballottag-
gio. Cade l’ultimo baluardo, oalmeno quello più importante,del centrodestra lucano. Dopoquattordici anni torna alla guidadell’amministrazione comunaledi Melfi il centrosinistra. Comese non bastasse, a Pisticci Pd ecompagni si spartiscono sia lamaggioranza che l’opposizione.Il Pdl cambia slogan: ‘Siamo
senza Speranza’. Elezioni.
Grandi novità per i signori delpalazzo. Una legge approvata loscorso anno ha previsto la ridu-zione del numero di assessori econsiglieri per i comuni al votolo scorso 15 e 16 maggio. Pergarantire trasparenza alle no-mine l’investitura sarà pubblicae a eliminazione: al via il giocodella sedia. Un’estate al mare.
Sgomento in città. Nessuno se leaspettava più e, invece, dopo‘soli’ due anni, la Regione Basi-licata ha annunciato le datedelle prove preselettive (l’ap-puntamento per tutti è tra l’11 eil 15 luglio: un plauso al tempi-smo) per l’accesso ai concorsibanditi dall’ente che impegne-ranno, tra una tornata e l’altra,più di 30mila candidati. Parafra-sando una famosa hit balneare,stiliamo il kit del concorrente:penna, occhiali e … fucile. Pal-
lavolo. Medical Center Potenza-Bassano del Grappa. Sognandola A2, i lucani si giocano tutto inGara 3. “A un passo dalla fi-nale” si proclama con entusia-smo poche ore primadell’incontro decisivo in terraveneta. Il verdetto: Potenzasconfitto. Bruno Pizzul docet.
sabato 4 giugno 20114
IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA
Au mel zappàtorde fastedij ù
manc da zapp!!!(“Al cattivo zap-
patore da fastidio
il manico della
zappa!”-
Episcopia)
L’istantanea di King Buffino
Editore Publicom S.r.l.Direzione - Amministrazione - redazioneVia Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. [email protected]
Direttore ResponsabileWalter De Stradis
Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09Impaginazione grafica: Giovanna CafaroStampa: FINEDIT S.r.l.Via Rossini 287040 Castrolibero (CS)
Aveva due
milioni e
mezzo di euro
in droga
Un operaio di 30 anni di Villaricca (Napoli)
è stato arrestato dalla Guardia di Finanza
dopo che, in un doppiofondo ricavato nel-
l’automobile che stava guidando sull’autostrada
Salerno-Reggio Calabria, i militari hanno trovato
quasi 108 chili di hascisc che avrebbero fruttato
sul mercato, in oltre 270 mila dosi, circa due mi-
lioni e mezzo di euro. L’automobile viaggiava in
direzione sud: la droga, divisa in 1.079 ‘’pa-
netti’’, veniva trasportata in Calabria o in Sicilia,
era nascosta in un doppiofondo
+
5sabato 4 giugno 2011
“INTERVISTA” ESCLUSIVA
Cannizzaro: “Quei politici che mi hanno fregato”
L’ex direttore generale ci riprova: tutta la verità dietro la sua “ricandidatura” al San Carlo di Walter De Stradis
Fuma molto, il dottor Mi-
chele Cannizzaro. Fuma
delle strane sigarette molto
sottili, e prima di pronunciare qual-
che frase importante trattiene in
gola la boccata per poi liberarla in-
sieme alle parole.
E’ un sabato mattina quando ci ri-
ceve nel suo studio al centro di fi-
sioterapia “Camillo Genovese” in
via Ciccotti a Potenza.
Ci ha concesso un’intervista –o
meglio, una “chiacchierata”: il me-
dico calabrese ci tiene particolar-
mente all’uso delle parole- per
parlare del suo “ritorno” alla vita
pubblica, suggellato dalla do-
manda presentata per ricoprire
all’ospedale San Carlo, nuova-
mente, il posto di direttore generale
che lasciò nei giorni bollenti di
“Toghe Lucane”.
Ed ecco che arriva la prima preci-
sazione. “Non mi sono dimessoperché ero indagato, ma per lagogna mediatica che mi ha ingiu-stamente travolto”.
L’avverbio “ingiustamente” viene
pronunciato da Cannizzaro con
molta enfasi, un’enfasi derivante
dalla maxi-archiviazione che ha
praticamente cestinato la maxi-in-
chiesta di Luigi De Magistris –ex
pm, sindaco di Napoli fresco fre-
sco- che aveva coinvolto l’allora
diggì del San Carlo e una buona
metà della Basilicata “che conta”.
Ma ciò che più “conta” oggi, a sen-
tir parlare Cannizzaro, è il buon ri-
cordo che sostiene di aver lasciato
nel nosocomio potentino, vivido
nelle parole dei dipendenti che lo
rimpiangono (“A Natale, a mezza-notte, chiamavo i centralinisti pergli auguri”) e palpabile nei pro-
getti, partoriti come idee e fondi
nella sua gestione, e che ora stanno
per prendere vita. La palazzina dei
nuovi uffici, l’asilo, una nuova
struttura per il “day hospital” on-
cologico, i nuovi parcheggi: ad al-
cune di queste più o meno
imminenti inaugurazioni che Can-
nizzaro sente sue è stato anche in-
vitato, ma dice che non ci andrà.
“Per il momento è meglio così”, ed
anche se “Toghe Lucane” e tutte le
altre faccende che hanno riguar-
dato il dottore e sua moglie (il ma-
gistrato Felice Genovese) non sono
oggetto dell’incontro, il pensiero,
le parole (e le boccate di fumo),
alla fine vanno sempre in quelle di-
rezioni. “All’ospedale non ci sonoandato per quattro anni, per le bennote vicende, e non ci andrò nean-che adesso. Anche se qualcuno miaspetta con ansia, perché daquando ho lasciato –mi riferi-
scono- le cose lì sono andate a ro-toli”. Ma dopo la sua “ricandida-
tura” a direttore generale, possibile
che a Michele Cannizzaro, papa-
bile “ingombrante”, non l’ha chia-
mato nessun politico? Domanda. E
scopriamo che Cannizzaro di tele-
fonate ne ha ricevute (“Sì, ho rico-nosciuto qualche numero”), ma
non ha risposto. Dopotutto -e qui
torna l’inchiesta di De Magistris-
con la politica l’ex diggì pare avere
un conto aperto. Qui la boccata di
fumo brucia di più ed è più grossa:
“Ai tempi delle indagini mi hannolasciato solo. Ho sentito il vuotoistituzionale attorno a me. E misono dimesso. Sapevo che c’erauna fetta di politica e di magistra-
tura che voleva la mia testa”. Il
motivo? “Non mi sono mai piegatoalle volontà del politico di turno.Se avessi avuto un carattere piùaccondiscendente, non avrei pas-sato tutti quei guai”. A questo
punto è impossibile non pensare,
fra le tante cose, alla nota vicenda
–riportata ampiamente dalla
stampa- di quel politico lucano
“mastelliano” che a Natale del
2004 gli avrebbe “segnalato” un
primario e che, a picche ricevute,
avrebbe annunciato future sventure
all’allora direttore generale del san
Carlo. A gennaio 2008 era poi tra-
pelato il contenuto di una telefo-
nata, del marzo 2007, tra il
ministro Mastella ed il presidente
della Regione Basilicata De Fi-
lippo, nella quale il primo chiedeva
le dimissioni di Cannizzaro dalla
direzione generale dell’azienda
ospedaliera San Carlo, in seguito al
coinvolgimento della moglie di
quest’ultimo - il magistrato Felicia
Genovese - nell’inchiesta giudizia-
ria ‘’toghe lucane’’, condotta dal-
l’allora pm di Catanzaro Luigi De
Magistris. L’ufficio stampa del-
l’Udeur aveva fatto sapere che
quella del ministro era stata una
considerazione di carattere esclu-
sivamente politico e basta.
“Vede – dice un Cannizzaro deci-
samente diplomatico- preferireinon commentare, ma posso direche, in generale, sbagliare la no-mina di un primario (tanto per fare
“un esempio” ndr) è un danno eco-nomico e sociale notevole per unaregione come la Basilicata. E’ uncostume tipicamente italianoquello della politica che pretendedi decidere tutto, anche le nominenei reparti di un ospedale”. A tal
proposito, altra cosa impossibile è
non parlare di Luigi De Magistris,
novello sindaco partenopeo e
quindi “politico” in piena regola.
Chiediamo a Cannizzaro di descri-
verci un ipotetico incontro con lui.
C’è qualche attimo di silenzio. E’
ora di accendere un’altra sigaretta.
Poi la risposta. “Se lo incontrassigli rinfaccerei il suo motto, se-condo il quale fare il magistrato èuna missione. Secondo me chi sisente missionario vuol dire che è diparte. E che De Magistris si stessepreparando ‘il dopo magistratura’l’ho capito quando mi è stato con-cesso di leggere le intercettazioni.Da come si relazionava con i gior-nalisti ho capito quali erano le suevere intenzioni. Insomma, quandosi è rimesso in gioco in politica,posso dire che non mi sono affattosorpreso”. A questo punto, e ce la
siamo cercata, Cannizzaro diventa
un fiume in piena. E ce n’è per
Marco Travaglio (“Vorrei ricor-dargli che Toghe Lucane l’ha ar-chiviata un GIP, ovvero un giudiceterzo”), per “Chi l’ha Visto” (”Vor-rei tanto sapere che fine hannofatto le mie querele per diffama-zione”), e per tutti quelli che, a suo
dire, ce l’avevano con lui per par-
tito preso. Ad altri però, sembra
che venga l’acquolina in bocca
quando il buon dottore si mette a
raccontare la sua storia (lui la
chiama “Quello che mi hannofatto”). Alcuni scrittori, anche di
grido, gli hanno chiesto di poterci
scrivere un libro. “E chissà cheprima o poi non accetti”, dice Can-
nizzaro, quasi minaccioso. A pro-
posito di giornalisti, però, il medico
calabrese ci tiene particolarmente
che si riportino in quest’articolo i
nomi di quelli che -parole sue-“di-sinteressatamente”, si sono rivelati
dei veri amici, o, almeno, gente che
non ha preso il largo quando lui ci
aveva la peste: Nino Grasso (“Fuuno dei pochi a prendere le mie di-fese quando tutti mi davano ad-dosso”) e Andrea Di Consoli
(“Prima della famosa intervistache gli ho concesso non lo cono-scevo. Ma poi ho apprezzato la suaprofessionalità”).
E allora, a proposito di “professio-
nalità”, il discorso torna sul tema
dell’intervista -scusate “chiacchie-
rata”- ovvero un suo eventuale
grande ritorno al San Carlo. Can-
nizzaro ci crede, non ha presentato
domanda tanto per fare. Ci dice
che, nel caso, tornerebbe a guada-
gnare la metà di quanto percepisce
adesso con la sua attività privata, e
che, da quella scrivania, per prima
cosa rimetterebbe a posto l’ordina-
rio. “E non sarebbe poco, tutti igiorni leggo di liste di attesa cla-morose, giornate in fila agli spor-telli, scortesie e disservizi.Insomma, non mi sembra che ci siail trend positivo, che senza offesaper nessuno, si registrava quandoc’ero io”. La preoccupazione prin-
cipale del Cannizzaro-ri-aspirante-
direttore è come fermare “i viaggidella speranza” verso altre regioni
ed altre strutture che pesano “comeun macigno” sull’immagine e
sull’efficienza della nostra sanità.
“Questa deve essere una risorsa enon una spesa. Bisogna immedia-tamente tagliare le spese inutili eripristinare dei punti d’eccellenza.Insomma, noi, geograficamentesiamo una finestra sul Mediterra-neo e dobbiamo capitalizzare lanostra posizione. Io sono grato aiLucani per tutto quello che mihanno dato, e voglio restituirlo la-vorando sodo come ho semprefatto”.
Niente male, dottore, per uno che,
in questo momento, sembra non
avere molto in simpatia i “politici”.
Per la serie … hai visto mai …?
“Una volta l’assessore Colangelo,dopo un mio discorso ad un con-vegno, mi disse che avevo ‘le stim-mate della politica’. Iopuntualizzai che sono un tecnico,non un politico. E quella rispostavale ancora adesso”.
Il dottore a questo punto, parlando
parlando, ci accompagna alla porta
e chiudendo conclude: “… Manella vita, dopo tutto, si può anchecambiare idea”.
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Prenotazioni c/o Studi: 339/8081041 - 089/220310www.vincenzopagliara.abcsalute.it www.vincenzopagliara.com
<<Ai tempi delle indagini mihanno lasciato solo. Ho sentitoil vuoto istituzionale attorno ame. Non mi sono mai piegato
alle volontà del politico diturno. Se lo avessi fatto, non
avrei passato tutti quei guai>>
<< E’ un costume tipicamenteitaliano quello della politica
che pretende di decidere tutto,anche le nomine nei reparti di
un ospedale >>
sabato 4 giugno 20116
Quando il “carrozzone” perde “acqua” Acquedotto Lucano, la depurazione e le tariffe:
come stanno veramente le cose?
di Virginia Cortese
E’la prima confe-
renza stampa uf-
ficiale, quella del
Direttore dell’Agenzia per la
Protezione dell’Ambiente,
Raffaele Vita, che si è tenuta
venerdì 3 giugno presso la
sede potentina dell’ArpaB
ed è la stessa in cui si è di-
scusso del lago Pertusillo e
del fenomeno che si è veri-
ficato nelle ultime settimane
che ha preoccupato i citta-
dini.
“Il tema di questo primo in-contro con la stampa, cheho voluto fortemente, ri-guarda una questione chesta a cuore a tutti e che ulti-mamente ha tenuto bancosulle testate giornalistichelocali: la moria di pesci av-venuta nel lago Pertusillo.”-
ha esordito così l’ingegnere
Vita.
“Più di una polemica sorgenel momento in cui vengonomessi in discussione risultatioltremodo credibili e il la-voro onorevole e appassio-nato che i miei superprofessionisti svolgono neinostri eccellenti laboratori.Per me, l’associazione cheha voluto tirarci in ballo puòdefinirsi lodevole, senza re-torica; comprendo la preoc-cupazione per la salutedell’uomo, comprendo l’in-teresse per l’ambiente, ma
c’è una cosache non possoaccettare: lamortificazionedi un team chesvolge un ope-rato con unatale dedizioneche non ha parie l’assenza diun contraddit-torio su basescientifica piùche esclusiva-mente empirica.Qui accanto ame, a testimo-niarlo, il dottor Bove, coor-dinatore del laboratorio chesi occupa nella fattispeciedelle analisi sul Pertusillo,la dottoressa Pilat, che curala sezione dell’indagine suimetalli pesanti nelle acque ela dottoressa Cammardeseche studia i parametri mi-crobiologici.Ciò di cui discorriamo è uninvaso artificiale classificatoA2 pronto alla potabilizza-zione dell’acqua.A2, vuol significare che sitrova in una condizione dimedio inquinamento e l’im-pianto che accoglie le acqueadeguato ad esso. Insommaun intero sistema che si sin-cronizza. Alla base c’èArpaB che ogni mese effet-tua analisi, all’uscita dal-l’impianto AcquedottoLucano che fa le verifiche,
all’altezza di Missanello(dove si trova il potabilizza-tore, ndr), l’ArpaPuglia eall’uscita Acquedotto Pu-gliese che deve garantire aisuoi utenti che l’acqua siapotabile. Così si comprendeche il lavoro è strettamentecoordinato, sistematico eassolutamente trasparente.”
In merito alla tecnica utiliz-
zata ha concluso: “15 i cam-pioni prelevati e 5 glielementi studiati e analiz-zati: i parametri microbio-logici (1/10 del limite per ivalori stabiliti per un livelloA2); la presenza di metallipesanti (ancora tutti in A2 econsultabili sul nostro sitointernet); la presenza diidrocarburi (il cui risultatodeve ancora essere conse-gnato); la presenza di pesti-cidi (anche qui siamo inattesa); le alghe (in collabo-
razione con l’Istituto Supe-riore della Sanità, anche inquest’ultimo caso, gli elabo-rati sono in itinere). La no-stra ferma volontà di aprircia voci trasversali sarà sem-pre punto saldo del modusoperandi che perseguiamo;ogni primo martedì delmese in un tavolo congiuntoaccogliamo la proposte e lecritiche, perché no, delmondo delle associazioni. Ilprossimo martedì parle-remo di Fenice, illustrandoi dati in nostro possesso. E ilprotocollo d’intesa con Eni,che ci consegnerà 13 cen-traline per il monitoraggiosu più fronti è motivo per noidi grande soddisfazione.”
di Mario Petrone
Cumma’ sciam’ all’acqua.
All’acqua si andava da gio-
vanetti con il secchio o con
il barile e chiunque abbia fatto
quell’esperienza ha consapevolezza
di quanto sia preziosa l’acqua e deve
trasmettere questa consapevolezza
ai giovani. Oggi è ancora più urgente
ragionare di questo bene primario
perché il 12 e 13 giugno si votano
due Referendum che riguardano
l’acqua. Insomma sono state fatte
leggi che “volgarmente”, possiamo
dire, vogliono privatizzare l’acqua
nel senso che vogliono imporre l’in-
gresso dei privati nelle imprese di
gestione dell’acqua. Io per capire
sono andato a prendere il vocabola-
rio ed ho cercato il significato della
parola “PRIVARE” ed ho scoperto
che significa togliere qualcosa a
qualcuno. Fatta questa scoperta mi
sono domandato chi toglie cosa a chi
ed ho scoperto che, nel nostro caso,
ai comuni ed alla regione verrebbero
tolte delle quote di proprietà degli
enti di gestione ed ho scoperto anche
che nel prezzo dell’acqua dovrebbe
essere previsto, obbligatoriamente,
il guadagno ovvero volgarmente la
remunerazione del capitale inve-
stito….. Insomma anche qui vo-
gliono che quando apriamo il
rubinetto è come se pigliassimo i
soldi a strozzo più o meno all’in-
grosso o volgarmente detto. Ma,ov-
viamente, vi è anche il ragionare di
come, poi, vengono gestiti gli Enti e
di come devono venire gestiti. Qui
ricordiamo che Acquedotto Lucano
nasce da pochi anni e che malgrado
la giovane età pure qualche pole-
mica la provoca la sua modalità di
gestione. Vi è certamente la compo-
nente politica nelle polemiche e, in-
fatti, quando la P.D.L. dice che
acquedotto Lucano non è altri che
un carrozzone politico travestito daSPA fa polemica pur constatando
una verità e cioè acquedotto Lucano
è una SPA le cui azioni sono in mano
a regione e comuni della Basilicata.
Il problema, dunque, è capire se
quando la PDL dice che la gestione
di A.L. è poco chiara dice una cosa
fondata o spara nel mucchio giusto
per fare can can. Qui partiamo dal
fatto che i Consiglieri Regionali
PDL interrogano il Presidente De
Filippo e chiedono copia dei bilanci
di A.L. perché vogliono capire bene
la faccenda delle quote di tariffe per
fognature e depurazione. La PDL
svolge ragionamenti tecnici e giuri-
dici a termini di legge circa la mo-
dalità di gestione di questi soldi e
circa il conferimento all’autorità
competente perché nei ragionamenti
tecnico giuridici, alla fine, si finisce
con il non capirci più niente. A me
interessa solo capire se le tariffe che
A.L. ci fa pagare sono correttamente
determinate e correttamente gestite
per cui mi fa solo piacere che i poli-
tici s’interessino di queste cose cer-
cando di prendere conto e dare conto
alla gente e qui rimaniamo in attesa
del seguito per capire se c’erano
ombre o se si trattava solo di pole-
miche. In soldoni, però, poiché la
Corte Costituzionale ha dichiarato
illegittime quelle norme che fissano
l’obbligo di pagare una tariffa, anche
se non vi è corrispettivo e, dunque,
non si doveva e non si deve pagare
la tariffa di depurazione senza che vi
sia la depurazione del tutto o tempo-
raneamente, si tratta di capire se e
cosa è stato fatto, per esempio da
A.L. – per restituire l’eventuale non
dovuto alla gente sempre che sia
stata mai pensata e/o fatta la restitu-
zione-. E in pratica anche se invo-
lontariamente l’interrogazione della
PDL al Presidente De Fi-
lippo rimette sul tappeto la
questione delle tariffe di
depurazione. Qui la que-
stione si aggroviglia perché
s’intreccia e s’incasina ab-
bracciandosi con le pole-
miche che da mesi si
sviluppano in merito all’in-
quinamento degli Invasi
Lucani. Un punto allora va
fatto e cioè l’invaso del
Pertusillo ha visto la moria
delle carpe… dopo varie
indagini, anche di polizia,
si è potuto accertare, senza ombra di
dubbio, che le carpe non si sono sui-
cidate per delusione d’amore (non si
sono suicidate perché tradite dai
lucci, insomma). A questo si ag-
giunga che alcuni cittadini hanno
messo mano alla tela e pagato le
analisi delle acque ed emerge dagli
esiti che nell’invaso ci sta abbon-
dante anche la merde per dirla ele-
gante all’uso del Generale Cam-
bronne. Il che significa che o i
depuratori non ci sono o non funzio-
nano…ed allora tornando a bomba
vogliamo che ci sia detto e dimo-
strato come stanno le cose. E se ne
deve parlare.
ArpaB su Pertusillo: pronti al
contraddittorio, purché il metodo
sia scientificoNella prima conferenza stampa del neo
direttore dell’Agenzia lucana, Raffaele Vita,
il punto sulla questione della moria
dei pesci nel lago Pertusillo
Abbiamo visto nello scorso articolo
quello che è lo stato dell’arte del-
l’agricoltura lucana e la situazione circa
l’impiego dei fondi comunitari.
Gli ultimi dati del censimento generale
sull’agricoltura mostrano un settore che
presenta in Basilicata molte problematicità
e molti punti che con il passare del tempo
possono costituire delle vere e proprie cri-
ticità irrimediabili.
Innanzi tutto si registra una forte contra-
zione del numero di aziende agricole ed
ancor più lo si rileva per le aziende zootec-
niche situate nelle aree montane.
Ciò porta inevitabilmente all’abbandono
dei luoghi e al non controllo del territorio,
con le inevitabili conseguenze di dissesto
idrogeologico.
Non migliora rispetto alla situazione nazio-
nale la condizione strutturale delle aziende,
che presenta una dimensione media poco
al di sotto dei 6,56 ettari.
Ciò determina lo scarso potere contrattuale,
anche per quei comparti (ortofrutticolo e
cerealicolo) e per quelle aziende meglio
strutturate site nel Metapontino e nel basso
Vulture.
La ridotta dimensione aziendale poi non
consente, da un lato, di diversificare le pro-
duzioni e dall’altro di ridurne i costi, indi-
spensabili per essere competitivi sui
mercati nazionali ed internazionali.
Si sconta poi un eccessivo individualismo
accompagnato da uno scarso processo in-
tegrativo di filiera, che potrebbe produrre
effetti positivi, quali economie di scala, con
evidenti riduzioni di costi, e produzioni si-
curamente più facilmente collocabili sui
mercati, trattandosi di produzioni di mi-
gliori qualità.
Attualmente mancano norme regionali che
attestino tanto la tipicità dei prodotti agri-
coli ed agroalimentari, tradizionali e non,
della regione, quanto la loro tracciabilità,
oggi sempre più indispensabili per garan-
tire la salute dei consumatori, si veda cosa
sta accadendo in Germania a causa di un
bacillo killer.
Anche la situazione debitoria delle aziende
agricole lucane è preoccupante, causa le
crisi di mercato e le tante e ripetute calamità
naturali, che hanno posto in ginocchio nu-
merosissime imprese agricole, vedasi ora
quelle del metapontino.
Cosa dunque fare rispetto a questo stato di
cose?, guardando a quelli che saranno i
nuovi obiettivi dell’Unione Europea e pur
sapendo che la politica agricola comunita-
ria è sempre più protesa ad incoraggiare le
produzioni alimentari di qualità, con varie
forme di riconoscimento (DOP, IGP, STG)
e con misure di controllo sulla sicurezza e
l’igiene dei cibi, sulla salute ed il benessere
degli animali, sul controllo dei pesticidi ed
erbicidi, su una maggiore informazione dei
prodotti, ecc. ecc.; che molte azioni do-
vranno riguardare il maggior ricorso al-
l’agricoltura biologica, il rispetto
dell’ambiente rurale e tutte quelle iniziative
protese allo sviluppo del mondo rurale, pur
così variegato e difforme, non solo, in Ita-
lia, ma nella nostra Regione.
Occorre innanzitutto far diventare questo
patrimonio una grande opportunità, sfrut-
tandone le peculiarità e le diversità al fine
di avviare uno sviluppo integrato tra i ter-
ritori e tra le diverse attività esistenti o da
proseguire o quelle nuove da avviare (agri-
turismo, turismo rurale, artigianato arti-
stico, ecc.).
In particolare gli interventi maggiormente
da privilegiare sono:
lo sviluppo rurale, sapendo che questo
aspetto è fortemente legato alle problema-
tiche ambientali mediante forme attive di
tutela e conservazione del territorio;
la qualità e la tipicità dei prodotti agricoli
ed agroalimentari locali pruovendo l’ap-
provazione di una norma sul loro ricono-
scimento ed una norma sulla traccabilità
dei prodotti;
la valorizzazione delle produzioni con la
promozione di forme aggregative o asso-
ciative a livello regionale o distrettuale;
l’incentivazione tra gli operatori alla parte-
cipazione e all’integrazione di filiera, per
essere maggiormente competitivi ed elimi-
nare le tante forme d’intermediazione, che
riducono notevolmente margini di guada-
gno ai produttori;
il migliorare, potenziandole, le strutture
aziendali, rendendo più il facile il ricambio
generazionale;
il favorire forme di partnership con produt-
tori dei paesi emergenti per la creazione di
attive sinergie di mercato;
e per ultimo, ma non ultimo il migliorare,
potendolo sburocratizzare, l’apparato pub-
blico regionale, oggi di grande intralcio al
riavvio del settore.
www.aldomicheleradice.it
L’agricoltura in
Basilicata (2)
Un momento dell’incontro
sabato 4 giugno 2011 7
di Walter De Stradis
Si chiama Ines Tufanisco,
ed è una bella ragazza di
19 anni originaria di Gen-
zano. Ai telespettatori più attenti
il suo nome dirà sicuramente
qualcosa, dato che la redazione
lucana del TG3 (nonché il pro-
gramma “Focus”) le ha dedicato
più di qualche servizio. Ines è in-
fatti l’unica lucana ad essere
stata ammessa all’Accademia
Navale di Livorno, una struttura
esclusiva che accetta ogni anno
soltanto 120 ragazzi da tutta Ita-
lia e che per molte sue coetanee
rappresenta soltanto un sogno.
Magari un giorno, quando Ines
otterrà dei riconoscimenti uffi-
ciali e taglierà traguardi impor-
tanti, qualcuno dei nostri
amministratori –com’è già av-
venuto nel caso della cantante
Arisa- rivendicherà un qualche
ruolo o merito nel processo di
maturazione di un’eccellenza lu-
cana come questa. In quel caso,
al furbo politico, non resterà che
sperare che qualcuno come noi
non tiri fuori qualche articolo di
giornale che lo smentisca cla-
morosamente.
In effetti, già adesso, la prove-
nienza (Genzano) della giovane
cadetta, ci ha fatto tornare alla
mente qualcosa. E è stato così
che ci siamo andati a rileggere
un articolo del 26/10/2010, ap-
parso su “Il Quotidiano”, che si-
nistramente titolava così:
Genzano di Lucania: la singo-lare storia di una ragazza. Ha ilmassimo dei voti alla maturitàma attende il premio della Pro-vincia. Ebbene, a questo primo
articolo ne hanno fatto seguito
altri due (l’ultimo a fine novem-
bre 2010) e tutti e tre raccontano
una storia semplice quanto de-
solante: la ragazza di Genzano
del titolo, ed altri 42 coetanei
come lei, unici a diplomarsi con
100 e lode in tutta la regione, at-
tendevano un premio in denaro
da parte della Regione (pari a
circa 600 euro) e annunciato dal
Tg3 ed un riconoscimento for-
male (targa, attestato o qualche
altra cosa) da parte della Provin-
cia di Potenza.
Nisba.
La stessa Provncia, per tramite
del presidente Piero Lacorazza e
dell’assessore Rosaria Vicino,
con una nota su quelle stesse pa-
gine aveva poi rassicurato i ra-
gazzi e i loro genitori che la
benedetta pergamena ci sarebbe
stata.
Ancora nisba.
Infine, veniva riportato sul terzo
ed ultimo articolo della serie, che
il padre di uno di questi studenti
brillanti aveva per caso incon-
trato il Presidente della Provin-
cia, il quale vis-à-vis gli aveva
fatto chiaramente capire che per
quest’anno di premi e riconosci-
menti non se ne parlava. Allo
stato attuale –ci siamo informati-
questa indiscrezione appare con-
fermata dal fatto che di perga-
mene, biglietti, targhe o targhette
non se n’è vista neanche l’om-
bra.
Morale della favola, Ines Tufa-
nisco, unica lucana ammessa
all’ambitissima Accademia Na-
vale di Livorno, è proprio quella
ragazza di Genzano che, solleci-
tata dal cronista, sperava in un
riconoscimento formale, da
parte delle istituzioni, per il suo
brillante risultato scolastico.
Questo, almeno, per portare con
sé, in quel di Livorno, un ricordo
della “grata” Basilicata. Ma così
non è stato. Certo è che lei e
quelli come lei non hanno biso-
gno delle 600 euro o della per-
gamena della Provincia, ma ci
domandiamo: al chiuso delle
loro camerette in accademia, o
sui tavoli della mensa, cosa rac-
conteranno ai loro colleghi a
proposito della terra da cui pro-
vengono e soprattutto di chi li
amministra? Diranno, se sa-
ranno in vena di amnistie, che
come minimo a chi ci governa
piace tanto piangere sul latte ver-
sato, o meglio, sui cervelli in
fuga. Ma sono lacrime di cocco-
drillo.
Giovani, eccellenti … ma “snobbati” dalle istituzioni
L’unica lucana ammessa alla prestigiosa Accademia Navale di Livorno,
attende ancora un certo riconoscimento dalla Provincia di Potenza
di Giusy Trillo
Ne abbiamo già parlato, ma
in occasione delle celebra-
zioni del 2 giugno, la Festa della
Repubblica italiana, per giunta
nei 150 anni di Unità d’Italia,
perché non tornare a trovarle? E
allora, bottiglietta d’acqua in una
mano, poiché i primi caldi si
fanno sentire (e non siamo in
menopausa!), e cellulare di ul-
tima generazione nell’altra, ci
siamo incamminati per mettere
insieme un piccolo foto-album
di bandiere. Il tema: come se la
passano i drappi italiani in quel
del capoluogo lucano? Fino a
qualche mese fa non troppo
bene. Li avevamo scoperti, in-
fatti, desolati, abbattuti sui loro
pennoni, scialbi, ridotti pratica-
mente a brandelli; quasi a voler
stigmatizzare lo stato di forma di
un Belpaese sempre più senza
lavoro, sempre più senza pro-
spettive e sempre più … “senza
cervello” (scusate, non pote-
vamo resistere). Insomma, un
Belpaese sempre più a pezzi.
Ma Mameli, che ci vedeva
lungo, da buon dottore della pa-
tria si è preoccupato di lasciarci
la sua ricetta antisfacelo -tutti i
giorni, mattina e sera, una dose
di Italia desta, anche a stomaco
vuoto- e un monito: “Raccolgaci
un’unica/Bandiera, una
speme:/Di fonderci insieme/Già
l’ora suonò”. Un vero e proprio
promemoria, un memorandum,
potremmo dire di questi tempi,
che ha poco a che fare con una
svendita di petrolio e molto, in-
vece, con quell’orgoglio patriot-
tico da pagare a caro prezzo
-“anche con il sangue”, ci
avrebbe rimproverato qualcuno
solo un secolo e mezzo fa. Noi,
in barba a tutto ciò, ci siamo ri-
trovati a immortalare i nostri co-
lori, quel verde-bianco-rosso
sotto il quale, almeno in epoche
di Mondiali ed Europei, ci rico-
nosciamo tutti, o quasi (Radio
Padania docet), umiliato dall’in-
differenza dei più. E allora, dopo
i pomposi festeggiamenti per i
centocinquant’anni della nostra
Italia, siamo andati a controllare
che anche gli stendardi tricolori
fossero in ‘tiro’ per la festa. Mai
sorpresa fu così tanto gradita,
perché la situazione è visibil-
mente migliorata. Un plauso a
chi si è preoccupato di sostituire
brandelli maltrattati e slavati, in
particolare, alla Biblioteca Pro-
vinciale e all’ITG “De Lorenzo”
in via Lazio, dove ora la ban-
diera italiana segue arzilla l’an-
dare del vento. Un bell’8+.
Anche questa volta, però, incap-
piamo, purtroppo, in qualche
‘spettacolo’ non proprio in re-
gola. Ricordiamo prima, per es-
sere esaustivi, l’articolo 9.1 e 2
del Capo IV – Disposizioni ge-
nerali e finali del D.P.R. 7 aprile
2000, n.121 (Regolamento re-
cante disciplina dell’uso delle
bandiere della Repubblica ita-
liana e dell’Unione europea da
parte delle amministrazioni dello
Stato e degli enti pubblici): “Lebandiere sono esposte in buonostato e correttamente dispiegate;né su di esse, né sull’asta che lereca, si applicano figure scritteo lettere di alcun tipo./Su cia-scuna asta si espone una solabandiera”. Nota sul registro per
la scuola media “Busciolano”:
qui bandiera italiana ed europea
giacciono cor’a core su un solo
pennone. Non si fa. Come se
non bastasse i due drappi appa-
iono attorcigliati su se stessi,
quasi a voler far spazio all’in-
gombrante inquilino. Un’asta
per due. Forse i tagli, quelli alla
scuola intendiamo, fanno anche
questo. Il male minore, comun-
que. Lo scenario più desolante è,
infatti, quello in mostra in via Di
Giura. Ci riferiamo all’ex Itis,
oggi indicata sul sito della scuola
media Domenico Savio come
sua succursale. A noi, occhio e
croce, dall’esterno è sembrato
più un tugurio abbandonato, se
non altro perché in bella vista
brandelli esanimi dello sten-
dardo nostrano ed
europeo continuano a giacere
esanimi sulle loro aste d’onore.
Alla faccia dell’onore. Non si
può certo dire che da queste parti
l’orgoglio della nostra bandiera
si senta libero di sventolare, ci
sembra più uno spirito errante in
cerca di una degna sepoltura e di
un degno sostituto in cui rincar-
narsi. Potremmo quasi citare
l’ultimo singolo di Zucchero,
calza a pennello. “Me la vedo
nera/ma nera nera!/Ma non mi
arrendo/alzabandiera!”. Eh già,
perché rimane lì, aggrappata con
le unghie e con i denti, aspet-
tando che qualcuno alzi lo
sguardo e si preoccupi di lei. Noi
lo sguardo lo abbiamo alzato,
ora sotto a chi tocca.
DOPO LA NOSTRA INDAGINE
A Potenza il Tricolore sta un po’ meglioIn seguito ai nostri servizi, abbiamo verificato che lo stato delle bandiere esposte
fuori di palazzi e uffici pubblici è migliorato. Con qualche eccezione
Ines Tufanisco, cadetta lucana all’Accademia Navale di Livorno
<<In Basilicata non esiste la cultura mafiosa>>
Parla il Comandante del Reparto Operativo
dei Carabinieri di Potenza, il Capitano Antonio Milone
8 sabato 4 giugno 2011
di Rosanna De Angelis
Questa settimana ab-biamo intervistato ilComandante del Re-
parto Operativo dei Carabi-nieri, il Capitano AntonioMilone, al quale abbiamo postoalcune domande per avere unquadro della situazione dell’at-tività della sezione e della realtàlucana.Quali sono le attività crimi-
nali più radicate sul territorio
lucano?
“Sicuramente il traffico di so-
stanze stupefacenti. I ragazzi-tossicodipendenti si sono resiconto della facilità di far soldiacquistando, tagliando e riven-dendo le dosi recuperate fuoriregione. Molto pericolosa èl’eroina, alla quale si avvici-nano maggiormente, perché lasi può tranquillamente fumaresfuggendo così al controllo deigenitori che cercano “buchi”sul corpo.Negli ultimi anni molti pregiu-dicati sono diventati collabora-tori di giustizia, quindi oggi c’èuna fase di assestamento che ciporta a cercare di capire chi inqualche modo mira a riempirei vuoti creati dai recenti inter-venti giudiziari. La droga purtroppo non puòessere debellata se non si elimi-nano i contatti con la fonte, ov-vero con paesi esteri, come adesempio quelli sud-americani.
Il fenomeno degli stupefacentiapre la strada ad altre manife-stazioni criminali, perché ladroga portando facili guadagnigenera l’esigenza di reinvestirei capitali ottenuti (s’investe peresempio sui videogiochi, cheportano spesso a delle graviconseguenze).Altra considerevole preoccupa-zione è il furto di rilevantiquantità di pannelli fotovoltaicie di rame: è questo però unproblema che ha una portatanazionale, perché colpisce tuttele regioni, e per questo motivo
è direttamente mo-nitorato dal Mini-stero. Le bandespecializzate inoperazioni del ge-nere vengono tuttidalla Puglia edalla Campania,ma si tratta sempredi soggetti extracomunitari. Non meno impor-tanti le truffe aidanni delle finan-ziarie, che spessoerogano prestiti
con molta facilità. Di denuncepurtroppo ce ne sono poche,perché si opta più per il recu-pero credito, ma così facendonon sempre si riesce a ottenereil pagamento! Resta quindiquesto uno dei modi più faciliper far soldi.”Si parla in questi giorni di
una vera e propria escalation
dei furti: è davvero così?
“L’escalation di cui si parla èriferita ad alcuni periodi, maspalmando le statistiche sututto l’anno, non si evidenzianopicchi rispetto al passato.Questo tipo di criminalitàcerca zone un po’ sprovvedutee dove ci sono possibilità difuga, e la Basilicata offre unasituazione favorevole. Ad esem-pio lo scorso venerdì sono statiarrestati tre soggetti dell’EstEuropa a Paterno per averasportato monili in oro da
un’abitazione. Non sempre sitratta di gente del posto, maspesso di stranieri e di zingari(ci sono insediamenti stanzialidi Rom a Foggia e a Co-senza).”Esiste la mafia in Basilicata?
“La mafia intesa come culturanon esiste. Ci sono stati in pas-sato fenomeni criminali dovutia bande che hanno cercato dicopiare il modus operandi dellefamose organizzazioni crimi-nali limitrofe, ma non avendoradici proprie non hanno attec-chito. Le prime manifestazione sonocominciate, negli anni ’85-’90,con i soggiorni obbligati di excamorristi e con la detenzionedomiciliare di qualche perso-naggio calabrese o napoletanonel Vulture-Melfese. Questisoggetti sono riusciti a farpresa su persone del posto operché senza lavoro o perchéavevano già tendenze crimi-nali. Poi con l’arrivo della Fiate dell’estrazione di petrolio lamoneta ha cominciato a circo-lare e sono così cominciati iprimi segni malavitosi. Siamoriusciti, però, a evitare il radi-camento della criminalità or-ganizzata proprio perché nonha radici proprie, perché il tes-suto sociale lucano è sano eperché il territorio non con-sente certe dinamiche. Le forzedell’ordine negli ultimi annihanno fatto un gran lavoro: loscorso anno si è fatto luce sumolti omicidi della provincia(quasi tutti di mafia), fruttoquesto della sinergia che c’ètra le forze dell’ordine, la Ma-gistratura e le Istituzioni.”Quali sono le zone lucane più
sensibili da questo punto di
vista?
“Sicuramente quelle del Vul-ture-Melfese e del Venosino chesubiscono maggiori influenze,sia per il loro posizionamentogeografico sia perché sonozone molto ricche grazie alleattività collegate alla Fiat, ai
vari indotti, all’acqua e al vino.Vanno costantemente monito-rate perché spesso protagonistedi aggressioni, come ad esem-pio le rapine in banca. Per quanto riguarda il Lagone-grese va considerata come unazona di transito, infatti ci sonopochi sequestri e pochi arresti.Il materano, invece, è una zonapiuttosto calda perché moltoricca. Si producono ortaggidue volte l’anno, la zona in-torno Policoro è addirittura de-nominata la “piccolaCalifornia”. Recentemente nel
Metapontino ci sono stati in-cendi e aggressioni alleaziende agricole, fenomeni chenon vanno assolutamente sot-tovalutati, né considerati comesingoli episodi.”Qual è il rapporto tra i gio-
vani e gli alcolici?
“Siamo molto attenti al pro-blema, facciamo controlli conl’etilometro, monitoriamo ecc,ma per affrontarlo c’è comun-que bisogno di una volontà po-litica. Ai ragazzi piace violarele regole e questo porta a unaumento dell’abuso di alcool.
Per vedere la reale situazionebasta fare una passeggiata ilsabato sera nel centro storicodi Potenza. Credo che vada li-mitato l’orario di vendita deglialcolici e soprattutto obbligare,come succede per esempio inAmerica, la consumazione al-l’interno dell’esercizio pub-blico dopo aver mostrato undocumento per accertarsi dellamaggiore età del soggetto. Lapolitica purtroppo cercando dinon far danno al commercianteignora il problema.”
Ragionando intorno al costodella vita in Italia non si
può scappare e bisogna per
forza parlare di caffè e latte.Siamo il paese dell’espresso alBar e a Casa, quello della caffet-
tiera che fa co,co,co ad ogni ora.Al mattino ti sveglia, al pome-riggio favorisce la digestione eper tanti italiani, come me, dopocena favorisce il riposo unabuona tazza di caffè. Il costo delcaffè e quello del latte, dunque,fanno la SPIA dimostrano, forsepiù e meglio del prezzo dellacarne, lo stato di salute di unpaese come l’Italia. Guardandola rilevazione ADOC di questasettimana li troviamo a € 0,55 il
litro il latte a lunga conserva-zione e a € 2,09 250 grammi dicaffè. A occhio, con questiprezzi il caffèlatte non ci man-cherà mai però una riflessione ciscappa sul prezzo del latte, peresempio, un litro di latte a lungaconservazione venduto a € 0,55al negozio quanto sarà stato pa-gato alla stalla? Insomma l’alle-vatore quanto avrà preso su quellitro di latte? L’allevatore è pureun consumatore, la domanda,
dunque, è legittima e una rifles-sione necessaria…del tipo manon sarebbe meglio se in nego-zio ci fosse pure il distributore dilatte fresco locale? Ma pas-siamo al caffè, la cosa mi attizzadi più, per 250 grammi bastano€ 2,09 il che vuole dire che laconfezione da quattro pacchetticosta € 8,36 e neppure 2 mesi fala stessa confezione da 4 pac-chetti costava neanche € 6.30insomma due euro di aumento
in due mesi diamine sono pro-prio troppi anche per una buonatazza di caffè espresso fatto‘ngasa. http://www.adocbasilicata.org/potenzaprezzinew.html
Mario Petrone
Ma ADOC, prendi un caffè-latte?
<<Il testamento di mio marito>>
QUESITOGentile Redazione, alla morte di mio marito ho sco-perto l’esistenza di un testamentocon cui veniva nominato erede uni-versale un suo nipote. Volevo cono-scere quali sono i miei diritti e qualile azioni da esercitare, tenuto contoche io e il mio defunto marito era-vamo in regime di comunione deibeni, non abbiamo avuto figli e chenel testamento è stato dispostoanche in merito all’immobile adi-bito ad abitazione familiare che miomarito aveva acquistato per succes-sione ereditaria e ad alcuni fondi co-muni di investimento. Letterafirmata.RISPOSTAGentile Signora, la questione che cioccupa riguarda il caso dell’eredelegittimario pretermesso, ed è disci-plinato dal combinato dispostodegli artt. 179, 540 e seguenti c.c.L’art. 540 c.c., sancisce che “a fa-vore del coniuge è riservata la metàdel patrimonio dell’altro coniuge,salve le disposizioni dell’art. 542per il caso di concorso con i figli. Alconiuge, anche quando concorracon altri chiamati, sono riservati idiritti di abitazione sulla casa adi-bita a residenza familiare e di usosui mobili che la corredano, se diproprietà del defunto o comuni. Talidiritti gravano sulla porzione di-sponibile e, qualora questa non siasufficiente, per il rimanente sullaquota di riserva del coniuge edeventualmente sulla quota riservataai figli”. Pertanto, al coniuge super-
stite spetta la metà del patrimonio,oltre ai diritti di uso e di abitazionesull’immobile, qualora sia stato adi-bito a casa coniugale. Qualora visiano disposizioni a favore di altrisoggetti che limitino i detti diritti delconiuge, quest’ultimo, al fine di farvalere le proprie ragioni, potrà agirein riduzione. A tal proposito è op-portuno evidenziare che, sebbenel’art. 564 c.c. stabilisca che “il legit-timario che non ha accettato l’ere-dità con il beneficio d’inventarionon può chiedere la riduzione delledonazioni e dei legati”, la Cassa-zione ha precisato che “la condi-zione della preventiva accettazionedell’eredità con beneficio d’inven-tario – richiesta dall’art. 564 c.c. perla proposizione dell’azione di ridu-zione delle donazioni e dei legati –non si applica al legittimario che siastato totalmente pretermesso dal-l’eredità, anche nel caso in cui abbiaricevuto beni dal de cuius a titolo didonazione ovvero si sia imposses-sato, dopo la sua morte, di beni ere-ditari, atteso che egli acquista laqualità di erede soltanto a seguitodel favorevole esercizio dell’azioneproposta” (Cass., 13804/2006,inGiust. civ. Mass., 2006, 6). Quantopoi all’immobile adibito ad abita-zione, la sua provenienza ereditariaesclude la caduta del bene in comu-nione. Di conseguenza, essa spet-terà in parti uguali al nipote del decuius (erede testamentario) ed al co-niuge. La circostanza che lo stessofosse adibito a residenza coniugalecomporta che spettano al coniuge i
di itti di uso e di abitazione. Quanto,infine ai titoli (Fondi di Investi-mento) lasciti in eredita, la giuri-sprudenza conformemente ritieneche essi cadano in comunione le-gale dei beni.È stato precisato, infatti, che “leazioni di società costituiscono incre-menti patrimoniali rientranti tra gliacquisti ex art. 177, lettera a, c.c., equindi nell’oggetto della comu-nione legale tra coniugi, in quanto,anche se non sono meri titoli di cre-dito, ma titoli di partecipazione,l’aspetto patrimoniale è prevalenterispetto ai diritti e agli obblighi con-nessi con lo status di socio in essi in-corporato. Il passaggio delle azioni(almeno per la componente patri-moniale data dal loro valore) incomproprietà dell’altro coniuge nonè escluso dalla previsione dell’intra-sferibilità delle azioni, eventual-mente contenuta nello statutosociale, atteso che (a prescinderedall’art. 22 della l. 281/1985, nellaspecie entrato in vigore dopo l’ac-quisto delle azioni) la comproprietàè un effetto voluto dalla legge perattuare il principio d’ordine costitu-zionale della parità tra i coniugi,come tale preminente alla volontàdei privati” (Cass., 7437/1994;Cass., 5172/1999; Trib. Milano, 21maggio 1997, App. Genova, 22aprile 2000 ).
Studio Legale Pipponzi – DelliColli
Il Pranzo dei Portatori ... maglietta per maglietta
10 sabato 4 giugno 2011
I “rebus” degli automobilisti potentiniLa segnaletica orizzontale e quella verticale a Potenza sono “cosa complicata”
di Antonio Nicastro
Per gli appassionati di pa-
role crociate, aver a che
fare con le definizioni
orizzontali e verticali è roba da
niente; per gli automobilisti ed i
pedoni potentini, invece, dover
convivere con la segnaletica
orizzontale e verticale, in molti
casi, è un problema. Al di là della
metafora enigmistica, a seguito
di varie segnalazioni pervenute,
ci occupiamo della segnaletica
stradale, nella città capoluogo di
regione.
Cominciamo dalla segnaletica
orizzontale, quella “dipinta”
sulle strade.
La più grande criticità riguarda i
passaggi pedonali che risultano
assenti o cancellati su gran parte
delle strade cittadine. Circa un
mese fa sono state ri-asfaltate al-
cune strade del rione Serpentone
e del Rione Lucania ed ancora
non è stata ancora apposta la se-
gnaletica orizzontale; entrambi i
rioni sono popolatissimi, anche
da persone anziane e c’è una
grande lamentela da parte loro,
per la pericolosità nell’attraver-
sare le strade in assenza delle
“zebre”.
Ma anche dove le strisce pedo-
nali ci sono, o, per meglio dire
c’erano, il problema è identico,
in quanto il bianco sul nero del-
l’asfalto dura poche settimane e
quasi tutti gli attraversamenti pe-
donali di Potenza sono invisibili
o visibili parzialmente per la
maggior parte dell’anno.
Per non parlare delle linee di de-
limitazione della carreggiata che,
laddove è stata riportata, scom-
pare dopo qualche tempo.
In alcune strade, c’è confusione
sull’asfalto per la sovrapposi-
zione di segnaletica: quella
nuova si confonde con quella
vecchia e i segni sull’asfalto
sono di difficile interpretazione.
I casi più evidenti sono in Via
Vaccaro, all’incrocio con via dei
Ligustri, dove permangono i
segni della segnaletica gialla, uti-
lizzata durante i lavori per la co-
struzione del Nodo Complesso
ricoperta, “ma mica tanto”, dalle
segnalazioni bianche. Stessa
confusione in via Adriatico, al-
l’incrocio con la strada che col-
lega al Parco dell’Europa Unita;
ma anche in altre strade ci sono
analoghe criticità nell’interpreta-
zione della segnaletica orizzon-
tale.
Passando ad esaminare la pro-
blematica della segnaletica ver-
ticale cominciamo da un
episodio capitato ad un au-
tomobilista tarantino che
abbiamo visto girare in-
torno alla rotatoria all’ini-
zio di via della Fisica, nei
pressi del Ponte Musmeci.
Il malcapitato automobili-
sta doveva andare in dire-
zione Matera per ritornare
a Taranto, dopo aver fatto
una visita ad un parente ri-
coverato all’Ospedale S.
Carlo. Abbiamo “soc-
corso” il povero cristo, in-
dicandogli di imboccare la
Basentana.
In effetti, il tarantino non
aveva tutti i torti, per im-
boccare la Basentana o il rac-
cordo Sicignano - Potenza, in
quell’incrocio, non esistono in-
dicazioni che conducono alle lo-
calità delle due direttrici, ci sono
due piccoli segnali con la scritta
“Basentana” e “Autostrada”
troppo poco per non perdersi.
Un’altra segnalazione riguarda
la difficoltà di leggere i segnali di
indicazione, posizionati sul
ponte Musmeci in uscita dalla
città. Qui la criticità è rappresen-
tata dai paletti bianchi, posati
oltre due anni fa, in occasione di
una rassegna d’arte (“Arte in
transito” curata da Daniel Buren)
che servirono a far sventolare
una miriade di bandierine multi-
colori. Quando la rassegna ter-
minò, il 30 settembre 2009,
nessuno si premurò di recupe-
rare i paletti, quelli sul lato destro
in uscita dalla città ostacolano la
visuale di due cartelli che indi-
cano la direzione da intrapren-
dere alla fine del ponte
Musmeci. Gli stessi paletti sono
stati utilizzati a marzo di que-
st’anno in occasione della XVI
Giornata della Memoria e del-
l’Impegno in ricordo delle vit-
time delle mafie per posizionare
le bandierine dell’Associazione
Libera; in questi giorni, sono
comparse nuove bandierine.
Nessuno ha nulla da obiettare se
sul ponte si vogliono, di tanto in
tanto, posizionare delle bandie-
rine, l’effetto cromatico è molto
bello e ci si dimentica dei buchi
che insistono sul ponte. La que-
stione è che le bandierine e gli
stessi paletti impediscono di leg-
gere i segnali stradali.
A questo punto, meglio fareb-
bero a spostare più in alto i due
segnali, meglio ancora metterne
due nuovi, di dimensioni più
grandi perché quelli attuali sono
davvero miseri.
Una fila chilome-
trica ieri pome-
riggio (venerdì 3
giugno) alla sede di Via
Grippo di Poste Italiane a
Potenza. La gente ha co-
minciato a rumoreggiare
sonoramente, e fra i po-
veri utenti incappati in un
“vero pomeriggio di un
giorno cani”, anche il
sindaco di Bella Salva-
tore Santorsa, dopo ore
passate in passione da-
vanti agli sportelli in tilt,
ha rinunciato al suo ten-
tativo di spedire una sem-
plice raccomandata.
Il 1 giugno 2011, poi,
molti Uffici Postali della
Basilicata non hanno ero-
gato i servizi alla clien-
tela fra cui il pagamento
delle pensioni con note-
vole disagi e disservizi
per quanti si sono recati,
come di consueto e come
cittadini italiani, presso
le strutture di Poste Ita-
liane.
L’UGL Comunicazioni,
per I’ennesima volta se-
gnala come tali disser-
vizi, oltre ad arrecare un
danno alla clientela” crea
no un notevole disagio
alle poche attività produt-
tive in regione.
Inoltre, secondo il sinda-
cato, anche i lavoratori
Postali sono frustati
dall’impossibilità di svol-
gere in maniera continua-
tiva le proprie mansioni e
delusi dai vertici azien-
dali, nazionali e locali,
che non mettono in atto
un piano operativo per
superare agevolmente tali
anomalie.
Per quanto afferma il Se-
gretario Regionale UGL
Comunicazioni Giuseppe
Di Giuseppe, rispetto alle
gravi difficoltà esposte,
ritiene che tutto ciò
venga amplificato dalla
carenza di personale
negli uffici postali e da
una carenza strutturale
nelle linee di collega-
mento con i server cen-
trali che di fatto
immobilizzano I’attività
quotidiana, con le ire,
anche nei confronti del
personale inerme, di
quanti affollano con fidu-
cia le strutture postali,
nonostante le continue
segnalazioni da parte dei
DUP degli Uffici sul ter-
ritorio verso i responsa-
bili dei servizi di
riferimento di filiale le
stesse vengono prese
“con superficialità”.
A tutela dei dipendenti
colleghi, I’UGL Comuni-
cazioni chiede che venga
immediatamente ripristi-
nato un assetto omogeneo
di personale al fine di
colmare questa carenza di
personale alla sportelleria
e di garantire lo svolgi-
mento delle attività po-
stali con un clima sereno
e nel rispetto degli stan-
dard di sicurezza indi-
spensabile anche alla luce
dei recenti sconvolgi-
menti che hanno interes-
sato il gruppo Poste, fra
cui la liberalizzazione dei
servizi, la divisione dei
servizi soprattutto -nella
sportelleria e recapito-
I’introduzione di nuove
tecnologie in un territorio
vasto, frazionato nei nu-
clei e di difficile percor-
renza per gli addetti al
recapito e addetti al tra-
sporto. L’UGL Comuni-
cazioni si augura che i
Responsabili di settore
della Filiale di Potenza
nonché i Direttori delle
due Filiali si attivino ce-
lermente per garantire un
miglior servizio alla po-
polazione lucana e garan-
tire una migliore
condizione lavorativa dei
propri dipendenti.
Poste a Potenza: quel pomeriggio di un giorno da cani
Momenti di tensione ieri pomeriggio alle Poste in Via Grippo
- fra gli utenti disperati anche il sindaco di Bella
(foto inviateci dai lettori)
sabato 4 giugno 2011 11
12 sabato 4 giugno 2011
Due chiacchiere con Federico TaddiaLo abbiamo intercettato al
margine della premiazionenell’Istituto Comprensivo di
Bella come autore, con l’astrofisicaMargherita Hack, del libro “Perchéle stelle non ci cadono in testa” Edi-toriale Scienze come esempio diuna generazione creativa in via diestinzione. Nell’era dell’analisi delprodotto televisivo e della dittaturadei tecnicismi, Taddia ammette diessere un autore “artigianale” e con-tinua a battersi per il primato delle(sue) idee. Con la consapevolezza dinon poter mai scrivere la scaletta diun reality o un talent show. FedericoTaddia inizia nel 1994 scrivendo perTopolino, dove tuttora collabora, ecome giornalista free lance ha fir-mato su numerose testate. Ha con-dotto per sette anni su Radio24 unprogramma per bambini intitolato"Pappappero". Autore televisivo, hascritto programmi per Rai, Media-set, Sky, Disney Channel, Nickelo-deon e DeaKids, e per sei anni èstato autore e conduttore di "Screen-saver", programma di Raitre dedi-cato ai cortometraggi realizzati dairagazzi. A Cento ha inventato "TesteToste", rassegna annuale di lezionitenute da docenti universitari ad unpubblico di ragazzi fino ai 14 anni.Esperienza che nel 2010 si è ripetuta
al Politecnico di Milano in collabo-razione con Focus Junior. È inoltreuno degli autori del programma diFiorello e Marco Baldini "VivaRadio2" e collabora a "Ballarò" e a"Parla con me" su Raitre. Fa partedel team di autori di Fiorello ancheper gli spettacoli teatrali "Volevo fareil ballerino" e "Fiorello Show". Ap-passionato di letteratura per ragazzie adolescenti, ha tenuto una rubricaall'interno del "Gt Ragazzi" e scrivedi libri su "Style Piccoli" e su "Tut-toLibri". Ha pubblicato i libri "Giro-girotonda" (Mondadori), "Iacopopòil genio della cacca" (EditorialeScienza), "Mamma, posso farmi ilpiercing?" (Fabbri), scritto con lanuotatrice Federica Pellegrini e,sempre per Editoriale Scienza nel-l'aprile 2010, "Perché le stelle noncadono?", con Margherita Hack, e"Perché siamo parenti delle gal-line?", con Telmo Pievani.
Da dov’è partito Federico Taddia
per meritarsi la patente della tv
dei ragazzi? Non hai neanche
quarant’anni, quindi per l’Italia
sei un giovane.
“La mia carriera professionale nascecon Topolino, Focus Junior e laradio per bambini. La sfida era di co-
municare con loro anche trattandotemi difficili. Poi mi inventai unarassegna in provincia di Bologna,Teste toste, dove chiedevo a profes-sori universitari di tenere lezioni adunder 12. L’ultima esperienza inquesto senso è il libro scritto conMargherita Hack, da cui è nata lasfida di Big Bang. A fare da filo con-duttore è una mia convinzione difondo: i bambini non vanno trattaticome piccoli geni, ma neanchecome piccoli scemi. Sono curiosi eattenti, perciò credo che a livelloeducativo, per avvicinarli alla cono-scenza, funzioni la tecnica del sas-solino lanciato. Tutto ciò tentando dinon essere noiosi. La tv pedagogicaspesso viene additata come tale,mentre bisognerebbe essere stimo-lanti”.
Tu ad esempio hai permesso a
tantissimi adolescenti di realizzare
dei corti sul servizio pubblico.
Peccato che Screensaver sia stato
cassato da RaiTre, insieme a tutta
la tv dei ragazzi.
Se ripenso a Screensaver, far fare deivideo su Raitre, peraltro prima diYoutube, era troppo avanti. Per que-sto è un programma che è passato,ma è comunque durato quattro anni.Dare l’opportunità ai ragazzi di rac-contarsi tramite un video, senza untalent show che ti elimini, resta qual-cosa in cui credo molto. Mi piace-rebbe riproporre altrovequell’esperienza, ovviamente con ledovute correzioni”.
Intanto sei assorbito dal lavoro nel
team autorale di Fiorello. Com’è
“produrre” per il conclamato re
della qualità televisiva italiana?
“Innanzitutto non ti sembra di esserelavorare perché l’ambiente è dav-vero bello. Però l’attesa è massima.Rosario lo definirei catalizzante, per-ché ti prende in tutto e per tutto. Aldi là del suo talento e della sua sim-patia, sono sempre colpito dalla suaintelligenza artistica, perché capiscesempre quello che funziona e ha unagrande velocità di testa. Quella ve-locità lì poi lui la chiede a te, perchési aspetta che tu gli scriva al volo unabattuta al volo su quello che ti hadetto all’improvviso”.
Qual è il tuo segreto nel passare
da un personaggio all’altro, oltre
che dai bambini agli adulti?
“Una cosa sono i bambini, una cosagli adulti. Sta a te proporre le cosegiuste alla persona giusta: è una que-stione di istinto. Lavorando coi bam-bini mi sono allenato molto conl’imprevedibilità, mentre gli adultimi hanno insegnato la serietà e laprofessionalità. La mia caratteristicaprimaria è di prendere la realtà efarne satira con Crozza, costume conFiore e comicità surreale col TrioMedusa. Sono una persona fonda-mentalmente cinica e questa cifra laporto nel far ridere”.
Hai anche lavorato come story
editor per film tv, dove l’impreve-
dibilità e l’umorismo non sono
pervenuti. Come hai fatto ad ade-
guarti all’ennesimo cambio di re-
gistro?
“E’ che ho lavorato solo con il regi-sta Roberto Burchielli, con cui mitrovo molto bene, per Sbirri e il filmtv di Non smettere di sognare. Mi haconvocato perché serviva un occhio
esterno e veloce, che è la miacaratteristica, in un lavoro diricostruzione e ribaltamento.Avevo già lavorato con lui perLa vittima e il carnefice suRaiTre, un docu-reality sullaviolenza domestica in Italia incui abbiamo usato le Barbie.Un’altra cosa ‘oltre ‘di quelleche ho fatto”.
Quindi sei un completo au-
todidatta? Non hai seguito
l’iter delle scuole di televi-
sione che oggi è un po’ la
trafila comune?
“Diciamo che gli unici mo-delli che ho avuto non hannoa che fare col piccoloschermo: sono Gianni Rodaricome vate della creatività e Don Mi-lani per il suo messaggio di riscattosociale. Io ho fatto pedagogia, laparte scientifica in apparenza mimanca anche se ti potrei fare un al-goritmo su come nasce una battutacomica, perché è sempre matema-tica applicata alla parola. E’ solo cheper me il lato autorale resta pura-mente creativo, per questo ho sem-pre fatto cose che erano un po’troppo avanti o un po’ troppo indie-tro. Da queste scuole, probabilmenteutilissime, escono persone di mas-sima professionalità ma in chiaveseriale. A me quella serialità lì un po’spaventa”.
Insomma, cosa non riusciresti
proprio a fare come autore?
“Se mi chiedi di scrivere un film nonson capace. Poi non è che non fareii reality per snobismo, ma proprioper incapacità. Stesso discorso vale
per i contenitori domenicali. Il va-rietà l’ho fatto, ma solo per i mono-loghi e le parti di scrittura. Sanremonon lo saprei fare, ma magari se miavessero voluto per i testi di Luca ePaolo allora sì”.
Qual è il consiglio che daresti agli
aspiranti autori che ci leggono?
“Io ho avuto la fortuna di poter sce-gliere. Anche se non tutti possonopermetterselo, chi ha una propriacifra merita sempre di esprimersi li-beramente e di fare la sua strada”.Indefinitiva, Taddia ci insegna che ilmarketing non è una regola per tuttii creativi.
Mario Coviello, dirigente scola-stico dell’Istituto Comprensivo diBella
Nel corso di quest’anno sco-lastico le docenti di
scienze Ciciani Anna Maria,Cioce Giuliana e Sarli Cristina,hanno fatto conoscere aglialunni il bosco, la sua storia, ca-ratteristiche, funzioni, l’am-biente fisico, i viventi delbosco, la sua biodiversità, e, incollaborazione con “Le GiaccheVerdi” di Bella, una organizza-zione che si occupa di prote-zione civile, hanno realizzato unprogetto di conoscenza del no-stro ambiente boschivo. Allafine del percorso, i ragazzisanno qualcosa di più sul boscoed è aumentata in loro la curio-sità di conoscere e capire di piùquesto affascinante e complessoambiente. La vera ricchezza sta
nella voglia di osservare, di sco-prire, di comprendere; il boscoè una miniera infinita per chivuole cercare. Non bastanomille pagine per scrivere cos’èun bosco. Non ne bastano altret-tante per scrivere quanto sia im-portante. La nostra vita dipendedalla presenza dei boschi. Lanostra salute, la nostra sicu-rezza, la qualità della vita, lapossibilità di provare emozionivere, lo spazio per ricrearsi acontatto con una natura reale enon inventata dipendono dallapresenza delle grandi foreste maanche dei boschi minuscoli,delle preziose macchie che or-lano le scogliere, per arrivarefino dai maestosi alberi che vi-vono isolati in qualche radura.
Studiando il bosco iragazzi hanno com-preso che tutto è inrelazione dentro unecosistema e chetutti dipendiamo datutti. Finalmente èarrivato il momentodi conoscere diretta-mente la ricchezzadel bosco. Glialunni, accompa-gnati dalle docenti edai responsabilidelle Giacche Verdi,hanno programmatola visita guidata albosco “Acqua delfaggio”. Hanno ab-bracciato i tronchi,ascoltato il fruscio
dell’erba, il canto degli uccelli.Al rientro hanno visitato un per-corso salute che le Giaccheverdi hanno realizzato alla peri-feria del paese. Qui è possibilecamminare nel verde, fare gin-nastica, respirare aria pulita.“Un giorno scoppiò nella fore-sta un incendio devastante etutti gli animali scapparono. Aun tratto il leone, re della fore-sta, vide che volava un piccolocolibrì proprio in direzionedell’incendio. Allora, preoccu-pato, tentò di fermare l’uccel-lino per fargli cambiaredirezione, ma il colibrì risposeche stava andando a spegnerel’incendio. Il leone, meravi-gliato, replicò che era impossi-bile spegnere l’incendio con la
goccia d’acqua che portava nelbecco. Allora il colibrì, semprepiù deciso, disse al re della fo-resta: “Io faccio la mia parte, equesto crea la differenza”. Que-sto racconta una fiaba africana.E come il colibrì che correverso l’incendio mentre il leonelo guarda preoccupato, ancheognuno di noi deve fare la pro-pria parte perché i boschi sianoconosciuti, amati, goduti, rispet-tati, difesi perché “gli alberisono poesie che la terra scrivein cielo” (K.Gibran).
Mario Coviello, dirigente sco-lastico dell’I.C. di Bella
Gli alunni della scuola media di Bella vanno alla scoperta del bosco
Sabato 28 maggio cinquanta alunni della scuola media
di Bella alla scoperta del bosco in località “Acqua del Faggio”
ISTITUTO COMPRENSIVO GIACCHE VERDI
Bella
Alla Scoperta del Bosco
Gli alunni della scuola media con le Giacche Verdi per scoprire e difendere
il nostro patrimonio.
Sabato 28 maggio 2011, ore 8,30-13,30
sabato 4 giugno 2011 13
Dal 24 al 29 maggio, lescuole secondarie diprimo e secondo grado
e i laboratori teatrali provenientida varie regioni d’Italia si sonoesibiti sul palcoscenico del Tea-tro Francesco Stabile di Potenza,nella competizione teatrale delFestival Nazionale Teatro ScuolaRagazzi, premio “Giovanni DeBlasiis”.Il Festival, giunto alla sua terzaedizione, ha registrato in tre annil’adesione di oltre centocin-quanta scuole di tutta Italia, novequelle selezionate dalla commis-sione per l’edizione 2011, prove-nienti dalla Basilicata, Puglia eSicilia.Il premio dedicato a “GiovanniDe Blasiis”, uno dei fondatoridel mondo del teatro in Basili-cata, è stato organizzato da Cosedi teatro e musica, Organismo dipromozione, distribuzione e for-mazione del pubblico per le atti-vità teatrali, con il patrocinio delComune di Potenza, della Re-gione Basilicata, del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali
e della SIAE, sotto l’egida del-l’associazione nazionale “Vogliadi teatro”.Ottanta giurati, divisi in una ‘giu-ria tecnica’, formata da giornali-sti, attori, registi ed operatori delsettore teatrale e una ‘giuria ra-gazzi’, fatta da studenti di ogniordine e grado, che all’unanimitàhanno attribuito i numerosi rico-noscimenti e premi. I due premiin denaro, vincolati all’utilizzoper scopi didattici o per l’orga-nizzazione di attività teatrali,sono stati riconosciuti: per la se-zione ‘scuole superiori di primogrado’ il premio Migliore Spet-tacolo è andato alla ScuolaMedia Giovinazzi di Castella-neta (Taranto), che ha portato inscena “Don Quixote De LaMancha”, con la seguente moti-vazione da parte della giuria -“Da un classico della letteraturadi non facile adattabilità al teatro,è stato tratto uno spettacolo chesi distingue per la capacità dicondurre lo spettatore nel mondofantastico, dominato da un sim-patico e strampalato personag-
gio.Esperienza utile per capire qual-cosa in più del mondo che ci cir-conda.La particolare chiave narrativadella trasposizione scenica, la di-mestichezza della regia nel mo-dellare l’abito del teatro sullecaratteristiche dei singoli e delgruppo, specie se ragazzi e laspiccata propensione al teatro didiversi componenti del gruppostesso, hanno fatto dello spetta-colo nel suo complesso il mi-gliore della sezione”; per lasezione ‘scuole superiori di se-condo grado’, è stato premiatocome Migliore Spettacolo “No-vecento”, messo in scena dalLiceo Classico e Scientifico Vit-torio Emanuele III di Patti (Mes-sina), con la motivazione -“E’stata rischiosa la scelta di rap-presentare un lungo monologoattraverso il racconto di più vocinarranti e del coro greco. Sfidavinta con grande partecipazioneemotiva nel numeroso gruppo digiovani interpreti e del pubblico.L’abile sintesi del racconto, la
coralità della messa in scena,l’esaltante partecipazione emo-tiva dei giovani interpreti, hannoemozionato e commosso il pub-blico e convinto la giuria. Il pre-mio assegnato alla sezione‘laboratori teatrali’, che prevedel’ inserimento dello spettacolonella Stagione Teatrale 2011-2012 della Città di Potenza, èstato assegnato in ex aequo,all’Associazione La Torre delDrago di Bitritto (Bari) che haportato in scena “Baraonda, lacittà dell’altra sponda” e allaCompagnia Teatro Malgrado diSan Nicandro Garganico (Fog-gia) per lo spettacolo “Wonder-land”, premi assegnati con le
seguenti mo-tivazioni: “Due spettacoli diver-sissimi che nascono da duealtrettanto diverse esperienze dilaboratorio. La Torre del Drago,laboratorio di giovani, ha presen-tato una divertente mescolanzadi ironici personaggi, parodia diuna realtà sublimata dalla televi-sione e dai suoi miti. Una carica-tura sopra le righe della realtàdisegnata con cura, con ritmo econ ottima capacità interpreta-tiva.Teatro Malgrado, laborato-rio di bambini e ragazzi hapresentato un tenero e delicatoadattamento da Alice nel Paesedelle Meraviglie. Ha meravi-gliato per l’ottima realizzazione
della messa in scena: le voci, ilritmo, le espressioni, la padro-nanza della scena anche da partedei più piccoli. Due esempi dicome si può fare del buon teatroa qualunque età”.“Obiettivo di un Festival dedi-cato al Teatro Scuola Ragazzi –afferma Dino Quaratino diret-tore di Cose di teatro e musica- èdi far incuriosire ed avvicinare lenuove generazioni al media piùantico della storia, perché il tea-tro è anche un luogo dove si im-para a crescere!”.
Premio Giovanni De Blasiis: suggestiveesibizioni in finale
La manifestazione in onore del fondatore del teatro in Basilicata
si è conclusa lo scorso 29 maggio
di Lorenzo Zolfo
Eccezionale impresa sportivadi uno studente di scuola
media Sant’Angelo di Avi-gliano. In una gara sportiva deigiochi sportivi studenteschi, nei1000 metri piani, su 20 parteci-panti, un atleta per ogni regione,giunge al 3° posto, guadagnan-dosi il podio ed una meritatamedaglia di bronzo. La compe-tizione è avvenuta lo scorso 24maggio presso lo stadio dellaFarnesina di Roma dove si sonosvolte le finali nazionali di atle-tica leggera riservate alle scuolemedie, vincitrici delle rispettivefinali regionali. Già la scuolamedia di S.Angelo di Avigliano,lo scorso 16 maggio presso ilcampo Coni di Potenza, avevavinto la fase regionale di atleticaleggera. Sei le squadre parteci-panti, in rappresentanza dellescuole delle province di Po-
tenza (IC Avigliano-Possi-dente, IC Tramutola, IC La-gonegro) e di Matera (ICScanzano, IC Nova Siri, ICTorraca) che si sono date batta-glia in una appassionante garaall’ultimo punto. La scuolamedia di S.Angelo di Avigliano(IC Avigliano-Possidente), tra lasorpresa di tanti, è riuscita nelbattere l’agguerrita concorrenzae si è laureata Campione regio-nale 2011, con un punteggio di4716 punti. Grande è la soddi-sfazione di tutti i componenti diquesta scuola, composta dapochi alunni (basti ricordare chel’unica classe di 3 ̂ media ècomposta da soli 9 maschietti, esei di questi facevano parte dellasquadra di atletica presente aRoma), rispetto alle altre scuoleche hanno partecipato, dal Diri-gente scolastico, prof. Mascolo,primo tifoso della squadra econvinto sostenitore della va-
lenza educativa dello sport sco-lastico, al Prof. Quatrale Do-menico, già pluri-vincitore inpassato con l’IC di Lagopesole,fino a tutti gli alunni della scuolache hanno sostenuto, con stri-scioni e tifo assordante, le per-formance dei compagni.Lovallo Giuseppe, CovielloGiuseppe, Romaniello Ales-sandro, Zaccagnino Luca, SabiaPierdonato, Romaniello Gian-luigi, Santoro Vito e NellaRocco sono stati i ragazzi chehanno rappresentato la Basili-cata alla fase nazionale dei Gio-chi Sportivi Studenteschi diatletica leggera. “L’impresa delgiovane Giuseppe Lovallo -rife-risce il suo docente di educa-zione fisica, prof. DomenicoQuatrale- è storica. Lovallo erain vantaggio fino a 100 metridall’arrivo, è stato superato dipochissimo da un alunno friu-lano per 1’ e da un modenese per
un altro 1’. Il tempo stabilito dalmio alunno è stato 2,59”. Il suorecord personale era 3,05”. Que-sto risultato inorgoglisce unapiccola scuola come la nostrache si è battuta alla pari controaltre realtà scolastiche di granlunga più grandi”. La felicità diGiuseppe Lovallo è stata im-mensa: “Un’esperienza indi-menticabile di fronte a tantagente. Ho potuto cimentarmicon coetanei di tutta l’Italia e di-mostrare che anche dalla Basi-licata, pur priva di impiantiidonei, possono uscire dei cam-pioni. Allo stadio Olimpico inoccasione del “Golden Gala” digiovedì 26 maggio, ho ammi-rato dal vivo i Grandi atleti delpresente, primo tra tutti il cam-pione del mondo Usain Bolt”.
Finali nazionali giochi
sportivi studenteschi
di I° grado di Atletica Un lucano sale sul podio, classificandosi
al 3° posto su 20 gareggianti
14 sabato 4 giugno 2011
L’implantologia - ov-
vero l’insieme di tec-
niche chirurgiche
volte a ripristinare la funzionalità
in un paziente affetto da edentu-
lismo (totale o parziale) attra-
verso l’utilizzo di impianti
dentali – si distingue principal-
mente in due scuole di pen-
siero per quanto riguarda la
tempistica di utilizzo: la scuola
svedese che opta per il cosid-
detto carico differito e la scuola
italiana che predilige il carico
immediato. Alla scuola italiana
si deve infatti l’utilizzo del primo
impianto specificamente proget-
tato per il carico immediato, l’in-
troduzione di un materiale come
il titanio nella produzione degli
impianti, la saldatrice endorale e
l’introduzione dell’area di ri-
spetto biologico sui corpi im-
plantari. Il carico
immediato prevede un inseri-
mento, immediato degli im-
pianti e la riabilitazione
funzionale ed estetica con denti
fissi. Il carico immediato per-
mette di fissare gli impianti den-
tali in titanio sopra le corone
provvisorie nella stessa seduta o
comunque entro 24-48 ore. Alla
scuola svedese, invece, si deve
la metodica di “osteointegra-
zione”, basata sul carico differito
e volta a rendere più controlla-
bile il successo dell’intervento
implantologico. Tale metodica,
sviluppata per la prima volta da
Per-Ingvar Branemark, prevede
l’utilizzo di impianti endossei a
vite e a connessione
protesica.Nel carico differitogli
impianti inseriti nell’arcata supe-
riore devono essere fissati in
media dopo 5-6 mesi dal loro in-
serimento, mentre gli impianti
inseriti nell’arcata inferiore de-
vono essere fissati dopo 3-4
mesi dal loro inserimento.Negli
ultimi anni in Italia la soluzione
più gradita è quella del carico
immediato, una tecnica senza
dubbio sicura, in quanto gli im-
pianti inseriti con questa meto-
dologia si osteointegrano
perfettamente. Tuttavia, il carico
immediato non può essere uti-
lizzato in tutte le occasioni e sta
al professionista dentale stabilire
se sia opportuno utilizzare il ca-
rico immediato o differito. Per
potersi avvalere del carico im-
mediato, infatti, è necessario che
l’impianto abbia una stabilità ot-
timale, ovvero deve esserci
un’ottima tenuta nell’osso du-
rante l’inserimento. Qualora
questa prerogativa non sia sod-
disfatta, il dentista dovrà neces-
sariamente optare per l’utilizzo
del carico differito, una solu-
zione altrettanto valida, ma dalle
tempistiche sicuramente più lun-
ghe, e con disagi maggiori da
parte del paziente, costretto – du-
rante i mesi di attesa per il carico
definitivo degli impianti - a por-
tare protesi rimovibili oppure a
rimanere senza denti.
Ma chi può affrontare l’im-
plantologia e quali sono le con-
troindicazioni?
Non è consigliabile sottoporsi a
terapia implantare se il paziente
attraversa un periodo di partico-
lare stress psicofisico, oppure
durante una gravidanza. Non si
possono eseguire interventi im-
plantologici a carico differito se
sono in atto trattamenti farmaco-
logici anticoagulanti od immu-
nosoppressori. Anemie,
alterazioni delle difese contro le
infezioni e della coagulazione e
anche il diabete giovanile costi-
tuiscono controindicazioni asso-
lute all’implantologia
endo-ossea. In caso di malattie
cardiocircolatorie, in pazienti
con protesi valvolari cardiache
esistono rischi elevati che vanno
valutati con il cardiologo cu-
rante. Anche in caso di partico-
lari malattie dell’osso si devono
vagliare attentamente i pro ed i
contro dell’eventuale terapia im-
plantare.
Ci sono dei limiti di età per il
trattamento?
L’età di per sé non è una con-
troindicazione all’uso degli im-
pianti. Tuttavia un paziente più
anziano può presentare problemi
di salute che sconsigliano l’im-
plantologia. Per quanto riguarda
il paziente in età adolescenziale
dove talvolta si presenta la ne-
cessità di sostituire elementi an-
dati perduti a causa di incidenti
traumatici, è indispensabile at-
tendere fino a che non si sia rea-
lizzato un completo sviluppo
osseo dei mascellari il che deve
essere valutato per ogni singolo
caso.
Non si possono fare impianti su
pazienti giovani prima del com-
pletamento della crescita (16
anni per le femmine, 18 anni per
i maschi).
Qual è il comportamento più
corretto per mantenere gli im-
pianti?
È assolutamente necessario ef‐fettuare regolari visite di con‐trollo, in genere con cadenzasemestrale, durante le quali ildentista controllerà le infrastrut‐ture implantari e l’igiene oralepraticata dai pazienti.Per questo motivo prima ancora
di posizionare i pilastri implan-
tari, il paziente deve essere
istruito, illustrando l’uso dei
mezzi per praticare l’igiene degli
impianti e dei denti residui e
deve essere in seguito controllata
e verificata la sua capacità di
eseguire adeguatamente le ne-
cessarie manovre di igiene orale
attraverso visite di controllo
presso lo studio. Da questa ca-
pacità dipende in larghissima
misura la possibilità di far durare
nel tempo un impianto corretta-
mente posizionato e protesiz-
zato. Ogni paziente che entra
nello studio dentistico deve es-
sere esaminato clinicamente e
radiologicamente con grande
accuratezza in modo tale da
poter prevedere quali e quanti
impianti potranno essere inseriti.
Il tutto correlato da un’approfon-
dita discussione e valutazione
delle esigenze del paziente
anche in relazione alle sue pos-
sibilità economiche.
Innovazioni sulla saldatura in-
traorale: la Sincristallizzatrice
In questi ultimi anni si è svilup-
pata una nuova concezione sulla
unione dei metalli: i sistemi a
laser sono i più conosciuti.
Fino ad ora è stato sempre ne-
cessario operare con apporto di
metallo fra i pezzi da unire sia
usando il sistema a laser sia con
le classiche saldature operate dal
Laboratorio Odontotecnico.
In Odontoiatria, l’esigenza di
unire con saldatura parti di ma-
nufatti protesici è sempre attuale,
con le complicanze dei passaggi
di studio e laboratorio che ren-
dono in ogni caso impossibile un
controllo di qualità dell’unione
ottenuta. Per rendere più sem-
plice e sicura l’unione fra i di-
spositivi medici in metallo è
stata introdotta sul mercato
un’attrezzatura denominata
SINCRISTALLIZZATRICE.
La ricerca e l’esperienza hanno
portato al progetto e alla produ-
zione di quest’apparecchiatura
nata per solidarizzare gli im-
pianti direttamente in bocca e
consentire il carico immediato.
La prima innovazione sta nel-
l’essere una apparecchiatura
brevettata e certificata rispon-
dendo ai requisiti normativi Eu-
ropei. La seconda innovazione è
la possibilità per l’operatore di
unire tutti i tipi di leghe metalli-
che a uso odontoiatrico.
Il processo di saldatura avviene
tramite la corrente che fluisce at-
traverso le punte di rame che
ferma i pezzi e fondendo la
parte, li unisce. Prima di ogni
ciclo di saldatura il microproces-
sore verifica che vi siano le con-
dizioni corrette del circuito
elettrico e del punto di saldatura;
questo aspetto rende sicuro il
processo sia dal punto di vista
tecnico (fase di saldatura) sia dal
punto di vista clinico (sicurezza
del paziente). E’ una opportunità
nuova e innovativa che consente
al professionista di agire anche
in queste fasi con la sicurezza e
l’efficacia che fino a ora sono
state lacunose e che hanno pro-
vocato insuccessi. La Sincristal-
lizzatrice fornisce valore ai
processi per cui è predisposta e
allo studio dentistico che ne fa
uso.Il paziente si gioverà della
tecnologia e della rapidità di so-
luzione. Questo nuovo concetto
di saldatura degli elementi ab-
batte i costi di esercizio dello stu-
dio dentistico in quanto con un
unico passaggio si ha la prova
degli elementi; la saldatura; la
prova della saldatura: con note-
vole risparmio di tempo sia per
il paziente che per il professioni-
sta.
Implantologia a carico immediato e a carico differito
Un nuovo passo avanti
per rafforzare il Centro
Antidiabete di Rionero
in Vulture di competenze spe-
cialistiche e di servizi è stato
compiuto con il seminario
scientifico della scorsa setti-
mana presso l’Irccs-Crob pro-
mosso in occasione del 35esimo
Anniversario di attività del La-
boratorio Analisi Flovilla Srl
(LAF), con tema centrale “Il
piede diabetico: integrazione tra
diagnostica strumentale e assi-
stenza clinica. Sapere e prospet-
tive”.
Da molti anni i progressi nella
cura della malattia diabetica
hanno portato ad un allunga-
mento dell’aspettativa di vita dei
diabetici che ormai non differi-
sce sostanzialmente dall’aspet-
tativa di vita della popolazione
non diabetica.
I problemi principali oggi per i
diabetici non sono più quelli le-
gati alla sopravvivenza ma
quelli legati alle complicanze
croniche del diabete; sia micro-
angiopatiche, cioè dei piccoli
vasi arteriosi (retinopatia, nefro-
patia, neuropatia), sia macroan-
giopatiche, cioè dei grossi vasi
arteriosi (cardiopatia ischemica,
arteriopatia degli arti inferiori,
arteriopatia dei tronchi sovraor-
tici).
Per il dott. Antonio Flovilla, re-
sponsabile di LAF Rionero, se
si pensa alle previsioni dell’Or-
ganizzazione Mondiale della
Sanità che ha stimato in oltre
300 milioni il numero di diabe-
tici nel 2025 rispetto ai 120 mi-
lioni calcolati nel 1996 si può
facilmente immaginare quale
dimensione assuma questo pro-
blema: stime di questa patologia
dicono infatti che circa il 15%
dei diabetici andrà incontro nella
vita a un’ulcera del piede che ri-
chiederà cure mediche.
Ma il fatto che più deve far ri-
flettere è il seguente: su 100 dia-
betici amputati circa 84 hanno
avuto come causa dell’amputa-
zione un’ulcera del piede aggra-
vatasi nel tempo.
E’ evidente quindi che se si
vuole ridurre il numero delle
amputazioni è necessario mi-
gliorare la capacità di curare ef-
ficacemente e precocemente
l’ulcera; per raggiungere questo
obbiettivo è necessario disporre
di protocolli diagnostici e tera-
peutici efficaci e di tutte le pro-
fessionalità necessarie.
Rionero: si rafforza il centro antidiabete
A cura di
Dr. Nicola Straziuso
Medico-Chirurgo - Odonto-
iatra - Master II° Liv in Orto-
gnatodonzia Gnatologia e
Funzione Masticatoria - Ma-
ster II° Liv in Ottimizzazione
Neuro-Psico-Fisica con Con-
vogliatore di Radianza Mo-
dulante - Otorinolaringoiatra
Specialista in Foniatria and
Medical Dental Project Team
Via Appia, 206 Potenza
Tel. e fax. 0971 - 601163
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sabato 4 giugno 2011 15
ECOGRAFIA
L’ecografia ha rivoluzionato l’ap-proccio diagnostico alla patologiadella milza perché consente di vi-
sualizzare rapidamente la milza e dideterminare facilmente le sue di-mensioni e la sua struttura. A differenza di altre indagini dia-gnostiche, ricordiamo che l’ecogra-fia è innocua, quindi ripetibile, maè operatore dipendente.Sono stati proposti numerosi me-todi ecografici per valutare il vo-lume della milza. Il più facile, macomunque accurato, è quello di mi-surare il diametro longitudinale del-l’organo; la milza viene considerataaumentata di volume se superiore a12-13 cm. Questo parametro variacon la costituzione del paziente econ l’età; esistono delle tabelle incui sono riportati i valori normalidel volume della milza con il va-riare dell’età. Per una misurazioneancora più precisa si può prenderein considerazione l’area della milza,che con i moderni ecografi, è faciledeterminare. In alcune patologie,soprattutto del sangue, è opportunocalcolare il diametro longitudinale,
il diametro antero-posteriore, il dia-metro trasversale e l’area. Al-l’esame ecografico la milza puòmostrare ecostruttura omogeneaoppure presentare delle lesioni fo-cali (nodulari).Nel paziente con splenomegaliaomogenea e patologia nota, in cuivi sia aumento di volume dellamilza (LLC, LMC, linfoma ecce-tera) si segue l’iter della malattia.Nella splenomegalia da iperten-sione portale, secondaria a cirrosiepatica, si può procedere a biopsiaepatica ecoguidata, per determinareil grado di compromissione del pa-renchima epatico.Nel paziente con splenomegaliaomogenea in assenza di una pato-logia nota, è bene estendere l’esameecografico al fegato (nel dubbio diuna patologia primitiva epatica),alle stazioni linfonodali superficialie profonde (nel sospetto di un coin-volgimento linfomatoso o infettivo)ed alle strutture vascolari del si-
stema portale, per studiare l’even-tuale presenza di trombosi. Qualoranessuna indagine mostri una causaalla splenomegalia può essere utilericorrere alla biopsia ecoguidatadella milza. Nel paziente portatore di splenome-galia con lesioni focali (nodulari) eaffetto da malattia (linfoma, tumoredel polmone, mammella, pelle, pro-stata eccetera) in cui può essere pre-sente tale alterazione si puòsoprassedere a qualsiasi altra inda-gine, anche se talora può essere in-dicato un accertamento conagoaspirato ecoguidato.Nel paziente con lesioni focali sple-niche e con patologia sconosciutal’iter diagnostico può complicarsi.All’ecografia, la splenomegalia puòessere spiegata da una voluminosacisti semplice; in questo caso nonc’è bisogno di ulteriori accerta-menti. Si può consigliare il controllo(follow-up) ecografico annuale permonitorare le possibili compli-
canze.Qualora si riconoscono una o piùlesioni focali, di dubbio significato,si impone il ricorso all’agoaspiratoecoguidato ed eventualmente alprelievo bioptico di microfrustolo.Il materiale prelevato viene utiliz-zato per l’esame citologico e/o isto-logico per la diagnosi di natura, perl’allestimento di colture e per l’an-tibiogramma se si sospetta una le-sione infettiva. Se si tratta di unavoluminosa formazione ascessuale,si può procedere ad un approfondi-mento diagnostico con TC, prima edopo m.d.c. (mezzo di contrasto),che meglio definisce le caratteristi-che della lesione, specie in pazientiin cui l’esame ecografico risulti li-mitato dal meteorismo e/o dalla co-stituzione del paziente. Se vi è la storia (dato anamnestico)di pregresso trauma al fianco sini-stro e/o all’addome in generale el’ecografia mostra una lesione trau-matica della milza, eventualmente
associata a raccolta ematica sotto-capsulare o sparsa nell’addome(emoperitoneo), in genere non siperde tempo e si procede al tratta-mento chirurgico. I traumi più fre-quenti, in cui vi è un interessamentodella milza, sono quelli da incidentistradali o da lavori. Non è raro chela milza possa subire una rottura intempi diversi; la cosiddetta rottura“in due tempi”.Se il quadro ecografico depone perinfarto splenico, è bene ricorrere allaT.C. Si consiglia il follow-up eco-grafico delle complicanze dell’in-farto: colliquazione,ascessualizzazione ed evoluzione inpseudocisti.In conclusione possiamo affermare,senz’altro, che l’ecografia ha unruolo centrale e spesso definitivonell’iter diagnostico della spleno-megalia.
SPLENOMEGALIA
(AUMENTO VOLUMETRICO DELLA MILZA)
A cura
del Dr. Antonio Rina
Medico Radiologo
Responsabile U.O.
Ecografia
Ospedale di Policoro
– ASM
Tel. 0835 - 986489
www.ecografiarina.it
Questa settimana par-
leremo della cata-
ratta, una patologia
molto diffusa e comune, che
può riguardare noi tutti,
anche se la frequenza au-
menta notevolmente con
l’età più avanzata.
ANATOMIA E FISIOLO-
GIA DEL CRISTALLINO
Si trova poco dietro l’iride e
la pupilla, con la forma di
una lente biconvessa traspa-
rente.
In pratica somiglia molto ad
una lenticchia, con una por-
zione più esterna detta cap-
sula ed una più interna detta
nucleo. La sua porzione
centrale ed anteriore corri-
sponde al foro pupillare,
che appare di colore nero
velluto se il cristallino è tra-
sparente, per poi diventare
grigiastra o biancastra se-
condo lo stadio di matura-
zione della cataratta.
La funzione caratteristica
del cristallino è l’accomo-
dazione, che consente di ve-
dere distintamente sia gli
oggetti lontani che vicini
(come l’autofocus di una
macchina fotografica). Que-
sta azione avviene grazie ai
muscoli contenuti nel corpo
ciliare , che fanno sì che il
cristallino modifichi la sua
curvatura per “accomo-
dare”, cioè mettere a fuoco
gli oggetti più vicini. Pur-
troppo con l’età tali muscoli
riducono progressivamente
la loro elasticità e subentra
la presbiopia, per cui sono
necessari gli occhiali da vi-
cino, per leggere, scrivere,
cucire, oppure si è costretti
ad allontanare lo scritto per
vedere meglio,in quanto il
cristallino diventa “sclero-
tico”, cioè meno elastico.
EZIOPATOGENESI
La cataratta è l’opacamento
circoscritto o diffuso del
cristallino. Nella etimologia
esprime la convinzione an-
tica, ancora diffusa tra chi
non ha nozioni più precise,
che si tratti di un liquido o
di un velo che discende
come un sipario. In effetti
non è così, perché si ha
un’opacizzazione del cri-
stallino, ma le cause pos-
sono essere le più svariate e
non sono certe.
Sembrerebbe essere dovuta
ad una turba del metaboli-
smo con ossidazione e co-
precipitazione delle sue
proteine dove l’età ed il
danno foto-ossidativo hanno
un ruolo importante.
Infatti il principale fattore
di rischio è l’invecchia-
mento, in quanto la cataratta
senile rappresenta il 70% di
tutte le diverse forme di ca-
taratta
SINTOMATOLOGIA
La sintomatologia sogget-
tiva consiste in una ridu-
zione del visus, stazionaria
o progressiva a seconda del-
l’evoluzione della cataratta.
Visione di macchie scure,
di aloni colorati intorno a
sorgenti luminose; la preco-
cità o meno del deficit vi-
sivo dipende oltre che dalla
densità dell’opacità, detta
comunemente maturazione,
dalla sede in cui si loca-
lizza.
E’ intuitivo che una piccola
opacità centrale determina
un disturbo maggiore di
opacità periferiche più
estese e numerose, perché
va a porsi sull’asse ottico..
Notevole è la riduzione vi-
siva se l’opacità ha sede
negli strati corticali poste-
riori, cioè nella zona del
punto nodale del sistema
diottrico dell’occhio, com-
portando una maggior inter-
cettazione dei raggi.
Nelle opacità centrali la di-
minuzione visiva è tanto più
accentuata quanto più la pu-
pilla è ristretta (miosi), cioè
nelle ore diurne, quando c’è
più luce. L’inverso si ha
nelle opacità periferiche,
dove il disturbo è maggiore
quando la pupilla è dilatata
(midriasi) per la poca luce
ambiente.
Altro sintomo frequente può
essere costituito dalla mol-
teplicità delle immagini de-
terminate da un oggetto
(poliopia monoculara), con-
seguenza di modificazioni
dell’indice di rifrazione in-
dotte dalle opacità del cri-
stallino.
Altro segno caratteristico è
la variazione dell’imposta-
zione ottica dell’occhio. In
pratica si dovranno cam-
biare le lenti degli occhiali
perchè spesso compare la
miopia, dovuta ad aumento
dell’indice di rifrazione
delle parti centrali del cri-
stallino (cataratta nu-
cleare).. Tale miopia
determina un peggiora-
mento dell’acutezza visiva
da lontano ed un migliora-
mento da vicino; infatti
spesso il paziente affetto da
cataratta abbandona gli oc-
chiali da vicino credendosi
ringiovanito. Nei casi di ca-
taratta corticale può, invece,
comparire una ipermetropia.
Con il progredire della cata-
ratta l’acutezza visiva va
sempre più diminuendo fino
a ridursi, nella cataratta
completa , alla semplice
percezione della luce, cioè
si è in grado di distinguere
soltanto da dove proviene la
luce, stato che comporta la
cecità assoluta. Il senso cro-
matico di solito è conser-
vato, ma si può avere
alterazione della percezione
del viola e del blu.
I sintomi obiettivi sono
anche essi in rapporto alla
sede ed estensione delle
opacità del cristallino. Me-
diante illuminazione con
una semplice piletta si può
constatare che la pupilla
non si presenta più di colore
nero, ma grigiastro o bian-
castro, diffusamente o a
chiazzette, secondo la den-
sità, l’estensione e la forma
delle opacità del cristallino.
Con gli apparecchi a sua di-
sposizione l’oculista può
raccogliere dettagli molto
precisi sul tipo di cataratta.
Si parla di cataratta com-
pleta o totale quando l’opa-
camento del cristallino è
totale e quindi tutto il
campo pupillare si presenta
biancastro.
E’ quindi fondamentale re-
carsi a controlli periodici
presso il medico specialista
in oculistica, l’unico che
può diagnosticare precoce-
mente e seguire l’evolu-
zione della cataratta con
opportune apparecchiature,
come il biomicroscopio o
lampada a fessura, e deci-
dere se prescrivere nuovi
occhiali con lenti medicali
fotoselettive, antiriflesso,
fotocromatiche e valutare
l’opportunità di una terapia
medica con luteina e so-
stanze antiossidanti che
specialmente nelle fasi ini-
ziali potrebbe rallentarne
l’evoluzione e migliorare il
contrasto nella visione.
C L A S S I F I C A Z I O N E
DELLE CATARATTE
Vi sono vari tipi di cata-
ratta, che possiamo distin-
guere nelle seguenti
categorie:
Congenita, 2)
Giovanile, 3)
Senile, 4) Pato-
logica o sinto-
matica, 5)
Complicata, 6)
Traumatica, 7)
Secondaria, 8)
Iatrogena. Prima
di esaminare
una per una i
suddetti diversi
tipi di cataratta
per chiarirne il
significato e le
caratterist iche,
ricordiamo che
questi diversi
tipi di cataratta
possono divi-
dersi a secondo
della sede del-
l’opacità in : 1)
Cataratta capsu-
lare, 2) Cataratta capsulo-
lenticolare, 3) Cataratta
lenticolare, che può essere
corticale o nucleare. Infine,
in base all’evoluzione, pos-
siamo avere una cataratta
stazionaria ed una cataratta
evolutiva (incipiente, avan-
zata, completa).
CATARATTA CONGE-
NITA O GIOVANILE
Possono essere dovute a
ereditarietà e malformazioni
oculari provocate da radia-
zioni alla madre durante la
gravidanza o da altri fattori
teratogeni come alcuni far-
maci; da embriopatia in se-
guito a rosolia materna o
toxoplasmosi, da processi
infiammatori intraoculari,
turbe metaboliche come la
galattosemia o il diabete
materno; rachitismo, spa-
smofilia, ecc.
Possono essere parziali o
totali; possono essere evo-
lutive o stazionarie per tutta
la vita; unilaterali o più
spesso bilaterali, simili tra i
due occhi.
Tra le varie forme cliniche
ricordiamo la polare (in cor-
rispondenza di uno dei due
poli della capsula, anteriore
e posteriore) con scarso de-
ficit visivo; fusiforme, stel-
lata, zonulare (la più fre-
quente che determina grave
deficit visivo quando è dif-
fusa, al centro del cristal-
lino). Tali forme sono di
interesse del medico oculi-
sta; quello che è importan-
tissimo sapere è che nella
cataratta congenita è fonda-
mentale la diagnosi precoce
e l’eventuale intervento chi-
rurgico nel primo anno di
vita, al massimo 2-3 anni,
per evitare l’ambliopia da
deprivazione. In pratica se
l’occhio non ha la possibi-
lità di “imparare” a veder
nel primo anno di vita, de-
terminante per lo sviluppo
della visione, resterà
“pigro” per tutta la vita. Un
intervento chirurgico tar-
divo potrebbe rivelarsi inu-
tile; ecco perché è
importante il ruolo del-
l’oculista, meglio se si inte-
ressa di oftalmologia
pediatrica, ma è necessaria
la collaborazione del pedia-
tra e dei familiari del bam-
bino, che devono
inviarglielo al minimo so-
spetto, per consentire un
tempestivo recupero visivo.
A cura del Dottor VincenzoPagliara Responsabile Branca Oculis-tica ASP Potenza
[email protected]/8081041 - 0971/310792848821821
Cataratta: innovazioni chirurgiche, lenti ed integratori
Da tutti è risaputo checamminare mantienegiovane e sano il no-
stro cuore così come la circo-lazione e, fa bene anche allamente che in questa manierasi allevia da stress e preoccu-pazioni.Particolarmente salutari sonole camminate in montagna,meta di vacanze per molti. Lamontagna però, è considerataun luogo di rifugio per chi haun cuore sano mentre, per chisoffre di problemi di cuore,rappresenta una meta addirit-tura “pericolosa”. Non è inso-lito che, all’inizio dellastagione invernale ed anche diquella estiva, al cardiologovenga chiesto il permesso diandare in montagna da partedi camminatori appassionatiche però soffrono di qualchemalattia cardiaca o, di figlipremurosi che chiedono almedico una sorta di “lascia-passare” per l’anziano geni-tore prima di portarlo invilleggiatura.
Innanzitutto, è bene chiarire ilperché la montagna è unluogo tanto temuto dai pa-zienti cardiopatici. In partico-lare, due sono i fattori chedifferenziano l’ambiente dellamontagna da quello della pia-nura: l’altitudine e la tempe-ratura.L’aumento di altitudinequando si sale di quota an-dando in montagna, è caratte-rizzato da un abbassamentodella concentrazione di ossi-geno nell’aria che respiriamo.Per tale motivo, il cuore develavorare di più per assicurarecomunque, una corretta ossi-genazione di tutti gli organidel nostro corpo.In montagna, le temperaturesono notoriamente più basse.Le basse temperature compor-tano una vasocostrizione chedetermina un aumento dellapressione arteriosa ed un ri-schio maggiore di angina pec-toris nei coronaropaticiperché, poiché arriva menoossigeno, il cuore riceve
anche meno nutrimento. In-fatti, è statisticamente provatoche nei mesi invernali au-menta il numero di episodianginosi così come, proprionei periodi più freddi dell’anno, i pazienti scoprono diavere una coronaropatia, peresempio durante un soggiornoin montagna.In considerazione delle bru-sche variazioni di tempera-tura, il cardiopatico dovràriguardarsi adottando delle ra-gionevoli precauzioni comeun abbigliamento più pesanteper proteggersi dal freddo edun attento monitoraggio dellapressione arteriosa che po-trebbe richiedere una terapiaantipertensiva più efficace diquella che il paziente sta fa-cendo.Per il cardiopatico l’altitudineconsentita è di 1000-1500metri. Al di sopra di 1500metri compaiono le primemodificazioni fisiologiche daparte del nostro organismo diadattamento all’altitudine.
Al cardiopaticoviene racco-mandato unesercizio fisicoregolare, aero-bico, comecamminare, an-dare in bici-cletta, nuotare.Gli sport inver-nali sono pocoraccomandati alpaziente car-diopatico. Tutto, comun-que, deve es-sere fatto con ildovuto allena-mento. Bisognainc remen ta regradualmente l’attività fisicapoiché il cuore, essendo unmuscolo, con l’allenamentomigliora le sue prestazioni,acquistando tono e forza. Ènoto infatti che il rischio dimorte improvvisa in monta-gna nella popolazione gene-rale sembra confinato asoggetti non allenati. Comun-
que ed in ogni caso, è buonanorma da parte del medicoprescrivere al paziente cardio-patico o, ad anche solo iper-teso, un Test da sforzo primadi lasciarlo andare per un sog-giorno prolungato in un postodi montagna.
16 sabato 4 giugno 2011
Il cardiopatico e l’alta quota
di Gianfranca LosassoMedico Specialista in [email protected]
Arriva l’estate e con essa ildesiderio di tutti di abbron-
zarsi, grazie alle sfumature che ilsole regala alla nostra pelle fa-cendoci sentire più belli e ammi-rati! Ma i raggi del sole portanobenefici anche al corpo in gene-rale, stimolando per esempio lavitamina D, elemento indispen-sabile per lo sviluppo e l’irrobu-stimento delle ossa; migliorandoalcuni disturbi dermatologicicome l’acne, la dermatite sebor-roica, la psoriasi; e infine alle-viando i dolori reumatici. Senzadimenticare che influiscono po-sitivamente anche sull’umoreaumentando i livelli di seroto-nina, un neurotrasmettitore chesvolge un ruolo importante nellaregolazione del sonno, della ses-
sualità e dell’appetito, oltre chedel nostro stato d’animo. Il solefa bene, ma occorre esporsi conattenzione. Perché senza un’ade-guata protezione i raggi solaripossono provocare danni all’epi-dermide, dalla formazione di eri-temi, alle allergie,all’invecchiamento precoce finoa veri e propri disturbi cutaneipiù seri come il tumore. Per aiu-tare la pelle ad abituarsi al sole èconsigliabile anche l’assunzionedi integratori a base di vitamine,betacarotene ed estratti vegetaliche non sostituiscono il solare,ma ne rinforzano le difese cuta-nee nei confronti del fotoinvec-chiamento, preservando la cuteda eritemi, macchie scure, rughe.Contemporaneamente preparano
la pelle a una pigmentazioneomogenea, intensa e prolungatanel tempo. Va ricordato chevanno assunti sempre un meseprima delle vacanze e per tutta ladurata dell’esposizione.
Sfatiamo la convinzione che isolari non facciano abbronzare!Usando solari con protezionemedia o alta ci si abbronzaugualmente, ma in modo più“dolce” e senza causare stressalla pelle: più graduale è l’ap-proccio con il sole, più intensa,sicura e duratura sarà l’abbron-zatura! Non dimentichiamoci deicapelli. D’estate non si può di-menticare la protezione dei ca-pelli: i raggi ultravioletti nedanneggiano il fusto e il bulbo,
accelerando il processo di invec-chiamento e quindi la caduta. Aciò si aggiunge il vento e la sal-sedine che li inaridiscono. Primadell’esposizione è quindi consi-gliabile assumere integratori eantiossidanti per rinforzare ilcuoio capelluto e proteggerli conprodotti specifici come spray,gel, oli da scegliere in base alproprio tipo di capello. Proteg-giamo anche i nostri occhi. Laluce abbagliante del sole inestate può creare più di un pro-blema alla vista, in particolarecornea e retina sono le parti piùesposte al rischio. Ma anche lapelle intorno agli occhi: propriod’estate infatti si formano le co-siddette e tanto odiate “zampe digallina”! È soprattutto d’estate
che i nostri occhi sono sottopostialle sollecitazioni luminose chepossono creare rischi alla vista:è sufficiente uno sguardo versoil sole a occhio nudo per provo-care il fenomeno dell’abbaglia-mento. Un efficace prevenzionee aiuto può venire dall’assun-zione di antiossidanti specifici,con integratori di Vitamina A, Ced E., che contengono anche laluteina, un carotenoide in gradodi contrastare l’azione degli ul-travioletti, oltreché un costanteuso degli occhiali da sole è ungrado di aiutare a difenderci dairaggi nocivi.
Arriva l'estate, prepariamoci all'esposizione al sole!
dott.ssa Maria Rita Milella
097121179
Farmacia Marchesiello c.sogaribaldi 92
85100 Potenza
Questo proverbio goliar-dico dice che il vino, il
fumo e le donne portanol’uomo alla morte.Analizziamo e vediamo quantosiano sempre attuali queste pa-role.Pranzo dei portatori a parteche avviene una volta l’anno aSan Gerardo e in cui conce-diamo pure ai nostri giovani di“divertirsi”a piacimento inonore di Bacco, Dio del vino,ma il perpetrarsi ogni sabato diconcessioni esagerate di alcolin ragazzi anche minorenni èveramente scandaloso!Sono stati avvisati dai loro ge-nitori dei danni IRREVERSI-BILI prodotti al fegato e nonsolo, da un abuso sfrenato disuperalcolici ?Come mai , per riuscire a rag-giungere il fatidico sballo, bi-sogna ingurgitare a sbafoquesti cocktails e drinks capacidi inebriare la mente e lo spi-rito per riuscire a sentirsi “me-glio”?Probabilmente si tratta di unanuova moda o forse alla basec’è un vuoto incolmabile di af-fetto…Cosa dire del tabacco?
Quanto fumo di sigaretta a iosac’è nei polmoni dei nostri ra-gazzi, sono stati avvisati deidanni IRREVERSIBILI pro-dotti dal tabacco nei loro pol-moni? Eppure le scritteminacciose di morte abbon-dano sui pacchetti di sigarette,ma si ignorano completa-mente; gli adulti, si sa, sono“de coccio”, ma i giovanivanno educati e preparati per-ché possano avere un futuro inbuona salute.Per quanto riguarda Venere…In questo caso dobbiamo direche oggi i rapporti umani sonostati fortemente minati da in-ternet, siamo tutti nella rete,alzi la mano chi non è su Face-book, i ragazzi passano orechiusi in una stanza a parlarecon una scatola che si chiamacomputer. Si sono sì acquisitenuove tecnologie, ma si èperso quel sano confronto avolto scoperto per strada o inpiazza fra coetanei che era allabase della società civile di unavolta. Non siamo nostalgici di unpassato ormai andato, ma vo-gliamo sottolineare che questeapparecchiature così tecnolo-
giche possono rivelarsi moltopericolose se se ne dovessefare un uso scorretto per cuibisognerebbe evitare di incor-rere anche accidentalmente insiti e persone sbagliate.Per il resto ci auguriamo checomunque l’amore trionfi sem-pre perché, dalla notte deitempi, è sempre stato il motorepropulsivo di ogni generazionepassata, presente e futura. Lanostra proposta per i giovani è:- Bacco - tabacco + venere =
- malattie + salute + benessere
Cogliamo l’occasione per rin-graziare tutto lo staff della cli-nica Luccioni ed in particolarela Dottoressa Flavia Posti-glione per la gentile collabora-zione nella realizzazione delloscreening ecografico al senogratuito effettuato a tutte ledonne che hanno partecipato almaggio Freedom promossodalla nostra associazione.
Presidente Associazione Free-dom
“la libertà di volersi bene”
L ’associazione FREEDOM
ti aspetta il 26 GIUGNO dalle 10:00 alle 13:00
in Viale Dante, piazza Don Colucci a Sant’Anna per il
Baratto-Day: portaci un oggetto riciclabile e noi ti regaliamo un nostro gadget. Non mancare!!!!!
Per il tuo 5xmille ASSOCIAZIONE FREEDOM
O.N.L.U.S CF. 96065860767
Per info : [email protected]
Opinioni Freedom“Bacco, tabacco e Venere portano l’uomo in cenere”
Se il rifiuto diventa risorsaStrategie ed esperienze a confronto tra ricerca e innovazione
in un convegno organizzato dal Consorzio Searidi Luca Santoro
Si è tenuto lo scorso sabatoa Venosa un interessantee quanto mai attuale con-
vegno organizzato dal Consor-zio Seari riguardante la gestioneintegrata dei rifiuti. Ormai l’im-magine di città sporche, immon-dizia, rifiuti di ogni genere sonoall’ordine del giorno. Spesso,molto spesso si sente parlare intelevisione così come sui gior-nali di emergenza rifiuti, di poli-tiche volte alla raccoltadifferenziata, di mal costume daparte della cittadinanza. È unaprassi consolidata nel Bel Paese,ma in particolar modo nei piccolicomuni, puntare il dito controchi ha il dovere di gestire situa-zioni difficili così come lo è laraccolta dei rifiuti. Ma siamo si-curi di sapere tutto per quantoconcerne la raccolta differen-ziata? Siamo sicuri che al pro-blema non v’è soluzione? Il ciclointegrato dei rifiuti nel corsodegli ultimi anni ha subito note-voli processi di innovazione e ri-cerca definendo nuove strategieorganizzative nella gestione dirifiuti. Il ciclo integrato di rifiutinon è un’utopia, ma una realtà in
grado di garantire il recupero dimaterie prime secondarie enuove fonti energetiche alterna-tive. Qualche mese fa sul nostrogiornale pubblicammo un arti-colo dal titolo “Quando dallamonnezza si ricava ricchezza” ,beh quello che scrivemmo nonera fantascienza, ma realtà. Legrandi emergenze rifiuti possonoessere gestite con una attenta po-litica volta al ciclo integrato. Inquesto contesto la Seari si col-loca come interlocutore attento eavanzato nell’offrire servizi masoprattutto come soggetto d’im-presa che utilizza le tecnologiedel processo industriale per trat-tare e valorizzare i rifiuti. Averein “casa nostra” una possibilitàdi questo tipo può veramentefare della nostra regione un mo-dello da imitare. Ad esempiosolo nei comuni del Vulture-AltoBradano in meno di un anno sisono raggiunti livelli di raccoltadifferenziata superiori al 40%.Occorre relazionarsi in manieravirtuosa al nuovo sistema di rac-colta e questo è possibile solo at-traverso la relazione tra le forzeimprenditoriali, produttive edeconomiche. Il convegno è statal’occasione per il confronto tra
realtà diverse come quelle diBarcellona, Firenze, Tarragona ela nostra. È stata un occasione dicrescita attraverso le esperienzee competenze dei vari relatori in-tervenuti dall’Assessore all’Am-biente del comune di Venosa,Luciano Buonpensiere al Com-missario Aato Rifiuti di Materae Potenza , Sabino Altobello, daPierpaolo Fabbri, presidente delconsorzio Seari, a Donato Vig-giano, dirigente generale del di-partimento ambiente, territoriodella Regione Basilicata, fino adarrivare ad Agatino Mnacusi,Assessore Ambiente e Assettodel Territorio della Regione, eSalvatore Masi dell’Universitàdegli Studi della Basilicata.Quello che è emerso è che nellanostra regione in particolarmodo nella provincia di Potenzasu sette impianti di smaltimentorifiuti previsti dal piano provin-ciale ne sono in funzione sol-tanto tre nonostante gli sforzidella Provincia sottolineati dal-l’assessore Macchia. Sforzi chehanno portato alla pubblicazionedel bando per l’impianto di com-post che si realizzerà proprio aVenosa. “E’ necessario incideresu aspetti strutturali” – ha ag-
giunto Macchia – “ e lavorareper aggiornare la programma-zione che dovrà essere, necessa-riamente, sostenibile,intercettare le istanze, i bisogni ela produzione del territorio equindi basarsi sui principi del ri-ciclo, riutilizzo e raccolta diffe-renziata”. Riorganizzare la
raccolta rifiuti a favore di unametodica tecnologica, innova-tiva e soprattutto sicura sarà lasfida del futuro. Il nostro è unterritorio piccolo, che vive laquotidiana e continua difesa deisuoi confini e della sua identità;le sue qualità ambientali, pae-saggistiche ed urbane meritano
l’attenzione e l’impegno di tutti.Attenzione, divulgazione e con-divisione sono queste le basi peroffrire un grande servizio allenostre comunità. Con la raccoltadifferenziata e il ciclo integratodei rifiuti un nuovo mondo èpossibile.
sabato 4 giugno 2011 17
Solo nei comuni del Vulture-Alto Bradano in meno
di un anno si sono raggiunti livelli di raccolta diffe-
renziata superiori al 40%.
Un momento del convegno
sabato 4 giugno 201118
di Renato Favilli
Concorso continuato
per falso ideologico e
materiale, sostitu-
zione di persona e truffa le-
gata agli esami della patente
di guida. E’ questo il reato a
carico di 33 persone tutte in-
censurate e residenti in centri
della provincia di Matera,
Potenza e Bari coinvolte
nell’ambito dell’operazione
Ghost, conclusa dalla Polizia
stradale di Matera in collabo-
razione con la Motorizza-
zione civile. I particolari
sono stati illustrati in confe-
renza stampa dal comandante
Antonio Fatiguso, dal co-
mandante regionale Andrea
Spinello e dal direttore della
motorizzazione civile Anto-
nio Rizzi presso il Comando
della Sezione della Polizia
Stradale di Matera in via
delle Cererie. La truffa era
messa in atto in sede di svol-
gimento degli esami teorici
informatizzati per il conse-
guimento della patente di
guida, svolti presso la sede di
Matera della Motorizzazione
civile. Le indagini risalgono
ad otto mesi fa. Dopo aver ri-
scontrato alcune anomalie in
pratiche presentate per gio-
vani per sostenere gli esami
da privatista (documenti spil-
lati e rispillati e timbri non
originali utilizzati dall’orga-
nizzazione dedita alla truffa)
sono scattati i controlli che
hanno permesso di smasche-
rare gli autori della truffa.
Chi voleva prendere la pa-
tente senza studiare doveva
consegnare all’organizza-
zione, un gruppo di persone
residenti nel barese e nel po-
tentino, una somma che va-
riava dai 2 mila ai 2500 euro
e la documentazione richie-
sta, fotografie comprese. Ed
erano proprio le foto a deter-
minare la truffa: all’organiz-
zazione bastava sostituire le
foto presentate con quelle di
candidati molto preparati,
che ovviamente non avevano
difficoltà a superare la prova
teorica. La persona che si
presentava al posto del candi-
dato veniva retribuita dall’or-
ganizzazione con un
compenso di 400-500 euro.
Dopo aver superato la prova
naturalmente si provvedeva a
cambiare nuovamente la fo-
tografia e a consegnare tutta
la pratica al diretto interes-
sato, che pagava la somma
pattuita per la “patente fa-
cile”. In seguito alle indagini
condotte dalla Polizia stra-
dale per le persone denun-
ciate è scattata anche
l’applicazione dell’ art.128
del codice della strada che
prevede l’annullamento
dell’esame e la nuova prova
d’esame. Un ingente quanti-
tativo di documentazione per
sostenere gli esami e’ stata
sequestrata presso una auto-
scuola in provincia di Bari.
Adesso gli inquirenti do-
vranno verificare presunte re-
sponsabilita’ di un medico
che avrebbe falsificato la do-
cumentazione.
Nel Materano il giro delle patenti faciliChi voleva prendere la patente senza studiare doveva consegnare
all’organizzazione dai 2 mila ai 2500 euro
La foto veniva tolta da una patente e sostituita con un’altra
Un momento della conferenza stampa
19sabato 4 giugno 2011
di Mauro Armando Tita
L’urlo straziante delle po-
vere madri dei ragazzi
tossico-dipendenti du-
rante il Consiglio Comunale di
Potenza tenuto nei giorni scorsi ...
ci amareggia e ci sconforta tanto.
Polizia, Associazioni, Azienda sa-
nitaria hanno raccontato in Consi-
glio il fenomeno della
tossicodipendenza potentina.Una
tossico-dipendenza in crescita
esponenziale e non più effetto di
un disagio giovanile. Lo ha riba-
dito con estrema chiarezza il
SERT di Potenza. E’ un’analisi per
certi versi in controtendenza.
Basterebbe ricordare il 2008 e i
grandi appuntamenti “giovanili”
di quei giorni. Il coordinamento
nazionale delle Politiche Giovanili
dell’ANCI aveva tenuto la Prima
Conferenza Nazionale degli Infor-
magiovani in Basilicata. Noi
siamo convinti che non la “timi-
dezza”, ma, la partecipazione, la
condivisione e la solidarietà danno
grandi risultati.
A fronte di tante serie problemati-
che giovanili... in Basilicata, no-
nostante questo crudo SOS
lanciato dagli addetti ai lavori, vi
è un dato certamente sconvol-
gente... Sembra quasi un “Boom”.
Cresce a dismisura l’Associazio-
nismo e cresce l’impegno verso
questa ricca e plurale eterogeneità.
La conferma di tali “novità” è av-
valorata dalla crescita esponen-
ziale di tanti Movimenti e tanti
Forum Comunali dei Giovani.
Negli ultimi mesi infatti ne sono
stati istituiti oltre cinquanta. Un
vero successo di partecipazione
per un profondo cambiamento
dei “ragazzi” lucani. Tali Forum
rappresentano la prima vera forma
di contestualizzazione degli “av-
venimenti” giovanili. Le concrete
proposte poste in essere dai gio-
vani lucani non possono essere
vanificate da Patti di Stabilità o
Mannaie di bilancio, ingiustificate
sul piano politico. Abbiamo con-
statato che la partecipazione,
quella agognata da tanti
ragazzi, rappresenta un impegno
continuo e costante. Un impe-
gno che incide in maniera visibile
e palpabile, sulle coscienze morali
e civili dei futuri cittadini lucani, e,
soprattutto, allontana il disagio
giovanile. Tanti sono gli esempi,
basterebbe citare il GruppoAbele di don Ciotti con le sue ar-
ticolazioni territoriali, confermate
dalla grande manifestazione di LI-
BERA, tenuta a Potenza, il 19
marzo scorso. Sono associazioni
tra le più seriamente impegnate
che non amano i progetti a “forte
impatto dirigista”.Nei mesi scorsi
ci siamo spesi a riproporre tante
“istantanee” sul “pianeta giovani”
della Basilicata. Tutti siamo par-
zialmente ottimisti.Tutti vogliamo
scommettere ed investire sui gio-
vani e sulla rete dei Movimenti di
Volontariato e sui Forum. Que-
sta nuova percezione/visione del
contesto giovanile lucano ha indi-
viduato nella vera partecipazione
dei giovani una nuova latitudine
storico/sociale. Abbiamo com-
preso che la visione dinamica
degli avvenimenti è indispensabile
per coglierequanto sta accadendo
in Basilicata.
I ForumComunali prima e il lento
proliferare dei Movimenti giova-
nili ci convincono sempre più che
i diritti e la cittadinanzadei giovani
non possono essere imposti da un
desueto “cartello” partitocratico,
ma, da un sentirsi parte di una col-
lettività. Esserci e organizzare at-
tività di gruppo e di tempo libero,
stare bene insieme, portare avanti
progetti condivisi, con impegno e
molta volontà, senza scopo di
lucro, è uno dei seri obiettivi di
questi giovani che non avvertono
alcun disagio e sono tanto lontani
da Scampia e dall’eroina. Una
scelta e una “vera opzione poli-
tica” che parte dal “basso”. Non
può essere, infatti, un Consiglio
Comunale, un’indagine conosci-
tiva, Un Patto o un piccolo finan-
ziamento per un Piano delle
Politiche Giovanili, a dare seri ri-
scontri alle problematiche e alla
fragile condizione dei ragazzi lu-
cani, in particolare potentini.
“La società adulta” non può, in
alcun modo, continuare sul “vec-
chio adagio”, elaborando progetti
e proposte, sulla base delle
“sue”percezioni (vedi Regione ed
Azienda Sanitaria). Onestamente,
ci si è convinti che è meglio atti-
vare una rete, direttamente gestita
dai giovani, che continuare a rele-
garli in posizione di “oggettodi ri-
cerca”.Attivare una rete comporta
comunque un serio approfondi-
mento.Non a caso la retedeiMo-
vimenti potrebbe influenzare
comportamenti sociali e differenti
interpretazioni chepotranno a loro
volta generare nuovi profili giova-
nili. La rete può invertire l’attuale
tendenza, comune a tanti giovani
lucani, pronti a “emigrare” senza
indugi e senza tentennamenti. La
rete può generare comportamenti
sociali diversi, non definibili con i
soli paradigmi di ribellione, rumo-
rosa e violenta ma, da un som-
merso periferico, il più delle volte
annidato, nei luoghi del “diverti-
mento”e dello “sballo”,molto vi-
cini alle platealità “metropolitane”
e “cittadine”, ma, non per questo,
espressione di minore tensione e
inquietudine etica e culturale. La
rete dei Movimenti ha anche que-
sto “improbo” compito di supera-
mento della società
“dell’estraniazione”. Se i “poteri”
locali terranno i giovani , ancora
oggi, fuori dai cancelli istituzio-
nali, frustandoli nella loro voglia
di poter contare e decidere , il loro
comportamento non può che as-
sumere toni di disimpegno, nei
confronti dell’etica della parteci-
pazione, rifluendo, senza scampo,
sulle “spiagge dell’indisponibi-
lità”, del rifiuto e dell’emargina-
zione.
Questo “divorzio dalla realtà”crea
i presupposti del disagio giovanile
potentino. Per queste serie moti-
vazioni chiediamo agli Ammini-
stratori Locali di Potenza di non
esaurire l’annoso problema con
una discussione in Consiglio Co-
munale, ma, di “integrare” seria-
mente le giovani generazioni, con
vere aperture di credito politico.
Aperture di credito che ribaltino
definitivamente la attuale dina-
mica ricorrente di “semplice
ascolto”, costruendo insieme
anche attraverso i Movimenti gio-
vanili del Volontariato una cittadi-
nanza giovanile fuori dalla droga
e lontana da Scampia.
LA DROGA E IL DISAGIO GIOVANILE A POTENZA
<<No al buco>>: una scelta anche “politica”Diario di bordo di un fenomeno allarmante. Occorrono
interventi col coinvolgimento dei giovani
Nel Testo integrale
del “piano di rina-
scita
democratica”, della loggia
P2, sequestrato a
M. Grazia Gelli nel luglio
1982 si poteva leggere ,
quanto appresso stralciato:
PROGRAMMIPer programmi si intende lascelta, in scala di priorità,delle numerose operazioni informa di:a) azioni di comportamentopolitico ed economico;b) atti amministrativi (diGoverno);c) atti legislativi; necessaria ribaltare - in concomi-tanza con quelli descritti inmateria di procedimenti -l’attuale tendenza di sfasci-mento delle istituzione e, conessa, alla disottemperanzadella Costituzione i cui or-gani non funzionano più se-condo gli schemi originali.Si tratta, in sostanza, di “re-gistrare” - come nellastampa in tricromia - le fun-zioni di ciascuna istituzionee di ogni organo relativo inmodo che i rispettivi confinisiano esattamente delimitatie scompaiano le attuali aree
di sovrapposizione da cuiderivano confusione e inde-bolimento dello Stato.A titolo di esempio, si consi-derano due fenomeni:1) lo spostamento dei centridi potere reale dal Parla-mento ai sindacati e dal Go-verno ai padronatimultinazionali con i correla-tivi strumenti di azione fi-nanziaria. Sarebberosufficienti una buona leggesulla programmazione cherivitalizzi il CNEL e unanuova struttura dei Ministeriaccompagnate da normeamministrative moderne perrestituire ai naturali deten-tori il potere oggi perduti;2) l’involuzione subita dallascuola negli ultimi 10 anniquale risultante di una giu-sta politica di ampliamentodell’area di istruzione pub-blica, non accompagnataperò dalla predisposizionedi corpi docenti adeguati epreparati nonche’ dalla pro-grammazione dei fabbisogniin tema di occupazione.Ne e’ conseguente una fortee pericolosa disoccupazioneintellettuale - con gravi de-ficenze invece nei settori tec-nici nonche’ la tendenza a
individuare nel titolo di stu-dio il diritto al posto di la-voro. Discende ancora datale stato di fatto la spintaall’egualitarismo assolto(contro la Costituzione chevuole tutelare il diritto allostudio superiore per i piu’meritevoli) e, con la delu-sione del non inserimento, ilrifugio nella apatia delladroga oppure nell’ideologiadell’eversione anche ar-mata. Il rimedio consiste:nel chiudere il rubinetto delpreteso automatismo: titolodi studio - posto di lavoro;nel predisporre strutture do-centi valide; nel program-mare, insieme al fenomenoeconomico, anche il relativofabbisogno umano; infinenel restaurare il principiomeritocratico imposto dallaCostituzione.
Sotto molti profili, la defini-zione dei programmi interse-cherà temi e notazioni giàcontenute nel recente Mes-saggio del Presidente dellaRepubblica - indubbiamentenotevole - quale diagnosidella situazione del Paese,tenendo, pero’, ad indicareterapie più che a formulare
nuove analisi.Detti programmi possonoessere esecutivi - occor-rendo - con normativa d’ur-genza (decreti legge).a) Emergenza a breve ter-mine . Il programma urgentecomprende, al pari deglialtri provvedimenti istituzio-nali (rivolti cioè a “regi-strare” le istituzioni) eprovvedimenti di indole eco-nomico-sociale.a1) Ordinamento giudizia-rio: le modifiche più urgentiinvestono:- la responsabilità civile (percolpa) dei magistrati;- il divieto di nomina sullastampa i magistrati comun-que investiti di procedimentigiudiziari;- la normativa per l’accessoin carriera (esami psicoatti-tudinali preliminari);- la modifica delle norme intema di facoltà libertà prov-visoria in presenza dei reatidi eversione - anche tentata- nei confronti dello Stato edella Costituzione, nonchédi violazione delle normesull’ordine pubblico, di ra-pina a mano armata, di se-questro di persona e diviolenza in generale.
a2) Ordinamento del Go-verno1 - legge sulla Presidenzadel Consiglio e sui Minister(Cost. art. 95) per determi-nare competenze e numero(ridotto, con eliminazione oquasi dei Sottosegretari);2 - legge sulla programma-zione globale (Cost. art. 41)incentrata su un Ministerodell’economia che inglobale attuali strutture di incen-tivazione (Cassa Mezz. -PPSS -Mediocredito Indu-stria - Agricoltura), sulCNEL rivitalizzato qualepunto d’incontro delleforzesociali e sindacali, impren-ditoriali e culturali e su pro-cedure d’incontro con ilParlamento e le Regioni;3 - riforma dell’amministra-zione (Cost. artt. 28 -97 -98) fondato sulla teoriadell’atto pubblico non am-ministrativo, sulla netta se-parazione dellaresponsabiltà politica daquella amministrativa chediviene personale (istitu-zione dei Segretari Generalidi Ministero) e sulla sostitu-zione del principio del silen-zio-rifiuto con quello delsilenzio-consenso;
4 - definizione della riservadi legge nei limiti voluti e ri-chiesti espressamente dallaCostituzione e individua-zione delle aree di norma-tiva secondaria(regolamentare) in ispecie diquelle regionali che deb-bono essere obbligatoria-mente limitate nell’ambitodelle leggi cornice.a3) Ordinamento del Parla-mento1) ripartizione di fatto, dicompetenze fra le due Ca-mere (funzione politica allaCD e funzione economica alSR);2) modifica (già in corso)dei rispettivi Regolamentiper ridare forza al principiodel rapporto (Cost. art. 64)fra maggioranza-Governoda un lato, e opposizione,dall’altro, in luogo della at-tuale tendenza assembleari-stica;3) adozione del principiodelle sessioni temporali infunzione di esecuzione delprogramma governativo.(continua sul prossimo nu-mero)
23sabato 4 giugno 2011
La storia della P2 – 3a parte
sabato 4 giugno 201125
Il pallone ha fatto boom. E’ ac-
caduto ancora ed ogni volta è
sempre come la prima volta:
scioccante, assurdo, devastante.
La credibilità di questa disci-
plina è andata nuovamente in
frantumi. C’è ancora tanta gente
per bene che ha fatto suoi i prin-
cipi base di ogni disciplina spor-
tiva, recepiti nell’articolo 1
(Codice Giustizia Sportiva) che
richiama al fondamento della
lealtà sportiva. Il mondo sta
cambiando e pure velocemente.
Nelle pieghe del mondo consu-
mistico e dell’Economia, tro-
vano terreno fertile le nuove
forme di criminalità che mie-
tono proseliti e che prendono di
mira il calcio. Il pianeta della pe-
data richiama folle ovunque ed
è in grado di far ruotare interessi
più disparati. Le calamità che
hanno ciclicamente colpito il
calcio, dagli anni ottanta, sono
devastanti come un terremoto
del decimo grado. Il calcio
scommesse ha prodotto dei
cloni sempre più evoluti che,
approfittando di un assopimento
generale e di una forma larga di
tolleranza, da parte dell’opi-
nione pubblica, hanno sconfi-
nato nel crimine, debordando.
Anche Potenza sportiva e il Po-
tenza calcio hanno pagato
dazio, per questo fenomeno de-
precabile. Nel diritto sportivo
vige la responsabilità oggettiva
(art. 2, comma 4, Codice Giu-
stizia Sportiva), principio sem-
pre richiamato dalla giustizia
sportiva, che serve a garantire
una certezza della pena con san-
zioni spesso sommarie ma certe
poiché applicabili in tempi
brevi. A differenza di quanto ac-
cade nei procedimenti della giu-
stizia ordinaria, nei quali vi è
una macchinosa lentezza ed un
garantistismo delle parti che ne
prolunga i tempi. Il calcialingo
lucano non sa se ridere o pian-
gere. Ha il televisore a tutto vo-
lume che spara le notizie di tutti
i tg nazionali sul nuovo scan-
dalo che sta macchiando il cal-
cio. La finestra su viale Marconi
rimanda gli echi del notiziario in
un Viviani deserto. Il silenzio
rimbalza da una curva all’altra e
lascia il posto alla desolazione
di una potentinità smarrita nel
nulla. In un contesto simile è fa-
cile, per il recluso del calcio, la-
sciarsi andare ad un’espressione
quasi scontata: “Abbiamo già
dato”! Il nuovo misfatto calci-
stico ha investito la serie B e la
Lega Pro. E’ presto per trarre
delle conclusioni, anche se a
sentire gli inquirenti pare che ci
siano pesanti compromissioni,
di calciatori e società, sull’esito
di alcune gare dei relativi cam-
pionati.
Possibile, allora, che sia stato
tutto falsato? E questo catacli-
sma calcistico giunge alla vigilia
della riforma dei campionati,
proprio di quei tornei inferiori
(Lega Pro) che vedono spesso
le formazioni partecipanti arran-
care nel portare a termine la sta-
gione e, spesso, patire forti
penalizzazioni e sanzioni per ir-
regolarità amministrative. Il pal-
lone sta implodendo. E’ il caso
che ci si interroghi tutti perché,
di questo passo il giocattolo ri-
schia di rompersi irreparabil-
mente.
Fiori d’arancio e belle speranzeper capitan Pietrafesa
Il calciatore del Controsenso analizza la passata
stagione e fa progetti per il futuro
Potenza, abbiamo già dato
di Giusy Trillo
Dimenticati l’odore e il
tocco dell’erbetta, nel-
l’Usd Controsenso ora
è tempo di profumo di fiori
d’arancio. Eh già, perché il ca-
pitano della neopromossa po-
tentina si prepara a convolare a
nozze ma, nonostante il gran da
farsi, riesce a trovare qualche
minuto per salutare quella che
anche lui definisce “un’ottimaannata”. Massimo Pietrafesa,
classe ‘81. Centrocampista.
Prima di vestire la maglia ros-
soblu, vince gli ultimi due cam-
pionati in Promozione con il
Tolve (2008/2009) e in Prima
Categoria con il Cancellara
(2009/2010). Vanta esperienze
in Eccellenza con il Brienza
(2006/2007) e con il Muro Lu-
cano (2007/2008) e, solo un
anno fa, decide di sposare il
progetto di una società nascente
apprezzandone, in particolare,
la volontà di far crescere il mo-
vimento del pallone potentino,
scegliendo di puntare su gioca-
tori della città. Ciò che è acca-
duto dopo quel ‘sì’ è ormai
storia e lui la legge così. “Èstata davvero un’ottima an-nata. Tutti hanno lottato per ipropri compagni. Non sonomancati i momenti di tensione,anche nello spogliatoio, ma in-sieme siamo diventati ungruppo sempre capace di supe-rare le avversità e di scendere
in campo per il bene dellasquadra”. E la squadra, infatti,
in campo non è mai mancata,
fatta eccezione per un primo
assaggio di campionato poco
convincente. Qui la spiega-
zione. “La difficoltà più grandedi questa stagione è stata sicu-ramente affrontare i primi mesidi gioco. Ci conoscevamo tutti,fuori dal campo. Siamo cre-sciuti insieme”. Ma riuscire a
sincronizzarsi sul terreno di
gioco è tutta un’altra storia. “Inuna squadra creata dal nullahai bisogno di tempo per am-bientarti, in particolare in unacategoria in cui spesso gli av-versari pensano poco a giocaree molto a mirare le gambe. Iostesso avrei potuto fare molto dipiù”. E in Promozione, quale
potrebbe essere l’ostacolo più
grande da superare? Lo chie-
diamo al capitano, che do-
vrebbe conoscere meglio degli
altri i suoi uomini, e al gioca-
tore che in Promozione ha
vinto tre campionati (Abriola -
2004/05, Basilicata - 2007/08,
Tolve - 2008/09). “Dipenderàtutto da noi, dalla capacità cheavremo di trovare il giustomeccanismo con i nuovi inne-sti, ma credo che non ci sa-ranno grandi difficoltà. Giàquest’anno abbiamo cercato digiocare a calcio, saremo age-volati”. Basterà questo per ripe-
tere il bellissimo risultato
siglato nella stagione appena
conclusa? “Solo una buonaprogrammazione e tre quattroinnesti di spessore tra gli underpotranno garantirci la possibi-lità di ben figurare, soprattuttoin una piazza come Potenza”,
dove tutti adesso si aspettano
un bis. E Massimo Pietrafesa ci
sarà, per tentare la scalata nella
Promozione? “Progetti calci-stici non ne ho, sono un po’ in-daffarato -comprendiamo-.Ovviamente mi piacerebbemolto rimanere ma ci sonodelle situazioni da verificare,situazioni a cui sicuramente sipotrà trovare una soluzione. Lasperanza è comunque quella divedere confermato tutto ilgruppo e di accogliere quei ri-tocchi necessari per disputareun altro buonissimo campio-nato”. Insomma, ancora tutto
da definire. I nostri auguri ai
promessi sposi, invece, sono
già scritti!
Precisazione su Mister Ro-
mano e gli arbitri. Le parole
spese dall’allenatore dell’Usd
Controsenso nel numero della
scorsa settimana non si riferi-
vano a tutta la classe arbitrale,
ma esclusivamente al direttore
di gara Paolo Carretta.
sabato 4 giugno 201126
Si è concluso il 1° torneo four
soccer “donasangue” orga-
nizzato dalla Fidas Potenza.
A salire sul gradino più alto del
podio per la gara di calcio disputata
è stata la squadra Fidas Brienza, ma
nel gradino della solidarietà tutti i
partecipanti hanno meritato il plauso
e la disponibilità perché oltre all’im-
pegno sportivo, quasi tutti si sono
resi disponibili per la donazione di
sangue o per la pre-donazione.
Avvincente la gara finale tra Fidas
Brienza, risultata prima classificata,
e “I Disperati” del Rione Chian-
chetta di Potenza.
“A prescindere dal risultato spor-tivo”, ha commentato Rosario Sa-
garia, coordinatore del gruppo Fidas
Giovani Potenza, “il nostro obbiet-
tivo era quello di promuovere, sen-sibilizzare e fare coesione sociale at-traverso lo sport tra quanti godonodi buona salute e possono compiere
il gesto della donazione. Una ma-nifestazione andata oltre le nostreaspettative per partecipazione e pre-senza”.
Tra i partecipanti si sono registrate
40 intenzioni di donazione, di cui 25
si sono trasformate in donazioni di
sangue intero.
Particolarmente fattiva la collabora-
zione di Don Franco Corbo e dei
suoi parrocchiani della Chiesa
Sant’Anna che si sono prodigati
nella fase organizzativa e nello svol-
gimento del torneo. Anche il
Gruppo Lucano di Protezione Civile
di Potenza, con spirito di collabora-
zione tra associazioni di volontariato
ha garantito presenza, collabora-
zione e assistenza durante lo svolgi-
mento delle gare oltre ad avere una
propria squadra iscritta. Soddisfa-
zione per la riuscita dell’evento è
stata espressa anche dal presidente
Fidas Potenza Professor Salvatore
Accardo che ha dichiarato: “Questeattività sono utili alla nostra Asso-ciazione perché ci consentono di ve-nire a contatto con la nostra Città e
di veicolare meglio il nostro messag-gio che vuole essere un invito ad es-sere solidali con quanti hannonecessità di terapia trasfusionale. Ciconsentono, inoltre, di organizzaremomenti di aggregazione e di sanodivertimento che accrescono la qua-lità della vita nei nostri quartieri. LaFidas Potenza ringrazia quantihanno assicurato impegno e parte-cipazione per questa e per tutte leiniziative che si stanno attuando sulterritorio, ma ringrazia soprattuttoquanti con il loro dono consentonodi continuare a vivere e sorriderealla vita ai bisognosi di terapia tra-sfusionale”.
Si è chiusa con un buon nu-
mero di visitatori nei giorni
28 e 29 maggio 2011, nei padi-
glioni dell’Ente Fiera in Gravina
in Puglia (Ba), la 8° Mostra
Scambio – Auto Moto Ri-
cambi & Oggetti del Pas-
sato. Una delle più importanti
rassegne di auto, moto, cicli, ac-
cessori e ricambi d’epoca del-
l’Italia meridionale, divenuta
riferimento per gli appassionati
del settore che ogni anno affol-
lano gli spazi espositivi, orga-
nizzata da sempre dalla locale
associazione Rombo Arcaico,
club federato ASI.
Quest’anno in contemporanea
si è svolta inoltre la 1° Edizione
di Motori in Fiera, rassegna
dedicata allo spettacolo, alla cul-
tura, al tempo libero e al mondo
del motorismo moderno. E’ in-
tenzione dei promotori e orga-
nizzatori per il prossimo
futuro continuare a costruire un
evento importante e duraturo
nel tempo che potrà confrontarsi
con analoghe realtà del centro
Italia. La Mostra sarà strutturata
come segue:
· 10.000 mq coperti destinati
alla ricambistica
· 5.000 mq coperti destinati al-
l’esposizione di autoveicoli e
motoveicoli
· 20.000 mq esterni suddivisi in
settori, precisamente per
vendo/compro veicoli di privati,
ricambistica minore e piazzale
per esibizione e promozione
· 10.000 mq di ampio parcheg-
gio riservato
· Area bar e ristorazione
Per gli appassionati ci sarà la
possibilità di trovare molteplici
opportunità e scoprire ogni tipo
di ricambio e accessorio, pre-
zioso per completare il restauro
del proprio veicolo d’epoca,
oltre a scoprire le novità presen-
tate dai concessionari di auto e
moto. I visitatori potranno tra-
scorrere un intero fine settimana
all’insegna dello svago, della
curiosità e della buona cucina,
in una città riccadi storia e cul-
tura.
Sarà realizzata una mostra te-
matica di auto e moto, apparte-
nenti a case costruttrici italiane,
che racconteranno la storia dei
nostri decenni passati, partico-
larmente dedicata ai giovani,
che a questa realtà si avvicinano
sempre più numerosi.
La Mostra è stata strutturata
con 10.000 mq coperti destinati
alla ricambistica; 5.000 mq co-
perti destinati all’esposizione di
autoveicoli e motoveicoli;
20.000 mq esterni suddivisi in
settori, precisamente per
vendo/compro veicoli di privati,
ricambistica minore e piazzale
per esibizione e promozione;
10.000 mq di ampio parcheggio
riservato con area bar e ristora-
zione.Per gli appassionati c’è
stata la possibilità di trovare
molteplici opportunità e sco-
prire ogni tipo di ricambio e ac-
cessorio, prezioso per
completare il restauro del pro-
prio veicolo d’epoca, oltre a
scoprire le novità presentate dai
concessionari di auto e moto. I
visitatori hanno potuto trascor-
rere un intero fine settimana al-
l’insegna dello svago, della
curiosità e della buona cucina,
in una città ricca di storia e cul-
tura.E’ stata realizzata una mo-
stra tematica di auto e moto,
appartenenti a case costruttrici
italiane, che racconteranno la
storia dei nostri decenni passati,
particolarmente dedicata ai gio-
vani, che a questa realtà si avvi-
cinano sempre più
numerosi.Molta affluenza nel
piazzale esterno con protagoni-
sti gli eventi e gli intrattenimenti,
con speaker Antonio Petrino
dell’Agenzia Lucania Network
e l’esibizione spettacolare del
trial team lucano di Lagonegro
con in evidenza i bravi motoci-
clisti esibitisi Flavio Maimone,
Raffaele D’Angelo e Christian
Fortunato, mentre nella seconda
giornata alto gradimento con il
suggestivo e accattivante sexy
car wash con gadget omaggio
per tutti.
Con preghiera di cortese diff
usione e divulgazione.
Grazie e cordiali saluti.
Antonio Petrino
Calcio e solidarietàConcluso il 1° torneo Four Soccer “donasangue” della Fidas Potenza
Grande successo per la 8° Mostra scambio auto moto
la squadra vincitrice, Fidas Brienza
27sabato 4 giugno 2011
B1 maschile - Semifinale PlayOff: la Medical dice addio al
sogno A2
B2 – La Corporelle festeggia il suo sognoFesta nella palestra Sinisgalli di Potenza per la promozione delle atlete lucane
Grande festa venerdì sera
per la promozione della
Corporelle Potenza Volley in
B2. La squadra del presidente
Rocco Fieno ha voluto così
salutare in bellezza il campio-
nato 2010/2011 prima di met-
tersi al lavoro in vista di una
nuova stagione che si prean-
nuncia avvincente. Tanti, tan-
tissimi i sostenitori della
formazione potentina che si
sono ritrovati nella palestra
Sinisgalli di Potenza per ap-
plaudire ancora una volta le
loro beniamine e un sogno di-
ventato realtà.
Ma numerosi erano anche gli
atleti del settore giovanile e
del minivolley, accompagnati
da genitori e fratelli per vivere
insieme una serata all’insegna
dello sport e del divertimento
per tutta la famiglia. Grandi e
piccini si sono quindi cimen-
tati in gare e giochi di abilità
accompagnati da tanta buona
musica per poi gustare un de-
lizioso buffet.
Ma prima le parole del presi-
dente Fieno hanno ricostruito
in sintesi questi mesi indimen-
ticabili:
“Nel darvi il benvenuto - ha
detto – mi preme ringraziarvi
per il vostro sostegno e per
l’affetto che non sono mai
mancati in questa stagione.
Stasera abbiamo davvero
tanto da festeggiare: una squa-
dra che ha dominato il cam-
pionato e che lo ha stravinto
senza mai perdere una gara;
una promozione tanto attesa e
che ci porta ora a misurarci
con nuove sfide; una società,
la Alcide De Gasperi Volley
che in pochi anni ha davvero
raccolto intorno a sé grandi
consensi”.
Il presidente ha poi ringraziato
ancora una volta tutti i vertici
societari, coach Davide Claps,
tutto lo staff tecnico, il main
sponsor Centre Corporelle, la
Tua Assicurazioni e gli altri
sponsor che anche il prossimo
anno certamente saranno vi-
cini al club potentino.
“Mi preme infine ricordare il
nostro impegno quotidiano -
ha aggiunto – nel creare in-
sieme ad atleti e genitori un
ambiente sano in cui crescere
non solo come atleti. Le no-
stre scelte sono sempre con-
cordate con le famiglie che
sono parte integrante di que-
sto grande progetto che
stiamo costruendo insieme. E’
questa la strada che continue-
remo a seguire anche in fu-
turo”. Poi una pioggia di
applausi ha attraversato il pa-
lazzetto a conclusione di una
festa davvero ben riuscita.
Chico a Misano in cerca del riscatto
Questa sera prima ed unica notturna del campionato
Questo weekend il lucano
Vito Chico Postiglione tor-
nerà a bordo della sua Porsche
997 GT3 Cup sull’autodromo
internazionale di Misano Adria-
tico nel campionato italiano Por-
sche Carrera Cup. Si
disputeranno il 5° e 6° round del
monomarca tedesco che vede il
veloce driver potentino secondo
in classifica assoluta dietro al
campione in carica Alessandro
Balzan. Dopo il mezzo disastro
di Franciacorta il team Petri ha
una gran voglia di rimettersi in
carreggiata per il campionato e
cosi anche Postiglione che ha di-
chiarato poco prima della par-
tenza per Misano: “Il week-end
di Franciacorta era iniziato nel
migliore dei modi con la pole
position che mi aveva regalato i
2 punti necessari per esser primo
in campionato, ma le incerte
condizioni meteo di gara 1
hanno reso la mia macchina in-
guidabile e sono finito 11 racco-
gliendo zero punti, uno zero che
pesa come un macigno, in gara
2 la sfortuna mi ha reso le cose
ancora più amare perché dal-
l’undicesimo posto in griglia ero
riuscito a recuperare fino al
quarto posto e proprio mentre
ero all’attacco della terza posi-
zione mi sono girato in testacoda
finendo sul liquido di una mac-
china che mi precedeva. L’ama-
rezza è stata tanta ma già da
Misano sarò concentrato e
pronto alla battaglia agonistica
per recuperare il terreno perso.”
A Misano andrà di scena la
prima ed unica gara in notturna
dell’intero campionato, infatti
questa sera alle 21,50 ci sarà lo
start di Gara 1 con l’illumina-
zione artificiale e sarà un gran-
dissimo spettacolo certamente
molto suggestivo. Nel pomerig-
gio ci saranno le prove ufficiali
alle 14,30 e gara 1. La copertura
televisiva è sempre garantita su
più fronti che sono i seguenti:
gara 1 scatterà alle 21,50 di sa-
bato e gara 2 invece sarà dispu-
tata domenica alle 15,20 en-
trambe le gare saranno trasmesse
in diretta tv da Class News (Ca-
nale 27 del Digitale Terrestre) e
su Class Life (Canale 507 Sky),
la diretta streaming live sul sito
www.carreracupitalia.it.
Si infrange in gara 3 il
sogno della Medical
Center Potenza di
proseguire il suo cammino
verso la finale play off per la
promozione in serie A2. E fi-
nisce con una sconfitta su-
bita in terra veneta ad opera
dei padroni di casa della
Golden Game Bassano del
Grappa. Dopo una gara 2
giocata ai massimi livelli in
quel di Potenza, la Medical
Center si è trovata di fronte
un avversario che non ti
aspetti e che, senza mezzi
termini, ha fatto il suo gioco
in modo impeccabile otte-
nendo il lascia
passare per l’am-
bita finale. Mister
Draganov e mister
De Palma hanno
potuto disporre di
tutto l’organico
ma ad avere ra-
gione è stato l’al-
lenatore veneto.
La Virtus, di con-
tro, non si è resa
mai troppo perico-
losa se non sul finale di se-
condo set quando, sospinta
dal solito “aceman” Gribov,
è riuscita a recuperare uno
svantaggio notevole facendo
venire così i brividi ai nume-
rosi sostenitori locali. La ri-
monta, tuttavia si è poi
vanifica a causa di due errori
degli stessi rossoblù che
hanno permesso così al Bas-
sano di prendersi anche il se-
condo set. Il resto della gara
vede una predominanza dei
giallorossi e un Potenza
forse troppo rinunciatario.
Bassano mura l’impossibile
e gli attacchi dei cecchini lu-
cani non riescono a produrre
i frutti sperati. E dunque, sul
25-17, non c’è più nulla da
fare. A parte la cronaca di
una gara su cui poco altro
può essere speso, la stagione
agonistica disputata da 13
splendidi atleti non può es-
sere certo oscurata da questo
finale. La pallavolo lucana
può solo ringraziare e ap-
plaudire questa squadra e
quanti hanno lavorato per
rendere possibile tutto que-
sto. Onore agli atleti, onore
al loro mister e onore ad una
società che ha sempre cre-
duto nei suoi ragazzi e ha
permesso alla città di Po-
tenza di essere stata parte-
cipe di un risultato ad oggi
mai ottenuto. E così… Il
sogno si infrange ma il tra-
guardo raggiunto non può
che riempire di gioia ed es-
sere vanto per Potenza tutta.
Un grazie particolare va agli
atleti che hanno permesso di
vivere questo sogno fino
all’ultimo pallone in campo
e che sono già entrati nella
storia della pallavolo ma-
schile locale.
di Sandrino Caffaro
L’associazione sportiva di-
lettantistica Dinamika fit-
ness club di Muro Lucano si è
aperta ufficialmente alle arti
marziali e sport da comabtti-
mento con un bellissimo stage
per le varie specialità. Allo start
di partenza oltre agli atleti ha
partecipato anche un folto pub-
blico, a testimonianza dell’inte-
resse suscitato dalla
manifestazione. A dare il via alla
kermesse è toccato al maesrto
Bartolo Telesca presentando il
suo kungfu con i vari stili e per
circa 20 minuti si e’ esibito in-
sieme agli allievi presenti cer-
cando la perfezione nei
movimenti, a seguire il karate
con i maestri Lucio Verrasto e
Marco Cirenza che, coadiuvati
dai loro atleti, hanno illustrato
tecniche di kata dello stile sho-
tokan, mentre il maesto Cirenza
ha mostrato altresì il kempo de-
scrivendone bene le varie ana-
logie con il kungfu, per poi
passare sulla difesa personale si-
mulando situazioni di vita reale,
impegnando nella esibizione al-
cuni dei suoi migliori allievi
(Francesco Cianci, Pietro Lo
Sasso,Tomas Lo Sasso, i fratelli
Pierluigi e Andrea Castaldo ed
infine Antonio Turi). Infine
l’esibizione della kick-boxing
tutta al femminile dell’istruttrice
Laura Fasano, che ha eviden-
ziato l’utilizzo tecnico degli arti
superiori ed inferiori coinvol-
gendo i partecipanti con meto-
dologie di facile acquisizione e
grande efficacia. Il presidente
del sodalizio sportivo murese
sig.ra Vita Naturale, dopo aver
ringraziato tutti i partecipanti ha
ufficialmente aperto le basi alla
prossima edizione.
Muro Lucano e le arti marzialiStage tecnico di sport da combattimento
di Lucia Stefania Manco
Il 20 maggio presso l’Asso-ciazione dei Lucani a Romasi è svolto il convegno «Mo-
tori culturali in Basilicata: il Cir-colo La Scaletta». Arappresentare il Circolo culturaledi Matera - fondato nel 1959 edinsignito nel 1967 del Diplomaper Benemeriti della Scuola,della Cultura e dell’Arte, confer-mato dal presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolitano, inoccasione del cinquantenariodella sua nascita - il Past Presi-dent e socio fondatore MicheleDe Ruggieri e il socio fondatoreRaffaello De Ruggieri. Insiemea questi ultimi è intervenuto ilpresidente del Consiglio Regio-nale della Basilicata, VincenzoFolino. «La Scaletta», come haricordato Michele De Ruggieri,nacque dalla volontà di ungruppo di giovani liceali e uni-versitari di dedicarsi alla ricercae valorizzazione delle risorseculturali, economiche e monu-mentali del proprio territorio, ab-
bandonato, dimenticato, non co-nosciuto e invece ricco di grandipotenzialità. «Abbiamo avutouna grande fortuna nella nostracittà -ha detto Michele De Rug-gieri riferendosi a quegli anni-perché non solo eravamo eredidi una storia millenaria, ma ave-vamo visto con i nostri occhi unastoria contemporanea forse ad-dirittura più interessante di quellaantica. Una storia che nascevadal libro denuncia di Carlo Levi,Cristo s’è fermato a Eboli, maanche da tutta una serie di attivitàculturali e politiche create da al-cuni personaggi, in primisAdriano Olivetti, in quello stra-ordinario momento storico che èstato il secondo dopoguerra».Nel corso del Convegno Raffa-ello De Ruggeri ha presentato at-traverso la proiezioned’immagini la storia di oltre cin-quant’anni di attività a serviziodella comunità materana, e nonsolo, da parte de «La Scaletta».Sono stati passati in rassegna gliinterventi degli anni Sessanta,dalla pubblicazione del primo
volume sulla preistoria della cittàdi Matera alla scoperta della«Cappella sistina della civiltà ru-pestre» la cui recente ristruttura-zione in base ad un protocollod’intervento creato da «La Sca-letta» ha fatto della città lucana ilquarto polo nazionale del re-stauro, passando per l’organiz-zazione degli incontri sul pianoregionale di sviluppo stimolatida Manlio Rossi - Doria, RoccoMazzarone e Gabriele GaetaniD’Aragona (principali esponentidel Comitato per lo studio delleprospettive di sviluppo delle pro-vince lucane costituito nel 1961con un decreto dell’allora mini-stro dell’Industria Emilio Co-lombo). Con le immaginiriguardanti l’elaborazione dellalegge istitutiva del Parco archeo-logico storico e naturale dellechiese rupestri, la battaglia per ilrecupero dei Sassi, e, quella con-tro l’insediamento nel Metapon-tino - area a forte vocazioneagricola e industriale - di uno sta-bilimento petrolchimico per lafabbricazione di bioproteine, da
parte della Liquichimica, il sociofondatore ha affrontato le princi-pali vicende degli anni Settanta.Infine, De Ruggeri ha illustratole recenti iniziative de «La Sca-letta», il progetto della «Casa diOrtega» e quello del Musma(Museo della scultura contem-poranea), nato dal convinci-mento che i Sassi di Matera, inparte scolpiti nella roccia e inparte modellati dalla sapienzacostruttiva popolare, rappresen-tino un «sito straordinariamenteadatto ad ospitare esposizioni discultura». La parola è passata alPresidente del Consiglio Regio-nale della Basilicata. «La forzade La Scaletta -ha detto Folino-è consistita nel fatto di essere ani-mata dall’interesse sincero edagli sforzi di una parte dellacittà di Matera, soprattutto gio-vani, di occuparsi della propriaterra e delle sue problematiche.«I Sassi - ha aggiunto Folino -oggi patrimonio mondiale del-l’umanità, sono un vanto per laBasilicata, ma è necessario, con-tinuare a lavorare per rafforzare
il profilo di Matera come cittàdella cultura». Il presidente si èinoltre complimentato con l’As-sociazione dei Lucani a Roma -presieduta da Filippo Martino -per le iniziative promosse inquesti anni e per il recente coin-volgimento dei giovani. Il con-vegno è stato anche l’occasioneper presentare l’anteprima del-l’edizione 2011 de «Le GrandiMostre nei Sassi», la tradizionalemostra estiva che il Circolo cul-turale «La Scaletta» promuove eorganizza, in collaborazione conil Comune di Matera dal 1987, e
diventata ormai uno dei mag-giori appuntamenti mondiali diarte contemporanea. Per la suaventicinquesima edizione, lamostra (aperta da 18 giugno al 9ottobre) vedrà protagonista lascultura italiana con un’antolo-gica dedicata all’artista sicilianoFrancesco Somaini (1925-2005)e al suo rapporto con la città diMatera.
29sabato 4 giugno 2011
«La Scaletta» festeggia a Roma i suoi 50 anniPresenti i soci fondatori e il presidente del Consiglio
Regionale della Basilicata Vincenzo Folino
IL LIBRO“Lettere provinciali” di Giovanni Caserta
Nove racconti che rievocano fatti e personaggi della Matera di ieridi Rocco Zagaria
Giovanni Caserta, illustrestorico e critico lettera-
rio, è materano e sente moltointensamente la sua mater-nità, onde appena ha potutoliberarsi da impegni di altranatura, ha dato sfogo pienoe coinvolgente, col volume“Lettere provinciali” (Ed.Osanna, Venosa, febbraio2011), alla rappresentazionedei suoi legami con la terranatia e soprattutto colmondo degli umili, che inessa vivevano. I Sassi e lagente che vi ha vissuto sonoparte viva del mondo etico-affettivo dell’autore, che -credo - vi è nato ed ha par-tecipato alle sue tribolazioni.Il libro, che consta di noveracconti, rievoca vicende dipersonaggi rappresentatividella povertà dominante inMatera nel secolo scorso. Ilprimo racconto, il più lungoe significativo, ha come pro-tagonista Francesco, chedalla miseria è costretto ademigrare in Germania, ovepatisce grossi sacrifici divaria natura finché conosceuna giovane signora cui eglisi lega, conducendola anchea conoscere Matera. France-sco è il prototipo dell’emi-grante lucano intraprendentee fortunato. In ogni altro rac-conto, si rimarca un diversotipo umano del mondo degliumili, il padre ateo e tristepreferisce accompagnare lafamiglia la notte di Natalenella chiesa di San Rocco,situata tra il carcere e l’ospe-dale; Biagino, la cui sorte,fatta di stenti e miserie, siconclude tragicamente colsuicidio; Il soldato che dopo
l’armistizio dell’8 settembre1943, nell’ansia di raggiun-gere la sua famiglia affrontamille peripezie, compresal’esperienza delle ferocie na-zifasciste. Roccuccio Pian-cazzo, pastore poisindacalista sfortunato, in-fine emigrato in Argentina:La figura austera di unnonno capace di acquistareun modesto terreno che lo faelevare al titolo di “patron”.Samuele, ragazzo mendi-cante, poi operaio volente-roso, destinato a morteprematura per un male ine-sorabile mezzo secolo fa,Bellisario, morto nella cam-pagna militare di Grecia nel1940; Suora Angelica, mira-bile allevatrice delle soffe-renze dei soldati feriti inguerra. La rievocazione, in-fine, di un padre meritevoledi un monumento “di parolee di carta”. Tutti questi per-sonaggi “sono veri anchequando sono inventati”, dicel’autore in una breve notainiziale, alquanto enigmati-camente: Io credo che inomi sono inventati ma ifatti narrati sono tratti daesperienze direttamente ac-quisite oppure apprese daparenti ed amici. I raccontisono rivelatori di autenticopathos, esprimono un’intimapartecipazione dolente edaffettuosa dell’autore. Nelrisvolto del libro si dice cheGiovanni Caserta abbiaavuto come modelli, Ales-sandro Manzoni, GiovanniVerga, Cesare Pavese eGiorgio Bassani. Non lonego. Ma ciò che differenziaGiovanni Caserta, è che isuoi personaggi, pur connomi fittizi, sono realmente
di sua conoscenza diretta eindiretta e ne ha condivisoqualche sofferenza. Mal’amore profondo di Gio-vanni Caserta per Matera fasi che trovi modo di tratteg-giare la storia della sua città,a cominciare dalla costru-zione delle chiese rupestri adopera dei monaci bizantini.Bob si manca di revocarel’era fascista, compresa lavisita di Mussolini, con toc-chi caricaturali in quantomessa in bocca ad un gio-vane sprovveduto. La rivoltadel 21 settembre 1943 è re-vocata brevemente, con as-soluta correttezza storica;con mirabile sensibilitàumana si ricorda la tragediadegli oltre 500 viaggiatorimorti nella galleria di Cam-pomaggiore nel 1944; eranoin maggioranza poveri na-poletani che venivano in Ba-silicata per cercare diraccattare masserizie persfamare i propri familiari.Peraltro, Caserta non esita acitare i Propri “nobili” mate-rani che possedevano granparte dell’agro di Matera in-dicendo la massa dei conta-dini ad una vita di stenti nonsempre sufficienti a sfa-marli. Caserta fa rivivereicasticamente le vicende ditanti umili materni con unaprosa fornitamente distac-cata ed ariosa, ma qua e là ri-vela emozioni (talvoltailluminate da pennellatepoetiche) che si trasmettanonel lettore, specie se questiha vissuto qualche espe-rienza rievocata. Certo, granparte dei fatti narrati riguar-dano i materni, ma certe tra-dizioni e certi costumi cui siaccenna valgono anche per
la gente umile dei paesi vi-cini. Anche in Salandra, ades., tante madri minute e in-telligenti parteggiavano peri figli desiderosi di attivitàdiverse da quelle agricole; ipadri erano austeri e se riu-scivano ad acquistare purmodesti terreni ottenevanol’appellativo di patron (miopadre fu uno di essi, e fuanche cavaliere di VittorioVeneto), non mancavano dioffrire doni, sia pure mode-stissimi, ai mendicanti, inoccasione delle grandi festereligiose chi è anziano nonpuò non nutrire accorateemozioni durante la lettura.Perciò raccomando agli an-ziani, materani e non, la let-tura meditata del libro, ma laconsiglio anche ai giovani,che forse ben poco sannodella vita di sacrifici dei loroantenati, ma apprendendolaacquisteranno non solo co-noscenze preziose ma ancheelementi e fattori di matura-zione etico-sociale.
Basilicata Music Net,
è ora di salire
sul palcoLe 13 neo-band si esibiranno a luglio durante il Festival BMN Domani sabato
4 giugno, a partire dalle ore 16, l’Accademia Musicale Lucana di Potenza ospi-
terà l’ultimo appuntamento con i seminari Basilicata Music Net. Dopo aver studiato
le tecniche vocali (sabato 7 maggio), approfondito le tematiche relative al recording
(sabato 14 maggio) e all’editoria musicale (sabato 21 maggio) e dopo una lezione
sull’educazione all’ascolto (sabato 28 maggio), i 59 giovani musicisti lucani che
hanno intrapreso circa un mese fa il percorso formativo sono pronti a lasciarsi con-
durre nella dimensione live della musica. Renato Pezzano, Francesco Fabrizio e
Pierluigi delle Noci illustreranno tutti gli
aspetti da non sottovalutare nella prepara-
zione di un’esibizione dal vivo: dalla logi-
stica alla strumentazione, dai permessi e
autorizzazioni alla preparazione fino ad ar-
rivare sul palco. Sebbene non nuovi ai pal-
chi, anche le 18 band che hanno
partecipato alle selezioni Italia Wave Ba-
silicata 2011 potranno sedere tra gli auditori
del seminario, come già accaduto durante i primi quattro incontri. La fase formativa,
coordinata dall’Associazione Culturale Multietnica, è curata dalle quattro scuole
di musica coinvolte nel progetto: Accademia Musicale Lucana, Associazione Cul-
turale Electric Town e le scuole di musica L.e.a.l.i. e Tumbao. I partecipanti sono
stati selezionati attraverso un Avviso Pubblico del Comune di Potenza, capofila del
progetto Basilicata Music Net 2011. Le audizioni dei circa 100 candidati si sono
svolte tra marzo ed aprile davanti ad una commissione composta da docenti di mu-
sica ed esperti del settore. Parallelamente alla fase seminariale, il percorso prevede
la costituzione delle 13 band che debutteranno sul palco del BMN Festival in pro-
gramma a luglio a Potenza: a loro disposizione avranno un tutor e una sala prove
gratuita per preparare al meglio l’esibizione.
“Dopo un mese di appuntamenti, ora possiamo davvero dirci soddisfatti: tutti i ra-
gazzi che hanno seguito i seminari formativi hanno mostrato entusiasmo ed inte-
resse e per noi questo è un grande risultato - spiega Nico Ferri di Multietnica, che
aggiunge - altrettanto significativa è la nascita delle nuove formazioni musicali, ma
anche la rete di relazioni tra musicisti, operatori del settore, scuole di musica, festival
e associazioni che si è consolidata durante questo percorso”. L’Avviso Pubblico
Basilicata Music Net 2011 rientra tra le azioni del progetto Basilicata Music Net,
realizzato dal Comune di Potenza nell’ambito di “Giovani Energie in Comune”,
promosso dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri
e dall’Anci - Associazione Nazionale Comuni Italiani. Per maggiori informazioni
è possibile consultare il sito ufficiale del progetto
www.basilicatamusic.net; è possibile inoltre seguire indiretta tutte le
attività sulla pagina facebook Basilicata Music Net.
sabato 4 giugno 201130
di Michele Traficante
Non c’è che dire; negli ultimi
tempi si assiste ad una vera
e propria rivalutazione del
dialetto. E, in effetti, non sono pochi
i cultori, anche di un certo livello
culturale, di questa che è da sempre
considerata “la lingua madre” di
ogni comunità. E fioriscono nei vari
paesi le tante iniziative che tendono
ad una maggiore conoscenza, se non
proprio ad un uso, ma certamente
valorizzazione del vernacolo. Si
sprecano in tal senso i concorsi di
poesie, rappresentazioni teatrali in
vernacolo che riscuotono sempre
maggior successo di critica e di pub-
blico.
A Rionero in Vulture nei giorni
scorsi vi è stata la cerimonia di pre-
miazione della 3 ̂edizione del Pre-
mio regionale di poesia “ I dialetti
lucani”, con il patrocinio del Co-
mune di Rionero in Vulture – Asses-
sorato alla Cultura e della Provincia
di Potenza- Assessorato alla Cultura.
Si tratta di un’iniziativa lodevol-
mente portata avanti dall’Associa-
zione Culturale “Rivongro”, un
sodalizio di Rionero che, fra l’altro,
vanta un affiatato gruppo teatrale,
circa venti attori per hobby di com-
provata bravura, da anni è impe-
gnata nella valorizzazione del
dialetto rionerese. Presieduto dal di-
namico e versatile cultore del verna-
colo rionerese Gerardo Nardozza,
autore, fra l’altro, di alcune pregevoli
raccolte di poesie dialettali (“Quann’
s’ ric’… nger’ na vot’”, 2003,
“Timp’ e timp’”, 2005) e di apprez-
zati testi teatrali (“Timp’ passat”,
“Na vita sbagliat”, 2009 e recente-
mente “Ar’niur’ e Arn’uris”), di cui
è anche regista dalla consumata
esperienza, messi in scena con no-
tevole successo, la benemerita asso-
ciazione culturale si è fatta
promotrice dell’interessante Premio
di poesia ( e di racconti) in dialetto
non solo di Rionero ma dell’intera
ragione lucana. Il Premio è intitolato
al noto poeta dialettale rionerese
Carmine Cassese, autore, fra l’altro,
della raccolta di poesie “La rarica”,
deceduto alcuni anni fa, con un “me-
morial Città di Rionero” ed è giunto
alla 3 ̂edizione raccogliendo inte-
ressanti adesioni e numerosi parte-
cipanti da diversi paesi lucani.
Il Premio prevedeva le sezioni A (ri-
servata ai ragazzi delle medie infe-
riori e superiori) e B (riservata a tutti
i cittadini residenti e non in Basili-
cata). Quest’anno è stata inserita
anche la nuova sezione “I racconti
dei nonni” riservata agli alunni della
Suola elementare e media di Rio-
nero (in gruppo o singoli). Oltre 90 i
componimenti pervenuti da parte di
più di 45 partecipanti provenienti da
diversi paesi della Basilicata e anche
di lucani residenti in altre regioni ita-
liane (Rionero, Avigliano, Muro Lu-
cano, Melfi, Rapolla, Lavello,
Picerno, Brienza, Missanello, Ra-
pone, Castelluccio, Tursi, Ferran-
dina, Potenza, Vaglio di Basilicata,
Pisticci, Castelgrande, Rivelllo, Po-
marico, Grassano, Ruvo del Monte,
Miglionico, Anatrella (Fr), il concor-
rente è originario di Matera.
Certamente è stato arduo il compito
della giuria, formata da Donato
Martiello, Leo Vitale, Donato Di
Lucchio e Maria Antonietta
Chiappa, che ha dovuto procedere
ad una classifica, vista la bontà e la
validità dei lavori presentati. La
classe 5 ̂E della scuola elementare
di Rionero, coordinata dall’ins.
Maria Pia Trama, è stata la 1 ̂clas-
sificata della sez. “Racconti dei
nonni”, per aver raccolto una serie
di proverbi, detti e filastrocche e pre-
miata con una targa alla classe, men-
tre ad ogni alunno è andato un
diploma personalizzato. Michele
Terminio, della scuola elementare
“Michele Prezioso” di Rionero, con
il racconto “Lu cunt’ r’ lu adducc’”
è stato il 2° classificato e premiato
con targa e diploma personalizzato.
Questa la classifica del premio di
poesie della sez. A (ragazzi): 1° Enza
Veneziano di Rionero con la poesia
“E po’… (targa e diploma), 2°
Maria Lucia Lacertosa di Grassano
con la poesia “Chiov e chiov” (targa
e diploma), 3° Martina Lamorte di
Rionero in Vulture con la poesia “La
nev’ “ (targa e diploma), 4° Maria
Immacolata
Lisanti di Castelgrande con la poe-
sia”L’amor’ e l’amicizij”, 5° Gloria
Lagrotta di Castelluccio con la poe-
sia “La bella soccorsa”, 6° Antonio
Libutti di Rionero in Vulture con la
poesia “U’ timp’“, 7° ex aequo Mar-
gherita Scibelli di Rionero in Vulture
con la poesia “La fest’”, 7°ex aequo
Francesco Falcetto di Lavello con la
poesia “U carneval’ d’Lavidd’”, 9°
Carlo Giura De Loenardis di La-
vello con la poesia “La nonn’ d’i
pruverbij”, 10° Francesca Giordano
di Lavello con la poesia “La spranz’
d’timp’ passat’”.
Questa, invece la classifica della sez.
B (Adulti): 1° Margherita Mattia di
Vaglio di Basilicata con “L’an’m’
r’u fuullar” premiata con assegno di
300,00 euro offerto dal Comune e
diploma, 2° Adriano Cozza di
Brienza con “Crammatine” (asse-
gno di 200,00 euro offerto dal Co-
mune e diploma), 3° Nino Asquino
con “Tip’ nuv’” (assegno di 150,00
offerto dal Comune e diploma),
4°Anna Maria Manieri di Ferran-
dina con “Druozzole” (diploma e
targa), 5°Sergio Cappiello di Melfi
con “Grazie papà” (diploma e targa),
6° Maria Grazia Rapone di Rapolla
con “Chiov’” (diploma e targa), 7°
ex equo Isabella Lacertosa di Gras-
sano con “A vurrij ten’ a cas’ nnand’
a u cumment” (diploma e targa), 7°
ex aequo Donato Imbrenda di Avi-
gliano con “ Nu cuan’ sfurtunat’ “ (
diploma e targa), 9° Felice Silvano
di Picerno con “Tata” ( diploma
targa), 10° Giuseppe Bitonto di Fer-
randina con “Cerche la pace” ( di-
ploma e targa).
Il premio speciale “Memorial Car-
mine Cassese”, donato generosa-
mente dalla famiglia Cassese, è stato
assegnato ad Antonio Rocco Tozzi
di Rapone con la poesia “L’amici-
zij”, consistente in un’artistica coppa
e diploma consegnategli personal-
mente da Luigi Cassese, figlio del
compianto poeta dialettale rionerese
Carmine. A tutti i concorrenti non
premiati è stato consegnato un atte-
stato di partecipazione.
Nel corso della simpatica cerimonia
di premiazione, svoltasi presso l’au-
ditorium del Centro Sociale “Pa-
squale Sacco” con l’intervento del
sindaco di Rionero, Antonio Placido
che si è vivamente complimentato
con gli organizzatori del Premio,
brillantemente condotta dalla brava
Fortunata Libutti e allietata anche
dal Gruppo folk “A Nannarella” di
Rapone, i vincitori hanno decla-
mato, fra l’entusiasmo e gli applausi
del numeroso pubblico, fra cui il vi-
cesindaco Vito D’Angelo, le loro
composizioni. Molto applaudita la
lettura, meglio l’interpretazione, di
tre brevi poesie del poeta dialettale
Carmine Cassese da parte di Fer-
nando Ricci e Peppino Di Carlo
(“Rop’, Natal’ fridd’e fam’”), di Fi-
lomena Consiglio e Mariella Im-
briano (“Cumm’ hai fatt’ tu fazz’ ij”)
e di Grazia Placido e Fernando Ricci
(“Nun sciarram’ mai”).
Molto soddisfatto dell’ottima riu-
scita di questa 3 ̂edizione del Pre-
mio Gerardo Nardozza, il quale,
nel ringraziare le Istituzioni (Co-
mune, Provincia, dirigenti scola-
stici ed insegnanti) si è impegnato
a fare sempre meglio nel futuro
consapevole della valenza cultu-
rale del Premio regionale di poesia
“I dialetti lucani”.
Ad Antonio Rocco Tozzi il premio speciale“Carmine Cassese”
Assegnati i premi del concorso regionale “I dialetti lucani” dall’Ass. “Rivonigro”
Anche quest’anno si è rinnovato
il tradizionale appuntamento
con il Festival dell’Artigianato Lu-
cano, 23° edizione, indetto e orga-
nizzato dalla Confartigianato
Provincia di Potenza e curato dal-
l’Associazione Artigiani del Vul-
ture-Melfese con il patrocinio della
Camera di Commercio di Potenza,
inoltre con la collaborazione del-
l’A.N.A.P (gli artigiani pensionati),
e in contemporanea la 4° edizione
della Festa del Pensionato Artigiano.
La manifestazione, come del resto
nella passate edizioni 2009 e 2010,
si è tenuta come da tradizione nel
giorno della Festa della Repubblica,
giovedi 2 giugno,nella cornice della
sala ricevimenti dell’Hotel Risto-
rante “Novecento” di Melfi che, per
l’occasione ha proposto un pranzo
a base di tipicità lucane con sicuro
vivo gradimento dei numerosi ospiti
partecipanti, con buoni auspici dei
promotori e organizzatori, oltre alle
varie autorità invitate che come
sempre hanno partecipato al rituale
dell’evento. Un’edizione a dir la ve-
rità in sordina e sottotono, conside-
rata la prematura scomparsa di un
ex presidente e componente della
Confartigianato di Melfi, Gerardo
Mossucca, deceduto proprio nel-
l’immediata vigilia della manifesta-
zione. L’iniziativa si è aperta
proprio in memoriadello sfortunato
imprenditore, con un minuto di rac-
coglimento e il ricordo doveroso e
di rispetto del coordinatore del-
l’evento Vincenzo Morra e del Di-
rettore Provinciale Confartigianato
di Potenza, Antonio Gerardi.
Come da prassi e programma,dopo
una visita ai monumenti e
testimonianze storiche
più importanti della citta-
dina normanna, ès
eguitoun incontro con gli
artigiani coordinato da
Antonio Gerardi (Segre-
tario Provinciale Confar-
tigianato), con i saluti di
Vincenzo Soriano (Presi-
dente della Confartigia-
nato di Melfi), di Luigi
Amarena (vice Presidente
Provinciale Confartigianato) e dello
stesso Morra (Presidente Provin-
ciale A.N.A P.) cheha relazionato in
merito a ‘l’attività dell’Associazione
Pensionati’. Nel corso
del pomeriggio spazio
al cerimoniale di conse-
gna riconoscimenti, cita-
zioni e attestazioni di
merito a diversi addetti ai
lavori per il loro impe-
gno e dedizione nelle
proprie attività negli anni
nel settore artigianato.
La manifestazione è
stata presentata come di
consueto da Antonio Petrino del-
l’Agenzia Lucania Network in
compagnia questa volta della sim-
patica e avvenenteAlessandra Met-
tola,con in evidenzaavari momenti
di moda con anticipazione delle ten-
denze moda mare estate e l’ante-
prima del tour ‘Moda Show 2011’,
con le sontuose acconciature di Va-
nessa Di Vito di Bella e la parteci-
pazione del giovanissimo stilista
Giuseppe Zanfino di Bella, che ha
presentato per l’occasione alcune
sue interessanti creazioni ed è
stato premiato come ‘emergente
dell’anno’, ancora intrat-
tenimenti e spettacolo,
con ospiti il duo Sarni con
il piano bar di Anna e
Giò, l’ospite d’eccezione
direttamente dal pro-
gramma televisivo Me-
diaset ‘La Corrida 2011’
Donato Massari di La-
vello e la miss madrina
dell’iniziativa, Carmen
Gonnella (Fascia Nazio-
nale e finalista in Calabria al con-
corso ‘Il Volto del Successo 2010’)
di Pescopagano. Spettacolare e ap-
plaudito lo show moda capelli dei 2
parrucchieri più piccoli d’Italia (di
San Severo in provincia di Foggia)
Alessio Tantaro (12 anni) e il cugino
Pasquale Tantaro (11 anni). Spazio
ancora come di consueto per le de-
gustazioni di tipicità lucane a cura di
rinomateaziende tra cuiMagilforno
di Lavello con prodotti da forno e
Gialloro di Ripacandida con olio
Candida Olearia. Appuntamento
alla prossima edizione con nuove
iniziative e altrettanti momenti di ce-
lebrazione. Con cortese preghiera
di divulgazione e diffusione.
LA S.V. E’ INVITATA A PARTE-
CIPARE.
N.B. In allegato le foto delle indos-
satrici con lo stilista e l’organizza-
tore Vincenzo Morra con la
conduttrice Alessandra Mettola e
l’ospite Donato Massari nel corso
della sua premiazione.
Grazie e cordiali saluti.
Antonio Petrino
FESTIVAL
DELL’ARTIGIANATO
LUCANO. 23° EDIZIONE
A MELFI.
Luigi Cassese premia Antonio Tozzi
(Foto Traficante)
Un momento della premiazione.Da sinistra, Vitale, Chieppa, Martiello,
Di Lucchioi, Placido (Foto Traficante)
PER LA PRECISIONE
IN MERITO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO SULLO
SCORSO NUMERO DI CONTROSENSO DAL TITOLO
”GIUSEPPE CHIUMMIENTO DETTO IL CAVALIERE, IL
BANDITORE DI POTENZA”, SI PRECISA CHE IL NOME
DEL PERSONAGGIO IN QUESTIONE FOSSE DOME-
NICO. CI SCUSIAMO PER L’ERRORE E RINGRAZIAMO I
FAMILIARI PER L’OPPORTUNA SEGNALAZIONE
di Rocco Bochicchio
Oggi giornata partico-
lare nel borgo fede-
riciano di
Lagopesole nel comune di
Avigliano: il coro alpino La
baita di Carate Brianza, di-
retto dal maestro Peppino Pi-
rola, alle ore 18.00, nell’atrio
del castello di Lagopesole
terrà un concerto gratuito
aperta al pubblico. L’evento,
inserito nei festeggiamenti
dei 150 anni dell’Unità
d’Italia, si è rende possibile
grazie all’interessamento dei
Lions Club di Toritto, Pietra
del sale e Comune di Avi-
gliano: a tale, riguardo il gio-
vane assessore Emilio Co-
langelo, intende promuovere
la conoscenza di un passato
che ha visto le genti del no-
stro comune, lottare per un
ideale comune quali la Patria
e la bandiera. Un momento
significativo sarà il saluto ai
Caduti, il piccolo monu-
mento ai caduti è allo stesso
tempo monito contro le
guerre ed emblema di un sa-
crificio di giovani ragazzi
mandati a combattere per di-
fendere la nostra patria. L’in-
contro con le autorità avrà
un momento significativo
nella deposizione di una co-
rona a ricorda di tutti i ca-
duti. A seguire una sfilata per
le vie del borgo e festa cam-
pestre nell’area di sosta pic-
nic della Pietra del sale. La
festa campestre avrà la pos-
sibilità di far conoscere i
prodotti della nostra terra,
dai vini, ai formaggi. La Pie-
tra del sale intende così ini-
ziare un modo concreto di
promozione del territorio
con scambi culturali già ca-
lendarizzati. Leonardo Sa-
mela, a tale riguardo, intende
riempire di contenuto idee e
proposte discusse all’in-
terno di questo luogo di cibo
e cultura, avendo in pro-
gramma altre manifesta-
zioni.
31sabato 4 giugno 2011
Il coro alpino La Baita a LagopesoleIl gruppo diretto dal maestro Pirola omaggerà il pubblico
nella suggestiva cornice del castello federiciano
di Michele Strazza
Nonostante il forte contri-buto dato dalla Provin-
cia di Basilicata alla lottarisorgimentale, i regnanti diCasa Savoia non visitaronoqueste terre, se non nel gen-naio del 1881. Di tale visita,avvenuta appunto nei giorni25, 26 e 27 gennaio, ci lasciaun dettagliato racconto, Raf-faele Riviello nella sua “Cro-naca potentina” pubblicatanel 1888.In città, l’entusiasmo era allestelle. Nessuna cosa venivalasciata al caso per ospitaredegnamente il Re Umberto,la Regina Margherita ed ilPrincipe Amedeo: tappezzatoe decorato “con lusso di reg-gia” il Palazzo della Prefet-tura, risistemate le strade ed ilsistema pubblico di illumina-zione, piantati fiori ed alberi,preparati bandiere, drappi,lumi e festoni. Cospicuesomme, vennero prestate alMunicipio il quale, nono-stante il dissesto delle propriefinanze, si diede da fare tan-tissimo per offrire una imma-gine decorosa della città.Dalle singole amministra-zioni (la sola Provincia speselire 215.739,40) alle societàprivate, dai negozianti ai sin-goli cittadini, tutti furono im-pegnati in una interminabilegara per abbellire, migliorare,tappezzare, colorare, nono-stante il tempo fosse tutt’altroche clemente. Mentre, infatti,si era avuto un dicembre al-quanto mite e sereno, ora ilmese successivo aveva por-tato con sé pioggia, neve evento freddissimo, “sicché ilcielo umido, grigio e pesantepareva che volesse torturarela letizia di un popolo”.Ma se su alcuni aspetti, percosì dire “folcloristici”(l’ar-rivo di domestici e ministridella Casa Reale con carrozzee carri carichi di utensili dacucina per la mensa dei so-vrani), il popolo potentinonon ha nulla da ridire, esso
non sembra affatto gradirel’aumento del controllo poli-ziesco da parte di guardie edelegati di Pubblica Sicu-rezza riversatisi, alquanto nu-merosi, sulla città per andare“fiutando di qua e di là perlocande e per cantine”.Una ulteriore delusione ser-peggiò nella popolazionequando, il 24 gennaio, il Prin-cipe di Napoli “passò dirittoper la Stazione”, con la scu-sante “che il reale giovinettonon potesse per raffreddoresopportare più a lungo i di-sagi della stagione”.Tuttavia, arrivato il grangiorno, nonostante il tempoinclemente,tutta la città èpronta a ren-dere onore aisovrani ed alP r i n c i p eAmedeo chetrovano tuttele strade or-nate di ban-diere: “Fra lafolla, pas-sano e ripas-sano lec a r ro z z e ,perché non bastando quelledella città, n’erano venutequaranta da Napoli per contodella Provincia, i cui coc-chieri dalle lunghe livree edai cappelli a tuba sgualcitisotto l’imperversare deltempo piovoso e freddissimoformavano la nota più carat-teristica in quel movimento digente festosa”.E gli oltre 20.000 potentini,tormentati da pioggia e neve,aspettando per strada, dai bal-coni, dalle finestre e dalle ter-razze, tengono lo sguardorivolto “verso la Tiera, pervedere se spunti il fumaiuolodella vaporiera”del trenoreale, al cui apparire “un ev-viva immenso, fragoroso eprolungato prorompe da piùdi ventimila petti”.Così, dopo il saluto delle au-torità, i sovrani prendonoposto in carrozza chiusa e,
circondati dai corazzieri,muovono verso la città contutto il seguito. Ma ben pocoriesce a vedere la folla assie-pata ai lati delle strade perché,appena la carrozza è vicina,più volte viene respinta lon-tana da carabinieri e soldatisicché il passaggio dei so-vrani “fu per tutti una visioneconfusa, chiassosa, fantasticae fugace”. Solo dopo avervarcato il portone della Pre-fettura e dopo i ripetuti ri-chiami della piazza zeppa difolla, i reali ospiti per ben trevolte si affacciano al balcone,sotto un freddo da neve, a rin-graziare la massa imponente
di popolo: “Soloallora si ebbeagio di vedere lesevere e mar-ziali fisonomiedel Re Umbertoe del PrincipeAmedeo, i qualia capo scopertos a l u t a v a n ocoll’elmo piu-mato la follaplaudente, men-tre la biondaRegina agitava
il fazzoletto in segno di graziee di gioia”.Il giorno seguente si consumail ricevimento reale ma primadi esso si sparge la voce chela Famiglia Reale avrebbe vi-sitato il Duomo e l’Istitutodelle Girolomine, mettendoin subbuglio soprattutto ledonne che si assiepano pervedere la Regina, acclamarlae coprirla di fiori. Popolane esignore, vecchi e fanciulli siaffollano agli sbocchi dei vi-coli, nelle botteghe, sui bal-coni ed alle finestre delle case, attendendo “ansiosi pergioia e tremanti per freddo”,“ma passa il tempo e niuno sivede, sicché anche questavolta la folla, sebbene deside-rosa, si dirada e sparisce, al-lorché si accerta che vano èl’attendere, e l’umido penetranelle ossa”.Dopo la cena vi fu la serata di
gala al Teatro cittadino dovela “Traviata” di Verdi fu can-tata da una compagnia del S.Carlo di Napoli giunta per lacircostanza. La sala, scintil-lante di mille fiammelle elet-triche, raffiguranti sull’arcodel proscenio la stella d’Italiae la sigla dei Sovrani, era pul-lulante di “numerosa ed elettaschiera di signore” che si di-sputavano dai palchetti “ilvanto dell’eleganza, dellabellezza e dei brillanti”.Il terzo giorno della visita iltempo migliorò, apparve ilsole e l’aria si stemperò, con-sentendo più favorevolmentel’assieparsi della gente aibordi di via Pretoria dove sa-rebbe passata la carrozzareale che, questa volta sco-perta, consentì al popolo lavista dei sovrani ed a loro dirispondere con sorrisi e salutialle acclamazioni di gioiadella folla che accompagna-rono gli ospiti reali fino allastazione. Così, dopo le cerimonie diringraziamento e di addio, isovrani salirono sul treno “efinché furono a vista dellaStazione, se ne stettero dirittisulla loggetta”, a guardare eda salutare il popolo plaudenteche seppe in tal modo smen-tire tutte le preoccupazioni disicurezza dell’apparato poli-ziesco esageratamente predi-sposto.
I sovrani di casa Savoia in BasilicataLa visita del Re e della Regina a Potenza
nel gennaio del 1881
di Giovanni D’Andrea
Da pochi giorni, si sono con-
clusi i festeggiamenti in
onore del santo patrono della città
di Potenza, San Gerardo “La
Porta”. Nato a Piacenza, venne a
Potenza durante il periodo delle
crociate, fu vescovo della diocesi
dal 1111 al 1119, e venne cano-
nizzato da Callisto II° nel 1120 a
“viva voce”. Patroni secondari
della città di Potenza: sono S.
Aronzio (che ne fu l’antico pa-
trono) e S. Rocco. L’antico pa-
trono della città di Potenza, fu
proprio Sant’Oronzo (Oronzio),
la cui festa ricade il 26 di agosto,
il quale è divenuto il santo patrono
della città di Lecce.
Il sant’Oronzo, venerato nel Sa-
lento, è da identificarsi con il mar-
tire “Arontius” di Potenza,
ricordato dall’antico martirologio
Geronimiano. Si tratta di un mar-
tire sicuramente esistito, il cui
corpo, insieme a quello di altri
santi appulo - lucani, venne tra-
slato verso la metà dell’VIII° sec.
a Benevento. In questo centro
longobardo, si venne a formare la
leggenda secondo la quale
Aronzo e Fortunato, quest’ultimo
non compare nel Geronimiano,
ma risulta da un’altra antica fonte,
quale la Passio di San Felice di
Thibiuca, farebbero parte del
gruppo dei dodici fratelli africani
martirizzati nella persecuzione di
Massimiano in varie città del
mezzogiorno d’Italia. Da Potenza
e Benevento, il culto di san-
t’Aronzo si diffuse in molti centri
meridionali come risulta essere at-
testato da una vasta documenta-
zione ascrivibile ai secoli XI-XIV.
Prima della venerazione di San
Gerardo Vescovo (1111-1119),
era venerato il martire Diacono
Sant’Aronzio (238-288d.C.), il
quale nacque ad Adrumeto, città
marittima a sud-est di Cartagine,
da una famiglia che aveva abbrac-
ciato la fede cristiana. L’impera-
tore Massimiliano, più
probabilmente Massimiano, inviò
un certo Valeriano a verificare le
notizie giunte e, eventualmente, a
condurre a Roma i “rebellos Deo-
rum nostrorum”. I dodici fratelli
tra cui Aronzio, furono fatti pri-
gionieri ed imbarcati alla volta di
Roma. Sbarcati a Messina, rag-
giunsero Reggio e, traversato il
Bruzio, arrivarono a Potenza, pas-
sando per Grumento. A Potenza,
nei pressi del fiume Basento, nelle
vicinanze dell’antico ponte ro-
mano denominato di San Vito,
anticamente intitolato a San-
t’Oronzio, Valeriano chiese nuo-
vamente l’abiura ad Aronzio,
Fortunato, Onorato e Sabiniano;
e al loro rifiuto li fece uccidere il
28 di agosto, e per questo martirio
i potentini elessero Aronzio pa-
trono della città di Potenza.
L’antico patrono
della città
di Potenza:
Sant’Oronzo
(Oronzio)
VescovoMargherita
di Savoia
Re Umberto I
di Savoia
sabato 4 giugno 201132
Basket Story on tour passa per Potenza
di Antonio Nicastro
Nell’ambito delle cele-
brazioni dei suoi 90
anni di vita la Federa-
zione Italiana Pallacanestro ha
allestito un museo itinerante de-
nominato Basket Story on tour,
che farà tappa in 12 città ita-
liane, una di questa è Potenza.
Il TRUCK di 100 mq sarà in
piazza don Bosco il 7 e 8 giu-
gno prossimi e resterà aperto
dalle 10.00 alle 22.00 con orario
continuato.
Oltre ad un mini bar all’interno
del TRUCK troveranno posto
90 anni di rassegna stampa, fil-
mati, fotografie, cimeli quali
palloni, divise delle nazionali
del passato, medaglie e trofei,
pubblicazioni, gadget en vasto
assortimento del merchandi-
sing.
Ci sarà un’audioguida, con la
voce di Meneghin scaricabile
gratuitamente su iphone mentre
un filmato, anch’esso scarica-
bile su chiavetta USB o in blue-
tooth, mostrerà le partite più
significative della storia del ba-
sket in azzurro. Molte altre sor-
prese attendono i 300.000
visitatori stimati che visiteranno
il museo itinerante..
Il Comitato Regionale FIP della
Basilicata allestirà un angolo
dedicato alla storia del basket
lucano le cui prime tracce risal-
gono al 1940 anno in cui una
squadra lucana partecipò ai
campionati GIL (Gioventù ita-
liana del littorio).
All’inaugurazione della tappa
potentina, parteciperà il presi-
dente della Federazione Italiana
Pallacanestro, Dino Meneghin
che illustrerà alle autorità e alla
stampa, i 90 anni di storia della
pallacanestro in Italia.
OLIMPIA MATERA
Bernalda 1968 LIBERTAS INVICTA ANNI 70
Basket Tursi CLUB ATLETICO FEMMINILE POTENZA ANNI 70
5 luglio 1949 - Potenza-Matera
Federico Fellini è stato cer-
tamente il più celebre, il
più osannato e premiato
dei registi italiani. Nasce in una
famiglia piccolo – borghese (il
padre, Urbano, è un commer-
ciante e la madre, Ida Barbini,
casalinga) e, trascorre un’infan-
zia “normale”. Abile vignettista
umoristico, nel gennaio del 1939
si trasferisce a Roma dove, in-
vece di frequentare l’università,
inizia una carriera di giornalista
collaborando con parecchi setti-
manali fra i quali il bisettimanale
umoristico “Marc’Aurelio”, per
il quale inventa rubriche e perso-
naggi vari. Introdotto in radio e
nel mondo del cinema da Mac-
cari e Steno, collabora a varie
sceneggiature. Scampato al ri-
chiamo alle armi per una fortuita
coincidenza, nell’ottobre del
1943 sposa Giulietta Masina e
per superare le difficoltà finan-
ziarie del periodo di guerra
vende ritratti umoristici. Nel
1945 viene inviato da Roberto
Rossellini a collaborare alla sce-
neggiatura di Roma città aperta
(1945), in particolare per lo svi-
luppo del personaggio di Don
Pietro, interpretato da Aldo. Fa-
brizi, di cui è amico personale.
E’ proprio Rossellini che lo in-
strada definitivamente verso il
cinema: collabora alla sceneg-
giatura di Paisà (1946), sosti-
tuendo Rossellini alla regia
nell’episodio fiorentino; poi
scrive il soggetto e la sceneggia-
tura di Il Miracolo, secondo epi-
sodio di L’amore (1947), per il
quale è anche attore e aiuto – re-
gista, così come lo è Francesco
giullare di Dio (1949). Nel frat-
tempo, insieme a T. Pinelli,
scrive varie sceneggiature per
Lattuada, Germi, Comencini e
altri. Nel 1950, insieme a Lat-
tuada, dirige Luci del varietà,
racconto delle illusioni e delu-
sioni professionali e amorose del
capocomico di una “scalca-
gnata” compagnia di avanspet-
tacolo. Il vero esordio nella regia
avviene nel 1952 con Lo sceicco
bianco, storia di una ingenua
giovane sposina che, durante il
viaggio di nozze, va a cercare il
suo idolo dei fotoromanzi per
scoprire che si tratta un uomo
rozzo e volgare . Accolto molto
tiepidamente dalla critica alla
Mostra di Venezia e ancor più
freddamente dal pubblico, sarà
molto rivalutato nel tempo. I Vi-
telloni (1953, Leone d’argento a
Venezia), affresco generazionale
su un gruppo di giovani affetti
dal complesso di Peter Pan e sul
loro disagio nell’entrare nella
maturità. Subito dopo gira
Un’agenzia matrimoniale, epi-
sodio del film collettivo Amore
in città (1953) prodotto da Za-
vattini, e l’anno successivo
(1954) vince nuovamente il
Leone d’argento con La Strada,
favola commovente centrata
sulla figura di Gelsomina inter-
pretata da Giulietta Masina, gio-
vane donna semplice, ingenua e
umile, non intelligente ma ricca
di amore e di poesia, che riesce
a spezzare la corazza di fredda
animalità del rozzo Zampanò in-
terpretato da Antony Quinn solo
con la sua morte. Tra gli altri
premi, il film vince nel 1956
l’Oscar come miglior film stra-
niero e Gelsomina diventa l’em-
blema di tutti i personaggi umili,
ingenui e di buon cuore che af-
follano i suoi primi film. Abban-
donato il soggetto di Moraldo in
città dirige Il bidone (1955) che
viene pressoché ignorato dalla
critica e dal pubblico, ma ritorna
subito al grande successo con Le
notti di Cabiria (1957), intenso
ritratto della prostituta “dal cuore
d’oro” (già apparsa con lo stesso
nome e le stesse vesti in Lo
sceicco bianco), che vale alla
Masina il premio quale migliore
attrice protagonista al Festival di
Cannes e a Fellini il secondo
Oscar. Con questo film si esau-
risce la prima fase della sua poe-
tica – legata alla caduta delle
illusioni e al disvelamento della
personalità nascosta dei perso-
naggi – e del suo stile, ancora
iconograficamente influenzato
da echi del neorealismo. Nel
1959 inizia le riprese di La dolce
vita, pietra miliare del cinema
nella sua filmografia e nella sto-
ria del passato. Affresco sogget-
tivo – dipinto attraverso gli occhi
del suo alter ego Marcello (Ma-
stroianni), giornalista di cronaca
rosa – della società alto borghese
romana nel momento di mas-
simo splendore di Cinecittà,
vince il premio come miglior
film a Cannes nel 1960 (e suc-
cessivamente il New York Films
Critics Award e un Oscar per i
costumi di Gherardi), ma già fin
dall’anteprima suscita un
enorme scandalo e la polemica
arriva fino in parlamento, nel
1962 gira Le tentazioni del dot-
tor Antonio, episodio di Boccac-
cio ’70. Nel 1969 presenta
Fellini Satyricon, film onirico e
visionario quant’altri mai, co-
struito su brandelli di narrazione
intessuti di spazi vuoti come
l’originale racconto di Petronio,
che diventa un cult negli Stati
Uniti, dove Fellini ottiene una
nomination come migliore regi-
sta, e in Giappone, dove il film
tiene cartellone di una sala per
quasi quattro anni. Dopo I
clowns (1970), cortometraggio
– inchiesta sui comici circensi
mitizzati fin dall’infanzia, dirige
Roma (1972) in cui mischia
(falso) documentario d’attualità
e memorie fantasiose del suo ar-
rivo nella capitale (riprese del-
l’abbandonato progetto di
Moraldo in città). Alla fine del
1973 esce Amarcord rivisita-
zione onirico – nostalgica della
sua prima giovinezza che im-
pone personaggi indimenticabili.
Dopo E la nave va (1983), Oscar
per le scenografie di D. Ferretti,
in cui Fellini sembra celebrare
gli ultimi fasti del melodramma
lirico e della declinante borghe-
sia elitaria del primo Novecento,
nel 1985 viene premiato con un
Leone d’oro alla carriere e si la-
scia convincere a girare alcun
spot pubblicitari (Campari e Ba-
rilla). Nel marzo del 1993 è in-
vitato a Hollywood per ritirare
un Oscar alla carriera, il suo
quinto; il 3 agosto viene colto da
ictus celebrale mentre si trova al
Grand Hotel di Rimini. Curato a
Ferrara e Rimini, sembra total-
mente ristabilito, ma viene colto
da un nuovo attacco a Roma,
dove muore il 31 ottobre. Il re-
gista Federico Fellini, prima
della sua scomparsa, fu protago-
nista di un incontro probabil-
mente con una figura angelica.
L’episodio, riportato su alcuni
giornali, fu narrato dopo la sua
morte dal suo amico e sceneg-
giatore G. Angelucci. Il giorno
che il famoso regista restò vit-
tima dell’ictus cerebrale, aveva
pranzato regolarmente e poi si
era ritirato nella sua suite che oc-
cupava abitualmente al Gran
Hotel Rimini. Quando fu nella
sua stanza, sedette sul letto e
cercò di sfilarsi la stretta calza
elastica, che era costretto a por-
tare da quando aveva subito
un’operazione al cervello per un
aneurisma. Non si sa
se per lo sforzo o per-
ché colto da malore,
cadde battendo la
testa sullo spigolo del
comodino accanto al
letto. Finì riverso sul
pavimento, dove
restò parecchio
tempo in uno stato di
semi coscienza.
Cercò di arrivare al
telefono per chiedere
aiuto, ma era troppo
lontano. Così egli de-
scrisse quel brutto
momento: “Avevoperduto la sensibilitàdi una mano ed eroincapace di fare qua-lunque movimento.Mi lamentavo, chie-devo soccorso, spe-ravo che qualcunomi venisse a soccor-rere”. Ma non c’era
nessuno ad aiutarlo. Ad un certo
punto il regista sentì la voce di
un bambino nel corridoio. Non
riuscì a capire cosa mai dicesse,
ma comprese che parlava in-
glese. Cercò di far rumore, di at-
tirare in qualche modo la sua
attenzione, ma non riusciva a
muoversi. Provò a chiedere
aiuto, ma benché riuscisse in
qualche modo a muovere le lab-
bra, dalla sua bocca non uscì
alcun suono. Tra poco – pensò il
regista – sarebbe andato via ed
egli avrebbe perso l’unica occa-
sione di essere salvato. Fu allora
che accadde una cosa sorpren-
dente. Benché non l’avesse chia-
mato nessuno, la porta si
spalancò di colpo ed il bambino
entrò nella sua stanza. “Aiutami,ho bisogno d’aiuto – riuscì a dire
il regista con un filo di voce –vaa chiamare il portiere.” Il bam-
bino lo fissò immobile per un
lungo istante. Fellini temette che
non avesse capito le sue parole.
Ma fu solo un attimo di esita-
zione, poi il piccolo si girò e
corse via veloce. Pochi minuti
dopo il regista fu soccorso dal
personale dell’albergo. Anche
quella volta si salvò. Quando le
condizioni di salute di Fellini si
stabilizzarono, l’amico Ange-
lucci domandò del bambino che
aveva trovato il regista sul pavi-
mento. Nessuno dell’albergo ne
sapeva niente. Consultarono i re-
gistri, ma quel bambino sem-
brava non essere mai stato
cliente dell’albergo. Era come
non fosse mai esistito. Eppure
Federico Fellini era sicuro che
fosse stato lui a salvarlo, ne fornì
persino una descrizione detta-
gliata: “Aveva un vestito alla ma-rinara, io berretto rosso, lescarpe di vernice nera, un cal-zettone su e un giù, sulle gambemagre”.Ricordava che aveva in
mano un grosso cono gelato che
continuare a leccare meccanica-
mente mentre lo guardava e cer-
cava di capire le sue parole
incomprensibili”. Chi aveva sal-
vato Fellini? Da dove era venuto
quel bambino che nessuno
aveva mai visto o incontrato?
Era stato un angelo?
sabato 4 giugno 2011 33
Il regista Federico Fellini e gli angeli
A cura di don Marcello Stanzione esperto di demonologia ed angelologia
SMARRITO AD APRILE CANE PASTORE TEDESCO
34 sabato 4 giugno 2011
Da Venerdi 3 giugno 2011 Tito
Scalo (PZ)
MULTICINEMA RANIERI
Programmazione
A l p h aBlondy, in-cont ras ta tore del Reg-gae Afri-cano daquasi tren-t’anni, escein formas m a g l i a n t econ questoalbum, “Vi-sion”, cherappresentaper l’artistaquasi un ri-
torno alleorigini.Bisogna in-fatti ricono-scere che è difficile per un’icona, quale èormai la superstar della Costa D’Avorio,sfornare uno dietro l’altro album di volta involta convincenti. Troppo spesso per artistidel suo calibro, il rischio è di suonare sem-pre uguali a se stessi, o al contrario, di av-venturarsi in sperimentazioni sonore chenon sempre danno buon esito. Il vecchioAlpha queste strade le ha già percorse, in-serendo nella sua discografia capitoli nonsempre esaltanti, ma questo nuovo discorappresenta un vero e proprio ritorno difiamma che non fa rimpiangere i fasti deglialbum degli anni Ottanta quali “CocodyRock”, “Jerusalem” e “Apartheid is Na-zism”. Il sound di questo nuovo cd è quindipuro “Alpha Blondy Style”, vale a dire me-lodie dolci con ritornelli orecchiabili ebass-lines semplici ma irresistibili. Si vadal “nuovo classico” “Rasta Burgeois”(contro l’immagine turistica e poro reali-stica che i media danno dei rasta), alla cu-riosa ma sorprendente “Stewball”, allasimpatica “Vuvuzela”, perché il Sudafricanon è solo “Waka Waka”.Insomma, se simpaticamente nutriamodubbi sull’autenticità dei dreadlocks folti enerissimi sfoggiati in copertina dal 58ennecantante africano, lo stesso non possiamofare per la sua musica, oggi più genuinache mai.
l e n o s t r e r e c e n s i o n i
REDdi Daniele Nardiello
“Old man…my ass!” (libera tradu-zione: “vecchio a chi?!?!). Evidente-mente la formula di matematicaHollywoodiana che somma un ac-tion-movie con una commedia sem-bra ancora funzionare, se riesce adare un film godibile e divertente. Ilgrande schermo made-in-Usa non èobiettivamente in crisi creativa maultimamente sembra prediligere ca-nali ampiamente sperimentati, di si-cura presa sul pubblico.“Red” - Retired extremely dange-rous! (acronimo di Reduci estrema-mente pericolosi) racconta leperipezie vissute da un gruppo di exagenti segreti della CIA che non sirassegna a fare la vita dei pensionatie lotta contro i cattivi che voglionoeliminarli, rinnovando nostalgica-mente le emozioni dei bei tempi. Ilfilm è tratto dalla miniserie di gra-phic-novels dello sceneggiatoreWarren Ellis e disegnate da CullyHamner,dal 2003 al 2004, con i ca-
ratteristici tratti dei fumetti di azionedi stampo avventuroso. Proprio coni ritmi veloci ed essenziali di un fu-metto o di un cartoon, la regia di Ro-bert Schwentke porta sullo schermoun discreto numero di grandi attori,sublimi come Morgan Freeman, sot-tilmente ambigui come John Malko-vich o ironicamente bastardi comeBruce Willis. Le protagonisti femmi-nili sono la divina signora HelenMirren (che tutti ricorderanno nelruolo della fata Morgana, sorellastradi Re Artù, in Excalibur) e la bellaMary-Louise Parker, semplicementeperfetta nel ruolo dell’eterna ragaz-zina romantica, che viene puntual-mente salvata dal protagonista, tra unpaio di manette, una pistola alla tem-pia e un romanzetto rosa sulla testa.Il risultato è un adrenalinico melting-pot di azione, avventura e comme-dia. Buona la sceneggiatura, con unritmo alternato di trovate farsesche,malinconiche e trucchi brillanti, incui gli eroi non si prendono maitroppo sul serio. Willis, in particolare
ci è sembrato rinverdire i fasti delbellissimo The Jackal (Lo sciacallo)da lui interpretato qualche anno fa.Autentica perla, ironica e spettaco-lare, è invece la singolar tenzone delpanzone paranoico Marvin (gran-dioso Malkovich), che duella armatodi Colt contro la signora di mezza etàche brandisce un bazooka.
Tempeste di pallottole e gragnuole digranate che si riversano sull’avvintospettatore per quasi due ore, senza ilminimo realismo, ma di fatto non èquesto che importa ai molti estima-tori del genere.Gli spettatori hanno sete di eroi,come diceva una vecchia canzone diLigabue, meglio se attempati, dal ca-rattere ruvido e con il fascino rugosodel “vissuto”. Per questo vecchieglorie del cinema continuano a re-in-terpretare personaggi resi più avvin-centi dal tempo trascorsoavventurosamente, dimostrando an-cora una volta che invecchiare è sol-tanto un’arte per rendere più preziosauna vita di emozioni.Genere: THRILLER, AZIONE,SPY-STORY, SPARATUTTO; Du-rata: 111’; Il nostro voto: 3 star (filmper amanti del genere, consigliabileper distrazione).
ALPHA BLONDY
“Vision”
LLEE AAVVVVEENNTTUURREE DDIICCAAPPIITTAANN VVAAFFFF DD II KK II NN GG BB UU FF FF II NN OO
Èun segreto da svelare, di quelli chenon si possono contenere in una
sola emozione, perché esprimono ilmodo di essere dell’Italia intera. La Ba-silicata è il pezzo mancante di un puzzlesenza il quale il Bel Paese non potrebbeessere noto oltre confine nella sua com-pletezza.Certo, il clima dei giorni in cui si sonoaggirati tra Costa Ionica e Costa Tirre-nica, Parco delle Dolomiti Lucane eMatera (24-28 Maggio) non ha giocatoa favore di Salvatore Viola e FilippoCirri, giornalista e fotografo di Adesso,l’unico mensile in lingua italiana diffusoin Germania, Austria e Svizzera. Ma du-rante il Press Tour organizzato dall’Apt,i due reporter hanno comunque messoinsieme utili appunti che contribuirannoalla stesura di un racconto tutto lucano,da pubblicare il prossimo Agosto sullarivista di riferimento per i tedeschiamanti dell’Italia.“Se non avessimo la convinzione che laBasilicata ha molto da offrire non sa-remmo qui” esordisce Salvatore Viola.E c’è un elemento tra i tanti che non puòfare a meno di sottolineare: “Il silenzioche ti avvolge sulla cima del Pollino oai piedi della statua del Cristo di Mara-tea”, se per un lucano questo è un limite,“per chi arriva da città rumorose è untoccasana che non si trova altrove”. Basilicata luogo del silenzio, posto in cuici si può prendere tempo e fermarsi a ri-flettere, luogo in cui si sintetizzano le ra-gioni di un viaggio: “Ritrovare leproprie energie - spiega Viola - e vivereun’esperienza di conoscenza. Per il solofatto di trovare una novità vale la pena
venire in Basilicata”. La rivista Adesso racconta l’Italia dallapolitica alla cultura e si rivolge “a unpubblico molto attento che conosce ilPaese e ciò che può offrire, per questo inostri racconti devono rispecchiare unarealtà che diventa conferma”. A partiredal cibo. “Le strutture che ci hanno ospi-tati in questi giorni – assicurano - sa-ranno le stesse che consiglieremo ainostri lettori, che non sono i tedeschi diuna volta”. Nel senso che “sanno cos’èla cucina italiana - in Germania ci sonoristoranti italiani di grande qualità - eamano i piatti regionali. Non si fannoprendere in giro, insomma”. Più che rin-correre sapori raffinati il tedesco prefe-risce la genuinità e la freschezza deiprodotti. “E questi sono elementi carat-terizzanti della cucina lucana” – com-mentano Salvatore Viola e Filippo Cirri.Il mensile tedesco tiene conto delle pas-sioni del turista teutonico: trekking, ci-cloturismo, sport in generale, per questo“proponiamo servizi giornalistici chenon ritraggono solo le mete italiane piùconsuete, ma anche posti al di fuori daitragitti turistici classici”. E la Basilicatarientra in questo schema. “I tedeschi laconoscono per località come Matera,ma lo scopo di questo nostro itinerarioè dimostrare che c’è anche altro”. Cisono il mare e la montagna, “dove pra-ticare rafting oppure vela”, ci sono la na-tura e la storia, “e una dimensionestraordinaria come il Pollino per il trek-king a cavallo”. Un altro potenziale elemento di attra-zione verso la Basilicata è il suo rispon-dere ad ogni esigenza, una percezione
manifestata da Filippo Cirri chene ha immortalato i diversi pae-saggi, i quali “sottopongono chiosserva a diverse esperienze vi-sive”. La nostra è poi una re-gione, una delle poche, “che sipuò attraversare da parte a parte– nota Viola - un po’ come la Pu-glia, ma la differenza sta nel fattoche qui, andando da mare a mare,si incontrano montagne e paesiniarroccati”. Il reporter commenta con stupore l’es-sersi ritrovato sulla Costa Ionica tra sab-bia e archeologia e l’aver vissutol’esperienza della fusione tra mare e cul-tura anche sulla Costa Tirrenica, facendotutto in poco tempo”. Questo non ac-cade ovunque. Viola e Cirri hanno individuato unaspetto positivo in uno dei gap della Ba-silicata, l’assenza di collegamenti: “Èvero che una volta arrivati a Napoli è piùfacile prendere un aliscafo per raggiun-gere Ischia, ma questa è una regione chein qualche modo ti obbliga alle escur-sioni cui appassionati come i nostri let-tori non rinunciano”. A conferma dellaloro impressione raccontano - quasi conorgoglio - di aver incontrato molti ciclistio camper con targhe tedesche. Il giornalista non esclude che dalle co-lonne del suo articolo i lettori sarannoinvitati a percorrere la Basilicata “coastto coast”, né dubita di essere preso in pa-rola. Rocco Papaleo, premiato per trevolte aI David di Donatello 2011 per ilsuo “Basilicata coast to coast”, “non po-teva avere idea migliore per presentareal grande pubblico la sua regione”.
Quando ha visitato Pietrapertosa e Ca-stelmezzano, alzando lo sguardo al cavod’acciaio lungo il quale ogni estate turi-sti di tutti il mondo compiono il “Volodell’Angelo”, Viola ha pensato che“quando punti su quello che hai giochiuna carta vincente, quando cerchi invecedi trasformare forzatamente un luogo losnaturi, e non vai nella direzione giusta”.Alla Basilicata va riconosciuto un me-rito: “Senza stravolgere il suo territorio– nota il giornalista - lascia la natura alsuo posto attirando, inconsapevolmente,il turista”. La storia che Viola racconterà ai suoi let-tori sarà una “Basilicata coast to coast”un po’ diversa, dove l’esigenza è illu-strare cosa c’è da vedere da una parte al-l’altra di una regione che non è vasta maneanche piccola come si pensa e per-mette di scoprire storie antiche rivissutenel presente. L’incipit della sua storia lu-cana potrebbe offrire l’immagine piùoriginale che della Basilicata gli è rima-sta impressa: “Accanto al mare c’è unparco archeologico così, dopo aver fattosurf, ci si può tuffare anche nella cul-tura”.
“Adesso Magazine”, Press Tour in Basilicata della rivista tedesca
in lingua italiana