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VENERDI 09 GIUGNO 3www.larivieraonline.com CONTROCOPERTINA

Voler vedere “la Belva” stramazzarein gabbia rende belve anche noi

Nei giorni scorsi la Corte diCassazione ha aperto allapossibilità di undifferimento della pena odella concessione degliarresti domiciliari perSalvatore Riina, inrelazione alle suecondizioni di salute. Toto ‘ucurtu, detto anche la Belvae il Capo dei capi potrebbetornare a casa perchégravemente malato. Questapossibilità ha assunto toniparadossali, facendocidimenticare che dignità erispetto per la vita umanavengono prima del desideriodi vendetta.

“le pene non possono consistere in trattamenti contrari alsenso di umanità”: lo afferma all’art.27 comma 3 quellaCostituzione che difendiamo, anche se - sempre più spesso - a corrente alternata.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Me lo sono detta subito: è una questione delica-ta e come in tutte le questioni delicate è difficileschierarsi in maniera netta. Ma questo non signi-fica che non bisogna provare a farlo. Nei giorni scorsi la Cassazione ha aperto unospiraglio alla liberazione di Riina. Non ha decisonulla ancora. Ha solo annullato, con rinvio, l’or-dinanza del Tribunale di Sorveglianza diBologna, il quale non ha accolto la richiestaavanzata dall’avvocato di Riina in merito allaconcessione al suo assistito della sospensionedella pena o almeno degli arresti domiciliari, dalmomento che è gravemente malato. La Cassazione annulla la decisione rinviandolaai giudici bolognesi per “difetto di motivazione”.In particolare viene chiesto loro di essere piùprecisi e chiarire come la pericolosità di Riinapossa manifestarsi, considerando la sopravvenu-ta precarietà delle sue condizioni di salute.La Cassazione ha, inoltre, ricordato che tenereuna persona in carcere nonostante il decadimen-to fisico può essere contrario al senso di umanitàe dignità, condizioni prescritte dallaCostituzione, senza eccezioni, e garantite dallaConvenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ora è chiaro che pensare alla parola umanità e aRiina insieme in una stessa frase faccia imbufali-re e non poco, però, ci piaccia o no, “le pene nonpossono consistere in trattamenti contrari alsenso di umanità”: lo afferma all’art.27 comma 3quella Costituzione che difendiamo, anche se -sempre più spesso - a corrente alternata. Bisognerebbe, pertanto, che chi si proclamadifensore dei principi della Costituzione e delleleggi vigenti, abbia il coraggio di confessare chein alcuni casi la legge va rivista perché, ad esem-pio, l’efferatezza dei crimini rende chi li com-mette meno uguali agli altri, tanto da esserenecessario stabilire delle eccezioni in peggio.Perché è impossibile giurare sulla Costituzione epoi sputarci sopra. Altra riflessione da fare riguarda la valutazionedegli assassini e degli assassinii. Vi sono casi incui lo Stato fa passi indietro ricevendo l’approva-zione generale, senza suscitare clamore o imba-razzi. Lo Stato, infatti, quotidianamente, “scen-de a patti” con collaboratori di giustizia, anchepluriomicidi, ai quali, in cambio di informazioni,garantisce benefici processuali, penali e peniten-ziari (se si accetta di collaborare con la giustizia,ad esempio, il limite della pena viene ridotto aun quarto mentre, in caso di condanna all’erga-stolo, la pena scende da 30 a 10 anni), oltre chesostegno economico e protezione per sé e per ipropri familiari. Perché in questo caso si accettache lo Stato passi sopra le vittime? Sono menovittime perché il criminale diventa a un trattomeno criminale?La possibilità per Totò u curtu di tornare a casa,inoltre, ci ha fatto perdere di vista che dignità erispetto della vità umana vengono prima deldesiderio di vendetta. Nessuno resta indifferentenel ricordare la tragica fine del piccolo GiuseppeDi Matteo, sciolto nell’acido su ordine di Riina,ma voler vedere oggi la Belva stramazzare ingabbia renderebbe belve anche noi. Il compiersidella vendetta non si traduce in una pietà piùvera nei confronti del piccolo Giuseppe nè tantomeno ci rende più umani. Anzi permetterebbedi affermare che quel senso di umanità non soloè estraneo alla barbara esistenza di Riina maabita anche fuori da questo mondo.Altro punto che, a mio avviso, non deve assolu-tamente essere preso sottogamba: se il carcerenon è in grado di garantire a un condannatoall’ergastolo e a chiunque finirà lì i propri giorniuna morte dignitosa, bisognerebbe iniziare ainterrogarsi - senza rimandare oltre - su comerimediare per assicurare a tutti un’esistenza chenon scenda al di sotto della soglia di dignità. Atutti e, se decidiamo di far parte di uno stato didiritto, anche a Riina. Lo so, fa rabbia. Ma siamoo no migliori?

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VENERDI 09 GIUGNO 4ATTUALITÀ www.larivieraonline.com

Parallelamente al consolidarsi del quadro indi-ziario circa una matrice mafiosa negli attentatidi Roma, Firenze e Milano, avvenuti nel 1993,é andato rafforzandosi negli investigatori lasensazione che il nuovo indirizzo “stragistico”inaugurato dalla mafia perseguisse in realtàobiettivi che andavano al di là degli interessiesclusivi di "Cosa Nostra" o, per lo meno, ten-desse al conseguimento di obiettivi comuni oconvergenti con gruppi criminali di diversaestrazione con cui esistono rapporti stabili oche in passato avevano convissuto con la mafia. In questo contesto, secondo gli esiti investigati-vi condensati in un’informativa del marzo 1994,attraverso una rilettura delle dichiarazioni dialcuni collaboratori di giustizia sono emersi,dagli anni ’70 in poi, progetti di tipo eversivo-separatista delineatisi nello sfondo dell' intesaintercorsa tra la 'Ndrangheta calabrese e "CosaNostra" siciliana , a seguito della quale la mafiacalabrese ha assunto una nuova struttura ver-ticistica propria del modello siciliano.Quello che risalta nell’informativa della DIA è,per quanto riguarda la Locride, la figura defini-ta “del tutto enigmatica” di un tale Papalia «perle inquietanti circostanze – si legge - che lo lega-no al mafioso G.A., morto suicida in carcere, ea quanto pare all'omicidio del giudice O. adopera della destra eversiva. Infatti il G., senzaapparente motivo, ha citato il Papalia nella let-tera scritta prima di suicidarsi. Peraltro, nellamedesima lettera il G., per motivi altrettantopoco chiari, ha inteso menzionare tale Bellini,…, ambiguo personaggio legato ad ambientidell'estrema destra eversiva, sul conto del qualesono in corso accertamenti».Dagli esiti investigativi : «Nella circostanza èstata determinante l'opera di mediazione di"Cosa Nostra", già da tempo in stretto contat-to con alcuni gruppi della 'ndrangheta. Con lacostituzione della "commissione" calabrese ilegami tra la 'ndrangheta e "Cosa Nostra" sici-liana sono diventati talmente forti che, pur nonpotendosi parlare di una organizzazione unica,certamente è possibile pensare ad una strettis-sima alleanza».Sulla consistente presenza nel nord Italia deisodalizi criminosi calabresi: «Vale la pena disoffermare l'attenzione sulle famiglie deiBarbaro - Papalia di Platì, individuate a Milano,ove operavano nel campo dei sequestri di per-sona e del traffico di stupefacenti, autonoma-mente e in raccordo con famiglie di "CosaNostra" siciliana». Nell'ambito del gruppo Papalia, la figura di unsoggetto ritenuto dagli inquirenti appartenentea quel sodalizio con un ruolo apicale: «Apparedi notevole interesse per una circostanza cheancora deve essere chiarita, ma che si ritienecertamente rilevante. Infatti di costui, come si ègià accennato, ha parlato G. A., noto esponen-te della famiglia di Altofonte (PA), arrestato aseguito di una intercettazione ambientale dallaquale sono stati raccolti elementi che lo colle-gavano ad azioni stragiste compiute e in pro-gettazione da parte di "Cosa Nostra", mortosuicida per impiccamento il 28 luglio 1993 nelcarcere di (…) . Il G. ha lasciato una lettera incui smentiva il contenuto delle conversazioniintercettate e, tra l'altro, si prodigava senzaapparente motivo per dichiarare l'innocenza diPapalia …, condannato per omicidio. Il G.,infatti, affermava, con una giustificazioneperaltro banale, che quando aveva detto di averappreso in carcere dal Papalia stesso che ineffetti era lui l'autore dell'omicidio per cui erastato condannato, aveva detto una cosa nonvera e lo aveva detto al solo scopo di accreditar-si come un criminale al corrente di molte cose».Un altro passaggio dell’informativa porta inLombardia: «A Milano si rinvengono canali dicontatto tra la 'ndrangheta e la massoneria di L.G.. Ci si riferisce ancora al Papalia …, sul contodel quale ci si é già soffermati, il quale dallerecenti indagini condotte sulla attività crimina-le del suo sodalizio é risultato essere legato adA. M., coinvolto in numerosi sequestri di perso-na, dedito in particolare ad attività di riciclaggioed implicato nel traffico degli stupefacenti, nelcui ambito è risultato molto vicino a L. G., pre-giudicato, romano, coinvolto col noto F. C.nella vicenda che ha visto per oggetto la borsadello scomparso Calvi Roberto e compartecipeMonsignor H.M.P.».

GIUDIZIARIA

La figura “del tutto

enigmatica” di un platiesenelle indagini

sulle stragi del ’93

I dato rea e L di Franco Crinò

La Calabria è il fanalino di coda dei processi di cambiamento che investono la realtà economica degli ultimi anni. Domina un clima di totale sfiducia edi timore nell'investire, si tende a dissipare le poche risorse messe a disposizione dagli enti pubblici, c'è scarsa attenzione per le progettualità dell'UnioneEuropea, manca un servizio capace di seguire l'imprenditore nelle procedure. La cornice è quella che è: PIL basso, disoccupazione giovanile che conti-nua ad aumentare vertiginosamente, fuga dalla regione, assenza di imprese internazionali e nazionali. Le start up innovative sono un volano fondamen-tale per lo sviluppo economico, lo sono altrove ma non in Calabria. La Personal Factoring Spa, fondata a Simbario, provincia di Vibo Valentia, operacon successo nel settore dell'Edilizia; Origami 4 è la prima fabbrica da 6 metri quadrati che crea tutto ciò che serve per costruire edifici. Nella nostra regio-ne c'è poco altro, tanto per avere un'idea 1000 start up in meno della sola Milano, in Lombardia se ne contano 1700 attive.Che requisiti debbono averele Start up innovative? Sede in Italia (se nell'Unione Europea almeno una filiale in Italia), attività avviata da non più di 60 mesi, non si dividono utili (gli

amministratori sigratificano conindennità, i dipen-denti eventual-

mente con bonus), obiettivi lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi tecnologicamente innovativi, il 15% almeno in ricer-ca, personale capace nella attività di ricerca (certificata), agevolazioni fiscali permanenti. Applix srl è stata fondata nel 2010 a Gorgonzola, ma ha sede aCagliari, è specializzata nella creazione di applicazioni per tablet e smartphone. Durante la presentazione dell'Ipad 2 Steve Jobs aveva citato come casodi successo Roma Virtuale History, l'applicazione creata dall'azienda che mostrava in 3D le bellezze della capitale italiana. Le bellezze della Calabria nonhanno molta attenzione sulla Rete.

in calabria non si investe - le start up

SIDERNO

Deliquenza minorataLe capre

“si mangiano”un progetto di recupero

di piante rare

In questi primi cinque mesi del 2017 Sidernoè stata colpita da un’ondata di violenza cheha tolto il sonno ad amministratori e cittadi-ni onesti, ristoratori e titolari di strutturericettive, tabaccai e cassiere di supermercato.L’anno si è aperto con gli strascichi del casodel rapinatore dai pantaloni rossi, la cui cat-tura non ha purtroppo ridato serenità allacomunità sidernese, immediatamente scon-volta, il 27 febbraio, dall’incendio all’auto delconsigliere comunale Giorgio Ruso.Quell’incendio doloso a sua volta, è statosolo il primo di una lunga serie, proseguita il16 marzo con l’incendio di ben tre autovettu-re a Donisi e uno ulteriore la settimana suc-cessiva, il 21 dello stesso mese, in via Verdi.Negli ultimi 35 giorni, poi, le cose sono addi-rittura peggiorate.Il 9 maggio, infatti, è stato vandalizzato il fur-goncino del proprietario di un minimarket, il31 sono tornati all’attacco gli amanti delfuoco con l’incendio al gazebo dell’HotelPresident e tra il 4 e il 5 giugno, in una sola

notte di ordinaria follia, si sono registratel’aggressione a un cameriere del MelmothIrish Pub di Piazza Portosalvo in seguito allapretesa assurda di non pagare un conto, unarapina a mano armata conclusasi con il furtodi due scooter ai legittimi proprietari e l’en-nesimo incendio di auto.Che sia una mirata strategia della tensione ol’inquinante coincidere di fatti separati traloro è innegabile che a Siderno ci sia ungrave problema sociale. Infatti, se fosse verala prima ipotesi ci domandiamo a chi interes-sa frenare il difficoltoso ritorno alla norma-lità di una città che ancora si lecca le feritedel commissariamento; se invece si trattassedi casi isolati da cosa deriva la sempre piùpericolosa convinzione dei colpevoli chequesta città sia una terra di nessuno in cui sipuò fare ciò che si vuole senza tema di esse-re puniti?Sarebbe il caso di prendere provvedimentiprima che la città si spopoli… o peggio.

lr

A febbraio di quest’anno è cominciata l’attivitàdell’Associazione per la Ricerca della BiodiversitàAutoctona (ARBA), che si pone l’obiettivo di salva-guardare le varietà vegetali e animali autoctone delnostro territorio. In questi mesi i suoi membri hannomesso in campo diversi progetti legati al recupero dipiante oggi quasi del tutto scomparse, come il granoantico, la cicerchia della Locride, 42 differenti varietàdi legumi e 4 varietà di melanzane. Grazie ancheall’attività di Orlando Sculli, membro dell’associazio-ne che ci parla settimanalmente di queste piantemeravigliose dalle colonne del nostro giornale con larubrica “I frutti dimenticati”, l’associazione avevaappena fatto attecchire gli innesti dell’ulivo del cri-sma e dell’ulivo leucocarpa, al centro di un progettodi recupero che avrebbe riguardato non soltanto laLocride ma anche la Grecia, della quale l’ulivo delcrisma è originario. Gli innesti, infatti, sarebbero pre-sto stati trasportati in barca a vela nell’isola di Krasosper garantire loro nuova diffusione, se non fosse statoper quanto subito nella giornata di mercoledì 7 giu-gno. Le piante, che si trovavano nella sede dell’asso-ciazione in Contrada Pellegrina, a Siderno, sarebbe-ro state infatti mangiate dalle capre di un allevatore,che le avrebbe lasciate libere di pascolare dove nonavrebbero dovuto, permettendo che gli animalidistruggessero non soltanto gli ulivi, ma anche 70varietà di piante di prugne locali, ritrovate giovedìmattina irrimediabilmente danneggiate dai membridell’ARBA. Un incidente dovuto alla negligenza eall’abuso del proprietario degli animali che, lascian-doli liberi, ha obbligato i membri di ARBA a far slit-tare il progetto condiviso con la Grecia di un interoanno.

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COPERTINA - SAN LUCA, PUNTO E A CAPO

FORTUNATO NOCERA

Sia beninteso che il sottoscritto non si vuoleergere a censore o critico delle istituzioni,che fanno il loro dovere secondo la legge elottano il malaffare nella nostra Regionecon impegno e competenza. Il tumore mali-

gno che ha messo le radici da tempo nel corpo giàmalato della Calabria e, in quello di altre regionidella penisola, va combattuto ed estirpato; perchéè il principale responsabile del declino morale,sociale, culturale ed economico del Mezzogiornod’Italia, soprattutto.Le ragioni storiche che hanno ridotto la Calabria inqueste condizioni sono state studiate e sono note:l’isolamento territoriale, l’abbandono del territorioal proprio destino e lo scippo, dopo l’Unità, dellerisorse e delle poche realtà produttive industriali, lacattiva amministrazione, l’incompetenza dei rap-presentanti politici e il loro cattivo esempio, la dila-gante corruzione a tutti i livelli, la continuazione,nonostante la fine del feudalesimo, della mentalitàmedievale e servile del popolo, adottata dalla’ndrangheta per asservire e terrorizzare i deboli, l’i-gnoranza coltivata con una cattiva scuola osannan-te a un Risorgimento mai capito e mai auspicatodal popolo. Le due guerre del secolo scorso e leoceaniche emigrazioni hanno fatto il resto. Infine ladistribuzione degli abitati in più di 400 centri su unterritorio in maggior parte montagnoso e poco pro-duttivo. Questo è stato il brodo di coltura di cui sisono nutriti i mafiosi, per fondare nei paesi le loroconsorterie delinquenziali, per terrorizzare e sog-giogare le popolazioni, in genere pacifiche. Ora, lo Stato unitario, invece di cercare di capire imotivi che hanno determinato in tutto il Sud que-sta situazione sociale, ha tentato di affrontare ilgrave problema sociale con la forza, a cominciaredal periodo del cosiddetto brigantaggio, che altronon è stato che protesta per una maggiore giustiziasociale. Questa premessa per dire che una stampa naziona-le prevenuta e ignara delle vicende che hannodeterminato questo disastro sociale, si tiene sem-pre pronta per cogliere il momento opportuno pergettare fango su tutto il popolo calabrese, del tuttoinnocente, anzi vittima della situazione; perché leconseguenze più terribili le affronta la popolazionedel luogo, sia sul piano sociale ed economico, chesu quello delle offese alla dignità delle comunità.Così al tempo dei sequestri di persona, quandosono state versati fiumi di fango su intere popola-zioni, anziché sui delinquenti che commettevano icrimini. E al tempo delle faide, vere guerre trabande per conquistare i primati di comando neipaesi. Al tempo del fenomeno della droga. Le popolazioni invece di essere difese da questomorbo infestante, vengono accomunate ai delin-quenti, e addirittura si inventano favole giornalisti-che per coinvolgerle. Un ingenuo e certamente non molto sveglio citta-dino di San Luca ha dato occasione, con un insanogesto (parole sue), alla stampa locale e nazionale discagliarsi, ancora una volta, contro il paese e quin-di contro l’intera Calabria. Certa stampa sembraappostata solo per cogliere i momenti critici per poisbandierali come atteggiamenti comuni a tutto ilpopolo. Nessuno ha però sottolineato l’impruden-za delle forze dell’ordine nel far avvicinare ad unpregiudicato, ricercato per più di quattro lustri,curiosi nullafacenti. Ma tant’è. Nessuno ha sottoli-neato che molti sanluchesi hanno raccolto firmeper chiedere al prefetto di mantenere al suo postoil commissario prefettizio a cui il popolo ha ricono-sciuto i meriti di una buona amministrazione. Oche esiste, da qualche tempo a San Luca un Istitutoscolastico Comprensivo di prim’Ordine, che lostesso don Ciotti ha elogiato per efficienza, qualitàdi formazione e presidio di legalità; che esisteun’entità culturale come la Fondazione CorradoAlvaro che ha portato il nome di San Luca, comecentro di cultura, nel mondo. Che, sempre peropera del Commissario Gullì, è stato aperto a SanLuca il Centro Luce dell’ONG Save the Children.Abbiamo sentito la Sottosegretario Elena Boschi,in occasione della consegna del Campo sportivo(eccellente operazione) dire che oggi lo Stato hadimostrato di esserci a San Luca. Ma non si èaccorta, forse perché nessuno l’ha avvertita, che aipiedi del paese c’è un pericolo permanente, che lominaccia da sempre: la fiumara Bonamico, chemalgrado il nome ha procurato tanti lutti a SanLuca. Ora la fiumara, in alcuni punti ha il letto piùalto della strada provinciale che la costeggia. È unproblema serio. Nel gennaio del 1946 il fiume èuscito dall’alveo e ha trascinato via una macchinacon tre persone a bordo, il sindaco dell’epoca DeFiores ci ha lasciato la vita; l’alluvione del 1951 haportato via più di cinque chilometri di strada, duevittime; quello del 1953, per poco non si è trascina-to a mare un pulman con più di trenta persone abordo. E poi il nubifragio del 1972 si è riportatoalcuni pezzi di strada rifatti da poco, anche perchéerano stati ricostruiti ancora più in basso di prima epiù vicini al fiume, dove sono ora (con buona pace

del Genio Civile). Naturalmente la cosa è stata piùvolte segnalata, addirittura s’è fatto un convegno.Promesse e niente altro. Adesso aspettiamo il pros-simo disastro. Quest’ultima alluvione ha distrutto ilpaese antico seicentesco, reso inabitabile, i cittadi-ni sono stati sloggiati dalle loro case e mandati neglialberghi della marina, non ci sono più tornati.Nemmeno uno degli alloggi promessi agli sloggiatiè stato ricostruito. Chi ha voluto una casa sua è par-tito per la Germania, la Francia, il Belgio,l’Australia. Quel giorno la sottosegretario avrebbe potutochiedere ai cittadini (se ne avessero fatto parlarequalcuno!) quali erano le cose che il Governo aves-se potuto fare per portare un poco di lavoro per igiovani, quali potevano essere le risorse locali sfrut-tabili per avviare un processo produttivo. Qualierano le necessità impellenti del paese per i servizipubblici: strade interne, camposanti, strade dimontagna. Il Santuario più importante della pro-vincia, Polsi, aspetta da secoli una strada praticabi-le, ma siccome la buona stampa l’ha battezzato coltermine blasfemo di Santuario della mafia, non sitrovano i fondi. Niente si salva a San Luca tutto èmafia anche i santuari mariani millenari. Ora se laprendono anche con i bambini: il Vescovo delladiocesi ha sospeso la cerimonia annuale dellaCresima dei fanciulli, dopo lo storico baciamano:noi non riusciamo a vedere il nesso! Che cci azzec-ca avrebbe detto il politico molisano Di Pietro.Io credo che sia arrivato il momento di avvalersidell’articolo 18 della Costituzione e fondare ilComitato permanente per la difesa dei diritti e delladignità dei cittadini, per riappropriarci della “sovra-nità” popolare ed esercitare, nei confronti di chitenta di strumentalizzare il potere che gli deriva dauna delega del popolo, un’azione di controllo civi-co e di forte contrasto democratico.A ciò si potrebbe obiettare che questo è un compi-to della Magistratura. Noi invece crediamo che ilpotere giudiziario abbia già il gravoso compito dioccuparsi dei reati penali, delle mafie, delle ina-dempienze normative e della vigilanza dell’applica-zione della legge. Il Comitato servirebbe per la sor-veglianza sugli abusi dei poteri locali, sui diritti per-sonali e collettivi conculcati, per la difesa delladignità della comunità, per la difesa dei beni comu-ni e per il sostegno all’Amministrazione comunalenella progettazione e realizzazione delle opere dipubblica utilità.

La favola di San Luca

La stampa nazionaleprevenuta e ignara

delle vicende chehanno determinatoil disastro sociale

nella nostra terra,sembra appostata

per cogliere imomenti critici perpoi gettare fangosu tutto il popolo

calabrese, cheinvece di essere

difeso dal morboinfestante, vieneaccomunato ai

delinquenti. Così èstato fatto nei

giorni scorsi a SanLuca.

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www.larivieraonline.com COPERTINA - SAN LUCA, PUNTO E A CAPO VENERDI 09 GIUGNO 07

UMBERTO LANDI

Da quando, la mattina della Festa dellaRepubblica, “U capra”, latitante da unquarto di secolo, è andato a foraggiarel’interminabile elenco di boss di ‘ndran-gheta catturati nella propria abitazione, a

occupare le prime pagine dei giornali non è statala cattura del Giorgi in sé o il fatto che avesse vis-suto per tutti questi anni in un buco in compa-gnia di 160mila Euro sottovuoto, ma il gestoimpulsivo di Antonio Vottari, vicino di casa cheha fatto gridare allo scandalo un’intera Nazione.L’immagine del boss sorridente, che usciva trion-fante e senza manette dalla propria abitazionestimolando la genuflessione dei suoi vicini dicasa ha contribuito ad alimentare l’immagine diuna mafia resa poetica, Gratteri non me nevoglia, non dall’inventiva di un cineasta d’oltreo-ceano, ma dallo Stato stesso.Le grandi operazioni delle forze dell’ordine, dache mondo è mondo, vengono condotte con ilfavore delle tenebre e durante i giorni lavorativiper due semplici ragioni: ridurre il rischio che ilcatturando possa darsela a gambe e garantire lapubblica sicurezza dei cittadini. Questa normadel buonsenso è stata invece violata almeno indue occasioni recenti. La cattura di RoccoBarbaro lo scorso 8 maggio (quando a fare noti-

zia fu, guarda caso, la presenza di tutta Platì inpiazza per assistere all’operazione delle forzedell’ordine) e quella del suddetto Giorgi che,come scrivevo prima, non è nemmeno statoammanettato. Perché proprio l’arresto di duesuperlatitanti di tal fatta, nei due paesi che più diogni altro al mondo vengono considerati la casadella criminalità organizzata calabrese, romponocosì platealmente gli schemi? Non si può negareche, se i cacciatori avessero fatto irruzione incasa di Giorgi alle 4 del mattino, tirandolo giùdal suo giaciglio mentre dormiva e trascinandoloin strada spaventato, pallido e ammanettato,oggi staremmo parlando di qualcosa di total-mente diverso.Invece, portando a termine l’azione investigativanella mattina inoltrata di un giorno di festa ci siè assicurati che Sebastiano Giorgi non vengaricordato per gli atti criminali di cui si è macchia-to, ma per il “baciamano” del vicino di casa, chefinisce inconsapevolmente per etichettare séstesso e tutti i suoi concittadini come ‘ndranghe-tisti, rendendo più piena e soddisfacente la vitto-ria dello Stato sulla criminalità organizzata. Sisarebbero insomma create le condizioni utili aricordare all’Italia il potere della ‘ndrangheta sulnostro territorio, dimostrando che la criminalitàfa facilmente presa su una popolazione ancoraassoggettata e complice per scelta, e non perché

abbandonata dalle Istituzioni.Grazie alla partecipazione straordinaria dellastampa, dunque, è partito l’ennesimo circomediatico corredato da voci indignate, parole dirimprovero e persino intimidazioni velate; unturbinio di dita puntate e di “Pentitevi!” giuridi-ci e divini che culmina con il candido “ho combi-nato un casino” di Vottari ai microfoni del TG3Regione, trasferitosi per l’occasione a San Lucaper un’intera settimana.Il successo ha superato ogni più rosea aspettati-va: non solo è stato catturato un grosso crimina-le mostrando al mondo quanto fosse importantee rispettato, ma grazie al gesto inconsulto diVottari è stato mostrato persino perché lo Statonon si impegna davvero a creare anche nelnostro territorio quelle condizioni di crescita chedovrebbero invece essere diritto costituzionaledi ogni cittadino italiano.Un dirottamento dell’attenzione mediatica checontribuisce al mantenimento dello status quo,esattamente come la questione della “mortedignitosa” a Totò Riina ha fatto passare in secon-do piano (ma forse anche in terzo, quarto oquinto) le ultime gravissime rivelazioni su“Mafia Capitale”.Ma questa è un’altra storia.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Duecento euro dal gioielliere spesi a vuoto.Toccherà mettere via il pacchetto con ilnastro boccoloso e arrivederci all’anno pros-simo, baciamani permettendo. E ricordarsidi non nominare, non il nome di Dio invano,

ma il “se non ti piace, puoi cambiarlo”, perchè sisarà fuori tempo massimo, da 350 giorni. Ora, stu-pidate a parte, alla faccia della chiesa comprensivae caritatevole. Per “colpa” del baciamano di cuisarebbe macchiato il signor Vottari, il Vescovo diLocri ha sospeso le cresime agli adulti in program-ma per il 21 giugno prossimo e proclamato il digiu-no di penitenza. Il signor Vottari dopo 24 anni rivedeva un suo vec-chio amico e, a quanto ha dichiarato, voleva solosalutarlo - possiamo crederci o no, così come possia-mo credere o no che alle forze dell’ordine non siasaltato in mente in tutti questi anni di latitanza diandarlo a cercare a casa sua. Vottari ha chiesto scusa all’Italia, di fronte alle tele-camere del Tgr Calabria, sebbene il suo gesto nonsia stato interpretato nel modo giusto: “io nonavevo alcuna intenzione di baciare la mano a Giorgi- dichiara. - Chiedo scusa ai miei paesani per avercombianto questo casino”. Ancora una volta, a SanLuca, la presunta colpa di uno diventa la colpa certadi tutti. La stampa nazionale ha, infatti, parlato del“baciamano dei cittadini di San Luca”, tutti, indi-stintamente. Vorrei un attimo soffermarmi sull’aspetto tecnicodel baciamano. Il baciamano generalmente partedalla persona che lo riceve, la quale porge il palmoguardando dall’alto colui che si genuflette per rico-

noscerne l’autorità. Antonio Vottari non si è genu-flesso, si è affacciato perchè si trovava al di là delmuretto di recinzione della casa di Giorgi e da quel-la posizione non avrebbe potuto salutarlo in altromodo (poi che il boss non meritasse alcun saluto èun altro discorso). Inoltre, Vottari prende insiemeentrambe le mani e il suo sembra piuttosto un gestoaffettuoso e non il riconoscimento di un’autorità. Soche, magari, è un tipo di saluto diffuso solo nei pae-sini dell’entroterra, ma quante anziane signore salu-tano così un ospite inatteso e gradito, mostrando illoro sorriso sdentato? Comunque, volendo ammettere che quello diVottari sia stato un baciamano al boss, perchè mac-chiare di questo peccato imperdonabile l’interacomunità di San Luca e scegliere di punirla tutta?San Luca negli anni ha dovuto far fronte all’abban-dono dello Stato che ha giustificato la sua assenzalasciando intendere che il paese non si volesse sal-vare. Adesso ad abbandonare San Luca, senzapreoccuparsi di comprenderla, anche la Chiesa.Sono tutti colpevoli e per questo viene preso unprovvedimento che è un po’ come quando vomiti ec’è chi si preoccupa se hai sporcato il pavimentoanzichè chiederti come stai. Un provvedimento daChiesa di Stato e non del popolo. Non ho vistoalcun comportamento da buon samaritano, matanto formalismo, utile neppure come palliativo. Assente, dunque, a San Luca la Chiesa che untempo si premurava di insegnarti ad affrontare lagiornata nel migliore dei modi, sostituita da unachiesa che ti manda a letto senza cena. Così facen-do si continua ad ammettere che i cittadini di SanLuca non nascono con peccato originale: per loro ilpeccato è unico e solo.

San Luca, a letto senza cena!

Il trionfo dello Stato passa dal dirottamentodell’attenzione mediatica

il paese negli anni hadovuto far fronte

all’abbandono dello Statoche ha giustificato la sua

assenza lasciandointendere che san luca nonsi volesse salvare. Adessoad abbandonarlo, senza

preoccuparsi dicomprenderlo, anche la

Chiesa. Sono tutti colpevolie per questo viene preso unprovvedimento che è un po’

come quando vomiti e c’è chisi preoccupa se hai

sporcato il pavimentoanzichè chiederti come stai.

La cattura di Sebastiano Giorgi a San Luca nel giorno della Festa dellaRepubblica è diventata un caso mediatico in seguito al baciamano al bossda parte del suo vicino di casa. Nonostante le spiegazioni e legiustificazioni del protagonista di questa incresciosa vicenda la frittataera ormai fatta, ma l’eccessivo focus su quel gesto di asservimento allacriminalità organizzata potrebbe nascondere qualcosa di diverso…

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VENERDI 09 GIUGNO 08www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

Amministrare o commissariare?

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

Gustavo Zagrebelskyafferma che […] “…lademocrazia, come laconcepiamo e la desi-deriamo, in breve, è ilregime delle possibilità

sempre aperte perché[…] a suo dire […] essa non si basa sucertezze definitive, ma è sempre dispo-sta a correggersi perché tutto può sem-pre essere rimesso in discussio-ne…[…]. Ma non solo. Nel prosegui-re nella sua descrizione del modellodemocratico, pur riferendosi ad altriargomenti, sottolinea come l’afferma-zione definitiva ed indiscutibile di giu-dizi di valore come quelli sottesi alladistinzione tra giusto e ingiusto o trabene e male se non sono consideratiripensabili o ritenuti modificabili pocohanno a che fare con la democrazia.Ora, riportando queste riflessioni inCalabria e riguardo alle prossime ele-zioni amministrative che sono già con-siderate sub judice in termini preventi-vi si potrebbe dire che, in fondo, i con-fini, e i giudizi, tra bene e male, tra giu-sto e ingiusto siano ancora molto nettie considerati insormontabili. Ovvero,alla ricerca di prossimità di vario gene-re si è rischiato di emettere delle “sen-tenze” di esclusione in virtù di un giu-dizio di valore piuttosto che conse-guenza dell’applicazione di una normadi legge. Si è corso il rischio di confon-dere il diritto/dovere di amministrarecon la necessità di commissariare,riproponendo quella sovrapposizionetra il diritto di una comunità di parteci-pare alla vita amministrativa con lavolontà, spesso presunta, di escluderlasecondo una ragione, a volte “ragione-vole” ma non sempre, di tutela. Laverità, per essere intellettualmentecorretti, che la si voglia vedere o meno,è però una sola. Che si tratti di nonsaper amministrare o che si proceda alcommissariamento alla fine si perde

comunque e perdono, con i cittadini,amministratori e commissari.Amministrare male significa non saperesercitare un diritto e non avere acuore le sorti di una comunità dove ilgioco politico deve lasciare spazioall’interesse pubblico e alla condivisio-ne, senza rintanarsi nelle solite beghedi lista che sopravvivono anche dopo ilrisultato elettorale. Commissariaresignifica chiudere ogni possibilità difiducia tra Stato e cittadino. In entram-bi i casi, che si amministri male o che siproceda al commissariamento, ci sitrova di fronte ad un fallimento e ilrisultato che si ottiene è “democratica-mente” un nulla di fatto. Ma, soprat-tutto, ciò che diventa drammatico è ilrischio di far retrocedere ancora unavolta ogni possibilità di crescita inCalabria e nella locride in particolare.Una ennesima retrocessione che puòavere solo un effetto: far disamorare ilgià distaccato elettore dal suo quoti-diano. Ciò svuoterebbe di significatoogni discorso, indicazione o iniziativarivolta verso quella crescita civile chedovrebbe passare attraverso l’impe-gno, il diritto e poi il dovere di ammi-nistrare. Significherebbe attribuire allalegalità un significato diverso da quelloche è in essa insito e che rifugge ognipre-giudizio, magari fondato solo suuna storia di famiglia che ognuno puòcondividere o dissociarsi e che, proprioper questo, andrebbe valutata con l’o-biettività dei fatti e non solo per imba-razzo di un cognome o del luogo diresidenza. Significherebbe, insomma,ricollocare ogni animo nella disaffezio-ne e nell’indifferenza ottenendo,amministrando male o commissarian-do a prescindere e solo per intuitu per-sonae e non per dati di fatto, ciò che lacriminalità in fondo vuole: imposses-sarsi ancora una volta della sfiducianelle istituzioni e nelle procedure a cuile istituzioni si richiamano.

Sparare su Angelo Cofone è come sparare sulla crocerossa... di democrazia cristiana. Eppure Cofone è l'emble-ma della deriva della politica locale, tutta. Con croci esenza croci. È la politica che si fa macchietta inconsapevol-mente e a spese dei cittadini. Nessuna rivisitazione daparte della satira riuscirebbe a denunciare e far riflettere,smascherare e sbattere in faccia a suon di schiaffi la realtàdella politica locale quanto la realtà stessa. La realtà nonha più bisogno di parodie. Il delirio della carica ha già lesue caricature. In ogni amministrazione locale zampetta-no da tempo i cromosomi "Cofone" e li si lascia agire indi-sturbati, in fondo danno colore al grigiume generale.Angelo Cofone, detto Frosparo (cosa vorrà dire?), ha soloavuto la sfiga di essere immortalato ed entrare nella boccafamelica dei social, che - come sempre - non ha avutopietà. Il video del suo comizio finisce su Repubblica, sulCorriere della Sera, sul Fatto Quotidiano. Aspettiamoadesso che lo riprenda Crozza che ha già portato all'ecces-so la caricatura di Razzi, il politico che con i suoi cromo-somi "Cofone" è riuscito a conquistarsi una poltrona inSenato!

mgc

Una politica coi cofoni!

Mugello: un locrese alla corte di re Dovizioso

Il locrese FrancescoMilicia è ormai datempo parte inte-grante dello staffDucati. La sua bril-lante carriera è statasegnata da una pro-gressiva scalata diposizioni lavorativeche lo hanno condot-to a ricoprire ruoli diprestigio che lo collo-cano oggi estrema-mente vicino alla diri-genza. Forte della suaprofessionalità edella sua posizionelavorativa, domenicascorsa Milicia si èpotuto godere daibox la splendida garadel Mugello di MotoGP, vinta da “suo”Andrea Dovizioso suuna Ducati semprepiù meritevole di con-quistare il mondialealla fine del campio-nato.

L’ANGOLO DI PARRELLO

Che peccato!!!

“Che peccato Franco - mi hadetto un mio amico l’altro giorno- gli asini stanno scomparendodalla faccia della terra...” -“Davvero Antonio? Avevo letto esentito, infatti, qualcosa… Poveroasinello! Per secoli ha sempre aiu-tato l’uomo nei lavori più duri efaticosi e forse anche per questo èstato sempre amato... E adesso,come faremo senza più asini sullaterra?...”

Franco Parrello

FOTO NOTIZIA

Pasquale Ceratti vicesindaco di Bianco silascia andare su fb a uno sfogo che ha comeprotagonista l'azienda di servizi ecologiciAsed, con cui la precedente amministrazio-ne ha firmato un contratto per ben 5 anni:"Vergogna... Servizio Ased improvvisato,inefficiente e troppo costoso per la comu-nità... 30.000 euro al mese frutto di un con-tratto di ben 5 anni assolutamente sbagliatoe firmato dalla precedente amministrazione.Triste storia di compari e amici degli amicifinita come sappiamo... in manette. DaVicesindaco di Bianco ritengo esaurita l'e-sperienza Ased che oltre a non assicurare unservizio efficiente pretende pagamenti dicentinaia di migliaia di euro con i quali ilcomune di Bianco potrebbe avere un servi-zio molto più adatto e su misura per la pro-pria comunità. Bisogna fare di tutto perinternalizzare il servizio. Sindaco, svegliati!Frequenti troppe riunioni istituzionali e dipotere targate pd... internalizza il servizio eabbassa la Tari, difendi i più deboli... e ricor-dati che l'Ospedale di Locri sta chiudendonel silenzio generale. I sindaci della Locridedovrebbero dimettersi in blocco, invece sfila-no alla festa della Repubblica... solo peromaggiare i politici regionali di riferimento!!Il 2 giugno ho lavorato 14 ore in un Ospedalesurreale dove la gente non ha punti di riferi-mento se non i pochi medici rimasti comeme... fesso tra tanti fessi che si ostina a pen-sare che la salute sia un diritto costituzional-mente garantito....! Ora, cari bianchesi, tie-niamoci la spazzatura di 2 giorni in casa etiratela fuori quando Ased sospenderà laprotesta. Allora il sindaco o qualche solerteconsigliere o assessore vi avvertirà suFacebook che potete tirare fuori finalmentela spazzatura che pagate carissima..."

Bianco, Cerattidenuncia su fb il fallimento Ased

Il giorno della Festa della Repubblica si è svoltaa Marina di Gioiosa Jonica l’inaugurazione dellanuova sala del Consiglio Comunale, ribattezzataper l’occasione “Costituzione Italiana”. Allapresenza delle autorità e dell’assessoreregionale Federica Roccisano,l’Amministrazione guidata da Domenico Vestitoha cercato anche attraverso questo gesto di sot-tolineare la sua vicinanza alle istituzioni, nonos-tante prosegua il complicato periodo di control-li da parte della Commissione d’Accesso.

Una nuova sala per il ConsiglioComunale di Marina di Gioiosa

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CANDIDATI #undicigiugno2017

a confronto

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

POLITICA A CURA DI JACOPO GIUCA

E’ tempo di votare,come di consueto,vogliamo offrire a voi (e)lettori la possibilità diconsultare in manie-ra chiara e rapida leproposte dei candidati asindaco della Locride.Ricordiamo che nelnostro comprensorio,dopo la scelta di SanLuca di rinunciareancora una voltaalle urne, andranno alvoto 11 comuni esaranno complessiva-mente 25 i candidati asindacotra i quali poterscegliere. Questa setti-mana diamo voce agliaspiranti sindaci diCaulonia, Ferruzzano,Portigliola, Staiti.

CAULONIA

ILCONFRONTOADUE TRACATERINABELCASTROEFRANCESCOCAGLIUSO

HACOMEPAROLED’ORDINETRASPARENZAE POLITICACONDIVISA.MASE LACOLLABORAZIONEDELLABELCASTRO ÈCONGLIALTRICOMUNI,CAGLIUSOCERCA IL SUPPORTOE LE

IDEEDEI CITTADINI.

FRANCESCO CAGLIUSO -Officina delle Idee

Dal programma elettorale: L’ideadi Francesco Cagliuso e dei suoicandidati è quella di realizzare

un’amministrazione condivisa con i cit-tadini, grazie alla quale contribuireinsieme alla crescita di un paese stagna-to per troppi anni nell’isolazionismoamministrativo. Caulonia ha bisogno diun progetto di rinascita forte, che passiattraverso l’incentivazione degli esercizidi ristorazione e dell’impiego e dellapromozione delle eccellenze locali. Inparallelo allo sviluppo agricolo dovràsvilupparsi un programma di promo-zione del commercio locale, dell’arti-gianato e della micro impresa. Ma illavoro non è l’unica cosa di cui il paeseha bisogno. Serve sostenibilità energeti-ca, una campagna di sostenibilità ecolo-gica che crei al contempo economia, ilpotenziamento della viabilità e unagrande attenzione alle politiche sociali,(a partire dal delicato tema della salute)che andranno completate con il pareg-gio del bilancio comunale e l’imple-mentazione della trasparenza ammini-strativa.

FERRUZZANO

A 18 ANNI DALLA SUAAMMINISTRAZIONETORNA INCAMPODOMENICOPIZZI, CHEVUOLERILANCIARE IL PAESEATTIVANDOL’AZIENDATURISMO. PIÙ VASTA, INVECE,L’AREADI AZIONEDIDOMENICOROMEO,CHE PENSAA VIABILITÀ, ECOLOGIA E

PRESSIONE FISCALE.

CATERINA BELCASTROCaulonia Città Futura

Dal programma elettorale: La listaa sostegno di Caterina Belcastrosi presenta come una compagine

di cittadini, professionisti e attivisti desi-derosi di mettersi al servizio della pro-pria comunità con entusiasmo e passio-ne. Oggi Caulonia vive l’allontanamen-to dei cittadini dalle istituzioni che, aloro volta, devono impegnarsi ad assi-curare innovazione e trasparenza.Questi obiettivi saranno raggiunti gra-zie a una politica incentrata sullo svilup-po delle risorse agricole del territorio, ilrilancio dei suoi prodotti, il sostegnoall’imprenditorialità giovanile, unariqualificazione completa dell’urbani-stica e del patrimonio culturale, sulquale poggerà le proprie basi un rilan-cio turistico che coinvolga allo stessotempo cittadini, amministratori e asso-ciazioni di categoria. Grande attenzio-ne, infine, viene assicurata alle politichesociali e all’efficientamento della mac-china amministrativa, che passerà attra-verso il consolidamento dei rapporticon i comuni limitrofi e le istituzioni.

DOMENICO ROMEO - Noi Siamo

Vogliamo donare al paese unagestione dinamica e più efficiente.Ferruzzano soffre un debito di

diverse centinaia di migliaia di € perrecuperare il quale servono sacrifici eun’attenta ristrutturazione degli ufficiamministrativi, oggi non proporzionatialle esigenze del comune. I vigili, adesempio, potrebbero salvaguardare ilnostro bosco e, valorizzando noi lastruttura urbanistica del centro storico,riusciremo a dare al paese una spintaturistica. Implementeremo le politichesociali nei confronti di tutte le famiglie,che hanno bisogno di scuole e centriaggregativi. Avvieremo la differenziataper abbassare le tasse e migliorare lepolitiche ambientali, per salvaguardarele quali aiuteremo i privati nella rimo-zione dell’eternit. Agiremo sull’acque-dotto, sulla rete fognaria e la depurazio-ne, limitando dispersioni e allacci abusi-vi. Nel confronto con i cittadini, infine,è emersa la necessità di migliorare larete stradale e di consolidare le abita-zioni edificate in punti franosi.

DOMENICO SILVIO PIZZISpighe di Grano

Ho scelto di ricandidarmi dopo 18anni perché mi è stato chiesto difarlo, perché nel periodo in cui

ho amministrato ho creato molte operefunzionali e funzionanti, perché amo ilmio paese e voglio che rifiorisca. Oggi aFerruzzano manca il lavoro, per questomi impegnerò a crearne attivando “l’a-zienda turismo”, recuperando il centrostorico e la nostra storia; a tal fineincentiveremo la realizzazione di strut-ture ricettive e di uffici preposti, cerche-remo la collaborazione con i comunilimitrofi per trovare delle strategie disviluppo condiviso e metteremo adisposizione dei cittadini centri cultura-li e aggregativi come una biblioteca. Iresidenti vogliono un miglioramentocomplessivo delle condizioni di vita e,per questo, è imperativo considerarenuovamente la solidarietà come valoreirrinunciabile, mettendo il comunequotidianamente al servizio di tutti,recuperando così quel clima di serenitàche distingue la nostra politica dallacampagna elettorale velenosa dei nostriavversari.

ROCCO LUGLIONuove prospettive

DDal programma elettorale: La lista a sostegno di Rocco Luglioriprende il proprio lavoro esattamente da dove era stato inter-rotto e conta di attuare la propria politica su due differenti

livelli: uno amministrativo e uno gestionale. Il nuovo impegno diLuglio sarà un’azione collegiale, serena e trasparente, che imple-menti i servizi scolastici e le politiche sociali, promuova il lavoro el’azione cooperativa tra i giovani e dia un nuovo volto al paese attra-verso la sistemazione della viabilità, un nuovo impianto di illumina-zione a LED, il completamento di piazze e luoghi di ritrovo, dellarete idrica, la riqualificazione del centro storico e, non da ultimo, unprogetto di albergo diffuso per migliorare economia e turismo delcentro. Grande attenzione anche al risparmio energetico e all’am-biente, con l’introduzione della differenziata porta a porta, la diffu-sione della fibra ottica e l’ampliamento dei progetti di salvaguardiae valorizzazione dei siti archeologici di competenza del comune.

PASQUALINO PANETTA - Il “DOMANI” è il nostro impegno

Dal programma elettorale: La lista a sostegno di Panetta si fondasui principi di trasparenza, impegno e responsabilità, da perse-guire con spirito di servizio, ascolto e dialogo con i cittadini.

Portigliola ha bisogno di centri aggregativi come una ludoteca, unabiblioteca e un centro che si prenda cura degli anziani. Servono sevi-zi alle famiglie, una rete comunale attraverso la quale valorizzare ecurare i siti di prestigio storico e ambientale, una completa rivaluta-zione del tessuto urbano che passi non solo dal consolidamento delleopere già presenti, ma anche dalla realizzazione di un collegamentocon il lungomare di S.Ilario. Ma si dovrà dedicare anche attenzionealle energie rinnovabili, alla differenziata, alla promozione delle atti-vità artistico-culturali, oltre a un generale miglioramento della vivi-bilità grazie alla reintroduzione del servizio dei vigili urbani, almiglioramento dei servizi cimiteriali e igienici e all’implementazionedelle attività produttive e artigianali.

PORTIGLIOLAIL SINDACOUSCENTEROCCOLUGLIOSENTEDI NONAVERANCORA FATTOTUTTO IL POSSIBILE PERMIGLIORARE IL PAESEMA, PRIMADI POTERRIPRENDERE IL

LAVORO, DOVRÀSUPERARE L’OSTACOLOCOSTITUITODAPASQUALINOPANETTA, CHE PUNTASULLE POLITICHE SOCIALI.

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VENERDI 09 GIUGNO 11www.larivieraonline.com POLITICA A CURA DI JACOPO GIUCA

STAITIIL PICCOLOCENTROCHEAFFACCIASULLA VALLEDELLAFIUMARADIBRUZZANO, DIMOSTRAGRANDEATTIVISMOPOLITICOGRAZIE ALLAPRESENTAZIONEDI BENTRE LISTE ELETTORALI PERUN TOTALEDI 27

CANDIDATI TRACONSIGLIERI E ASPIRANTI SINDACI, CHECOSTITUISCONOBEN IL 10% DELLA POPOLAZIONEDELL’INTEROPAESE. FORTUNATAFOSSO, CANDIDATACONLACOMPAGINE “UNITÀ PERSTAITI”, SI

CONFRONTERÀCON LALISTA “IL FUTUROÈNELLE RADICI” GUIDATADAGIOVANNAPELLICANÒECON “IGIOVANI PERSTAITI” A SOSTEGNODEL SINDACOUSCENTEANTONIODOMENICOPRINCIPATO. PICCOLA

CURIOSITÀ: CONTRARIAMENTE AQUELLOCHE SI SAREBBE PORTATI APENSARE, I CANDIDATI PIÙGIOVANI NONMILITANONELLA LISTADI PRINCIPATO, BENSÌ ENTRAMBI INQUELLADELLAPELLICANÒ (CHEDETIENE ANCHE ILPRIMATODIAVER PRESENTATO INCANDIDATI CON L’ETÀMEDIA EFFETTIVAMENTEPIÙ BASSA) E RISPONDONOAINOMIDIBRUNOMARINOEFRANCESCASTELITANO(RISPETTIVAMENTECLASSE ’94 E ’96). NONOSTANTE INOSTRI SFORZI PERCERCAREDI CONTATTARE I CANDIDATI EDARE LORO LAPOSSIBILITÀ DI ILLUSTRAREBREVEMENTE IL PROPRIOPROGRAMMAELETTORALE, LANOSTRAREDAZIONENONÈRIUSCITA IN ALCUNMODOASENTIRENESSUNODI LORO, NÉAREPERIRE I PROGRAMMI ELETTORALI DAI QUALI ESTRAPOLARE I

PUNTI NODALI DELL’EVENTUALE AZIONEAMMINISTRATIVACHE STANNOPROGETTANDODIMETTERE INCAMPO.

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Lo Scialai Beach Restaurant & Distrazioninasce dalla fusione de Il Veliero, graziosolido&ristorante, e lo Scialai, elegante loungebar, situati sul lungomare di Locri.Un ambiente accogliente e tranquillo, affaccia-to sullo splendido Mar Jonio a pochi metri dal-l’antica colonia greca di Locri Epizefiri fonda-ta nel VII secolo a. C.Lo Scialai Beach Restaurant & Distrazioni è illuogo ideale per festeggiare con eleganzainformale e raffinatezza ogni tipo di ricorrenzaed eventi privati di ogni genere: compleanni,anniversari, matrimoni, cene di gala e azienda-li, concerti, mostre, sfilate di moda e qualsiasialtro evento.Spazi esclusivi, ambienti lounge, musica dalvivo e disco.Se siete alla ricerca di una location esclusiva loScialai vi dà la possibilità di scegliere e indivi-duare autonomamente l’ambiente che più visoddisfa.Le ambientazioni disponibili sono diverse esuggestive: dall’atmosfera chic del lounge baralla meravigliosa atmosfera ed eccellenza delristorante sul mare, di giorno oppure di sera,a lume di candela in riva al mare, in una atmo-sfera da mille e una notte.

Lo Scialai è ospitalità e creatività. Il pesce fre-sco del Mar Jonio si incontra con estro e gustocon la nostra tradizione e cultura. Le nostrepietanze sono preparate al momento con pro-dotti selezionati, rispettando la tradizione dellacucina calabrese e la stagionalità. Se avetequalche intolleranza o allergia vi preghiamo disegnalarlo per tempo, sarà nostra cura trovaregli ingredienti sostitutivi per garantirvi lamigliore esperienza di gusto. Quest’annoabbiamo deciso di privilegiare i prodotti chevengono dai presidi Slow Food e da produtto-ri di prossimità territoriale.Un magnifico panorama marino alle spalle,un’incantevole sobria atmosfera attorno avoi: sono questi gli ingredienti impercettibilima fondamentali che ritroverete nella pizzadello Scialai. Sapori fantastici che arricchi-scono inequivocabilmente ogni alimento. Lapizza allo Scialai non è solo un momento incui soddisferete il bisogno di pranzo e cena,ma un’esperienza dei sensi. Lievitazionenaturale, prodotti tipici provenienti dal terri-torio calabrese, uniti alla sapienza dei nostripizzaioli garantiscono ai clienti dello Scialaila consumazione di un prodotto di qualità.

Lo Scialai è perfetto per incontrarsi con amiciper colazioni, aperitivi e piccole pause di relax;ideale per gustosi spuntini ma anche per happyhour chic e rilassanti.Per un aperitivo con gli amici davanti a un otti-mo cocktail, per un momento di relax dopocena o durante il weekend, per un compleannodavvero trendy, per il tuo addio al celibato o alnubilato o ancora per qualsiasi festa privata.Un ambiente giovane e moderno all’interno,curato nei minimi dettagli con una splendidafinestra direttamente sul mare.

Lo Scialai e il suo staff amano diffondere labellezza della musica e dell’arte percreare magici momenti da condividere con inostri ospiti, per questo diventa scenario didiversi eventi.Organizziamo concerti, mostre e dj-set sele-zionando artisti, visioni e sonorità nuove e tra-dizionali per rendere unica l’esperienza vissu-ta allo Scialai.Il nostro staff è al vostro completo servizio inqualsiasi momento, per qualsiasi info e richie-ste visitate la nostra pagina fb Scialai.

Buona stagione 2017

Colori in armonia con la natura, tende biancheper i baldacchini che realizzano una cornicecurata fin nei minimi dettagli dallo staff. LoScialai offre: wi-fi free, servizio inspiaggia, ombrellone e sdraio e possibilitàdi affittare baldacchini per le vostre giornateal mare ma anche per i vostri aperitivi e seratenotturne. È presente, poi, un’area fitness, uncampo di beach tennis, un’area bambini&babysitters per i clienti del locale. È possibile inol-tre prendere lezioni di windsurf e beach ten-nis.Troverai anche un piccolo chiosco per un servi-zio completo: pranzo, take away, bibite fre-sche e gelati, per allietare e rendere più como-do il vostro soggiorno. E per chi vuole goderedello splendido tramonto, il lounge bar offreuna varietà di cocktail e drink serviti on thebeach.

VENERDI 09 GIUGNO 13www.larivieraonline.com

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VENERDI 09 GIUGNO 15www.larivieraonline.com SOCIETÀ

Il letale ed anacronistico ossimoro del Palazzo –18

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GERENZA

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AddioillusioniE allora, allora continuiamo... sicontinua a vivere, anche se lerelazioni con i presunti amicisono finiti! Ti illudi che gli altrihanno tanto da insegnare, ma poiti accorgi che il più grande èancora alle elementari…Momenti persi per studiarli, perassecondarli, per favorirli neimodi migliori e si constata che ilpiù distinto di loro deve ancoracomparire! Servilismi, ipocrisie adestra e a manca…: “Sapessi chiè la signora, e chi è il personag-gio! Non sai con chi ti trovi, è unonore se stasera alla manifesta-zione ci sia la tale, viene anche ilsuper!”Chi sei per stare vicino a cotantagente? Sono famosi per censo,per possesso di tutto… atavicosenso del potere e superiorità,con disprezzo del prossimo. Tuttivegetano, felici di aver raggiuntoun certo status, e vivono senten-dosi sempre grandi, di quellasuperiorità basata sul nulla!Giudicano i simili esseri inferiori,solo loro eccellono in tutti icampi dello scibile umano!L’umiltà sconosciuta, per loronon ha significato! La sostitui-scono sempre, agendo con smo-data arroganza! Bisogna fermar-si, guardare, scrutare, senz’altrosi noterà che mancano di quelminimo di cervello che fa di unindividuo una persona. La mega-lomania è un difetto,i beni posse-duti sono orpelli esterni, forni-scono comodità per vivere, manient’altro. Se si cerca un esserecon sensibilità e coscienza, all’al-tezza di coesistere insieme aglialtri, senza offendere e calunnia-re sarà un’impresa difficile. Glionniscienti, allora, apparirannoin una sfilata di lavandai incoro-nati, facenti parte di una teoriasenza fine, manichini, espostinella vetrina della vita!

Brown Jo

Egregio Signor Sindaco,

Nel leggere il Suo, inaspettato saluto ai Ciminesi, hoavvertito una nota di tristezza. Così, non ho potuto fare a meno di ripercorrere, colpensiero e non solo, tutti quei momenti del vissutotrascorso che hanno favorito incontri, instaurato rap-porti, decretato collaborazione, stima e rispetto delSindaco, ma anche della Persona.Il Suo primo e grande estimatore è stato Rocco epoi, non poteva essere altrimenti, di riflesso, l'interafamiglia. Dice di possibili errori che potrebbe aver fattodurante i Suoi mandati?Beh!Ciò che balza agli occhi di Una Ciminese "fuorimano" è che ha avuto la grande capacità intellettua-le e umana, di rendere partecipi, coinvolgendo inqualche modo, anche chi, come noi che, per scelta onecessità ha strutturato la propria vita, lontano dalPaese. Al di là delle iniziative messe in atto durante la Sua

amministrazione, che possono essere state premia-zioni o riconoscimenti, apprezzate e ricevute cononore, vi è l'intuizione di essere riusciti a fare "rete" tra i nati, o comunque originari del nostro Paese;riunire idealmente i paesani che vivono lontano, alNord e/o fuori d'Italia e che hanno dato, e dannolustro al nostro Paese, grazie alla loro opera e al loroingegno.Mantenere viva la storia, le tradizioni e la culturadel nostro territorio, rafforzando i legami con laterra d'origine, agevolando una partecipazione atti-va è importante per mantenere salde le proprie radi-ci, l'appartenenza, perché, ovunque la vita ci possaaver portato, Noi siamo e restiamo "essenza" diCimina '.Sono lusingata di aver fatto la Sua conoscenza, unGrazie di cuore da parte di tutta la mia famiglia e,con i migliori auguri per quelli che saranno i Suoiprossimi interessi, La saluto cordialmente.

Lina Martelli/Rocco Mina

La rettifica di Renato BellofioreIn relazione all'articolo a firma di MariaGiovanna Cogliandro pubblicato in data04.06.2017 sul giornale "La Riviera online" edizione telematica dal titolo:"Politica, altissima, purissima, levissima",l'avv. Renato Bellofiore smentisce catego-ricamente il suo coinvolgimento o la suacomplicità in ordine a quanto affermato inproposito dal Furfaro; per tali fatti eviden-zia di aver immediatamente sportodenuncia querela nei confronti di quest'ul-timo per i reati di calunnia e di quant'altroritenuto ravvisabile dalla Procura dellaRepubblica competente. Corre l'obbligodi riferire che la dichiarazione del Furfaroè certamente falsa essendo l'avv.Bellofiore assolutamente estraneo a qual-siasi ipotesi di complicità nell'incendiodella sua autovettura; non volendo e nonpotendo entrare in maggiori dettagli che a

livello mediatico lasciano il tempo che tro-vano e per il dovuto rispetto nei confrontidella Magistratura, l'avv. Bellofiore rilevache il mezzo incendiato era dotato diimpianto a gas (gpl), privo di assicurazio-ne incendio e furto, ed era parcheggiatosotto i balconi dell'appartamento delmedesimo vicino la cameretta dellebimbe, e che mai e per nessun motivoavrebbe messo a repentaglio la incolumitàdelle stesse e dell'intera sua famiglia e cer-tamente non rientra nella moralità dell'av-vocato Bellofiore acquisire consensi utiliz-zando metodi che definire impropri è uneufemismo. A Gioia Tauro ognuno ha lasua Storia".Con riserva di ogni migliore azione e tute-la.

Avv. Renato BellofioreAvv. Domenico Dato

Lo scorso 4 giugno è rimasto coin-volto in un incidente mortale, verifi-catosi a Rimini, Giuseppe Pelle, 33anni, originario di Antonimina maresidente a Siderno. Qui, infatti,lavorava come titolare del notoombrellificio Furfaro, che conta unasede anche nel popoloso centrodella riviera romagnola. GiuseppePelle lascia la moglie e due figli. Lagrande partecipazione ai funeralisvoltisi mercoledì 7 giugno, nellaChiesa S. Maria di Portosalvo, aSiderno, ha dimostrato una volta dipiù quanto il professionista fosseamato dalla nostra comunità equanto mancherà non solo ai pro-pri familiari, ma a tutti coloro che lohanno conosciuto.

Nelle abituali riunioni fra tutti i consiglieri del comune diSant'Ilario dello Jonio, il sindaco Pasquale Brizzi ci racco-manda di non limitarci soltanto ad evidenziare i problemima, soprattutto, di proporre la relativa soluzione. Ci pro-verò. Abbiamo visto la disparità di trattamento fra il cittadi-no della provincia di Reggio Calabria e l'omologo friulano.A dire il vero vi è stata una proposta di legge: la tariffa unicaItalia che si proponeva di uniformare i prezzi della RCAutosu tutto il territorio nazionale e, soprattutto nelle regionidove l'assicurazione dell'auto è più cara. Questo abbatti-mento delle tariffe assicurative sarebbe stato possibile gra-zie alla correttezza ed al virtuosismo di molti automobilistiche non hanno fatto incidenti negli ultimi 5 anni ed hannoinstallato sulla propria vettura la famosa scatola nera. Lapercentuale di sconto sarebbe stata decisa dall’Ivass, ovverol’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (esiste!) che,dopo aver confrontato le tariffe assicurative delle regioni eprovince italiane, avrebbe stabilito una media. Questamedia avrebbe dovuto tenere in considerazione anche laclasse di merito ed altri fattori virtuosi. Però, la “Tariffa RCAUTO unica” ha trovato sfavorevole l’Ania (Associazionedelle Assicurazioni) che dichiara testualmente:”Questenuove norme, concepite per ridurre il costo dell’assicurazio-

ne per gli automobilisti delle aree particolarmente a rischio,comporterebbero l’aumento dei premi a carico degli assicu-rati di zone d’Italia in cui la possibilità di causare un inciden-te è meno elevata. La tariffa unica dell’assicurazione nontiene conto delle condizioni di rischio oggettive, quali laqualità del traffico, le condizioni di manutenzione delle stra-de ( sarebbe il caso di dire cornuti e mazziati in quanto, oltrea essere penalizzati per non avere strade periodicamenteinteressate alla manutenzione, lo siamo ulteriormente inquanto questo incide negativamente sul premio!), e la fre-quenza dei sinistri”. Altro punto della proposta di legge inmateria di Rc auto a favore degli automobilisti era sicura-mente quello che prevedeva il bonus per l’allineamentodella polizza alla media nazionale. Con questo non vi sareb-be stata più la disparità territoriale tra i premi tra automo-bilisti virtuosi in base alla città di residenza. Ma questadisparità di trattamento ai nostri parlamentari, se fra gli altriprivilegi è contemplato anche lo sconto, in testa la Bindi eScilipoti,( la prima toscana e l'altro siciliano) non interessa.C'è un'altra proposta, ne parleremo.

ContinuaToninoCarneri

Lettera aperta al Sindaco Polifroni di Ciminà

Un incidente d’auto ci porta via troppo presto Giuseppe Pelle

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AttuALità

Da Locri a Siderno una battaglia di civiltà Mercoledì si è svolta

a Locri una cerimoniache, come segnalato dai

sottoscrittori con unanota stampa, “tende

a esaltare la ‘sacralità’della funzione del giudi-

ce, che non può e non deve essere

condizionato da alcuno”

In concomitanza con la partenza della “Carovana per la giustizia”, pro-mossa dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transapartitod'intesa con l'Unione delle Camere Penali Italiane finalizzata a unaproficua raccolta firme sulla proposta di legge costituzionale per laseparazione delle carriere nella magistratura, a Locri si è svolta mer-coledì pomeriggio una cerimonia particolare.Dinanzi al Sindaco, Giovanni Calabrese, e al segretario comunale sisono presentati, fra gli altri, Giovanni Mario Filocamo, magistrato, giàPresidente del Tribunale di Locri, Francesco Carnuccio e il direttoreeditoriale del giornale “Riviera”, Ilario Ammendolia.Una cerimonia che, come segnalato dai sottoscrittori con una notastampa, “tende a esaltare la ‘sacralità’ della funzione del giudice, chenon può e non deve essere condizionato da alcuno”. Una cerimonia infavore di una battaglia di civiltà e di democrazia… Sì! Proprio così.Immaginare di avere un giudice terzo e imparziale e garantirne la suaautonomia e la sua indipendenza rispetto all'attuale uniformità di car-riere vuol dire garantire i principi di un giusto processo consacrati nel-l'art. 111 della Costituzione.Oggi, come affermano i protagonisti della cerimonia, abbiamo “da unaparte un giudice e un pubblico ministero accomunati da esperienze,concorsi e carriere professionali intrecciate, dall’altra un difensore iso-lato dal contesto e posto in una situazione di obbiettiva difficoltà nelfar valere i diritti del suo assistito.”E allora ben venga la “Carovana per la giustizia” promossa dal PartitoRadicale e guidata da Rita Bernardini e Sergio D'Elia. Una carovananazionale che parte proprio da Reggio Calabria, per toccare, suppor-tata dalle camere penali territoriali di volta in volta presenti, le varie

province calabresi.Una carovana nella Calabria afflitta da una grave forma di desertifica-zione democratica, civile e politica.Reggio (9/10/11 Giugno), Melito Porto Salvo (9 giugno), Locri (12 giu-gno), Platì (11 giugno), Africo e San Luca (14 giugno), Siderno (12 giu-gno), Palmi (13 giugno) e poi Catanzaro (15 giugno), Scalea (16 giu-gno), Cosenza (17 giugno).Tra piazze e istituti penitenziari per consentire a chiunque, non soloavvocati, di dare una spinta alla proposta di legge per la separazionedelle carriere promossa dall'Unione delle Camere Penali, privilegian-do i luoghi simbolo dell'arretramento dello Stato di Diritto, dello Statodemocratico e del degrado sociale, economico, civile e politico.Andremo anche dentro le carceri per consentire, grazie alla autorizza-zione e alla sensibilità del Dipartimento per l'AmministrazionePenitenziaria, a chi non può esercitarlo per la condizione detentiva,giusta o sbagliata non importa, l'esercizio di un diritto costituzionale,la conquista avanzata di partecipazione e di cittadinanza democraticaper la quale tanti calabresi, tanti reggini, tanti cittadini, giovani e vec-chi, uomini e donne, negli anni passati hanno speso, a volte sacrifican-dola, la loro esistenza.Lo faremo convinti che non servono solo le 50.000 firme previste dallaCostituzione per la proposta di legge, ma servono i contributi e l'impe-gno di centinaia di migliaia di uomini e donne che con la loro firmasulla nostra proposta di legge vorranno rompere il muro di gomma checirconda un Parlamento di nominati senza midollo.

Gianpaolo CatanzaritiAvvocato socialista e radicale

L'Unione delle Camere Penali Italiane è promotore della Proposta di legge costituzio-nale d'iniziativa popolare “Norme per l'attuazione della separazione delle carriere giu-dicante e requirente della magistratura".La campagna di raccolta firme ha avuto inizio in tutta Italia il 4 maggio scorso e in unmese sono state raccolte più di 30mila sottoscrizioni.La Camera Penale di Locri "Giuseppe Simonetti" partecipa, in qualità di aderenteall'Unione, alla campagna di raccolta e per l'occasione ha organizzato un incontro dibat-tito sul tema "Separazione delle Carriere tra Giudici e Pubblici Ministeri", al quale par-teciperanno l'avvocato Eugenio Minniti, presidente della Camera Penale di Locri, il pro-fessore Ilario Amendolia, direttore editoriale della "Riviera", l'avvocato GiampaoloCatanzariti, coordinatore territoriale del Comitato Promotore per il circondario diReggio Calabria e una delegazione del Partito Radicale composta da Rita Bernardini eSergio D’Elia.L’evento si terrà lunedì 12 giugno 2017 alle ore 18:30, in Piazza Vittorio Veneto, aSiderno Marina.

Il coordinatore territoriale del Comitatoavv. Riccardo Errigo

Separazione delle Carriere: Il 12 giugno a Siderno l’evento dipresentazione della raccolta firme

PROPOSTA DI LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Lo disseancheGiovanniFalcone...

Lo sbilanciamento del sistema delgiudizio penale venne denunciatain tempi non sospetti da GiovanniFalcone, che già nel lontano 1989scrisse: «Comincia a farsi stradafaticosamente la consapevolezzache la regolamentazione delle fun-zioni e della stessa carriera deimagistrati del pubblico ministeronon può essere identica a quella deimagistrati giudicanti, diverse essen-do le funzioni e, quindi, le attitudi-ni, l’habitus mentale, le capacitàprofessionali richieste per l’espleta-mento di compiti così diversi: inve-stigatore a tutti gli effetti il pubbli-co ministero, arbitro della contro-versia il giudice. Su questa direttri-ce bisogna muoversi, accantonandolo spauracchio della dipendenzadel pubblico ministero dall’esecuti-vo e della discrezionalità dell’azio-ne penale che viene puntualmentesbandierato tutte le volte in cui siparla di differenziazione delle car-riere.«Disconoscere la specificità dellefunzioni requirenti rispetto a quellegiudicanti, nell’anacronistico tenta-tivo di continuare a considerare lamagistratura unitariamente, equi-vale paradossalmente a garantiremeno la stessa indipendenza edautonomia della magistratura».Accogliendo l’appello dell’UnioneCamere Penali e nello spirito cheha animato la battaglia di GiovanniFalcone è stata firmata la propostadi legge di iniziativa popolare, chetende a esaltare la “sacralità” dellafunzione del giudice che non può enon deve essere condizionato daalcuno.L’augurio dell’Unione delleCamere Penali è che nella Calabriasiano molti i cittadini che andrannoa firmare in nome di una Giustiziagiusta e per tutelare le garanziecostituzionali.

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www.larivieraonline.com VenerDi 09 GiuGnO 17

“ILARIO AMMENDOLIA

Questa settimana avrei voluto parlare del “baciamano”di San Luca.Le dichiarazioni del protagonista hanno chiarito chevoleva essere un gesto di affetto verso un vecchioamico che non vedeva da venti anni.Comunque e, al di là di San Luca, il baciamano è sem-pre degradante e avvilente perché nessuno dovrebbebaciare la mano a un altro uomo!Così come è mortificante rivolgersi a qualcuno col tito-lo di “ vostra eccellenza”, “vostra signoria” “cavaliere”,“conte” e altre simili amenità. Ancora peggio gli inchi-ni e le genuflessioni verso le autorità (altra cosa è laChiesa)Gli uomini aspirano naturalmente alla libertà e all’u-guaglianza.Chi bacia la mano per scelta (o perché è costretto)rinuncia alla propria libertà e si riconosce inferiore adun altro essere umano.Indignarsi è giusto! Ovviamente non solo con i mafiosiche baciano la mano al loro capo ma con tutti coloroche fanno molto peggio inchinandosi in maniera deva-stante al potente di turno.Qualche domenica fa ho scritto un articolo dal titolo“Populismo in salsa calabrese” . Non so quanti lo ricor-deranno, comunque parlavo di un populismo giudizia-rio evidente, ancora una volta, dopo l’operazione“Jonny” di Isola e della subalternità o meglio compli-cità della classe politica.Un articolo opinabile come tutti gli altri. Anche se leprime sentenze del tribunale della libertà hanno giàmesso fuori dal carcere alcuni imputati.Non c’era nessuna accusa personale a Gratteri maall’uso politico che normalmente si fa delle inchiestegiudiziarie.Ci sono stati molti commenti e molte censure. Tra icommenti ne riporto solo uno, scritto da un alto magi-strato già presidente di una sezione della Corte diCassazione: “Condivido quanto hai scritto. Purtroppoda noi il coraggio di dire la verità non appartiene amolti. Politici e giornalisti tirano a campare preferendopopulismo e antimafia da parata e dando visibilità aimolti ciarlatani sulla legalità”.Non sono coraggioso ma perché ci vorrebbe coraggio ascrivere le proprie opinioni?Eppure è così! In Calabria (e non solo) manca “ilcoraggio di dire la verità” per paura di rappresaglie chenon sono monopolio della mafia.Possiamo concludere: è sacrosanto indignarsi dinanzial baciamano nei confronti di un capo mafia ma biso-gnerebbe esser conseguenti tenendo la fronte altadinanzi a chiunque soprattutto se “Potente”. In casocontrario l’indignazione non è autentica ma strumenta-

le.Un ultimo esempio:Nei giorni scorsi il prefetto di Reggio è stato ascoltatodalla commissione parlamentare antimafia.Riportiamo le sue parole: “Nei comuni di BagnaraCalabra, Bovalino e Campo Calabro, i singoli candida-ti hanno condizioni di candidabilità ed eleggibilità maquasi tutti sono collegati con soggetti che hanno ‘con-troindicazioni’, o direttamente o indirettamente”.“Alcuni candidati consiglieri comunali – come io certi-ficherò con una nota riservata alla commissione –hanno molte ‘controindicazioni’ che ho la vaga impres-sione che daranno molto lavoro alle prefetture”. Sonoqueste parole che, secondo me, introducono allo Statodi polizia e che minano dalle fondamenta i principifondamentali della Costituzione.Non è costituzionalmente corretto che un prefetto, perquanto preparato e rispettabile, in assenza di una sen-tenza della magistratura, possa stabilire le “controin-dicazioni” per un candidato.Pensavo fossero finiti per sempre i tempi in cui peravere il certificato di “buona condotta” dovevi inchi-narti ai notabili del paese. Anche perché oggi le “con-troindicazioni” potrebbero esserci per sospetta vici-nanza ai criminali, domani qualcuno potrebbe pensaredi estenderli a questioni politiche, religiose, razziali.Eppure dinanzi al progressivo e devastante attacco allegaranzie costituzionali, quasi nessuno reagisce.Un baciamano collettivo.In silenzio i partiti, gli intellettuali, i giornalisti calabre-si.E poi ci meravigliamo che un taglialegna bacia la manoal vicino di casa diventato capo mafia?Del resto perché indignarsi?La ‘ndrangheta è un cancro criminale che non si vuoleestirpare perché fa comodo alla “Grande Ndrangheta”che ci sta mettendo il basto e la mordacchia riportan-doci al Medioevo.Ci sono mille prove in tal senso.Per esempio, la legge elettorale che si sta discutendo inParlamento e contrabbandata come “tedesca” rappre-senta un atto che ci priva della libertà di sceglierci i 2/3dei parlamentari.Avremo, ancora una volta, un Parlamento compostoper gran parte da nominati. Parlamentari obbedienti al“Capo” e scelti per essere complici delle grande rapi-na nei confronti dei ceti più poveri per mano di unaminoranza di privilegiati. Testimoni muti di un vergo-gnoso drenaggio di risorse soprattutto dalle zone sotto-sviluppate verso i territori ricchi.Eppure non c’è indignazione!Vige un baciamano di massa rispetto al quale ilgesto di San Luca è solo un innocente petardo controuna devastante bomba atomica.

Baciamo le mani a Vossignoria 

È sacrosanto indignarsi dinanzi al baciamano nei

confronti di un capo mafia ma

bisognerebbe esserconseguenti tenendola fronte alta dinanzi

a chiunque soprattutto se

“Potente”.In caso contrario

l’indignazione non èautentica mastrumentale.

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CULTURA

Ha avuto grande successo, domenica 4 giugno, laGiornata Nazionale dello Sport organizzata graziealla collaborazione tra il consigliere delegato allosport Gianluca Leonardo, la Consulta Cittadina e leassociazioni sportive territoriali. L’evento, svoltosi sullungomare delle Palme, è iniziato puntuale alle ore10 con il coinvolgimento degli alunni delle scuole ele-mentari, ai quali è stata data l’opportunità di cimen-tarsi in sport di gruppo o individuali, dall’atletica aglisport di difesa, dall’equitazione agli sport nautici etanto altro ancora.Nel pomeriggio, come da programma, spazio alleassociazioni nei pressi del palco ubicato dinanzi al

monumento al marinaio, presso il quale, dopo i salu-ti del sindaco e del delegato Zonale CONI SalvatorePapa, si è svolta la premiazione “Sportivo dell’anno”,dedicata a tutti i ragazzi e le società che hanno otte-nuto importanti risultati nel corso della stagioneappena conclusa.Con grande favore è stato inoltre presentato il soste-gno del comune di Siderno alla manifestazione “Lacorsa di Miguel”, una gara podistica che si prefiggel'obiettivo di promuovere lo sport libero per tutti con-tro ogni forma di razzismo ricordando MiguelBenancio Sanchez, un argentino desaparecido vitti-ma del regime totalitario di Videla.

La quinta edizione del FestivalTeatro Scuola, iniziata il 22 mag-gio si è conclusa il 30 maggio conla serata del Gran Galà di pre-miazione, ha registrato numerida record: circa 800 studenti pro-veniente dalle scuole delle pro-vince calabresi, dalla Basilicata edalla Sicilia. Oltre ai premi spe-ciali, sono stati assegnati imigliori posti nelle tre sezioni:scuole primarie, scuole seconda-rie primo grado e scuole secon-darie secondo grado. Il lavororappresentato dal LaboratorioTeatrale Mazzini dal titolo Dalegame a legaccio è un adatta-mento drammaturgico ispiratoalle riflessioni emerse durante unlaboratorio di scrittura organiz-zato nelle classi IV A e IV E(anno scol. 2013/14),curato dallaprof.ssa Maria Pia Battaglia. Iltesto, un atto unico per quadricon taglio registico peculiare delTeatro-Danza, è dedicato a storieche raccontano di amori malati.Terza A e Terza G sono state leclassi coinvolte nel progetto chesi è svolto in chiave sperimentaledurante le ore curriculari graziealla collaborazione dei docentiche hanno lavorato in compre-senza. La Didattica Teatrale cheincoraggia l’Educazione alla pra-tica Teatrale durante le ore curri-

culari, è indicata nelle lineeguida del MIUR: “…In tale otti-ca si inserisce la ratio del legisla-tore con le previsioni contenutenella legge 13 luglio 2015, n. 107,la c.d. Buona Scuola. Per laprima volta nel panorama dellalegislazione scolastica il legisla-tore ha introdotto una norma dirango primario afferente le atti-vità didattiche comunque con-nesse al Teatro. In particolare, il

comma 180 ribadisce il ruolo delMIUR nel fornire alle scuoleindicazioni per introdurre ilTeatro a Scuola. Difatti, il suc-cessivo comma 181 introduce lapromozione, la diffusione, lavalorizzazione della produzioneteatrale attraverso l’accesso,nelle varie espressioni amatorialie professionali, alla formazioneartistica, consistente nell’acquisi-zione di conoscenze e nel conte-

stuale esercizio di pratiche con-nesse alle forme teatrali,mediante il potenziamento dellaformazione nel settore delle artinel curricolo delle scuole di ogniordine e grado, compresa laprima infanzia, nonché la realiz-zazione di un sistema formativodella professionalità degli educa-tori e dei docenti in possesso dispecifiche abilitazioni”. Visto ilsuccesso ottenuto, soprattuttodal punto di vista della crescitapersonale di tutti gli alunni coin-volti, il dirigente Prof. FrancescoSacco ed i docenti ritengono pro-ficuo dare continuità all’espe-rienza. Il Mazzini di Locri haottenuto i seguenti riconosci-menti: Premio MiglioreScenografia (caratterizzata daelementi scenografici ed oggettidi scena estremamente poveri,essenziali, ma di grande impattosimbolico); Premio MiglioreRegia (Per una regia eccellente,sostenuta magistralmente datutti i protagonisti). 1° classifica-to: Da legame a legaccio (Peraver messo in scena uno spetta-colo emozionante che, con ladelicatezza delle parole e la leg-giadria dei movimenti, ha regala-to uno squarcio di poesia di unamore malato, il tutto con unagrande sapienza teatrale).

Giugno, non solo mese di sole, di mare ma quest’annoanche mese delle infiorate.L’infiorata del Corpus Domini: una tradizione secolare;l’unione tra cultura, arte e religione. Per un fine settimana le vie dei centri storici si trasforma-no in piccoli musei all’aria aperta. Tripudio di colori dicui, però, sono artefici gli abitanti del posto. Insomma,una grande festa di popolo.In occasione delle celebrazioni del Corpus Domini (lanona domenica dopo Pasqua), tantissimi paesi d’Italia –ma ormai le infiorate sono presenti in ogni angolo delPianeta – fanno a gara per organizzare le opere d’artepiù belle realizzate con fiori, semi, sabbie, legni ed ele-menti naturali.Genzano: l’infiorata conosciuta in tutto il mondo..Spello: la sfida artistica si combatte a colpi di fiori. Noto: tripudio di colori nella perla del baroccoMonasterace: la più bella infiorata della costa ionica.Un’armonia impareggiabile di colore e di tecnica esecu-tiva danno vita a dei grandi quadri a sfondo sacro peronorare il passaggio del Santissimo. Al nostro Signore,che passa sopra questi tappeti, offriamo la bellezza delleopere e dei colori, l’ingegno, il lavoro e i sacrifici di tantivolontari impegnati in questo avvenimento.Ed e’ con grande gioia e con un po’ di orgoglio cheannunciamo di essere partner del progetto “l’Infiorata

del Corpus Domini” di Taverna dove siamo stati invitaticome ospiti alla conferenza stampa tenutasi presso lasala del consiglio, palazzo S. Domenico il 4 maggio scor-so. In quella sede abbiamo dato dimostrazione delletecniche da noi sperimentate per la realizzazione deitappeti floreali, dando loro consigli su come affrontare levarie fasi di un’infiorata.Arte effimera è stata chiamata: vere e proprie opered’arte, destinate a durare pochissime ore. Eppure, adispetto della loro breve esistenza, richiedono mesi emesi di progettazione. Nel corso delle 11 edizioni dell’in-

fiorata abbiamo acquisito una manualità che ci ha por-tati, e ci porta ancora, alla ricerca di nuove idee al fine direndere sempre più belli e preziosi i tappeti artistici.Questa ricerca ci ha spinti a sperimentare l’utilizzo dinuovi materiali che, in certe situazioni, si sono rivelatipreziosissimi ed efficaci, sia per l’effetto cromatico, siaper la loro versatilità. Dall’accostamento dei colori edalla sapiente mescolanza dei vari materiali, le vie diMonasterace si trasformano in una ricca tavolozza cheogni pittore vorrebbe possedere.La XII edizione si terrà nei giorni 16, 17, 18 e 19 giugno:

si inizia alle 21.00 di venerdì con la cerimonia di apertu-ra; tutta la notte si potranno ammirare centinaia divolontari, di tutte le età, intenti a realizzare a terra i tap-peti colorati, si continua per tutta la giornata di sabatofino al completamento dei lavori; culminerà domenicapomeriggio con la S. Messa e la solenne processione.Il complesso ma inscindibile rapporto tra arte e religio-ne è il fulcro tematico intorno al quale viene realizzatal’infiorata 2017: minuziosa la ricerca iconografica cheripropone soggetti a sfondo sacro ma incastonati dentroun mandala, immagine simbolica basata su figure geo-metriche come il cerchio e il quadrato che rimanda allasfera spirituale.Il tema di questa edizione è: “COSTRUIAMO LAPACE CON I COLORI DELL’ARCOBALENO”. Nelracconto tratto dalla Bibbia, nell’Antico Testamento, deldiluvio universale, Dio mette l’arcobaleno come sigillodella sua alleanza con gli uomini e la natura, prometten-do che non ci sarà mai più un altro giudizio universale. L’arcobaleno è diventato così il simbolo della pace traterra e cielo e, per estensione, tra tutti gli uomini. Lapace è un bene di tutti ed ognuno deve impegnarsi inprima persona per realizzarla.Come i colori dell’arcobaleno illuminano il cielo in ungiorno sereno, così la pace ha il compito di illuminare lavita.

Locri e Roccella parteciperanno alla GiornataNazionale dello Sport, che si svolgerà nellagiornata di oggi per esigenze organizzative chehanno impedito ai due comuni di aderire all’e-vento lo scorso 4 giugno.La Giornata, indetta dal CONI sulla base di undecreto della Presidenza del Consiglio deiMinistri al fine di diffondere la pratica sportivae i suoi valori, si svolgerà a Locri nell’areaparco giochi (lungomare lato Sud) inauguratolo scorso 2 Giugno e, a Roccella sul lungoma-re nord dove saranno allestite diverse areeattrezzate ad ospitare gli atleti delle varie disci-pline sportive partecipanti. Mentre a Locri parteciperanno più di trentaassociazioni che presenteranno le disciplinesportive nelle quali sono specializzate eSaranno presenti i rappresentanti del CONI aiquali va il ringraziamento di tuttal’Amministrazione comunale, a Roccella l’ini-ziativa prenderà il via alle ore 17.00 con gliinterventi di saluto del Presidente della“Polisportiva Roccella”, Gabriele Alvaro, delSindaco della cittadina, Giuseppe Certomà,dell’Assessore comunale allo Sport,Alessandra Cianflone e del fiduciario di zonadel Coni, Salvatore Papa. Nel comune ammi-nistrato da Certomà seguirà dunque la sfilatadelle società e federazioni invitate alla manife-stazione, ognuna delle quali presenterà le pro-prie attività, con dimostrazioni a carattere ludi-co e aggregativo, offrendo ai cittadini e visita-tori la possibilità di cimentarsi negli sport pre-feriti.A conclusione è prevista la consegna di meda-glie per gli atleti più piccoli.

La Giornata Nazionaledello Sport sbarca

a Siderno con successo

INFIORATA 2017 A MONASTERACE

“Costruiamo la pace con i colori dell’arcobaleno “

Successo del gruppo teatro delMazzini al Festival di Girifalco

Oggi a Locri e Roccellala Giornata Nazionaledello Sport

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VENERDI 09 GIUGNO 19www.larivieraonline.com

Nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro le sedi del Liceo Artistico diLocri e Siderno hanno avuto la possibilità di sottoscrivere una convenzione conl’ASL RC che ha consentito ai ragazzi di familiarizzare con i pazienti della strut-tura di recupero neurologico dell’Ospedale e di avviare con essi un’opera di recu-pero dell’edificio stesso.«A una fase iniziale di conoscenza degli ospiti - ci ha raccontato la responsabiledella sede sidernese del Liceo Giovanna Panetta - i ragazzi hanno affiancato unperiodo di progettazione dei lavori di abbellimento della struttura, durante ilquale si sono fatti aiutare dai pazienti che potevano essere impiegati nelle nostreattività».La gestazione di questo progetto di “restauro” è culminata lo scorso mercoledìnell’inizio dei lavori, che stanno impegnando i ragazzi della sede di Siderno nelrefettorio e quelli di Locri nell’atrio dell’edificio.«L’obiettivo primario di questa nostra attività - continua la Panetta - è educare iragazzi alle problematiche sociali, indicando loro il percorso utile a conoscerle,affrontarle e quindi risolverle. Al raggiungimento di questo scopo abbiamoaffiancato le nostre capacità artistiche, trovando il modo migliore di applicarle inmaniera inerente al contesto. Questo nostro progetto, fondamentale per la cre-scita dei ragazzi, si sta svolgendo con successo grazie all’impegno della professo-ressa Maria Amalia Marando, che mi affianca in qualità di referente, del profes-sore Nicola Sacco e della dirigente scolastico Giovanna Maria Autelitano. Ungrande ringraziamento, infine, va a Francesco Macrì dell’UNITALSI, che ci hapermesso di avviare questo percorso».

Poco tempo e si accenderanno nuovamente i riflettorisulle serate estive dedicate alla XXXIII° edizione delPremio Pericle D’Oro, che si svolgerà presso l’incante-vole scenario del Castello Feudale di Ardore e asse-gnerà il Premio Pasquino Crupi per la Cultura, designa-to dalla commissione.Il premio è stato istituito per ricordare Pasquino Crupi,giornalista e direttore responsabile de la Riviera. «Leragioni di questo premio sono molte», dichiara il fonda-tore del Premio Pericle, il maestro Domenico Savica,«fra le prime sicuramente vi è il sentimento d’affetto edi stima che nutrivo nei confronti de “il Professore”,così chiamato da tutti, ma come era giusto che fosse peruno scrittore, saggista, critico, storico, meridionalista.L’altra ragione, senza dubbio più importante dellanostalgia verso chi purtroppo non c’è più, è la grandevolontà di non dimenticare e di perpetuare il ricordo siaper i contemporanei che hanno o non hanno potutoconoscere Pasquino, sia per le generazioni future». «IlProfessore», continua il maestro Savica, «oltre ad esse-re stato un grande uomo, era un amico sempre presen-te nelle mie perenni difficoltà nella realizzazione delPremio Pericle, che tuttavia è giunto al trentatreesimoanno.. Mi è stato sempre vicino con suggerimenti pre-ziosi sulla validità dei personaggi che dovevano essereselezionati per ricevere i Premi Ellade o Gino Gullaceo ancora il Pericle D’Oro”. Lo stesso Professore Crupi

era stato premiato nel 1998 con il Premio Ellade “peraver impiegato con successo le sue energie e la sua intel-ligenza nella ricerca sulla letteratura calabrese, deli-neando nuovi orizzonti nella comprensione delle tradi-zioni culturali, regionali e italiane; per le sue qualitàumane di perseveranza, coraggio e generosa dedizioneche lo accompagnano nella professione di ricercatore edi intellettuale impegnato nella rinascita culturale dellaCalabria.» Il maestro Savica ricorda con grande affettola completa disponibilità di Pasquino Crupi, che ognianno presentava, nel corso della manifestazione, il libro

dell’anno. La sua presentazione era sempre un raccon-to, una scoperta, una storia affascinante che incantava ilpubblico creando un’armonia fra se stesso, l’affascinan-te libro e la piazza gremita. Pasquino Crupi, nato a BovaMarina, è uno dei maggiori intellettuali e studiosi dellacultura meridionale e calabrese. Appassionato oratoree giornalista, vicino alla sinistra, è stato un’icona dellacultura e letteratura calabrese, una delle colonne por-tanti della nostra realtà. Fu operatore del meridionali-smo e “delle ideologie che in esso si incentrano”. Dallapenna pungente e in qualche modo rivoluzionaria è riu-scito a varcare i paradigmi di una “letteratura accomo-dante e di un giornalismo da tastiera” come ricorda lasua redazione in un articolo a lui dedicato. E adesso, aquattro anni dalla sua scomparsa, ancora una voltaviene ricordato all’interno della manifestazione delPremio Pericle in cui la sua definizione di mementosarà nuovamente riportata alla luce. Pasquino Crupidiceva infatti: “memento non significa solo ‘ricordare’,ma anche ‘assolvere il dovere’, impegnandoci in unadifesa dialettica della Calabria da uomini e da giornali-sti”. E’ questo il senso del “Premio Pasquino Crupi perla Cultura”; consegna di un solo premio annuale, che ilCircolo Ellade, pur nelle sue dimensioni operative limi-tate, con modestia, ma con dignità e impegno civile havoluto istituire.

M. Cristina Caminiti

SCUOLA

I ragazzi dell’Artistico abbelliscono la strutturadi recupero neurologico dell’Ospedale

33ª EDIZIONE DEL PREMIO PERICLE

Africo sta conoscendo un’eccezionale stagione difioritura letteraria e artistica.Molte sono le opere di autori di questo paese dellaLocride che hanno avuto un successo nazionale.In questo contesto germoglia una raccolta di poesiedi assoluto valore, opera prima, di Santoro Romeo.Sindacalista impegnato a difendere i più deboli mapoeta autentico sin dall’adolescenza.Santoro Romeo, di anni 64, è nato a Reggio in segui-to all’alluvione che due anni prima ha sconvoltoAfrico Vecchio e la Calabria.La sua famiglia, come tutti gli abitanti dell’anticoPaese, hanno peregrinato in vari centri della provin-cia, prima di trovare una residenza stabile ad AfricoNuova. Già socialista, e non a caso dedica versiappassionati al “compagno” presidente SandroPertini: “… hai sempre lottato/ per questo hai com-messo un grave reato/ degno di essere incatenato econdannato”, è stato assessore nella giunta di sinistradi cui fu sindaco Gianni Bruzzaniti e sindacalista pertutta la vita.Oggi, come da uno scrigno tenuto gelosamentecustodito per decenni, vengono fuori versi di amoreverso la propria Terra e la sua gente, velate dallanostalgia del passato : “le piazze, le scuole, la Casadel Signore,/ dove nascevano le amicizie vere/ ed, avolte, anche l’amore.”Sono versi sussurrati appena da parte di un giovaneche è stato impegnato ad aiutare i genitori nel lavo-ro dei campi e che oggi ha nostalgia di una comunitàdove fiorivano le “amicizie vere” e che non esiste piùse non nella sua memoria e oggi nei suoi versi.

Improvvisamente le parole di Santoro diventanosdegnose quando affronta il dramma della violenzache ha sconvolto e sconvolge ancora i nostri paesi:“… per le strade non si può camminare/ per il conti-nuo scoppiettar di lupare/ non ci sono più amici,tanto meno compari/non c’è più nessuno di cuipotersi fidare.”Per poi ritornare dolci e delicati al ricordo dellamamma, del padre, della donna amata.Nella poesia dedicata al padre si legge “… così havoluto l’ingrata sorte/ quello era il vostro letto dimorte/ Quella triste immagine sbiadita/ mi accompa-gnerà per tutta la vita.”Quella di Romeo è una raccolta importante in cui sifondono sentimenti diversi: nostalgia del passato,voglia di riscatto, affetto per la propria Terra, per ilmondo del lavoro, per il suo sindacato, la UIL, esoprattutto un amore profondo per le persone care.Di se stesso, Santoro dice:“Nella mia vita/ ho sempre amato/ tanto amato soloamato/ ho amato chi mi ha amato/ anche se forse miha odiato.”Che dire?La vena poetica c’è tutta.Non possiamo che auguraci che Santoro Romeocontinui a scrivere per se stesso, per la nostra terra,per tutti noi.La poesia non può che addolcire l’animo e rendercimigliori.Un grazie e un augurio di tutto cuore a questo nuovopoeta della nostra terra che si affaccia all’orizzonte.

Santoro Romeo: quando la poesianon può che addolcire l’animo

Anche quest’anno il premio“Pasquino Crupi” per la cultura

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Page 21: CONTROCOPERTINA Voler vedere · opera della destra eversiva. Infatti il G., senza apparente motivo, ha citato il Papalia nella let-tera scritta prima di suicidarsi. Peraltro, nella

VENERDI 09 GIUGNO 21www.larivieraonline.com CULTURA E SOCIETÀ

I FRUTTI DIMENTICATIA CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

La vite indicata nella fotografia rappresenta ilclone classico del greco di Bianco ormai quasiestinto in quanto sopravvive in due o tre esempla-ri presenti solo nella vigna del defunto FrancescoMezzatesta e di suo fratello Bruno in contradaLacco del Muro a Bianco a ridosso dell’abitato; lostesso clone era presente anche nella vignaD’Aguì a Pardesca .Lo scrivente ha tentato senza successo svariatevolte di salvare la vite dall’estinzione, ma per moti-vi vari ciò non è avvenuto, l’ultima volta per scam-bio di posizione nella vigna; i suoi grappoli hannogli acini più tondeggianti rispetto a quelli dei clonipiù usati e a maturazione essi diventano dorati.Evidentemente per la scomparsa ha giocato a suosfavore la scarsa consistenza del grappolo, costi-tuito da meno di quaranta acini, sostituito neltempo da cloni molto grandi usati ora nei vignetidi Bianco.Esso però offriva un vino sublime non più riscon-trabile, specie se le sue uve venivano essiccate conun’esposizione al sole meno lunga di quanto stiaavvenendo adesso, in parte riconducibile all’usoindicato da Esiodo, scrittore greco dell’VIII seco-lo a.C. nella sua opera “ I Lavori e i giorni “:“Quando Orione e Sirio giungono a mezzo delcielo ( 20 settembre ) e l’Aurora dalle rosee ditavede Arturo, allora, o Perse , spicca e porta a casatutti i grappoli: li terrai al sole ( all’aperto ) perdieci giorni e per dieci notti , per cinque inveceall’ombra; al sesto, poi, porrai nei tuoi vasi i donidi Dionisio che danno tanta gioia “.Infatti si sa che la qualità di un vino deriva anchedalla scarsa consistenza dei grappoli e per giuntaspargoli di una varietà e di conseguenza più gran-di essi sono, peggiore risulterà il vino da essi rica-vati.Infatti il principe dei passiti in Italia, è consideratoil Picolit del Friuli che viene prodotto con grap-poli molto piccoli; talvolta ogni grappolo è com-posto da 10-15 acini, sottoposti però ad una pro-cedura particolare in quanto essi prima della pre-mitura vengono fatti ammuffire; essi infatti produ-cono la “ muffa nobile o “ botrytis cinerea “ che

migliora il vino.L’antico clone poco produttivo con il passare deltempo è stato sostituito con altri molto più grandie di conseguenza più redditizi , sottoposti ad unaprocedura di essicazione più rapida che prevedel’esposizione dei grappoli per otto giorni al sole ecoperti durante la notte da teli di plastica; tale pra-tica danneggia molto i profumi, di cui restanopochi.Anche a Bianco e nei paesi limitrofi, dove si pro-duceva passito in piccole quantità per uso familia-re ed addirittura medicinale, in quanto venivausato per curare la bronchite e la polmonite ,l’ap-

passimento avveniva per due tre giorni al sole epoi rigorosamente nei bassi, arieggiati, però, doveci fosse “ frussu e rifrussu “ e i grappoli venivanoposti su cannicciate o meglio ancora su “ prazzine“ ( cannicciate ) costituite da steli di ginestra. Laprocedura durava più di quindici giorni , ma laqualità era di gran lunga superiore di quello cheoffrono oggigiorno i prodotti offerti, meno ricchidi preziosi effluvi.Qualcuno dei cloni usati offre dei grappoli debol-mente aromatici che vinificati normalmentedanno esiti molto interessanti, un altro poi risulte-rebbe riconducibile alla malvasia delle Lipari , mapare che non ci sia stato un riscontro scientifico,mentre tutti quanti, in modo non uniforme sonovinificati secondo procedure non omogenee, percui ogni azienda esibisce un prodotto diverso daun’altra .Nel campo di conservazione dello scrivente è pre-sente un clone del Greco di Bianco, prelevatonella vigna della famiglia Baccellieri, sottopostoad analisi del DNA dal Centro Sperimentale diTuri, per interesse del dott . Angelo Caputo che, il giorno 1 giugno è ritornato per il secondo annoconsecutivo a fotografare i germogli apicali dei 69viti dal profilo molecolare unico al mondo .La signora Maria Baccellieri ha voluto conoscereil dott. Angelo Caputo da cui è stata gratificata inquanto ha potuto sapere che il clone o forse geno-tipo di greco che abbellisce le sue vigne non èriconducibile alla Malvasia di Lipari e di questopuò andare fiera in quanto esso difende l’assolutaidentità colturale oltre che culturale di Bianco;tale notizia dà rilievo al fatto che quasi sicuramen-te la diceria che il greco di Bianco sia identico allamalvasia di Lipari, è destituita di fondamento. A questo punto è assolutamente necessario ritro-vare, nella vigna dei fratelli Mezzatesta il cloneclassico del greco di Bianco, di modo che possaessere prima messo in sicurezza , contemporanea-mente testato e poi in prospettiva riproposto allacoltivazione, ricordando ancora una volta ai viti-coltori che la qualità non deriva mai dalla quan-tità.

Giuseppa Calarco nacque a Laganadi(RC), in via San Giorgio, il 27 dicembre del1891 da Domenico e Teresa Nunnari. Igenitori si erano sposati il 7 febbraio del1891. All’epoca Domenico, “falegname”,aveva 24 anni e Teresa, “filatrice”, di annine aveva 20. Oltre a Giuseppa nella fami-glia Calarco arrivarono sicuramente alme-no altri due figli Michele Angelo edEugenia Vincenza (n. 17 gennaio 1894).Michele nel 1913, aveva solo 19 anni, deci-se di emigrare per gli Stati Uniti e giunsead “Ellis Island” con il piroscafo“Taormina”. Trascorsi sette anni, nel feb-braio del 1920, il giovane fu nelle condizio-ni economiche per far giungere in Americaanche le sue due sorelle. Giuseppa edEugenia attraversarono l’oceano sulla nave“Residence” e raggiunsero Michele aAuburn, Contea di Cayuga, nello Stato diNew York. Ora, finalmente, una partedella famiglia Calarco si era ricongiunta etutto sembrò, almeno per qualche tempo,andare per il meglio. La vita a Auburn eradecisamente migliore di quella lasciatanella piccola Laganadi. Il lavoro, anche sespesso duro, consentiva qualche agio sinoad allora sconosciuto ai Calarco. La comu-nità italo-americana era assai numerosa eoltre a tantissimi calabresi vi erano anchemolti siciliani. Ed era siciliano DiegoIocolano con il quale Giuseppa fece, pur-troppo, amicizia. All’amicizia farà seguitol’innamoramento e poi, probabilmente nel1921, il matrimonio. Diego Iocolano lavo-rava presso le manifatture “ColumbianRope Company”. Diego e Giuseppa (oraperò i due sono chiamati rispettivamente“Diege” e “Josephine”) andarono a vivereal n. 38 della South Division Steet. Nellastessa palazzina risiedeva, con la sua fami-glia, Michael fratello di Diego. Era trascor-so un solo anno dal giorno del matrimonioquando arrivò il primo bambino: Manuel.L’anno successivo “fiocco rosa” per lanascita di Vincenza (“Vincenzia”). Con lanascita della bambina in Giuseppa si mani-festarono i primi disturbi cardiaci.All’inizio si pensò che il riposo potesse

bastare. Ma, purtroppo, non fu così. Lamalattia era seria e occorrevano per lapovera Giuseppa riposo e medicine. Lasorella Eugenia si trasferì da loro e si sob-barcò l’onere della casa e, soprattutto, deibambini. Per le cure invece occorrevanosoldi. Molte volte nella difficoltà si raffor-zano i rapporti. Non fu così per la famigliaIocolano. Diego divenne intrattabile e silamentava continuamente per le spesecostretto ad affrontare per la malattia dellamoglie. Poi il 17 agosto del 1925 la trage-dia. Come siano andate realmente le cosee cosa scatenò la furia omicida di Diegonon si saprà mai. Sta di fatto che a Eugeniaquando entrò in casa, verso le 9 del matti-no, si presentò una scena orribile. La sorel-la, oramai deceduta, riversa sul pavimentodella cucina in una pozza di sangue e conatroci ferite in varie parti del corpo. Lapovera Eugenia urlò e chiese aiuto. Masolo pochi istanti dopo Giuseppa cessò divivere. Cosa era accaduto? Qualcuno parlòdi una furibonda lite e di urla provenientidall’abitazione dei Calarco. Ma il marito,dov’era? Lo cercarono alla “ColumbianRope Company” ma lì al lavoro, Diego,non era mai arrivato. Partirono le ricerchema di lui nessuna traccia. Sparito nel nulla.I medici giunti sul posto certificarono chela morte di Giuseppa risaliva alle ore 7 delmattino. Fu ritrovata l’arma con la qualeera stato assassinata la povera donna: ungrosso coltello da cucina. Solo dopo diver-se ore fu rintracciato Diego. Era lui l’assas-sino. Apparve debole la sola motivazionedelle spese da sostenere e altre ne furonoavanzate (un’altra donna?). Ma rimase ilmistero di tanta orrenda follia omicida. Idue piccoli furono destinati all’adozione.Sembra che uno dei due, la piccolaVincenza (nata il 24 agosto del 1923), siastata adottata amorevolmente da unafamiglia di New York e visse serenamenteil resto della sua vita. L’opinione pubblica,rimasta scossa, seguì con attenzione e perdiversi giorni la vicenda dai numerosi reso-conti giornalistici.

Geremia Mancini

Vitis vinifera L.(CLONECLASSICO)Greco di Bianco

La tragedia di una sfortunata donnacalabrese: Giuseppa Calarco. Era nataa Laganadi nel 1891. Fu assassinata,

nel 1925, dal marito. La vicenda scossel’opinione pubblica americana.

STORIE DI EMIGRAZIONE CALABRESE...

Non sempre fu “sogno americano”...

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MezzotempoIlaria Campisi, esponente di spicco diConfagricoltura, posa assieme al sinda-co di Bianco ed esponente del GALAldo Canturi, testimoniando la diffi-coltà di trovare il giusto abbigliamentoin queste prime serate di calura…

Abbellimento artisticoIl 6 giugno si è svolta alla VillaComunale di Siderno la Giornatadell’Arte, durante la quale i piùbrillanti esponenti del LiceoArtistico hanno potuto deliziare ipresenti con l’esposizione di pro-pri meravigliosi lavori.

Un taxi per tutte le etàÈ tornato a trovarci in redazione Ozzimo,storico “tassinaro” di Siderno che non ha

mai smesso di prestare con serietà e one-stà i propri servigi alla nostra comunità.

Visita di conoscenzaL’associazione “Amicizia e

Pace” di Siderno si èrecentemente riunita in

quel di Noto, in Sicilia,dove ha avuto la possibi-le di conoscere le bellez-

ze siciliane

Sconfitta agrodolceAntonio “Plis”, milanista, eMichele Gentile, interista, confor-tano Michele Macrì (Vecchio),juventino, dopo l’indimenticabilenotte di Cardiff. L’assuefazionealla vittoria talvolta è davverodeleteria!

A suon di FluoStanno per ripartire gli eventi del Fluo alMaracuja che, com’è ormai da tradizione,vedranno DJ set a cura di Alfredo Vitale,Carlo “Krosta” Scordo, Carmelo Scordo,

Andrea Scordo, Osvaldo Serra, GiuliaMegna, Luana Buongiorno, Federica

Mercuri, Paola Calvi e Francesco Barbaro.

Parenti presidentiMaurizio Misiti, proprietario de “IlPapero” e Pasquale Vozzo, politico

molto “in” di Roccella, abbracciano ilparente Pino Misiti, roccellese famoso

per aver ricoperto il ruolo di vice presi-dente della provincia di Ancona.

AmpliatiGli studenti del Liceo Scientifico “Zaleuco”

di Locri posano con il consigliere dellaCittà Metropolitana Demetrio Marino e ilsindaco Giovanni Calabrese in occasione

della consegna dei lavori di ampliamentodell’edificio che li ospita.

Se musica e calcio si incontranoIl famoso virtuoso del contrabbassoPino Delfino posa in compagnia del-

l’ex giocatore del Milan PeppeGalluzzo. La buona musica e il buon

calcio garantiscono la perfetta riuscitadi una serata unica.

Target acquisito Graziella Muià, cultrice

del tiro con l’arco,immortalata durante la

recente GiornataNazionale dello Sport

svoltasi sul lungomaredelle Palme di Siderno.

Equilibrio ritrovatoNel rispetto dellapar condicio, il can-didato a SindacoFrancesco Cagliusoci risponde con unafoto nella qualeviene ritratto incompagnia diArturo, “il Barone diCaulonia”.

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VENERDI 09 GIUGNO 23www.larivieraonline.com

ConVersando... Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

Azienda vinicola calabresevuole comprare AlitaliaSi è fatta avanti un’azienda calabrese, produttrice di vino eolio, come potenziale acquirente di Alitalia. Vorrebbe rilevar-la tutta. Si tratta della iGreco, fornitrice di Mc Donald’s e inpassato interessata allo scalo di Crotone. Negli ultimi anni ècresciuta in modo esponenziale tanto da superare i 400 milio-ni di euro di ricavi. Il titolare è Saverio Greco, uno dei settefratelli che ai sette vini che producono danno il nome, decli-nandolo al vezzeggiativo.La storia della iGreco inizia nel 1963, quando TommasoGreco, già produttore di olio e vino a Terravecchia, costruisceil primo frantoio oleario a Cariati. E così tra il turchese inten-so del mare e una verde distesa di vigneti e possenti ulivi sor-gerà negli anni una moderna e sobria struttura, incastonata inun’atmosfera da favola.

I sette vini ”figli” dell’Azienda hanno tutti caratteri e vocazio-ni diverse, e nascono dall’esperienza più antica coniugata alleconoscenze tecniche più all’avanguardia: si riesce così a“emozionare” il consumatore e garantire un livello crescentedi qualità, che non tralascia mai la volontà di trasmettere “ilsenso della Calabria”. Bianchi fini ed eleganti con sentori diagrumi calabresi e fiori freschi, e un gusto equilibrato con otti-ma acidità. Rossi di grande personalità, armonici e di buoncorpo, delle vere cape toste!Chissà se la iGreco riuscirà a spuntarla divenendo proprieta-ria di Alitalia... Magari un giorno solcheremo i cieli delmondo conVersando in compagnia di un buon vino diCalabria.

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

U 5 giugnu passatu fu l'anniversariu da fondazioni il'Università Federico II i Napoli, ad opera i l'omonimuimperaturi. Corrìa l'annu 1224, 'nta Sicilia regnava nugiuvani illuminatu, deditu a' cultura cchiù di' guerripemmu espandi i confini, nu rre chi tenìa lontani tutti inobili da' gestioni du regnu e 'mbeci mentìa perzuni i cul-tura 'nta ruoli importanti. Era u rre da Sicilia ma criaul'Università a Napoli pecchì 'nta chigli tempi (ma purumo) era na città cu meravigliosi fermenti artistici e cultu-rali, unici 'nta l'Europa. Permittìu u si iscrìvunu quanticchiù sudditi possibili, e criau borsi i studiu pe' cchiùmeritevoli, evitandu 'nta sta manera puru a fuga di cer-vegli du' regnu soi. 'Nzemi a l'Università criau puru a

scola medica i Salernu e a "scola siciliana" caratterizzatai canzonetti d'amuri e sonetti. Fu n' imperaturi unicu 'ntomodu i regnari, pecchì valorizzau i qualità da' terra sua.Era tantu tempu fa, e allura penzu ca cocchi cosa jìu stor-tu 'nta stu mundu, cocchi cosa di incompresibili capitàue non 'ndi accorgimma? Comu è possibili ca 800 anni fa'ndavìa sentimenti tantu randi, tanta sensibilità pa' cultu-ra e tanta determinazioni pemmu s'aiuta nu regnu u cri-sci cu meritu e allontanandu addirittura i nobili i l'ammi-nistrazioni du regnu? Si volìa 'na machina du tempupemmu si torna arretu e mu si estrapola chiglia rotamarcia chi fici imputridìri tuttu u meccanismu da' storia.Tuttu chigliu chi fici Federico II 'ndavìanu mu fannu mòl'amministratori nostri, e non sulu du sud, ma du munduinteru. Ma a speraza mia ancora non voli u mori.

Cultura è sinonimu i libertà!

Sono state 147 le etichette di 57birrifici operanti in tutte le regionid’Italia, (più 50 per cento rispettoallo scorso anno) che hanno parte-cipato alla quinta edizione diCerevisia, concorso nazionale chevalorizza e promuove la produzio-ne, il commercio e il consumo dellebirre di qualità. Ad aggiudicarsi ilPremio Eccellenza Cerevisia 2017è stata la Birra Symphony delBirrificio Gladium di Zagarise(Catanzaro). Nel palazzo comuna-le di Deruta si è svolta cerimonia dipremiazione del concorso istituitodal Banab (Banco nazionale diassaggio delle birre), fondato pervolontà della Camera di commer-cio di Perugia e di cui fanno parteRegione Umbria, Cerb (Centro diricerca sulla birra UniversitàPerugia), Comune di Deruta eAssoBirra.

È calabresela migliorebirra d’Italia

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