Contributo di Carla Mazzola - amu-it.eu · Le Crociate viste dagli Arabi; La condizione degli...

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Percorso Formativo “Cambia… Menti” La scuola italiana e le sfide della globalizzazione Contributo di Carla Mazzola 26 - 27 Novembre 2010, Rocca di Papa (RM) Associazione Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU), Via Frascati 342-00040 Rocca di Papa (Roma) – www.amu-it.eu Movimento Umanità Nuova, Via Valle della Noce, 16/6-00046 Grottaferrata (Roma) - [email protected]

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Percorso Formativo “Cambia… Menti”La scuola italiana e le sfide

della globalizzazione

Contributo diCarla Mazzola

26 - 27 Novembre 2010, Rocca di Papa (RM)

Associazione Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU), Via Frascati 342-00040 Rocca di Papa (Roma) – www.amu-it.eu

Movimento Umanità Nuova, Via Valle della Noce, 16/6-00046 Grottaferrata (Roma) [email protected]

Scuola dell’Infanzia

Scuola primaria

Scuola sec.

1° gr.

Scuola sec

2° gr.TOTALE

1.952 6.628 3.359 150 12.089

Alunni “Nomadi” iscritti nell’A.S. 2009/2010

650.000 alunni di altre nazionalità iscritti nell’A.S. 2009/2010

Regioni con maggiore prevalenza di alunni nomadi iscritti nell’a.s. 2009/2010:

LAZIO LOMBARDIA PIEMONTE CALABRIA

2.375 1.866 1.197 1.097

•ALCUNE TAPPE STORICHE DELLA SCOLARIZZAZIONE DEI ROM IN ITALIA

1940-1943: Si registra un primo modello di “rieducazione coatta” nel periodo dell’internamento fascista, con lo scopo di contrastare gli aspetti di nomadismo e di asocialità.

1965: Istituzione delle classi speciali “Lacio Drom” (Buon Viaggio).

1982: Inserimento degli alunni Rom nelle classi normali.

1986: C.M. n. 207 “Scolarizzazione degli alunni zingari e nomadi nella scuola materna, elementare e secondaria di primo grado”.

2006: C.M. n. 24 “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”

2007: “La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”, documento di indirizzo a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’educazione interculturale del Ministero dell’Istruzione.

QUESTIONI APERTE:•IL NOMADISMONel contesto italiano, il nomadismo è individuato come l'elemento caratterizzante delle minoranze rom e sinti. D'altra parte, è ormai acquisito che molti dei gruppi presenti oggi sul territorio italiano, soprattutto quelli giunti recentemente in seguito alle guerre che hanno devastato la regione balcanica, provengono da esperienze di prolungata stanzialità e si sono trovati a scappare dal proprio paese a causa della guerra e non per un atavico bisogno di viaggiare.•I CAMPI NOMADI di oggi, contenitori isolati ed isolanti, si reggono ancora sulla costruzione culturale di uno zingaro dipinto come asociale e catalizzatore di negatività da tenere necessariamente a distanza. È necessario riconoscere ai rom lo statuto di soggetti politici e di cittadini attivi in grado di sedersi attorno ad un tavolo comune di progettazione sociale; di questa cittadinanza attiva il campo nomadi ed ogni campo è sempre stato la totale negazione. •IL MANCATO RICONOSCIMENTO DELLA ROMANI’ COME MINORANZA LINGUISTICA Il ruolo identitario della lingua per Rom e Sinti è spesso più forte dell’appartenenza territoriale. In ogni caso si tratta di una minoranza linguistica storica di notevole consistenza numerica: dei 150.000 presenti in Italia circa la metà sono cittadini italiani potenziali parlanti la lingua Romanì.

DALL’ ISCRIZIONE ALLA FREQUENZA SCOLASTICA

David ha 11 anni. Viene dalla Germania. Ci diamo appuntamento una mattina con David, la responsabile dell’Opera Nomadi e una volontaria davanti la scuola dove inserire il bambino. Piove, David ha i pantaloni e le scarpe infangate. Mi dice “Ho paura, non voglio entrare , mi spavento...” . Lo incoraggio, gli assicuro che già lo aspettano e che è una scuola bellissima, troverà tanti amici... Prima di entrare raccoglie della carta buttata per terra e prova a pulirsi le scarpe. “Mi vergogno, sono sporco...”. Poi entriamo, gli presento il Direttore, il Maestro, la classe, facciamo un giro per la scuola... L’accoglienza è davvero ottima e la scuola bella, con un ampio giardino. All’uscita lo accompagno al Campo per cercare di parlare con il genitore che dovrebbe provvedere all’accompagnamento. Nel poco tempo che resto al campo mi infango tutta e davanti ai miei occhi scorrono scene come di un film. Bambini in magliette e maniche corte nonostante la pioggia e il freddo. Un ragazzo scalzo con le scarpe da tennis ai piedi infilate come fossero pantofole, schiacciate nella parte posteriore. Entro nella baracca accolta da una mamma che allatta al seno un neonato e nel frattempo altri 3 o 4 bambini piccolissimi ridono mentre mi guardano incuriositi. Riesco a parlare con il papà di David che mi allarga le braccia e mi dice che non ha la macchina, non può accompagnare David a scuola. Vado via dal Campo. La scuola ha garantito l’iscrizione e la scuola per David, e poi ?

Chi si farà carico di David ?

Di fatto David non ha più frequentato.

Forse gli resterà il ricordo di quell’unico giorno dove ha intravisto un’opportunità mai piùrealizzata.

DALL’AMPLIAMENTO/ARRICCHIMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA (attività sportive, danza, doposcuola, contributo dei mediatori culturali, laboratori ling uistici…)

ALLA SCELTA DI SPECIFICHE METODOLOGIE quali:

METODO DECOSTRUTTIVO

La decostruzione va intesa come promozione della capacità di mettersi in questione, di ri-visitare e ri-vedere le proprie idee. Per operare questo cambiamento è necessario “costruire decostruendo”, costruire una nuova memoria planetaria decostruendo la memoria dominante che è etnocentrica.Esempi di decostruzione:

la decostruzione del concetto di razze umane (non esistono al plurale)la decostruzione del concetto di intelligenza (teoria delle intelligenze

multiple di H. Gardner)la decostruzione della Carta di Mercatore (eurocentrica) attraverso la carta di Peters (equivalente nelle superfici).

METODO LUDICOParticolare interesse assumono i giochi di simulazione e quelli di cooperazione. I primi facilitano l'apprendimento con la manipolazione di un secondo modello in cui si assumano dei ruoli e delle regole; i secondi favoriscono la fiducia, la comunicazione, la socializzazione.Nei giochi di ruolo, o giochi di interpretazione, ogni partecipante assume il ruolo di un personaggio calato in una ambientazione fantastica: si tratta di giochi collaborativi, dove nessuno "vince" o "perde", ma in cui lo scopo del gioco è costruire coralmente una bella storia tramite i contributi di tutti.

METODO DELL’AZIONE (PEDAGOGIA DEI GESTI)L’educazione Interculturale deve saper valorizzare anche i gesti, le azioni, i comportamenti, ossia la via pragmatica dell’educazione alla cittadinanza attiva. Per formare nei giovani “menti più accoglienti” e atteggiamenti interculturali è importante promuovere azioni, iniziative, “fare esperienze” dirette perché il gesto ha un grande valore educativo.

METODO DEL DECENTRAMENTO COGNITIVOEducare a far crescere la capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista,

imparando a considerare il proprio modo di pensare non l’unico possibile o l’unico legittimo ma uno fra molti. Il valore antropologico ed educativo del decentramento sta tutto nel cammino di uscita dall’egocentrismo e dall’etnocentrismo. Per decentrarsi occorre accettare i propri limiti e i propri errori, riconoscere di aver bisogno degli altri, essere disponibili all’ascolto e alla collaborazione. Tutto ciò richiede una disponibilità e una sicurezza interiore che trovano la loro origine non sul piano della conoscenza ma in una serena maturazione affettiva. E’ importante perciò che la scuola si configuri come luogo di confronto, optando per percorsi cooperativi che promuovano l’interdipendenza e le abilità sociali.

Alcuni esempi concreti:La scoperta dell’America vista dalla parte degli indios;Le Crociate viste dagli Arabi;La condizione degli immigrati quando gli immigrati eravamo noi;La fiaba di Cappuccetto Rosso raccontata dal punto di vista del Lupo;La “cicala e la formica” di La Fontaine e di RodariLe immagini ingannevoli, doppie, mutevoli….

“LA NARRAZIONE CHE TRASFORMA”

“Voglio diventare un giocatore, forza Milan, voglio giocare al Milan”

“Non so suonare il flauto, mi piacerebbe suonarlo”

Muharem

“Mi piace ascoltare musica”

“Sono brutta, sono bella, ho i capelli lunghi e gli occhi celesti, voglio che mi si levano le puntine” Maria

“sono timido, sono cattivo quando uno lo è con me, so giocare a pallone molto bene, voglio diventare un vero giocatore e voglio essere numero 10”

“Voglio essere sempre contento”

Senad

“Non mi piacciono le persone razziste”

“Mi piacerebbe fare un lavoro fisso per sempre”

“Vorrei essere un angelo”

Vedat

“Sono un ragazzo normale come tutti gli altri”

“Odio le persone razziste”

“Vorrei aiutare tutti”

Ergin

“Non mi piace abitare al Campo Nomadi”

“Io con tutti gli italiani ho rispetto”

Jeka

Selvera

MOMENTI DI STUDIO PRESSO LA SCUOLA “VIRGILIO MARONE”

DURANTE GLI ESAMI

PALERMO

Promossi con lode trenta ragazzini romRepubblica — 18 giugno 2008

Bravi a scuola, quando riescono a frequentare con assiduità. Ottime pagelle per i ragazzini rom alla De Gasperi, la scuola elementare di piazza Papa Giovanni Paolo II, a pochi passi dal campo nomadi della Favorita. Una scuola che da quindici anni

è protagonista di molti progetti di integrazione fra la cultura locale e quella straniera.

L' ultima iniziativa coinvolge i genitori, palermitani e immigrati. "Un ponte tra culture: esperienze e prospettive" è il titolo dell' incontro-dibattito, in programma alla De Gasperi oggi alle 16, che farà il punto sul corso di formazione per genitori

italiani e stranieri, avviato grazie a fondi europei.

«Alla base - dice la dirigente scolastica, Maria Giovanna Granata - c' è l' idea di mettere insieme genitori di tutte la nazionalità per dare loro la possibilità di incontrarsi, parlare e condividere un' esperienza. La nostra scuola, in un momento in cui in Italia si respira un clima opposto, ha cercato di dare un senso ai termini "accoglienza", "inclusione" e "intercultura".

Superata l' iniziale diffidenza, si è instaurato un clima di condivisione e amicizia». All' incontro parteciperanno i venti genitori che hanno seguito trenta ore di corso teorico e trenta di laboratorio pratico sulla cultura, le danze e la cucina del

Mediterraneo. «Non avremmo mai pensato - dicono Elvis, Silvana e gli altri genitori rom - di poter essere abbracciati da persone che non fanno parte della nostra comunità. Ci siamo sentiti come in una grande famiglia».

Le stesse parole di Daniela, mamma di un alunno palermitano: «Non immaginavo di parlare con un rom, di prenderlo per mano o di ridere con lui. Eppure ho ballato, ho giocato, ho mangiato con quelli che ormai sono i miei amici».

La De Gasperi ha registrato quest' anno 43 iscrizioni di bambini rom. Alcuni hanno poi abbandonato la città, al seguito dei genitori spaventati dalla stretta sui clandestini. Sui 37 rimasti, solo cinque sono stati bocciati per l' elevato numero di

assenze. «I bambini rom - dice la direttrice - sono inseriti in un modello scolastico e culturale che non gli appartiene. Per questo motivo vivono evidenti difficoltà. Spesso non hanno neanche la possibilità di comprare i libri. Oggi però, grazie a un

processo di sensibilizzazione e di accoglienza, gli alunni rom possono raggiungere la piena scolarizzazione». -

CLAUDIA BRUNETTO

«Non avremmo mai pensato - dicono Elvis, Silvana e gli altri genitori rom - di poter essere abbracciati da persone che non fanno parte della nostra comunità. Ci siamo sentiti come in una grande

famiglia».